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Manuale per l`abilitazione all`esercizio venatorio
REGIONE MOLISE ASSESSORATO CACCIA E PESCA Servizio Gestione Risorse Faunistiche Venatorie MANUALE PER L’ABILITAZIONE ALL’ESERCIZIO VENATORIO COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO Regione Molise – Assessorato Caccia e Pesca Pasquale de Santis Dirigente Responsabile Servizio Gestione Risorse Faunistiche e Venatorie ELABORAZIONE DATI E STESURA TESTI Di Muccio Stefania Di Paolo Clara Parziale Antonio Pizzi Dora FOTOGRAFIE Pasquale de Santis: Copertina, pp. 64, 65, 66, 67, 68, 71, 73, 111, 112, 113, 114, 116, 119, 120. Antonio Parziale: pp. 75, 117. Le stampe sono state attinte dall’opera “Iconografia dei mammiferi e uccelli d’Italia” – Ministero dell’Ambiente Servizio Conservazione Natura. Copyright – Tutti i diritti riservati E’ vietata la riproduzione anche parziale senza un’autorizzazione scritta della Regione Molise Anno 2006 INDICE ____________________________________________________________________________________________________ PRESENTAZIONE p. 5 INDICE p. 7 INTRODUZIONE p. 13 CAPITOLO I: LEGISLAZIONE VENATORIA 1. La Licenza Di Caccia p. 17 1.1. L’esame di abilitazione per l’esercizio venatorio p. 17 1.2. Documentazione necessaria per ottenere il rilascio p. 18 della licenza di caccia 2. Il Tesserino Venatorio p. 19 3. Il Calendario Venatorio p. 21 4. Le Specie Cacciabili p. 21 5. Gli Ambiti Territoriali di Caccia p. 28 6. Le Associazioni Venatorie p. 30 7. La Vigilanza Venatoria p. 31 8. I Comportamenti vietati p. 32 9. Le Principali Sanzioni p. 35 9.1. Sanzioni penali p. 35 9.2. Sanzioni amministrative p. 37 Domande Legislazione Venatoria p. 39 CAPITOLO II: TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE 1. Ambiente ed Ecologia p. 63 2. Il territorio p. 63 3. Ambiente e Biodiversità p. 69 4. L’ evoluzione dell’agricoltura e ripercussioni sull’ambiente e sulla fauna p. 70 5. Interconnessioni tra ambiente e fauna p. 72 5.1 I Residui colturali p. 73 7 INDICE ____________________________________________________________________________________________________ 6. Recupero faunistico Domande Tutela della natura e principi di salvaguardia delle produzioni agricole p. 73 p. 77 CAPITOLO III: ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA 1. La fauna selvatica p. 93 2. La fauna selvatica stanziale p. 99 3. La fauna selvatica migratoria p. 100 4. La fauna protetta p. 103 4.1. Rapaci p. 106 4.2. Altre specie non cacciabili p. 109 I Cani e la caccia p. 111 5.1. Razze da ferma p. 112 5.2. Razze da cerca p. 121 5.3. Razze da seguita p. 122 5.4. Razze da riporto p. 124 5.5. Razze da tana p .125 5.6. Razze da traccia p. 125 Domande Zoologia applicata alla caccia p. 127 5. CAPITOLO IV: ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA 1. I mezzi di caccia p. 143 2. Il fucile da caccia p. 143 3. La classificazione dei fucili p. 146 3.1. I fucili a canna liscia p. 146 3.2. I fucili a canna rigata p. 148 3.3 .I fucili combinati p. 149 4. Il calibro p. 150 5. Le cartucce da caccia p. 150 6. Norme di sicurezza p. 152 8 INDICE ____________________________________________________________________________________________________ 7. Etica venatoria p. 153 Domande Armi e munizioni da caccia p. 155 CAPITOLO V : NORME DI PRONTO SOCCORSO 1. Gli incidenti durante la caccia p. 169 1.1. I più comuni incidenti da caccia p. 169 1.2 Altri malori p. 174 Domande Norme di pronto soccorso p. 177 ALLEGATI LEGGE STATALE n. 157 dell’11 febbraio 1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” LEGGE REGIONALE n. 19 del 10 agosto 1993 e s. i. e m. “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” 9 PRESENTAZIONE E’ innanzitutto doveroso sottolineare come la Regione Molise, consapevole dell’importanza di una specifica ed adeguata conoscenza tecnico-scientifica, correlata ad un razionale svolgimento dell’attività venatoria e alla preparazione degli aspiranti cacciatori, abbia avvertito la necessità di predisporre questo importante strumento di conoscenza al fine di favorire una maggiore tutela della fauna e dell’equilibrio ambientale. Nella consapevolezza che un’adeguata preparazione tecnica possa consentire la formazione del cacciatore, non solo come semplice fruitore di un patrimonio collettivo ma anche come gestore delle risorse faunistiche naturali, l’Assessorato Regionale alla Caccia ha ravvisato l’esigenza di elaborare un manuale a base tecnico-pratico che rappresenti un punto di riferimento per i seguaci di Diana, per le Commissioni esaminatrici e per quanti vogliano avvicinarsi al mondo venatorio. Il lavoro è stato articolato per singole discipline nel rispetto delle argomentazioni previste sia dalla legge quadro nazionale n° 157/92 sia dalla legge regionale di recepimento n° 19/93. Le materie oggetto di trattazione , opportunamente arricchite di riferimenti propri della realtà regionale sono: I. Legislazione venatoria II. Tutela della natura e principi di salvaguardia delle produzioni agricole III. Zoologia applicata alla caccia IV. Armi e munizioni da caccia V. Norme di pronto soccorso. Il testo è costituito da una parte descrittiva e da una parte a risposte multiple , infatti una delle prove previste per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della caccia, consiste nella compilazione di un questionario articolato in una serie di domande vertenti sulle materie oggetto di trattazione. In tale ottica si è concentrato il nostro lavoro arricchito di numerosi riferimenti alle normative vigenti, anche di recente attuazione. Il manuale si presenta quindi come un’opera completa, minuziosa, ricca di informazioni e quesiti, tale da permettere un’accurata selezione dei seguaci di Diana sulla base di effettive conoscenze e sul grado di apprendimento delle stesse . L’opera è integrata, per una maggiore completezza, da allegati aventi ad oggetto le norme che disciplinano l’attività venatoria. Con la speranza che sempre più giovani si avvicinino al mondo venatorio con impegno e passione, rispettosi dell’ambiente e della sua conservazione. L’Assessore alla Caccia Quintino Pallante 5 INTRODUZIONE _____________________________________________________________________________________________________ INTRODUZIONE Il termine “caccia” deriva dal latino “captare” e significa “inseguire per catturare”. Costituisce esercizio di caccia ogni atto diretto all’abbattimento o cattura di fauna selvatica mediante l’impiego dei mezzi consentiti. La caccia nel nostro paese è disciplinata da una legge quadro dello Stato e dalle leggi di recepimento di ciascuna Regione, secondo quanto disposto dall’art. 117 della Costituzione Italiana, che prevede che la materia caccia è trasferita alle Regioni e queste provvedono a legiferare nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato. La legge quadro nazionale che fissa i principi basilari è la n. 157 dell’ 11 febbraio 1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. Questa legge statale indica le direttive entro cui le Regioni possono legiferare. La Regione Molise, in conformità dalla legge quadro 157/92, ha emanato la legge regionale n. 19 del 10 agosto 1993, e s. m. e i. con la quale ha disciplinato l’intera materia. L’attività venatoria in Italia è praticata oggi da quasi 800.000 cacciatori. Con l’entrata in vigore della legge 157/92 il numero dei seguaci di Diana ha subito un importante calo, come dimostrato nel grafico sottostante: secondo i dati ISTAT nel 1980 i cacciatori in Italia erano circa un 1.700.000. DATI ISTAT DI RILEVAMENTO DEL NUMERO DEI CACCIATORI IN ITALIA DAL 1980 AL 2005 1.800.000 1.701.853 1.446.935 1.600.000 1.400.000 1.135.228 1.200.000 801.156 1.000.000 800.000 600.000 400.000 200.000 0 1980 1990 1992 2000 800.000 2005 Numero cacciatori 13 INTRODUZIONE _____________________________________________________________________________________________________ Anche la Regione Molise ha risentito del calo del numero dei cacciatori, passando da circa 10.000 a circa 5.000. DATI ISTAT DI RILEVAMENTO DEL NUMERO DEI CACCIATORI IN MOLISE DAL 1980 AL 2006 12.000 10.000 10.000 8.000 6.000 4.536 3.939 4.293 4.500 Anno 1992 Anno 2000 Anno 2004 Anno 2006 4.000 2.000 0 Anno 1980 Numero cacciatori La caccia negli ultimi anni è stata accusata di aver contribuito all’estinzione di alcune specie di animali ma, è ampiamente dimostrato che una caccia giudiziosa, insieme alla preservazione degli ambienti è ben lungi dal compromettere l’esistenza delle specie selvatiche. Ne garantisce invece, la perpetuazione e il miglioramento quanti-qualitativo, armonizzando tra loro il mondo della natura e le attività tradizionali dell’uomo. 14 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ 1. LA LICENZA DI CACCIA Per ottenere la licenza di caccia è necessario: sostenere l’esame d’abilitazione per l’esercizio venatorio dinanzi ad apposita Commissione Regionale operante presso le Amministrazioni Provinciali d’Isernia e Campobasso; essere in possesso della documentazione richiesta. 1.1. L’esame d’abilitazione per l’esercizio venatorio Per poter esercitare la caccia bisogna essere muniti di licenza di caccia, dell’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi e del tesserino regionale. La licenza di caccia o porto d’arma è il permesso di cacciare che viene rilasciato dal Questore. Per avere la licenza di caccia occorre aver compiuto 18 anni d’età ed aver superato un esame d’abilitazione all’esercizio venatorio dinanzi ad apposita Commissione Regionale, da sostenersi presso la Provincia di residenza del candidato. L’esame consiste in una prova scritta del tipo quiz a risposta multipla ed una prova orale sulle seguenti materie: 1. Legislazione venatoria nazionale e regionale; 2. Elementi di zoologia applicata alla caccia e biologia della fauna selvatica con prove pratiche di riconoscimento delle specie cacciabili; 3. Armi e munizioni da caccia e relativa legislazione; 4. Tutela della natura e principi di salvaguardia delle produzioni agricole; 5. Norme di pronto soccorso. L’esame è superato se la Commissione ritiene idoneo il candidato in tutte e cinque le materie. In caso d’inidoneità del candidato la prova d’esame può essere sostenuta non prima di tre mesi. Nei dodici mesi successivi al rilascio della prima licenza, il cacciatore può praticare l’esercizio venatorio solo se accompagnato da cacciatore con almeno tre anni di licenza, che non abbia commesso violazioni alle norme della presente legge comportanti la sospensione o la revoca della licenza. 17 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ La licenza di caccia ha una validità di sei anni. L’inosservanza delle norme per l’esercizio dell’attività venatoria comporta la sospensione o la revoca della licenza del porto d'arma. 1.2. Documentazione necessaria per ottenere il rilascio della licenza di caccia Superato l’esame e ottenuto il Certificato d’Abilitazione, occorre inoltrare al Que- store domanda con bolli di legge e autocertificazione dello stato di famiglia e residenza, alla quale devono essere allegati i seguenti documenti: - certificato sanitario in bollo sui requisiti psico-fisici previsti dal decreto del Ministero della Sanità del 28/04/98; - certificato d’abilitazione venatoria, rilasciato dalla preposta Commissione Regionale istituita in ciascun capoluogo di Provincia; - autocertificazione della posizione militare, ovvero copia del congedo. Chi non ha effettuato il servizio di leva, dovrà produrre il certificato d’idoneità all’uso ed al maneggio delle armi rilasciato da una sezione del Tiro a Segno Nazionale; - due fotografie formato tessera recenti di cui una legalizzata; - ricevuta di versamento su C/C postale intestato alla Tesoreria Provinciale dello Stato di Campobasso o Isernia, quale corrispettivo dell’acquisto del libretto; - attestazione di pagamento della tassa di concessione governativa comprensiva d’addizionale per il rilascio annuale della licenza di porto di fucile per uso caccia; - marca da bollo consegnabile al ritiro dell’autorizzazione. 18 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ 2. IL TESSERINO VENATORIO Ai fini dell’esercizio dell’attività venatoria è necessario il possesso di un apposi- to Tesserino Regionale rilasciato dalla Provincia di residenza ove sono indicate alcune delle norme inerenti il calendario regionale, e gli ambiti di caccia dove è consentita l’attività venatoria. Nel suddetto tesserino il cacciatore è obbligato ad indicare in modo indelebile: - la giornata di caccia, all’inizio della stessa, contrassegnando con una crocetta il numero corrispondente all’ATC (Ambito Territoriale di Caccia) in cui si esercita l’attività venatoria; - i capi di selvaggina, appena abbattuti per i quali è previsto il limite di carniere. A chi non provvede ad effettuare le prescritte annotazioni sul tesserino è applicata una sanzione amministrativa pecuniaria. Il rilascio del tesserino regionale è subordinato al possesso di valida licenza di porto d'armi per uso di caccia, all’avvenuto versamento delle tasse prescritte, alla restituzione del tesserino della stagione precedente che deve avvenire nei termini indicati dal calendario venatorio. Il tesserino è strettamente personale, nessun cacciatore potrà farne richiesta più di una volta nel corso della stessa annata venatoria. In caso di provata perdita (dimostrabile attraverso la denuncia all’autorità di pubblica sicurezza) o deterioramento dello stesso potrà essere rilasciato un duplicato valido a tutti gli effetti di legge. 19 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ Esempio di tesserino venatorio adottato nella Regione Molise per la Stagione Venatoria 2005-2006 Tesserino n° del Cognome Nome Data di Nascita Luogo di Nascita Codice Fiscale Residenza Indirizzo Licenza di caccia Vers. Tassa Reg. A.T.C.: Altro A.T.C. 20 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ 3. IL CALENDARIO VENATORIO L’attività venatoria nella Regione Molise è esercitata negli appositi Ambiti Territo- riali di Caccia (Campobasso, Isernia, Termoli) ed è disciplinata dal calendario venatorio ed annesso regolamento nel rispetto della legge quadro 157/92 e dalla legge regionale 19/93. e s.m. e i. L’art. 28 della legge regionale 19/93 stabilisce che il calendario venatorio regionale deve indicare: 1. le specie cacciabili e i periodi di caccia; 2. le giornate di caccia; 3. il carniere giornaliero; 4. inizio e termine della giornata di caccia; 5. i periodi e le modalità per l’accesso agli Ambiti Territoriali di Caccia da parte di cacciatori extra-regionali; 6. l’uso dei cani; 7. disposizioni per le gare cinofile; 8. indicazioni per la caccia al cinghiale; 9. divieti e sanzioni. 4. LE SPECIE CACCIABILI L’articolo 27 della legge regionale 19/93 stabilisce che ai fini dell’esercizio vena- torio è consentito abbattere esemplari di fauna selvatica appartenenti alle seguenti specie e per i periodi indicati: 21 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ a) dal 1 settembre al 31 dicembre : allodola (Alauda arvensis), fagiano (Phasianus colchicus), lepre comune (Lepus europaeus), merlo (Turdus merula), pernice rossa (Alectoris rufa), quaglia (Coturnix coturnix), starna (Perdix perdix), tortora (Streptopeia turtur). . Ordine: GALLIFORMI Famiglia: FASIANIDI Specie: Quaglia (Coturnix coturnix) Unico migratore appartenente alla famiglia dei fasianidi, la quaglia è lunga circa 17 cm per un peso medio di circa 85 gr. Il capo è tondeggiante ed il becco è leggermente ricurvo all’apice. È facilmente riconoscibile anche in volo per le ridotte dimensioni, il volo basso e rettilineo è sostenuto da rapidi battiti delle ali. La sua presenza è nota su tutto il territorio molisano dal mese d’aprile a quasi tutto il mese d’ottobre, dalla fascia costiera alla collina, anche se colonizza altipiani fino ad alte quote. Nidificante in Regione predilige ambienti costituiti da praterie, campi coltivati a grano, foraggere, bietole e girasole, dove a contatto con il terreno costruisce il suo nido. Si nutre soprattutto di granaglie e di vari cereali e semi di piante che popolano i terreni incolti. 22 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ b) dal 1 settembre al 15 gennaio: volpe (Vulpes vulpes). Ordine: CARNIVORI Famiglia: CANIDI Specie: Volpe (Vulpes vulpes) La volpe è diffusa in tutto il continente. Per la sua spiccata adattabilità trova condizioni di vita negli ambienti più vari di pianura, collina e montagna con preferenza per le zone ricche di vegetazione. Solitaria e di temperamento vivace, appare prudente e scaltra. E’ attiva durante la notte, ma anche di giorno nei luoghi ove non viene disturbata. Presenta forme snelle, muso lungo ed appuntito, orecchie grandi, coda lunga e folta, zampe relativamente corte. Il colore del mantello è bruno-fulvo tendente al rossastro nelle parti superiori e biancastro in quelle inferiori. 23 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ c) dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio: canapiglia (Anas strepera), cornacchia grigia (Corvus corone cornix), folaga (Fulica atra), frullino (Lymnocryptes minimus), gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), gazza (Pica pica), germano reale (Anas platyrhynchos), ghiandaia (Garrulus glandarius), moretta (Aythya fuligula), pavoncella (Vanellus vanellus), porciglione (Rallus aquaticus). Ordine: GRUIFORMI Famiglia: RALLIDI Specie: Folaga (Fulica atra) Uccello acquatico di corporatura compatta e raccolta. Le dimensioni vanno dai 37 ai 40 cm. con un peso estremamente variabile che va dai 400 gr. a 1 kg. Ha il piumaggio uniformemente nero con una grande placca bianca sulla fronte che la rende facilmente riconoscibile. Preferisce stagni calmi, laghi, terreni umidi e acque con molte piante acquatiche. Si nutre di piante e molluschi. Durante la stagione invernale forma grossi branchi, spesso con le anatre con cui condivide l’habitat. 24 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ d) Dalla terza domenica di settembre all’ultimo giorno utile per la caccia: alzavola (Anas crecca), beccaccia (Scolopax rusticola), beccaccino (Gallinago gallinago), cesena (Turdus pilaris), colombaccio (Columba palumbus), codone (Anas acuta), fischione (Anas penelope), marzaiola (Anas querquedula), mestolone (Anas clypeata), moriglione (Aythya ferina), tordo bottaccio (Turdus philomelos), tordo sassello (Turdus iliacus). Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: SCOLOPACIDI Specie: Beccaccino (Gallinago gallinago) Il beccaccino è abbastanza gregario, presenta una sagoma tozza caratterizzata da un becco lungo e sottile. Il peso va dai 90 ai 130 gr. Frequenta acquitrini erbosi, praterie allagate, risaie, torbiere, rive paludose di laghi, stagni, fiumi. Per alimentarsi saggia il fondo melmoso col becco nutrendosi soprattutto d’insetti ed anellini, ma anche di larve molluschi e crostacei. 25 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ e) dal 1 ottobre al 30 novembre: capriolo (Capreolus capreolus), cervo (Cervus elaphus), coturnice (Alectoris graeca) e daino (Dama dama). Ordine: UNGULATI Famiglia: CERVIDI Specie: Daino (Dama dama) Il daino rimane tutt’oggi un animale tipicamente mediterraneo, nonostante si trovi un po’ ovunque. Le sue capacità sensoriali visive ed olfattive lo configurano come un tipico abitatore di spazi aperti, di praterie dal clima mite e di steppe. Si adatta tuttavia molto bene anche in ambienti forestali puri di collina e di media montagna, purché con scarsa copertura nevosa in inverno. Le parti superiori del mantello sono generalmente marrone-scuro, i fianchi color nocciola ed il ventre bianco-giallastro. In estate è fulvo-rossiccio con picchiettature bianche. In inverno è grigio con macchie meno evidenti. In ogni stagione è sempre presente una striscia bruno-scuronerastra sul dorso. 26 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ f) dal 1 ottobre al 31 dicembre o dal 1 novembre al 31 gennaio: cinghiale (Sus scrofa). Ordine: UNGULATI Famiglia: SUIDI Specie:Cinghiale (Sus scrofa) Il cinghiale è il progenitore selvatico di tutte le forme domestiche di maiale. Esso con numerose razze, è presente in quasi tutto il mondo. In Molise si trova in tutta la Regione con l’esclusione della fascia costiera. Il mantello è formato da peli rigidi, irti, ed ispidi la cui colorazione è soggetta ad ampie variazioni dipendenti dalla stagione, dall’età e dalla razza. I piccoli del cinghiale presentano il mantello rigato fino a sei mesi circa per meglio mimetizzarsi con l’ambiente. 27 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ I termini indicati per le specie colombaccio, cornacchia grigia, gazza, ghiandaia, volpe, possono essere modificati in relazione alle situazioni ambientali delle diverse realtà territoriali. I termini devono comunque essere contenuti tra il 1 di settembre ed il termine ultimo per la caccia. Tutte le specie non contemplate nel presente articolo sono da considerarsi fauna protetta e quindi non cacciabili. 5. GLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA Gli Ambiti Territoriali di Caccia (A.T.C.) ed i Comprensori Alpini rappresentano i principali istituti di gestione faunistico-venatoria con compiti di programmazione limitati alle attività che si svolgono all’interno del territorio di propria competenza. I compiti d’indirizzo, pianificazione e programmazione generale del territorio sono affidati alle Regioni ed alle Province. I Comitati di Gestione degli A.T.C. per la gestione programmata della caccia, sono costituiti con provvedimento della Giunta provinciale competente per territorio. I Comitati di Gestione promuovono e organizzano le attività di ricognizione delle risorse ambientali e della consistenza faunistica, programmano gli interventi per il miglioramento degli habitat, provvedono all’attribuzione degli incentivi economici ai proprietari e ai conduttori dei fondi rustici. Inoltre provvedono all’erogazione dei contributi per il risarcimento dei danni arrecati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica e dall’esercizio dell’attività venatoria, nonché contributi per la prevenzione delle azioni di danno. Nella Regione Molise sono stati istituiti tre Ambiti Territoriali di Caccia in cui è consentita l’attività venatoria e sono denominati: “Campobasso”, “Termoli” e “Isernia”: 1. CAMPOBASSO comprende i Comuni di: Acquaviva Collecroci, Baranello, Boiano, Busso, Campobasso, Casalciprano, Campochiaro, Castelbottaccio, Castelmauro, Castropignano, Civitacampomarano, Colle d’Anchise, Duronia, Fossalto, Guardialfiera, Guardiaregia, Guglionesi, Limosamo, Lucito, Lupara, Mafalda, Molise, Montagano, Montecilfone, Montefalcone del Sannio, Montemitro, Montenero di Bisaccia, Oratino, Palata, Petacciato, Petrella Tifernina, Pietracupa, Ripalimosani, Roccavivara, Salcito, S. Biase, S.Felice del Molise, S.Giacomo degli Schiavoni, S. Massimo, S.Polo Matese, S.Angelo Limonano, Spinete, Tavenna, Torella del Sannio, Trivento, Vinchiaturo. 28 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ 2. TERMOLI comprende i Comuni di : Bonefro, Campodipietra, Campolieto, Campomarino, Casacalenda, Castellino del Biferno, Cercemaggiore, Cercepiccola, Collotorto, Ferrazzano, Gambatesa, Gildone, Ielsi, Larino, Macchia Val Fortore, Matrice, Mirabello Sannitico, Monacilioni, Montelongo, Montorio nei Frentani, Morrone del Sannio, Pietracatella, Portocannone, Provvidenti, Rotello, Riccia, Ripabottoni, S.Giovanni in Galdo, S.Giuliano del Sannio, S.Giuliano di Puglia, S. Martino in Pensilis, S.Croce di Magliano, S.Elia a Pianisi, Sepino, Termoli, Toro, Tufara, Ururi. 3. ISERNIA comprende i Comuni di : Acquaviva d’ Isernia, Agnone, Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Cantalupo del Sannio, Capracotta, Carovilli, Carpinone, Castel del Giudice, Castel S. Vincenzo, Castelpetroso, Castelpizzuto, Castelverrino, Chiauci, Cerro al Volturno, Civitanova del Sannio, Colli al Volturno, Conca Casale, Filignano, Forlì del Sannio, Fornelli, Frosolone, Isernia, Longano, Macchia d’ Isernia, Macchiagodena, Miranda, Montaquila, Monteroduni, Montenero Valcocchiara, Pesche, Pescolanciano, Pescopennataro, Pettoranello del Molise, Pietrabbondante, Pizzone, Poggio Sannita, Pozzilli, Rionero Sannitico, Roccamandolfi, Roccasicura, Rocchetta a Volturno, S. Pietro Avellana, S. Agapito, S. Angelo del Pesco, S.Elena Sannita, S. Maria del Molise, Scapoli, Sessano del Molise, Sesto Campano, Vastogirardi, Venafro. Il territorio molisano agro-silvo-pastorale utile all’esercizio venatorio è destinato per una quota del 20% alla protezione della fauna selvatica. In dette percentuali sono compresi i territori ove è vietata l’attività venatoria anche per altre leggi o disposizioni quali Oasi di Protezione, Zone di Ripopolamento e Cattura, Foreste Demaniali Statali e Regionali Bandite di Caccia, Parco Nazionale D’Abruzzo Lazio e Molise, Zona Addestramento Cani. Le Oasi di Protezione destinate alla conservazione della fauna selvatica favoriscono l’insediamento e l’irradiamento naturale delle specie stanziali e la sosta delle specie migratorie al fine di preservarne il flusso. Nelle Oasi di Protezione è vietata ogni forma di esercizio venatorio. Le Zone di Ripopolamento e Cattura sono destinate alla riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale ed alla cattura della stessa per l’immissione sul territorio in tempi e condizioni utili all’ambientamento, fino alla ricostituzione ed alla stabilizzazione della densità faunistica ottimale del territorio. Le Zone Addestramento Cani sono zone istituite su terreni incolti o a coltura svantaggiata, destinate all’addestramento, all’allenamento dei cani da caccia e allo svolgimento delle gare e prove cinofile. La gestione può essere affidata alle Associazioni Venatorie e Cinofile riconosciute a livello nazionale o ad imprenditori agricoli singoli o associati. 29 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ Inoltre la legge prevede Zone di Caccia ad Iniziativa Privata quali: Aziende Faunistico Venatorie, Aziende Agri-Turistico-Venatorie e Quagliodromi. Le Aziende Faunistico Venatorie senza scopo di lucro hanno prevalente finalità naturalistiche e faunistiche con particolare riferimento alla tipica fauna appenninica, alla grossa fauna europea e a quella acquatica. Non perseguono fini di lucro e pertanto sono soggette a tassa annuale di concessione regionale ridotta. L’obiettivo primario è quello di conservare e ripristinare gli ambienti naturali e incrementare la fauna selvatica. In dette aziende il prelievo venatorio avviene nel rispetto delle norme sancite dal Calendario Venatorio regionale. Le Aziende Agri-Turistico-Venatorie sono gestite ai fini d’impresa agricola e possono essere concesse ad imprenditori, singoli o associati, alle cooperative e ai Comuni Montani. Si tratta di territori nei quali è possibile immettere e abbattere fauna selvatica d’allevamento artificiale, per tutta la stagione venatoria, al fine di recuperare e valorizzare dal punto di vista turistico aree marginali, caratterizzate da scarso rilievo faunistico, favorendo nel contempo un reddito all’attività agricola. I Quagliodromi hanno lo scopo di consentire l’attività d’addestramento dei cani da ferma, nonché le gare degli stessi in ambiti idonei ad ospitare attività sportive. L’abbattimento è consentito solo su fauna selvatica proveniente da allevamenti artificiali nei periodi di chiusura dell’attività venatoria. Altri istituti previsti dalla legge quadro 157/92 e dalla legge regionale 19/93 sono i Centri Pubblici e Privati di Riproduzione della fauna selvatica ma non ancora istituiti nella Regione Molise. In detti Centri la finalità primaria è la riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale, ai fini di ricostituzione della specie autoctone ed è vietato qualsiasi forma d’attività venatoria. 6. LE ASSOCIAZIONI VENATORIE Le Associazioni Venatorie sono libere associazioni di cacciatori che hanno lo scopo di valorizzare l’attività venatoria in armonia con l’esigenza di tutela dell’ambiente e della conservazione della fauna selvatica. Inoltre tutelano gli interessi dei cittadinicacciatori, ne promuovono e ne coordinano l’organizzazione. 30 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ In base all’art. 34 della legge 11 febbraio 157/92 le Associazioni Venatorie sono libere, sono istituite per atto pubblico e possono chiedere di essere riconosciute purché posseggano i seguenti requisiti: abbiano finalità ricreative, formative e tecnico- venatorie; abbiano ordinamento democratico e posseggano una stabile organizzazione a carattere nazionale, con adeguati organi periferici; dimostrino di avere un numero d’iscritti non inferiore ad un quindicesimo del totale dei cacciatori calcolato dall’Istituto Nazionale di Statistica, riferito al 31 dicembre dell’anno precedente, anno in cui avviene la presentazione della domanda di riconoscimento. Le Associazioni Venatorie riconosciute a livello nazionale e presenti nella Regione Molise sono: A.N.L.C., A.N.U.U., ARCICACCIA, ENALCACCIA, F.I.D.C., ITALCACCIA. 7. LA VIGILANZA VENATORIA In base all’art. 35 della legge regionale 19/93 e s. m. e i. la vigilanza venatoria è affidata alle Province. Gli agenti di vigilanza delle Province rivestono la qualifica di agente di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza ai sensi delle disposizioni legislative vigenti. Gli agenti di vigilanza della Provincia possono redigere i verbali di contestazione delle violazioni e degli illeciti amministrativi anche fuori dell’orario di servizio. Concorrono alla vigilanza, le guardie volontarie delle associazioni venatorie, agricole e di protezione ambientali presenti nel comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale, nonché quelle delle associazioni di protezione ambientale, riconosciute dal Ministero dell’Ambiente, con la qualifica di guardia giurata ai sensi del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Il riconoscimento della qualifica di guardia venatoria volontaria è subordinato alla frequenza di corsi di preparazione organizzati dalle Province ed al conseguimento di un attestato di idoneità. La vigilanza venatoria è, altresì, affidata agli ufficiali, sotto-ufficiali e guardie del Corpo Forestale dello Stato, alle guardie addette ai parchi naturali nazionali e regionali, agli ufficiali e agli agenti di polizia giudiziaria, alle guardie giurate comunali, forestali e campestri, alle guardie private riconosciute ai sensi del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza ed alle guardie ecologiche e zoofile riconosciute da legge regionale. 31 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ Nei casi previsti dall’art. 30 della legge quadro 157/92, gli agenti che esercitano funzioni di polizia giudiziaria procedono al sequestro delle armi, della fauna selvatica e dei mezzi di caccia, con esclusione del cane e dei richiami vivi autorizzati. Gli organi di vigilanza che non esercitano funzioni di polizia giudiziaria, nel caso di violazioni delle disposizioni sull’attività venatoria, redigono verbali nei quali devono essere indicate tutte le circostanze del fatto e le eventuali osservazioni del contravventore, trasmettendoli all’ente da cui dipendono ed alla Provincia competente. Il cacciatore trovato in possesso d’armi o arnesi atti alla caccia, in esercizio o in attitudine di caccia, deve sempre esibire la licenza di caccia, il tesserino venatorio, la polizza d’assicurazione e la cacciagione tutte le volte che gli agenti addetti alla vigilanza venatoria lo richiedano. 8. I COMPORTAMENTI VIETATI L’art. 21 della legge quadro 157/92 regola i comportamenti che sono vietati. Il comma 1 stabilisce che è fatto divieto a chiunque: a) l'esercizio venatorio nei giardini, nei parchi pubblici e privati, nei parchi storici e archeologici e nei terreni adibiti ad attività sportive; b) l'esercizio venatorio nei parchi nazionali, nei parchi naturali regionali e nelle riserve naturali conformemente alla legislazione nazionale in materia di parchi e riserve naturali. Nei parchi naturali regionali costituiti anteriormente alla data di entrata in vigore della legge 6 dicembre 1991, n. 394, le Regioni adeguano la propria legislazione al disposto dell'articolo 22, comma 6, della predetta legge entro il 1 gennaio 1995, provvedendo nel frattempo all'eventuale riperimetrazione dei parchi naturali regionali anche ai fini dell'applicazione dell'articolo 32, comma 3, della legge medesima; c) l'esercizio venatorio nelle Oasi di Protezione e nelle Zone di Ripopolamento e Cattura, nei Centri di Riproduzione di fauna selvatica, nelle Foreste demaniali ad eccezione di quelle che, secondo le disposizioni regionali, sentito il parere dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, non presentino condizioni favorevoli alla riproduzione ed alla sosta della fauna selvatica; 32 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ d) l'esercizio venatorio ove vi siano opere di difesa dello Stato ed ove il divieto sia richiesto a giudizio insindacabile dell'autorità militare, o dove esistano beni monumentali, purché dette zone siano delimitate da tabelle, esenti da tasse indicanti il divieto; e) l'esercizio venatorio nelle aie e nelle corti o altre pertinenze di fabbricati rurali; nelle zone comprese nel raggio di cento metri da immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro e a distanza inferiore a cinquanta metri da vie di comunicazione ferroviaria e da strade carrozzabili, eccettuate le strade poderali ed interpoderali; f) sparare da distanza inferiore a centocinquanta metri con uso di fucile da caccia con canna ad anima liscia, o da distanza corrispondente a meno di una volta e mezza la gittata massima in caso di uso di altre armi, in direzione di immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro; di vie di comunicazione ferroviaria e di strade carrozzabili, eccettuate quelle poderali ed interpoderali; di funivie, filovie ed altri impianti di trasporto a sospensione; di stabbi, stazzi, recinti ed altre aree delimitate destinate al ricovero ed all'alimentazione del bestiame nel periodo di utilizzazione agro-silvo-pastorale; g) il trasporto, all'interno dei centri abitati e delle altre zone ove è vietata l'attività venatoria, ovvero a bordo di veicoli di qualunque genere e comunque nei giorni non consentiti per l'esercizio venatorio dalla presente legge e dalle disposizioni regionali, di armi da sparo per uso venatorio che non siano scariche e in custodia; h) cacciare a rastrello in più di tre persone ovvero utilizzare, a scopo venatorio, scafandri o tute impermeabili da sommozzatore negli specchi o corsi d'acqua; i) cacciare sparando da veicoli a motore o da natanti o da aeromobili; l) cacciare a distanza inferiore a cento metri da macchine operatrici agricole in funzione; m) cacciare su terreni coperti in tutto o nella maggior parte di neve, salvo che nella zona faunistica delle Alpi, secondo le disposizioni emanate dalle regioni interessate; n) cacciare negli stagni, nelle paludi e negli specchi d'acqua artificiali in tutto o nella maggior parte coperti da ghiaccio e su terreni allagati da piene di fiume; o) prendere e detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi ed uccelli appartenenti alla fauna selvatica, salvo che nei casi previsti all'articolo 4, comma 1, o nelle Zone di Ripopolamento e Cattura, nei Centri di Riproduzione di fauna selvatica e nelle Oasi di Protezione per sottrarli a sicura distruzione o morte, purché , in tale ultimo caso, se ne dia pronto avviso nelle ventiquattro ore successive alla competente amministrazione provinciale; p) usare richiami vivi, al di fuori dei casi previsti dall'articolo 5; 33 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ q) usare richiami vivi non provenienti da allevamento nella caccia agli acquatici; r) usare a fini di richiamo uccelli vivi accecati o mutilati ovvero legati per le ali e richiami acustici a funzionamento meccanico, elettromagnetico o elettromeccanico, con o senza amplificazione del suono; s) cacciare negli specchi d'acqua ove si esercita l'industria della pesca o dell'acquacoltura, nonché nei canali delle valli da pesca, quando il possessore le circondi con tabelle, esenti da tasse, indicanti il divieto di caccia; t) commerciare fauna selvatica morta non proveniente da allevamenti per sagre e manifestazioni a carattere gastronomico; u) usare munizione spezzata nella caccia agli ungulati; usare esche o bocconi avvelenati, vischio o altre sostanze adesive, trappole, reti, tagliole, lacci, archetti o congegni similari; fare impiego di civette; usare armi da sparo munite di silenziatore o impostate con scatto provocato dalla preda; fare impiego di balestre; v) vendere a privati e detenere da parte di questi reti da uccellagione; z) produrre, vendere e detenere trappole per la fauna selvatica; aa) l'esercizio in qualunque forma del tiro al volo su uccelli a partire dal 1 gennaio 1994, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 10, comma 8, lettera e); bb) vendere, detenere per vendere, acquistare uccelli vivi o morti, nonché loro parti o prodotti derivati facilmente riconoscibili, appartenenti alla fauna selvatica, che non appartengano alle seguenti specie: germano reale (anas platyrhynchos); pernice rossa (alectoris rufa); pernice di Sardegna (alectoris barbara); starna (perdix perdix); fagiano (phasianus colchicus); colombaccio (columba palumbus); cc) il commercio di esemplari vivi di specie di avifauna selvatica nazionale non proveniente da allevamenti; dd) rimuovere, danneggiare o comunque rendere inidonee al loro fine le tabelle legittimamente apposte ai sensi della presente legge o delle disposizioni regionali a specifici ambiti territoriali, ferma restando l'applicazione dell'articolo 635 del codice penale; ee) detenere, acquistare e vendere esemplari di fauna selvatica, ad eccezione dei capi utilizzati come richiami vivi nel rispetto delle modalità previste dalla presente legge e della fauna selvatica lecitamente abbattuta, la cui detenzione è regolamentata dalle regioni anche con le norme sulla tassidermia; ff) l'uso dei segugi per la caccia al camoscio. 34 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ Il secondo comma stabilisce che se le Regioni non provvedono entro il termine previsto dall'articolo 1, comma 5, ad istituire le Zone di Protezione lungo le rotte di migrazione dell'avifauna, il Ministro dell'agricoltura e delle foreste assegna alle Regioni stesse novanta giorni per provvedere. Decorso inutilmente tale termine è vietato cacciare lungo le suddette rotte a meno di cinquecento metri dalla costa marina del continente e delle due isole maggiori; le Regioni provvedono a delimitare tali aree con apposite tabelle esenti da tasse. Infine la caccia è vietata su tutti i valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell'avifauna, per una distanza di mille metri dagli stessi. 9. LE PRINCIPALI SANZIONI Per le violazioni delle disposizioni contenute nella legge dell’11 febbraio1992 n°157 e della legge regionale del 12 agosto 1993 n° 19 si applicano integralmente le sanzioni penali e amministrative previste negli art. 30 e 31 della legge 157/92. 9.1 Sanzioni penali L’art. 30 della legge statale 157/1992 prevede l’applicazione delle seguenti sanzioni per le violazioni delle disposizioni stabilite nella legge stessa: a) l’arresto da tre mesi ad un anno o l’ammenda da lire 1.800.000 a lire 5.000.000 per chi esercita la caccia in periodo di divieto generale, intercorrente tra la data di chiusura e d’apertura fissata dall’art. 18; b) l’arresto da due a otto mesi o l’ammenda da lire 1.500.000 a lire 4.000.000 per chi abbatte, cattura o detiene mammiferi o uccelli di cui al seguente elenco: - Mammiferi: lupo, sciacallo dorato, orso, martora, puzzola, lontra, gatto selvati- co, lince, foca monaca, tutte le specie di cetacei, camoscio d’Abruzzo, cervo sardo. - Uccelli: marangone minore, marangone dal ciuffo, tutte le specie di pellicani, ta- rabuso, tutte le specie di cicogne, spatola, mignattaio, fenicottero, cigno reale, cigno selvatico, volpoca, fistione turco, gobbo rugginoso, tutte le specie di rapaci diurni, pollo sultano, otarda, gallina prataiola, gru, piviere tortolino, avocetta, cavaliere d’Italia, occhione, 35 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ pernice di mare, gabbiano corso, gabbiano corallino, gabbiano roseo, sterna zampenere, sterna maggiore, tutte le specie di rapaci notturni, ghiandaia marina, tutte le specie di picchi, gracchio corallino. c) l’arresto da tre mesi ad un anno e l’ammenda da lire 2.000.000 a lire 12.000.000 per chi abbatte, cattura o detiene esemplari di orso, stambecco, camoscio d’Abruzzo, muflone sardo; d) l’arresto fino a sei mesi e l’ammenda da lire 900.000 a lire 3.000.000 per chi esercita la caccia nei parchi nazionali, nei parchi naturali regionali, nelle riserve naturali, nelle oasi di protezione, nelle oasi di ripopolamento e cattura, nei parchi e giardini urbani, nei terreni adibiti ad attività sportive; e) l’arresto fino ad un anno e l’ammenda da lire 1.500.000 a lire 4.000.000 per chi e- sercita l’uccellagione; f) l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a lire 1.000.000 per chi esercita la caccia nei giorni di silenzio venatorio; g) l’ammenda fino a lire 6.000.000 per chi abbatte, cattura o detiene specie di esem- plari appartenenti alla tipica fauna stanziale alpina non contemplati nella lettera (b), della quale sia vietato l’abbattimento; h) l’ammenda fino a lire 3.000.000 per chi abbatte, cattura o detiene, specie di mammi- feri o uccelli nei cui confronti la caccia non è consentita o fringillidi in numero superiore a cinque o per chi esercita la caccia con mezzi vietati. La stessa pena si applica a chi esercita la caccia con l’ausilio di richiami vietati (art. 21 c.1 lett. r. della legge 157/1992). Nel caso di tale infrazione si applica altresì la misura della confisca dei richiami; i) l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a lire 4.000.000 per chi esercita la caccia sparando da autoveicoli, da natanti, o da aeromobili; j) l’arresto da due a sei mesi o l’ammenda da lire 1.000.000 fino a lire 4.000.000 per chi pone in commercio o detiene a tal fine fauna selvatica in violazione della legge 157/1992. Se il fatto riguarda la fauna di cui alle lettere (b, c, g,) le pene sono raddoppiate. 36 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ 9.2. Sanzioni amministrative Per le violazioni delle disposizioni contenute nella legge 157/1992 e nella legge regionale 19/1993, salvo che il fatto sia previsto dalla legge come reato, si applicano integralmente le sanzioni amministrative previste nell’art. 31 della legge 157/1992. a) sanzione amministrativa da lire 400.000 a lire 2.400.000 per chi esercita la caccia in una forma diversa da quella prescelta ai sensi dell'articolo 12, comma 5; b) sanzione amministrativa da lire 200.000 a lire 1.200.000 per chi esercita la caccia senza avere stipulato la polizza di assicurazione; se la violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire 400.000 a lire 2.400.000; c) sanzione amministrativa da lire 300.000 a lire 1.800.000 per chi esercita la caccia senza aver effettuato il versamento delle tasse di concessione governativa o regionale; se la violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire 500.000 a lire 3.000.000; d) sanzione amministrativa da lire 300.000 a lire 1.800.000 per chi esercita senza autorizzazione la caccia all'interno delle aziende faunistico-venatorie, nei centri pubblici o privati di riproduzione e negli ambiti e comprensori destinati alla caccia programmata; se la violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire 500.000 a lire 3.000.000; in caso di ulteriore violazione la sanzione è da lire 700.000 a lire 4.200.000. Le sanzioni previste dalla presente lettera sono ridotte di un terzo se il fatto è commesso mediante sconfinamento in un comprensorio o in un ambito territoriale di caccia viciniore a quello autorizzato; e) sanzione amministrativa da lire 200.000 a lire 1.200.000 per chi esercita la caccia in zone di divieto non diversamente sanzionate; se la violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire 500.000 a lire 3.000.000; f) sanzione amministrativa da lire 200.000 a lire 1.200.000 per chi esercita la caccia in fondo chiuso, ovvero nel caso di violazione delle disposizioni emanate dalle regioni o dalle province autonome di Trento e di Bolzano per la protezione delle coltivazioni agricole; se la violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire 500.000 a lire 3.000.000; g) sanzione amministrativa da lire 200.000 a lire 1.200.000 per chi esercita la caccia in violazione degli orari consentiti o abbatte, cattura o detiene fringillidi in numero non superiore a cinque; se la violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire 400.000 a lire 2.400.000; 37 CAPITOLO I LEGISLAZIONE VENATORIA _____________________________________________________________________________________________ h) sanzione amministrativa da lire 300.000 a lire 1.800.000 per chi si avvale di richiami non autorizzati, ovvero in violazione delle disposizioni emanate dalle regioni ai sensi dell'articolo 5, comma 1; se la violazione è nuovamente commessa, la sanzione è da lire 500.000 a lire 3.000.000; i) sanzione amministrativa da lire 150.000 a lire 900.000 per chi non esegue le prescritte annotazioni sul tesserino regionale; l) sanzione amministrativa da lire 150.000 a lire 900.000 per ciascun capo, per chi importa fauna selvatica senza l'autorizzazione di cui all'articolo 20, comma 2; alla violazione consegue la revoca di eventuali autorizzazioni rilasciate ai sensi dell'articolo 20 per altre introduzioni; m) sanzione amministrativa da lire 50.000 a lire 300.000 per chi, pur essendone munito, non esibisce, se legittimamente richiesto, la licenza, la polizza di assicurazione o il tesserino regionale; la sanzione è applicata nel minimo se l'interessato esibisce il documento entro cinque giorni. Inoltre le leggi regionali prevedono sanzioni per gli abusi e l'uso improprio della tabellazione dei terreni e la sospensione dell'apposito tesserino di cui all'articolo 12, comma 12, per particolari infrazioni o violazioni delle norme regionali sull'esercizio venatorio. Sono inoltre previste dall’art. 38 della legge regionale 19/93 le seguenti sanzioni: a) lire 5.000 per ogni bossolo non raccolto di proprie cartucce usate; b) da lire 50.000 a lire 150.000 per ogni cane lasciato incustodito o in allenamento o addestramento in periodi o su territori non consentiti. Se la violazione viene nuovamente commessa la sanzione è raddoppiata. 38 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ 1. AMBIENTE ED ECOLOGIA La trattazione di questo capitolo ha lo scopo di evidenziare alcuni aspetti che caratterizzano il territorio agro-silvo-pastorale con particolare riferimento ad alcuni concetti quali: ambiente ed ecologia; evoluzione dell’agricoltura e ripercussioni sull’ambiente e sulla fauna; danni arrecabili alle produzioni agricole e all’ambiente. Per l’uomo primitivo la caccia e la pesca erano gli unici mezzi per nutrirsi, ma lo faceva nel rispetto delle regole che si era dato, senza perturbare l’equilibrio della natura, nessuno domina sull’altro, al contrario tutti dipendono gli uni dagli altri, in un equilibrio dinamico che si fonda sulla diversità. A questo punto è necessario soffermarsi su alcuni concetti per meglio comprendere le strette interconnessioni tra natura, specie e territorio. Ambiente: rappresenta l’insieme delle condizioni chimico-fisiche e biologiche a cui è soggetto un organismo. Ecologia: studia le relazioni tra gli organismi e gli ambienti, secondo la definizione data da Haeckel nel 1869. L’ecologia ha sempre rivestito un ruolo fondamentale nella vita dell’uomo, sin dalle società primitive. L’energia, i materiali, i processi fondamentali di mantenimento della vita come i cicli dell’acqua e dell’aria si basano su equilibri degli ambiente naturali. Ogni forma vivente, inserita nell’ambiente in cui vive, dà luogo ad un sistema ecologico, o ecosistema, cioè ad un complesso entro il quale, la vita è possibile e allo stesso tempo condizionata dalle caratteristiche del suolo, dell’aria e dell’acqua. Ecosistema: rappresenta l’unità ecologica fondamentale formata da una comunità di organismi viventi in una determinata area e dal suo specifico ambiente fisico, con il quale gli organismi sono legati da complesse interazioni. All’interno di un ecosistema si distinguono diversi habitat e nicchie ecologiche. Un habitat è il luogo fisico dove un animale o una pianta vivono; una nicchia ecologica è lo spazio fisico occupato da un organismo unitamente alla funzione che esso svolge all’interno della comunità. 2. IL TERRITORIO Un territorio è un’area definita o delimitata che include porzioni di terreno o di acque nel quale si svolgono particolari condizioni di vita delle specie e delle comunità umane. 63 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ Il territorio ospita una fauna tanto più ricca e diversificata tanto più esso stesso è caratterizzato da un’elevata diversità ambientale. Quest’ultima è data non solo dal numero e dalla ripartizione spaziale delle diverse colture e degli elementi fissi del paesaggio rurale ( diversità spaziale), ma anche dalla struttura di ciascun elemento fisionomico ambientale ( diversità strutturale). Gli animali hanno come esigenze primarie quelle di nutrirsi di riposare e dormire, di mantenere il loro pelo e piumaggio in perfetto stato. Un adeguato espletamento di queste attività giornaliere necessita di condizioni ambientali adatte. Il valore faunistico di un territorio è il risultato delle specie animali ivi presente che si definisce popolamento. E’ necessario dunque determinare le potenzialità di un determinato territorio per sostenere ciascuna specie e, tenuto conto della competizione tra queste, operare le necessarie scelte gestionali. Il territorio Molisano è costituito per il 55% dalla montagna e per il 44% dalla collina con circa 66 mila ettari di superficie interessata a boschi, più estesi nelle zone montane. Il bosco: ecosistema completo e complesso ricomprendente in sé non solo alberi, ma anche arbusti, piante erbacee e crittogame, nonché la fauna e la microfauna che in tale ambiente trovano condizione di vita. In assenza d’interventi colturali tende ad occupare l’intero spazio disponibile, richiede manutenzione scarsa o nulla. Non esiste metodo più efficiente di rimboschire un’area di quello di lasciarla perfettamente indisturbata. Bosco di faggio 64 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ Se gli alberi vengono periodicamente tagliati il bosco prende il nome di bosco ceduo. Nel territorio collinare molisano prevalgono i cedui sia semplici che composti. I boschi puri sono costituiti da querce e faggi. Boschi cedui e d’alto fusto sono presenti in buona parte dell’Appenino Molisano. Nelle zone più miti si può trovare il leccio mentre la roverella, il cerro e il faggio rappresentano gran parte del patrimonio boschivo del Molise. Nelle zone di Pietrabbondante (bosco Collemeluccio) e tra Pescopennataro e Sant’Angelo del Pesco, dove i caratteri della montagna sono più evidenti, è possibile trovare interessanti abetine. Bosco di cerro 65 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ Montagna: termine che indica un rilievo della superficie terrestre che si eleva al di sopra di un fondovalle o di una pianura con un dislivello, rispetto a quello marino di varie centinaia di metri. Il Molise è decisamente una regione di montagna. L’ Appenino meridionale cinge il Molise ad ovest e a sud con i maggiori rilievi delle Mainarde e del Matese. All’interno monti appeninici, meno elevati, attraversano la regione, separati gli uni dagli altri dai solchi vallivi dei fiumi. Pascoli ampi e compatti precedono o seguono i boschi della montagna appenninica; i prati pascoli si alternano ai prati da seme coprendo quasi un decimo della superficie agraria e forestale. 66 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ Prato: terreno coltivato per la produzione d’ erba falciabile. In base all’origine si distinguono prati naturali e prati artificiali (medicai) dovuti all’opera dell’uomo. Il prato naturale di montagna a differenza del prato asciutto di collina è caratterizzato dalla presenza di essenze erbacee, provviste di fiori relativamente sviluppati e molto vistosi. Collina: elevazione di terreno piuttosto estesa e prolungata la cui altezza varia all’incirca dai 200 ai 600 metri di altitudine. E’ una zona altimetrica più elevata della pianura e meno della montagna. Può avere forme dolci e lineari o scoscese e brulle. E’ caratterizzata da colture erbacee (cerealicole e leguminose). 67 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ E’ opportuno ricordare, che in collina la scomparsa di certe attività agricole e quindi di risorse alimentari ha condotto alla rarefazione o scomparsa di alcune specie di rilevante interesse venatorio, come ad esempio la starna. L’esodo rurale, inoltre, ha determinato l’estensione delle aree di degrado, sulle quali, se razionalmente gestite è possibile avere un aumento delle risorse forestali e faunistiche. Gli obiettivi principali dei miglioramenti ambientali, ai fini faunistici, sono quelli tesi a favorire la gestione degli ungulati e delle altre specie selvatiche presenti in determinati territori, riducendo contemporaneamente la frequenza dello sconfinamento degli ungulati nelle aree coltivate. Tali interventi sono orientati innanzitutto all’incremento delle disponibilità idriche ed alimentari del territorio e dovranno essere realizzati al fine di favorire una più omogenea distribuzione delle popolazioni selvatiche, riducendo nel contempo i danni alle coltivazioni agrarie presenti in questi territori. 68 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ 3. AMBIENTE E BIODIVERSITA’ La varietà di ambienti in una determinata area naturale è l'espressione della biodiversità a livello di ecosistemi. Al fine di salvaguardare tale biodiversità si sono adottate misure volte a garantire la conservazione degli habitat naturali della flora e della fauna selvatica. Con questa logica nasce il progetto IBA (Important Bird Area – aree importanti per gli uccelli) messo a punto da BirdLife International, rete che raggruppa numerose associazioni ambientaliste e protezioniste dedicate alla conservazione degli uccelli in tutto il mondo. Le IBA nascono dalla necessità di individuare aree da proteggere ZPS ( Zone di protezione speciale), che rivestono grande importanza per lo sviluppo e la tutela delle popolazioni di uccelli che vi risiedono stanzialmente o stagionalmente. Una zona viene definita IBA se ospita percentuali significative di popolazioni di specie rare o minacciate oppure se ospita eccezionali concentrazioni di altri uccelli. Le IBA sono luoghi identificati in tutto il mondo sulla base di criteri omogenei, dalle varie associazioni che fanno parte di BirdLife International. In Italia il progetto IBA è curato dalla LIPU. La Direttiva 79/409/CEE (Direttiva uccelli) rappresenta uno dei pilastri legali della conservazione della Biodiversità europea. Essa ha lo scopo di conservare particolari specie di uccelli selvatici presenti in Europa nonché la designazione come ZPS dei territori più idonei, in modo da garantire la sopravvivenza e la riproduzione di alcune specie minacciate. La designazione dei siti come ZPS deve essere effettuata dagli Stati membri e comunicata alla Commissione europea. Per quanto concerne l’Italia la proposta per la designazione delle ZPS compete alle Regioni ed alla Province autonome. Le ZPS e i SIC ( Siti di interesse comunitario) possono presentare delle zone di sovrapposizione; attualmente in Italia sono stati individuati 2256 SIC e 503 ZPS, nella Regione Molise, invece, sono state segnalate 25 aree ZPS. Nelle zone di protezione speciale è fatto divieto di: a) esercitare l’attività venatoria in data antecedente alla prima domenica di ottobre, con l’eccezione della caccia di selezione agli ungulati e al cinghiale; b) esercitare l’attività venatoria nel mese di gennaio con l’eccezione della caccia di selezione agli ungulati e al cinghiale e di quella di appostamento per due giornate prefissate alla settimana; c) svolgere attività di addestramento di cani da caccia, con o senza sparo, prima della seconda domenica di settembre e dopo la chiusura della stagione venatoria; d) effettuare la preapertura dell’attività venatoria; e) esercitare l’attività venatoria in deroga ai sensi dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera c), della direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979; 69 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ f) attuare la pratica dello sparo al nido nello svolgimento dell'attivita' di controllo demografico delle popolazioni di corvidi; g) effettuare ripopolamenti a scopo venatorio, ad esclusione di quelli realizzati nelle aziende faunistico venatorie e di quelli effettuati con fauna selvatica proveniente dalle zone di ripopolamento e cattura insistenti sul medesimo territorio; h) abbattere esemplari appartenenti alle specie pernice bianca (Lagopus mutus), combattente (Philomacus pugnax) e moretta (Ayhytia fuligula), secondo le previsioni contenute nelle singole tipologie ambientali di cui all'articolo 5, comma 1. La Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat) ha lo scopo di salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatica. La Direttiva identifica una serie di habitat e specie definiti d’importanza comunitaria. Le zone di Protezione Speciale (ZPS), previste dalla Direttiva Uccelli e i Siti d’Importanza Comunitaria (SIC) individuati dalla Direttiva Habitat concorrono a formare la Rete Natura 2000. Si tratta della rete europea di siti tutelati dalle Direttive Uccelli e Habitat la cui funzione è quella di tutelare la sopravvivenza della biodiversità del nostro continente. 4. L’EVOLUZIONE DELL’AGRICOLTURA E LE RIPERCUSSIONI SULL’AMBIENTE E SULLA FAUNA L’agricoltura è una delle attività umane più antiche che da sempre ha modellato il paesaggio ed influenzato l’ambiente e la biodiversità. L’agricoltura rappresenta inoltre una fonte di reddito per una comunità rurale diversificata che non soltanto rappresenta un bene insostituibile della cultura europea, ma svolge anche un ruolo fondamentale nel preservare l’equilibrio dell’ambiente. Tuttavia i legami esistenti fra la ricchezza dell’ambiente naturale e le pratiche agricole sono complessi. La sopravvivenza di molte specie è strettamente dipendente sia dalla diminuzione della pressione agricola intensiva, sia dalla persistenza di alcune pratiche agricole tradizionali. La diversità e l’abbondanza di piante ed insetti influenza direttamente la disponibilità di cibo per gli animali. Gli elementi del paesaggio agrario quali siepi, zone marginali non coltivate, boschetti ed aree cespugliate sono importantissimi per molte specie selvatiche così come la semina di colture a perdere utilizzata per una sicura alimentazione nonché per fini di rifugio e siti nidificazione. Questi elementi di naturalità forniscono agli uccelli cibo e protezione dai predatori. 70 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ L’agricoltura negli ultimi quarant’anni si è modificata determinando profondi cambiamenti sull’assetto del territorio e delle risorse naturali. Tra le trasformazioni più rilevanti si inseriscono la specializzazione e concentrazione dell’agricoltura nelle zone di pianura e la rinuncia se non addirittura abbandono delle attività agricole nelle zone collinari e di montagna. L’agricoltura intensiva moderna è causa di numerosi problemi ambientali ed è una delle principali cause del declino della biodiversità europea. Dall’immediato dopoguerra in poi, ovunque il settore agricolo ha attraversato un processo di concentrazione e specializzazione. L’evoluzione dell’agricoltura ha determinato conseguenze negative soprattutto nei confronti dell’ambiente e della fauna. In particolare, con l’eliminazione di siepi, arbusti e margini con vegetazione erbacea spontanea: le zone di rifugio e nidificazione della fauna sono pressoché scomparse; le fonti alimentari spontanee e coltivate si sono ridotte; operazioni colturali meccanizzate determinano improvvisi cambiamenti di habitat provocando mortalità diretta o indiretta dei selvatici. L’uso diffuso e incauto di sostanze chimiche fertilizzanti, anticrittogamici, usati per combattere i 71 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ parassiti vegetali (funghi) delle piante coltivate, diserbanti e pesticidi determinano negli animali intossicazioni acute che spesso causano la morte. Lo sforzo a cui devono tendere agricoltori e cacciatori è cooperare per la tutela della fauna selvatica con l’obiettivo comune di preservare gli ambienti che le sono favorevoli e di mantenere gli equilibri fra le diverse specie. 5. INTERCONNESSIONI FRA AMBIENTE E FAUNA Le colture hanno l’importante funzione di soddisfare le diverse necessità di ciascuna specie selvatica: necessità alimentari, di sicurezza (funzione di rifugio contro i predatori e le intemperie), necessità legate alla riproduzione (luoghi di nidificazione, di costruzione delle tane). Questa funzione varia nel corso delle stagioni, parallelamente al ciclo biologico delle specie animali ed in funzione dello stadio fenologico della vita delle piante. Una coltura può rivelarsi a volte una trappola, poichè si possono verificare incidenti dovuti all’impiego di macchine agricole se non sono munite di barra d’involo che posta davanti al mezzo agricolo allontana la fauna durante le operazioni di sfalcio. I La predazione determina un equilibrio dinamico fra le specie animali selvatiche che tuttavia può essere modificato dalla gestione agricola. In alcuni casi essa può migliorare la protezione dei nidi o al contrario eliminare le coperture invernali che proteggono la selvaggina dagli uccelli predatori. In questo senso rivestono grande importanza le colture cerealicole come ad esempio i cereali vernini (frumento, orzo, segale, triticale) che vengono seminati in autunno, dalla metà di ottobre alla seconda decade di novembre. La fauna selvatica trova attraverso l’impiego di queste colture l’habitat ideale in cui alimentarsi e rifugiarsi. Le colture sopraccitate sono da considerarsi lungo l’arco di tutto il loro ciclo vegetativo “colture in atto”. 72 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ 5.1 Residui colturali I residui colturali che restano sui terreni dopo la raccolta dei cereali sono definiti stoppie. Le stoppie di frumento, orzo ed avena, rappresentano una fonte ideale per l’alimentazione della fauna stanziale e migratoria, in particolare per i granivori, in quanto contengono i semi caduti dalla spiga durante le operazioni di mietitura. La pratica della bruciatura delle stoppie può causare, in assenza di precauzioni, perdite consistenti di selvaggina. 6. RECUPERO FAUNISTICO Per un corretto e significativo recupero faunistico, il mondo venatorio può fare molto e gli anni trascorsi dalla legge quadro 157/92 lo hanno dimostrato con numerose esperienze che 73 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ hanno portato a significativi risultati. Rispetto alla precedente legislazione venatoria, infatti, la legge 157/92 offre maggiori possibilità di intervento. In particolare la legge dà maggiore spazio agli interventi mirati ad aumentare la produttività naturale del territorio, migliorandone le condizioni ambientali e favorendo di conseguenza la riproduzione delle specie selvatiche. La legge individua nei proprietari o conduttori dei fondi agricoli i principali destinatari delle sovvenzioni economiche a favore della fauna selvatica, stimolando l’integrazione tra attività agricola e gestione faunistica del territorio e sancendo il rapporto tra pratiche agricole e attività venatoria. L’art. 10 della legge 157/92 stabilisce che “Tutto il territorio agro-silvo-pastorale nazionale è soggetto a pianificazione faunistico-venatoria finalizzata, per quanto attiene alle specie carnivore, alla conservazione delle effettive capacità riproduttive ed al contenimento naturale delle altre specie e, per quanto riguarda le altre specie, al conseguimento della densità ottimale ed alla sua conservazione mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio”. Com’è evidente la pianificazione in questione consiste nella tutela e nel miglioramento di specie selvatiche e habitat, evitando sia un prelievo venatorio irrazionale, sia eccessive densità di selvatici. La pianificazione o programmazione del territorio prevista dalla legge 157/92 riguarda principalmente tre aspetti: uno strettamente faunistico relativo alla gestione delle popolazioni selvatiche (reintroduzioni, ripopolamenti, controllo delle popolazioni, ecc.); uno venatorio (gestione e controllo del prelievo); uno di tipo ambientale relativo alla salvaguardia ed al miglioramento degli ambienti naturali, in cui vivono e dipendono le diverse specie selvatiche. Regioni e Province sono chiamate a realizzare la pianificazione e definiscono la “destinazione differenziata del territorio” secondo i diversi istituti territoriali previsti. In particolare nella Regione Molise ogni anno entro il mese di marzo, le Province predispongono i piani faunistico venatori. I piani approvati dal Consiglio provinciale vengono trasmessi alla Giunta Regionale per il dovuto coordinamento. Infatti, è la Regione che mediante il coordinamento dei Piani Provinciali realizza il Piano Faunistico-Venatorio Regionale che ha una validità quinquennale e può anche essere rivisto nel corso della sua efficacia. L’art. 6 della legge regionale 19/93 stabilisce anche i criteri per la corresponsione degli incentivi a favore dei proprietari e conduttori dei fondi rustici che si impegnano nel ripristino degli habitat naturali e all’incremento della fauna selvatica. 74 CAPITOLO II TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE __________________________________________________________________________________________________ Azioni che vengono finanziate possono essere: mantenimento e ripristino di siepi, filari, stagni, muretti a secco, ecc. mantenimento e recupero di prati; mantenimento dei pascoli e degli allevamenti estensivi. I pascoli, la presenza di bestiame all’aperto, favoriscono la conservazione di molte piante selvatiche, insetti, mammiferi e uccelli; agricoltura biologica che è un metodo di produzione agricola che non fa uso di pesticidi e diserbanti di sintesi ma che utilizza come unico concime quello di tipo organico. 75 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ 1. LA FAUNA SELVATICA La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale (art. 1 legge quadro 157/92). Fanno parte della fauna selvatica i mammiferi e gli uccelli dei quali esistono popolazioni viventi stabilmente (fauna stanziale) o temporaneamente (fauna migratoria) in stato di naturale libertà nel territorio nazionale. I mammiferi sono vertebrati omeotermi diffusi in tutto il mondo, di varie forme e dimensioni. Hanno arti adibiti alla locomozione, cute rivestita di peli con la funzione di proteggere l’animale dal freddo (i mammiferi hanno una temperatura interna costante 36-41 °C a seconda delle specie, indipendentemente da quella dell’ambiente). Presentano ghiandole, come quelle mammarie che servono alla nutrizione della prole nei primi mesi di vita. Gli uccelli sono vertebrati omeotermi, caratterizzati dal corpo rivestito di penne. Le penne vengono rinnovate periodicamente e tale processo si definisce muta. Di solito la muta è graduale e normalmente avviene una volta l’anno. In rari casi si verifica il cambiamento cromatico del piumaggio con una tendenza al bianco (albinismo). Gli zoologi sono pervenuti ad un particolare sistema per catalogare correttamente gli animali. Ogni animale ha un nome scientifico, formato da due parole latine, delle quali la prima sempre scritta con l’iniziale maiuscola che sta ad indicare il Genere di appartenenza, la seconda sempre scritta con l’iniziale minuscola che sta ad indicare la Specie. In alcuni casi poi è previsto l’uso di una terza parola sempre con l’iniziale minuscola che sta ad indicare la Sottospecie. Per quanto riguarda le specie cacciabili sono state impiegate solo tre categorie tassonomiche: Ordine, Famiglia e Specie. Si riporta qui di seguito un esempio di classificazione dei mammiferi e uccelli oggetto di caccia. ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE DI MAMMIFERI OGGETTO DI CACCIA Ordine: UNGULATI Ordine: LAGOMORFI Ordine: CARNIVORI Famiglia: SUIDI Famiglia: LEPORIDI Famiglia: CANIDI Specie: Cinghiale (Sus scrofa) Specie: Lepre Europea (Lepus europaeus) Specie: Volpe (Vulpes vulpes) 93 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Ordine: CARNIVORI Famiglia: CANIDI Specie: Volpe (Vulpes vulpes) Specie faunistica largamente diffusa nel territorio molisano, un carnivoro di medie dimensioni con una lunghezza che varia fra i 35 e gli 85 cm. La pelliccia presenta generalmente una colorazione rossoruggine con sfumature di bianco, ma il colore del mantello può assumere sfumature diverse a seconda dell’ambiente in cui vive. Ordine: UNGULATI Famiglia: SUIDI Specie: Cinghiale (Sus scrofa) Il cinghiale come tutte le altre specie di ungulati presenta grandi e solide unghie. E’ una delle specie maggiormente presente in Regione. Frequenta boschi ricchi di sottobosco e macchia mediterranea, corsi d’acqua con canneti e florida vegetazione e zone montane dove si spinge fino al limite superiore della vegetazione arborea. Si ciba di sostanze sia vegetali che animali, frutta, piccoli invertebrati, anfibi e rettili. 94 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Ordine: LAGOMORFI Famiglia: LEPORIDI Specie: Lepre comune o europea (Lepus europaeus) Importante specie faunistica per il territorio molisano, che in seguito ad un’attenta gestione venatoria e al controllo dei suoi predatori naturali, è tornata a popolare le campagne della Regione. L’habitat tipico frequentato da tale mammifero è quello che offre disponibilità alimentari per tutto l’anno. Preferisce ambienti con buona diversità di colture in rotazione, boschetti e radure, evita le fitte boscaglie, le pendici ombrose e i terreni molto umidi. L’alimentazione è esclusivamente erbivora e cerealicola. CLASSIFICAZIONE DEI MAMMIFERI CACCIABILI ORDINE FAMIGLIA SPECIE LAGOMORFI LEPORIDI Lepre europea Lepre alpina o variabile o bianca Minilepre Lepre sarda Coniglio selvatico CARNIVORI CANIDI Volpe SUIDI Cinghiale UNGULATI CERVIDI BOVIDI Cervo Daino Capriolo Camoscio Muflone Mentre per i mammiferi l’identificazione è più semplice dato il basso numero di specie presenti nel nostro paese, per gli uccelli è indispensabile individuare subito certe caratteristiche particolari. 95 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ A tale scopo, l’ornitologia che studia la classe degli uccelli, offre spunti utili all’aspirante cacciatore che dovrà innanzitutto identificare le specie protette e le principali specie cacciabili con il relativo Ordine, Famiglia e Specie. ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE DI UCCELLI OGGETTO DI CACCIA Ordine: GRUIFORMI Ordine: CARADRIFORMI Ordine: GALLIFORMI Famiglia: RALLIDI Famiglia: SCOLOPACIDI Famiglia: FASIANIDI Specie: Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) Specie: Beccaccia (Scolopax rusticola) Specie: Coturnice (Alectoris graeca) Ordine: GRUIFORMI Famiglia: RALLIDI Specie: Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) È un uccello acquatico piuttosto massiccio di colore nero con strisce bianche sui fianchi, riconoscibile anche da una placca frontale rossa e dal becco rosso con la punta gialla. Specie nidificante, migratrice regolare e svernante. Il suo ambiente preferito è caratterizzato dalla presenza di acque dolci a corso lente o stagnanti. Si nutre prevalentemente di sostanze vegetali (piante acquatiche, semi, bacche, frutta), ma anche insetti, molluschi e girini. 96 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: SCOLOPACIDI Specie: Beccaccia (Scolopax rusticola) Specie migratrice, svernante anche nella nostra Regione, occupa una zona altimetrica che va dalla pianura fino alla parte alta della montagna, non disdegna la fascia costiera soprattutto nei periodi di grande freddo con intense gelate. Predilige boschi misti, anche in consociazione con conifere purché dotati di sottobosco, di piccole radure e suoli ricchi di lettiera dove poter affondare il lungo becco in cerca di lombrichi ed altri invertebrati. Durante la notte frequenta pascoli e colture estensive. Teme il terreno coperto dal gelo. Ordine: GALLIFORMI Famiglia: FASIANIDI Specie: Coturnice (Alectoris graeca) Specie autoctona, d’indole gregaria e molto legata al territorio con un peso che varia dai 400 agli 800 gr. Degno protagonista del panorama venatorio molisano fino a pochi anni fa. La sua popolazione, costituita da numerosi individui, interessava rilievi compresi tra gli 800 e 2.200 metri, oggi, purtroppo, la sua presenza in Regione si riscontra solo su alcune alte località del massiccio del Matese e sui monti della Meta. Predilige un ambiente a dir poco divino formato da pendii scoscesi culminanti in praterie di altitudine, dirupi, rovine di pietraie, boschi radi e cespugliati di montagna. Si nutre di germogli, semi, bacche di ginepro e d’altri arbusti, erbe, insetti vari. 97 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ CLASSIFICAZIONE DEGLI UCCELLI CACCIABILI ORDINE ANSERIFORMI FAMIGLIA ANATIDI TETRAONIDI GALLIFORMI FASIANIDI GUIFORMI RALLIDI CARADRIDI CARADRIFORMI SCOLOPACIDI COLUMBIFORMI COLUMBIDI ALAUDIDI CORVIDI PASSERIFORMI TURDIDI SPECIE Germano reale Codone Fischione Mestolone Alzavola Marzaiola Canapiglia Moriglione Moretta Fagiano di monte Francolino di monte Pernice bianca Fagiano Starna Pernice rossa Pernice sarda Quaglia Coturnice Folaga Gallinella d'acqua Porciglione Pavoncella Beccaccia Beccaccino Croccolone Frullino Colombaccio Tortora Allodola Corvo Cornacchia grigia e nera Gazza Ghiandaia Merlo Cesena Tordo bottaccio Tordo sassello 98 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ 2. LA FAUNA SELVATICA STANZIALE Si definiscono stanziali quelle popolazioni di animali che vivono stabilmente in un determinato territorio, nel quale si alimentano e si riproducono. La regola comunque non sempre è rigidamente rispettata in quanto, a volte a causa delle prolungate condizioni climatiche avverse, si può verificare che gli animali si spostino per ricercare il cibo altrove e anche quando si raggiunge e si supera la capacità di carico ottimale sopportabile dal territorio, con conseguente allontanamento definitivo di parte della popolazione in esso residente. Tra le specie di fauna selvatica stanziale che rivestono un certo interesse venatorio, si distinguono: la Coturnice (Alectoris greca), la Volpe ( Vulpes vulpes), il Cinghiale (Sus scrofa), la Lepre europea ( Lepus europaeus), il Fagiano (Phasianus colchicus) e la Starna ( Perdix perdix) Ordine: GALLIFORMI Famiglia: FASIANIDI Specie: Fagiano (Phasianus colchicus) Il fagiano comune è una specie alloctona e sedentaria, poligamo e litigioso, si adatta quasi a tutti gli habitat ed occupa un areale molto esteso della Regione che va dalla fascia costiera alla montagna. Di elevato interesse venatorio è periodicamente immesso sul territorio. Trova condizioni più favorevoli nelle zone di pianura e di collina, ove le terre coltivate si alternano con incolti, boschi cedui e vegetazione arbustiva. Di alimentazione prevalentemente granivora, non disdegna, soprattutto nel periodo riproduttivo, di nutrirsi di piccoli insetti, lombrichi ed altri invertebrati. Ha un peso che oscilla dai 900 ai 1500 gr. 99 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Ordine: GALLIFORMI Famiglia: FASIANIDI Specie: Starna (Perdix perdix) La starna è una specie autoctona e monogama di dimensioni medie con sagoma tondeggiante, è lunga circa 30 cm per un peso che va dai 300-500 gr. Entrambi i sessi sono di colore marrone striato di fulvo nelle parti superiori, mentre la testa e la gola sono di colore marrone-arancio, con striature castane sui fianchi. Caratteristica che rende immediatamente riconoscibile il maschio della starna, è la presenza nella parte inferiore del petto di un ferro di cavallo marrone che invece è molto più piccolo o del tutto assente nella femmina. 3. FAUNA SELVATICA MIGRATORIA La fauna migratoria compie spostamenti periodici da un determinato territorio ad un altro, mediante trasferimenti da un luogo ad un altro, talvolta assai distanti tra loro. Con le migrazioni, gli animali ricercano e si assicurano condizioni favorevoli alla propria conservazione, all’accoppiamento, alla nidificazione e all’allevamento della prole. Un esempio di alcune specie che compiono flussi migratori con ottimale e costante presenza nel territorio molisano, è costituito da: l’Allodola, la Beccaccia, il Beccaccino, la Cesena, il Colombaccio, il Frullino, la Pavoncella, il Tordo Bottaccio e il Tordo Sassello che in autunno, si trasferiscono per svernare nelle zone più calde, per poi ritornare nella successiva primavera nelle zone di riproduzione. La Tortora e la Quaglia, invece, migrano in Molise durante la primavera per riprodursi e per poi ritornare nei paesi d’origine a fine estate. 100 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Ordine: COLUMBIFORMI Famiglia: COLUMBIDI Specie: Colombaccio ( Columba palumbus) Il colombaccio può essere considerato una specie numerosa che al contrario di molti altri uccelli ha trovato beneficio nell’abbandono della campagna. Frequenta vari habitat: boschi cedui ad alto fusto con radure e zone coltivate. Caratteristica del colombaccio sono le macchie bianche ai due lati del collo che delimitano nella parte inferiore le piume dai riflessi metallici violetti e verdastri. È un robustissimo volatore e quando migra lo fa in gruppi composti anche da diverse centinaia di individui. Il suo peso varia dai 350 ai 500 gr. Ordine: COLUMBIFORMI Famiglia: COLUMBIDI Specie: Tortora ( Streptopeia turtur) La tortora, pur essendo monogama, tende a nidificare in comunità. Predilige zone alberate, colline boscose e campi coltivati. Caratteristiche sui lati del collo sono quattro bande di piume nere con gli apici bianchi che ne formano un collare. Nei giovani, questa caratteristica manca ed i lati del collo sono grigi-bluastri. Presenta una sagoma slanciata con coda lunga, il peso medio si aggira intorno ai 150 gr. 101 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: SCOLOPACIDI Specie: Frullino (Lymnocryptes minimus) Il frullino è specie di passo e di ripasso ed è specie invernale per la sua adattabilità ai freddi più intensi. Relativamente gregario soprattutto nelle zone di pastura migliori. Presenta forme simili a quelle del beccaccino ma con becco più corto e coda appuntita. Il peso va dai 40 ai 55 gr. Preferisce gli ambienti umidi caratterizzati da acqua bassa e pochi cespugli, risaie, stagni e zone salmastre lungo le coste. Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: CARADRIDI Specie: Pavoncella (Vanellus vanellus) La pavoncella è gregaria, vive in gruppo, anche nel periodo della riproduzione. Ha forme eleganti, facilmente riconoscibile per la livrea bianco nera e il caratteristico ciuffo di piume che dalla nuca si estende all’indietro e verso l’alto. Il peso può variare dai 100 ai 200 gr. Specie migratrice, frequenta campagne coltivate umide, brughiere, paludi, rive di fiumi, estuari. 102 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ 4. FAUNA PROTETTA La legge regionale n. 19 del 1993, all’art. 2, stabilisce che “sono particolarmente protette anche sotto il profilo sanzionatorio, le specie di fauna elencate all’art. 2 c. 1 lett. a), b), c) della legge 157/92, comunque presenti sul territorio regionale, nonché le specie autoctone minacciate di estinzione. È vietata, altresì, in tutto il territorio regionale ogni forma di uccellagione e di cattura di uccelli e mammiferi selvatici, il prelievo di uova, nidi e piccoli nati”. In base alla legge 157/92 le specie di fauna selvatica protetta sono: 1. Mammiferi: lupo, orso, martora, puzzola, lontra, gatto selvatico, lince, camoscio d’Abruzzo. 2. Uccelli: marangone minore, marangone dal ciuffo, tutte le specie di pellicani, tarabuso, tutte le specie di cicogne, spatola, mignattaio, fenicottero, cigno reale, cigno selvatico, volpoca, fistione turco, gobbo rugginoso, tutte le specie di rapaci diurni, pollo sultano, otarda, gallina prataiola, gru, piviere tortolino, avocetta, cavaliere d’Italia, occhione, pernice di mare, gabbiano corso, gabbiano corallino, gabbiano roseo, sterna zampenere, sterna maggiore, tutte le specie di rapaci notturni, ghiandaia marina, tutte le specie di picchi, gracchio corallino. 3. Tutte le altre specie minacciate di estinzione dalle Direttive comunitarie, o Convenzioni internazionali, o apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri indicano come minacciate di estinzione. Il cardellino, il pettirosso, il verdone e il verzellino insieme a tante altre specie faunistiche sono da considerarsi protette da Direttive Comunitarie (Direttiva CEE 79/409) e da Convenzioni Internazionali. Nelle immagini che seguono sono rappresentate alcune delle specie appartenenti alla fauna selvatica protetta. 103 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Mammiferi Ordine: CARNIVORI Famiglia: CANIDI Specie: Lupo (Canis lupus) Il lupo presenta forme slanciate e dimensioni medio grandi. La lunghezza raggiunge i 110-150 cm, l’altezza al garrese i 50-70 cm, il peso 20-40 kg. Dimora preferibilmente in zone boscose ma si adatta bene anche ad ambienti diversi purché ampi e selvaggi. Il colore del mantello e di solito grigio- fulvo frammisto di nero, più chiaro nella parte inferiore del corpo. I colori assumono riflessi rossastri nei mesi estivi e giallastri in inverno. Conduce generalmente una vita nomade, spostandosi tal volta in branco. Ordine: CARNIVORI Famiglia: URSIDI Specie:Orso (Ursus arctos) L’orso ha una forma generale massiccia e pesante, il mantello bruno. Gli arti sono relativamente corti con i piedi plantigradi. La lunghezza raggiunge i 120 -150 cm, mentre il peso 50-300 kg. Vive in zone boscose e rocciose, poco frequentate dall’uomo e predilige aree in cui vi siano abbondanti corsi d’acqua. In Italia vive in una zona ristretta delle Alpi e degli Appennini fino al territorio molisano delle Mainarde. 104 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Uccelli Ordine: CARADRIFORMII Famiglia: LARIDI Specie: Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) Il gabbiano corallino ha una struttura inconfondibile: appare abbastanza tozzo, non particolarmente alto sulle zampe e con forme molto arrotondate. La lunghezza va dai 37 ai 40 cm. In Italia la specie è nidificante e svernante, si concentra essenzialmente nelle lagune e lungo le coste. Si nutre d’insetti e di pesci o d’altro cibo sulla superficie dell’acqua. Ordine: GUIFORMI Famiglia: RALLIDI Specie: Pollo sultano (Porphyrio porphyrio) Grosso rallide inconfondibile per la livrea azzurro violacea con sottocoda bianco, per il becco rosso con ampio scudo frontale, le zampe dalle dita lunghissime. Vive in zone palustri con densa vegetazione e con acque relativamente profonde. Si ciba prevalentemente di piante acquatiche ma anche di piccoli animali come molluschi e insetti. Di carattere diffidente, resta nascosto fra la fitta vegetazione uscendo prevalentemente dal tramonto all’alba. 105 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: RECURVIROSTRIDI Specie: Cavaliere D’Italia (Himantopus himantopus) Il Cavaliere d’Italia ha forme molto slanciate, con una lunghezza di 37 cm circa e un peso che oscilla dai 140 ai 180 g. Si riconosce subito per il sottile becco nero, le lunghissime zampe rosso corallo e il piumaggio bianco-nero. Il suo habitat è costituito da zone umide d’acqua dolce, salata o salmastra. Si nutre di crostacei, insetti acquatici piccoli pesci e anfibi. È un uccello migratore che vive in piccoli gruppi. 4.1 Rapaci I rapaci sono uccelli da preda che si procurano il cibo cacciando altri animali, in genere piccoli uccelli, piccoli mammiferi, pesci o piccoli rettili e anfibi. La categoria dei rapaci si divide anzitutto in due rami: rapaci diurni e rapaci notturni. I rapaci diurni svolgono le loro attività prevalentemente di giorno. La conformazione fisica del corpo è molto simile tra loro: corpo slanciato con ali appuntite e lunghe, coda corta e buona padronanza del volo quasi sempre battente. L’Ordine è quello dei FALCONIFORMI di cui fanno parte diverse famiglie: 1. Fam. Falconidi alla quale appartengono tutti i tipi di Falchi; 2. Fam. Accipitridi che comprende: gruppo delle Aquile, gruppo delle Poiane, gruppo dei Pecchiaioli, gruppo dei Bianconi, gruppo degli Astori e Sparvieri, gruppo delle Albanelle e Falchi di palude, gruppo dei Nibbi; 3. Fam.Pandionite alla quale appartiene solo la specie del falco pescatore; 106 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ I rapaci notturni (Ordine STRIGIDI) sono attivi invece prevalentemente di notte ed hanno una conformazione fisica adatta al loro stile di vita. Presentano ali larghe e medio lunghe con le parti esterne frangiate che permette loro di non fare alcun rumore durante il volo. I loro occhi sono grandi, frontali, atti a scrutare le tenebre nella ricerca della preda, ed hanno un udito ultra sensibile. L’ordine degli STRIGIDI comprende tutti i tipi di Gufi, Allocchi, Civette, Assiolo e Barbagianni. Tutti i rapaci sia diurni che notturni rientrano tra le specie faunistiche particolarmente protette. Rapaci Diurni Ordine: FALCONIFORMI Famiglia: ACCIPITRIDI Specie: Aquila Europea (Aquila chrysaetos) L’aquila è un grande uccello da preda diurno con becco robusto ed uncinato, utile a dilaniare ed a spezzare le ossa. Le ali sono ampie e lunghe, la coda arrotondata, possiede artigli potenti capaci non solo di afferrare, ma anche di uccidere. La lunghezza raggiunge i 75-88 cm, mentre il peso 3 - 7 kg. Il suo habitat ideale è molto vario, dalla montagna, alla pianura e alle zone costiere. In Italia sono stanziali solo sull’Arco Alpino, Dorsale Appenninica, Sicilia e Sardegna. Alcuni esemplari sono presenti nel Parco Nazionale Abruzzo-LazioMolise e territori limitrofi. 107 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Ordine: FALCONIFORMI Famiglia: FALCONIDI Specie: Gheppio (Falco tinnunculus) Tra i rapaci italiani, il gheppio è il falco più comune ed uno dei più piccoli, appena 35 cm di lunghezza per 7090 cm di apertura alare. Le ali sono appuntite e la coda è stretta. Il maschio ha le parti superiori castane macchiettate e le parti inferiori fulve con macchie nere sparse, mentre nella femmina le parti superiori sono bruno-ruggine barrate anziché macchiate. È un falco che ha grandi capacità di adattarsi a situazioni diverse, nidifica sia in città che in ambienti naturali senza particolari preferenze. Si nutre principalmente di piccoli mammiferi, lucertole, piccoli passeriformi e insetti. Rapaci Notturni Ordine: STRIGIDI Famiglia: STURNIDI Specie: Barbagianni (Tyto alba) Il barbagianni, come tutti i gufi è un uccello da preda notturno. Le sue capacità visive, uditive e la silenziosità del volo fanno di questo uccello un temibile predatore. Si nutre di topi, piccoli mammiferi, piccoli uccelli e grossi insetti. Dimora negli anfratti rocciosi e nelle crepe degli edifici specialmente quelli abbandonati. Il barbagianni raggiunge una lunghezza di 34 -44 cm e un’apertura alare di quasi un metro. È caratterizzato da un disco facciale a cuore ed orecchie prive di ciuffo. È un uccello stazionario e non intraprende neanche brevi escursioni. 108 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Ordine: STRIGIDI Famiglia: STURNIDI Specie: Gufo comune (Asio otus ) Il gufo comune è un rapace notturno di medie dimensioni, la lunghezza varia dai 35 ai 39 cm, con un’apertura alare che oscilla dagli 85-100 cm. I suoi occhi sono di colore giallo-arancio ed il piumaggio bruno-giallastro. Frequenta soprattutto foreste di conifere, ambienti parzialmente alberati, siepi fitte e frutteti. Si nutre principalmente di roditori e in parte di uccelli. 4.2 Altre specie non cacciabili Con il Decreto del 1993, il Presidente del Consiglio dei Ministri, ha escluso dall’elenco delle specie cacciabili di cui all’art. 18 comma 1 della legge quadro 157/92, le seguenti specie: la peppola (Fringilla montifringilla) e il fringuello (Fringilla coelebs). Con il Decreto del 1997 ha escluso altre specie quali: il passero (Passer Italiae), la passera mattugia (Passer montanus), la passera oltremontana (Passer domesticus), il colino della Virginia (Colinus virginianus), lo storno (Sturnus vulgaris), il corvo (Corvus frugilegus), la taccola (Corvus monedula), il francolino di monte (Bonasia bonasia) e la pittima reale (Limosa limosa). 109 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ . Ordine: GALLIFORMI Famiglia: TETRAONIDI Specie: Francolino di monte (Bonasa bonasia) Il francolino di monte è il più piccolo e discreto fra i tetraonidi, bruno con macchie nere bianche, si mimetizza bene nel bosco e sulle piante dove trascorre la maggior parte del tempo; vive tra i 600 e i 1500 m. di quota. Raggiunge i 50 cm di lunghezza per un peso che va dai 350 ai 500 gr. Il maschio ha la gola di colore nero mentre nella femmina è completamente bianca. Si nutre prevalentemente di bacche, frutti e parti verdi delle piante. Ordine: CARADRIFORMI Famiglia: SCOLOPACIDI Specie: Pittima reale (Limosa limosa) La pittima reale presenta una sagoma tondeggiante-allungata caratterizzata da un becco lungo, dritto e appuntito. In media è lungo 40 cm con apertura alare di 76 cm. Le parti superiori sono bruno scuro finemente striate. Nel periodo riproduttivo predilige soprattutto pascoli umidi e zone acquitrinose mentre durante la migrazione frequenta estuari e paludi. Si ciba principalmente d’invertrebati: insetti, molluschi, crostacei ed anellidi. 110 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ 5. I CANI E LA CACCIA Da sempre il cane è il compagno fedele del cacciatore. La cinofilia è l’amore o simpatia per i cani; cinofilo è l’appassionato, l’allevatore, il conoscitore delle razze canine o di una particolare razza. Durante l’esercizio dell’attività venatoria, al cane è affidata la funzione di seguire le tracce del selvatico o di avvertire il cacciatore della sua presenza. Nel primo caso, si fa riferimento ai cani da seguita, nel secondo invece risultano utili i cani da ferma che mediante la tipica ferma statuaria segnalano la presenza del selvatico. Ulteriore distinzione tra le razze canine, particolarmente adatte per l’esercizio dell’attività venatoria è rappresentata dalle razze da tana, da traccia e da riporto. Tale classificazione, necessita tuttavia di un ulteriore approfondimento. 111 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ 5.1 Razze da ferma Si dice “ferma” quell’atteggiamento del cane che segna l’immediata vicinanza del selvatico accovacciato. La ferma è caratterizzata dall’irrigidimento di tutti i muscoli del cane, l’occhio fisso sfavillante di passione da cui traspare l’intensa sensazione. L’espressione della ferma non si manifesta in ogni cane con uguale atteggiamento, qualcuno rimane eretto sulle gambe, il collo teso, la testa alta, qualcun altro rimane con le gambe contratte, il corpo contorto alterato nelle forme. In altre parole l’atteggiamento della ferma può assumere tanti aspetti diversi secondo la razza. Quando il cane si trova in “ferma” ed intuisce che il selvatico si allontana per salvarsi, lo segue sulla rotta senza forzarlo. Tale azione si dice “guidata”. Il cane deve avanzare in guidata senza mai forzare il selvatico al frullo. La ferma in bianco si ha invece quando il cane “cade in ferma” senza la presenza del selvatico. 112 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Per “consenso” s’intende la ferma segnata dal cane quando vede vicino o lontano un altro cane fermo sulla selvaggina o in atteggiamento di “guidare”, in quest’ultimo caso, il cane che consente accompagna adattandosi alle mosse di quello sulla guidata, senza troppo avvicinarlo e senza tentare di sorpassarlo. La spontaneità del consenso è indizio sicuro di buon sangue. Spesso un cane che non consente non può lavorare con un altro cane da ferma, avviene di solito che appena il compagno segna un incontro, l’altro accorre a disturbarlo; se il primo segna la ferma od avanza in guidata, il secondo accorre per fiutare anch’esso il selvatico che molto probabilmente viene forzato prima che il cacciatore sia a posto. Quando il selvatico viene colpito o ferito, non è ancora assicurato al carniere; è necessario che il cane sappia ritrovarlo se morto, seguirlo e raggiungerlo se ferito, riportarlo al cacciatore senza danneggiarlo con estrema sollecitudine. 113 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Intelligenza, sagacità, olfatto e ubbidienza presiedono ad un buon riporto. Un perfetto riporto eseguito a comando richiede un insegnamento lungo ed accurato. Alcuni cani riportano di loro spontanea volontà con passione, ma rarissimamente con correttezza. Le razze da ferma impiegate nella moderna caccia sportiva si suddividono in tre gruppi: continentali italiani, continentali esteri ed inglesi. 114 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ CONTINENTALI ITALIANI I continentali italiani sono: il Bracco italiano e lo Spinone. Bracco italiano Il Bracco italiano è ritenuto una delle più antiche razze da ferma. Si addice ad un cacciatore versatile e generico, adattandosi senza troppi problemi dalla montagna alla palude. È un trottatore nato, fornito di grandi doti olfattive, di buon riporto e di una tenacia che non teme confronti. Si presta bene a tutte le cacce, pur rivelandosi un vero specialista nella caccia alla quaglia, al beccaccino ed alla beccaccia. È un animale robusto ma di conformazione armoniosa, dotato di un’espressione seria e mite, di carattere docile e di spiccata intelligenza. Ha il pelo corto, fino e lucido, di colore bianco con macchie o punteggiature arancio o marroni, oppure roano marrone. Spinone È un cane solido, robusto e vigoroso, dalla resistenza proverbiale con qualsiasi tempo e su qualunque terreno, anche se dà il meglio di sé in boschi e paludi per la caccia alle beccacce e ai beccaccini. L’andatura è al trotto svelto con brevi tratti di galoppo. Buon nuotatore, è molto apprezzato per l’abilità innata del riporto, ma anche per il suo carattere docile e paziente. Il mantello dello spinone è costituito da pelo duro, leggermente crespo, che forma sul muso e sul mento dei veri e propri baffi ed una caratteristica barbetta. Si distingue in base al colore del mantello in tre varietà: bianco, biancoarancio e roano-marrone. 115 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ CONTINENTALI ESTERI Fra i continentali esteri i più impiegati sono: il Kurzhaar o Bracco Tedesco, l’ Epagneul Breton e il Drahthaar. Bracco tedesco È fra i più diffusi cani da ferma moderni . Buon galoppatore è un cane versatile che si adatta su qualsiasi selvatico e su ogni terreno, eccellendo nel recupero della selvaggina ferita con buone qualità di riporto. Serio e fedelissimo questo cane vive a stretto contatto con il cacciatore. Il pelo è corto e lucente, duro al tatto, marrone e nero, sia unicolore che misto al bianco in tutte le gradazioni del roano. 116 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Epagneul Breton L’Epagneul Breton è una delle razze da ferma più diffuse in Italia, è un cane coraggioso di statura ridotta e scattante, la sua personalità è forte e determinata. Il suo istinto è cacciatore ed è un ottimo fermatore ed un eccellente riportatore. Il suo grande olfatto gli consente di avvertire il minimo effluvio del selvatico. Eccelle sia nella caccia alla beccaccia, al fagiano, alla quaglia nei campi coltivati ed in tutti quegli ambienti non molto ampi. Il mantello del Breton, è formato da pelo di lunghezza media, fine e leggermente ondulato, di colore bianco-arancio, nero, bianco-marrone, bianco-nero, tricolore o roanato con uno di questi colori. 117 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Drahthaar E’ un cane tipico della Germania orientale. Caratteristiche peculiari di questo cane sono: il pelo durissimo, di media lunghezza ed abbondante. Il sottopelo invece lanuginoso all’acqua ed di è impedisce giungere a diretto contatto con la pelle. I colori sono: il roanomarrone, il nero-roano oppure l’unicolore marrone o nero. Il Drahthaar si configura come un cane rustico adatto a tutti i tipi di caccia, ottimo cane da ferma ed anche un abilissimo specialista nel riporto della selvaggina. RAZZE INGLESI Le razze inglesi sono: il Setter inglese, il Pointer, il Setter Irlandese e Setter Gordon Setter inglese Il Setter inglese è la razza da caccia più diffusa in Italia. Si tratta di un cane da ferma adatto soprattutto ai terreni aperti e paludosi, sebbene sia impiegato oggi un po’ ovunque. Rende assai bene per la caccia in montagna e nei boschi a beccaccia. È un cane equilibrato e tenace, dalla ferma solidissima e dal galoppo radente, rapido ed elegante che denota ottima resistenza in zone particolarmente ricche d’acqua. Presenta inoltre buone doti di recupero e di riporto. Il pelo di tessitura setacea, stirato mantiene in tutta la sua lunghezza 5-6 centimetri, una linea diritta senza alcuna deviazione. I colori sono: bianco-nero, bianco-arancio, bianco-marrone e tricolore. 118 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Pointer Il cane da ferma per eccellenza, il suo stesso nome deriva dall’inglese “to point”, ossia “fermarepuntare”. È una razza che riunisce in sé forza, leggerezza, distinzione ed eleganza. Sue caratteristiche sono: l’ampia cerca, l’olfatto potente del cercatore veloce, la ferma di scatto statuaria. Il Pointer è uno specialista nella caccia alla starna e alla coturnice, ossia nella caccia su terreni privi di ostacoli dove può essere sfruttata in modo adeguato la sua cerca ampia ed il galoppo impetuoso e veloce. Il pelo denso e corto si presenta di lunghezza uniforme su tutto il mantello, lasciando intravedere molto marcatamente sulla testa le vene e la tipica forma del cranio. I colori più diffusi sono bianco-nero e bianco-arancio, ma sono diffusi anche i colori nero, marrone e bianco-marrone; più Pointer raramente il fulvo, marrone-bruciato e rosso. 119 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Setter irlandese Il Setter irlandese è un cane di media taglia veloce e resistente, dotato di buone doti olfattive. Si rivela un grande specialista nella caccia al beccaccino e in genere in tutte le cacce palustri. È un cane efficace in terreni aperti, paludosi, ove la sua andatura gli permette di procedere speditamente. L’andatura è un galoppo deciso e veloce. È il più elegante tra i cani da ferma e per le sue qualità estetiche è diventato in molti casi un attraente cane da compagnia. Il pelo è lungo ed unicolore, rosso-mogano-dorato. 120 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Setter Gordon Cane da ferma e perfetto cane da riporto. Specialista nelle cacce palustri a causa delle sue grandi passioni per l’acqua. Nel contempo si mostra anche adatto per qualsiasi altro tipo di caccia, in particolare per quelle che si svolgono su terreni coperti e difficili. Più massiccio fra i setter, è un cane equilibrato e tenace, dalla ferma solidissima e dal galoppo più pacato. Protetto da un folto mantello nero brillante con macchie rosso mogano. Il Gordon è anche un eccellente cane da compagnia. 5.2 Razze da cerca Sono chiamati cani da cerca quelli che fondano la loro azione principalmente nella ricerca della selvaggina. Essi passano in rassegna minuziosamente il terreno, recepiscono la passata del selvatico, la defilano fino al luogo dove il selvatico si è accovacciato e lo scovano. Sono cani che nella loro azione devono essere a stretto contatto con il cacciatore. Tra le razze più conosciute ed impiegate in Italia vi sono gli Spaniels. SPANIELS Gruppo di cani da caccia, comprendente le seguenti razze: Irish Water Spaniel, Clumber, Sussex Spaniel, Field Spaniel, Cocker, Springer Spaniel Inglese e Springer Spaniel Gallese. 121 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Gli Spaniels sono dei cani da caccia a pelo lungo, ondulato o riccio, di media taglia, dai 12 ai 30 kg., il cui scopo è quello di battere terreni particolarmente difficili come la palude, il bosco, il monte, di alzare la selvaggina e di riportarla abbattuta al cacciatore. 5.3 Razze da seguita Il cane da seguita è quello che recepita la passata del selvatico, la defila ed arriva al Cocker spaniel covo. Lo scova e lo insegue con azione esaltante poiché il cane in questa fase esprime tutta la sua astuzia. Tale azione quando è svolta da più cani dà luogo alla “canizza”. I cani da seguita sono dei cani molto resistenti alla fatica, forti e di una certa rusticità. Si adattano molto bene a tutti i terreni, sia in montagna che in pianura. La vocazione del cane da seguita è quella di cacciare la selvaggina da pelo, cioè la lepre, la volpe, il capriolo, il cervo, il daino e il cinghiale. Tra le razze da seguita più impiegate abbiamo il Segugio italiano, il Segugio francese, il Beagle e il Cirneco dell’Etna. Segugio italiano Il Segugio italiano, sia a pelo raso che a pelo forte, è molto diffuso fra i cacciatori che apprezzano le sue abilità venatorie. Particolarmente adatto alla caccia alla lepre, si comporta bene con qualsiasi selvaggina da pelo, ed è utilizzato anche per la caccia al cinghiale. È instancabile e può seguire una pista o un animale fuggente per tutta un’intera giornata costringendolo spesso a passare a tiro del cacciatore. È un cane intelligente, dotato di un ottimo olfatto, molto veloce, tenace, capace d’iniziative autonome. La sua voce è squillante e simpaticissima. Possiede una solida struttura ossea, sulla quale s’inserisce una muscolatura asciutta ma robusta. Il segugio italiano a pelo raso predilige zone dalla vegetazione alquanto rada, mentre il segugio italiano a pelo forte data la sua minore sensibilità al freddo, alle ferite e la sua maggiore capacità di entrare nei roveti, è più adatto alla caccia nelle zone boscose. I colori del manto sono fulvo-unicolore in tutte le sue gradazioni e nero-focato. 122 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Segugi francesi Le razze da seguita francesi sono più di dieci, ma alcune sono da noi praticamente sconosciute. In particolare i “Petit Bleu de Gascogne” si rivelano ottimi segugi utilizzati sia su lepre che su cinghiale. Il “Grand Griffon Vendéen”, invece, è un cane di taglia media che può essere sia a pelo raso che a pelo forte. I vandeani sono di forma slanciata ed estremamente abili nello stanare e nell’inseguire la lepre grazie alle loro grandi doti d’olfatto. Si presenta come un cane robusto ed elegante indicato per caccia di piccola e grossa selvaggina sia in pianura che in montagna. Beagle È un segugio inglese di piccola taglia, particolarmente adatto per la caccia alla lepre ed al coniglio selvatico, di velocità eccezionale e di notevole temperamento. Dotato di grande olfatto, straordinaria resistenza e perseveranza a tutta prova. L’andatura in caccia è il galoppo veloce e brillante. Razza molto antica, pare risalga al III secolo d. C., che ha subito delle trasformazioni nel corso degli anni. Oggi ne esistono due varietà a pelo liscio e a pelo forte. Mantello con pelo lungo, dritto o leggermente ondulato, corto sulla testa e sulla parte anteriore degli arti. Ammesse tutte le colorazioni, tra queste il tricolore risulta il più comune. Cirneco dell’Etna Si tratta di una razza autoctona della Sicilia orientale, con ogni probabilità già presente nell’isola in epoche anteriori a quella Fenicia. La specialità del Cirneco è la caccia al coniglio selvatico che si esprime appieno sulle pendici dell’Etna dove la pietra lavica danneggia i piedi di tutte le altre razze. Si mostra, di frequente ottimo riportatore di selvaggina. La sua andatura è assai tipica con passo corto e svelto o trotto saltellante spedito. Il pelo raso, dalle più diverse tonalità di fulvo presenta tessitura vitrea. 123 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ 5.4 Razze da riporto Si ritiene che tutti i cani continentali posseggano l’istinto del riporto. Per riporto s’intendono quelle razze di cani che riportano a comando qualsiasi capo di selvaggina senza danneggiarla. Esistono delle razze di cani che vengono impiegate solamente per il riporto; questi cani sono dei veri specialisti del recupero, non cacciano, ma rimangono vicino al padrone durante la battuta di caccia e sono utilizzati solo alla fine per il recupero della selvaggina morta. I cani da riporto più conosciuti sono i Labrador retriever e il Golden retriever. Labrador retriever È il cane da riporto per antonomasia. Ispeziona minuziosamente il terreno in cerca del selvatico da recuperare e quando lo ha trovato lo riporta al cacciatore. Eccellente nuotatore è particolarmente adatto per il riporto in palude. Molto resistente alla fatica ed alle condizioni climatiche avverse, è attaccato al padrone ed è un cane docile ed ubbidiente. La struttura è solida e robusta e il pelo è ben aderente al corpo. Si presenta di colore nero, marrone o biondo ed in alcuni casi più raramente presenta macchie bianche a livello del petto. Golden retriever Cane da riporto inglese robusto e resistente con fiuto eccezionale. È un eccellente nuotatore e il suo sottopelo, fitto ed impermeabile, gli consente di stare in acqua per periodi di tempo anche molto lunghi. Molto elegante ha un bellissimo mantello in tutte le sfumature dell’oro e crema, e proprio per questo motivo è più diffuso come cane da compagnia che come ausiliare da caccia. Ben addestrato, il Golden può ottenere degli ottimi risultati nella caccia in palude, come in quella in boschi fitti ed intricati. 124 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ 5.5 Razze da tana Questi cani sono impiegati per stanare la selvaggina dalla tana, in particolar modo sono utilizzati per la caccia alla volpe. La loro conformazione morfologica è così ben strutturata che permette loro, nei combattimenti con la volpe all’interno della tana, di risultare quasi sempre vincenti. Appartengono a questo gruppo il Bassotto tedesco e il Fox terrier. Bassotto tedesco Esistono tre varietà di bassotti: bassotti a pelo corto, a pelo duro ed a pelo lungo. Cani impiegati per stanare la selvaggina (tasso, volpe, faina) e talvolta, se ben addestrati, trovano impiego anche nel recupero della selvaggina ferita. Il corpo è lungo, diritto, compatto e ben solido. La loro conformazione e il loro coraggio gli consentono di essere ritenuti degli intrepidi cacciatori. Fox terrier Il Fox terrier è un cane inglese coraggioso e mordace, assai insistente nella caccia, difficilmente si ritira dalla tana del selvatico e quasi mai abbandona la preda. Particolarmente adatto alla caccia alla volpe ed al tasso in tana oppure ad animali di maggiori dimensioni quali il cinghiale o il cervo. La razza comprende due varietà: a pelo raso ed a pelo duro. Nella caccia è impiegata maggiormente la varietà a pelo raso. Ha una corporatura forte e muscolosa. La coda, elemento caratterizzante, viene portata a candela e di solito amputata di circa un quarto della sua lunghezza. Il pelo è di colore bianco, nero e fulvo. 5.6 Razze da traccia Sono detti anche cani da sangue, in quanto specificamente addestrati a seguire le tracce di sangue della selvaggina ferita ma non recuperata (caprioli, cervi, daini, cinghiali). Sono cani 125 CAPITOLO III ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ consigliati a coloro che amano la caccia di selezione, ma anche a chi pratica la caccia agli ungulati con i cani da seguita. Le razze più utilizzate sono: il Segugio della Baviera e il Segugio di Hannover. Si tratta di cani tarchiati, robusti, di colore rosso al marrone in tutte le sue gradazioni. Segugio di Hannover Chiamato in Italia “Segugio da montagna bavarese”, era impiegato verso la fine dell’Ottocento da coloro che cacciavano i cervi e i camosci. È una razza selezionata appositamente per aiutare l’uomo nella ricerca della preda da cacciare, lavoro nel quale è indiscutibilmente una delle razze migliori del mondo. Il cervo oppure il cinghiale rappresentano le specialità dell’Hannover. Il cane inizia il suo lavoro solo a tiro avvenuto e il suo compito consiste nel seguire la traccia del selvatico colpito, senza lasciarsi distrarre dalle piste degli altri componenti del branco. È un cane dalla corporatura agile e veloce, dotato di notevole resistenza. Il pelo corto e folto può assumere colore rosso in tutte le sue gradazioni. 126 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ 1. MEZZI DI CACCIA Per mezzi di caccia s’intendono tutti quegli arnesi strettamente diretti, anche se occasio- nalmente, all’uccisione o alla cattura della fauna selvatica. L’art. 13 della Legge 157/92 indica quali sono i mezzi consentiti per l’esercizio della caccia: 1. fucile con canna ad anima liscia fino a due colpi; 2. fucile con canne ad anima liscia semiautomatico o a ripetizione; 3. fucile con canna ad anima rigata a caricamento singolo o manuale o a ripetizione semiautomatica; 4. fucile a due o tre canne (combinato) di cui una o due ad anima liscia ed una o due a canna rigata. Questi due fucili sono i cosiddetti Billing e Drilling; 5. falco ed arco: per questo tipo di attività venatoria viene usato un falco appositamente addestrato. Occorre essere in possesso di licenza di caccia, tesserino regionale e polizza di assicurazione; 2. IL FUCILE DA CACCIA Il fucile è l’arma più usata per andare a caccia. La scelta di un’arma e delle relative muni- zioni si effettua in base al tipo di caccia che si desidera praticare ed in base al tipo di selvaggina cacciata. Conoscere la meccanica e il funzionamento della propria arma può risultare determinante per la buona riuscita di una giornata di caccia e per la sicurezza propria e degli altri. Il fucile si compone di numerose parti: 1 2 3 4 5 8 9 6 7 10 1. Calcio: il calcio del fucile ha lo scopo di far imbracciare l’arma bloccandola saldamente al corpo del cacciatore. A seconda delle tipologie si distinguono tre tipi fondamentali di calcio: 143 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ calcio all’inglese, calcio a pistola, calcio a mezza pistola. Il calcio deve adattarsi perfettamente all’anatomia del cacciatore in funzione di tre elementi sostanziali: la lunghezza che si misura dal grilletto al fondo del calcio è generalmente stabilita in base alla misura dell’avambraccio; la piegatura si può definire buona quando il cacciatore appoggiando lo zigomo sul naso del calcio vede bene il mirino; il vantaggio rappresenta la deviazione destra o sinistra del calcio del fucile. 2. Becco del calcio: terminazione della parte superiore del calcio ove inizia l’impugnatura. 3. Sicura: è un congegno meccanico che blocca lo scatto dei grilletti, ma non quello delle batterie, ed impedisce così che parta il colpo. Nelle doppiette e nei sovrapposti si trova generalmente in posizione posteriore alla chiave di apertura ed è indicata da una “S”. Negli automatici la sicura viene tolta spingendo il bottone, situato dietro al grilletto, verso il corpo del tiratore. Nei fucili a canne appaiate o sovrapposte, vi sono due tipi di sicura: indipendente o automatica. Con la prima il cacciatore deve attivare una lamella scorrevole per mettere l’arma in sicura; con la seconda, il fucile si viene a trovare automaticamente in sicura tutte le volte che, aprendolo, si armano i percussori. 4. Chiave di apertura: chiave utilizzata per aprire il fucile. Presente in tutti i fucili basculanti, doppietta, sovrapposto, monocanna, combinati. 5. Grilletto: nei fucili a due canne (doppiette e sovrapposti) vi sono generalmente due grilletti, anche se esistono modelli evoluti che ne hanno uno solo. Nel caso di due grilletti si attivano: - grilletto anteriore: canna destra (doppiette), canna inferiore (sovrapposti); - grilletto posteriore: canna sinistra (doppiette), canna superiore (sovrapposti). I fucili semiautomatici da caccia hanno un solo grilletto che attiva lo sparo, la successiva espulsione del bossolo e l’inserimento in canna di un nuovo colpo. 6. Bascula: si tratta della parte più importante del fucile in quanto in essa hanno sede i meccanismi che lo rendono funzionante. La sua parte anteriore combacia perfettamente con la parte posteriore della canna detta anche vivo di culatta. Nei sovrapposti nelle doppiette, l’apertura di questo congegno è affidata ad una leva. All’interno della bascula si trovano le batterie che hanno lo scopo di attivare il cinematismo che aziona la percussione. 7. Asta: l’asta del fucile è quella componente di legno che si trova sotto la canna o le canne, è fermata ad esse con un congegno a scatto. Ha la funzione di agevolare l’impugnatura dell’arma e di impedire che, aprendo il fucile, le canne si stacchino dalla bascula. 8. Canne: le canne dei fucili da caccia devono assicurare una buona resa balistica con un alto grado di sicurezza. E’ pertanto necessario che siano costruite con acciaio particolarmente resistente ed elastico. Lo spessore deve essere uniforme, il metallo resistente all’ossidazione 144 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ ed ogni canna deve possedere un elevato coefficiente di allungamento così che, prima di scoppiare, possa allungarsi e dilatarsi. La lunghezza delle canne in un fucile ad anima liscia, può variare dai 45 agli 80 cm, possono essere senza bindella, con bindella piena o ventilata ed ancora con tacche di mira regolabile per l’uso della cartuccia a palla. La lunghezza delle canne, invece, per un fucile calibro 12 varia dai 62 agli 81 cm. Le canne corte sono proprie di un fucile più maneggevole (caccia nel bosco, tiri abbastanza ravvicinati); le canne lunghe invece garantiscono maggiore precisione e portata (tiri lunghi). La canna cilindrica raggiata per i tiri a breve distanza è usata in modo particolare nel bosco folto per la caccia alla beccaccia. Consente di allargare maggiormente la rosata dei pallini, utile in quei casi in cui il tiro è estremamente ravvicinato (entro dieci metri). In una canna ad anima liscia si possono individuare partendo dalla parte posteriore: - culatta (è la parte iniziale della canna dove è alloggiata la camera di scoppio); - camera di scoppio con lunghezza variabile da 65 mm a 76 mm (fucili Magnum); - strozzatura. La strozzatura è un restringimento dell’anima della canna verso la bocca, che permette un maggior restringimento della rosata (circonferenza che delimita nello spazio e nel tratto di gittata utile i pallini di una cartuccia) e di conseguenza un allungamento del tiro. Nelle strozzature possono variare: la forma, l’inclinazione del raccordo ed anche la lunghezza della parte cilindrica terminale. Il valore della strozzatura è dato dalla differenza tra il diametro dell’anima e il diametro della bocca della canna. Esistono diversi livelli di strozzatura identificati con 1 – 2 – 3 – 4 stelle; i valori con più stelle hanno canne meno strozzate, le canne cilindriche sono individuate dalla sigla CL come specificato nella tabella sottostante: STROZZATURE O (*) = (9/10 – 10/10 11/10) massima strozzatura OO (**) = (7/10 – 8/10) strozzatura medio massima OOO (***) OOOO (****) CL = (4/10 – 5/10 – 6/10) strozzatura media = (2/10 – 3/10) strozzatura cilindrica modificata = strozzatura cilindrica Molti dei moderni fucili da caccia sono dotati di un sistema di strozzatura intercambiabile per far fronte alle svariate esigenze dei cacciatori (tiri a breve e lunga distanza). Distinguiamo strozzatori interni (inchok), strozzatori esterni (variomix) e strozzatori interni-esterni (in-out). 145 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ 9. Bindella: le canne sono trattenute tra loro per mezzo di una striscia di metallo chiamata bindella che parte dall’inizio della canna defilandosi fino al mirino. La bindella serve anche come linea di mira e per il raffreddamento delle canne, specie nei fucili sovrapposti e nei fucili automatici (bindella ventilata). 10. Mirino: il mirino è posto all’estremità della bindella o al centro dell’estremità delle due canne se trattasi di doppietta priva di bindella. Il mirino serve per indirizzare il tiro sul bersaglio. 3. LA CLASSIFICAZIONE DEI FUCILI I moderni fucili da caccia si distinguono, in base alla conformazione delle canne, in tre classi diverse: fucili a canna liscia; fucili a canna rigata; fucili combinati. 3.1 I fucili a canna liscia I fucili a canna liscia o presentano l’interno della canna completamente liscio e vengono usati con munizioni spezzate per uccelli e piccoli mammiferi o con cartucce a palla per gli ungulati. Costituiscono il gruppo di armi a maggiore diffusione e possono essere ad una sola canna (monocanna), a due canne giustapposte (doppiette) e a due canne sovrapposte (sovrapposti). I fucili ad anima liscia normalmente si compongono di tre parti principali: calcio, canne ed asta o sottocanna. Per smontare una doppietta è necessario, dopo essersi assicurati che l’arma è scarica, togliere innanzitutto l’asta o sottocanna premendo il pulsante o alzando l’apposita levetta, quindi agire sulla leva di apertura piegando il calcio in modo da permettere la separazione delle canne dal calcio. I fucili monocanna sono pieghevoli, solitamente di piccolo calibro, sono utilizzati per il tiro alla piccola selvaggina. La doppietta è il fucile da caccia “classico” per eccellenza, caratterizzato dalla presenza di due canne affiancate, in genere basculanti. A parità di lunghezza di canna la doppietta è più corta dei fucili automatici, ciò la rende più maneggevole e bilanciata. Ha il vantaggio non indifferente di permettere sempre al cacciatore di scegliere con quale canna e quindi con quale strozzatura far fuoco sul bersaglio. Presenta inoltre la sicura posta dietro la chiave facilmente attivabile o disattivabile. 146 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Si distinguono le doppiette a cani esterni da quelle a cani interni. Il cane è quella parte del fucile che colpisce il percussore, il quale a sua volta, percuote la capsula della cartuccia determinando l’accensione della carica; il congegno viene azionato premendo uno dei due grilletti. Doppietta con calcio all’inglese Doppietta a cani esterni I sovrapposti sono fucili a due canne basculanti ma, anziché affiancate sono sovrapposte. Le due canne sovrapposte si sorreggono a vicenda e di conseguenza non effettuano pressioni verso il basso. La convergenza delle canne non è simmetrica perché la canna superiore risulta dritta ed in asse con il bersaglio, mentre l’inferiore converge verso l’alto quel tanto che basta per compensare l’abbassamento dei pallini a circa 40 metri di distanza, per effetto della gravità. Fucile sovrapposto Il Semiautomatico, ormai per lunga tradizione è conosciuto da tutti semplicemente come “automatico”. 147 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Ha la peculiarità di espellere il bossolo sparato, reinserire nella canna un’altra cartuccia e contemporaneamente riarmare i congegni di sparo. Nel semiautomatico a presa di gas la canna si trova solidamente unita al castello nel quale scorre l’otturatore. A seconda delle marche all’interno della canna si trovano da 2 a 4 fori. Dopo lo sparo, una volta transitati i pallini, una certa quantità di gas viene recuperata attraverso i fori ed esercita una certa pressione su un pistoncino che rinculando provoca lo sblocco dell’otturatore che, a sua volta, comprime una molla di recupero ed espelle il bossolo, infine carica il cane. In seguito la molla precedentemente compressa, spinge in avanti l’otturatore che spinge in canna una nuova cartuccia. Nel semiautomatico a lungo rinculo o a canna rinculante (sistema Browning), canna e otturatore rinculano insieme, separandosi solo dopo che i pallini sono usciti dalla bocca. Anche nel semiautomatico a corto rinculo, otturatore e canna rinculano insieme, ma solo per un breve tratto. Nel semiautomatico a massa inerziale (sistema Benelli) la canna è fissa ed ancorata al castello del fucile. Sono la massa dell’otturatore ed una robusta molla a determinare il ritardo dell’apertura della camera di scoppio fin quanto i valori di pressione dello sparo non sono scesi a valori accettabili. La forza rimasta è utilizzata per l’espulsione del bossolo, il riarme del cane e la decompressione della molla di recupero permette il reinserimento di una nuova cartuccia in canna e il riposizionamento dell’otturatore. Esistono inoltre in commercio automatici a ricarica manuale, detti “a pompa” nei quali il ricaricamento si effettua manovrando a stantuffo l’asta che avvolge il serbatoio delle cartucce. Semiautomatico a presa di gas Beretta 3.2 I fucili a canna rigata I fucili a canna rigata hanno l’interno della canna solcato da rigature intervallate ad ugua- le distanza ed in rilievo, che percorrono con andamento elicoidale l’intera lunghezza della canna stessa. 148 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ Si tratta di armi destinate a sparare cartucce a palla unica, utilizzate soprattutto per la caccia di grossi mammiferi. Il proiettile della carabina da caccia ha una gran velocità iniziale che determina una traiettoria tesa. Grazie alla rigatura interna delle canne i proiettili possono percorrere lunghe distanze, in alcuni casi superano anche i 1500 metri. In questi casi bisogna assicurarsi che il proiettile colpisca il bersaglio per evitare situazioni di pericolo. Le armi ad una sola canna con sistema di ripetizione manuale o quelle a ripetizione semiautomatica sono comunemente dette carabine. La carabina è un’arma di massima precisione, che può essere dotata di sistema ottico, allo scopo di abbattimenti a lunga distanza. Carabina normale 3.3 I fucili combinati I fucili combinati sono poco diffusi nel nostro paese con qualche eccezione nella zona delle Alpi. Sono fucili che montano una canna liscia superiore ed una canna rigata inferiore (Billing), o due lisce superiori e una inferiore rigata (Drilling). Si possono avere anche due canne rigate appaiate e una canna rigata sottostante, oppure due canne sovrapposte e una terza collocata in modo asimmetrico su un fianco. Questi fucili sono utilizzati soprattutto nelle zone dove si può avere l’occasione di cacciare indifferentemente sia la piccola selvaggina, sia gli ungulati. Drilling 149 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ 4. IL CALIBRO Il calibro è il diametro interno delle bocche da fuoco, esso distingue il tipo di arma e quin- di la sua portata e potenzialità. Secondo la definizione del Farini il calibro è il diametro interno delle armi da fuoco in relazione alla dimensione e al peso del proiettile di cui l’arma è capace. Il calibro viene espresso in millimetri ( ad esempio un fucile calibro 5,56 ha un diametro interno della canna pari a 5,56 mm). Sono fabbricati diversi calibri. In Italia sono permessi solo i seguenti: 12 – 16 – 20 – 24 – 28 – 32 e 36. Nei calibri 12, 20 e 36 vengono costruiti anche fucili chiamati “Magnum” con i quali si possono sparare cartucce più potenti. I calibri 12, 16 e 20 sono i più usati per tutti i tipi di selvaggina anche se il più impiegato in assoluto è il calibro 12. 5. CARTUCCE DA CACCIA La cartuccia da caccia è formata da una serie di elementi che costituiscono un unico cor- po. I fucili da caccia possono essere caricati sia con cartuccia a palla (figura 1), sia con cartuccia a pallini (figura 2). 1. palla 2. bossolo 3. polvere da sparo 4. cartoncino 5. innesco 6. fondello Figura 1 Cartuccia a palla 150 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ 1. pallini 2. bossolo 3. borra – contenitore 4. cartoncino 5. polvere da sparo 6. fondello 7. innesco Figura 2 Cartuccia a pallini Il bossolo è strutturato come un tubo di plastica o di cartone cerato chiuso alla base da un fondello metallico. Il fondello contiene l’apparecchio d’ innesco e la polvere da sparo che sono a diretto contatto. L’altezza del fondello è variabile, nelle cartucce meno potenti è basso mentre in quelle più potenti è alto. Sopra la polvere, è generalmente posto un cartoncino che ha la prerogativa di mantenere costante in tutti i punti delle superfici la pressione generata dall’accensione della polvere. Al di sopra del cartoncino si trova un elemento cilindrico denominato “borra” che in molte cartucce di elevata potenza viene sostituito da un contenitore a forma di calice destinato a contenere la carica dei pallini. La chiusura dei pallini può essere realizzata attraverso la chiusura stellare del bossolo o ponendovi un cartoncino impermeabile. I pallini di diverse dimensioni sono di piombo puro o al nichel; questi ultimi, appaiono più resistenti alle deformazioni e sono più efficaci nel loro moto. I pallini devono presentarsi il più possibile sferici, di diametro uguale tra loro, di determinata durezza e peso così da mantenere direzione, velocità ed energia per un certo tempo. La gittata è la distanza massima alla quale può arrivare il piombo. Ogni arma ha, in relazione alle munizioni impiegate, una gittata massima, una efficace ed una utile. La gittata massima è quella raggiungibile con la massima carica di lancio ed alla massima elevazione, la gittata efficace è quella alla quale i proiettili conservano buona parte dell’energia iniziale al momento dell’urto; la gittata utile è quella alla quale può essere ancora raggiunta una buona precisione di tiro. Una maggiore gittata si ha sempre con pallini di dimensioni più elevate. 151 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ I pallini contenuti in una cartuccia, a seconda del diametro, vengono definiti come indicati in tabella. Le cartucce con pallini più piccoli, cioè quelli con diametro inferiore, hanno la numerazione più alta e sono utilizzate per la caccia ai piccoli volatili, mentre le cartucce con pallini più grandi, cioè di diametro superiore hanno una numerazione più bassa e vengono utilizzate per la caccia ai grossi volatili e per la caccia ai mammiferi. CARTUCCE E LORO UTILIZZO NUMERAZIONE PALLINI Cartuccia a palla unica 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 6. 3,9 3,7 3,5 3,3 3,1 2,9 2,7 2,5 2,3 2,1 1,9 1,7 N. PALLINI PER N. PALLINI IN GRAMMO 32 GRAMMI 2,9 3,4 4 4,78 5,8 7,1 8,77 11,1 14,2 18,7 93 109 128 153 186 227 281 355 454 598 25,2 35,2 806 1126 SELVATICO Cinghiale e altri ungulati Per tiri particolarmente lunghi anatre e lepre Lepre Anatre maggiori e minori Fagiano, Coturnice, Pernice rossa Starna, Tortora Beccaccia Beccaccino, Quaglia Allodola, Quaglia Allodola NORME DI SICUREZZA Ogni volta che si va a caccia, ed in generale ogni volta che si maneggia un’arma, il cac- ciatore deve tener presente che il fucile non è un giocattolo, ma un’arma e come tale può costituire un pericolo costante per l’incolumità della propria persona e per quella degli altri. Durante l’esercizio della caccia è necessario assicurarsi che l’arma sia in perfetta efficienza e in particolare, bisogna controllare che le canne non presentino rigonfiamenti o ammaccature (anche lievi) e che i vari meccanismi (come ad esempio scatti, sicura) non presentino difetti di funzionamento. Anche elementi apparentemente secondari come la cinghia e gli anelli di aggancio, devono essere integri ed in buone condizioni, infatti la rottura della cinghia è annoverata tra le cause più frequenti di incidenti, quando il fucile è portato a spalla, sia che la cinghia si spezzi in alto, sia 152 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ in basso l’arma può cadere all’indietro ed un colpo partito accidentalmente può ferire o uccidere la persona che segue. Bisogna porre particolare attenzione in fase di caricamento dell’arma usando l’accortezza di chiudere l’arma carica tenendo sempre le canne rivolte verso il terreno. Al fine di evitare lo scoppio delle canne è opportuno controllare che al loro interno non vi siano foglie, terriccio od altro. Anche mentre si caccia, il fucile va tenuto il più possibile in posizione verticale (canne rivolte sempre verso il cielo). Negli attraversamenti di terreni molto accidentati è sempre bene scaricare il fucile per ricaricarlo solo dopo aver superato il punto difficile, inoltre ricordarsi sempre di: sparare solo quando si è sicuri del bersaglio, si potrebbe correre il rischio di colpire accidentalmente qualcuno; con l’arma evitare qualsiasi scherzo, anche quello più innocente; scaricare sempre il fucile quando non viene usato; tenere sempre le canne rivolte verso l’alto, mai ad altezza d’uomo; non lasciare mai il fucile e le cartucce incustodite; riporre sia l’arma che le cartucce possibilmente in due posti separati, e soprattutto che non siano alla portata dei bambini; 7. non utilizzare mai l’arma per farsi largo nella macchia, il fucile non è un bastone. ETICA VENATORIA Durante lo svolgimento dell’attività venatoria, occorre attenersi ad alcune regole di com- portamento che possono essere riassunte nei seguenti punti: a) rispettare sempre la natura che ci circonda, i selvatici vivono grazie ad essa; b) rispettare il lavoro dei contadini evitando di danneggiare le colture; c) è dovere di ogni cacciatore sostenere attivamente la protezione dei boschi e della fauna selvatica; d) non considerare mai la fauna selvatica un tiro al bersaglio; e) il vero cacciatore deve evitare di andare a caccia all’estero per compiere mattanze; f) evitare di causare incendi: sono uno dei maggiori pericoli per l’habitat degli animali selvatici; g) il vero cacciatore non è un esibizionista: non deve mai mostrare il proprio carniere; h) non sparare mai ad un selvatico quando se non si è certi che non si può raccoglierlo; i) non raccogliere un capo di selvaggina abbattuto da altri; 153 CAPITOLO IV ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA _____________________________________________________________________________________________________ j) non sparare al selvatico scovato da altri; k) evitare di “passare avanti” ad altri cacciatori; l) rispettare sempre il cacciatore anziano come nella vita di tutti i giorni, così nell’esercizio dell’attività venatoria; m) evitare le discussioni se si spara contemporaneamente sullo stesso selvatico; n) evitare l’uso e l’abuso di sostanze alcoliche prima e durante la battuta di caccia; o) rispettare sempre gli altri cacciatori e aiutarli se si trovano in difficoltà; p) rispettare e far rispettare la legge che è stata emanata per tutti. “Non può definirsi CACCIATORE chi fa uso di richiami non consentiti dalla legge” 154 CAPITOLO V NORME DI PRONTO SOCCORSO _____________________________________________________________________________________________________ 1. GLI INCIDENTI DURANTE LA CACCIA Ogni cacciatore, durante la battuta di caccia, deve mostrarsi sempre molto accorto e scrupoloso, in special modo quando altre persone sono presenti sul terreno di caccia. Anche con tutta la prudenza purtroppo qualche volta si possono verificare incidenti. In tal caso è importante conoscere le elementari norme di pronto soccorso. Bisogna sempre portare con sé un kit di pronto intervento che offre tutto il necessario per le prime cure. Quando si verifica un incidente, bisogna innanzitutto non perdere la calma, evitare azioni inconsulte e dannose. Se le condizioni lo consentono è preferibile, qualora si ritenga necessario, chiamare il pronto intervento (118). Nel frattempo bisogna apportare al malcapitato le prime cure evitando di lasciarlo da solo, fino a che non verrà affidato a persone competenti. 1.1 I più comuni incidenti da caccia I più comuni incidenti da caccia sono: morso di vipera, punture d’insetti, attacco e arresto cardiaco, ferite da punta e da taglio, ferite da arma da fuoco, emorragie, trauma cranico, fratture degli arti e della colonna vertebrale, distorsioni, lussazioni, colpo di calore, congelamento, assideramento, asfissia, ustioni e intossicazioni. Morso di Vipera: Il morso di vipera è forse l’incidente più temuto dal cacciatore. Quando si frequentano zone ove si trovano vipere è opportuno essere protetti con calzature alte e calzettoni spessi. Il morso di vipera è distinguibile per la presenza di due caratteristici forellini come rappresentati nella figura 1, distanti tra loro circa un centimetro e mezzo, tale misura può variare secondo la grandezza del rettile ed è sempre accompagnato da un dolore improvviso e violento. Più tardi compaiono dolori di testa, malessere generale, nausea e vomito, abbassamento della temperatura corporea, brividi, calo della pressione arteriosa e collasso. Dopo il morso di vipera far adagiare il soggetto, mantenerlo il più possibile rilassato somministrando eventualmente degli analgesici. Lavare, disinfettare e fasciare bene con una benda elastica o con un laccio di fortuna tutta la parte interessata e immobilizzarla come se fossa rotta per limitare il più possibile la diffusione del veleno nell’organismo. Utilizzare una siringa succhiaveleno, se disponibile, per aspirare e cercare di far uscire sangue dalla zona colpita. Somministrare abbondanti bevande, ma non sostanze alcoliche. Procedere il più velocemente 169 CAPITOLO V NORME DI PRONTO SOCCORSO _____________________________________________________________________________________________________ al ricovero ospedaliero. L’eventuale somministrazione di siero antiofidico deve sempre essere praticata da un medico. Figura 1 Morsi e punture d’insetti I sintomi di un morso d’insetto sono il risultato dell’iniezione di veleno o d’altre sostanze nella pelle. Il veleno fa scattare una reazione allergica, immunologica. La gravità della reazione dipende dalla sensibilità del soggetto al veleno dell’insetto o alla sostanza iniettata. La maggior parte delle reazioni sono lievi e causano poco più di un noioso prurito accompagnato da gonfiore che in genere scompare entro un giorno. Una reazione ritardata può invece causare febbre, dolori alle articolazioni e gonfiore delle ghiandole. Si può avere sia la reazione immediata che quella ritardata per lo stesso morso o puntura. Anche se, solo una piccola percentuale di persone sviluppa reazioni più severe al veleno d’insetto. Api, vespe, calabroni e formiche rosse sono tipicamente gli insetti più pericolosi. In caso di puntura d’ape la prima cosa da fare è rimuovere il pungiglione grattandolo o spazzandolo via con un bordo duro, come quello di una carta di credito. Successivamente applicare una crema idrocortisonica tra lo 0,5 e l’1 percento, lozioni calmanti o una pasta di bicarbonato di sodio sul morso o sulla puntura, molte volte al giorno finché i sintomi non svaniscono. La crema si applica anche in caso di punture di vespe e calabroni che non lasciano il pungiglione all’interno della ferita. Il rischio nel caso di puntura di questi insetti non sta tanto nella puntura in sé, quanto nel possibile shock anafilattico che il veleno può far insorgere in individui predisposti. In caso di puntura di zecca, non staccare mai il parassita forzandolo. Così facendo si lascerebbe all’interno della ferita l’apparato boccale dell’animale, mentre è consigliabile far cadere prima sul corpo della zecca qualche goccia d’olio, ammoniaca o benzina. 170 CAPITOLO V NORME DI PRONTO SOCCORSO _____________________________________________________________________________________________________ In caso di reazioni severe è opportuno chiamare il pronto soccorso o la guardia medica se si riscontrano uno tra i seguenti sintomi: difficoltà nel respirare gonfiore delle labbra o della gola, capogiri, svenimento, confusione, accelerazione del battito cardiaco, nausea e vomito. In attesa del soccorso d’emergenza bisogna sdraiare la vittima a terra. Se la persona è cosciente somministrargli un antistaminico. Se il soggetto è svenuto, sdraiarlo sul lato per permettere il drenaggio della bocca, ma se non c’è respiro, movimento o risposta al tocco, cominciare il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale. Controllare se l’infortunato porta con sé un kit per allergia contenente epinefrina, in tal caso seguire le indicazioni contenute nel kit. Reazioni allergiche meno severe includono nausea lieve, diarrea o gonfiore più spesso di 5-10 cm di diametro sul sito della puntura. In presenza di questi sintomi andare prontamente dal medico. Asfissia L’asfissia è provocata da un insufficiente apporto d’ossigeno. I sintomi sono: difficoltà respiratoria, perdita di lucidità e in casi estremi, convulsioni, stato d’incoscienza e morte. È opportuno in caso d’asfissia liberare le vie aeree. Ferite da punta e da taglio La ferita è una lesione dell’organismo con perdita della continuità del tessuto, che può essere interna o esterna. Per la prima medicazione bisogna pulire la ferita possibilmente sotto l’acqua corrente in modo da asportare tutti i residui di sporco e coprire con una garza sterile. Se la ferita è molto profonda è necessario recarsi al pronto soccorso. Ferite da arma da fuoco In caso di ferita da arma da fuoco bisogna disinfettare i bordi della ferita, coprirla con garze sterili chiamare il pronto intervento. In caso di ferita da arma da fuoco al torace bisogna sdraiare il malcapitato al suolo sul lato della ferita per consentire una migliore espansione del polmone illeso. Emorragie L’emorragia provoca la fuoriuscita di sangue dai vasi sanguini. In caso d’emorragie arteriose gravi può non essere sufficiente comprimere la ferita, ma è necessario tentare di arrestare l’emorragia agendo sui cosiddetti “punti di compressione”. 171 CAPITOLO V NORME DI PRONTO SOCCORSO _____________________________________________________________________________________________________ Le emorragie esterne causano la fuoriuscita di sangue da una ferita. In tal caso bisogna comprimere fortemente l’arteria contro l’osso, applicare un laccio ( cinghia, bretella, corda elastica o simili) alla radice dell’arto al fine di ridurre l’emorragia. Bisogna tener presente che l’applicazione del laccio può essere prolungata per non più di 40-45 minuti. Le emorragie interne, invece, possono essere secondarie ad un trauma o complicazioni di malattie. Quando l’emorragia è di una certa gravità, compare malessere, pallore, sudorazione, agitazione, polso frequente fino allo shock emorragico grave. In questi casi bisogna chiamare tempestivamente il pronto intervento. Trauma cranico Indica qualsiasi azione lesiva ai danni del cranio e cervello. L’effetto più immediato è la perdita di coscienza, forte mal di testa, vomito e vertigini. Bisogna adagiare l’infortunato in posizione laterale di sicurezza e chiamare tempestivamente un soccorso. In caso d’emorragia da un orecchio si deve inclinare il capo senza preoccuparsi di tamponarla. Frattura degli arti e della colonna vertebrale Le fratture degli arti sono quelle più frequenti a seguito d’urti o cadute. La frattura si riconosce dal dolore della parte colpita e dall’impotenza funzionale. In presenza di fratture immobilizzare la zona interessata mediante stecche di fortuna, evitando di bloccare la circolazione del sangue in fase di fasciatura. La frattura della colonna vertebrale avviene con una caduta dall’alto o in seguito ad un incidente stradale. L’infortunato non riesce a muovere più gli arti inferiori e perde la sensibilità alle estremità. Bisogna evitare in questi casi di flettere o ruotare il capo o il tronco. È opportuno lasciare l’infortunato adagiato sul dorso, distenderlo fino a che non ci sia la possibilità di collocarlo su una barella per gli opportuni soccorsi. Distorsioni La distorsione è la distensione di un arto con stiramento e a volte lacerazione dei legamenti. L’articolazione si gonfia, i movimenti sono dolorosi ma possibili. In attesa del medico bisogna effettuare impacchi freddi e una fasciatura non stretta. 172 CAPITOLO V NORME DI PRONTO SOCCORSO _____________________________________________________________________________________________________ Lussazioni Le lussazioni sono caratterizzate dalla fuoriuscita di un osso dalla propria articolazione. Provoca l’assoluta impossibilità di movimento, bisogna immobilizzare l’articolazione nella posizione in cui si trova senza tentare alcuna manovra riduttiva. Colpo di calore Il colpo di calore è una patologia provocata da eccessiva esposizione al calore che si manifesta con mal di testa, vertigini, nausea e vomito. In questo caso bisogna portare il soggetto all’ombra e al fresco, liberarlo dagli abiti, somministrare bevande fresche non alcoliche, tenerlo disteso con la testa lievemente sollevata. Congelamento In caso di congelamento bisogna avvolgere il malcapitato in una coperta e portarlo in un ambiente moderatamente riscaldato. Le parti più colpite sono piedi, mani, orecchie e naso. I sintomi sono formicolii, intorpidimento e perdita della sensibilità. In tal caso è opportuno somministrare delle bevande calde non alcoliche e riscaldare le parti congelate lentamente, è utile anche frizionare leggermente la parte interessata. Assideramento L’assideramento è la conseguenza di una prolungata esposizione al freddo. I suoi sintomi sono: intorpidimento, sonnolenza, barcollamento, diminuzione della vista e perdita di coscienza. Ustioni Le ustioni sono lesioni della pelle provocate da agenti termici, chimici o fisici. La gravità delle ustioni è proporzionata alla loro estensione e profondità. Si distinguono ustioni di I, II e III grado. Le ustioni di I grado (le più lievi) si hanno quando la pelle appare semplicemente arrossata e da luogo ad un dolore bruciante ma sopportabile. Le ustioni di II grado sono caratterizzate da pelle gonfia, dolente, arrossata e cosparsa di vescicole piene di liquido. Le ustioni di III grado (le più gravi) si hanno quando la pelle appare annerita e letteralmente carbonizzata. In caso d’ustioni la prima cosa da fare è cercare di soffocare le fiamme con coperte o indumenti vari. Successivamente occorre mettere la parte ustionata a contatto con acqua fredda. Se si 173 CAPITOLO V NORME DI PRONTO SOCCORSO _____________________________________________________________________________________________________ verificano ustioni di II e III grado dopo aver raffreddato la zona colpita con acqua, rivolgersi al più vicino pronto soccorso. Intossicazioni Le intossicazioni sono provocate da sostanze nocive introdotte nell’organismo o da questo prodotte. In caso di contatto dell’occhio con sostanze chimiche usate in agricoltura, bisogna lavare abbondantemente con acqua e se necessario recarsi in ospedale. In caso d’ingestione di frutta trattata con sostanze tossiche, usate in agricoltura, è opportuno provocare il vomito solo se è trascorso poco tempo dall’ingestione. 1.2 Altri malori Attacco e arresto cardiaco I sintomi più comuni dell’attacco di cuore sono il respiro molto affannoso e dolore alla parte alta dell’addome. Bisogna aiutare il paziente a sistemarsi nella posizione che gli è più comoda, aiutarlo a liberarsi degli indumenti stretti ed esortarlo a respirare lentamente e profondamente. In attesa dell’ambulanza coprire il paziente per evitare che abbia freddo, ma non tanto da farlo sudare. L’arresto cardiaco è l’arresto del cuore con conseguente blocco della circolazione e del respiro, si riconosce dalla perdita di coscienza, pallore della cute, labbra ed unghie scure. In caso d’arresto cardiaco chiamare tempestivamente il pronto intervento e nel frattempo praticare al paziente la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco. Massaggio cardiaco Il massaggio cardiaco si pratica se non sono presenti i segni di circolazione, se non si riesce a rilevare il polso carotideo. Per effettuare il massaggio cardiaco bisogna porsi al lato del paziente e appoggiare il palmo della mano sulla parte centrale del torace, nella sua metà inferiore. Successivamente si deve appoggiare il palmo dell’altra mano sul dorso della prima e con le braccia distese e le spalle in posizione perpendicolare al torace del paziente, premere decisamente verso il basso in direzione della colonna vertebrale in modo da ottenere, in un individuo adulto un’escursione di 4-5 centimetri. 174 CAPITOLO V NORME DI PRONTO SOCCORSO _____________________________________________________________________________________________________ Infine bisogna sospendere bruscamente la compressione, permettendo al torace di riespandersi senza staccare le mani per non perdere la posizione e per evitare rimbalzi. In alcuni casi è opportuno abbinare al massaggio cardiaco la respirazione bocca a bocca. Rianimazione respiratoria Prima di compiere una rianimazione respiratoria bisogna asportare ogni materiale che è causa d’ostruzione. Bisogna far assumere al paziente la posizione di sicurezza come indicata nell’immagine e si può effettuare la respirazione bocca-bocca o bocca-naso. Questa manovra consiste nel soffiare l’aria espirata dal soccorritore nelle vie respiratorie del paziente, in particolare il soccorritore deve: - chiudere con due dita le narici del paziente; - inspirare profondamente; - applicare la sua bocca incrociata su quella del paziente; - espirare soffiando leggermente 175 CAPITOLO V NORME DI PRONTO SOCCORSO _____________________________________________________________________________________________________ Questa operazione può essere ripetuta con una frequenza di circa 14-16 atti al minuto. Qualora fosse impossibile aprire la bocca del paziente a causa della contrattura dei muscoli è opportuno soffiare l’area nelle narici mantenendo la bocca chiusa. 1. 2. 3. Rovesciare la testa all’indietro per evitare che la lingua occluda le vie aeree. Chiudere le narici del paziente ed inspirare profondamente. Coprire con la propria la bocca del paziente, soffiarci dentro e controllare visivamente l’espansione del torace 176 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 1 A B C D E F Da chi viene rilasciato il porto d'arma? A che età si può ottenere il porto d'arma per uso caccia? A che cosa serve il tesserino di caccia? Che durata ha il tesserino di caccia? Chi rilascia il tesserino di caccia? Che cosa è il calendario venatorio? 1 Dal Prefetto 2 Dal Questore 3 Dal Presidente della Regione 1 A qualsiasi età 2 A 18 Anni 3 A 18 anni compiuti e dopo aver superato gli esami di abilitazione all'esercizio venatorio 1 Ad esercitare la caccia nella Regione di appartenenza 2 Ad annotarci i capi di selvaggina prelevati nella giornata 3 Ad annotarci le giornate di caccia, l'A.T.C. in cui esercita l'attività e i capi abbattuti 1 Sei anni dalla data del rilascio 2 Un anno solare 3 Una stagione venatoria 1 La Prefettura 2 La Provincia 3 La Regione 1 La carta che indica le località per l'esercizio della caccia 2 E' l'atto che indica le date di apertura e chiusura della caccia e le norme regolamentari 3 E' il documento che fissa l'inizio della caccia 39 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 2 A B C D E F A chi deve essere inoltrata la domanda per sostenere gli esami di caccia? Che validità ha il porto d'arma? Durante il primo anno di caccia cosa è tenuto a fare il cacciatore? Quanto dura la validità della tassa di concessione governativa per il porto d'arma? Quali documenti deve portare con se il cacciatore durante l'attività di caccia? Il cacciatore che accompagna chi è alla prima licenza di caccia, da quanti anni deve avere il porto d'arma? 1 Alla questura 2 Alla Provincia di appartenenza 3 All'Amministrazione Regionale 1 Tre anni 2 Sei anni 3 Dieci anni 1 A farsi accompagnare dal tutore 2 3 A farsi accompagnare da un cacciatore che abbia il porto d'arma da almeno tre anni A farsi accompagnare da un guardiacaccia 1 Una stagione venatoria 2 365 giorni dalla data del rilascio del porto d'arma 3 Sei anni dalla data del versamento 1 Il porto d'arma 2 Il tesserino, l'assicurazione ed il porto d'arma 3 Soltanto il tesserino di caccia 1 Due anni 2 Tre anni 3 Sei anni 40 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 3 A B C D E F Che validità ha il tesserino regionale di caccia? A fine stagione venatoria il tesserino regionale: Come viene considerata dalla legge la fauna selvatica? Quali dei seguenti animali fanno parte della fauna selvatica? Chi emana il calendario venatorio? Per ambiti territoriali di caccia si intende: 1 Ha validità nazionale 2 Ha validità solo nella Regione di residenza 3 Ha validità solo in una Provincia della propria Regione 1 Può essere conservato nel proprio archivio 2 Può essere distrutto 3 Va riconsegnato alla Provincia che lo ha rilasciato entro i termini previsti nel Calendario Venatorio 1 Patrimonio indisponibile dello Stato 2 Proprietà dell'A.T.C. in cui si trova 3 Patrimonio del Comune 1 Polli ruspanti 2 Lepri 3 Volpini Italiani 1 La Giunta Regionale 2 Il Consiglio Provinciale 3 La Comunità Montana 1 Il territorio della Regione di residenza 2 Il territorio destinato alla caccia programmata 3 L'ambito in cui si è ammessi a praticare la caccia 41 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 4 A B C D E F A chi è consentito l'accesso nelle zone di caccia programmata? Per caccia programmata si intende: La caccia programmata è estesa a: Quanti Ambiti Territoriali di Caccia ci sono nella Regione Molise? Che compiti hanno gli A.T.C.? In un A.T.C. chi può andare a caccia senza autorizzazione? 1 Solo ai cacciatori ammessi 2 Solo ai cacciatori residenti nella Regione 3 Solo ai cacciatori residenti nella zona 1 Il programma che il cacciatore elabora prima dell'inizio della stagione venatoria Il programma per un corretto uso del territorio 2 3 Il prelievo venatorio consentito in base alla consistenza faunistica in un ambito territoriale di caccia 1 Tutto il territorio nazionale 2 Solo alla Regione Molise 3 Solo alle Regioni a statuto speciale 1 Due 2 Quattro 3 Tre 1 Compiti di pianificazione faunistico venatoria 2 Compiti di gestione faunistico e organizzazione della caccia 3 Coordinamento dell'attività di vigilanza venatoria 1 I componenti del comitato direttivo 2 Nessuno 3 Chi è iscritto ad un'Associazione Venatoria 42 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 5 A B C D E F Perché i piccoli del cinghiale hanno il manto rigato? Fino a che età i cinghiali mantengono il manto rigato? Qual è il nome scientifico della beccaccia? Qual è il nome scientifico della coturnice? Qual è il tratto distintivo della folaga? Quale specie è cacciabile dal 1 ottobre al 31 dicembre o dal 1 novembre al 31 gennaio? 1 Per difendersi dal freddo 2 Per meglio mimetizzarsi con l'ambiente 3 Per farsi riconoscere dai genitori 1 Fina a sei settimane 2 Fino a due anni 3 Fino a sei mesi circa 1 (Scolopax rusticola) 2 (Anas crecca) 3 (Fringilla montifringilla) 1 (Alectoris graeca) 2 (Alectoris rufa) 3 (Coturnix coturnix) 1 Le macchie bianche ai lati del collo 2 Il lungo becco appuntito 3 La grande placca bianca sulla fronte 1 Il cinghiale 2 La coturnice 3 La lepre 43 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 6 A B C D E F A quale della seguente fauna la caccia si chiude al 31 dicembre? Nel Molise la caccia al fagiano si chiude il: Quale delle seguenti specie cacciabile sino al 31 gennaio? Quale della seguente fauna cacciabile sino al 31 gennaio? è è In che tipo di ambiente vivono i beccacccini? Qual è il nome scientifico della Quaglia? 1 Alla lepre 2 Alla folaga 3 Al germano reale 1 31 di dicembre 2 31 di gennaio 3 15 di gennaio 1 La beccaccia 2 La lepre 3 La coturnice 1 L'allodola 2 La martora 3 Il germano reale 1 In stoppie di grano 2 In zone acquitrinose 3 In zone boscate 1 (Alectoris rufa) 2 (Coturnix coturnix) 3 (Turdus merula) 44 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 7 A B C D E F Qual è il nome scientifico del Cinghiale? Sino a che data si può cacciare l'allodola? Quale specie è cacciabile sino al 31 gennaio? Il merlo acquaiolo è cacciabile da quale data? Quale della seguente fauna cacciabile sino al 31 dicembre? è Quale della seguente fauna è cacciabile dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio? 1 (Dama dama) 2 (Vulpes vulpes) 3 (Sus scrofa) 1 Al 31 gennaio 2 Al 31 dicembre 3 Al 30 novembre 1 La cesena 2 Il merlo 3 Il camoscio d'Abruzzo 1 Dal 1° settembre a 31 dicembre 2 Dalla terza domenica di settembre al 31gennaio 3 Mai 1 Il tordo bottaccio 2 L'alzavola 3 Il merlo 1 La quaglia 2 La marziaiola 3 Il merlo 45 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 8 A B C D E F Quale della seguente fauna cacciabile fino al 31 gennaio? è Si può cacciare il lucherino? Quale della cacciabile? seguente fauna è Nel Molise in quali delle seguenti zone si può esercitare la caccia in periodi di chiusura? A quale distanza minima occorre stare per poter sparare in direzione di una strada provinciale? E' consentito cacciare la beccaccia all'aspetto? 1 La lepre 2 La folaga 3 La starna 1 No 2 Dal 1° settembre al 31 dicembre 3 Dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio 1 La folaga 2 Il tarabuso 3 Il cavaliere d'italia 1 Nelle zone di ripopolamento e cattura 2 Nell'ambito territoriale prescelto 3 Nei quagliodromi 1 A non meno di 200 metri 2 A non meno di 150 metri 3 A non meno di 100 metri 1 No 2 Si 3 Solo al crepuscolo 46 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 9 A B C D E F Quando si può esercitare la caccia a bordo di autoveicoli? E' consentito esercitare la caccia a 50 m da una casa? A quale distanza minima è consentito sparare in direzione di case, strade e posti di lavoro? Si può cacciare da aeromobili? A che distanza dai confini di una zona di ripopolamento si può esercitare l'attività venatoria? A quale distanza minima si può sparare avendo alle spalle una linea ferroviaria? 1 Solo se si vuole abbattere la lepre di notte 2 Mai 3 Solo nelle strade poderali ed interpoderali 1 No, ci vogliono almeno 100 metri 2 Si 3 Si, purchè si spara in direzione opposta 1 A non meno di 100 metri 2 A non meno di 150 metri 3 A non meno di 300 metri 1 A non meno di 100 metri 2 No 3 Si 1 A 0 metri 2 A 50 metri 3 A 100 metri 1 A non meno di 50 metri 2 A non meno di 100 metri 3 A non meno di 150 metri 47 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 10 A B C D E F E' consentito esercitare la caccia vicino a macchine operatrici agricole in funzione? In quale giorno della settimana oltre al venerdì non è consentito cacciare? E' consentita la caccia notturna alla lepre? Quanti giorni alla consentita la caccia? settimana è Quando una festività cade di martedì, si può andare a caccia? La caccia è consentita sino a che ora? 1 No 2 Si, purchè a distanza minima di 100 metri 3 Si, purchè si spari in direzione opposta 1 Il martedì 2 Il mercoledì 3 Il giovedì 1 Dalla 3° settimana di settembre al 31 dicembre 2 No 3 Solo nelle giornate consentite dal calendario venatorio 1 Tre 2 Quattro 3 Cinque 1 Si 2 Dipende dai regolamenti regionali 3 No 1 Sino al tramonto 2 Sino ad un'ora dopo il tramonto 3 Sino ad un'ora prima del tramonto 48 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 11 A B C D E F Qual è l'orario in cui è consentita la caccia? Quando si può esercitare la caccia nelle giornate di martedì e venerdì? Si può cacciare con un fucile semiautomatico c.12 a 5 colpi munito di riduttore fisso che ne limita l'uso a tre? Chi può usare la pistola per esercitare la caccia? E' consentita la caccia con l'uso dell'arco e del falco? E' consentito l'uso a scopo venatorio di un'arma munita di silenziatore? 1 Dall'alba al tramonto 2 Da un'ora prima dell'alba ad un'ora dopo il tramonto 3 da un'ora prima del sorgere del sole al tramonto 1 Quando cadono in giornate festive 2 Mai 3 Dipende dal Calendario Venatorio 1 Si 2 No 3 Dipende dalle leggi regionali 1 Solo gli agenti venatori 2 Nessuno 3 Tutti i possessori di porto d'arma 1 Si 2 No 3 Solo nel primo mese di caccia 1 Si 2 Solo alle guardie della Provincia 3 No 49 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 12 A B C D E F Per esercitare la caccia con l'arco è necessario: E' consentita la caccia negli stagni? E' consentita la caccia a rastrello? E' sempre consentito l'addestramento dei cani da caccia? Per tassidermia si intente: Nelle oasi di protezione si possono abbattere: 1 La licenza di caccia 2 Una speciale autorizzazione 3 Il solo tesserino venatorio 1 Si, solo con l'autirizzazione del Coni 2 No 3 Si, solo se l'acqua è profonda 1 Si 2 Solo in tre persone 3 No 1 Si 2 No, solo in alcune zone ed in determinati periodi 3 Solo nelle zone di ripopolamento e cattura 1 La caccia al tasso con l'uso del segugio 2 L'esercizio venatorio alla tipica fauna appenninica 3 La tecnica per la conservazione degli animali morti 1 Solo i nocivi 2 Solo gli storni 3 La caccia è sempre vietata 50 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 13 A B C D E F Che cosa sono le riserve naturali? Che cosa sono le Aziende AgriTuristico Venatorie? Che cos'è l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica? Quale Ente approva e pubblica il Calendario e Regolamento Venatorio? Che cosa fa il Consiglio Regionale del Molise in materia venatoria? Che cosa fa la Giunta Regionale del Molise in materia di caccia? 1 Aree protette con il divieto di caccia 2 Piccole aree destinate alla caccia programmata 3 Zone di caccia riservate ai naturali del luogo 1 Zone di caccia riservate ai turisti 2 Zone destinate all'allevamento di fauna selvatica a scopo alimentare 3 Zone di caccia istituite per l'integrazione del redditto agricolo 1 E' l'unione nazionali delle Associazioni Venatorie (UNAVI) 2 3 E' l'organo nazionale di consulenza tecnico-scientifica in materia di caccia E' un centro pubblico di allevamento di fauna selvatica 1 La Provincia 2 La Regione 3 La Comunità Montana 1 Approva annualmente il calendario venatorio 2 Autorizza la caccia nei Parchi regionali 3 Emana leggi e regolamenti 1 2 Approva e pubblica annualmente il calendario venatorio e relativo relativo regolamento Autorizza la cattura di fauna selvatica nelle apposite zone 3 Niente, in quanto ha delegato tutto alle Province 51 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 14 A B C D E F Che cosa Venatoria? è un'Associazione Che compiti hanno le Associazioni Venatorie? Per la vigilanza sulla caccia un'Associazione Venatoria può avere proprie guardie volontarie? In quali di questi casi si applica l'arresto e l'ammenda? Per cacciare è obbligatorio essere assicurati per la responsabilità civile verso terzi? In quale di questi casi, se recidivi, vi è anche l'esclusione della licenza? 1 E' un gruppo di cacciatori che effettua una battuta di caccia 2 3 E' l'associazione che rilascia, per l'esercizio della caccia , l'assicurazione per la responsabilità civile verso terzi Una libera organizzazione di cacciatori 1 Di organizzare battute di caccia in zone pericolose 2 Di predisporre il Calendario Venatorio 3 Di educare i cacciatori nei confronti dell'attività venatoria 1 No 2 Si 3 Solo se autorizzate dalla Giunta Regionale 1 Non eseguire le dovute prescrizioni sul tesserino di caccia 2 Esercitare l'uccellagione 3 Caccia in terreni adibiti ad attività sportiva 1 No 2 E' facoltativo 3 Si 1 Praticare la caccia nelle giornate di silenzio venatorio 2 Addestrare i cani da caccia in periodo non consentito 3 Esercitare l'attività venatoria durante il periodo di chiusura generale della caccia 52 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 15 A B C D E F Che cosa comporta cacciare senza aver pagato le tasse di concessione? Che cosa comporta l'uccisione di un orso? Che cosa comporta l'uccisione di un cinghiale nel mese di novembre? Che cosa comporta l'uccisione di un rapace diurno? Che cosa comporta cacciare in una zona di ripopolamento e cattura? Che cosa comporta esercitare la caccia in un'azienda faunisticovenatoria senza permesso? 1 La revoca della licenza di porto di fucile per uso caccia 2 La sospensione della licenza per 5 anni 3 Una sanzione amministrativa da £. 300.000 a £ 1.800.000 1 L'arresto da tre mesi ad un anno e l'ammenda da 2 a 12 milioni di lire Una sanzione amministrativa da £. 300.000 a £ 1.800.000 2 3 Nulla in quanto è selvaggina cacciabile dall'1° ottobre al 31 dicembre 1 L'esclusione della licenza per un anno 2 L'ammenda e la sospenzione della licenza 3 Nulla in quanto è selvaggina cacciabile 1 Una sanzione amministrativa 2 I complimenti della Provincia in quanto è selvaggina nociva 3 L'ammenda e la sospenzione della licenza 1 La sospenzione della licenza 2 Una pesante sanzione amministrativa 3 L'arresto fino a sei mesi e l'ammenda da lire 900.000 a lire 3.000.000 1 La sospensione della licenza di porto di fucile per uso caccia 2 Una sanzione amministrativa da £ 300.000 a £.1.800.000 3 Una multa da stabilire a cura del gestore dell'azienda 53 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 16 A B C D E F Che cosa comporta cacciare in un ambito territoriale di caccia senza permesso? Che cosa comporta l'uccisione della femmina del fagiano? Che cosa comporta l'uccisione di un cinghiale con il manto pezzato? Che sanzione è prevista per chi non effettua sul tesserino le prescritte annotazioni? Quale sanzione è prevista per chi porta o trasporta fucili non in custodia quando la caccia non è consentita ? Quale sanzione è prevista per chi caccia gli ungulati con munizione spezzata? 1 La sospensione della licenza di porto di fucile per uso caccia 2 3 Una sanzione amministrativa da lire 300.000 a lire 1.800.000 e la sospenzione della licenza in recidiva Una sanzione amministrativa da £. 150.000 a £. 900.000 1 Una sanzione amministrativa 2 Nulla, in quanto è specie cacciabile 3 La sospensione della licenza per un anno 1 Nulla, perché è selvaggina cacciabile 2 La revoca della licenza 3 Una sanzione amministrativa 1 Una sanzione amministrativa da £. 150.000 a £. 900.000 2 Una sanzione penale 3 La sospensione della licenza per un periodo di 10 anni 1 Una sanzione amministrativa 2 La revoca della licenza e il sequestro dell'arma 3 La sospensione della licenza per 6 anni 1 Una sanzione amministrativa 2 Un'ammenda e la sospensione della licenza in recidiva 3 La revoca, in recidiva, della licenza 54 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 17 A B C D E F Chi caccia in un 'oasi di protezione a quale pena è soggetto? Quale sanzione comporta l'abbattimento di una pispola? In quali di questi casi, se recidivi, vi è la sospensione della licenza? In quale dei seguenti casi vi è la revoca della licenza? Qual sanzione è prevista per chi caccia con l'uso del registratore quale richiamo? In quale di questi casi se, recidivi, vi è l'esclusione definitiva della licenza? 1 Ad una pesante ammenda 2 All'arresto 3 All'arresto fino a sei mesi ed al pagamento di un'ammenda 1 Nessuna in quanto è fauna cacciabile 2 L'arresto da 2 a 8 mesi o l'ammenda da £ 1.500.000 a £. 4.000.000 3 Sanzione amministrativa 1 Abbattere una martora 2 Caccia a rastrello in più di tre persone 3 Caccia d'appostamento alla beccaccia 1 2 Caccia senza aver effettuato il versamento della tassa di concessione governativa Abbattimento di un camoscio d'Abruzzo 3 Abbattimento della selvaggina oltre il numero di capi consentito 1 2 Un'ammenda da £. 300.000 a £. 1800.000 e la confisca del registratore Una sanzione amministrativa 3 La revoca della licenza 1 Caccia in periodo di chiusura generale 2 Caccia in un'A.T.C. senza la dovuta autorizzazione 3 Abbattere selvaggina oltre il numero consentito 55 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 18 A B C D E F In quale dei seguenti casi è previsto l'arresto e l'ammenda? In quale di questi casi è previsto l'arresto o l'ammenda? In quale di questi casi può scattare l'arresto? Che qualifica hanno gli agenti di vigilanza dipendenti dalle Province? Che qualifica hanno le guardie volontarie delle Associazioni Venatorie o Protezionistiche? Gli agenti di vigilanza della Provincia dove possono esercitare la caccia? 1 Abbattere un orso 2 Abbattere la starna 3 Esercitare l'uccellagione 1 Esercitare la caccia in forma diversa da quella prescelta 2 Caccia col segugio alla beccaccia 3 Esercitare la caccia in periodo di divieto generale 1 Caccia nel mese di maggio 2 A chi non esegue le dovute prescrizioni sul tesserino 3 Addestrare i cani in periodo non consentito 1 Sono guardie venatorie 2 Sono agenti di polizia urbana 3 Sono agenti di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza 1 Sono agenti di polizia giudiziaria 2 Sono pubblici Ufficiali 3 Sono agenti di pubblica sicurezza 1 Solo nella propria provincia 2 Nel comune di residenza 3 Nel territorio di un'altra Provincia 56 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 19 A B C D E F E' sequestrabile il cane? Gli agenti delle Province possono sequestrare la selvaggina in caso d'infrazione alle legge sulla caccia? Gli agenti volontari possono sequestrare i mezzi di caccia in caso di infrazione alla legge sulla caccia? Può un guardiacaccia volontario sequestrare la selvaggina? La qualifica di guardia volontaria può essere concessa: Gli agenti delle Province possono sempre sequestrare i mezzi di caccia? 1 Solo se arreca eccessivo disturbo alla fauna protetta 2 Solo se danneggia i campi coltivati 3 No 1 No 2 Si 3 Solo per certe violazioni 1 No 2 Si 3 Solo per le infrazioni più gravi 1 No 2 Si 3 Solo in alcuni casi 1 A tutti coloro che ne facciano richiesta 2 Solo a chi abbia superato apposito esame di idoneità 3 Solo a chi si dichiara disponibile a collaborare con le guardie della Provincia 1 No 2 Si 3 Solo per contravvenzioni di natura penale 57 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 20 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 21 #VALORE! DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 22 DOMANDE LEGISLAZIONE VENATORIA N. 23 DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 1 A B C D E F Cosa sono le stoppie? A che cosa è sogggetto un'organismo? A che cosa da vita un sistema ecologico? I cosiddetti cereali vernini in che periodo vengono seminati? Che cosa sono i diserbanti? Che cosa sono gli anticrittogamici? 1 Boschetti posti a macchia di leopardo 2 Terreni non lavorati da diversi anni 3 I residui colturali che rimangono sui terreni dopo le operazioni di raccolta dei cereali 1 Ad un ecosistema 2 Ad un corridoio ecologico 3 All'ambiente 1 Ad un complesso entro il quale la vita è possibile 2 Alle società primitive 3 Ad un habitat 1 Con l'inizio della primavera e fino alla fine di maggio 2 Dalla metà di ottobre alla seconda decade di novembre 3 Dalla fine di giugno alla prima decade di agosto 1 Sono prodotti chimici che servono ad eliminare dai campi le erbe infestanti Sono piccoli insetti che si nutrono prevalentemente di erba 2 3 Sono prodotti chimici che se impiegati sempre assicurano la giusta copertura dei manti erbosi 1 Sono uccelli appartenenti alla famiglia dei corvidi 2 Sono prodotti chimici usati per combattere i parassiti delle piante da frutto 3 Sono prodotti chimici usati per combattere gli attacchi fungini 77 DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 2 A B C D E F Perché alcuni insettivori? uccelli si dicono Perché hanno molta somiglianza con gli insetti 2 Perché si cibano prevalentemente di insetti 3 Perché vivono insieme agli insetti 1 3 E' la scienza che studia il sistema per mantenere i boschi sempre puliti E' la scienza che studia la relazione tra gli esseri viventi e l'ambiente in cui vivono E' la scienza che studia il comportamento della fauna selvatica 1 Si 2 No 3 Solo se i mezzi si muovono a benzina normale 1 Darwin 2 Haeckel 3 Watson 1 Marzo 2 Giugno Luglio 3 Ottobre 1 Le sostanze chimiche fertilizzanti 2 Siepi, zone marginali boschetti 3 Recupero di prati 2 Che cosa è l'ecologia? La meccanizzazione agricola produce danni alla fauna selvatica? Chi nel 1869 da la definizione di ecologia? In quale mese si normalmente il grano? 1 raccoglie Quali elementi del paesaggio agrario sono importanti per molte specie selvatiche? 78 DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 3 A B C D E F In quale periodo il settore agricolo ha attraversato un periodo di specializzazione? Quale fra questi mammiferi trova il suo habitat ideale in un prato? Che cosa ha comportato l'eleminazione di siepi, arbusti e terreni incolti? A cosa servono i pesticidi? Che cos'è l'ecosistema? Se un cacciatore arreca danni alle colture agricole chi deve risarcire i danni? 1 Dall'immediato dopoguerra 2 Negli anni Settanta 3 Prima della seconda guerra mondiale 1 Lepre 2 Cinghiale 3 Volpe 1 L'aumento delle fonti alimentari 2 Non ha inciso né sulla fauna né sull'ambiente 3 La scomparsa di zone di rifugio e nidificazione 1 A combattere gli organismi nocivi 2 Ad alimentare le specie selvatiche 3 A tutelare la flora 1 Luogo dove vive un animale o una pianta 2 3 Insieme delle condizioni chimico fisiche a cui è soggetto un'organismo Unità ecologica fondamentale 1 La Provincia 2 L'Ambito Territoriale di Caccia 3 Il cacciatore che danneggia 79 DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 4 A B C D E F Vi è correlazione fra selvaggina e ambiente? Quale fauna può vivere in un territorio con un buon equilibrio naturale? Normalmente in Molise in che periodo inizia la raccolta delle olive? Che cos'è il triticale? Quale cause ha avuto l'avvento dell'agricoltura moderna intensiva? Che cosa è lo smog? 1 A volte 2 Mai 3 Si 1 Solo gli ungulati 2 Solo le lepri 3 Tutte le specie faunistiche 1 Ottobre 2 Gennaio 3 Luglio 1 Coltura cerealicola ottenuta da grano e dal segale 2 Uccello appartenente alla famiglia dei corvidi 3 Pianta che cresce spontaneamente negli anfratti rocciosi 1 Nessuna causa 2 Ha causato il declinio della biodiversità 3 ha causato la limitazione della caccia 1 E' una sostanza chimica utile all 'agricoltura 2 E' l'abito che si usa per le grandi occasioni 3 E' nebbia impregnata di residui di combustione 80 DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 5 A B C D E F Quale della seguente fauna è più dannosa alle colture agricole? Nel caso ci si trovi nelle vicinanze di un incendio boschivo che cosa si deve fare? In un fondo in attività di coltura chi può andare a caccia? Qual è il significato della parola habitat Da chi viene effettuata la liquidazione dei danni arrecati alle colture agricole dalla fauna selvatica in un'oasi di protezione? Chi sono gli agenti preposti alla sorveglianza del patrimonio boschivo? 1 Il fenicottero 2 La volpe 3 Il cinghiale 1 Allontanarsi rapidamente e avvisare la stazione forestale più vicina 2 Sparare la selvaggina che scappa 3 Scattare qualche foto interessante 1 Nessuno 2 Solo il conduttore o il proprietario del fondo 3 I guardiacaccia volontari autorizzati dalla Provincia 1 Centro abitato 2 Ambiente ottimale per una o più specie 3 Zona di bosco ceduo 1 Dalle Associazioni Protezionistiche 2 Dall'Amministrazione Provinciale competente per territorio 3 Dalle Associazioni degli agricoltori 1 Le guardie zoofile 2 Le guardie forestali 3 Le guardie volontarie DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 6 81 A B C D E F Qual è la causa maggiore della degradazione dei boschi? Gli incendi boschivi che cosa causano alla selvaggina? Per quale finalità si istituiscono le Aziende Agri-Turistico Venatorie? Quale coltura è maggiormente preferita dal fagiano? Cosa si intende per flora? Quali specie di uccelli danneggiano maggiormente le semine di cereali? 1 Il pascolo 2 La siccita 3 Il fuoco 1 Non hanno alcuna influenza 2 Provocano la scomparsa della fauna selvatica 3 Causano la bruciatura delle penne 1 Per favorire un'attività turistica 2 Per darle in gestione alle associazioni protezionistiche 3 Per salvaguardare la fauna di allevamento artificiale 1 Il trifoglio 2 La barbabietola 3 Il granoturco 1 2 Complesso delle specie vegetali che vivono in un determinato territorio Piante ornamentali 3 Estensione notevole di terreno costituito da piante di varie specie 1 Gli erbivori 2 I granivori 3 Gli insettivori DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 7 82 A B C D E F La fauna selvatica è tutelata dalle leggi italiane nell'interesse: Quali sostanze sono maggiormente nocive alla selvaggina? Perché il cacciatore deve conoscere le abitudini dei selvatici? Qual è la scienza che studia le relazioni tra gli esseri viventi e l'ambiente? Cos'è un incolto? Quando il grano è in attualità di coltivazione? 1 Dei cacciatori 2 Degli agricoltori 3 Della collettività 1 I concimi organici 2 I diserbanti chimici 3 I rifiuti solidi urbani 1 Per poterli cacciare 2 Per assicurare la sopravvivenza nel loro habitat 3 Per essere consapevole e misurato nell'uso delle risorse naturali 1 La zoologia 2 La biologia 3 L'ecologia 1 Un cacciatore che non conosce i regolamenti di caccia 2 Un terreno non coltivato 3 Un terreno arato 1 Al momento della semina 2 Al momento del raccolto 3 Dal momento della semina fino al raccolto DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 8 83 A B C D E F Perché occorre conservare l'ambiente naturale? Il medicaio che tipo di prato è? Cosa si intende per bosco ceduo? La bruciatura delle stoppie cosa provoca alla selvaggina? Gli ungulati sono dannosi al bosco? Si può cacciare in un terreno di recente rimboschimento? 1 Perché è indispensabile alla vita degli animali e dell'uomo 2 Per evitare problemi ambientali 3 Per preservare la fauna 1 Un prato pascolo di montagna 2 Un prato artificiale 3 Un prato inglese 1 Un bosco in cui gli alberi vengono periodicamente tagliati 2 Un insieme di piante resinose 3 Un bosco che si rinnova solo per piantagione 1 La distrugge 2 La richiama 3 La fa aumentare 1 Sempre 2 Solo in numero eccessivo 3 Mai 1 No 2 Solo se si conosce l'esatta ubicazione delle piantine 3 Solo ad appostamento DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 9 84 A B C D E F Se il cacciatore con una fucilata rovina una pianta chi paga i danni? La starna può vivere indifferemente in qualsiasi ambiente? Che cosa si intende per nicchia ecologica? Chi ha il l'ambiente? dovere di rispettare Una importante coltura cerealicola appetita dalla quaglia è: Che cosa determina intossicazioni acute e croniche negli animali? 1 La Provincia competente per territorio 2 Il Sindaco di quel Comune 3 Il cacciatore che ha sparato 1 Si 2 No, ha bisogno di un ambiente proprio 3 Non ha alcuna importanza perché si adatta ovunque 1 2 Spazio fisico occupato da un'organismo unitamente alla funzione che esso svolge Prodotti chimici usati in agricoltura 3 Rapporto esistente tra animali e ambiente fisico 1 Gli ambientalisti 2 Solo i turisti 3 Tutti i cittadini 1 L'erba medica 2 Il grano 3 Il trifoglio 1 I diserbanti 2 L'ingestione di erbe velenose DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 10 3 Le punture di insetti 85 A B C D E F La cornacchia grigia può arrecare danno alle colture agricole? Le oasi di protezione sono destinate: Il territorio molisano è costituito principalmente da: L'attività di svolgersi? caccia come deve Cosa si intende per vocazionalità faunistica di un determinato territorio? In quale dei seguenti ambienti è 1 No 2 Solo durante il raccolto 3 Si 1 Allo svolgimento di silenziose gare cinofile 2 Al ripopolamento ed alla cattura della fauna 3 Al rifugio, alla riproduzione ed alla sosta della fauna selvatica 1 Collina 2 Montagna 3 Pianura 1 Preservando i boschi 2 Cacciando le specie dannose per l'ambiente 3 Evitando qualsiasi danno all'agricoltura e ai boschi 1 La tendenza per determinate specie faunistiche di stabilirsi in un dato territorio la preferenza a nidificare in un determinato territorio 2 3 Il rapporto tra maschi e femmine di una stessa specie in un determinato territorio 1 In un medicaio da seme 2 Terreno incolto DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 11 F possibile esercitare la caccia? 3 Coltivazione di mais 86 A B C D E Il piano faunistico persegue? quali finalità Cosa sono le colture a perdere? Quali specie arboree sono più rappresentate nei boschi naturali del Molise ? A cosa serve la barra d'involo ? Perché sono importanti le siepi ai fini faunistici ? 1 L'armonizzazione di tutti gli interessi (agricoli, faunistici, venatori) 2 La limitazione della caccia 3 La limitazione della caccia e la tutela delle coltivazioni agricole 1 2 Coltivazioni non soggette alla raccolta del prodotto, destinate all'alimentazione della fauna Colvazioni praticate a livello hobbistico 3 Coltivazioni il cui raccolto viene dato in beneficenza 1 Cerro 2 Abete rosso 3 Betulla 1 A sostenere il motore del trattore 2 Ad allontanare la fauna durante le operazioni di sfalcio 3 A favorire il volo degli uccelli feriti 1 2 Rappresentano un habitat idoneo per la vita di svariate specie faunistiche Permettono il miglioramento genetico delle razze animali 3 Consentono l'appostamento ai predatori 1 La ripartizione della superficie agro-silvo-pastorale nei vari Istituti Faunistico-venatori DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 12 F Cosa è il Piano Faunistico Venatorio ? 2 3 Lo strumento che disciplina annualmente l'esercizio della caccia La mappa che rappresenta il movimento dei cacciatori sul territorio 87 A B C D E Cosa significa l'acronimo IBA ? Qual è il fine del progetto IBA? Quale associazione cura il progetto IBA in Italia? Cosa significa l'acronimo ZPS? Qual è lo scopo della Direttiva Uccelli? 1 Important Bird Area 2 International Bird Area 3 Innovative Bird Area 1 La distribuzione delle popolazioni selvatiche su tutto il territorio 2 L'unione delle varie associazioni ambientaliste e protezioniste 3 La conservazione degli uccelli a livello europeo 1 WWF 2 La LIPU 3 L' Arcicaccia 1 Zone di protezione speciale 2 Zone particolarmente speciali 3 Zone per selvatici 1 La conservazione e protezione di particolari specie di uccelli selvatici 2 La conservazione degli habitat naturali e seminaturali 3 Tutelare la sopravvivenza della biodiversità del nostro continente 1 No DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 13 F E' possibile cacciare un combattente in una ZPS ? 2 Si, dal 30 di ottobre 3 Si, sempre 88 DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 14 DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 15 #VALORE! DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 16 DOMANDE TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE N. 17 DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 1 A B C D E F Qual è il migratore appartenente alla famiglia dei fasianidi? La beccaccia appartiene alla fauna stanziale o migratoria? Qual è l'ambiente naturale della beccaccia? A quale famiglia beccaccia? appartiene la Qual è l'ambiente naturale preferito dalla quaglia? Qual è l'ambiente naturale della coturnice? 1 La coturnice 2 Il fagiano 3 La quaglia 1 Alla fauna stanziale 2 3 Alla fauna stanziale che nel periodo invernale si sposta a sud della penisola Alla tipica fauna migratoria 1 Stoppie di grano e campi di girasole 2 Campi coltivati a mais e terreni incolti 3 Zone boscose 1 Palmipedi 2 Scolopacidi 3 Fasianidi 1 Boschi misti con fitto sottobosco 2 3 Pianure, colline ed anche pianori di montagna con zone a bassa vegetazione e campi coltivati Colline con boschi e radure 1 Boschi cedui di collina 2 Zone sassose di alta e bassa montagna ricche di pascoli 3 Pianure e colline con ampie zone a pascolo 127 DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 2 A B C D E F Che cosa sono i fringillidi? Quali di questi uccelli appartengono alla famiglia dei corvidi? Quale della seguente fauna è un migratore? Quale della seguente fauna è un fasianide? Quale della seguente fauna è un corvide? Quale dei seguenti caradriformi presenta un lungo ciuffo sulla nuca? 1 Uccelli granivori di dimensioni medio-piccole 2 Uccelli insettivori con lunghe zampe 3 Uccelli con sagoma tozza e becco lungo e sottile 1 Le cesene 2 I germani reali 3 Le ghiandaie 1 La starna 2 La tortora 3 Il fagiano 1 La taccola 2 La coturnice 3 Il germano reale 1 La gazza 2 Il merlo 3 Il falco pellegrino 1 La beccaccia 2 La pavoncella 3 Il frullino DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 3 128 A B C D E F Quale della seguente fauna è strettamente legata all'ambiente di montagna? Quale di questi animali è un ungulato? Di che cosa si nutrono prevalentemente i rapaci notturni? In natura quali animali sono più facilmente predati dai rapaci? Quale di questi animali è un predatore? Il cinghiale può incrociarsi con il maiale domestico? 1 La coturnice 2 Il fagiano 3 La gallinella d'acqua 1 Il cinghiale 2 La lepre 3 La volpe 1 Di cereali appena seminati 2 Di topi ed altri piccoli mammiferi 3 Di piccoli uccelli ancora nei nidi 1 I giovani 2 Solo gli adulti dopo la riproduzione 3 Quelli che meglio si mimetizzano con l'ambiente 1 Il lupo 2 Il capriolo 3 La lepre 1 Si 2 No 3 Si, ma produce figli non fecondi DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 4 129 A B C D E F A quale famiglia appartiene la Volpe? A quale famiglia appartiene il Lupo? Cosa si intende per albinismo di un uccello? Che cosa è la muta degli uccelli? Perché il cinghiale, il cervo ed il capriolo appartengono alla famiglia degli ungulati? Quali delle seguenti specie animali sono poligami? 1 Canidi 2 Leporidi 3 Suidi 1 Ursidi 2 Canidi 3 Felini 1 La tendenza ad arrampicarsi in montagna 2 L'abitudine di cantare all'alba 3 La mutazione cromatica del piumaggio con tendenza al bianco 1 Il cambio delle penne 2 E' una malattia respiratoria 3 E' il periodo degli accoppiamenti 1 Perché hanno grandi e solide unghie 2 Perché ululano 3 Perché si trovano spesso ai lati dei boschi 1 Fagiani 2 Cardellini 3 Coturnici DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 5 130 A B C D E F Perché alcune specie di animali si dicono monogame? Quali di questi uccelli non è un rapace? L'ornitologia di che cosa si occupa? Quale di questi uccelli è un rapace diurno? Quali di questi uccelli si nutre prevalentemente di lombrichi? Con quale specie si può facilmente confondere il frullino? 1 Perché maschi e femmine formano coppia fissa 2 Perché il maschio è uguale alla femmina 3 Perché non si accoppiano sugli alberi 1 La poiana 2 Il barbagianni 3 L'allodola 1 Dello studio sugli ungulati 2 Dello studio sulla fauna ittica 3 Dello studio sugli uccelli 1 Il gufo comune 2 Il gufo reale 3 Il falco pellegrino 1 Beccaccia 2 Fagiano 3 Il fringuello 1 Il beccaccino 2 Il colombaccio 3 Il cavaliere d' Italia DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 6 131 A B C D E F A quale della seguente fauna è vietata la caccia? Si può cacciare la martora? A quale della seguente fauna è vietata la caccia? A quale della seguente fauna è vietata la caccia? A quale della seguente fauna è vietata la caccia? Si può cacciare la puzzola? 1 Al lupo 2 Alla tortora 3 Al tordo 1 Si 2 No 3 Solo dalla terza domenica di settembre al 31 dicembre 1 Al fagiano 2 Alla starna 3 Al pettirosso 1 Al germano reale 2 Alla cesena 3 Al cardellino 1 Alla gallinella d'acqua 2 Al verdone 3 Alla quaglia 1 Si 2 Solo dalla terza domenica di settembre al 31 dicembre 3 No DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 7 132 A B C D E F Quale della seguente particolarmente protetta? Quale della seguente particolarmente protetta? Quale della seguente particolarmente protetta? fauna fauna fauna è è è Volendo effettuare un ripopolamento con coturnici, quale ambiente è più adatto? Quale delle seguenti specie faunistiche è autoctona nel territorio molisano? Quale dei seguenti animali staziona normalmente nel bosco? 1 La volpe 2 Il capriolo 3 L'aquila 1 La ghiandaia 2 La gazza 3 La cicogna 1 Il camoscio d'Abruzzo 2 L'allodola 3 Il daino 1 Collina ricca di terreni incolti 2 Zone acquitrinose 3 Zone sassose di media e alta montagna ricche di pascoli 1 Il colino della virginia 2 Il fagiano 3 La starna 1 Il beccaccino 2 La starna 3 La beccaccia DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 8 133 A B C D E F Dove costruiscono il nido le quaglie? La quaglia e la starna appartengono alla famiglia dei fasianidi? La legge vieta l'abbattimento di alcune specie di uccelli perche? Quale di questi migratore? uccelli Che tipo di cane è il setter? Che tipo di cane è il pointer? non è 1 Sul terreno 2 Nei cespugli 3 Sugli alberi 1 Si 2 No 3 Solo la starna 1 Non si riproducono in cattività 2 Hanno poco interesse gastronomico 3 Sono rari 1 La quaglia 2 La beccaccia 3 La coturnice 1 E' un cane da seguita a pelo lungo 2 E' un cane da ferma appartenente alle razze inglesi 3 E' un cane da riporto 1 E' un cane da ferma appartenente alle razze inglesi 2 E' un cane da seguita a pelo raso 3 E' un cane da guardia DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 9 134 A B C D E F La caccia al cinghiale con l'uso di quali cani di solito si pratica? Che tipo di cane è il segugio? Di che cosa si occupa la cinofilia? Il bracco tedesco è un cane: I cani da ferma sono adatti a cacciare quale specie di selvaggina? Qual è la selvaggina più adatta per i cani da seguita? 1 Con l'uso del bracco italiano 2 Con l'uso del pastore abruzzese 3 Con l'uso del segugio 1 E' un cane da riporto 2 E' un cane da seguita 3 E' un cane da ferma appartenente alle razze continentali 1 Di animali allevati in cattività 2 Di francobolli che riproducono piccoli animali 3 Di cani in generale 1 Da caccia a pelo lungo 2 Da ferma appartenente alle razze continentali 3 Da riporto 1 La selvaggina alata 2 La lepre e la volpe 3 Il cinghiale ed altri ungulati 1 La beccaccia e la quaglia 2 I frullini e i beccaccini DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 10 3 La lepre e la volpe 135 A B C D E F Che cosa è la ferma? Che cosa è la guidata? Che cosa è il riporto? Che cosa è la ferma in bianco? Che cosa è la traccia? Che cosa è la canizza? 1 L'irrigidimento del cane quando avverte la presenza del selvatico 2 Bloccare una lepre che tenta di fuggire 3 Arrestarsi al deciso richiamo del padrone 1 L'avvicinarsi al cacciatore 2 E' la fase che precede il riporto della selvaggina 3 E' segiure il selvatico che cerca di allontanarsi di pedina, senza mai perderne il contatto 1 Riportare il selvatico abbattuto al cacciatore 2 L'abbaiare a fermo a un cinghiale 3 Riportare più volte il cane nello stesso luogo di caccia 1 E' una ferma senza la presenza del selvatico 2 E' una ferma su fauna albina 3 E' la ferma su pernici bianche 1 L'impronta che l'animale lascia sul terreno 2 Il sentiero che percorre il cane 3 Il cammino che percorre il cane e il cacciatore per trovare la lepre 1 Sono le voci di una muta di cani che insegue il selvatico 2 L'abbaiare del segugio prima di scovare il selvatico DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 11 F Che cosa è la canizza? 3 L'abbaiare dei cani quando avvertono la presenza dei ladri 136 A B C D E Quali di questi cani appartiene alla razze da cerca? Quali di questi cani appartiene alla razze da traccia? Il Drahthaar è un cane: Quali di questi cani appartiene alle razze da tana? Il Pointer è uno specialista nella caccia: 1 Pointer 2 Spinone 3 Cocker Spaniel 1 Segugio Italiano 2 Segugio di Hannover 3 Bracco Tedesco 1 Da traccia 2 Da ferma 3 Da riporto 1 Bassotto tedesco 2 Golden retriever 3 Beagle 1 Alla volpe 2 Alla starna 3 Alla lepre 1 Alla lepre DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 12 F Il Segugio Italiano è uno specialista nella caccia: 2 Al fagiano 3 Alla coturnice 137 1 A 2 3 1 B 2 3 1 C 2 3 1 D 2 3 1 E 2 3 1 DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 13 F 2 3 1 A 2 3 1 B 2 3 1 C 2 3 1 D 2 3 1 E 2 3 DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 14 1 F 2 3 1 A 2 3 1 B 2 3 1 C 2 3 1 D 2 3 1 E 2 3 DOMANDE ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA N. 15 1 F 2 3 DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA N. 1 A B C D E F In che altro modo può essere chiamato il fucile a due canne giustapposte? Quale calibro di fucile da caccia ha una maggiore grandezza della rosata? Cosa indicano le stelle in un fucile da caccia? Esistono fucili chiamati "magnum" a cosa servono? Con quale numero di pallini il fucile permette una maggiore gittata? A che distanza normalmente con un fucile da caccia si può abbattere un fagiano? 1 Automatico 2 Sovrapposto 3 Doppietta 1 Calibro 20 2 Calibro 12 3 Calibro 16 1 La strozzatura 2 Il grado di precisione del fucile 3 La pressione che possono sopportare le canne 1 A sparare cartucce più potenti 2 A sparare solo cartucce a palla unica 3 A sparare ai piattelli sui campi di tiro a volo 1 Pallini n. 10 2 Pallini n. 5 3 Pallini n. 3 1 150-200 metri 2 30-40 metri 3 70-100 metri 155 DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA N. 2 A B C D E F Si può lasciare il fucile da caccia dentro l'automobile chiusa e con l'antifurto inserito? Che cosa si intende per arma a canna rigata? In che modo può essere usato un fucile semiautomatico in italia? Qual è la distanza di tiro utile per un fucile a canna rigata di medio calibro? Qual è la distanza di tiro utile per un fucile a canna liscia con cartucce a pallini? A cosa serve una maggiore strozzatura della canna? 1 Si 2 Solo nei giorni di attività venatoria 3 No, perché si configurerebbe il reato di omessa custodia dell'arma 1 L'arma con fine incisione rappresentante scena di caccia 2 L'interno della canna molto rovinata 3 Pareti interne alla canna con intagli pieni e vuoti allo scopo di consentire al proiettile un movimento rotatorio 1 Caricato con 5 colpi 2 Caricato con 4 colpi 3 Con serbatoio in grado di contenere non più di 2 cartucce 1 100 metri 2 300 metri 3 1000 metri 1 35 metri 2 90 metri 3 110 metri 1 Ad avere una rosata di pallini più larga 2 A rendere la canna più resistente alle cartucce violente 3 A mantenere più unita la rosata di pallini per aumentare la distanza di tiro utile DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA N. 3 156 A B C D E F Quale dei seguenti fucili è proibito per la caccia in Italia? Come si chiama la parte posteriore della canna? Qual è la funzione dell'innesco in una cartuccia? Come si chiama la parte della canna di un fucile che contiene la cartuccia? Può essere utilizzata un'arma da caccia appartenente ad altro cacciatore? Quali di questi componenti è a contatto con l'innesco? 1 La carabina calibro 22 2 Il sovrapposto calibro 20 3 Doppietta monogrillo calibro 12 1 Bascula 2 Carcassa 3 Culatta 1 Causare l'accenzione della polvere 2 Contenere i pallini 3 Contenere la polvere 1 Anima 2 Serbatoio 3 Camera di scoppio 1 Si, purchè sia un fucile di calibro 12 2 No 3 Si 1 Il piombo 2 La borra 3 La polvere DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA N. 4 157 A B C D E F Che cosa deve fare un cacciatore prima di caricare l'arma? Si può utilizzare la munizione spezzata per la caccia agli ungulati? Nel fucile a canna rigata quali munizioni vengono impiegate di norma? Cos' è una rosata? Per la caccia alle allodole quale cartucce è opportuno usare? Cosa è la bindella in un fucile semiautomatico? 1 Controllare che il fucile sia in sicura 2 Controllare che il fucile sia ben oleato 3 Accertarsi che le canne non siano ostruite 1 Si 2 No 3 Solo i pallettoni per capi di piccola taglia 1 Solo pallettoni 2 A palla unica 3 Spezzate o a palla unica 1 circonferenza che delimita l'insieme dei pallini di una cartuccia 2 la distanza massima alla quale può arrivare il piombo 3 diametro interno delle armi da fuoco 1 Quelle con pallini di piombo n. 0 2 Quelle con pallini di piombo n. 4 o 5 3 Quelle con pallini di piombo n. 11 o 12 1 E' la parte che contiene le cartucce 2 E' la parte posteriore della canna 3 E' un pezzo saldato sulla canna per facilitare la mira DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA N. 5 158 A B C D E F Quando si verifica il rinculo in un'arma? Quali pallini è opportuno usare per la caccia alla lepre? Quali pallini vanno usati per la caccia alla quaglia? Dovendo percorrere una strada comunale, come deve essere tenuto il fucile? Quale dei seguenti calibri di fucile ad anima liscia è permesso? In quante parti si smonta un fucile ad anima liscia? 1 Quando dopo aver caricato si chiude l'arma con violenza 2 Quando si spara 3 Un'attimo prima di premere il grilletto 1 Pallini n. 7 2 Pallini n. 2 3 Pallini n. 9 1 Pallini n. 10 2 Pallini n. 5 3 Pallini n. 7 1 In sicura 2 In sicura e sulla spalla 3 Scarico 1 Calibro 10 2 Calibro 8 3 Calibro 20 1 In due 2 In tre 3 In quattro DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA N. 6 159 A B C D E F Che cosa si intende per canna raggiata? Cos'è il cane del fucile? E' consentito l'uso del fucile a canne sovrapposte? Prima di superare un ostacolo molto difficoltoso cosa deve fare il cacciatore alla propria arma? A quanti metri con un fucile calibro 12 si può abbattere una volpe? Quale dei seguenti fucili ad anima liscia è consentito per l'attività venatoria? 1 Canna con leggere solcature interne adatta per i tiri a breve distanza 2 Canna con profondi graffi esterni 3 Canna con piccole incisioni 1 E' quella parte che colpisce il percussore 2 E' l'ausiliare del cacciatore 3 E' quella parte posta all' estremità delle canne per facilitare la mira 1 Si 2 No 3 Solo per la caccia al cinghiale 1 Metterla in sicura 2 Tenerla saldamernte sulla spalla destra 3 Togliere la cinghia e attraversare l'ostacolo tenendo le canne rivolte verso il basso 1 120/170 metri 2 100/120 metri 3 30/50 metri 1 Semiautomatico calibro 8 2 Sovrapposto calibro 10 3 Doppietta calibro 16 DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA N. 7 160 A B C D E F Che cosa blocca la sicura in un fucile ad anima liscia? Quali dei seguenti pallini sono più piccoli? Con quali delle seguenti armi è consentito cacciare? Qual è il calibro massimo consentito per i fucili da caccia a canna liscia? Che tipo di munizione è consentita per la caccia al cinghiale? Quanto è lunga generalmente la canna in un fucile da caccia? 1 Il percussore o il grilletto 2 La bascula 3 La chiave d'apertura dell'arma 1 Numero 11 2 Numero 9 3 Numero 0 1 Carabina calibro 22 2 Arco 3 Fucile semiautomatico calibro 10 1 Il calibro 12 2 Il calibro 24 3 Il calibro 16 1 A palla unica 2 A munizione spezzata 3 A pallettoni 1 45 cm 2 66 cm 3 81 cm DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA N. 8 161 A B C D E F Che cos'è il calcio del fucile? Per la caccia alla piccola avifauna quale arma è consigliata? Quale delle seguenti armi considerata a canna rigata? è Per tiri particolarmente lunghi, alle anatre, quale munizione è più indicata? A chi deve essere inoltrata la denuncia di un arma da caccia? Quali dei seguenti pallini sono più adatti per la caccia alle coturnice? 1 E' la parte dove fuoriescono i pallini 2 E' la chiave per aprire il fucile 3 E' la parte che serve ad imbracciare il fucile 1 Calibro 20 2 Calibro 12 3 Carabina a canna rigata 1 La doppietta 2 Il semiautomatico 3 La carabina 1 Munizioni a palla unica 2 Cartucce con pallini n° 0 3 Cartucce con 9 palle 1 Alla Questura 2 Al Corpo Forestale dello Stato 3 All'ufficio di vigilanza venatoria della Provincia di residenza 1 Numero 6 o 7 2 Numero 0 3 Numero 11 DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA N. 9 162 A B C D E F Quali dei seguenti pallini sono più adatti per la caccia alle beccacce? I moderni fucili da caccia sono dotati di un sistema di strozzatura intercambiale, e quanti sono? A che distanza normalmente è possibile abbattere una lepre con pallini numero 4? A che distanza normalmente è possibile abbattere una quaglia con pallini numero 10? A che distanza normalmente è possibile abbattere un fagiano con pallini numero 5? A che distanza normalmente è possibile abbattere una volpe con pallini numero 0? 1 Numero 0 2 Numero 8 3 Numero 5 1 Si, quattro 2 Si, tre 3 No, nessuno 1 A 30 metri 2 A 80 metri 3 A 100 metri 1 A 100 metri 2 A 60 metri 3 A 30 metri 1 A 95 metri 2 A 85 metri 3 A 30 metri 1 A 85 metri 2 A 90 metri 3 A 30 metri DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA N. 10 163 A B C D E F Quanti grammi di piombo contiene all'incirca una cartuccia calibro 12 ? Che cos'è la borra della cartuccia? Un fucile semiautomatico dove ha il cane? Quanti colpi semiautomatico? ha un fucile Quali dei seguenti fucili da caccia è più potente? Qual è il metallo utilizzato per i pallini da caccia? 1 grammi 10 2 grammi 20 3 grammi 32 1 L'elemento interposto tra polvere e piombo 2 E' la parte ottonata del bossolo 3 Il fondello interno del bossolo 1 All'esterno 2 All'interno 3 Nell'otturatore 1 Uno 2 Due 3 Più di due 1 Il calibro 36 2 Il calibro 12 3 Il calibro 24 1 Alluminio al piombo 2 Rame DOMANDE ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA N. 11 3 Piombo puro o al nichel 164 DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 1 A B C D E F Che cos'è l'arresto cardiaco? Come si cardiaco? riconosce un arresto Quale punto del corpo è maggiormente interessato dal dolore dell'infarto cardiaco? Come ci si deve comportare in presenza di un infarto cardiaco? Che cos'è l'emorragia? Che cosa si deve fare in presenza di una emorragia esterna? 1 L'arresto della motilità 2 L'arresto del cuore con arresto della circolazione e del respiro 3 La perdita temporanea della coscienza 1 Dalla perdita di coscienza, pallore della cute, labbra ed unghie scure 2 Da uno stato euforico 3 Dalla mancanza di lucidità ed orientamento 1 La testa 2 Tra le scapole 3 Il centro inferiore del torace 1 Invitare il soggetto colpito a muovere le braccia 2 Rassicurare il malcapitato ed evitargli ogni minimo sforzo 3 Invitare il soggetto colpito ad assumere piccole quantità di sostanze alcoliche 1 E' l'abbondante quantità di sangue fuoriuscita da una ferita 2 Violente scariche diarroiche 3 Perdita di urina 1 Stendere l'infortunato e coprire le ferite 2 Stendere l'infortunato e farlo bere 3 Fissare un laccio emostatico a monte della ferita 177 DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 2 A B C D E F Cosa è più opportuno usare per bloccare una emorragia senza disporre di laccio emostatico? Cosa è la ferita? Per la prima medicazione di una ferita cosa è consigliabile usare? Cosa è una frattura? Come si riconosce una frattura? In caso di sospetta frattura all'avambraccio cosa di deve fare? 1 Una cintura 2 Un maglione 3 Una calza 1 Una puntura d'insetto 2 Una sudorazione abbondante 3 L'interruzione della continuità della cute 1 Acqua di fonte 2 Alcool 3 Bevande alcoliche 1 E' la rottura di un osso 2 E' il cosiddetto colpo della strega 3 E' la mancanza di un osso 1 2 Dal dolore, dalla deformità della parte colpita e da impotenza funzionale Da eccessiva sudorazione 3 Dalla comparsa di febbre 1 Immobilizzare la mano con una forte legatura 2 Praticare un energico massaggio 3 Immobilizzare il polso ed il gomito con adeguata fasciatura DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 3 178 A B C D E F Come si aiuta un soggetto fratturato? Come si può capire se una caduta ha provocato la frattura della colonna vertebrale? E' consigliabile trasportare da soli un fratturato vertebrale? Dopo una distorsione cosa bisogna fare? Che cos'è un trauma cranico? Come si fa a riconoscere se una persona ha subito un trauma cranico? 1 Deve essere aiutato a rialzarsi e a riacquistare i movimenti 2 3 Si devono immobilizzare le fratture e trasportare il malcapitato al più vicino ospedale Bisogna aspettare che gli passi il dolore 1 Dai dolori in tutte le parti del corpo 2 3 Da formicolio alle braccia e/o alle gambe o dall'impossibilità a muovere braccia e gambe Dalla improvvisa comparsa della febbre 1 Si 2 No 3 Solo se il malcapitato è d'accordo 1 Impacchi freddi e fasciatura non stretta 2 Mettere il laccio emostatico 3 Fare compressione diretta e mettere fasciature strette 1 Un violento colpo al capo con lesione ossea del cranio 2 Uno stato di stress psicologico 3 Uno stato di euforia e di ebrezza 1 Dalla perdita di movimento delle braccia e delle gambe 2 Dalla perdita di coscienza, cefalea, vomito e vertigini 3 Dalla perdita di movimento della sola testa DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 4 179 1 A B C D E F Cosa bisogna fare quando una persona presenta tutti i sintomi di un trauma cranico senza perdita di coscienza? Se dopo un trauma cranico abbiamo emorragia dal naso e dall'orecchio come dobbiamo comportarci? Come si riconosce una vipera? Quali sono i sintomi in caso di morso di vipera? Cosa bisogna fare in caso di morso di vipera? In caso di morso di vipera che cosa è consigliabile somministrare? 3 Si deve mettere la persona sdraiata e aspettare che arrivino i soccorsi Si deve mettere la persona sdraiata ruotata sul fianco e chiamare urgentemente soccorso La si deve caricare sulle spalle e portala in ospedale 1 Tamponare 2 Pulire e disinfettare 3 Chiamare tempestivamente il pronto soccorso 1 Dalla testa triangolare e coda quasi tronca 2 Dalla testa oblunga e coda molto sottile 3 Dalle pupille sempre rotonde 1 Sonnolenza 2 Svenimento dopo pochi minuti 3 Immediato e forte dolore locale 1 2 Legare con un laccio a monte della ferita e recarsi con urgenza al più vicino punto di pronto soccorso Somministrare bevande alcoliche al malcapitato 3 Pulire e disinfettare la parte interessata 1 Bevande alcoliche 2 Caffè, thè ed altre sostanze eccitanti 3 Analgesici 2 DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 5 180 A B C D E F Per una corretta respirazione artificiale il capo deve essere: In caso di congelamento quali sono le parti più colpite? Quali sono i sintomi del congelamento? Che cos'è l'assideramento? Che cos'è il colpo di calore? Come si deve intervenire quando un soggetto presenta un colpo di calore? 1 Iperteso 2 Con il mento che tocca il torace 3 Di lato 1 Piedi, mani, orecchie e naso 2 Le ginocchia 3 I polmoni 1 Formicolii, intorpidimento, riduzione della sensibilità 2 Forte dolore di testa 3 Difficoltà nella respirazione 1 E' la perdita di coscienza 2 E' la prolungata esposizione al caldo umido 3 E' la protratta esposizione di tutto il corpo a basse temperature 1 E' una forte scottatura 2 E' un momento di eccessivo nervosismo 3 E' l'improvviso aumento della temperatura corporea conseguente ad una lunga esposizione ad alta temperatura e forte umidità 1 Portarlo all'ombra, spogliarlo, rinfrescarlo con spruzzi d'acqua e fargli bere bevande fresche non alcoliche 2 Lo si deve coprire con indumenti di lana 3 Gli si deve far bere del buon vino fresco DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 6 181 A Cosa bisogna fare in caso di puntura di insetti? 1 Comprimere il pungiglione per allievare il dolore 2 Lavare bene con acqua di fonte, incidere leggermente la zona colpita ed estrarre violentemente il pungiglione Estrarre con delicatezza il pungiglione, disinfettare e mettere una pomata antistaminica 3 1 B C D E F In caso di contatto dell'occhio con sostanze chimiche usate in agricoltura cosa bisogna fare? Come comportarsi in caso di ingestione di frutta trattata con sostanze tossiche usate in agricoltura? Come comportarsi in caso di asfissia? In caso di ustione cosa fare? E' più grave una'ustione di: 2 Lavare abbondantemente con acqua di fonte ed eventualmente recarsi in ospedale Mettere più volte tre gocce di collirio disinfettante 3 Bendare l'occhio ed aspettare che passi il prurito 1 Dopo un'ora dall'ingestione far vomitare il malcapitato 2 Provocare vomito solo se è trascorso poco tempo dall'ingestione 3 Fare bere molto caffè 1 Far bere molta acqua 2 Praticare un energico massaggio alle spalle 3 Liberare le vie aeree 1 Lavare la parte ustionata con acqua fredda 2 Fare uscire il liquido dalle vesciche dopo averle perforate 3 Frizionare la parte ustionata 1 Terzo grado localizzata 2 Secondo grado al torace 3 Primo grado su tutto il corpo DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 7 182 A B C D E F In caso di distorsione a una caviglia come ci si deve comportare? In caso di ferita da arma da fuoco cosa si deve fare? In caso di ferita da arma da fuoco al torace come bisogna posizionare il malcapitato? Come bisogna comportarsi in caso di congelamento? E' opportuno mettere a contatto diretto con fonte di calore la persona affetta da congelamento? In caso di emergenza il soccorritore chi deve avvisare per il pronto intervento? 1 Mettere in forte trazione l'arto interessato 2 Immobilizzare l'arto mediante fasciatura non troppo stretta 3 Mettere a riposo il paziente ed attendere che passi il dolore 1 Disinfettare i bordi della ferita e coprirla con garze sterili 2 Estrarre i pallini o pallettoni con una pinzetta 3 Fasciare in modo stretto le ferite 1 Metterlo in posizione eretta in attesa di soccorso 2 3 Sdraiarlo al suolo sul lato della ferita per consentire una migliore espansione del polmone illeso Praticare un'energico massaggio al torace 1 Far bere al paziente acqua fredda 2 Mettere a nudo le parti del corpo congelate 3 Favorire la circolazione allentando scarpe e legacci e frizionare delicatamente la parte 1 Solo se al congelamento sono interessati gli arti 2 Si, in tutti i casi 3 No 1 La Provincia competente per territorio 2 I parenti più stretti del malcapitato 3 Il più vicino posto di pronto soccorso DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 8 183 A B C D E F Che cosa può provocare la puntura di un insetto? Le reazioni alle punture d'insetti sono sempre uguali? Qual è il rischio nel caso di puntura di vespe o calabroni? In caso di puntura di zecca cos'è opportuno fare? Quali sono le reazioni allergiche meno severe conseguenti la puntura di insetti? Cosa può provocare una reazione ritardata al veleno d'insetti? 1 Una reazione allergica, immunologica 2 Un colpo di calore 3 Un'ustione di terzo grado 1 Si 2 Non c'è alcuna reazione 3 La reazione dipende dalla sensibilità del soggetto al veleno dell'insetto. 1 2 Possibile shock anafilattico che il veleno provoca in individui predisposti Paralisi del piede destro 3 Perdita di sensibilità della parte interessata 1 2 Staccare il parassita in modo da lasciare l'apparato boccale dell'animale all'interno della ferita Non staccare mai il parassita forzandolo 3 Applicare uno stick 1 Nausea lieve, diarrea e gonfiore sul sito della puntura 2 Sonnolenza 3 Difficoltà nella respirazione 1 Febbre, dolori alle articolazioni e gonfiore delle ghiandole 2 Perdita momentanea di memoria DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 9 3 Formicolio in tutte le parti del corpo 184 DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 10 DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 11 DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 12 DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 13 DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 14 l DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 15 DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 16 DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 17 DOMANDE NORME DI PRONTO SOCCORSO N. 18 LEGISLAZIONE VENATORIA VERIFICA A B C D E F n° 1 1 2 X X X X X X n° 5 1 2 X A B C D E F X A B C D E F n° 9 1 2 X X X X X X A B C D E F X X n° 13 1 2 X A B C D E F X X X X X 3 X n° 6 1 2 X X X A B C D E F n° 10 1 2 X X X X X 3 X X X X X X n° 18 1 2 X A B C D E F A B C D E F X X X X X X X A B C D E F 3 X X X X X X 3 X X X X X X 3 X X X X X X n° 19 1 2 3 X X n° 15 1 2 A B C D E F 3 X n° 11 1 2 3 X n°3 1 2 X n° 7 1 2 3 X X A B C D E F A B C D E F 3 X n° 14 1 2 3 X X X A B C D E F 3 X X A B C D E F 3 X X n° 17 1 2 A B C D E F 3 n° 2 1 2 X X X X X X 3 X X X X X X A B C D E F A B C D E F A B C D E F A B C D E F n° 4 1 2 X X X 3 X X X n° 8 1 2 X X X 3 X X X n° 12 1 2 X X 3 X X X X n° 16 1 2 X X X X X X n° 20 1 2 3 3 A B C D E F 59 TUTELA DELLA NATURA E PRINCIPI DI SALVAGUARDIA DELLE PRODUZIONI AGRICOLE VERIFICA n° 1 1 2 A B C D E F X X X X n° 5 1 2 A B C D E F 3 X X X X X X n° 9 1 2 A B C D E F 3 X X 3 X X X X X X n° 13 1 2 n° 6 1 2 A B C D E F A B C D E F 3 A B C D E F 3 X X X X X X n° 10 1 2 3 X X X X X X n° 14 1 2 3 A B C D E F A B C D E F A B C D E F X X X X A B C D E F 3 X X X X X X n° 11 1 2 X X X X X X n° 15 1 2 A B C D E F A B C D E F A B C D E F 3 A B C D E F 3 3 X X X X X X n° 8 1 2 X X X X X X n° 12 1 2 X 3 3 X X X X X n° 16 1 2 3 n° 20 1 2 3 A B C D E F n° 19 1 2 3 n° 4 1 2 3 A B C D E F n° 18 1 2 3 n°3 1 2 X X n° 7 1 2 3 A B C D E F n° 17 1 2 A B C D E F A B C D E F n° 2 1 2 X X X X X X 3 A B C D E F 89 ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA VERIFICA n° 1 1 2 A B C D E F A B C D E F X X X n° 5 1 2 X X X 3 X X X X X X n° 13 1 2 A B C D E F A B C D E F 3 X X X X X n° 6 1 2 X X X X n° 10 1 2 X X X X X X A B C D E F A B C D E F 3 X X X X X 3 X X X X X X n° 15 1 2 3 A B C D E F X n° 11 1 2 A B C D E F 3 A B C D E F n° 4 1 2 X X 3 X X X X n° 8 1 2 X X 3 X X X X n° 12 1 2 3 n° 16 1 2 3 n° 20 1 2 3 A B C D E F A B C D E F n° 19 1 2 3 A B C D E F 3 A B C D E F n° 18 1 2 3 n°3 1 2 X X X X X X n° 7 1 2 3 A B C D E F n° 17 1 2 A B C D E F 3 X X n° 14 1 2 3 A B C D E F A B C D E F A B C D E F 3 X X X n° 9 1 2 A B C D E F 3 X X X n° 2 1 2 X 3 A B C D E F 139 ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA VERIFICA n° 1 1 2 A B C D E F A B C D E F A B C D E F 3 X X X X X X n° 5 1 2 X X X X A B C D E F 3 X X X X X X n° 6 1 2 X X X X 3 X X X X X X n° 14 1 2 A B C D E F n°3 1 2 X X X X X X n° 7 1 2 X X X X X X n° 11 1 2 X X X X X n° 8 1 2 A B C D E F 3 3 X 3 X X X X X X n° 12 1 2 3 n° 16 1 2 3 n° 20 1 2 3 A B C D E F n° 15 1 2 3 A B C D E F n° 19 1 2 A B C D E F A B C D E F 3 A B C D E F 3 n° 4 1 2 3 A B C D E F n° 18 1 2 3 A B C D E F 3 A B C D E F n° 17 1 2 A B C D E F 3 X X n° 10 1 2 3 A B C D E F A B C D E F A B C D E F 3 X X X n° 13 1 2 A B C D E F 3 X X n° 9 1 2 X X X n° 2 1 2 3 A B C D E F 165 NORME DI PRONTO SOCCORSO VERIFICA A B C D E F A B C D E F n° 1 1 2 X X 3 X X X X n° 5 1 2 X X X X X X X X 3 X X X X X X n° 10 1 2 3 A B C D E F A B C D E F 3 A B C D E F 3 X X X 3 X X X X X n° 8 1 2 X 3 X X X X X n° 12 1 2 3 n° 16 1 2 3 3 n° 20 1 2 3 A B C D E F n° 19 1 2 A B C D E F n° 4 1 2 X A B C D E F n° 15 1 2 3 A B C D E F 3 A B C D E F n° 18 1 2 3 n° 7 1 2 X X X n° 11 1 2 3 A B C D E F n° 17 1 2 A B C D E F n°3 1 2 X X X X X X A B C D E F n° 14 1 2 3 A B C D E F A B C D E F 3 A B C D E F n° 13 1 2 A B C D E F A B C D E F 3 X n° 6 1 2 3 X X n° 9 1 2 A B C D E F n° 2 1 2 X 3 A B C D E F 185