`5 all`accoglienza ma un tetto numero dei migranti deve essere dato
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`5 all`accoglienza ma un tetto numero dei migranti deve essere dato
Nardella: '5 all'accoglienza ma un tetto numero dei migranti deve essere dato" OBBIAMO mettere un /¡ tetto chiaro all'acco\\ glienza dei migranti. Stabiliamo un numero, non è che possiamo ricevere all'infinito», avverte il sindaco Dario Nardella. Che detto ieri, alla vigilia del mega vertice di oggi pomeriggio con il prefetto, sembra un altolà. Come tirare il freno d'emergenza prima che sia troppo tardi. D S EGUE A PAGINA V d Narde a "Chiederò un ' etto per l'= ^coglienza" i h Alla vigilia dell'incontro prefetto-Co munì il sindaco mette uno sto : nonpossiamo accettare all'infinito DALLA PTtCMA IÏI CTtC7NACA ERNESTO FERRARA ON abbiamo ancora chiari i numeri, non sappiamo che mole di arrivi abbiamo di fronte e solo all'incontro che ho convocato con i sindaci della Città metropolitana si capirà meglio l'entità del fenomeno. Quello che però posso già dire è che chiederò un ragionamento sulla sostenibilità dell'accoglienza per Firenze e i Comuni metropolitani», anticipa Nardella. Della serie: va bene trovare posti in più, va bene aprire le porte. Ma non senza limiti. Non a rischio di dover ricorrere alle tendopoli, alle caserme vuote, ai capannoni, alle palestre o a tutto quello che esuli dalla rete del welfare fiorentino, ritiene il sindaco. Quasi l'opposto di quanto teorizza il prefetto Luigi Varratta, che ha chiesto posti in più ai Comuni oppure si è detto pronto a fare requisizioni per legge, pur di fare spazio ai migranti in arrivo. Ormai l'allerta umanitaria sfocia in battaglia politica. E svela una trincea fin qui inedita per l'area fiorentina, sebbene centrale nel dibattito nazionale: la sostenibilità dell'accoglienza. E la necessità di distribuire i carichi di migranti in arrivo. Il ragionamento di Nardella non riguarda solo la città metropolitana, ha un respiro che scavalcai confini. Persino quelli toscani. È vero che ci sono 18 Comuni dell'area metropolitana su 42 che non per ora non accolgono nessuno, da Bagno a Ripoli (che però ha dieci posti pronti e poi sta ristrutturando un monastero per prenderne altri) a Pontassieve a Calenzano: «Su questo chiederò l'assunzione di una piena corresponsabilità a tutti», avverte Nardella. Ma è giusto che il grande tema dell'esodo dall'Africa attraverso il Mediterraneo diventi europeo: la prima accoglienza non può "Chiederò la collaborazione di tutti i •n mun i c ip1 "Caserme? Palestre? Ci sono soluzioni m igli ori" toccare solo al nostro Paese, è il convincimento che Nardella condivide col governo Renzi. Per questo quello che chiederà oggi al prefetto è che Firenze faccia pesare la sua voce, in Toscana e nel resto d'Italia. Che si stabilisca un tetto per l'accoglienza a livello nazionale e non solo fiorentino, che si individui una soglia massima di sostenibilità. Perchè è meglio non fare accoglienza che fare cattiva accoglienza, ripetono le persone più vicine a Nardella. E se Varratta si dice pronto a requisire immobili sul territorio, il sindaco non ci sta: «Palestre? Caserme? Non commento ipotesi. Ma sono convinto esistano soluzioni migliori» dice ieri alla festa dei 60 anni dell'Isolotto mentre i residenti lo braccano per chiedergli della passerella chiusa e dell'Esselunga all'Argingrosso scomparsa. Intanto dopo gli scontri e i feriti il centrodestra di Massa chiede le dimissioni dei tre consiglieri comunali - Elena Mosti (Sel), Riccardo Ricciardi (M5S) e Stefano Alberti (Pd) - che hanno partecipato alla manifestazione del leader leghista Matteo Salvini, che teorizza lo stop all'accoglienza dei migranti. l9NIPNODU>JONE NIíERJATA