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L`esame per l`abilitazione all`esercizio venatorio

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L`esame per l`abilitazione all`esercizio venatorio
REPUBBLICA ITALIANA
Regione Siciliana
ASSESSORATO REGIONALE DELLE RISORSE AGRICOLE ED ALIMENTARI
DIPARTIMENTO INTERVENTI STRUTTURALI PER L'AGRICOLTURA
7° SERVIZIO PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO FAUNISTICO,
PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DELL'ATTIVITA' VENATORIA
U.O. n° 50 – RIPARTIZIONE FAUNISTICO VENATORIA DI CATANIA
L’esame per l’abilitazione all’esercizio venatorio
-----------------------------------------Manuale dell’aspirante cacciatore
Questo manuale, nasce dall’impegno del personale
della Ripartizione Faunistico Venatoria di Palermo,
con la finalità di fornire agli aspiranti cacciatori
una guida di facile consultazione, complementare,
con le altre pubblicazioni del settore.
All’edizione originale del 2001 alcune integrazioni sono state
apportate dalla Ripartizione Faunistico Venatoria di Catania
***********
Indice
3
23
Legislazione venatoria
Zoologia applicata alla caccia
37 Armi e munizioni da caccia
49 Tutela della natura e principi di salvaguardia della produzione
agricola con particolare riferimento al territorio siciliano
62 Pronto soccorso
79 Cinologia
2
LEGISLAZIONE VENATORIA
3
LEGISLAZIONE VENATORIA
Finalità della Legge Regionale 33/97 e della Legge 157/92
La finalità della L. R. 33/97 e delle sue successive modifiche ed integrazioni (L.R. 15/98 e L.R. 7/2001),
nonché della Legge 157/92, è quella di tutelare il patrimonio faunistico e la sua ricostituzione, nell'interesse
della comunità regionale, nazionale ed internazionale; le norme succitate contengono delle disposizioni che
disciplinano la gestione del patrimonio faunistico, la regolamentazione dell'attività venatoria e cinologica,
anche ai fini sportivi e delle attività di allevamento anche a scopo amatoriale; il tutto nel rispetto della
conservazione della fauna selvatica, degli equilibri ecologici e naturali e di un corretto svolgimento delle
attività agricole, zootecniche e forestali.
Definizione detta fauna selvatica e suo stato giuridico
La Legge Regionale 33/97 definisce quale fauna selvatica, le specie animali delle quali esistono delle
popolazioni o esemplari che vivono stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà nel territorio
regionale.
La fauna selvatica dal punto di vista giuridico è considerata patrimonio indisponibile dello stato.
Detenzione di fauna
La Legge Regionale 33/97 stabilisce che detenere, catturare, commercializzare o introdurre fauna
selvatica nel territorio regionale, salvo per i termini e i modi previsti dalle disposizioni contenute nella L.R.
33/97, costituisce reato. Sono comunque sempre vietati:
- l'uccellagione sotto qualsiasi forma;
- a cattura e la detenzione di uccelli e di mammiferi selvatici nonché il prelievo di uova, nidi e piccoli
nati;
- la caccia, la cattura e la detenzione di tartarughe di mare, di testuggini sia di terra che di acqua dolce, di
istrici;
- l'introduzione di specie alloctone.
Organizzazione tecnico-amministrativa nel settore faunistico-venatorio
L'Organizzazione tecnico amministrativa regionale del settore faunistico venatorio, è demandata al
servizio faunistico venatorio dell'Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari, il quale ha il
compito di coordinamento delle Unità Operative (Ripartizioni Faunistico Venatorie).
Le Ripartizioni Faunistico Venatorie, sono in numero di una per provincia e dislocate nei capoluoghi di
provincia, hanno il compito di adempiere a quanto previsto dall’ art. 8 punto 2 della L.R. 33/97.
L'Osservatorio Faunistico Siciliano (O.F.S.) opera d'intesa con le Unità Operative (R.F.V) fornendo
consulenza alle medesime e cura i rapporti con l'Istituto nazionale fauna selvatica (I.N.F.S.) oggi I.S.P.R.A
Pianificazione e gestione del territorio ai fini faunistici
Tutto il territorio agro-silvo pastorale è soggetto a pianificazione faunistico-venatoria che è finalizzata, per
alcune specie carnivore, alla conservazione delle loro capacità riproduttive e, per altre specie carnivore, al loro
contenimento naturale; per quanto riguarda le rimanenti specie si persegue la loro densità ottimale e la loro
conservazione mediante la regolamentazione del prelievo venatorio e la riqualificazione delle risorse
ambientali.
Zone di protezione della fauna
La Regione è incaricata di predisporre il piano faunistico-venatorio che contempla istituti di natura diversa
come i parchi, le riserve naturali, il demanio forestale, le oasi di protezione della fauna nelle cui zone di
appartenenza è vietata la caccia e dove quindi le popolazioni animali autoctone trovano rifugio e possono
riprodursi tranquillamente fino alla ricostituzione e stabilizzazione della densità faunistica ottimale per il
territorio.
Gestione privata della caccia
Per gestione privata della caccia s'intende trattare di quegli istituti diretti da privati:
1) - Azienda Faunistico venatoria: è un azienda privata che non ha scopo di lucro con superficie non inferiore
a 200 Ha e non superiore a 1.000 Ha che gestisce un territorio dove l’attività venatoria si svolge secondo un
piano faunistico venatorio presentato dal concessionario, nel rispetto del calendario venatorio, troviamo la
4
presenza dl fauna selvatica
2) Aziende agro-venatorie sono aziende agricole singole o associate di superficie non inferiore a 30 Ha,
autorizzate dalle Regioni, dove si pratica l’agricoltura e l’attività venatoria tramite immissione e
abbattimento di fauna d’allevamento con rispetto del regolamento interno, l’attività agricola può anche
svolgersi con lo scopo di allevare la selvaggina. Il territorio dove nasce questo tipo di azienda dovrebbe
essere di scarso interesse faunistico e in aree agricole svantaggiate
Gli obiettivi che si perseguono sono la conservazione e il ripristino degli ambienti naturali nel primo tipo
di azienda, nel secondo, l'obiettivo economico passa attraverso la promozione di forme di turismo nelle
campagne per sostenere l'agricoltura dei luoghi. In entrambi gli ambiti territoriali privati descritti, l'esercizio
venatorio si svolge secondo le regole della legge e del calendario venatorio.
Gestione programmata della caccia
La legge 157/92, agli artt. 14 e 15, disciplina la gestione programmata della caccia nel territorio agro silvopastorale non riservato alla protezione della fauna o alla gestione privata della caccia.
- Piano Faunistico venatorio: si basa su una programmazione che si riferisce a un prelievo razionale della
fauna stabilito tramite l’effettuazione di censimenti e alla pianificazione del territorio agro silvo pastorale dove si
situano le aree destinate a parchi, riserve naturali, zone protette, i territori destinati alla costituzione dl A.F.V. e
A.AV. e la suddivisione in A.T.C. del territorio. Viene approvato dalla Giunta Regionale ed ha una validità di 5
anni. . Sulla base dei dati censuari la Giunta Regionale, stabilisce l'indice di densità venatoria per ogni ambito
territoriale di caccia. Tale indice è costituito dal rapporto fra il numero dei cacciatori, ivi compresi quelli che
praticano l'esercizio venatorio da appostamento fisso, ed il territorio agro-silvo pastorale.
- Comprensorio: è un territorio che si presenta tutto in maniera omogenea cioè uguale.
- A.T.C.: sono istituti di programmazione e la seguente sigla sta per Ambito Territoriale di Caccia, in Sicilia ne
abbiamo complessivamente 23 e sono nati per suddividere il territorio per non far concentrare un maggior
numero di cacciatori in una determinata zona.
Un cacciatore può avere complessivamente n. 8 A.T.C. suddivisi come segue n, 1 A.T.C. di residenza che gli
appartiene di diritto dove può abbattere la selvaggina stanziale a migratoria; può richiedere con apposita
domanda redatta un anno prima ed indirizzata ad ogni ripartizione faunistico venatoria di competenza relativa
alla province che andrà scegliere per poter esercitare l’attività venatoria n. 3 A.T.C. di ammissione dove può
abbattere selvaggina stanziale e migratoria, n. 4 .A.T.C. di migratoria che richiede al momento del ritiro del
tesserino venatorio presso il comune di residenza dove può abbattere solo selvaggina migratoria. Il prelievo della
selvaggina migratoria può essere fatto per un massimo di 28 giornate stabilite nel calendario venatorio e
suddivise come segue n. 16 giornate che vanno dall’apertura al 14 novembre e n. 12 giornate che vanno dal 15
novembre al 21 gennaio. Le giornate che non saranno usufruite nel primo periodo vengono perse.
Istituti di protezione
- Parco: è un area naturale con il fine di garantire e promuovere la Conservazione e la valorizzazione del
patrimonio naturale del paese e delle tradizioni culturali delle popolazioni locali ed è un luogo dove vengono
tutelati sia la fauna che la flora e l’esercizio venatorio non è consentito.
- Riserva naturale: sono costituite da aree che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della
fauna e della flora ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità e la conservazione delle
risorse genetiche, dove fauna e flora sono tutelati e l’esercizio venatorio è vietato.
- Oasi dì protezione: sono aree destinate al rifugio, alla riproduzione della fauna selvatica stanziale o migratoria
dove l’esercizio venatorio è vietato e soprattutto se i confini sono delimitati da corsi d’acqua l’attività venatoria è
vietata fino alla distanza di 100 metri dai medesimi confini.
La sostanziale differenza tra parco e riserva naturale rispetto all’oasi è quella che nel parco come nella riserva
vengono tutelati sia fauna che flora mentre nell’oasi viene tutelata solo la fauna.
- Rete Natura 2000: è una rete di siti d’interesse comunitario di cui alla Direttiva Habitat 92/43/cee del
21/05/1992 e direttiva uccelli 74/409/cee del 02/04/1979 (concernente la conservazione di tutte le specie di
uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il
trattato, essa si prefigge la protezione la gestione di tali specie a ne disciplina lo sfruttamento si applica a: uccelli,
uova, nidi, habitat), creata dall’Unione Europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie
animali e vegetali.
I siti appartenenti alla Rete Natura 2000 sono considerati di valore in quanto troviamo in essi habitat naturali e
esemplari di fauna e flora ospitati.
Le zone che fanno parte della Rete Natura 2000 sono:
* Z.P.S. ZONA PROTEZIONE SPECIALE: sito d’interesse comunitario diventa z.p.s. dal momento in cui
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viene destinata una determinata area di territorio e sono delle zone scelte per numero, estensione, e
localizzazione geografica lungo le rotte di migrazione dell’avifauna finalizzate al mantenimento ed alla
sistemazione di idonei habìtat per la conservazione e gestione delle popolazioni di uccelli selvatici migratori per
cui il sito è stato designato. Prende li nome di Z.S.C. ZONA CONSERVAZIONE SPECIALE al momento in
cui viene istituita trascorsi i sei anni da Z.P.S.
Per le Z.P.S. esistono dei criteri minimi descritti nel decreto Pecoraro Scanio da rispettare:
- non si può effettuare la pre apertura dell’attività venatoria
- Non si possono utilizzare munizionamenti di piombo nelle vicinanze di zone umide che vi si trovano all’interno
di esse.
* S.I.C. SITO INTERESSE COMUNITARIO: nella o nelle regioni biogeografiche cui appartiene
contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare un tipo di habitat naturale.
La sanzione a cui si va incontro nel caso in cui ci traviamo ad esercitare l’attività venatoria all’interno del siti
della rete natura 2000 è amministrativa.
Esercizio dell'attività venatoria e calendario venatorio
Costituisce esercizio dell'attività venatoria, ogni azione diretta all'abbattimento e/o cattura di fauna
selvatica utilizzando mezzi consentiti nonché il vagare o soffermarsi in atteggiamento di ricerca della
selvaggina.
Al fine di potere regolamentare in ogni stagione venatoria i periodi in cui esercitare l'attività venatoria,
indicare le specie cacciabili, i divieti e le zone precluse all'attività' venatoria e quant'altro, ogni anno entro il 15
giugno, viene emanato il calendario venatorio, vero e proprio "vademecum" del cacciatore. Tale
provvedimento, emanato come decreto dall'Assessore all'agricoltura e foreste, può altresì, per motivate
ragioni connesse alla consistenza faunistica o per particolari condizioni ambientali e/o climatiche ridurre i
periodi di caccia o vietare il prelievo nei confronti di alcune specie.
La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello stato ed è tutelata nell'interesse della comunità. Essa
viene distinta in:
a) stanziale che è quella che vive permanentemente sul territorio ove nasce, cresce e si riproduce;
b) migratoria invece quella che trascorre parte dell'anno in un territorio nel quale si riproduce e il
rimanente periodo si trasferisce in altre zone ove serva. Tali movimenti in genere vengono denominati
"passo" e "ripasso".
Forme di caccia e particolari modalità di caccia
L'attività venatoria può essere esercitata nei seguenti modi:
a) caccia in forma vagante;
b) caccia d'attesa;
e) da appostamento.
La caccia vagante si svolge muovendosi sul territorio in cerca di selvaggina utilizzando o meno il cane.
La caccia d'attesa è quella che si pratica attendendo il passaggio di un selvatico senza nascondersi oppure
utilizzando ostacoli naturali (cespuglio, masso, albero) oppure richiami vivi consentiti.
La caccia d'appostamento si esplica allorquando il cacciatore si costruisce un nascondiglio modificando lo stato
naturale dei luoghi, con o senza l'uso di richiami vivi consentiti.
Si suddivide in:
- appostamento fisso:
Sono appostamenti fissi quelli costruiti in muratura o in materiali con il quale, di fatto, si concretizza
l'occupazione stabile del terreno. In ordine alla suddetta occupazione, il cacciatore deve preventivamente acquisire
il consenso del proprietario del terreno, ed in seguito richiedere l'autorizzazione alla R.F.V competente la quale
provvedere al rilascio dell'autorizzazione e indicherà l'ammontare della somma corrispondente alla concessione. La
validità della concessione annuale non può essere trasferita in uso ad alcuno.
Non è consentito impiantare appostamenti fissi a meno di 200 mt da zone in cui la caccia è vietata, ad eccezione
dei fondi chiusi o da altro appostamento preesistente.
-appostamento temporaneo:
È considerato tale quello costituito da ripari di fortuna o da attrezzatura smontabile che non abbiano durata
superiore ad una giornata. È soggetta al consenso verbale del proprietario o del conduttore.
Modi di caccia vietati
E’ sempre vietato:
- cacciare in numero superiore a tre persone ( caccia a rastrello) e cioè quando quattro o più persone
concorrono a setacciare una zona allineandosi ad una distanza pari o inferiore al tiro utile di un fucile
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da caccia;
utilizzare tute impermeabili o scafandri negli specchi d'acqua o laghetti;
sparare da autoveicoli o da barche a motore;
esercitare la posta alla beccaccia ed al beccaccino;
rendere o detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi e uccelli appartenenti alla fauna
selvatica tranne che per scopi di ricerca e previa autorizzazione;
- commerciare fauna selvatica viva o morta non proveniente da allevamenti autorizzati.
-
Periodi di attività venatoria
I periodi in cui esercitare l'attività venatoria vengono stabiliti in linea generale dall'art.18 della L. 157/92,
così come anche le specie di uccelli e mammiferi che possono essere oggetto di caccia nei periodi stabiliti. I
termini di apertura e chiusura possono essere modificati dalle Regioni, previo parere dell’I.S.P.R.A, per
determinate specie in relazione a particolari situazioni ambientali.
Il calendario venatorio fissa le date di apertura e chiusura per le varie specie ed i periodi in cui tali specie
possono essere cacciate. È opportuno comunque consultare ogni anno il vigente calendario venatorio. Le
giornate settimanalmente consentite sono tre a scelta del cacciatore
Luoghi di caccia
Fermo restando che l'esercizio venatorio può essere praticato nel territorio agro-silvo-pastorale, laddove
non in contrasto con norme di conservazione e tutela della fauna selvatica e non arrechi danni effettivi alle
produzioni agricole, si riportano, qui di seguito, le limitazioni dei luoghi nei quali non è consentito praticare
l'esercizio della caccia:
1) nei fondi chiusi, cioè nei fondi recintati da muro o da rete metallica o da altra effettiva recinzione di altezza
non inferiore a metri 1,20 o da specchi d'acqua perenni profondi almeno metri 1,50 e di larghezza di almeno
metri 3; è fatto obbligo di tabellare le suddette zone;
2) nei terreni in attualità di coltivazione:
3) è vietato l'esercizio venatorio in forma vagante nei terreni con:
a) coltivazioni cerealicole ed erbacee intensive (divieto che vige dalla vegetazione al raccolto. nei campi
a frumento, orzo, avena ecc...);
b) colture orticole (ortaggi) e floreali a ciclo aperto e di serra, il divieto di caccia è perenne;
c) vivai ed i terreni di rimboschimento;
d) vigneti, frutteti e uliveti specializzati;
- nei giardini, parchi pubblici e privati, parchi storici ed archeologici e nei terreni adibiti ad attività sportive;
- nei parchi nazionali e nei parchi naturali regionali;
- nelle riserve naturali;
- nelle oasi di protezione;
- nelle zone di ripopolamento e cattura;
- nei centri pubblici e privati di riproduzione della fauna selvatica;
- nelle foreste demaniali;
- nelle zone militari o monumenti nazionali;
- negli specchi d'acqua ove si esercita la piscicoltura;
- nelle aie e corti (e comunque nelle zone comprese nel raggio di 100 mt da immobili, fabbricati rurali,
posti di lavoro; e a distanza di 50 mt da vie di comunicazione ferroviarie e da strade carrozzabili
eccettuate le strade poderali ed interpoderali;
- in terreni coperti di neve;
- a distanza inferiore a cento metri da macchine operatrici agricole in funzione.
Sono pure da considerare zone di divieto quelle in cui l'attività venatoria è consentita solo a chi è
autorizzato (es. aziende faunistico-venatorie e agro-venatorie ed Ambiti Territoriali di Caccia diverso da
quello di residenza).
Mezzi di caccia consentiti e mezzi vietati
-
Per mezzi di caccia si intendono tutti gli arnesi con l'uso dei quali direttamente si cattura fauna selvatica.
I mezzi di caccia consentiti sono:
il fucile ad anima liscia a due colpi;
il fucile ad anima liscia semiautomatico provvisto di limitatore nel serbatoio, per cui non può contenere
più di due colpi più uno in canna;
i fucili combinati (a due o tre canne) i cosiddetti "billing" e "drilling"; per potere usare questi
fucili bisogna essere in possesso di autorizzazione di porto di fucile a più di due colpi;
falchi da falconeria, vengono usati falchi addestrati; per esercitare tale attività occorre essere in possesso
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ugualmente di licenza di caccia, tesserino e polizza assicurativa;
- arco, anche per l'uso di questo mezzo occorre essere in possesso di licenza e di tutti gli altri documenti.
Per quanto concerne le armi a canna rigata, è il caso di ricordare che non devono essere predisposte per
più di due colpi, ed è fatto divieto di usare munizione spezzata per la caccia agli ungulati (L. 157/92 art.
13 punto 4°).
Tutti gli altri mezzi non espressamente indicati dall'articolo 13 della Leggel57/92 sono vietati.
Tagliole e reti sono alcuni tra i mezzi di caccia vietati
Una menzione a parte richiede l'uso dei richiami vivi, acustici e visivi;
Richiami vivi:
i richiami vivi consentiti sono quelli indicati all'art. 4 comma 4° L. 157/92 e specificatamente: allodola,
cesena, tordo sassello e bottaccio, storno, merlo, passero, passera mattugia, pavoncella e colombaccio, purché
provenienti da allevamenti autorizzati. Al di fuori di quanto testé espresso vige il divieto assoluto di
detenzione di richiami vivi;
Richiami acustici e visivi:
per quanto concerne l'uso di richiami acustici "è vietato l'uso di richiami acustici a funzionamento
meccanico, elettromagnetico o elettromeccanico con o senza amplificazione del suono".
In sostanza sono consentiti solo richiami acustici, cioè riproducenti il verso dell'uccello, che funzionano
manualmente.
Sono pertanto consentiti:
- fischietti o altri strumenti a bocca o a mano;
- qualsiasi stampo di plastica;
- uccelli imbalsamati ma di specie cacciabili;
- richiami a funzionamento meccanico ma che non riproducano alcun suono acustico. È il caso di
precisare che le specie raffigurate, se imbalsamate, devono appartenere a specie cacciabili.
Uso di animali ausiliari
Nella ricerca del selvatico, l'uomo ha sempre avuto bisogno dell'aiuto di un valido ausiliare poiché,
considerato l'istinto con il quale i selvatici si sottraggono ai predatori, da solo non riuscirebbe a scovarne
alcuno.
Il cane, a qualsiasi razza da caccia appartenga, è un validissimo ausiliare giacché essendo provvisto di
particolari doti olfattive oltre che istintive nella ricerca dei selvatici, contribuisce in maniera determinante
a scovare e recuperare i selvatici.
In genere i cani da ferma vengono usati per scovare animali da "penna" (per esempio tra i volatili, i
galliformi) perlopiù con comportamenti terricoli, mentre le razze da cerca e da seguita vengono usate per
reperire lagomorfi (conigli e lepri) oppure ungulati (cinghiali).
Un altro ausiliare usato è il furetto, forma domestica della puzzola, che viene utilizzato per una
particolare forma di caccia al coniglio selvatico (contribuisce a stanarlo dalla tana nella quale ha trovato
rifugio). L'uso del furetto è disciplinato da norme di calendario venatorio e, laddove consentito, deve essere
sempre munito d'idonea museruola.
Documenti del cacciatore:
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1) Licenza di porto di fucile per uso caccia
La licenza di porto di fucile per uso caccia è rilasciata in conformità alle leggi di pubblica sicurezza. Il
primo rilascio è subordinato al conseguimento dell'abilitazione all'esercizio venatorio a seguito di esami
pubblici sostenuti dinnanzi ad una commissione regionale nominata dall'Assessore all'Agricoltura e Foreste.
La durata della suddetta licenza è di anni 6, rinnovabile alla scadenza. Essa può essere revocata ed in questo
caso è necessario che vengano nuovamente sostenuti gli esami di abilitazione all'esercizio venatorio.
Parte della licenza di porto di fucile è il libretto personale volto alla identificazione del titolare.
2) Assicurazione obbligatoria
Tra i documenti necessari per esercitare l'attività venatoria è prevista un'assicurazione che tutela il
cacciatore, così come stabilito dall'art. 17 L.R.33/97, da eventuali responsabilità civili verso terzi derivanti
dall'uso delle armi per danni ad animali e cose, nonché per infortuni correlati all'esercizio dell'attività
venatoria.
3) Il tesserino venatorio
Esempio di compilazione del tesserino venatorio
II cacciatore, per praticare l'esercizio venatorio deve essere in possesso del tesserino venatorio che viene
rilasciato gratuitamente dal Comune di residenza. Tale documento è personale e non cedibile. Nessun
cacciatore può richiedere, durante una stagione venatoria, il rilascio di un secondo tesserino, salvo i casi di
deterioramento irreversibile o smarrimento comprovato da regolare denuncia.
Il cacciatore, ogni volta che va a caccia, deve indicare in modo indelebile la giornata scelta e il luogo ove
esercita l'attività venatoria (se si trova negli Ambiti Territoriali di Caccia ove è stato ammesso, se si trova negli
AA.TT.CC. scelti per la caccia alla migratoria, se si trova all'interno di una azienda faunistico o agrovenatoria) e deve segnare la selvaggina abbattuta nel seguente modo:
Per la selvaggina stanziale,
appena viene abbattuto un capo, bisogna apporre una X nei riquadri relativi alla specie.
Per la selvaggina migratoria,
indicare alla fine della battuta di caccia e comunque entro le ore 13,00, negli appositi spazi riferiti alle
specie il numero dei capi abbattuti al mattino. Nel caso di prosecuzione dell'attività venatoria oltre le ore 13,00,
il numero dei capi ulteriormente abbattuti nel pomeriggio dovranno essere indicati al termine dell'attività.
Il cacciatore ha l'obbligo di riconsegnare il tesserino
entro 60 giorni dalla chiusura della stagione venatoria al comune di residenza, anche per il tramite delle
Associazioni venatorie riconosciute, pena la sanzione amministrativa da lire Euro 25,82 ad Euro 154,94.
9
Il tesserino va compilato con esattezza e con dati veritieri
in quanto i dati in esso riportati vengono utilizzati a fini statistici e per una migliore gestione del
patrimonio faunistico.
4) Tasse di concessione governativa statale e regionale
La tassa di concessione governativa statale è dovuta come licenza di porto di fucile per uso caccia. Essa viene
pagata al primo rilascio e ad ogni rinnovo annuale. L'importo è indicato nell'art. 23 della Legge 157/92 ed è pari ad
Euro 168,00 a cui va aggiunta una addizionale pari ad Euro 5,16.
La tassa di concessione regionale è stata istituita per conseguire i mezzi finanziari necessari per realizzare tutte le
finalità previste dalla legge sulla caccia. È soggetta al pagamento annuale ed è stata fissata nella misura del 50%
della tassa di concessione governativa statale.
Sanzioni
Per chi trasgredisce la normativa vigente in materia di caccia sono previste delle sanzioni per le violazioni
commesse.
Le sanzioni vengono suddivise in sanzioni amministrative e penali.
Le sanzioni amministrative si estrinsecano nel pagamento di una somma che va ad estinguere la violazione
commessa; esse sono indicate all'art. 32 della L.R. 33/97 e successive modifiche.
A titolo di esempio viene indicata la sanzione per mancata annotazione dei dati prescritti sul tesserino
venatorio, per mancata esibizione dei documenti prescritti, per esercizio della caccia senza avere effettuato i
dovuti versamenti delle tasse di concessione, etc...
Le sanzioni penali comportano la denuncia alla competente autorità giudiziaria, oltre a pene accessorie
quantificate di volta in volta a seconda della violazione commessa.
A titolo di esempio viene applicata una sanzione penale per chi esercita la caccia nei parchi nazionali e
regionali, nelle riserve naturali, nelle oasi, nelle zone ripopolamento e cattura; per chi esercita la caccia nei
giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto generale etc.
Vigilanza venatoria
Al sensi degli artt. 27, 28, 23 della legge 157/92 la vigilanza sull'applicazione della legge in materia di caccia
è affidata a:
- a tutti gli agenti di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza;
- agli agenti dipendenti dagli Enti locali;
- alle guardie volontarie delle Associazioni venatorie, agricole e di protezione ambientale;
- al Corpo Forestale dello Stato e della Regione; alle guardie provinciali;
- alle guardie zoofile ed ecologiche riconosciute dalle leggi nazionali e regionali.
- ai Dirigenti e Funzionari in servizio presso le Ripartizioni Faunistico Venatorie.
Gli addetti alla vigilanza possono chiedere a chi è in possesso di armi atti alla caccia i seguenti documenti: porto
di fucile, tesserino venatorio, assicurazione tasse e verificare la fauna abbattuta.
Gli agenti dl Polizia Giudiziaria possono procedere al sequestro delle armi e della fauna selvatica e dei mezzi
di caccia con l’esclusione di cane a richiami vivi, possono procedere all’arresto e alla perquisizione.
Gli organi di vigilanza che non esercitano funzioni di polizia giudiziaria possono redigere verbali dove
vengono specificate tutte le circostanze del fatto e l’eventuali osservazioni del contravventore e li trasmettono
alla R.F.V. competente per territorio.
Gli agenti dipendenti degli enti locali con funzioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza a norma di legge
per la vigilanza venatoria possono redigere i verbali di contestazione delle violazioni e degli illeciti
amministrativi e li trasmettono alla R.FV. competente per territorio
La guardia venatoria è colui che svolge un pubblico servizio e non è un pubblico ufficiale, hanno i poteri dl
accertamento, di redigere verbali e li trasmettono alla R.FV. competente per territorio.
Il Pubblico Ufficiale è colui che esercita una pubblica funzione probatoria, concernente alle prove.
Gli effetti di questa qualifica sulle dichiarazioni rese dal cacciatore in seno al verbale di contestazione ai sensi
dell’art. 2700 c.c. sono quelle che l’atto pubblico fa piena prova fino a querela di falso.
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Le refluenze penali per chi, rispettivamente, si rifiuta di indicare ad un pubblico ufficiale le proprie generalità e
trasgredisce l’ordine legalmente dato dall’autorità di consegnare l’arma sono quelle specificate di seguito nel due
art.del codice penale;
Art. 651 c.p. Rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale: chiunque, richiesto da un pubblico
ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, rifiuta di dare indicazioni sulla propria identità personale, sul proprio
stato, o su altre qualità parsonali è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda di duecentosei euro.
Art. 698 c.p. Omessa consegna di armi: chiunque trasgredisce all’ordine legalmente dato dall’autorità di
consegnare nei termini prescritti le armi o le munizioni da lui detenute è punito con rarresto non inferiore a nove
mesi o con l’ammenda non inferiore a centoventitre euro.
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DOMANDA
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ
RISPOSTA C
PUO' UN AGRICOLTORE
RECINTARE IL PROPRIO FONDO?
NO, MAI
SI'
SOLO DURANTE LA STAGIONE
VENATORIA
B
DOVE E' SEMPRE VIETATO
PORTARE ARMI DA FUOCO CARICHE?
QUANDO IL TERRENO E'
COPERTO DI NEVE
SULLE STRADE PODERALI
A BORDO DI QUALUNQUE
VEICOLO
C
I CACCIATORI POSSONO
SI DURANTE IL PERIODO IN CUI LA
IMMETTERE SELVAGGINA SUL TERRITORIO? CACCIA È APERTA NEL CASO DI
ACCERTATA CARENZA DI
DETERMINATE SPECIE DI
SELVAGGINA
IN NESSUN CASO
SI SE IL RIPOPOLAMENTO VIENE
EFFETTUATO NELLE ZONE DI
RIPOPOLAMENTO E CATTURA
B
AL TERMINE DELLA GIORNATA DI CACCIA,
L'APPOSTAMENTO TEMPORANEO DEVE
ESSERE:
COPERTO E NASCOSTO CON
MATERIALE REPERITO IN SITO
COMPLETAMENTE RIMOSSO
MANTENUTO INTEGRO
RIPORTANDO IL SITO AL SUO STATO
ORIGINARIO
CHE COSA COMPORTA L'UCCISIONE DI
UN'AIRONE?
LA REVOCA E L'ESCLUSIONE DELLA L'ARRESTO O UN'AMMENDA E LA
LICENZA
SOSPENSIONE DELLA LICENZA
NULLA IN QUANTO E'
SELVAGGINA CACCIABILE
B
LA CACCIA OLTRE CHE CON
IL FUCILE E' ANCHE CONSENTITA:
CON IL FALCO
CON IL BASTONE ANIMATO
CON IL VISCHIO
A
POSTO IL DIVIETO DI SPARARE DA DISTANZA
INFERIORE A 150MT. CON
FUCILE CON CANNA AD
ANIMA LISCIA VERSO VIE DI
COMUNICAZIONE, QUALI CAUTELE DEVE
OSSERVARE IL CACCIATORE NELLA
CACCIA AL CINGHIALE?
NESSUNA ULTERIORE CAUTELA
PERCHÉ LA GITTATA
MASSIMA DEL FUCILE
NON SUPERA LA
DISTANZA STABILITA
DALLA NORMA
VISTO LA GITTATA
PRIMA DI SPARARE
MASSIMA DI GRAN
DEVE ACCERTARE CHE NESSUNO
LUNGA SUPERIORE
TRANSITI SULLA STRADA.
AI 150 MT. STABILITI
DALLA NORMA IL
CACCIATORE DEVE
TROVARE UN’ALTRA
POSIZIONE O UN ALTRO ANGOLO DI
TIRO.
B
QUALE DOCUMENTO IL CACCIATORE DEVE
CONSULTARE PRIMA DI
ACCINGERSI ALL'ATTIVITA' VENATORIA?
IL CALENDARIO VENATORIO
REGIONALE
LO STATUTO
DELL'AMMINISTRAZIONE
LA LEGGE N°689/81
A
OLTRE AL PORTO D'ARMI, IL
CACCIATORE DEVE AVERE CON SE':
LE RICEVUTE DELLA TASSA DI
CONCESSIONE GOVERNATIVA E
REGIONALE
UN COLTELLO A SERRAMANICO
IL CODICE FISCALE
A
COSA SI INTENDE PER
CARNIERE GIORNALIERO?
IL N°DEI CAPI ABBATTUTI DAL
CACCIATORE AL TERMINE DELLA
GIORNATA DI CACCIA
IL N° DEI CAPI DI CUI
IL CONTENITORE ENTRO CUI
E' CONSENTITO L'ABBATTIMENTO IN POSSONO ESSERE RIPOSTI I CAPI
UNA GIORNATA DI CACCIA
ABBATTUTI NELLA
GIORNATA DI CACCIA
B
PER CARNIERE STAGIONALE SI INTENDE
IL NUMERO DEI CAPI
ABBATTUTI DURANTE
LA STAGIONE VENATORIA
IL NUMERO DEI CAPI ABBATTIBILI
DURANTE LA STAGIONE
VENATORIA
IL NUMERO DEI CAPI
ABBATTIBILI IN
CIASCUNA GIORNATA
VENATORIA
B
E' CONSENTITA LA CACCIA A RASTRELLO?
SI', SEMPRE
SOLO SE SI E' IN NON PIU' DI TRE
CACCIATORI
NO, MAI
B
QUANDO SI POSSONO
PRENDERE GLI UCCELLI DAL NIDO?
QUANDO LI SI VUOLE
ALLEVARE PER
FARNE DEI RICHIAMI VIVI
SOLO QUANDO SONO
IDONEI AL VOLO
SOLO PER SOTTRARLI A SICURA
DISTRUZIONE O MORTE
C
QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E'
PARTICOLARMENTE PROTETTA
IL RICCIO
IL CAMOSCIO
L'AQUILA
C
QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E'
PARTICOLARMENTE PROTETTA
IL FENICOTTERO
LO STORNO
IL GERMANO REALE
A
QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E'
PARTICOLARMENTE PROTETTA
IL COLOMBACCIO
LA STARNA
IL CIGNO REALE
C
CHE COSA COMPORTA
CACCIARE IN UN'AZIENDA FAUNISTICOVENATORIA SENZA PERMESSO?
LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA E LA REVOCA DELLA LICENZA
LA SOSPENSIONE
DELLA LICENZA IN
CASO DI RECIDIVA
B
QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E'
PARTICOLARMENTE PROTETTA
LA VOLPE
IL CAPRIOLO
LA LONTRA
C
CHE VALIDITA' HA LA LICENZA DI CACCIA?
VALE TRE ANNI
VALE SEI ANNI
VALE OTTO ANNI
B
QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E' VIETATO
ABBATTERE?
LA QUAGLIA
LA STARNA
IL PETTIROSSO
C
QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E' VIETATO
ABBATTERE?
IL RICCIO
LA LEPRE
IL CINGHIALE
A
PER PIANI DI ABBATTIMENTO SI INTENDE:
IL PRELIEVO DI CAPI DI FAUNA
MIGRATORIA CONSENTITA
IL PRELIEVO PROGRAMMATO
DELLE SPECIE DI FAUNA SELVATICA
STANZIALE IN UN AMBITO DI
CACCIA
GLI INTERVENTI DEL
SERVIZIO VIGILANZA
PER IL CONTROLLO
DEI PREDATORI
B
B
12
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
ESISTE IL DIVIETO DI CACCIA NELLE ZONE
POSTE NELLE IMMEDIATE
VICINANZE DI STRADE CARROZZABILI E
FERROVIE?
SI A DISTANZA INFERIORE A 50 MT. SI A DISTANZA INFERIORE A 40 MT.
DALLE STRADE E FERROVIE
DALLE STRADE E FERROVIE
SI A DISTANZA
INFERIORE A 40 MT.
DALLE STRADE E
FERROVIE SE LA
ZONA IN QUESTIONE
È TABELLATA.
A
QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E'
PARTICOLARMENTE PROTETTA?
IL GERMANO REALE
IL CERVO
LA VOLPOCA
C
PER ALLEVARE LEPRI OCCORRE
L'AUTORIZZAZIONE DI CHI?
DI NESSUNO
DEL PRESIDENTE DELL'A.T.C.
DELLA REGIONE
C
A QUALE ETA' MINIMA E'
CONSENTITO ESERCITARE LA CACCIA?
A 21 ANNI
A 16 ANNI
A 18 ANNI
C
A QUALE REGIME SONO
SOTTOPOSTI I TERRENI IN ATTUALITÀ DI
COLTIVAZIONE NELL’AMBITO DELLA
LEGISLAZIONE IN MATERIA VENATORIA?
SI PUÒ ESERCITARE
LA CACCIA SOLO
TENENDO IL CANE AL
GUINZAGLIO PER
EVITARE DANNI ALLE
COLTIVAZIONI
CI SI DEVE ASTENERE
DALL’ESERCITARE L’ATTIVITÀ
VENATORIA IN QUANTO IN TALI
TERRENI LA CACCIA È VIETATA
IL CACCIATORE PUÒ
IN OGNI CASO PROCEDERE
ALL’ABBATTIMENTO
DELLA SELVAGGINA
IN QUANTO TITOLARE DELLA
CONCESSIONE ALL’ESERCIZIO
VENATORIO.
B
E’ POSSIBILE EFFETTUARE
LA CACCIA DA POSTA ALLA
BECCACCIA E DA APPOSTAMENTO AL
BECCACCINO?
NO
SI
SI SE SI TRATTA DI ZONE DI
RIPOPOLAMENTO E CATTURA.
A
DA QUANTI ANNI, COME
MINIMO, DEVE AVERE LA
LICENZA IL CACCIATORE
CHE ACCOMPAGNA CHI E'
ALLA PRIMA LICENZA?
2 ANNI
3 ANNI
5 ANNI
B
CHI PUO' ESERCITARE LA
CACCIA IN UN FONDO CHIUSO?
IL PROPRIETARIO DEI TERRENI
GLI AGENTI DI VIGILANZA
NESSUNO
C
E’ POSSIBILE CAUSARE VOLONTARIAMENTE NO
SPOSTAMENTI DELLA
FAUNA SELVATICA AL FINE
DI PROVOCARNE LA
FUORIUSCITA DA AMBITI PROTETTI, AI FINI
VENATORI?
SI
SI SOLO SE SI TRATTA DI ZONE DI
RIPOPOLAMENTO E CATTURA
A
A CHI APPARTIENE LA FAUNA SELVATICA
LEGITTIMAMENTE ABBATTUTA?
A COLUI CHE L'HA CACCIATA
AL PROPRIETARIO DEL CANE
AL PROPRIETARIO DEL FONDO
A
NELLA CACCIA E' CONSENTITA LA
BALESTRA?
NO
SI'
SOLO SE SI E' AUTORIZZATI DAL
QUESTORE
A
QUANTO DURA LA
VALIDITA' DELLA TASSA DI CONCESSIONE
GOVERNATIVA PER IL PORTO D'ARMI?
UNA STAGIONE VENATORIA
365 GIORNI DALLA
DATA DEL RILASCIO
DELLA LICENZA
6 ANNI DALLA DATA
DEL VERSAMENTO
B
CHE COSA COMPORTA
CACCIARE IN UN AMBITO
TERRITORIALE DI CACCIA
SENZA ESSERE AMMESSO?
LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA E LA REVOCA DELLA LICENZA
LA SOSPENSIONE
DELLA LICENZA IN
CASO DI RECIDIVA
B
COSA SI DEVE ANNOTARE, FRA L'ALTRO, SUL IL NUMERO DEI CAPI ABBATTUTI
TESSERINO VENATORIO?
L'ORA DI INIZIO E DI
TERMINE DELLA CACCIA
I COMUNI IN CUI SI CACCIA
A
E’ POSSIBILE UTILIZZARE
SISTEMI DI PUNTAMENTO A
RAGGIO LASER DURANTE
L'ATTIVITA' VENATORIA?
SI
NO
SI LIMITATAMENTE
ALLA CACCIA AL CINGHIALE
B
QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE NON E'
CACCIABILE?
IL REGOLO
IL TORDO BOTTACCIO
LA BECCACCIA
A
E’ POSSIBILE ESERCITARE
LA CACCIA IN A.T.C. DIVERSO DA QUELLO
ASSEGNATO?
SI A CONDIZIONE CHE SIA
CONFINANTE
NO
SI
B
E’ POSSIBILE USARE RADIO
RICETRASMITTENTI O
APPARECCHI TELEFONICI MOBILI AI FINI
DELL’ESERCIZIO VENATORIO?
SI
NO
SI SOLO PER LA CACCIA AL
CINGHIALE A SQUADRE
A
QUANDO SI PUO' CACCIARE IL LUCHERINO?
MAI
DALLA TERZA DOMENICA DI
SETTEMBRE AL 31 DICEMBRE
DALLA TERZA DOMENICA DI
SETTEMBRE AL 31 GENNAIO
A
E’ POSSIBILE ESERCITARE
LA CACCIA NEI FONDI CON
PRESENZA DI BESTIAME
ALLO STATO BRADO O SEMI-BRADO?
SI
NO
SI SE NON SI UTILIZZANO I CANI
CHE POSSONO SPAVENTARE IL
BESTIAME IVI PRESENTE.
B
13
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
IL TITOLARE DELLA LICENZA DI PORTO DI
FUCILE PER USO DI CACCIA
PUO’ PORTARE ALTRI
UTENSILI OLTRE ALLE ARMI
CONSENTITE DURANTE
L’ESERCIZIO VENATORIO?
NO
SI UTENSILI DA PUNTA E DA TAGLIO LIMITATAMENTE ALLA
ATTI ALLE ESIGENZE VENATORIE
CACCIA AGLI
UNGULATI: UTENSILI
DA PUNTA E DA TAGLIO
B
A QUALI ADEMPIMENTI È
SOGGETTO IL TRASPORTO
A BORDO DI VEICOLI DELLE
ARMI DA SPARO PER USO
VENATORIO ALL’INTERNO
DELLE ZONE OVE È VIETATA LA CACCIA?
NESSUN ADEMPIMENTO IN
QUANTO IL CACCIATORE È
TITOLARE DI PORTO D’ARMI
LE ARMI DEVONO
ESSERE O SCARICHE O MESSE IN
SICUREZZA
LE ARMI DEVONO
ESSERE SCARICHE E
MESSE IN CUSTODIA
C
E’ POSSIBILE DETENERE
TRAPPOLE PER LA FAUNA SELVATICA?
SI
NO
SI LIMITATAMENTE
ALLE TRAPPOLE PER
LA CATTURA DELLE VOLPI
B
A QUALE DISTANZA DALLE
MACCHINE OPERATRICI
AGRICOLE E’ CONSENTITA
L’ATTIVITÀ VENATORIA?
NON VI SONO LIMITAZIONI
A NON MENO DI 100 MT.
A NON MENO DI 150 MT.
B
QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE NON E'
PARTICOLARMENTE PROTETTA
IL FRINGUELLO
L'AQUILA
IL FENICOTTERO
A
CHE SANZIONE E' PREVISTA PER CHI NON
EFFETTUA SUL TESSERINO LE PRESCRITTE
ANNOTAZIONI?
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
LA REVOCA DELLA LICENZA
LA SOSPENSIONE
DELLA LICENZA
A
NELLE ZONE MILITARI
SI, CON IL CONSENSO DEL
DELIMITATE DA TABELLE SI PUO' CACCIARE? MINISTERO DELLA DIFESA
NO
SI, MA SOLO DA APPOSTAMENTO
FISSO
B
IN QUALE PERCENTUALE
MINIMA IL TERRITORIO AGRO-SILVOPASTORALE E' DESTINATO A PROTEZIONE
DELLA FAUNA SELVATICA IN PIANURA?
IL 40%
IL 10%
IL 20%
C
A QUALE DISTANZA MINIMA
OCCORRE STARE PER POTER SPARARE IN
DIREZIONE DI UNA STRADA PROVINCIALE?
A NON MENO DI 200 METRI
A NON MENO DI 150
METRI E COMUNQUE
AD UNA DISTANZA
SUPERIORE AD 1,5
VOLTE LA GITTATA DEL FUCILE
A NON MENO DI 100 METRI
B
E' CONSENTITA LA CACCIA
SU TERRENO TOTALMENTE
COPERTO DI NEVE?
NO, MAI
SI', SEMPRE
NO, SALVO CHE PER
ALCUNE SPECIE
C
A FINE STAGIONE VENATORIA IL TESSERINO PUO' ESSERE DISTRUTTO
REGIONALE:
DEVE ESSERE CONSERVATO PER
L'ANNO SUCCESSIVO
VA RICONSEGNATO AL COMUNE
CHE LO HA RILASCIATO
C
CHE SANZIONE E' PREVISTA PER CHI, NON
RECIDIVO, CACCIA SPECIE
NON CONSENTITE?
UN'AMMENDA
LA REVOCA DELLA LICENZA
LA SOSPENSIONE
DELLA LICENZA
A
SI PUO' CACCIARE NEGLI
STAGNI,NELLE PALUDI E
NEGLI SPECCHI D'ACQUA
ARTIFICIALI COPERTI DA GHIACCIO?
SEMPRE
SOLO SE NON SONO
MAI
IN TUTTO O NELLA MAGGIOR PARTE
COPERTI DA GHIACCIO
B
QUANDO SI PUO' ESERCITARE LA CACCIA A
BORDO DI AUTOVEICOLI?
SOLO QUANDO SONO FERMI
MAI
SOLO NELLE STRADE
DI CAMPAGNA
B
E' CONSENTITO ESERCITARE LA CACCIA A
8O METRI DA UNA CASA?
NO, CI VOGLIONO ALMENO 100 M.
SI'
SI', PURCHE' SI SPARI
IN DIREZIONE OPPOSTA
A
E' CONSENTITO SPARARE A
BORDO DI UN TRATTORE?
SI'
MAI
SI, PURCHE' NON SIA
IN MOVIMENTO
B
A QUALE DISTANZA MINIMA
SI PUO' SPARARE AVENDO
ALLE SPALLE UNA STRADA COMUNALE?
A NON MENO DI 100 METRI
A NON MENO DI 50 METRI
A NON MENO DI 150 METRI
B
A CHE DISTANZA DAI
CONFINI DI UNA ZONA DI
RIPOPOLAMENTO SI PUO'
EFFETTUARE LA CACCIA VAGANTE?
A 0 METRI
A 50 METRI
A 100 METRI
A
COME VIENE CONSIDERATA
DALLA LEGGE LA FAUNA SELVATICA?
PATRIMONIO INDISPONIBILE
DELLO STATO
PROPRIETA' DEL CONDUTTORE DEL COSA DI NESSUNO
FONDO DOVE SI TROVA
A
IL TESSERINO REGIONALE
HA VALIDITA' NAZIONALE?
SI'
SOLO IN UNA REGIONE
SOLO IN UNA PROVINCIA
A
E' SEMPRE VIETATO ESERCITARE LA CACCIA: NELLE ZONE ADIBITE AD ATTIVITA' SU UNA STRADA PODERALE
SPORTIVA
ENTRO 1.000 METRI
DALLE FUNIVIE
A
IN QUALE GIORNO DELLA
SETTIMANA OLTRE IL
VENERDI' LA CACCIA E' SEMPRE CHIUSA?
IL GIOVEDI'
A
IL MARTEDI'
IL MERCOLEDI'
14
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
E' CONSENTITA LA CACCIA
NOTTURNA ALLA LEPRE?
SEMPRE
MAI
SOLO SE AUTORIZZATI
B
QUANDO UNA FESTIVITA'
CADE DI MARTEDI', SI PUO'
ANDARE A CACCIA?
SI'
DIPENDE DA REGIONE A REGIONE
NO
C
CHI INTROITA LE SOMME
LA PROVINCIA
DOVUTE PER SANZIONI AMMINISTRATIVE IN
MATERIA DI CACCIA?
LA REGIONE
LE COMUNITA' MONTANE
B
CHE SANZIONE E' PREVISTA PER CHI
ABBATTE SELVAGGINA OLTRE IL NUMERO
CONSENTITO?
UNA SANZIONE
AMMINISTRATIVA E
LA SOSPENSIONE
DEL TESSERINO PER TRE ANNI
LA REVOCA DELLA LICENZA
LA SOSPENSIONE
DELLA LICENZA
A
NEL PARCO DI UNA VILLA SI
PUO' CACCIARE?
SOLO QUANDO IL
PARCO E' CINTATO E
CON IL PERMESSO
DEL PROPRIETARIO
SI
MAI
C
NELLE FORESTE DEMANIALI L'ESERCIZIO
VENATORIO :
E' SEMPRE VIETATO
E' VIETATO DURANTE
LE OPERAZIONI DI
RIMBOSCHIMENTO
E' VIETATO AD ECCEZIONE DI
QUELLE CHE, SECONDO LE
DISPOSIZIONI
REGIONALI, SENTITO
IL PARERE DELL'INFS,
NON PRESENTINO CONDIZIONI
FAVOREVOLI ALLA
FAUNA SELVATICA
C
E' OBBLIGATORIO SEGNALARE LA CATTURA NO, E' FACOLTATIVO
DI UCCELLI INANELLATI?
E' SEMPRE OBBLIGATORIO
SI', MA SOLO PER
QUELLI INANELLATI ALL' ESTERO
B
E' CONSIDERATO ESERCIZIO DI CACCIA
L'ABBATTIMENTO DI UN
PASSERO CON LA FIONDA?
SI'
NO
SOLO NEI PERIODI IN
CUI E' CONSENTITA LA CACCIA
A
QUALI DEI SEGUENTI ANIMALI SONO
CONSIDERATI FAUNA SELVATICA?
I CONIGLI SELVATICI
LE TALPE
LE ARVICOLE
A
PER TASSIDERMIA SI INTENDE:
LA CACCIA AL TASSO
L'ESERCIZIO VENATORIO ALLA
FAUNA ALPINA
L'IMBALSAMAZIONE DI SPECIE DI
MAMMIFERI E DI UCCELLI
C
E' PERMESSO SPARARE ALLE ALLODOLE CON SI'
CARABINA AD ARIA COMPRESSA?
NO
SOLO DA APPOSTAMENTO
TEMPORANEO
B
NELLE ZONE DI RIPOPOLAMENTO E
CATTURA A CHI E' PERMESSA LA CACCIA?
AI PROPRIETARI O CONDUTTORI DI
FONDI
ALLE GUARDIE
A NESSUNO
C
CHI E' PROPRIETARIO DELLA SELVAGGINA
RINVENUTA MORTA?
CHI LA TROVA
IL COMUNE SU CUI E'
STATA RINVENUTA
LO STATO
C
NELLE OASI DI
PROTEZIONE SI POSSONO ABBATTERE:
PALMIPEDI
LEPRI E FAGIANI
LA CACCIA E' SEMPRE VIETATA A
CHIUNQUE
C
CHE COSA COMPORTA
CACCIARE SENZA AVER
PAGATO LE TASSE DI CONCESSIONE?
L'ESCLUSIONE DEFINITIVA DELLA
LICENZA
LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA
UNA SANZIONE
AMMINISTRATIVA
C
IN QUALI DI QUESTI CASI LA
LICENZA E' REVOCATA?
PER AVER UCCISO UN CHIURLO
PER CHI CACCIA SENZA LICENZA
PER AVER ESERCITATO
L'UCCELLAGIONE
C
PER AZIENDE AGRI-VENATORIE SI INTENDE : ZONE DI DIVIETO DI
CACCIA CON L’USO DEL SEGUGIO
ZONE DESTINATE
ZONE A GESTIONE
ALL’ALLEVAMENTO DI
PRIVATA DELLA CACCIA
FAUNA SELVATICA DA LIBERARE IN
TERRENI AGRICOLI
C
CHE COS'E' L'ISTITUTO
NAZIONALE PER LA FAUNA
SELVATICA (ex I.N.F.S. ora I.S.P.R.A.)?
E' L'ORGANO DI CONSULENZA
E' UN CENTRO PUBBLICO DI
TECNICO-SCIENTIFICA
ALLEVAMENTO DI SELVAGGINA
NAZIONALE IN MATERIA DI CACCIA
E' UNA SCUOLA DI
FORMAZIONE PER LA CACCIA DI
SELEZIONE AGLI UNGULATI
A
CHI PUO' USARE LA
PISTOLA PER ESERCITARE LA CACCIA?
SOLO GLI AGENTI VENATORI
NESSUNO
TUTTI
B
IN CASO DI REVOCA DELLA
LICENZA DI CACCIA COSA
OCCORRE FARE PER RIOTTENERLA?
RIPETERE GLI ESAMI
RIVOLGERE DOMANDA ALLA
REGIONE
RIVOLGERE DOMANDA AL
PREFETTO
A
CHI APPROVA IL CALENDARIO VENATORIO
LA GIUNTA REGIONALE
LA CONSULTA PROVINCIALE
IL PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO DEI MINISTRI
A
LE REGIONI DISPONGONO:
LA DENSITA' MASSIMA DI
CACCIATORI A ETTARO
LE SANZIONI PENALI IN MATERIA DI I PIANI NUMERICI DI
CACCIA
PRELIEVO DELLA VOLPE, DELLA
STARNA E DELLA PERNICE ROSSA
C
LA CACCIA, OLTRE CHE CON IL FUCILE, E'
CONSENTITA IN PIEMONTE ANCHE:
CON IL FALCO
CON LA BALESTRA
CON L'ARCO
A
COSA S'INTENDE PER
CALENDARIO VENATORIO REGIONALE?
IL PROGRAMMA
DELLE IMMISSIONI DI
SELVAGGINA A SCOPO DI
RIPOPOLAMENTO
IL MANIFESTO PUBBLICATO OGNI
ANNO CON INDICATE
SPECIE, LIMITI DI
CARNIERE E TEMPI DI CACCIA
LA NUOVA LEGGE
REGIONALE SULLA CACCIA
B
CHI RILASCIA IL PORTO D'ARMI?
LA REGIONE
LA PROVINCIA
LA QUESTURA
C
15
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
QUALE ENTE PUO' CATTURARE LE LEPRI
NELLE ZONE DI RIPOPOLAMENTO?
LA REGIONE
LA PROVINCIA
IL COMUNE
A
E' CONSENTITO USARE
BOCCONI AVVELENATI?
NO
SI'
SOLO AGLI AGENTI
VENATORI DELLA PROVINCIA
A
UN'ASSOCIAZIONE VENATORIA PUO' AVERE
GUARDIE VENATORIE?
SI', MA SOLO VOLONTARIE
NO
CON L'AUTORIZZAZIONE
DEL COMUNE
A
QUALE SANZIONE E'
PREVISTA PER CHI CACCIA
GLI UNGULATI CON MUNIZIONE SPEZZATA?
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UN'AMMENDA E LA
SOSPENSIONE DELLA
LICENZA IN RECIDIVA
LA REVOCA, IN RECIDIVA, DELLA
LICENZA
B
PER CACCIARE E' OBBLIGATORIO ESSERE
ASSICURATI PER LA
RESPONSABILITA' CIVILE VERSO TERZI?
NO, E' FACOLTATIVO
SI', SOLO QUANDO
NON SI E' ANCORA ESPERTI NEL
MANEGGIO DELLE ARMI
SI', E' SEMPRE OBBLIGATORIO
C
IN QUALE DI QUESTI CASI E'
PREVISTO L'ARRESTO O L'AMMENDA?
CACCIA SPARANDO
DA UNA BARCA, DA
UN AUTOVEICOLO O
DA UN ELICOTTERO
TRASPORTO DI ARMI
SCARICHE IN CENTRI ABITATI
APPOSTAMENTO
ALLA BECCACCIA
A
IN QUALI DI QUESTI CASI SI
APPLICA L'ARRESTO E L'AMMENDA?
CACCIA IN ZONE DI
RIPOPOLAMENTO E CATTURA
TRASPORTO DI ARMI SCARICHE SU
AUTOVEICOLI
COMMERCIO DI
ALLODOLE QUANDO
NE E' CONSENTITA LA CACCIA
A
CHI CACCIA IN UN'OASI DI
PROTEZIONE E' SOGGETTO
A QUALE SANZIONE?
AD UNA AMMENDA
ALL'ARRESTO
ALL'ARRESTO E AL
PAGAMENTO DI UN'AMMENDA
C
IN QUALI DI QUESTI CASI SCATTA ANCHE LA CACCIA SENZA ANNOTARE LE
SOSPENSIONE PER UN
GIORNATE SUL TESSERINO
ANNO DELLA LICENZA?
CACCIA SENZA IL
PAGAMENTO DELLA TASSA
GOVERNATIVA
CACCIARE IN ZONA
ALPI, AVENDO OPTATO PER LA
CACCIA IN ATC
C
IN QUALI DI QUESTI CASI,
SE RECIDIVI, VI E' ANCHE
L'ESCLUSIONE DELLA LICENZA?
CACCIA CON L'USO DEI FALCHI
CACCIA CON L'USO DELL'ARCO
A
CHE COSA COMPORTA LA
LA REVOCA E L'ESCLUSIONE DELLA UN'AMMENDA E LA
CATTURA RIPETUTA DI UCCELLI CON MEZZI LICENZA
SOSPENSIONE DELLA LICENZA
DIVERSI DA QUELLI PREVISTI DALLA LEGGE?
LA SOSPENSIONE
DELLA LICENZA
B
PER AMBITI TERRITORIALI
DI CACCIA SI INTENDE:
IL TERRITORIO DEL COMUNE DI
RESIDENZA
IL TERRENO IN CUI SI
VA DI SOLITO A CACCIA
LA ZONA DELIMITATA
SUL TERRITORIO IN
CUI SI E' AMMESSI A
PRATICARE LA CACCIA
PROGRAMMATA
C
QUALE SANZIONE COMPORTA
L'ABBATTIMENTO DI UNA PISPOLA?
NESSUNA
UNA SANZIONE PENALE
UNA SANZIONE
AMMINISTRATIVA
B
IN QUALE DI QUESTI CASI,
SE RECIDIVI, VI E' LA
REVOCA DELLA LICENZA?
CACCIA IN UNA
RISERVA NATURALE
CACCIA AGLI UNGULATI SULLA
NEVE
TRASPORTO D'ARMI
QUANDO LA CACCIA
NON E' CONSENTITA
A
IN QUALE DI QUESTI CASI,
SE RECIDIVI, VI E' LA
REVOCA DELLA LICENZA?
CACCIA NEI GIARDINI PUBBLICI
CACCIA A RASTRELLO IN PIU' DI
TRE PERSONE
CACCIA D'APPOSTAMENTO
ALLA BECCACCIA
A
DI QUALI DOCUMENTI DEVE
ESSERE IN POSSESSO IL
CACCIATORE PER POTER
ESERCITARE L’ATTIVITÀ VENATORIA?
PORTO D’ARMI CARTA D’IDENTITA’ASSICURAZIONE
PORTO D’ARMI - ASSICURAZIONE TESSERINO REGIONALE
PORTO D'ARMI - DENUNCIA DI
POSSESSO DELL'ARMA ASSICURAZIONE
B
IN QUALE DEI SEGUENTI
CASI, IN RECIDIVA, VI E' LA
REVOCA DELLA LICENZA?
CACCIA IN ZONA DI
RIPOPOLAMENTO E CATTURA
DETENZIONE O COMMERCIO DI
FAUNA SELVATICA
RACCOLTA E DETENZIONE DI
UOVA, NIDI E PICCOLI NATI
A
IN QUALE DEI SEGUENTI
CACCIA IN PERIODO DI DIVIETO
CASI, SE RECIDIVI, VI E'
GENERALE
L'ESCLUSIONE DEFINITIVA DELLA LICENZA?
COMMERCIO DI BECCACCE
CONFEZIONATE
ALLEVAMENTO DI
UNGULATI SENZA
AUTORIZZAZIONE
A
CHE COSA COMPORTA L'ABBATTIMENTO O
CATTURA DI SELVAGGINA
NON CACCIABILE?
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UN'AMMENDA E LA
SOSPENSIONE DELLA
LICENZA IN RECIDIVA
LA REVOCA DELLA LICENZA
B
PER CACCIA PROGRAMMATA SI INTENDE:
L'ESERCIZIO VENATORIO CHE
OGNI CACCIATORE PROGRAMMA
ALL'INIZIO DELLA STAGIONE
LA CACCIA ESERCITATA INSIEME
AD ALTRI CACCIATORI
IL PRELIEVO VENATORIO
CONSENTITO IN BASE ALLA
CONSISTENZA FAUNISTICA IN UN
AMBITO O IN UN COMPRENSORIO
C
QUALE SANZIONE E'
PREVISTA PER CHI CACCIA
CON ARMI AD ARIA COMPRESSA?
UN'AMMENDA E LA
SOSPENSIONE DELLA
LICENZA IN RECIDIVA
LA REVOCA DELLA LICENZA
UNA SANZIONE
AMMINISTRATIVA
A
POSSONO ESISTERE ZONE
DI ADDESTRAMENTO,
ALLENAMENTO, GARA PER
CANI ISTITUITE DALLE PROVINCE?
NO
SI
SI MA SOLO DI TIPO C
CON FACOLTÀ DI
SPARO DESTINATE AI
CANI DA SEGUITA.
A
ABBATTIMENTO DI UNA CICOGNA
16
RISPOSTA A
QUALE SANZIONE E'
PREVISTA PER CHI CACCIA CON L'USO DEL
REGISTRATORE QUALE RICHIAMO?
UN'AMMENDA E LA CONFISCA DEL
REGISTRATORE
IN QUALE DI QUESTI CASI VI
E' ANCHE L'ARRESTO?
RISPOSTA B
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
LA REVOCA, IN RECIDIVA, DELLA
LICENZA
A
CACCIA NELLE RISERVE NATURALI MANCATA NOTIFICAZIONE ALLA
REGIONE DEI FONDI CHIUSI
INTRODUZIONE ILLEGALE DI
SELVAGGINA DALL'ESTERO
A
IN QUALE DI QUESTI CASI PUO' SCATTARE
L'ARRESTO?
CACCIA NEL MESE DI MAGGIO
CACCIA A RASTRELLO IN PIU' DI
TRE PERSONE
APPOSTAMENTO FISSO ABUSIVO
A
CHE COSA COMPORTA
L'INTRODUZIONE ILLEGALE
DI FAUNA SELVATICA DALL'ESTERO?
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
LA REVOCA DELLA LICENZA
LA SOSPENSIONE
DELLA LICENZA
A
LA TAGLIOLA E' UN MEZZO
DI CACCIA CONSENTITO?
NO
SI'
E' NECESSARIO ESSERE
AUTORIZZATI
A
IL COORDINAMENTO DELLE
ALLA PREFETTURA
GUARDIE VENATORIE VOLONTARIE SPETTA:
ALLA PROVINCIA
AL CORPO FORESTALE DELLO
STATO
B
QUALE CARNIVORO PRESENTE IN ITALIA È
CACCIABILE?
LA FAINA
LA VOLPE
LA DONNOLA
B
CHI NOMINA LE GUARDIE
VENATORIE VOLONTARIE?
IL COMUNE
LA REGIONE
IL PREFETTO
C
CHE QUALIFICA HANNO GLI
AGENTI DI VIGILANZA DIPENDENTI DALLE
PROVINCE?
SONO GUARDIE FORESTALI
SONO AGENTI DI
POLIZIA STRADALE
SONO AGENTI DI
POLIZIA GIUDIZIARIA
E PUBBLICA SICUREZZA
C
QUALI ADEMPIMENTI SONO A CARICO DEL
CACCIATORE NEL CASO DI
ABBATTIMENTO DI UN
CAPO DI SELVAGGINA?
NESSUN ADEMPIMENTO
DEVE IMMEDIATAMENTE
CONTRASSEGNARLO
SUL TESSERINO VENATORIO
DEVE CONTRASSEGNARLO
SUL TESSERINO VENATORIO AL
TERMINE DELLA GIORNATA
B
GLI AGENTI DELLE PROVINCE POSSONO
SEQUESTRARE LA SELVAGGINA IN CASO DI
INFRAZIONE ALLE LEGGI SULLA CACCIA?
NO
SEMPRE
SOLO PER CERTE VIOLAZIONI
C
L'UCCISIONE CASUALE DI
UNA LEPRE DURANTE LA FALCIATURA E'
CONSIDERATA ESERCIZIO DI CACCIA?
NO
SI'
POTREBBE ESSERLO
A
LE GUARDIE VOLONTARIE
POSSONO SEQUESTRARE I
MEZZI DI CACCIA IN CASO
D'INFRAZIONE ALLE LEGGI SULLA CACCIA?
NO, MAI
SI', SEMPRE
SOLO PER LE INFRAZIONI PIU'
GRAVI
A
GLI AGENTI CHE ESERCITANO FUNZIONI DI
POLIZIA GIUDIZIARIA
POSSONO SEQUESTRARE I
MEZZI VIETATI DI CACCIA?
SI'
NO
SOLO LE RETI
A
LA QUALIFICA DI GUARDIA
VOLONTARIA PUO' ESSERE CONCESSA:
A TUTTI COLORO
CHE NE FACCIANO RICHIESTA
SOLO A CHI ABBIA SUPERATO
APPOSITO ESAME DI IDONEITA'
SOLO A CHI SI DICHIARA
DISPONIBILE A
COLLABORARE CON
LE GUARDIE DELLA PROVINCIA
B
GLI AGENTI DELLE PROVINCE POSSONO
PROCEDERE ALLA PERQUISIZIONE
DELL'AUTOMOBILE DI UN CACCIATORE?
MAI
NEL CASO DI FONDATO SOSPETTO
O DI FLAGRANZA DEL REATO
IN CASO DI INFRAZIONI ALLE
NORME SULLA
CACCIA PUNITE CON
LA SANZIONE AMMINISTRATIVA
B
LE INFRAZIONI POSSONO ESSERE
DOPPIO DEL MINIMO O TERZO DEL
SANATE IN VIA AMMINISTRATIVA PAGANDO MASSIMO
UNA SOMMA PARI AL:
TRIPLO DEL MINIMO
META' DEL MASSIMO
A
CHE COSA COMPORTA CACCIARE
IN RECIDIVA SENZA ASSICURAZIONE?
L'ESCLUSIONE DEFINITIVA DELLA
LICENZA
LA REVOCA DELLA
LICENZA PER 10 ANNI
UNA SANZIONE
AMMINISTRATIVA E LA
SOSPENSIONE DELLA
LICENZA PER UN ANNO
C
E' CONSENTITO L'USO A
SCOPO VENATORIO DI UN'ARMA MUNITA DI
SILENZIATORE?
SI, SEMPRE
SOLO ALLE GUARDIE
DELLA PROVINCIA
E' SEMPRE VIETATO
C
QUALE TRA QUESTE SPECIE E'
PARTICOLARMENTE PROTETTA
POIANA
FAGIANO
TORDO SASSELLO
A
QUALE TRA QUESTE SPECIE E'
PARTICOLARMENTE
LEPRE COMUNE
VOLPE
TASSO
C
A QUALI CACCIATORI E'
CONSENTITO L'ACCESSO
NELLE ZONE DI CACCIA
PROGRAMMATA DEGLI ATC
SOLO AI CACCIATORI
CHE NE HANNO CHIESTO E
OTTENUTO L'AMMISSIONE
SOLO AI CACCIATORI
RESIDENTI NELLA REGIONE
SOLO AI CACCIATORI
DELLE AZIENDE VENATORIE
A
IN QUALI TRA I SEGUENTI
ISTITUTI VIGE IL DIVIETO
ASSOLUTO DI CACCIA
AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE
ZONE DI RIPOPOLAMENTO E
CATTURA
AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA
B
17
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
LE OASI DI PROTEZIONE DELLA FAUNA SONO PRODURRE ESEMPLARI DI FAUNA
DESTINATE A:
SELVATICA ALLO
STATO NATURALE A SCOPO DI
RIPOPOLAMENTO
PER LA PRODUZIONE
DI FAUNA SELVATICA
STANZIALE, IL SUO
IRRADIAMENTO NEI TERRITORI
CIRCOSTANTI, E
FORNIRE MATERIALE
AUTOCTONO PER RIPOPOLAMENTO
RIFUGIO, RIPRODUZIONE E
SOSTA DELLA FAUNA
SELVATICA E STANZIALE E
MIGRATORIA E CURA
DELLA PROLE
C
NEI PERIODI CONSENTITI E NELLE ZONE
ADDESTRAMENTO CANI, IL
CACCIATORE PUO' ADDESTRARE I CANI DA
CACCIA:
TUTTI GIORNI DELLA SETTIMANA
IL MERCOLEDI', IL SABATO E LA
DOMENICA
TUTTI GIORNI
ESCLUSI IL MARTEDI'
E IL VENERDI'
C
DURANTE IL PRIMO ANNO
DI CACCIA COSA E' TENUTO
A FARE IL CACCIATORE?
DEVE FARSI ACCOMPAGNARE DA
UNA GUARDIA
DEVE FARSI ACCOMPAGNARE DA
UN CACCIATORE CHE
ABBIA LA LICENZA DA
ALMENO 3 ANNI
DEVE FARSI ACCOMPAGNARE DA
UN FAMILIARE
B
PER "FONDO CHIUSO" OVE E' VIETATA
LA CACCIA SI INTENDE:
UN APPEZZAMENTO
COMUNQUE RECINTATO
UN TERRENO CHIUSO DA
MURO O ALTRA RECINZIONE
DI ALTEZZA MINIMA DI MT.
1,20, OVVERO DA CORSO O
SPECCHIO D'ACQUA
PERENNE PROFONDO
ALMENO MT. 1,50 E LARGO MT.3
UN'AREA SOTTOPOSTA A
SEQUESTRO
B
I "FONDI CHIUSI" OVE E' VIETATA LA
CACCIA DEVONO:
ESSERE TABELLATI LUNGO
TUTTO IL PERIMETRO
ESSERE INDICATI ALL'ALBO
PRETORIO DEL COMUNE
INTERESSATO
PERIMETRATI CON BINDELLE
BIANCHE E ROSSE
A
SI PUO' CACCIARE IN UN CAMPO DI
GRANTURCO PRIMA DELLA TREBBIATURA?
SI', PURCHE' NON SI
PROVOCHI DANNO
SOLO IL CINGHIALE
NO, POICHE' IN ATTUALITA' DI
COLTIVAZIONE
C
SI PUO' CACCIARE NEI VIGNETI PRIMA
DELLA VENDEMMIA?
SOLO DA APPOSTAMENTO
TEMPORANEO
NO
SI', MA SOLO CON CANE DA
FERMA
B
COSA SI INTENDE PER "TERRENO IN
ATTUALITA' DI COLTIVAZIONE"?
GLI APPEZZAMENTI
COLTIVATI, I FRUTTETI E I
PRATI STABILITI PRIMA DEL
RACCOLTO DEI RELATIVI
PRODOTTI
TERRENI COLTIVATI E RECINTATI
TUTTI I TERRENI DI
PROPRIETA' DI UN'IMPRESA
AGRICOLA
A
SI PUO' CACCIARE SU TERRENI
DELIMITATI DA FILO METALLICO E SUI
QUALI SI TROVANO BOVINI AL PASCOLO?
SI', CON DIVIETO DI SPARO IN
DIREZIONE DEGLI ANIMALI DA
REDDITO
NO, MAI
SI', MA DA APPOSTAMENTO
TEMPORANEO
B
COSA SONO LE "OASI DI PROTEZIONE?"
AREE DESTINATE ALLA
CONSERVAZIONE DEGLI
HABITAT NATURALI E ALLA
SALVAGUARDIA DELLA FAUNA
AREE DA TRASFORMARE
SUCCESSIVAMENTE IN PARCHI
AREE GESTITE DAL W.W.F.
A
PERCHE' VENGONO ISTITUITE LE
"ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA"?
PER GARANTIRE UN REDDITO
ALLE IMPRESE AGRICOLE
PER CONTENERE I DANNI
ALLE COLTURE
PER POTENZIARE LA
PRESENZA DI FAUNA A FINI DI
IRRADIAMENTO E
RIPOPOLAMENTO
C
LE "OASI DI PROTEZIONE" DEBBONO
ESSERE TABELLATE?
SOLO IN AREA ALPINA
SI', CON TABELLE
PERIMETRALI RIPORTANTI IL
DIVIETO DI CACCIA
NO, PURCHE' SEGNALATE
PREVENTIVAMENTE AI
CACCIATORI
B
LE "ZONE DI RIPOPOLAMENTO E
CATTURA" DEVONO ESSERE TABELLATE?
NO, PURCHE' SEGNALATE
PREVENTIVAMENTE AI
CACCIATORI
SOLO IN PIANURA
SI', CON TABELLE
PERIMETRALI RIPORTANTI IL
DIVIETO DI CACCIA
C
TERRENI IN ATTUALITA' DI
COLTIVAZIONE DEVONO ESSERE
PERIMETRATI CON TABELLE
RIPORTANTI IL DIVIETO DI CACCIA?
SI'
NO
DIPENDE DALLA TIPOLOGIA DI
COLTURA
B
TUTTE LE ZONE DOVE NON SI PUO'
NO
ESERCITARE LA CACCIA DEVONO
ESSERE DELIMITATE DA APPOSITE TABELLE?
SI'
SI', CON TABELLE POSTE AD
ALTEZZA MINIMA DI 2 METRI
A
IN QUALI GIORNI E' AMMESSO
L'ALLENAMENTO E ADDESTRAMENTO
DEI CANI DA CACCIA NEL PERIODO
CONSENTITO?
IL MERCOLEDI'. SABATO E
DOMENICA
TUTTI I GIORNI DELLA
SETTIMANA AD ECCEZIONE
DEL MARTEDI' E VENERDI'
C
TUTTI I GIORNI DELLA SETTIMANA
18
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
NELLE ZONE IN CUI SONO PERMESSI
L'ADDESTRAMENTO, L'ALLENAMENTO
E LE GARE DEI CANI DA FERMA CON
DIVIETO DI SPARO SI POSSONO
PORTARE I CANI:
SOLO IN PRIMAVERA
DURANTE LA STAGIONE
VENATORIA
DURANTE IL PERIODO
INDICATO NEI SINGOLI
REGOLAMENTI DI GESTIONE
C
L'AMMISSIONE DEI CACCIATORI NEGLI
AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA DEVE
ESSERE:
DEFINITA SULLA BASE DELLA
FAUNA PRESENTE SUL SUO
TERRITORIO
CONTENUTA, DI NORMA,
ALL'INTERNO DI UN NUMERO
MASSIMO CALCOLATO IN
RAPPORTO DI UN
CACCIATORE OGNI 19,01
ETTARI DI TERRITORIO AGROSILVO-PASTORALE
DEFINITA SULLA BASE DEL
NUMERO DI RICHIESTE
PRESENTATE
B
L'AMMISSIONE DI CACCIATORI DI
ALTRE REGIONI ALL'INTERNO DEGLI
AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA…
E' AMMESSA FINO AL
RAGGIUNGIMENTO DEL
LIMITE MASSIMO DEI
CACCIATORI AMMISSIBILI
E' AMMESSA IN MISURA NON
SUPERIORE AL 10% DEI
CACCIATORI AMMISSIBILI IN
OGNI A.T.C.
E' AMMESSA SOLO IN
CONDIZIONI DI RECIPROCITA'
B
LE AZIENDE FAUNISTICO-VENATORIE
HANNO QUALE SCOPO:
PRODURRE REDDITO PER GLI
IMPRENDITORI AGRICOLI LOCALI
VIETARE L'ESERCIZIO
VENATORIO DA APPOSTAMENTO
TEMPORANEO
SALVAGUARDARE GLI
AMBIENTI NATURALI E LA
FAUNA
C
LE AZIENDE AGRO-VENATORIE:
SONO ISTITUITE PER LA
TUTELA DELLA GROSSA
FAUNA EUROPEA
SONO ISTITUITE A FINI DI
IMPRESA AGRICOLA
SONO ISTITUITE AD
ESCLUSIVO USO
COOPERATIVISTICO
B
NELLE AZIENDE AGRI--VENATORIE
IL RIPOPOLAMENTO CON
SELVAGGINA PUO' ESSERE EFFETTUATO:
NEL CORSO DI TUTTO L'ANNO
ESCLUSIVAMENTE DURANTE
LA STAGIONE VENATORIA
CON FAUNA DI ALLEVAMENTO
DALLA CHIUSURA DELLA
CACCIA AL 31 MARZO
B
DANNI PRODOTTI DALLA FAUNA
ALLE COLTURE AGRICOLE NELLE
AZIENDE FAUNISTICO-VENATORIE
SONO RIMBORSATI AGLI AVENTI TITOLO:
DALLA PROVINCIA
DAL CONCESSIONARIO
DALLA REGIONE TRAMITE I
SERVIZI DECENTRATI
DELL'AGRICOLTURA
B
L'ALLEVAMENTO DI FAUNA SELVATICA
A SCOPO DI RIPOPOLAMENTO O A
SCOPO ALIMENTARE PUO' ESSERE
ESERCITATO:
DA TUTTI I CITTADINI
MAGGIORENNI
DA TUTTI I CITTADINI PREVIA
AUTORIZZAZIONE DELLA
REGIONE E DAI TITOLARI DI
IMPRESA AGRICOLA
DAGLI AGRICOLTORI E DAGLI
ISCRITTI ALLA CAMERA DI
COMMERCIO NELLE
CATEGORIE PERTINENTI
B
L'ALLEVAMENTO DI FAUNA SELVATICA
A SCOPO ORNAMENTALE E AMATORIALE:
E' AMMESSO SOLO A
PERSONE AUTORIZZATE
DALLA REGIONE
E' AMMESSO A TUTTI I
CITTADINI MAGGIORENNI
NON E' AMMESSO
A
TUTTI I CAPI DI FAUNA SELVATICA
REGOLARMENTE ALLEVATI
DEVONO ESSERE
ACCOMPAGNATI DA UN
CERTIFICATO DI NASCITA
PREDISPOSTO DALL'ALLEVATORE
DEVONO ESSERE CONTRASSEGNATI DEVONO ESSERE LIBERATI
ENTRO IL PRIMO ANNO DI VITA
B
IL CONTROLLO DELLA FAUNA
SELVATICA CHE CREA PARTICOLARI
PROBLEMATICHE SI CONSIDERA:
ATTIVITA' VENATORIA
ATTIVITA' DI GESTIONE FAUNISTICA ATTIVITA' DI STUDIO E RICERCA
B
LE ATTIVITA' DI RIPOPOLAMENTO
FAUNISTICO, SUL TERRITORIO
ADIBITO ALLA CACCIA
PROGRAMMATA, POSSONO ESSERE
EFFETTUATE:
ENTRO IL MESE DI APRILE DI
OGNI ANNO
DALLA CHIUSURA DELLA
CACCIA AL 15 AGOSTO
DALLA CHIUSURA DELLA
CACCIA AL 31 MARZO DI OGNI
ANNO, SALVO PROROGHE
FORMALMENTE AUTORIZZATE
C
POSSONO ESSERE UTILIZZATI CAPI DI
SELVAGGINA NATI IN CATTIVITA' IN
OPERAZIONI DI RIPOPOLAMENTO?
SI', PURCHE' ADULTI
SI', PURCHE' PREAMBIENTATI
A MEZZO DI APPOSITE STRUTTURE
NO
B
L'IMMISSIONE DI SPECIE ESOTICHE
ESCLUSIVAMENTE PER FINI VENATORI:
E' SEMPRE VIETATA
E' AMMESSA PURCHE' IN
PICCOLI QUANTITATIVI
E' AMMESSA PURCHE'
AUTORIZZATA DALLA
REGIONE SENTITO L'I.S.P.R.A.
A
L'ATTIVITA' DI TASSIDERMIA ED
IMBALSAMAZIONE DI CAPI DELLA
FAUNA SELVATICA E' CONSENTITA:
AI CACCIATORI CHE L'HANNO
ABBATTUTA E AI TASSIDERMISTI
PROFESSIONALI
A TUTTI I CITTADINI NEL
RISPETTO DELLE VIGENTI
NORME SANITARIE
AI TASSIDERMISTI ISCRITTI
ALLA CAMERA DI
COMMERCIO, INDUSTRIA E
ARTIGIANATO, PREVIA
ABILITAZIONE ACQUISITA
NELLA PROVINCIA DI RESIDENZA
C
GLI APPOSTAMENTI TEMPORANEI SONO:
DI DURATA NON SUPERIORE
ALLA SETTIMANA
DI DURATA NON SUPERIORE
AD UNA GIORNATA E
COSTITUITI DA RIPARI DI
FORTUNA E/O DA
ATTREZZATURE SMONTABILI,
SPROVVISTI COMUNQUE DI
COPERTURA SUPERIORE
ISTITUITI PER TUTTA LA
STAGIONE VENATORIA
B
19
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
LA STIPULAZIONE DI UNA POLIZZA
ASSICURATIVA PER RESPONSABILITA'
CIVILE VERSO TERZI E PER
INFORTUNIO E' UNA DELLE
CONDIZIONI PRESCRITTE PER IL
RILASCIO DEL TESSERINO REGIONALE
DI CACCIA?
NO, E' UNA CONDIZIONE
FACOLTATIVA
SI', ESCLUSIVAMENTE PER LA
POLIZZA DI RESPONSABILITA'
CIVILE VERSO TERZI
SI', NEL RISPETTO DEI
MASSIMALI MINIMI PREVISTI
DALLE NORME DI SETTORE
C
SUL TESSERINO VENATORIO IL
CACCIATORE DEVE ANNOTARE:
LE GIORNATE DI CACCIA
PREVENTIVAMENTE E IN
MODO INDELEBILE LE
GIORNATE DI CACCIA
USUFRUITE NONCHE' I CAPI
DI FAUNA SELVATICA ABBATTUTI
LA FAUNA ABBATTUTA E
QUELLA AVVISTATA
B
LE GIORNATE DI CACCIA NELLE
AZIENDE FAUNISTICO-VENATORIE O AGRI- VENATORIE DEVONO ESSERE
ANNOTATE SUL TESSERINO REGIONALE?
SI', SE L'AZIENDA E' UBICATA
NELLA REGIONE DI RESIDENZA
NO
SI', SEMPRE
C
NEI DODICI MESI SUCCESSIVI AL
RILASCIO DELLA PRIMA LICENZA DI
PORTO DI FUCILE IL CACCIATORE
PUO' PRATICARE L'ESERCIZIO VENATORIO:
SOLO UN GIORNO ALLA
SETTIMANA
SOLO SE ACCOMPAGNATO
DA UN ALTRO CACCIATORE IN
POSSESSO DI LICENZA
RILASCIATA DA ALMENO TRE
ANNI E CHE NON ABBIA
COMMESSO ILLECITI CHE
COMPORTINO LA
SOSPENSIONE O REVOCA
DELLA LICENZA DI CACCIA
SOLO SE ACCOMPAGNATO
DA UN CACCIATORE
ABILITATO ALLA CACCIA DI
SELEZIONE
B
PERIODI DI CACCIA PREVISTI PER LE
SINGOLE SPECIE NELLA VIGENTE
LEGGE REGIONALE DI SETTORE
POSSONO ESSERE VARIATI ANNUALMENTE?
NO, MAI
SI', MA ESCLUSIVAMENTE
PER LE SPECIE MIGRATRICI
SI', DALLA REGIONALE, FERMO
RESTANDO L'ARCO
TEMPORALE MASSIMO
PREVISTO DALLA LEGGE
C
IL CALENDARIO VENATORIO
REGIONALE APPROVATO
ANNUALMENTE DETTA, PER LA
SUCCESSIVA STAGIONE VENATORIA,
DISPOSIZIONI RELATIVE A:
PIANI DI PRELIEVO
SELETTIVO DELLA FAUNA
UNGULATA
AMMISSIONE DEI CACCIATORI
NEGLI A.T.C. E NEI C.A. E
QUOTE DI PARTECIPAZIONE
ECONOMICA
SPECIE CACCIABILI E PERIODI
DI CACCIA, GIORNATE E
ORARI DI CACCIA, CARNIERE
GIORNALIERO E STAGIONALE,
ADDESTRAMENTO E IMPIEGO
DEI CANI DA CACCIA
C
LA GIUNTA REGIONALE CON
L'EMANAZIONE DEL CALENDARIO
VENATORIO ANNUALE PUO'
PREVEDERE LIMITAZIONI AI CARNIERI
GIORNALIERO E/O STAGIONALE PER
UNA O PIU' SPECIE PER L'ANNATA
VENATORIA SUCCESSIVA?
NO, SAREBBE NECESSARIA
UNA MODIFICA DI LEGGE
SI', TENENDO CONTO DELLE
FLUTTUAZIONI E DELLE
TENDENZE DELLE
POPOLAZIONI INTERESSATE
SI', NEL CASO VENGANO
AMMESSI UN NUMERO
SUPERIORE DI CACCIATORI
RISPETTO ALLA STAGIONE
PRECEDENTE
B
NEL TERRITORIO VENABILE DEGLI
A.T.C. REGIONALI L'ATTIVITA'
VENATORIA GENERICA E' AMMESSA:
2 GIORNI OGNI SETTIMANA A
SCELTA TRA IL MERCOLEDI',
SABATO E DOMENICA
3 GIORNI OGNI SETTIMANA A
SCELTA TRA IL LUNEDI',
MERCOLEDI', GIOVEDI',
SABATO E DOMENICA
NEI GIORNI DI MERCOLEDI',
SABATO E DOMENICA
B
NELLE AZIENDE FAUNISTICOVENATORIE LA CACCIA SETTIMANALE
E' AMMESSA:
NEI GIORNI DI LUNEDI',
MERCOLEDI', GIOVEDI',
SABATO E DOMENICA
NEI GIORNI DI MERCOLEDI',
SABATO E DOMENICA
NEI GIORNI DI MERCOLEDI',
GIOVEDI', SABATO E
DOMENICA PER EVITARE I
TRE GIORNI CONSECUTIVI
A
LE GIORNATE DI CACCIA EFFETTUATE
SUL TERRITORIO ADIBITO ALLA
CACCIA PROGRAMMATA E NELLE AZIENDE A
GRI-VENATORIE CONCORRONO
TRA LORO PER STABILIRE IL NUMERO
MASSIMO DI GIORNATE DI CACCIA
CONSENTITE SETTIMANALMENTE AD
OGNI SINGOLO CACCIATORE?
SI' SE L'AZIENDA RICADE NEL
TERRITORIO DELLA STESSA
REGIONE DELL'A.T.C. DI
APPARTENENZA
SI', SEMPRE
NO, PERCHE' NELLE AZIENDE
AGRI-TURISTICO-VENATORIE
LA CACCIA GENERA REDDITO
DI IMPRESA
B
L'ORARIO DI CACCIA INTERCORRE:
DA UN'ORA PRIMA DEL
SORGERE DEL SOLE FINO AL
TRAMONTO
DALL'ALBA AL TRAMONTO
DA UN'ORA PRIMA DEL
SORGERE DEL SOLE A
UN'ORA DOPO IL TRAMONTO
A
IL FUCILE SEMIAUTOMATICO AD
ANIMA LISCIA E' AMMESSO QUALE
STRUMENTO DI CACCIA IN A.T.C.?
SI', ESCLUSIVAMENTE PER LA
CACCIA AGLI ANATIDI DA
APPOSTAMENTO TEMPORANEO
SI', PURCHE', OLTRE AL
COLPO IN CANNA, IL
CARICATORE NON POSSA
CONTENERE PIU' DI DUE
CARTUCCE DI CALIBRO NON
SUPERIORE AL 12
SI', PURCHE NON POSSA SPARARE
COMPLESSIVAMENTE PIU' DI
CINQUE COLPI
B
20
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
DURANTE L'ESERCIZIO VENATORIO IL
CACCIATORE PUO' PORTARE AL
SEGUITO COLTELLI CON LAMA DI
LUNGHEZZA PARI O SUPERIORE A 20 CM.?
NO, PERCHE' TRATTASI DI
MEZZO IMPROPRIO DI CACCIA
SI' NEL CASO NECESSITINO
ARMI PER DIFESA PERSONALE
SI', SE FUNZIONALI ALLE
ESIGENZE CHE POSSONO
DERIVARE DALL'ATTIVITA'
VENATORIA
C
E' POSSIBILE POSIZIONARE SAGOME
DA RICHIAMO DURANTE LA NOTTE
OVE SI ESERCITA LA CACCIA IL
GIORNO SUCCESSIVO?
SI', PURCHE' SI INIZI
L'ESERCIZIO DI CACCIA DA
UN'ORA PRIMA DEL SORGERE
DEL SOLE
NO, E' VIETATO USARE
STAMPI FUORI DALL'ORARIO
DI CACCIA
SI', ESCLUSIVAMENTE PER LA
CACCIA AGLI ANATIDI
B
E' AMMESSO L'USO DI APPARECCHI
TELEFONICI MOBILI PER FINI DI
ESERCIZIO VENATORIO?
NO, MAI
SI', QUANDO SI ESERCITA LA
CACCIA AL CINGHIALE
SI'
C
E' AMMESSO L'USO DI APPARECCHI
RADIO RICETRASMITTENTI PER FINI DI
ESERCIZIO VENATORIO?
SI', ESCLUSIVAMENTE PER LA
CACCIA AL CINGHIALE
SI
NO
B
E' AMMESSA LA CACCIA DA
APPOSTAMENTO ALLA BECCACCIA?
SI', MA SOLO NEL RIENTRO
MATTUTINO
NO, MAI
SI', PURCHE' A DISTANZA NON
INFERIORE A 100 MT. DALLE
ZONE BOSCATE
B
IL DIVIETO DI CACCIA SUI TERRENI IN
ATTUALITA' DI COLTIVAZIONE E'
VALIDO SOLAMENTE SE GLI STESSI
SONO APPOSITAMENTE TABELLATI?
NO, E' VALIDO COMUNQUE
SI'
SI', SE TRATTASI DI FRUTTETI
A
I CONFINI PERIMETRALI DEGLI A.T.C.
DEVONO ESSERE TABELLATI?
NO, BASTA PUBBLICARE
APPOSITA CARTOGRAFIA
ALL'ALBO PRETORIO DEI
COMUNI INTERESSATI
NO, LADDOVE IL PERIMETRO
SEGUE CONFINI NATURALI
NO
C
ESERCITARE LA CACCIA CON I MEZZI
VIETATI COMPORTA:
LA CONTESTAZIONE DI UN
ILLECITO AMMINISTRATIVO
LA SANZIONE PENALE DEL
PAGAMENTO DI UN'AMMENDA
IL RITIRO DEL TESSERINO
REGIONALE
B
NEI CONFRONTI DI CHI RIPORTA UNA
CONDANNA DEFINITIVA PER
L'ABBATTIMENTO DI UN ANIMALE
"PARTICOLARMENTE PROTETTO":
OLTRE ALLA SANZIONE
PENALE INTERVIENE
L'ESPULSIONE DALL'A.T.C. O
DAL C.A. DI RESIDENZA
OLTRE ALLA SANZIONE
PENALE INTERVIENE LA
SOSPENSIONE DA UNO A TRE
ANNI DELLA LICENZA DI
PORTO DI FUCILE USO CACCIA
OLTRE ALLA SANZIONE
PENALE INTERVIENE LA
SOSPENSIONE DEL
TESSERINO VENATORIO PER
UN ANNO
B
NEI CONFRONTI DI CHI RIPORTA UNA
CONDANNA DEFINITIVA PER IL REATO
DI ESERCIZIO DI CACCIA SPARANDO
DA AUTOVEICOLI:
OLTRE ALLA SANZIONE
PENALE INTERVIENE LA
SOSPENSIONE DA UNO A TRE
ANNI DELLA LICENZA DI
PORTO DI FUCILE USO CACCIA
OLTRE ALLA SANZIONE
PENALE INTERVIENE LA
SOSPENZIONE DEL
TESSERINO VENATORIO PER
UN ANNO
OLTRE ALLA SANZIONE
PENALE INTERVIENE
L'ESPULSIONE DALL'A.T.C. O
DAL C.A. DI RESIDENZA
A
A CHI ABBATTE O CATTURA CAPI DI
FAUNA SELVATICA IN VIOLAZIONE DEI
LIMITI DI CARNIERE SI APPLICA:
UNA SANZIONE PENALE
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
B
IL TRASPORTO A BORDO DI UN
AUTOVEICOLO DI UN FUCILE PER USO
VENATORIO FUORI CUSTODIA E
ARMATO DI CARTUCCE COMPORTA:
L'APPLICAZIONE DI UNA
SANZIONE PECUNIARIA
L'APPLICAZIONE DELLA
SANZIONE PENALE DEL
PAGAMENTO DI UN'AMMENDA
L'APPLICAZIONE DI UNA
SANZIONE AMMINISTRATIVA E
LA CONFISCA DEL FUCILE
C
I DANNI PROVOCATI
DALLA FAUNA SELVATICA ALLE
COLTURE AGRICOLE SONO
ACCERTATI E RISARCITI:
DALL'A.T.C. COMPETENTE PER
TERRITORIO
DALLA REGIONE
DALLA PROVINCIA
C
DA QUALE DISTANZA MINIMA DA
MACCHINE OPERATRICI IN FUNZIONE
E' VIETATO ESERCITARE LA CACCIA?
50 METRI
100 METRI
150 METRI
B
DA QUALE DISTANZA MINIMA DA VIE DI
COMUNICAZIONE E' VIETATO
ESERCITARE LA CACCIA?
150 METRI
100 METRI
50 METRI
C
GLI AGENTI DELLE PROVINCE
POSSONO SEQUESTRARE LA
SELVAGGINA IN CASO DI
CONTESTAZIONE DI ILLECITI IN
MATERIA DI CACCIA?
NO
SI', QUALUNQUE SIA LA
FORMA DI ILLECITO CONTESTATA
SI', SOLO PER ALCUNE
VIOLAZIONI
B
GLI AGENTI CHE RIVESTONO
QUALIFICA DI POLIZIA GIUDIZIARIA
POSSONO SEQUESTRARE I MEZZI DI
CACCIA VIETATI?
SI
NO
SOLO LE RETI PER
UCCELLAGIONE
A
GLI AGENTI DELLE PROVINCE
POSSONO PROCEDERE ALLA
PERQUISIZIONE DELL'AUTOMOBILE DI
UN CACCIATORE?
MAI
NEL CASO SUSSISTA
FONDATO SOSPETTO DI
ILLECITO O DI FLAGRANZA DI
REATO
IN CASO DI INFRAZIONE
DELLE NORME SULLA CACCIA
PUNITE CON SANZIONE
AMMINISTRATIVA
B
NELLE ZONE MILITARI DELIMITATE DA
TABELLE, SI PUO' CACCIARE?
SI, CON IL CONSENSO DEL
NO
COMANDO MILITARE COMPETENTE
SI, MA SOLO DA
APPOSTAMENTO FISSO
B
21
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
ESERCITARE LA CACCIA CON I MEZZI
VIETATI COMPORTA:
UNA SANZIONE PENALE
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
A
ABBATTERE , CATTURARE O
DETENERE ANIMALI
PARTICOLARMENTE PROTETTI COMPORTA:
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
UNA SANZIONE PENALE
C
ESERCITARE LA CACCIA IN ZONE DI
RIPOPOLAMENTO E CATTURA COMPORTA:
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UNA SANZIONE PENALE
C
ESERCITARE LA CACCIA NEI GIORNI DI
SILENZIO VENATORIO COMPORTA:
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
UNA SANZIONE PENALE
C
ESERCITARE LA CACCIA SPARANDO
DA AUTOVEICOLI COMPORTA:
UNA SANZIONE PENALE
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
A
ESERCITARE LA CACCIA IN
VIOLAZIONE AGLI ORARI CONSENTITI
COMPORTA:
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
UNA SANZIONE PENALE
A
AVVALERSI DI RICHIAMI NON
AUTORIZZATI COMPORTA:
UNA SANZIONE PENALE
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
UNA SANZIONE
AMMINISTRATIVA
C
NON ESEGUIRE LE PRESCRITTE
ANNOTAZIONI SUL TESSERINO
REGIONALE DI CACCIA COMPORTA:
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
UNA SANZIONE PENALE
UNA SANZIONE
AMMINISTRATIVA
C
ESERCITARE L'ATTIVITA' VENATORIA
OLTRE IL NUMERO DI GIORNATE
SETTIMANALI CONSENTITE, COMPORTA:
UNA SANZIONE PENALE
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
B
NON RECUPERARE I BOSSOLI DELLE
CARTUCCE SPARATE, COMPORTA:
UNA SANZIONE PENALE
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
B
IMMETTERE FAUNA SELVATICA AL DI
FUORI DEI CASI CONSENTITI, COMPORTA:
UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA
UNA SANZIONE PENALE
UNA SANZIONE DISCIPLINARE
A
IL CACCIATORE A CUI VIENE
CONTESTATO UN ILLECITO DI NATURA
AMMINISTRATIVA IN ORDINE
ALL'ESERCIZIO VENATORIO PUO' :
PRESENTARE ENTRO IL
TERMINE DI 30 GIORNI
SCRITTI DIFENSIVI
ALL'AUTORITA' COMPETENTE
CONTRODEDURRE AGLI
AGENTI ACCERTATORI SUI
FATTI CONTESTATI ENTRO I 5
GIORNI SUCCESSIVI
PRESENTARE RICORSO AL
SINDACO DEL COMUNE DI
RESIDENZA
A
22
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
23
ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA
Fauna omeoterma
Per fauna selvatica si intende l'insieme delle specie animali (invertebrati e vertebrati) presenti
naturalmente in un determinato territorio. La legislazione venatoria, e di conseguenza la gestione faunistica legata
alla caccia, prendono in considerazione solo una parte della fauna selvatica, cioè i vertebrati cosiddetti
omeotermi (uccelli e mammiferi) in quanto solo questi rivestono un interesse pratico, relativo soprattutto alla
conservazione, all'attività venatoria e all'impatto sull'agricoltura e l'ambiente.
Fauna sedentaria e fauna migratoria
Viene definita come fauna sedentaria (in passato "stanziale") una specie o una popolazione legata per
tutto il corso dell'anno a un determinato territorio dove viene portato a termine il ciclo riproduttivo;
solo in casi di particolari situazioni ambientali o meteorologiche possono verificarsi spostamenti stagionali di
lieve portata. In Italia sono sedentari tutti i Mammiferi terrestri e il 27 % degli Uccelli; di questi però solo il
15% è sedentario in senso stretto (ad esempio Coturnice, Gazza) mentre il rimanente 12% ha popolazioni
miste, in parte sedentarie, in parte migratrici (ad esempio Gallinella d'acqua, Fringuello).
E' migratrice una specie o popolazione che compie annualmente spostamenti dalle aree di
riproduzione a quelle di svernamento. Di norma nel nostro paese le specie migratrici sono di passo autunnale
(ad es. la Gru o la Beccaccia di Mare) o primaverile (ad es. il Falco pecchiaiolo) oppure svernanti, si fermano
cioè a trascorrere l'inverno essendosi riprodotte nei paesi nordici (ad es. gran parte degli Anatidi, Beccaccia,
Beccaccino, tordi). Esistono però anche i casi di migratori estivanti (ad es. le Rondini o l'Upupa che svernano
invece in Africa).
Rotte di migrazione
Le migrazioni sono dei movimenti, degli spostamenti attuati da alcune specie dì animali al fine di abbandonare
zone geografiche con condizioni climatiche sfavorevoli o con carenza di nutrimento e raggiungere luoghi migliori.
L'insorgere del fenomeno è condizionato quindi da fenomeni climatici e alimentari o può essere legato a fattori
riproduttivi e regolato da ritmi metabolici.
Le migrazioni degli uccelli alle nostre latitudini sono spostamenti periodici da regioni artiche a quelle temperate
o tropicali, dall'emisfero settentrionale A quello meridionale e viceversa, fatti allo scopo di ricercare soprattutto
climi più miti.
Normalmente in Europa le partenze verso sud per lo svernamento si verificano alla fine dell'estate e in autunno
mentre quelle verso nord per la nidificazione cominciano a fine inverno e inizio primavera. Per una stessa specie le
rotte della migrazione autunnale e di quella primaverile possono non coincidere e questo dipende dalle
disponibilità alimentari delle aree di sosta nei due diversi periodi dell'anno.
Fauna particolarmente protetta e fauna protetta
Tutte le specie di uccelli e di mammiferi presenti stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà nel
territorio nazionale, ad eccezione dei ratti, delle talpe, dei topi e delle arvicole, sono protette dalla vigente normativa
regionale e nazionale sulla caccia. Sono particolarmente protette tutte le specie indicate alle lettere a) e b) dell'art. 2
della legge 157/92, nonché quelle che direttive comunitarie o convenzionali indicano come minacciate da estinzione
(es. lupo, orso, martora, linee, gatto selvatico, tutte le specie di cicogne, gru, tutte le specie di rapaci diurni e
notturni ecc.).
Fauna autoctona e fauna alloctona
Fanno parte della fauna autoctona (o indigena) le specie naturalmente presenti in una determinata area
geografica della quale sono originarie oppure nella quale sono giunte senza l'intervento dell'uomo.
Fanno parte della fauna alloctona (o esotica) le specie che non appartengono alla fauna originaria
dell'area, ma che vi sono state introdotte dall'uomo. Alcune specie alloctone si adattano nel tempo alla
nuova area e costituiscono popolazioni in grado dì automantenersi, in questo caso si parla di specie
naturalizzata.
Questi termini non vanno confusi con "sedentaria" e "migratoria" che si riferiscono solo agli spostamenti
stagionali delle specie.
24
Fauna di allevamento
Costituiscono fauna di allevamento gli animali allevati a scopo alimentare, amatoriale e di ripopolamento. Si
tratta in alcuni casi di specie o razze alloctone e per evitare inquinamenti della fauna locale è importante evitarne
la diffusione e introduzione in natura..
I ripopolamenti sono interventi di rinforzo di popolazioni ancora presenti in un'area ma che
necessitano di un apporto di nuovi individui per divenire più vitali. Affinché l'intervento di ripopolamento
abbia efficacia è importante che siano utilizzati animali sani, di provenienza certa e che si possano integrare
progressivamente con gli individui già presenti in natura.
Le reintroduzioni sono invece operazioni che hanno lo scopo di riportare una specie in un'area dove,
in tempi più o meno recenti, essa era ancora presente. Sono interventi complessi e impegnativi che
richiedono un'attenta programmazione e gestione. In ogni caso, affinché la reintroduzione di una specie
abbia successo, è necessario che siano state rimosse le cause che ne avevano determinato a suo tempo
l'estinzione.
Fauna inanellata e comunque contrassegnata
Alcune istituzioni scientifiche, per lo studio di specie animali, si avvalgono dell'uso di marcatori, contrassegni,
anelli e più recentemente di emittenti di segnali radio, allo scopo di riconoscere e seguire gli spostamenti, nel tempo e
a distanza, dei singoli esemplari o di intere popolazioni.
Un anello numerato, per esempio, infilato nella zampa di un uccello, in modo da non recargli danno, è il segno
identificativo che aiuta a ricostruirne !a storia: età, crescita, riproduzione, provenienza, migrazione, etc,; inoltre, se si
è contrassegnato un numero sufficiente di esemplari, ciò è utile per determinare la lunghezza delta vita, le cause
eventuali di mortalità e la composizione della popolazione.
Questo tipo di studio è regolamentato da leggi statali e regionali e, per evitare abusi e confusioni, è necessario
richiedere i relativi permessi; per lo più gli esemplari vengono marcati con anelli numerati e recanti l'indirizzo
dell'ufficio responsabile e il paese di appartenenza.
In taluni casi, senza catturare l'animale, l'anello può essere letto a distanza tramite cannocchiale.
Quanto sia utile l'informazione in questo settore è evidenziato da un episodio accaduto qualche tempo fa: un
Fenicottero rosa, inanellato in Camargue (Francia), fu avvistato nell'oasi sarda di Sale Porcus, II giorno dopo fu
osservato nel luogo dei laghi salati della Tunisia che però in quel periodo erano a secco; il fenicottero allora tornò
indietro e fu visto di nuovo in Sardegna.
Correlazione tra fauna e ambiente
L'insieme degli animali che vivono in una data regione costituiscono la fauna della regione stessa,
caratteristica per ciascuna area geografica. La maggior parte delle specie che la compongono manifestano forme, funzioni
e comportamenti particolarmente adatti a vivere in quelle determinate condizioni ambientali. C'è insomma uno
stretto rapporto tra la biologia di un animale e l'ambiente in cui vive e questo rapporto si è creato nel corso
dell'evoluzione attraverso un lungo processo di adattamento e specializzazione. Ad esempio la colorazione della
pelliccia nei mammiferi è spesso tale che essi possano mimetizzarsi tra la vegetazione o sul terreno e questo vale sia
per le prede che devono sfuggire ai predatori, sia per questi ultimi che devono sorprendere la preda durante l'attacco.
I fattori ambientali ai quali gli animali devono adattarsi sono molteplici e possono essere di tipo chimico-fisico
oppure biologico. Tra i più importanti vi sono la durata del giorno e della notte, la temperatura, l'umidità, la
disponibilità di acqua e di cibo, la possibilità di rifugiarsi e sfuggire alle condizioni avverse. Dal clima e
dall'abbondanza di cibo dipendono in particolare i tempi e le modalità della riproduzione. Ad esempio, nelle regioni
tropicali dove le condizioni ambientali sono particolarmente favorevoli per buona parte dell'anno, molte specie
animali hanno cicli riproduttivi continui e in generale c'è una grande ricchezza di vita, sia come numero di individui
presenti, sia come numero di specie differenti. In questi casi si parla di un elevato grado di biodiversità.
Una specie ben adattata all'ambiente in cui vive riesce a riprodursi con successo e si mantiene stabile nel
tempo.
Equilibrio biologico
Le specie animali che vivono in un determinato ambiente fanno parte di un ecosistema cioè un
sistema nel quale tutti gli organismi viventi, i fattori fisici e i fattori chimici che lo compongono, interagiscono tra
di loro. Questa interazione consiste fondamentalmente in una serie di scambi nutritivi nel corso dei quali la materia
organica prodotta dai vegetali (organismi produttori) viene utilizzata dagli animali erbivori (organismi
consumatori primari) passando poi ai carnivori (consumatori secondari) e infine viene nuovamente ridotta in
25
composti sempre più semplici da invertebrati, funghi e batteri (organismi degradatori) in modo che
possa tornare a disposizione dei vegetali. Si crea così un complesso ciclo di materia ed energia che, passando
attraverso una successione di forme viventi, costituisce una catena alimentare. All'interno di un ecosistema
esistono diverse catene alimentari e gli organismi animali che le compongono sono legati tra loro da rapporti
di predazione, competizione, simbiosi, parassitismo, ecc. Se questi rapporti si mantengono costanti nel tempo e
non modificano la struttura delle popolazioni, si viene a creare uno stato di equilibrio biologico e
l'ecosistema si mantiene inalterato. Se invece, per un qualsiasi motivo la popolazione di uno dei componenti della
catena si riduce o si espande eccessivamente, l'equilibrio si altera con gravi danni per tutto l'ambiente. Ad
esempio, se il numero di volpi (consumatori secondari) in un dato ambiente si riduce (ad es. per effetto di una
malattia o della competizione da parte di cani rinselvatichiti, o di eccessiva pressione venatoria), si manifesterà
ben presto un aumento delle sue prede preferenziali (ad esempio il coniglio) che, essendo erbivori
(consumatori primari), potrebbero esercitare una pressione alimentare eccessiva sulla vegetazione causando così
una riduzione della produttività dell'ecosistema. Questo esempio, molto semplicistico, ci fa riflettere non solo
su quanto sia importante rispettare gli equilibri ambientali, ma anche sulla necessità di conoscere in modo
approfondito la fauna di un determinato ambiente, non solo dal punto di vista qualitativo ma anche quantitativo, in
modo da poter programmare gli interventi di gestione faunistica e venatoria nel migliore dei modi. È dunque
importante effettuare i commenti della fauna, compiere studi sulla dinamica delle popolazioni e
programmare gli interventi per ciascun comprensorio territoriale.
Esempio di associazione semplice: in una catena alimentare
si definisce in "equilibrio biologico" quando si mantengono
stabili la diffusione vegetale delle popolazioni della specie
erbivora e di quella carnivora
26
DOMANDA
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ
RISPOSTA C
QUANDO UN TERRITORIO SI DEFINISCE
"VOCATO" ALLA PRESENZA DI UNA
DETERMINATA SPECIE FAUNISTICA?
QUANDO SONO PRESENTI
FONTI ALIMENTARI, SITI
IDONEI ALLA RIPRODUZIONE
E ZONE DI RIFUGIO, SPECIE
SPECIFICHE
QUANDO NON SONO
PRESENTI PREDATORI TIPICI
PER QUELLA DATA SPECIE
QUANDO SU QUEL TERRITORIO NON SI
ESERCITA L'ATTIVITÀ VENATORIA
A
QUANDO UN LUOGO FISICO SI
CONFIGURA QUALE "HABITAT TIPICO"
PER UNA DETERMINATA SPECIE
FAUNISTICA?
QUANDO HA UNA BUONA
ESPOSIZIONE A SUD - EST
QUANDO È ALL'INTERNO DI
UN PARCO
QUANDO PRESENTA
CARATTERISTICHE DI
VOCAZIONALITÀ (ALIMENTAZIONE,
POSSIBILITÀ DI
RIPRODUZIONE, RIFUGIO)
PER LA SPECIE IN QUESTIONE
C
QUAL È IL FATTORE CHE, DI NORMA,
MAGGIORMENTE INCIDE SULLA
PRESENZA DI UNA DETERMINATA
SPECIE FAUNISTICA IN UNA
DETERMINATA ZONA?
LA DISPONIBILITÀ E LA
LA DISTANZA DAI CENTRI
QUANTITÀ DI FONTI
URBANI
ALIMENTARI SPECIE-SPECIFICHE
L'ASSENZA DI RANDAGISMO CANINO
A
LA CATENA ALIMENTARE DI FATTO SI
CONFIGURA COME:
L'INSIEME DELLE MOLTEPLICI
PREDE E DEI NUMEROSI
PREDATORI
LA BIOMASSA VEGETALE
DISPONIBILE SU UN DATO
TERRITORIO
IL PASSAGGIO DI ENERGIA
CHE INTERCORRE TRA I
VEGETALI (PRODUTTORI) E I
SUCCESSIVI CONSUMATORI
DI DIVERSO LIVELLO
(ERBIVORI, ONNIVORI, CARNIVORI,
DECOMPOSITORI)
C
GLI ELEMENTI BASE DI UNA CATENA
ALIMENTARE SONO:
LE PIANTE VERDI, GLI
ERBIVORI, I CARNIVORI E I
SUPERPREDATORI
LE PIANTE VERDI, GLI
ERBIVORI, I CARNIVORI E I
DECOMPOSITORI
CARNIVORI, GLI ONNIVORI E
DECOMPOSITORI
B
PERCHÉ LE PIANTE VERDI NELLA
CATENA ALIMENTARE SI
CONFIGURANO QUALI PRODUTTORI?
PERCHÉ SONO IN GRADO DI
"SINTETIZZARE" (PRODURRE)
ENERGIA DISPONIBILE ANCHE
PER TUTTI GLI ALTRI
ELEMENTI DELLA CATENA
PERCHÉ PRODUCONO
FOGLIE E FRUTTI PER GLI
ERBIVORI COME QUESTI
PRODUCONO CARNE PER I
CARNIVORI
PERCHÉ PRODUCONO BIOMASSA
A
I CARNIVORI, QUALE FUNZIONE HANNO?
CATTURARE UN CERTO
NUMERO DI PREDE TRA I
SOGGETTI MENO DOTATI
(AMMALATI, FERITI, PICCOLI,
ETC.) ANCHE PER
MANTENERE IN SALUBRITÀ
LE SPECIE PREDA
LIMITARE IL NUMERO DELLE
SPECIE PREDA
NESSUNA, SONO UN
ELEMENTO DI DISTURBO
ALL'INTERNO DELLE DIVERSE
BIOCENOSI
A
I DECOMPOSITORI, QUALE FUNZIONE
HANNO ALL'INTERNO DEI DIVERSI
ECOSISTEMI?
DI SCOMPORRE GLI ALIMENTI
IN MODO DA RENDERLI PIÙ
DIGERIBILI
DI RIPULIRE IL TERRITORIO
DALLE CARCASSE DEGLI
ANIMALI MORTI
ACCIDENTALMENTE
DI TRASFORMARE LE
SOSTANZE ORGANICHE
RESIDUE (FOGLIE SECCHE,
FECI, CARCASSE, ETC.) IN
ELEMENTI INORGANICI
ASSIMILABILI DALL'APPARATO
RADICALE DELLE PIANTE
C
I VEGETALI DA DOVE OTTENGONO
DALL'ACQUA DI IRRIGAZIONE
L'ENERGIA NECESSARIA PER LA LORO VITA? LORO FORNITA
SE LA AUTOPRODUCONO
ATTRAVERSO UNA REAZIONE
BIOCHIMICA
DIRETTAMENTE DAL SUOLO
B
ALL'INTERNO DI UN DATO ECOSISTEMA
È POSSIBILE SUSSISTA UN NUMERO DI
CARNIVORI PARI AL NUMERO DI
ANIMALI APPARTENENTI ALLE SPECIE
PREDA?
NO
SÌ
DIPENDE DALLA SPECIE CUI
APPARTIENE IL PREDATORE
A
E' CORRETTO DIRE CHE SU UN DATO
ECOSISTEMA IL NUMERO DEI
CARNIVORI DIPENDE DALLA BIOMASSA
VEGETALE PRESENTE?
SÌ, PERCHÈ IL NUMERO DEGLI
ERBIVORI, DEI QUALI SI
NUTRONO, DIPENDE DALLA
QUANTITÀ DI CIBO LORO
DISPONIBILE
NO, PERCHÉ DIPENDE DA
QUALI E QUANTE ALTRE
SPECIE PREDATRICI SONO
PRESENTI
NO, PERCHÉ NON SI
NUTRONO DI VEGETALI
A
E' VERO CHE PER AVERE UN MAGGIOR
NUMERO DI STARNE SU UN DATO
TERRITORIO BASTA INCREMENTARE IL
NUMERO DI STARNE RILASCIATE
DURANTE LE OPERAZIONI DI
RIPOPOLAMENTO?
SÌ, SE IL NUMERO DEI
PREDATORI NON È
CONTRASTATO IN MODO
ATTIVO DALL'UOMO
NO, SE SI FANNO DEGLI
ADEGUATI RIPOPOLAMENTI
NO, PERCHÉ IL NUMERO DI
STARNE CHE POSSONO
VIVERE SU UN DATO
TERRITORIO DIPENDE DAL
GRADO DI VOCAZIONALITÀ SPECIESPECIFICA (ALIMENTAZIONE,
POSSIBILITÀ DI
RIPRODUZIONE E RIFUGIO)
C
27
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
COSA SI INTENDE PER EQUILIBRIO
DINAMICO TRA PREDA E PREDATORE?
LA CAPACITÀ DEL
PREDATORE DI ADATTARSI
ALLE TECNICHE DI DIFESA
DELLA PREDA
IL PESO CHE PUÒ
RAGGIUNGERE IL
PREDATORE SULLA BASE
DELLA QUANTITÀ DI PREDE
CHE CONSUMA
IL MECCANISMO CICLICO CHE
VEDE CON L'ACCRESCIMENTO DEL
NUMERO DEI PREDATORI LA
DIMINUZIONE DELLE PREDE
FINO AL PUNTO DA
DETERMINARE LA RIDUZIONE
DEI CARNIVORI E
CONSEGUENTEMENTE, LA
RIPRESA DELLA SPECIE PREDA
C
PERCHÉ SONO FONDAMENTALI I
PREDATORI ANCHE PER LA
SOPRAVVIVENZA DELLE SPECIE PREDA?
PERCHÉ ELIMINANDO
PREVALENTEMENTE GLI
ANIMALI PIÙ DEBOLI
MANTENGONO IN CONDIZIONI
SANITARIE ADEGUATE LE
POPOLAZIONI DI SPECIE PREDA
PERCHÉ RAGGIUNTO UN
CERTO NUMERO DI CATTURE
SOSPENDONO
VOLONTARIAMENTE LA CACCIA
E' UN'AFFERMAZIONE NON VERA
A
QUAL È LA FUNZIONE DEGLI ERBIVORI
ALL'INTERNO DELLA CATENA
ALIMENTARE?
NON HANNO UNA FUNZIONE
DETERMINANTE
RECUPERARE L'ENERGIA
DISPONIBILE NEI VEGETALI
PER TRASFORMARLA IN
SOSTANZA ANIMALE
UTILIZZABILE DAI
CONSUMATORI DI ALTRO
LIVELLO
CONTENERE L'ACCRESCERSI
ECCESSIVO DELLE PIANTE VERDI
B
UN AMBIENTE CHE PRESENTA FONTI
ALIMENTARI PER UNA DATA SPECIE
ANIMALE E ADEGUATE ZONE PER LA
SUA SALVAGUARDIA, PUÒ OSPITARE
QUESTA SPECIE IN MODO PERMANENTE?
NO, QUALORA NON CI SIANO
ADEGUATI SITI DI
RIPRODUZIONE
SÌ
SOLTANTO SE SI TROVA
ALL'INTERNO DI UN'AREA PROTETTA
A
QUAL È IL PERIODO DELL'ANNO DOVE,
DI NORMA, RISULTA IMPORTANTE PER
GLI ANIMALI SELVATICI POTER
DISPORRE DI ADEGUATE FONTI DI CIBO?
IN INVERNO, QUANDO È
MAGGIORE IL DISPENDIO
ENERGETICO
NEL CORSO DELLA
IN PRIMAVERA E IN
GESTAZIONE PER I MAMMIFERI E AUTUNNO, DURANTE IL
DELL'OVULAZIONE PER
PERIODO DELLA MUTA
L'ORNITOFAUNA
PER INCREMENTARE IN MODO
DURATURO IL NUMERO DI ANIMALI
SELVATICI (ES. FAGIANI) GIÀ PRESENTI
SU UN DATO TERRITORIO COSA È
OPPORTUNO FARE?
IMMETTERE UN CONGRUO
INCREMENTARE LE FONTI
ABBATTERE IL MAGGIOR
NUMERO DI ANIMALI
ALIMENTARI SPECIE-SPECIFICHE NUMERO DI PREDATORI POSSIBILE
APPARTENENTI A DETTA SPECIE
B
PERCHÉ SU QUASI TUTTO IL
TERRITORIO PROVINCIALE DI PIANURA
C'È UNA COSÌ FORTE PRESENZA DI
CORNACCHIE?
PERCHÉ NON ESISTONO
PREDATORI SPECIFICI
PERCHÉ ESISTONO
ABBONDANTI FONTI
ALIMENTARI ANCHE
INVERNALI (ES. DISCARICHE)
E NUMEROSISSIMI SITI DI
NIDIFICAZIONE GENERATI
DALLA PIOPPICOLTURA
PERCHÉ È UN ANIMALE
ESTREMAMENTE INTELLIGENTE
B
A COSA È DOVUTA L'ABBONDANTE
PRESENZA DI CINGHIALI
RISCONTRABILE NEGLI ULTIMI ANNI?
ALL'INCREMENTO DELLE
AREE BOSCATE CON
ABBONDANTE PRODUZIONE
DI CASTAGNE E GHIANDE A
TOTALE DISPOSIZIONE DELLA
SPECIE NEL PERIODO
INVERNALE
ALLA FORTE CAPACITÀ
RIPRODUTTIVA DELLE FEMMINE
ALLA MANCANZA DI PREDAZIONE
A
PERCHÉ SI STA RILEVANDO DA ALCUNI
ANNI LO SVERNAMENTO SUL NOSTRO
TERRITORIO DI UN NUMERO
CONSISTENTE DI COLOMBACCI, SPECIE
TIPICAMENTE MIGRATRICE?
PERCHÉ SIAMO DI FRONTE
AD UN PROGRESSIVO
CAMBIAMENTO CLIMATICO
PERCHÉ LA SPECIE HA
IMPARATO A CONVIVERE CON
RIGORI INVERNALI DEL
PIEMONTE
PRINCIPALMENTE PERCHÉ
L'AUMENTO DI PRODUZIONE
DEL MAIS E LA SUA
RACCOLTA MECCANIZZATA,
DETERMINANO UNA
DISPERSIONE SUL TERRENO
DI QUANTITÀ SIGNIFICATIVE
DI GRANELLA A
DISPOSIZIONE DI DETTI ANIMALI
C
A
NELLA PIRAMIDE ALIMENTARE COSA DIFFE I SUPERPREDATORI NON SONO
RENZIA I "SUPERPREDATORI" DAI
CONDIZIONATI DA UN
"CARNIVORI"?
LIVELLO SUPERIORE
I SUPERPREDATORI UCCIDONO I SUPERPREDATORI
UN NUMERO AGGIORE DI PREDE CACCIANO SOLO DI NOTTE
A
DI NORMA GLI UCCELLI APPARTENENTI
A SPECIE MIGRATRICI SONO PRESENTI,
IN FASE DI "PASSO", SUL TERRITORIO
PIEMONTESE NEL PERIODO:
AUTUNNO - INIZIO INVERNO
NEI MESI INVERNALI
FINE INVERNO - INIZIO PRIMAVERA
A
QUAL È L'ELEMENTO PRINCIPALE CHE
INDUCE GLI UCCELLI MIGRATORI, NEL
NOSTRO EMISFERO, A SPOSTARSI DA
REGIONI POSTE PIÙ A NORD VERSO
SUD NEL PERIODO AUTUNNO - INVERNO?
L'ISTINTO DELLA SPECIE
LA RICERCA DI UN CLIMA PIÙ
CALDO
LA RICERCA DI CONDIZIONI
ALIMENTARI ATTE A
GARANTIRE LA LORO
SOPRAVVIVENZA
C
28
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
IN CASO DI ECCEZIONALE
NO, PERCHÉ L'ISTINTO LA
DISPONIBILITÀ ALIMENTARE
INDURREBBE A PROSEGUIRE
INVERNALE PER UNA SPECIE
VERSO SUD
APPARTENENTE ALL'AVIFAUNA
ABITUALMENTE DI PASSO SUL NOSTRO
TERRITORIO , DETTA SPECIE
POTREBBE PER QUELL'ANNO
SVERNARE SUL TERRITORIO PROVINCIALE?
SÌ, SE OLTRE ALLA
DISPONIBILITÀ ALIMENTARE
FACESSE POCO FREDDO
SÌ
C
NEI LUOGHI DI SVERNAMENTO PER GLI
UCCELLI MIGRATORI NEL NOSTRO
EMISFERO, LE DIVERSE SPECIE SI
RIPRODUCONO?
NO
SÌ, PURCHÈ IL PERIODO SIA
SUFFICIENTE PER
COMPLETARE LA COVA
DELLE UOVA
SÌ, ESCLUSIVAMENTE LE
SPECIE APPARTENENTI ALLA
FAMIGLIA DEI TURDIDI
A
LA FASE DI "RIPASSO" SUL NOSTRO
TERRITORIO PER LA MAGGIOR PARTE
DELLE SPECIE AVIFAUNISTICHE
MIGRATRICI COINCIDE CON IL PERIODO
STAGIONALE DI:
FINE PRIMAVERA - INIZIO
ESTATE
FINE INVERNO - INIZIO
PRIMAVERA
FINE AUTUNNO
B
NEL CASO DI STRAORDINARIE CONDIZION
I ALIMENTARI SPECIE-SPECIFICHE FAVORE
VOLI PER LE SPECIE AVIFAUNISTICHE
IN FASE DI "RIPASSO" SUL TERRITORIO
PIEMONTESE, LE STESSE:
SI FERMERANNO PER
SFRUTTARE AL MEGLIO GLI
ALIMENTI DISPONIBILI
SI STANZIALIZZERANNO
DOPO LA NATURALE SOSTA,
NECESSARIA PER
ALIMENTARSI E RIPOSARE,
PROSEGUIRANNO VERSO LE
ZONE DI RIPRODUZIONE
C
IN MANCANZA DI ATTIVITÀ VENATORIA
LUNGO LA ROTTA DI MIGRAZIONE,
PRESSOCHÈ TUTTI GLI UCCELLI
MIGRANTI RITORNANO NELL'ABITUALE
AREA DI RIPRODUZIONE?
SÌ
NO, PERCHÉ PARTE DEGLI
ANIMALI SI SOFFERMANO
NELLE REGIONI DI
SVERNAMENTO
NO, PERCHÉ IL DISPENDIO DI
ENERGIA E L'INCIDENTALITÀ
CONNESSE ALLA
MIGRAZIONE PROVOCANO
MORTALITÀ ELEVATA
C
COSA SI INTENDE PER SPECIE
AVIFAUNISTICA PARZIALMENTE
MIGRATRICE?
UNA SPECIE DELLA QUALE
ALCUNE POPOLAZIONI
VIVONO STANZIALMENTE SU
DETERMINATI TERRITORI,
MENTRE IL MAGGIOR
NUMERO DEI SOGGETTI MIGRA
UNA SPECIE CHE COMPIE IL
UNA SPECIE CHE COMPIE
TRAGITTO DI MIGRAZIONE
MIGRAZIONI MOLTO CONTENUTE
STAGIONALE ANNI SÌ E ANNI NO
A
L'ATTIVITÀ RIPRODUTTIVA DELLE
SPECIE SELVATICHE COME È REGOLATA?
IN MODO CHE LA NASCITA DEI
PICCOLI O LA SCHIUSA DELLE
UOVA COINCIDA CON L'INIZIO
DEL PERIODO PIÙ
FAVOREVOLE A GARANTIRE
LA MAGGIOR
SOPRAVVIVENZA DEI NUOVI
NATI
IN MODO CHE
INTERCORRANO ALMENO SEI
MESI TRA LA NASCITA DI
SUCCESSIVE GENERAZIONI
DAL PERIODO DI RICETTIVITÀ
DELLE SINGOLE FEMMINE
A
COSA SI INTENDE PER SPECIE MONOGAME?
SPECIE FAUNISTICHE CHE
ALLEVANO UN SOLO PICCOLO
PER OGNI SINGOLA SCHIUSA
DELLE UOVA O PER OGNI
NASCITA
SPECIE ANIMALI NELLE QUALI
MASCHI E LE FEMMINE
DANNO ORIGINE A COPPIE
STABILI CHE CONVIVONO PER
TUTTO IL PERIODO
RIPRODUTTIVO
SPECIE FAUNISTICHE CHE SI
RIPRODUCONO UNA SOLA
VOLTA OGNI ANNO
B
COSA SI INTENDE PER SPECIE POLIGAME?
SPECIE DOVE MASCHI E
FEMMINE FORMANO COPPIE
STABILI NEL PERIODO DELLA
RIPRODUZIONE
SPECIE ANIMALI ESOTICHE
PROVENIENTI DA ISOLE DEL
PACIFICO
LE SPECIE OVE I MASCHI
DOMINANTI SI ACCOPPIANO
CON DIVERSE FEMMINE
C
COSA SONO I FRINGILLIDI?
FAMIGLIA DI UCCELLI
FAMIGLIA DI UCCELLI
FAMIGLIA DI UCCELLI
DELL'ORDINE DEI PASSERIFORMI DELL'ORDINE DEGLI GALLIFORMI DELL'ORDINE DEI COLUMBIFORMI
A
CHE COSA SIGNIFICA CINOFILO?
AMICO DEGLI UCCELLI
AMICO DEI MAMMIFERI
AMICO DEI CANI
C
COM'E' CONSIDERATA LA VOLPE?
SPECIE SEMPRE PROTETTA
SPECIE NOCIVA, DA ERADICARE
SPECIE CACCIABILE IN PERIODO
DETERMINATO
C
QUANTE SPECIE DI LEPRI ESISTONO IN
PIEMONTE?
DUE
QUATTRO
CINQUE
A
IL BRACCO TEDESCO E'UN CANE:
DA CERCA
DA FERMA
DA TANA
B
COSA SI INTENDE PER
"DOPPIO PASSO" DI UNA
SPECIE MIGRATRICE?
LA CORSA VELOCE
DEL MIGRATORE
PRIMA DI LEVARSI IN VOLO
IL MODO DI CAMMINARE DEL
MIGRATORE QUANDO
SI ALLONTANA DI PEDINA
IL DUPLICE PASSAGGIO DI ANDATA
E RITORNO SUI NOSTRI
CIELI DELLE SPECIE MIGRANTI IN
PRIMAVERA E IN AUTUNNO
C
LO SPECCHIO ALARE DELLA CANAPIGLIA È: INDISTINTO
VERDE E NERO GRANDE, MOLTO
BRILLANTE
BIANCO
C
NORMALMENTE QUANTE VOLTE
PARTORISCE ANNUALMENTE LA
LEPRE IN PIANURA?
UNA,RARAMENTE DUE
SETTE
TRE, RARAMENTE QUATTRO
C
QUALI CARATTERISTICHE PERMETTONO DI
RICONOSCERE UN MASCHIO DI
CANAPIGLIA POSATO SULL’ACQUA?
SOTTOCODA NERO
IN CONTRASTO CON
IL PIUMAGGIO
GRIGIO DEL CORPO
STRISCIA BIANCA SUL
COLLO, CODA FILIFORME
PICCOLO, GRIGIO CON
LA TESTA SCURA E UNA STRISCIA
ORIZZONTALE BIANCA SOPRA L’ALA
A
29
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
COME POSSONO ESSERE DISTINTI GLI
AIRONI IN VOLO?
LA TESTA VIENE
TENUTA INDIETRO
TRA LE SPALLE
COLLO TESO MA LEGGERMENTE
PENDENTE
TESTA, CORPO E COLLO TENUTI
ORIZZONTALMENTE
A
LE ANATRE TUFFATRICI QUANDO DEVONO
SPICCARE IL VOLO DA UNA SUPERFICIE
D’ACQUA:
SI LANCIANO DIRETTAMENTE
FUORI D’ACQUA
CORRONO SULLA
SUPERFICIE PRIMA DI
SPICCARE IL VOLO
PRIMA DI SPICCARE IL VOLO ESCONO
DALL’ACQUA
B
DI CHE COSA SI NUTRONO IN
PREVALENZA I RAPACI NOTTURNI?
DI PICCOLI UCCELLI
DI TOPI,RATTI E ALTRI
PICCOLI MAMMIFERI
DI SELVAGGINA ADULTA
B
LA STARNA È UN:
TURNICIDAE
PHASIANIDAE
RALLIDAE
B
QUALE UCCELLO HA
UNA MACCHIA A FERRO DI CAVALLO SUL
PETTO?
IL MASCHIO DELLA STARNA
GIOVANI E LE FEMMINE DELLA
STARNA
LA PERNICE ROSSA
A
QUALE ANATRA SI DISTINGUE PER IL
SOPRACCIGLIO BIANCO?
FISCHIONE
MARZAIOLA
ALZAVOLA
B
QUAL È L’ATTEGGIAMENTO DI
ALLARME DELLA STARNA?
SI ALZA SUBITO IN VOLO
SI ACCOVACCIA A
TERRA O CORRE
VELOCE CON LA TESTA
BEN ALZATA
SI NASCONDE SUGLI ALBERI
B
LA GALLINELLA D’ACQUA È:
UNO SCOLOPACIDE
UN RALLIDE
UN FASIANIDE
B
COME SONO LE ZAMPE DEI RALLIDI?
DITA MOLTO LUNGHE
DITA LOBATE
DITA PALMATE
B
COME SONO LE ZAMPE
DEGLI SCOLOPACIDI?
PALMATE
LUNGHE E SOTTILI
LOBATE
B
COME SI DISTINGUE IN
VOLO LA PAVONCELLA?
VOLO IN FORMAZIONE CON
RAPIDI BATTITI D’ALA
VOLO IRREGOLARE,
CON LENTI BATTITI D’ALA
ALI MOLTO ARROTONDATE
DI CHE COSA SI NUTRE
PREVALENTEMENTE LA VOLPE?
DI FAGIANI E DI LEPRI
DI GALLINE
SOPRATTUTTO DI RATTI E DI RIFIUTI
URBANI
C
COME SI DISTINGUE IL FRULLINO IN VOLO?
SI ALZA IN VOLO ALL’ULTIMO
MOMENTO E SI RIMETTE AL
COPERTO QUASI
SUBITO CON VOLO LENTO E
RETTILINEO
SOLITARIO
SI ALZA A CAMPANILE DOPO AVER
ZIGZAGATO E VOLA IN
PICCOLI GRUPPI VERSO I TERRENI DI
PASCOLO
VOLO
RAPI
DO,
RULL
ATO
QUAL È IL CARATTERE DISTINTIVO DEL
CHIURLO?
BECCO LUNGO E DIRITTO
BECCO RICURVO IN GIÙ
BECCO RICURVO IN SU
LE CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEL
COLOMBACCIO SONO:
LARGA BANDA BIANCA CHE
ATTRAVERSA L’ALA E
PICCOLA MACCHIA
BIANCA AI LATI DEL COLLO
DUE PICCOLE BARRE ALARI NERE GROPPONE BIANCO,DUE LARGHE BAN
DE NERE SULLE ALI,
BIANCO SOTTO LE ALI
A
QUAL È IL PERIODO RIPRODUTTIVO DELLA
LEPRE?
TUTTO L’ANNO
TRANNE IL PERIODO
DA OTTOBRE A DICEMBRE
TUTTO L’ANNO
DA FEBBRAIO A GIUGNO
A
FINO A CHE ETÀ VIENE MANTENUTO IL
MANTELLO STRIATO NEI CINGHIALI?
4 MESI
10 MESI
12 MESI
A
QUALE DI QUESTI UCCELLI È MIGRATORE?
LA PERNICE ROSSA
LA STARNA
LA QUAGLIA
C
COSA S’INTENDE PER “PASSO”?
GLI SPOSTAMENTI
VERSO LE AREE DI
ALIMENTAZIONE
GLI SPOSTAMENTI
VERSO I DORMITORI
LA MIGRAZIONE AUTUNNALE
C
COSA S’INTENDE PER FAUNA STANZIALE?
FAUNA CHE UTILIZZA
UN TERRITORIO
NATURALE MOLTO LIMITATO
FAUNA CHE NON
COMPIE MIGRAZIONI
FAUNA CHE UTILIZZA
SOLO UN AMBIENTE
MOLTO PARTICOLARE
B
COSA SI INTENDE PER ALBINISMO E
MELANISMO DI UN UCCELLO?
LA PREFERENZA NEL MANGIARE LA TENDENZA A
FRUTTA,QUALI PER
VOLARE NEL BOSCO
ESEMPIO MELE E ALBICOCCHE
ALL'ALBA O AL TRAMONTO
LA MUTAZIONE CROMATICA DEL
PIUMAGGIO CON
TENDENZA AL BIANCO O AL NERO
C
COS'E' LA MUTA DEGLI UCCELLI?
IL CAMBIO DELLE PENNE
IL PASSO AUTUNNALE
A
COSA SONO GLI UNGULATI?
SONO MAMMIFERI
SONO UCCELLI CON LE
CON GRANDE E SOLIDA UNGHIA UNGHIE LUNGHE
SONO GLI ANIMALI IMPORTATI
A
L'USIGNOLO E' UN INSETTIVORO?
SI
NO
DIPENDE DALL'AMBIENTE
A
IL CINGHIALE PUO'INCROCIARSI CON IL
MAIALE DOMESTICO?
SI
NO,MAI
SI,MA PRODUCE IBRIDI NON FECONDI
A
QUALE DI QUESTI
UCCELLI NON E'MIGRATORE?
IL TORDO BOTTACCIO
LA RONDINE
LA PERNICE ROSSA
C
LA CACCIA ALLA LEPRE
CON L'USO DI QUALI CANI DI SOLITO SI
EFFETTUA?
CON L'USO DEL BRACCO
CON L'USO DELLO SPINONE
CON L'USO DEL SEGUGIO
C
RIPOPOLAMENTI CON SELVAGGINA DI
PROVENIENZA DIVERSA
DA QUELLA ORIGINARIA
QUALI CONSEGUENZE POSSONO PORTARE?
MIGLIORAMENTO GENETICO
INQUINAMENTO GENETICO E
INTRODUZIONE DI MALATTIE
AUMENTO NOTEVOLE DI NUMERO DEI
SELVATICI
B
LA COVA SUL NIDO
GREG
ARIA
B
30
IN CHE MESE AVVIENE IL RIPASSO DEL
FISCHIONE?
RISPOSTA A
IN MARZO
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
IN OTTOBRE
A FINE NOVEMBRE
A
IN QUALE PERIODO E'SOLITAMENTE PIU'ABB SETTEMBRE
ONDANTE IL PASSO DEL TORDO SASSELLO
DURANTE LA STAGIONE VENATORIA?
GENNAIO
NOVEMBRE
C
IN QUALE MESE
SOLITAMENTE E' PIU'ABBONDANTE IL PASS
O DELLA BECCACCIA?
IN AGOSTO
IN NOVEMBRE
IN FEBBRAIO
B
QUALE DI QUESTI UCCELLI E' UN
TETRAONIDE?
L'AQUILA
LA COTURNICE
IL GALLO CEDRONE
C
VOLENDO EFFETTUARE
UN RIPOPOLAMENTO CON STARNE, QUALE
AMBIENTE E' PIU' ADATTO ?
COLLINA ABBANDONATA
FORESTE DI PIANURA E PIOPPETO ZONE DI COLLINA COLTIVATE COL
SISTEMA TRADIZIONALE
C
IN QUALE PERIODO DELL'ANNO LA CESENA IN ESTATE
E' DA NOI PIU'ABBONDANTE?
IN AUTUNNO
IN PRIMAVERA
B
I PICCOLI DI CINGHIALE SINO A 45 MESI SONO CARATTERIZZATI DA:
MANTELLO DI COLORE
BRUNO SCURO
MANTELLO DI COLORE
GIALLO DORATO CON STRISCE NERE
PARALLELE
C
QUALE DI QUESTI CARADRIFORMI
LA BECCACCIA
PRESENTA UN LUNGO CIUFFO SULLA NUCA?
LA PAVONCELLA
IL BECCACCINO
B
QUALI DI QUESTI
UCCELLI NON E'MIGRATORE?
L'ALZAVOLA
LA RONDINE
LA STARNA
C
QUALE DI QUESTI UCCELLI E' UN RAPACE
DIURNO?
IL GUFO COMUNE
L'ALLOCCO
IL NIBBIO
C
QUALE DI QUESTI UCCELLI E'INSETTIVORO? IL FRANCOLINO DI MONTE
LA RONDINE
LA MARZAIOLA
B
QUAL'E' L'AMBIENTE
TIPICO DELLA STARNA?
LE ZONE UMIDE
LE ZONE AD AGRICOLTURA
DIFFERENZIATA
C
QUALI FUNZIONI SVOLGONO LE ZONE
FAVORISCONO LA SOSTA DELLA FAVORISCONO LA
UMIDE NEI RIGUARDI DELLA SELVAGGINA? MIGRATORIA
NIDIFICAZIONE DEI
RAPACI NOTTURNI
FAVORISCONO LA
NIDIFICAZIONE DELLA SELVAGGINA
STANZIALE
A
QUALI SONO I FATTORI CHE
MAGGIORMENTE CONDIZIONANO
L'AFFERMAZIONE DI UNA QUALSIASI
SPECIE ANIMALE?
L'ASSENZA/PRESENZA DI
PREDATORI
LA DISPONIBILITÀ DI FONTI
ALIMENTARI, NONCHÉ
AMBIENTI IDONEI ALLA
RIPRODUZIONE E RIFUGIO
L'ASSENZA/PRESENZA DI
SPECIE CONTENDENTI
B
I CONFRONTI/SCONTRI TRA MASCHI
PER IL POSSESSO DELLE FEMMINE
NELLE SPECIE POLIGAME SONO
FUNZIONALI A:
SELEZIONARE I MASCHI PIÙ
DOTATI PER LA SUCCESSIVA
PROCREAZIONE
DECONGESTIONARE
SITUAZIONI DI TENSIONE CHE
SI INSTAURANO DURANTE
L'ANNO NELL'AMBITO DELLE
POPOLAZIONI FAUNISTICHE
SELVATICHE
DEFINIRE L'ANIMALE CHE
GOVERNA LE SORTI DELLA
SUA SPECIE SU UN
DETERMINATO TERRITORIO
FINTANTO NON SARÀ
SOSTITUITO DA UN ALTRO
MASCHIO DOMINANTE
A
GLI UCCELLI CHE NIDIFICANO A TERRA
SONO CARATTERIZZATI DA:
LA PRODUZIONE DI PIÙ
NIDIATE ALL'ANNO PER
CONTRASTARE LE PERDITE
CHE DERIVANO DAI PERICOLI
DELL'AMBIENTE IN CUI VIVONO
GRANDI CURE PARENTALI DA
PARTE DI AMBEDUE I
GENITORI FINTANTO I
NIDIACEI NON SONO IN
GRADO DI ABBANDONARE IL
NIDO
LA REALIZZAZIONE DI UN
SOLO NIDO ALL'ANNO CON
DEPOSIZIONE DI NUMEROSE
UOVA E PROLE PRECOCE IN
GRADO DI SFUGGIRE DA
SUBITO AI MOLTI PERICOLI
DELL'AMBIENTE CHE LA OSPITA
C
COSA SI INTENDE PER "PROLE
NIDIFUGA" DI ALCUNE SPECIE
AVIFAUNISTICHE?
CHE I PICCOLI SONO IN
GRADO DI SEGUIRE I
GENITORI ED
AUTOALIMENTARSI SUBITO
DOPO LA SCHIUSA
CHE I PICCOLI SCAPPANO
DAL NIDO APPENA POSSONO
CHE I PICCOLI NASCONO CON
GLI OCCHI CHIUSI E DEVONO
ESSERE ALIMENTATI DAI
GENITORI NEL PRIMO
PERIODO DI VITA
A
TENUTO CONTO CHE NELLE SPECIE
FAUNISTICHE LE UOVA VENGONO
DEPOSTE IN UN LASSO DI TEMPO DI PIÙ
GIORNI, IL PULCINO DEL PRIMO UOVO
DEPOSTO SCHIUDERÀ GIORNI PRIMA DI
QUELLO CONTENUTO NELL'UOVO
DEPOSTO PER ULTIMO ?
NO, PERCHÉ DURANTE
L'OVODEPOSIZIONE LE UOVA
NON VENGONO COVATE
SÌ, NATURALMENTE
SÌ, BENCHÈ LA SCHIUSA DI
TUTTE LE UOVA AVVIENE IN
UN LASSO DI TEMPO NON
SUPERIORE AI TRE GIORNI
A
IL CONOSCERE L'HABITAT TIPICO
DOVE, DI NORMA, VIVE UNA
DETERMINATA SPECIE FAUNISTICA
PUÒ ESSERE UTILE PER:
VALUTARE LA QUANTITÀ DI
CIBO CHE LA SPECIE
CONSIDERATA CONSUMA
GIORNALMENTE
IDENTIFICARE UN ANIMALE
OSSERVATO DI SFUGGITA, IN
CONDIZIONI DI PRECARIA
VISIBILITÀ
DETERMINARE LA
LUNGHEZZA DELLA VITA
DELLA SPECIE CONSIDERATA
B
QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE
POSSONO CONTRIBUIRE
ALL'IDENTIFICAZIONE DI UN ANIMALE
VISTO DI SFUGGITA?
L'HABITAT IN CUI SI TROVA,
LE DIMENSIONI E FORME, IL
SUO COMPORTAMENTO
L'ETÀ DELL'ANIMALE
RILEVABILE DALLO SVILUPPO
DELLE CORNA SE TRATTASI
DI SPECIE FAUNISTICHE
UNGULATE
L'EVENTUALE COLORE E
FORMA DELLA MACCHIA
CAUDALE E LA POSIZIONE
CHE ASSUME NELL'URINARE
A
MANTELLO DI COLORE ROSSO
L'ALTA MONTAGNA
31
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
QUAL È L'HABITAT TIPICO DEL CINGHIALE? AREE BOSCATE CON RICCO
SOTTOBOSCO E GERBIDI
PROSSIME A FONTI
ALIMENTARI E ZONE UMIDE
CAMPI DI GRANOTURCO
POSSIBILMENTE ESTESI
BOSCHI DI CONIFERE DI
MEDIA E ALTA MONTAGNA
A
QUAL È L'HABITAT TIPICO DELLA LEPRE?
FORESTE DI LATIFOGLIE CON
RICCO SOTTOBOSCO
AREE COLTIVATE A VIGNETO
AREE CON PRATI STABILI E
ADEGUATE ZONE DI RIMESSA
FINO AD UNA QUOTA DI C.A.
1.800 METRI SUL LIVELLO DEL MARE
C
QUAL È L'HABITAT TIPICO DEL
CONIGLIO SELVATICO?
AMBIENTI DIVERSI PURCHÈ
ASCIUTTI CON PRESENZA DI
SIEPI ED ARBUSTI CHE
POSSONO OFFRIRE RIPARO
TORBIERE DI PIANURA E
COLLINA
RIVE SABBIOSE DEI CORSI D'ACQUA
A
QUAL È L'HABITAT TIPICO DEL
GERMANO REALE?
ZONE UMIDE CON ACQUE BASSE ZONE A CANNETO FITTO
LAGHI NATURALI E LAGHI DI
CAVA PROFONDI
A
QUAL È L'HABITAT TIPICO DEL
BECCACCINO?
TERRENI STEPPICI CON BEALERE RIVE DEI LAGHI E DEI FIUMI
ACQUITRINI, PRATERIE UMIDE
E MARCITE
C
QUAL È L'HABITAT TIPICO DELLA
BECCACCIA?
ACQUITRINI E PRATI IRRIGUI
BOSCHI MISTI CON RICCO
SOTTOBOSCO E ZONE UMIDE
RIVE LACUSTRI O FLUVIALI
B
QUAL È L'HABITAT TIPICO DELLA
CUTURNICE?
PRATERIE PIÙ O MENO
CESPUGLIATE
INFRAMMEZZATE A PIETRAIE
SU VERSANTI BENE ESPOSTI
IN ZONE MEDIE - ALTO
MONTANE
PRATERIE SUPERIORI AL
LIMITE DELLA VEGETAZIONE
ARBOREA
BOSCHI DI CONIFERE CON RADURA
A
QUAL È L'HABITAT TIPICO DELLA STARNA ? PRATERIE CON ROCCE
AFFIORANTI
ZONE COLLINARI E
PEDEMONTANE CON
APPEZZAMENTI COLTIVATI
ALTERNATI A BOSCHI
LIMITE DELLA VEGETAZIONE
ARBOREA IN AMBIENTI DI
CONIFERE RADE ED ARBUSTI
CONTORTI
B
L'ALIMENTAZIONE DELLA QUAGLIA
ADULTA È PREVALENTEMENTE
COMPOSTA DA:
PICCOLI SEMI
FRUTTI
FORAGGIO VERDE
A
LA GRANELLA DI MAIS È ALIMENTO
UTILE PER LA QUAGLIA ?
SÌ
NO
SÌ, NEL CASO NON SIA
DISPONIBILE FORAGGIO VERDE
B
L'ALIMENTAZIONE DELLA QUAGLIA È
MAGGIORMENTE GARANTITA DA:
CAMPO COLTIVATO A
FRUMENTO E PRESENZA DI
GRAMINACEE SPONTANEE
CAMPI COLTIVATI A MAIS
PRATI STABILI
A
L'ALIMENTAZIONE DELLA TORTORA È
PREVALENTEMENTE:
INSETTIVORA
FRUGIVORA
GRANIVORA
C
L'ALIMENTAZIONE DELLA STARNA
ADULTA È PREVALENTEMENTE
COMPOSTA DA:
PICCOLI FRUTTI
SEMI DI GRAMINACEE
SELVATICHE, FRUMENTO E
SEGALE
INSETTI E VEGETALI VERDI
B
LA GRANELLA DI MAIS È ALIMENTO
UTILE PER LA STARNA ?
NO
SÌ
NO, SE IL MAIS È STATO
TRATTATO CON ANTICRITTOGAMICI
A
L'ALIMENTAZIONE DEL COLOMBACCIO
È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA:
FRUTTI DIVERSI
GHIANDE, GROSSI SEMI
OLEOSI E CEREALI
SEMI DI GRAMINACEE
SPONTANEE E VERDURA VERDE
B
LA GRANELLA DI MAIS È ALIMENTO
UTILE PER IL FAGIANO ADULTO?
SÌ
NO
SOLO IN INVERNO
A
L'ALIMENTAZIONE DELLA CORNACCHIA
GRIGIA È PREVALENTEMENTE
COMPOSTA DA:
SEMI, ALIMENTI ANIMALI
(UOVA, CAROGNE, ETC.) E
RIFIUTI ORGANICI DIVERSI
FRUTTA E GRANDI SEMI OLEOSI
INSETTI DIVERSI
A
LE CORNACCHIE POSSONO UCCIDERE
ALTRI ANIMALI PER CIBARSENE?
NO
SÌ, IN CASI DI ESTREMA
NECESSITÀ
SÌ, ABITUALMENTE, ANIMALI
MEDIO PICCOLI
C
L'ALIMENTAZIONE DEL TORDO
BOTTACCIO È PREVALENTEMENTE
COMPOSTA DA:
SEMI DI CEREALI E
GRAMINACEE SPONTANEE
INSETTI E PICCOLI MOLLUSCHI
BACCHE E FRUTTI DIVERSI
C
L'ALIMENTAZIONE DELLA CESENA È
PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA:
LARVE DI INSETTI
FRUTTI DIVERSI
SEMI DI CEREALI E DI
GRAMINACEE SPONTANEE
B
L'ALIMENTAZIONE DEL TORDO
SASSELLO È PREVALENTEMENTE
COMPOSTA DA:
INSETTI E PICCOLI MOLLUSCHI
BACCHE E FRUTTI DIVERSI
SEMI DI CEREALI E DI
GRAMINACEE SPONTANEE
B
L'ALIMENTAZIONE DEL GERMANO
REALE È PREVALENTEMENTE
COMPOSTA DA:
MOLLUSCHI E LARVE DI
INSETTI CHE RECUPERA NEL
FONDO MELMOSO DEI CORSI
D'ACQUA
SOSTANZE VEGETALI E SEMI
DI CEREALI, IN MISURA
MINORE MOLLUSCHI E LARVE
PICCOLI PESCI E GIRINI
B
L'ALIMENTAZIONE DEL BECCACCINO È
PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA:
PICCOLI SEMI
AVANNOTTI E GIRINI
ANELLIDI E LARVE DI INSETTI DIVERSI
C
L'ALIMENTAZIONE DELLA BECCACCIA È
PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA:
VERMI E LARVE DI INSETTI
DIVERSI
SEMI E VEGETALI
PICCOLI PESCI E GIRINI
A
L'ALIMENTAZIONE DELLA LEPRE È
PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA:
ESSENZE ERBACEE
FOGLIE E ALTRE
COMPONENTI ARBOREE
TUBERI E MICCORIZE
A
32
IL CONIGLIO SELVATICO SI NUTRE
PREVALENTEMENTE DI:
RISPOSTA A
VEGETALI CHE TROVA IN
SUPERFICIE
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
RADICI E TUBERI
BACCHE E PICCOLI FRUTTI
A
LA VOLPE SI NUTRE PREVALENTEMENTE DI: FRUTTA E RIFIUTI ORGANICI
ESCLUSIVAMENTE DI
MAMMIFERI E UCCELLI DI
PICCOLA/MEDIA TAGLIA
GROSSI INSETTI, MAMMIFERI
E UCCELLI MEDIO/PICCOLI,
FRUTTI DIVERSI E RIFIUTI ALIMENTARI
C
IL CINGHIALE NEL PERIODO INVERNALE
SI NUTRE PREVALENTEMENTE DI:
GRANTURCO RESIDUO E
BULBI DI FIORI SPONTANEI
TUBERI, ANELLIDI E LARVE
CASTAGNE, GHIANDE E FAGGIOLE
C
L'ALIMENTAZIONE DELLA COTURNICE È
PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA:
PICCOLI FRUTTI E GEMME
APICALI
VEGETALI FRESCHI E SEMI DI
GRAMINACEE SPONTANEE E
COLTIVATE
INSETTI DIVERSI
B
L'ALIMENTAZIONE DELLA PERNICE
BIANCA È PREVALENTEMENTE
COMPOSTA DA:
INSETTI DIVERSI
PICCOLI FRUTTI E GEMME
APICALI
ERBE, GERMOGLI, BACCHE E LICHENI
C
PERCHÉ I PESTICIDI POSSONO
DETERMINARE UNA SIGNIFICATIVA
RIDUZIONE DEI FASIANIDI? (FAGIANO
COMUNE, STARNA, ETC.)
PERCHÉ SONO TOSSICO MORTALI PER TUTTI I PICCOLI
ANIMALI
PERCHÉ ELIMINANO OLTRE AI
PARASSITI GRAN PARTE
DEGLI INSETTI, RIDUCENDO
L'ALIMENTAZIONE TIPICA DEI
NIDIACEI NELLE PRIME
SETTIMANE DI VITA
PERCHÉ DETERMINANO NEL
MEDIO PERIODO PATOLOGIE
TUMORALI NELL'AVIFAUNA
TERRICOLA
B
PERCHÉ I CONCIMI GRANULARI
POSSONO RIDURRE DRASTICAMENTE
LE POPOLAZIONI DEI FASIANIDI?
PERCHÉ I GRANULI VENGONO
SCAMBIATI PER SEMI E
MANGIATI
PERCHÉ SCIOGLIENDOSI
INQUINANO E AVVELENANO
LE FONTI IDRICHE
PERCHÈ, INGERITI COME
PIETROLINE UTILI NEL
VENTRIGLIO PER MACINARE I
SEMI DI CUI SI NUTRONO,
AVVELENANO GLI ANIMALI
C
IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE
STARNA I MASCHI SONO FACILMENTE
DISTINGUIBILI DALLE FEMMINE?
SÌ
SÌ, NEL PERIODO INVERNALE
NO
C
LA STARNA È UNA SPECIE:
MONOGAMA IN PRESENZA DI
POCHE FEMMINE
MONOGAMA
POLIGAMA
B
IL NIDO DELLA STARNA VIENE
PREDISPOSTO:
A TERRA
IN ANFRATTI ARBOREI O
ROCCIOSI
SU SIEPI A MEZZA ALTEZZA
A
LA STARNA DEPONE UN NUMERO DI
UOVA …
DA 6 A 9
DA 2 A 5
DA 8 A 16
C
NEL CORSO DELL'ANNO LA STARNA
PORTA A TERMINE:
2 NIDIATE
1 NIDIATA
DA 2 A 3 NIDIATE
B
LE UOVA DI STARNA HANNO UN
PERIODO DI INCUBAZIONE PARI
ALL'INCIRCA A:
24 GIORNI
20 GIORNI
28 GIORNI
A
IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE
FAGIANO COMUNE I MASCHI SONO
FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE
FEMMINE?
SÌ, IL DIMORFISMO TRA I
SESSI NELLA SPECIE È
MOLTO EVIDENTE
SÌ, MA SOLO DOPO IL
SECONDO ANNO DI VITA
NO
A
IL FAGIANO È UNA SPECIE:
POLIGAMA
MONOGAMA
DIPENDE DAL NUMERO DI
FEMMINE DISPONIBILI
A
IL NIDO DEL FAGIANO VIENE PREDISPOSTO: SU ARBUSTI AD UNA ALTEZZA
NON SUPERIORE AL METRO
IN CAVITÀ ROCCIOSE
A TERRA
C
IL FAGIANO DEPONE UN NUMERO DI
UOVA …
DA 1 A 4
DA 8 A 14
DA 6 A 7
B
NEL CORSO DELL'ANNO IL FAGIANO
PORTA A TERMINE:
1 NIDIATA
2 NIDIATE
DA 2 A 3 NIDIATE
A
DOPO LA SCHIUSA I PULCINI DEL
FAGIANO SI PRESENTANO:
IMPLUMI E CON GLI OCCHI
CHIUSI
FORNITI DI PIUMINO E GIÀ
PRONTI AD ABBANDONARE IL
NIDO PER LA RICERCA DEL
CIBO IN COMPAGNIA DELLA
MADRE
FORNITI DI PIUMINO MA
PROTETTI NEL NIDO DOVE I
GENITORI LI ALIMENTANO
PER LE PRIME TRE SETTIMANE
B
IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE
COLOMBACCIO I MASCHI SONO
FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE
FEMMINE?
NO
SÌ
SÌ, MA SOLO DOPO IL
SECONDO ANNO DI VITA
A
IL COLOMBACCIO È UNA SPECIE:
RIGOROSAMENTE MONOGAMA
POLIGAMA
DIPENDE DALLA CAPACITÀ
ATTRATTIVA DEL MASCHIO
A
IL NIDO DEL COLOMBACCIO VIENE
PREDISPOSTO:
A TERRA
SU ARBUSTI DI MEDIE
DIMENSIONI
SU ALBERI ALTI
C
IL COLOMBACCIO DEPONE UN NUMERO
DI UOVA …
DA 3 A 5
2
DA 8 A 10
B
LE UOVA DI COLOMBACCIO HANNO UN
PERIODO DI INCUBAZIONE…
DA 10 A 12 GIORNI
DA 15 A 17 GIORNI
DA 23 A 25 GIORNI
B
33
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
DOPO LA SCHIUSA I PULCINI DEL
COLOMBACCIO SI PRESENTANO:
IMPLUMI E CON GLI OCCHI
CHIUSI
COPERTI DI PIUMINO E
PRONTI A LASCIARE IL NIDO
PER PROCACCIARSI IL CIBO
COPERTI DA PIUMINO E CON
GLI OCCHI APERTI MA
DIPENDENTI DAI GENITORI
PER L'ALIMENTAZIONE
A
NEL CORSO DELL'ANNO IL
COLOMBACCIO PORTA A TERMINE:
2 - 3 NIDIATE
1 NIDIATA
3 - 4 NIDIATE
A
IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE
CORNACCHIA GRIGIA I MASCHI SONO
FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE
FEMMINE?
SÌ
NO
SÌ, MA SOLO DOPO IL
SECONDO ANNO DI VITA
B
LA CORNACCHIA GRIGIA È UNA SPECIE:
POLIGAMA
MONOGAMA
DIPENDE DALLA CAPACITÀ
ATTRATTIVA DEL MASCHIO
B
IL NIDO DELLA CORNACCHIA GRIGIA
VIENE PREDISPOSTO:
IN ANFRATTI ROCCIOSI
IN MACCHIE ALBERATE FITTE
O IN BOSCHI FITTI DI PIANURA
E COLLINA
SU ALBERI RADI ALTI
C
LA CORNACCHIA GRIGIA DEPONE UN
NUMERO DI UOVA…
DA 4 A 6
2
DA 8 A 10
A
NEL CORSO DELL'ANNO LA
CORNACCHIA GRIGIA PORTA A TERMINE:
1 NIDIATA
DA 3 A 4 NIDIATE
DA 2 A 3 NIDIATE
C
IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE
TORDO BOTTACCIO I MASCHI SONO
FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE
FEMMINE?
SÌ
NO
SÌ, SOLO NEL PRIMO ANNO DI VITA
B
IL TORDO BOTTACCIO È UNA SPECIE:
MONOGAMA
POLIGAMA
DIPENDE DALLA CAPACITÀ
ATTRATTIVA DEL MASCHIO
A
IL NIDO DEL TORDO BOTTACCIO VIENE
PREDISPOSTO:
NEI CESPUGLI
A TERRA
SU ALBERI DI MEDIA ALTEZZA
C
IL TORDO BOTTACCIO DEPONE UN
NUMERO DI UOVA…
DA 3 A 5
DA 2 A 3
DA 4 A 9
A
NEL CORSO DELL'ANNO IL TORDO
BOTTACCIO PORTA A TERMINE:
DA 3 A 4 NIDIATE
DA 2 A 3 NIDIATE
1 NIDIATA
B
IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE
GERMANO REALE I MASCHI SONO
FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE
FEMMINE?
SÌ, FORTE DIMORFISMO TRA I
DUE SESSI
NO
SÌ, MA SOLO DOPO IL
SECONDO ANNO DI VITA
A
IL GERMANO REALE È UNA SPECIE:
POLIGAMA
DIPENDE DALLA CAPACITÀ
ATTRATTIVA DEL MASCHIO
MONOGAMA
C
IL NIDO DEL GERMANO REALE VIENE
PREDISPOSTO:
SULL'ACQUA VINCOLATO
ALLE IDROFITE
A TERRA
NEI CANNETI SU ISOLOTTI
FORMATI DALLA VEGETAZIONE IN
DECOMPOSIZIONE
B
IL GERMANO REALE DEPONE UN
NUMERO DI UOVA …
DA 3 A 5
DA 6 A 8
DA 8 A 14
C
NEL CORSO DELL'ANNO IL GERMANO
REALE PORTA A TERMINE:
DA 2 A 3 NIDIATE
1 NIDIATA
DA 3 A 4 NIDIATE
B
DOPO LA SCHIUSA LA PROLE DEL
GERMANO REALE SI PRESENTA:
NIDIFUGA
INETTA
COPERTA DA PIUMINO MA
ANCORA INCAPACE DI
ABBANDONARE IL NIDO
A
IL PERIODO RIPRODUTTIVO DELLA
LEPRE COMUNE INTERCORRE DA:
APRILE/GIUGNO
FEBBRAIO/MAGGIO
GENNAIO/SETTEMBRE
C
NEL PERIODO RIPRODUTTIVO LA
FEMMINA DELLA LEPRE COMUNE
PARTORISCE DI NORMA:
2 VOLTE
4 VOLTE
7 VOLTE
B
IL NUMERO MEDIO DI PICCOLI PER
SINGOLO PARTO DELLA LEPRE
COMUNE È PARI A:
4
2
5
A
I PICCOLI DELLA LEPRE COMUNE
VENGONO PARTORITI:
IN BUCHE SCAVATE NEL
TERRENO E RICOPERTE DI PELO
IN MODESTI AVVALLAMENTI
DEL TERRENO
IN TANE PROFONDE
B
I PICCOLI DI LEPRE COMUNE ALLA
NASCITA SONO:
GLABRI E CON OCCHI CHIUSI
(PROLE INETTA)
RICOPERTI DI PELO E CON
OCCHI APERTI (PROLE PRECOCE)
RICOPERTI DI PELO O MENO,
DIPENDE DALLA
TEMPERATURA ESTERNA
B
UN INDIVIDUO ADULTO DI LEPRE
COMUNE PUÒ RAGGIUNGERE IL PESO DI:
3 KG.
5 KG.
7 KG.
B
IL PERIODO RIPRODUTTIVO DEL
CONIGLIO SELVATICO INTERCORRE DA:
APRILE/GIUGNO
DA FEBBRAIO A MAGGIO
DA GENNAIO A OTTOBRE
C
NEL PERIODO RIPRODUTTIVO LA
FEMMINA DEL CONIGLIO SELVATICO
PARTORISCE DI NORMA:
2 VOLTE
4 VOLTE
7 VOLTE
C
34
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
IL NUMERO DI PICCOLI PER SINGOLO
PARTO DEL CONIGLIO SELVATICO VARIA:
DA 1 A 3
DA 3 A 5
DA 5 A 7
C
IN BUCHE SCAVATE NEL
TERRENO E RICOPERTE DI PELO
IN MODESTI AVVALLAMENTI
DEL TERRENO
IN TANE PROFONDE
C
I PICCOLI DI CONIGLIO SELVATICO
ALLA NASCITA SONO:
GLABRI E CON OCCHI CHIUSI
(PROLE INETTA)
RICOPERTI DI PELO E CON
OCCHI APERTI (PROLE PRECOCE)
RICOPERTI DI PELO O MENO,
DIPENDE DALLA
TEMPERATURA ESTERNA
A
UN INDIVIDUO ADULTO DI CONIGLIO
SELVATICO PUÒ RAGGIUNGERE IL PESO DI:
1 KG.
2 KG.
3 KG.
B
IL PERIODO RIPRODUTTIVO DELLA
VOLPE INTERCORRE:
DA APRILE A GIUGNO
DA FEBBRAIO A LUGLIO
DAL 1°AL 3 0 MAGGIO
A
OGNI ANNO LA FEMMINA DELLA VOLPE
PARTORISCE DI NORMA:
1 CUCCIOLATA
2 CUCCIOLATE
3 CUCCIOLATE
A
IL NUMERO DI PICCOLI PER SINGOLO
PARTO DELLA VOLPE VARIA:
DA 1 A 2
DA 3 A 4
DA 4 A 7
C
I PICCOLI DELLA VOLPE VENGONO
PARTORITI:
IN PICCOLI AVVALLAMENTI
DEL TERRENO
IN GIACIGLI DI FOGLIE
IN TANE PROFONDE
C
I PICCOLI DI VOLPE ALLA NASCITA SONO:
GLABRI E CON OCCHI CHIUSI
(PROLE INETTA)
RICOPERTI DI PELO E CON
OCCHI APERTI (PROLE PRECOCE)
RICOPERTI DI PELO O MENO,
DIPENDE DALLA
TEMPERATURA ESTERNA
A
UN INDIVIDUO ADULTO DI VOLPE PUÒ
RAGGIUNGERE IL PESO DI:
4 - 5 KG.
7 -8 KG.
10 - 11 KG.
C
IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE
COTURNICE I MASCHI SONO
FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE
FEMMINE?
NO
SÌ
SÌ, MA SOLO DOPO IL
SECONDO ANNO DI VITA
A
LA COTURNICE È UNA SPECIE:
RIGOROSAMENTE MONOGAMA
POLIGAMA
DIPENDE DALLA CAPACITÀ
ATTRATTIVA DEL MASCHIO
A
IL NIDO DELLA COTURNICE VIENE
PREDISPOSTO:
A TERRA, TRA VEGETAZIONE
ARBUSTIVA E ROCCE
IN PROFONDITÀ NELLE PIETRAIE SU ARBUSTI AD ALTEZZA NON
SUPERIORE A 50 CM.
A
LA COTURNICE DEPONE UN NUMERO DI
UOVA …
DA 3 A 5
DA 6 A 8
DA 8 A 14
C
IL PERIODO DI OVODEPOSIZIONE
DELLA COTURNICE INTERCORRE:
TRA FINE MARZO E LA METÀ
DI APRILE
NEL MESE DI APRILE
IN MAGGIO - INIZIO GIUGNO
C
LE UOVA DELLA COTURNICE HANNO
UN PERIODO DI INCUBAZIONE CHE VARIA:
DA 10 A 12 GIORNI
DA 15 A 17 GIORNI
DA 23 A 25 GIORNI
C
DOPO LA SCHIUSA I PULCINI DELLA
COTURNICE SI PRESENTANO:
IMPLUMI E CON GLI OCCHI
CHIUSI
COPERTI DI PIUMINO E
PRONTI A LASCIARE IL NIDO
PER PROCACCIARSI IL CIBO
COPERTI DA PIUMINO E CON
GLI OCCHI APERTI MA
DIPENDENTI DAI GENITORI
PER L'ALIMENTAZIONE
B
NEL CORSO DELL'ANNO LA COTURNICE
PORTA A TERMINE:
2 NIDIATE
1 NIDIATA
3 NIDIATE
B
LA STRATEGIA DI SOPRAVVIVENZA
DELLA COTURNICE NELLA STAGIONE
INVERNALE:
SCENDE DI QUOTA E SI
ATTESTA SUI VERSANTI PIÙ
ASSOLATI
MANTIENE LA QUOTA E SI
RIFUGIA IN BUCHE SCAVATE
NELLA NEVE
SI RIFUGIA SOTTO CENGIE IN
PARETI STRAPIOMBANTI
A
IL PERIODO RIPRODUTTIVO DELLA
LEPRE VARIABILE INTERCORRE DA:
APRILE/AGOSTO
FEBBRAIO/MAGGIO
GENNAIO/SETTEMBRE
A
NEL PERIODO RIPRODUTTIVO LA
FEMMINA DELLA LEPRE VARIABILE
PARTORISCE DI NORMA:
2 VOLTE
4 VOLTE
7 VOLTE
A
IL NUMERO DI PICCOLI PER SINGOLO
PARTO DELLA LEPRE VARIABILE È PARI A:
1O2
2O3
DA 2 A 5
C
PICCOLI DI LEPRE VARIABILE ALLA
NASCITA SONO:
GLABRI E CON OCCHI CHIUSI
(PROLE INETTA)
RICOPERTI DI PELO E CON
OCCHI APERTI (PROLE PRECOCE)
RICOPERTI DI PELO O MENO,
DIPENDE DALLA
TEMPERATURA ESTERNA
B
UN INDIVIDUO ADULTO DI LEPRE
VARIABILE PUÒ RAGGIUNGERE IL PESO DI:
3 KG.
5 KG.
7 KG.
A
LA MUTA (CAMBIO DI PELO) NELLA
LEPRE VARIABILE È CORRELATA A:
PRESENZA / ASSENZA DI
COPERTURA NEVOSA
FASI LUNARI
DURATA DELLE ORE DI LUCE
GIORNALIERE
C
LE DIMENSIONI MEDIE DI UN CAPRIOLO
MASCHIO ADULTO SONO:
120 - 130 CM. DI LUNGHEZZA
PER 70 - 80 CM. DI ALTEZZA
AL GARRESE ED UN PESO DI 23 25 KG.
130 - 150 CM. DI LUNGHEZZA
PER 80 - 90 CM. DI ALTEZZA
AL GARRESE ED UN PESO DA
60 A 100 KG.
180 - 250 CM. DI LUNGHEZZA PER 110 150 CM. DI ALTEZZA
AL GARRESE ED UN PESO
CHE PUÒ SUPERARE I 200 KG.
A
IL PERIODO DEGLI ACCOPPIAMENTI
NELLA SPECIE CAPRIOLO INTERCORRE:
METÀ LUGLIO / FINE AGOSTO
METÀ SETTEMBRE / INIZIO
OTTOBRE
OTTOBRE / INIZIO NOVEMBRE
A
IL CINGHIALE È UN UNGULATO
RUMINANTE?
SÌ, PERCHÉ SI CIBA
PREVALENTEMENTE DI
FORAGGIO VERDE
SÌ, COME TUTTI GLI UNGULATI
NO, PERCHÉ HA UNA DIETA ONNIVORA
C
35
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
PERCHÉ LE POPOLAZIONI DI
CINGHIALE SI SONO COSÌ SVILUPPATE
NEL CORSO DEGLI ULTIMI DECENNI?
PER L'ASSENZA DI
PREDATORI NATURALI
PER IL SIGNIFICATIVO
INCREMENTO DELLE AREE
BOSCATE CON FORTE
PRODUZIONE DI FRUTTI
(CASTAGNE, GHIANDE,
FAGGIOLE) A LORO TOTALE
DISPOSIZIONE NEL PERIODO
INVERNALE
PER L'AUMENTO DELLE
MONOCOLTURE A MAIS
B
NEL PERIODO INVERNALE IL CINGHIALE
SI CIBA PREVALENTEMENTE:
DI CASTAGNE, GHIANDE,
FAGGIOLE
DI TUBERI E RIMASUGLI DI
GRANTURCO
DI RIFIUTI ORGANICI
REPERIBILI PRESSO LE
DISCARICHE OVVERO
ABBANDONATI DALL'UOMO
A
IL CINGHIALE PREDA ALTRI ANIMALI?
RARAMENTE COMPIE
PREDAZIONE ATTIVA
SEBBENE ALL'OCCORRENZA
SI CIBI DI UOVA E CAROGNE
SÌ, ABITUALMENTE ANCHE
ANIMALI MEDIO GRANDI
NON CONSUMA CARNE
A
PERCHÉ IL CINGHIALE RIVOLTA LA
COTICA ERBOSA NEI PRATI?
PER ALIMENTARSI
DELL'APPARATO RADICALE
DELLE ESSENZE ERBACEE
PER CREARE BUCHE OVE
EFFETTUARE BAGNI DI FANGO
PER RICERCARE TUBERI E
BULBI NONCHÉ ANELLIDI E
LARVE DI CUI SI ALIMENTA
C
I CINGHIALE EFFETTUA I COSIDDETTI
"BAGNI DI FANGO" PER:
RINFRESCARSI DALLA
CALURA ESTIVA
GIOCARE CON I PROPRI PICCOLI
INTRAPPOLARE I PARASSITI
NEL FANGO E LIBERARSENE,
QUANDO IL FANGO SECCA,
TRAMITE SFREGAMENTO
SULLA CORTECCIA DELLE PIANTE
C
IN QUALE PERIODO LE FEMMINE DI
CINGHIALE VANNO IN ESTRO (PERIODO
DEGLI AMORI)?
INDISTINTAMENTE TUTTO
L'ANNO
DURANTE L'ESTATE
DA NOVEMBRE A GENNAIO,
SEBBENE ALCUNE FEMMINE
SONO IN ESTRO ANCHE IN
PERIODI DIVERSI
C
IL TASSO DI ACCRESCIMENTO ANNUO
NELLA SPECIE CINGHIALE PUÒ
RAGGIUNGERE:
DAL 70 AL 100% DELLA
POPOLAZIONE ADULTA
ANCHE IL 200% DELLA
POPOLAZIONE ADULTA
IL 30 - 40% DELLA
POPOLAZIONE ADULTA
B
IN CHE MODO SI EFFETTUANO I
CENSIMENTI DELLE COTURNICI?
DA PUNTI DI OSSERVAZIONE
DOVE SI BINOCOLA
L'ATTIVITÀ DEI SOGGETTI
PRESENTI DURANTE LE ORE
DI PASTURA GIORNALIERA
SU AREE CAMPIONE
RICHIAMANDO I MASCHI PER
MEZZO DEL VERSO
PRODOTTO DALLE FEMMINE
QUANDO SONO DISPONIBILI
ALL'ACCOPPIAMENTO
SU AREE CAMPIONE
IDENTIFICANDO I MASCHI
TERRITORIALI (E QUINDI
POTENZIALI NIDIATE) NEL PERIODO
DELL'OVODEPOSIZIONE E IN
LUGLIO AGOSTO
VERIFICANDO IL SUCCESSO
RIPRODUTTIVO CON CANI DA FERMA.
C
COSA SI INTENDE PER "ANATRE DI
SUPERFICIE"?
GLI ANATIDI CHE
FREQUENTANO
GENERALMENTE ACQUE
POCO PROFONDE E SI
CIBANO AFFONDANDO IN
ACQUA SOLO LA TESTA E
PARTE DEL CORPO
GLI ANATIDI CHE VIVONO
SULLA SUPERFICIE
DELL'ACQUA QUANDO NON
SONO IN PASTURA NEI CAMPI
DI MAIS
GLI ANATIDI CHE PER
INVOLARSI COMPIONO
LUNGHE CORSE SULLA
SUPERFICIE DELL'ACQUA
A
COSA SI INTENDE PER "ANATRE
TUFFATRICI"?
GLI ANATIDI CHE
RAGGIUNGONO LA
SUPERFICIE DELL'ACQUA IN
PICCHIATA IMMERGENDOSI
PER CATTURARE PESCI
ANCHE AD ALCUNI METRI
SOTTO IL PELO DELL'ACQUA
GLI ANATIDI CHE SI TUFFANO
ABITUALMENTE NELL'ACQUA
DA POSATOI POSTI AD UNA
CERTA ALTEZZA SULLE RIVE
LE ANATRE CHE
PREDILIGONO SPECCHI
D'ACQUA PROFONDI E SI
IMMERGONO IN APNEA
ANCHE DI PARECCHI METRI
PER ALIMENTARSI SUL FONDO
C
LE ANATRE TUFFATRICI SE FERME
SULLA RIVA COME SI DIFFERENZIANO
DALLE ANATRE DI SUPERFICIE?
NON SI DIFFERENZIANO
AFFATTO AVENDO AMBEDUE I
GRUPPI BECCO APPIATTITO E
DITA UNITE DA MEMBRANA
INTERDIGITALE (PIEDI PALMATI)
PER UNA POSTURA PIÙ
VERTICALE NECESSARIA A
FAR RICADERE IL PESO
BARICENTRICO ALL'INTERNO
DELL'AREA PLANTARE,
STANTE L'ATTACCATURA
DELLE ZAMPE POSTA PIÙ
INDIETRO NEL CORPO
RISPETTO ALLE ANATRE DI
SUPERFICIE
PER UNA SILHOUETTE
ALLUNGATA FUNZIONALE A
CONSENTIRE A QUESTE
ANATIDI DI SPINGERSI IN
PROFONDITÀ NELL'ACQUA
CON MINORE ATTRITO
B
NELLA FASE DI INVOLO DALL'ACQUA
ESISTE UNA DIFFERENZA TRA LE
ANATRE DI SUPERFICIE E QUELLE
TUFFATRICI?
SÌ, LE ANATRE DI
SUPERFICIE, AVENDO UN
"PESO SPECIFICO"
INFERIORE, RIESCONO A
SOLLEVARSI DALL'ACQUA
ISTANTANEAMENTE ADIFFEREN
ZA DALLE ANATRE
TUFFATRICI CHE DEVONO
PRENDERE VELOCITÀ PER
L'INVOLO
NO, AMBEDUE I GRUPPI
PRESENTANO DIFFICOLTÀ E
S'INVOLANO DOPO UNA
CORSA FRENETICA PIÙ O
MENO BREVE SUL PELO
DELL'ACQUA
SÌ, PERCHÉ LE ANATRE
TUFFATRICI HANNO
DIFFICOLTÀ A FORNIRE LA
DOVUTA SPINTA CON LE
ZAMPE STANTE
L'ATTACCATURA AL CORPO
RETROSTANTE DELLE STESSE
A
36
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
37
ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA
Armi e munizioni consentite per la caccia
Le armi consentite sono: fucili di calibro: 12,16,20,24,28,32,36 e 410 magnum.
I fucili da caccia consentiti per l’uso venatorio possono essere:
- a canna liscia
- a canna rigata
- a canne miste (i cosiddetti fucili combinati).
I fucili a canna ad anima liscia sono tutti quei fucili nei quali la parte interna della canna è perfettamente levigata.
I fucili ad anima liscia possono essere:
a) fucili monocolpo ad una sola canna a cane interno od esterno;
c) fucili a due colpi con canne giustapposte o parallele (doppiette) a cani
interni od esterni (le canne sono disposte su di un piano orizzontale una
accanto all'altra)
d) fucili a canne sovrapposte a cani interni (le canne sono disposte su di un
piano verticale, una sopra l'altra);
d) fucili semiautomatici, i quali si distinguono in :
- a canna rinculante (funzionamento per arretramento di canna ed otturatore)
- a canna fissa (funzionamento tramite recupero gas proveniente dall'esplosione della cartuccia)
e) fucili a ripetizione manuale "a pompa" od " a leva" impiegati in genere per la caccia agli ungulati;
Secondo quanto previsto dalle vigenti normative in materia, i fucili semiautomatici, a pompa ed a leva, non
possono avere più di tre colpi a disposizione (uno in canna e due nel serbatoio).
f) fucili a canne ad anima mista (cioè i fucili combinati).
Tutti i fucili sopraccitati sono costruiti in diversi calibri; la vigente legislazione in materia di caccia permette
l’uso dei seguenti calibri 12, 16, 20, 24, 28, 32 e 36. I calibri più usati sono il 12 il 16 ed il 20.
I fucili a canna ad anima rigata (carabine), con caricamento singolo manuale o da ripetizione
semiautomatica, sono caratterizzati dall'avere la parte interna della canna provvista di rigature in modo da poter
imprimere al proiettile un movimento rotatorio ed una migliore precisione sul bersaglio.
I calibri consentiti dei fucili a canna ad anima rigata, stante alle normative vigenti, risultano essere così
determinati:
- calibro 5,6 mm con altezza bossolo a vuoto uguale o superiore a mm 40
- calibro superiore a 5,6 mm con altezza bossolo anche inferiore a mm 40.
I fucili a canna rigata con caricamento a ripetizione semiautomatica non possono avere più di tre colpi a
disposizione (uno in canna e due nel serbatoio).
I fucili a canne ad anima mista (combinati) sono caratterizzati dall'avere due canne ad anima liscia ed una a
canna rigata.
Le armi non consentite per l'esercizio venatorio sono: fucili ad anima liscia di calibro superiore al 12 (es:
cal.10-cal.8) non superiori a tre colpi (con soli due colpi nel serbatoio); fucili a gas,aria compressa, muniti di
38
silenziatore, armi da fuoco impostate a scatto sulla preda, carabine di calibro inferiore a mm 5,6 con bossolo a
vuoto inferiore a 40 mm.
La gittata dell'arma è la massima distanza che può percorrere il proiettile di una carabina oppure i pallini di un
fucile ad anima liscia.
II tiro utile è la distanza utile per poter colpire la preda mortalmente. Il tiro utile di un calibro 12 è compreso da 35
e i 50 metri.
II fucile si divide in tre parti: calcio, copricanna e canne.
Le canne si suddividono in: camera di scoppio, anima o vivo di volata e strozzatura. La lunghezza delle canne va
da un minimo di cm. 45 ad un massimo di cm. 81.
La camera di scoppio che è la parte della canna dove viene introdotta la cartuccia e dove avviene lo scoppio della
stessa (la lunghezza della camera di scoppio, specialmente nei calibri 12 e 20, determina la massima dose di
piombo e polvere; per cui l'esatta sua conoscenza può prevenire incidenti quali lo scoppio di una parte dell'arma).
Anima o vivo di volata è la parte centrale della canna che va dalla fine della camera di scoppio all'inizio della
strozzatura; cioè è il percorso che i pallini fanno nel tratto cilindrico della canna prima di subire l'effetto della
strozzatura.
La strozzatura è il restringimento della canna a 5 o 7 cm. dalla bocca di volata e serve a restringere la rosata dei
pallini per prolungare il tiro in quanto ritarda l'apertura della rosata dei pallini per la pressione creatasi
all'interno della canna.
La bascula è la parte meccanica del fucile dove si trovano i meccanismi di scatto e sparo del fucile e si trova nel
calcio;essa comprende:cani, percussori, grilletti, ponticello, batterie o molle di scatto o acciarini, chiavetta di
apertura e chiusura del fucile e le chiusure (da tre a cinque).
Nei fucili semi automatici la bascula è chiamata castello.
39
La bindella è la striscia di acciaio che unisce due canne (doppietta e sovrapposto); nella doppietta serve da linea di
mira, nel sovrapposto è bucherellata (ventilata) per il raffreddamento delle canne.
II calibro è il diametro interno della canna misurato a 23 centimetri dal vivo di culatta oppure è il numero delle
palle sferiche ricavate da una libbra di piombo (453 grammi) la cui dimensione determina la circonferenza interna
di una canna ad anima liscia, e cioè fondendo una libbra di piombo si ottengono n. 12 palle del diametro di 18,5
mm, che corrispondono alla misura dell'anima cilindrica del fucile in questione. Il calibro di un fucile è rilevabile
sulle canne sotto l’astina copricanna.
Esempio:
- anima cilindrica diametro 18,5: da 1 libbra di piombo si ricavano 12 sfere del diamelro di 18,5 mm = calibro 12;
- anima cilindrica diametro 17,6: da I libbra di piombo si ricavano 16 sfere del diametro di 17,6 mm = calibro 16.
La rosata dei pallini è l'area circolare entro la quale cade un determinato numero di pallini utili per abbattere la
selvaggina..
Ad esempio a 35 metri il diametro della rosata utile è di circa cm. 70 usando pallini del n.7 sparati da un fucile di
media strozzatura.
Detenzione armi
La legge consente di detenere:
1) tre armi comuni da sparo;
2) sei armi per uso sportivo;
3) nessun limite per le armi da caccia ( art.37 Comma2 L.N. 157/92)
4) otto armi antiche.
5)
Cartucce a munizione spezzata ( a pallini)
a)
La cartuccia per un fucile ad anima liscia è composta da:
bossolo : è la parte della cartuccia che contiene la carica esplosiva ed è costituita da tre parti:
1) il tubo di cartone o di plastica;
40
b)
2) il fondello che è la parte in materiale metallico che contiene l'innesco;
3) innesco ( o fulminante) è il punto che percosso accende la polvere della cartuccia.
l'interno della cartuccia è formato da polvere, tappo, borra (cilindretto di feltro grassato o sughero o plastica) che può
contenere il piombo (borra a bicchiere) e cartoncino di chiusura ed orlatura del bossolo che impedisce la caduta del
piombo.
Le polveri usate sono quelle di nitrocellulosa gelatinizzata che non temono né umidità né la bassa temperatura.
Sono pure usate le polveri alla nitroglicerina.
Le balistiti sono polveri composte al 50% da nitroglicerina e nitrocellulosa. I pallini usati per la caccia sono: da 0 a
13 ; lo zero è per la palla unica, il 13 è il più piccolo.
Limite della detenzione del numero delle cartucce:
a)
b)
e)
d)
fino a mille cartucce a pallini la detenzione è libera;
oltre le mille cartucce ma meno di 1.500 è obbligatoria la denuncia all'Autorità di p.:
oltre le 1.500 cartucce necessita la licenza deposito rilasciata dal Prefetto.
per le cartucce a palla unica sia per le armi ad anima liscia che le carabine se ne possono detenere fino a 1.500
con obbligo della denuncia, alle Autorità di P.S. oltre le 1.500 occorre la licenza di deposito rilasciata dal Prefetto.
Porto e trasporto di armi.
a)
b)
c)
d)
Per " porto" si intende la possibilità di utilizzare immediatamente l'arma.
Per " trasporto" si intende il trasferimento di un arma da un posto ad un altro.
Il trasporto può avvenire nei seguenti modi:
sui treni, sui veicoli il fucile deve essere scarico ed in busta chiusa;
all'interno dei centri abitati, nei luoghi vietati all'attività venatoria e nei periodi e nei giorni non consentiti, il fucile deve
essere trasportato scarico ed in custodia (fodero);
per raggiungere le località di caccia dal 1 ° gennaio, le zone di gare per cani e le aziende agro venatorie, il fucile va
trasportato in custodia purché scarica e smontata;
l'attraversamento di strade, strade ferrate o zone intercluse tra zone autorizzate e non all'attività venatoria con l'arma
montata purché scarica.
Custodia
In casa le armi devono essere custodite diligentemente, cioè non devono essere di facile possesso da parte di minori o di
persone senza autorizzazione e pertanto debbono tenersi in armadi chiusi a chiave.
Fuori casa le armi devono essere tenuti sotto costante controllo e non lasciate in piedi appoggiate a muri o appese ad
alberi cariche.
Manutenzione e controllo delle armi.
Una scrupolosa manutenzione è il principale presupposto per la sicurezza del possessore dell'arma e per
conservarne inalterata l'efficienza.
E' buona norma, prima di maneggiare un'arma o di riporla, accertarsi che la stessa sia scarica;
in tal modo si evitano incidenti causati dal trascurare tale accortezza.
E' sempre opportuno, al rientro dalla battuta di caccia, pulire il fucile ed in particolare le canne che sono le parti
più esposte all'azione di agenti corrosivi.
La pulizia dell'intera arma si effettua usando prodotti specifici come solventi ed oli adatti. Al termine di ogni
stagione venatoria è opportuno un controllo di tutte le parti che comprendono l'arma; in questo caso è buona norma
rivolgersi ad un bravo armaiolo.
Prevenzione incìdenti di caccia
Ogni buon cacciatore deve rispettare le regole della prudenza:
1) caricare il fucile nel luogo di caccia accertandosi che le canne non siano ostruite;
2) le canne non vanno mai rivolte in direzione di compagni di caccia o in posizione orizzontale ma vanno rivolte
sempre verso l'alto;
3) scaricare sempre l'arma nell'attraversare punti difficili come canali, fossi, siepi e reti o terreni scivolosi e
ghiacciati;
4) non sparare se non è ben in vista la selvaggina; oltre il selvatico dietro un cespuglio o una siepe potrebbero trovarsi
41
persone o animali domestici:
5) evitare di farsi largo fra i cespugli o alberi con le canne del fucile; II fucile non va mai utilizzato per battere sui
cespugli, cercando in tal modo di scovare il selvatico.
6) evitare di sparare su pietre, sull'acqua, i pallini possono rimbalzare e provocare incidenti;
7) non sparare a selvatici fuori tiro utile perché se feriti riusciranno a fuggire ed andranno a morire lontano dopo atroci
sofferenze.
8) Prima dell'azione di fuoco, il campo visivo deve essere sgombero di ostacoli che possano deviare in modo
accidentale ed imprevedibile lo sciame di pallini e/o la palla unica
9) Si deve sempre tenere a mente che la gittata della fucilata è sempre in relazione alla munizione utilizzata:
10) Una palla unica compie una traiettoria per oltre un chilometro e conserva un'energia cinetica tale da poter
procurare lesioni gravi;
11) Uno sciame di pallini conserva un potere perforante (quindi altamente lesivo) anche ben oltre la sua traiettoria
normale. Non poche volte, per l'elevata velocità del piombo all'uscita dalla canna, si effettua la fusione di due o
più pallini raddoppiandone l'effetto traumatico.
Distanze di sicurezza
L'esercizio venatorio in vicinanza di una strada è consentito ad una distanza minima di:
50 metri con le spalle rivolte alla strada; in direzione della strada ad una distanza minima di 150 metri per fucili ad anima
liscia oppure una volta e mezza la gittata dell'arma per le carabine.
Distanze dalle case.
La caccia è vietata per una distanza di 100 metri da case, fabbriche, edifici adibiti a posto di lavoro.
E' vietato sparare in direzione degli stessi da distanza inferiore di 150 metri.
Distanze da strade e ferrovie.
La caccia è vietata per una distanza di 50 metri dalle strade (comprese quelle comunali non asfaltate) e dalle
ferrovie. E' vietato sparare in direzione di esse da distanza inferiore a 150 metri oppure una volta e mezza la
gittata dell'arma per le carabine.
Distanze da mezzi agricoli.
La caccia è vietata a una distanza Inferiore di 100 metri da macchine agricole in funzione.
Distanze da animali domestici.
La caccia nei fondi con presenza di bestiame è consentita solo ad una distanza superiore a metri 100 dalla mandria,
dal gregge o dal branco.
42
DOMANDA
RISPOSTA (A)
RISPOSTA (B)
RISPOSTA
ESATTA
VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ
RISPOSTA (C)
LA BINDELLA È
PARTE DEI MECCANISMI CHE
PORTANO ALL’ACCENSIONE
DELL’INNESCO DELLA
CARTUCCIA
PARTE DEL CALCIO
DEL FUCILE
PARTE DELLE CANNE
C
IL FUCILE COME DEVE ESSERE TENUTO DAL
CACCIATORE IN OCCASIONE DEL
SUPERAMENTO DI UN OSTACOLO O DI UN
FOSSO DURANTE L’ESERCIZIO VENATORIO
PER EVITARE IL RISCHIO DI INCIDENTI?
E’ SUFFICIENTE
METTERE IL FUCILE IN
SICUREZZA IN QUANTO TALE
MANOVRA DA L’ASSOLUTA
GARANZIA DI EVITARE
LO SPARO
IL FUCILE DEVE ESSERE
SCARICATO IN QUANTO LA
SICUREZZA BLOCCANDO
SOLO IL GRILLETTO LA
SICURA NON GARANTISCE
CONTRO LO SPARO DI COLPI
ACCIDENTALI
NESSUNA CAUTELA
PARTICOLARE
B
HANNO DIAMETRO MINORE I PALLINI N.
10, N. 5 O N. 00 ?
QUELLI DEL NUMERO 10
QUELLI DEL NUMERO 5
QUELLI DEL NUMERO 00
A
L’OTTURATORE È
PARTE DEI MECCANISMI CHE
PORTANO ALL’ACCENSIONE
DELL’INNESCO DELLA
CARTUCCIA
PARTE DEL CALCIO
DEL FUCILE
PARTE DELLE CANNE
DI UNA CARABINA
A
IL TALLONE È
PARTE DEI MECCANISMI CHE
PORTANO ALL’ACCENSIONE
DELL’INNESCO DELLA
CARTUCCIA
PARTE DEL CALCIO
DEL FUCILE
PARTE DELLE CANNE
DI UN BASCULANTE
B
LA PORTATA UTILE È
LA DISTANZA ALLA QUALE I
PROIETTILI
SPARATI ARRIVANO
PER ABBATTERE
SICURAMENTE UN
BERSAGLIO CENTRATO
LA DISTANZA TRA IL
PUNTO DI SPARO E IL
PUNTO DI CADUTA
PER INERZIA DEL PROIETTILE
IL NUMERO DI PALLE CHE
P OSSONO
ESSERE CONTENUTE
IN UNA CARTUCCIA
A
LA GITTATA MASSIMA È
LA DISTANZA ALLA QUALE I
PROIETTILI
SPARATI ARRIVANO
PER ABBATTERE
SICURAMENTE UN
BERSAGLIO CENTRATO
LA DISTANZA TRA IL PUNTO DI IL NUMERO DI PALLE CHE
SPARO E IL PUNTO DI CADUTA POSSONO ESSERE CONTENUTE
PER INERZIA DEL PROIETTILE IN UNA CARTUCCIA
B
SI RITIENE CHE UN ANIMALE SELVATICO
UN COLPO DI FUCILE
VENGA ABBATTUTO QUALORA SIA COLPITO SPARATO DA MENO DI
DA
50 METRI DI DISTANZA
ALMENO 5 PALLINI DELLA
UN FUCILE DI CALIBRO
NUMERAZIONE ADATTA
OPPORTUNO
ALLA CACCIA DI QUEL TIPO DI
SELVATICO
B
IN PERIODO DI DIVIETO DI
CACCIA E' POSSIBILE PORTARE CON SE'
L'ARMA?
SI, PURCHE' SCARICA E POSTA
IN CUSTODIA CHIUSA O
SCARICA E SMONTATA
NO
B
LA PORTATA UTILE IN UN FUCILE CAL. 12
20-50 METRI
ARMATO DI CARTUCCE A PALLA UNICA È DI
50-100 METRI
50-70 METRI
B
IL PORTO D’ARMI HA VALIDITÀ
DI 6 ANNI ED È RINNOVABILE
ANNUALE
B
LA GITTATA MASSIMA IN UN FUCILE CAL.12 310 METRI
ARMATO DI CARTUCCE A PALLA UNICA È DI
170 METRI
ANCHE 1000 METRI
C
IN UNA CARTUCCIA SI PREVEDONO IN SERIE INNESCO-POLVERE-BORRAPARTENDO DAL FONDELLO
PALLINI
INNESCO-BORRA-PALLINIPOLVERE
INNESCO-POLVERE-PALLINIBORRA
A
PER LA CACCIA ALLA LEPRE È OPPORTUNO
UTILIZZARE
CARTUCCE DEL N.10
CARTUCCE DEL N.3
CARTUCCE DEL N.0
B
COME SI CHIAMA LA
PARTE DELLA CANNA DI UN FUCILE CHE
CONTIENE LA CARTUCCIA?
ANIMA
VOLATA
CAMERA DI SCOPPIO
C
QUALE DEI SEGUENTI
FUCILI E' PROIBITO PER
LA CACCIA IN ITALIA?
LA CARABINA CAL.22 lr.
IL SOVRAPPOSTO CAL.12
IL MONOCANNA CAL.24
A
LE STELLE RIPORTATE SULLA CANNA DI UN
FUCILE INDICANO
LA QUALITÀ DELLA CANNA
LA STROZZATURA
DELLA CANNA
IL TIPO DI ACCIAIO
UTILIZZATO PER LA
COSTRUZIONE DELLA CANNA
B
LA STROZZATURA DELLE
CANNE DI UN FUCILE CONSENTE
LA CONCENTRAZIONE
DELLA ROSATA
UN AUMENTO DELLA
DISTANZA IN CUI I
PALLINI HANNO
EFFETTO LETALE
UNA MINORE USURA
DELLE CANNE
A
IL TIRO D’ANTICIPO VIENE UTILIZZATO PER
COLPIRE UN UCCELLO PRIMA
DELL’INVOLO
COLPIRE UN’ANIMALE
IN MOVIMENTO
COLPIRE UN’ANIMALE
PRIMA CHE ESCA
ALLO SCOPERTO
B
SI, PURCHE' MUNITO
DI SPECIALE
AUTORIZZAZIONE
DI 6 ANNI MA NON È
RINNOVABILE
43
RISPOSTA (A)
RISPOSTA (B)
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA (C)
IL FUCILE AD ANIMA RIGATA È ‘
CARATTERIZZATO DA
L’ESTERNO DELLA
DA UNA USURA ECCESSIVA
CANNA PERCORSO
DELL’INTERNO DELLE CANNE
DA RIGATURE PER LA
VENTILAZIONE DELLE CANNE
L’INTERNO DELLE
CANNE PERCORSE DA
RIGATURE EQUAMENTE
INTERVALLATE
C
LA CARABINA È
UN FUCILE AD ANIMA LISCIA
UN COMBINATO
UN FUCILE AD ANIMA RIGATA
C
PUO' ESSERE UTILIZZATA
UN'ARMA DA CACCIA APPARTENENTE AD
ALTRO CACCIATORE?
SI,PURCHE' SIA UN
FUCILE CON CANNA
AD ANIMA LISCIA
NO
SI,PURCHE' A TITOLO
DI COMODATO (PRESTITO)
C
NEI CALIBRI NOMINALI DI
SOLITO LA SECONDA CIFRA INDICA
IL PESO DEL PIOMBO
IL PESO DELLA POLVERE
L'ALTEZZA DEL
BOSSOLO A VUOTO
C
IL COLLARINO
È PARTE DEL BOSSOLO
È PARTE DEL FUCILE
AD ANIMA RIGATA
È PARTE DELL'OTTICA
A
UNA CARABINA BASCULANTE A DUE
CANNE DI CUI UNA
RIGATA ED UNA LISCIA SI CHIAMA ?
DRILLING
AUTOMATICA
BILLING COMBINATO
C
PER ABBATTERE UN ANIMALE È PIÙ
OPPORTUNO
AVVICINARSI IL PIÙ
POSSIBILE ALL'ANIMALE
SPARARE PIÙ COLPI
USARE UN'ARMA
POTENTE CHE
CONSENTA UN TIRO
CON MASSIMA
PORTATA UTILE
A
UN ANIMALE FERITO DEVE ESSERE
LASCIATO AI SUOI PREDATORI RECUPERATO
NATURALI
SEGNALATO AD ALTRI
CACCIATORI
B
LA GITTATA MASSIMA DI
UN FUCILE AD ANIMA RIGATA PUÒ
RAGGIUNGERE
ANCHE I 2 KM.
ANCHE I 3 KM
ANCHE I 5 KM
C
CONTENERE I PALLINI
CONTENERE IL PIOMBO
A
PUO' SCOPPIARE LA CANNA
C
QUAL'E' LA FUNZIONE DELL'INNESCO IN UNA INCENDIARE LA POLVERE
CARTUCCIA?
CHE COSA SUCCEDE SE
UN CACCIATORE SPARA CON UNA CANNA
OTTURATA?
NON SI INCENDIA LA POLVERE I PALLINI SI DISPERDONO
COLPO ASSOLUTAMENTE DA EVITARE SU UN AL CUORE
UNGULATO
IN FRONTE
ALL'INTESTINO
C
QUAL'E' LA FUNZIONE
DEL COLLARINO IN UN BOSSOLO?
PURAMENTE ESTETICA
INCENDIARE LA POLVERE
AGGANCIARE L'ESTRATTORE
C
L'ANIMALE, DOPO L'ABBATTIMENTO, DEVE
ESSERE AL PIÙ PRESTO
APPESO A FROLLARE
EVISCERATO CON CURA
RIPOSTO NELLO ZAINO
B
SE L'UNGULATO È STATO
COLPITO ALL'ADDOME
BISOGNA ASPORTARE
COMPLETAMENTE LA PARTE
INTERESSATA
DALL'EMORAGGIA
BISOGNA DISTRUGGERE LA
CARCASSA
L'EVISCERAZIONE
DEVE ESSERE INTEGRATA DA
UN'ACCURATA
SCIACQUATURA DELLA
CARCASSA CON ACQUA
CORRENTE
C
DOPO OGNI BATTUTA DI CACCIA
È BENE PULIRE CON
GLI APPOSITI OLI IL FUCILE
È BENE SMONTARE
COMPLETAMENTE L'ARMA
È BENE SOSTITUIRE
LE CARTUCCE NON
UTILIZZATE
A
IL PROIETTILE DI UN FUCILE PERCORRE UNA SEMPRE RETTILINEA
TRAIETTORIA
PUÒ SUBIRE DEVIAZIONI
QUANDO IMPATTA CORPI
SOLIDI E/O LIQUIDI
PUÒ SUBIRE DEVIAZIONI
QUANDO IMPATTA SOLO
CONTRO CORPI SOLIDI
CONSISTENTI (ALBERI, MASSI)
B
IL SOVRAPPOSTO CAL 24 È
UN FUCILE AD ANIMA LISCIA
UN COMBINATO
UN FUCILE AD ANIMA RIGATA
A
PER PORTARE IL PROPRIO FUCILE
ALL'ESTERO E' NECESSARIO:
FARE LA LICENZA DI
CACCIA NELLO STATO
ESTERO
AVERE IL PERMESSO DELL'
AMMINISTRAZIONE
PROVINCIALE
ESSERE AUTORIZZATO
ALL'ESPORTAZIONE
TEMPORANEA
DALL'AUTORITA' DI
PUBBLICA SICUREZZA
C
QUANTE CARTUCCE A
PALLINI PUO' DETENERE
UN CACCIATORE SENZA L'OBBLIGO DELLA
DENUNCIA?
MILLE
MILLECINQUECENTO
DUEMILA
A
A COSA CORRISPONDE IL
CALIBRO (ESEMPIO 12) DI
UN FUCILE A PALLINI AD ANIMA LISCIA?
AL DIAMETRO DELLA
CANNA ESPRESSO IN
MILLIMETRI
AL PESO DELLA
CARICA MASSIMA DI
PALLINI UTILIZZABILI
CON QUEI FUCILI
AL NUMERO DI PALLE
SFERICHE DI
DIAMETRO PARI A
QUELLO DELLA
CANNA RICAVABILI DA
UNA LIBBRA DI PIOMBO
C
PER LA CACCIA AI TORDI BOTTACCI QUALI
CARTUCCE E' OPPORTUNO USARE ?
QUELLE CON PALLINI
DI PIOMBO N. 00 E 1
QUELLE CON PALLINI
DI PIOMBO N. 3, 4 O 5
QUELLE CON PALLINI
DI PIOMBO N. 10,11,12
C
70 /80METRI CIRCA
95/120 METRI CIRCA
A
QUAL'E' LA DISTANZA DI TIRO UTILE PER UN 35/50 METRI CIRCA
FUCILE A CANNA LISCIA CON MUNIZIONE
SPEZZATA?
44
RISPOSTA (A)
RISPOSTA (B)
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA (C)
E' CONSENTITO L'USO DEL FUCILE A CANNE
SOVRAPPOSTE?
SI
NO
SOLO AL DI FUORI
DELLA ZONA ALPI
A
IL SEMIAUTOMATICO E':
UN FUCILE A PIU' COLPI
UN COMBINATO
UN FUCILE CON PUNTAMENTO
AUTOMATICO
(RAGGIO LASER)
A
A QUANTI METRI CON UN
FUCILE CAL. 12 SI PUO' ABBATTERE UN
FAGIANO?
150/200 METRI
100/150 METRI
30/50 METRI
C
IL CALIBRO DI UN FUCILE
A CANNA RIGATA E' DETERMINATO IN
FUNZIONE:
DELLA LUNGHEZZA
DELLE CANNE
DELLO SPESSORE
DELLE CANNE
DEL DIAMETRO INTERNO DI
FORATURA DELLE CANNE
C
COME SI CHIAMA LA PARTE ANTERIORE
DELLA CANNA?
BASCULA
VOLATA
BINDELLA
B
QUAL'E' IL CALIBRO MASSIMO CONSENTITO
PER LE ARMI DA CACCIA A CANNA LISCIA?
IL 12
IL 36
IL 20
A
CHE TIPO DI MUNIZIONE
SI PUO' USARE NELLA
CACCIA AGLI UNGULATI?
A PALLA
A MUNIZIONE SPEZZATA
A PALLA E A
MUNIZIONE SPEZZATA
A
QUANDO E' DA CONSIDERARSI IN
POSIZIONE DI SICUREZZA UN FUCILE
HAMMERLESS?
QUANDO I CANI SONO ALZATI QUANDO I CANI SONO
ABBASSATI
QUANDO L'APPOSITA
LEVETTA E' IN POSIZIONE DI
SICUREZZA
C
QUALE DEI SEGUENTI TIPI D'ARMA SONO
CONSIDERATI A CANNA RIGATA?
LA DOPPIETTA
L'AUTOMATICO
LA CARABINA
C
LA DENUNCIA DI UN'ARMA A CHI DEVE
ESSERE INOLTRATA?
ALLA QUESTURA O AI
CARABINIERI
ALL'UFFICIO CACCIA
DELLA PROVINCIA
ALL'ASSESSORATO
CACCIA DELLA REGIONE
A
CHE TIPO DI PALLINI E'
OPPORTUNO USARE PER LA CACCIA ALLA
BECCACCIA ?
PALLINI IDEALI N. 3
PALLINI IDEALI 8/10
PALLINI IDEALI N. 5
B
CHE TIPO DI PALLINI E'
OPPORTUNO USARE PER
LA CACCIA ALLA STARNA ?
PALLINI IDEALI N.1
PALLINI IDEALI N. 7
PALLINI IDEALI N. 11
B
COME SI CHIAMA LA PARTE POSTERIORE
DELLA CANNA?
BASCULA
CARCASSA
CAMERA DI CARTUCCIA
C
CHE TIPO DI PALLINI E'
OPPORTUNO USARE PER LA CACCIA ALLA
QUAGLIA?
PALLINI IDEALI N. 8
PALLINI IDEALI N. 12
PALLINI IDEALI N. 4
A
DOVENDO PERCORRERE
UNA STRADA COMUNALE,
COME DEVE ESSERE TENUTO IL FUCILE?
CARICO MA IN SICURA
IN SICURA, MA ABBASSATO
SCARICO
C
QUAL'E' LA VELOCITA' INIZIALE NORMALE
DELLE PALLE NELLE CARABINE ?
CIRCA MILLE METRI
AL SECONDO
DUEMILA METRI AL SECONDO MENO DI
CINQUECENTO METRI
AL SECONDO
A
A CHE DISTANZA E' POSSIBILE ABBATTERE
UNA LEPRE CON PALLINI N.3 ?
A 40/50 METRI CIRCA
A 75 METRI CIRCA
A 100 METRI CIRCA
A
DOVE SONO ALLOGGIATI I
CONGEGNI DI SCATTO E
DI PERCUSSIONE IN UN
SOVRAPPOSTO O IN UNA DOPPIETTA?
NELLA BASCULA
NELLA CAMERA DI SCOPPIO
NELLA CULATTA
A
A CHE DISTANZA E' POSSIBILE ABBATTERE
UN TORDO CON PALLINI N. 10?
A 60 METRI CIRCA
A 75 METRI CIRCA
A 30 METRI CIRCA
C
A CHE DISTANZA E' POSSIBILE ABBATTERE
UN FAGIANO CON PALLINI N.4 ?
A 95 METRI CIRCA
A 65 METRI CIRCA
A 30/35 METRI CIRCA
C
DI QUANTI GRAMMI E' LA DOSE NORMALE DI DI 20/30 GRAMMI CIRCA
PIOMBO NEL CAL. 12?
DI 25 /40 GRAMMI CIRCA
DI 28/36 GRAMMI CIRCA
C
CHE COS'E' LA BORRA DELLA CARTUCCIA?
L'ELEMENTO
INTERPOSTO TRA
POLVERE E PIOMBO
LA PARTE DI
IL FONDELLO INTERNO DEL
BOSSOLO CHE SERVE
BOSSOLO
PER CHIUDERE LA CARTUCCIA
A
UN FUCILE SEMIAUTOMATICO DOVE
HA IL CANE?
ESTERNO
NEL VIVO DI VOLATA
NELLA CARCASSA
C
QUANTI COLPI HA UN FUCILE
SEMIAUTOMATICO?
UNO
DUE
PIU' DI DUE
C
CHE COSA S'INTENDE PER MUNIZIONE
SPEZZATA ?
LA CARTUCCIA
CARICATA A PALLINI
LA CARTUCCIA A PALLA CON
FRATTURA PREDISPOSTA A
SCHEGGE
LA CARTUCCIA
TAGLIATA A META'
SENZA PIOMBO PER
TIRI A SALVE
A
E' CONSENTITO USARE
LA CARABINA CAL. 22LR?
SEMPRE
MAI
SOLO PER LA CACCIA
ALLA VOLPE
B
DOV'E' LA SICURA IN UN
FUCILE A CANI ESTERNI?
SOPRA IL CALCIO
DI FIANCO AL CALCIO
NEI CANI ABBASSATI
C
45
RISPOSTA (A)
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA (B)
RISPOSTA (C)
LE ARMI BASCULANTI
DEVONO ESSERE APERTE PER HANNO UNA BASCULA
CARICARE L’ARMA
PARTICOLARMENTE
INTARSIATA
HANNO LE CARTUCCE
NELLA BASCULA
A
DELLA VENDITA HANNO L’OBBLIGO DI
COMUNICAZIONE ALL’AUTORITÀ DI P.S.
L’ACQUIRENTE
IL VENDITORE
SIA L’ACQUIRENTE,
SIA IL VENDITORE
C
IN UNA CARABINA CAL.243 IL CALIBRO E'
ESPRESSO IN :
MILLIMETRI
MILLESIMI DI POLLICE
LIBBRE
B
OGNI QUALVOLTA VENGA
TRASFERITO IL LUOGO DI
DETENZIONE DI UN’ARMA
USO CACCIA NECESSITA
RIPETERE LA DENUNCIA
ALL’AUTORITÀ DI P.S.
TERRITORIALMENTE
COMPETENTE
TRASPORTARLA CON
IL PORTO D’ARMI
NON FARE NULLA
A
LE CARTUCCE PER FUCILI DA CACCIA A
“MUNIZIONE SPEZZATA”
CHE NON SUPERINO LE 1000 UNITÀ
VANNO SEMPRE DENUNCIATE VANNO SEMPRE
ALL’AUTORITÀ DI P.S.
DENUNCIATE AL SINDACO
NON VANNO DENUNCIATE
ALL’AUTORITÀ DI P.S.
C
IL SEMIAUTOMATICO È DOTATO DI
DUE CANNE
UNA CANNA
UN SISTEMA DI
PUNTAMENTO CHE
RICERCA LA PREDA
B
SI PUO' LASCIARE IL FUCILE DA CACCIA
DENTRO L'AUTOMOBILE CHIUSA E CON
L'ANTIFURTO INSERITO?
SI, MA SOLO SE SCARICO
SOLO NEI GIORNI DI
ATTIVITA' VENATORIA
CONSENTITA
NO,PERCHE' SI
CONFIGUREREBBE IL
REATO DI OMESSA
CUSTODIA DILIGENTE
DELL'ARMA
C
IL CASTELLO DI UN FUCILE
SEMIAUTOMATICO ALLOGGIA
I MECCANISMI DI
PERCUSSIONE, DI
CHIUSURA E DI
ARMAMENTO DELL’ARMA
I SISTEMI DI MIRA DELL’ARMA LE CARTUCCE DA SPARARE
SUCCESSIVAMENTE
A
LE DOPPIETTE AD ANIMA
LISCIA SI COMPONGONO
ESSENZIALMENTE DI
CALCIOLO, CAMERA
DI SCOPPIO E MIRINO
ASTINA, BINDELLA E
OTTURATORE
CALCIO, BASCULA E CANNE
C
L’UNITÀ DI MISURA DEL FUCILE È
IL PESO
IL NUMERO DI CARTUCCE
UTILIZZABILI
IL CALIBRO
C
IL VIVO DI VOLATA È
IL FORO D’USCITA
DELLA CANNA DEL FUCILE
LA PORTATA UTILE
PER COLPIRE UN
UCCELLO IN VOLO
IL DIAMETRO DELLA
ROSATA DEI PALLINI IN VOLO
A
CHI PUO' ACQUISTARE UN'ARMA DA
FUOCO IN ARMERIA O DA UN PRIVATO
CITTADINO?
CHIUNQUE, PURCHE'
INCENSURATO
SOLO I CITTADINI IN
POSSESSO DI PORTO
D'ARMI
I CITTADINI MAGGIOREN
NI IN POSSESSO DI LICENZA DI
PORTO D'ARMI O DI UN
NULLA OSTA
RILASCIATO DALLA
QUESTURA
C
CHI PUO' DETENERE LEGITTIMAMENTE
UN'ARMA DA FUOCO?
CHI E' IN POSSESSO DI
SOLO I CITTADINI IN
LICENZA DI PORTO D'ARMA O POSSESSO DI PORTO D'ARMI
NULLA OSTA PER LA
DETENZIONE RILASCIATO
DALLA QUESTURA
OLTRE I CACCIATORI ANCHE
COLORO CHE HANNO
EREDITATO O RICEVUTO IN
DONAZIONE L'ARMA
A
DOPO AVER ACQUISTATO
LEGITTIMAMENTE UN'ARMA, IL
DETENTORE HA L'OBBLIGO DI:
ANDARE AL POLIGONO ED
ESERCITARSI AL SUO USO
FARE, ENTRO 72 ORE,
DENUNCIA DI DETENZIONE
ALL'AUTORITA' DI PUBBLICA
SICUREZZA COMPETENTE PER
TERRITORIO
PULIRLA IN OGNI SUA PARTE
E RIPORLA IN ADEGUATO
CONTENITORE DOPO AVERLA
OLIATA
B
IL FUCILE DA CACCIA PUO' ESSERE
CEDUTO IN PRESTITO AD ALTRO
CACCIATORE IN POSSESSO DI
REGOLARE PORTO D'ARMI SENZA
DENUNCIA ALL'AUTORITA' DI P.S.?
NO
SI, DURANTE UNA PARTITA DI SI, PURCHE' LA DURATA NON
CACCIA O UN TURNO DI GARA SUPERI LA STAGIONE
VENATORIA
E' AMMESSA LA CESSIONE IN
COMODATO D'USO DI UN'ARMA DA
CACCIA AD ALTRO CACCIATORE IN
POSSESSO DI REGOLARE PORTO D'ARMI?
SI, PURCHE' SE NE FACCIA AL NO
PIU' PRESTO (MASSIMO 2 O 3
GIORNI) REGOLARE
DENUNCIA ALL'AUTORITA' DI
P.S.
SI, PURCHE' IL BENEFICIARIO
RISIEDA NELLA STESSA
PROVINCIA
A
A SEGUITO DI CAMBI DI RESIDENZA IL
LEGITTIMO DETENTORE DI UN'ARMA
DA FUOCO HA L'OBBLIGO DI
RINNOVARE LA DENUNCIA
ALL'AUTORITA' DI P.S.?
NO, SE MANTIENE VALIDITA'
LA SUA LICENZA DI PORTO
D'ARMI
SOLO SE IL NUOVO LUOGO DI
DETENZIONE E' AL DI FUORI
DAL PRECEDENTE COMUNE
DI RESIDENZA
SI, IN OGNI CASO
C
QUANTE CARTUCCE A MUNIZIONE
SPEZZATA PER FUCILE DA CACCIA E'
CONSENTITO AL CACCIATORE
DETENERE SENZA SPECIFICA
DENUNCIA ALL'AUTORITA' DI P.S.?
NON OLTRE LE MILLE UNITA'
NON ESISTE ALCUN LIMITE
NON OLTRE LE
CINQUECENTO UNITA'
A
46
B
RISPOSTA (A)
RISPOSTA (B)
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA (C)
QUANTE CARTUCCE A PALLA UNICA
PER CARABINA O FUCILE AD ANIMA
LISCIA IL CACCIATORE PUO'
DETENERE SENZA L'OBBLIGO DI
DENUNCIA ALL'AUTORITA' DI P.S.?
NESSUNA
DIECI
IL COSIDDETTO PORTO D'ARMI USO
CACCIA DA QUALI DOCUMENTI
AUTORIZZATIVI E' COSTITUITO?
DAL NULLA OSTA DELLA
QUESTURA PER
L'ACQUISTO
E USO DELLE ARMI
DA UN LIBRETTO DI PORTO
DAL TESSERINO
D'ARMA CON FUNZIONE
REGIONALE
IDENTIFICATIVA DEL
TITOLARE E DA UNA
LICENZA
CHE RIVESTE UNA FUNZIONE
ABILITATIVA ALLO SPECIFICO
USO VENATORIO
B
IL PORTO D'ARMI PER USO CACCIA E'
RILASCIATO PER UNA DURATA DI:
ANNI CINQUE ED E' VALIDO
ANNUALMENTE SOLO SE
ACCOMPAGNATO DAL
TESSERINO REGIONALE
ANNI CINQUE E LA SUA
VALIDITA' ANNUALE E'
SUBORDINATA AL
PAGAMENTO DI UNA TASSA
DI CONCESSIONE
GOVERNATIVA
ANNI SEI E LA SUA VALIDITA'
ANNUALE E' SUBORDINATA
AL PAGAMENTO DI UNA
TASSA DI CONCESSIONE
GOVERNATIVA
C
IL PORTO D'ARMI PER USO CACCIA
ABILITA IL TITOLARE OLTRE CHE PER
L'ESERCIZIO VENATORIO A
TRASPORTARE L'ARMA DA CACCIA IN
ALTRE CIRCOSTANZE?
NO, MAI
SEMPRE E COMUNQUE
PURCHE' IN CUSTODIA
SI', PURCHE' SUSSISTANO
GIUSTIFICATI MOTIVI QUALI
RIPARAZIONE DELLA STESSA,
MANUTENZIONE, ECC.
C
UN'ARMA ADIBITA ALL'ESERCIZIO
VENATORIO COME DEVE ESSERE
CONSIDERATA DAL CACCIATORE CHE
LA MANEGGIA?
COME STRUMENTO CHE PUO'
ESSERE ESTREMAMENTE
PERICOLOSO E QUINDI VA
GESTITO E UTILIZZATO CON
CAUTELA
UNO STRUMENTO
ALTAMENTE TECNOLOGICO
DA TRATTARE CON
ATTENZIONE E DELICATEZZA
UNO STRUMENTO CHE GLI
CONSENTE DI SODDISFARE
LE SUE ESIGENZE VENATORIE
A
IN QUALI CATEGORIE SI SUDDIVIDONO
LE ARMI LUNGHE DA CACCIA?
FUCILI CON CANI ESTERNI
OVVERO FUCILI CON
MECCANISMI DI
PERCUSSIONE INTERNI
FUCILI CON CANNA AD ANIMA ARMI DA FUOCO O FUCILI AD
LISCIA E FUCILI CON CANNA
ARIA COMPRESSA
AD ANIMA RIGATA
(CARABINE)
B
COSA SI INTENDE PER FUCILI "COMBINATI"? FUCILI STRUTTURATI CON
CANNA/E AD ANIMA LISCIA
ABBINATA CON CANNA/E AD
ANIMA RIGATA
FUCILI CHE POSSONO
SPARARE COLPI SINGOLI O A
RAFFICA
FUCILI COMPOSTI DA UNA
SERIE DI PARTI
ASSEMBLABILI TRA LORO
A
QUALI CARATTERISTICHE EVIDENZIA
UN FUCILE SEMIAUTOMATICO A
CANNE LISCIE PER USO CACCIA?
SPARA PIU' COLPI A RAFFICA
E' DOTATO DI UN SISTEMA
FISSO A DUE CANNE E DI UN
SERBATOIO NEL QUALE
SONO ALLOGGIATE UN
NUMERO VARIABILE DI
CARTUCCE
E' STRUTTURATO CON UN
SISTEMA FISSO A CANNA
UNICA E UN SERBATOIO
DOTATO DI UN RIDUTTORE
CHE LIMITA
L'ALLOGGIAMENTO AL SUO
INTERNO DI UN SOLO COLPO
PER LA ZONA ALPI O DUE IN
PIANURA
C
QUAL E' L'UNITA' DI MISURA CHE
CARATTERIZZA UN FUCILE?
IL CALIBRO (DIAMETRO
INTERNO) DELLA CANNA
LA LUNGHEZZA DELLA CANNA IL PESO DELL'ARMA
A
LA POTENZIALITA' DI OFFESA DELLA
PROPRIA ARMA IN FUNZIONE
DELL'ABBATTIMENTO DEI SELVATICI E
DELLA SICUREZZA IN GENERALE E'
DEDUCIBILE DA:
MARCA DI CARTUCCE
UTILIZZATE
STROZZATURE IMPIEGATE
PORTATA UTILE E GITTATA
MASSIMA
C
DEFINIZIONE CORRETTA DI PORTATA UTILE: E' LA DISTANZA TRA IL PUNTO E' LA DISTANZA ALLA QUALE I E' LA DISTANZA CHE SI PUO'
DI SPARO E LA CADUTA DEL
PROIETTILI SPARATI
RAGGIUNGERE PORTANDO
PROIETTILE
UCCIDONO SICURAMENTE IL
UN FUCILE DI QUEL PESO
SELVATICO, SE COLPITO
CORRETTAMENTE
B
DEFINIZIONE CORRETTA DI GITTATA
MASSIMA:
E' LA DISTANZA ENTRO LA
E' LA DISTANZA TRA IL PUNTO E' LA CARICA PIU' POTENTE
QUALE SI PUO' ABBATTERE IL DI SPARO E IL PUNTO DI
CHE IL FUCILE PUO'
SELVATICO
CADUTA DEL PROIETTILE
SOPPORTARE
CHE NON HA INCONTRATO IL
BERSAGLIO
B
DA COSA E' CONDIZIONATA LA
"GITTATA MASSIMA"?
DALL'ANGOLO DELLA LINEA DALLA MIRA DEL
DI SPARO RISPETTO AL
CACCIATORE
TERRENO, DAL PESO DEL
PROIETTILE E DALLA CARICA
UTILIZZATA
DALLA LUNGHEZZA DELLA
CANNA
A
DUE
B
L'ABBATTIMENTO ISTANTANEO DI UN
DIECI
SELVATICO SI RITIENE SIA GARANTITO
DA UN NUMERO DI PALLINI A SEGNO PARI A:
CINQUE
CENTO
A
47
RISPOSTA (A)
RISPOSTA (B)
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA (C)
LA "STROZZATURA" DI UN FUCILE A
CANNE AD ANIMA LISCIA SI
CONCRETIZZA IN:
NELLA RIDUZIONE DEL
UNA SOTTOCALIBRATURA
UN RESTRINGIMENTO DELLA
DIAMETRO DELLA CAMERA DI LUNGO TUTTA LA CANNA DEL CANNA NEL TRATTO
SCOPPIO
FUCILE
PROSSIMO AL VIVO DI
VOLATA
C
AUMENTANDO LA STROZZATURA DI
UN FUCILE A CANNE AD ANIMA LISCIA,
SI AUMENTA:
IL TIRO UTILE
LA GITTATA
LA PENETRAZIONE DEI
PALLINI
A
UNA CANNA AD ANIMA LISCIA
CONTRASSEGNATA CON 4 STELLE E'
PIU' O MENO STROZZATA DI UN'ALTRA
CONTRASSEGNATA CON 1 STELLA?
PIU' STROZZATA
MENO STROZZATA
LE STELLE INCISE ALLA BASE
DELLE CANNE NON INDICANO
LA STROZZATURA
B
E' CORRETTO USARE PALLE SINGOLE
IN CANNE AD ANIMA LISCIA MOLTO
STROZZATE?
SI', PERCHE' NONOSTANTE LA
STROZZATURA IL CALIBRO
DEL FUCILE NON CAMBIA
NO, PERCHE' LA PALLA SI
FERMEREBBE AL VIVO DI
VOLATA
NO, SIA PERCHE' SI
DETERMINA SCARSA
PRECISIONE NELL'ARMA CHE
PER MOTIVI DI SICUREZZA
C
QUALI MUNIZIONI A PALLA FRANCA SI
POSSONO UTILIZZARE IN UN FUCILE
AD ANIMA LISCIA MOLTO STROZZATO?
INVARIABILMENTE OGNI TIPO SOLO LE CARTUCCE
DI CARTUCCIA DELLO
BRENNEKE
STESSO CALIBRO MESSE IN
COMMERCIO
CARTUCCE A PALLA
SOTTOCALIBRATA
C
IN CHE COSA DIFFERISCONO LE
CARABINE RISPETTO AI FUCILI AD
ANIMA LISCIA?
DA SISTEMI DI PUNTAMENTO
PIU' SOFISTICATI
DA RIGATURE EQUAMENTE
INTERVALLATE AD
ANDAMENTO ELICOIDALE
INTERNE ALLA CANNA
DAL VIVO DI VOLATA
PREDISPOSTO PER
COLLOCARVI IL
SILENZIATORE
B
IN QUALE TIPOLOGIA DI ESERCIZIO DI
ATTIVITA' VENATORIA E' CONSENTITO
L'USO DEL FUCILE AD ANIMA RIGATA?
ESCLUSIVAMENTE PER LA
CACCIA IN ZONA ALPI
ESCLUSIVAMENTE PER LA
CACCIA DA ALTANA
ESCLUSIVAMENTE PER LA
CACCIA AGLI UNGULATI,
CINGHIALE COMPRESO, E
VOLPE
C
CHE COSA RAPPRESENTA IL CALIBRO
NEL FUCILE AD ANIMA RIGATA
LA DISTANZA CHE
INTERCORRE TRA I "PIENI" DI
DUE RIGHE
DIAMETRALMENTE OPPOSTE
LA DISTANZA CHE
INTERCORRE TRA I DUE
VUOTI ALL'INTERNO DELLA
CANNA
IL DIAMETRO MISURABILE
ALLA CULATTA DELLA CANNA
A
E' CONSENTITO PER LA CACCIA
L'UTILIZZO DI ARMI RIGATE CON
MUNIZIONAMENTO A PERCUSSIONE
ANULARE?
SOLO PER LA CACCIA DI
SELEZIONE
ASSOLUTAMENTE MAI
SOLO PER CARABINE
SEMIAUTOMATICHE NELLA
CACCIA AL CINGHIALE
B
COSA STANNO AD INDICARE I NUMERI
CHE CARATTERIZZANO LE CARTUCCE
PER CARABINA, QUALI 6,5 X 57?
I 6,5 IL CALIBRO E 57 IL
DIAMETRO DEL BOSSOLO
FATTORI CHE
CONSENTONO, TRAMITE LA
MOLTIPLICAZIONE, DI
DEFINIRE IL TIRO UTILE
DELLA CARTUCCIA
6,5 IL DIAMETRO DELL'OGIVA
E 57 L'ALTEZZA DEL
BOSSOLO, ESPRESSI IN
MILLIMETRI
C
QUALI PALLINI CONTENUTI IN UNA
CARTUCCIA TRA QUELLI
SOTTOELENCATI HANNO IL DIAMETRO
MAGGIORE?
N. 4
N. 10
N. 0
C
DOVE SI TROVANO I CONGEGNI DI
PERCUSSIONE IN UN FUCILE A CANNA
LISCIA CALIBRO 12?
NELLA CAMERA DI SCOPPIO
NELLA CULATTA
NELLA BASCULA
C
LA COSIDDETTA "SICURA" IN UN
I GRILLETTI
FUCILE A CANNE LISCE CALIBRO 12 BLOCCA:
I CONGEGNI DI
PERCUSSIONE E SCATTO
LA FUORIUSCITA DEI PALLINI
SUL VIVO DI VOLATA
A
IN CASO DI CADUTA A TERRA DEL
FUCILE AD ANIMA LISCIA CARICO ED
IN SICURA SI HA LA CERTEZZA CHE
NON POSSANO ESPLODERE UNO O
DUE COLPI?
NO
SI'
DIPENDE COME IL FUCILE
IMPATTA SUL TERRENO
A
QUAL E' IL TIRO UTILE DI UN FUCILE
CALIBRO 12 ARMATO DI CARTUCCIA
CON PALLINI N. 4?
35 METRI C.A.
50 METRI C.A.
75 METRI C.A.
A
DI NORMA IN UN FUCILE A DUE CANNE
LISCE LA CARTUCCIA CON PALLINI DI
DIAMETRO PIU' PICCOLO VIENE INSERITA :
IN "PRIMA CANNA"
IN "SECONDA CANNA"
INVARIABILMENTE NELLA
PRIMA O NELLA SECONDA
CANNA
A
48
Tutela della natura e principi di salvaguardia
della produzione agricola con particolare riferimento al
territorio siciliano
49
Tutela della natura e principi di salvaguardia della produzione agricola
con particolare riferimento al territorio siciliano
Concetto di equilibrio della natura
Ecosistemi-Bìotipi
L’ecologia è la scienza che studia i rapporti tra gli esseri viventi e l'ambiente in cui vivono.
L'ambiente è caratterizzato oltre che da popolazioni di esseri viventi, anche da componenti non viventi,
che hanno comunque molta importanza per la vita stessa; basti pensare al terreno, all'acqua, ai minerali,
all'atmosfera, etc..
Questo delicato insieme costituisce un ecosistema. Esempi di ecosistema possono essere uno stagno, un
bosco, una pozza d'acqua, etc.
La parte inanimata dell'ecosistema è chiamato biotopo, mentre le piante, gli animali, i batteri presenti
realizzando rapporti d'indipendenza tra loro, formano delle comunità biologiche dette biocenosi.
La biocenosi non va intesa come una struttura statica ma come una struttura biologica dinamica.
Tuttavia l'equilibrio può essere rotto a causa della scomparsa o della eliminazione di una specie che viene
sostituita da un'altra tra quelle presenti nell'ecosistema; in tal modo l'equilibrio viene così ristabilito, anche se
in maniera diversa da quella originaria. Gli ecosistemi naturali, quali un lago, una faggeta o un pascolo d'alta
montagna sono in genere ecosistemi molto complessi e proprio la complessità dell'ecosistema ne assicura la
possibilità di autoregolazione .
In un ecosistema le singole specie di organismi, nutrendosi l'una a spese di altre, costituiscono una catena,
alimentare. Nelle catene alimentari ogni specie costituisce una tappa o anello. La posizione occupata nella
catena è detto livello trofico.
Una catena alimentare schematicamente può essere rappresentata con un triangolo isoscele alla cui base vi
sono gli organismi produttori, cioè le piante che, essendo organismi autotrofi, utilizzando l'energia solare,
sintetizzano i composti organici a partire dall'acqua e dall'anidride carbonica.
Il secondo livello trofico è costituito dagli erbivori che sono i consumatori di piante verdi.
Il terzo livello trofico è costituito dai carnivori che mangiano gli erbivori.
Il quarto livello trofico è costituito dai carnivori secondari che mangiano i carnivori.
A titolo di esempio, la categoria dei rapaci si inserisce tra i carnivori secondari, dove il falco pellegrino si
nutre di uccelli insettivori (III livello trofico), la cui dieta prevalente è costituita da insetti (II livello trofico),
che a loro volta vivono a spese delle piante (I livello trofico).
Vi è da precisare che in ogni passaggio trofico si ha una notevole perdita di biomassa perché gran parte di
questa viene utilizzata come fonte energetica.
Pertanto, in un sistema in equilibrio, a fronte di un elevato numero di produttori, il numero di
consumatori non può essere molto numeroso.
In un ecosistema concludono il ciclo trofico i decompositori (es. batteri) che trasformano la materia
organica in materia inorganica.
Habitat
Proprio come una casa, l'ambiente è il luogo dove vivono gli esseri viventi. Ne consegue che ogni essere
vivente, per essere presente in un determinato ambiente deve trovare in esso le condizioni per potere vivere,
nutrirsi, riprodursi.
Un ambiente vario, ricco di diverse componenti vegetali ed animali, offre maggiori garanzie di
sopravvivenza per molte specie, mentre un ambiente che non soddisfa le esigenze della specie, diventa per essa
inospitale fino a determinarne la rarefazione o addirittura la scomparsa della stessa.
Vi sono poi alcune specie definite "chiave" la cui presenza fornisce indicazioni chiare sullo stato di salute
dell'ambiente. E' il caso del monitoraggio che viene effettuato sui rapaci che rivestono pertanto il ruolo di
"indicatori ecologici"; così come la presenza di alcuni organismi animali in un corso d’acqua dà indicazioni sulle condizioni ambientali del corso d'acqua stesso.
Zone umide
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La Convenzione di Ramsar sugli ambienti umidi d'importanza internazionale, adottata nel 1971, definisce
zone umide "tutti gli acquitrini, le paludi, le torbiere, le acque libere naturali e artificiali, temporanee o
permanenti, ferme o correnti, dolci, salmastre o salate, inclusi i tratti di mare la cui profondità durante la
bassa marea non sia superiore ai sei metri".
A seguito dell'adozione di tale convenzione, ogni Stato membro ha indicato le zone umide di importanza
internazionale, impegnandosi a promuovere in tali zone iniziative volte alla tutela e salvaguardia degli uccelli
acquatici.
Tale convenzione viene fuori in un periodo in cui è sul finire una fase di distruzione intensa delle zone
umide. Infatti, per motivi legati a scelte economiche o per problemi socio-sanitari sono state distrutte su
ampia scala le zone umide. In Sicilia la maggiore scomparsa degli ambienti umidi è avvenuta tra il 1920 ed il
1950.
Le zone umide in Sicilia ad oggi non sono molto abbondanti. Gli invasi artificiali, realizzati nell'ultimo
trentennio mediante la costruzione di dighe per l'utilizzo delle acque in agricoltura e per fini potabili, ne
costituiscono la maggior parte. Oggi in Sicilia esistono una trentina di invasi artificiali, che pur essendo
caratterizzati da notevoli fluttuazioni del livello dell'acqua e da una conseguente scarsezza della vegetazione
riparia, presentano durante l'inverno notevoli contingenti di uccelli acquatici svernanti . Gli invasi, trovandosi
molti di essi lungo le principali rotte di migrazione, costituiscono luogo di sosta fondamentali per gli uccelli
migratori durante i lunghissimi viaggi.
Le zone umide sono ambienti di altissima valenza ambientale, cui sono legate moltissime specie di uccelli
acquatici, anche se è pur vero che il lago è un ecosistema molto delicato, caratterizzato da un ricambio molto
lento e in cui ha molta importanza la stabilità delle catene alimentari.
Nella provincia di Palermo gli invasi in cui si osservano maggiori contingenti di uccelli acquatici svernanti
sono il Poma ed il lago di Piano degli Albanesi.
Le specie legate a questo tipo di ambiente lacustre sono soprattutto le anatre (germano reale,
fischione, moriglione codone, mestolone, moretta, moretta tabaccata etc.), il gruppo dei trampolieri (airone
cenerino, airone bianco, garzetta, nitticora etc..), il gruppo dei limicoli (pavoncella, beccaccino, pantana,
gambecchio, pettegola etc..), i rallidi (folaga, gallinella d'acqua), lo svasso maggiore, il tuffetto, alcuni rapaci
(gufo di palude e falco di palude) e i gabbiani.
Danni all'ambiente
Con la nascita dell'era industriale l'uomo ha incominciato in maniera progressivamente crescente ad
allontanarsi dagli ambienti naturali, modificandoli e spesso stravolgendoli, per utilizzare sempre più gli
spazi e le risorse presenti.
Tra i principali danni dell'ambiente dovuti all'antropizzazione vi è la distruzione degli habitat naturali.
L'urbanizzazione spinta degli ultimi decenni ha portato come conseguenza la creazione di centri urbani di
dimensione sempre maggiore, arrivando anche al paradosso della nascita di vere e proprie megalopoli di
diversi milioni di abitanti, con un'alta densità abitativa e sconvolgimento dell'ambiente sul quale insistono
le città. Anche le grandi opere infrastrutturali (invasi artificiali, autostrade, ferrovie, gallerie, ponti,
aeroporti) nuocciono all'ambiente, per effetto dell'inquinamento acustico, atmosferico e per tutti gli
sconvolgimenti conseguenti ad opere di così forte impatto ambientale.
Altri danni provocati all'ambiente dall'antropizzazione provengono dalla bonifica delle zone umide.
L'uomo ha prosciugato molte delle zone umide, anche con finalità di profilassi sanitaria (si pensi alla
malaria) o per recuperare nuove terre all'agricoltura, compromettendo però il delicatissimo equilibrio di
un ambiente particolare, molto importante per diverse specie vegetali ed animali (si pensi all'avifauna). Non
per niente oggi si è cercato di correre ai ripari e diversi sono gli interventi normativi che il legislatore e l'intera
comunità internazionale ha deciso di adottare per salvaguardare le zone umide e la biodiversità che la loro
esistenza comporta per l'ambiente.
L'antropizzazione ha causato danni anche ai boschi, a causa del disboscamento per l'utilizzo immediato
della risorsa legno e della distruzione dei boschi a causa dei numerosi incendi che si sviluppano annualmente.
Addirittura attualmente la situazione è così compromessa che non sono più rari i casi di incendi anche nel
periodo invernale, dovuti per lo più allo sconvolgimento climatico, e dunque anche i territori di zone
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montane e "tradizionalmente" piovose non sono più indenni dal pericolo incendi. Il tutto è complicato
dall'azione nefasta dei piromani, che per stupidità, incoscienza o motivi speculativi sono una triste conferma
di quanto negativa possa risultare, talvolta, l'azione dell'uomo sull'ambiente.
Il disboscamento esasperato ha già ridotto notevolmente le capacità autodepurative dell'ecosistema, con
terribili conseguenze a livello di dissesto idrogeologico (frane, smottamenti, alluvioni e allagamenti sono
ormai sotto gli occhi di tutti) e compromissione anche del patrimonio faunistico. Continuando con questo
ritmo l'umanità potrebbe anche andare incontro ad un lento ma progressivo processo di autodistruzione.
Nei territori di pianura va invece registrato lo sfruttamento intensivo dei terreni e la sostituzione delle
coltivazioni tradizionali con quelle che forniscono più alto reddito. Tutto ciò ha comportato l'utilizzo di
macchine agricole sempre più potenti, nonché l'impiego massiccio di antiparassitari ed erbicidi in agricoltura.
Solo di recente ci si è resi conto dell'errore macroscopico commesso e si è cercato di cambiare strategia; il
sostegno dell'Unione Europea all'agricoltura biologica ed integrata rappresenta un processo definito di
ritorno, finalizzato ad un'agricoltura in equilibrio con l'ambiente, o come si dice oggi "sostenibile".
Un'agricoltura non più solamente sfruttatrice delle risorse naturali ed inquinante ad ogni livello
(atmosfera, falde freatiche, residui tossici), ma in grado di utilizzare al meglio le risorse naturali (utilizzo del
letame animale invece dei concimi chimici) per l'ottenimento di una produzione sana.
Lo scarico dei rifiuti urbani ed industriali che provocano inquinamento dell'acqua e del suolo hanno nel
recente passato portato a situazioni paradossali anche in Italia. Si pensi al disastro ambientale provocato
dall'atrazina, un diserbante utilizzato in Lombardia per il controllo delle malerbe nei campi di mais. Interi
paesi restarono per mesi senz'acqua a causa dell'inquinamento delle falde freatiche. Anche la nube di Seveso,
proveniente da impianti industriali, è ancora impressa nei ricordi degli italiani.
Un altro problema è rappresentato dall'intensa rete viaria, che contribuisce a rendere facilmente
raggiungibili zone che costituivano roccheforti di protezione per la fauna con conseguenti attività di disturbo.
Prevenzione - Lotta agli incendi
Lo sviluppo del fuoco è legato alla presenza contemporanea di tre elementi: il combustibile, cioè la materia
che brucia, l'ossigeno ed il calore che eleva la temperatura ad un livello tale da far iniziare il processo e farlo
continuare a catena.
L'insieme di questi elementi viene graficamente indicato con un triangolo detto appunto il triangolo del
fuoco.
Col termine prevenzione si intendono tutti quegli interventi che servono a prevenire lo sviluppo del fuoco
ed il suo propagarsi e a limitare comunque i danni.
Ad esempio la scelta delle formazioni vegetali, anche se spesso prescinde da queste considerazioni,
sicuramente in tale categoria di interventi limitativi del danno ha un ruolo determinante. Infatti alcune essenze
vegetali, quali ad esempio i pini, bruciano più facilmente delle latifoglie, in quanto queste ultime sono più
ricche di acqua e l'umidità ostacola la propagazione del fuoco.
Rilevante importanza ha inoltre lo strato della vegetazione a livello del suolo.
Infatti lo strato erbaceo che si presenta secco nel periodo estivo rende massimo il rischio d'incendio; di
contro, influenza scarsamente la propagazione del fuoco in quanto questo si diffonde solo a bassa altezza.
Maggiore pericolosità per la propagazione hanno infatti lo strato arbustivo e arboreo soprattutto là dove
vi è continuità dei vari strati; in tale situazione infatti le fiamme tendono a raggiungere le chiome
determinando degli incendi di grosse dimensioni, difficili da domare.
Gli interventi di prevenzione mirano pertanto ad eliminare o a ridurre il sottobosco e gli arbusti con
mezzi meccanici, chimici o con il fuoco prescritto.
Per prevenire gli incendi che, come si sa, dipendono per la maggior parte da cause umane, bisogna
motivare le persone ad evitare principalmente ogni azione pericolosa che possa determinarli e a segnalare
tempestivamente eventuali focolai. Il cacciatore, quale individuo presente sul territorio, può rivestire un ruolo
importante nella segnalazione di eventuali incendi,
Segnalare gli incendi non è solo un dovere civico, ma un preciso obbligo per tutti i cittadini. Ciascuna
Regione ha attivato dei numeri speciali per le segnalazioni di incendi. In Sicilia il numero è 1515.
Vi sono poi le strutture di difesa che stanno a metà tra la prevenzione e la lotta attiva. Essi mirano ad
ostacolare la propagazione del fuoco e consistono nei viali parafuoco o tagliafuoco, nella viabilità di servizio
nonché nella presenza di riserve di acqua dislocate in vari punti strategici.
52
Tuttavia una grossa importanza nella prevenzione degli incendi riveste l'opera di sensibilizzazione al rispetto
dei boschi, finalizzata ad evitare ogni azione pericolosa che potrebbe determinare il nascere di un incendio,
nonché tutte le iniziative di collaborazione negli interventi di difesa del predetto bene naturale.
Tuttavia, una volta che si è sviluppato l'incendio la lotta attiva consiste nell'avvistamento dello stesso e
nello spegnimento nel più breve tempo possibile.
Una volta avvistato l'incendio, le tecniche di spegnimento si basano tutte sul principio di "rompere"
almeno uno degli elementi del cosiddetto triangolo del fuoco.
Vi sono due metodi base d'intervento.
L'attacco diretto che si esercita sulle fiamme, utilizzando degli attrezzi "battifuoco" o coprendole con
terra, irrorandole di acqua o prodotti chimici che hanno il potere di estinguere il fuoco o ritardarne la
combustione.
L'attacco indiretto consiste invece nel realizzare una linea di difesa davanti all'incendio, eliminando in anticipo
il combustibile, col taglio e l'asportazione, bruciandolo preventivamente o trattenendolo con prodotti
chimici.
Tuttavia la cosa più importante nella lotta contro il fuoco è che una sola persona assuma il controllo
delle operazioni e che questa abbia esperienza e buonsenso.
Non appena viene dato l'allarme, bisogna capire esattamente la localizzazione dell'incendio ed il suo
possibile sviluppo. Bisogna osservare il fumo, con le sue dimensioni, forme, altezza e direzione e le
condizioni del vento.
Bisogna considerare inoltre gli eventuali ostacoli naturali e la via migliore per l'attacco.
L'acqua è il mezzo più sicuro ed efficace per spegnere l'incendio. Ha una doppia azione: raffreddamento e
soffocamento della combustione.
Viene erogata con mezzi terrestri o con mezzi aerei ed è molto importante che ci sia un coordinamento
negli interventi al fine di sfruttare al meglio le capacità di ogni mezzo per ottenere il massimo risultato nel minor
tempo.
Oasi di protezione, rifugio e sosta della fauna selvatica
Art, 45 L.R. 33/97
L'Oasi di protezione, rifugio e sosta della fauna è quell'istituto di tutela, volto allo scopo di favorire e
promuovere la conservazione il rifugio, la sosta, la riproduzione e l'irradiamento della fauna selvatica. Nell'oasi
di protezione, rifugio e sosta della fauna selvatica, vige il divieto di caccia, che viene segnalato con tabelle di
dimensione cm. 30x20 riportanti la seguente scritta nera su fondo bianco:
REGIONE SICILIANA
ASSESSORATO REGIONALE DELLE RISORSE AGRICOLE E ALIMENTARI
RIPARTIZIONE FAUNISTICO VENATORIA DI ……………
DIVIETO DI CACCIA
OASI DI PROTEZIONE, RIFUGIO E SOSTA
DELLA FAUNA SELVATICA
Le tabelle sono poste lungo il confine, su pali ad un'altezza fuori terra di circa 2-3 metri ed a distanza di
100 metri una dall'altra e comunque a distanza tale che da una di questi siano visibili le due contigue, la
precedente e la seguente.
Quando i confini coincidono con corsi d'acqua o specchi d'acqua, l'esercizio venatorio è vietato fino alla
distanza di 100 metri dai confini medesimi.
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In provincia di Palermo è istituita l'oasi di protezione, rifugio e sosta della fauna selvatica, denominata
"Oasi Poma" che comprende l'invaso Poma, in territorio dei Comuni di Monreale, Partinico e San Giuseppe
Iato e l'oasi di "Piana degli Albanesi" in agro di S. Cristina Gela e Piana degli Alabanesi.
Zone di Ripopolamento e Cattura
Art. 46 L.R. 33/97
Le zone di ripopolamento e cattura sono istituti preposti alla riproduzione della fauna selvatica, al
suo irradiamento nelle zone circostanti ed alla cattura a scopo di ripopolamento.
Le zone di ripopolamento e cattura, vanno in divieto di caccia per un periodo di 5 anni dalla loro
istituzione. I confini della stessa sono evidenziati con tabelle di dimensione cm. 30x20 riportanti la
seguente scritta nera in fondo bianco:
REGIONE SICILIANA
ASSESSORATO REGIONALE DELLE RISORSE AGRICOLE E ALIMENTARI
RIPARTIZIONE FAUNISTICO VENATORIA DI ……………
DIVIETO DI CACCIA
ZONA DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA
Le tabelle poste su pali ad un'altezza di circa 2-3 metri fuori terra ed a distanza di 100 metri una
dall'altra e comunque a distanza tale che dalla posizione di una di queste siano visibili le due contigue,
sia la precedente che la seguente. Allo scadere dei 5 anni, l'Assessore regionale per l'agricoltura e le
foreste, con proprio decreto vincola, all'interno della zona di ripopolamento e cattura e con
destinazione di area rifugio, una superficie non inferiore al 25% dell'area totale, da individuare tra
quella considerate più significative e nella quale area è precluso l'esercizio venatorio per non più di un
biennio; tale ulteriore divieto viene segnalato con la tabellazione dei confini della zona per come precedentemente esposto.
Centri di Recupero e di Primo Soccorso
Art. 6 L.R. 33/97
I centri di recupero favoriscono il soccorso la detenzione temporanea il recupero in ambienti
idonei ove possibile e la successiva liberazione della fauna selvatica in difficoltà.
Qualora i centri di recupero non siano dotati di apposita struttura per la riabilitazione della fauna
selvatica, vengono considerati centri di primo soccorso. In questo caso la fauna detenuta dopo le prime
cure deve essere inviata al centro recupero.
Terreni in attualità di coltivazione
Art. 24 comma4L.R. 33/97
L'articolo 24 al comma 4 specifica in quali situazioni è vietato l'esercizio venatorio in forma vagante
nei terreni in attualità di coltivazione.
Si considerano in attualità di coltivazione: i terreni con coltivazioni erbacee da seme; i frutteti
specializzati; i vigneti e gli uliveti, i carrubeti fino al raccolto; i vivai, le coltivazioni floreali e gli orti, i
terreni coltivati a soia, a mais per la produzione da seme, fino alla data del raccolto.
Fondi chiusi
Art. 24 comma 5 L.R. 33/97
L'articolo 24 al comma 5, individua quali caratteristiche deve presentare un fondo per essere
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considerato chiuso e quali sono i soggetti che possono comunicare l'istituzione dello stesso.
Per fondo chiuso si intende quel fondo chiuso da muro, rete metallica o da altra chiusura di altezza
non inferiore a metri 1,20, o da corsi o specchi d'acqua perenni il cui letto abbia la profondità di almeno
metri 1,50 e larghezza di almeno 3 metri.
REGIONE SICILIANA
ASSESSORATO REGIONALE DELLE RISORSE AGRICOLE E ALIMENTARI
RIPARTIZIONE FAUNISTICO VENATORIA DI ……………
DIVIETO DI CACCIA
FONDO CHIUSO
I proprietari o i conduttori dei fondi comunicano alla Ripartizione faunistico venatoria l'istituzione del fondo
chiuso. I confini del fondo chiuso devono essere tabellari con tabelle di dimensione cm 30x20 riportanti la
seguente scritta nera su fondo rosso:
Le tabelle devono essere poste su pali ad un'altezza di metri 2-3 fuori terra ed a distanza di 100 metri una
dall'altra e comunque a distanza tale che da una ne siano visibili le due contigue, precedente e seguente.
Nel fondo chiuso è vietato l'esercizio venatorio a chiunque, compreso al proprietario o conduttore.
Fondi sottratti alla gestione programmata della caccia
Art. 24 comma 1-2-3 L.R. 33/97
I proprietari o conduttori di fondi, inclusi nel piano faunistico-venatorio regionale ai fini della gestione
programmata della caccia, che intendano vietare sullo stesso l'esercizio dell'attività venatoria, hanno la
facoltà di presentare entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del piano, richiesta motivata all'Assessore
regionale per l'agricoltura e le foreste, tendente ad ottenere il divieto di caccia nel proprio fondo.
La richiesta è accolta dall'Assessore regionale sentita la Ripartizione faunistico venatoria competente per
territorio, entro 60 giorni dalla richiesta, qualora risulti compatibile con le prescrizioni per l'attuazione
della pianificazione faunistico-venatoria o nel caso in cui l'esercizio della caccia sia in contrasto con
l'esigenza di salvaguardia delle colture agricole specializzate, produzioni condotte con sistemi sperimentali a fine di ricerca scientifica o quando sia motivo di danno o di disturbo ad attività rilevante interesse
economico, sociale, ambientale o zootecnico.Il perimetro dell'area individuata dovrà essere individuato con
l'apposizione di tabelle di dimensione cm. 30x20.
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DOMANDA
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ
RISPOSTA C
IN ECOLOGIA, CON IL TERMINE DI
POPOLAZIONE SI INTENDE
UN INSIEME DI INDIVIDUI DI SPECIE
DIVERSE CHE VIVONO IN UNA
DETERMINATA AREA GEOGRAFICA
UN INSIEME DI INDIVIDUI DELLA TUTTI GLI INDIVIDUI
STESSA SPECIE CHEVIVONO
DELLA STESSA SPECIE
IN UNA DETERMINATA AREA
GEOGRAFICA
B
IN PRESENZA DI UN NIDO,DURANTE IL PERIODO
RIPRODUTTIVO, COSA E' OPPORTUNO FARE?
ALLONTANARSI IN SILENZIO
RACCOGLIERLO
PORTARLO IN UN
POSTO PIU'NASCOSTO
A
IN UNA CATENA ALIMENTARE, GLI
CARNIVORI
ORGANISMI VIVENTI DETTI PRODUTTORI SONO:
ERBIVORI
VEGETALI
C
VEDENDO UN LEPROTTINO NEL MESE
DI LUGLIO SI DEVE:
LASCIARLO STARE
METTERLO IN GABBIA
PORTARLO IN UNA
ZONA TRANQUILLA
A
COSA DEVE FARE IL CACCIATORE SE UN
FAGIANO ALZATO DAL SUO CANE VA IN UN
PRATO DOVE L'AGRICOLTORE STA
TAGLIANDO ERBA?
CAMBIARE ZONA
INSEGUIRE IL FAGIANO
ENTRARE NEL PRATO
PER CATTURARLO
A
CHI DEVE PAGARE I DANNI CHE IL
CACCIATORE ARRECA ALLE COLTURE
AGRICOLE?
LA PROVINCIA
LA REGIONE
IL CACCIATORE CHE
DANNEGGIA
C
CHE COSA S'INTENDE PER COLTURA CON
RACCOLTO PENDENTE?
UNA COLTIVAZIONE IN I FASE DI
MATURAZIONE
FRUTTI CADUTI DAGLI ALBERI
PIANTE SOVRACCARICHE DI
FRUTTA
A
IN QUALE MESE SI RACCOGLIE
NORMALMENTE IL RISO?
LUGLIO
SETTEMBRE
NOVEMBRE
B
QUALE SPECIE
MIGRATORIA FA PIU'DANNI AI FRUTTETI?
LO STORNO
IL PICCHIO
IL VERDONE
A
COSA SONO ANTICRITTOGAMICI E GLI
INSETTICIDI?
SONO SOSTANZE UTILI CONTRO LE
EPIDEMIE DELLA SELVAGGINA
SONO SOSTANZE UTILIZZATE IN
AGRICOLTURA PER IL
CONTROLLO DELLE
INFESTANTI E DEGLI
INSETTI, CHE POSSONO ESSERE
DANNOSE ALLA SELVAGGINA
SONO SOSTANZE
USATE PER LA
VACCINAZIONE DEL
CANE DA CACCIA
B
IN UNA CATENA ALIMENTARE, I
CONSUMATORI PRIMARI SONO:
LE PIANTE VERDI
I FUNGHI E I BATTERI
GLI ANIMALI ERBIVORI
C
TRA QUESTE, QUALE SPECIE E' PIU' DANNOSA
PER LE COLTURE ERBACEE?
LA VOLPE
IL CAPRIOLO
IL CINGHIALE
C
IN UN FONDO IN ATTIVITA'
NESSUNO
DI COLTIVAZIONE CHI PUO' ANDARE A CACCIA?
IL CONDUTTORE DEL FONDO
I GUARDIACACCIA
VOLONTARI
A
QUALE TIPO DI COLTURA E' PREFERITA COME
PASTURA DAL FAGIANO?
LA BARBABIETOLA
IL GRANOTURCO (MAIS)
C
L’ABBANDONO DELLA
NE FAVORISCONO L’INCREMENTO
ROTAZIONE TRA CEREALI E FORAGGERE NELLA
ZONA PREALPINA E L’AUMENTO DELLE
SUPERFICI BOSCATE CHE
COSA PROVOCANO ALLA STARNA?
LA FANNO DIMINUIRE DI PESO
NE FAVORISCONO LA
SCOMPARSA
C
LA LIQUIDAZIONE DEI DANNI ARRECATI ALLE
DAGLI AGRICOLTORI
COLTURE AGRICOLE DALLA FAUNA SELVATICA
IN UNA OASI DI PROTEZIONE DELLA
FAUNA, DA CHI VIENE EFFETTUATA?
DALLA PROVINCIA
DALLE ASSOCIAZIONI
VENATORIE
B
I CONDUTTORI DI TERRENI IN ATTIVITA' DI
COLTURA QUANDO, PRIMA DELL'APERTURA
DELLA CACCIA,DEVONO APPORRE I CARTELLI?
TRENTA GIORNI PRIMA
SESSANTA GIORNI PRIMA
NON SONO NECESSARI
C
IN QUALE MESE SI SEMINA NORMALMENTE
IL FRUMENTO?
AGOSTO
OTTOBRE
DICEMBRE
B
IN UNA CATENA
ALIMENTARE I DECOMPOSITORI SONO
CARNIVORI
LE PIANTE
I FUNGHI
C
LA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA GIOVA O
NUOCE ALLA SELVAGGINA?
GIOVA
NUOCE
E' INDIFFERENTE
B
SE UN CACCIATORE ARRECA DANNI ALLE
COLTURE AGRICOLE COME DEVE
COMPORTARSI?
SPOSTARSI IN UN'ALTRA ZONA
RISARCIRE I DANNI
RIVOLGERSI ALLA
SEZIONE CACCIATORI
CHE PROVVEDERA' IN MERITO
B
SE ACCADE DI IMBATTERSI IN UN
E' UTILE E QUINDI LO
RETTILE NON VELENOSO, COME SI DEVE AGIRE? SI DEVE RISPETTARE
E' NOCIVO E SI DEVE
QUINDI UCCIDERE
E' COMUNQUE PERICOLOSO, E'
MEGLIO UCCIDERLO
A
PERCHE' MOLTI UCCELLI HANNO IL PIUMAGGIO
CHE SI CONFONDE CON L'AMBIENTE IN CUI
VIVONO?
PER FARSI RICONOSCERE DA
UCCELLI DI ALTRESPECIE
PER TROVARE
FACILMENTE CIBO
A
LA PROVINCIA
IL SINDACO
B
IL TRIFOGLIO
PER DIFENDERSI DAI PREDATORI
CHI PROVVEDE AL CONTROLLO DELLE
IL PRESIDENTE DELLA
SPECIE DI SELVAGGINA CHE MOLTIPLICANDOSI GIUNTA REGIONALE
ECCESSIVAMENTE ARRECANO DANNI ALLE
COLTURE?
56
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
CHI LIQUIDA I DANNI ARRECATI DALLA
SELVAGGINA IN UN'OASI DI PROTEZIONE?
LA REGIONE
LA PROVINCIA
LO STATO
B
E' DANNOSO ALLE COLTIVAZIONI
CALPESTARE IL TERRENO BAGNATO?
SI, SEMPRE
SOLO SE LE COLTURE
SONO VICINE AL RACCOLTO
SOLO IN CASO DI PIENA
A
VEDENDO UN BECCACCINO POSARSI
SU UNA MARCITA COSA SI DEVE FARE?
INCITARE IL CANE A ENTRARVI
INSEGUIRLO PER ABBATTERLO
CAMMINARE
ALL'ESTERNO DELLA
MARCITA COL CANE A
STRETTO CONTATTO
C
TRA DIVERSE SPECIE ANIMALI CHE POPOLANO
LO STESSO TERRITORIO, SI INSTAURA UN
RAPPORTO DI MUTUALISMO QUANDO
GLI ANIMALI SI IGNORANO E NON SI
DISTURBANO
DIVERSE SPECIE
COLLABORANO TRA LORO
UNA SPECIE SI
RIPRODUCE A SPESE ALTRUI
B
QUALI SPECIE DI UCCELLI DANNEGGIANO
MAGGIORMENTE LE SEMINE DI CEREALI?
GLI ERBIVORI
I GRANIVORI
GLI INSETTIVORI
B
QUALI DI QUESTE
SOSTANZE SONO PIU'DANNOSE PER LA
SELVAGGINA?
CONCIMI ORGANICI
I DISERBANTI CHIMICI
GLI SCARTI DI POTATURA
B
L'AGRICOLTORE CHESUBISCE DANNI DALLA
SELVAGGINA COSA DEVE FARE?
UCCIDERE LA SELVAGGINA CHE
PROVOCA IL DANNO
AVVELENARE IL
CAMPO O LE PIANTE
SEGNALARE IL DANNO E FARE
DOMANDA DI RISARCIMENTO
ALL'ORGANO COMPETENTE
C
IN QUALI ZONE VIVE ABITUALMENTE LA
PERNICE ROSSA?
NELLE AZIENDE FAUNISTICHE DI
PIANURA
NELLA ZONA ALPI
NEI TERRITORI COLLINARI E
MONTANI
C
QUAL'E' LA SCIENZA CHE STUDIA LE RELAZIONI LA ZOOLOGIA
TRA GLI ESSERI VIVENTI E L'AMBIENTE?
LA BIOLOGIA
L'ECOLOGIA
C
IN UN CAMPO DI MAIS QUANDO SI PUO'
CACCIARE?
SEMPRE
MAI
DOPO IL RACCOLTO
C
TRA QUESTI AMBIENTI, IN
QUALE LA QUGLIA TROVA
MIGLIORI CONDIZIONI?
CEDUO BOSCATO
UN AMBIENTE IN CUI
RISAIA
SONO PRESENTI COLTIVAZIONI
DIVERSE E ZONE SEMINATURALI
B
IN CHE MESE SI RACCOGLIE IL FRUMENTO?
GIUGNO
OTTOBRE
DICEMBRE
A
COSA DEVE FARE UN CACCIATORE CHE COL
CAMMINARE LENTAMENTE PER
SUO CANE ATTRAVERSA UN VIGNETO CON UVA NON DISTURBARE
MATURA?
SCARICARE IL FUCILE
E TENERE IL CANE AL
GUINZAGLIO
CACCIARE SOLO LA
MIGRATORIA
B
GLI AGRICOLTORI E I
CACCIATORI COME E'BENE CHE SIANO?
ALLEATI, PER CONCORRERE ALLA
GESTIONE DEL TERRITORIO
INDIFFERENTI GLI UNI
VERSO GLI ALTRI
NEMICI,PERCHE' NON
E' POSSIBILE ACCORDARSI SU
NULLA
A
QUALI SPECIE DI UCCELLI SONO PIU' UTILI
ALL'AGRICOLTURA?
GLI ERBIVORI
GLI INSETTIVORI
IGRANIVORI
B
NEI FRUTTETI E NEI VIGNETI IN ATTUALITA' DI
COLTIVAZIONE QUALE TIPO DI CACCIA E'
CONSENTITO?
ALL'ASPETTO
VAGANTE
NESSUNO
C
PERCHE' I RAPACI RISENTONO MAGGIORMENTE
DELL'EFFETTO DELL'INQUINAMENTO DA
DISERBANTI E INSETTICIDI ?
PERCHE' HANNO UN'ALIMENTAZIONE
COSTITUITA IN PREVALENZA DA
GIOVANI NIDIACEI
PERCHE', TROVANDOSI
AL VERTICE DELLE CATENE
ALIMENTARI,
RISENTONO DEL FENOMENO DI
ACCUMULO DI TALI VELENI
PERCHE' PREDANO
SOLO SELVAGGINA
CHE SI NUTRE DI GRAMINACEE
B
SI PUO' ENTRARE A CACCIA IN UN VIGNETO
QUANDO L'UVA E' NERA?
NO,PERCHE' E' FRUTTO PENDENTE
SOLO PER ASSAGGIARLA
SOLO PER
ADDESTRARE IL CANE
A
QUANDO SONO IN ATTUALITA' DI
COLTIVAZIONE LE COLTURE DI CEREALI?
AL MOMENTO DELLA SEMINA
AL MOMENTO DEL RACCOLTO
DAL MOMENTO DELLA
SEMINA FINO AL RACCOLTO
C
IN UN PRATO NATURALE
QUANDO SI FA' DI SOLITO LA FIENAGIONE?
QUANDO LE PIANTINE
SONO IN FIORITURA
QUANDO LE PIANTINE
SONO SECCHE
QUANDO LE PIANTINE
SONO APPENA SPUNTATE
A
QUANDO SI VA A CACCIA E' IMPORTANTE
CONOSCERE LE COLTURE?
NON E' IMPORTANTE
E' NECESSARIO PER
NON COMMETTERE
INFRAZIONI O DANNI
A SECONDA DELLE REGIONI
B
SI PUO' CACCIARE IN UN TERRENO DI RECENTE
RIMBOSCHIMENTO?
MAI
COL CONSENSO
DELLA FORESTALE
SEMPRE
A
COSA PROVOCA UNA FUCILATA CONTRO UNA
PIANTA?
DANNI PIU' O MENO GRAVI
NIENTE DI PARTICOLARE
PULISCE I RAMI
A
LA BRUCIATURA DELLE
STOPPIE COSA PROVOCA ALLA SELVAGGINA?
LA DANNEGGIA
LA RICHIAMA
LA FA AUMENTARE
A
I DANNI ARRECATI DAI CINGHIALI IN UNA
AZIENDA FAUNISTICA CHI LI PAGA?
LA PROVINCIA COMPETENTE
IL SINDACO DI QUEL COMUNE
IL CONCESSIONARIO
DELL'AZIENDA
C
SE SI ROVINA UNA PIANTA CON UNA FUCILATA, LA PROVINCIA COMPETENTE
CHI PAGA I DANNI?
IL SINDACO DI QUEL COMUNE
CHI HA SPARATO
C
CHE COSA E' UN VIVAIO?
UNA COLTURA SPECIALIZZATA
UN BOSCO
UNA COLTURA ANNUALE
A
IL RISARCIMENTO IN AZIENDA FAUNISTICA
VENATORIA DEI DANNI CAUSATI DALLA
SELVAGGINA ALLE COLTURE AGRICOLE A
CHI VA A CARICO?
ALLA REGIONE
ALLA PROVINCIA
AL CONCESSIONARIO
C
57
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
UN TERRENO E' IN ATTUALITA' DI
COLTIVAZIONE FIN QUANDO LA COLTURA DI
RISO E':
IN SOMMERSIONE
FINO ALLA RACCOLTA
IN ASCIUTTA
B
L'ESERCIZIO VENATORIO E' VIETATO NEI FONDI
CHIUSI DA RETE METALLICA DI ALTEZZA:
SUPERIORE A DUE METRI
INFERIORE A 50 CM
NON INFERIORE A 120 CM
C
CHE COSA PRODUCE LA MARCITA?
ERBA
FRUMENTO
AVENA
A
DOPO LO SPARO COSA DEVE FARE IL
CACCIATORE DEI BOSSOLI USATI?
LI RACCOGLIE E LI METTE IN TASCA
LI ABBANDONA SUL TERRENO
LI SOTTERRA O LI NASCONDE
A
CHE COS'E' UN FONDO CHIUSO?
UN FONDO DESTINATO
ALL'ALLEVAMENTO DI SELVAGGINA
UN APPEZZAMENTO
RECINTATO NELLE
FORME DI LEGGE
UNA AZIENDA FAUNISTICOVENATORIA
B
IN QUALE DI QUESTI AMBIENTI E' POSSIBILE
ESERCITARE LA CACCIA?
IN UN VIGNETO CON FRUTTI PENDENTI IN UN INCOLTO
IN UN CAMPO DI SOIA
B
CHE COSA SI INTENDE PER CATENA
ALIMENTARE?
LE RELAZIONI ALIMENTARI
ESISTENTI TRA ANIMALI E VEGETALI
L'ABBONDANZA DI ALIMENTO
NELL'AMBIENTE
SI INTENDE LA LOTTA PER LA
SOPRAVVIVENZA TRA
ANIMALI
A
UNA IMPORTANTE COLTURA CEREALICOLA E':
LA SOIA
L'AVENA
LA BARBABIETOLA DA
ZUCCHERO
B
COSA S'INTENDE PER VOCAZIONALITA'
IL VERIFICARSI DI CONDIZIONI
FAUNISTICA DI UN DETERMINATO TERRITORIO? AMBIENTALI CHE DETERMINANO LA
TENDENZA O PREFERENZA DI
DETERMINATE SPECIE A STANZIARSI
IN UN DATO TERRITORIO
IL VERIFICARSI DI CONDIZIONI
AMBIENTALI CHE
DETERMINANO LA
PREFERENZA AD
ACCOPPIARSI IN DETERMINATI
TERRITORI
IL RAPPORTO TRA
MASCHI E FEMMINE DI
UNA DETERMINATA
SPECIE IN UN DETERMINATO
TERRITORIO
A
PERCHE' ALCUNE SPECIE DI SELVAGGINA SI
DICONO INSETTIVORE?
PERCHE' SI CIBANO
PREVALENTEMENTE DI INSETTI
PERCHE' EVITANO LA
PRESENZA DI INSETTI
B
PERCHE' SONO ATTACCATE DA
INSETTI PARASSITI
IN QUALE CASO POSSONO ESSERE
QUANDO VI SONO CONDIZIONI
AUTORIZZATE CATTURE DI SELVAGGINA NELLE CLIMATICHE ECCEZIONALMENTE
OASI DI PROTEZIONE?
AVVERSE
QUANDO LA SELVAGGINA E' IN IN NESSUN CASO
SOPRANNUMERO E DANNEGGIA
L'AGRICOLTURA
B
LA CORNACCHIA GRIGIA
PUO' ARRECARE DANNO ALLE COLTURE
AGRICOLE?
NO, MAI
SI, DI FREQUENTE
SOLO AI VIGNETI
B
L'ESERCIZIO VENATORIO E' VIETATO NEI FONDI
RECINTATI DOVE SI PRATICA IL PASCOLO DEL
BESTIAME ?
SEMPRE
MAI
TALVOLTA, QUANDO
NON VI E' LA PRESENZA DEL
BESTIAME
A
CHE COSA SI INTENDE CON IL
TERMINE "ECOLOGIA"?
LA TUTELA DELL'AMBIENTE
UN FATTO DI COSTUME
LO STUDIO DELLE RELAZIONI
TRA ANIMALI E TRA QUESTI E
GLI AMBIENTI CHE LI
OSPITANO
C
COSA SI INTENDE PER "ECOSISTEMA"?
L'INSIEME DI FATTORI
AMBIENTALI, FLORISTICI E
FAUNISTICI CHE SI TROVANO
IN RAPPORTO DI EQUILIBRIO
IN UNA DATA ENTITA' TERRITORIALE
UN'AREA PARCO DOVE
ABBONDANO GLI ANIMALI
UN SISTEMA CHE PREVEDE
LA GESTIONE RIGOROSA E
REGOLAMENTATA DEGLI
ANIMALI E DELLE PIANTE DI
UN DATO TERRITORIO
A
COSA SI INTENDE PER HABITAT
IDONEO AD UNA DETERMINATA
SPECIE ANIMALE?
UN TERRITORIO MESSO A
TOTALE DISPOSIZIONE DI
DETTA SPECIE
UNA ZONA CHE POSSIEDE
CARATTERISTICHE
AMBIENTALI ATTE A
GARANTIRE ALIMENTAZIONE,
RIPRODUZIONE E RIFUGIO
PER LA SPECIE CONSIDERATA
UN'AREA ATTREZZATA ATTA
AD OSPITARE IN CATTIVITA'
DETTA SPECIE
B
L'UOMO E' UNA COMPONENTE DELL'AMBIENTE? NO
SI'
QUANDO SI TROVA IN
CAMPAGNA
B
I MAGGIORI DANNI PRODOTTI DAL
CINGHIALE ALL' AGRICOLTURA RIGUARDANO:
IL PRATO PASCOLO
FRUTTETI
LE COLTURE ORTICOLE
A
QUALI DI QUESTE METODOLOGIE DI
PREVENZIONE DAI DANNI DEL
CINGHIALE SI RITIENE PIU' EFFICACE?
USO DEI CANI DA GUARDIA
SBARRAMENTI E RECINZIONI
ELETTRIFICATE
CANNONCINI A GAS
B
IN CHE MODO GLI ANIMALI SELVATICI
VAGANDO ALLA RICERCA DEL CIBO
PRODUCONO DANNI ALLE COLTURE AGRICOLE?
TRANSITANDO SEMPRE
SUGLI STESSI PERCORSI PER
SPOSTARSI SUL TERRITORIO
CIBANDOSI DI FRUTTI E SEMI,
SCASSANDO LA COTICA
ERBOSA E SCORTECCIANDO I
FUSTI ARBOREI
C
I CORVIDI PRODUCONO DANNI A
QUALI COLTURE?
ALLE COLTURE DI GIRASOLI
AI VIGNETI
ALLE COLTURE CEREALICOLE
E FRUTTICOLE
C
IN CHE COSA CONSISTONO I
PRINCIPALI DANNI CAUSATI DA LEPRI,
MINILEPRI E CONIGLI SELVATICI?
NEL DANNEGGIAMENTO
DELLE COLTURE ORTICOLE
DAL DANNEGGIAMENTO
NEGLI IMPIANTI ARBOREI (DA
FRUTTO O DA LEGNO) CON
LO SCORTECCIAMENTO
DELLE GIOVANI PIANTE
NEL CAUSARE INSTABILITA'
ALLE SPONDE DEI CORSI
D'ACQUA A CAUSA DELLE
PERFORAZIONI PER LA
COSTRUZIONE DELLE TANE
B
I DANNI PRODOTTI DALLA FAUNA
SELVATICA ALLE COLTURE AGRICOLE
POSSONO DI NORMA ESSERE CORRELATE:
ALLA DESTRUTTURAZIONE
DEI POPOLAMENTI DELLE
SPECIE FAUNISTICHE
RESPONSABILI DEI DANNI
ALLE FASI LUNARI
AL NUMERO DEGLI ANIMALI
DELLE SPECIE RESPONSABILI
E ALL'ANDAMENTO
CLIMATICO
C
58
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
COSA SI INTENDE CON IL TERMINE DI
BIODIVERSITA'?
L'INSIEME DEL MAGGIOR
NUMERO DI ANIMALI E
PIANTE AUTOCTONE DI UN
DETERMINATO ECOSISTEMA
SFUMATURE CROMATICHE
CHE INTERESSANO IL
VELLUTO DEL PALCO DI
ALCUNI UNGULATI SELVATICI
TENUTI IN CATTIVITA'
LA DIVERSITA' DEI
COMPORTAMENTI MESSI A
CONFRONTO IN ALCUNE
COMUNITA' DI ANIMALI
SELVATICI
A
PERCHE' E' IMPORTANTE
SALVAGUARDARE LA BIODIVERSITA'
DI UN DATO TERRITORIO?
PERCHE' DETTE SPECIE
ERANO GIA' PRESENTI AL
TEMPO DEI NOSTRI AVI ED E'
UN OBBLIGO MORALE
SALVAGUARDARLE PER LE
FUTURE GENERAZIONI
PERCHE' LE SPECIE
PRESENTI ATTRAVERSO UNA
SELEZIONE NATURALE
DURATA MILLENNI HANNO
DIMOSTRATO DI ESSERE
QUELLE CHE MEGLIO SI
ADATTANO AD AFFERMARSI
NEL CONTESTO AMBIENTALE
CONSIDERATO
PER RAGIONI CULTURALI
B
I RIPOPOLAMENTI FAUNISTICI
SI', SE EFFETTUATI CON
POSSONO INCIDERE NEGATIVAMENTE
SOTTOSPECIE PROVENIENTI
SULLA BIODIVERSITA' DI UN DATO TERRITORIO? DA PAESI ESTERI
SI', SE I RIPOPOLAMENTI
PREVEDONO L'IMMISSIONE DI
ANIMALI D'ALLEVAMENTO
NO
A
LE NUOVE TECNICHE DI CONDUZIONE
AGRICOLA CON CULTURE PER LO PIU'
INTENSIVE POSSONO CAUSARE
SQUILIBRI AMBIENTALI?
PROPRIO NESSUNO
NO, SE SI MANTIENE IL
RAPPORTO TRA SUPERFICIE
COLTIVATA, SUPERFICIE
BOSCATA E SUPERFICIE
INCOLTA
SI', PERCHE' RIDUCE LA
PARCELLIZZAZIONE DEL
TERRITORIO E FAVORISCE LA
PERDITA DI BIODIVERSITA'
C
E' POSSIBILE INTERVENIRE
SULL'ATTUALE AMBIENTE AGRICOLO
PER FAVORIRE UNA MAGGIOR
PRESENZA FAUNISTICA?
SI', CERCANDO DI
AUMENTARE GLI ELEMENTI DI
DISCONTINUITA' (SIEPI,
PICCOLI APPEZZAMENTI
INCOLTI, RACCOLTI A PERDERE, ECC.)
NO, PERCHE' GLI INTERESSI
NO, PERCHE' E' DEL TUTTO
IN GIOCO NON CONSENTONO
INUTILE
ALCUNA FORMA DI INTERVENTO
A
I COSIDDETTI "RACCOLTI A PERDERE"
VENGONO REALIZZATI PER:
ATTIRARE I CINGHIALI DAI
TERRENI LIMITROFI
METTERE A DISPOSIZIONE
DELLA FAUNA, CACCIABILE E
NON, MAGGIORI E
DIVERSIFICATE FONTI
ALIMENTARI
FACILITARE LA CACCIA DALLE
ALTANE
B
L'USO DEI PESTICIDI IN AGRICOLTURA
PUO' CONDIZIONARE LA PRESENZA
DEI FASIANIDI?
SI', PERCHE' OLTRE AD
UCCIDERE I PARASSITI DELLE
PIANTE RIDUCONO IL
NUMERO DEGLI INSETTI
PRESENTI TOGLIENDO IL
CIBO AI PICCOLI DEI
FASIANIDI CHE NELLE PRIME
SETTIMANE SI NUTRONO
PREVALENTEMENTE DI
PROTEINE ANIMALI
SI', PERCHE' GLI INSETTI
PARASSITI MORTI POSSONO
ESSERE MANGIATI E
AVVELENARE I PICCOLI DEI
FASIANIDI
NO, PERCHE' I FASIANIDI
SONO GRANIVORI
A
I CONCIMI GRANULARI USATI IN
AGRICOLTURA POSSONO
CONDIZIONARE LA PRESENZA DELLE STARNE?
SI', PERCHE' IL RILASCIO DEI
NUTRIMENTI DI DETTO
PRODOTTO CHIMICO
FAVORISCE LA CRESCITA DI
COLTURE UTILI ALLE STARNE
SI', PERCHE' I GRANI DI
CONCIME VENGONO
SCAMBIATI PER SEMI E
MANGIATI
SI', PERCHE' I GRANI DI
CONCIME VENGONO INGERITI
QUALI PIETROLINE E
SCIOGLIENDOSI
AVVELENANO GLI ANIMALI
C
L'USO DI MACCHINE AGRICOLE
SI', PERCHE' POSSONO
SEMPRE PIU' EFFICIENTI E VELOCI
DISTRUGGERE LE NIDIATE E
POSSONO IMPATTARE NEGATIVAMENTE CON LA UCCIDERE I PICCOLI NATI
POPOLAZIONE DI FAUNA SELVATICA
TERRITORIALE?
SI', PERCHE' ELEMENTO DI
DISTURBO CHE INDUCE LA
SELVAGGINA AD
ABBANDONARE
DEFINITIVAMENTE L'AREA
NELLA QUALE LE MACCHINE
OPERANO
NO, PERCHE' DI FATTO LA
FAUNA SELVATICA E' IN
GRADO DI ALLONTANARSI
CON LARGO ANTICIPO
RISPETTO AL PASSAGGIO
DELLE MACCHINE
A
E' POSSIBILE ADOTTARE
ACCORGIMENTI PER RENDERE MENO
DISTRUTTIVE ALCUNE TECNICHE
AGRICOLE NEI CONFRONTI DELLA FAUNA?
NO, PERCHE' LA MODERNA
AGRICOLTURA E LA
SALVAGUARDIA DELLA NATURA SONO
INCONCILIABILI
SI', SIA DI TIPO OPERATIVO
(ES. SFALCI DAL CENTRO
VERSO L'ESTERNO) CHE
STRUTTURALE (ES.
APPLICAZIONE BARRE DI
SCACCIO)
SI', ABBASSANDO I GIRI DEL
MOTORE DELLE NUOVE
MACCHINE AGRICOLE
B
LA TUTELA DEL PAESAGGIO DEVE
ESSERE UNO DEGLI OBIETTIVI DEGLI
ORGANI DI GESTIONE DEGLI A.T.C. E DEI C.A.?
SI', PERCHE' UN PAESAGGIO
CON ALTERNANZA ARMONICA
DELLE DIVERSE CONDIZIONI
AMBIENTALI (BOSCHI, PRATI,
INCOLTI, ECC.) OFFRE
MAGGIORI POSSIBILITA' DI
SVILUPPO ALLA FAUNA IN GENERE
NO, PERCHE' E' UN TEMA CHE
NON E' ATTINENTE ALLE
COMPETENZE DI DETTI
ORGANI DIRETTIVI
NO, PERCHE' NON E'
FINALIZZATO A POTENZIARE
LA SELVAGGINA OGGETTO DI
CACCIA SUL TERRITORIO DI
LORO COMPETENZA
A
LA SALVAGUARDIA DEL PAESAGGIO
E' IN CONTRASTO CON LA
REDDITIVITA' DELLE IMPRESE AGRICOLE?
NON NECESSARIAMENTE
PERCHE' LE PRODUZIONI
QUALITATIVE DI NICCHIA E
L'AGRITURISMO SONO
COMPATIBILI CON LA TUTELA
DEL PAESAGGIO
SI' PERCHE' LE COLTURE
INTENSIVE NECESSITANO DI
AMPI SPAZI E SCARSA
PARCELLIZZAZIONE DEL
TERRITORIO
SI' PERCHE' L'ATTUALE
AGRICOLTURA NON
CONTEMPLA LA
SOPRAVVIVENZA DI
ALBERATE O SIEPI
INTERPODERALI
A
59
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
IN CHE COSA CONSISTONO I
MODERNI SISTEMI DI MIGLIORAMENTO
AMBIENTALE?
NEL REALIZZARE STRUMENTI
NORMATIVI CHE
IMPEDISCANO L'UTILIZZO DI
MACCHINE AGRICOLE NEI
PERIODI DI RIPRODUZIONE
DELLA FAUNA SELVATICA
NEL TRACCIARE PERCORSI
CARROZZABILI PER CHI
PRATICA L'ATTIVITA'
VENATORIA
NEL REALIZZARE INTERVENTI
DI RICOSTRUZIONE DI
HABITAT FAVOREVOLI ALLA
FAUNA LIMITANDO ALCUNE
PRATICHE AGRICOLE
DANNOSE ALLA FAUNA
STESSA
C
QUALORA TROVASSIMO UN PICCOLO
DI CIVETTA CON ANCORA QUALCHE
DIFFICOLTA' A VOLARE COME CI
DOVREMMO COMPORTARE?
STAZIONARE NEI PRESSI E
INTERVENIRE NEL CASO
FOSSE OGGETTO DI
TENTATIVO DI PREDAZIONE
DA PARTE DI ALTRI ANIMALI
RACCOGLIERLA E
CONFERIRLA NEI CENTRI DI
RACCOLTA DI FAUNA
SELVATICA
ALLONTANARCI CON
CAUTELA EVITANDO INUTILI
RUMORI
C
SCOPRENDO PER CASO UN NIDO DI
UCCELLI COME DOBBIAMO COMPORTARCI?
CONTARE LE UOVA CHE
SONO DEPOSTE E CERCARE
DI CAPIRE A CHE SPECIE
APPARTENGONO
EVITARE DI AVVICINARCI
ULTERIORMENTE E
ALLONTANARCI
RECUPERARE LE UOVA
TENUTO CONTO CHE A QUEL
PUNTO LA FEMMINA
ABBANDONA LA COVA
B
PER QUALE MOTIVO LE VIGENTI
NORMATIVE NON CONSENTONO
RIPOPOLAMENTI "PRONTA CACCIA"?
PERCHE' L'OBIETTIVO PRIMARIO E' LA
RICOSTITUZIONE DI
POPOLAZIONI FAUNISTICHE
AUTOCTONE IN GRADO DI
AUTORIPRODURSI
PER SCORAGGIARE IL
BRACCONAGGIO
PER I COSTI ELEVATI CHE
TALI FORME DI
RIPOPOLAMENTO
POTREBBERO GENERARE
A
I PIANI DI PRELIEVO VENATORIO IN
BASE A QUALE CRITERIO VENGONO DEFINITI?
IN BASE AL NUMERO DI
CACCIATORI ISCRITTI NEI
VARI ATC E CA
IN RELAZIONE ALLE
PROTESTE DEGLI
AGRICOLTORI CHE
LAMENTANO DANNI PIU' O
MENO GRAVI ALLE COLTURE
A SEGUITO DELL'ANALISI
DELLE PRESENZE
FAUNISTICHE IN RELAZIONE
ALLA VOCAZIONALITA' DEI
DIVERSI ATC E CA
C
QUALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE
CHE DETERMINANO GLI INCENDI BOSCHIVI?
L'AUTOCOMBUSTIONE
I FULMINI
LE ATTIVITA' UMANE
C
IN COSA CONSISTONO I DANNI
ALL'AMBIENTE CAUSATI DAGLI
INCENDI BOSCHIVI?
DALLA DISTRUZIONE DELLA
MASSA LEGNOSA
COMPROMISSIONE DELLE
FUNZIONI DEI BOSCHI,
SCONVOLGIMENTO
DELL'EQUILIBRIO
DELL'INTERO SISTEMA E
CONDIZIONAMENTO DELLE
PRESENZE DI ANIMALI E
VEGETALI
BANALIZZAZIONE DEL
TERRITORIO DAL PUNTO DI
VISTA ESTETICO, ECONOMICO,
NATURALISTICO
B
COSA FARE IN CASO DI INCENDIO?
INTERVENIRE SENZA
ESITAZIONE NEL TENTATIVO
DI SBARRARE IL PASSAGGIO
DELLE FIAMME
ALLONTANARSI
VELOCEMENTE ONDE
EVITARE DI ESSERNE
COINVOLTO
SEGNALARE
TEMPESTIVAMENTE
L'EVENTO AL CORPO
FORESTALE DELLO STATO
ATTRAVERSO L'APPOSITO
NUMERO TELEFONICO
C
QUALI SONO LE PRINCIPALI
MOTIVAZIONI CHE CONSENTONO
L'ATTIVAZIONE DI INTERVENTI DI
CONTENIMENTO FAUNISTICO?
L'INCIDENZA CHE GLI ANIMALI
OGGETTO DI CONTROLLO
HANNO NEI CONFRONTI
DELLA SELVAGGINA
OGGETTO DI CACCIA
LA TUTELA DELLE PRODUZIONI
SILVOAGROFORESTALI E
ITTICHE E LA SALVAGUARDIA
DELLA BIODIVERSITA'
IL CONTROLLO DI PATOLOGIE
ANIMALI CON SVILUPPO
EPIDEMICO
B
I CONTROLLI FAUNISTICI SI
REALIZZANO PRIORITARIAMENTE CON
L'ABBATTIMENTO DEGLI ANIMALI
RITENUTI IN SOVRANNUMERO?
NO, PRIORITARIAMENTE SI
CERCA DI INTERVENIRE, OVE
POSSIBILE, CON TECNICHE
ECOLOGICHE SULLE CAUSE
CHE HANNO PRODOTTO SQUILIBRI
SI', ESSENDO L'UNICA FORMA
CHE GARANTISCE RISULTATI
IMMEDIATI E DURATURI
SI', PERCHE' E' L'UNICO
MODO RICHIESTO DA CHI
PRATICA ESERCIZIO
VENATORIO
A
GLI INTERVENTI DI CONTROLLO
FAUNISTICO SONO DEMANDATI DALLA
NORMATIVA VIGENTE AI CACCIATORI?
SI', PERCHE' UNICI SOGGETTI
DEPUTATI ALL'USO DELLE
ARMI DA FUOCO
NO, SONO DEMANDATI AGLI
AGENTI DELLE PROVINCE
CON L'EVENTUALE
COLLABORAZIONE DEI
PROPRIETARI E CONDUTTORI
DI FONDI E DELLE GUARDIE
VOLONTARIE
NO, PERCHE' NON
DISPONIBILI AD EFFETTUARE
TALE TIPO DI SERVIZIO
B
LA PARTECIPAZIONE AI PIANI DI
CONTENIMENTO FAUNISTICO E' UN
DIRITTO DI OGNI CACCIATORE?
SI', NEL CASO GLI
ABBATTIMENTI VENGANO
EFFETTUATI NELL'ATC O CA
DI RESIDENZA
SI', NEL CASO IL PRELIEVO
VERTA SU SPECIE OGGETTO
DI CACCIA
NO
C
E' GIUSTO CHE I CACCIATORI
COLLABORINO, SE RICHIESTO,
ALL'EFFETTUAZIONE DEI
CONTENIMENTI FAUNISTICI?
NO, PERCHE' SOVENTE
CONTRASTANO CON GLI
INTERESSI DELLA CACCIA
SI', IN UNA CORRETTA
INTERPRETAZIONE DEL LORO
RUOLO QUALI GESTORI DEI
POPOLAMENTI FAUNISTICI
SI', PER EVITARE EVENTUALI
CONSEGUENZE ANCHE DI
CARATTERE DISCIPLINARE
NEI LORO CONFRONTI
B
NELLE OPERAZIONI DI CONTROLLO
FAUNISTICO VIGONO TUTTE LE
PRESCRIZIONI IN VIGORE PER
L'ESERCIZIO DELLA CACCIA?
NO, FERME RESTANDO LE
PRESCRIZIONI DI SICUREZZA
CONNESSE ALL'USO DELLE ARMI
SI', PERCHE' TRATTASI
COMUNQUE DI PRELIEVO DI
FAUNA
SI', NEL CASO LE OPERAZIONI
VENGANO ESERCITATE CON
L'AUSILIO DI CACCIATORIPROPRIETARI O CONDUTTORI
DI FONDI AGRICOLI
A
60
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
L'ALIMENTAZIONE ARTIFICIALE DELLA
SELVAGGINA IN CASO DI FORTI
NEVICATE GARANTISCE RISULTATI
APPREZZABILI?
SI', PURCHE' SI USINO
ALIMENTI DI PRODUZIONE LOCALE
SI', AVENDO CURA DI
RAGGRUPPARE GLI ANIMALI
PRECEDENTEMENTE IN AREE
RISTRETTE
NO, E' PREFERIBILE EVITARE
EVENTUALI FATTORI DI
DISTURBO (ES. SORVOLO DI
ELICOTTERO) AGLI ANIMALI
GIA' IN DIFFICOLTA'
C
LA PREDISPOSIZIONE PREVENTIVA
SUL TERRITORIO DI PUNTI DI
FORAGGIAMENTO INVERNALE DELLA
SELVAGGINA PUO' DETERMINARE:
MODESTO INCREMENTO DEL
TASSO DI SOPRAVVIVENZA E
DELLA CONSISTENZA DELLE
SPECIE INTERESSATE
NESSUN RISULTATO STANTE
UN RAPPORTO DIRETTO
PRESENZE
FAUNISTICHE/ESTENSIONI
TERRITORIALI
RISULTATI SIGNIFICATIVI IN
TERMINI DI INCREMENTO
NUMERICO DELLE SPECIE
INTERESSATE
A
LA SOPPRAVVIVENZA DEGLI ANIMALI
NON PUO' PRESCINDERE:
DALL'ELIMINAZIONE DIRETTA
DEI CONTENDENTI
DALLA SALVAGUARDIA DELLE
RISORSE NATURALI
DALL'IRROBUSTIRSI
MANGIANDO ALIMENTI PIU'
NUTRIENTI
B
IN QUALE PARTICOLARE SITUAZIONE
L'EQUILIBRIO NATURALE RISULTA
MAGGIORMENTE GARANTITO?
QUANDO L'ATTIVITA'
QUANDO NON VIENE
VENATORIA VIENE
ESERCITATA L'ATTIVITA' DI
ESERCITATA AL SOLO SCOPO
BRACCONAGGIO
DI CONTENERE LE SPECIE IN ESUBERO
QUANDO E' MOLTO ELEVATO
IL NUMERO DEGLI ELEMENTI
NATURALI AUTOCTONI
PRESENTI, SENZA UNA
PARTICOLARE
PREDOMINANZA NUMERICA
DI UNO RISPETTO AGLI ALTRI
C
L'AZIONE DEI PREDATORI RISPETTO
ALL'EQUILIBRIO DI UN SISTEMA
NATURALE SI PUO' DEFINIRE:
DANNOSA PERCHE' RIDUCE
SIGNIFICATIVAMENTE IL
NUMERO DELLE SPECIE PREDA
DI FONDAMENTALE
IMPORTANZA PERCHE'
ELIMINANDO I SOGGETTI PIU'
DEBOLI E MALATI
CONTRIBUISCE ALLA
SELEZIONE E AL
MIGLIORAMENTO EVOLUTIVO
C
TOLLERABILE SE LA
PREDAZIONE E' LIMITATE AI
CAPI COSIDDETTI "SANITARI"
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Pronto soccorso
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Pronto soccorso
Il pronto soccorso è un intervento immediato, atto ad evitare azioni convulse, limitare i danni ed eventualmente
salvare la vita dell'infortunato.
La prima cosa da fare e mantenere la calma e capire il grado di urgenza della situazione e tenere presente che esistono
casi di: emergenza, urgenza e non urgenza.
Sono casi di emergenza assoluta
- le lesioni che impediscono la respirazione;
- le emorragie imponenti;
- infortunato in coma;
- politraumatizzato;
- arresto cardiaco;
Sono casi di urgenza
- casi di emorragia contenute;
- stato di shock;
- ferite gravi;
- ustioni.
Sono casi di non urgenza
- fratture non esposte;
- ferite non profonde;
- escoriazioni;
- piccole ustioni.
Nel soccorrere l'infortunato è fondamentale controllare:
- la pervietà delle vie aeree, controllare che le prime vie aeree (bocca e faringe) non siano ostruite da vomito,
coaguli, denti ecc. ed eventualmente rimuoverli con le dita dopo aver sistemato il soggetto in decubito
laterale;
- che il soggetto respiri ed eventualmente procedere alla respirazione bocca-bocca;
- l’attività cardiaca attraverso il polso e in caso di assenza procedere al massaggio cardiaco.
I minuti successivi all’infortunio possono essere vitali e quindi bisogna agire senza compiere errori gravi; pertanto,
una persona priva di conoscenza, non bisogna mai:
metterla seduta (la testa gli cadrebbe in avanti e non respirerebbe);
lasciarla supina (la lingua potrebbe occludere le vie respiratorie);
darle da bere (potrebbe soffocare).
Il comportamento da adottare è diverso secondo la situazione in cui si viene a trovare.
Le fratture
Quando l'osso perde la propria integrità e continuità si parla di frattura.
Le fratture possono essere
- composte o incomplete, se l'osso è lesionato ma non c'è spostamento dei monconi;
- scomposte o complete se la continuità dell'osso è interrotta e i monconi sono spostati fra di loro, in questo
caso la frattura può essere esposta se l'osso esce all'esterno o chiusa se la frattura non si evidenzia all'esterno si
possono avere delle complicanze in quanto i monconi possono ledere nervi, vasi e visceri.
Sintomi ed elementi diagnostici:
- dolore in sede di frattura;
- tumefazione;
- anomale mobilità del segmento osseo, deformità articolare.
Come intervenire:
- evitare movimenti inutili;
- non ridurre mai la frattura;
- se la frattura è esposta coprire la parte con delle bende pulitissime in quanto si potrebbe infettare e
trasportare d'urgenza in ospedale;
- se c'è emorragia cercare di bloccarla se è possibile indirettamente.
Nel caso di fratture di un arto, immobilizzare la zona servendosi di asticelle o bastoni lunghi a sufficienza,
avvolgendoli con cotone o indumenti, una buona immobilizzazione deve impedire eventuali spostamenti dei
monconi durante il trasporto.
Nel caso in cui l'infortunato dopo un trauma lamenti dolori al collo o alla colonna vertebrale o non riesca a
muovere o non abbia sensibilità agli arti inferiori, si può sospettare di frattura alla colonna vertebrale. In questi
casi l'infortunato va lasciato adagiato sul dorso non va rimosso fino a quando non si ha la possibilità di collocarlo su
una barella con l'aiuto di esperti ed un numero sufficiente di persone (minimo tre). All'interno della colonna
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vertebrale, formata da 33-34 vertebre, scorre il midollo spinale, una lesione della colonna vertebrale può portare ad
una lesione midollare che porterebbe alla paralisi del soggetto.
Un colpo alla testa può provocare una lesione,una tumefazio-ne o una ferita al cuoio capelluto e può essere lesa
anche la parte ossea sottostante.
La frattura può riguardare la volta cranica o la base cranica e nei casi più gravi si può avere anche
sanguinamento dalle orecchie.
In questi casi:
- mettere il soggetto in posizione laterale di sicurezza evitando inutili spostamenti;
- coprire eventuali ferite con panni puliti;
- se l'orecchio sanguina non tamponare ma mettere il paziente in posizione laterale dalla parte dell'orecchio
sanguinante;
- chiamare soccorso qualificato al più presto.
Lesioni articolari
Le articolazioni permettono i movimenti al nostro corpo, si trovano negli arti, tra tronco e arti, nella
mandibola ecc.
In caso di trauma o di patologie le articolazioni vanno incontro a distorsioni o a lussazioni.
Distorsione
La distorsione è un momentaneo allontanamento dei capi ossei di un'articolazione con possibile lesione di
legamenti e capsule articolari.
Non permangono spostamenti ossei.
I sintomi sono:
- dolore
- tumefazione
- difficoltà funzionale.
Primo soccorso:
— impacchi freddi
- immobilizzare l'articolazione con fasciatura non troppo stretta.
-
Lussazione
La lussazione è la perdita permanente di contatto tra due capi articolari con lesione della capsula articolare.
Può essere:
- completa se la perdita del contatto tra le superfici articolari è totale;
incompleta se resta un contatto tra le superfici articolari.
Segni e sintomi
- deformità articolare
- impotenza funzionale (l'articolazione resta bloccata in posizione anomala);
- dolore locale
Primo soccorso
- II primo soccorso deve essere atto ad impedire complicazioni (lesioni di vasi o nervi) a causa dello
spostamento dei due capi articolari, pertanto occorre:
- immobilizzare la parte lesa con bende;
- applicare compresse fredde;
- limitare i movimenti del soggetto.
Ferite
Si definiscono ferite tutte le soluzioni di continuo della cute o delle mucose, di origine traumatica.
A seconda dell’agente e del meccanismo d’azione si classificano in:
- ferite da punta, causate da un corpo acuminato che penetra perpendicolarmente al piano cutaneo e lascia sulla cute un
ferita minore rispetto al calibro dell’oggetto stesso;
- ferite da taglio, provocati da oggetti taglienti (coltelli, lame, vetro, ecc, si presentano con margini netti più o meno
divaricati;
- ferite da punta e taglio, provocate da corpi taglienti con punta (pugnale);
- ferite lacere, provocate dallo sfregamento con una superficie dura che provoca lo strappo e la torsione della cute e
tessuti sottostanti;
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- ferite lacero-contuse, ferite che oltre alla lacerazione presentano la contusione dei bordi;
- ferite da arma da fuoco, possono essere provocate da proiettile unico o da cariche a pallini.
Nel caso di proiettile unico(pistola, carabina) le ferite presentano un foro d’entrata che generalmente è più piccolo del
calibro del proiettile, con margini rientranti, in questo caso il proiettile può rimanere all’interno o può fuoriuscire
attraverso un foro detto di uscita che si presenta più ampio e con margini estroflessi.
L’entità del danno causato dalla ferita dipende dal diametro, dalla velocità del proiettile e dalla distanza tra arma e
soggetto colpito.
Le ferite provocate da cariche a pallini generalmente sono meno gravi se esplosi da lontano e con pallini più piccoli.
Se invece la distanza è ridotta la situazione si presenta più grave in quanto i pallini concentrati penetrano in
profondità e possono colpire organi, vasi o nervi.
Le ferite da scoppio di canna di fucile sono ferite con lacerazioni da scoppio e interessano il viso. La mano e
l’avambraccio. La prognosi è condizionata dall’estensione, dalla profondità della ferita e dalla presenza di emorragie.
Un primo soccorso, se si tratta di ferite lievi, consiste nel detergere, disinfettare, coprire con bende; se invece si
tratta di gravi ferite la prima cosa da fare è cercare di bloccare l’emorragia e trasportare il soggetto in ospedale.
Le emorragie
L’emorragia è la fuoriuscita di sangue dai vasi arteriosi venosi o capillari da una ferita o da cavità naturali, a causa
di traumi o da complicanze di malattie.
L’emorragie possono essere interne o esterne.
Nelle emorragie interne il sangue fuoriesce dai vasi all’interno del corpo in cavità o infiltrato tra i tessuti, a volte
può esteriorizzarsi fuoriuscendo da orifizi naturali (con il vomito, con la minzione, con la defecazione ecc.)
Quando l’emorragia è interna i segni che si manifestano sono: malessere generalizzato, pallore sudorazione,
agitazione, polso frequente, shock emorragico.
Nelle emorragie esterne il sangue fuoriesce all’esterno da ferite è può essere:
- arteriosa se fuoriesce da vasi arteriosi, in questo caso il sangue schizza a getti pulsanti più o meno forti a secondo
del calibro dell’arteria lesa e della pressione arteriosa ed il sangue è rosso vivo. Per bloccare l’emorragia bisogna
individuare l’arteria principale che porta il sangue alla ferita e comprimere fortemente contro l’osso o contro le masse
muscolari sottostanti e comprimere anche direttamente la ferita, se la fuoriuscita di sangue si riduce, la manovra è
efficace;
- venosa se il sangue fuoriesce con flusso lento e continuo e si presenta rosso scuro.
In questi casi bisogna comprimere la ferita con garze, fazzoletti ecc., fare un bendaggio compressivo, tranquillizzare
il soggetto e se necessario trasportarlo in ospedale.
Se l'emorragia proviene dagli arti può essere utile usare il laccio emostatico (cinture, elastici ecc.), ricordando
di posizionarlo a monte della ferita se si tratta di emorragia arteriosa, a valle della ferita se l'emorragia è venosa; il
laccio può essere tenuto non più di quaranta minuti, poi bisogna toglierlo per 4-5 minuti continuando nel
frattempo a comprimere la ferita ed effettuare la compressione a distanza.
Il soggetto che ha perso una certa quantità di sangue deve essere posto, se è possibile, in posizione
orizzontale per facilitare l'irrorazione e l'ossigenazione cerebrale.
Epistassi
Per epistassi si intende l'emorragia nasale, dovuta ad un trauma, corpi estranei, fragilità capillare o patologie
varie.
Nel caso di epistassi bisogna porre il soggetto in posizione seduta con la testa in avanti in modo che il
sangue fuoriesca e non venga ingoiato.
Inserire un batuffolo di cotone imbevuto di acqua ossigenata, e comprimere la narice che sanguina. Può essere
utile fare degli impacchi freddi sul naso e sulla fronte. Se l'emorragia non si arresta bisogna accompagnare il
soggetto in ospedale.
Lesioni da freddo
Congelamento
Per congelamento si intende l'insieme delle lesioni limitate ad alcune parti del corpo provocate
dall'esposizione a basse temperature.
Distinguiamo tre stadi di congelamento:
- congelamento di I grado, la parte si presenta dolente, edematosa insensibile e ipomobile;
- congelamento di II grado, la parte si presenta cianotica con flittene e piaghe;
- congelamento di III grado, la parte si presenta necrotica, c'è febbre e stato tossico.
Nei primi due gradi se si interviene subito la prognosi è favorevole, le lesioni da congelamento spesso riguardano
le estremità; procedere togliendo gli abiti se bagnati, immergere se è possibile la parte in acqua calda o fare impacchi
umidi caldi, altrimenti mettere indumenti asciutti e massaggiare con delicatezza iniziando col massaggiare la parte
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superiore alla parte congelata.
Nel congelamento di III grado la prognosi è riservata ed occorre l'intervento medico. Assideramento
L'assideramento è il complesso dei fenomeni patologici causati dalla protratta esposizione del corpo a bassa
temperatura ed interessa tutto l'organismo.
I primi sintomi sono brividi, difficoltà visiva e di parola, tachicardia aumento del ritmo respiratorio, se la
temperatura corporea si abbassa ulteriormente si hanno problemi cardiaci, insufficienza renale fino al coma.
È necessario portare il soggetto in ambiente asciutto e riscaldato, riscaldarlo gradualmente con massaggi e panni
caldi, somministrare bevande calde zuccherate non alcoliche e coprirlo con indumenti e coperte di lana.
Ipertermia e colpo di calore
Colpo dì sole
II colpo di sole è dovuto all'esposizione prolungata ai raggi solari.
Inizialmente i sintomi sono:
- stordimento, cefalea, sudorazione profusa, nausea, vertigini, ronzii, il colorito del viso è rosso acceso; se non
si interviene si può avere un calo pressorio polso piccolo e frequente, e si può arrivare allo stato di shock, il viso
si presenta pallido e la cute fredda e umida.
Colpo di calore
II colpo di calore dovuto e all'esposizione eccessiva e prolungata del corpo al caldo umido. In questi casi si ha un
arresto della sudorazione e il corpo non riesce più ad eliminare il calore e si surriscalda.
I primi sintomi sono: la cute calda e secca, la temperatura corporea oltre i 40°, il colorito della cute prima rosso,
poi cianotico, nausea, vomito, polso piccolo e frequente, respiro accellarato, stordimento e si può arrivare al coma.
Intervenire portando il soggetto in ambiente fresco e ventilato, fare impacchi freschi per abbassare la
temperatura corporea, se cosciente porlo in posizione semiseduta e fargli bere acqua e sale, se invece è incosciente
metterlo in posizione laterale di sicurezza cercando di fare abbassare la temperatura.
SINCOPE (Svenimento)
La sincope da sforzo suggerisce l'esistenza di un ostacolo all'efflusso ventricolare, più frequentemente dovuto a
stenosi aortica.
La sincope riflette un'ischemia cerebrale, dovuta all'impossibilità di aumentare la gittata cardiaca in combinazione
con la vasodilatazione periferica provocata dallo sforzo. Una sincope prolungata può causare convulsioni.
Una riduzione del ritorno venoso è la causa della sincope da colpo di tosse e postminzionale e della sincope che si
verifica durante la manovra di Valsalva (espirazione forzata a glottide chiusa);
La vasodilatazione periferica è anche la causa iniziale del semplice svenimento (sincope da vasodepressione). La
vasodilatazione, in senso finalistico, prepara alla fuga dopo un evento stressante. Quando la vasodilatazione è seguita da
un rallentamento della frequenza cardiaca (piuttosto che dalla tachicardia preparatoria per la fuga), l'inadeguatezza della
gittata cardiaca provoca la sincope. L'ansia della fase presincopale può essere accompagnata da iperventilazione;
l'ipocapnia risultante provoca vasocostrizione cerebrale, che riduce ulteriormente la perfusione cerebrale La sincope da
deglutizione in pazienti affetti da patologia esofagea è di solito dovuta a meccanismi riflessi vasovagali, che inducono
bradicardia e ipotensione.
La sincope posturale può essere dovuta a ipovolemia (spesso indotta da diuretici o da vasodilatatori, soprattutto nell'anziano, o
dovuta a un'emorragia); caratteristicamente, dopo una sincope da ipovolemia o vasovagale, il paziente recupera completamente i
sensi assumendo la posizione clinostatica.
Sintomi e segni
Quando si verifica una sincope, il paziente non risponde alla chiamata e perde il tono posturale.
Senso di svenimento, vertigini o senso di stordimento indicano talvolta un'incipiente perdita di coscienza e più spesso hanno
carattere progressivo, qualora il paziente sia in posizione eretta. Per definizione, un paziente che ha subito un episodio sincopale
rinviene spontaneamente.
Prognosi e terapia
Nelle persone giovani non affette da cardiopatie, la sincope da causa ignota ha una prognosi favorevole e raramente è richiesta
una valutazione elaborata. Al contrario, nell'anziano la sincope può essere dovuta all'interazione di diversi problemi coesistenti
che possono danneggiare i meccanismi compensatori del sistema cardiovascolare. Di solito, la sincope regredisce mettendo il
paziente in elinostatismo (disteso a pancia in su); in tal caso non è necessario alcun trattamento ulteriore, a meno che non sia
richiesto dalla malattia di base. Il sollevamento degli arti inferiori ristabilisce rapidamente la perfusione cerebrale. La sincope
può ripresentarsi qualora il paziente riassuma troppo frettolosamente la posizione seduta; il problema talvolta si aggrava se si
continua a tenere il paziente in posizione eretta o lo si fa passare dal elinostatismo all'ortostatismo (alzato).
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Morsicature e punture dì insetti
Sono numerosi gli insetti in grado di iniettare con la loro punta o tramite il loro morso sostanze che possono dare
luogo a reazioni di diversa gravita.
L'aspetto delle lesioni dipende dall'insetto che lo ha provocato, le manifestazioni locali sono: dolore, arrossamelo,
edema, prurito e può essere visibile l'aculeo dell'insetto che può essere estratto con una pinzetta, si possono fare impacchi
con ghiaccio per alleviare il dolore e il prurito e impiegare preparati a base di idrocortisone.
Se dovesse comparire gonfiore al viso o al collo o problemi alla gola, ricorrere subito atte cure mediche in quanto , in
soggetti particolarmente sensibili, si può arrivare allo shock anafilattico.
Zecche
Le zecche sono artropodi (acari appartenenti alla classe degli Arachnida), parassiti esterni delle dimensioni di qualche
millimetro. Il loro ciclo vitale si sviluppa in tre fasi successive (larva-ninfa-adulto) che si possono svolgere tutte su uno stesso
ospite oppure su due/tre ospiti diversi. Non sono molto selettive nella scelta dell'organismo da parassitare, ma possono scegliere
diverse specie animali dai cani ai cervi, agli scoiattoli fino all'uomo.
In Italia sono presenti due famiglie di zecche: quella delle Ixodidae (zecche dure) e quella delle Argasidae (zecche molli).
L'habitat preferito è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con microclima preferibilmente fresco
e umido, ma possono trovarsi anche in zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada.
La loro presenza dipende, infatti, essenzialmente dalla presenza sul territorio di ospiti da parassitare, per questo luoghi come
stalle, cucce di animali e pascoli sono tra i loro habitat elettivi.
Con l'inizio della bella stagione le zecche abbandonano, lo stato di letargo invernale e si avviano alla ricerca di un ospite da
parassitare. Nei mesi primaverili ed estivi che vanno da aprile a ottobre è quindi più frequente cadere vittima del cosiddetto
"morso da zecca".
Il morso della zecca non è di per se1 pericoloso per l'uomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre
infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori.
Le patologie infettive veicolate da zecche che presentano rilevanza epidemiologica nel nostro paese sono:
• rickettsiosi
• borreliosi di Lvme
• febbre ricorrente da zecche
• tularemìa
• meningoencefalitc da zecche
• ehrlichiosi
La maggior parte di queste malattie può essere diagnosticata esclusivamente sul piano clinico, ma una pronta terapia
antibiotica, nelle fasi iniziali è generalmente risolutiva in particolar modo per le forme a eziologia batterica. Anche se il rischio
d'infezione potrebbe essere superiore a quello stimato sino ad ora, solo raramente (fino al 5 per cento dei casi) e in soggetti
anziani o bambini queste infezioni possono essere pericolose per la vita.
Le zecche non saltano e non volano sulle loro vittime, ma si appostano all'estremità delle piante aspettando il passaggio di un
animale o di un uomo. Grazie all'anidride carbonica emessa e al calore dell'organismo, questi acari avvertono la presenza di un
eventuale ospite e prontamente si apprestano a parassitarlo. Conficcano quindi il loro apparato boccale nell'ospite e cominciano
a succhiarne il sangue. Il morso è generalmente indolore perché emettono una sostanza contenente principi anestetici.
Generalmente rimangono come parassiti nell'organismo dell'ospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano
cadere spontaneamente.
Prevenzione
Esistono alcune precauzioni per ridurre significativamente la possibilità di venire a contatto con le zecche, o perlomeno per
individuarle rapidamente, prima che possano trasmettere una malattia. Coloro che si apprestano a recarsi in aree a rischio
dovrebbero:
• vestirsi opportunamente, con abiti chiari che rendono più facile l'individuazione delle zecche, coprire le estremità,
soprattutto inferiori, con calze chiare (meglio stivali) e utilizzare pantaloni lunghi;
• evitare di toccare l'erba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi nelle zone in cui l'erba è alta;
• terminata l'escursione, effettuare un attento esame visivo e tattile della propria pelle, dei propri indumenti e rimuovere
le zecche eventualmente presenti. Le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul
collo, dietro le ginocchia, sui fianchi;
• trattare gli animali domestici (cani) con sostanze acaro repellenti prima dell'escursione;
• spazzolare gli indumenti prima di portarli all'interno delle abitazioni.
Se individuate sulla pelle, le zecche vanno prontamente rimosse perché la probabilità di contrarre un'infezione è direttamente
proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull'ospite. Bisogna comunque tenere presente che solo una percentuale
di individui è portatore di infezione.
Rimozione della zecca:
• la zecca deve essere afferrata con una pinzetta vicino alla superficie della pelle e rimossa tirando dolcemente;
(sarebbe utile bagnare con semplice olio di oliva per favorirne lo scivolamento)
• durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il
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rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni;
disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca. Dopo l'estrazione della zecca sono indicate la
disinfezione della zona (evitando i disinfettanti che colorano la cute) e l'applicazione di antibiotici per uso topico;
• evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla, le mani devono essere protette (con guanti) e
poi lavate;
• spesso il rostro (apparato boccale) rimane all'interno della cute, in tal caso deve essere estratto con un ago sterile.
Alla rimozione della zecca dovrebbe seguire un periodo di osservazione della durata di 30-40 giorni per individuare la
comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione.
•
Morsi di vipera
L'avvelenamento da morso di vipera .
L'incidenza annuale, in Europa, è di 15-20.000 morsicature, con 50 morti per anno (esclusa la Russia ed i paesi dell'Est) Le
uniche specie di rettili velenosi che sono presenti in Italia appartengono alla famiglia dei viperidi e sono:
la vipera aspis;
la vipera berus (marasso) arco alpino fino in alta quota;
la vipera ammodytes (vipera dal corno) arco alpino e prealpino orientale;
la vipera ursini Monti Sibillini e Gran Sasso.
La vipera aspis è sicuramente la più diffusa e responsabile di casi di morsicatura e avvelenamento. La vipera berus risulta,
statisticamente, la prima in Europa per quanto riguarda il numero di morsicature.
Il maggior numero di morsi si verifica, in genere, tra i mesi di maggio e ottobre.
La vipera è diffusa un po' ovunque in Italia, eccetto la Sardegna; la si trova nelle regioni centro-meridionali fino alla Toscana e
nell'Appennino Tosco-Romagnolo. E' un animale che ama stare nei luoghi caldi. Esce dalla propria tana, nel corso delle
giornate caldo-umide, con una temperatura esterna posta tra i 15° ed i35°C.
La vipera ama stare in particolare nelle pietraie esposte al sole, nei muri a secco, nelle fascine di legna, nei tronchi d'albero
tagliati e accatastati, nelle vecchie case abbandonate, nei pagliai, lungo le rive di stagni e dei corsi d'acqua. Quando si trova in
situazione di pericolo, assume un caratteristico atteggiamento di difesa, alzandosi, gonfiandosi, attorcigliandosi su se stessa, in
posizione d'attacco.
Il rettile non morde per uccidere, ma per difendersi.
Importante è saper riconoscere bene una vipera in base alla sua caratteristica morfologica, non confondendola con altri rettili non
velenosi.
La lunghezza del rettile è compresa tra 70 e 80 cm. Le vipere sono contraddistinte da un corpo tozzo, con una coda corta e tronca.
La testa, piuttosto appiattita, possiede una caratteristica forma triangolare o "a losanga", e a punta; l'estremità del muso è rivolta
verso l'alto. Tra occhio e bocca sono situate delle scaglie poste su più file.
Le pupille sono schiacciate e verticali "a fessura", anziché rotonde. In bocca si trovano i due grossi denti veleniferi, molto
appuntiti, dotati di scanalature, che permettono al veleno di uscire e penetrare nei tessuti della vittima. La vipera dal corno
possiede la caratteristica protuberanza sopra il naso, ben visibile.
II morso di vipera è talvolta caratterizzato dalla presenza di due piccoli fori distanti circa 1 cm l'uno dall'altro, accompagnati
dalle impronte degli altri denti mascellari, assenti se il morso è avvenuto attraverso calzettoni o pantaloni. Spesso comunque
non è facile distinguere il punto in cui è avvenuto il morso in quanto la maggior parte delle morsicature viene inferta con un solo
dente e le impronte dei denti mascellari risultano virtualmente invisibili. Per chi non è in grado di riconoscere i serpenti a prima
vista, l'unico criterio di caratterizzazione del morso della vipera resta dunque il dolore locale prolungato.
Sintomi
Solo in 30 casi su cento la vipera inocula il veleno mordendo la vittima. In tal caso, in seguito al morso, la vittima prova sintomi
locali e sintomi generali
In genere la diagnosi di avvelenamento è facile. E' facile riconoscere il segno dei due denti veleniferi, ed il paziente avverte
dolore. Talvolta, alcune morsicature sono "secche" e non seguite da avvelenamento. L'estensione dell'edema (gonfiore) correla
solitamente bene con la severità dell'avvelenamento, come pure i sintomi a carico dell'apparato digerente e cardiovascolare. Le
manifestazioni di tipo sistemico compaiono entro 24 ore dal morso.
Sintomi locale ed intenso dolore nella zona colpita, emorragia a chiazze, gonfiore dopo 10 minuti, crampi più o meno acuti.
Sintomi generali: Dopo 30 minuti -1 ora: cefalea (mal di testa), malessere, senso di vertigine, calo della temperatura corporea,
tachicardia (aumento della frequenza cardiaca), riduzione della pressione arteriosa fino allo stato di shock, vomito, diarrea. Nei
casi più gravi: depressione respiratoria. Il primo segnale di gravita è dato dalla difficoltà della vittima a mantenere le palpebre
aperte per interessamento del sistema nervoso centrale.
Cosa fare
• Non si deve assolutamente incidere la cute nella sede del morso o applicare un laccio emostatico o effettuare una
suzione del veleno.
Questi sono aspetti empirici di trattamento, spesso causa di complicanze dovute all'azione stessa del trattamento. Va
senza dubbio evitata l'iniezione di siero antivipera al di fuori dell'ambiente ospedaliero, per il rischio dell'anafilassi.
Non assumere alcoolici (hanno un effetto depressivo sul sistema nervoso e vasodilatatore periferico, favorendo
l'assorbimento del veleno). Il siero lasciato fuori dal frigorifero per alcune ore si deteriora. Il siero, portato nello zaino
diventa inefficace.
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•
•
Mantenere la calma, sdraiare e tranquillizzare la vittima: la mortalità è molto minore di quanto si crede comunemente.
Per prima cosa occorre evitare che il veleno si diffonda in tutto l'organismo. Poiché frequentemente la parte colpita è
un arto, legare questo con un laccio (usare una cintura o una striscia di tessuto) posto a cinque centimetri dal morso e
possibilmente steccare l'arto per ridume i movimenti. Dopo un minuto spostare il laccio più a monte. Fare in modo che
la zona colpita sia più in basso rispetto al cuore.
• Per aspirare il veleno usare apposite coppette aspiratrici reperibili in commercio.
• Lavare la ferita con acqua ossigenata o acqua semplice.
Applicare eventualmente ghiaccio perché il freddo rallenta la messa in circolo del veleno. Se il bendaggio viene
praticato in maniera efficace, la comparsa dei sintomi viene ritardata da una a sei ore circa. Valutare quindi il grado di
intervento da praticare in relazione alla distanza dall'ospedale. Trasportare la vittima a braccia o in barella al più vicino
pronto soccorso e, in caso la vipera presunta responsabile sia stata uccisa, portarla con sé per l'identificazione.
Cosa non fare
• Non sollevare l'arto colpito con cuscini o altri supporti.
• Non incidere la ferita né provare a succhiare per rimuovere il veleno: il soccorritore rischia a sua volta l'intossicazione
se ha carie, piaghe della mucosa boccale o labbra screpolate.
• Non disinfettare la ferita con alcol, perché il veleno di vipera forma composti tossici.
• Non somministrare siero antivipera: si può rischiare lo shock anafilattico: la scelta e l'attuazione di questa terapia sono
di competenza medica.
• Non somministrare antidolorifici che possono svolgere effetto anticoagulante (ad es. aspirina, FANS, cioè
antinfiammatori non steroidei)
Prevenzione:
Calzare scarpe alte, adatte a passeggiate in montagna;
Indossare calze da montagna possibilmente alte sino al ginocchio;
Utilizzare un lungo bastone per battere il cammino e far scappare le vipere;
Evitare di sedersi su pietraie e sassi; Non infilare le mani in cavità di alberi, in buchi, o in altri recessi.
Corpi estranei nell'occhio
Quando c'è la presenza di corpi estranei nell'occhio, se si tratta di sabbia o polvere, bisogna fare agitare le
palpebre sotto acqua corrente, se si tratta di corpi mobili, bisogna portare il soggetto vicino ad una fonte luminosa,
abbassare la palpebra inferiore ed estrarre il corpo estraneo con l'angolo di un fazzoletto pulito.
Se il corpo estraneo e infisso nell'occhio (come ad esempio una scheggia), non bisogna rimuoverlo ma occorre
portare il soggetto in ospedale, cercando di farlo stare disteso, con la testa ferma ed entrambi gli occhi bendati.
Corpi estranei nell'orecchio
Se il corpo estraneo determina un danno alla membrana timpanica si manifesta dolore violento, persistente
sanguinamento e immediato calo di udito.
Se si tratta di piccoli corpi estranei si può procedere con un lavaggio auricolare con acqua tiepida.
Se si tratta di insetti la sintomatologia varia a secondo dei movimenti dell'insetto che può provocare dolore
trafittivo e rumore assordante, in questo caso si può instillare qualche goccia di olio e poi procedere con un
lavaggio auricolare con acqua tiepida.
69
DOMANDA
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ
RISPOSTA C
QUANTO TEMPO AL MASSIMO
PUÒ ESSERE LASCIATO IL LACCIO
EMOSTATICO SENZA MAI
ALLENTARLO:
20 MINUTI
30 MINUTI
60 MINUTI
B
AD UN’ INFORTUNATO, CON FERITA
ALL’ADDOME DALLA QUALE FUORI
ESCONO GLI INTESTINI, QUALE
POSIZIONE BISOGNA FAR PRENDERE
PER ALLENTARE LA TENSIONE
ADDOMINALE E QUINDI DIMINUIRE I
DANNI AI VISCERI:
POSIZIONE DI SICUREZZA (SUL FIANCO)
SDRAIATA SULLA SCHIENA CON LE
GAMBE FLESSE
SEDUTA
B
CHE COSA E' UN TRAUMA CRANICO
COMMOTIVO :
UN VIOLENTO COLPO AL CAPO CON
PERDITA DI COSCIENZA
UNO STATO DI STRESS PSICOLOGICO
UNO STATO DI EUFORIA E DI
EBBREZZA
A
COME CI SI DEVE COMPORTARE IN
INVITARE IL SOGGETTO A MUOVERE
PRESENZA DI UN INFARTO CARDIACO: LE BRACCIA
RASSICURARE IL SOGGETTO E
EVITARGLI OGNI MINIMO SFORZO
INVITARE IL SOGGETTO AD
ASSUMERE PICCOLE
QUANTITA' DI SOSTANZE
ALCOLICHE
B
COME COMPORTARSI NEL CASO DI
UN VASTO INCENDIO BOSCHIVO:
AVVERTIRE L'AUTORITA' PIU' VICINA
E METTERSI A SUA DISPOSIZIONE
METTERSI A SPEGNERLO DA SOLI
ALLONTANARSI AL PIU'
PRESTO
A
COME SI AIUTA UN SOGGETTO
FRATTURATO:
DEVE ESSERE AIUTATO A RIALZARSI
E A RIACQUISTARE I MOVIMENTI
SI DEVONO IMMOBILIZZARE LE
FRATTURE E TRASPORTARE LA
PERSONA AL PIU' VICINO OSPEDALE
BISOGNA ASPETTARE
CHE GLI PASSI IL DOLORE
B
COME SI FA A RICONOSCERE SE UNA
PERSONA HA SUBITO UN
TRAUMA CRANICO COMMOTIV0 :
DALLA PERDITA DI MOVIMENTO DELLE
BRACCIA E DELLE GAMBE
DALLA PERDITA DI COSCIENZA, CEFALEA,
VOMITO E VERTIGINI
DALLA PERDITA DI
MOVIMENTO DELLA
SOLA TESTA
B
COME SI PUO' CAPIRE
SE UNA CADUTA HA PROVOCATO LA
FRATTURA DELLA
COLONNA VERTEBRALE:
DAI DOLORI IN TUTTE
LE PARTI DEL CORPO
DA FORMICOLIO ALLE BRACCIA E/O ALLE
GAMBE O DALL'IMPOSSIBILITA' A
MUOVERE BRACCIA E GAMBE
DALLA COMPARSA
IMPROVVISA DI FEBBRE
B
COME SI RICONOSCE UN
ARRESTO CARDIACO:
PERDITA DI COSCIENZA, PALLORE
DELLA CUTE, LABBRA ED UNGHIE
CIANOTICHE CON ASSENZA DI BATTITO
CARDIACO
DA UNO STATO EUFORICO
DALLA MANCANZA DI
LUCIDITA' ED
ORIENTAMENTO
A
COME SI RICONOSCE UN
INFARTO CARDIACO:
DA UN FORTE DOLORE MUSCOLARE
DA UN FORTE DOLORE DI TESTA
DAL DOLORE AL TORACE
MOLTO FORTE TRASMESSO
ANCHE ALLO STERNO,
AL BRACCIO SINISTRO
C
COSA E' PIU' OPPORTUNO USARE
PER BLOCCARE UNA EMORRAGIA
ARTERIOSA SENZA DISPORRE DI
LACCIO EMOSTATICO:
COMPRESSIONE DIRETTA IN SEDE DI
EMORRAGIA E POI LE ALTRE MANOVRE
UNA CINTURA E POI LE ALTRE MANOVRE
UNA CALZA E POI LE ALTRE
MANOVRE
A
COSA OCCORRE FARE QUANDO
UNA PERSONA PRESENTA UN
TRAUMA CRANICO:
PORRE LA PERSONA SDRAIATA E
ASPETTARE CHE ARRIVINO SOCCORSI
PORRE LA PERSONA IN POSIZIONE
LA SI DEVE CARICARE
LATERALE DI SICUREZZA MANTENENDO IN A SPALLE IN CERCA DI
ASSE IL RACHIDE CERVICALE E CHIAMARE SOCCORSO
URGENTEMENTE SOCCORSO
B
COSA SI DEVE FARE IN
PRESENZA DI UNA EMORRAGIA:
STENDERE L'INFORTUNATO E
COPRIRE LE FERITE
STENDERE L'INFORTUNATO E FARLO BERE COMPRESSIONE DIRETTA
IN SEDE DI EMORRAGIA
E POI LE ALTRE MANOVRE
C
COSA SI DEVE FARE
QUANDO UNA PERSONA SVIENE:
METTERE LA PERSONA SEDUTA E
SVESTIRLA
METTERE LA PERSONA DISTESA
CON LE GAMBE IN ALTO
CARICARLA SULLE
SPALLE E TRASPORTARLA
ALLA CASA PIU’ VICINA
B
COS'E' L'ASSIDERAMENTO:
E' LA CONSEGUENZA DI UNA MANCATA
OSSIGENAZIONE
E' LA CONSEGUENZA DI UNA MANCATA
ALIMENTAZIONE
E' IL PRODOTTO DI LESIONI
GENERALI DETERMINATE
DA UNA ESPOSIZIONE
TOTALE A BASSE
TEMPERATURE
C
DI FRONTE AD UN SOGGETTO
APPARENTEMENTE
INANIMATO, LA PRIMA
COSA DA FARE È:
VALUTARE IL POLSO CAROTIDEO
CHIAMARLO E SCUOTERLO
DELICATAMENTE PER
VALUTARE LO STATO DI COSCIENZA
METTERLO IN POSIZIONE
LATERALE DI SICUREZZA
B
DOVE È MEGLIO CERCARE IL POLSO
(PERCHÉ SIA UN POLSO
SUFFICIENTEMENTE FORTE):
NELLE BRACCIA (SULLA PIEGA DEL
GOMITO)
NEL COLLO (NEL SOLCO FRA LARINGE
E MUSCOLO STERNOCLEIDOMASTOIDEO)
NELLA GAMBA (SULLA
PIEGA DEL GINOCCHIO)
B
DOVE SI DEVE METTERE IL LACCIO
EMOSTATICO IN UN ARTO CON
EMORRAGIA DA FERITA:
DIRETTAMENTE SULLE FERITA
DEVE ESSERE MESSO IN SEDE PROSSIMALE NELLA PARTE PIU'
RISPETTO ALLA LESIONE EMORRAGICA
VICINA AL CUORE
B
DOVENDO ARRESTARE
UNA EMORRAGIA
ARTERIOSA LA PRIMA
COSA DA FARE È:
COMPRIMERE IN SEDE
DI EMORRAGIA PER ARRESTARNE IL
FLUSSO E POI LE ALTRE MANOVRE
(LACCIO, ECC.)
POSIZIONARE SUBITO UN LACCIO
EMOSTATICO AL DISOPRA DELLA ZONA
DI LESIONE
A
METTERE DELLE
GARZE STERILI
SULLA FERITA E BENDARE
70
E’ UNA FREDDA GIORNATA, VAI A
CACCIA E SAI CHE DOVRAI
FARE MOLTA STRADA. PER
SCALDARTI PORTI CON TE:
RISPOSTA A
UNA BOTTIGLIA DI
VINO DI PRODUZIONE PROPRIA
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
UNA BOTTIGLIETTA DI GRAPPA DI MARCA
UN TERMOS CON DEL THE’
C
I CORPI ESTRANEI INFISSI NEI TESSUTI SEMPRE
VANNO SUBITO TOLTI:
MAI
SOLO SE DI MEDIE
DIMENSIONI
B
IL CONGELAMENTO
COLPISCE QUALI PARTI DEL CORPO:
TORACE
ADDOME
ESTREMITA' CORPOREE
C
IL LACCIO EMOSTATICO AGLI
ARTI SUPERIORI E INFERIORI
DOVE NON VA POSIZIONATO
A METÀ COSCIA
AL BRACCIO AL MUSCOLO BICIPITE
A LIVELLO DELLA
PIEGA DEL
GINOCCHIO E DEL GOMITO
C
IL CACCIATORE NEL MANIPOLARE
ANIMALI MORTI O ABBATTUTI
(SCUOIARE, DIVIDERE LE
CARNI, ECC…) PUÒ ESSERE
ESPOSTO A CONTRARRE ALCUNE
MALATTIE, PER CUI COME
PREVENZIONE E' MOLTO UTILE:
PROTEGGERSI LE MANI CON GUANTI DI
GOMMA
LAVARSI LE MANI SUBITO DOPO LA
MANIPOLAZIONE CON ALCOOL E SAPONE
SENZA BISOGNO DI USARE GUANTI
LAVARSI LE MANI
OGNI TANTO DURANTE LA
MANIPOLAZIONE
A
IL CAPO ABBATTUTO DEVE ESSERE
SVENTRATO:
IL PIÙ PRESTO POSSIBILE PER
EVITARE LA MOLTIPLICAZIONE DEI
GERMI DELLA DECOMPOSIZIONE
DOPO QUALCHE ORA, APPENA SI ARRIVA A 24 ORE DOPO COSÌ
CASA
MIGLIORA IL SAPORE
DELLA CARNE QUANDO È
“FROLLATA”
A
IN UN SOGGETTO CHE HAI
CHIAMATO E SCOSSO E DAL QUALE
NON HAI OTTENUTO RISPOSTA,
LA MOSSA SUCCESSIVA DA FARE È:
RUOTARLO SU UN FIANCO E CHIEDERE
SOCCORSO
METTERGLI UN CUSCINO SOTTO LA
TESTA E CHIEDERE SOCCORSO
C
IN UN SOGGETTO CHE SI
SUPPONE IN STATO DI
SHOCK COSA NON BISOGNA FARE:
SDRAIARLO SULLA SCHIENA CON LE
GAMBE SOLLEVATE
SLACCIARE GLI ABITI PER MEGLIO
DARGLI DA BERE
FACILITARE LA RESPIRAZIONE E COPRIRLO UNA BEVANDA
ALCOLICA PERCHÉ SI
RISCALDI
C
IN UN SOGGETTO INCOSCIENTE, CHE
PRESENTA ASFISSIA DA
ANNEGAMENTO (POLSO
CAROTIDEO PRESENTE,
ASSENZA DEL RESPIRO), SI DEVE:
RIMUOVERE SOLO
EVENTUALI OSTACOLI
VISIBILI IN BOCCA E
INIZIARE SUBITO LA RESPIRAZIONE
BOCCA-BOCCA FINO
ALLA RIPRESA DELLA COSCIENZA
GIRARE L’INFORTUNATO IN
POSIZIONE PRONA E BATTERGLI SULLA
SCHIENA PER FAR USCIRE L’ACQUA DAI
POLMONI
METTERE
L'INFORTUNATO IN
POSIZIONE DI SICUREZZA E
CHIAMARE IL 118
A
IN UN’INFORTUNATO CON FRATTURA RIDUZIONE DELLA FRATTURA –
ESPOSTA DI ARTO LA
MEDICAZIONE – IMMOBILIZZAZIONE
SUCCESSIONE DELLE PRESTAZIONI È:
MEDICAZIONE – AVVOLGIMENTO
DELL’ARTO CON MATERIALE MORBIDO –
IMMOBILIZZAZIONE
MEDICAZIONE –
IMMOBILIZZAZIONE –
BORSA DEL GHIACCIO
B
L’ASSIDERAMENTO
VERO E PROPRIO INIZIA QUANDO LA
TEMPERATURA
CORPOREA SCENDE AL DISOTTO DI :
32 °C
20 °C
B
35 °C
VERIFICARE CHE LE VIE
AEREE NON SIANO
OSTRUITE
L’IPERESTENSIONE DEL CAPO SERVE: A EVITARE CHE L’INFORTUNATO SI
MORDA INVOLONTARIAMENTE
LA LINGUA
A EVITARE CHE LA LINGUA CADA
A STIMOLARE, PER
ALL’INDIETRO E OSTRUISCA LE VIE AEREE VIA RIFLESSA, IL RISVEGLIO
DELL’INFORTUNATO
B
L’UOMO SI INFETTA CON
STAMBECCO, MUFLONE O CAPRIOLO
LA TRICHINELLA MANGIANDO CARNI
CRUDE O POCO COTTE DI:
GALLO FORCELLO, LEPRE VARIABILE O
PERNICE BIANCA
CINGHIALE, TASSO O VOLPE
C
L’UOMO SI INFETTA DI
TULAREMIA TOCCANDO
O SCUOIANDO UN
ANIMALE COLPITO DA
QUESTA MALATTIA:
CAMOSCIO
VOLPE
LEPRE
C
LA FERITA PROVOCATA
DA UNA CARICA A
MUNIZIONE SPEZZATA È
PIÙ GRAVE SE LA
DISTANZA DALLA BOCCA
DI FUOCO ALLA PARTE LESA È:
AL DISOTTO DI 3 METRI
AL DISOTTO DI 14 METRI
NON HA IMPORTANZA LA
DISTANZA
A
LA MIXOMATOSI COLPISCE:
LEPRE
CONIGLIO SELVATICO
MINILEPRE
LA POSIZIONE LATERALE
DI SICUREZZA VA ASSOLUTAMENTE
EVITATA:
SE SI SOSPETTANO GRAVI FRATTURE O
TRAUMI SPECIE A CARICO DELLA
COLONNA VERTEBRALE
QUANDO SIAMO DI FRONTE AD UN
IN UN SOGGETTO PRIVO DI
INFORTUNATO PRIVO DI CONOSCENZA CHE CONOSCENZA CHE
RESPIRA CON DIFFICOLTÀ
HA CONATI DI VOMITO
LA POSIZIONE LATERALE
DI SICUREZZA, IN UN
SOGGETTO PRIVO DI
CONOSCENZA CHE ABBIA POLSO E
RESPIRO SUFFICIENTI È
SALVAVITA PERCHÉ:
EVITA CHE LA LINGUA
GLI OCCHI, ESSENDO IL SOGGETTO SU UN
RICADA ALL’INDIETRO OSTRUENDO LA FIANCO, NON VENGONO OFFESI
TRACHEA E PERMETTE LA
DALLA LUCE SOLARE DIRETTA
FUORIUSCITA DI LIQUIDI DALLA BOCCA
B
L’ATTIVITÀ CARDIACA
È OTTIMALE IN POSIZIONE
LATERALE
71
A
A
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
LA PRIMA PRESTAZIONE
RIDURRE LA FRATTURA E POI
DA FARE AD UN INFORTUNATO CON
PROCEDERE ALLE ALTRE MANOVRE
FRATTURA ESPOSTA DI
GAMBA ED EMORRAGIA IMPORTANTE
ARTERIOSA DALLA LESIONE È:
IMMOBILIZZARE LA FRATTURA SENZA
FERMARE
RIDURLA E METTERE GARZE PER CERCARE L’EMORRAGIA CON
DI TAMPONARE L’EMORRAGIA
COMPRESSIONE
DIRETTA SULLA
FERITA, POI LE
ALTRE MANOVRE E POI
L'IMMOBILIZZAZIONE
C
LA TRICHINELLA NELLE
CARNI SI INATTIVA
OLTRE CHE CON LA COTTURA CON:
SURGELAMENTO ALMENO PER UN
MESE DELLA CARNE
INFUSIONE DELLA CARNE PER 3 GIORNI
NEL VINO
INFUSIONE DELLA
CARNE PER 1
GIORNO IN ACETO
A
LA VIPERA HA LE PUPILLE:
FESSURA VERTICALE
ROTONDE
A FESSURA ORIZZONTALE
A
LE STECCHE PER
L’ARTICOLAZIONE AL DISOPRA DELLA
L’IMMOBILIZZAZIONE DI
FRATTURA
UN ARTO FRATTURATO
DEVONO ESSERE SUFFICIENTEMENTE
LUNGHE DA BLOCCARE,
SE POSSIBILE:
L’ARTICOLAZIONE AL DISOTTO DELLA
FRATTURA
L’ARTICOLAZIONE
SIA AL DISOPRA CHE
AL DISOTTO DELLA
FRATTURA
C
L'EMORRAGIA ARTERIOSA SI
DISTINGUE:
PERCHE' E' DI BREVE DURATA
PERCHE' IL SANGUE E' DI COLORE ROSSO
VIVO ED A GETTO PULSANTE
PERCHE' IL SANGUE
E' DI COLORE SCURO
B
NEL CONGELAMENTO DI
UN PIEDE CHE SI
PRESENTA, DOPO AVER
RIMOSSO CALZATURE E
CALZE, BLUASTRO E
CON VESCICOLE, IL TRATTAMENTO
INDICATO PER CERCARE
DI FAR RIPRENDERE LA
CIRCOLAZIONE È:
FRIZIONARE CON ALCOOL LA PARTE
LESA
IMMERGERE LA PARTE
IN ACQUA TIEPIDA A 37 °C
POSIZIONARE LA
PARTE LESA
DAVANTI AD UN BEL FUOCO
B
NEL CASO DI DISTORSIONE COSA
BISOGNA FARE?
IMPACCHI FREDDI E FASCIATURA NON
STRETTA
METTERE IL LACCIO EMOSTATICO
FARE COMPRESSIONE
DIRETTA E METTERE
FASCIATURE STRETTE
A
NEL MASSAGGIO
CARDIACO QUALE È IL
RITMO ED IL NUMERO
DEI CICLI DELLE COMPRESSIONI
TORACICHE ED
INSUFFLAZIONI DI ARIA IN 2 MINUTI:
40 COMPRESSIONI E 2
INSUFFLAZIONI PER 3 CICLI
50 COMPRESSIONI E 3 INSUFFLAZIONI PER 2 30 COMPRESSIONI E
CICLI
2 INSUFFLAZIONI PER
5 CICLI
C
NEL SOSPETTO DI FRATTURA DELLA
COLONNA VERTEBRALE
(FORTI DOLORI ALLA
SCHIENA, PERDITA DI
SENSIBILITÀ E/O IMPOSSIBILITÀ A
MUOVERE GLI ARTI, ECC…)
L’INFORTUNATO VA MESSO:
IN POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA
NON VA ASSOLUTAMENTE SPOSTATO
VA PORTATO ALL’OMBRA
B
NELL’ASSIDERATO, IN STATO
DI MORTE APPARENTE, PER
QUANTO TEMPO BISOGNA
RICERCARE IL POLSO CAROTIDEO
PRIMA DI INIZIARE IL MASSAGGIO
CARDIACO (CHE NON VA FATTO SE
C’È PULSAZIONE ANCHE SE DEBOLE)
PER ESSERE CERTI CHE NON
VI SIA POLSO:
ALMENO PER 30 SECONDI CONSECUTIVI ALMENO PER 60 SECONDI CONSECUTIVI
ALMENO PER 120 SECONDI
CONSECUTIVI
B
NELLA RIANIMAZIONE CARDIORESPIRATORIA QUALE È IL RITMO
INSUFFLAZIONEMASSAGGIO CARDIACO :
1 INSUFFLAZIONE - 5 COMPRESSIONI
2 INSUFFLAZIONI - 30 COMPRESSIONI
3 INSUFFLAZIONI – 10
COMPRESSIONI
B
NELLA POSIZIONE
LATERALE DI SICUREZZA
LA BOCCA DEVE ESSERE RIVOLTA:
VERSO L’ALTO
VERSO IL BASSO
ORIZZONTALMENTE
B
NELLA POSIZIONE
LATERALE DI SICUREZZA
LA TESTA DEVE ESSERE PIEGATA:
IPERESTESA ALL’INDIETRO
IPERFLESSA ALL’AVANTI
IPERRUOTATA
LATERALMENTE
A
NELLE EMORRAGIE
VENOSE IMPORTANTI,
LOCALIZZATE AD UN ARTO, SI DEVE:
MEDICARE SOLAMENTE CON
GARZE STERILI
MEDICARE CON FASCIATURA STRETTA
CHE COMPRIMA SOLO
IL CIRCOLO VENOSO E RESTI IL POLSO
ARTERIOSO
METTERE UN LACCIO CHE
COMPRIMA CIRCOLO
VENOSO E ARTERIOSO CON
SCOMPARSA DEL POLSO
ARTERIOSO
B
PRENDI UN'ASPIRINA E TI RECHI
UGUALMENTE A CACCIA
TI RECHI A CACCIA
CON UN AMICO
A
NON TI SENTI PROPRIO
RESTI A CASA
BENE, FORSE SEI FEBBRICITANTE, MA
OGGI TI HANNO DETTO
CHE C’È UN PASSO ECCEZIONALE DI
BECCACCE:
72
PER OTTENERE LA
PERVIETA' DELLE VIE
AEREE IN UNA PERSONA
CHE HA PERSO
CONOSCIENZA COME SI
IPERESTENDE IL CAPO:
RISPOSTA A
RISPOSTA B
UNA MANO SULLA FRONTE E L’ALTRA
UNA MANO SUL MENTO E L’ALTRA SUL
SOTTO IL MENTO SOLLEVANDOLO IN
COLLO E POI SI ROVESCIA IL CAPO
AVANTI E
SUL LATO DESTRO
CONTEMPORANEAMENTE SI ROVESCIA I
L CAPO ALL’INDIETRO
PER PULIRE UN RUMINANTE COLPITO SI PULISCE L’INTERNO CON UNO
ALL’ADDOME, DOPO
STROFINACCIO
AVERLO SVENTRATO:
SI STROFINA L’INTERNO CON DELL’ERBA
PER VERIFICARE SE L’INFORTUNATO
RESPIRA BISOGNA PER
LA DURATA DI 10 SECONDI:
GUARDARE SE SI MUOVE LA FIAMMA DI AVVICINARE L’ORECCHIO ALLA BOCCA
UN FIAMMIFERO ACCESO DAVANTI
DELL’INFORTUNATO E GUARDARE
ALLA BOCCA DELL’INFORTUNATO
CONTEMPORANEAMENTE IL TORACE DELL
O STESSO
PRIMA DI INIZIARE LA RIANIMAZIONE
RESPIRATORIA DELL’INFORTUNATO
CHE HA POLSO PRESENTE MA NON
RESPIRA COSA BISOGNA FARE:
APRIRGLI LA BOCCA E RIMUOVERE
EVENTUALI CAUSE VISIBILI DI
OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE (CORPI
ESTRANEI, ECC…)
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
SI AFFERRA IL CAPO
CON LE DUE MANI
LATERALMENTE E LO
SI ROVESCIA SUL
LATO SINISTRO
A
SI LAVA
ABBONDANTEMENTE
C
METTERE UNA MANO
SUL TORACE
DELL’INFORTUNATO
PER SENTIRE SE SI MUOVE
LA GABBIA TORACICA
B
METTERE L’INFORTUNATO IN POSIZIONE DI DISTENDERE
SICUREZZA
L’INFORTUNATO
SULLA SCHIENA ED
IPERESTENDERGLI IL CAPO
A
PRIMA DI POSIZIONARE LE STECCHE È NON INTERPORRE NESSUN MATERIALE
NECESSARIO:
FRA ARTO E STECCHE
INTERPORRE DEL MATERIALE MORBIDO
FRA ARTO E STECCHE
METTERE, SE A
DISPOSIZIONE, DEL
MATERIALE REFRIGERANTE
B
QUALE È IL RITMO
DELLE INSUFFLAZIONI
NELLA RESPIRAZIONE
ARTIFICIALE BOCCA-BOCCA:
12 – 14 AL MINUTO
18 – 20 AL MINUTO
22 – 24 AL MINUTO
A
QUALI SONO I SINTOMI
DI ASSIDERAMENTO ?
APATIA,DIFFICOLTA'
DEL LINGUAGGIO, DEL MOVIMENTO,
PALLORE DIFFICOLTA' RESPIRATORIE
EUFORIA
L'ECCESSIVO PESO
DEGLI INDUMENTI
INDOSSATI
A
QUALI SONO I SINTOMI
DI UN COLPO DI CALORE?
CUTE CALDA E SECCA, ASSENZA DI
ASSENZA DI MOVIMENTO
SUDORAZIONE, AUMENTO DEL BATTITO
CARDIACO, FASTIDIO ALLA LUCE
STATO DI ECCITAZIONE
A
QUALI SONO,TRA GLI ALTRI, GLI
ACCORGIMENTI PER
EVITARE IL MORSO DI VIPERA?
SCEGLIERE SENTIERI E LUOGHI
INDOSSARE SCARPE DA GINNASTICA E
FREQUENTATI,EVITARE LUOGHI FRESCH CALZONCINI CORTI
I QUANDO FA CALDO,
BATTERE IL SUOLO CON UN BASTONE
CAMMINARE
TRANQUILLAMENTE
SENZA FARE
ECCESSIVO RUMORE
A
QUANDO SI INTERROMPE IL
MASSAGGIO CARDIACO
DELL’INFORTUNATO:
ALLA RIPRESA DI CONOSCENZA
DOPO 30 MINUTI
B
COME SI RICONOSCE IL
MORSO DI VIPERA:
SI RICONOSCE DA 1 SOLO PICCOLO FORO SI RICONOSCE DA 3 FORI A FORMA DI
CUORE
SI RICONOSCE DA
DUE PICCOLI FORI
DISTANTI 1 CM UNO
DALL' ALTRO
C
QUANDO GLI ANIMALI
SELVATICI (VOLPI, MUSTELIDI, CANI,
RODITORI, GATTI, ECC…)
POSSONO FAR SORGERE IL DUBBIO
CHE SIANO AFFETTI DA RABBIA
SILVESTRE, SOPRATTUTTO NELLE
ZONE NELLE QUALI È
PRESENTE QUESTA MALATTIA :
SE PRESENTANO PERDITA DI PELO A
CHIAZZE
SE HANNO ANOMALIE DEL
COMPORTAMENTO
(PIÙ CONFIDENTI O
PIÙ AGGRESSIVI)
C
UN SOGGETTO MORSICATO DA UNA
VIPERA COSA NON DEVE
ASSOLUTAMENTE FARE:
METTERSI FERMO ALL'OMBRA A RIPOSO SDRAIARSI CON L'ARTO MORSICATO IN
SCARICO
METTERSI A CORRERE PER
ARRIVARE PRIMA AL
PRONTO SOCCORSO
C
CHE COSA SI INTENDE PER PRIMO
SOCCORSO?
LA SOMMINISTRAZIONE DI
L'AIUTO CHE OGNI PERSONA
TERAPIE FARMACOLOGICHE GENERICHE PUO' PRESTARE A CHI E'
COLTO DA UN MALORE O E'
VITTIMA DI UN INCIDENTE QUALSIASI
L'AIUTO PRESTATO DAL
PRIMO MEDICO DISPONIBILE
B
COME SI DEVE COMPORTARE IL
PRIMO SOCCORRITORE NEI
CONFRONTI DI UN INFORTUNATO?
IPOTIZZARE UNA DIAGNOSI E
ANALIZZARE I DANNI
RIPORTATI DALLA VITTIMA
COPRIRLO CON UNA COPERTA E
SOMMINISTRARGLI UNA
BEVANDA POSSIBILMENTE ALCOLICA
EVITARE AZIONI
INCONSULTE CHE POSSANO
AGGRAVARE LE SUE
CONDIZIONI E QUANTO
PRIMA ALLERTARE I
SOCCORSI (118 O ALTRO)
C
QUAL E' LA PRIMA REGOLA CHE DEVE DELEGARE ALTRI AD INTERVENIRE
OSSERVARE CHI SI APPRESTA A
DOVER EFFETTUARE UN INTERVENTO
DI PRIMO SOCCORSO?
VALUTARE BENE LA
SITUAZIONE E, NEL CASO,
AGIRE CON PRUDENZA A
TUTELA DELLA SICUREZZA
DELL' INFORTUNATO
AGIRE SEMPRE E COMUNQU
E SENZA INDUGI
B
QUAL E' LA PRIMA VERIFICA CHE
DEVE FARE IL SOCCORRITORE?
SE L'INFORTUNATO E' AL
CORRENTE DELLE PROPRIE
CONDIZIONI DI SALUTE
LA FUNZIONALITA' DEGLI A
RTI INFERIORI
A
VERIFICARE LO STATO DI COSCIENZA
DELL'INFORTUNATO
CHIEDENDOGLI SE SENTE E
COMPRENDE QUANTO GLI SI
STA DICENDO
ALLA RIPRESA DEL BATTITO CARDIACO
ANCHE SE DEBOLE
SE ZOPPICANO VISTOSAMENTE E
SCAPPANO ALLA VISTA DELL’UOMO
73
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
SE L'INFORTUNATO E' COSCIENTE
COME SI DEVE COMPORTARE IL
PRIMO SOCCORRITORE?
LO INVITA AD ALZARSI ED
ALLONTANARSI
GLI SOMMINISTRA UN FARMACO PLACEBO LO RASSICURA, LO
INTERROGA E, SULLA BASE
DEI SINTOMI E DI QUANTO
VEDE, ALLERTA IN MODO
MIRATO I SOCCORSI
C
IN PRESENZA DI FERITO NON
COSCIENTE, MA CON FUNZIONI
VITALI, IL SOCCORRITORE DEVE:
SCHIAFFEGGIARLO NEL
TENTATIVO DI RIANIMARLO
EFFETTUARE LA
RESPIRAZIONE ARTIFICIALE
ALLERTARE IL 118 E, SE NON
SI SOSPETTANO LESIONI
ALLA COLONNA VERTEBRA
LE, PORRE IL FERITO IN
POSIZIONE DI SICUREZZA
C
SE VI SONO SOSPETTI DI LESIONE
ALLA COLONNA VERTEBRALE DI UN
INFORTUNATO, COME SI COMPORTA I
L PRIMO SOCCORRITORE?
LO LASCIA DOVE SI TROVA,
INVITANDOLO SE COSCIENTE
A NON MUOVERSI E ALLERTA
IMMEDIATAMENTE I SOCCORSI
MASSAGGIA VIGOROSAMENTE GLI ARTI
INSENSIBILI
COLLOCA L'INFORTUNATO
NELLA POSIZIONE
LATERALE DI SICUREZZA
A
QUALI SINTOMI POSSONO INDICARE
UNA LESIONE ALLA COLONNA
VERTEBRALE IN UN SOGGETTO
INFORTUNATO?
FORTE MAL DI TESTA E VERTIGINI
ESTESO EMATOMA SULLA SCHIENA
FORMICOLIO AGLI ARTI E/O
IMPOSSIBILITA' A MUOVERSI
E/O PERDITA DI URINA O
FECI
C
NELLA RIANIMAZIONE CARDIO
RESPIRATORIA QUAL E' IL RITMO
INSUFFLAZIONE - MASSAGGIO
CARDIACO?
2 INSUFFLAZIONI - 30 COMPRESSIONI
1 INSUFFLAZIONE - 5 COMPRESSIONI
3 INSUFFLAZIONI - 10
COMPRESSIONI
A
COSA DEVE FARE IL PRIMO
SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UN
INFORTUNATO NON COSCIENTE?
ACCERTARSI SE E' PRESENTE
BATTITO CARDIACO E RESPIRAZIONE
METTERE L'INFORTUNATO IN
POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA
SPOSTARE L'INFORTUNATO
IN UN POSTO FRESCO ED
OMBREGGIATO
A
SE IL PRIMO SOCCORRITORE PRENDE
ATTO CHE L'INFORTUNATO NON
COSCIENTE E' IN ARRESTO CARDIORESPIRATORIO:
SOLLEVA L'INFORTUNATO
PONENDOLO SEDUTO
SOLLEVA LE GAMBE DELL'INFORTUNATO
FAVORENDO L'AFFLUSSO DEL
SANGUE AL CERVELLO
DA' IMMEDIATAMENTE
INIZIO ALLA RESPIRAZIONE
ARTIFICIALE E AL
MASSAGGIO CARDIACO
C
COME SI PUO' ACCERTARE LA
PRESENZA DI BATTITO CARDIACO?
CON UNA LEGGERA
PRESSIONE DELL'ARTERIA
CAROTIDEA A LATO DEL
COLLO O DELL'ARTERIA
RADIALE SUL POLSO
PONENDO UNA MANO SUL
LATO ANTERIORE DEL
TORACE A LIVELLO DELLO STERNO
PONENDO L'ORECCHIO
SULLA SCHIENA
DELL'INFORTUNATO
SDRAIATO A TERRA
A
COME SI PUO' ACCERTARE LA
PRESENZA NELL'INFORTUNATO DI
ATTIVITA' RESPIRATORIA
AUSCULTANDO CON
L'ORECCHIO SULLA SCHIENA
DELL'INFORTUNATO
GUARDANDO I MOVIMENTI
DEL TORACE, ASCOLTANDO
IL RUMORE PRODOTTO
DALL'INSPIRAZIONE
DELL'ARIA O SENTENDO
L'ESPIRAZIONE DELLA STESSA
IMMERGENDO IL VISO
DELL'INFORTUNATO IN UN
CONTENITORE D'ACQUA
B
COME IL PRIMO SOCCORRITORE PUO'
EFFETTUARE LA RESPIRAZIONE
ARTIFICIALE?
APPLICANDO LE LABBRA A
VENTOSA SULLA BOCCA
DELL'INFORTUNATO E
SOFFIANDOGLI ARIA NEI
POLMONI TENENDO CHIUSE LE NARICI
INSERENDO UN TUBO DI
GOMMA NELLA BOCCA
DELL'INFORTUNATO
COMPRIMENDO
RITMICAMENTE IL TORACE
PER FACILITARE
L'ESTENSIONE E SUCCESSIV
A COMPRESSIONE DEGLI
ALVEOLI POLMONARI
A
COME IL PRIMO SOCCORRITORE PUO'
EFFETTUARE IL MASSAGGIO
CARDIACO?
PONENDO L'INFORTUNATO
SEDUTO E COMPRIMENDO
RITMICAMENTE LA GABBIA
TORACICA DAL LATO SCHIENA
MASSAGGIANDO
ENERGICAMENTE LA PARTE
ANTERIORE DEL COSTATO, A
LIVELLO DEL PLESSO SOLARE
COMPRIMENDO
RITMICAMENTE PER CIRCA 4
CM LO STERNO
DELL'INFORTUNATO IN
POSIZIONE SUPINA
C
QUANDO IL PRIMO SOCCORRITORE
ALLA RIPRESA DI CONOSCENZA
DEVE INTERROMPERE IL MASSAGGIO
CARDIACO?
ALLA RIPRESA DEL BATTITO
CARDIACO ANCHE SE DEBOLE
DOPO CIRCA 30 MINUTI
ESSENDO INUTILE
PROSEGUIRE
B
QUANDO IL PRIMO SOCCORRITORE
DEVE INTERROMPERE LA
RESPIRAZIONE ARTIFICIALE?
ALLA RIPRESA DELLA
RESPIRAZIONE AUTONOMA
OVVERO ALL'INTERVENTO DI
PERSONALE SANITARIO
NEL CASO IN CUI IL SOGGETTO ASSISTITO
ESPELLA CORPI O LIQUIDI
CHE OSTACOLAVANO LA RESPIRAZIONE
DOPO CIRCA 20 MINUTI,
DOPO I QUALI IL SOGGETTO
ASSISTITO PUO' RITENERSI
CLINICAMENTE MORTO
A
QUANDO E PERCHE' SI PONE UN
INFORTUNATO IN POSIZIONE
LATERALE DI SICUREZZA?
QUANDO STANTE IL LUOGO
DOVE SI TROVA PUO' ESSERE
INVESTITO DA VEICOLI IN TRANSITO
QUANDO SI TEME POSSA
CADERE DA POSIZIONE SOPRAELEVATA O
RUZZOLARE SU UN DECLIVIO
QUANDO E' INCOSCIENTE,
NON SI SOSPETTANO
FRATTURE ALLA COLONNA
VERTEBRALE E SI VUOLE
MANTENERE LIBERE LE VIE
AREE
C
COME SI CONFIGURA LA "POSIZIONE
LATERALE DI SICUREZZA"?
L'INFORTUNATO SU UN
FIANCO CON UN SOSTEGNO
SOTTO IL CAPO, TESTA
PIEGATA ALL'INDIETRO, VIE
AEREE LIBERE E BOCCA
VERSO IL BASSO
L'INFORTUNATO POSTO SU
UN FIANCO IN POSIZIONE FETALE
L'INFORTUNATO SDRAIATO
SUL FIANCO AL RIPARO DA
EVENTUALI CADUTE DI COR
PI CONTUNDENTI
A
COSA SI INTENDE PER EMORRAGIA
INTERNA?
IL SANGUE CHE FUORIESCE
DAI VASI SI RACCOGLIE
ALL'INTERNO DI UNA CAVITA'
O NEI TESSUTI DEL CORPO
TUTTE LE EMORRAGIE CHE
INTERESSANO LA CAVITA' ADDOMINALE
LE SOLE EMORRAGIE CHE
DETERMINANO ECCHIMOSI
ED EMATOMI
A
74
COSA SI INTENDE PER EMORRAGIA
ESTERNA?
RISPOSTA A
IL RIGURGITO DI SANGUE
DALLA BOCCA O LA PERDITA
DI SANGUE CON URINA E FECI
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
LA FUORIUSCITA DI SANGUE
DAI VASI VERSO L'ESTERNO
DEL CORPO ATTRAVERSO
FERITE DI VARIO TIPO
LA PERDITA DI SANGUE DAL
NASO
B
DI NORMA SONO PIU' PREOCCUPANTI LE EMORRAGIE ESTERNE
LE EMORRAGIE ESTERNE O INTERNE?
ENTRAMBE
LE EMORRAGIE INTERNE
C
LA PERDITA DI SANGUE DAGLI ORIFIZ EMORRAGIA INTERNA
I DEL CORPO (BOCCA, NASO, ECC.)
QUALE TIPOLOGIA DI EMORRAGIA
CONFIGURA?
EMORRAGIA ESTERNA
EMORRAGIA MISTA
A
LE EMORRAGIE SI POSSONO
SUDDIVIDERE IN:
ARTERIOSE, VENOSE E MISTE
A DECORSO LENTO O
VELOCE
B
COME SI RICONOSCE UN' EMORRAGIA DALLA PERDITA DI SANGUE
ARTERIOSA?
ROSSO VIVO (OSSIGENATO)
CHE FUORIESCE DALLA
FERITA A SPRUZZI
DALLA PERDITA DI SANGUE
SCURO CHE FUORIESCE IN
MODO CONTINUO DAI
MARGINI DELLA FERITA
DALLA PERDITA DI SANGUE
CHIARO E DI SIERO
PLASMATICO
A
COME SI RICONOSCE UN'EMORRAGIA
VENOSA?
DALLA PERDITA DI SANGUE
CHIARO E DI SIERO PLASMATICO
DALLA PERDITA DI SANGUE DI
COLORE ROSSO CUPO CHE
FUORIESCE IN MODO
CONTINUO DALLA FERITA
DALLA PERDITA DI SANGUE
ROSSO VIVO (OSSIGENATO)
CHE FUORIESCE A SPRUZZI
B
CHE COSA SI INTENDE PER
EMORRAGIE MISTE?
LE EMORRAGIE CHE SI
LE EMORRAGIE ORIGINATE
VERIFICANO IN CASO DI
DALLE LESIONI DI PICCOLI
CADUTE ACCIDENTALI SENZA
VASI ARTERIOSI, VENOSI E CAPILLARI
FUORIUSCITA ALL'ESTERNO DI SANGUE
LE EMORRAGIE OVE IL
SANGUE E' DI COLORE
ROSSO VIVO E FUORIESCE A
GETTO CONTINUO
B
IL PRIMO SOCCORRITORE DI FRONTE
AD UNA EMORRAGIA ARTERIOSA
COSA DEVE FARE?
LAVARE LA FERITA E
FASCIARLA CON GARZA STERILE
TRANQUILLIZZARE IL FERITO
E TAMPONARE LA
FUORIUSCITA DI SANGUE
AGIRE PRONTAMENTE
CERCANDO DI COMPRIMERE
L'ARTERIA AL DI SOPRA
DELLA FERITA O, NEL CASO
DI UN ARTO, APPLICANDO U
N LACCIO EMOSTATICO PER
FERMARE LA FUORIUSCITA
DI SANGUE
C
QUANTO TEMPO AL MASSIMO PUO'
ESSERE LASCIATO IL LACCIO
EMOSTATICO SENZA MAI
ALLENTARLO?
10 MINUTI
30 MINUTI
60 MINUTI
B
COME SI ALLENTA IL LACCIO
EMOSTATICO (O CINGHIA, O ALTRO)
APPLICATO PER FERMARE IL SANGUE
IN UNA EMORRAGIA ARTERIOSA?
IN MODO GRADUALE AL FINE
DI EVITARE CHE IL FLUSSO
SANGUIGNO RIPRISTINATO
ESPELLA L'EVENTUALE
COAGULO TAMPONE
NON SI ALLENTA FINO A
QUANDO NON SI APPLICA
UNA PINZA EMOSTATICA
ALL'ARTERIA RECISA
SCIOGLIENDO
PRONTAMENTE IL NODO
REALIZZATO SUL TUBO
ELASTICO
A
COSA DEVE FARE IL PRIMO
SOCCORRITORE IN PRESENZA DI
UN'EMORRAGIA VENOSA?
APPLICARE UN LACCIO
EMOSTATICO SE LA FERITA
SANGUINANTE E' SU UN ARTO
ESERCITARE UNA COMPRESSIONE SULLA
FERITA PONENDOVI SOPRA
GARZE STERILI CON
SUCCESSIVA FASCIATURA STRETTA
APPLICARE SULLA FERITA U
N
TAMPONE DI ACQUA FREDD
A
B
COME INTERVIENE IL PRIMO
SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UNA
FERITA ALL'ADDOME CON
FUORIUSCITA DEI VISCERI?
RICOPRE LA FERITA
EFFETTUA UN BENDAGGIO
POSSIBILMENTE CON GARZA
COMPRESSIVO STRETTO
STERILE POSIZIONANDO L'
INFORTUNATO SUPINO A GAMBE FLESSE
CERCA DI LAVARE LA CAVIT
A' ADDOMINALE
INTRODUCENDOVI ACQUA
PULITA
A
DAL SIBILO CHE L'ARIA
PROVOCA FUORIUSCENDO
DALLA CAVITA' POLMONAR
E
B
COME INTERVIENE IL PRIMO
MANTIENE LA FERITA APERTA
PRATICA SUBITO LA
SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UNA PER CONSENTIRE L'ENTRATA
RESPIRAZIONE BOCCA A BOCCA
FERITA CHE LASCIA PRESUMERE UNA DELL'ARIA NEGLI ALVEOLI POLMONARI
LESIONE POLMONARE?
CHIUDE IMMEDIATAMENTE
LA
FERITA PER BLOCCARE LA
FUORIUSCITA DELL'ARIA E
METTE L'INFORTUNATO IN
POSIZIONE SEMISEDUTA
C
NEL CASO DI FERITA ALL'OCCHIO
COME SI COMPORTA IL PRIMO
SOCCORRITORE?
ESTRAE SE DEL CASO IL
CORPO CHE HA PROVOCATO
LA FERITA E LAVA
ABBONDANTEMENTE IL
BULBO OCULARE
APPLICA UN TAMPONE
IMBEVUTO DI ACQUA FRESCA
SULL'OCCHIO
CHIUDE L'OCCHIO FERITO E
SE POSSIBILE ENTRAMBI
CON GARZA STERILE O
ALTRA STOFFA PULITA
EVITANDO DI ESTRARRE
EVENTUALI CORPI ESTRANE
I
C
IN PRESENZA DI FERITA DA PUNTA
CON UN CORPO ESTRANEO
CONFICCATO COME INTERVIENE IL
SOCCORRITORE?
ESTRAE PRONTAMENTE IL
CORPO ESTRANEO E TRATTA
LA FERITA CON SOSTANZE
DISINFETTANTI
SE NON SI TRATTA DI UN
CORPO ESTRANEO DI
PICCOLISSIME DIMENSIONI
EVITA DI ESTRARLO E CERCA
DI FARE IN MODO CHE NON SI MUOVA
PRATICA UN BENDAGGIO
STRETTO INCLUDENDOVI IL
CORPO ESTRANEO
B
COME UNA SERIE DI LESIONI
CUTANEE NELL'AREA DI
ENTRATA, PIU' O MENO
CONCENTRATE A SECONDA
DELLA DISTANZA DI TIRO
CON UN FORO DI ENTRATA E
PIU' FORI NELL'AREA DI
USCITA DOVUTI AL
FRAZIONAMENTO DEL
PROIETTILE
A
DEBOLI O MASSICCE
COME SI IDENTIFICA UNA
LA SI DEDUCE NEL CASO LA
PRESUMIBILE LESIONE POLMONARE? FERITA SI RISCONTRI
NELL'AREA TORACICA
COME SI PRESENTA UNA FERITA
CON UN FORO DI ENTRATA DI
PROVOCATA DA UN'ARMA DA FUOCO MODESTE DIMENSIONI E, DI
CARICATA A PROIETTILE UNICO?
NORMA, UN FORO DI USCITA
DI DIAMETRO MAGGIORE
DALLA DIFFICOLTA' RESPIRATORIA
DELL'INFORTUNATO, CIANOSI
ED EMISSIONE DI SANGUE
SCHIUMOSO DALLA BOCCA
75
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
LE FERITE DA ARMA A PROIETTILE
UNICO SI DEVONO DI NORMA
CONSIDERARE GRAVI?
SONO GRAVI O GRAVISSIME A
SECONDA DEI TESSUTI E
ORGANI LESI SE NON
TRATTASI DI FERITE DI STRISCIO
SONO GRAVI QUANDO IL
PROIETTILE NON SI FRANGE
PER IMPATTO CON UN
CORPO SOLIDO INTERNO
SOLO SE INTERESSANO LA
CAVITA' ADDOMINALE
A
LE FERITE DA ARMA DA FUOCO
CARICATE A MUNIZIONE SPEZZATA
SONO DI NORMA GRAVI?
NO PERCHE' I PROIETTILI
HANNO SCARSA CAPACITA' DI
PENETRAZIONE
GRAVI O GRAVISSIME SE LA
DISTANZA DI SPARO E'
INFERIORE AI 15 METRI C.A.
NO PERCHE' I PALLINI
HANNO SEMPRE UN
DIAMETRO RIDOTTO
B
QUALI SONO I FATTORI CHE
DETERMINANO LA MAGGIORE O
MINORE GRAVITA' DI FERITE DA ARM
A
CARICATA A MUNIZIONE SPEZZATA?
OLTRE AGLI ORGANI
INTERESSATI, LA DISTANZA DI
TIRO E, SECONDARIAMENTE,
IL DIAMETRO DEI PALLINI
IL CALIBRO DEL FUCILE
LA GITTATA DELL'ARMA
DETERMINATA DALLA
STROZZATURA DELLE
CANNE
A
COME SI CLASSIFICANO LE
FRATTURE?
FRATTURE AGLI ARTI O AD
ALTRE COMPONENTI DELL'APPARATO
SCHELETRICO
FRATTURE CHIUSE
(COMPOSTE O SCOMPOSTE)
O FRATTURE ESPOSTE
(L'OSSO FUORIESCE DALLA CUTE)
FRATTURE TRAUMATICHE O
DA DECALCIFICAZIONE DEL
LE OSSA
B
QUALI SONO I SINTOMI DI UNA
FRATTURA CHIUSA?
DOLORE VIOLENTO,
IMPOSSIBILITA' O DIFFICOLTA'
DI MOVIMENTO DELLA PARTE
LESA, GONFIORE E SUCCESSIVAMENTE
ECCHIMOSI
NAUSEA, VERTIGINE E
ARROSSAMENTO DELLA PARTE LESA
FORMICOLIO IN PROSSIMITA
DELLA PARTE LESA
A
COME DEVE COMPORTARSI IL PRIMO BENDARE L'ARTO IN MODO
SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UNA STRETTO BADANDO PERO' A
FRATTURA CHIUSA AD UN ARTO?
NON INTERROMPERE LA
CIRCOLAZIONE SANGUIGNA
METTERE L'ARTO IN
TRAZIONE LEGANDONE
L'ESTREMITA' CON UNA
CORDA VINCOLATA AD UN
SUPPORTO RIGIDO
POSSIBILMENTE
IMMOBILIZZARE L'ARTO CO
N STECCHE O ALTRO SENZA
ALCUNA MANOVRA DI
TRAZIONE TESA A RIDURRE
L'EVENTUALE
SCOMPOSIZIONE DELLE
PARTI DELL'OSSO
FRATTURATO
C
COME DEVE COMPORTARSI IL PRIMO IMMOBILIZZARE LA PARTE
SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UNA FERITA CON STECCHE E BENDAGGI
FRATTURA ESPOSTA?
RICOPRIRE PRONTAMENTE
LA PARTE DELL'OSSO
FUORIUSCITA CON GARZE
STERILI O STOFFA PULITA E
CURARE ADEGUATAMENTE
LA PROBABILE EMORRAGIA
FAR RIENTRARE L'OSSO
FUORIUSCITO ALL'INTERNO
DELLA CUTE E FASCIARE LA
PARTE FERITA
B
QUALI SONO I PRINCIPALI SINTOMI DI PERDITA DI COSCIENZA,
UNA FRATTURA DEL CRANIO?
VOMITO, PUPILLE DI
DIAMETRI DIFFERENTI E
POSSIBILE SCOLO DI SANGUE
O LIQUIDO DALLE ORECCHIE
O DAL NASO
FORTI DOLORI ALLA TESTA E VERITIGINI
GONFIORE SIGNIFICATIVO
DELLA PARTE LESA ED
EVENTUALE PERDITA DI
SANGUE DALLA BOCCA O D
AL NASO
A
COSA DEVE FARE IL PRIMO
SOCCORRITORE DI FRONTE AD UNA
POSSIBILE FRATTURA DEL CRANIO?
TRASPORTARE NEL PIU'
BREVE TEMPO POSSIBILE
L'INFORTUNATO IN UNA
STRUTTURA SANITARIA
SOLLEVARE LIEVEMENTE E
CON CAUTELA LA TESTA E LE
SPALLE DELL'INFORTUNATO
SENZA TAMPONARE
L'EVENTUALE SCOLO DI
LIQUIDI DALLE ORECCHIE E CONTROLLARE
FREQUENTEMENTE LE FUNZIONI VITALI
NON TOCCARE
ASSOLUTAMENTE
L'INFORTUNATO CERCANDO
SE DEL CASO DI RIPARARLO
DAL SOLE
B
UNA LUSSAZIONE SI VERIFICA…
QUANDO I TENDINI
FUORIESCONO DALLA LORO
SEDE ABITUALE
QUANDO A SEGUITO DI UN
MOVIMENTO ECCESSIVO E
TRAUMATICO SI PRODUCE
UNO STRAPPO DEI LEGAMENTI
QUANDO DUE OSSA
PERDONO IL CONTATTO TRA
DI LORO
NELL'ARTICOLAZIONE CHE
LI CONNETTE A SEGUITO DI
EVENTO TRAUMATICO
C
QUALI SONO I PRINCIPALI SINTOMI DI CONNESSIONI TENDINEE IN
UNA LUSSAZIONE?
EVIDENZA AL TATTO, DOLORE
DIFFUSO E ARROSSAMENTO
FORTE DOLORE E
ARTICOLAZIONE BLOCCATA
CON DEFORMAZIONE
ESTERNA E DIFFICOLTA' A
MUOVERE LA PARTE COLPITA
COMPARSA IMMEDIATA DI
UNA ESTESA ECCHIMOSI
B
COSA DEVE FARE IL PRIMO
SOCCORRITORE DI FRONTE AD UNA
POSSIBILE LUSSAZIONE?
BLOCCARE L'ARTICOLAZIONE
NELLA POSIZIONE PIU'
CONFORTEVOLE SENZA
TENTARE DI FAR RIENTRARE
LA PARTE DISARTICOLATA IN SEDE
RAFFREDDARE LA PARTE
INTERESSATA E APPLICARE
UNA BENDATURA RIGIDA
TENTARE LA RIDUZIONE
DELLA LUSSAZIONE CON
TRAZIONE DELL'ARTO
DISARTICOLATO
A
QUALI SONO I SINTOMI
DELL'ANNEGAMENTO?
COLORITO BLUASTRO DELLE
LABBRA E DELLE UNGHIE,
RESPIRO GORGOGLIANTE E
POSSIBILE SCHIUMA
INTORNO AL NASO E ALLA BOCCA
PERDITA DI COSCIENZA E
TREMITO CONVULSO
COLORITO PALLIDO, VOMIT
O E IPOTERMIA
A
COME SI DEVE COMPORTARE IL
PRIMO SOCCORRITORE NEI
CONFRONTI DI UN INFORTUNATO
COLPITO DA ASFISSIA PER
ANNEGAMENTO?
DISOSTRUIRE EVENTUALMENTE LE VIE
AEREE, E INIZIARE
IMMEDIATAMENTE LA RIANIMAZIONE
RESPIRATORIA BOCCA A BOCCA
METTERE L'INFORTUNATO IN
POSIZIONE DI SICUREZZA
MASSAGGIANDONE IL CORPO
PER RISCALDARLO
PREMERE IL TORACE
DELL'INFORTUNATO PER
FAVORIRE L'ESPLUSIONE
DELLA ACQUA INGERITA
A
76
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
COME SI RICONOSCE UN MORSO DI
VIPERA?
DA DUE PICCOLI FORI
DISTANTI CIRCA UN CM UNO
DALL'ALTRO
DALLA COMPARSA
IMMEDIATA DI UN ESTESO
GONFIORE ED ECCHIMOSI BLUASTRA
DA UN SOLO PICCOLO FORO
PRURIGINOSO
A
IL PRIMO SOCCORRITORE DEVE
USARE IL SIERO ANTIOFICO NEI
CONFRONTI DI UN SOGGETTO
MORSICATO DA UNA VIPERA?
NO, PERCHE' POTREBBE
DARE LUOGO A GRAVI
REAZIONI DI INTOLLERANZA
SI', NEL CASO IL MORSO SIA
STATO PRATICATO IN
PROSSIMITA' DI GROSSI VASI SANGUIGNI
SI', PERCHE' BLOCCA IL
PROCESSO DI
AVVELENAMENTO
DELL'ORGANISMO
A
COSA DEVE FARE IL PRIMO
SOCCORRITORE NEI CONFRONTI DI U
N SOGGETTO MORSICATO DA UNA
VIPERA?
INVITARE L'INFORTUNATO AD
INCAMMINARSI RAPIDAMENTE PER
RAGGIUNGERE UN MEZZO
ATTO A CONSENTIRGLI DI
RECARSI IN OSPEDALE
SOMMINISTRARE AL
SOGGETTO MORSICATO IL
SIERO ANTIOFICO
CALMARE L'INFORTUNATO
EVITANDO CHE SI MUOVA,
NON SOMMINISTRARE
BEVANDE ALCOLICHE E
ATTIVARSI PER
TRASPORTARE
L'INFORTUNATO IN UNA
STRUTTURA SANITARIA
C
COME SI DEVE COMPORTARE IL
PRIMO SOCCORRITORE NEI
CONFRONTI DI UN SOGGETTO PUNTO
CONTEMPORANEAMENTE DA
NUMEROSE VESPE O CALABRONI?
SOMMINISTRARGLI UN
CARDIO TONICO SE DISPONIBILE
CONTROLLARE
L'INSORGENZA DI EVENTUALE
ARRESTO RESPIRATORIO,
PER GLI INTERVENTI DEL
CASO, E ATTIVARE AL PIU'
PRESTO SOCCORSI SPECIALISTICI
SOMMINISTRARE
ALL'INFORTUNATO BEVAND
E
ALCOLICHE PER SOSTENERE
L'ATTIVITA' CARDIOVASCOLARE
B
QUALI SONO I SINTOMI PRINCIPALI DI INDOLENZIMENTO MUSCOLARE
UN INFARTO CARDIACO?
GENERALIZZATO E TREMITI
DOLORE SIGNIFICATIVO
NELLA PARTE ANTERIORE
DEL TORACE CON POSSIBILE
NAUSEA E INDOLENZIMENTO
DELLO STERNO E DEL BRACCIO SINISTRO
CONDIZIONE DI DEBOLEZZA
SIGNIFICATIVA E FORTI
DOLORI DI TESTA
B
COME SI DEVE COMPORTARE IL
PRIMO SOCCORRITORE NEI
CONFRONTI DI UN SOGGETTO
INFARTUATO?
INVITARLO A DISTENDERSI E
SOMMINISTRARGLI UNA
BEVANDA CALDA
POSSIBILMENTE ALCOLICA
PRATICARGLI IL MASSAGGIO
CARDIOCIRCOLATORIO
TRANQUILLIZZARLO
EVITANDOGLI OGNI MINIMO
SFORZO, FAR INTERVENIRE
SOCCORSI SPECIALIZZATI O
TRASPORTARLO IN
STRUTTURA SANITARIA NEL
PIU' BREVE TEMPO POSSIBIL
E
C
COSA SI INTENDE PER
ASSIDERAMENTO O IPOTERMIA?
QUANDO A CAUSA DI
PROLUNGATA ESPOSIZIONE
ALLE INTEMPERIE SI
CONTRAE UNA MALATTIA DA
RAFFREDDAMENTO
QUANDO UNA PARTE DEL
CORPO SUBISCE MUTAZIONI
IRREVERSIBILI A CAUSA DEL
CONGELAMENTO DEI TESSUTI
QUANDO LA TEMPERATURA
CORPOREA SCENDE PIU' O
MENO SIGNIFICATIVAMENT
E AL DI SOTTO DEI 37 °
C
SI' AL DI SOPRA IL SANGUE
MANTIENE LA PROPRIA
LIQUIDITA' E CONTRIBUISCE A
SCALDARE IL CORPO
NO, SE L'ESPOSIZIONE AL
FREDDO INTERESSA IN MOD
O
PARTICOLARE MANI O PIEDI
A
QUALI SONO I PRINCIPALI SINTOMI DI IPERECCITAZIONE E DISORIENTAMENTO FORTI BRIVIDI E PALLORE
ASSIDERAMENTO?
CUTANEO, IN SEGUITO
RIGIDITA' MUSCOLARE, SEMIINCOSCIENZA, DIFFICOLTA' DI
LINGUAGGIO, POLSO E
RESPIRO RALLENTATO
COLORITO CIANOTICO E
FREQUENZA CARDIACA
ACCELERATA
B
COME SI DEVE COMPORTARE IL
PRIMO SOCCORRITORE NEI
CONFRONTI DI UN SOGGETTO IN FASE
DI ASSIDERAMENTO?
SOMMINISTRARGLI UNA
BEVANDA ALCOOLICA QUALE
CARDIOTONICO E MASSAGGIARGLI LE
ESTREMITA' DEGLI ARTI
ATTIVARE IL MASSAGGIO CARDIORESPIRATORIO
ANCHE SE L'INFORTUNATO E' COSCIENTE
RIMUOVERE EVENTUALI ABI
TI BAGNATI, COPRIRLO E
RISCALDARLO IN MODO
GRADUALE, SOMMINISTRAR
E BEVANDE CALDE E
ZUCCHERATE
C
COSA SI INTENDE PER
CONGELAMENTO?
UN RAFFREDDAMENTO
STRAORDINARIO DELLE
ESTREMITA' DEL CORPO
DOVUTO A LUNGA ESPOSIZIONE A
TEMPERATURE MOLTO BASSE
LA CONDIZIONE NELLA
QUALE UNO SI TROVA IN
CASO DI TEMPERATURE
PARTICOLARMENTE RIGIDE
LA CONDIZIONE DI TUTTE L
E SOSTANZE ORGANICHE
PORTATE AD UNA
TEMPERATURA INFERIORE A
I - 10°
A
COME SI PRESENTANO LE PARTI DEL
CORPO IN FASE DI CONGELAMENTO?
MOLTO GONFIE, BIANCHE E
INTORPIDITE CON COLORITO GRIGIOCON LA CUTE IN FASE DI MACERAZIONE BLUASTRO E NEI CASI
PIU' GRAVI CON FORMAZIONE
DI VESCICOLE
ROSSE E AL TATTO MOLTO
CALDE
B
COME SI DEVE COMPORTARE IL
PRIMO SOCCORRITORE IN PRESENZA
DI UN SOGGETTO CON PRINCIPI DI
CONGELAMENTO?
RISCALDARE LE PARTI
INTERESSATE CON UN
VIGOROSO STROFINAMENTO
DELLA CUTE FINTANTO NON
RIACQUISTINO UN COLORITO NORMALE
RIMUOVERE EVENTUALI
CALZE O GUANTI,
RISCALDARE LE PARTI
INTERESSATE METTENDOLE
A CONTATTO CON IL
PROPRIO CORPO O IN ACQU
A
TIEPIDA EVITANDO FONTI DI
CALORE DIRETTE O
STROFINAMENTO
C
L'ASSIDERAMENTO SI VERIFICA SOLO NO, SPECIE SE IL SOGGETTO
IN PRESENZA DI TEMPERATURE
COLPITO E' STATO A LUNGO
INFERIORI AGLI ZERO GRADI?
IMMERSO NELL'ACQUA O
IMPOSSIBILITATO A
MUOVERSI PER FRATTURE O MALORI
RISCALDARE PRONTAMENTE
LA PARTE COLPITA
ACCENDENDO SE POSSIBILE
UN FUOCO O USANDO
IMPACCHI DI ACQUA CALDA
77
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA
ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
COSA PUO' FARE IL PRIMO
BAGNARGLI PRONTAMENTE IL VISO
SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UNA
PERSONA SVENUTA?
SCHIAFFEGGIARLA PER
FAVORIRE IL RINVENIMENTO
DISTENDERE LA PERSONA
SUPINA E SOLLEVARE LE
GAMBE PER FAVORIRE
L'AFFLUSSO DI SANGUE AL
CERVELLO
C
QUAL E' IL MODO MIGLIORE PER
DISPORRE DI UN THERMOS
RISCALDARSI DURANTE UNA FREDDA CON BEVANDE ANALCOLICHE CALDE
GIORNATA PASSATA ALL'APERTO?
CONSUMARE
MODERATAMENTE SOSTANZE ALCOLICHE
CONSUMARE ZUCCHERINI A
DISTANZA DI 30 MINUTI UNO
DALL'ALTRO
A
CON UN SOGGETTO CHE SI SUPPONE
IN STATO DI SHOCK COSA NON
BISOGNA FARE?
SLACCIARGLI GLI ABITI PER
FACILITARE LA RESPIRAZIONE
COPRIRLO NEL CASO SI
RILEVI CHE SOFFRA IL FREDDO
DARGLI DA BERE UNA
BEVANDA ALCOLICA PER
TONIFICARLO
C
LA PERDITA DI SANGUE DAL NASO
(EPISTASSI) PUO' ESSERE UN
SINTOMO PREOCCUPANTE?
SI', SE NON DIPENDE DA UN
FATTORE TRAUMATICO O DA
FRAGILITA' CAPILLARE DELLE
FOSSE NASALI
NO, SE NON IN CASI ASSOLUTAMENTE
ECCEZIONALI
NO, PERCHE' SE LA CAUSA
NON E' TRAUMATICA DIPEN
DE
ESCLUSIVAMENTE DA UNA
FRAGILITA' CAPILLARE
A
COSA NON SI DEVE FARE AD UN
SOGGETTO CHE MANIFESTA UN
"COLPO DI CALORE"?
VENTILARE
FAR BERE ACQUA CON UN PO' DI SALE
FARE IMPACCHI GELATI
C
DIFFICOLTA' MOTORIA E VOMITO
CUTE CALDA CON ASSENZA
DI SUDORAZIONE E AUMENT
O DEL BATTITO CARDIACO
C
QUALI SONO I SINTOMI PRINCIPALI DI STATO DI ECCITAZIONE
UN COLPO DI CALORE?
78
CINOLOGIA
79
Classificazione delle razze canine da caccia
I cani da caccia si dividono in raggruppamenti a seconda delle caratteristiche di razza che li
contraddistinguono.
Ogni razza è in possesso di caratteristiche di lavoro che attraverso la selezione sono state fissate in uno
"standard" ovvero in caratteristiche di lavoro che si estrinsecano nell'ausilio che viene prestato all'attività
venatoria.
I cani da caccia si distinguono nei seguenti raggruppamenti:
- cani da ferma;
- cani da cerca;
- cani da seguita,
- cani da tana.
Cani da ferma
La caratteristica precipua del cane da ferma è che dopo attento "lavoro" di cerca abbastanza estesa, il soggetto
individua il selvatico con un arresto statuario (ferma).
Le razze da ferma vengono distinte in:
- Continentali italiani (spinone italiano e bracco italiano);
- Continentali esteri epagneul breton – Francia; kurzharr – Germania); Inglesi (setter inglese- pointer - Inghilterra; setter irlandase - Irlanda; setter gordon - Scozia).
Cani da cerca
Si possono considerare anello di congiunzione tra i cani da ferma e quelli da seguita, in quanto il lavoro che
esplicano nel reperimento della selvaggina ha caratteristiche similari sia dell'uno che dell'altro raggruppamento.
La cerca è abbastanza ristretta e per così dire viene svolta "a tiro di fucile" in quanto questi cani non si arrestano
e quindi non fermano ma involano il selvatico o lo mettono in fuga. Le razze più conosciute e diffuse in campo
venatario sono:
Lo springer spaniel;
II cocker spaniel.
Cani da seguita
I cani da seguita essenzialmente cacciano selvaggina da pelo ed hanno come caratteristica precipua quella di
svolgere una cerca più o meno ampia seguendo l'usta (passata) del selvatico che gli permette poi di scovarlo, metterlo in
fuga cercando di mettere il cacciatore in condizione di sparare ed abbattere il selvatico. Tra le principali razze ricordiamo:
Segugio italiano;
Beagle;
Segugi francesi (varie razze).
Cani da tana
Fanno parte di questo raggruppamento tutti quei cani che stanano la selvaggina dalla tana (in genere trattasi quasi
eslusivamente di volpe). Le razze più impiegate per tale caccia sono:
I terriers (jagd e airedale);
I bassotti.
Marchiature di riconoscimento e iscrizione ai libri genealogici
La marchiatura è un atto obbligato per tutti i cani che partecipano a manifestazioni canine e/o cinofile.
La marchiatura rende agevole e favorisce la selezione canina attraverso l'individuazione certa dei riproduttori, il loro
controllo, a verificare l'anno di nascita ed inoltre concorre a rendere meno facili i furti di cani.
Attualmente si conoscono tre metodi per marchiare i cani:
- la punzonatura con la pinza a tenaglia;
- l'uso del dermografo;
- i microcips (piccolissime bilie inserite sottocute e riscontrabile esternamente tramite un rilevatore elettronico.
Presso la città di Milano ha sede un Ente nazionale denominato E.N.C.I. (Ente Nazionale Cinofilia Italiana)
che si occupa delle iscrizioni, dei cani tatuati, sui libri genealogici (dai quali nasce il "pedigree" di ogni cane ossia
la carta d'identità di ogni soggetto). L'E.N.C.I. organizza esposizioni e prove di lavoro al fine di segnalare i
migliori riproduttori e quindi i potenziali migliori di razza.
Allevamento e addestramento
Per allevare un cane da caccia bisogna prima di tutto somministrare una dieta ben bilanciata quindi una
alimentazione completa.
Avere cura a che non si instaurino particolari patologie e/o infestazioni parassitarie interne o esterne. Oltre a
ciò è fondamentale una buona educazione all'obbedienza e un ottimo addestramento al fine di valorizzare tutte le
qualità naturali che un cane possiede.
80
L'addestramento deve essere praticato nelle zone designate e costituite ai sensi dell'art. 41 della L.R. 33/97 e succ.
mod. (zone cinologiche); al di fuori di queste zone, addestrare cani da caccia costituisce violazione alle norme sopra
citate.
CANI DA TANA
bassotto tedesco pelo corto
Bassotto tedesco pelo forte
81
Fox Terrier pelo raso
CANI DA SEGUITA
Beagle
82
Segugio Italiano pelo raso
Segugio Italiano pelo forte
83
CANI DA CERCA
Cirneco dell’Etna
Cocker spaniel inglese
84
CANI DA FERMA
Bracco Italiano
Setter gordon
85
Setter inglese
Setter Irlandese
86
Pointer
Epagneul breton
87
Bracco Tedesco pelo corto- Kurzhaar
Bracco tedesco unicolore marrone
88
Bracco tedesco a pelo duro – Drahthaar
Spinone Italiano bianco arancio
89
Spinone Italiano roano marrone
90
DOMANDA
E’ POSSIBILE ADDESTRARE ED
ALLENARE I CANI DA CACCIA
NEI GIORNI DI MARTEDÌ E VENERDÌ?
RISPOSTA A
SI
RISPOSTA B
RISPOSTA ESATTA
VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ
RISPOSTA C
NO
SOLO I CANI DA TANA.
B
A QUALE DISTANZA DAI LUOGHI
50 METRI
IN CUI LA CACCIA È VIETATA
E DALLE AZIENDE FAUNISTICOVENATORIE E AGRITURISTICOVENATORIE, NON È CONSENTITO
ADDESTRARE ED ALLENARE I CANI DA
CACCIA?
100 METRI
100 METRI PER I CANI
DA FERMA E 300
METRI PER I SEGUGI.
B
E' SEMPRE CONSENTITO
L'ADDESTRAMENTO DEI CANI DA
CACCIA?
SI', AD ECCEZIONE
DELLA ZONA DELLE ALPI
NO, SOLO IN ALCUNE ZONE ED IN
DETERMINATI PERIODI
SOLO NEI QUAGLIODROMI
B
E’ POSSIBILE L’ADDESTRAMENTO DEI
CANI NEI FONDI IN ATTUALITÀ DI
COLTIVAZIONE?
SI
NO
SI SE SI TRATTA DI CANI DA FERMA
B
È SEMPRE CONSENTITO
L’ADDESTRAMENTO DEI CANI DA
CACCIA?
SÌ, SEMPRE
NO, SOLO IN DETERMINATI
PERIODI
NO, MAI
B
DOVENDO NECESSARIAMENTE
ATTRAVERSARE UN PASCOLO CON
PRESENZA DI BESTIAME, COME DEVE
COMPORTARSI UN CACCIATORE CON
CANE?
METTERE IL FUCILE NELLA CUSTODIA METTERE AL GUINZAGLIO IL CANE SCARICARE IL FUCILE
ED IL GUINZAGLIO AL CANE
B
A QUALE GRUPPO DI CANI APPARTIENE AI CANI DA TANA
IL SETTER?
AI CANI DA SEGUITA
AI CANI DA FERMA
C
A QUALE GRUPPO DI CANI APPARTIENE AI CANI DA TANA
IL SEGUGIO?
AI CANI DA SEGUITA
AI CANI DA FERMA
B
A QUALE GRUPPO DI CANI APPARTIENE AI CANI DA TANA
IL BASSOTTO?
AI CANI DA SEGUITA
AI CANI DA FERMA
A
A QUALE GRUPPO DI CANI APPARTIENE AI CANI DA TANA
IL BRACCO UNGHERESE?
AI CANI DA FERMA
AI CANI DA SEGUITA
B
IL CANE DA FERMA VIENE UTILIZZATO: PER INSEGUIRE LA SELVAGGINA DA
“PELO”
PER IL RECUPERO AL TERMINE
DELLA BATTUTA DELLA
SELVAGGINA MORTA
PER FERMARE IL SELVATICO E
RIPORTARLO DOPO LO SPARO SE
VIENE ABBATTUTO
C
IL CANE DA SEGUITA VIENE
IMPIEGATO:
PER LA CACCIA DELLA SELVAGGINA
DA “PELO”
PER IL RECUPERO AL TERMINE
DELLA BATTUTA DELLA
SELVAGGINA MORTA
PER LA CACCIA AL FAGIANO DI
MONTE
A
È NECESSARIO PRATICARE LE
VACCINAZIONI AI CANI?
NO, È SUFFICIENTE SOMMINISTRARE,
IN CASO DI MALATTIA, GLI
ANTIBIOTICI
NO, È SUFFICIENTE UN
CONTROLLO VETERINARIO OGNI
SEI MESI
SÌ, È INDISPENSABILE AL FINE DI
PREVENIRE MALATTIE PERICOLOSE
C
I CANI DEVONO ESSERE SOTTOPOSTI A SI, MA SOLTANTO QUANDO SI SOSPET SÌ, ALMENO UNA VOLTA ALL’ANN NON È INDISPENSABILE
CONTROLLI SANITARI?
TA UNA MALATTIA
O
B
IL CIMURRO DEL CANE PUÒ COLPIRE
ANIMALI SELVATICI?
SÌ, AD ESEMPIO IL LUPO E LA VOLPE
NO, COLPISCE SOLO IL CANE
NO, COLPISCE SOLO IL CANE E
L’UOMO
A
LA ROGNA È UNA MALATTIA:
BATTERICA
VIRALE
PARASSITARIA, SOSTENUTA DA UN
ACARO
C
PERCHÉ VIENE SOSPESA L’ATTIVITÀ
VENATORIA NELLE ZONE OVE SI
ACCERTANO CASI DI AFTA
EPIZOOTICA?
PER EVITARE CHE I CACCIATORI ED I PER EVITARE IL CONTAGIO DEL
CANI DIVENTINO VETTORI DEL VIRUS CANE
PER EVIRATE IL CONTAGIO
DELL’UOMO
A
LA RABBIA SILVESTRE È UNA
MALATTIA TRASMESSA
DA UN ANIMALE SELVATICO?
NO, È TRASMESSA SOLO DAL GATTO
DOMESTICO
NO, È TRASMESSA SOLO DAL CANE SÌ, È TRASMESSA PRINCIPALMENTE
DALLA VOLPE
C
LE ZECCHE POSSONO TRASMETTERE
MALATTIE AGLI ANIMALI SELVATICI?
NO, SOLO ALL’UOMO
SÌ, SIA MALATTIE INFETTIVE CHE
PARASSITARIE
NO, SOLO AGLI ANIMALI
DOMESTICI
B
UN AGENTE CON FUNZIONI DI POLIZIA
GIUDIZIARIA E DI PUBBLICA
SICUREZZA PUÒ SEQUESTRARE
IL CANE AD UN CACCIATORE?
NO, SECONDO LE LEGGI SULLA
CACCIA
SÌ, SE IL CANE ARRECA DISTURBO
ALLA SELVAGGINA PROTETTA
SÌ, SE IL CANE PRODUCE DANNI
ALLE COLTIVAZIONI AGRICOLE
A
A CHI È CONSENTITO L’ACCESSO
NELLE AREE PER L’ALLENAMENTO E
L’ADDESTRAMENTO DEI CANI?
A TUTTI COLORO CHE RISIEDONO NEL AI CACCIATORI ISCRITTI
COMUNE IN CUI RICADE L’AREA
ALL’AMBITO TERRITORIALE DI
CACCIA (ATC) IN CUI RICADE
L’AREA
A COLORO CHE SONO
AUTORIZZATI DA CHI GESTISCE
L’AREA
C
91
RISPOSTA A
RISPOSTA B
RISPOSTA ESATTA
DOMANDA
RISPOSTA C
QUANTI CANI SI POSSONO USARE
DURANTE L’ESERCIZIO VENATORIO?
NON CI SONO LIMITI
DUE CANI PER CACCIATORE E
DUE CANI DA FERMA
QUATTRO SE SI CACCIA
E QUATTRO DA SEGUITA PER OGNI
IN COMITIVA, AD ESCLUSIONE
CACCIATORE.
DELLE SQUADRE DI CACCIA AL
CINGHIALE E DEI
CANI APPARTENENTI
AD UNA MUTA SPECIALIZZATA
MUNITI DI APPOSITO BREVETTO DI
IDONEITÀ RILASCIATO DALL'ENCI
A
A QUALI ADEMPIMENTI DEVONO
SOTTOSTARE I POSSESSORI DI CANI?
NESSUN ADEMPIMENTO
DEVONO ISCRIVERLI ALL’ENCI
DEVONO ISCRIVERLI
ALL’ANAGRAFE CANINA
C
E’ POSSIBILE UTILIZZARE I CANI
PER LA CACCIA AGLI UNGULATI?
SI PER TUTTI GLI UNGULATI
NO, FATTA ECCEZIONE PER LA
CACCIA AL CINGHIALE E PER I
CANI DA TRACCIA ABILITATI AL
RECUPERO DI UNGULATI FERITI
SI SOLO PER LA CACCIA AL
CINGHIALE E AL
CAPRIOLO IN ZONA DI PIANURA
B
92
Fly UP