Comments
Transcript
L`esame per l`abilitazione all`esercizio venatorio
REPUBBLICA ITALIANA Regione Siciliana ASSESSORATO REGIONALE DELLE RISORSE AGRICOLE ED ALIMENTARI DIPARTIMENTO INTERVENTI STRUTTURALI PER L'AGRICOLTURA 7° SERVIZIO PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO FAUNISTICO, PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DELL'ATTIVITA' VENATORIA U.O. n° 50 – RIPARTIZIONE FAUNISTICO VENATORIA DI CATANIA L’esame per l’abilitazione all’esercizio venatorio -----------------------------------------Manuale dell’aspirante cacciatore Questo manuale, nasce dall’impegno del personale della Ripartizione Faunistico Venatoria di Palermo, con la finalità di fornire agli aspiranti cacciatori una guida di facile consultazione, complementare, con le altre pubblicazioni del settore. All’edizione originale del 2001 alcune integrazioni sono state apportate dalla Ripartizione Faunistico Venatoria di Catania *********** Indice 3 23 Legislazione venatoria Zoologia applicata alla caccia 37 Armi e munizioni da caccia 49 Tutela della natura e principi di salvaguardia della produzione agricola con particolare riferimento al territorio siciliano 62 Pronto soccorso 79 Cinologia 2 LEGISLAZIONE VENATORIA 3 LEGISLAZIONE VENATORIA Finalità della Legge Regionale 33/97 e della Legge 157/92 La finalità della L. R. 33/97 e delle sue successive modifiche ed integrazioni (L.R. 15/98 e L.R. 7/2001), nonché della Legge 157/92, è quella di tutelare il patrimonio faunistico e la sua ricostituzione, nell'interesse della comunità regionale, nazionale ed internazionale; le norme succitate contengono delle disposizioni che disciplinano la gestione del patrimonio faunistico, la regolamentazione dell'attività venatoria e cinologica, anche ai fini sportivi e delle attività di allevamento anche a scopo amatoriale; il tutto nel rispetto della conservazione della fauna selvatica, degli equilibri ecologici e naturali e di un corretto svolgimento delle attività agricole, zootecniche e forestali. Definizione detta fauna selvatica e suo stato giuridico La Legge Regionale 33/97 definisce quale fauna selvatica, le specie animali delle quali esistono delle popolazioni o esemplari che vivono stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà nel territorio regionale. La fauna selvatica dal punto di vista giuridico è considerata patrimonio indisponibile dello stato. Detenzione di fauna La Legge Regionale 33/97 stabilisce che detenere, catturare, commercializzare o introdurre fauna selvatica nel territorio regionale, salvo per i termini e i modi previsti dalle disposizioni contenute nella L.R. 33/97, costituisce reato. Sono comunque sempre vietati: - l'uccellagione sotto qualsiasi forma; - a cattura e la detenzione di uccelli e di mammiferi selvatici nonché il prelievo di uova, nidi e piccoli nati; - la caccia, la cattura e la detenzione di tartarughe di mare, di testuggini sia di terra che di acqua dolce, di istrici; - l'introduzione di specie alloctone. Organizzazione tecnico-amministrativa nel settore faunistico-venatorio L'Organizzazione tecnico amministrativa regionale del settore faunistico venatorio, è demandata al servizio faunistico venatorio dell'Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari, il quale ha il compito di coordinamento delle Unità Operative (Ripartizioni Faunistico Venatorie). Le Ripartizioni Faunistico Venatorie, sono in numero di una per provincia e dislocate nei capoluoghi di provincia, hanno il compito di adempiere a quanto previsto dall’ art. 8 punto 2 della L.R. 33/97. L'Osservatorio Faunistico Siciliano (O.F.S.) opera d'intesa con le Unità Operative (R.F.V) fornendo consulenza alle medesime e cura i rapporti con l'Istituto nazionale fauna selvatica (I.N.F.S.) oggi I.S.P.R.A Pianificazione e gestione del territorio ai fini faunistici Tutto il territorio agro-silvo pastorale è soggetto a pianificazione faunistico-venatoria che è finalizzata, per alcune specie carnivore, alla conservazione delle loro capacità riproduttive e, per altre specie carnivore, al loro contenimento naturale; per quanto riguarda le rimanenti specie si persegue la loro densità ottimale e la loro conservazione mediante la regolamentazione del prelievo venatorio e la riqualificazione delle risorse ambientali. Zone di protezione della fauna La Regione è incaricata di predisporre il piano faunistico-venatorio che contempla istituti di natura diversa come i parchi, le riserve naturali, il demanio forestale, le oasi di protezione della fauna nelle cui zone di appartenenza è vietata la caccia e dove quindi le popolazioni animali autoctone trovano rifugio e possono riprodursi tranquillamente fino alla ricostituzione e stabilizzazione della densità faunistica ottimale per il territorio. Gestione privata della caccia Per gestione privata della caccia s'intende trattare di quegli istituti diretti da privati: 1) - Azienda Faunistico venatoria: è un azienda privata che non ha scopo di lucro con superficie non inferiore a 200 Ha e non superiore a 1.000 Ha che gestisce un territorio dove l’attività venatoria si svolge secondo un piano faunistico venatorio presentato dal concessionario, nel rispetto del calendario venatorio, troviamo la 4 presenza dl fauna selvatica 2) Aziende agro-venatorie sono aziende agricole singole o associate di superficie non inferiore a 30 Ha, autorizzate dalle Regioni, dove si pratica l’agricoltura e l’attività venatoria tramite immissione e abbattimento di fauna d’allevamento con rispetto del regolamento interno, l’attività agricola può anche svolgersi con lo scopo di allevare la selvaggina. Il territorio dove nasce questo tipo di azienda dovrebbe essere di scarso interesse faunistico e in aree agricole svantaggiate Gli obiettivi che si perseguono sono la conservazione e il ripristino degli ambienti naturali nel primo tipo di azienda, nel secondo, l'obiettivo economico passa attraverso la promozione di forme di turismo nelle campagne per sostenere l'agricoltura dei luoghi. In entrambi gli ambiti territoriali privati descritti, l'esercizio venatorio si svolge secondo le regole della legge e del calendario venatorio. Gestione programmata della caccia La legge 157/92, agli artt. 14 e 15, disciplina la gestione programmata della caccia nel territorio agro silvopastorale non riservato alla protezione della fauna o alla gestione privata della caccia. - Piano Faunistico venatorio: si basa su una programmazione che si riferisce a un prelievo razionale della fauna stabilito tramite l’effettuazione di censimenti e alla pianificazione del territorio agro silvo pastorale dove si situano le aree destinate a parchi, riserve naturali, zone protette, i territori destinati alla costituzione dl A.F.V. e A.AV. e la suddivisione in A.T.C. del territorio. Viene approvato dalla Giunta Regionale ed ha una validità di 5 anni. . Sulla base dei dati censuari la Giunta Regionale, stabilisce l'indice di densità venatoria per ogni ambito territoriale di caccia. Tale indice è costituito dal rapporto fra il numero dei cacciatori, ivi compresi quelli che praticano l'esercizio venatorio da appostamento fisso, ed il territorio agro-silvo pastorale. - Comprensorio: è un territorio che si presenta tutto in maniera omogenea cioè uguale. - A.T.C.: sono istituti di programmazione e la seguente sigla sta per Ambito Territoriale di Caccia, in Sicilia ne abbiamo complessivamente 23 e sono nati per suddividere il territorio per non far concentrare un maggior numero di cacciatori in una determinata zona. Un cacciatore può avere complessivamente n. 8 A.T.C. suddivisi come segue n, 1 A.T.C. di residenza che gli appartiene di diritto dove può abbattere la selvaggina stanziale a migratoria; può richiedere con apposita domanda redatta un anno prima ed indirizzata ad ogni ripartizione faunistico venatoria di competenza relativa alla province che andrà scegliere per poter esercitare l’attività venatoria n. 3 A.T.C. di ammissione dove può abbattere selvaggina stanziale e migratoria, n. 4 .A.T.C. di migratoria che richiede al momento del ritiro del tesserino venatorio presso il comune di residenza dove può abbattere solo selvaggina migratoria. Il prelievo della selvaggina migratoria può essere fatto per un massimo di 28 giornate stabilite nel calendario venatorio e suddivise come segue n. 16 giornate che vanno dall’apertura al 14 novembre e n. 12 giornate che vanno dal 15 novembre al 21 gennaio. Le giornate che non saranno usufruite nel primo periodo vengono perse. Istituti di protezione - Parco: è un area naturale con il fine di garantire e promuovere la Conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese e delle tradizioni culturali delle popolazioni locali ed è un luogo dove vengono tutelati sia la fauna che la flora e l’esercizio venatorio non è consentito. - Riserva naturale: sono costituite da aree che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della fauna e della flora ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità e la conservazione delle risorse genetiche, dove fauna e flora sono tutelati e l’esercizio venatorio è vietato. - Oasi dì protezione: sono aree destinate al rifugio, alla riproduzione della fauna selvatica stanziale o migratoria dove l’esercizio venatorio è vietato e soprattutto se i confini sono delimitati da corsi d’acqua l’attività venatoria è vietata fino alla distanza di 100 metri dai medesimi confini. La sostanziale differenza tra parco e riserva naturale rispetto all’oasi è quella che nel parco come nella riserva vengono tutelati sia fauna che flora mentre nell’oasi viene tutelata solo la fauna. - Rete Natura 2000: è una rete di siti d’interesse comunitario di cui alla Direttiva Habitat 92/43/cee del 21/05/1992 e direttiva uccelli 74/409/cee del 02/04/1979 (concernente la conservazione di tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato, essa si prefigge la protezione la gestione di tali specie a ne disciplina lo sfruttamento si applica a: uccelli, uova, nidi, habitat), creata dall’Unione Europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali. I siti appartenenti alla Rete Natura 2000 sono considerati di valore in quanto troviamo in essi habitat naturali e esemplari di fauna e flora ospitati. Le zone che fanno parte della Rete Natura 2000 sono: * Z.P.S. ZONA PROTEZIONE SPECIALE: sito d’interesse comunitario diventa z.p.s. dal momento in cui 5 viene destinata una determinata area di territorio e sono delle zone scelte per numero, estensione, e localizzazione geografica lungo le rotte di migrazione dell’avifauna finalizzate al mantenimento ed alla sistemazione di idonei habìtat per la conservazione e gestione delle popolazioni di uccelli selvatici migratori per cui il sito è stato designato. Prende li nome di Z.S.C. ZONA CONSERVAZIONE SPECIALE al momento in cui viene istituita trascorsi i sei anni da Z.P.S. Per le Z.P.S. esistono dei criteri minimi descritti nel decreto Pecoraro Scanio da rispettare: - non si può effettuare la pre apertura dell’attività venatoria - Non si possono utilizzare munizionamenti di piombo nelle vicinanze di zone umide che vi si trovano all’interno di esse. * S.I.C. SITO INTERESSE COMUNITARIO: nella o nelle regioni biogeografiche cui appartiene contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare un tipo di habitat naturale. La sanzione a cui si va incontro nel caso in cui ci traviamo ad esercitare l’attività venatoria all’interno del siti della rete natura 2000 è amministrativa. Esercizio dell'attività venatoria e calendario venatorio Costituisce esercizio dell'attività venatoria, ogni azione diretta all'abbattimento e/o cattura di fauna selvatica utilizzando mezzi consentiti nonché il vagare o soffermarsi in atteggiamento di ricerca della selvaggina. Al fine di potere regolamentare in ogni stagione venatoria i periodi in cui esercitare l'attività venatoria, indicare le specie cacciabili, i divieti e le zone precluse all'attività' venatoria e quant'altro, ogni anno entro il 15 giugno, viene emanato il calendario venatorio, vero e proprio "vademecum" del cacciatore. Tale provvedimento, emanato come decreto dall'Assessore all'agricoltura e foreste, può altresì, per motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per particolari condizioni ambientali e/o climatiche ridurre i periodi di caccia o vietare il prelievo nei confronti di alcune specie. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello stato ed è tutelata nell'interesse della comunità. Essa viene distinta in: a) stanziale che è quella che vive permanentemente sul territorio ove nasce, cresce e si riproduce; b) migratoria invece quella che trascorre parte dell'anno in un territorio nel quale si riproduce e il rimanente periodo si trasferisce in altre zone ove serva. Tali movimenti in genere vengono denominati "passo" e "ripasso". Forme di caccia e particolari modalità di caccia L'attività venatoria può essere esercitata nei seguenti modi: a) caccia in forma vagante; b) caccia d'attesa; e) da appostamento. La caccia vagante si svolge muovendosi sul territorio in cerca di selvaggina utilizzando o meno il cane. La caccia d'attesa è quella che si pratica attendendo il passaggio di un selvatico senza nascondersi oppure utilizzando ostacoli naturali (cespuglio, masso, albero) oppure richiami vivi consentiti. La caccia d'appostamento si esplica allorquando il cacciatore si costruisce un nascondiglio modificando lo stato naturale dei luoghi, con o senza l'uso di richiami vivi consentiti. Si suddivide in: - appostamento fisso: Sono appostamenti fissi quelli costruiti in muratura o in materiali con il quale, di fatto, si concretizza l'occupazione stabile del terreno. In ordine alla suddetta occupazione, il cacciatore deve preventivamente acquisire il consenso del proprietario del terreno, ed in seguito richiedere l'autorizzazione alla R.F.V competente la quale provvedere al rilascio dell'autorizzazione e indicherà l'ammontare della somma corrispondente alla concessione. La validità della concessione annuale non può essere trasferita in uso ad alcuno. Non è consentito impiantare appostamenti fissi a meno di 200 mt da zone in cui la caccia è vietata, ad eccezione dei fondi chiusi o da altro appostamento preesistente. -appostamento temporaneo: È considerato tale quello costituito da ripari di fortuna o da attrezzatura smontabile che non abbiano durata superiore ad una giornata. È soggetta al consenso verbale del proprietario o del conduttore. Modi di caccia vietati E’ sempre vietato: - cacciare in numero superiore a tre persone ( caccia a rastrello) e cioè quando quattro o più persone concorrono a setacciare una zona allineandosi ad una distanza pari o inferiore al tiro utile di un fucile 6 da caccia; utilizzare tute impermeabili o scafandri negli specchi d'acqua o laghetti; sparare da autoveicoli o da barche a motore; esercitare la posta alla beccaccia ed al beccaccino; rendere o detenere uova, nidi e piccoli nati di mammiferi e uccelli appartenenti alla fauna selvatica tranne che per scopi di ricerca e previa autorizzazione; - commerciare fauna selvatica viva o morta non proveniente da allevamenti autorizzati. - Periodi di attività venatoria I periodi in cui esercitare l'attività venatoria vengono stabiliti in linea generale dall'art.18 della L. 157/92, così come anche le specie di uccelli e mammiferi che possono essere oggetto di caccia nei periodi stabiliti. I termini di apertura e chiusura possono essere modificati dalle Regioni, previo parere dell’I.S.P.R.A, per determinate specie in relazione a particolari situazioni ambientali. Il calendario venatorio fissa le date di apertura e chiusura per le varie specie ed i periodi in cui tali specie possono essere cacciate. È opportuno comunque consultare ogni anno il vigente calendario venatorio. Le giornate settimanalmente consentite sono tre a scelta del cacciatore Luoghi di caccia Fermo restando che l'esercizio venatorio può essere praticato nel territorio agro-silvo-pastorale, laddove non in contrasto con norme di conservazione e tutela della fauna selvatica e non arrechi danni effettivi alle produzioni agricole, si riportano, qui di seguito, le limitazioni dei luoghi nei quali non è consentito praticare l'esercizio della caccia: 1) nei fondi chiusi, cioè nei fondi recintati da muro o da rete metallica o da altra effettiva recinzione di altezza non inferiore a metri 1,20 o da specchi d'acqua perenni profondi almeno metri 1,50 e di larghezza di almeno metri 3; è fatto obbligo di tabellare le suddette zone; 2) nei terreni in attualità di coltivazione: 3) è vietato l'esercizio venatorio in forma vagante nei terreni con: a) coltivazioni cerealicole ed erbacee intensive (divieto che vige dalla vegetazione al raccolto. nei campi a frumento, orzo, avena ecc...); b) colture orticole (ortaggi) e floreali a ciclo aperto e di serra, il divieto di caccia è perenne; c) vivai ed i terreni di rimboschimento; d) vigneti, frutteti e uliveti specializzati; - nei giardini, parchi pubblici e privati, parchi storici ed archeologici e nei terreni adibiti ad attività sportive; - nei parchi nazionali e nei parchi naturali regionali; - nelle riserve naturali; - nelle oasi di protezione; - nelle zone di ripopolamento e cattura; - nei centri pubblici e privati di riproduzione della fauna selvatica; - nelle foreste demaniali; - nelle zone militari o monumenti nazionali; - negli specchi d'acqua ove si esercita la piscicoltura; - nelle aie e corti (e comunque nelle zone comprese nel raggio di 100 mt da immobili, fabbricati rurali, posti di lavoro; e a distanza di 50 mt da vie di comunicazione ferroviarie e da strade carrozzabili eccettuate le strade poderali ed interpoderali; - in terreni coperti di neve; - a distanza inferiore a cento metri da macchine operatrici agricole in funzione. Sono pure da considerare zone di divieto quelle in cui l'attività venatoria è consentita solo a chi è autorizzato (es. aziende faunistico-venatorie e agro-venatorie ed Ambiti Territoriali di Caccia diverso da quello di residenza). Mezzi di caccia consentiti e mezzi vietati - Per mezzi di caccia si intendono tutti gli arnesi con l'uso dei quali direttamente si cattura fauna selvatica. I mezzi di caccia consentiti sono: il fucile ad anima liscia a due colpi; il fucile ad anima liscia semiautomatico provvisto di limitatore nel serbatoio, per cui non può contenere più di due colpi più uno in canna; i fucili combinati (a due o tre canne) i cosiddetti "billing" e "drilling"; per potere usare questi fucili bisogna essere in possesso di autorizzazione di porto di fucile a più di due colpi; falchi da falconeria, vengono usati falchi addestrati; per esercitare tale attività occorre essere in possesso 7 ugualmente di licenza di caccia, tesserino e polizza assicurativa; - arco, anche per l'uso di questo mezzo occorre essere in possesso di licenza e di tutti gli altri documenti. Per quanto concerne le armi a canna rigata, è il caso di ricordare che non devono essere predisposte per più di due colpi, ed è fatto divieto di usare munizione spezzata per la caccia agli ungulati (L. 157/92 art. 13 punto 4°). Tutti gli altri mezzi non espressamente indicati dall'articolo 13 della Leggel57/92 sono vietati. Tagliole e reti sono alcuni tra i mezzi di caccia vietati Una menzione a parte richiede l'uso dei richiami vivi, acustici e visivi; Richiami vivi: i richiami vivi consentiti sono quelli indicati all'art. 4 comma 4° L. 157/92 e specificatamente: allodola, cesena, tordo sassello e bottaccio, storno, merlo, passero, passera mattugia, pavoncella e colombaccio, purché provenienti da allevamenti autorizzati. Al di fuori di quanto testé espresso vige il divieto assoluto di detenzione di richiami vivi; Richiami acustici e visivi: per quanto concerne l'uso di richiami acustici "è vietato l'uso di richiami acustici a funzionamento meccanico, elettromagnetico o elettromeccanico con o senza amplificazione del suono". In sostanza sono consentiti solo richiami acustici, cioè riproducenti il verso dell'uccello, che funzionano manualmente. Sono pertanto consentiti: - fischietti o altri strumenti a bocca o a mano; - qualsiasi stampo di plastica; - uccelli imbalsamati ma di specie cacciabili; - richiami a funzionamento meccanico ma che non riproducano alcun suono acustico. È il caso di precisare che le specie raffigurate, se imbalsamate, devono appartenere a specie cacciabili. Uso di animali ausiliari Nella ricerca del selvatico, l'uomo ha sempre avuto bisogno dell'aiuto di un valido ausiliare poiché, considerato l'istinto con il quale i selvatici si sottraggono ai predatori, da solo non riuscirebbe a scovarne alcuno. Il cane, a qualsiasi razza da caccia appartenga, è un validissimo ausiliare giacché essendo provvisto di particolari doti olfattive oltre che istintive nella ricerca dei selvatici, contribuisce in maniera determinante a scovare e recuperare i selvatici. In genere i cani da ferma vengono usati per scovare animali da "penna" (per esempio tra i volatili, i galliformi) perlopiù con comportamenti terricoli, mentre le razze da cerca e da seguita vengono usate per reperire lagomorfi (conigli e lepri) oppure ungulati (cinghiali). Un altro ausiliare usato è il furetto, forma domestica della puzzola, che viene utilizzato per una particolare forma di caccia al coniglio selvatico (contribuisce a stanarlo dalla tana nella quale ha trovato rifugio). L'uso del furetto è disciplinato da norme di calendario venatorio e, laddove consentito, deve essere sempre munito d'idonea museruola. Documenti del cacciatore: 8 1) Licenza di porto di fucile per uso caccia La licenza di porto di fucile per uso caccia è rilasciata in conformità alle leggi di pubblica sicurezza. Il primo rilascio è subordinato al conseguimento dell'abilitazione all'esercizio venatorio a seguito di esami pubblici sostenuti dinnanzi ad una commissione regionale nominata dall'Assessore all'Agricoltura e Foreste. La durata della suddetta licenza è di anni 6, rinnovabile alla scadenza. Essa può essere revocata ed in questo caso è necessario che vengano nuovamente sostenuti gli esami di abilitazione all'esercizio venatorio. Parte della licenza di porto di fucile è il libretto personale volto alla identificazione del titolare. 2) Assicurazione obbligatoria Tra i documenti necessari per esercitare l'attività venatoria è prevista un'assicurazione che tutela il cacciatore, così come stabilito dall'art. 17 L.R.33/97, da eventuali responsabilità civili verso terzi derivanti dall'uso delle armi per danni ad animali e cose, nonché per infortuni correlati all'esercizio dell'attività venatoria. 3) Il tesserino venatorio Esempio di compilazione del tesserino venatorio II cacciatore, per praticare l'esercizio venatorio deve essere in possesso del tesserino venatorio che viene rilasciato gratuitamente dal Comune di residenza. Tale documento è personale e non cedibile. Nessun cacciatore può richiedere, durante una stagione venatoria, il rilascio di un secondo tesserino, salvo i casi di deterioramento irreversibile o smarrimento comprovato da regolare denuncia. Il cacciatore, ogni volta che va a caccia, deve indicare in modo indelebile la giornata scelta e il luogo ove esercita l'attività venatoria (se si trova negli Ambiti Territoriali di Caccia ove è stato ammesso, se si trova negli AA.TT.CC. scelti per la caccia alla migratoria, se si trova all'interno di una azienda faunistico o agrovenatoria) e deve segnare la selvaggina abbattuta nel seguente modo: Per la selvaggina stanziale, appena viene abbattuto un capo, bisogna apporre una X nei riquadri relativi alla specie. Per la selvaggina migratoria, indicare alla fine della battuta di caccia e comunque entro le ore 13,00, negli appositi spazi riferiti alle specie il numero dei capi abbattuti al mattino. Nel caso di prosecuzione dell'attività venatoria oltre le ore 13,00, il numero dei capi ulteriormente abbattuti nel pomeriggio dovranno essere indicati al termine dell'attività. Il cacciatore ha l'obbligo di riconsegnare il tesserino entro 60 giorni dalla chiusura della stagione venatoria al comune di residenza, anche per il tramite delle Associazioni venatorie riconosciute, pena la sanzione amministrativa da lire Euro 25,82 ad Euro 154,94. 9 Il tesserino va compilato con esattezza e con dati veritieri in quanto i dati in esso riportati vengono utilizzati a fini statistici e per una migliore gestione del patrimonio faunistico. 4) Tasse di concessione governativa statale e regionale La tassa di concessione governativa statale è dovuta come licenza di porto di fucile per uso caccia. Essa viene pagata al primo rilascio e ad ogni rinnovo annuale. L'importo è indicato nell'art. 23 della Legge 157/92 ed è pari ad Euro 168,00 a cui va aggiunta una addizionale pari ad Euro 5,16. La tassa di concessione regionale è stata istituita per conseguire i mezzi finanziari necessari per realizzare tutte le finalità previste dalla legge sulla caccia. È soggetta al pagamento annuale ed è stata fissata nella misura del 50% della tassa di concessione governativa statale. Sanzioni Per chi trasgredisce la normativa vigente in materia di caccia sono previste delle sanzioni per le violazioni commesse. Le sanzioni vengono suddivise in sanzioni amministrative e penali. Le sanzioni amministrative si estrinsecano nel pagamento di una somma che va ad estinguere la violazione commessa; esse sono indicate all'art. 32 della L.R. 33/97 e successive modifiche. A titolo di esempio viene indicata la sanzione per mancata annotazione dei dati prescritti sul tesserino venatorio, per mancata esibizione dei documenti prescritti, per esercizio della caccia senza avere effettuato i dovuti versamenti delle tasse di concessione, etc... Le sanzioni penali comportano la denuncia alla competente autorità giudiziaria, oltre a pene accessorie quantificate di volta in volta a seconda della violazione commessa. A titolo di esempio viene applicata una sanzione penale per chi esercita la caccia nei parchi nazionali e regionali, nelle riserve naturali, nelle oasi, nelle zone ripopolamento e cattura; per chi esercita la caccia nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto generale etc. Vigilanza venatoria Al sensi degli artt. 27, 28, 23 della legge 157/92 la vigilanza sull'applicazione della legge in materia di caccia è affidata a: - a tutti gli agenti di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza; - agli agenti dipendenti dagli Enti locali; - alle guardie volontarie delle Associazioni venatorie, agricole e di protezione ambientale; - al Corpo Forestale dello Stato e della Regione; alle guardie provinciali; - alle guardie zoofile ed ecologiche riconosciute dalle leggi nazionali e regionali. - ai Dirigenti e Funzionari in servizio presso le Ripartizioni Faunistico Venatorie. Gli addetti alla vigilanza possono chiedere a chi è in possesso di armi atti alla caccia i seguenti documenti: porto di fucile, tesserino venatorio, assicurazione tasse e verificare la fauna abbattuta. Gli agenti dl Polizia Giudiziaria possono procedere al sequestro delle armi e della fauna selvatica e dei mezzi di caccia con l’esclusione di cane a richiami vivi, possono procedere all’arresto e alla perquisizione. Gli organi di vigilanza che non esercitano funzioni di polizia giudiziaria possono redigere verbali dove vengono specificate tutte le circostanze del fatto e l’eventuali osservazioni del contravventore e li trasmettono alla R.F.V. competente per territorio. Gli agenti dipendenti degli enti locali con funzioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza a norma di legge per la vigilanza venatoria possono redigere i verbali di contestazione delle violazioni e degli illeciti amministrativi e li trasmettono alla R.FV. competente per territorio La guardia venatoria è colui che svolge un pubblico servizio e non è un pubblico ufficiale, hanno i poteri dl accertamento, di redigere verbali e li trasmettono alla R.FV. competente per territorio. Il Pubblico Ufficiale è colui che esercita una pubblica funzione probatoria, concernente alle prove. Gli effetti di questa qualifica sulle dichiarazioni rese dal cacciatore in seno al verbale di contestazione ai sensi dell’art. 2700 c.c. sono quelle che l’atto pubblico fa piena prova fino a querela di falso. 10 Le refluenze penali per chi, rispettivamente, si rifiuta di indicare ad un pubblico ufficiale le proprie generalità e trasgredisce l’ordine legalmente dato dall’autorità di consegnare l’arma sono quelle specificate di seguito nel due art.del codice penale; Art. 651 c.p. Rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale: chiunque, richiesto da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, rifiuta di dare indicazioni sulla propria identità personale, sul proprio stato, o su altre qualità parsonali è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda di duecentosei euro. Art. 698 c.p. Omessa consegna di armi: chiunque trasgredisce all’ordine legalmente dato dall’autorità di consegnare nei termini prescritti le armi o le munizioni da lui detenute è punito con rarresto non inferiore a nove mesi o con l’ammenda non inferiore a centoventitre euro. 11 DOMANDA RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ RISPOSTA C PUO' UN AGRICOLTORE RECINTARE IL PROPRIO FONDO? NO, MAI SI' SOLO DURANTE LA STAGIONE VENATORIA B DOVE E' SEMPRE VIETATO PORTARE ARMI DA FUOCO CARICHE? QUANDO IL TERRENO E' COPERTO DI NEVE SULLE STRADE PODERALI A BORDO DI QUALUNQUE VEICOLO C I CACCIATORI POSSONO SI DURANTE IL PERIODO IN CUI LA IMMETTERE SELVAGGINA SUL TERRITORIO? CACCIA È APERTA NEL CASO DI ACCERTATA CARENZA DI DETERMINATE SPECIE DI SELVAGGINA IN NESSUN CASO SI SE IL RIPOPOLAMENTO VIENE EFFETTUATO NELLE ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA B AL TERMINE DELLA GIORNATA DI CACCIA, L'APPOSTAMENTO TEMPORANEO DEVE ESSERE: COPERTO E NASCOSTO CON MATERIALE REPERITO IN SITO COMPLETAMENTE RIMOSSO MANTENUTO INTEGRO RIPORTANDO IL SITO AL SUO STATO ORIGINARIO CHE COSA COMPORTA L'UCCISIONE DI UN'AIRONE? LA REVOCA E L'ESCLUSIONE DELLA L'ARRESTO O UN'AMMENDA E LA LICENZA SOSPENSIONE DELLA LICENZA NULLA IN QUANTO E' SELVAGGINA CACCIABILE B LA CACCIA OLTRE CHE CON IL FUCILE E' ANCHE CONSENTITA: CON IL FALCO CON IL BASTONE ANIMATO CON IL VISCHIO A POSTO IL DIVIETO DI SPARARE DA DISTANZA INFERIORE A 150MT. CON FUCILE CON CANNA AD ANIMA LISCIA VERSO VIE DI COMUNICAZIONE, QUALI CAUTELE DEVE OSSERVARE IL CACCIATORE NELLA CACCIA AL CINGHIALE? NESSUNA ULTERIORE CAUTELA PERCHÉ LA GITTATA MASSIMA DEL FUCILE NON SUPERA LA DISTANZA STABILITA DALLA NORMA VISTO LA GITTATA PRIMA DI SPARARE MASSIMA DI GRAN DEVE ACCERTARE CHE NESSUNO LUNGA SUPERIORE TRANSITI SULLA STRADA. AI 150 MT. STABILITI DALLA NORMA IL CACCIATORE DEVE TROVARE UN’ALTRA POSIZIONE O UN ALTRO ANGOLO DI TIRO. B QUALE DOCUMENTO IL CACCIATORE DEVE CONSULTARE PRIMA DI ACCINGERSI ALL'ATTIVITA' VENATORIA? IL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE LO STATUTO DELL'AMMINISTRAZIONE LA LEGGE N°689/81 A OLTRE AL PORTO D'ARMI, IL CACCIATORE DEVE AVERE CON SE': LE RICEVUTE DELLA TASSA DI CONCESSIONE GOVERNATIVA E REGIONALE UN COLTELLO A SERRAMANICO IL CODICE FISCALE A COSA SI INTENDE PER CARNIERE GIORNALIERO? IL N°DEI CAPI ABBATTUTI DAL CACCIATORE AL TERMINE DELLA GIORNATA DI CACCIA IL N° DEI CAPI DI CUI IL CONTENITORE ENTRO CUI E' CONSENTITO L'ABBATTIMENTO IN POSSONO ESSERE RIPOSTI I CAPI UNA GIORNATA DI CACCIA ABBATTUTI NELLA GIORNATA DI CACCIA B PER CARNIERE STAGIONALE SI INTENDE IL NUMERO DEI CAPI ABBATTUTI DURANTE LA STAGIONE VENATORIA IL NUMERO DEI CAPI ABBATTIBILI DURANTE LA STAGIONE VENATORIA IL NUMERO DEI CAPI ABBATTIBILI IN CIASCUNA GIORNATA VENATORIA B E' CONSENTITA LA CACCIA A RASTRELLO? SI', SEMPRE SOLO SE SI E' IN NON PIU' DI TRE CACCIATORI NO, MAI B QUANDO SI POSSONO PRENDERE GLI UCCELLI DAL NIDO? QUANDO LI SI VUOLE ALLEVARE PER FARNE DEI RICHIAMI VIVI SOLO QUANDO SONO IDONEI AL VOLO SOLO PER SOTTRARLI A SICURA DISTRUZIONE O MORTE C QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E' PARTICOLARMENTE PROTETTA IL RICCIO IL CAMOSCIO L'AQUILA C QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E' PARTICOLARMENTE PROTETTA IL FENICOTTERO LO STORNO IL GERMANO REALE A QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E' PARTICOLARMENTE PROTETTA IL COLOMBACCIO LA STARNA IL CIGNO REALE C CHE COSA COMPORTA CACCIARE IN UN'AZIENDA FAUNISTICOVENATORIA SENZA PERMESSO? LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA E LA REVOCA DELLA LICENZA LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA IN CASO DI RECIDIVA B QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E' PARTICOLARMENTE PROTETTA LA VOLPE IL CAPRIOLO LA LONTRA C CHE VALIDITA' HA LA LICENZA DI CACCIA? VALE TRE ANNI VALE SEI ANNI VALE OTTO ANNI B QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E' VIETATO ABBATTERE? LA QUAGLIA LA STARNA IL PETTIROSSO C QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E' VIETATO ABBATTERE? IL RICCIO LA LEPRE IL CINGHIALE A PER PIANI DI ABBATTIMENTO SI INTENDE: IL PRELIEVO DI CAPI DI FAUNA MIGRATORIA CONSENTITA IL PRELIEVO PROGRAMMATO DELLE SPECIE DI FAUNA SELVATICA STANZIALE IN UN AMBITO DI CACCIA GLI INTERVENTI DEL SERVIZIO VIGILANZA PER IL CONTROLLO DEI PREDATORI B B 12 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C ESISTE IL DIVIETO DI CACCIA NELLE ZONE POSTE NELLE IMMEDIATE VICINANZE DI STRADE CARROZZABILI E FERROVIE? SI A DISTANZA INFERIORE A 50 MT. SI A DISTANZA INFERIORE A 40 MT. DALLE STRADE E FERROVIE DALLE STRADE E FERROVIE SI A DISTANZA INFERIORE A 40 MT. DALLE STRADE E FERROVIE SE LA ZONA IN QUESTIONE È TABELLATA. A QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE E' PARTICOLARMENTE PROTETTA? IL GERMANO REALE IL CERVO LA VOLPOCA C PER ALLEVARE LEPRI OCCORRE L'AUTORIZZAZIONE DI CHI? DI NESSUNO DEL PRESIDENTE DELL'A.T.C. DELLA REGIONE C A QUALE ETA' MINIMA E' CONSENTITO ESERCITARE LA CACCIA? A 21 ANNI A 16 ANNI A 18 ANNI C A QUALE REGIME SONO SOTTOPOSTI I TERRENI IN ATTUALITÀ DI COLTIVAZIONE NELL’AMBITO DELLA LEGISLAZIONE IN MATERIA VENATORIA? SI PUÒ ESERCITARE LA CACCIA SOLO TENENDO IL CANE AL GUINZAGLIO PER EVITARE DANNI ALLE COLTIVAZIONI CI SI DEVE ASTENERE DALL’ESERCITARE L’ATTIVITÀ VENATORIA IN QUANTO IN TALI TERRENI LA CACCIA È VIETATA IL CACCIATORE PUÒ IN OGNI CASO PROCEDERE ALL’ABBATTIMENTO DELLA SELVAGGINA IN QUANTO TITOLARE DELLA CONCESSIONE ALL’ESERCIZIO VENATORIO. B E’ POSSIBILE EFFETTUARE LA CACCIA DA POSTA ALLA BECCACCIA E DA APPOSTAMENTO AL BECCACCINO? NO SI SI SE SI TRATTA DI ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA. A DA QUANTI ANNI, COME MINIMO, DEVE AVERE LA LICENZA IL CACCIATORE CHE ACCOMPAGNA CHI E' ALLA PRIMA LICENZA? 2 ANNI 3 ANNI 5 ANNI B CHI PUO' ESERCITARE LA CACCIA IN UN FONDO CHIUSO? IL PROPRIETARIO DEI TERRENI GLI AGENTI DI VIGILANZA NESSUNO C E’ POSSIBILE CAUSARE VOLONTARIAMENTE NO SPOSTAMENTI DELLA FAUNA SELVATICA AL FINE DI PROVOCARNE LA FUORIUSCITA DA AMBITI PROTETTI, AI FINI VENATORI? SI SI SOLO SE SI TRATTA DI ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA A A CHI APPARTIENE LA FAUNA SELVATICA LEGITTIMAMENTE ABBATTUTA? A COLUI CHE L'HA CACCIATA AL PROPRIETARIO DEL CANE AL PROPRIETARIO DEL FONDO A NELLA CACCIA E' CONSENTITA LA BALESTRA? NO SI' SOLO SE SI E' AUTORIZZATI DAL QUESTORE A QUANTO DURA LA VALIDITA' DELLA TASSA DI CONCESSIONE GOVERNATIVA PER IL PORTO D'ARMI? UNA STAGIONE VENATORIA 365 GIORNI DALLA DATA DEL RILASCIO DELLA LICENZA 6 ANNI DALLA DATA DEL VERSAMENTO B CHE COSA COMPORTA CACCIARE IN UN AMBITO TERRITORIALE DI CACCIA SENZA ESSERE AMMESSO? LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA E LA REVOCA DELLA LICENZA LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA IN CASO DI RECIDIVA B COSA SI DEVE ANNOTARE, FRA L'ALTRO, SUL IL NUMERO DEI CAPI ABBATTUTI TESSERINO VENATORIO? L'ORA DI INIZIO E DI TERMINE DELLA CACCIA I COMUNI IN CUI SI CACCIA A E’ POSSIBILE UTILIZZARE SISTEMI DI PUNTAMENTO A RAGGIO LASER DURANTE L'ATTIVITA' VENATORIA? SI NO SI LIMITATAMENTE ALLA CACCIA AL CINGHIALE B QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE NON E' CACCIABILE? IL REGOLO IL TORDO BOTTACCIO LA BECCACCIA A E’ POSSIBILE ESERCITARE LA CACCIA IN A.T.C. DIVERSO DA QUELLO ASSEGNATO? SI A CONDIZIONE CHE SIA CONFINANTE NO SI B E’ POSSIBILE USARE RADIO RICETRASMITTENTI O APPARECCHI TELEFONICI MOBILI AI FINI DELL’ESERCIZIO VENATORIO? SI NO SI SOLO PER LA CACCIA AL CINGHIALE A SQUADRE A QUANDO SI PUO' CACCIARE IL LUCHERINO? MAI DALLA TERZA DOMENICA DI SETTEMBRE AL 31 DICEMBRE DALLA TERZA DOMENICA DI SETTEMBRE AL 31 GENNAIO A E’ POSSIBILE ESERCITARE LA CACCIA NEI FONDI CON PRESENZA DI BESTIAME ALLO STATO BRADO O SEMI-BRADO? SI NO SI SE NON SI UTILIZZANO I CANI CHE POSSONO SPAVENTARE IL BESTIAME IVI PRESENTE. B 13 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C IL TITOLARE DELLA LICENZA DI PORTO DI FUCILE PER USO DI CACCIA PUO’ PORTARE ALTRI UTENSILI OLTRE ALLE ARMI CONSENTITE DURANTE L’ESERCIZIO VENATORIO? NO SI UTENSILI DA PUNTA E DA TAGLIO LIMITATAMENTE ALLA ATTI ALLE ESIGENZE VENATORIE CACCIA AGLI UNGULATI: UTENSILI DA PUNTA E DA TAGLIO B A QUALI ADEMPIMENTI È SOGGETTO IL TRASPORTO A BORDO DI VEICOLI DELLE ARMI DA SPARO PER USO VENATORIO ALL’INTERNO DELLE ZONE OVE È VIETATA LA CACCIA? NESSUN ADEMPIMENTO IN QUANTO IL CACCIATORE È TITOLARE DI PORTO D’ARMI LE ARMI DEVONO ESSERE O SCARICHE O MESSE IN SICUREZZA LE ARMI DEVONO ESSERE SCARICHE E MESSE IN CUSTODIA C E’ POSSIBILE DETENERE TRAPPOLE PER LA FAUNA SELVATICA? SI NO SI LIMITATAMENTE ALLE TRAPPOLE PER LA CATTURA DELLE VOLPI B A QUALE DISTANZA DALLE MACCHINE OPERATRICI AGRICOLE E’ CONSENTITA L’ATTIVITÀ VENATORIA? NON VI SONO LIMITAZIONI A NON MENO DI 100 MT. A NON MENO DI 150 MT. B QUALE DELLE SEGUENTI SPECIE NON E' PARTICOLARMENTE PROTETTA IL FRINGUELLO L'AQUILA IL FENICOTTERO A CHE SANZIONE E' PREVISTA PER CHI NON EFFETTUA SUL TESSERINO LE PRESCRITTE ANNOTAZIONI? UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA LA REVOCA DELLA LICENZA LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA A NELLE ZONE MILITARI SI, CON IL CONSENSO DEL DELIMITATE DA TABELLE SI PUO' CACCIARE? MINISTERO DELLA DIFESA NO SI, MA SOLO DA APPOSTAMENTO FISSO B IN QUALE PERCENTUALE MINIMA IL TERRITORIO AGRO-SILVOPASTORALE E' DESTINATO A PROTEZIONE DELLA FAUNA SELVATICA IN PIANURA? IL 40% IL 10% IL 20% C A QUALE DISTANZA MINIMA OCCORRE STARE PER POTER SPARARE IN DIREZIONE DI UNA STRADA PROVINCIALE? A NON MENO DI 200 METRI A NON MENO DI 150 METRI E COMUNQUE AD UNA DISTANZA SUPERIORE AD 1,5 VOLTE LA GITTATA DEL FUCILE A NON MENO DI 100 METRI B E' CONSENTITA LA CACCIA SU TERRENO TOTALMENTE COPERTO DI NEVE? NO, MAI SI', SEMPRE NO, SALVO CHE PER ALCUNE SPECIE C A FINE STAGIONE VENATORIA IL TESSERINO PUO' ESSERE DISTRUTTO REGIONALE: DEVE ESSERE CONSERVATO PER L'ANNO SUCCESSIVO VA RICONSEGNATO AL COMUNE CHE LO HA RILASCIATO C CHE SANZIONE E' PREVISTA PER CHI, NON RECIDIVO, CACCIA SPECIE NON CONSENTITE? UN'AMMENDA LA REVOCA DELLA LICENZA LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA A SI PUO' CACCIARE NEGLI STAGNI,NELLE PALUDI E NEGLI SPECCHI D'ACQUA ARTIFICIALI COPERTI DA GHIACCIO? SEMPRE SOLO SE NON SONO MAI IN TUTTO O NELLA MAGGIOR PARTE COPERTI DA GHIACCIO B QUANDO SI PUO' ESERCITARE LA CACCIA A BORDO DI AUTOVEICOLI? SOLO QUANDO SONO FERMI MAI SOLO NELLE STRADE DI CAMPAGNA B E' CONSENTITO ESERCITARE LA CACCIA A 8O METRI DA UNA CASA? NO, CI VOGLIONO ALMENO 100 M. SI' SI', PURCHE' SI SPARI IN DIREZIONE OPPOSTA A E' CONSENTITO SPARARE A BORDO DI UN TRATTORE? SI' MAI SI, PURCHE' NON SIA IN MOVIMENTO B A QUALE DISTANZA MINIMA SI PUO' SPARARE AVENDO ALLE SPALLE UNA STRADA COMUNALE? A NON MENO DI 100 METRI A NON MENO DI 50 METRI A NON MENO DI 150 METRI B A CHE DISTANZA DAI CONFINI DI UNA ZONA DI RIPOPOLAMENTO SI PUO' EFFETTUARE LA CACCIA VAGANTE? A 0 METRI A 50 METRI A 100 METRI A COME VIENE CONSIDERATA DALLA LEGGE LA FAUNA SELVATICA? PATRIMONIO INDISPONIBILE DELLO STATO PROPRIETA' DEL CONDUTTORE DEL COSA DI NESSUNO FONDO DOVE SI TROVA A IL TESSERINO REGIONALE HA VALIDITA' NAZIONALE? SI' SOLO IN UNA REGIONE SOLO IN UNA PROVINCIA A E' SEMPRE VIETATO ESERCITARE LA CACCIA: NELLE ZONE ADIBITE AD ATTIVITA' SU UNA STRADA PODERALE SPORTIVA ENTRO 1.000 METRI DALLE FUNIVIE A IN QUALE GIORNO DELLA SETTIMANA OLTRE IL VENERDI' LA CACCIA E' SEMPRE CHIUSA? IL GIOVEDI' A IL MARTEDI' IL MERCOLEDI' 14 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C E' CONSENTITA LA CACCIA NOTTURNA ALLA LEPRE? SEMPRE MAI SOLO SE AUTORIZZATI B QUANDO UNA FESTIVITA' CADE DI MARTEDI', SI PUO' ANDARE A CACCIA? SI' DIPENDE DA REGIONE A REGIONE NO C CHI INTROITA LE SOMME LA PROVINCIA DOVUTE PER SANZIONI AMMINISTRATIVE IN MATERIA DI CACCIA? LA REGIONE LE COMUNITA' MONTANE B CHE SANZIONE E' PREVISTA PER CHI ABBATTE SELVAGGINA OLTRE IL NUMERO CONSENTITO? UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA E LA SOSPENSIONE DEL TESSERINO PER TRE ANNI LA REVOCA DELLA LICENZA LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA A NEL PARCO DI UNA VILLA SI PUO' CACCIARE? SOLO QUANDO IL PARCO E' CINTATO E CON IL PERMESSO DEL PROPRIETARIO SI MAI C NELLE FORESTE DEMANIALI L'ESERCIZIO VENATORIO : E' SEMPRE VIETATO E' VIETATO DURANTE LE OPERAZIONI DI RIMBOSCHIMENTO E' VIETATO AD ECCEZIONE DI QUELLE CHE, SECONDO LE DISPOSIZIONI REGIONALI, SENTITO IL PARERE DELL'INFS, NON PRESENTINO CONDIZIONI FAVOREVOLI ALLA FAUNA SELVATICA C E' OBBLIGATORIO SEGNALARE LA CATTURA NO, E' FACOLTATIVO DI UCCELLI INANELLATI? E' SEMPRE OBBLIGATORIO SI', MA SOLO PER QUELLI INANELLATI ALL' ESTERO B E' CONSIDERATO ESERCIZIO DI CACCIA L'ABBATTIMENTO DI UN PASSERO CON LA FIONDA? SI' NO SOLO NEI PERIODI IN CUI E' CONSENTITA LA CACCIA A QUALI DEI SEGUENTI ANIMALI SONO CONSIDERATI FAUNA SELVATICA? I CONIGLI SELVATICI LE TALPE LE ARVICOLE A PER TASSIDERMIA SI INTENDE: LA CACCIA AL TASSO L'ESERCIZIO VENATORIO ALLA FAUNA ALPINA L'IMBALSAMAZIONE DI SPECIE DI MAMMIFERI E DI UCCELLI C E' PERMESSO SPARARE ALLE ALLODOLE CON SI' CARABINA AD ARIA COMPRESSA? NO SOLO DA APPOSTAMENTO TEMPORANEO B NELLE ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA A CHI E' PERMESSA LA CACCIA? AI PROPRIETARI O CONDUTTORI DI FONDI ALLE GUARDIE A NESSUNO C CHI E' PROPRIETARIO DELLA SELVAGGINA RINVENUTA MORTA? CHI LA TROVA IL COMUNE SU CUI E' STATA RINVENUTA LO STATO C NELLE OASI DI PROTEZIONE SI POSSONO ABBATTERE: PALMIPEDI LEPRI E FAGIANI LA CACCIA E' SEMPRE VIETATA A CHIUNQUE C CHE COSA COMPORTA CACCIARE SENZA AVER PAGATO LE TASSE DI CONCESSIONE? L'ESCLUSIONE DEFINITIVA DELLA LICENZA LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA C IN QUALI DI QUESTI CASI LA LICENZA E' REVOCATA? PER AVER UCCISO UN CHIURLO PER CHI CACCIA SENZA LICENZA PER AVER ESERCITATO L'UCCELLAGIONE C PER AZIENDE AGRI-VENATORIE SI INTENDE : ZONE DI DIVIETO DI CACCIA CON L’USO DEL SEGUGIO ZONE DESTINATE ZONE A GESTIONE ALL’ALLEVAMENTO DI PRIVATA DELLA CACCIA FAUNA SELVATICA DA LIBERARE IN TERRENI AGRICOLI C CHE COS'E' L'ISTITUTO NAZIONALE PER LA FAUNA SELVATICA (ex I.N.F.S. ora I.S.P.R.A.)? E' L'ORGANO DI CONSULENZA E' UN CENTRO PUBBLICO DI TECNICO-SCIENTIFICA ALLEVAMENTO DI SELVAGGINA NAZIONALE IN MATERIA DI CACCIA E' UNA SCUOLA DI FORMAZIONE PER LA CACCIA DI SELEZIONE AGLI UNGULATI A CHI PUO' USARE LA PISTOLA PER ESERCITARE LA CACCIA? SOLO GLI AGENTI VENATORI NESSUNO TUTTI B IN CASO DI REVOCA DELLA LICENZA DI CACCIA COSA OCCORRE FARE PER RIOTTENERLA? RIPETERE GLI ESAMI RIVOLGERE DOMANDA ALLA REGIONE RIVOLGERE DOMANDA AL PREFETTO A CHI APPROVA IL CALENDARIO VENATORIO LA GIUNTA REGIONALE LA CONSULTA PROVINCIALE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI A LE REGIONI DISPONGONO: LA DENSITA' MASSIMA DI CACCIATORI A ETTARO LE SANZIONI PENALI IN MATERIA DI I PIANI NUMERICI DI CACCIA PRELIEVO DELLA VOLPE, DELLA STARNA E DELLA PERNICE ROSSA C LA CACCIA, OLTRE CHE CON IL FUCILE, E' CONSENTITA IN PIEMONTE ANCHE: CON IL FALCO CON LA BALESTRA CON L'ARCO A COSA S'INTENDE PER CALENDARIO VENATORIO REGIONALE? IL PROGRAMMA DELLE IMMISSIONI DI SELVAGGINA A SCOPO DI RIPOPOLAMENTO IL MANIFESTO PUBBLICATO OGNI ANNO CON INDICATE SPECIE, LIMITI DI CARNIERE E TEMPI DI CACCIA LA NUOVA LEGGE REGIONALE SULLA CACCIA B CHI RILASCIA IL PORTO D'ARMI? LA REGIONE LA PROVINCIA LA QUESTURA C 15 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C QUALE ENTE PUO' CATTURARE LE LEPRI NELLE ZONE DI RIPOPOLAMENTO? LA REGIONE LA PROVINCIA IL COMUNE A E' CONSENTITO USARE BOCCONI AVVELENATI? NO SI' SOLO AGLI AGENTI VENATORI DELLA PROVINCIA A UN'ASSOCIAZIONE VENATORIA PUO' AVERE GUARDIE VENATORIE? SI', MA SOLO VOLONTARIE NO CON L'AUTORIZZAZIONE DEL COMUNE A QUALE SANZIONE E' PREVISTA PER CHI CACCIA GLI UNGULATI CON MUNIZIONE SPEZZATA? UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UN'AMMENDA E LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA IN RECIDIVA LA REVOCA, IN RECIDIVA, DELLA LICENZA B PER CACCIARE E' OBBLIGATORIO ESSERE ASSICURATI PER LA RESPONSABILITA' CIVILE VERSO TERZI? NO, E' FACOLTATIVO SI', SOLO QUANDO NON SI E' ANCORA ESPERTI NEL MANEGGIO DELLE ARMI SI', E' SEMPRE OBBLIGATORIO C IN QUALE DI QUESTI CASI E' PREVISTO L'ARRESTO O L'AMMENDA? CACCIA SPARANDO DA UNA BARCA, DA UN AUTOVEICOLO O DA UN ELICOTTERO TRASPORTO DI ARMI SCARICHE IN CENTRI ABITATI APPOSTAMENTO ALLA BECCACCIA A IN QUALI DI QUESTI CASI SI APPLICA L'ARRESTO E L'AMMENDA? CACCIA IN ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA TRASPORTO DI ARMI SCARICHE SU AUTOVEICOLI COMMERCIO DI ALLODOLE QUANDO NE E' CONSENTITA LA CACCIA A CHI CACCIA IN UN'OASI DI PROTEZIONE E' SOGGETTO A QUALE SANZIONE? AD UNA AMMENDA ALL'ARRESTO ALL'ARRESTO E AL PAGAMENTO DI UN'AMMENDA C IN QUALI DI QUESTI CASI SCATTA ANCHE LA CACCIA SENZA ANNOTARE LE SOSPENSIONE PER UN GIORNATE SUL TESSERINO ANNO DELLA LICENZA? CACCIA SENZA IL PAGAMENTO DELLA TASSA GOVERNATIVA CACCIARE IN ZONA ALPI, AVENDO OPTATO PER LA CACCIA IN ATC C IN QUALI DI QUESTI CASI, SE RECIDIVI, VI E' ANCHE L'ESCLUSIONE DELLA LICENZA? CACCIA CON L'USO DEI FALCHI CACCIA CON L'USO DELL'ARCO A CHE COSA COMPORTA LA LA REVOCA E L'ESCLUSIONE DELLA UN'AMMENDA E LA CATTURA RIPETUTA DI UCCELLI CON MEZZI LICENZA SOSPENSIONE DELLA LICENZA DIVERSI DA QUELLI PREVISTI DALLA LEGGE? LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA B PER AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA SI INTENDE: IL TERRITORIO DEL COMUNE DI RESIDENZA IL TERRENO IN CUI SI VA DI SOLITO A CACCIA LA ZONA DELIMITATA SUL TERRITORIO IN CUI SI E' AMMESSI A PRATICARE LA CACCIA PROGRAMMATA C QUALE SANZIONE COMPORTA L'ABBATTIMENTO DI UNA PISPOLA? NESSUNA UNA SANZIONE PENALE UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA B IN QUALE DI QUESTI CASI, SE RECIDIVI, VI E' LA REVOCA DELLA LICENZA? CACCIA IN UNA RISERVA NATURALE CACCIA AGLI UNGULATI SULLA NEVE TRASPORTO D'ARMI QUANDO LA CACCIA NON E' CONSENTITA A IN QUALE DI QUESTI CASI, SE RECIDIVI, VI E' LA REVOCA DELLA LICENZA? CACCIA NEI GIARDINI PUBBLICI CACCIA A RASTRELLO IN PIU' DI TRE PERSONE CACCIA D'APPOSTAMENTO ALLA BECCACCIA A DI QUALI DOCUMENTI DEVE ESSERE IN POSSESSO IL CACCIATORE PER POTER ESERCITARE L’ATTIVITÀ VENATORIA? PORTO D’ARMI CARTA D’IDENTITA’ASSICURAZIONE PORTO D’ARMI - ASSICURAZIONE TESSERINO REGIONALE PORTO D'ARMI - DENUNCIA DI POSSESSO DELL'ARMA ASSICURAZIONE B IN QUALE DEI SEGUENTI CASI, IN RECIDIVA, VI E' LA REVOCA DELLA LICENZA? CACCIA IN ZONA DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA DETENZIONE O COMMERCIO DI FAUNA SELVATICA RACCOLTA E DETENZIONE DI UOVA, NIDI E PICCOLI NATI A IN QUALE DEI SEGUENTI CACCIA IN PERIODO DI DIVIETO CASI, SE RECIDIVI, VI E' GENERALE L'ESCLUSIONE DEFINITIVA DELLA LICENZA? COMMERCIO DI BECCACCE CONFEZIONATE ALLEVAMENTO DI UNGULATI SENZA AUTORIZZAZIONE A CHE COSA COMPORTA L'ABBATTIMENTO O CATTURA DI SELVAGGINA NON CACCIABILE? UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UN'AMMENDA E LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA IN RECIDIVA LA REVOCA DELLA LICENZA B PER CACCIA PROGRAMMATA SI INTENDE: L'ESERCIZIO VENATORIO CHE OGNI CACCIATORE PROGRAMMA ALL'INIZIO DELLA STAGIONE LA CACCIA ESERCITATA INSIEME AD ALTRI CACCIATORI IL PRELIEVO VENATORIO CONSENTITO IN BASE ALLA CONSISTENZA FAUNISTICA IN UN AMBITO O IN UN COMPRENSORIO C QUALE SANZIONE E' PREVISTA PER CHI CACCIA CON ARMI AD ARIA COMPRESSA? UN'AMMENDA E LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA IN RECIDIVA LA REVOCA DELLA LICENZA UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA A POSSONO ESISTERE ZONE DI ADDESTRAMENTO, ALLENAMENTO, GARA PER CANI ISTITUITE DALLE PROVINCE? NO SI SI MA SOLO DI TIPO C CON FACOLTÀ DI SPARO DESTINATE AI CANI DA SEGUITA. A ABBATTIMENTO DI UNA CICOGNA 16 RISPOSTA A QUALE SANZIONE E' PREVISTA PER CHI CACCIA CON L'USO DEL REGISTRATORE QUALE RICHIAMO? UN'AMMENDA E LA CONFISCA DEL REGISTRATORE IN QUALE DI QUESTI CASI VI E' ANCHE L'ARRESTO? RISPOSTA B UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C LA REVOCA, IN RECIDIVA, DELLA LICENZA A CACCIA NELLE RISERVE NATURALI MANCATA NOTIFICAZIONE ALLA REGIONE DEI FONDI CHIUSI INTRODUZIONE ILLEGALE DI SELVAGGINA DALL'ESTERO A IN QUALE DI QUESTI CASI PUO' SCATTARE L'ARRESTO? CACCIA NEL MESE DI MAGGIO CACCIA A RASTRELLO IN PIU' DI TRE PERSONE APPOSTAMENTO FISSO ABUSIVO A CHE COSA COMPORTA L'INTRODUZIONE ILLEGALE DI FAUNA SELVATICA DALL'ESTERO? UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA LA REVOCA DELLA LICENZA LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA A LA TAGLIOLA E' UN MEZZO DI CACCIA CONSENTITO? NO SI' E' NECESSARIO ESSERE AUTORIZZATI A IL COORDINAMENTO DELLE ALLA PREFETTURA GUARDIE VENATORIE VOLONTARIE SPETTA: ALLA PROVINCIA AL CORPO FORESTALE DELLO STATO B QUALE CARNIVORO PRESENTE IN ITALIA È CACCIABILE? LA FAINA LA VOLPE LA DONNOLA B CHI NOMINA LE GUARDIE VENATORIE VOLONTARIE? IL COMUNE LA REGIONE IL PREFETTO C CHE QUALIFICA HANNO GLI AGENTI DI VIGILANZA DIPENDENTI DALLE PROVINCE? SONO GUARDIE FORESTALI SONO AGENTI DI POLIZIA STRADALE SONO AGENTI DI POLIZIA GIUDIZIARIA E PUBBLICA SICUREZZA C QUALI ADEMPIMENTI SONO A CARICO DEL CACCIATORE NEL CASO DI ABBATTIMENTO DI UN CAPO DI SELVAGGINA? NESSUN ADEMPIMENTO DEVE IMMEDIATAMENTE CONTRASSEGNARLO SUL TESSERINO VENATORIO DEVE CONTRASSEGNARLO SUL TESSERINO VENATORIO AL TERMINE DELLA GIORNATA B GLI AGENTI DELLE PROVINCE POSSONO SEQUESTRARE LA SELVAGGINA IN CASO DI INFRAZIONE ALLE LEGGI SULLA CACCIA? NO SEMPRE SOLO PER CERTE VIOLAZIONI C L'UCCISIONE CASUALE DI UNA LEPRE DURANTE LA FALCIATURA E' CONSIDERATA ESERCIZIO DI CACCIA? NO SI' POTREBBE ESSERLO A LE GUARDIE VOLONTARIE POSSONO SEQUESTRARE I MEZZI DI CACCIA IN CASO D'INFRAZIONE ALLE LEGGI SULLA CACCIA? NO, MAI SI', SEMPRE SOLO PER LE INFRAZIONI PIU' GRAVI A GLI AGENTI CHE ESERCITANO FUNZIONI DI POLIZIA GIUDIZIARIA POSSONO SEQUESTRARE I MEZZI VIETATI DI CACCIA? SI' NO SOLO LE RETI A LA QUALIFICA DI GUARDIA VOLONTARIA PUO' ESSERE CONCESSA: A TUTTI COLORO CHE NE FACCIANO RICHIESTA SOLO A CHI ABBIA SUPERATO APPOSITO ESAME DI IDONEITA' SOLO A CHI SI DICHIARA DISPONIBILE A COLLABORARE CON LE GUARDIE DELLA PROVINCIA B GLI AGENTI DELLE PROVINCE POSSONO PROCEDERE ALLA PERQUISIZIONE DELL'AUTOMOBILE DI UN CACCIATORE? MAI NEL CASO DI FONDATO SOSPETTO O DI FLAGRANZA DEL REATO IN CASO DI INFRAZIONI ALLE NORME SULLA CACCIA PUNITE CON LA SANZIONE AMMINISTRATIVA B LE INFRAZIONI POSSONO ESSERE DOPPIO DEL MINIMO O TERZO DEL SANATE IN VIA AMMINISTRATIVA PAGANDO MASSIMO UNA SOMMA PARI AL: TRIPLO DEL MINIMO META' DEL MASSIMO A CHE COSA COMPORTA CACCIARE IN RECIDIVA SENZA ASSICURAZIONE? L'ESCLUSIONE DEFINITIVA DELLA LICENZA LA REVOCA DELLA LICENZA PER 10 ANNI UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA E LA SOSPENSIONE DELLA LICENZA PER UN ANNO C E' CONSENTITO L'USO A SCOPO VENATORIO DI UN'ARMA MUNITA DI SILENZIATORE? SI, SEMPRE SOLO ALLE GUARDIE DELLA PROVINCIA E' SEMPRE VIETATO C QUALE TRA QUESTE SPECIE E' PARTICOLARMENTE PROTETTA POIANA FAGIANO TORDO SASSELLO A QUALE TRA QUESTE SPECIE E' PARTICOLARMENTE LEPRE COMUNE VOLPE TASSO C A QUALI CACCIATORI E' CONSENTITO L'ACCESSO NELLE ZONE DI CACCIA PROGRAMMATA DEGLI ATC SOLO AI CACCIATORI CHE NE HANNO CHIESTO E OTTENUTO L'AMMISSIONE SOLO AI CACCIATORI RESIDENTI NELLA REGIONE SOLO AI CACCIATORI DELLE AZIENDE VENATORIE A IN QUALI TRA I SEGUENTI ISTITUTI VIGE IL DIVIETO ASSOLUTO DI CACCIA AZIENDE FAUNISTICO VENATORIE ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA B 17 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C LE OASI DI PROTEZIONE DELLA FAUNA SONO PRODURRE ESEMPLARI DI FAUNA DESTINATE A: SELVATICA ALLO STATO NATURALE A SCOPO DI RIPOPOLAMENTO PER LA PRODUZIONE DI FAUNA SELVATICA STANZIALE, IL SUO IRRADIAMENTO NEI TERRITORI CIRCOSTANTI, E FORNIRE MATERIALE AUTOCTONO PER RIPOPOLAMENTO RIFUGIO, RIPRODUZIONE E SOSTA DELLA FAUNA SELVATICA E STANZIALE E MIGRATORIA E CURA DELLA PROLE C NEI PERIODI CONSENTITI E NELLE ZONE ADDESTRAMENTO CANI, IL CACCIATORE PUO' ADDESTRARE I CANI DA CACCIA: TUTTI GIORNI DELLA SETTIMANA IL MERCOLEDI', IL SABATO E LA DOMENICA TUTTI GIORNI ESCLUSI IL MARTEDI' E IL VENERDI' C DURANTE IL PRIMO ANNO DI CACCIA COSA E' TENUTO A FARE IL CACCIATORE? DEVE FARSI ACCOMPAGNARE DA UNA GUARDIA DEVE FARSI ACCOMPAGNARE DA UN CACCIATORE CHE ABBIA LA LICENZA DA ALMENO 3 ANNI DEVE FARSI ACCOMPAGNARE DA UN FAMILIARE B PER "FONDO CHIUSO" OVE E' VIETATA LA CACCIA SI INTENDE: UN APPEZZAMENTO COMUNQUE RECINTATO UN TERRENO CHIUSO DA MURO O ALTRA RECINZIONE DI ALTEZZA MINIMA DI MT. 1,20, OVVERO DA CORSO O SPECCHIO D'ACQUA PERENNE PROFONDO ALMENO MT. 1,50 E LARGO MT.3 UN'AREA SOTTOPOSTA A SEQUESTRO B I "FONDI CHIUSI" OVE E' VIETATA LA CACCIA DEVONO: ESSERE TABELLATI LUNGO TUTTO IL PERIMETRO ESSERE INDICATI ALL'ALBO PRETORIO DEL COMUNE INTERESSATO PERIMETRATI CON BINDELLE BIANCHE E ROSSE A SI PUO' CACCIARE IN UN CAMPO DI GRANTURCO PRIMA DELLA TREBBIATURA? SI', PURCHE' NON SI PROVOCHI DANNO SOLO IL CINGHIALE NO, POICHE' IN ATTUALITA' DI COLTIVAZIONE C SI PUO' CACCIARE NEI VIGNETI PRIMA DELLA VENDEMMIA? SOLO DA APPOSTAMENTO TEMPORANEO NO SI', MA SOLO CON CANE DA FERMA B COSA SI INTENDE PER "TERRENO IN ATTUALITA' DI COLTIVAZIONE"? GLI APPEZZAMENTI COLTIVATI, I FRUTTETI E I PRATI STABILITI PRIMA DEL RACCOLTO DEI RELATIVI PRODOTTI TERRENI COLTIVATI E RECINTATI TUTTI I TERRENI DI PROPRIETA' DI UN'IMPRESA AGRICOLA A SI PUO' CACCIARE SU TERRENI DELIMITATI DA FILO METALLICO E SUI QUALI SI TROVANO BOVINI AL PASCOLO? SI', CON DIVIETO DI SPARO IN DIREZIONE DEGLI ANIMALI DA REDDITO NO, MAI SI', MA DA APPOSTAMENTO TEMPORANEO B COSA SONO LE "OASI DI PROTEZIONE?" AREE DESTINATE ALLA CONSERVAZIONE DEGLI HABITAT NATURALI E ALLA SALVAGUARDIA DELLA FAUNA AREE DA TRASFORMARE SUCCESSIVAMENTE IN PARCHI AREE GESTITE DAL W.W.F. A PERCHE' VENGONO ISTITUITE LE "ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA"? PER GARANTIRE UN REDDITO ALLE IMPRESE AGRICOLE PER CONTENERE I DANNI ALLE COLTURE PER POTENZIARE LA PRESENZA DI FAUNA A FINI DI IRRADIAMENTO E RIPOPOLAMENTO C LE "OASI DI PROTEZIONE" DEBBONO ESSERE TABELLATE? SOLO IN AREA ALPINA SI', CON TABELLE PERIMETRALI RIPORTANTI IL DIVIETO DI CACCIA NO, PURCHE' SEGNALATE PREVENTIVAMENTE AI CACCIATORI B LE "ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA" DEVONO ESSERE TABELLATE? NO, PURCHE' SEGNALATE PREVENTIVAMENTE AI CACCIATORI SOLO IN PIANURA SI', CON TABELLE PERIMETRALI RIPORTANTI IL DIVIETO DI CACCIA C TERRENI IN ATTUALITA' DI COLTIVAZIONE DEVONO ESSERE PERIMETRATI CON TABELLE RIPORTANTI IL DIVIETO DI CACCIA? SI' NO DIPENDE DALLA TIPOLOGIA DI COLTURA B TUTTE LE ZONE DOVE NON SI PUO' NO ESERCITARE LA CACCIA DEVONO ESSERE DELIMITATE DA APPOSITE TABELLE? SI' SI', CON TABELLE POSTE AD ALTEZZA MINIMA DI 2 METRI A IN QUALI GIORNI E' AMMESSO L'ALLENAMENTO E ADDESTRAMENTO DEI CANI DA CACCIA NEL PERIODO CONSENTITO? IL MERCOLEDI'. SABATO E DOMENICA TUTTI I GIORNI DELLA SETTIMANA AD ECCEZIONE DEL MARTEDI' E VENERDI' C TUTTI I GIORNI DELLA SETTIMANA 18 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C NELLE ZONE IN CUI SONO PERMESSI L'ADDESTRAMENTO, L'ALLENAMENTO E LE GARE DEI CANI DA FERMA CON DIVIETO DI SPARO SI POSSONO PORTARE I CANI: SOLO IN PRIMAVERA DURANTE LA STAGIONE VENATORIA DURANTE IL PERIODO INDICATO NEI SINGOLI REGOLAMENTI DI GESTIONE C L'AMMISSIONE DEI CACCIATORI NEGLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA DEVE ESSERE: DEFINITA SULLA BASE DELLA FAUNA PRESENTE SUL SUO TERRITORIO CONTENUTA, DI NORMA, ALL'INTERNO DI UN NUMERO MASSIMO CALCOLATO IN RAPPORTO DI UN CACCIATORE OGNI 19,01 ETTARI DI TERRITORIO AGROSILVO-PASTORALE DEFINITA SULLA BASE DEL NUMERO DI RICHIESTE PRESENTATE B L'AMMISSIONE DI CACCIATORI DI ALTRE REGIONI ALL'INTERNO DEGLI AMBITI TERRITORIALI DI CACCIA… E' AMMESSA FINO AL RAGGIUNGIMENTO DEL LIMITE MASSIMO DEI CACCIATORI AMMISSIBILI E' AMMESSA IN MISURA NON SUPERIORE AL 10% DEI CACCIATORI AMMISSIBILI IN OGNI A.T.C. E' AMMESSA SOLO IN CONDIZIONI DI RECIPROCITA' B LE AZIENDE FAUNISTICO-VENATORIE HANNO QUALE SCOPO: PRODURRE REDDITO PER GLI IMPRENDITORI AGRICOLI LOCALI VIETARE L'ESERCIZIO VENATORIO DA APPOSTAMENTO TEMPORANEO SALVAGUARDARE GLI AMBIENTI NATURALI E LA FAUNA C LE AZIENDE AGRO-VENATORIE: SONO ISTITUITE PER LA TUTELA DELLA GROSSA FAUNA EUROPEA SONO ISTITUITE A FINI DI IMPRESA AGRICOLA SONO ISTITUITE AD ESCLUSIVO USO COOPERATIVISTICO B NELLE AZIENDE AGRI--VENATORIE IL RIPOPOLAMENTO CON SELVAGGINA PUO' ESSERE EFFETTUATO: NEL CORSO DI TUTTO L'ANNO ESCLUSIVAMENTE DURANTE LA STAGIONE VENATORIA CON FAUNA DI ALLEVAMENTO DALLA CHIUSURA DELLA CACCIA AL 31 MARZO B DANNI PRODOTTI DALLA FAUNA ALLE COLTURE AGRICOLE NELLE AZIENDE FAUNISTICO-VENATORIE SONO RIMBORSATI AGLI AVENTI TITOLO: DALLA PROVINCIA DAL CONCESSIONARIO DALLA REGIONE TRAMITE I SERVIZI DECENTRATI DELL'AGRICOLTURA B L'ALLEVAMENTO DI FAUNA SELVATICA A SCOPO DI RIPOPOLAMENTO O A SCOPO ALIMENTARE PUO' ESSERE ESERCITATO: DA TUTTI I CITTADINI MAGGIORENNI DA TUTTI I CITTADINI PREVIA AUTORIZZAZIONE DELLA REGIONE E DAI TITOLARI DI IMPRESA AGRICOLA DAGLI AGRICOLTORI E DAGLI ISCRITTI ALLA CAMERA DI COMMERCIO NELLE CATEGORIE PERTINENTI B L'ALLEVAMENTO DI FAUNA SELVATICA A SCOPO ORNAMENTALE E AMATORIALE: E' AMMESSO SOLO A PERSONE AUTORIZZATE DALLA REGIONE E' AMMESSO A TUTTI I CITTADINI MAGGIORENNI NON E' AMMESSO A TUTTI I CAPI DI FAUNA SELVATICA REGOLARMENTE ALLEVATI DEVONO ESSERE ACCOMPAGNATI DA UN CERTIFICATO DI NASCITA PREDISPOSTO DALL'ALLEVATORE DEVONO ESSERE CONTRASSEGNATI DEVONO ESSERE LIBERATI ENTRO IL PRIMO ANNO DI VITA B IL CONTROLLO DELLA FAUNA SELVATICA CHE CREA PARTICOLARI PROBLEMATICHE SI CONSIDERA: ATTIVITA' VENATORIA ATTIVITA' DI GESTIONE FAUNISTICA ATTIVITA' DI STUDIO E RICERCA B LE ATTIVITA' DI RIPOPOLAMENTO FAUNISTICO, SUL TERRITORIO ADIBITO ALLA CACCIA PROGRAMMATA, POSSONO ESSERE EFFETTUATE: ENTRO IL MESE DI APRILE DI OGNI ANNO DALLA CHIUSURA DELLA CACCIA AL 15 AGOSTO DALLA CHIUSURA DELLA CACCIA AL 31 MARZO DI OGNI ANNO, SALVO PROROGHE FORMALMENTE AUTORIZZATE C POSSONO ESSERE UTILIZZATI CAPI DI SELVAGGINA NATI IN CATTIVITA' IN OPERAZIONI DI RIPOPOLAMENTO? SI', PURCHE' ADULTI SI', PURCHE' PREAMBIENTATI A MEZZO DI APPOSITE STRUTTURE NO B L'IMMISSIONE DI SPECIE ESOTICHE ESCLUSIVAMENTE PER FINI VENATORI: E' SEMPRE VIETATA E' AMMESSA PURCHE' IN PICCOLI QUANTITATIVI E' AMMESSA PURCHE' AUTORIZZATA DALLA REGIONE SENTITO L'I.S.P.R.A. A L'ATTIVITA' DI TASSIDERMIA ED IMBALSAMAZIONE DI CAPI DELLA FAUNA SELVATICA E' CONSENTITA: AI CACCIATORI CHE L'HANNO ABBATTUTA E AI TASSIDERMISTI PROFESSIONALI A TUTTI I CITTADINI NEL RISPETTO DELLE VIGENTI NORME SANITARIE AI TASSIDERMISTI ISCRITTI ALLA CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA E ARTIGIANATO, PREVIA ABILITAZIONE ACQUISITA NELLA PROVINCIA DI RESIDENZA C GLI APPOSTAMENTI TEMPORANEI SONO: DI DURATA NON SUPERIORE ALLA SETTIMANA DI DURATA NON SUPERIORE AD UNA GIORNATA E COSTITUITI DA RIPARI DI FORTUNA E/O DA ATTREZZATURE SMONTABILI, SPROVVISTI COMUNQUE DI COPERTURA SUPERIORE ISTITUITI PER TUTTA LA STAGIONE VENATORIA B 19 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C LA STIPULAZIONE DI UNA POLIZZA ASSICURATIVA PER RESPONSABILITA' CIVILE VERSO TERZI E PER INFORTUNIO E' UNA DELLE CONDIZIONI PRESCRITTE PER IL RILASCIO DEL TESSERINO REGIONALE DI CACCIA? NO, E' UNA CONDIZIONE FACOLTATIVA SI', ESCLUSIVAMENTE PER LA POLIZZA DI RESPONSABILITA' CIVILE VERSO TERZI SI', NEL RISPETTO DEI MASSIMALI MINIMI PREVISTI DALLE NORME DI SETTORE C SUL TESSERINO VENATORIO IL CACCIATORE DEVE ANNOTARE: LE GIORNATE DI CACCIA PREVENTIVAMENTE E IN MODO INDELEBILE LE GIORNATE DI CACCIA USUFRUITE NONCHE' I CAPI DI FAUNA SELVATICA ABBATTUTI LA FAUNA ABBATTUTA E QUELLA AVVISTATA B LE GIORNATE DI CACCIA NELLE AZIENDE FAUNISTICO-VENATORIE O AGRI- VENATORIE DEVONO ESSERE ANNOTATE SUL TESSERINO REGIONALE? SI', SE L'AZIENDA E' UBICATA NELLA REGIONE DI RESIDENZA NO SI', SEMPRE C NEI DODICI MESI SUCCESSIVI AL RILASCIO DELLA PRIMA LICENZA DI PORTO DI FUCILE IL CACCIATORE PUO' PRATICARE L'ESERCIZIO VENATORIO: SOLO UN GIORNO ALLA SETTIMANA SOLO SE ACCOMPAGNATO DA UN ALTRO CACCIATORE IN POSSESSO DI LICENZA RILASCIATA DA ALMENO TRE ANNI E CHE NON ABBIA COMMESSO ILLECITI CHE COMPORTINO LA SOSPENSIONE O REVOCA DELLA LICENZA DI CACCIA SOLO SE ACCOMPAGNATO DA UN CACCIATORE ABILITATO ALLA CACCIA DI SELEZIONE B PERIODI DI CACCIA PREVISTI PER LE SINGOLE SPECIE NELLA VIGENTE LEGGE REGIONALE DI SETTORE POSSONO ESSERE VARIATI ANNUALMENTE? NO, MAI SI', MA ESCLUSIVAMENTE PER LE SPECIE MIGRATRICI SI', DALLA REGIONALE, FERMO RESTANDO L'ARCO TEMPORALE MASSIMO PREVISTO DALLA LEGGE C IL CALENDARIO VENATORIO REGIONALE APPROVATO ANNUALMENTE DETTA, PER LA SUCCESSIVA STAGIONE VENATORIA, DISPOSIZIONI RELATIVE A: PIANI DI PRELIEVO SELETTIVO DELLA FAUNA UNGULATA AMMISSIONE DEI CACCIATORI NEGLI A.T.C. E NEI C.A. E QUOTE DI PARTECIPAZIONE ECONOMICA SPECIE CACCIABILI E PERIODI DI CACCIA, GIORNATE E ORARI DI CACCIA, CARNIERE GIORNALIERO E STAGIONALE, ADDESTRAMENTO E IMPIEGO DEI CANI DA CACCIA C LA GIUNTA REGIONALE CON L'EMANAZIONE DEL CALENDARIO VENATORIO ANNUALE PUO' PREVEDERE LIMITAZIONI AI CARNIERI GIORNALIERO E/O STAGIONALE PER UNA O PIU' SPECIE PER L'ANNATA VENATORIA SUCCESSIVA? NO, SAREBBE NECESSARIA UNA MODIFICA DI LEGGE SI', TENENDO CONTO DELLE FLUTTUAZIONI E DELLE TENDENZE DELLE POPOLAZIONI INTERESSATE SI', NEL CASO VENGANO AMMESSI UN NUMERO SUPERIORE DI CACCIATORI RISPETTO ALLA STAGIONE PRECEDENTE B NEL TERRITORIO VENABILE DEGLI A.T.C. REGIONALI L'ATTIVITA' VENATORIA GENERICA E' AMMESSA: 2 GIORNI OGNI SETTIMANA A SCELTA TRA IL MERCOLEDI', SABATO E DOMENICA 3 GIORNI OGNI SETTIMANA A SCELTA TRA IL LUNEDI', MERCOLEDI', GIOVEDI', SABATO E DOMENICA NEI GIORNI DI MERCOLEDI', SABATO E DOMENICA B NELLE AZIENDE FAUNISTICOVENATORIE LA CACCIA SETTIMANALE E' AMMESSA: NEI GIORNI DI LUNEDI', MERCOLEDI', GIOVEDI', SABATO E DOMENICA NEI GIORNI DI MERCOLEDI', SABATO E DOMENICA NEI GIORNI DI MERCOLEDI', GIOVEDI', SABATO E DOMENICA PER EVITARE I TRE GIORNI CONSECUTIVI A LE GIORNATE DI CACCIA EFFETTUATE SUL TERRITORIO ADIBITO ALLA CACCIA PROGRAMMATA E NELLE AZIENDE A GRI-VENATORIE CONCORRONO TRA LORO PER STABILIRE IL NUMERO MASSIMO DI GIORNATE DI CACCIA CONSENTITE SETTIMANALMENTE AD OGNI SINGOLO CACCIATORE? SI' SE L'AZIENDA RICADE NEL TERRITORIO DELLA STESSA REGIONE DELL'A.T.C. DI APPARTENENZA SI', SEMPRE NO, PERCHE' NELLE AZIENDE AGRI-TURISTICO-VENATORIE LA CACCIA GENERA REDDITO DI IMPRESA B L'ORARIO DI CACCIA INTERCORRE: DA UN'ORA PRIMA DEL SORGERE DEL SOLE FINO AL TRAMONTO DALL'ALBA AL TRAMONTO DA UN'ORA PRIMA DEL SORGERE DEL SOLE A UN'ORA DOPO IL TRAMONTO A IL FUCILE SEMIAUTOMATICO AD ANIMA LISCIA E' AMMESSO QUALE STRUMENTO DI CACCIA IN A.T.C.? SI', ESCLUSIVAMENTE PER LA CACCIA AGLI ANATIDI DA APPOSTAMENTO TEMPORANEO SI', PURCHE', OLTRE AL COLPO IN CANNA, IL CARICATORE NON POSSA CONTENERE PIU' DI DUE CARTUCCE DI CALIBRO NON SUPERIORE AL 12 SI', PURCHE NON POSSA SPARARE COMPLESSIVAMENTE PIU' DI CINQUE COLPI B 20 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C DURANTE L'ESERCIZIO VENATORIO IL CACCIATORE PUO' PORTARE AL SEGUITO COLTELLI CON LAMA DI LUNGHEZZA PARI O SUPERIORE A 20 CM.? NO, PERCHE' TRATTASI DI MEZZO IMPROPRIO DI CACCIA SI' NEL CASO NECESSITINO ARMI PER DIFESA PERSONALE SI', SE FUNZIONALI ALLE ESIGENZE CHE POSSONO DERIVARE DALL'ATTIVITA' VENATORIA C E' POSSIBILE POSIZIONARE SAGOME DA RICHIAMO DURANTE LA NOTTE OVE SI ESERCITA LA CACCIA IL GIORNO SUCCESSIVO? SI', PURCHE' SI INIZI L'ESERCIZIO DI CACCIA DA UN'ORA PRIMA DEL SORGERE DEL SOLE NO, E' VIETATO USARE STAMPI FUORI DALL'ORARIO DI CACCIA SI', ESCLUSIVAMENTE PER LA CACCIA AGLI ANATIDI B E' AMMESSO L'USO DI APPARECCHI TELEFONICI MOBILI PER FINI DI ESERCIZIO VENATORIO? NO, MAI SI', QUANDO SI ESERCITA LA CACCIA AL CINGHIALE SI' C E' AMMESSO L'USO DI APPARECCHI RADIO RICETRASMITTENTI PER FINI DI ESERCIZIO VENATORIO? SI', ESCLUSIVAMENTE PER LA CACCIA AL CINGHIALE SI NO B E' AMMESSA LA CACCIA DA APPOSTAMENTO ALLA BECCACCIA? SI', MA SOLO NEL RIENTRO MATTUTINO NO, MAI SI', PURCHE' A DISTANZA NON INFERIORE A 100 MT. DALLE ZONE BOSCATE B IL DIVIETO DI CACCIA SUI TERRENI IN ATTUALITA' DI COLTIVAZIONE E' VALIDO SOLAMENTE SE GLI STESSI SONO APPOSITAMENTE TABELLATI? NO, E' VALIDO COMUNQUE SI' SI', SE TRATTASI DI FRUTTETI A I CONFINI PERIMETRALI DEGLI A.T.C. DEVONO ESSERE TABELLATI? NO, BASTA PUBBLICARE APPOSITA CARTOGRAFIA ALL'ALBO PRETORIO DEI COMUNI INTERESSATI NO, LADDOVE IL PERIMETRO SEGUE CONFINI NATURALI NO C ESERCITARE LA CACCIA CON I MEZZI VIETATI COMPORTA: LA CONTESTAZIONE DI UN ILLECITO AMMINISTRATIVO LA SANZIONE PENALE DEL PAGAMENTO DI UN'AMMENDA IL RITIRO DEL TESSERINO REGIONALE B NEI CONFRONTI DI CHI RIPORTA UNA CONDANNA DEFINITIVA PER L'ABBATTIMENTO DI UN ANIMALE "PARTICOLARMENTE PROTETTO": OLTRE ALLA SANZIONE PENALE INTERVIENE L'ESPULSIONE DALL'A.T.C. O DAL C.A. DI RESIDENZA OLTRE ALLA SANZIONE PENALE INTERVIENE LA SOSPENSIONE DA UNO A TRE ANNI DELLA LICENZA DI PORTO DI FUCILE USO CACCIA OLTRE ALLA SANZIONE PENALE INTERVIENE LA SOSPENSIONE DEL TESSERINO VENATORIO PER UN ANNO B NEI CONFRONTI DI CHI RIPORTA UNA CONDANNA DEFINITIVA PER IL REATO DI ESERCIZIO DI CACCIA SPARANDO DA AUTOVEICOLI: OLTRE ALLA SANZIONE PENALE INTERVIENE LA SOSPENSIONE DA UNO A TRE ANNI DELLA LICENZA DI PORTO DI FUCILE USO CACCIA OLTRE ALLA SANZIONE PENALE INTERVIENE LA SOSPENZIONE DEL TESSERINO VENATORIO PER UN ANNO OLTRE ALLA SANZIONE PENALE INTERVIENE L'ESPULSIONE DALL'A.T.C. O DAL C.A. DI RESIDENZA A A CHI ABBATTE O CATTURA CAPI DI FAUNA SELVATICA IN VIOLAZIONE DEI LIMITI DI CARNIERE SI APPLICA: UNA SANZIONE PENALE UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UNA SANZIONE DISCIPLINARE B IL TRASPORTO A BORDO DI UN AUTOVEICOLO DI UN FUCILE PER USO VENATORIO FUORI CUSTODIA E ARMATO DI CARTUCCE COMPORTA: L'APPLICAZIONE DI UNA SANZIONE PECUNIARIA L'APPLICAZIONE DELLA SANZIONE PENALE DEL PAGAMENTO DI UN'AMMENDA L'APPLICAZIONE DI UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA E LA CONFISCA DEL FUCILE C I DANNI PROVOCATI DALLA FAUNA SELVATICA ALLE COLTURE AGRICOLE SONO ACCERTATI E RISARCITI: DALL'A.T.C. COMPETENTE PER TERRITORIO DALLA REGIONE DALLA PROVINCIA C DA QUALE DISTANZA MINIMA DA MACCHINE OPERATRICI IN FUNZIONE E' VIETATO ESERCITARE LA CACCIA? 50 METRI 100 METRI 150 METRI B DA QUALE DISTANZA MINIMA DA VIE DI COMUNICAZIONE E' VIETATO ESERCITARE LA CACCIA? 150 METRI 100 METRI 50 METRI C GLI AGENTI DELLE PROVINCE POSSONO SEQUESTRARE LA SELVAGGINA IN CASO DI CONTESTAZIONE DI ILLECITI IN MATERIA DI CACCIA? NO SI', QUALUNQUE SIA LA FORMA DI ILLECITO CONTESTATA SI', SOLO PER ALCUNE VIOLAZIONI B GLI AGENTI CHE RIVESTONO QUALIFICA DI POLIZIA GIUDIZIARIA POSSONO SEQUESTRARE I MEZZI DI CACCIA VIETATI? SI NO SOLO LE RETI PER UCCELLAGIONE A GLI AGENTI DELLE PROVINCE POSSONO PROCEDERE ALLA PERQUISIZIONE DELL'AUTOMOBILE DI UN CACCIATORE? MAI NEL CASO SUSSISTA FONDATO SOSPETTO DI ILLECITO O DI FLAGRANZA DI REATO IN CASO DI INFRAZIONE DELLE NORME SULLA CACCIA PUNITE CON SANZIONE AMMINISTRATIVA B NELLE ZONE MILITARI DELIMITATE DA TABELLE, SI PUO' CACCIARE? SI, CON IL CONSENSO DEL NO COMANDO MILITARE COMPETENTE SI, MA SOLO DA APPOSTAMENTO FISSO B 21 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C ESERCITARE LA CACCIA CON I MEZZI VIETATI COMPORTA: UNA SANZIONE PENALE UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UNA SANZIONE DISCIPLINARE A ABBATTERE , CATTURARE O DETENERE ANIMALI PARTICOLARMENTE PROTETTI COMPORTA: UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UNA SANZIONE DISCIPLINARE UNA SANZIONE PENALE C ESERCITARE LA CACCIA IN ZONE DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA COMPORTA: UNA SANZIONE DISCIPLINARE UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UNA SANZIONE PENALE C ESERCITARE LA CACCIA NEI GIORNI DI SILENZIO VENATORIO COMPORTA: UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UNA SANZIONE DISCIPLINARE UNA SANZIONE PENALE C ESERCITARE LA CACCIA SPARANDO DA AUTOVEICOLI COMPORTA: UNA SANZIONE PENALE UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UNA SANZIONE DISCIPLINARE A ESERCITARE LA CACCIA IN VIOLAZIONE AGLI ORARI CONSENTITI COMPORTA: UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UNA SANZIONE DISCIPLINARE UNA SANZIONE PENALE A AVVALERSI DI RICHIAMI NON AUTORIZZATI COMPORTA: UNA SANZIONE PENALE UNA SANZIONE DISCIPLINARE UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA C NON ESEGUIRE LE PRESCRITTE ANNOTAZIONI SUL TESSERINO REGIONALE DI CACCIA COMPORTA: UNA SANZIONE DISCIPLINARE UNA SANZIONE PENALE UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA C ESERCITARE L'ATTIVITA' VENATORIA OLTRE IL NUMERO DI GIORNATE SETTIMANALI CONSENTITE, COMPORTA: UNA SANZIONE PENALE UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UNA SANZIONE DISCIPLINARE B NON RECUPERARE I BOSSOLI DELLE CARTUCCE SPARATE, COMPORTA: UNA SANZIONE PENALE UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UNA SANZIONE DISCIPLINARE B IMMETTERE FAUNA SELVATICA AL DI FUORI DEI CASI CONSENTITI, COMPORTA: UNA SANZIONE AMMINISTRATIVA UNA SANZIONE PENALE UNA SANZIONE DISCIPLINARE A IL CACCIATORE A CUI VIENE CONTESTATO UN ILLECITO DI NATURA AMMINISTRATIVA IN ORDINE ALL'ESERCIZIO VENATORIO PUO' : PRESENTARE ENTRO IL TERMINE DI 30 GIORNI SCRITTI DIFENSIVI ALL'AUTORITA' COMPETENTE CONTRODEDURRE AGLI AGENTI ACCERTATORI SUI FATTI CONTESTATI ENTRO I 5 GIORNI SUCCESSIVI PRESENTARE RICORSO AL SINDACO DEL COMUNE DI RESIDENZA A 22 ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA 23 ZOOLOGIA APPLICATA ALLA CACCIA Fauna omeoterma Per fauna selvatica si intende l'insieme delle specie animali (invertebrati e vertebrati) presenti naturalmente in un determinato territorio. La legislazione venatoria, e di conseguenza la gestione faunistica legata alla caccia, prendono in considerazione solo una parte della fauna selvatica, cioè i vertebrati cosiddetti omeotermi (uccelli e mammiferi) in quanto solo questi rivestono un interesse pratico, relativo soprattutto alla conservazione, all'attività venatoria e all'impatto sull'agricoltura e l'ambiente. Fauna sedentaria e fauna migratoria Viene definita come fauna sedentaria (in passato "stanziale") una specie o una popolazione legata per tutto il corso dell'anno a un determinato territorio dove viene portato a termine il ciclo riproduttivo; solo in casi di particolari situazioni ambientali o meteorologiche possono verificarsi spostamenti stagionali di lieve portata. In Italia sono sedentari tutti i Mammiferi terrestri e il 27 % degli Uccelli; di questi però solo il 15% è sedentario in senso stretto (ad esempio Coturnice, Gazza) mentre il rimanente 12% ha popolazioni miste, in parte sedentarie, in parte migratrici (ad esempio Gallinella d'acqua, Fringuello). E' migratrice una specie o popolazione che compie annualmente spostamenti dalle aree di riproduzione a quelle di svernamento. Di norma nel nostro paese le specie migratrici sono di passo autunnale (ad es. la Gru o la Beccaccia di Mare) o primaverile (ad es. il Falco pecchiaiolo) oppure svernanti, si fermano cioè a trascorrere l'inverno essendosi riprodotte nei paesi nordici (ad es. gran parte degli Anatidi, Beccaccia, Beccaccino, tordi). Esistono però anche i casi di migratori estivanti (ad es. le Rondini o l'Upupa che svernano invece in Africa). Rotte di migrazione Le migrazioni sono dei movimenti, degli spostamenti attuati da alcune specie dì animali al fine di abbandonare zone geografiche con condizioni climatiche sfavorevoli o con carenza di nutrimento e raggiungere luoghi migliori. L'insorgere del fenomeno è condizionato quindi da fenomeni climatici e alimentari o può essere legato a fattori riproduttivi e regolato da ritmi metabolici. Le migrazioni degli uccelli alle nostre latitudini sono spostamenti periodici da regioni artiche a quelle temperate o tropicali, dall'emisfero settentrionale A quello meridionale e viceversa, fatti allo scopo di ricercare soprattutto climi più miti. Normalmente in Europa le partenze verso sud per lo svernamento si verificano alla fine dell'estate e in autunno mentre quelle verso nord per la nidificazione cominciano a fine inverno e inizio primavera. Per una stessa specie le rotte della migrazione autunnale e di quella primaverile possono non coincidere e questo dipende dalle disponibilità alimentari delle aree di sosta nei due diversi periodi dell'anno. Fauna particolarmente protetta e fauna protetta Tutte le specie di uccelli e di mammiferi presenti stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà nel territorio nazionale, ad eccezione dei ratti, delle talpe, dei topi e delle arvicole, sono protette dalla vigente normativa regionale e nazionale sulla caccia. Sono particolarmente protette tutte le specie indicate alle lettere a) e b) dell'art. 2 della legge 157/92, nonché quelle che direttive comunitarie o convenzionali indicano come minacciate da estinzione (es. lupo, orso, martora, linee, gatto selvatico, tutte le specie di cicogne, gru, tutte le specie di rapaci diurni e notturni ecc.). Fauna autoctona e fauna alloctona Fanno parte della fauna autoctona (o indigena) le specie naturalmente presenti in una determinata area geografica della quale sono originarie oppure nella quale sono giunte senza l'intervento dell'uomo. Fanno parte della fauna alloctona (o esotica) le specie che non appartengono alla fauna originaria dell'area, ma che vi sono state introdotte dall'uomo. Alcune specie alloctone si adattano nel tempo alla nuova area e costituiscono popolazioni in grado dì automantenersi, in questo caso si parla di specie naturalizzata. Questi termini non vanno confusi con "sedentaria" e "migratoria" che si riferiscono solo agli spostamenti stagionali delle specie. 24 Fauna di allevamento Costituiscono fauna di allevamento gli animali allevati a scopo alimentare, amatoriale e di ripopolamento. Si tratta in alcuni casi di specie o razze alloctone e per evitare inquinamenti della fauna locale è importante evitarne la diffusione e introduzione in natura.. I ripopolamenti sono interventi di rinforzo di popolazioni ancora presenti in un'area ma che necessitano di un apporto di nuovi individui per divenire più vitali. Affinché l'intervento di ripopolamento abbia efficacia è importante che siano utilizzati animali sani, di provenienza certa e che si possano integrare progressivamente con gli individui già presenti in natura. Le reintroduzioni sono invece operazioni che hanno lo scopo di riportare una specie in un'area dove, in tempi più o meno recenti, essa era ancora presente. Sono interventi complessi e impegnativi che richiedono un'attenta programmazione e gestione. In ogni caso, affinché la reintroduzione di una specie abbia successo, è necessario che siano state rimosse le cause che ne avevano determinato a suo tempo l'estinzione. Fauna inanellata e comunque contrassegnata Alcune istituzioni scientifiche, per lo studio di specie animali, si avvalgono dell'uso di marcatori, contrassegni, anelli e più recentemente di emittenti di segnali radio, allo scopo di riconoscere e seguire gli spostamenti, nel tempo e a distanza, dei singoli esemplari o di intere popolazioni. Un anello numerato, per esempio, infilato nella zampa di un uccello, in modo da non recargli danno, è il segno identificativo che aiuta a ricostruirne !a storia: età, crescita, riproduzione, provenienza, migrazione, etc,; inoltre, se si è contrassegnato un numero sufficiente di esemplari, ciò è utile per determinare la lunghezza delta vita, le cause eventuali di mortalità e la composizione della popolazione. Questo tipo di studio è regolamentato da leggi statali e regionali e, per evitare abusi e confusioni, è necessario richiedere i relativi permessi; per lo più gli esemplari vengono marcati con anelli numerati e recanti l'indirizzo dell'ufficio responsabile e il paese di appartenenza. In taluni casi, senza catturare l'animale, l'anello può essere letto a distanza tramite cannocchiale. Quanto sia utile l'informazione in questo settore è evidenziato da un episodio accaduto qualche tempo fa: un Fenicottero rosa, inanellato in Camargue (Francia), fu avvistato nell'oasi sarda di Sale Porcus, II giorno dopo fu osservato nel luogo dei laghi salati della Tunisia che però in quel periodo erano a secco; il fenicottero allora tornò indietro e fu visto di nuovo in Sardegna. Correlazione tra fauna e ambiente L'insieme degli animali che vivono in una data regione costituiscono la fauna della regione stessa, caratteristica per ciascuna area geografica. La maggior parte delle specie che la compongono manifestano forme, funzioni e comportamenti particolarmente adatti a vivere in quelle determinate condizioni ambientali. C'è insomma uno stretto rapporto tra la biologia di un animale e l'ambiente in cui vive e questo rapporto si è creato nel corso dell'evoluzione attraverso un lungo processo di adattamento e specializzazione. Ad esempio la colorazione della pelliccia nei mammiferi è spesso tale che essi possano mimetizzarsi tra la vegetazione o sul terreno e questo vale sia per le prede che devono sfuggire ai predatori, sia per questi ultimi che devono sorprendere la preda durante l'attacco. I fattori ambientali ai quali gli animali devono adattarsi sono molteplici e possono essere di tipo chimico-fisico oppure biologico. Tra i più importanti vi sono la durata del giorno e della notte, la temperatura, l'umidità, la disponibilità di acqua e di cibo, la possibilità di rifugiarsi e sfuggire alle condizioni avverse. Dal clima e dall'abbondanza di cibo dipendono in particolare i tempi e le modalità della riproduzione. Ad esempio, nelle regioni tropicali dove le condizioni ambientali sono particolarmente favorevoli per buona parte dell'anno, molte specie animali hanno cicli riproduttivi continui e in generale c'è una grande ricchezza di vita, sia come numero di individui presenti, sia come numero di specie differenti. In questi casi si parla di un elevato grado di biodiversità. Una specie ben adattata all'ambiente in cui vive riesce a riprodursi con successo e si mantiene stabile nel tempo. Equilibrio biologico Le specie animali che vivono in un determinato ambiente fanno parte di un ecosistema cioè un sistema nel quale tutti gli organismi viventi, i fattori fisici e i fattori chimici che lo compongono, interagiscono tra di loro. Questa interazione consiste fondamentalmente in una serie di scambi nutritivi nel corso dei quali la materia organica prodotta dai vegetali (organismi produttori) viene utilizzata dagli animali erbivori (organismi consumatori primari) passando poi ai carnivori (consumatori secondari) e infine viene nuovamente ridotta in 25 composti sempre più semplici da invertebrati, funghi e batteri (organismi degradatori) in modo che possa tornare a disposizione dei vegetali. Si crea così un complesso ciclo di materia ed energia che, passando attraverso una successione di forme viventi, costituisce una catena alimentare. All'interno di un ecosistema esistono diverse catene alimentari e gli organismi animali che le compongono sono legati tra loro da rapporti di predazione, competizione, simbiosi, parassitismo, ecc. Se questi rapporti si mantengono costanti nel tempo e non modificano la struttura delle popolazioni, si viene a creare uno stato di equilibrio biologico e l'ecosistema si mantiene inalterato. Se invece, per un qualsiasi motivo la popolazione di uno dei componenti della catena si riduce o si espande eccessivamente, l'equilibrio si altera con gravi danni per tutto l'ambiente. Ad esempio, se il numero di volpi (consumatori secondari) in un dato ambiente si riduce (ad es. per effetto di una malattia o della competizione da parte di cani rinselvatichiti, o di eccessiva pressione venatoria), si manifesterà ben presto un aumento delle sue prede preferenziali (ad esempio il coniglio) che, essendo erbivori (consumatori primari), potrebbero esercitare una pressione alimentare eccessiva sulla vegetazione causando così una riduzione della produttività dell'ecosistema. Questo esempio, molto semplicistico, ci fa riflettere non solo su quanto sia importante rispettare gli equilibri ambientali, ma anche sulla necessità di conoscere in modo approfondito la fauna di un determinato ambiente, non solo dal punto di vista qualitativo ma anche quantitativo, in modo da poter programmare gli interventi di gestione faunistica e venatoria nel migliore dei modi. È dunque importante effettuare i commenti della fauna, compiere studi sulla dinamica delle popolazioni e programmare gli interventi per ciascun comprensorio territoriale. Esempio di associazione semplice: in una catena alimentare si definisce in "equilibrio biologico" quando si mantengono stabili la diffusione vegetale delle popolazioni della specie erbivora e di quella carnivora 26 DOMANDA RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ RISPOSTA C QUANDO UN TERRITORIO SI DEFINISCE "VOCATO" ALLA PRESENZA DI UNA DETERMINATA SPECIE FAUNISTICA? QUANDO SONO PRESENTI FONTI ALIMENTARI, SITI IDONEI ALLA RIPRODUZIONE E ZONE DI RIFUGIO, SPECIE SPECIFICHE QUANDO NON SONO PRESENTI PREDATORI TIPICI PER QUELLA DATA SPECIE QUANDO SU QUEL TERRITORIO NON SI ESERCITA L'ATTIVITÀ VENATORIA A QUANDO UN LUOGO FISICO SI CONFIGURA QUALE "HABITAT TIPICO" PER UNA DETERMINATA SPECIE FAUNISTICA? QUANDO HA UNA BUONA ESPOSIZIONE A SUD - EST QUANDO È ALL'INTERNO DI UN PARCO QUANDO PRESENTA CARATTERISTICHE DI VOCAZIONALITÀ (ALIMENTAZIONE, POSSIBILITÀ DI RIPRODUZIONE, RIFUGIO) PER LA SPECIE IN QUESTIONE C QUAL È IL FATTORE CHE, DI NORMA, MAGGIORMENTE INCIDE SULLA PRESENZA DI UNA DETERMINATA SPECIE FAUNISTICA IN UNA DETERMINATA ZONA? LA DISPONIBILITÀ E LA LA DISTANZA DAI CENTRI QUANTITÀ DI FONTI URBANI ALIMENTARI SPECIE-SPECIFICHE L'ASSENZA DI RANDAGISMO CANINO A LA CATENA ALIMENTARE DI FATTO SI CONFIGURA COME: L'INSIEME DELLE MOLTEPLICI PREDE E DEI NUMEROSI PREDATORI LA BIOMASSA VEGETALE DISPONIBILE SU UN DATO TERRITORIO IL PASSAGGIO DI ENERGIA CHE INTERCORRE TRA I VEGETALI (PRODUTTORI) E I SUCCESSIVI CONSUMATORI DI DIVERSO LIVELLO (ERBIVORI, ONNIVORI, CARNIVORI, DECOMPOSITORI) C GLI ELEMENTI BASE DI UNA CATENA ALIMENTARE SONO: LE PIANTE VERDI, GLI ERBIVORI, I CARNIVORI E I SUPERPREDATORI LE PIANTE VERDI, GLI ERBIVORI, I CARNIVORI E I DECOMPOSITORI CARNIVORI, GLI ONNIVORI E DECOMPOSITORI B PERCHÉ LE PIANTE VERDI NELLA CATENA ALIMENTARE SI CONFIGURANO QUALI PRODUTTORI? PERCHÉ SONO IN GRADO DI "SINTETIZZARE" (PRODURRE) ENERGIA DISPONIBILE ANCHE PER TUTTI GLI ALTRI ELEMENTI DELLA CATENA PERCHÉ PRODUCONO FOGLIE E FRUTTI PER GLI ERBIVORI COME QUESTI PRODUCONO CARNE PER I CARNIVORI PERCHÉ PRODUCONO BIOMASSA A I CARNIVORI, QUALE FUNZIONE HANNO? CATTURARE UN CERTO NUMERO DI PREDE TRA I SOGGETTI MENO DOTATI (AMMALATI, FERITI, PICCOLI, ETC.) ANCHE PER MANTENERE IN SALUBRITÀ LE SPECIE PREDA LIMITARE IL NUMERO DELLE SPECIE PREDA NESSUNA, SONO UN ELEMENTO DI DISTURBO ALL'INTERNO DELLE DIVERSE BIOCENOSI A I DECOMPOSITORI, QUALE FUNZIONE HANNO ALL'INTERNO DEI DIVERSI ECOSISTEMI? DI SCOMPORRE GLI ALIMENTI IN MODO DA RENDERLI PIÙ DIGERIBILI DI RIPULIRE IL TERRITORIO DALLE CARCASSE DEGLI ANIMALI MORTI ACCIDENTALMENTE DI TRASFORMARE LE SOSTANZE ORGANICHE RESIDUE (FOGLIE SECCHE, FECI, CARCASSE, ETC.) IN ELEMENTI INORGANICI ASSIMILABILI DALL'APPARATO RADICALE DELLE PIANTE C I VEGETALI DA DOVE OTTENGONO DALL'ACQUA DI IRRIGAZIONE L'ENERGIA NECESSARIA PER LA LORO VITA? LORO FORNITA SE LA AUTOPRODUCONO ATTRAVERSO UNA REAZIONE BIOCHIMICA DIRETTAMENTE DAL SUOLO B ALL'INTERNO DI UN DATO ECOSISTEMA È POSSIBILE SUSSISTA UN NUMERO DI CARNIVORI PARI AL NUMERO DI ANIMALI APPARTENENTI ALLE SPECIE PREDA? NO SÌ DIPENDE DALLA SPECIE CUI APPARTIENE IL PREDATORE A E' CORRETTO DIRE CHE SU UN DATO ECOSISTEMA IL NUMERO DEI CARNIVORI DIPENDE DALLA BIOMASSA VEGETALE PRESENTE? SÌ, PERCHÈ IL NUMERO DEGLI ERBIVORI, DEI QUALI SI NUTRONO, DIPENDE DALLA QUANTITÀ DI CIBO LORO DISPONIBILE NO, PERCHÉ DIPENDE DA QUALI E QUANTE ALTRE SPECIE PREDATRICI SONO PRESENTI NO, PERCHÉ NON SI NUTRONO DI VEGETALI A E' VERO CHE PER AVERE UN MAGGIOR NUMERO DI STARNE SU UN DATO TERRITORIO BASTA INCREMENTARE IL NUMERO DI STARNE RILASCIATE DURANTE LE OPERAZIONI DI RIPOPOLAMENTO? SÌ, SE IL NUMERO DEI PREDATORI NON È CONTRASTATO IN MODO ATTIVO DALL'UOMO NO, SE SI FANNO DEGLI ADEGUATI RIPOPOLAMENTI NO, PERCHÉ IL NUMERO DI STARNE CHE POSSONO VIVERE SU UN DATO TERRITORIO DIPENDE DAL GRADO DI VOCAZIONALITÀ SPECIESPECIFICA (ALIMENTAZIONE, POSSIBILITÀ DI RIPRODUZIONE E RIFUGIO) C 27 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C COSA SI INTENDE PER EQUILIBRIO DINAMICO TRA PREDA E PREDATORE? LA CAPACITÀ DEL PREDATORE DI ADATTARSI ALLE TECNICHE DI DIFESA DELLA PREDA IL PESO CHE PUÒ RAGGIUNGERE IL PREDATORE SULLA BASE DELLA QUANTITÀ DI PREDE CHE CONSUMA IL MECCANISMO CICLICO CHE VEDE CON L'ACCRESCIMENTO DEL NUMERO DEI PREDATORI LA DIMINUZIONE DELLE PREDE FINO AL PUNTO DA DETERMINARE LA RIDUZIONE DEI CARNIVORI E CONSEGUENTEMENTE, LA RIPRESA DELLA SPECIE PREDA C PERCHÉ SONO FONDAMENTALI I PREDATORI ANCHE PER LA SOPRAVVIVENZA DELLE SPECIE PREDA? PERCHÉ ELIMINANDO PREVALENTEMENTE GLI ANIMALI PIÙ DEBOLI MANTENGONO IN CONDIZIONI SANITARIE ADEGUATE LE POPOLAZIONI DI SPECIE PREDA PERCHÉ RAGGIUNTO UN CERTO NUMERO DI CATTURE SOSPENDONO VOLONTARIAMENTE LA CACCIA E' UN'AFFERMAZIONE NON VERA A QUAL È LA FUNZIONE DEGLI ERBIVORI ALL'INTERNO DELLA CATENA ALIMENTARE? NON HANNO UNA FUNZIONE DETERMINANTE RECUPERARE L'ENERGIA DISPONIBILE NEI VEGETALI PER TRASFORMARLA IN SOSTANZA ANIMALE UTILIZZABILE DAI CONSUMATORI DI ALTRO LIVELLO CONTENERE L'ACCRESCERSI ECCESSIVO DELLE PIANTE VERDI B UN AMBIENTE CHE PRESENTA FONTI ALIMENTARI PER UNA DATA SPECIE ANIMALE E ADEGUATE ZONE PER LA SUA SALVAGUARDIA, PUÒ OSPITARE QUESTA SPECIE IN MODO PERMANENTE? NO, QUALORA NON CI SIANO ADEGUATI SITI DI RIPRODUZIONE SÌ SOLTANTO SE SI TROVA ALL'INTERNO DI UN'AREA PROTETTA A QUAL È IL PERIODO DELL'ANNO DOVE, DI NORMA, RISULTA IMPORTANTE PER GLI ANIMALI SELVATICI POTER DISPORRE DI ADEGUATE FONTI DI CIBO? IN INVERNO, QUANDO È MAGGIORE IL DISPENDIO ENERGETICO NEL CORSO DELLA IN PRIMAVERA E IN GESTAZIONE PER I MAMMIFERI E AUTUNNO, DURANTE IL DELL'OVULAZIONE PER PERIODO DELLA MUTA L'ORNITOFAUNA PER INCREMENTARE IN MODO DURATURO IL NUMERO DI ANIMALI SELVATICI (ES. FAGIANI) GIÀ PRESENTI SU UN DATO TERRITORIO COSA È OPPORTUNO FARE? IMMETTERE UN CONGRUO INCREMENTARE LE FONTI ABBATTERE IL MAGGIOR NUMERO DI ANIMALI ALIMENTARI SPECIE-SPECIFICHE NUMERO DI PREDATORI POSSIBILE APPARTENENTI A DETTA SPECIE B PERCHÉ SU QUASI TUTTO IL TERRITORIO PROVINCIALE DI PIANURA C'È UNA COSÌ FORTE PRESENZA DI CORNACCHIE? PERCHÉ NON ESISTONO PREDATORI SPECIFICI PERCHÉ ESISTONO ABBONDANTI FONTI ALIMENTARI ANCHE INVERNALI (ES. DISCARICHE) E NUMEROSISSIMI SITI DI NIDIFICAZIONE GENERATI DALLA PIOPPICOLTURA PERCHÉ È UN ANIMALE ESTREMAMENTE INTELLIGENTE B A COSA È DOVUTA L'ABBONDANTE PRESENZA DI CINGHIALI RISCONTRABILE NEGLI ULTIMI ANNI? ALL'INCREMENTO DELLE AREE BOSCATE CON ABBONDANTE PRODUZIONE DI CASTAGNE E GHIANDE A TOTALE DISPOSIZIONE DELLA SPECIE NEL PERIODO INVERNALE ALLA FORTE CAPACITÀ RIPRODUTTIVA DELLE FEMMINE ALLA MANCANZA DI PREDAZIONE A PERCHÉ SI STA RILEVANDO DA ALCUNI ANNI LO SVERNAMENTO SUL NOSTRO TERRITORIO DI UN NUMERO CONSISTENTE DI COLOMBACCI, SPECIE TIPICAMENTE MIGRATRICE? PERCHÉ SIAMO DI FRONTE AD UN PROGRESSIVO CAMBIAMENTO CLIMATICO PERCHÉ LA SPECIE HA IMPARATO A CONVIVERE CON RIGORI INVERNALI DEL PIEMONTE PRINCIPALMENTE PERCHÉ L'AUMENTO DI PRODUZIONE DEL MAIS E LA SUA RACCOLTA MECCANIZZATA, DETERMINANO UNA DISPERSIONE SUL TERRENO DI QUANTITÀ SIGNIFICATIVE DI GRANELLA A DISPOSIZIONE DI DETTI ANIMALI C A NELLA PIRAMIDE ALIMENTARE COSA DIFFE I SUPERPREDATORI NON SONO RENZIA I "SUPERPREDATORI" DAI CONDIZIONATI DA UN "CARNIVORI"? LIVELLO SUPERIORE I SUPERPREDATORI UCCIDONO I SUPERPREDATORI UN NUMERO AGGIORE DI PREDE CACCIANO SOLO DI NOTTE A DI NORMA GLI UCCELLI APPARTENENTI A SPECIE MIGRATRICI SONO PRESENTI, IN FASE DI "PASSO", SUL TERRITORIO PIEMONTESE NEL PERIODO: AUTUNNO - INIZIO INVERNO NEI MESI INVERNALI FINE INVERNO - INIZIO PRIMAVERA A QUAL È L'ELEMENTO PRINCIPALE CHE INDUCE GLI UCCELLI MIGRATORI, NEL NOSTRO EMISFERO, A SPOSTARSI DA REGIONI POSTE PIÙ A NORD VERSO SUD NEL PERIODO AUTUNNO - INVERNO? L'ISTINTO DELLA SPECIE LA RICERCA DI UN CLIMA PIÙ CALDO LA RICERCA DI CONDIZIONI ALIMENTARI ATTE A GARANTIRE LA LORO SOPRAVVIVENZA C 28 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C IN CASO DI ECCEZIONALE NO, PERCHÉ L'ISTINTO LA DISPONIBILITÀ ALIMENTARE INDURREBBE A PROSEGUIRE INVERNALE PER UNA SPECIE VERSO SUD APPARTENENTE ALL'AVIFAUNA ABITUALMENTE DI PASSO SUL NOSTRO TERRITORIO , DETTA SPECIE POTREBBE PER QUELL'ANNO SVERNARE SUL TERRITORIO PROVINCIALE? SÌ, SE OLTRE ALLA DISPONIBILITÀ ALIMENTARE FACESSE POCO FREDDO SÌ C NEI LUOGHI DI SVERNAMENTO PER GLI UCCELLI MIGRATORI NEL NOSTRO EMISFERO, LE DIVERSE SPECIE SI RIPRODUCONO? NO SÌ, PURCHÈ IL PERIODO SIA SUFFICIENTE PER COMPLETARE LA COVA DELLE UOVA SÌ, ESCLUSIVAMENTE LE SPECIE APPARTENENTI ALLA FAMIGLIA DEI TURDIDI A LA FASE DI "RIPASSO" SUL NOSTRO TERRITORIO PER LA MAGGIOR PARTE DELLE SPECIE AVIFAUNISTICHE MIGRATRICI COINCIDE CON IL PERIODO STAGIONALE DI: FINE PRIMAVERA - INIZIO ESTATE FINE INVERNO - INIZIO PRIMAVERA FINE AUTUNNO B NEL CASO DI STRAORDINARIE CONDIZION I ALIMENTARI SPECIE-SPECIFICHE FAVORE VOLI PER LE SPECIE AVIFAUNISTICHE IN FASE DI "RIPASSO" SUL TERRITORIO PIEMONTESE, LE STESSE: SI FERMERANNO PER SFRUTTARE AL MEGLIO GLI ALIMENTI DISPONIBILI SI STANZIALIZZERANNO DOPO LA NATURALE SOSTA, NECESSARIA PER ALIMENTARSI E RIPOSARE, PROSEGUIRANNO VERSO LE ZONE DI RIPRODUZIONE C IN MANCANZA DI ATTIVITÀ VENATORIA LUNGO LA ROTTA DI MIGRAZIONE, PRESSOCHÈ TUTTI GLI UCCELLI MIGRANTI RITORNANO NELL'ABITUALE AREA DI RIPRODUZIONE? SÌ NO, PERCHÉ PARTE DEGLI ANIMALI SI SOFFERMANO NELLE REGIONI DI SVERNAMENTO NO, PERCHÉ IL DISPENDIO DI ENERGIA E L'INCIDENTALITÀ CONNESSE ALLA MIGRAZIONE PROVOCANO MORTALITÀ ELEVATA C COSA SI INTENDE PER SPECIE AVIFAUNISTICA PARZIALMENTE MIGRATRICE? UNA SPECIE DELLA QUALE ALCUNE POPOLAZIONI VIVONO STANZIALMENTE SU DETERMINATI TERRITORI, MENTRE IL MAGGIOR NUMERO DEI SOGGETTI MIGRA UNA SPECIE CHE COMPIE IL UNA SPECIE CHE COMPIE TRAGITTO DI MIGRAZIONE MIGRAZIONI MOLTO CONTENUTE STAGIONALE ANNI SÌ E ANNI NO A L'ATTIVITÀ RIPRODUTTIVA DELLE SPECIE SELVATICHE COME È REGOLATA? IN MODO CHE LA NASCITA DEI PICCOLI O LA SCHIUSA DELLE UOVA COINCIDA CON L'INIZIO DEL PERIODO PIÙ FAVOREVOLE A GARANTIRE LA MAGGIOR SOPRAVVIVENZA DEI NUOVI NATI IN MODO CHE INTERCORRANO ALMENO SEI MESI TRA LA NASCITA DI SUCCESSIVE GENERAZIONI DAL PERIODO DI RICETTIVITÀ DELLE SINGOLE FEMMINE A COSA SI INTENDE PER SPECIE MONOGAME? SPECIE FAUNISTICHE CHE ALLEVANO UN SOLO PICCOLO PER OGNI SINGOLA SCHIUSA DELLE UOVA O PER OGNI NASCITA SPECIE ANIMALI NELLE QUALI MASCHI E LE FEMMINE DANNO ORIGINE A COPPIE STABILI CHE CONVIVONO PER TUTTO IL PERIODO RIPRODUTTIVO SPECIE FAUNISTICHE CHE SI RIPRODUCONO UNA SOLA VOLTA OGNI ANNO B COSA SI INTENDE PER SPECIE POLIGAME? SPECIE DOVE MASCHI E FEMMINE FORMANO COPPIE STABILI NEL PERIODO DELLA RIPRODUZIONE SPECIE ANIMALI ESOTICHE PROVENIENTI DA ISOLE DEL PACIFICO LE SPECIE OVE I MASCHI DOMINANTI SI ACCOPPIANO CON DIVERSE FEMMINE C COSA SONO I FRINGILLIDI? FAMIGLIA DI UCCELLI FAMIGLIA DI UCCELLI FAMIGLIA DI UCCELLI DELL'ORDINE DEI PASSERIFORMI DELL'ORDINE DEGLI GALLIFORMI DELL'ORDINE DEI COLUMBIFORMI A CHE COSA SIGNIFICA CINOFILO? AMICO DEGLI UCCELLI AMICO DEI MAMMIFERI AMICO DEI CANI C COM'E' CONSIDERATA LA VOLPE? SPECIE SEMPRE PROTETTA SPECIE NOCIVA, DA ERADICARE SPECIE CACCIABILE IN PERIODO DETERMINATO C QUANTE SPECIE DI LEPRI ESISTONO IN PIEMONTE? DUE QUATTRO CINQUE A IL BRACCO TEDESCO E'UN CANE: DA CERCA DA FERMA DA TANA B COSA SI INTENDE PER "DOPPIO PASSO" DI UNA SPECIE MIGRATRICE? LA CORSA VELOCE DEL MIGRATORE PRIMA DI LEVARSI IN VOLO IL MODO DI CAMMINARE DEL MIGRATORE QUANDO SI ALLONTANA DI PEDINA IL DUPLICE PASSAGGIO DI ANDATA E RITORNO SUI NOSTRI CIELI DELLE SPECIE MIGRANTI IN PRIMAVERA E IN AUTUNNO C LO SPECCHIO ALARE DELLA CANAPIGLIA È: INDISTINTO VERDE E NERO GRANDE, MOLTO BRILLANTE BIANCO C NORMALMENTE QUANTE VOLTE PARTORISCE ANNUALMENTE LA LEPRE IN PIANURA? UNA,RARAMENTE DUE SETTE TRE, RARAMENTE QUATTRO C QUALI CARATTERISTICHE PERMETTONO DI RICONOSCERE UN MASCHIO DI CANAPIGLIA POSATO SULL’ACQUA? SOTTOCODA NERO IN CONTRASTO CON IL PIUMAGGIO GRIGIO DEL CORPO STRISCIA BIANCA SUL COLLO, CODA FILIFORME PICCOLO, GRIGIO CON LA TESTA SCURA E UNA STRISCIA ORIZZONTALE BIANCA SOPRA L’ALA A 29 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C COME POSSONO ESSERE DISTINTI GLI AIRONI IN VOLO? LA TESTA VIENE TENUTA INDIETRO TRA LE SPALLE COLLO TESO MA LEGGERMENTE PENDENTE TESTA, CORPO E COLLO TENUTI ORIZZONTALMENTE A LE ANATRE TUFFATRICI QUANDO DEVONO SPICCARE IL VOLO DA UNA SUPERFICIE D’ACQUA: SI LANCIANO DIRETTAMENTE FUORI D’ACQUA CORRONO SULLA SUPERFICIE PRIMA DI SPICCARE IL VOLO PRIMA DI SPICCARE IL VOLO ESCONO DALL’ACQUA B DI CHE COSA SI NUTRONO IN PREVALENZA I RAPACI NOTTURNI? DI PICCOLI UCCELLI DI TOPI,RATTI E ALTRI PICCOLI MAMMIFERI DI SELVAGGINA ADULTA B LA STARNA È UN: TURNICIDAE PHASIANIDAE RALLIDAE B QUALE UCCELLO HA UNA MACCHIA A FERRO DI CAVALLO SUL PETTO? IL MASCHIO DELLA STARNA GIOVANI E LE FEMMINE DELLA STARNA LA PERNICE ROSSA A QUALE ANATRA SI DISTINGUE PER IL SOPRACCIGLIO BIANCO? FISCHIONE MARZAIOLA ALZAVOLA B QUAL È L’ATTEGGIAMENTO DI ALLARME DELLA STARNA? SI ALZA SUBITO IN VOLO SI ACCOVACCIA A TERRA O CORRE VELOCE CON LA TESTA BEN ALZATA SI NASCONDE SUGLI ALBERI B LA GALLINELLA D’ACQUA È: UNO SCOLOPACIDE UN RALLIDE UN FASIANIDE B COME SONO LE ZAMPE DEI RALLIDI? DITA MOLTO LUNGHE DITA LOBATE DITA PALMATE B COME SONO LE ZAMPE DEGLI SCOLOPACIDI? PALMATE LUNGHE E SOTTILI LOBATE B COME SI DISTINGUE IN VOLO LA PAVONCELLA? VOLO IN FORMAZIONE CON RAPIDI BATTITI D’ALA VOLO IRREGOLARE, CON LENTI BATTITI D’ALA ALI MOLTO ARROTONDATE DI CHE COSA SI NUTRE PREVALENTEMENTE LA VOLPE? DI FAGIANI E DI LEPRI DI GALLINE SOPRATTUTTO DI RATTI E DI RIFIUTI URBANI C COME SI DISTINGUE IL FRULLINO IN VOLO? SI ALZA IN VOLO ALL’ULTIMO MOMENTO E SI RIMETTE AL COPERTO QUASI SUBITO CON VOLO LENTO E RETTILINEO SOLITARIO SI ALZA A CAMPANILE DOPO AVER ZIGZAGATO E VOLA IN PICCOLI GRUPPI VERSO I TERRENI DI PASCOLO VOLO RAPI DO, RULL ATO QUAL È IL CARATTERE DISTINTIVO DEL CHIURLO? BECCO LUNGO E DIRITTO BECCO RICURVO IN GIÙ BECCO RICURVO IN SU LE CARATTERISTICHE DISTINTIVE DEL COLOMBACCIO SONO: LARGA BANDA BIANCA CHE ATTRAVERSA L’ALA E PICCOLA MACCHIA BIANCA AI LATI DEL COLLO DUE PICCOLE BARRE ALARI NERE GROPPONE BIANCO,DUE LARGHE BAN DE NERE SULLE ALI, BIANCO SOTTO LE ALI A QUAL È IL PERIODO RIPRODUTTIVO DELLA LEPRE? TUTTO L’ANNO TRANNE IL PERIODO DA OTTOBRE A DICEMBRE TUTTO L’ANNO DA FEBBRAIO A GIUGNO A FINO A CHE ETÀ VIENE MANTENUTO IL MANTELLO STRIATO NEI CINGHIALI? 4 MESI 10 MESI 12 MESI A QUALE DI QUESTI UCCELLI È MIGRATORE? LA PERNICE ROSSA LA STARNA LA QUAGLIA C COSA S’INTENDE PER “PASSO”? GLI SPOSTAMENTI VERSO LE AREE DI ALIMENTAZIONE GLI SPOSTAMENTI VERSO I DORMITORI LA MIGRAZIONE AUTUNNALE C COSA S’INTENDE PER FAUNA STANZIALE? FAUNA CHE UTILIZZA UN TERRITORIO NATURALE MOLTO LIMITATO FAUNA CHE NON COMPIE MIGRAZIONI FAUNA CHE UTILIZZA SOLO UN AMBIENTE MOLTO PARTICOLARE B COSA SI INTENDE PER ALBINISMO E MELANISMO DI UN UCCELLO? LA PREFERENZA NEL MANGIARE LA TENDENZA A FRUTTA,QUALI PER VOLARE NEL BOSCO ESEMPIO MELE E ALBICOCCHE ALL'ALBA O AL TRAMONTO LA MUTAZIONE CROMATICA DEL PIUMAGGIO CON TENDENZA AL BIANCO O AL NERO C COS'E' LA MUTA DEGLI UCCELLI? IL CAMBIO DELLE PENNE IL PASSO AUTUNNALE A COSA SONO GLI UNGULATI? SONO MAMMIFERI SONO UCCELLI CON LE CON GRANDE E SOLIDA UNGHIA UNGHIE LUNGHE SONO GLI ANIMALI IMPORTATI A L'USIGNOLO E' UN INSETTIVORO? SI NO DIPENDE DALL'AMBIENTE A IL CINGHIALE PUO'INCROCIARSI CON IL MAIALE DOMESTICO? SI NO,MAI SI,MA PRODUCE IBRIDI NON FECONDI A QUALE DI QUESTI UCCELLI NON E'MIGRATORE? IL TORDO BOTTACCIO LA RONDINE LA PERNICE ROSSA C LA CACCIA ALLA LEPRE CON L'USO DI QUALI CANI DI SOLITO SI EFFETTUA? CON L'USO DEL BRACCO CON L'USO DELLO SPINONE CON L'USO DEL SEGUGIO C RIPOPOLAMENTI CON SELVAGGINA DI PROVENIENZA DIVERSA DA QUELLA ORIGINARIA QUALI CONSEGUENZE POSSONO PORTARE? MIGLIORAMENTO GENETICO INQUINAMENTO GENETICO E INTRODUZIONE DI MALATTIE AUMENTO NOTEVOLE DI NUMERO DEI SELVATICI B LA COVA SUL NIDO GREG ARIA B 30 IN CHE MESE AVVIENE IL RIPASSO DEL FISCHIONE? RISPOSTA A IN MARZO RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C IN OTTOBRE A FINE NOVEMBRE A IN QUALE PERIODO E'SOLITAMENTE PIU'ABB SETTEMBRE ONDANTE IL PASSO DEL TORDO SASSELLO DURANTE LA STAGIONE VENATORIA? GENNAIO NOVEMBRE C IN QUALE MESE SOLITAMENTE E' PIU'ABBONDANTE IL PASS O DELLA BECCACCIA? IN AGOSTO IN NOVEMBRE IN FEBBRAIO B QUALE DI QUESTI UCCELLI E' UN TETRAONIDE? L'AQUILA LA COTURNICE IL GALLO CEDRONE C VOLENDO EFFETTUARE UN RIPOPOLAMENTO CON STARNE, QUALE AMBIENTE E' PIU' ADATTO ? COLLINA ABBANDONATA FORESTE DI PIANURA E PIOPPETO ZONE DI COLLINA COLTIVATE COL SISTEMA TRADIZIONALE C IN QUALE PERIODO DELL'ANNO LA CESENA IN ESTATE E' DA NOI PIU'ABBONDANTE? IN AUTUNNO IN PRIMAVERA B I PICCOLI DI CINGHIALE SINO A 45 MESI SONO CARATTERIZZATI DA: MANTELLO DI COLORE BRUNO SCURO MANTELLO DI COLORE GIALLO DORATO CON STRISCE NERE PARALLELE C QUALE DI QUESTI CARADRIFORMI LA BECCACCIA PRESENTA UN LUNGO CIUFFO SULLA NUCA? LA PAVONCELLA IL BECCACCINO B QUALI DI QUESTI UCCELLI NON E'MIGRATORE? L'ALZAVOLA LA RONDINE LA STARNA C QUALE DI QUESTI UCCELLI E' UN RAPACE DIURNO? IL GUFO COMUNE L'ALLOCCO IL NIBBIO C QUALE DI QUESTI UCCELLI E'INSETTIVORO? IL FRANCOLINO DI MONTE LA RONDINE LA MARZAIOLA B QUAL'E' L'AMBIENTE TIPICO DELLA STARNA? LE ZONE UMIDE LE ZONE AD AGRICOLTURA DIFFERENZIATA C QUALI FUNZIONI SVOLGONO LE ZONE FAVORISCONO LA SOSTA DELLA FAVORISCONO LA UMIDE NEI RIGUARDI DELLA SELVAGGINA? MIGRATORIA NIDIFICAZIONE DEI RAPACI NOTTURNI FAVORISCONO LA NIDIFICAZIONE DELLA SELVAGGINA STANZIALE A QUALI SONO I FATTORI CHE MAGGIORMENTE CONDIZIONANO L'AFFERMAZIONE DI UNA QUALSIASI SPECIE ANIMALE? L'ASSENZA/PRESENZA DI PREDATORI LA DISPONIBILITÀ DI FONTI ALIMENTARI, NONCHÉ AMBIENTI IDONEI ALLA RIPRODUZIONE E RIFUGIO L'ASSENZA/PRESENZA DI SPECIE CONTENDENTI B I CONFRONTI/SCONTRI TRA MASCHI PER IL POSSESSO DELLE FEMMINE NELLE SPECIE POLIGAME SONO FUNZIONALI A: SELEZIONARE I MASCHI PIÙ DOTATI PER LA SUCCESSIVA PROCREAZIONE DECONGESTIONARE SITUAZIONI DI TENSIONE CHE SI INSTAURANO DURANTE L'ANNO NELL'AMBITO DELLE POPOLAZIONI FAUNISTICHE SELVATICHE DEFINIRE L'ANIMALE CHE GOVERNA LE SORTI DELLA SUA SPECIE SU UN DETERMINATO TERRITORIO FINTANTO NON SARÀ SOSTITUITO DA UN ALTRO MASCHIO DOMINANTE A GLI UCCELLI CHE NIDIFICANO A TERRA SONO CARATTERIZZATI DA: LA PRODUZIONE DI PIÙ NIDIATE ALL'ANNO PER CONTRASTARE LE PERDITE CHE DERIVANO DAI PERICOLI DELL'AMBIENTE IN CUI VIVONO GRANDI CURE PARENTALI DA PARTE DI AMBEDUE I GENITORI FINTANTO I NIDIACEI NON SONO IN GRADO DI ABBANDONARE IL NIDO LA REALIZZAZIONE DI UN SOLO NIDO ALL'ANNO CON DEPOSIZIONE DI NUMEROSE UOVA E PROLE PRECOCE IN GRADO DI SFUGGIRE DA SUBITO AI MOLTI PERICOLI DELL'AMBIENTE CHE LA OSPITA C COSA SI INTENDE PER "PROLE NIDIFUGA" DI ALCUNE SPECIE AVIFAUNISTICHE? CHE I PICCOLI SONO IN GRADO DI SEGUIRE I GENITORI ED AUTOALIMENTARSI SUBITO DOPO LA SCHIUSA CHE I PICCOLI SCAPPANO DAL NIDO APPENA POSSONO CHE I PICCOLI NASCONO CON GLI OCCHI CHIUSI E DEVONO ESSERE ALIMENTATI DAI GENITORI NEL PRIMO PERIODO DI VITA A TENUTO CONTO CHE NELLE SPECIE FAUNISTICHE LE UOVA VENGONO DEPOSTE IN UN LASSO DI TEMPO DI PIÙ GIORNI, IL PULCINO DEL PRIMO UOVO DEPOSTO SCHIUDERÀ GIORNI PRIMA DI QUELLO CONTENUTO NELL'UOVO DEPOSTO PER ULTIMO ? NO, PERCHÉ DURANTE L'OVODEPOSIZIONE LE UOVA NON VENGONO COVATE SÌ, NATURALMENTE SÌ, BENCHÈ LA SCHIUSA DI TUTTE LE UOVA AVVIENE IN UN LASSO DI TEMPO NON SUPERIORE AI TRE GIORNI A IL CONOSCERE L'HABITAT TIPICO DOVE, DI NORMA, VIVE UNA DETERMINATA SPECIE FAUNISTICA PUÒ ESSERE UTILE PER: VALUTARE LA QUANTITÀ DI CIBO CHE LA SPECIE CONSIDERATA CONSUMA GIORNALMENTE IDENTIFICARE UN ANIMALE OSSERVATO DI SFUGGITA, IN CONDIZIONI DI PRECARIA VISIBILITÀ DETERMINARE LA LUNGHEZZA DELLA VITA DELLA SPECIE CONSIDERATA B QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE POSSONO CONTRIBUIRE ALL'IDENTIFICAZIONE DI UN ANIMALE VISTO DI SFUGGITA? L'HABITAT IN CUI SI TROVA, LE DIMENSIONI E FORME, IL SUO COMPORTAMENTO L'ETÀ DELL'ANIMALE RILEVABILE DALLO SVILUPPO DELLE CORNA SE TRATTASI DI SPECIE FAUNISTICHE UNGULATE L'EVENTUALE COLORE E FORMA DELLA MACCHIA CAUDALE E LA POSIZIONE CHE ASSUME NELL'URINARE A MANTELLO DI COLORE ROSSO L'ALTA MONTAGNA 31 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C QUAL È L'HABITAT TIPICO DEL CINGHIALE? AREE BOSCATE CON RICCO SOTTOBOSCO E GERBIDI PROSSIME A FONTI ALIMENTARI E ZONE UMIDE CAMPI DI GRANOTURCO POSSIBILMENTE ESTESI BOSCHI DI CONIFERE DI MEDIA E ALTA MONTAGNA A QUAL È L'HABITAT TIPICO DELLA LEPRE? FORESTE DI LATIFOGLIE CON RICCO SOTTOBOSCO AREE COLTIVATE A VIGNETO AREE CON PRATI STABILI E ADEGUATE ZONE DI RIMESSA FINO AD UNA QUOTA DI C.A. 1.800 METRI SUL LIVELLO DEL MARE C QUAL È L'HABITAT TIPICO DEL CONIGLIO SELVATICO? AMBIENTI DIVERSI PURCHÈ ASCIUTTI CON PRESENZA DI SIEPI ED ARBUSTI CHE POSSONO OFFRIRE RIPARO TORBIERE DI PIANURA E COLLINA RIVE SABBIOSE DEI CORSI D'ACQUA A QUAL È L'HABITAT TIPICO DEL GERMANO REALE? ZONE UMIDE CON ACQUE BASSE ZONE A CANNETO FITTO LAGHI NATURALI E LAGHI DI CAVA PROFONDI A QUAL È L'HABITAT TIPICO DEL BECCACCINO? TERRENI STEPPICI CON BEALERE RIVE DEI LAGHI E DEI FIUMI ACQUITRINI, PRATERIE UMIDE E MARCITE C QUAL È L'HABITAT TIPICO DELLA BECCACCIA? ACQUITRINI E PRATI IRRIGUI BOSCHI MISTI CON RICCO SOTTOBOSCO E ZONE UMIDE RIVE LACUSTRI O FLUVIALI B QUAL È L'HABITAT TIPICO DELLA CUTURNICE? PRATERIE PIÙ O MENO CESPUGLIATE INFRAMMEZZATE A PIETRAIE SU VERSANTI BENE ESPOSTI IN ZONE MEDIE - ALTO MONTANE PRATERIE SUPERIORI AL LIMITE DELLA VEGETAZIONE ARBOREA BOSCHI DI CONIFERE CON RADURA A QUAL È L'HABITAT TIPICO DELLA STARNA ? PRATERIE CON ROCCE AFFIORANTI ZONE COLLINARI E PEDEMONTANE CON APPEZZAMENTI COLTIVATI ALTERNATI A BOSCHI LIMITE DELLA VEGETAZIONE ARBOREA IN AMBIENTI DI CONIFERE RADE ED ARBUSTI CONTORTI B L'ALIMENTAZIONE DELLA QUAGLIA ADULTA È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: PICCOLI SEMI FRUTTI FORAGGIO VERDE A LA GRANELLA DI MAIS È ALIMENTO UTILE PER LA QUAGLIA ? SÌ NO SÌ, NEL CASO NON SIA DISPONIBILE FORAGGIO VERDE B L'ALIMENTAZIONE DELLA QUAGLIA È MAGGIORMENTE GARANTITA DA: CAMPO COLTIVATO A FRUMENTO E PRESENZA DI GRAMINACEE SPONTANEE CAMPI COLTIVATI A MAIS PRATI STABILI A L'ALIMENTAZIONE DELLA TORTORA È PREVALENTEMENTE: INSETTIVORA FRUGIVORA GRANIVORA C L'ALIMENTAZIONE DELLA STARNA ADULTA È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: PICCOLI FRUTTI SEMI DI GRAMINACEE SELVATICHE, FRUMENTO E SEGALE INSETTI E VEGETALI VERDI B LA GRANELLA DI MAIS È ALIMENTO UTILE PER LA STARNA ? NO SÌ NO, SE IL MAIS È STATO TRATTATO CON ANTICRITTOGAMICI A L'ALIMENTAZIONE DEL COLOMBACCIO È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: FRUTTI DIVERSI GHIANDE, GROSSI SEMI OLEOSI E CEREALI SEMI DI GRAMINACEE SPONTANEE E VERDURA VERDE B LA GRANELLA DI MAIS È ALIMENTO UTILE PER IL FAGIANO ADULTO? SÌ NO SOLO IN INVERNO A L'ALIMENTAZIONE DELLA CORNACCHIA GRIGIA È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: SEMI, ALIMENTI ANIMALI (UOVA, CAROGNE, ETC.) E RIFIUTI ORGANICI DIVERSI FRUTTA E GRANDI SEMI OLEOSI INSETTI DIVERSI A LE CORNACCHIE POSSONO UCCIDERE ALTRI ANIMALI PER CIBARSENE? NO SÌ, IN CASI DI ESTREMA NECESSITÀ SÌ, ABITUALMENTE, ANIMALI MEDIO PICCOLI C L'ALIMENTAZIONE DEL TORDO BOTTACCIO È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: SEMI DI CEREALI E GRAMINACEE SPONTANEE INSETTI E PICCOLI MOLLUSCHI BACCHE E FRUTTI DIVERSI C L'ALIMENTAZIONE DELLA CESENA È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: LARVE DI INSETTI FRUTTI DIVERSI SEMI DI CEREALI E DI GRAMINACEE SPONTANEE B L'ALIMENTAZIONE DEL TORDO SASSELLO È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: INSETTI E PICCOLI MOLLUSCHI BACCHE E FRUTTI DIVERSI SEMI DI CEREALI E DI GRAMINACEE SPONTANEE B L'ALIMENTAZIONE DEL GERMANO REALE È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: MOLLUSCHI E LARVE DI INSETTI CHE RECUPERA NEL FONDO MELMOSO DEI CORSI D'ACQUA SOSTANZE VEGETALI E SEMI DI CEREALI, IN MISURA MINORE MOLLUSCHI E LARVE PICCOLI PESCI E GIRINI B L'ALIMENTAZIONE DEL BECCACCINO È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: PICCOLI SEMI AVANNOTTI E GIRINI ANELLIDI E LARVE DI INSETTI DIVERSI C L'ALIMENTAZIONE DELLA BECCACCIA È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: VERMI E LARVE DI INSETTI DIVERSI SEMI E VEGETALI PICCOLI PESCI E GIRINI A L'ALIMENTAZIONE DELLA LEPRE È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: ESSENZE ERBACEE FOGLIE E ALTRE COMPONENTI ARBOREE TUBERI E MICCORIZE A 32 IL CONIGLIO SELVATICO SI NUTRE PREVALENTEMENTE DI: RISPOSTA A VEGETALI CHE TROVA IN SUPERFICIE RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C RADICI E TUBERI BACCHE E PICCOLI FRUTTI A LA VOLPE SI NUTRE PREVALENTEMENTE DI: FRUTTA E RIFIUTI ORGANICI ESCLUSIVAMENTE DI MAMMIFERI E UCCELLI DI PICCOLA/MEDIA TAGLIA GROSSI INSETTI, MAMMIFERI E UCCELLI MEDIO/PICCOLI, FRUTTI DIVERSI E RIFIUTI ALIMENTARI C IL CINGHIALE NEL PERIODO INVERNALE SI NUTRE PREVALENTEMENTE DI: GRANTURCO RESIDUO E BULBI DI FIORI SPONTANEI TUBERI, ANELLIDI E LARVE CASTAGNE, GHIANDE E FAGGIOLE C L'ALIMENTAZIONE DELLA COTURNICE È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: PICCOLI FRUTTI E GEMME APICALI VEGETALI FRESCHI E SEMI DI GRAMINACEE SPONTANEE E COLTIVATE INSETTI DIVERSI B L'ALIMENTAZIONE DELLA PERNICE BIANCA È PREVALENTEMENTE COMPOSTA DA: INSETTI DIVERSI PICCOLI FRUTTI E GEMME APICALI ERBE, GERMOGLI, BACCHE E LICHENI C PERCHÉ I PESTICIDI POSSONO DETERMINARE UNA SIGNIFICATIVA RIDUZIONE DEI FASIANIDI? (FAGIANO COMUNE, STARNA, ETC.) PERCHÉ SONO TOSSICO MORTALI PER TUTTI I PICCOLI ANIMALI PERCHÉ ELIMINANO OLTRE AI PARASSITI GRAN PARTE DEGLI INSETTI, RIDUCENDO L'ALIMENTAZIONE TIPICA DEI NIDIACEI NELLE PRIME SETTIMANE DI VITA PERCHÉ DETERMINANO NEL MEDIO PERIODO PATOLOGIE TUMORALI NELL'AVIFAUNA TERRICOLA B PERCHÉ I CONCIMI GRANULARI POSSONO RIDURRE DRASTICAMENTE LE POPOLAZIONI DEI FASIANIDI? PERCHÉ I GRANULI VENGONO SCAMBIATI PER SEMI E MANGIATI PERCHÉ SCIOGLIENDOSI INQUINANO E AVVELENANO LE FONTI IDRICHE PERCHÈ, INGERITI COME PIETROLINE UTILI NEL VENTRIGLIO PER MACINARE I SEMI DI CUI SI NUTRONO, AVVELENANO GLI ANIMALI C IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE STARNA I MASCHI SONO FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE FEMMINE? SÌ SÌ, NEL PERIODO INVERNALE NO C LA STARNA È UNA SPECIE: MONOGAMA IN PRESENZA DI POCHE FEMMINE MONOGAMA POLIGAMA B IL NIDO DELLA STARNA VIENE PREDISPOSTO: A TERRA IN ANFRATTI ARBOREI O ROCCIOSI SU SIEPI A MEZZA ALTEZZA A LA STARNA DEPONE UN NUMERO DI UOVA … DA 6 A 9 DA 2 A 5 DA 8 A 16 C NEL CORSO DELL'ANNO LA STARNA PORTA A TERMINE: 2 NIDIATE 1 NIDIATA DA 2 A 3 NIDIATE B LE UOVA DI STARNA HANNO UN PERIODO DI INCUBAZIONE PARI ALL'INCIRCA A: 24 GIORNI 20 GIORNI 28 GIORNI A IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE FAGIANO COMUNE I MASCHI SONO FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE FEMMINE? SÌ, IL DIMORFISMO TRA I SESSI NELLA SPECIE È MOLTO EVIDENTE SÌ, MA SOLO DOPO IL SECONDO ANNO DI VITA NO A IL FAGIANO È UNA SPECIE: POLIGAMA MONOGAMA DIPENDE DAL NUMERO DI FEMMINE DISPONIBILI A IL NIDO DEL FAGIANO VIENE PREDISPOSTO: SU ARBUSTI AD UNA ALTEZZA NON SUPERIORE AL METRO IN CAVITÀ ROCCIOSE A TERRA C IL FAGIANO DEPONE UN NUMERO DI UOVA … DA 1 A 4 DA 8 A 14 DA 6 A 7 B NEL CORSO DELL'ANNO IL FAGIANO PORTA A TERMINE: 1 NIDIATA 2 NIDIATE DA 2 A 3 NIDIATE A DOPO LA SCHIUSA I PULCINI DEL FAGIANO SI PRESENTANO: IMPLUMI E CON GLI OCCHI CHIUSI FORNITI DI PIUMINO E GIÀ PRONTI AD ABBANDONARE IL NIDO PER LA RICERCA DEL CIBO IN COMPAGNIA DELLA MADRE FORNITI DI PIUMINO MA PROTETTI NEL NIDO DOVE I GENITORI LI ALIMENTANO PER LE PRIME TRE SETTIMANE B IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE COLOMBACCIO I MASCHI SONO FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE FEMMINE? NO SÌ SÌ, MA SOLO DOPO IL SECONDO ANNO DI VITA A IL COLOMBACCIO È UNA SPECIE: RIGOROSAMENTE MONOGAMA POLIGAMA DIPENDE DALLA CAPACITÀ ATTRATTIVA DEL MASCHIO A IL NIDO DEL COLOMBACCIO VIENE PREDISPOSTO: A TERRA SU ARBUSTI DI MEDIE DIMENSIONI SU ALBERI ALTI C IL COLOMBACCIO DEPONE UN NUMERO DI UOVA … DA 3 A 5 2 DA 8 A 10 B LE UOVA DI COLOMBACCIO HANNO UN PERIODO DI INCUBAZIONE… DA 10 A 12 GIORNI DA 15 A 17 GIORNI DA 23 A 25 GIORNI B 33 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C DOPO LA SCHIUSA I PULCINI DEL COLOMBACCIO SI PRESENTANO: IMPLUMI E CON GLI OCCHI CHIUSI COPERTI DI PIUMINO E PRONTI A LASCIARE IL NIDO PER PROCACCIARSI IL CIBO COPERTI DA PIUMINO E CON GLI OCCHI APERTI MA DIPENDENTI DAI GENITORI PER L'ALIMENTAZIONE A NEL CORSO DELL'ANNO IL COLOMBACCIO PORTA A TERMINE: 2 - 3 NIDIATE 1 NIDIATA 3 - 4 NIDIATE A IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE CORNACCHIA GRIGIA I MASCHI SONO FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE FEMMINE? SÌ NO SÌ, MA SOLO DOPO IL SECONDO ANNO DI VITA B LA CORNACCHIA GRIGIA È UNA SPECIE: POLIGAMA MONOGAMA DIPENDE DALLA CAPACITÀ ATTRATTIVA DEL MASCHIO B IL NIDO DELLA CORNACCHIA GRIGIA VIENE PREDISPOSTO: IN ANFRATTI ROCCIOSI IN MACCHIE ALBERATE FITTE O IN BOSCHI FITTI DI PIANURA E COLLINA SU ALBERI RADI ALTI C LA CORNACCHIA GRIGIA DEPONE UN NUMERO DI UOVA… DA 4 A 6 2 DA 8 A 10 A NEL CORSO DELL'ANNO LA CORNACCHIA GRIGIA PORTA A TERMINE: 1 NIDIATA DA 3 A 4 NIDIATE DA 2 A 3 NIDIATE C IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE TORDO BOTTACCIO I MASCHI SONO FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE FEMMINE? SÌ NO SÌ, SOLO NEL PRIMO ANNO DI VITA B IL TORDO BOTTACCIO È UNA SPECIE: MONOGAMA POLIGAMA DIPENDE DALLA CAPACITÀ ATTRATTIVA DEL MASCHIO A IL NIDO DEL TORDO BOTTACCIO VIENE PREDISPOSTO: NEI CESPUGLI A TERRA SU ALBERI DI MEDIA ALTEZZA C IL TORDO BOTTACCIO DEPONE UN NUMERO DI UOVA… DA 3 A 5 DA 2 A 3 DA 4 A 9 A NEL CORSO DELL'ANNO IL TORDO BOTTACCIO PORTA A TERMINE: DA 3 A 4 NIDIATE DA 2 A 3 NIDIATE 1 NIDIATA B IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE GERMANO REALE I MASCHI SONO FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE FEMMINE? SÌ, FORTE DIMORFISMO TRA I DUE SESSI NO SÌ, MA SOLO DOPO IL SECONDO ANNO DI VITA A IL GERMANO REALE È UNA SPECIE: POLIGAMA DIPENDE DALLA CAPACITÀ ATTRATTIVA DEL MASCHIO MONOGAMA C IL NIDO DEL GERMANO REALE VIENE PREDISPOSTO: SULL'ACQUA VINCOLATO ALLE IDROFITE A TERRA NEI CANNETI SU ISOLOTTI FORMATI DALLA VEGETAZIONE IN DECOMPOSIZIONE B IL GERMANO REALE DEPONE UN NUMERO DI UOVA … DA 3 A 5 DA 6 A 8 DA 8 A 14 C NEL CORSO DELL'ANNO IL GERMANO REALE PORTA A TERMINE: DA 2 A 3 NIDIATE 1 NIDIATA DA 3 A 4 NIDIATE B DOPO LA SCHIUSA LA PROLE DEL GERMANO REALE SI PRESENTA: NIDIFUGA INETTA COPERTA DA PIUMINO MA ANCORA INCAPACE DI ABBANDONARE IL NIDO A IL PERIODO RIPRODUTTIVO DELLA LEPRE COMUNE INTERCORRE DA: APRILE/GIUGNO FEBBRAIO/MAGGIO GENNAIO/SETTEMBRE C NEL PERIODO RIPRODUTTIVO LA FEMMINA DELLA LEPRE COMUNE PARTORISCE DI NORMA: 2 VOLTE 4 VOLTE 7 VOLTE B IL NUMERO MEDIO DI PICCOLI PER SINGOLO PARTO DELLA LEPRE COMUNE È PARI A: 4 2 5 A I PICCOLI DELLA LEPRE COMUNE VENGONO PARTORITI: IN BUCHE SCAVATE NEL TERRENO E RICOPERTE DI PELO IN MODESTI AVVALLAMENTI DEL TERRENO IN TANE PROFONDE B I PICCOLI DI LEPRE COMUNE ALLA NASCITA SONO: GLABRI E CON OCCHI CHIUSI (PROLE INETTA) RICOPERTI DI PELO E CON OCCHI APERTI (PROLE PRECOCE) RICOPERTI DI PELO O MENO, DIPENDE DALLA TEMPERATURA ESTERNA B UN INDIVIDUO ADULTO DI LEPRE COMUNE PUÒ RAGGIUNGERE IL PESO DI: 3 KG. 5 KG. 7 KG. B IL PERIODO RIPRODUTTIVO DEL CONIGLIO SELVATICO INTERCORRE DA: APRILE/GIUGNO DA FEBBRAIO A MAGGIO DA GENNAIO A OTTOBRE C NEL PERIODO RIPRODUTTIVO LA FEMMINA DEL CONIGLIO SELVATICO PARTORISCE DI NORMA: 2 VOLTE 4 VOLTE 7 VOLTE C 34 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C IL NUMERO DI PICCOLI PER SINGOLO PARTO DEL CONIGLIO SELVATICO VARIA: DA 1 A 3 DA 3 A 5 DA 5 A 7 C IN BUCHE SCAVATE NEL TERRENO E RICOPERTE DI PELO IN MODESTI AVVALLAMENTI DEL TERRENO IN TANE PROFONDE C I PICCOLI DI CONIGLIO SELVATICO ALLA NASCITA SONO: GLABRI E CON OCCHI CHIUSI (PROLE INETTA) RICOPERTI DI PELO E CON OCCHI APERTI (PROLE PRECOCE) RICOPERTI DI PELO O MENO, DIPENDE DALLA TEMPERATURA ESTERNA A UN INDIVIDUO ADULTO DI CONIGLIO SELVATICO PUÒ RAGGIUNGERE IL PESO DI: 1 KG. 2 KG. 3 KG. B IL PERIODO RIPRODUTTIVO DELLA VOLPE INTERCORRE: DA APRILE A GIUGNO DA FEBBRAIO A LUGLIO DAL 1°AL 3 0 MAGGIO A OGNI ANNO LA FEMMINA DELLA VOLPE PARTORISCE DI NORMA: 1 CUCCIOLATA 2 CUCCIOLATE 3 CUCCIOLATE A IL NUMERO DI PICCOLI PER SINGOLO PARTO DELLA VOLPE VARIA: DA 1 A 2 DA 3 A 4 DA 4 A 7 C I PICCOLI DELLA VOLPE VENGONO PARTORITI: IN PICCOLI AVVALLAMENTI DEL TERRENO IN GIACIGLI DI FOGLIE IN TANE PROFONDE C I PICCOLI DI VOLPE ALLA NASCITA SONO: GLABRI E CON OCCHI CHIUSI (PROLE INETTA) RICOPERTI DI PELO E CON OCCHI APERTI (PROLE PRECOCE) RICOPERTI DI PELO O MENO, DIPENDE DALLA TEMPERATURA ESTERNA A UN INDIVIDUO ADULTO DI VOLPE PUÒ RAGGIUNGERE IL PESO DI: 4 - 5 KG. 7 -8 KG. 10 - 11 KG. C IN AMBIENTE NATURALE NELLA SPECIE COTURNICE I MASCHI SONO FACILMENTE DISTINGUIBILI DALLE FEMMINE? NO SÌ SÌ, MA SOLO DOPO IL SECONDO ANNO DI VITA A LA COTURNICE È UNA SPECIE: RIGOROSAMENTE MONOGAMA POLIGAMA DIPENDE DALLA CAPACITÀ ATTRATTIVA DEL MASCHIO A IL NIDO DELLA COTURNICE VIENE PREDISPOSTO: A TERRA, TRA VEGETAZIONE ARBUSTIVA E ROCCE IN PROFONDITÀ NELLE PIETRAIE SU ARBUSTI AD ALTEZZA NON SUPERIORE A 50 CM. A LA COTURNICE DEPONE UN NUMERO DI UOVA … DA 3 A 5 DA 6 A 8 DA 8 A 14 C IL PERIODO DI OVODEPOSIZIONE DELLA COTURNICE INTERCORRE: TRA FINE MARZO E LA METÀ DI APRILE NEL MESE DI APRILE IN MAGGIO - INIZIO GIUGNO C LE UOVA DELLA COTURNICE HANNO UN PERIODO DI INCUBAZIONE CHE VARIA: DA 10 A 12 GIORNI DA 15 A 17 GIORNI DA 23 A 25 GIORNI C DOPO LA SCHIUSA I PULCINI DELLA COTURNICE SI PRESENTANO: IMPLUMI E CON GLI OCCHI CHIUSI COPERTI DI PIUMINO E PRONTI A LASCIARE IL NIDO PER PROCACCIARSI IL CIBO COPERTI DA PIUMINO E CON GLI OCCHI APERTI MA DIPENDENTI DAI GENITORI PER L'ALIMENTAZIONE B NEL CORSO DELL'ANNO LA COTURNICE PORTA A TERMINE: 2 NIDIATE 1 NIDIATA 3 NIDIATE B LA STRATEGIA DI SOPRAVVIVENZA DELLA COTURNICE NELLA STAGIONE INVERNALE: SCENDE DI QUOTA E SI ATTESTA SUI VERSANTI PIÙ ASSOLATI MANTIENE LA QUOTA E SI RIFUGIA IN BUCHE SCAVATE NELLA NEVE SI RIFUGIA SOTTO CENGIE IN PARETI STRAPIOMBANTI A IL PERIODO RIPRODUTTIVO DELLA LEPRE VARIABILE INTERCORRE DA: APRILE/AGOSTO FEBBRAIO/MAGGIO GENNAIO/SETTEMBRE A NEL PERIODO RIPRODUTTIVO LA FEMMINA DELLA LEPRE VARIABILE PARTORISCE DI NORMA: 2 VOLTE 4 VOLTE 7 VOLTE A IL NUMERO DI PICCOLI PER SINGOLO PARTO DELLA LEPRE VARIABILE È PARI A: 1O2 2O3 DA 2 A 5 C PICCOLI DI LEPRE VARIABILE ALLA NASCITA SONO: GLABRI E CON OCCHI CHIUSI (PROLE INETTA) RICOPERTI DI PELO E CON OCCHI APERTI (PROLE PRECOCE) RICOPERTI DI PELO O MENO, DIPENDE DALLA TEMPERATURA ESTERNA B UN INDIVIDUO ADULTO DI LEPRE VARIABILE PUÒ RAGGIUNGERE IL PESO DI: 3 KG. 5 KG. 7 KG. A LA MUTA (CAMBIO DI PELO) NELLA LEPRE VARIABILE È CORRELATA A: PRESENZA / ASSENZA DI COPERTURA NEVOSA FASI LUNARI DURATA DELLE ORE DI LUCE GIORNALIERE C LE DIMENSIONI MEDIE DI UN CAPRIOLO MASCHIO ADULTO SONO: 120 - 130 CM. DI LUNGHEZZA PER 70 - 80 CM. DI ALTEZZA AL GARRESE ED UN PESO DI 23 25 KG. 130 - 150 CM. DI LUNGHEZZA PER 80 - 90 CM. DI ALTEZZA AL GARRESE ED UN PESO DA 60 A 100 KG. 180 - 250 CM. DI LUNGHEZZA PER 110 150 CM. DI ALTEZZA AL GARRESE ED UN PESO CHE PUÒ SUPERARE I 200 KG. A IL PERIODO DEGLI ACCOPPIAMENTI NELLA SPECIE CAPRIOLO INTERCORRE: METÀ LUGLIO / FINE AGOSTO METÀ SETTEMBRE / INIZIO OTTOBRE OTTOBRE / INIZIO NOVEMBRE A IL CINGHIALE È UN UNGULATO RUMINANTE? SÌ, PERCHÉ SI CIBA PREVALENTEMENTE DI FORAGGIO VERDE SÌ, COME TUTTI GLI UNGULATI NO, PERCHÉ HA UNA DIETA ONNIVORA C 35 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C PERCHÉ LE POPOLAZIONI DI CINGHIALE SI SONO COSÌ SVILUPPATE NEL CORSO DEGLI ULTIMI DECENNI? PER L'ASSENZA DI PREDATORI NATURALI PER IL SIGNIFICATIVO INCREMENTO DELLE AREE BOSCATE CON FORTE PRODUZIONE DI FRUTTI (CASTAGNE, GHIANDE, FAGGIOLE) A LORO TOTALE DISPOSIZIONE NEL PERIODO INVERNALE PER L'AUMENTO DELLE MONOCOLTURE A MAIS B NEL PERIODO INVERNALE IL CINGHIALE SI CIBA PREVALENTEMENTE: DI CASTAGNE, GHIANDE, FAGGIOLE DI TUBERI E RIMASUGLI DI GRANTURCO DI RIFIUTI ORGANICI REPERIBILI PRESSO LE DISCARICHE OVVERO ABBANDONATI DALL'UOMO A IL CINGHIALE PREDA ALTRI ANIMALI? RARAMENTE COMPIE PREDAZIONE ATTIVA SEBBENE ALL'OCCORRENZA SI CIBI DI UOVA E CAROGNE SÌ, ABITUALMENTE ANCHE ANIMALI MEDIO GRANDI NON CONSUMA CARNE A PERCHÉ IL CINGHIALE RIVOLTA LA COTICA ERBOSA NEI PRATI? PER ALIMENTARSI DELL'APPARATO RADICALE DELLE ESSENZE ERBACEE PER CREARE BUCHE OVE EFFETTUARE BAGNI DI FANGO PER RICERCARE TUBERI E BULBI NONCHÉ ANELLIDI E LARVE DI CUI SI ALIMENTA C I CINGHIALE EFFETTUA I COSIDDETTI "BAGNI DI FANGO" PER: RINFRESCARSI DALLA CALURA ESTIVA GIOCARE CON I PROPRI PICCOLI INTRAPPOLARE I PARASSITI NEL FANGO E LIBERARSENE, QUANDO IL FANGO SECCA, TRAMITE SFREGAMENTO SULLA CORTECCIA DELLE PIANTE C IN QUALE PERIODO LE FEMMINE DI CINGHIALE VANNO IN ESTRO (PERIODO DEGLI AMORI)? INDISTINTAMENTE TUTTO L'ANNO DURANTE L'ESTATE DA NOVEMBRE A GENNAIO, SEBBENE ALCUNE FEMMINE SONO IN ESTRO ANCHE IN PERIODI DIVERSI C IL TASSO DI ACCRESCIMENTO ANNUO NELLA SPECIE CINGHIALE PUÒ RAGGIUNGERE: DAL 70 AL 100% DELLA POPOLAZIONE ADULTA ANCHE IL 200% DELLA POPOLAZIONE ADULTA IL 30 - 40% DELLA POPOLAZIONE ADULTA B IN CHE MODO SI EFFETTUANO I CENSIMENTI DELLE COTURNICI? DA PUNTI DI OSSERVAZIONE DOVE SI BINOCOLA L'ATTIVITÀ DEI SOGGETTI PRESENTI DURANTE LE ORE DI PASTURA GIORNALIERA SU AREE CAMPIONE RICHIAMANDO I MASCHI PER MEZZO DEL VERSO PRODOTTO DALLE FEMMINE QUANDO SONO DISPONIBILI ALL'ACCOPPIAMENTO SU AREE CAMPIONE IDENTIFICANDO I MASCHI TERRITORIALI (E QUINDI POTENZIALI NIDIATE) NEL PERIODO DELL'OVODEPOSIZIONE E IN LUGLIO AGOSTO VERIFICANDO IL SUCCESSO RIPRODUTTIVO CON CANI DA FERMA. C COSA SI INTENDE PER "ANATRE DI SUPERFICIE"? GLI ANATIDI CHE FREQUENTANO GENERALMENTE ACQUE POCO PROFONDE E SI CIBANO AFFONDANDO IN ACQUA SOLO LA TESTA E PARTE DEL CORPO GLI ANATIDI CHE VIVONO SULLA SUPERFICIE DELL'ACQUA QUANDO NON SONO IN PASTURA NEI CAMPI DI MAIS GLI ANATIDI CHE PER INVOLARSI COMPIONO LUNGHE CORSE SULLA SUPERFICIE DELL'ACQUA A COSA SI INTENDE PER "ANATRE TUFFATRICI"? GLI ANATIDI CHE RAGGIUNGONO LA SUPERFICIE DELL'ACQUA IN PICCHIATA IMMERGENDOSI PER CATTURARE PESCI ANCHE AD ALCUNI METRI SOTTO IL PELO DELL'ACQUA GLI ANATIDI CHE SI TUFFANO ABITUALMENTE NELL'ACQUA DA POSATOI POSTI AD UNA CERTA ALTEZZA SULLE RIVE LE ANATRE CHE PREDILIGONO SPECCHI D'ACQUA PROFONDI E SI IMMERGONO IN APNEA ANCHE DI PARECCHI METRI PER ALIMENTARSI SUL FONDO C LE ANATRE TUFFATRICI SE FERME SULLA RIVA COME SI DIFFERENZIANO DALLE ANATRE DI SUPERFICIE? NON SI DIFFERENZIANO AFFATTO AVENDO AMBEDUE I GRUPPI BECCO APPIATTITO E DITA UNITE DA MEMBRANA INTERDIGITALE (PIEDI PALMATI) PER UNA POSTURA PIÙ VERTICALE NECESSARIA A FAR RICADERE IL PESO BARICENTRICO ALL'INTERNO DELL'AREA PLANTARE, STANTE L'ATTACCATURA DELLE ZAMPE POSTA PIÙ INDIETRO NEL CORPO RISPETTO ALLE ANATRE DI SUPERFICIE PER UNA SILHOUETTE ALLUNGATA FUNZIONALE A CONSENTIRE A QUESTE ANATIDI DI SPINGERSI IN PROFONDITÀ NELL'ACQUA CON MINORE ATTRITO B NELLA FASE DI INVOLO DALL'ACQUA ESISTE UNA DIFFERENZA TRA LE ANATRE DI SUPERFICIE E QUELLE TUFFATRICI? SÌ, LE ANATRE DI SUPERFICIE, AVENDO UN "PESO SPECIFICO" INFERIORE, RIESCONO A SOLLEVARSI DALL'ACQUA ISTANTANEAMENTE ADIFFEREN ZA DALLE ANATRE TUFFATRICI CHE DEVONO PRENDERE VELOCITÀ PER L'INVOLO NO, AMBEDUE I GRUPPI PRESENTANO DIFFICOLTÀ E S'INVOLANO DOPO UNA CORSA FRENETICA PIÙ O MENO BREVE SUL PELO DELL'ACQUA SÌ, PERCHÉ LE ANATRE TUFFATRICI HANNO DIFFICOLTÀ A FORNIRE LA DOVUTA SPINTA CON LE ZAMPE STANTE L'ATTACCATURA AL CORPO RETROSTANTE DELLE STESSE A 36 ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA 37 ARMI E MUNIZIONI DA CACCIA Armi e munizioni consentite per la caccia Le armi consentite sono: fucili di calibro: 12,16,20,24,28,32,36 e 410 magnum. I fucili da caccia consentiti per l’uso venatorio possono essere: - a canna liscia - a canna rigata - a canne miste (i cosiddetti fucili combinati). I fucili a canna ad anima liscia sono tutti quei fucili nei quali la parte interna della canna è perfettamente levigata. I fucili ad anima liscia possono essere: a) fucili monocolpo ad una sola canna a cane interno od esterno; c) fucili a due colpi con canne giustapposte o parallele (doppiette) a cani interni od esterni (le canne sono disposte su di un piano orizzontale una accanto all'altra) d) fucili a canne sovrapposte a cani interni (le canne sono disposte su di un piano verticale, una sopra l'altra); d) fucili semiautomatici, i quali si distinguono in : - a canna rinculante (funzionamento per arretramento di canna ed otturatore) - a canna fissa (funzionamento tramite recupero gas proveniente dall'esplosione della cartuccia) e) fucili a ripetizione manuale "a pompa" od " a leva" impiegati in genere per la caccia agli ungulati; Secondo quanto previsto dalle vigenti normative in materia, i fucili semiautomatici, a pompa ed a leva, non possono avere più di tre colpi a disposizione (uno in canna e due nel serbatoio). f) fucili a canne ad anima mista (cioè i fucili combinati). Tutti i fucili sopraccitati sono costruiti in diversi calibri; la vigente legislazione in materia di caccia permette l’uso dei seguenti calibri 12, 16, 20, 24, 28, 32 e 36. I calibri più usati sono il 12 il 16 ed il 20. I fucili a canna ad anima rigata (carabine), con caricamento singolo manuale o da ripetizione semiautomatica, sono caratterizzati dall'avere la parte interna della canna provvista di rigature in modo da poter imprimere al proiettile un movimento rotatorio ed una migliore precisione sul bersaglio. I calibri consentiti dei fucili a canna ad anima rigata, stante alle normative vigenti, risultano essere così determinati: - calibro 5,6 mm con altezza bossolo a vuoto uguale o superiore a mm 40 - calibro superiore a 5,6 mm con altezza bossolo anche inferiore a mm 40. I fucili a canna rigata con caricamento a ripetizione semiautomatica non possono avere più di tre colpi a disposizione (uno in canna e due nel serbatoio). I fucili a canne ad anima mista (combinati) sono caratterizzati dall'avere due canne ad anima liscia ed una a canna rigata. Le armi non consentite per l'esercizio venatorio sono: fucili ad anima liscia di calibro superiore al 12 (es: cal.10-cal.8) non superiori a tre colpi (con soli due colpi nel serbatoio); fucili a gas,aria compressa, muniti di 38 silenziatore, armi da fuoco impostate a scatto sulla preda, carabine di calibro inferiore a mm 5,6 con bossolo a vuoto inferiore a 40 mm. La gittata dell'arma è la massima distanza che può percorrere il proiettile di una carabina oppure i pallini di un fucile ad anima liscia. II tiro utile è la distanza utile per poter colpire la preda mortalmente. Il tiro utile di un calibro 12 è compreso da 35 e i 50 metri. II fucile si divide in tre parti: calcio, copricanna e canne. Le canne si suddividono in: camera di scoppio, anima o vivo di volata e strozzatura. La lunghezza delle canne va da un minimo di cm. 45 ad un massimo di cm. 81. La camera di scoppio che è la parte della canna dove viene introdotta la cartuccia e dove avviene lo scoppio della stessa (la lunghezza della camera di scoppio, specialmente nei calibri 12 e 20, determina la massima dose di piombo e polvere; per cui l'esatta sua conoscenza può prevenire incidenti quali lo scoppio di una parte dell'arma). Anima o vivo di volata è la parte centrale della canna che va dalla fine della camera di scoppio all'inizio della strozzatura; cioè è il percorso che i pallini fanno nel tratto cilindrico della canna prima di subire l'effetto della strozzatura. La strozzatura è il restringimento della canna a 5 o 7 cm. dalla bocca di volata e serve a restringere la rosata dei pallini per prolungare il tiro in quanto ritarda l'apertura della rosata dei pallini per la pressione creatasi all'interno della canna. La bascula è la parte meccanica del fucile dove si trovano i meccanismi di scatto e sparo del fucile e si trova nel calcio;essa comprende:cani, percussori, grilletti, ponticello, batterie o molle di scatto o acciarini, chiavetta di apertura e chiusura del fucile e le chiusure (da tre a cinque). Nei fucili semi automatici la bascula è chiamata castello. 39 La bindella è la striscia di acciaio che unisce due canne (doppietta e sovrapposto); nella doppietta serve da linea di mira, nel sovrapposto è bucherellata (ventilata) per il raffreddamento delle canne. II calibro è il diametro interno della canna misurato a 23 centimetri dal vivo di culatta oppure è il numero delle palle sferiche ricavate da una libbra di piombo (453 grammi) la cui dimensione determina la circonferenza interna di una canna ad anima liscia, e cioè fondendo una libbra di piombo si ottengono n. 12 palle del diametro di 18,5 mm, che corrispondono alla misura dell'anima cilindrica del fucile in questione. Il calibro di un fucile è rilevabile sulle canne sotto l’astina copricanna. Esempio: - anima cilindrica diametro 18,5: da 1 libbra di piombo si ricavano 12 sfere del diamelro di 18,5 mm = calibro 12; - anima cilindrica diametro 17,6: da I libbra di piombo si ricavano 16 sfere del diametro di 17,6 mm = calibro 16. La rosata dei pallini è l'area circolare entro la quale cade un determinato numero di pallini utili per abbattere la selvaggina.. Ad esempio a 35 metri il diametro della rosata utile è di circa cm. 70 usando pallini del n.7 sparati da un fucile di media strozzatura. Detenzione armi La legge consente di detenere: 1) tre armi comuni da sparo; 2) sei armi per uso sportivo; 3) nessun limite per le armi da caccia ( art.37 Comma2 L.N. 157/92) 4) otto armi antiche. 5) Cartucce a munizione spezzata ( a pallini) a) La cartuccia per un fucile ad anima liscia è composta da: bossolo : è la parte della cartuccia che contiene la carica esplosiva ed è costituita da tre parti: 1) il tubo di cartone o di plastica; 40 b) 2) il fondello che è la parte in materiale metallico che contiene l'innesco; 3) innesco ( o fulminante) è il punto che percosso accende la polvere della cartuccia. l'interno della cartuccia è formato da polvere, tappo, borra (cilindretto di feltro grassato o sughero o plastica) che può contenere il piombo (borra a bicchiere) e cartoncino di chiusura ed orlatura del bossolo che impedisce la caduta del piombo. Le polveri usate sono quelle di nitrocellulosa gelatinizzata che non temono né umidità né la bassa temperatura. Sono pure usate le polveri alla nitroglicerina. Le balistiti sono polveri composte al 50% da nitroglicerina e nitrocellulosa. I pallini usati per la caccia sono: da 0 a 13 ; lo zero è per la palla unica, il 13 è il più piccolo. Limite della detenzione del numero delle cartucce: a) b) e) d) fino a mille cartucce a pallini la detenzione è libera; oltre le mille cartucce ma meno di 1.500 è obbligatoria la denuncia all'Autorità di p.: oltre le 1.500 cartucce necessita la licenza deposito rilasciata dal Prefetto. per le cartucce a palla unica sia per le armi ad anima liscia che le carabine se ne possono detenere fino a 1.500 con obbligo della denuncia, alle Autorità di P.S. oltre le 1.500 occorre la licenza di deposito rilasciata dal Prefetto. Porto e trasporto di armi. a) b) c) d) Per " porto" si intende la possibilità di utilizzare immediatamente l'arma. Per " trasporto" si intende il trasferimento di un arma da un posto ad un altro. Il trasporto può avvenire nei seguenti modi: sui treni, sui veicoli il fucile deve essere scarico ed in busta chiusa; all'interno dei centri abitati, nei luoghi vietati all'attività venatoria e nei periodi e nei giorni non consentiti, il fucile deve essere trasportato scarico ed in custodia (fodero); per raggiungere le località di caccia dal 1 ° gennaio, le zone di gare per cani e le aziende agro venatorie, il fucile va trasportato in custodia purché scarica e smontata; l'attraversamento di strade, strade ferrate o zone intercluse tra zone autorizzate e non all'attività venatoria con l'arma montata purché scarica. Custodia In casa le armi devono essere custodite diligentemente, cioè non devono essere di facile possesso da parte di minori o di persone senza autorizzazione e pertanto debbono tenersi in armadi chiusi a chiave. Fuori casa le armi devono essere tenuti sotto costante controllo e non lasciate in piedi appoggiate a muri o appese ad alberi cariche. Manutenzione e controllo delle armi. Una scrupolosa manutenzione è il principale presupposto per la sicurezza del possessore dell'arma e per conservarne inalterata l'efficienza. E' buona norma, prima di maneggiare un'arma o di riporla, accertarsi che la stessa sia scarica; in tal modo si evitano incidenti causati dal trascurare tale accortezza. E' sempre opportuno, al rientro dalla battuta di caccia, pulire il fucile ed in particolare le canne che sono le parti più esposte all'azione di agenti corrosivi. La pulizia dell'intera arma si effettua usando prodotti specifici come solventi ed oli adatti. Al termine di ogni stagione venatoria è opportuno un controllo di tutte le parti che comprendono l'arma; in questo caso è buona norma rivolgersi ad un bravo armaiolo. Prevenzione incìdenti di caccia Ogni buon cacciatore deve rispettare le regole della prudenza: 1) caricare il fucile nel luogo di caccia accertandosi che le canne non siano ostruite; 2) le canne non vanno mai rivolte in direzione di compagni di caccia o in posizione orizzontale ma vanno rivolte sempre verso l'alto; 3) scaricare sempre l'arma nell'attraversare punti difficili come canali, fossi, siepi e reti o terreni scivolosi e ghiacciati; 4) non sparare se non è ben in vista la selvaggina; oltre il selvatico dietro un cespuglio o una siepe potrebbero trovarsi 41 persone o animali domestici: 5) evitare di farsi largo fra i cespugli o alberi con le canne del fucile; II fucile non va mai utilizzato per battere sui cespugli, cercando in tal modo di scovare il selvatico. 6) evitare di sparare su pietre, sull'acqua, i pallini possono rimbalzare e provocare incidenti; 7) non sparare a selvatici fuori tiro utile perché se feriti riusciranno a fuggire ed andranno a morire lontano dopo atroci sofferenze. 8) Prima dell'azione di fuoco, il campo visivo deve essere sgombero di ostacoli che possano deviare in modo accidentale ed imprevedibile lo sciame di pallini e/o la palla unica 9) Si deve sempre tenere a mente che la gittata della fucilata è sempre in relazione alla munizione utilizzata: 10) Una palla unica compie una traiettoria per oltre un chilometro e conserva un'energia cinetica tale da poter procurare lesioni gravi; 11) Uno sciame di pallini conserva un potere perforante (quindi altamente lesivo) anche ben oltre la sua traiettoria normale. Non poche volte, per l'elevata velocità del piombo all'uscita dalla canna, si effettua la fusione di due o più pallini raddoppiandone l'effetto traumatico. Distanze di sicurezza L'esercizio venatorio in vicinanza di una strada è consentito ad una distanza minima di: 50 metri con le spalle rivolte alla strada; in direzione della strada ad una distanza minima di 150 metri per fucili ad anima liscia oppure una volta e mezza la gittata dell'arma per le carabine. Distanze dalle case. La caccia è vietata per una distanza di 100 metri da case, fabbriche, edifici adibiti a posto di lavoro. E' vietato sparare in direzione degli stessi da distanza inferiore di 150 metri. Distanze da strade e ferrovie. La caccia è vietata per una distanza di 50 metri dalle strade (comprese quelle comunali non asfaltate) e dalle ferrovie. E' vietato sparare in direzione di esse da distanza inferiore a 150 metri oppure una volta e mezza la gittata dell'arma per le carabine. Distanze da mezzi agricoli. La caccia è vietata a una distanza Inferiore di 100 metri da macchine agricole in funzione. Distanze da animali domestici. La caccia nei fondi con presenza di bestiame è consentita solo ad una distanza superiore a metri 100 dalla mandria, dal gregge o dal branco. 42 DOMANDA RISPOSTA (A) RISPOSTA (B) RISPOSTA ESATTA VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ RISPOSTA (C) LA BINDELLA È PARTE DEI MECCANISMI CHE PORTANO ALL’ACCENSIONE DELL’INNESCO DELLA CARTUCCIA PARTE DEL CALCIO DEL FUCILE PARTE DELLE CANNE C IL FUCILE COME DEVE ESSERE TENUTO DAL CACCIATORE IN OCCASIONE DEL SUPERAMENTO DI UN OSTACOLO O DI UN FOSSO DURANTE L’ESERCIZIO VENATORIO PER EVITARE IL RISCHIO DI INCIDENTI? E’ SUFFICIENTE METTERE IL FUCILE IN SICUREZZA IN QUANTO TALE MANOVRA DA L’ASSOLUTA GARANZIA DI EVITARE LO SPARO IL FUCILE DEVE ESSERE SCARICATO IN QUANTO LA SICUREZZA BLOCCANDO SOLO IL GRILLETTO LA SICURA NON GARANTISCE CONTRO LO SPARO DI COLPI ACCIDENTALI NESSUNA CAUTELA PARTICOLARE B HANNO DIAMETRO MINORE I PALLINI N. 10, N. 5 O N. 00 ? QUELLI DEL NUMERO 10 QUELLI DEL NUMERO 5 QUELLI DEL NUMERO 00 A L’OTTURATORE È PARTE DEI MECCANISMI CHE PORTANO ALL’ACCENSIONE DELL’INNESCO DELLA CARTUCCIA PARTE DEL CALCIO DEL FUCILE PARTE DELLE CANNE DI UNA CARABINA A IL TALLONE È PARTE DEI MECCANISMI CHE PORTANO ALL’ACCENSIONE DELL’INNESCO DELLA CARTUCCIA PARTE DEL CALCIO DEL FUCILE PARTE DELLE CANNE DI UN BASCULANTE B LA PORTATA UTILE È LA DISTANZA ALLA QUALE I PROIETTILI SPARATI ARRIVANO PER ABBATTERE SICURAMENTE UN BERSAGLIO CENTRATO LA DISTANZA TRA IL PUNTO DI SPARO E IL PUNTO DI CADUTA PER INERZIA DEL PROIETTILE IL NUMERO DI PALLE CHE P OSSONO ESSERE CONTENUTE IN UNA CARTUCCIA A LA GITTATA MASSIMA È LA DISTANZA ALLA QUALE I PROIETTILI SPARATI ARRIVANO PER ABBATTERE SICURAMENTE UN BERSAGLIO CENTRATO LA DISTANZA TRA IL PUNTO DI IL NUMERO DI PALLE CHE SPARO E IL PUNTO DI CADUTA POSSONO ESSERE CONTENUTE PER INERZIA DEL PROIETTILE IN UNA CARTUCCIA B SI RITIENE CHE UN ANIMALE SELVATICO UN COLPO DI FUCILE VENGA ABBATTUTO QUALORA SIA COLPITO SPARATO DA MENO DI DA 50 METRI DI DISTANZA ALMENO 5 PALLINI DELLA UN FUCILE DI CALIBRO NUMERAZIONE ADATTA OPPORTUNO ALLA CACCIA DI QUEL TIPO DI SELVATICO B IN PERIODO DI DIVIETO DI CACCIA E' POSSIBILE PORTARE CON SE' L'ARMA? SI, PURCHE' SCARICA E POSTA IN CUSTODIA CHIUSA O SCARICA E SMONTATA NO B LA PORTATA UTILE IN UN FUCILE CAL. 12 20-50 METRI ARMATO DI CARTUCCE A PALLA UNICA È DI 50-100 METRI 50-70 METRI B IL PORTO D’ARMI HA VALIDITÀ DI 6 ANNI ED È RINNOVABILE ANNUALE B LA GITTATA MASSIMA IN UN FUCILE CAL.12 310 METRI ARMATO DI CARTUCCE A PALLA UNICA È DI 170 METRI ANCHE 1000 METRI C IN UNA CARTUCCIA SI PREVEDONO IN SERIE INNESCO-POLVERE-BORRAPARTENDO DAL FONDELLO PALLINI INNESCO-BORRA-PALLINIPOLVERE INNESCO-POLVERE-PALLINIBORRA A PER LA CACCIA ALLA LEPRE È OPPORTUNO UTILIZZARE CARTUCCE DEL N.10 CARTUCCE DEL N.3 CARTUCCE DEL N.0 B COME SI CHIAMA LA PARTE DELLA CANNA DI UN FUCILE CHE CONTIENE LA CARTUCCIA? ANIMA VOLATA CAMERA DI SCOPPIO C QUALE DEI SEGUENTI FUCILI E' PROIBITO PER LA CACCIA IN ITALIA? LA CARABINA CAL.22 lr. IL SOVRAPPOSTO CAL.12 IL MONOCANNA CAL.24 A LE STELLE RIPORTATE SULLA CANNA DI UN FUCILE INDICANO LA QUALITÀ DELLA CANNA LA STROZZATURA DELLA CANNA IL TIPO DI ACCIAIO UTILIZZATO PER LA COSTRUZIONE DELLA CANNA B LA STROZZATURA DELLE CANNE DI UN FUCILE CONSENTE LA CONCENTRAZIONE DELLA ROSATA UN AUMENTO DELLA DISTANZA IN CUI I PALLINI HANNO EFFETTO LETALE UNA MINORE USURA DELLE CANNE A IL TIRO D’ANTICIPO VIENE UTILIZZATO PER COLPIRE UN UCCELLO PRIMA DELL’INVOLO COLPIRE UN’ANIMALE IN MOVIMENTO COLPIRE UN’ANIMALE PRIMA CHE ESCA ALLO SCOPERTO B SI, PURCHE' MUNITO DI SPECIALE AUTORIZZAZIONE DI 6 ANNI MA NON È RINNOVABILE 43 RISPOSTA (A) RISPOSTA (B) RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA (C) IL FUCILE AD ANIMA RIGATA È ‘ CARATTERIZZATO DA L’ESTERNO DELLA DA UNA USURA ECCESSIVA CANNA PERCORSO DELL’INTERNO DELLE CANNE DA RIGATURE PER LA VENTILAZIONE DELLE CANNE L’INTERNO DELLE CANNE PERCORSE DA RIGATURE EQUAMENTE INTERVALLATE C LA CARABINA È UN FUCILE AD ANIMA LISCIA UN COMBINATO UN FUCILE AD ANIMA RIGATA C PUO' ESSERE UTILIZZATA UN'ARMA DA CACCIA APPARTENENTE AD ALTRO CACCIATORE? SI,PURCHE' SIA UN FUCILE CON CANNA AD ANIMA LISCIA NO SI,PURCHE' A TITOLO DI COMODATO (PRESTITO) C NEI CALIBRI NOMINALI DI SOLITO LA SECONDA CIFRA INDICA IL PESO DEL PIOMBO IL PESO DELLA POLVERE L'ALTEZZA DEL BOSSOLO A VUOTO C IL COLLARINO È PARTE DEL BOSSOLO È PARTE DEL FUCILE AD ANIMA RIGATA È PARTE DELL'OTTICA A UNA CARABINA BASCULANTE A DUE CANNE DI CUI UNA RIGATA ED UNA LISCIA SI CHIAMA ? DRILLING AUTOMATICA BILLING COMBINATO C PER ABBATTERE UN ANIMALE È PIÙ OPPORTUNO AVVICINARSI IL PIÙ POSSIBILE ALL'ANIMALE SPARARE PIÙ COLPI USARE UN'ARMA POTENTE CHE CONSENTA UN TIRO CON MASSIMA PORTATA UTILE A UN ANIMALE FERITO DEVE ESSERE LASCIATO AI SUOI PREDATORI RECUPERATO NATURALI SEGNALATO AD ALTRI CACCIATORI B LA GITTATA MASSIMA DI UN FUCILE AD ANIMA RIGATA PUÒ RAGGIUNGERE ANCHE I 2 KM. ANCHE I 3 KM ANCHE I 5 KM C CONTENERE I PALLINI CONTENERE IL PIOMBO A PUO' SCOPPIARE LA CANNA C QUAL'E' LA FUNZIONE DELL'INNESCO IN UNA INCENDIARE LA POLVERE CARTUCCIA? CHE COSA SUCCEDE SE UN CACCIATORE SPARA CON UNA CANNA OTTURATA? NON SI INCENDIA LA POLVERE I PALLINI SI DISPERDONO COLPO ASSOLUTAMENTE DA EVITARE SU UN AL CUORE UNGULATO IN FRONTE ALL'INTESTINO C QUAL'E' LA FUNZIONE DEL COLLARINO IN UN BOSSOLO? PURAMENTE ESTETICA INCENDIARE LA POLVERE AGGANCIARE L'ESTRATTORE C L'ANIMALE, DOPO L'ABBATTIMENTO, DEVE ESSERE AL PIÙ PRESTO APPESO A FROLLARE EVISCERATO CON CURA RIPOSTO NELLO ZAINO B SE L'UNGULATO È STATO COLPITO ALL'ADDOME BISOGNA ASPORTARE COMPLETAMENTE LA PARTE INTERESSATA DALL'EMORAGGIA BISOGNA DISTRUGGERE LA CARCASSA L'EVISCERAZIONE DEVE ESSERE INTEGRATA DA UN'ACCURATA SCIACQUATURA DELLA CARCASSA CON ACQUA CORRENTE C DOPO OGNI BATTUTA DI CACCIA È BENE PULIRE CON GLI APPOSITI OLI IL FUCILE È BENE SMONTARE COMPLETAMENTE L'ARMA È BENE SOSTITUIRE LE CARTUCCE NON UTILIZZATE A IL PROIETTILE DI UN FUCILE PERCORRE UNA SEMPRE RETTILINEA TRAIETTORIA PUÒ SUBIRE DEVIAZIONI QUANDO IMPATTA CORPI SOLIDI E/O LIQUIDI PUÒ SUBIRE DEVIAZIONI QUANDO IMPATTA SOLO CONTRO CORPI SOLIDI CONSISTENTI (ALBERI, MASSI) B IL SOVRAPPOSTO CAL 24 È UN FUCILE AD ANIMA LISCIA UN COMBINATO UN FUCILE AD ANIMA RIGATA A PER PORTARE IL PROPRIO FUCILE ALL'ESTERO E' NECESSARIO: FARE LA LICENZA DI CACCIA NELLO STATO ESTERO AVERE IL PERMESSO DELL' AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE ESSERE AUTORIZZATO ALL'ESPORTAZIONE TEMPORANEA DALL'AUTORITA' DI PUBBLICA SICUREZZA C QUANTE CARTUCCE A PALLINI PUO' DETENERE UN CACCIATORE SENZA L'OBBLIGO DELLA DENUNCIA? MILLE MILLECINQUECENTO DUEMILA A A COSA CORRISPONDE IL CALIBRO (ESEMPIO 12) DI UN FUCILE A PALLINI AD ANIMA LISCIA? AL DIAMETRO DELLA CANNA ESPRESSO IN MILLIMETRI AL PESO DELLA CARICA MASSIMA DI PALLINI UTILIZZABILI CON QUEI FUCILI AL NUMERO DI PALLE SFERICHE DI DIAMETRO PARI A QUELLO DELLA CANNA RICAVABILI DA UNA LIBBRA DI PIOMBO C PER LA CACCIA AI TORDI BOTTACCI QUALI CARTUCCE E' OPPORTUNO USARE ? QUELLE CON PALLINI DI PIOMBO N. 00 E 1 QUELLE CON PALLINI DI PIOMBO N. 3, 4 O 5 QUELLE CON PALLINI DI PIOMBO N. 10,11,12 C 70 /80METRI CIRCA 95/120 METRI CIRCA A QUAL'E' LA DISTANZA DI TIRO UTILE PER UN 35/50 METRI CIRCA FUCILE A CANNA LISCIA CON MUNIZIONE SPEZZATA? 44 RISPOSTA (A) RISPOSTA (B) RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA (C) E' CONSENTITO L'USO DEL FUCILE A CANNE SOVRAPPOSTE? SI NO SOLO AL DI FUORI DELLA ZONA ALPI A IL SEMIAUTOMATICO E': UN FUCILE A PIU' COLPI UN COMBINATO UN FUCILE CON PUNTAMENTO AUTOMATICO (RAGGIO LASER) A A QUANTI METRI CON UN FUCILE CAL. 12 SI PUO' ABBATTERE UN FAGIANO? 150/200 METRI 100/150 METRI 30/50 METRI C IL CALIBRO DI UN FUCILE A CANNA RIGATA E' DETERMINATO IN FUNZIONE: DELLA LUNGHEZZA DELLE CANNE DELLO SPESSORE DELLE CANNE DEL DIAMETRO INTERNO DI FORATURA DELLE CANNE C COME SI CHIAMA LA PARTE ANTERIORE DELLA CANNA? BASCULA VOLATA BINDELLA B QUAL'E' IL CALIBRO MASSIMO CONSENTITO PER LE ARMI DA CACCIA A CANNA LISCIA? IL 12 IL 36 IL 20 A CHE TIPO DI MUNIZIONE SI PUO' USARE NELLA CACCIA AGLI UNGULATI? A PALLA A MUNIZIONE SPEZZATA A PALLA E A MUNIZIONE SPEZZATA A QUANDO E' DA CONSIDERARSI IN POSIZIONE DI SICUREZZA UN FUCILE HAMMERLESS? QUANDO I CANI SONO ALZATI QUANDO I CANI SONO ABBASSATI QUANDO L'APPOSITA LEVETTA E' IN POSIZIONE DI SICUREZZA C QUALE DEI SEGUENTI TIPI D'ARMA SONO CONSIDERATI A CANNA RIGATA? LA DOPPIETTA L'AUTOMATICO LA CARABINA C LA DENUNCIA DI UN'ARMA A CHI DEVE ESSERE INOLTRATA? ALLA QUESTURA O AI CARABINIERI ALL'UFFICIO CACCIA DELLA PROVINCIA ALL'ASSESSORATO CACCIA DELLA REGIONE A CHE TIPO DI PALLINI E' OPPORTUNO USARE PER LA CACCIA ALLA BECCACCIA ? PALLINI IDEALI N. 3 PALLINI IDEALI 8/10 PALLINI IDEALI N. 5 B CHE TIPO DI PALLINI E' OPPORTUNO USARE PER LA CACCIA ALLA STARNA ? PALLINI IDEALI N.1 PALLINI IDEALI N. 7 PALLINI IDEALI N. 11 B COME SI CHIAMA LA PARTE POSTERIORE DELLA CANNA? BASCULA CARCASSA CAMERA DI CARTUCCIA C CHE TIPO DI PALLINI E' OPPORTUNO USARE PER LA CACCIA ALLA QUAGLIA? PALLINI IDEALI N. 8 PALLINI IDEALI N. 12 PALLINI IDEALI N. 4 A DOVENDO PERCORRERE UNA STRADA COMUNALE, COME DEVE ESSERE TENUTO IL FUCILE? CARICO MA IN SICURA IN SICURA, MA ABBASSATO SCARICO C QUAL'E' LA VELOCITA' INIZIALE NORMALE DELLE PALLE NELLE CARABINE ? CIRCA MILLE METRI AL SECONDO DUEMILA METRI AL SECONDO MENO DI CINQUECENTO METRI AL SECONDO A A CHE DISTANZA E' POSSIBILE ABBATTERE UNA LEPRE CON PALLINI N.3 ? A 40/50 METRI CIRCA A 75 METRI CIRCA A 100 METRI CIRCA A DOVE SONO ALLOGGIATI I CONGEGNI DI SCATTO E DI PERCUSSIONE IN UN SOVRAPPOSTO O IN UNA DOPPIETTA? NELLA BASCULA NELLA CAMERA DI SCOPPIO NELLA CULATTA A A CHE DISTANZA E' POSSIBILE ABBATTERE UN TORDO CON PALLINI N. 10? A 60 METRI CIRCA A 75 METRI CIRCA A 30 METRI CIRCA C A CHE DISTANZA E' POSSIBILE ABBATTERE UN FAGIANO CON PALLINI N.4 ? A 95 METRI CIRCA A 65 METRI CIRCA A 30/35 METRI CIRCA C DI QUANTI GRAMMI E' LA DOSE NORMALE DI DI 20/30 GRAMMI CIRCA PIOMBO NEL CAL. 12? DI 25 /40 GRAMMI CIRCA DI 28/36 GRAMMI CIRCA C CHE COS'E' LA BORRA DELLA CARTUCCIA? L'ELEMENTO INTERPOSTO TRA POLVERE E PIOMBO LA PARTE DI IL FONDELLO INTERNO DEL BOSSOLO CHE SERVE BOSSOLO PER CHIUDERE LA CARTUCCIA A UN FUCILE SEMIAUTOMATICO DOVE HA IL CANE? ESTERNO NEL VIVO DI VOLATA NELLA CARCASSA C QUANTI COLPI HA UN FUCILE SEMIAUTOMATICO? UNO DUE PIU' DI DUE C CHE COSA S'INTENDE PER MUNIZIONE SPEZZATA ? LA CARTUCCIA CARICATA A PALLINI LA CARTUCCIA A PALLA CON FRATTURA PREDISPOSTA A SCHEGGE LA CARTUCCIA TAGLIATA A META' SENZA PIOMBO PER TIRI A SALVE A E' CONSENTITO USARE LA CARABINA CAL. 22LR? SEMPRE MAI SOLO PER LA CACCIA ALLA VOLPE B DOV'E' LA SICURA IN UN FUCILE A CANI ESTERNI? SOPRA IL CALCIO DI FIANCO AL CALCIO NEI CANI ABBASSATI C 45 RISPOSTA (A) RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA (B) RISPOSTA (C) LE ARMI BASCULANTI DEVONO ESSERE APERTE PER HANNO UNA BASCULA CARICARE L’ARMA PARTICOLARMENTE INTARSIATA HANNO LE CARTUCCE NELLA BASCULA A DELLA VENDITA HANNO L’OBBLIGO DI COMUNICAZIONE ALL’AUTORITÀ DI P.S. L’ACQUIRENTE IL VENDITORE SIA L’ACQUIRENTE, SIA IL VENDITORE C IN UNA CARABINA CAL.243 IL CALIBRO E' ESPRESSO IN : MILLIMETRI MILLESIMI DI POLLICE LIBBRE B OGNI QUALVOLTA VENGA TRASFERITO IL LUOGO DI DETENZIONE DI UN’ARMA USO CACCIA NECESSITA RIPETERE LA DENUNCIA ALL’AUTORITÀ DI P.S. TERRITORIALMENTE COMPETENTE TRASPORTARLA CON IL PORTO D’ARMI NON FARE NULLA A LE CARTUCCE PER FUCILI DA CACCIA A “MUNIZIONE SPEZZATA” CHE NON SUPERINO LE 1000 UNITÀ VANNO SEMPRE DENUNCIATE VANNO SEMPRE ALL’AUTORITÀ DI P.S. DENUNCIATE AL SINDACO NON VANNO DENUNCIATE ALL’AUTORITÀ DI P.S. C IL SEMIAUTOMATICO È DOTATO DI DUE CANNE UNA CANNA UN SISTEMA DI PUNTAMENTO CHE RICERCA LA PREDA B SI PUO' LASCIARE IL FUCILE DA CACCIA DENTRO L'AUTOMOBILE CHIUSA E CON L'ANTIFURTO INSERITO? SI, MA SOLO SE SCARICO SOLO NEI GIORNI DI ATTIVITA' VENATORIA CONSENTITA NO,PERCHE' SI CONFIGUREREBBE IL REATO DI OMESSA CUSTODIA DILIGENTE DELL'ARMA C IL CASTELLO DI UN FUCILE SEMIAUTOMATICO ALLOGGIA I MECCANISMI DI PERCUSSIONE, DI CHIUSURA E DI ARMAMENTO DELL’ARMA I SISTEMI DI MIRA DELL’ARMA LE CARTUCCE DA SPARARE SUCCESSIVAMENTE A LE DOPPIETTE AD ANIMA LISCIA SI COMPONGONO ESSENZIALMENTE DI CALCIOLO, CAMERA DI SCOPPIO E MIRINO ASTINA, BINDELLA E OTTURATORE CALCIO, BASCULA E CANNE C L’UNITÀ DI MISURA DEL FUCILE È IL PESO IL NUMERO DI CARTUCCE UTILIZZABILI IL CALIBRO C IL VIVO DI VOLATA È IL FORO D’USCITA DELLA CANNA DEL FUCILE LA PORTATA UTILE PER COLPIRE UN UCCELLO IN VOLO IL DIAMETRO DELLA ROSATA DEI PALLINI IN VOLO A CHI PUO' ACQUISTARE UN'ARMA DA FUOCO IN ARMERIA O DA UN PRIVATO CITTADINO? CHIUNQUE, PURCHE' INCENSURATO SOLO I CITTADINI IN POSSESSO DI PORTO D'ARMI I CITTADINI MAGGIOREN NI IN POSSESSO DI LICENZA DI PORTO D'ARMI O DI UN NULLA OSTA RILASCIATO DALLA QUESTURA C CHI PUO' DETENERE LEGITTIMAMENTE UN'ARMA DA FUOCO? CHI E' IN POSSESSO DI SOLO I CITTADINI IN LICENZA DI PORTO D'ARMA O POSSESSO DI PORTO D'ARMI NULLA OSTA PER LA DETENZIONE RILASCIATO DALLA QUESTURA OLTRE I CACCIATORI ANCHE COLORO CHE HANNO EREDITATO O RICEVUTO IN DONAZIONE L'ARMA A DOPO AVER ACQUISTATO LEGITTIMAMENTE UN'ARMA, IL DETENTORE HA L'OBBLIGO DI: ANDARE AL POLIGONO ED ESERCITARSI AL SUO USO FARE, ENTRO 72 ORE, DENUNCIA DI DETENZIONE ALL'AUTORITA' DI PUBBLICA SICUREZZA COMPETENTE PER TERRITORIO PULIRLA IN OGNI SUA PARTE E RIPORLA IN ADEGUATO CONTENITORE DOPO AVERLA OLIATA B IL FUCILE DA CACCIA PUO' ESSERE CEDUTO IN PRESTITO AD ALTRO CACCIATORE IN POSSESSO DI REGOLARE PORTO D'ARMI SENZA DENUNCIA ALL'AUTORITA' DI P.S.? NO SI, DURANTE UNA PARTITA DI SI, PURCHE' LA DURATA NON CACCIA O UN TURNO DI GARA SUPERI LA STAGIONE VENATORIA E' AMMESSA LA CESSIONE IN COMODATO D'USO DI UN'ARMA DA CACCIA AD ALTRO CACCIATORE IN POSSESSO DI REGOLARE PORTO D'ARMI? SI, PURCHE' SE NE FACCIA AL NO PIU' PRESTO (MASSIMO 2 O 3 GIORNI) REGOLARE DENUNCIA ALL'AUTORITA' DI P.S. SI, PURCHE' IL BENEFICIARIO RISIEDA NELLA STESSA PROVINCIA A A SEGUITO DI CAMBI DI RESIDENZA IL LEGITTIMO DETENTORE DI UN'ARMA DA FUOCO HA L'OBBLIGO DI RINNOVARE LA DENUNCIA ALL'AUTORITA' DI P.S.? NO, SE MANTIENE VALIDITA' LA SUA LICENZA DI PORTO D'ARMI SOLO SE IL NUOVO LUOGO DI DETENZIONE E' AL DI FUORI DAL PRECEDENTE COMUNE DI RESIDENZA SI, IN OGNI CASO C QUANTE CARTUCCE A MUNIZIONE SPEZZATA PER FUCILE DA CACCIA E' CONSENTITO AL CACCIATORE DETENERE SENZA SPECIFICA DENUNCIA ALL'AUTORITA' DI P.S.? NON OLTRE LE MILLE UNITA' NON ESISTE ALCUN LIMITE NON OLTRE LE CINQUECENTO UNITA' A 46 B RISPOSTA (A) RISPOSTA (B) RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA (C) QUANTE CARTUCCE A PALLA UNICA PER CARABINA O FUCILE AD ANIMA LISCIA IL CACCIATORE PUO' DETENERE SENZA L'OBBLIGO DI DENUNCIA ALL'AUTORITA' DI P.S.? NESSUNA DIECI IL COSIDDETTO PORTO D'ARMI USO CACCIA DA QUALI DOCUMENTI AUTORIZZATIVI E' COSTITUITO? DAL NULLA OSTA DELLA QUESTURA PER L'ACQUISTO E USO DELLE ARMI DA UN LIBRETTO DI PORTO DAL TESSERINO D'ARMA CON FUNZIONE REGIONALE IDENTIFICATIVA DEL TITOLARE E DA UNA LICENZA CHE RIVESTE UNA FUNZIONE ABILITATIVA ALLO SPECIFICO USO VENATORIO B IL PORTO D'ARMI PER USO CACCIA E' RILASCIATO PER UNA DURATA DI: ANNI CINQUE ED E' VALIDO ANNUALMENTE SOLO SE ACCOMPAGNATO DAL TESSERINO REGIONALE ANNI CINQUE E LA SUA VALIDITA' ANNUALE E' SUBORDINATA AL PAGAMENTO DI UNA TASSA DI CONCESSIONE GOVERNATIVA ANNI SEI E LA SUA VALIDITA' ANNUALE E' SUBORDINATA AL PAGAMENTO DI UNA TASSA DI CONCESSIONE GOVERNATIVA C IL PORTO D'ARMI PER USO CACCIA ABILITA IL TITOLARE OLTRE CHE PER L'ESERCIZIO VENATORIO A TRASPORTARE L'ARMA DA CACCIA IN ALTRE CIRCOSTANZE? NO, MAI SEMPRE E COMUNQUE PURCHE' IN CUSTODIA SI', PURCHE' SUSSISTANO GIUSTIFICATI MOTIVI QUALI RIPARAZIONE DELLA STESSA, MANUTENZIONE, ECC. C UN'ARMA ADIBITA ALL'ESERCIZIO VENATORIO COME DEVE ESSERE CONSIDERATA DAL CACCIATORE CHE LA MANEGGIA? COME STRUMENTO CHE PUO' ESSERE ESTREMAMENTE PERICOLOSO E QUINDI VA GESTITO E UTILIZZATO CON CAUTELA UNO STRUMENTO ALTAMENTE TECNOLOGICO DA TRATTARE CON ATTENZIONE E DELICATEZZA UNO STRUMENTO CHE GLI CONSENTE DI SODDISFARE LE SUE ESIGENZE VENATORIE A IN QUALI CATEGORIE SI SUDDIVIDONO LE ARMI LUNGHE DA CACCIA? FUCILI CON CANI ESTERNI OVVERO FUCILI CON MECCANISMI DI PERCUSSIONE INTERNI FUCILI CON CANNA AD ANIMA ARMI DA FUOCO O FUCILI AD LISCIA E FUCILI CON CANNA ARIA COMPRESSA AD ANIMA RIGATA (CARABINE) B COSA SI INTENDE PER FUCILI "COMBINATI"? FUCILI STRUTTURATI CON CANNA/E AD ANIMA LISCIA ABBINATA CON CANNA/E AD ANIMA RIGATA FUCILI CHE POSSONO SPARARE COLPI SINGOLI O A RAFFICA FUCILI COMPOSTI DA UNA SERIE DI PARTI ASSEMBLABILI TRA LORO A QUALI CARATTERISTICHE EVIDENZIA UN FUCILE SEMIAUTOMATICO A CANNE LISCIE PER USO CACCIA? SPARA PIU' COLPI A RAFFICA E' DOTATO DI UN SISTEMA FISSO A DUE CANNE E DI UN SERBATOIO NEL QUALE SONO ALLOGGIATE UN NUMERO VARIABILE DI CARTUCCE E' STRUTTURATO CON UN SISTEMA FISSO A CANNA UNICA E UN SERBATOIO DOTATO DI UN RIDUTTORE CHE LIMITA L'ALLOGGIAMENTO AL SUO INTERNO DI UN SOLO COLPO PER LA ZONA ALPI O DUE IN PIANURA C QUAL E' L'UNITA' DI MISURA CHE CARATTERIZZA UN FUCILE? IL CALIBRO (DIAMETRO INTERNO) DELLA CANNA LA LUNGHEZZA DELLA CANNA IL PESO DELL'ARMA A LA POTENZIALITA' DI OFFESA DELLA PROPRIA ARMA IN FUNZIONE DELL'ABBATTIMENTO DEI SELVATICI E DELLA SICUREZZA IN GENERALE E' DEDUCIBILE DA: MARCA DI CARTUCCE UTILIZZATE STROZZATURE IMPIEGATE PORTATA UTILE E GITTATA MASSIMA C DEFINIZIONE CORRETTA DI PORTATA UTILE: E' LA DISTANZA TRA IL PUNTO E' LA DISTANZA ALLA QUALE I E' LA DISTANZA CHE SI PUO' DI SPARO E LA CADUTA DEL PROIETTILI SPARATI RAGGIUNGERE PORTANDO PROIETTILE UCCIDONO SICURAMENTE IL UN FUCILE DI QUEL PESO SELVATICO, SE COLPITO CORRETTAMENTE B DEFINIZIONE CORRETTA DI GITTATA MASSIMA: E' LA DISTANZA ENTRO LA E' LA DISTANZA TRA IL PUNTO E' LA CARICA PIU' POTENTE QUALE SI PUO' ABBATTERE IL DI SPARO E IL PUNTO DI CHE IL FUCILE PUO' SELVATICO CADUTA DEL PROIETTILE SOPPORTARE CHE NON HA INCONTRATO IL BERSAGLIO B DA COSA E' CONDIZIONATA LA "GITTATA MASSIMA"? DALL'ANGOLO DELLA LINEA DALLA MIRA DEL DI SPARO RISPETTO AL CACCIATORE TERRENO, DAL PESO DEL PROIETTILE E DALLA CARICA UTILIZZATA DALLA LUNGHEZZA DELLA CANNA A DUE B L'ABBATTIMENTO ISTANTANEO DI UN DIECI SELVATICO SI RITIENE SIA GARANTITO DA UN NUMERO DI PALLINI A SEGNO PARI A: CINQUE CENTO A 47 RISPOSTA (A) RISPOSTA (B) RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA (C) LA "STROZZATURA" DI UN FUCILE A CANNE AD ANIMA LISCIA SI CONCRETIZZA IN: NELLA RIDUZIONE DEL UNA SOTTOCALIBRATURA UN RESTRINGIMENTO DELLA DIAMETRO DELLA CAMERA DI LUNGO TUTTA LA CANNA DEL CANNA NEL TRATTO SCOPPIO FUCILE PROSSIMO AL VIVO DI VOLATA C AUMENTANDO LA STROZZATURA DI UN FUCILE A CANNE AD ANIMA LISCIA, SI AUMENTA: IL TIRO UTILE LA GITTATA LA PENETRAZIONE DEI PALLINI A UNA CANNA AD ANIMA LISCIA CONTRASSEGNATA CON 4 STELLE E' PIU' O MENO STROZZATA DI UN'ALTRA CONTRASSEGNATA CON 1 STELLA? PIU' STROZZATA MENO STROZZATA LE STELLE INCISE ALLA BASE DELLE CANNE NON INDICANO LA STROZZATURA B E' CORRETTO USARE PALLE SINGOLE IN CANNE AD ANIMA LISCIA MOLTO STROZZATE? SI', PERCHE' NONOSTANTE LA STROZZATURA IL CALIBRO DEL FUCILE NON CAMBIA NO, PERCHE' LA PALLA SI FERMEREBBE AL VIVO DI VOLATA NO, SIA PERCHE' SI DETERMINA SCARSA PRECISIONE NELL'ARMA CHE PER MOTIVI DI SICUREZZA C QUALI MUNIZIONI A PALLA FRANCA SI POSSONO UTILIZZARE IN UN FUCILE AD ANIMA LISCIA MOLTO STROZZATO? INVARIABILMENTE OGNI TIPO SOLO LE CARTUCCE DI CARTUCCIA DELLO BRENNEKE STESSO CALIBRO MESSE IN COMMERCIO CARTUCCE A PALLA SOTTOCALIBRATA C IN CHE COSA DIFFERISCONO LE CARABINE RISPETTO AI FUCILI AD ANIMA LISCIA? DA SISTEMI DI PUNTAMENTO PIU' SOFISTICATI DA RIGATURE EQUAMENTE INTERVALLATE AD ANDAMENTO ELICOIDALE INTERNE ALLA CANNA DAL VIVO DI VOLATA PREDISPOSTO PER COLLOCARVI IL SILENZIATORE B IN QUALE TIPOLOGIA DI ESERCIZIO DI ATTIVITA' VENATORIA E' CONSENTITO L'USO DEL FUCILE AD ANIMA RIGATA? ESCLUSIVAMENTE PER LA CACCIA IN ZONA ALPI ESCLUSIVAMENTE PER LA CACCIA DA ALTANA ESCLUSIVAMENTE PER LA CACCIA AGLI UNGULATI, CINGHIALE COMPRESO, E VOLPE C CHE COSA RAPPRESENTA IL CALIBRO NEL FUCILE AD ANIMA RIGATA LA DISTANZA CHE INTERCORRE TRA I "PIENI" DI DUE RIGHE DIAMETRALMENTE OPPOSTE LA DISTANZA CHE INTERCORRE TRA I DUE VUOTI ALL'INTERNO DELLA CANNA IL DIAMETRO MISURABILE ALLA CULATTA DELLA CANNA A E' CONSENTITO PER LA CACCIA L'UTILIZZO DI ARMI RIGATE CON MUNIZIONAMENTO A PERCUSSIONE ANULARE? SOLO PER LA CACCIA DI SELEZIONE ASSOLUTAMENTE MAI SOLO PER CARABINE SEMIAUTOMATICHE NELLA CACCIA AL CINGHIALE B COSA STANNO AD INDICARE I NUMERI CHE CARATTERIZZANO LE CARTUCCE PER CARABINA, QUALI 6,5 X 57? I 6,5 IL CALIBRO E 57 IL DIAMETRO DEL BOSSOLO FATTORI CHE CONSENTONO, TRAMITE LA MOLTIPLICAZIONE, DI DEFINIRE IL TIRO UTILE DELLA CARTUCCIA 6,5 IL DIAMETRO DELL'OGIVA E 57 L'ALTEZZA DEL BOSSOLO, ESPRESSI IN MILLIMETRI C QUALI PALLINI CONTENUTI IN UNA CARTUCCIA TRA QUELLI SOTTOELENCATI HANNO IL DIAMETRO MAGGIORE? N. 4 N. 10 N. 0 C DOVE SI TROVANO I CONGEGNI DI PERCUSSIONE IN UN FUCILE A CANNA LISCIA CALIBRO 12? NELLA CAMERA DI SCOPPIO NELLA CULATTA NELLA BASCULA C LA COSIDDETTA "SICURA" IN UN I GRILLETTI FUCILE A CANNE LISCE CALIBRO 12 BLOCCA: I CONGEGNI DI PERCUSSIONE E SCATTO LA FUORIUSCITA DEI PALLINI SUL VIVO DI VOLATA A IN CASO DI CADUTA A TERRA DEL FUCILE AD ANIMA LISCIA CARICO ED IN SICURA SI HA LA CERTEZZA CHE NON POSSANO ESPLODERE UNO O DUE COLPI? NO SI' DIPENDE COME IL FUCILE IMPATTA SUL TERRENO A QUAL E' IL TIRO UTILE DI UN FUCILE CALIBRO 12 ARMATO DI CARTUCCIA CON PALLINI N. 4? 35 METRI C.A. 50 METRI C.A. 75 METRI C.A. A DI NORMA IN UN FUCILE A DUE CANNE LISCE LA CARTUCCIA CON PALLINI DI DIAMETRO PIU' PICCOLO VIENE INSERITA : IN "PRIMA CANNA" IN "SECONDA CANNA" INVARIABILMENTE NELLA PRIMA O NELLA SECONDA CANNA A 48 Tutela della natura e principi di salvaguardia della produzione agricola con particolare riferimento al territorio siciliano 49 Tutela della natura e principi di salvaguardia della produzione agricola con particolare riferimento al territorio siciliano Concetto di equilibrio della natura Ecosistemi-Bìotipi L’ecologia è la scienza che studia i rapporti tra gli esseri viventi e l'ambiente in cui vivono. L'ambiente è caratterizzato oltre che da popolazioni di esseri viventi, anche da componenti non viventi, che hanno comunque molta importanza per la vita stessa; basti pensare al terreno, all'acqua, ai minerali, all'atmosfera, etc.. Questo delicato insieme costituisce un ecosistema. Esempi di ecosistema possono essere uno stagno, un bosco, una pozza d'acqua, etc. La parte inanimata dell'ecosistema è chiamato biotopo, mentre le piante, gli animali, i batteri presenti realizzando rapporti d'indipendenza tra loro, formano delle comunità biologiche dette biocenosi. La biocenosi non va intesa come una struttura statica ma come una struttura biologica dinamica. Tuttavia l'equilibrio può essere rotto a causa della scomparsa o della eliminazione di una specie che viene sostituita da un'altra tra quelle presenti nell'ecosistema; in tal modo l'equilibrio viene così ristabilito, anche se in maniera diversa da quella originaria. Gli ecosistemi naturali, quali un lago, una faggeta o un pascolo d'alta montagna sono in genere ecosistemi molto complessi e proprio la complessità dell'ecosistema ne assicura la possibilità di autoregolazione . In un ecosistema le singole specie di organismi, nutrendosi l'una a spese di altre, costituiscono una catena, alimentare. Nelle catene alimentari ogni specie costituisce una tappa o anello. La posizione occupata nella catena è detto livello trofico. Una catena alimentare schematicamente può essere rappresentata con un triangolo isoscele alla cui base vi sono gli organismi produttori, cioè le piante che, essendo organismi autotrofi, utilizzando l'energia solare, sintetizzano i composti organici a partire dall'acqua e dall'anidride carbonica. Il secondo livello trofico è costituito dagli erbivori che sono i consumatori di piante verdi. Il terzo livello trofico è costituito dai carnivori che mangiano gli erbivori. Il quarto livello trofico è costituito dai carnivori secondari che mangiano i carnivori. A titolo di esempio, la categoria dei rapaci si inserisce tra i carnivori secondari, dove il falco pellegrino si nutre di uccelli insettivori (III livello trofico), la cui dieta prevalente è costituita da insetti (II livello trofico), che a loro volta vivono a spese delle piante (I livello trofico). Vi è da precisare che in ogni passaggio trofico si ha una notevole perdita di biomassa perché gran parte di questa viene utilizzata come fonte energetica. Pertanto, in un sistema in equilibrio, a fronte di un elevato numero di produttori, il numero di consumatori non può essere molto numeroso. In un ecosistema concludono il ciclo trofico i decompositori (es. batteri) che trasformano la materia organica in materia inorganica. Habitat Proprio come una casa, l'ambiente è il luogo dove vivono gli esseri viventi. Ne consegue che ogni essere vivente, per essere presente in un determinato ambiente deve trovare in esso le condizioni per potere vivere, nutrirsi, riprodursi. Un ambiente vario, ricco di diverse componenti vegetali ed animali, offre maggiori garanzie di sopravvivenza per molte specie, mentre un ambiente che non soddisfa le esigenze della specie, diventa per essa inospitale fino a determinarne la rarefazione o addirittura la scomparsa della stessa. Vi sono poi alcune specie definite "chiave" la cui presenza fornisce indicazioni chiare sullo stato di salute dell'ambiente. E' il caso del monitoraggio che viene effettuato sui rapaci che rivestono pertanto il ruolo di "indicatori ecologici"; così come la presenza di alcuni organismi animali in un corso d’acqua dà indicazioni sulle condizioni ambientali del corso d'acqua stesso. Zone umide 50 La Convenzione di Ramsar sugli ambienti umidi d'importanza internazionale, adottata nel 1971, definisce zone umide "tutti gli acquitrini, le paludi, le torbiere, le acque libere naturali e artificiali, temporanee o permanenti, ferme o correnti, dolci, salmastre o salate, inclusi i tratti di mare la cui profondità durante la bassa marea non sia superiore ai sei metri". A seguito dell'adozione di tale convenzione, ogni Stato membro ha indicato le zone umide di importanza internazionale, impegnandosi a promuovere in tali zone iniziative volte alla tutela e salvaguardia degli uccelli acquatici. Tale convenzione viene fuori in un periodo in cui è sul finire una fase di distruzione intensa delle zone umide. Infatti, per motivi legati a scelte economiche o per problemi socio-sanitari sono state distrutte su ampia scala le zone umide. In Sicilia la maggiore scomparsa degli ambienti umidi è avvenuta tra il 1920 ed il 1950. Le zone umide in Sicilia ad oggi non sono molto abbondanti. Gli invasi artificiali, realizzati nell'ultimo trentennio mediante la costruzione di dighe per l'utilizzo delle acque in agricoltura e per fini potabili, ne costituiscono la maggior parte. Oggi in Sicilia esistono una trentina di invasi artificiali, che pur essendo caratterizzati da notevoli fluttuazioni del livello dell'acqua e da una conseguente scarsezza della vegetazione riparia, presentano durante l'inverno notevoli contingenti di uccelli acquatici svernanti . Gli invasi, trovandosi molti di essi lungo le principali rotte di migrazione, costituiscono luogo di sosta fondamentali per gli uccelli migratori durante i lunghissimi viaggi. Le zone umide sono ambienti di altissima valenza ambientale, cui sono legate moltissime specie di uccelli acquatici, anche se è pur vero che il lago è un ecosistema molto delicato, caratterizzato da un ricambio molto lento e in cui ha molta importanza la stabilità delle catene alimentari. Nella provincia di Palermo gli invasi in cui si osservano maggiori contingenti di uccelli acquatici svernanti sono il Poma ed il lago di Piano degli Albanesi. Le specie legate a questo tipo di ambiente lacustre sono soprattutto le anatre (germano reale, fischione, moriglione codone, mestolone, moretta, moretta tabaccata etc.), il gruppo dei trampolieri (airone cenerino, airone bianco, garzetta, nitticora etc..), il gruppo dei limicoli (pavoncella, beccaccino, pantana, gambecchio, pettegola etc..), i rallidi (folaga, gallinella d'acqua), lo svasso maggiore, il tuffetto, alcuni rapaci (gufo di palude e falco di palude) e i gabbiani. Danni all'ambiente Con la nascita dell'era industriale l'uomo ha incominciato in maniera progressivamente crescente ad allontanarsi dagli ambienti naturali, modificandoli e spesso stravolgendoli, per utilizzare sempre più gli spazi e le risorse presenti. Tra i principali danni dell'ambiente dovuti all'antropizzazione vi è la distruzione degli habitat naturali. L'urbanizzazione spinta degli ultimi decenni ha portato come conseguenza la creazione di centri urbani di dimensione sempre maggiore, arrivando anche al paradosso della nascita di vere e proprie megalopoli di diversi milioni di abitanti, con un'alta densità abitativa e sconvolgimento dell'ambiente sul quale insistono le città. Anche le grandi opere infrastrutturali (invasi artificiali, autostrade, ferrovie, gallerie, ponti, aeroporti) nuocciono all'ambiente, per effetto dell'inquinamento acustico, atmosferico e per tutti gli sconvolgimenti conseguenti ad opere di così forte impatto ambientale. Altri danni provocati all'ambiente dall'antropizzazione provengono dalla bonifica delle zone umide. L'uomo ha prosciugato molte delle zone umide, anche con finalità di profilassi sanitaria (si pensi alla malaria) o per recuperare nuove terre all'agricoltura, compromettendo però il delicatissimo equilibrio di un ambiente particolare, molto importante per diverse specie vegetali ed animali (si pensi all'avifauna). Non per niente oggi si è cercato di correre ai ripari e diversi sono gli interventi normativi che il legislatore e l'intera comunità internazionale ha deciso di adottare per salvaguardare le zone umide e la biodiversità che la loro esistenza comporta per l'ambiente. L'antropizzazione ha causato danni anche ai boschi, a causa del disboscamento per l'utilizzo immediato della risorsa legno e della distruzione dei boschi a causa dei numerosi incendi che si sviluppano annualmente. Addirittura attualmente la situazione è così compromessa che non sono più rari i casi di incendi anche nel periodo invernale, dovuti per lo più allo sconvolgimento climatico, e dunque anche i territori di zone 51 montane e "tradizionalmente" piovose non sono più indenni dal pericolo incendi. Il tutto è complicato dall'azione nefasta dei piromani, che per stupidità, incoscienza o motivi speculativi sono una triste conferma di quanto negativa possa risultare, talvolta, l'azione dell'uomo sull'ambiente. Il disboscamento esasperato ha già ridotto notevolmente le capacità autodepurative dell'ecosistema, con terribili conseguenze a livello di dissesto idrogeologico (frane, smottamenti, alluvioni e allagamenti sono ormai sotto gli occhi di tutti) e compromissione anche del patrimonio faunistico. Continuando con questo ritmo l'umanità potrebbe anche andare incontro ad un lento ma progressivo processo di autodistruzione. Nei territori di pianura va invece registrato lo sfruttamento intensivo dei terreni e la sostituzione delle coltivazioni tradizionali con quelle che forniscono più alto reddito. Tutto ciò ha comportato l'utilizzo di macchine agricole sempre più potenti, nonché l'impiego massiccio di antiparassitari ed erbicidi in agricoltura. Solo di recente ci si è resi conto dell'errore macroscopico commesso e si è cercato di cambiare strategia; il sostegno dell'Unione Europea all'agricoltura biologica ed integrata rappresenta un processo definito di ritorno, finalizzato ad un'agricoltura in equilibrio con l'ambiente, o come si dice oggi "sostenibile". Un'agricoltura non più solamente sfruttatrice delle risorse naturali ed inquinante ad ogni livello (atmosfera, falde freatiche, residui tossici), ma in grado di utilizzare al meglio le risorse naturali (utilizzo del letame animale invece dei concimi chimici) per l'ottenimento di una produzione sana. Lo scarico dei rifiuti urbani ed industriali che provocano inquinamento dell'acqua e del suolo hanno nel recente passato portato a situazioni paradossali anche in Italia. Si pensi al disastro ambientale provocato dall'atrazina, un diserbante utilizzato in Lombardia per il controllo delle malerbe nei campi di mais. Interi paesi restarono per mesi senz'acqua a causa dell'inquinamento delle falde freatiche. Anche la nube di Seveso, proveniente da impianti industriali, è ancora impressa nei ricordi degli italiani. Un altro problema è rappresentato dall'intensa rete viaria, che contribuisce a rendere facilmente raggiungibili zone che costituivano roccheforti di protezione per la fauna con conseguenti attività di disturbo. Prevenzione - Lotta agli incendi Lo sviluppo del fuoco è legato alla presenza contemporanea di tre elementi: il combustibile, cioè la materia che brucia, l'ossigeno ed il calore che eleva la temperatura ad un livello tale da far iniziare il processo e farlo continuare a catena. L'insieme di questi elementi viene graficamente indicato con un triangolo detto appunto il triangolo del fuoco. Col termine prevenzione si intendono tutti quegli interventi che servono a prevenire lo sviluppo del fuoco ed il suo propagarsi e a limitare comunque i danni. Ad esempio la scelta delle formazioni vegetali, anche se spesso prescinde da queste considerazioni, sicuramente in tale categoria di interventi limitativi del danno ha un ruolo determinante. Infatti alcune essenze vegetali, quali ad esempio i pini, bruciano più facilmente delle latifoglie, in quanto queste ultime sono più ricche di acqua e l'umidità ostacola la propagazione del fuoco. Rilevante importanza ha inoltre lo strato della vegetazione a livello del suolo. Infatti lo strato erbaceo che si presenta secco nel periodo estivo rende massimo il rischio d'incendio; di contro, influenza scarsamente la propagazione del fuoco in quanto questo si diffonde solo a bassa altezza. Maggiore pericolosità per la propagazione hanno infatti lo strato arbustivo e arboreo soprattutto là dove vi è continuità dei vari strati; in tale situazione infatti le fiamme tendono a raggiungere le chiome determinando degli incendi di grosse dimensioni, difficili da domare. Gli interventi di prevenzione mirano pertanto ad eliminare o a ridurre il sottobosco e gli arbusti con mezzi meccanici, chimici o con il fuoco prescritto. Per prevenire gli incendi che, come si sa, dipendono per la maggior parte da cause umane, bisogna motivare le persone ad evitare principalmente ogni azione pericolosa che possa determinarli e a segnalare tempestivamente eventuali focolai. Il cacciatore, quale individuo presente sul territorio, può rivestire un ruolo importante nella segnalazione di eventuali incendi, Segnalare gli incendi non è solo un dovere civico, ma un preciso obbligo per tutti i cittadini. Ciascuna Regione ha attivato dei numeri speciali per le segnalazioni di incendi. In Sicilia il numero è 1515. Vi sono poi le strutture di difesa che stanno a metà tra la prevenzione e la lotta attiva. Essi mirano ad ostacolare la propagazione del fuoco e consistono nei viali parafuoco o tagliafuoco, nella viabilità di servizio nonché nella presenza di riserve di acqua dislocate in vari punti strategici. 52 Tuttavia una grossa importanza nella prevenzione degli incendi riveste l'opera di sensibilizzazione al rispetto dei boschi, finalizzata ad evitare ogni azione pericolosa che potrebbe determinare il nascere di un incendio, nonché tutte le iniziative di collaborazione negli interventi di difesa del predetto bene naturale. Tuttavia, una volta che si è sviluppato l'incendio la lotta attiva consiste nell'avvistamento dello stesso e nello spegnimento nel più breve tempo possibile. Una volta avvistato l'incendio, le tecniche di spegnimento si basano tutte sul principio di "rompere" almeno uno degli elementi del cosiddetto triangolo del fuoco. Vi sono due metodi base d'intervento. L'attacco diretto che si esercita sulle fiamme, utilizzando degli attrezzi "battifuoco" o coprendole con terra, irrorandole di acqua o prodotti chimici che hanno il potere di estinguere il fuoco o ritardarne la combustione. L'attacco indiretto consiste invece nel realizzare una linea di difesa davanti all'incendio, eliminando in anticipo il combustibile, col taglio e l'asportazione, bruciandolo preventivamente o trattenendolo con prodotti chimici. Tuttavia la cosa più importante nella lotta contro il fuoco è che una sola persona assuma il controllo delle operazioni e che questa abbia esperienza e buonsenso. Non appena viene dato l'allarme, bisogna capire esattamente la localizzazione dell'incendio ed il suo possibile sviluppo. Bisogna osservare il fumo, con le sue dimensioni, forme, altezza e direzione e le condizioni del vento. Bisogna considerare inoltre gli eventuali ostacoli naturali e la via migliore per l'attacco. L'acqua è il mezzo più sicuro ed efficace per spegnere l'incendio. Ha una doppia azione: raffreddamento e soffocamento della combustione. Viene erogata con mezzi terrestri o con mezzi aerei ed è molto importante che ci sia un coordinamento negli interventi al fine di sfruttare al meglio le capacità di ogni mezzo per ottenere il massimo risultato nel minor tempo. Oasi di protezione, rifugio e sosta della fauna selvatica Art, 45 L.R. 33/97 L'Oasi di protezione, rifugio e sosta della fauna è quell'istituto di tutela, volto allo scopo di favorire e promuovere la conservazione il rifugio, la sosta, la riproduzione e l'irradiamento della fauna selvatica. Nell'oasi di protezione, rifugio e sosta della fauna selvatica, vige il divieto di caccia, che viene segnalato con tabelle di dimensione cm. 30x20 riportanti la seguente scritta nera su fondo bianco: REGIONE SICILIANA ASSESSORATO REGIONALE DELLE RISORSE AGRICOLE E ALIMENTARI RIPARTIZIONE FAUNISTICO VENATORIA DI …………… DIVIETO DI CACCIA OASI DI PROTEZIONE, RIFUGIO E SOSTA DELLA FAUNA SELVATICA Le tabelle sono poste lungo il confine, su pali ad un'altezza fuori terra di circa 2-3 metri ed a distanza di 100 metri una dall'altra e comunque a distanza tale che da una di questi siano visibili le due contigue, la precedente e la seguente. Quando i confini coincidono con corsi d'acqua o specchi d'acqua, l'esercizio venatorio è vietato fino alla distanza di 100 metri dai confini medesimi. 53 In provincia di Palermo è istituita l'oasi di protezione, rifugio e sosta della fauna selvatica, denominata "Oasi Poma" che comprende l'invaso Poma, in territorio dei Comuni di Monreale, Partinico e San Giuseppe Iato e l'oasi di "Piana degli Albanesi" in agro di S. Cristina Gela e Piana degli Alabanesi. Zone di Ripopolamento e Cattura Art. 46 L.R. 33/97 Le zone di ripopolamento e cattura sono istituti preposti alla riproduzione della fauna selvatica, al suo irradiamento nelle zone circostanti ed alla cattura a scopo di ripopolamento. Le zone di ripopolamento e cattura, vanno in divieto di caccia per un periodo di 5 anni dalla loro istituzione. I confini della stessa sono evidenziati con tabelle di dimensione cm. 30x20 riportanti la seguente scritta nera in fondo bianco: REGIONE SICILIANA ASSESSORATO REGIONALE DELLE RISORSE AGRICOLE E ALIMENTARI RIPARTIZIONE FAUNISTICO VENATORIA DI …………… DIVIETO DI CACCIA ZONA DI RIPOPOLAMENTO E CATTURA Le tabelle poste su pali ad un'altezza di circa 2-3 metri fuori terra ed a distanza di 100 metri una dall'altra e comunque a distanza tale che dalla posizione di una di queste siano visibili le due contigue, sia la precedente che la seguente. Allo scadere dei 5 anni, l'Assessore regionale per l'agricoltura e le foreste, con proprio decreto vincola, all'interno della zona di ripopolamento e cattura e con destinazione di area rifugio, una superficie non inferiore al 25% dell'area totale, da individuare tra quella considerate più significative e nella quale area è precluso l'esercizio venatorio per non più di un biennio; tale ulteriore divieto viene segnalato con la tabellazione dei confini della zona per come precedentemente esposto. Centri di Recupero e di Primo Soccorso Art. 6 L.R. 33/97 I centri di recupero favoriscono il soccorso la detenzione temporanea il recupero in ambienti idonei ove possibile e la successiva liberazione della fauna selvatica in difficoltà. Qualora i centri di recupero non siano dotati di apposita struttura per la riabilitazione della fauna selvatica, vengono considerati centri di primo soccorso. In questo caso la fauna detenuta dopo le prime cure deve essere inviata al centro recupero. Terreni in attualità di coltivazione Art. 24 comma4L.R. 33/97 L'articolo 24 al comma 4 specifica in quali situazioni è vietato l'esercizio venatorio in forma vagante nei terreni in attualità di coltivazione. Si considerano in attualità di coltivazione: i terreni con coltivazioni erbacee da seme; i frutteti specializzati; i vigneti e gli uliveti, i carrubeti fino al raccolto; i vivai, le coltivazioni floreali e gli orti, i terreni coltivati a soia, a mais per la produzione da seme, fino alla data del raccolto. Fondi chiusi Art. 24 comma 5 L.R. 33/97 L'articolo 24 al comma 5, individua quali caratteristiche deve presentare un fondo per essere 54 considerato chiuso e quali sono i soggetti che possono comunicare l'istituzione dello stesso. Per fondo chiuso si intende quel fondo chiuso da muro, rete metallica o da altra chiusura di altezza non inferiore a metri 1,20, o da corsi o specchi d'acqua perenni il cui letto abbia la profondità di almeno metri 1,50 e larghezza di almeno 3 metri. REGIONE SICILIANA ASSESSORATO REGIONALE DELLE RISORSE AGRICOLE E ALIMENTARI RIPARTIZIONE FAUNISTICO VENATORIA DI …………… DIVIETO DI CACCIA FONDO CHIUSO I proprietari o i conduttori dei fondi comunicano alla Ripartizione faunistico venatoria l'istituzione del fondo chiuso. I confini del fondo chiuso devono essere tabellari con tabelle di dimensione cm 30x20 riportanti la seguente scritta nera su fondo rosso: Le tabelle devono essere poste su pali ad un'altezza di metri 2-3 fuori terra ed a distanza di 100 metri una dall'altra e comunque a distanza tale che da una ne siano visibili le due contigue, precedente e seguente. Nel fondo chiuso è vietato l'esercizio venatorio a chiunque, compreso al proprietario o conduttore. Fondi sottratti alla gestione programmata della caccia Art. 24 comma 1-2-3 L.R. 33/97 I proprietari o conduttori di fondi, inclusi nel piano faunistico-venatorio regionale ai fini della gestione programmata della caccia, che intendano vietare sullo stesso l'esercizio dell'attività venatoria, hanno la facoltà di presentare entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del piano, richiesta motivata all'Assessore regionale per l'agricoltura e le foreste, tendente ad ottenere il divieto di caccia nel proprio fondo. La richiesta è accolta dall'Assessore regionale sentita la Ripartizione faunistico venatoria competente per territorio, entro 60 giorni dalla richiesta, qualora risulti compatibile con le prescrizioni per l'attuazione della pianificazione faunistico-venatoria o nel caso in cui l'esercizio della caccia sia in contrasto con l'esigenza di salvaguardia delle colture agricole specializzate, produzioni condotte con sistemi sperimentali a fine di ricerca scientifica o quando sia motivo di danno o di disturbo ad attività rilevante interesse economico, sociale, ambientale o zootecnico.Il perimetro dell'area individuata dovrà essere individuato con l'apposizione di tabelle di dimensione cm. 30x20. 55 DOMANDA RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ RISPOSTA C IN ECOLOGIA, CON IL TERMINE DI POPOLAZIONE SI INTENDE UN INSIEME DI INDIVIDUI DI SPECIE DIVERSE CHE VIVONO IN UNA DETERMINATA AREA GEOGRAFICA UN INSIEME DI INDIVIDUI DELLA TUTTI GLI INDIVIDUI STESSA SPECIE CHEVIVONO DELLA STESSA SPECIE IN UNA DETERMINATA AREA GEOGRAFICA B IN PRESENZA DI UN NIDO,DURANTE IL PERIODO RIPRODUTTIVO, COSA E' OPPORTUNO FARE? ALLONTANARSI IN SILENZIO RACCOGLIERLO PORTARLO IN UN POSTO PIU'NASCOSTO A IN UNA CATENA ALIMENTARE, GLI CARNIVORI ORGANISMI VIVENTI DETTI PRODUTTORI SONO: ERBIVORI VEGETALI C VEDENDO UN LEPROTTINO NEL MESE DI LUGLIO SI DEVE: LASCIARLO STARE METTERLO IN GABBIA PORTARLO IN UNA ZONA TRANQUILLA A COSA DEVE FARE IL CACCIATORE SE UN FAGIANO ALZATO DAL SUO CANE VA IN UN PRATO DOVE L'AGRICOLTORE STA TAGLIANDO ERBA? CAMBIARE ZONA INSEGUIRE IL FAGIANO ENTRARE NEL PRATO PER CATTURARLO A CHI DEVE PAGARE I DANNI CHE IL CACCIATORE ARRECA ALLE COLTURE AGRICOLE? LA PROVINCIA LA REGIONE IL CACCIATORE CHE DANNEGGIA C CHE COSA S'INTENDE PER COLTURA CON RACCOLTO PENDENTE? UNA COLTIVAZIONE IN I FASE DI MATURAZIONE FRUTTI CADUTI DAGLI ALBERI PIANTE SOVRACCARICHE DI FRUTTA A IN QUALE MESE SI RACCOGLIE NORMALMENTE IL RISO? LUGLIO SETTEMBRE NOVEMBRE B QUALE SPECIE MIGRATORIA FA PIU'DANNI AI FRUTTETI? LO STORNO IL PICCHIO IL VERDONE A COSA SONO ANTICRITTOGAMICI E GLI INSETTICIDI? SONO SOSTANZE UTILI CONTRO LE EPIDEMIE DELLA SELVAGGINA SONO SOSTANZE UTILIZZATE IN AGRICOLTURA PER IL CONTROLLO DELLE INFESTANTI E DEGLI INSETTI, CHE POSSONO ESSERE DANNOSE ALLA SELVAGGINA SONO SOSTANZE USATE PER LA VACCINAZIONE DEL CANE DA CACCIA B IN UNA CATENA ALIMENTARE, I CONSUMATORI PRIMARI SONO: LE PIANTE VERDI I FUNGHI E I BATTERI GLI ANIMALI ERBIVORI C TRA QUESTE, QUALE SPECIE E' PIU' DANNOSA PER LE COLTURE ERBACEE? LA VOLPE IL CAPRIOLO IL CINGHIALE C IN UN FONDO IN ATTIVITA' NESSUNO DI COLTIVAZIONE CHI PUO' ANDARE A CACCIA? IL CONDUTTORE DEL FONDO I GUARDIACACCIA VOLONTARI A QUALE TIPO DI COLTURA E' PREFERITA COME PASTURA DAL FAGIANO? LA BARBABIETOLA IL GRANOTURCO (MAIS) C L’ABBANDONO DELLA NE FAVORISCONO L’INCREMENTO ROTAZIONE TRA CEREALI E FORAGGERE NELLA ZONA PREALPINA E L’AUMENTO DELLE SUPERFICI BOSCATE CHE COSA PROVOCANO ALLA STARNA? LA FANNO DIMINUIRE DI PESO NE FAVORISCONO LA SCOMPARSA C LA LIQUIDAZIONE DEI DANNI ARRECATI ALLE DAGLI AGRICOLTORI COLTURE AGRICOLE DALLA FAUNA SELVATICA IN UNA OASI DI PROTEZIONE DELLA FAUNA, DA CHI VIENE EFFETTUATA? DALLA PROVINCIA DALLE ASSOCIAZIONI VENATORIE B I CONDUTTORI DI TERRENI IN ATTIVITA' DI COLTURA QUANDO, PRIMA DELL'APERTURA DELLA CACCIA,DEVONO APPORRE I CARTELLI? TRENTA GIORNI PRIMA SESSANTA GIORNI PRIMA NON SONO NECESSARI C IN QUALE MESE SI SEMINA NORMALMENTE IL FRUMENTO? AGOSTO OTTOBRE DICEMBRE B IN UNA CATENA ALIMENTARE I DECOMPOSITORI SONO CARNIVORI LE PIANTE I FUNGHI C LA MECCANIZZAZIONE AGRICOLA GIOVA O NUOCE ALLA SELVAGGINA? GIOVA NUOCE E' INDIFFERENTE B SE UN CACCIATORE ARRECA DANNI ALLE COLTURE AGRICOLE COME DEVE COMPORTARSI? SPOSTARSI IN UN'ALTRA ZONA RISARCIRE I DANNI RIVOLGERSI ALLA SEZIONE CACCIATORI CHE PROVVEDERA' IN MERITO B SE ACCADE DI IMBATTERSI IN UN E' UTILE E QUINDI LO RETTILE NON VELENOSO, COME SI DEVE AGIRE? SI DEVE RISPETTARE E' NOCIVO E SI DEVE QUINDI UCCIDERE E' COMUNQUE PERICOLOSO, E' MEGLIO UCCIDERLO A PERCHE' MOLTI UCCELLI HANNO IL PIUMAGGIO CHE SI CONFONDE CON L'AMBIENTE IN CUI VIVONO? PER FARSI RICONOSCERE DA UCCELLI DI ALTRESPECIE PER TROVARE FACILMENTE CIBO A LA PROVINCIA IL SINDACO B IL TRIFOGLIO PER DIFENDERSI DAI PREDATORI CHI PROVVEDE AL CONTROLLO DELLE IL PRESIDENTE DELLA SPECIE DI SELVAGGINA CHE MOLTIPLICANDOSI GIUNTA REGIONALE ECCESSIVAMENTE ARRECANO DANNI ALLE COLTURE? 56 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C CHI LIQUIDA I DANNI ARRECATI DALLA SELVAGGINA IN UN'OASI DI PROTEZIONE? LA REGIONE LA PROVINCIA LO STATO B E' DANNOSO ALLE COLTIVAZIONI CALPESTARE IL TERRENO BAGNATO? SI, SEMPRE SOLO SE LE COLTURE SONO VICINE AL RACCOLTO SOLO IN CASO DI PIENA A VEDENDO UN BECCACCINO POSARSI SU UNA MARCITA COSA SI DEVE FARE? INCITARE IL CANE A ENTRARVI INSEGUIRLO PER ABBATTERLO CAMMINARE ALL'ESTERNO DELLA MARCITA COL CANE A STRETTO CONTATTO C TRA DIVERSE SPECIE ANIMALI CHE POPOLANO LO STESSO TERRITORIO, SI INSTAURA UN RAPPORTO DI MUTUALISMO QUANDO GLI ANIMALI SI IGNORANO E NON SI DISTURBANO DIVERSE SPECIE COLLABORANO TRA LORO UNA SPECIE SI RIPRODUCE A SPESE ALTRUI B QUALI SPECIE DI UCCELLI DANNEGGIANO MAGGIORMENTE LE SEMINE DI CEREALI? GLI ERBIVORI I GRANIVORI GLI INSETTIVORI B QUALI DI QUESTE SOSTANZE SONO PIU'DANNOSE PER LA SELVAGGINA? CONCIMI ORGANICI I DISERBANTI CHIMICI GLI SCARTI DI POTATURA B L'AGRICOLTORE CHESUBISCE DANNI DALLA SELVAGGINA COSA DEVE FARE? UCCIDERE LA SELVAGGINA CHE PROVOCA IL DANNO AVVELENARE IL CAMPO O LE PIANTE SEGNALARE IL DANNO E FARE DOMANDA DI RISARCIMENTO ALL'ORGANO COMPETENTE C IN QUALI ZONE VIVE ABITUALMENTE LA PERNICE ROSSA? NELLE AZIENDE FAUNISTICHE DI PIANURA NELLA ZONA ALPI NEI TERRITORI COLLINARI E MONTANI C QUAL'E' LA SCIENZA CHE STUDIA LE RELAZIONI LA ZOOLOGIA TRA GLI ESSERI VIVENTI E L'AMBIENTE? LA BIOLOGIA L'ECOLOGIA C IN UN CAMPO DI MAIS QUANDO SI PUO' CACCIARE? SEMPRE MAI DOPO IL RACCOLTO C TRA QUESTI AMBIENTI, IN QUALE LA QUGLIA TROVA MIGLIORI CONDIZIONI? CEDUO BOSCATO UN AMBIENTE IN CUI RISAIA SONO PRESENTI COLTIVAZIONI DIVERSE E ZONE SEMINATURALI B IN CHE MESE SI RACCOGLIE IL FRUMENTO? GIUGNO OTTOBRE DICEMBRE A COSA DEVE FARE UN CACCIATORE CHE COL CAMMINARE LENTAMENTE PER SUO CANE ATTRAVERSA UN VIGNETO CON UVA NON DISTURBARE MATURA? SCARICARE IL FUCILE E TENERE IL CANE AL GUINZAGLIO CACCIARE SOLO LA MIGRATORIA B GLI AGRICOLTORI E I CACCIATORI COME E'BENE CHE SIANO? ALLEATI, PER CONCORRERE ALLA GESTIONE DEL TERRITORIO INDIFFERENTI GLI UNI VERSO GLI ALTRI NEMICI,PERCHE' NON E' POSSIBILE ACCORDARSI SU NULLA A QUALI SPECIE DI UCCELLI SONO PIU' UTILI ALL'AGRICOLTURA? GLI ERBIVORI GLI INSETTIVORI IGRANIVORI B NEI FRUTTETI E NEI VIGNETI IN ATTUALITA' DI COLTIVAZIONE QUALE TIPO DI CACCIA E' CONSENTITO? ALL'ASPETTO VAGANTE NESSUNO C PERCHE' I RAPACI RISENTONO MAGGIORMENTE DELL'EFFETTO DELL'INQUINAMENTO DA DISERBANTI E INSETTICIDI ? PERCHE' HANNO UN'ALIMENTAZIONE COSTITUITA IN PREVALENZA DA GIOVANI NIDIACEI PERCHE', TROVANDOSI AL VERTICE DELLE CATENE ALIMENTARI, RISENTONO DEL FENOMENO DI ACCUMULO DI TALI VELENI PERCHE' PREDANO SOLO SELVAGGINA CHE SI NUTRE DI GRAMINACEE B SI PUO' ENTRARE A CACCIA IN UN VIGNETO QUANDO L'UVA E' NERA? NO,PERCHE' E' FRUTTO PENDENTE SOLO PER ASSAGGIARLA SOLO PER ADDESTRARE IL CANE A QUANDO SONO IN ATTUALITA' DI COLTIVAZIONE LE COLTURE DI CEREALI? AL MOMENTO DELLA SEMINA AL MOMENTO DEL RACCOLTO DAL MOMENTO DELLA SEMINA FINO AL RACCOLTO C IN UN PRATO NATURALE QUANDO SI FA' DI SOLITO LA FIENAGIONE? QUANDO LE PIANTINE SONO IN FIORITURA QUANDO LE PIANTINE SONO SECCHE QUANDO LE PIANTINE SONO APPENA SPUNTATE A QUANDO SI VA A CACCIA E' IMPORTANTE CONOSCERE LE COLTURE? NON E' IMPORTANTE E' NECESSARIO PER NON COMMETTERE INFRAZIONI O DANNI A SECONDA DELLE REGIONI B SI PUO' CACCIARE IN UN TERRENO DI RECENTE RIMBOSCHIMENTO? MAI COL CONSENSO DELLA FORESTALE SEMPRE A COSA PROVOCA UNA FUCILATA CONTRO UNA PIANTA? DANNI PIU' O MENO GRAVI NIENTE DI PARTICOLARE PULISCE I RAMI A LA BRUCIATURA DELLE STOPPIE COSA PROVOCA ALLA SELVAGGINA? LA DANNEGGIA LA RICHIAMA LA FA AUMENTARE A I DANNI ARRECATI DAI CINGHIALI IN UNA AZIENDA FAUNISTICA CHI LI PAGA? LA PROVINCIA COMPETENTE IL SINDACO DI QUEL COMUNE IL CONCESSIONARIO DELL'AZIENDA C SE SI ROVINA UNA PIANTA CON UNA FUCILATA, LA PROVINCIA COMPETENTE CHI PAGA I DANNI? IL SINDACO DI QUEL COMUNE CHI HA SPARATO C CHE COSA E' UN VIVAIO? UNA COLTURA SPECIALIZZATA UN BOSCO UNA COLTURA ANNUALE A IL RISARCIMENTO IN AZIENDA FAUNISTICA VENATORIA DEI DANNI CAUSATI DALLA SELVAGGINA ALLE COLTURE AGRICOLE A CHI VA A CARICO? ALLA REGIONE ALLA PROVINCIA AL CONCESSIONARIO C 57 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C UN TERRENO E' IN ATTUALITA' DI COLTIVAZIONE FIN QUANDO LA COLTURA DI RISO E': IN SOMMERSIONE FINO ALLA RACCOLTA IN ASCIUTTA B L'ESERCIZIO VENATORIO E' VIETATO NEI FONDI CHIUSI DA RETE METALLICA DI ALTEZZA: SUPERIORE A DUE METRI INFERIORE A 50 CM NON INFERIORE A 120 CM C CHE COSA PRODUCE LA MARCITA? ERBA FRUMENTO AVENA A DOPO LO SPARO COSA DEVE FARE IL CACCIATORE DEI BOSSOLI USATI? LI RACCOGLIE E LI METTE IN TASCA LI ABBANDONA SUL TERRENO LI SOTTERRA O LI NASCONDE A CHE COS'E' UN FONDO CHIUSO? UN FONDO DESTINATO ALL'ALLEVAMENTO DI SELVAGGINA UN APPEZZAMENTO RECINTATO NELLE FORME DI LEGGE UNA AZIENDA FAUNISTICOVENATORIA B IN QUALE DI QUESTI AMBIENTI E' POSSIBILE ESERCITARE LA CACCIA? IN UN VIGNETO CON FRUTTI PENDENTI IN UN INCOLTO IN UN CAMPO DI SOIA B CHE COSA SI INTENDE PER CATENA ALIMENTARE? LE RELAZIONI ALIMENTARI ESISTENTI TRA ANIMALI E VEGETALI L'ABBONDANZA DI ALIMENTO NELL'AMBIENTE SI INTENDE LA LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA TRA ANIMALI A UNA IMPORTANTE COLTURA CEREALICOLA E': LA SOIA L'AVENA LA BARBABIETOLA DA ZUCCHERO B COSA S'INTENDE PER VOCAZIONALITA' IL VERIFICARSI DI CONDIZIONI FAUNISTICA DI UN DETERMINATO TERRITORIO? AMBIENTALI CHE DETERMINANO LA TENDENZA O PREFERENZA DI DETERMINATE SPECIE A STANZIARSI IN UN DATO TERRITORIO IL VERIFICARSI DI CONDIZIONI AMBIENTALI CHE DETERMINANO LA PREFERENZA AD ACCOPPIARSI IN DETERMINATI TERRITORI IL RAPPORTO TRA MASCHI E FEMMINE DI UNA DETERMINATA SPECIE IN UN DETERMINATO TERRITORIO A PERCHE' ALCUNE SPECIE DI SELVAGGINA SI DICONO INSETTIVORE? PERCHE' SI CIBANO PREVALENTEMENTE DI INSETTI PERCHE' EVITANO LA PRESENZA DI INSETTI B PERCHE' SONO ATTACCATE DA INSETTI PARASSITI IN QUALE CASO POSSONO ESSERE QUANDO VI SONO CONDIZIONI AUTORIZZATE CATTURE DI SELVAGGINA NELLE CLIMATICHE ECCEZIONALMENTE OASI DI PROTEZIONE? AVVERSE QUANDO LA SELVAGGINA E' IN IN NESSUN CASO SOPRANNUMERO E DANNEGGIA L'AGRICOLTURA B LA CORNACCHIA GRIGIA PUO' ARRECARE DANNO ALLE COLTURE AGRICOLE? NO, MAI SI, DI FREQUENTE SOLO AI VIGNETI B L'ESERCIZIO VENATORIO E' VIETATO NEI FONDI RECINTATI DOVE SI PRATICA IL PASCOLO DEL BESTIAME ? SEMPRE MAI TALVOLTA, QUANDO NON VI E' LA PRESENZA DEL BESTIAME A CHE COSA SI INTENDE CON IL TERMINE "ECOLOGIA"? LA TUTELA DELL'AMBIENTE UN FATTO DI COSTUME LO STUDIO DELLE RELAZIONI TRA ANIMALI E TRA QUESTI E GLI AMBIENTI CHE LI OSPITANO C COSA SI INTENDE PER "ECOSISTEMA"? L'INSIEME DI FATTORI AMBIENTALI, FLORISTICI E FAUNISTICI CHE SI TROVANO IN RAPPORTO DI EQUILIBRIO IN UNA DATA ENTITA' TERRITORIALE UN'AREA PARCO DOVE ABBONDANO GLI ANIMALI UN SISTEMA CHE PREVEDE LA GESTIONE RIGOROSA E REGOLAMENTATA DEGLI ANIMALI E DELLE PIANTE DI UN DATO TERRITORIO A COSA SI INTENDE PER HABITAT IDONEO AD UNA DETERMINATA SPECIE ANIMALE? UN TERRITORIO MESSO A TOTALE DISPOSIZIONE DI DETTA SPECIE UNA ZONA CHE POSSIEDE CARATTERISTICHE AMBIENTALI ATTE A GARANTIRE ALIMENTAZIONE, RIPRODUZIONE E RIFUGIO PER LA SPECIE CONSIDERATA UN'AREA ATTREZZATA ATTA AD OSPITARE IN CATTIVITA' DETTA SPECIE B L'UOMO E' UNA COMPONENTE DELL'AMBIENTE? NO SI' QUANDO SI TROVA IN CAMPAGNA B I MAGGIORI DANNI PRODOTTI DAL CINGHIALE ALL' AGRICOLTURA RIGUARDANO: IL PRATO PASCOLO FRUTTETI LE COLTURE ORTICOLE A QUALI DI QUESTE METODOLOGIE DI PREVENZIONE DAI DANNI DEL CINGHIALE SI RITIENE PIU' EFFICACE? USO DEI CANI DA GUARDIA SBARRAMENTI E RECINZIONI ELETTRIFICATE CANNONCINI A GAS B IN CHE MODO GLI ANIMALI SELVATICI VAGANDO ALLA RICERCA DEL CIBO PRODUCONO DANNI ALLE COLTURE AGRICOLE? TRANSITANDO SEMPRE SUGLI STESSI PERCORSI PER SPOSTARSI SUL TERRITORIO CIBANDOSI DI FRUTTI E SEMI, SCASSANDO LA COTICA ERBOSA E SCORTECCIANDO I FUSTI ARBOREI C I CORVIDI PRODUCONO DANNI A QUALI COLTURE? ALLE COLTURE DI GIRASOLI AI VIGNETI ALLE COLTURE CEREALICOLE E FRUTTICOLE C IN CHE COSA CONSISTONO I PRINCIPALI DANNI CAUSATI DA LEPRI, MINILEPRI E CONIGLI SELVATICI? NEL DANNEGGIAMENTO DELLE COLTURE ORTICOLE DAL DANNEGGIAMENTO NEGLI IMPIANTI ARBOREI (DA FRUTTO O DA LEGNO) CON LO SCORTECCIAMENTO DELLE GIOVANI PIANTE NEL CAUSARE INSTABILITA' ALLE SPONDE DEI CORSI D'ACQUA A CAUSA DELLE PERFORAZIONI PER LA COSTRUZIONE DELLE TANE B I DANNI PRODOTTI DALLA FAUNA SELVATICA ALLE COLTURE AGRICOLE POSSONO DI NORMA ESSERE CORRELATE: ALLA DESTRUTTURAZIONE DEI POPOLAMENTI DELLE SPECIE FAUNISTICHE RESPONSABILI DEI DANNI ALLE FASI LUNARI AL NUMERO DEGLI ANIMALI DELLE SPECIE RESPONSABILI E ALL'ANDAMENTO CLIMATICO C 58 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C COSA SI INTENDE CON IL TERMINE DI BIODIVERSITA'? L'INSIEME DEL MAGGIOR NUMERO DI ANIMALI E PIANTE AUTOCTONE DI UN DETERMINATO ECOSISTEMA SFUMATURE CROMATICHE CHE INTERESSANO IL VELLUTO DEL PALCO DI ALCUNI UNGULATI SELVATICI TENUTI IN CATTIVITA' LA DIVERSITA' DEI COMPORTAMENTI MESSI A CONFRONTO IN ALCUNE COMUNITA' DI ANIMALI SELVATICI A PERCHE' E' IMPORTANTE SALVAGUARDARE LA BIODIVERSITA' DI UN DATO TERRITORIO? PERCHE' DETTE SPECIE ERANO GIA' PRESENTI AL TEMPO DEI NOSTRI AVI ED E' UN OBBLIGO MORALE SALVAGUARDARLE PER LE FUTURE GENERAZIONI PERCHE' LE SPECIE PRESENTI ATTRAVERSO UNA SELEZIONE NATURALE DURATA MILLENNI HANNO DIMOSTRATO DI ESSERE QUELLE CHE MEGLIO SI ADATTANO AD AFFERMARSI NEL CONTESTO AMBIENTALE CONSIDERATO PER RAGIONI CULTURALI B I RIPOPOLAMENTI FAUNISTICI SI', SE EFFETTUATI CON POSSONO INCIDERE NEGATIVAMENTE SOTTOSPECIE PROVENIENTI SULLA BIODIVERSITA' DI UN DATO TERRITORIO? DA PAESI ESTERI SI', SE I RIPOPOLAMENTI PREVEDONO L'IMMISSIONE DI ANIMALI D'ALLEVAMENTO NO A LE NUOVE TECNICHE DI CONDUZIONE AGRICOLA CON CULTURE PER LO PIU' INTENSIVE POSSONO CAUSARE SQUILIBRI AMBIENTALI? PROPRIO NESSUNO NO, SE SI MANTIENE IL RAPPORTO TRA SUPERFICIE COLTIVATA, SUPERFICIE BOSCATA E SUPERFICIE INCOLTA SI', PERCHE' RIDUCE LA PARCELLIZZAZIONE DEL TERRITORIO E FAVORISCE LA PERDITA DI BIODIVERSITA' C E' POSSIBILE INTERVENIRE SULL'ATTUALE AMBIENTE AGRICOLO PER FAVORIRE UNA MAGGIOR PRESENZA FAUNISTICA? SI', CERCANDO DI AUMENTARE GLI ELEMENTI DI DISCONTINUITA' (SIEPI, PICCOLI APPEZZAMENTI INCOLTI, RACCOLTI A PERDERE, ECC.) NO, PERCHE' GLI INTERESSI NO, PERCHE' E' DEL TUTTO IN GIOCO NON CONSENTONO INUTILE ALCUNA FORMA DI INTERVENTO A I COSIDDETTI "RACCOLTI A PERDERE" VENGONO REALIZZATI PER: ATTIRARE I CINGHIALI DAI TERRENI LIMITROFI METTERE A DISPOSIZIONE DELLA FAUNA, CACCIABILE E NON, MAGGIORI E DIVERSIFICATE FONTI ALIMENTARI FACILITARE LA CACCIA DALLE ALTANE B L'USO DEI PESTICIDI IN AGRICOLTURA PUO' CONDIZIONARE LA PRESENZA DEI FASIANIDI? SI', PERCHE' OLTRE AD UCCIDERE I PARASSITI DELLE PIANTE RIDUCONO IL NUMERO DEGLI INSETTI PRESENTI TOGLIENDO IL CIBO AI PICCOLI DEI FASIANIDI CHE NELLE PRIME SETTIMANE SI NUTRONO PREVALENTEMENTE DI PROTEINE ANIMALI SI', PERCHE' GLI INSETTI PARASSITI MORTI POSSONO ESSERE MANGIATI E AVVELENARE I PICCOLI DEI FASIANIDI NO, PERCHE' I FASIANIDI SONO GRANIVORI A I CONCIMI GRANULARI USATI IN AGRICOLTURA POSSONO CONDIZIONARE LA PRESENZA DELLE STARNE? SI', PERCHE' IL RILASCIO DEI NUTRIMENTI DI DETTO PRODOTTO CHIMICO FAVORISCE LA CRESCITA DI COLTURE UTILI ALLE STARNE SI', PERCHE' I GRANI DI CONCIME VENGONO SCAMBIATI PER SEMI E MANGIATI SI', PERCHE' I GRANI DI CONCIME VENGONO INGERITI QUALI PIETROLINE E SCIOGLIENDOSI AVVELENANO GLI ANIMALI C L'USO DI MACCHINE AGRICOLE SI', PERCHE' POSSONO SEMPRE PIU' EFFICIENTI E VELOCI DISTRUGGERE LE NIDIATE E POSSONO IMPATTARE NEGATIVAMENTE CON LA UCCIDERE I PICCOLI NATI POPOLAZIONE DI FAUNA SELVATICA TERRITORIALE? SI', PERCHE' ELEMENTO DI DISTURBO CHE INDUCE LA SELVAGGINA AD ABBANDONARE DEFINITIVAMENTE L'AREA NELLA QUALE LE MACCHINE OPERANO NO, PERCHE' DI FATTO LA FAUNA SELVATICA E' IN GRADO DI ALLONTANARSI CON LARGO ANTICIPO RISPETTO AL PASSAGGIO DELLE MACCHINE A E' POSSIBILE ADOTTARE ACCORGIMENTI PER RENDERE MENO DISTRUTTIVE ALCUNE TECNICHE AGRICOLE NEI CONFRONTI DELLA FAUNA? NO, PERCHE' LA MODERNA AGRICOLTURA E LA SALVAGUARDIA DELLA NATURA SONO INCONCILIABILI SI', SIA DI TIPO OPERATIVO (ES. SFALCI DAL CENTRO VERSO L'ESTERNO) CHE STRUTTURALE (ES. APPLICAZIONE BARRE DI SCACCIO) SI', ABBASSANDO I GIRI DEL MOTORE DELLE NUOVE MACCHINE AGRICOLE B LA TUTELA DEL PAESAGGIO DEVE ESSERE UNO DEGLI OBIETTIVI DEGLI ORGANI DI GESTIONE DEGLI A.T.C. E DEI C.A.? SI', PERCHE' UN PAESAGGIO CON ALTERNANZA ARMONICA DELLE DIVERSE CONDIZIONI AMBIENTALI (BOSCHI, PRATI, INCOLTI, ECC.) OFFRE MAGGIORI POSSIBILITA' DI SVILUPPO ALLA FAUNA IN GENERE NO, PERCHE' E' UN TEMA CHE NON E' ATTINENTE ALLE COMPETENZE DI DETTI ORGANI DIRETTIVI NO, PERCHE' NON E' FINALIZZATO A POTENZIARE LA SELVAGGINA OGGETTO DI CACCIA SUL TERRITORIO DI LORO COMPETENZA A LA SALVAGUARDIA DEL PAESAGGIO E' IN CONTRASTO CON LA REDDITIVITA' DELLE IMPRESE AGRICOLE? NON NECESSARIAMENTE PERCHE' LE PRODUZIONI QUALITATIVE DI NICCHIA E L'AGRITURISMO SONO COMPATIBILI CON LA TUTELA DEL PAESAGGIO SI' PERCHE' LE COLTURE INTENSIVE NECESSITANO DI AMPI SPAZI E SCARSA PARCELLIZZAZIONE DEL TERRITORIO SI' PERCHE' L'ATTUALE AGRICOLTURA NON CONTEMPLA LA SOPRAVVIVENZA DI ALBERATE O SIEPI INTERPODERALI A 59 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C IN CHE COSA CONSISTONO I MODERNI SISTEMI DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE? NEL REALIZZARE STRUMENTI NORMATIVI CHE IMPEDISCANO L'UTILIZZO DI MACCHINE AGRICOLE NEI PERIODI DI RIPRODUZIONE DELLA FAUNA SELVATICA NEL TRACCIARE PERCORSI CARROZZABILI PER CHI PRATICA L'ATTIVITA' VENATORIA NEL REALIZZARE INTERVENTI DI RICOSTRUZIONE DI HABITAT FAVOREVOLI ALLA FAUNA LIMITANDO ALCUNE PRATICHE AGRICOLE DANNOSE ALLA FAUNA STESSA C QUALORA TROVASSIMO UN PICCOLO DI CIVETTA CON ANCORA QUALCHE DIFFICOLTA' A VOLARE COME CI DOVREMMO COMPORTARE? STAZIONARE NEI PRESSI E INTERVENIRE NEL CASO FOSSE OGGETTO DI TENTATIVO DI PREDAZIONE DA PARTE DI ALTRI ANIMALI RACCOGLIERLA E CONFERIRLA NEI CENTRI DI RACCOLTA DI FAUNA SELVATICA ALLONTANARCI CON CAUTELA EVITANDO INUTILI RUMORI C SCOPRENDO PER CASO UN NIDO DI UCCELLI COME DOBBIAMO COMPORTARCI? CONTARE LE UOVA CHE SONO DEPOSTE E CERCARE DI CAPIRE A CHE SPECIE APPARTENGONO EVITARE DI AVVICINARCI ULTERIORMENTE E ALLONTANARCI RECUPERARE LE UOVA TENUTO CONTO CHE A QUEL PUNTO LA FEMMINA ABBANDONA LA COVA B PER QUALE MOTIVO LE VIGENTI NORMATIVE NON CONSENTONO RIPOPOLAMENTI "PRONTA CACCIA"? PERCHE' L'OBIETTIVO PRIMARIO E' LA RICOSTITUZIONE DI POPOLAZIONI FAUNISTICHE AUTOCTONE IN GRADO DI AUTORIPRODURSI PER SCORAGGIARE IL BRACCONAGGIO PER I COSTI ELEVATI CHE TALI FORME DI RIPOPOLAMENTO POTREBBERO GENERARE A I PIANI DI PRELIEVO VENATORIO IN BASE A QUALE CRITERIO VENGONO DEFINITI? IN BASE AL NUMERO DI CACCIATORI ISCRITTI NEI VARI ATC E CA IN RELAZIONE ALLE PROTESTE DEGLI AGRICOLTORI CHE LAMENTANO DANNI PIU' O MENO GRAVI ALLE COLTURE A SEGUITO DELL'ANALISI DELLE PRESENZE FAUNISTICHE IN RELAZIONE ALLA VOCAZIONALITA' DEI DIVERSI ATC E CA C QUALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE CHE DETERMINANO GLI INCENDI BOSCHIVI? L'AUTOCOMBUSTIONE I FULMINI LE ATTIVITA' UMANE C IN COSA CONSISTONO I DANNI ALL'AMBIENTE CAUSATI DAGLI INCENDI BOSCHIVI? DALLA DISTRUZIONE DELLA MASSA LEGNOSA COMPROMISSIONE DELLE FUNZIONI DEI BOSCHI, SCONVOLGIMENTO DELL'EQUILIBRIO DELL'INTERO SISTEMA E CONDIZIONAMENTO DELLE PRESENZE DI ANIMALI E VEGETALI BANALIZZAZIONE DEL TERRITORIO DAL PUNTO DI VISTA ESTETICO, ECONOMICO, NATURALISTICO B COSA FARE IN CASO DI INCENDIO? INTERVENIRE SENZA ESITAZIONE NEL TENTATIVO DI SBARRARE IL PASSAGGIO DELLE FIAMME ALLONTANARSI VELOCEMENTE ONDE EVITARE DI ESSERNE COINVOLTO SEGNALARE TEMPESTIVAMENTE L'EVENTO AL CORPO FORESTALE DELLO STATO ATTRAVERSO L'APPOSITO NUMERO TELEFONICO C QUALI SONO LE PRINCIPALI MOTIVAZIONI CHE CONSENTONO L'ATTIVAZIONE DI INTERVENTI DI CONTENIMENTO FAUNISTICO? L'INCIDENZA CHE GLI ANIMALI OGGETTO DI CONTROLLO HANNO NEI CONFRONTI DELLA SELVAGGINA OGGETTO DI CACCIA LA TUTELA DELLE PRODUZIONI SILVOAGROFORESTALI E ITTICHE E LA SALVAGUARDIA DELLA BIODIVERSITA' IL CONTROLLO DI PATOLOGIE ANIMALI CON SVILUPPO EPIDEMICO B I CONTROLLI FAUNISTICI SI REALIZZANO PRIORITARIAMENTE CON L'ABBATTIMENTO DEGLI ANIMALI RITENUTI IN SOVRANNUMERO? NO, PRIORITARIAMENTE SI CERCA DI INTERVENIRE, OVE POSSIBILE, CON TECNICHE ECOLOGICHE SULLE CAUSE CHE HANNO PRODOTTO SQUILIBRI SI', ESSENDO L'UNICA FORMA CHE GARANTISCE RISULTATI IMMEDIATI E DURATURI SI', PERCHE' E' L'UNICO MODO RICHIESTO DA CHI PRATICA ESERCIZIO VENATORIO A GLI INTERVENTI DI CONTROLLO FAUNISTICO SONO DEMANDATI DALLA NORMATIVA VIGENTE AI CACCIATORI? SI', PERCHE' UNICI SOGGETTI DEPUTATI ALL'USO DELLE ARMI DA FUOCO NO, SONO DEMANDATI AGLI AGENTI DELLE PROVINCE CON L'EVENTUALE COLLABORAZIONE DEI PROPRIETARI E CONDUTTORI DI FONDI E DELLE GUARDIE VOLONTARIE NO, PERCHE' NON DISPONIBILI AD EFFETTUARE TALE TIPO DI SERVIZIO B LA PARTECIPAZIONE AI PIANI DI CONTENIMENTO FAUNISTICO E' UN DIRITTO DI OGNI CACCIATORE? SI', NEL CASO GLI ABBATTIMENTI VENGANO EFFETTUATI NELL'ATC O CA DI RESIDENZA SI', NEL CASO IL PRELIEVO VERTA SU SPECIE OGGETTO DI CACCIA NO C E' GIUSTO CHE I CACCIATORI COLLABORINO, SE RICHIESTO, ALL'EFFETTUAZIONE DEI CONTENIMENTI FAUNISTICI? NO, PERCHE' SOVENTE CONTRASTANO CON GLI INTERESSI DELLA CACCIA SI', IN UNA CORRETTA INTERPRETAZIONE DEL LORO RUOLO QUALI GESTORI DEI POPOLAMENTI FAUNISTICI SI', PER EVITARE EVENTUALI CONSEGUENZE ANCHE DI CARATTERE DISCIPLINARE NEI LORO CONFRONTI B NELLE OPERAZIONI DI CONTROLLO FAUNISTICO VIGONO TUTTE LE PRESCRIZIONI IN VIGORE PER L'ESERCIZIO DELLA CACCIA? NO, FERME RESTANDO LE PRESCRIZIONI DI SICUREZZA CONNESSE ALL'USO DELLE ARMI SI', PERCHE' TRATTASI COMUNQUE DI PRELIEVO DI FAUNA SI', NEL CASO LE OPERAZIONI VENGANO ESERCITATE CON L'AUSILIO DI CACCIATORIPROPRIETARI O CONDUTTORI DI FONDI AGRICOLI A 60 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C L'ALIMENTAZIONE ARTIFICIALE DELLA SELVAGGINA IN CASO DI FORTI NEVICATE GARANTISCE RISULTATI APPREZZABILI? SI', PURCHE' SI USINO ALIMENTI DI PRODUZIONE LOCALE SI', AVENDO CURA DI RAGGRUPPARE GLI ANIMALI PRECEDENTEMENTE IN AREE RISTRETTE NO, E' PREFERIBILE EVITARE EVENTUALI FATTORI DI DISTURBO (ES. SORVOLO DI ELICOTTERO) AGLI ANIMALI GIA' IN DIFFICOLTA' C LA PREDISPOSIZIONE PREVENTIVA SUL TERRITORIO DI PUNTI DI FORAGGIAMENTO INVERNALE DELLA SELVAGGINA PUO' DETERMINARE: MODESTO INCREMENTO DEL TASSO DI SOPRAVVIVENZA E DELLA CONSISTENZA DELLE SPECIE INTERESSATE NESSUN RISULTATO STANTE UN RAPPORTO DIRETTO PRESENZE FAUNISTICHE/ESTENSIONI TERRITORIALI RISULTATI SIGNIFICATIVI IN TERMINI DI INCREMENTO NUMERICO DELLE SPECIE INTERESSATE A LA SOPPRAVVIVENZA DEGLI ANIMALI NON PUO' PRESCINDERE: DALL'ELIMINAZIONE DIRETTA DEI CONTENDENTI DALLA SALVAGUARDIA DELLE RISORSE NATURALI DALL'IRROBUSTIRSI MANGIANDO ALIMENTI PIU' NUTRIENTI B IN QUALE PARTICOLARE SITUAZIONE L'EQUILIBRIO NATURALE RISULTA MAGGIORMENTE GARANTITO? QUANDO L'ATTIVITA' QUANDO NON VIENE VENATORIA VIENE ESERCITATA L'ATTIVITA' DI ESERCITATA AL SOLO SCOPO BRACCONAGGIO DI CONTENERE LE SPECIE IN ESUBERO QUANDO E' MOLTO ELEVATO IL NUMERO DEGLI ELEMENTI NATURALI AUTOCTONI PRESENTI, SENZA UNA PARTICOLARE PREDOMINANZA NUMERICA DI UNO RISPETTO AGLI ALTRI C L'AZIONE DEI PREDATORI RISPETTO ALL'EQUILIBRIO DI UN SISTEMA NATURALE SI PUO' DEFINIRE: DANNOSA PERCHE' RIDUCE SIGNIFICATIVAMENTE IL NUMERO DELLE SPECIE PREDA DI FONDAMENTALE IMPORTANZA PERCHE' ELIMINANDO I SOGGETTI PIU' DEBOLI E MALATI CONTRIBUISCE ALLA SELEZIONE E AL MIGLIORAMENTO EVOLUTIVO C TOLLERABILE SE LA PREDAZIONE E' LIMITATE AI CAPI COSIDDETTI "SANITARI" 61 Pronto soccorso 62 Pronto soccorso Il pronto soccorso è un intervento immediato, atto ad evitare azioni convulse, limitare i danni ed eventualmente salvare la vita dell'infortunato. La prima cosa da fare e mantenere la calma e capire il grado di urgenza della situazione e tenere presente che esistono casi di: emergenza, urgenza e non urgenza. Sono casi di emergenza assoluta - le lesioni che impediscono la respirazione; - le emorragie imponenti; - infortunato in coma; - politraumatizzato; - arresto cardiaco; Sono casi di urgenza - casi di emorragia contenute; - stato di shock; - ferite gravi; - ustioni. Sono casi di non urgenza - fratture non esposte; - ferite non profonde; - escoriazioni; - piccole ustioni. Nel soccorrere l'infortunato è fondamentale controllare: - la pervietà delle vie aeree, controllare che le prime vie aeree (bocca e faringe) non siano ostruite da vomito, coaguli, denti ecc. ed eventualmente rimuoverli con le dita dopo aver sistemato il soggetto in decubito laterale; - che il soggetto respiri ed eventualmente procedere alla respirazione bocca-bocca; - l’attività cardiaca attraverso il polso e in caso di assenza procedere al massaggio cardiaco. I minuti successivi all’infortunio possono essere vitali e quindi bisogna agire senza compiere errori gravi; pertanto, una persona priva di conoscenza, non bisogna mai: metterla seduta (la testa gli cadrebbe in avanti e non respirerebbe); lasciarla supina (la lingua potrebbe occludere le vie respiratorie); darle da bere (potrebbe soffocare). Il comportamento da adottare è diverso secondo la situazione in cui si viene a trovare. Le fratture Quando l'osso perde la propria integrità e continuità si parla di frattura. Le fratture possono essere - composte o incomplete, se l'osso è lesionato ma non c'è spostamento dei monconi; - scomposte o complete se la continuità dell'osso è interrotta e i monconi sono spostati fra di loro, in questo caso la frattura può essere esposta se l'osso esce all'esterno o chiusa se la frattura non si evidenzia all'esterno si possono avere delle complicanze in quanto i monconi possono ledere nervi, vasi e visceri. Sintomi ed elementi diagnostici: - dolore in sede di frattura; - tumefazione; - anomale mobilità del segmento osseo, deformità articolare. Come intervenire: - evitare movimenti inutili; - non ridurre mai la frattura; - se la frattura è esposta coprire la parte con delle bende pulitissime in quanto si potrebbe infettare e trasportare d'urgenza in ospedale; - se c'è emorragia cercare di bloccarla se è possibile indirettamente. Nel caso di fratture di un arto, immobilizzare la zona servendosi di asticelle o bastoni lunghi a sufficienza, avvolgendoli con cotone o indumenti, una buona immobilizzazione deve impedire eventuali spostamenti dei monconi durante il trasporto. Nel caso in cui l'infortunato dopo un trauma lamenti dolori al collo o alla colonna vertebrale o non riesca a muovere o non abbia sensibilità agli arti inferiori, si può sospettare di frattura alla colonna vertebrale. In questi casi l'infortunato va lasciato adagiato sul dorso non va rimosso fino a quando non si ha la possibilità di collocarlo su una barella con l'aiuto di esperti ed un numero sufficiente di persone (minimo tre). All'interno della colonna 63 vertebrale, formata da 33-34 vertebre, scorre il midollo spinale, una lesione della colonna vertebrale può portare ad una lesione midollare che porterebbe alla paralisi del soggetto. Un colpo alla testa può provocare una lesione,una tumefazio-ne o una ferita al cuoio capelluto e può essere lesa anche la parte ossea sottostante. La frattura può riguardare la volta cranica o la base cranica e nei casi più gravi si può avere anche sanguinamento dalle orecchie. In questi casi: - mettere il soggetto in posizione laterale di sicurezza evitando inutili spostamenti; - coprire eventuali ferite con panni puliti; - se l'orecchio sanguina non tamponare ma mettere il paziente in posizione laterale dalla parte dell'orecchio sanguinante; - chiamare soccorso qualificato al più presto. Lesioni articolari Le articolazioni permettono i movimenti al nostro corpo, si trovano negli arti, tra tronco e arti, nella mandibola ecc. In caso di trauma o di patologie le articolazioni vanno incontro a distorsioni o a lussazioni. Distorsione La distorsione è un momentaneo allontanamento dei capi ossei di un'articolazione con possibile lesione di legamenti e capsule articolari. Non permangono spostamenti ossei. I sintomi sono: - dolore - tumefazione - difficoltà funzionale. Primo soccorso: — impacchi freddi - immobilizzare l'articolazione con fasciatura non troppo stretta. - Lussazione La lussazione è la perdita permanente di contatto tra due capi articolari con lesione della capsula articolare. Può essere: - completa se la perdita del contatto tra le superfici articolari è totale; incompleta se resta un contatto tra le superfici articolari. Segni e sintomi - deformità articolare - impotenza funzionale (l'articolazione resta bloccata in posizione anomala); - dolore locale Primo soccorso - II primo soccorso deve essere atto ad impedire complicazioni (lesioni di vasi o nervi) a causa dello spostamento dei due capi articolari, pertanto occorre: - immobilizzare la parte lesa con bende; - applicare compresse fredde; - limitare i movimenti del soggetto. Ferite Si definiscono ferite tutte le soluzioni di continuo della cute o delle mucose, di origine traumatica. A seconda dell’agente e del meccanismo d’azione si classificano in: - ferite da punta, causate da un corpo acuminato che penetra perpendicolarmente al piano cutaneo e lascia sulla cute un ferita minore rispetto al calibro dell’oggetto stesso; - ferite da taglio, provocati da oggetti taglienti (coltelli, lame, vetro, ecc, si presentano con margini netti più o meno divaricati; - ferite da punta e taglio, provocate da corpi taglienti con punta (pugnale); - ferite lacere, provocate dallo sfregamento con una superficie dura che provoca lo strappo e la torsione della cute e tessuti sottostanti; 64 - ferite lacero-contuse, ferite che oltre alla lacerazione presentano la contusione dei bordi; - ferite da arma da fuoco, possono essere provocate da proiettile unico o da cariche a pallini. Nel caso di proiettile unico(pistola, carabina) le ferite presentano un foro d’entrata che generalmente è più piccolo del calibro del proiettile, con margini rientranti, in questo caso il proiettile può rimanere all’interno o può fuoriuscire attraverso un foro detto di uscita che si presenta più ampio e con margini estroflessi. L’entità del danno causato dalla ferita dipende dal diametro, dalla velocità del proiettile e dalla distanza tra arma e soggetto colpito. Le ferite provocate da cariche a pallini generalmente sono meno gravi se esplosi da lontano e con pallini più piccoli. Se invece la distanza è ridotta la situazione si presenta più grave in quanto i pallini concentrati penetrano in profondità e possono colpire organi, vasi o nervi. Le ferite da scoppio di canna di fucile sono ferite con lacerazioni da scoppio e interessano il viso. La mano e l’avambraccio. La prognosi è condizionata dall’estensione, dalla profondità della ferita e dalla presenza di emorragie. Un primo soccorso, se si tratta di ferite lievi, consiste nel detergere, disinfettare, coprire con bende; se invece si tratta di gravi ferite la prima cosa da fare è cercare di bloccare l’emorragia e trasportare il soggetto in ospedale. Le emorragie L’emorragia è la fuoriuscita di sangue dai vasi arteriosi venosi o capillari da una ferita o da cavità naturali, a causa di traumi o da complicanze di malattie. L’emorragie possono essere interne o esterne. Nelle emorragie interne il sangue fuoriesce dai vasi all’interno del corpo in cavità o infiltrato tra i tessuti, a volte può esteriorizzarsi fuoriuscendo da orifizi naturali (con il vomito, con la minzione, con la defecazione ecc.) Quando l’emorragia è interna i segni che si manifestano sono: malessere generalizzato, pallore sudorazione, agitazione, polso frequente, shock emorragico. Nelle emorragie esterne il sangue fuoriesce all’esterno da ferite è può essere: - arteriosa se fuoriesce da vasi arteriosi, in questo caso il sangue schizza a getti pulsanti più o meno forti a secondo del calibro dell’arteria lesa e della pressione arteriosa ed il sangue è rosso vivo. Per bloccare l’emorragia bisogna individuare l’arteria principale che porta il sangue alla ferita e comprimere fortemente contro l’osso o contro le masse muscolari sottostanti e comprimere anche direttamente la ferita, se la fuoriuscita di sangue si riduce, la manovra è efficace; - venosa se il sangue fuoriesce con flusso lento e continuo e si presenta rosso scuro. In questi casi bisogna comprimere la ferita con garze, fazzoletti ecc., fare un bendaggio compressivo, tranquillizzare il soggetto e se necessario trasportarlo in ospedale. Se l'emorragia proviene dagli arti può essere utile usare il laccio emostatico (cinture, elastici ecc.), ricordando di posizionarlo a monte della ferita se si tratta di emorragia arteriosa, a valle della ferita se l'emorragia è venosa; il laccio può essere tenuto non più di quaranta minuti, poi bisogna toglierlo per 4-5 minuti continuando nel frattempo a comprimere la ferita ed effettuare la compressione a distanza. Il soggetto che ha perso una certa quantità di sangue deve essere posto, se è possibile, in posizione orizzontale per facilitare l'irrorazione e l'ossigenazione cerebrale. Epistassi Per epistassi si intende l'emorragia nasale, dovuta ad un trauma, corpi estranei, fragilità capillare o patologie varie. Nel caso di epistassi bisogna porre il soggetto in posizione seduta con la testa in avanti in modo che il sangue fuoriesca e non venga ingoiato. Inserire un batuffolo di cotone imbevuto di acqua ossigenata, e comprimere la narice che sanguina. Può essere utile fare degli impacchi freddi sul naso e sulla fronte. Se l'emorragia non si arresta bisogna accompagnare il soggetto in ospedale. Lesioni da freddo Congelamento Per congelamento si intende l'insieme delle lesioni limitate ad alcune parti del corpo provocate dall'esposizione a basse temperature. Distinguiamo tre stadi di congelamento: - congelamento di I grado, la parte si presenta dolente, edematosa insensibile e ipomobile; - congelamento di II grado, la parte si presenta cianotica con flittene e piaghe; - congelamento di III grado, la parte si presenta necrotica, c'è febbre e stato tossico. Nei primi due gradi se si interviene subito la prognosi è favorevole, le lesioni da congelamento spesso riguardano le estremità; procedere togliendo gli abiti se bagnati, immergere se è possibile la parte in acqua calda o fare impacchi umidi caldi, altrimenti mettere indumenti asciutti e massaggiare con delicatezza iniziando col massaggiare la parte 65 superiore alla parte congelata. Nel congelamento di III grado la prognosi è riservata ed occorre l'intervento medico. Assideramento L'assideramento è il complesso dei fenomeni patologici causati dalla protratta esposizione del corpo a bassa temperatura ed interessa tutto l'organismo. I primi sintomi sono brividi, difficoltà visiva e di parola, tachicardia aumento del ritmo respiratorio, se la temperatura corporea si abbassa ulteriormente si hanno problemi cardiaci, insufficienza renale fino al coma. È necessario portare il soggetto in ambiente asciutto e riscaldato, riscaldarlo gradualmente con massaggi e panni caldi, somministrare bevande calde zuccherate non alcoliche e coprirlo con indumenti e coperte di lana. Ipertermia e colpo di calore Colpo dì sole II colpo di sole è dovuto all'esposizione prolungata ai raggi solari. Inizialmente i sintomi sono: - stordimento, cefalea, sudorazione profusa, nausea, vertigini, ronzii, il colorito del viso è rosso acceso; se non si interviene si può avere un calo pressorio polso piccolo e frequente, e si può arrivare allo stato di shock, il viso si presenta pallido e la cute fredda e umida. Colpo di calore II colpo di calore dovuto e all'esposizione eccessiva e prolungata del corpo al caldo umido. In questi casi si ha un arresto della sudorazione e il corpo non riesce più ad eliminare il calore e si surriscalda. I primi sintomi sono: la cute calda e secca, la temperatura corporea oltre i 40°, il colorito della cute prima rosso, poi cianotico, nausea, vomito, polso piccolo e frequente, respiro accellarato, stordimento e si può arrivare al coma. Intervenire portando il soggetto in ambiente fresco e ventilato, fare impacchi freschi per abbassare la temperatura corporea, se cosciente porlo in posizione semiseduta e fargli bere acqua e sale, se invece è incosciente metterlo in posizione laterale di sicurezza cercando di fare abbassare la temperatura. SINCOPE (Svenimento) La sincope da sforzo suggerisce l'esistenza di un ostacolo all'efflusso ventricolare, più frequentemente dovuto a stenosi aortica. La sincope riflette un'ischemia cerebrale, dovuta all'impossibilità di aumentare la gittata cardiaca in combinazione con la vasodilatazione periferica provocata dallo sforzo. Una sincope prolungata può causare convulsioni. Una riduzione del ritorno venoso è la causa della sincope da colpo di tosse e postminzionale e della sincope che si verifica durante la manovra di Valsalva (espirazione forzata a glottide chiusa); La vasodilatazione periferica è anche la causa iniziale del semplice svenimento (sincope da vasodepressione). La vasodilatazione, in senso finalistico, prepara alla fuga dopo un evento stressante. Quando la vasodilatazione è seguita da un rallentamento della frequenza cardiaca (piuttosto che dalla tachicardia preparatoria per la fuga), l'inadeguatezza della gittata cardiaca provoca la sincope. L'ansia della fase presincopale può essere accompagnata da iperventilazione; l'ipocapnia risultante provoca vasocostrizione cerebrale, che riduce ulteriormente la perfusione cerebrale La sincope da deglutizione in pazienti affetti da patologia esofagea è di solito dovuta a meccanismi riflessi vasovagali, che inducono bradicardia e ipotensione. La sincope posturale può essere dovuta a ipovolemia (spesso indotta da diuretici o da vasodilatatori, soprattutto nell'anziano, o dovuta a un'emorragia); caratteristicamente, dopo una sincope da ipovolemia o vasovagale, il paziente recupera completamente i sensi assumendo la posizione clinostatica. Sintomi e segni Quando si verifica una sincope, il paziente non risponde alla chiamata e perde il tono posturale. Senso di svenimento, vertigini o senso di stordimento indicano talvolta un'incipiente perdita di coscienza e più spesso hanno carattere progressivo, qualora il paziente sia in posizione eretta. Per definizione, un paziente che ha subito un episodio sincopale rinviene spontaneamente. Prognosi e terapia Nelle persone giovani non affette da cardiopatie, la sincope da causa ignota ha una prognosi favorevole e raramente è richiesta una valutazione elaborata. Al contrario, nell'anziano la sincope può essere dovuta all'interazione di diversi problemi coesistenti che possono danneggiare i meccanismi compensatori del sistema cardiovascolare. Di solito, la sincope regredisce mettendo il paziente in elinostatismo (disteso a pancia in su); in tal caso non è necessario alcun trattamento ulteriore, a meno che non sia richiesto dalla malattia di base. Il sollevamento degli arti inferiori ristabilisce rapidamente la perfusione cerebrale. La sincope può ripresentarsi qualora il paziente riassuma troppo frettolosamente la posizione seduta; il problema talvolta si aggrava se si continua a tenere il paziente in posizione eretta o lo si fa passare dal elinostatismo all'ortostatismo (alzato). 66 Morsicature e punture dì insetti Sono numerosi gli insetti in grado di iniettare con la loro punta o tramite il loro morso sostanze che possono dare luogo a reazioni di diversa gravita. L'aspetto delle lesioni dipende dall'insetto che lo ha provocato, le manifestazioni locali sono: dolore, arrossamelo, edema, prurito e può essere visibile l'aculeo dell'insetto che può essere estratto con una pinzetta, si possono fare impacchi con ghiaccio per alleviare il dolore e il prurito e impiegare preparati a base di idrocortisone. Se dovesse comparire gonfiore al viso o al collo o problemi alla gola, ricorrere subito atte cure mediche in quanto , in soggetti particolarmente sensibili, si può arrivare allo shock anafilattico. Zecche Le zecche sono artropodi (acari appartenenti alla classe degli Arachnida), parassiti esterni delle dimensioni di qualche millimetro. Il loro ciclo vitale si sviluppa in tre fasi successive (larva-ninfa-adulto) che si possono svolgere tutte su uno stesso ospite oppure su due/tre ospiti diversi. Non sono molto selettive nella scelta dell'organismo da parassitare, ma possono scegliere diverse specie animali dai cani ai cervi, agli scoiattoli fino all'uomo. In Italia sono presenti due famiglie di zecche: quella delle Ixodidae (zecche dure) e quella delle Argasidae (zecche molli). L'habitat preferito è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con microclima preferibilmente fresco e umido, ma possono trovarsi anche in zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada. La loro presenza dipende, infatti, essenzialmente dalla presenza sul territorio di ospiti da parassitare, per questo luoghi come stalle, cucce di animali e pascoli sono tra i loro habitat elettivi. Con l'inizio della bella stagione le zecche abbandonano, lo stato di letargo invernale e si avviano alla ricerca di un ospite da parassitare. Nei mesi primaverili ed estivi che vanno da aprile a ottobre è quindi più frequente cadere vittima del cosiddetto "morso da zecca". Il morso della zecca non è di per se1 pericoloso per l'uomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori. Le patologie infettive veicolate da zecche che presentano rilevanza epidemiologica nel nostro paese sono: • rickettsiosi • borreliosi di Lvme • febbre ricorrente da zecche • tularemìa • meningoencefalitc da zecche • ehrlichiosi La maggior parte di queste malattie può essere diagnosticata esclusivamente sul piano clinico, ma una pronta terapia antibiotica, nelle fasi iniziali è generalmente risolutiva in particolar modo per le forme a eziologia batterica. Anche se il rischio d'infezione potrebbe essere superiore a quello stimato sino ad ora, solo raramente (fino al 5 per cento dei casi) e in soggetti anziani o bambini queste infezioni possono essere pericolose per la vita. Le zecche non saltano e non volano sulle loro vittime, ma si appostano all'estremità delle piante aspettando il passaggio di un animale o di un uomo. Grazie all'anidride carbonica emessa e al calore dell'organismo, questi acari avvertono la presenza di un eventuale ospite e prontamente si apprestano a parassitarlo. Conficcano quindi il loro apparato boccale nell'ospite e cominciano a succhiarne il sangue. Il morso è generalmente indolore perché emettono una sostanza contenente principi anestetici. Generalmente rimangono come parassiti nell'organismo dell'ospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente. Prevenzione Esistono alcune precauzioni per ridurre significativamente la possibilità di venire a contatto con le zecche, o perlomeno per individuarle rapidamente, prima che possano trasmettere una malattia. Coloro che si apprestano a recarsi in aree a rischio dovrebbero: • vestirsi opportunamente, con abiti chiari che rendono più facile l'individuazione delle zecche, coprire le estremità, soprattutto inferiori, con calze chiare (meglio stivali) e utilizzare pantaloni lunghi; • evitare di toccare l'erba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi nelle zone in cui l'erba è alta; • terminata l'escursione, effettuare un attento esame visivo e tattile della propria pelle, dei propri indumenti e rimuovere le zecche eventualmente presenti. Le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia, sui fianchi; • trattare gli animali domestici (cani) con sostanze acaro repellenti prima dell'escursione; • spazzolare gli indumenti prima di portarli all'interno delle abitazioni. Se individuate sulla pelle, le zecche vanno prontamente rimosse perché la probabilità di contrarre un'infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull'ospite. Bisogna comunque tenere presente che solo una percentuale di individui è portatore di infezione. Rimozione della zecca: • la zecca deve essere afferrata con una pinzetta vicino alla superficie della pelle e rimossa tirando dolcemente; (sarebbe utile bagnare con semplice olio di oliva per favorirne lo scivolamento) • durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il 67 rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni; disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca. Dopo l'estrazione della zecca sono indicate la disinfezione della zona (evitando i disinfettanti che colorano la cute) e l'applicazione di antibiotici per uso topico; • evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla, le mani devono essere protette (con guanti) e poi lavate; • spesso il rostro (apparato boccale) rimane all'interno della cute, in tal caso deve essere estratto con un ago sterile. Alla rimozione della zecca dovrebbe seguire un periodo di osservazione della durata di 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione. • Morsi di vipera L'avvelenamento da morso di vipera . L'incidenza annuale, in Europa, è di 15-20.000 morsicature, con 50 morti per anno (esclusa la Russia ed i paesi dell'Est) Le uniche specie di rettili velenosi che sono presenti in Italia appartengono alla famiglia dei viperidi e sono: la vipera aspis; la vipera berus (marasso) arco alpino fino in alta quota; la vipera ammodytes (vipera dal corno) arco alpino e prealpino orientale; la vipera ursini Monti Sibillini e Gran Sasso. La vipera aspis è sicuramente la più diffusa e responsabile di casi di morsicatura e avvelenamento. La vipera berus risulta, statisticamente, la prima in Europa per quanto riguarda il numero di morsicature. Il maggior numero di morsi si verifica, in genere, tra i mesi di maggio e ottobre. La vipera è diffusa un po' ovunque in Italia, eccetto la Sardegna; la si trova nelle regioni centro-meridionali fino alla Toscana e nell'Appennino Tosco-Romagnolo. E' un animale che ama stare nei luoghi caldi. Esce dalla propria tana, nel corso delle giornate caldo-umide, con una temperatura esterna posta tra i 15° ed i35°C. La vipera ama stare in particolare nelle pietraie esposte al sole, nei muri a secco, nelle fascine di legna, nei tronchi d'albero tagliati e accatastati, nelle vecchie case abbandonate, nei pagliai, lungo le rive di stagni e dei corsi d'acqua. Quando si trova in situazione di pericolo, assume un caratteristico atteggiamento di difesa, alzandosi, gonfiandosi, attorcigliandosi su se stessa, in posizione d'attacco. Il rettile non morde per uccidere, ma per difendersi. Importante è saper riconoscere bene una vipera in base alla sua caratteristica morfologica, non confondendola con altri rettili non velenosi. La lunghezza del rettile è compresa tra 70 e 80 cm. Le vipere sono contraddistinte da un corpo tozzo, con una coda corta e tronca. La testa, piuttosto appiattita, possiede una caratteristica forma triangolare o "a losanga", e a punta; l'estremità del muso è rivolta verso l'alto. Tra occhio e bocca sono situate delle scaglie poste su più file. Le pupille sono schiacciate e verticali "a fessura", anziché rotonde. In bocca si trovano i due grossi denti veleniferi, molto appuntiti, dotati di scanalature, che permettono al veleno di uscire e penetrare nei tessuti della vittima. La vipera dal corno possiede la caratteristica protuberanza sopra il naso, ben visibile. II morso di vipera è talvolta caratterizzato dalla presenza di due piccoli fori distanti circa 1 cm l'uno dall'altro, accompagnati dalle impronte degli altri denti mascellari, assenti se il morso è avvenuto attraverso calzettoni o pantaloni. Spesso comunque non è facile distinguere il punto in cui è avvenuto il morso in quanto la maggior parte delle morsicature viene inferta con un solo dente e le impronte dei denti mascellari risultano virtualmente invisibili. Per chi non è in grado di riconoscere i serpenti a prima vista, l'unico criterio di caratterizzazione del morso della vipera resta dunque il dolore locale prolungato. Sintomi Solo in 30 casi su cento la vipera inocula il veleno mordendo la vittima. In tal caso, in seguito al morso, la vittima prova sintomi locali e sintomi generali In genere la diagnosi di avvelenamento è facile. E' facile riconoscere il segno dei due denti veleniferi, ed il paziente avverte dolore. Talvolta, alcune morsicature sono "secche" e non seguite da avvelenamento. L'estensione dell'edema (gonfiore) correla solitamente bene con la severità dell'avvelenamento, come pure i sintomi a carico dell'apparato digerente e cardiovascolare. Le manifestazioni di tipo sistemico compaiono entro 24 ore dal morso. Sintomi locale ed intenso dolore nella zona colpita, emorragia a chiazze, gonfiore dopo 10 minuti, crampi più o meno acuti. Sintomi generali: Dopo 30 minuti -1 ora: cefalea (mal di testa), malessere, senso di vertigine, calo della temperatura corporea, tachicardia (aumento della frequenza cardiaca), riduzione della pressione arteriosa fino allo stato di shock, vomito, diarrea. Nei casi più gravi: depressione respiratoria. Il primo segnale di gravita è dato dalla difficoltà della vittima a mantenere le palpebre aperte per interessamento del sistema nervoso centrale. Cosa fare • Non si deve assolutamente incidere la cute nella sede del morso o applicare un laccio emostatico o effettuare una suzione del veleno. Questi sono aspetti empirici di trattamento, spesso causa di complicanze dovute all'azione stessa del trattamento. Va senza dubbio evitata l'iniezione di siero antivipera al di fuori dell'ambiente ospedaliero, per il rischio dell'anafilassi. Non assumere alcoolici (hanno un effetto depressivo sul sistema nervoso e vasodilatatore periferico, favorendo l'assorbimento del veleno). Il siero lasciato fuori dal frigorifero per alcune ore si deteriora. Il siero, portato nello zaino diventa inefficace. 68 • • Mantenere la calma, sdraiare e tranquillizzare la vittima: la mortalità è molto minore di quanto si crede comunemente. Per prima cosa occorre evitare che il veleno si diffonda in tutto l'organismo. Poiché frequentemente la parte colpita è un arto, legare questo con un laccio (usare una cintura o una striscia di tessuto) posto a cinque centimetri dal morso e possibilmente steccare l'arto per ridume i movimenti. Dopo un minuto spostare il laccio più a monte. Fare in modo che la zona colpita sia più in basso rispetto al cuore. • Per aspirare il veleno usare apposite coppette aspiratrici reperibili in commercio. • Lavare la ferita con acqua ossigenata o acqua semplice. Applicare eventualmente ghiaccio perché il freddo rallenta la messa in circolo del veleno. Se il bendaggio viene praticato in maniera efficace, la comparsa dei sintomi viene ritardata da una a sei ore circa. Valutare quindi il grado di intervento da praticare in relazione alla distanza dall'ospedale. Trasportare la vittima a braccia o in barella al più vicino pronto soccorso e, in caso la vipera presunta responsabile sia stata uccisa, portarla con sé per l'identificazione. Cosa non fare • Non sollevare l'arto colpito con cuscini o altri supporti. • Non incidere la ferita né provare a succhiare per rimuovere il veleno: il soccorritore rischia a sua volta l'intossicazione se ha carie, piaghe della mucosa boccale o labbra screpolate. • Non disinfettare la ferita con alcol, perché il veleno di vipera forma composti tossici. • Non somministrare siero antivipera: si può rischiare lo shock anafilattico: la scelta e l'attuazione di questa terapia sono di competenza medica. • Non somministrare antidolorifici che possono svolgere effetto anticoagulante (ad es. aspirina, FANS, cioè antinfiammatori non steroidei) Prevenzione: Calzare scarpe alte, adatte a passeggiate in montagna; Indossare calze da montagna possibilmente alte sino al ginocchio; Utilizzare un lungo bastone per battere il cammino e far scappare le vipere; Evitare di sedersi su pietraie e sassi; Non infilare le mani in cavità di alberi, in buchi, o in altri recessi. Corpi estranei nell'occhio Quando c'è la presenza di corpi estranei nell'occhio, se si tratta di sabbia o polvere, bisogna fare agitare le palpebre sotto acqua corrente, se si tratta di corpi mobili, bisogna portare il soggetto vicino ad una fonte luminosa, abbassare la palpebra inferiore ed estrarre il corpo estraneo con l'angolo di un fazzoletto pulito. Se il corpo estraneo e infisso nell'occhio (come ad esempio una scheggia), non bisogna rimuoverlo ma occorre portare il soggetto in ospedale, cercando di farlo stare disteso, con la testa ferma ed entrambi gli occhi bendati. Corpi estranei nell'orecchio Se il corpo estraneo determina un danno alla membrana timpanica si manifesta dolore violento, persistente sanguinamento e immediato calo di udito. Se si tratta di piccoli corpi estranei si può procedere con un lavaggio auricolare con acqua tiepida. Se si tratta di insetti la sintomatologia varia a secondo dei movimenti dell'insetto che può provocare dolore trafittivo e rumore assordante, in questo caso si può instillare qualche goccia di olio e poi procedere con un lavaggio auricolare con acqua tiepida. 69 DOMANDA RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ RISPOSTA C QUANTO TEMPO AL MASSIMO PUÒ ESSERE LASCIATO IL LACCIO EMOSTATICO SENZA MAI ALLENTARLO: 20 MINUTI 30 MINUTI 60 MINUTI B AD UN’ INFORTUNATO, CON FERITA ALL’ADDOME DALLA QUALE FUORI ESCONO GLI INTESTINI, QUALE POSIZIONE BISOGNA FAR PRENDERE PER ALLENTARE LA TENSIONE ADDOMINALE E QUINDI DIMINUIRE I DANNI AI VISCERI: POSIZIONE DI SICUREZZA (SUL FIANCO) SDRAIATA SULLA SCHIENA CON LE GAMBE FLESSE SEDUTA B CHE COSA E' UN TRAUMA CRANICO COMMOTIVO : UN VIOLENTO COLPO AL CAPO CON PERDITA DI COSCIENZA UNO STATO DI STRESS PSICOLOGICO UNO STATO DI EUFORIA E DI EBBREZZA A COME CI SI DEVE COMPORTARE IN INVITARE IL SOGGETTO A MUOVERE PRESENZA DI UN INFARTO CARDIACO: LE BRACCIA RASSICURARE IL SOGGETTO E EVITARGLI OGNI MINIMO SFORZO INVITARE IL SOGGETTO AD ASSUMERE PICCOLE QUANTITA' DI SOSTANZE ALCOLICHE B COME COMPORTARSI NEL CASO DI UN VASTO INCENDIO BOSCHIVO: AVVERTIRE L'AUTORITA' PIU' VICINA E METTERSI A SUA DISPOSIZIONE METTERSI A SPEGNERLO DA SOLI ALLONTANARSI AL PIU' PRESTO A COME SI AIUTA UN SOGGETTO FRATTURATO: DEVE ESSERE AIUTATO A RIALZARSI E A RIACQUISTARE I MOVIMENTI SI DEVONO IMMOBILIZZARE LE FRATTURE E TRASPORTARE LA PERSONA AL PIU' VICINO OSPEDALE BISOGNA ASPETTARE CHE GLI PASSI IL DOLORE B COME SI FA A RICONOSCERE SE UNA PERSONA HA SUBITO UN TRAUMA CRANICO COMMOTIV0 : DALLA PERDITA DI MOVIMENTO DELLE BRACCIA E DELLE GAMBE DALLA PERDITA DI COSCIENZA, CEFALEA, VOMITO E VERTIGINI DALLA PERDITA DI MOVIMENTO DELLA SOLA TESTA B COME SI PUO' CAPIRE SE UNA CADUTA HA PROVOCATO LA FRATTURA DELLA COLONNA VERTEBRALE: DAI DOLORI IN TUTTE LE PARTI DEL CORPO DA FORMICOLIO ALLE BRACCIA E/O ALLE GAMBE O DALL'IMPOSSIBILITA' A MUOVERE BRACCIA E GAMBE DALLA COMPARSA IMPROVVISA DI FEBBRE B COME SI RICONOSCE UN ARRESTO CARDIACO: PERDITA DI COSCIENZA, PALLORE DELLA CUTE, LABBRA ED UNGHIE CIANOTICHE CON ASSENZA DI BATTITO CARDIACO DA UNO STATO EUFORICO DALLA MANCANZA DI LUCIDITA' ED ORIENTAMENTO A COME SI RICONOSCE UN INFARTO CARDIACO: DA UN FORTE DOLORE MUSCOLARE DA UN FORTE DOLORE DI TESTA DAL DOLORE AL TORACE MOLTO FORTE TRASMESSO ANCHE ALLO STERNO, AL BRACCIO SINISTRO C COSA E' PIU' OPPORTUNO USARE PER BLOCCARE UNA EMORRAGIA ARTERIOSA SENZA DISPORRE DI LACCIO EMOSTATICO: COMPRESSIONE DIRETTA IN SEDE DI EMORRAGIA E POI LE ALTRE MANOVRE UNA CINTURA E POI LE ALTRE MANOVRE UNA CALZA E POI LE ALTRE MANOVRE A COSA OCCORRE FARE QUANDO UNA PERSONA PRESENTA UN TRAUMA CRANICO: PORRE LA PERSONA SDRAIATA E ASPETTARE CHE ARRIVINO SOCCORSI PORRE LA PERSONA IN POSIZIONE LA SI DEVE CARICARE LATERALE DI SICUREZZA MANTENENDO IN A SPALLE IN CERCA DI ASSE IL RACHIDE CERVICALE E CHIAMARE SOCCORSO URGENTEMENTE SOCCORSO B COSA SI DEVE FARE IN PRESENZA DI UNA EMORRAGIA: STENDERE L'INFORTUNATO E COPRIRE LE FERITE STENDERE L'INFORTUNATO E FARLO BERE COMPRESSIONE DIRETTA IN SEDE DI EMORRAGIA E POI LE ALTRE MANOVRE C COSA SI DEVE FARE QUANDO UNA PERSONA SVIENE: METTERE LA PERSONA SEDUTA E SVESTIRLA METTERE LA PERSONA DISTESA CON LE GAMBE IN ALTO CARICARLA SULLE SPALLE E TRASPORTARLA ALLA CASA PIU’ VICINA B COS'E' L'ASSIDERAMENTO: E' LA CONSEGUENZA DI UNA MANCATA OSSIGENAZIONE E' LA CONSEGUENZA DI UNA MANCATA ALIMENTAZIONE E' IL PRODOTTO DI LESIONI GENERALI DETERMINATE DA UNA ESPOSIZIONE TOTALE A BASSE TEMPERATURE C DI FRONTE AD UN SOGGETTO APPARENTEMENTE INANIMATO, LA PRIMA COSA DA FARE È: VALUTARE IL POLSO CAROTIDEO CHIAMARLO E SCUOTERLO DELICATAMENTE PER VALUTARE LO STATO DI COSCIENZA METTERLO IN POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA B DOVE È MEGLIO CERCARE IL POLSO (PERCHÉ SIA UN POLSO SUFFICIENTEMENTE FORTE): NELLE BRACCIA (SULLA PIEGA DEL GOMITO) NEL COLLO (NEL SOLCO FRA LARINGE E MUSCOLO STERNOCLEIDOMASTOIDEO) NELLA GAMBA (SULLA PIEGA DEL GINOCCHIO) B DOVE SI DEVE METTERE IL LACCIO EMOSTATICO IN UN ARTO CON EMORRAGIA DA FERITA: DIRETTAMENTE SULLE FERITA DEVE ESSERE MESSO IN SEDE PROSSIMALE NELLA PARTE PIU' RISPETTO ALLA LESIONE EMORRAGICA VICINA AL CUORE B DOVENDO ARRESTARE UNA EMORRAGIA ARTERIOSA LA PRIMA COSA DA FARE È: COMPRIMERE IN SEDE DI EMORRAGIA PER ARRESTARNE IL FLUSSO E POI LE ALTRE MANOVRE (LACCIO, ECC.) POSIZIONARE SUBITO UN LACCIO EMOSTATICO AL DISOPRA DELLA ZONA DI LESIONE A METTERE DELLE GARZE STERILI SULLA FERITA E BENDARE 70 E’ UNA FREDDA GIORNATA, VAI A CACCIA E SAI CHE DOVRAI FARE MOLTA STRADA. PER SCALDARTI PORTI CON TE: RISPOSTA A UNA BOTTIGLIA DI VINO DI PRODUZIONE PROPRIA RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C UNA BOTTIGLIETTA DI GRAPPA DI MARCA UN TERMOS CON DEL THE’ C I CORPI ESTRANEI INFISSI NEI TESSUTI SEMPRE VANNO SUBITO TOLTI: MAI SOLO SE DI MEDIE DIMENSIONI B IL CONGELAMENTO COLPISCE QUALI PARTI DEL CORPO: TORACE ADDOME ESTREMITA' CORPOREE C IL LACCIO EMOSTATICO AGLI ARTI SUPERIORI E INFERIORI DOVE NON VA POSIZIONATO A METÀ COSCIA AL BRACCIO AL MUSCOLO BICIPITE A LIVELLO DELLA PIEGA DEL GINOCCHIO E DEL GOMITO C IL CACCIATORE NEL MANIPOLARE ANIMALI MORTI O ABBATTUTI (SCUOIARE, DIVIDERE LE CARNI, ECC…) PUÒ ESSERE ESPOSTO A CONTRARRE ALCUNE MALATTIE, PER CUI COME PREVENZIONE E' MOLTO UTILE: PROTEGGERSI LE MANI CON GUANTI DI GOMMA LAVARSI LE MANI SUBITO DOPO LA MANIPOLAZIONE CON ALCOOL E SAPONE SENZA BISOGNO DI USARE GUANTI LAVARSI LE MANI OGNI TANTO DURANTE LA MANIPOLAZIONE A IL CAPO ABBATTUTO DEVE ESSERE SVENTRATO: IL PIÙ PRESTO POSSIBILE PER EVITARE LA MOLTIPLICAZIONE DEI GERMI DELLA DECOMPOSIZIONE DOPO QUALCHE ORA, APPENA SI ARRIVA A 24 ORE DOPO COSÌ CASA MIGLIORA IL SAPORE DELLA CARNE QUANDO È “FROLLATA” A IN UN SOGGETTO CHE HAI CHIAMATO E SCOSSO E DAL QUALE NON HAI OTTENUTO RISPOSTA, LA MOSSA SUCCESSIVA DA FARE È: RUOTARLO SU UN FIANCO E CHIEDERE SOCCORSO METTERGLI UN CUSCINO SOTTO LA TESTA E CHIEDERE SOCCORSO C IN UN SOGGETTO CHE SI SUPPONE IN STATO DI SHOCK COSA NON BISOGNA FARE: SDRAIARLO SULLA SCHIENA CON LE GAMBE SOLLEVATE SLACCIARE GLI ABITI PER MEGLIO DARGLI DA BERE FACILITARE LA RESPIRAZIONE E COPRIRLO UNA BEVANDA ALCOLICA PERCHÉ SI RISCALDI C IN UN SOGGETTO INCOSCIENTE, CHE PRESENTA ASFISSIA DA ANNEGAMENTO (POLSO CAROTIDEO PRESENTE, ASSENZA DEL RESPIRO), SI DEVE: RIMUOVERE SOLO EVENTUALI OSTACOLI VISIBILI IN BOCCA E INIZIARE SUBITO LA RESPIRAZIONE BOCCA-BOCCA FINO ALLA RIPRESA DELLA COSCIENZA GIRARE L’INFORTUNATO IN POSIZIONE PRONA E BATTERGLI SULLA SCHIENA PER FAR USCIRE L’ACQUA DAI POLMONI METTERE L'INFORTUNATO IN POSIZIONE DI SICUREZZA E CHIAMARE IL 118 A IN UN’INFORTUNATO CON FRATTURA RIDUZIONE DELLA FRATTURA – ESPOSTA DI ARTO LA MEDICAZIONE – IMMOBILIZZAZIONE SUCCESSIONE DELLE PRESTAZIONI È: MEDICAZIONE – AVVOLGIMENTO DELL’ARTO CON MATERIALE MORBIDO – IMMOBILIZZAZIONE MEDICAZIONE – IMMOBILIZZAZIONE – BORSA DEL GHIACCIO B L’ASSIDERAMENTO VERO E PROPRIO INIZIA QUANDO LA TEMPERATURA CORPOREA SCENDE AL DISOTTO DI : 32 °C 20 °C B 35 °C VERIFICARE CHE LE VIE AEREE NON SIANO OSTRUITE L’IPERESTENSIONE DEL CAPO SERVE: A EVITARE CHE L’INFORTUNATO SI MORDA INVOLONTARIAMENTE LA LINGUA A EVITARE CHE LA LINGUA CADA A STIMOLARE, PER ALL’INDIETRO E OSTRUISCA LE VIE AEREE VIA RIFLESSA, IL RISVEGLIO DELL’INFORTUNATO B L’UOMO SI INFETTA CON STAMBECCO, MUFLONE O CAPRIOLO LA TRICHINELLA MANGIANDO CARNI CRUDE O POCO COTTE DI: GALLO FORCELLO, LEPRE VARIABILE O PERNICE BIANCA CINGHIALE, TASSO O VOLPE C L’UOMO SI INFETTA DI TULAREMIA TOCCANDO O SCUOIANDO UN ANIMALE COLPITO DA QUESTA MALATTIA: CAMOSCIO VOLPE LEPRE C LA FERITA PROVOCATA DA UNA CARICA A MUNIZIONE SPEZZATA È PIÙ GRAVE SE LA DISTANZA DALLA BOCCA DI FUOCO ALLA PARTE LESA È: AL DISOTTO DI 3 METRI AL DISOTTO DI 14 METRI NON HA IMPORTANZA LA DISTANZA A LA MIXOMATOSI COLPISCE: LEPRE CONIGLIO SELVATICO MINILEPRE LA POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA VA ASSOLUTAMENTE EVITATA: SE SI SOSPETTANO GRAVI FRATTURE O TRAUMI SPECIE A CARICO DELLA COLONNA VERTEBRALE QUANDO SIAMO DI FRONTE AD UN IN UN SOGGETTO PRIVO DI INFORTUNATO PRIVO DI CONOSCENZA CHE CONOSCENZA CHE RESPIRA CON DIFFICOLTÀ HA CONATI DI VOMITO LA POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA, IN UN SOGGETTO PRIVO DI CONOSCENZA CHE ABBIA POLSO E RESPIRO SUFFICIENTI È SALVAVITA PERCHÉ: EVITA CHE LA LINGUA GLI OCCHI, ESSENDO IL SOGGETTO SU UN RICADA ALL’INDIETRO OSTRUENDO LA FIANCO, NON VENGONO OFFESI TRACHEA E PERMETTE LA DALLA LUCE SOLARE DIRETTA FUORIUSCITA DI LIQUIDI DALLA BOCCA B L’ATTIVITÀ CARDIACA È OTTIMALE IN POSIZIONE LATERALE 71 A A RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C LA PRIMA PRESTAZIONE RIDURRE LA FRATTURA E POI DA FARE AD UN INFORTUNATO CON PROCEDERE ALLE ALTRE MANOVRE FRATTURA ESPOSTA DI GAMBA ED EMORRAGIA IMPORTANTE ARTERIOSA DALLA LESIONE È: IMMOBILIZZARE LA FRATTURA SENZA FERMARE RIDURLA E METTERE GARZE PER CERCARE L’EMORRAGIA CON DI TAMPONARE L’EMORRAGIA COMPRESSIONE DIRETTA SULLA FERITA, POI LE ALTRE MANOVRE E POI L'IMMOBILIZZAZIONE C LA TRICHINELLA NELLE CARNI SI INATTIVA OLTRE CHE CON LA COTTURA CON: SURGELAMENTO ALMENO PER UN MESE DELLA CARNE INFUSIONE DELLA CARNE PER 3 GIORNI NEL VINO INFUSIONE DELLA CARNE PER 1 GIORNO IN ACETO A LA VIPERA HA LE PUPILLE: FESSURA VERTICALE ROTONDE A FESSURA ORIZZONTALE A LE STECCHE PER L’ARTICOLAZIONE AL DISOPRA DELLA L’IMMOBILIZZAZIONE DI FRATTURA UN ARTO FRATTURATO DEVONO ESSERE SUFFICIENTEMENTE LUNGHE DA BLOCCARE, SE POSSIBILE: L’ARTICOLAZIONE AL DISOTTO DELLA FRATTURA L’ARTICOLAZIONE SIA AL DISOPRA CHE AL DISOTTO DELLA FRATTURA C L'EMORRAGIA ARTERIOSA SI DISTINGUE: PERCHE' E' DI BREVE DURATA PERCHE' IL SANGUE E' DI COLORE ROSSO VIVO ED A GETTO PULSANTE PERCHE' IL SANGUE E' DI COLORE SCURO B NEL CONGELAMENTO DI UN PIEDE CHE SI PRESENTA, DOPO AVER RIMOSSO CALZATURE E CALZE, BLUASTRO E CON VESCICOLE, IL TRATTAMENTO INDICATO PER CERCARE DI FAR RIPRENDERE LA CIRCOLAZIONE È: FRIZIONARE CON ALCOOL LA PARTE LESA IMMERGERE LA PARTE IN ACQUA TIEPIDA A 37 °C POSIZIONARE LA PARTE LESA DAVANTI AD UN BEL FUOCO B NEL CASO DI DISTORSIONE COSA BISOGNA FARE? IMPACCHI FREDDI E FASCIATURA NON STRETTA METTERE IL LACCIO EMOSTATICO FARE COMPRESSIONE DIRETTA E METTERE FASCIATURE STRETTE A NEL MASSAGGIO CARDIACO QUALE È IL RITMO ED IL NUMERO DEI CICLI DELLE COMPRESSIONI TORACICHE ED INSUFFLAZIONI DI ARIA IN 2 MINUTI: 40 COMPRESSIONI E 2 INSUFFLAZIONI PER 3 CICLI 50 COMPRESSIONI E 3 INSUFFLAZIONI PER 2 30 COMPRESSIONI E CICLI 2 INSUFFLAZIONI PER 5 CICLI C NEL SOSPETTO DI FRATTURA DELLA COLONNA VERTEBRALE (FORTI DOLORI ALLA SCHIENA, PERDITA DI SENSIBILITÀ E/O IMPOSSIBILITÀ A MUOVERE GLI ARTI, ECC…) L’INFORTUNATO VA MESSO: IN POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA NON VA ASSOLUTAMENTE SPOSTATO VA PORTATO ALL’OMBRA B NELL’ASSIDERATO, IN STATO DI MORTE APPARENTE, PER QUANTO TEMPO BISOGNA RICERCARE IL POLSO CAROTIDEO PRIMA DI INIZIARE IL MASSAGGIO CARDIACO (CHE NON VA FATTO SE C’È PULSAZIONE ANCHE SE DEBOLE) PER ESSERE CERTI CHE NON VI SIA POLSO: ALMENO PER 30 SECONDI CONSECUTIVI ALMENO PER 60 SECONDI CONSECUTIVI ALMENO PER 120 SECONDI CONSECUTIVI B NELLA RIANIMAZIONE CARDIORESPIRATORIA QUALE È IL RITMO INSUFFLAZIONEMASSAGGIO CARDIACO : 1 INSUFFLAZIONE - 5 COMPRESSIONI 2 INSUFFLAZIONI - 30 COMPRESSIONI 3 INSUFFLAZIONI – 10 COMPRESSIONI B NELLA POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA LA BOCCA DEVE ESSERE RIVOLTA: VERSO L’ALTO VERSO IL BASSO ORIZZONTALMENTE B NELLA POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA LA TESTA DEVE ESSERE PIEGATA: IPERESTESA ALL’INDIETRO IPERFLESSA ALL’AVANTI IPERRUOTATA LATERALMENTE A NELLE EMORRAGIE VENOSE IMPORTANTI, LOCALIZZATE AD UN ARTO, SI DEVE: MEDICARE SOLAMENTE CON GARZE STERILI MEDICARE CON FASCIATURA STRETTA CHE COMPRIMA SOLO IL CIRCOLO VENOSO E RESTI IL POLSO ARTERIOSO METTERE UN LACCIO CHE COMPRIMA CIRCOLO VENOSO E ARTERIOSO CON SCOMPARSA DEL POLSO ARTERIOSO B PRENDI UN'ASPIRINA E TI RECHI UGUALMENTE A CACCIA TI RECHI A CACCIA CON UN AMICO A NON TI SENTI PROPRIO RESTI A CASA BENE, FORSE SEI FEBBRICITANTE, MA OGGI TI HANNO DETTO CHE C’È UN PASSO ECCEZIONALE DI BECCACCE: 72 PER OTTENERE LA PERVIETA' DELLE VIE AEREE IN UNA PERSONA CHE HA PERSO CONOSCIENZA COME SI IPERESTENDE IL CAPO: RISPOSTA A RISPOSTA B UNA MANO SULLA FRONTE E L’ALTRA UNA MANO SUL MENTO E L’ALTRA SUL SOTTO IL MENTO SOLLEVANDOLO IN COLLO E POI SI ROVESCIA IL CAPO AVANTI E SUL LATO DESTRO CONTEMPORANEAMENTE SI ROVESCIA I L CAPO ALL’INDIETRO PER PULIRE UN RUMINANTE COLPITO SI PULISCE L’INTERNO CON UNO ALL’ADDOME, DOPO STROFINACCIO AVERLO SVENTRATO: SI STROFINA L’INTERNO CON DELL’ERBA PER VERIFICARE SE L’INFORTUNATO RESPIRA BISOGNA PER LA DURATA DI 10 SECONDI: GUARDARE SE SI MUOVE LA FIAMMA DI AVVICINARE L’ORECCHIO ALLA BOCCA UN FIAMMIFERO ACCESO DAVANTI DELL’INFORTUNATO E GUARDARE ALLA BOCCA DELL’INFORTUNATO CONTEMPORANEAMENTE IL TORACE DELL O STESSO PRIMA DI INIZIARE LA RIANIMAZIONE RESPIRATORIA DELL’INFORTUNATO CHE HA POLSO PRESENTE MA NON RESPIRA COSA BISOGNA FARE: APRIRGLI LA BOCCA E RIMUOVERE EVENTUALI CAUSE VISIBILI DI OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE (CORPI ESTRANEI, ECC…) RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C SI AFFERRA IL CAPO CON LE DUE MANI LATERALMENTE E LO SI ROVESCIA SUL LATO SINISTRO A SI LAVA ABBONDANTEMENTE C METTERE UNA MANO SUL TORACE DELL’INFORTUNATO PER SENTIRE SE SI MUOVE LA GABBIA TORACICA B METTERE L’INFORTUNATO IN POSIZIONE DI DISTENDERE SICUREZZA L’INFORTUNATO SULLA SCHIENA ED IPERESTENDERGLI IL CAPO A PRIMA DI POSIZIONARE LE STECCHE È NON INTERPORRE NESSUN MATERIALE NECESSARIO: FRA ARTO E STECCHE INTERPORRE DEL MATERIALE MORBIDO FRA ARTO E STECCHE METTERE, SE A DISPOSIZIONE, DEL MATERIALE REFRIGERANTE B QUALE È IL RITMO DELLE INSUFFLAZIONI NELLA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE BOCCA-BOCCA: 12 – 14 AL MINUTO 18 – 20 AL MINUTO 22 – 24 AL MINUTO A QUALI SONO I SINTOMI DI ASSIDERAMENTO ? APATIA,DIFFICOLTA' DEL LINGUAGGIO, DEL MOVIMENTO, PALLORE DIFFICOLTA' RESPIRATORIE EUFORIA L'ECCESSIVO PESO DEGLI INDUMENTI INDOSSATI A QUALI SONO I SINTOMI DI UN COLPO DI CALORE? CUTE CALDA E SECCA, ASSENZA DI ASSENZA DI MOVIMENTO SUDORAZIONE, AUMENTO DEL BATTITO CARDIACO, FASTIDIO ALLA LUCE STATO DI ECCITAZIONE A QUALI SONO,TRA GLI ALTRI, GLI ACCORGIMENTI PER EVITARE IL MORSO DI VIPERA? SCEGLIERE SENTIERI E LUOGHI INDOSSARE SCARPE DA GINNASTICA E FREQUENTATI,EVITARE LUOGHI FRESCH CALZONCINI CORTI I QUANDO FA CALDO, BATTERE IL SUOLO CON UN BASTONE CAMMINARE TRANQUILLAMENTE SENZA FARE ECCESSIVO RUMORE A QUANDO SI INTERROMPE IL MASSAGGIO CARDIACO DELL’INFORTUNATO: ALLA RIPRESA DI CONOSCENZA DOPO 30 MINUTI B COME SI RICONOSCE IL MORSO DI VIPERA: SI RICONOSCE DA 1 SOLO PICCOLO FORO SI RICONOSCE DA 3 FORI A FORMA DI CUORE SI RICONOSCE DA DUE PICCOLI FORI DISTANTI 1 CM UNO DALL' ALTRO C QUANDO GLI ANIMALI SELVATICI (VOLPI, MUSTELIDI, CANI, RODITORI, GATTI, ECC…) POSSONO FAR SORGERE IL DUBBIO CHE SIANO AFFETTI DA RABBIA SILVESTRE, SOPRATTUTTO NELLE ZONE NELLE QUALI È PRESENTE QUESTA MALATTIA : SE PRESENTANO PERDITA DI PELO A CHIAZZE SE HANNO ANOMALIE DEL COMPORTAMENTO (PIÙ CONFIDENTI O PIÙ AGGRESSIVI) C UN SOGGETTO MORSICATO DA UNA VIPERA COSA NON DEVE ASSOLUTAMENTE FARE: METTERSI FERMO ALL'OMBRA A RIPOSO SDRAIARSI CON L'ARTO MORSICATO IN SCARICO METTERSI A CORRERE PER ARRIVARE PRIMA AL PRONTO SOCCORSO C CHE COSA SI INTENDE PER PRIMO SOCCORSO? LA SOMMINISTRAZIONE DI L'AIUTO CHE OGNI PERSONA TERAPIE FARMACOLOGICHE GENERICHE PUO' PRESTARE A CHI E' COLTO DA UN MALORE O E' VITTIMA DI UN INCIDENTE QUALSIASI L'AIUTO PRESTATO DAL PRIMO MEDICO DISPONIBILE B COME SI DEVE COMPORTARE IL PRIMO SOCCORRITORE NEI CONFRONTI DI UN INFORTUNATO? IPOTIZZARE UNA DIAGNOSI E ANALIZZARE I DANNI RIPORTATI DALLA VITTIMA COPRIRLO CON UNA COPERTA E SOMMINISTRARGLI UNA BEVANDA POSSIBILMENTE ALCOLICA EVITARE AZIONI INCONSULTE CHE POSSANO AGGRAVARE LE SUE CONDIZIONI E QUANTO PRIMA ALLERTARE I SOCCORSI (118 O ALTRO) C QUAL E' LA PRIMA REGOLA CHE DEVE DELEGARE ALTRI AD INTERVENIRE OSSERVARE CHI SI APPRESTA A DOVER EFFETTUARE UN INTERVENTO DI PRIMO SOCCORSO? VALUTARE BENE LA SITUAZIONE E, NEL CASO, AGIRE CON PRUDENZA A TUTELA DELLA SICUREZZA DELL' INFORTUNATO AGIRE SEMPRE E COMUNQU E SENZA INDUGI B QUAL E' LA PRIMA VERIFICA CHE DEVE FARE IL SOCCORRITORE? SE L'INFORTUNATO E' AL CORRENTE DELLE PROPRIE CONDIZIONI DI SALUTE LA FUNZIONALITA' DEGLI A RTI INFERIORI A VERIFICARE LO STATO DI COSCIENZA DELL'INFORTUNATO CHIEDENDOGLI SE SENTE E COMPRENDE QUANTO GLI SI STA DICENDO ALLA RIPRESA DEL BATTITO CARDIACO ANCHE SE DEBOLE SE ZOPPICANO VISTOSAMENTE E SCAPPANO ALLA VISTA DELL’UOMO 73 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C SE L'INFORTUNATO E' COSCIENTE COME SI DEVE COMPORTARE IL PRIMO SOCCORRITORE? LO INVITA AD ALZARSI ED ALLONTANARSI GLI SOMMINISTRA UN FARMACO PLACEBO LO RASSICURA, LO INTERROGA E, SULLA BASE DEI SINTOMI E DI QUANTO VEDE, ALLERTA IN MODO MIRATO I SOCCORSI C IN PRESENZA DI FERITO NON COSCIENTE, MA CON FUNZIONI VITALI, IL SOCCORRITORE DEVE: SCHIAFFEGGIARLO NEL TENTATIVO DI RIANIMARLO EFFETTUARE LA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE ALLERTARE IL 118 E, SE NON SI SOSPETTANO LESIONI ALLA COLONNA VERTEBRA LE, PORRE IL FERITO IN POSIZIONE DI SICUREZZA C SE VI SONO SOSPETTI DI LESIONE ALLA COLONNA VERTEBRALE DI UN INFORTUNATO, COME SI COMPORTA I L PRIMO SOCCORRITORE? LO LASCIA DOVE SI TROVA, INVITANDOLO SE COSCIENTE A NON MUOVERSI E ALLERTA IMMEDIATAMENTE I SOCCORSI MASSAGGIA VIGOROSAMENTE GLI ARTI INSENSIBILI COLLOCA L'INFORTUNATO NELLA POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA A QUALI SINTOMI POSSONO INDICARE UNA LESIONE ALLA COLONNA VERTEBRALE IN UN SOGGETTO INFORTUNATO? FORTE MAL DI TESTA E VERTIGINI ESTESO EMATOMA SULLA SCHIENA FORMICOLIO AGLI ARTI E/O IMPOSSIBILITA' A MUOVERSI E/O PERDITA DI URINA O FECI C NELLA RIANIMAZIONE CARDIO RESPIRATORIA QUAL E' IL RITMO INSUFFLAZIONE - MASSAGGIO CARDIACO? 2 INSUFFLAZIONI - 30 COMPRESSIONI 1 INSUFFLAZIONE - 5 COMPRESSIONI 3 INSUFFLAZIONI - 10 COMPRESSIONI A COSA DEVE FARE IL PRIMO SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UN INFORTUNATO NON COSCIENTE? ACCERTARSI SE E' PRESENTE BATTITO CARDIACO E RESPIRAZIONE METTERE L'INFORTUNATO IN POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA SPOSTARE L'INFORTUNATO IN UN POSTO FRESCO ED OMBREGGIATO A SE IL PRIMO SOCCORRITORE PRENDE ATTO CHE L'INFORTUNATO NON COSCIENTE E' IN ARRESTO CARDIORESPIRATORIO: SOLLEVA L'INFORTUNATO PONENDOLO SEDUTO SOLLEVA LE GAMBE DELL'INFORTUNATO FAVORENDO L'AFFLUSSO DEL SANGUE AL CERVELLO DA' IMMEDIATAMENTE INIZIO ALLA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE E AL MASSAGGIO CARDIACO C COME SI PUO' ACCERTARE LA PRESENZA DI BATTITO CARDIACO? CON UNA LEGGERA PRESSIONE DELL'ARTERIA CAROTIDEA A LATO DEL COLLO O DELL'ARTERIA RADIALE SUL POLSO PONENDO UNA MANO SUL LATO ANTERIORE DEL TORACE A LIVELLO DELLO STERNO PONENDO L'ORECCHIO SULLA SCHIENA DELL'INFORTUNATO SDRAIATO A TERRA A COME SI PUO' ACCERTARE LA PRESENZA NELL'INFORTUNATO DI ATTIVITA' RESPIRATORIA AUSCULTANDO CON L'ORECCHIO SULLA SCHIENA DELL'INFORTUNATO GUARDANDO I MOVIMENTI DEL TORACE, ASCOLTANDO IL RUMORE PRODOTTO DALL'INSPIRAZIONE DELL'ARIA O SENTENDO L'ESPIRAZIONE DELLA STESSA IMMERGENDO IL VISO DELL'INFORTUNATO IN UN CONTENITORE D'ACQUA B COME IL PRIMO SOCCORRITORE PUO' EFFETTUARE LA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE? APPLICANDO LE LABBRA A VENTOSA SULLA BOCCA DELL'INFORTUNATO E SOFFIANDOGLI ARIA NEI POLMONI TENENDO CHIUSE LE NARICI INSERENDO UN TUBO DI GOMMA NELLA BOCCA DELL'INFORTUNATO COMPRIMENDO RITMICAMENTE IL TORACE PER FACILITARE L'ESTENSIONE E SUCCESSIV A COMPRESSIONE DEGLI ALVEOLI POLMONARI A COME IL PRIMO SOCCORRITORE PUO' EFFETTUARE IL MASSAGGIO CARDIACO? PONENDO L'INFORTUNATO SEDUTO E COMPRIMENDO RITMICAMENTE LA GABBIA TORACICA DAL LATO SCHIENA MASSAGGIANDO ENERGICAMENTE LA PARTE ANTERIORE DEL COSTATO, A LIVELLO DEL PLESSO SOLARE COMPRIMENDO RITMICAMENTE PER CIRCA 4 CM LO STERNO DELL'INFORTUNATO IN POSIZIONE SUPINA C QUANDO IL PRIMO SOCCORRITORE ALLA RIPRESA DI CONOSCENZA DEVE INTERROMPERE IL MASSAGGIO CARDIACO? ALLA RIPRESA DEL BATTITO CARDIACO ANCHE SE DEBOLE DOPO CIRCA 30 MINUTI ESSENDO INUTILE PROSEGUIRE B QUANDO IL PRIMO SOCCORRITORE DEVE INTERROMPERE LA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE? ALLA RIPRESA DELLA RESPIRAZIONE AUTONOMA OVVERO ALL'INTERVENTO DI PERSONALE SANITARIO NEL CASO IN CUI IL SOGGETTO ASSISTITO ESPELLA CORPI O LIQUIDI CHE OSTACOLAVANO LA RESPIRAZIONE DOPO CIRCA 20 MINUTI, DOPO I QUALI IL SOGGETTO ASSISTITO PUO' RITENERSI CLINICAMENTE MORTO A QUANDO E PERCHE' SI PONE UN INFORTUNATO IN POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA? QUANDO STANTE IL LUOGO DOVE SI TROVA PUO' ESSERE INVESTITO DA VEICOLI IN TRANSITO QUANDO SI TEME POSSA CADERE DA POSIZIONE SOPRAELEVATA O RUZZOLARE SU UN DECLIVIO QUANDO E' INCOSCIENTE, NON SI SOSPETTANO FRATTURE ALLA COLONNA VERTEBRALE E SI VUOLE MANTENERE LIBERE LE VIE AREE C COME SI CONFIGURA LA "POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA"? L'INFORTUNATO SU UN FIANCO CON UN SOSTEGNO SOTTO IL CAPO, TESTA PIEGATA ALL'INDIETRO, VIE AEREE LIBERE E BOCCA VERSO IL BASSO L'INFORTUNATO POSTO SU UN FIANCO IN POSIZIONE FETALE L'INFORTUNATO SDRAIATO SUL FIANCO AL RIPARO DA EVENTUALI CADUTE DI COR PI CONTUNDENTI A COSA SI INTENDE PER EMORRAGIA INTERNA? IL SANGUE CHE FUORIESCE DAI VASI SI RACCOGLIE ALL'INTERNO DI UNA CAVITA' O NEI TESSUTI DEL CORPO TUTTE LE EMORRAGIE CHE INTERESSANO LA CAVITA' ADDOMINALE LE SOLE EMORRAGIE CHE DETERMINANO ECCHIMOSI ED EMATOMI A 74 COSA SI INTENDE PER EMORRAGIA ESTERNA? RISPOSTA A IL RIGURGITO DI SANGUE DALLA BOCCA O LA PERDITA DI SANGUE CON URINA E FECI RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C LA FUORIUSCITA DI SANGUE DAI VASI VERSO L'ESTERNO DEL CORPO ATTRAVERSO FERITE DI VARIO TIPO LA PERDITA DI SANGUE DAL NASO B DI NORMA SONO PIU' PREOCCUPANTI LE EMORRAGIE ESTERNE LE EMORRAGIE ESTERNE O INTERNE? ENTRAMBE LE EMORRAGIE INTERNE C LA PERDITA DI SANGUE DAGLI ORIFIZ EMORRAGIA INTERNA I DEL CORPO (BOCCA, NASO, ECC.) QUALE TIPOLOGIA DI EMORRAGIA CONFIGURA? EMORRAGIA ESTERNA EMORRAGIA MISTA A LE EMORRAGIE SI POSSONO SUDDIVIDERE IN: ARTERIOSE, VENOSE E MISTE A DECORSO LENTO O VELOCE B COME SI RICONOSCE UN' EMORRAGIA DALLA PERDITA DI SANGUE ARTERIOSA? ROSSO VIVO (OSSIGENATO) CHE FUORIESCE DALLA FERITA A SPRUZZI DALLA PERDITA DI SANGUE SCURO CHE FUORIESCE IN MODO CONTINUO DAI MARGINI DELLA FERITA DALLA PERDITA DI SANGUE CHIARO E DI SIERO PLASMATICO A COME SI RICONOSCE UN'EMORRAGIA VENOSA? DALLA PERDITA DI SANGUE CHIARO E DI SIERO PLASMATICO DALLA PERDITA DI SANGUE DI COLORE ROSSO CUPO CHE FUORIESCE IN MODO CONTINUO DALLA FERITA DALLA PERDITA DI SANGUE ROSSO VIVO (OSSIGENATO) CHE FUORIESCE A SPRUZZI B CHE COSA SI INTENDE PER EMORRAGIE MISTE? LE EMORRAGIE CHE SI LE EMORRAGIE ORIGINATE VERIFICANO IN CASO DI DALLE LESIONI DI PICCOLI CADUTE ACCIDENTALI SENZA VASI ARTERIOSI, VENOSI E CAPILLARI FUORIUSCITA ALL'ESTERNO DI SANGUE LE EMORRAGIE OVE IL SANGUE E' DI COLORE ROSSO VIVO E FUORIESCE A GETTO CONTINUO B IL PRIMO SOCCORRITORE DI FRONTE AD UNA EMORRAGIA ARTERIOSA COSA DEVE FARE? LAVARE LA FERITA E FASCIARLA CON GARZA STERILE TRANQUILLIZZARE IL FERITO E TAMPONARE LA FUORIUSCITA DI SANGUE AGIRE PRONTAMENTE CERCANDO DI COMPRIMERE L'ARTERIA AL DI SOPRA DELLA FERITA O, NEL CASO DI UN ARTO, APPLICANDO U N LACCIO EMOSTATICO PER FERMARE LA FUORIUSCITA DI SANGUE C QUANTO TEMPO AL MASSIMO PUO' ESSERE LASCIATO IL LACCIO EMOSTATICO SENZA MAI ALLENTARLO? 10 MINUTI 30 MINUTI 60 MINUTI B COME SI ALLENTA IL LACCIO EMOSTATICO (O CINGHIA, O ALTRO) APPLICATO PER FERMARE IL SANGUE IN UNA EMORRAGIA ARTERIOSA? IN MODO GRADUALE AL FINE DI EVITARE CHE IL FLUSSO SANGUIGNO RIPRISTINATO ESPELLA L'EVENTUALE COAGULO TAMPONE NON SI ALLENTA FINO A QUANDO NON SI APPLICA UNA PINZA EMOSTATICA ALL'ARTERIA RECISA SCIOGLIENDO PRONTAMENTE IL NODO REALIZZATO SUL TUBO ELASTICO A COSA DEVE FARE IL PRIMO SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UN'EMORRAGIA VENOSA? APPLICARE UN LACCIO EMOSTATICO SE LA FERITA SANGUINANTE E' SU UN ARTO ESERCITARE UNA COMPRESSIONE SULLA FERITA PONENDOVI SOPRA GARZE STERILI CON SUCCESSIVA FASCIATURA STRETTA APPLICARE SULLA FERITA U N TAMPONE DI ACQUA FREDD A B COME INTERVIENE IL PRIMO SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UNA FERITA ALL'ADDOME CON FUORIUSCITA DEI VISCERI? RICOPRE LA FERITA EFFETTUA UN BENDAGGIO POSSIBILMENTE CON GARZA COMPRESSIVO STRETTO STERILE POSIZIONANDO L' INFORTUNATO SUPINO A GAMBE FLESSE CERCA DI LAVARE LA CAVIT A' ADDOMINALE INTRODUCENDOVI ACQUA PULITA A DAL SIBILO CHE L'ARIA PROVOCA FUORIUSCENDO DALLA CAVITA' POLMONAR E B COME INTERVIENE IL PRIMO MANTIENE LA FERITA APERTA PRATICA SUBITO LA SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UNA PER CONSENTIRE L'ENTRATA RESPIRAZIONE BOCCA A BOCCA FERITA CHE LASCIA PRESUMERE UNA DELL'ARIA NEGLI ALVEOLI POLMONARI LESIONE POLMONARE? CHIUDE IMMEDIATAMENTE LA FERITA PER BLOCCARE LA FUORIUSCITA DELL'ARIA E METTE L'INFORTUNATO IN POSIZIONE SEMISEDUTA C NEL CASO DI FERITA ALL'OCCHIO COME SI COMPORTA IL PRIMO SOCCORRITORE? ESTRAE SE DEL CASO IL CORPO CHE HA PROVOCATO LA FERITA E LAVA ABBONDANTEMENTE IL BULBO OCULARE APPLICA UN TAMPONE IMBEVUTO DI ACQUA FRESCA SULL'OCCHIO CHIUDE L'OCCHIO FERITO E SE POSSIBILE ENTRAMBI CON GARZA STERILE O ALTRA STOFFA PULITA EVITANDO DI ESTRARRE EVENTUALI CORPI ESTRANE I C IN PRESENZA DI FERITA DA PUNTA CON UN CORPO ESTRANEO CONFICCATO COME INTERVIENE IL SOCCORRITORE? ESTRAE PRONTAMENTE IL CORPO ESTRANEO E TRATTA LA FERITA CON SOSTANZE DISINFETTANTI SE NON SI TRATTA DI UN CORPO ESTRANEO DI PICCOLISSIME DIMENSIONI EVITA DI ESTRARLO E CERCA DI FARE IN MODO CHE NON SI MUOVA PRATICA UN BENDAGGIO STRETTO INCLUDENDOVI IL CORPO ESTRANEO B COME UNA SERIE DI LESIONI CUTANEE NELL'AREA DI ENTRATA, PIU' O MENO CONCENTRATE A SECONDA DELLA DISTANZA DI TIRO CON UN FORO DI ENTRATA E PIU' FORI NELL'AREA DI USCITA DOVUTI AL FRAZIONAMENTO DEL PROIETTILE A DEBOLI O MASSICCE COME SI IDENTIFICA UNA LA SI DEDUCE NEL CASO LA PRESUMIBILE LESIONE POLMONARE? FERITA SI RISCONTRI NELL'AREA TORACICA COME SI PRESENTA UNA FERITA CON UN FORO DI ENTRATA DI PROVOCATA DA UN'ARMA DA FUOCO MODESTE DIMENSIONI E, DI CARICATA A PROIETTILE UNICO? NORMA, UN FORO DI USCITA DI DIAMETRO MAGGIORE DALLA DIFFICOLTA' RESPIRATORIA DELL'INFORTUNATO, CIANOSI ED EMISSIONE DI SANGUE SCHIUMOSO DALLA BOCCA 75 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C LE FERITE DA ARMA A PROIETTILE UNICO SI DEVONO DI NORMA CONSIDERARE GRAVI? SONO GRAVI O GRAVISSIME A SECONDA DEI TESSUTI E ORGANI LESI SE NON TRATTASI DI FERITE DI STRISCIO SONO GRAVI QUANDO IL PROIETTILE NON SI FRANGE PER IMPATTO CON UN CORPO SOLIDO INTERNO SOLO SE INTERESSANO LA CAVITA' ADDOMINALE A LE FERITE DA ARMA DA FUOCO CARICATE A MUNIZIONE SPEZZATA SONO DI NORMA GRAVI? NO PERCHE' I PROIETTILI HANNO SCARSA CAPACITA' DI PENETRAZIONE GRAVI O GRAVISSIME SE LA DISTANZA DI SPARO E' INFERIORE AI 15 METRI C.A. NO PERCHE' I PALLINI HANNO SEMPRE UN DIAMETRO RIDOTTO B QUALI SONO I FATTORI CHE DETERMINANO LA MAGGIORE O MINORE GRAVITA' DI FERITE DA ARM A CARICATA A MUNIZIONE SPEZZATA? OLTRE AGLI ORGANI INTERESSATI, LA DISTANZA DI TIRO E, SECONDARIAMENTE, IL DIAMETRO DEI PALLINI IL CALIBRO DEL FUCILE LA GITTATA DELL'ARMA DETERMINATA DALLA STROZZATURA DELLE CANNE A COME SI CLASSIFICANO LE FRATTURE? FRATTURE AGLI ARTI O AD ALTRE COMPONENTI DELL'APPARATO SCHELETRICO FRATTURE CHIUSE (COMPOSTE O SCOMPOSTE) O FRATTURE ESPOSTE (L'OSSO FUORIESCE DALLA CUTE) FRATTURE TRAUMATICHE O DA DECALCIFICAZIONE DEL LE OSSA B QUALI SONO I SINTOMI DI UNA FRATTURA CHIUSA? DOLORE VIOLENTO, IMPOSSIBILITA' O DIFFICOLTA' DI MOVIMENTO DELLA PARTE LESA, GONFIORE E SUCCESSIVAMENTE ECCHIMOSI NAUSEA, VERTIGINE E ARROSSAMENTO DELLA PARTE LESA FORMICOLIO IN PROSSIMITA DELLA PARTE LESA A COME DEVE COMPORTARSI IL PRIMO BENDARE L'ARTO IN MODO SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UNA STRETTO BADANDO PERO' A FRATTURA CHIUSA AD UN ARTO? NON INTERROMPERE LA CIRCOLAZIONE SANGUIGNA METTERE L'ARTO IN TRAZIONE LEGANDONE L'ESTREMITA' CON UNA CORDA VINCOLATA AD UN SUPPORTO RIGIDO POSSIBILMENTE IMMOBILIZZARE L'ARTO CO N STECCHE O ALTRO SENZA ALCUNA MANOVRA DI TRAZIONE TESA A RIDURRE L'EVENTUALE SCOMPOSIZIONE DELLE PARTI DELL'OSSO FRATTURATO C COME DEVE COMPORTARSI IL PRIMO IMMOBILIZZARE LA PARTE SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UNA FERITA CON STECCHE E BENDAGGI FRATTURA ESPOSTA? RICOPRIRE PRONTAMENTE LA PARTE DELL'OSSO FUORIUSCITA CON GARZE STERILI O STOFFA PULITA E CURARE ADEGUATAMENTE LA PROBABILE EMORRAGIA FAR RIENTRARE L'OSSO FUORIUSCITO ALL'INTERNO DELLA CUTE E FASCIARE LA PARTE FERITA B QUALI SONO I PRINCIPALI SINTOMI DI PERDITA DI COSCIENZA, UNA FRATTURA DEL CRANIO? VOMITO, PUPILLE DI DIAMETRI DIFFERENTI E POSSIBILE SCOLO DI SANGUE O LIQUIDO DALLE ORECCHIE O DAL NASO FORTI DOLORI ALLA TESTA E VERITIGINI GONFIORE SIGNIFICATIVO DELLA PARTE LESA ED EVENTUALE PERDITA DI SANGUE DALLA BOCCA O D AL NASO A COSA DEVE FARE IL PRIMO SOCCORRITORE DI FRONTE AD UNA POSSIBILE FRATTURA DEL CRANIO? TRASPORTARE NEL PIU' BREVE TEMPO POSSIBILE L'INFORTUNATO IN UNA STRUTTURA SANITARIA SOLLEVARE LIEVEMENTE E CON CAUTELA LA TESTA E LE SPALLE DELL'INFORTUNATO SENZA TAMPONARE L'EVENTUALE SCOLO DI LIQUIDI DALLE ORECCHIE E CONTROLLARE FREQUENTEMENTE LE FUNZIONI VITALI NON TOCCARE ASSOLUTAMENTE L'INFORTUNATO CERCANDO SE DEL CASO DI RIPARARLO DAL SOLE B UNA LUSSAZIONE SI VERIFICA… QUANDO I TENDINI FUORIESCONO DALLA LORO SEDE ABITUALE QUANDO A SEGUITO DI UN MOVIMENTO ECCESSIVO E TRAUMATICO SI PRODUCE UNO STRAPPO DEI LEGAMENTI QUANDO DUE OSSA PERDONO IL CONTATTO TRA DI LORO NELL'ARTICOLAZIONE CHE LI CONNETTE A SEGUITO DI EVENTO TRAUMATICO C QUALI SONO I PRINCIPALI SINTOMI DI CONNESSIONI TENDINEE IN UNA LUSSAZIONE? EVIDENZA AL TATTO, DOLORE DIFFUSO E ARROSSAMENTO FORTE DOLORE E ARTICOLAZIONE BLOCCATA CON DEFORMAZIONE ESTERNA E DIFFICOLTA' A MUOVERE LA PARTE COLPITA COMPARSA IMMEDIATA DI UNA ESTESA ECCHIMOSI B COSA DEVE FARE IL PRIMO SOCCORRITORE DI FRONTE AD UNA POSSIBILE LUSSAZIONE? BLOCCARE L'ARTICOLAZIONE NELLA POSIZIONE PIU' CONFORTEVOLE SENZA TENTARE DI FAR RIENTRARE LA PARTE DISARTICOLATA IN SEDE RAFFREDDARE LA PARTE INTERESSATA E APPLICARE UNA BENDATURA RIGIDA TENTARE LA RIDUZIONE DELLA LUSSAZIONE CON TRAZIONE DELL'ARTO DISARTICOLATO A QUALI SONO I SINTOMI DELL'ANNEGAMENTO? COLORITO BLUASTRO DELLE LABBRA E DELLE UNGHIE, RESPIRO GORGOGLIANTE E POSSIBILE SCHIUMA INTORNO AL NASO E ALLA BOCCA PERDITA DI COSCIENZA E TREMITO CONVULSO COLORITO PALLIDO, VOMIT O E IPOTERMIA A COME SI DEVE COMPORTARE IL PRIMO SOCCORRITORE NEI CONFRONTI DI UN INFORTUNATO COLPITO DA ASFISSIA PER ANNEGAMENTO? DISOSTRUIRE EVENTUALMENTE LE VIE AEREE, E INIZIARE IMMEDIATAMENTE LA RIANIMAZIONE RESPIRATORIA BOCCA A BOCCA METTERE L'INFORTUNATO IN POSIZIONE DI SICUREZZA MASSAGGIANDONE IL CORPO PER RISCALDARLO PREMERE IL TORACE DELL'INFORTUNATO PER FAVORIRE L'ESPLUSIONE DELLA ACQUA INGERITA A 76 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C COME SI RICONOSCE UN MORSO DI VIPERA? DA DUE PICCOLI FORI DISTANTI CIRCA UN CM UNO DALL'ALTRO DALLA COMPARSA IMMEDIATA DI UN ESTESO GONFIORE ED ECCHIMOSI BLUASTRA DA UN SOLO PICCOLO FORO PRURIGINOSO A IL PRIMO SOCCORRITORE DEVE USARE IL SIERO ANTIOFICO NEI CONFRONTI DI UN SOGGETTO MORSICATO DA UNA VIPERA? NO, PERCHE' POTREBBE DARE LUOGO A GRAVI REAZIONI DI INTOLLERANZA SI', NEL CASO IL MORSO SIA STATO PRATICATO IN PROSSIMITA' DI GROSSI VASI SANGUIGNI SI', PERCHE' BLOCCA IL PROCESSO DI AVVELENAMENTO DELL'ORGANISMO A COSA DEVE FARE IL PRIMO SOCCORRITORE NEI CONFRONTI DI U N SOGGETTO MORSICATO DA UNA VIPERA? INVITARE L'INFORTUNATO AD INCAMMINARSI RAPIDAMENTE PER RAGGIUNGERE UN MEZZO ATTO A CONSENTIRGLI DI RECARSI IN OSPEDALE SOMMINISTRARE AL SOGGETTO MORSICATO IL SIERO ANTIOFICO CALMARE L'INFORTUNATO EVITANDO CHE SI MUOVA, NON SOMMINISTRARE BEVANDE ALCOLICHE E ATTIVARSI PER TRASPORTARE L'INFORTUNATO IN UNA STRUTTURA SANITARIA C COME SI DEVE COMPORTARE IL PRIMO SOCCORRITORE NEI CONFRONTI DI UN SOGGETTO PUNTO CONTEMPORANEAMENTE DA NUMEROSE VESPE O CALABRONI? SOMMINISTRARGLI UN CARDIO TONICO SE DISPONIBILE CONTROLLARE L'INSORGENZA DI EVENTUALE ARRESTO RESPIRATORIO, PER GLI INTERVENTI DEL CASO, E ATTIVARE AL PIU' PRESTO SOCCORSI SPECIALISTICI SOMMINISTRARE ALL'INFORTUNATO BEVAND E ALCOLICHE PER SOSTENERE L'ATTIVITA' CARDIOVASCOLARE B QUALI SONO I SINTOMI PRINCIPALI DI INDOLENZIMENTO MUSCOLARE UN INFARTO CARDIACO? GENERALIZZATO E TREMITI DOLORE SIGNIFICATIVO NELLA PARTE ANTERIORE DEL TORACE CON POSSIBILE NAUSEA E INDOLENZIMENTO DELLO STERNO E DEL BRACCIO SINISTRO CONDIZIONE DI DEBOLEZZA SIGNIFICATIVA E FORTI DOLORI DI TESTA B COME SI DEVE COMPORTARE IL PRIMO SOCCORRITORE NEI CONFRONTI DI UN SOGGETTO INFARTUATO? INVITARLO A DISTENDERSI E SOMMINISTRARGLI UNA BEVANDA CALDA POSSIBILMENTE ALCOLICA PRATICARGLI IL MASSAGGIO CARDIOCIRCOLATORIO TRANQUILLIZZARLO EVITANDOGLI OGNI MINIMO SFORZO, FAR INTERVENIRE SOCCORSI SPECIALIZZATI O TRASPORTARLO IN STRUTTURA SANITARIA NEL PIU' BREVE TEMPO POSSIBIL E C COSA SI INTENDE PER ASSIDERAMENTO O IPOTERMIA? QUANDO A CAUSA DI PROLUNGATA ESPOSIZIONE ALLE INTEMPERIE SI CONTRAE UNA MALATTIA DA RAFFREDDAMENTO QUANDO UNA PARTE DEL CORPO SUBISCE MUTAZIONI IRREVERSIBILI A CAUSA DEL CONGELAMENTO DEI TESSUTI QUANDO LA TEMPERATURA CORPOREA SCENDE PIU' O MENO SIGNIFICATIVAMENT E AL DI SOTTO DEI 37 ° C SI' AL DI SOPRA IL SANGUE MANTIENE LA PROPRIA LIQUIDITA' E CONTRIBUISCE A SCALDARE IL CORPO NO, SE L'ESPOSIZIONE AL FREDDO INTERESSA IN MOD O PARTICOLARE MANI O PIEDI A QUALI SONO I PRINCIPALI SINTOMI DI IPERECCITAZIONE E DISORIENTAMENTO FORTI BRIVIDI E PALLORE ASSIDERAMENTO? CUTANEO, IN SEGUITO RIGIDITA' MUSCOLARE, SEMIINCOSCIENZA, DIFFICOLTA' DI LINGUAGGIO, POLSO E RESPIRO RALLENTATO COLORITO CIANOTICO E FREQUENZA CARDIACA ACCELERATA B COME SI DEVE COMPORTARE IL PRIMO SOCCORRITORE NEI CONFRONTI DI UN SOGGETTO IN FASE DI ASSIDERAMENTO? SOMMINISTRARGLI UNA BEVANDA ALCOOLICA QUALE CARDIOTONICO E MASSAGGIARGLI LE ESTREMITA' DEGLI ARTI ATTIVARE IL MASSAGGIO CARDIORESPIRATORIO ANCHE SE L'INFORTUNATO E' COSCIENTE RIMUOVERE EVENTUALI ABI TI BAGNATI, COPRIRLO E RISCALDARLO IN MODO GRADUALE, SOMMINISTRAR E BEVANDE CALDE E ZUCCHERATE C COSA SI INTENDE PER CONGELAMENTO? UN RAFFREDDAMENTO STRAORDINARIO DELLE ESTREMITA' DEL CORPO DOVUTO A LUNGA ESPOSIZIONE A TEMPERATURE MOLTO BASSE LA CONDIZIONE NELLA QUALE UNO SI TROVA IN CASO DI TEMPERATURE PARTICOLARMENTE RIGIDE LA CONDIZIONE DI TUTTE L E SOSTANZE ORGANICHE PORTATE AD UNA TEMPERATURA INFERIORE A I - 10° A COME SI PRESENTANO LE PARTI DEL CORPO IN FASE DI CONGELAMENTO? MOLTO GONFIE, BIANCHE E INTORPIDITE CON COLORITO GRIGIOCON LA CUTE IN FASE DI MACERAZIONE BLUASTRO E NEI CASI PIU' GRAVI CON FORMAZIONE DI VESCICOLE ROSSE E AL TATTO MOLTO CALDE B COME SI DEVE COMPORTARE IL PRIMO SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UN SOGGETTO CON PRINCIPI DI CONGELAMENTO? RISCALDARE LE PARTI INTERESSATE CON UN VIGOROSO STROFINAMENTO DELLA CUTE FINTANTO NON RIACQUISTINO UN COLORITO NORMALE RIMUOVERE EVENTUALI CALZE O GUANTI, RISCALDARE LE PARTI INTERESSATE METTENDOLE A CONTATTO CON IL PROPRIO CORPO O IN ACQU A TIEPIDA EVITANDO FONTI DI CALORE DIRETTE O STROFINAMENTO C L'ASSIDERAMENTO SI VERIFICA SOLO NO, SPECIE SE IL SOGGETTO IN PRESENZA DI TEMPERATURE COLPITO E' STATO A LUNGO INFERIORI AGLI ZERO GRADI? IMMERSO NELL'ACQUA O IMPOSSIBILITATO A MUOVERSI PER FRATTURE O MALORI RISCALDARE PRONTAMENTE LA PARTE COLPITA ACCENDENDO SE POSSIBILE UN FUOCO O USANDO IMPACCHI DI ACQUA CALDA 77 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C COSA PUO' FARE IL PRIMO BAGNARGLI PRONTAMENTE IL VISO SOCCORRITORE IN PRESENZA DI UNA PERSONA SVENUTA? SCHIAFFEGGIARLA PER FAVORIRE IL RINVENIMENTO DISTENDERE LA PERSONA SUPINA E SOLLEVARE LE GAMBE PER FAVORIRE L'AFFLUSSO DI SANGUE AL CERVELLO C QUAL E' IL MODO MIGLIORE PER DISPORRE DI UN THERMOS RISCALDARSI DURANTE UNA FREDDA CON BEVANDE ANALCOLICHE CALDE GIORNATA PASSATA ALL'APERTO? CONSUMARE MODERATAMENTE SOSTANZE ALCOLICHE CONSUMARE ZUCCHERINI A DISTANZA DI 30 MINUTI UNO DALL'ALTRO A CON UN SOGGETTO CHE SI SUPPONE IN STATO DI SHOCK COSA NON BISOGNA FARE? SLACCIARGLI GLI ABITI PER FACILITARE LA RESPIRAZIONE COPRIRLO NEL CASO SI RILEVI CHE SOFFRA IL FREDDO DARGLI DA BERE UNA BEVANDA ALCOLICA PER TONIFICARLO C LA PERDITA DI SANGUE DAL NASO (EPISTASSI) PUO' ESSERE UN SINTOMO PREOCCUPANTE? SI', SE NON DIPENDE DA UN FATTORE TRAUMATICO O DA FRAGILITA' CAPILLARE DELLE FOSSE NASALI NO, SE NON IN CASI ASSOLUTAMENTE ECCEZIONALI NO, PERCHE' SE LA CAUSA NON E' TRAUMATICA DIPEN DE ESCLUSIVAMENTE DA UNA FRAGILITA' CAPILLARE A COSA NON SI DEVE FARE AD UN SOGGETTO CHE MANIFESTA UN "COLPO DI CALORE"? VENTILARE FAR BERE ACQUA CON UN PO' DI SALE FARE IMPACCHI GELATI C DIFFICOLTA' MOTORIA E VOMITO CUTE CALDA CON ASSENZA DI SUDORAZIONE E AUMENT O DEL BATTITO CARDIACO C QUALI SONO I SINTOMI PRINCIPALI DI STATO DI ECCITAZIONE UN COLPO DI CALORE? 78 CINOLOGIA 79 Classificazione delle razze canine da caccia I cani da caccia si dividono in raggruppamenti a seconda delle caratteristiche di razza che li contraddistinguono. Ogni razza è in possesso di caratteristiche di lavoro che attraverso la selezione sono state fissate in uno "standard" ovvero in caratteristiche di lavoro che si estrinsecano nell'ausilio che viene prestato all'attività venatoria. I cani da caccia si distinguono nei seguenti raggruppamenti: - cani da ferma; - cani da cerca; - cani da seguita, - cani da tana. Cani da ferma La caratteristica precipua del cane da ferma è che dopo attento "lavoro" di cerca abbastanza estesa, il soggetto individua il selvatico con un arresto statuario (ferma). Le razze da ferma vengono distinte in: - Continentali italiani (spinone italiano e bracco italiano); - Continentali esteri epagneul breton – Francia; kurzharr – Germania); Inglesi (setter inglese- pointer - Inghilterra; setter irlandase - Irlanda; setter gordon - Scozia). Cani da cerca Si possono considerare anello di congiunzione tra i cani da ferma e quelli da seguita, in quanto il lavoro che esplicano nel reperimento della selvaggina ha caratteristiche similari sia dell'uno che dell'altro raggruppamento. La cerca è abbastanza ristretta e per così dire viene svolta "a tiro di fucile" in quanto questi cani non si arrestano e quindi non fermano ma involano il selvatico o lo mettono in fuga. Le razze più conosciute e diffuse in campo venatario sono: Lo springer spaniel; II cocker spaniel. Cani da seguita I cani da seguita essenzialmente cacciano selvaggina da pelo ed hanno come caratteristica precipua quella di svolgere una cerca più o meno ampia seguendo l'usta (passata) del selvatico che gli permette poi di scovarlo, metterlo in fuga cercando di mettere il cacciatore in condizione di sparare ed abbattere il selvatico. Tra le principali razze ricordiamo: Segugio italiano; Beagle; Segugi francesi (varie razze). Cani da tana Fanno parte di questo raggruppamento tutti quei cani che stanano la selvaggina dalla tana (in genere trattasi quasi eslusivamente di volpe). Le razze più impiegate per tale caccia sono: I terriers (jagd e airedale); I bassotti. Marchiature di riconoscimento e iscrizione ai libri genealogici La marchiatura è un atto obbligato per tutti i cani che partecipano a manifestazioni canine e/o cinofile. La marchiatura rende agevole e favorisce la selezione canina attraverso l'individuazione certa dei riproduttori, il loro controllo, a verificare l'anno di nascita ed inoltre concorre a rendere meno facili i furti di cani. Attualmente si conoscono tre metodi per marchiare i cani: - la punzonatura con la pinza a tenaglia; - l'uso del dermografo; - i microcips (piccolissime bilie inserite sottocute e riscontrabile esternamente tramite un rilevatore elettronico. Presso la città di Milano ha sede un Ente nazionale denominato E.N.C.I. (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) che si occupa delle iscrizioni, dei cani tatuati, sui libri genealogici (dai quali nasce il "pedigree" di ogni cane ossia la carta d'identità di ogni soggetto). L'E.N.C.I. organizza esposizioni e prove di lavoro al fine di segnalare i migliori riproduttori e quindi i potenziali migliori di razza. Allevamento e addestramento Per allevare un cane da caccia bisogna prima di tutto somministrare una dieta ben bilanciata quindi una alimentazione completa. Avere cura a che non si instaurino particolari patologie e/o infestazioni parassitarie interne o esterne. Oltre a ciò è fondamentale una buona educazione all'obbedienza e un ottimo addestramento al fine di valorizzare tutte le qualità naturali che un cane possiede. 80 L'addestramento deve essere praticato nelle zone designate e costituite ai sensi dell'art. 41 della L.R. 33/97 e succ. mod. (zone cinologiche); al di fuori di queste zone, addestrare cani da caccia costituisce violazione alle norme sopra citate. CANI DA TANA bassotto tedesco pelo corto Bassotto tedesco pelo forte 81 Fox Terrier pelo raso CANI DA SEGUITA Beagle 82 Segugio Italiano pelo raso Segugio Italiano pelo forte 83 CANI DA CERCA Cirneco dell’Etna Cocker spaniel inglese 84 CANI DA FERMA Bracco Italiano Setter gordon 85 Setter inglese Setter Irlandese 86 Pointer Epagneul breton 87 Bracco Tedesco pelo corto- Kurzhaar Bracco tedesco unicolore marrone 88 Bracco tedesco a pelo duro – Drahthaar Spinone Italiano bianco arancio 89 Spinone Italiano roano marrone 90 DOMANDA E’ POSSIBILE ADDESTRARE ED ALLENARE I CANI DA CACCIA NEI GIORNI DI MARTEDÌ E VENERDÌ? RISPOSTA A SI RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA VERIFICA LE TUE CONOSCENZE CON L’AIUTO DEI QUIZ RISPOSTA C NO SOLO I CANI DA TANA. B A QUALE DISTANZA DAI LUOGHI 50 METRI IN CUI LA CACCIA È VIETATA E DALLE AZIENDE FAUNISTICOVENATORIE E AGRITURISTICOVENATORIE, NON È CONSENTITO ADDESTRARE ED ALLENARE I CANI DA CACCIA? 100 METRI 100 METRI PER I CANI DA FERMA E 300 METRI PER I SEGUGI. B E' SEMPRE CONSENTITO L'ADDESTRAMENTO DEI CANI DA CACCIA? SI', AD ECCEZIONE DELLA ZONA DELLE ALPI NO, SOLO IN ALCUNE ZONE ED IN DETERMINATI PERIODI SOLO NEI QUAGLIODROMI B E’ POSSIBILE L’ADDESTRAMENTO DEI CANI NEI FONDI IN ATTUALITÀ DI COLTIVAZIONE? SI NO SI SE SI TRATTA DI CANI DA FERMA B È SEMPRE CONSENTITO L’ADDESTRAMENTO DEI CANI DA CACCIA? SÌ, SEMPRE NO, SOLO IN DETERMINATI PERIODI NO, MAI B DOVENDO NECESSARIAMENTE ATTRAVERSARE UN PASCOLO CON PRESENZA DI BESTIAME, COME DEVE COMPORTARSI UN CACCIATORE CON CANE? METTERE IL FUCILE NELLA CUSTODIA METTERE AL GUINZAGLIO IL CANE SCARICARE IL FUCILE ED IL GUINZAGLIO AL CANE B A QUALE GRUPPO DI CANI APPARTIENE AI CANI DA TANA IL SETTER? AI CANI DA SEGUITA AI CANI DA FERMA C A QUALE GRUPPO DI CANI APPARTIENE AI CANI DA TANA IL SEGUGIO? AI CANI DA SEGUITA AI CANI DA FERMA B A QUALE GRUPPO DI CANI APPARTIENE AI CANI DA TANA IL BASSOTTO? AI CANI DA SEGUITA AI CANI DA FERMA A A QUALE GRUPPO DI CANI APPARTIENE AI CANI DA TANA IL BRACCO UNGHERESE? AI CANI DA FERMA AI CANI DA SEGUITA B IL CANE DA FERMA VIENE UTILIZZATO: PER INSEGUIRE LA SELVAGGINA DA “PELO” PER IL RECUPERO AL TERMINE DELLA BATTUTA DELLA SELVAGGINA MORTA PER FERMARE IL SELVATICO E RIPORTARLO DOPO LO SPARO SE VIENE ABBATTUTO C IL CANE DA SEGUITA VIENE IMPIEGATO: PER LA CACCIA DELLA SELVAGGINA DA “PELO” PER IL RECUPERO AL TERMINE DELLA BATTUTA DELLA SELVAGGINA MORTA PER LA CACCIA AL FAGIANO DI MONTE A È NECESSARIO PRATICARE LE VACCINAZIONI AI CANI? NO, È SUFFICIENTE SOMMINISTRARE, IN CASO DI MALATTIA, GLI ANTIBIOTICI NO, È SUFFICIENTE UN CONTROLLO VETERINARIO OGNI SEI MESI SÌ, È INDISPENSABILE AL FINE DI PREVENIRE MALATTIE PERICOLOSE C I CANI DEVONO ESSERE SOTTOPOSTI A SI, MA SOLTANTO QUANDO SI SOSPET SÌ, ALMENO UNA VOLTA ALL’ANN NON È INDISPENSABILE CONTROLLI SANITARI? TA UNA MALATTIA O B IL CIMURRO DEL CANE PUÒ COLPIRE ANIMALI SELVATICI? SÌ, AD ESEMPIO IL LUPO E LA VOLPE NO, COLPISCE SOLO IL CANE NO, COLPISCE SOLO IL CANE E L’UOMO A LA ROGNA È UNA MALATTIA: BATTERICA VIRALE PARASSITARIA, SOSTENUTA DA UN ACARO C PERCHÉ VIENE SOSPESA L’ATTIVITÀ VENATORIA NELLE ZONE OVE SI ACCERTANO CASI DI AFTA EPIZOOTICA? PER EVITARE CHE I CACCIATORI ED I PER EVITARE IL CONTAGIO DEL CANI DIVENTINO VETTORI DEL VIRUS CANE PER EVIRATE IL CONTAGIO DELL’UOMO A LA RABBIA SILVESTRE È UNA MALATTIA TRASMESSA DA UN ANIMALE SELVATICO? NO, È TRASMESSA SOLO DAL GATTO DOMESTICO NO, È TRASMESSA SOLO DAL CANE SÌ, È TRASMESSA PRINCIPALMENTE DALLA VOLPE C LE ZECCHE POSSONO TRASMETTERE MALATTIE AGLI ANIMALI SELVATICI? NO, SOLO ALL’UOMO SÌ, SIA MALATTIE INFETTIVE CHE PARASSITARIE NO, SOLO AGLI ANIMALI DOMESTICI B UN AGENTE CON FUNZIONI DI POLIZIA GIUDIZIARIA E DI PUBBLICA SICUREZZA PUÒ SEQUESTRARE IL CANE AD UN CACCIATORE? NO, SECONDO LE LEGGI SULLA CACCIA SÌ, SE IL CANE ARRECA DISTURBO ALLA SELVAGGINA PROTETTA SÌ, SE IL CANE PRODUCE DANNI ALLE COLTIVAZIONI AGRICOLE A A CHI È CONSENTITO L’ACCESSO NELLE AREE PER L’ALLENAMENTO E L’ADDESTRAMENTO DEI CANI? A TUTTI COLORO CHE RISIEDONO NEL AI CACCIATORI ISCRITTI COMUNE IN CUI RICADE L’AREA ALL’AMBITO TERRITORIALE DI CACCIA (ATC) IN CUI RICADE L’AREA A COLORO CHE SONO AUTORIZZATI DA CHI GESTISCE L’AREA C 91 RISPOSTA A RISPOSTA B RISPOSTA ESATTA DOMANDA RISPOSTA C QUANTI CANI SI POSSONO USARE DURANTE L’ESERCIZIO VENATORIO? NON CI SONO LIMITI DUE CANI PER CACCIATORE E DUE CANI DA FERMA QUATTRO SE SI CACCIA E QUATTRO DA SEGUITA PER OGNI IN COMITIVA, AD ESCLUSIONE CACCIATORE. DELLE SQUADRE DI CACCIA AL CINGHIALE E DEI CANI APPARTENENTI AD UNA MUTA SPECIALIZZATA MUNITI DI APPOSITO BREVETTO DI IDONEITÀ RILASCIATO DALL'ENCI A A QUALI ADEMPIMENTI DEVONO SOTTOSTARE I POSSESSORI DI CANI? NESSUN ADEMPIMENTO DEVONO ISCRIVERLI ALL’ENCI DEVONO ISCRIVERLI ALL’ANAGRAFE CANINA C E’ POSSIBILE UTILIZZARE I CANI PER LA CACCIA AGLI UNGULATI? SI PER TUTTI GLI UNGULATI NO, FATTA ECCEZIONE PER LA CACCIA AL CINGHIALE E PER I CANI DA TRACCIA ABILITATI AL RECUPERO DI UNGULATI FERITI SI SOLO PER LA CACCIA AL CINGHIALE E AL CAPRIOLO IN ZONA DI PIANURA B 92