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MATERIALE REALIZZATO CON I FONDI DELL`UNIONE EUROPEA
MATERIALE REALIZZATO CON I FONDI DELL’UNIONE EUROPEA Progetto “I ART: il polo diffuso per le identità e l’Arte Contemporanea in Sicilia” PO FESR 2007/2013 <<FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE>>, linea d’intervento 3.1.3.3 CUP: D69D14000190006, CODICE PROGETTO S.I. 1_11996 SOMMARIO ALBULENA BOROVCI 1 2 3 ALESSIA ARENA 4 Sounds like Ficarra ANAÏS BLOCH 5 La croce la porto io ANASTASJIA DUBOVSKA 6 ANDREA MINUTI 7 PRESENTAZIONE ARTE COMMUNITY SPECIFIC Corredo come arte SSL (Sicilian Sound Landscape) I Mask Caretakers (custodi) Sacromare ANTONIO MAINENTI Caulkestrator: L’orchestra del calafato BENEDETTA CASAGRANDE Ichthys CARLA CARDINALETTI Turn on the key. Homage to the Farm Children’s Museum COQUILICOT MAFILLE Ricami per Santa Ninfa CHRISTIANO SOSSI Soundscape of Palermo ELENA COLOGNI Lo scarto ELENA MISTRELLO Fiabe e leggende piazzesi FLORIAN TUERCKE Rag(you)sa FONTE & POE La giostra dell’avvicinamento GAETANO CRIVARO Il borgo analogico 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 GIORGIO DI PALMA 18 IODICE/SARRACINO 19 JIMMY POWER 20 LISA WADE 21 LUCIO BOLOGNESI/BASIK 22 MARCO DAL BO 23 MARIA VINOLO BEREGUEL 24 ROBERT MATHY 25 RUI INÁCIO 26 SARA RICCIARDI 27 SERENA LABORANTE 28 TATIANA MUTILVA 29 VALENTINA ARENA 30 WE ARE MÜESLI 31 XAVIER JOSÈ CUNILLERA 32 Tempo un mese Appunti di Sutura Thauma (The Torments of St. Anthony the Abbot) Pasqua a Ferla (“a Sciaccariata”) Non sono sola. Cura di te, non siamo vecchie ma sagge Tarant-drone. Dalla tradizione all’innovazione Quant’è bella la natura Porta sugli Iblei Adesso e nell’ora Le donne nascoste Kore The great Palermo. Una storia di cibo e trasformazione Landscape PRESENTAZIO DEL PROGETTO Il progetto I ART, capofilato dal Comune di Catania, ideato e diretto da I WORLD, si propone come un nuovo movimento artistico e culturale che coinvolge artisti di tutte le discipline e si fonda sulla reinterpretazione dell’universo identitario e delle tradizioni orali di Sicilia attraverso l’arte contemporanea. Gli obiettivi del progetto sono: • Sviluppare servizi culturali integrati volti alla produzione, divulgazione e fruizione dell’arte contemporanea in Sicilia; • Creare una rete internazionale nel campo dell’arte contemporanea, per la valorizzazione dell’identità siciliana,in grado di interconnettere tutti i territori sulla base di un’unica strategia di sistema; • Migliorare la produzione qualitativa e quantitativa degli artisti siciliani nel campo dell’arte contemporanea ispirata alle identità locali, stimolando l’uso di linguaggi innovativi fondati anche sull’utilizzo delle nuove tecnologie; • Migliorare l’immagine Sicilia nel mondo attraverso la produzione di nuove forme artistiche che reinterpretanole sue identità e che la possano liberare dai pesanti stereotipi del passato, rivelandone al contempo gli aspetti più autentici; • Incrementare e destagionalizzare i flussi turistici in entrata, legati alla fruizione delle attività artistiche e ai luoghi del cinema dell’isola; • Divulgare, valorizzare, tutelare e rendere maggiormente fruibili le risorse artistiche e architettoniche del territorio. vizi integrati regionali per l’arte contemporanea; Al fine di stimolare la crescita culturale e l’aggregazione artistica a livello regionale, attraverso un confronto aperto e costruttivo sull’arte contemporanea della Sicilia, il progetto prevede la 2. creazione di una rete dell’arte contemporanea siciliana e internazionale che intende offrire a selezionati artisti una galleria on line in cui presentare i propri lavori e promuoverli a livello internazionale. La Rete opera anche su base istituzionale, grazie ad una collaborazione firmata tra I WORLD e l’Assessorato dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, in quanto soggetto responsabile per il Cluster Biomediterraneo ad EXPO Milano 2015. Attraverso questa sezione si vuole creare un network internazionale finalizzato ad istituire il “Cluster Biomediterraneo” in quanto struttura permanente con cui attivare percorsi di sviluppo culturale, sociale ed economico. E’ prevista anche un’attività di formazione con programmi di 3. laboratori multidisciplinari negli ambiti delle arti performative, visive, digitali e multimediali, arti tattili e design, e un programma di “Artist in residence”, che ha portato in Sicilia 30 artsiti da tutta Europa che hanno creato delle opere site specific donate poi ai comuni che li hanno ospitati. E’ prevista anche la 4.creazione di Itinerari D’Arte e Cultura al fine di valorizzare le specificità artistiche dei diversi territori coinvolti, ed il 5. Festival I Art, rivolto alle nuove forme d’arte contemporanea siciliana particolarmente legata al tema dell’identità che prevede una suddivisione in sezioni quali, danza, teatro, grandi eventi, letteratura e reading, musica, arte e mostre, cinema e video arte, architetture contemporanee. Inscindibile dalle finalità del progetto è l’attività di comunicazione e marketing culturale, attraverso le più moderne forme di comunicazione. Tra le attività previste abbiamo la 1. realizzazione e messa in rete di 23 centri culturali polivalenti (CCP) in 23 comuni siciliani, per la creazione di ser- Lucio Tambuzzo, ideatore e direttore generale Progetto I ART Il progetto sceglie la coesistenza e tal volta la commistione delle arti figurative con quelle cinematografiche, l’artigianato e la multimedialità, la musica folk e la musica digitale, rifiuta la massificazione e punta il suo sguardo verso orizzonti culturali ed artistici innovativi ed inediti. Il partenariato del progetto comprende circa 100 Comuni siciliani, ed un parterre di partner associati, istituzioni che non hanno un’implicazione diretta nel progetto, ma che condividono gli obiettivi dell’iniziativa e la sostengono attraverso un’azione di divulgazione a livello nazionale ed internazionale. 1 ARTE COMMUNITY SPECIFIC Partecipare a una residenza è un’esperienza che ogni artista dovrebbe fare. Amplia il proprio network lavorativo, offre l’opportunità di conoscere contesti culturali nuovi e dinamici. Spesso, infatti, le residenze sono promosse da importanti centri del Sistema dell’arte con la ‘S’ maiuscola. Partecipare al programma di residenze d’artista del progetto I Art, invece, è stato più che un’esperienza una sfida. Sul piatto c’erano altre istanze, oltre ovviamente alla finalità precipua del bando di selezione, ossia la richiesta della produzione di un’opera che rileggesse in chiave contemporanea i beni immateriali della Sicilia. Arrivare in piccoli centri in cui, nella maggior parte dei casi, il tempo sembra si sia fermato e provare a spogliarsi delle abitudini proprie dell’uomo di oggi: connessione wifi gratuita nei luoghi pubblici, mezzi di trasporto veloci, riscaldamenti autonomi, ecc. Questa la prima sfida che ognuno dei trenta artisti, chi più chi meno, ha dovuto affrontare accettando le destinazioni finali: Pollina, Ferla, Galati Mamertino, Vizzini, Gangi. Pochi esempi questi, per dare l’idea della dimensione raccolta, periferica, premoderna in certi casi, di alcune sedi. Un’altra istanza, oltre quella prettamente logistica, è stata quella generazionale e geografica: mondi agli antipodi si sono scontrati in un cortocircuito linguistico, sociologico e culturale. Ma, dopo lo shock iniziale, lo scontro è diventato incontro, e le differenze punti di forza, chiavi per provare ad entrare dentro l’anima del luogo 2 che li stava ospitando. Accolti come membri della comunità, essa è diventata “musa” di un lavoro artistico dall’approccio community specific: opere pensate o realizzate con e per la gente di quella determinata comunità. Sono stati tutti, in modi diversi, progetti partecipati: hanno cucito e dipinto insieme; si sono confrontanti sui temi da sviluppare davanti a un caffè fatto in casa, o hanno progettato insieme gli allestimenti da usare. Inoltre, è da evidenziare come la coincidenza temporale delle residenze con il periodo pasquale, sia stata un’occasione unica di entrare davvero dentro un immaginario collettivo caratterizzante della nostra isola, quello religioso. Molti artisti, infatti, ne hanno tratto ispirazione sia visiva che sonora. Infine, e ciò si vede molto bene nel documentario prodotto, un soggetto a cui molti hanno dedicato il loro tributo è stata la Natura: i paesaggi siciliani colti nella loro più sublime bellezza, quella della primavera. La sfida è stata vinta da tutti, soprattutto dalla Sicilia, che oggi è più ricca di opere d’arte straordinarie, fatte della sua stessa anima. Marina Sajeva - CLAC ALBULENA BOROVCI CORREDO COME ARTE PETRALIA SOTTANA ARTI TATTILI E DESIGN ARTE TESSILE, ARTE ORAFA E ARTIGIANATO Abito da sposa in organza con petali a “punto ombra” BIO Albulena Borovci (Pristina 1988) laureatasi in scenografia all’Università di Belle Arti di Pristina (Kosovo) nel 2010, ha conseguito un master in Custume Design al Carnegie Mellon University di Pittsburgh. È un’affermata costumista per il cinema, il teatro e la televisione. Per i suoi costumi ha vinto due prestigiosi premi nel 2013: l’ Early Career Award of Excellence in Costume Design and Technology del CSA (Costume Society of America) e lo USITT Zelma H. Weisfeld Costume Design & Technology Award. Il progetto di residenza di Albulena trae ispirazione dal rituale domestico della preparazione della “dote”, ovvero il corredo (lenzuola, tovaglie, ecc) che le madri sono solite cucire per le figlie prossime alle nozze. Questa tradizione tutta siciliana, è identica anche nel suo paese, il Kosovo, e lei l’ha reinterpretato in chiave contemporanea. L’output finale della residenza, infatti, è un abito da sposa con un lungo velo in tessuto di organza sul quale ha ricamato dei petali di rosa con la tecnica simile a quella del “punto ombra” utilizzato in tempi passati dalle mamme di Petralia Soprana per la realizzazione del corredo alle figlie. La creazione originale di Albulena è nata nel laboratorio che l’artista ha portato avanti coinvolgendo alcune anziane del paese per scoprire le tecniche di ricamo tipiche del luogo e a lei sconosciute. La ventisettenne è rimasta affascinata dai lavori delle nonne di Petralia Soprana che, per la loro bellezza, ha accostato agli stucchi delle chiese. È entrata nelle loro case e parlato con le vecchie signore non solo della tradizione della dote e del duro lavoro che c’è dietro, ma anche del rapporto tra madre e figlia. L’artista ha potuto capire come le nuove generazioni non sono più interessate a questa tradizione; per questo ha creato un vestito da sposa minimale, dunque moderno, ma con dei piccoli inserti ricamati di organza, facendo convivere così antico e moderno, tradizione e innovazione. 3 ALESSIA ARENA SSL (SICILIAN SOUND LANDSCAPE) PALAZZOLO ACREIDE MUSICA E COMPOSIZIONI SONORE Performance teatralmusicale a voce sola BIO Alessia Arena (Montespertoli 1977) diplomatasi in canto presso il Conservatorio Cherubini di Firenze, conosciuti i canti antichi popolari siciliani, da quel momento si dedica alla personale rilettura di questi, ed in particolare alla musica di Rosa Balistreri. Da questo studio ne è scaturito “A Piedi Nudi”, progetto per voce, clavicembalo e percussioni domestiche, che è stato finalista al “Premio rivelazione 2014” Festival Sete Sois Sete Luas per la musica popolare siciliana. 4 Il progetto della “cantattrice” Alessia Arena per la residenza ha avuto, già in fase di presentazione della domanda di partecipazione, un titolo ben preciso: SSL vale a dire Sicilian Sound Landscape. Da profonda conoscitrice dei canti popolari siciliani e di Rosa Balistreri, ha vissuto con la gente del paese, le cui voci registrate durante le interviste in cui Alessia ha indagato sul bene identitario immateriale della comunità soprattutto femminile, nel prodotto finale si sono unite al suo melodioso canto e alla sua presenza scenica forte ed espressiva. Voci e canto s’intrecciano con suoni vari, come quella della banda del paese durante la processione della Settimana Santa, per regalare all’ascoltatore suggestioni e riflessioni su ciò che è identità per la civitas di Palazzolo Acreide, l’antica polis greca Akrai. Come lo stesso titolo suggerisce, il paesaggio è un aspetto fondamentale del progetto, e nel video finale di circa 8 minuti, non si parla soltanto di paesaggio sonoro, ma anche del meraviglioso paesaggio naturalistico e archeologico della cittadina di Palazzolo, protagonista di splendide immagini aeree. Dal suo lavoro si evince in maniera inequivocabile che “la Sicilia è femmina”. ANAÏS BLOCH I MASK CALATAFIMI SEGESTA ARTI TATTILI E DESIGN ARTE TESSILE, ARTE ORAFA E ARTIGIANATO Maschere in legno e pane. Misure varie BIO Anaïs Bloch (Ginevra 1986), vive e lavora a Londra dove si è recentemente specializzata in Cultura Materiale e Design presso il dipartimento di Antropologia dell’University College. Sia attraverso un approccio etnografico sia attraverso la produzione di oggetti d’arte, Anais indaga come le persone diano un senso del loro ambiente interagendo con esso. Anaïs per la creazione della sua opera è partita dal tema principe del progetto I ART: vale a dire il rinnovamento delle tradizioni attraverso l’arte contemporanea. Lo scopo del suo progetto è stato quello di esplorare le relazioni che intercorrono tra le persone e il luogo, nelle sue tradizioni e nei suoi costumi locali. Ha voluto ricordare ai cittadini di Calatafimi le loro forti tradizioni, creando attraverso il suo intervento contemporaneo, un legame tra la vecchia e la nuova generazione. “I mask”, titolo che gioca sul nome del progetto all’interno della cui cornice si sono attivate le residenze, consta della creazione di una serie di maschere che la gente ha indossato per strada, nel museo e in altri luoghi della città. Il design delle maschere si basa sul “cucciddato”, il pane tradizionale di Calatafimi preparato per la festa del “S.S. Crocifisso”, evento molto sentito e partecipato dalla comunità locale. La reinterpretazione di questo pane simbolico ha il significato di porre tutti sullo stesso livello. Dietro la maschera tutti sono uguali: giovani, vecchi, poveri e ricchi. 5 ANASTASJIA DUBOVSKA CARETAKERS (CUSTODI) MOTTA CAMASTRA ARTI VISIVE n.4 illustrazioni su tela e legno e una scultura BIO Anastasjia Dubovska (Latvia, Daugavpils 1987), dopo aver conseguito la laurea nel dipartimento di design e un master in scultura, attualmente studia ceramica all’Accademia di Belle Arti di Riga. La sua ispirazione è il mondo vegetale (le piante, la terra, l’aria, l’acqua); lei descrive i suoi personaggi come degli “spiriti della natura” che vivono in modo parallelo a quello umano. Sua grande ispirazione è soprattutto la flora italiana di cui studia l’anatomia dei fiori e delle piante dagli antichi libri di botanica. 6 L’artista lettone ha realizzato quattro dipinti e una scultura che hanno come tema i suoi tipici personaggi metà umani e metà piante. In questo caso ha tratto ispirazione dalla ricchezza della natura del territorio in cui ha vissuto per un mese, scegliendo due differenti tipi di piante e li ha mescolati secondo la sua interpretazione personale. Ogni illustrazione rappresenta uno stato della creazione della scultura, che rappresenta il guardiano della montagna, senza bocca ma con grandi occhi per sorvegliare la natura e le piante di Motta Camastra. Ed è proprio nella natura che l’artista ha deciso di posizionare l’opera che, per le sue fattezze più fantastiche che umane, si ambienta perfettamente nel contesto. Nella sua visione dei luoghi non ci sono uomini ma energie provenienti da meravigliosi mondi paralleli, dove niente viene deciso dall’uomo ma tutto esiste secondo un ordine naturale. Ha utilizzato gli strumenti tipici del suo lavoro: carboncino su tela o legno, che poi lei tratta con speciali rivestimenti (gesso o gelatina), una gomma e un taglierino (che principalmente utilizza per definire i piccoli dettagli). Pulendo e grattando via il carboncino dalla tela, dà alle illustrazioni la forma desiderata. Le due diverse arti, pittura e scultura si armonizzano tra loro in una composizione unica. ANDREA MINUTI SACROMARE FAVIGNANA MUSICA E COMPOSIZIONI SONORE Composizione sonora e installazione audio site specific BIO Nato a Pisa nel 1989 è un compositore di musica elettronica e regista teatrale. Dopo aver conseguito il diploma accademico di Primo Livello in Arti Multimediali e Nuove Tecnologie per l’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara ed essersi formato anche nel campo della drammaturgia, adesso vive e lavora a Venezia dove studia nel corso magistrale di Scienze e Tecniche del Teatro allo IUAV. Con “SacroMare” Andrea si propone di indagare la dimensione acustica della pesca del tonno a Favignana, il rituale ancestrale della mattanza che oggi non esiste più. Rimangono però le sue testimonianze, le sue memorie, le sue voci. Attraverso un percorso di ricerca che ha coinvolto direttamente alcuni abitanti dell’isola, alcuni tonnaroti, e attraverso la registrazione ambientale del paesaggio sonoro delle Egadi, viene creato un affresco acustico che riporta alla memoria l’eco del passato, dei suoi canti, delle sue tradizioni. In particolare l’artista ha indagato il canto liturgico legato alla tonnara, le “Cialome”, preghiere antiche oggi ricordate solo da pochissime persone. Il rituale incontra però la contemporaneità, e nella contaminazione le sonorità delle Cialome si mescolano alla composizione elettronica. Alcune tracce diventano composizioni originali, nelle quali il canto e la voce assumono nuova forma. Altre invece, vengono riportate nella loro semplicità, come se l’arte non fosse altro che un modo diverso di osservare e ascoltare la realtà. Il progetto definitivo si articola in due fasi: la creazione di una pagina web (http://sacromare.altervista.org/index.htm) con alcune tracce musicali, che creano dei “percorsi acustici” ascoltabili anche senza la presenza fisica sull’isola e, un’istallazione sonora all’ex- stabilimento Florio (Museo della Tonnara) in cui torneranno le flebili voci dei canti dei tonnaroti, in una sorta di nénia che ricorda la mattanza e la sua estinzione. 7 ANTONIO MAINENTI CAULKESTRATOR: L’ORCHESTRA DEL CALAFATO POZZALLO MUSICA E COMPOSIZIONI SONORE Installazione sonora BIO Nato a Ragusa nel 1978, vive e lavora a Pavia. Ha indagato le tradizioni e cercato di renderle contemporanee. Una sua esecuzione (Vicariota) è stata inserita nella “Prima Antologia della Musica Siciliana” (DejaVu Records, 2006). Dal 2003 realizza laboratori musicali rivolti a bambini, ragazzi o adulti sulla composizione musicale contemporanea e la sua esecuzione con l’ausilio di partiture scritte in modo non convenzionale. Si occupa di arte sonora e radiofonica. 8 Mainenti ha condotto una ricerca sull’antico mestiere del “Calafato”. Il Calafato aveva il compito di rendere impermeabile lo scafo della barca, ed era una parte considerevole dell’economia e della socialità della città di Pozzallo di una volta. I calafati erano soliti lavorare in gruppo ad una singola barca, e il continuo martellare e la varietà dei colpi produceva un suono corale, un’orchestra naturale in riva al mare. Da qui nasce “Caulkestrator. L’orchestra del Calafato”, un percorso installativo percorribile ed interattivo, grazie all’utilizzo di micro controllori e processori come Arduino e Raspberry pi utilizzati spesso dall’artista per l’interazione tra suono, oggetti e paesaggio. Come lui stesso afferma, il suo è un lavoro “artigianale”, da toccare. Infatti, attraverso la disseminazione di microfoni a contatto, il pubblico aziona 24 musiche composte appositamente dall’artista, soltanto stringendo i sensori tra le dita. L’installazione inoltre prevede una radio domestica che diffonde alcuni passi dell’intervista a Grazia Dormiente e a Salvatore Scala, esperti dell’identità immateriali del paese; e due postazioni costruite da Mainenti: una a forma di grande pennello per ricordare la fase del passaggio della vernice su un pezzo di scafo; ed una con un martello a punta metallica per l’inserimento della stoppa tra le fenditura di un pezzo di barca. L’installazione si completa con le corde di un pianoforte pizzicate da due micro robot. Viene così ceduto al pubblico il ruolo di condurre questa orchestra. BENEDETTA CASAGRANDE ICHTHYS CATANIA FOTOGRAFIA E ARTI AUDIOVISIVE Trittico di foto, video e performance BIO Nata a Milano nel 1993 ha studiato fotografia, belle arti, psicologia e letteratura inglese a Cambridge. Nel 2013 ha vissuto e lavorato a Venezia come stagista per la A plus A, Centro Espositivo Sloveno, uno spazio no-profit d’arte che ospita ogni anno il padiglione sloveno per La Biennale Internazionale di Venezia. Benedetta è attualmente studente di fotografia presso l’Università di Brighton. Partendo dall’assunto che l’umanità ha un rapporto complesso con il corpo umano e che tabù come la vergogna di fronte ai fluidi, ai peli, al sangue diventino più evidenti se pensati in relazione al corpo femminile, Benedetta, da sempre interessata alle questioni di genere, si chiede quale sia la radice arcaica di tale rifiuto. Per l’artista la risposta va cercata nella tradizione del culto religioso, con le sue violenze e le sue contraddizioni. Basandosi su L’Erotismo di Bataille, prende forma il progetto Ichthys, “pesce” in greco, simbolo arcaico per il corpo di Cristo (Iesus Christos Theo Yous, Soter: Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore). Il lavoro nel suo insieme comprende un trittico di foto, un video e una performance e ha la finalità di farci riflettere sulla nostra relazione con la religione, l’erotismo e la morte. Le fotografie, montate in un trittico in una cornice lignea, realizzata dalla maestranza locale, che ricorda l’iconografia religiosa medievale, riproduce La Pietà di Michelangelo in chiave contemporanea. La sua Madonna è una Madonna delle Passioni, che abbraccia sacro e profano, morte e vita, una Madonna sicula senza pietà. E, come suggerisce il titolo, un tonno va a sostituire il corpo di Cristo, richiamando così anche il rito locale della mattanza. Oltre al simbolo Cristo-pesce, l’artista affianca altre immagini simboliche come il melograno e le palme. L’opera si completa con un video che gioca sui tabù legati al corpo e una performance in cui il tonno-Cristo, cucinato a più mani, viene servito in piazza come Ultima Cena. 9 CARLA CARDINALETTI TURN ON THE KEY. HOMAGE TO THE FARM CHILDREN’S MUSEUM FAVARA ARTI VISIVE Installazione in neon rosa BIO Nata nel 1971 a Bolzano; si trasferisce a Milano, dove frequenta un Master in Produzione Audiovisiva alla Cattolica. Inizia ad appassionarsi ai vari linguaggi visivi e nel 2005 vince il premio di Dieselwall con l’opera Rispondo, ergo sono. Partecipa a mostre collettive a Parigi, Barcellona, Milano, Trento e Bolzano. Nel 2007 realizza due installazioni di grande formato: a Bolzano presso la Torre dell’Eurac per Museion e a Milano presso l’arco di Porta Nuova. 10 Carla Cardinaletti ha avuto la fortuna di trovarsi nel luogo di residenza più affine alla sua poetica: la Farm Cultural Park di Favara. La Farm, infatti, è un sogno di riqualificazione urbana e culturale sotto il segno dell’arte diventato realtà grazie alla volontà di due favaresi illuminati e visionari come Florinda Saieva e Andrea Bartoli. E Carla con le sue opere di public art che hanno lo scopo di attivare nella comunità a cui l’opera è destinata, processi di sensibilizzazione sullo spazio urbano e sulla socialità, ha potuto immergersi in un luogo pieno di stimoli e di energie creative che ha ispirato la sua installazione. “Turn on the key” è una grande chiave di neon rosa che è stata presentata ufficialmente durante la grande festa annuale della Farm. L’opera è un omaggio al grande lavoro che Farm ha fatto per la cittadina di Favara, conosciuta in precedenza solo per l’agnello pasquale e fatti di mafia, dando voce al potenziale della sua gente. Quindi Farm ha “trovato la chiave” per trasformare l’eredità ingombrante della sua città in una straordinaria dote al servizio della comunità. Soprattutto l’artista ha voluto premiare il nuovo progetto in cantiere nei sette cortili, vale a dire il Children’s museum, un progetto che mette al centro il futuro nella convinzione che “l’educazione è l’arma più potente per cambiare il mondo”. La Chiave rosa vuole essere quel misterioso oggetto che strizza l’occhio ai più piccoli e che racconta loro con la potenza evocativa di un oggetto che libera, apre, svela quello che l’arte è, quello che puó essere. COQUILICOT MAFILLE RICAMI PER SANTA NINFA SANTA NINFA ARTI VISIVE n. 2 murali “ricamati” BIO Nata a Parigi nel 1975, vive e lavora a Milano. Laureata a Pavia in Scienze Politiche, dal 2006 inizia a lavorare come artista. Ha all’attivo molte mostre collettive e personali tra Francia e Italia. La ricerca artistica di Coquilicot Mafille si muove attorno al gioco, alle dimensioni oniriche, alla Natura e alla natura delle relazioni umane. Negli ultimi anni ha approfondito il concetto di ricamo, che dal tessuto esplode nello scenario urbano per approdare sui muri e sul vetro. Per Santa Ninfa, infatti, ha prodotto due grandi “ricami urbani”. Il primo è sulle pareti del centro sociale, sede anche della biblioteca, del Museo Nino Cordio e del Museo dell’Emigrazione, luogo molto frequentato dalla comunità locale. Il tema qui è l’emigrazione, evocata dalla figura centrale di una barca, da un vecchio e da un bambino in bici. Entrambi sono persone reali incontrate dall’artista durante la sua residenza. Su un altro lato della struttura, un bambino suona il flauto, muovendo a suon di musica delle barchette di carta, un origami di un cigno; un cigno vero, simbolo della stella polare, suggerisce ai bambini e ai sognatori la direzione da prendere. Il secondo murale si trova sul corso principale, sulle pareti dell’ex sede del partito comunista. Qui l’artista ha voluto dedicare una poesia ai ragazzi del piccolo paese del Belice, nello specifico a quelli più “difficili”, che le hanno ronzato intorno per tutto il tempo di realizzazione. Loro sono i protagonisti del dipinto, nella speranza che in qualche modo diventino anche protagonisti e padroni del futuro e della loro terra. Per la loro spavalderia che celava però fragilità, l’artista ha voluto che ad accompagnarli nel loro futuro fossero fantastiche guide animali: la volpe, le rondini e le razze. 11 CHRISTIANO SOSSI WATER, MEN, MACHINES AND RITUALS: AN ABSTRACT STUDY OF PALERMO’S ACOUSTIC ECOLOGY PALERMO MUSICA E COMPOSIZIONI SONORE Composizione sonora BIO Nato a Londra 1976, dove vive e lavora. È compositore professionista, sound designer e tecnico del suono. Ha suonato con artisti di fama mondiale, oltre ad essere coinvolto in film, serie televisive (come Breaking Bad) e programmi Tv (come Xfactor) come sound designer e fonico. Insegna soundscape e musica per il cinema da otto anni alla London Southbank University, oltre ad insegnare sound design alla masterclass del London College of Comunication (London University of Arts). 12 Christiano Sossi, compositore professionista da più di vent’anni, per la residenza inizialmente aveva proposto un progetto sull’uso del suono nelle chiese arabo-normanne di Palermo e dei mercati, come proseguo della pubblicazione della sua tesi “Sound in Sacred Spaces”, che esplorava l’uso del suono nell’architettura religiosa e nei riti religiosi. Però vivendo un mese un luogo pieno di stimoli visivi e acustici come Palermo, la sua proposta si è ampliata anche alla registrazione dell’ecologia acustica palermitana. Dunque, tutti i suoni trovati durante le sue escursione urbane sono stati poi manipolati elettro-acusticamente e arrangiati seguendo la pratica casuale che richiama artisti come John Cage o Iannis Xenakis, ma con una dinamica tecnologicamente moderna. Il rumore del mare, la banda delle processioni pasquali, i canti della messa domenicale della Cattedrale, le urla degli ambulanti dei mercati storici, il traffico urbano: tutto questo e molto altro confluisce in una traccia inedita che aspira ad rendere un “sense of place”, il suo personale senso di stare a Palermo. Non è un tour lineare e didascalico, ma sono emozioni astratte tradotte in modo semi-musicale. ELENA COLOGNI LO SCARTO CASTELVETRANO ARTI VISIVE 10 disegni, 40 sculture ‘da mano’, due giornate di laboratorio e performance finale BIO Nata a Bergamo 1967. Dopo l’Accademia di Brera e la laurea in filosofia alla Statale di Milano, ha conseguito la specializzazione in Scultura all’Università di Leeds e un dottorato in Belle Arti al Central Saint Martins College di Londra. Vive a Cambridge, dove affianca all’attività artistica quella di ricerca presso il Wysing Art Centre. Psicologia e filosofia si combinano nel suo universo creativo che ha come costanti: l’interazione con lo spettatore e l’interdisciplinarietà (disegno, scultura, video e testi). Il progetto proposto da Elena Cologni ha come tema la maieutica reciproca, dinamica dialogica teorizzata da Danilo Dolci e oggetto delle sue ricerche accademiche a Cambridge. L’artista ha provato a tradurre tale pratica in disegni, oggetti e performance attraverso una chiave, che è quella che Dolci chiama “lo scarto” e che per lei è da intercettare nel significato dello spazio e nella distanza tra le persone. Partendo dalla riflessione per cui si ha la tendenza di passare attraverso i luoghi senza davvero viverli, ha organizzato due workshop e una performance collettiva per offrire alla gente l’opportunità di capire che lo spazio tra e intorno a noi, e la sua storia ci appartengono, pur per un breve periodo. Afferma, infatti, che “La consapevolezza dell’identità della gente in relazione ai propri luoghi è un bene da proteggere e coltivare”. Il primo workshop si è intitolato ‘Attendendo dall’altro un raro sincronismo’; il secondo ‘Struttura del silenzio (spazi fisici e temporaei)’; entrambi hanno avuto lo scopo di capire la maieutica reciproca in ambito prelinguistico, cercando di ‘vederè lo spazio tra noi e l’architettura urbana. Nel frattempo Elena ha prodotto dei disegni sullo scarto-spazio tra le mani, da cui ha tratto delle sculture in legno, che sono state usate per degli ‘esercizi’ nella piazza nella performance finale. In quell’occasione ha chiesto ai partecipanti di condividere una propria lettura del passato attraverso una mappatura dell’architettura presente nel sistema delle piazze, testimone della storia di questo luogo. 13 ELENA MISTRELLO FIABE E LEGGENDE PIAZZESI PIAZZA ARMERINA ARTI VISIVE Murale BIO Nata a Sesto San Giovanni nel 1990, vive e lavora a Milano. Si occupa di arti visive, in particolare di disegno, fumetto, illustrazione e murales. Utilizza inoltre differenti tecniche di stampa (xilografia, serigrafia, incisioni) e dal 2012 fa parte del laboratorio autogestito di serigrafia Serigrafatti. Tiene diversi laboratori e corsi per bambini e adolescenti su fumetto, disegno e serigrafia. 14 Il progetto sviluppato durante la residenza ha per tema la tradizione orale di Piazza Armerina. Elena in una prima fase del suo lavoro, è stata impegnata nelle letture dei saggi di Vittorio Malfa sul tema in questione (“Maghi, streghe e malìe nel cuore di Sicilia”, “Storie vere di magia e fantasmi”). A queste letture ha affiancato una ricerca sul campo, visitando i luoghi fisici in cui queste credenze hanno preso vita, cercando di raccogliere testimonianze e racconti dagli abitanti stessi su come la tradizione orale è oggi vissuta. Con lei sempre il suo quaderno di schizzi, che ha riempito incessantemente di appunti visivi da cui avrebbe alla fine tratto il disegno globale del murale. Come lei stessa afferma, quando non ha ben chiaro cosa realizzerà, l’unico modo per far uscire un’idea buona è disegnare a più non posso. L’idea in questo modo verrà da sola. L’ultima parte del progetto è stata quella della realizzazione vera e propria del murale all’interno del Centro Espositivo Monte Prestami, in cui è condensato un mese di ricerca e di studio sul tema della tradizione orale della città. Nella composizione i personaggi più caratteristici delle fiabe prendono vita simultaneamente, la scelta stilistica è quella tipica della fiaba illustrata e del fumetto. Elena Mistrello prova così a descrivere una Piazza Armerina sotterranea, notturna e piena di vita, e attraverso il suo stile illustrativo immediato, vuole ricostruire un immaginario leggendario autoctono da molti abitanti dimenticato. FLORIAN TUERCKE RAG(YOU)SA RAGUSA MUSICA E COMPOSIZIONI SONORE Video installazione loop di 11:00 min BIO Nato nel 1977 a Nürnberg (Germania), dove vive e lavora. Laureatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Norimberga, è cofondatore dell’Urban Research Institute. Dal 2005 con il progetto “Urban Audio” esamina lo spazio pubblico in termini di potenziale musicale e compositivo, creando speciali strumenti in grado di trasformare i suoni captati nell’ambiente in melodie musicali. Nel corso degli ultimi anni, ha documentato le trasformazioni legate al paesaggio sonoro di molte città. Le opere di Florian Tuercke sono caratterizzate da una forte interdisciplinarità e spesso sviluppate tramite l’uso di sistemi interattivi e tecnologie innovative. Punto focale dei suoi lavori è lo spazio pubblico, analizzato attraverso una combinazione di elementi audio e video, performance, installazioni e net art. Per la residenza il suo interesse si è posato sulla popolazione ragusana come rappresentativa di quella siciliana in genere, da secoli caratterizzata dal melting pot culturale. Come è suo costume per le sue indagine nello spazio pubblico, ha realizzato una postazione video itinerante per le strade di Ragusa. Ha selezionato e filmato quaranta partecipanti, venti maschili e venti femminili, di età e di etnie differenti, chiedendo loro di guardare fisso in camera per un minuto e mezzo. Contemporaneamente ha registrato il paesaggio sonoro della città, il traffico, gli uccellini, la banda della processione pasquale, ecc. Questo diventerà il sottofondo della video installazione prodotta e esposta al museo antropologico di Palazzo Zacco, in cui i quaranta volti sono sovrapposti in livelli trasparenti che si fondono in un volto unico, privo di età, genere ed etnia. Il risultato visivo è quello del disegno inedito del volto medio del ragusano di oggi. Anche i quaranta contesti urbani in cui ha effettuato le riprese sono stati mescolati, creando uno sfondo astratto fatto di luci, colori e movimento. 15 FONTE & POE LA GIOSTRA DELL’AVVICINAMENTO CASTELBUONO FOTOGRAFIA E ARTI AUDIOVISIVE Video 10,01 min BIO Alessandro Fonte (Polistena, 1984) e Shawnette Poe (Varsavia, 1980) vivono e lavorano tra l’Italia, la Germania e la Slovenia. Il loro lavoro in duo si sviluppa dal 2009. Spaziano dall’installazione alla performance al video. I loro lavori sono stati selezionati per mostre e proiezioni in Europa, Africa e America, per istituzioni come la Fondazione MAXXI di Roma, la Biennale del Design di Lubiana, Dak’Art -Biennale 11ème de l’Art Africain Contemporain, la Biennale di Venezia. 16 Nel loro lavoro cercano di attivare a livello astratto/emozionale un’interferenza tra il presente e le tracce di un passato trasfigurato nei simboli, nei riti, nelle pratiche della tradizione. L’output finale è un video, sintesi di azione collettiva e ricerca storico-antropologica. Su un piedistallo/altare circolare sono disposti otto rapaci delle Madonie imbalsamati della collezione del Museo Naturalistico locale. Intorno otto persone del luogo, i vertici di un impercettibile ottagono, trattengono tra le mani un uovo di ghiaccio più tempo possibile, per poi passarlo al compagno vicino, tentando al contempo un irrealizzabile contatto visivo con lo sguardo vitreo degli animali. L’azione prosegue fino al completo scioglimento dell’uovo. L’opera esplora il legame tra la nascita (l’uovo) e lo scorrere del tempo, il tentativo di comprensione tra uomo e animale, la relazione tra religione e scienza. Su questo binomio si basa anche il parallelo tra imbalsamazione e congelamento di esemplari per scopi scientifici e le reliquie religiose. Inoltre si affronta il tema della quadratura del cerchio che in termini matematico-scientifici si collega al concetto di approssimazione ma che nella simbologia magico-religiosa ha il significato di passaggio dal quadrato (terrestre) al cerchio (trascendente) attraverso l’ottagono. Questi rapporti simbolico-geometrici si ritrovano nell’impianto della prima cappella di S. Anna, patrona della città, in cui il passaggio dalla pianta quadrata verso la cupola era mediato da una serie di otto nicchie poste ai vertici di un ottagono. GAETANO CRIVARO IL BORGO ANALOGICO POLLINA FOTOGRAFIA E ARTI AUDIOVISIVE Installazione urbana di fotografie stenopeiche su mattonelle di ceramica BIO Gaetano Crivaro, nato a Crotone nel 1983, dopo aver conseguito il Diploma in Grafica Pubblicitaria si trasferisce a Roma, dove si laurea nel 2010 in Editoria Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Molti dei suoi film documentari, vincitori di numerosi riconoscimenti, hanno per tema i diritti di cittadinanza, le trasformazioni delle città contemporanee e l’immigrazione. Attualmente vive a Cagliari dove ha collaborato con la Cineteca Sarda in vari progetti e alla digitalizzazione di pellicole di famiglia. Il progetto iniziale di Gaetano Crivaro prevedeva l’uso integrato del video digitale e della fotografia, “prevedeva l’uso integrato del video digitale della fotografia stenopeica e dei suoni. “Ma i trenta giorni trascorsi nel piccolo paese in provincia di Palermo, con i suoi silenzi e i suoi pochi abitanti, ha convinto l’artista a concentrarsi solo sull’analogico. Infatti il titolo iniziale “Video ritratti stenopeici” si è trasformato in “Il borgo analogico”. I suoi strumenti dunque sono stati solo carta, penna, carta fotografica e due scatole. Queste ultime, una in legno proveniente dal Museo della Manna e una in latta dei torroncini alla manna, risorsa importante del territorio, sono servite a catturare le foto, trasformandole in camere oscure con foro stenopeico. L’uso della fotografia stenopeica rappresenta per l’artista un ritorno all’origine e una riflessione sul tempo. Dieci di queste foto sono state stampate su piccole mattonelle in ceramica e collocate in alcuni vicoli del borgo e accolte con entusiasmo dalla comunità. Ogni foto è accompagnata da testi brevi, conversazioni rubate, appunti, piccole poesie, nate dal suo incontro con la gente di Pollina. Il progetto è un ulteriore sviluppo di una ricerca su luoghi, territori e abitanti portata avanti insieme all’Associazione l’Ambulante, associazione che realizza e collabora a progetti di arte e ricerca urbana. 17 GIORGIO DI PALMA TEMPO UN MESE VIZZINI ARTI TATTILI E DESIGN ARTE TESSILE, ARTE ORAFA E ARTIGIANATO n.6 sculture in ceramica nello spazio pubblico BIO Nato a Grottaglie nel 1981, laureatosi in archeologia, dopo un’esperienza all’estero, torna dal 2010 nel suo paese d’origine dove ha iniziato una piccola produzione in ceramica, tradizione artigianale di Grottaglie e anche della sua famiglia. Le sue produzioni sono vere e proprie opere d’arte. 18 Per descrivere l’arte di Giorgio Di Palma, è indispensabile citare le parole dell’artista stesso: “Faccio ceramiche di cui non c’era bisogno. Attraverso la macchina del tempo chiamata ceramica mi diverto a trasformare l’inutile in eterno e ad immortale gli attimi”. Questa sorta di manifesto è stato calato nel suo progetto di residenza. Il tempo, infatti, è stato il tema declinato nelle sei installazioni urbane realizzate. Non il tempo dei filosofi e dei poeti, ma il tempo di Vizzini. Gli abitanti, infatti, hanno partecipato attivamente sia alla scelta dei soggetti che nella realizzazione delle opere, e in esse potranno ogni giorno rispecchiarsi, in quanto parlano di loro e a loro sono ispirate. I wurstel nel piattino sono dedicati a Leone, il cane della città; il pallone “arroccato” sul palo della luce ai bambini del paese che in quel mese sono stati “la sua squadra”; i palloncini parlano del suo incontro con un ambulante; le carte siciliane un omaggio ai passatempi degli anziani al Circolo della Società Operaia e al Circolo Verga; i gelati sciolti ricordo dei ragazzi del centro giovanile con cui Giorgio li ha realizzati; i mozzoni di sigaretta infine sono il simbolo di ciò che scandisce il tempo dei ragazzi del luogo, che almeno, commenta l’artista, in quella mezzora passata a dipingere sigarette finte, non hanno fumato quelle vere. Grazie alla maestria della sua arte ironica, l’inutile è diventato un fortissimo attivatore sociale, forse non eterno nella materialità (alcune opere sono state già vandalizzate) ma di certo nella storia e nei cuori della comunità. IODICE/SARRACINO APPUNTI DI SUTURA SUTERA ARTI TATTILI E DESIGN ARTE TESSILE, ARTE ORAFA E ARTIGIANATO Installazione con vecchie foto di Sutera, Polaroid, “Flabby”, puppet crossing BIO Marina Iodice e Marina Sarracino, entrambe classe ‘85, sono diplomate presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Vivono e lavorano a Napoli dove nel 2005 hanno fondato “semmai factory”, associazione culturale e sede di un gruppo artistico aperto e interdisciplinare. Attualmente la loro ricerca si è indirizzata verso la modalità espressiva della cosiddetta installazione “site specific”, della social e public art, sempre con uno sguardo autenticamente femminile. Durante il mese di residenza il duo si è immerso in profondità nel tessuto sociale e nella storia del paese di Sutera. Il cucito, come sono solite fare, è stato usato per attivare processi politici. In questo caso è diventato lo strumento con cui guadagnarsi la fiducia delle donne inserite nel progetto d’accoglienza S.P.R.A.R, alle quali le artiste hanno insegnato a usare la macchina da cucire per la realizzazione dei “puppets crossing”, piccole sculture morbide che sono state portate in processione per le vie della città il giorno dell’inaugurazione. I puppets sono diventati simboli, metalinguaggio relazionale, come loro stesse lo hanno definito, di un’integrazione spontanea e gioiosa. Un dono delle rifugiate alla città in cambio dell’ospitalità che hanno ricevuto. Oltre a questo laboratorio sociale di grande impatto emotivo, le artiste hanno lavorato sulla memoria collettiva riletta in chiave contemporanea. Ciò è avvenuto sia con l’installazione di foto storiche raccolte dalle artiste e che ritraggono i momenti aggregativi della comunità, sia riportando in vita due leggende locali. La prima è la leggenda per cui Dedalo avrebbe perso le sue ali proprio a Sutera: le artiste hanno reso omaggio alla città anche delle sue ossa ma in versione “flabby”, come loro chiamano le loro sculture. La seconda leggenda riguarda il mento della statua del patrono, San Paolino, che fu trafugata e portata a Nola. Il duo colma questa mancanza con polaroid scattate ai menti degli abitanti. I punti di sutura con il filo fuxia sono la loro firma. 19 JIMMY POWER SOUNDS LIKE FICARRA FICARRA MUSICA E COMPOSIZIONI SONORE Video e traccia audio di 4,08 min BIO Jimmy Power è nato a Nottinghamshire 1990. È un produttore musicale sperimentale di musica elettronica, dj e promotore di progetti multimediali. Il suo lavoro si basa su concetti innovativi di perfomance live e usi moderati di tecnologia. Come DJ producer ha all’attivo numerose line up accanto Emalkay, Chasing Shadows, Roksonix per citarne alcuni. 20 Jimmy Power ha traslato la città di Ficarra in musica. Il vento, le campane, il canto degli uccelli, i passi della gente, i clacson delle auto, i silenzi, la vita di un’intera città insomma, sono diventate le note di una colonna sonora, un raffinato e sperimentale inno della città. “Sounds like Ficarra” nasce da un mese di registrazioni di ore e ore dell’ambiente sonoro del piccolo paese. Jimmy ha mappato Ficarra, sempre dal punto di vista sonoro s’intende, in ogni angolo, disseminando microfoni a contatto e lasciando che la gente interagisse con essi. Poi tornato nel suo studio, ha risintetizzato questi suoni autoctoni miscelandoli con composizioni musicali inedite. Oltre al paesaggio sonoro catturato durante il giorno e alle sue creazioni appositamente composte, l’artista ha ricreato l’intera libreria-suoni dell’organo a canne del 1751 della Chiesa Madre dell’Annunziata prelevando un campione di ogni singola nota dell’organo; in questo modo era in grado di utilizzare l’organo anche durante la postproduzione del pezzo. Inoltre, posizionando microfoni sia vicino che lontano l’organo, è riuscito a catturare il suono di questo nella chiesa, per poi riprodurlo e ricrearlo in studio. La restituzione finale del suo intenso lavoro è stato un video di quattro minuti in cui bellissimi scorci di Ficarra sono montati in timelapse, accompagnati ovviamente dalla musica di Ficarra stessa. LISA WADE LA CROCE LA PORTO IO CALTABELLOTTA FOTOGRAFIA E ARTI AUDIOVISIVE Video di 6,04 min BIO Lisa Wade nasce a Washington, D.C. nel 1972, vive e lavora tra Roma e Berlino. Si é laureata in Studio Art (BFA) al Wheaton College in Illinois nel 1994. Dal 1999-2001 ha conseguito il Masters of Fine Art in Painting all’ American University tra Roma, Perugia e Washington D.C. Dal 2007 espone i suoi dipinti, installazioni, e video in America, Europa e Russia. Nel 2010 ha vinto il Celeste Prize International con la sua installazione, Inverted Shelter. Lisa Wade è un artista profondamente legata a tematiche socio-politiche e investiga i temi dell’identità nazionale e della coscienza collettiva. Come molti altri artisti, per la residenza si è concentrata sull’evento religioso collettivo più importante dell’anno: la settimana santa. L’artista però decide di raccontarla attraverso la figura di Cristo, o meglio la figura umana di chi ha rappresentato Cristo durante la Settimana Santa Caltabellottese, tramite gli occhi del protagonista, Demetrio Primo. Demetrio ha una somiglianza incredibile con l’iconografia tradizionale del Cristo della Passione, e il seguire le sue vicissitudini, una volta spogliati i panni di Gesù, crea un cortocircuito interpretativo. Il progetto presentato in origine si intitolava ‘Life of Rosario’ e doveva essere diviso in due parti. La prima basata sulla figura di Cristo e sulla Settimana Santa seguita passo passo senza cambiare nulla della storia conosciuta. La seconda è quella che in effetti è riuscita a realizzata durante il mese di residenza e che ha il titolo “La Croce la porto io”. In questa prima parziale versione del lavoro della Wade, il cortometraggio cerca di indagare sulla vita privata del protagonista della rappresentazione religiosa, chiedendogli le sue sensazioni, le sue emozioni: Chi è Cristo? Dove lavora? Che fa? Come è arrivato alla decisioni a rappresentare Cristo? Attraverso Demetrio, l’artista ha provato a capire qualcosa in più sulla società e sulla cultura di Caltabellotta, e sulla Sicilia in genere. 21 LUCIO BOLOGNESI/BASIK THAUMA (THE TORMENTS OF ST. ANTHONY THE ABBOT) MISTERBIANCO ARTI VISIVE Murale BIO Nato a Rimini nel 1977, è un affermato writer e street artist, attivo fin dall’inizio degli anni Novanta con il nome Basik, ha sviluppato il suo percorso artistico passando progressivamente dallo spray ad una più ampia selezione di tecniche pittoriche. Ha preso parte nel 2007 alla grande mostra che ha consagrato ufficialmente la street art in Italia al PAC di Milano dal titolo Street Art Sweet Art. 22 Basik ha dedicato la sua ricerca allo studio della gestualità nelle rappresentazioni religiose della storia dell’arte del passato. Per la sua opera a Misterbianco insiste su questo tema. Il titolo “Thauma” è sia un acronico per “The Torments of St. Anthony the Abbot”, ossia le tentazioni di Sant’Antonio, tema caro alla storia dell’arte e patrono del paese; ed è sia una parola greca che significa meraviglia, la cui iniziale, il Tau, è simbolo del santo rappresentato qui da un cerchio dorato posto al centrale del dipinto. Le presenze maligne che tormentano il santo nel deserto, rappresentate da artisti come Bosch o Dalì come animali o creature bizzarre, vengono qui metaforicamente sostituite da mani nell’atto di proiettare le ombre cinesi degli animali stessi. La scala cromatica è quella tipica di Basik e che perfettamente si contestualizza con quella del territorio: il nero della roccia lavica, il rosso della lava e l’oro dello sfarzo barocco delle chiese. Il dipinto però ci suggerisce un’altra chiave di lettura. Essa è racchiusa nelle figure geometriche all’interno del cerchio color oro, che adesso diventa simbolo di Misterbiano distrutta nel 1669 da un’eruzione vulcanica (le mani minacciose): il rombo simboleggia il paese, coi suoi 4 ceri della processione del patrono e i 4 partiti rionali che hanno una parte fondamentale nella festa in questione, oltre alla caratteristica piazza dei 4 canti; il triangolo fa riferimento alla Trinacria. Gli esagoni e i pentagoni rossi coi quali terminano le mani rimandano alle antiche formazioni rocciose laviche della zona. MARCO DAL BO PASQUA A FERLA (“A SCIACCARIATA”) FERLA ARTI VISIVE 120x100cm olio, acrilico su tela. BIO Nato a Vittorio Veneto nel 1985, archeologo, in questo momento vive e lavora a Oderzo (TV). Autodidatta, fin da piccolo legato indissolubilmente con le arti grafiche, in particolare col disegno dal quale tutte le sue opere nascono. Le sue opere nascono di getto, senza particolari scelte, da un istinto non completamente intuibile; costanti sono invece alcuni personaggi e simboli, i quali sembrano costituire una sorta di pubblico o elementi estranei. Come in altre residenze, la settimana santa ha ispirato anche l’opera di Marco Dal Bo. Non poteva essere diversamente nel suo caso, sia perché lui è un archeologo e un appassionato di antropologia culturale, sia perché a Ferla, luogo della sua residenza, durante il periodo pasquale si trasforma in un teatro di processioni uniche, in cui manifestazioni religiose si mescolano a tradizioni antiche e folclore. L’artista è rimasto particolarmente colpito dal festeggiamento del sabato santo che prende il nome di “Sciaccariata”. La “Sciaccariata” avviene appunto il sabato a tarda notte, dopo che il simulacro della “Madonna do Scontru”, ossia la Madonna Addolorata è rientrata in chiesa e il Cristo è risorto. La statua di quest’ultimo, denominato “Gesummaria”, è portata in processione dalla Chiesa di San Sebastiano al convento dei padri Cappuccini. La cosa incredibile è che tale processione viene svolta portando la statua a spalla correndo in salita alla luce (e letteralmente tra le fiamme) di tantissime fiaccole, le “Sciaccare” appunto, ricavate da arbusti secchi. Marco ha assistito in prima persona all’evento e ha tratto varie immagini che ha sovrapposto sulla sua grande tela in perfetta linea con il suo stile pittorico, fortemente grafico e narrativo: sono infatti raccontate contemporaneamente scene e personaggi diversi come in un coloratissimo rebus da decifrare. 23 MARIA VINOLO BEREGUEL NON SONO SOLA. CURA DI TE, NON SIAMO VECCHIE MA SAGGE GANGI ARTI TATTILI E DESIGN ARTE TESSILE, ARTE ORAFA E ARTIGIANATO Installazione urbana partecipata BIO Nata in Almeria nel 1983. I suoi progetti risentono della sua formazione sui gender studies e di sociologia. Da 8 anni, a Granada, Barcellona, Pesaro e Urbino, realizza progetti sociali con le donne legati ai modi di produzione domestica tessile trasformati in opere pubbliche. 24 Maria Vinolo Berenguel usa il medium tessile per progetti sociali che coinvolgono le donne. Il progetto proposto per la residenza ha avuto per tema la vecchiaia. La sua proposta iniziale era di coinvolgere tre donne anziane per lavorare su altrettante tecniche di cucito della tradizione. La risposta delle abitanti di Gangi è stata però al di sopra di ogni aspettativa: ventuno donne, dai cinquanta fino ai settantacinque anni, hanno voluto prendere parte a quest’opera collettiva. Cucendo insieme ogni giorno, l’artista ha stimolato in loro delle riflessioni su cosa significhi trascorrere la propria vecchiaia a Gangi. Tre le frasi le frasi che sono state più usate: non sono sola, cura di te e non siamo vecchie ma sagge. Ogni lettera di ogni frase è stata elaborata da ognuna di loro, chi all’uncinetto, chi con i ferri e che con diverse tecniche, tutte di dimensione di 60 cm e poste in dei telai tondi. Sul fondo di ogni telaio dei ricami rappresentavano i simboli di Gangi: la spiga, la palma, la cupola, la fontana. Il legame forte con la fede a Gangi, evidente nella frase “non sono sola”, ha fatto sì che le opere finali siano state esposte nella chiesa più antica di uno dei borghi più belli di Italia, la chiesa di S. Giuseppe nella Piazza di S.Paolo. “Non siamo vecchie ma sagge” è stata fissata sulla facciata del “Carminneddu”, una delle mura di cinte antiche che circondano il paese e che da comunicare la parte bassa e la parte alta di Gangi. ROBERT MATHY TARANT-DRONE. DALLA TRADIZIONE ALL’INNOVAZIONE GALATI MAMERTINO MUSICA E COMPOSIZIONI SONORE Performance sonora BIO È nato a Vienna nel 1979, dove vive e lavora. Ha studiato arti digitali presso l’Università di Arti Applicate di Vienna e presso l’Università di Sao Paulo. Lavora nel campo della digital art, video art e facendo ricerca sull’acustic electrosound. Il suo lavoro è stato esposto in diversi paesi e rinomati festival in Brasile (File Festival), Austria (Museumsquartier, MAK), Germania (Leap), Stati Uniti (Georgia Tech), Portogallo (Casa da Musica) e in Italia (Flussi Festival). Lo svizzero Robert Mathy ha scelto di mixare i suoi interessi per la musica elettronica sperimentale alla musica tradizionale per eccellenza del sud Italia: la Tarantella. È stato incuriosito da una versione della storia sulle origini di questa musica e della sua danza: si narra che quando qualcuno veniva morso da una taranta o da un ragno, i musicisti accorrevano nella casa del malato e intonando una musica molto veloce stimolavano l’avvelenato a danzare forsennatamente al fine di rimuovere il veleno dal suo corpo. Robert si chiede: come sarebbe la tarantella senza i musicisti che la suonano? Dunque, collegando gli strumenti tradizionali di questa musica folk, come il tamburo, il mandolino, il triangolo, a un robot appositamente costruito, l’artista crea Tarant-drone, una versione drone music della Tarantella. I ritmi tipicamente veloci vengono rallentati come, usando le stesse parole dell’artista, “un corpo che viene controllato da strane sostanze”. Il progetto è stato presentato sotto forma di un’improvvisazione sonora davanti alla gente del comune di Galati e di un video montato dall’artista stesso che racconta la performance pubblica. 25 RUI INÁCIO QUANT’È BELLA LA NATURA GERACI SICULO ARTI VISIVE Installazione fotografica BIO Rui Inácio, nato a Lisbona nel 1971. Diplomato presso la Chelsea College of Art di Londra, vive e lavora tra Londra e Lisbona. I suoi video mescolano pittura e video attraverso un ricercato processo di manipolazione che a tratti sembra disfarsi della realtà per approdare all’astratto. Inácio usa quasi ogni medium ed è uno straordinario disegnatore. Oltre che alla video-arte, si dedica anche alla fotografia, alla pittura e alla scultura. 26 L’artista portoghese porta avanti da anni una ricerca sulla memoria pittorica e sulle diverse possibilità di rappresentazione del visibile. Soggetti dei suoi lavori sono prevalentemente paesaggi archetipici, e probabilmente durante la sua residenza a Geraci Siculo Rui Inacio ne ha trovato un esemplare. Ogni giorno, munito di taccuino per gli schizzi, della macchina fotografica e di libri di poesie tradizionali e non, si è immerso avidamente e romanticamente nella natura cercando di immortalarne la bellezza. Alla base del suo studio la questione della nozione di paesaggio e le nostre relazione con esso. Il risultato è un collage di fotografie di particolari del paesaggio, cifra costante del lavoro di Inacio, e di splendidi disegni. La mostra è stata allestita sulla scala della Biblioteca Comunale, vero centro della vita del paese; i supporti in legno utilizzati per l’allestimento sono stati realizzati da un falegname del posto; questo perché oltre il paesaggio naturale, Rui ha indagato il “paesaggio umano” del paese. Ogni opera contiene dei testi, semplici frasi evocative o stralci di poesie, testimonianza del fatto che l’intento dell’artista è stato quello di comporre un vero e proprio poema visivo che racconta il paesaggio del paese. L’opera è la sua personale lettura di Geraci, un contributo alla documentazione e alla rappresentazione di un paesaggio straordinario. SARA RICCIARDI PORTA SUGLI IBLEI BUSCEMI ARTI TATTILI E DESIGN ARTE TESSILE, ARTE ORAFA E ARTIGIANATO Scultura nello spazio pubblico BIO Nata a Benevento nel 1989 è una designer eccentrica e appassionata. Si è formata al NABA di Milano. Da un po’ di tempo concentra le sue ricerche sulle possibili declinazioni della tradizione manifatturiera e artigianale italiana e sui diversi modi di comunicarla. Il suo progetto riguardante l’innovazione dell’antica tecnica toscana del gesso scajola, è stato presentato per all’ultima edizione del Salone del Mobile di Milano. L’artista e designer Sara Ricciardi nel suo procedere creativo è solita arrivare in un posto mettendosi in ascolto. Lei in questa esperienza è andata addirittura oltre: arrivando da straniera se ne è andata da membro di una grande famiglia. Ha avuto le chiavi delle chiese, è entrata nelle case degli abitanti, ed è diventata parte di quella comunità che a sua volta è diventata co-autrice dell’opera. “La porta sugli Iblei” è infatti un’opera a più mani, un’opera di arte relazionale. Si tratta di una scultura fatta dei doni domestici dei Buscemesi. L’artista è andata casa per casa a chiedere loro in dono degli oggetti di poco valore come insalatiere, piatti, e cestini in plastica. Tra foto ricordo e racconti di vita, la gente di Buscemi è stata al gioco. L’artista in seguito ha ridipinto tutto ad aerografo con i colori della tradizione siciliana e assemblato ogni pezzo per formare una porta che è stata posizionata in un luogo topico, sul loro belvedere tra la magnifica valle degli Iblei e l’ingresso del paese. L’inaugurazione dell’opera è stata un vero e proprio rito collettivo, in cui tutti, accompagnati dalla banda del paese, hanno oltrepassato la porta per uno “sposalizio cittadino” come lo ha definito l’artista, per propiziare un nuovo inizio, una rinascita del proprio territorio tanto segnato dalla migrazione delle nuove generazioni e dalla chiusura delle botteghe storiche. 27 SERENA LABORANTE ADESSO E NELL’ORA MODICA ARTI VISIVE grafite su tela, (2) 150×70 cm, (1) 150×80 cm, (2) 70×60 cm BIO Serena Laborante nasce nel 1986 a Genova dove vive e lavora. È artista e scenografa. In entrambi i campi ha vinto vari premi e ha già all’attivo parecchie partecipazioni a mostre collettive in giro per l’Italia e non solo. Attualmente la sua ricerca è indirizzata al tema della memoria sia personale che collettiva. 28 Puntando la sua ricerca artistica sul tema della memoria e su come le persone immagazzinano e custodiscono i propri ricordi, la sua opera illustra una scena di devozione popolare degli abitanti di Modica. La processione di cui si parla per sottrazione è una delle feste più note in Italia, vale a dire quella della “Madonna Vasa Vasa”. Nello specifico l’artista si concentra sulla prima parte dell’evento pasquale modicano, quello in cui il simulacro della Madonna con il velo nero si muove dalla Chiesa di Santa Maria di Betlem lungo i vicoli di un quartiere di Modica. Dopo aver fatto un giro del centro, a mezzogiorno in punto, la Madonna incontra il simulacro del Cristo e, caduto il velo del lutto, può abbracciare e baciare (“vasare” in dialetto siciliano) suo figlio. Serena ha scelto questa momento perché è quello in cui la Madonna appare in tutta la sua solitudine e l’evento religioso raggiunge l’apice del pathos. Inoltre questo corteo è solito essere seguito dalla presenza di molte donne affacciata per pregarla, come se fossero loro a sentire più intimamente il dolore di una madre. L’artista dunque ha scelto di immortalare non tanto le figure religiose protagoniste della processione, ossia i Santi, quanto la comunità, la gente comune, intenta a rivolgere le proprie preghiere ai santi, in un momento di sospensione temporale nell’attesa della catarsi della resurrezione. Tale attesa nelle opere di Serena sembra perpetrarsi all’infinito: infatti l’inserimento di una parte sonora, cioè la tipica musica straziante delle processioni della Settimana Santa, ricrea esattamente quella scena in cui però il simulacro sembra non arrivare mai. TATIANA MUTILVA LE DONNE NASCOSTE MALFA FOTOGRAFIA E ARTI AUDIOVISIVE Video di 06,16 min. BIO Nata in Argentina (Buenos Aires 1988), oggi vive a Valencia, dove si è laureata in Belle Arti. È un’illustratrice e una videomaker visionaria. Lo stile del suo lavoro è surreale e fortemente simbolico. Ama esplorare l’inconscio e gli antichi simboli e sperimentarli con nuove tecniche. Tatiana Mutilva è un’artista molto giovane ma con una poetica forte che già la caratterizza. I suoi interessi sono legati alla magia, ai simboli archetipici, all’oscuro. Il video “Le donne nascoste” che ha realizzato durante la sua residenza a Malfa, nell’isola di Salina, n’è un esempio perfetto. Non poteva trovarsi in luogo migliore dove far uscire fuori i suoi alterego: Feduran e Caculimanbuli; l’energia magica dell’isola insieme alla lettura dei libri dell’antropologa Macrina Marilena Maffei, autrice de “La danza delle streghe”, “Capelli di serpe” e “Donna di mare”, hanno contributo alla realizzazione di un video sperimentale, onirico e psichedelico. Il tema esplorato è il ruolo della donna, e quindi anche di se stessa, come donna e come strega. Infatti, nella sua ricerca ha scoperto che nelle Eolie esistano tre tipi diversi di donne che corrispondono a tre stati della donna magica: la donna di terra o donna serpe, la donna d’acqua o sirena, e la donna di vento o strega. Il lato segreto della donna doppia, metà magica e metà terrena non potrà essere rivelato all’uomo se non con nefaste conseguenze. È il viaggio dell’anima dalla terra al cielo, esplorando prima la profondità degli abissi marini attraverso l’immaginario della dualità divina e demoniaca dell’indecifrabile mondo femminile. Il prodotto finale è un mix di video, suono del luogo, disegno, pittura, miniatura, testo e anche di performance visto che lei stessa, con il corpo dipinto dai suoi personalissimi simboli, è la protagonista di questo ipnotico racconto. 29 VALENTINA ARENA KORE ENNA FOTOGRAFIA E ARTI AUDIOVISIVE Video 10,56 min. BIO Nata in provincia di Modena nel 1984, Valentina Arena, regista e videomaker, si è formata nella scuola di regia teatrale e cinematografica diretta da Marco Bellocchio (Centro Itard, Piacenza). Oltre alla sua personale ricerca artistica che la vede impegnata nella realizzazione di cortometraggi indipendenti, collabora con enti e associazioni per la realizzazione di documentari e conduce laboratori di cinematografia. Le sue opere hanno ricevuto riconoscimenti a livello internazionale. 30 Il progetto che Valentina Arena ha proposto per la residenza è incentrato sul mito di Kore, tema su cui da anni stava già lavorando. Non per nulla la sede scelta per la sua residenza è stata Enna, dove il culto di Demetra e di Kore era fin dal tempo dei romani molto sentito. Infatti il mito vuole che la giovane Core fosse rapita da Ade proprio nei pressi del Lago Pergusa. Il video coglie il racconto mitologico nel momento in cui Kore deve staccarsi dalla madre (Demetra) per raggiungere lo sposo Ade nell’oltretomba, la trasfigurazione di Kore in Persefone, oscura e triplice negazione di sé, il dolore della madre che rende sterile la terra e fa scendere l’inverno. Parallelamente a questa vicenda mitologica riletta in chiave contemporanea, procede il racconto su chi lavora la terra; questo perché l’artista vuole far emergere la riflessione per cui nella cultura odierna il rapporto d’interdipendenza dalla natura si è allentato, e le uniche categorie di persone che mantengono intatto il rispetto e la venerazione per la natura, sono gli agricoltori perché da essa dipendono. Valentina così prova a mescolare due generi che non dialogano spesso: video arte e documentario. Interessante notare come alcune musiche usate siano il risultato di interconnessioni con altri artisti in residenza come Alessia Arena che interpreta un brano di Rosa Balistreri e i suoni della Banda di Galati Mamertino registrati da Robert Mathy. WE ARE MÜESLI THE GREAT PALERMO. UNA STORIA DI CIBO E TRASFORMAZIONE PALERMO FOTOGRAFIA E ARTI AUDIOVISIVE Visual novel concept per un video game sullo street food di Palermo BIO Claudia Molinari, grafica e illustratrice e Matteo Pozzi, scrittore, sono un duo milanese indipendente di “unconventional storytelling”, sono dei “cantastorie visionari”. Dal 2011 realizzano progetti ed esperimenti artistico-culturali al confine tra analogico e digitale. Tra i loro lavori, ricordiamo CAVE ! CAVE ! DEUS VIDET, una visual novel a episodi, per cui hanno vinto il concorso internazionale Bosch Game Art, promosso dalla Dutch Foundation Jheronimus Bosch 500. Il duo milanese ha raccontato la città di Palermo in tutti i suoi aspetti storico-antropologici attraverso lo street food, senza fuor di dubbio uno dei beni immateriali per eccellenza del capoluogo siciliano. Essi realizzano opere di digital art denominate “visual novel”, una forma di videogioco narrativo-esperienziale che coniuga arti visive e storytelling, con il valore aggiunto dell’elemento dell’interattività. Dopo essersi immersi realmente nella vita gastronomica di strada di Palermo, hanno svolto ricerche bibliografiche rintracciando le origini storiche di ogni cibo e di conseguenza anche della storia della città. Nel video game c’è tutta Palermo: i pupi e le icone bizantine da cui hanno preso le pose rigide e lo sguardo fisso dei personaggi; le maioliche diventano i pattern degli abiti e della home page; i monumenti storici e non (il Castello della Zisa, il chiosco liberty Ribaudo, la Martorana, la Cala, ecc) fanno da sfondo alle scene; e ovviamente tutto il campionario del cibo di strada: arancine, pane e panelle, frittola, e via di seguito. Il gioco è concepito come una ballata in cui, dalla prima scena, (quella in cui il protagonista, un bambino di nome Gaetano, va al mercato a comprare le uova e torna a casa), il fruitore potrà decidere i vari percorsi della sua storia, fino a un massimo di diciassette scene. In ogni interazione (quattro in tutto nella versione beta) i luoghi e i cibi cambiano e Gaetano si trasforma in un personaggio diverso (Donna Florio, il tifoso di calcio, il Re delle carte siciliane, ecc). 31 XAVIER JOSÈ CUNILLERAS LANDSCAPE SAMBUCA DI SICILIA FOTOGRAFIA E ARTI AUDIOVISIVE Fotografie e video BIO Nato a Barcellona nel 1979, ha lavorato con registi famosi come Olivier Gondry, Michael Ballhaus, Hype Williams, The Chau Ngo, Javier Salmones e Unax Mendia. Il suo ultimo lungometraggio da direttore della fotografia, La Jaula de Oro, è stato selezionato per il Festival di Cannes del 2013, e ha vinto il Certain Regard e il premio per la Miglior Fotografia al 56esimo Ariel Awards del Messico, e il premio per la migliore fotografia al Mar de Plata e al Festival de Lima . 32 Il lavoro finale di Xavier Cunilleras parte da alcune riflessioni: come riusciamo oggi a contemplare il paesaggio quando i nostri sensi visivi sono sovraccarichi dalla miriade di immagini artificiali delle città metropolitane? Cosa succede con l’immagine del paesaggio che abbiamo dentro? L’immagine è permanente o temporanea? Questi interrogativi sono alla base anche del suo lavoro di regista e direttore della fotografia, da sempre focalizzato sull’esplorazione delle relazioni con le persone ed i loro paesaggi circostanti. L’artista durante la sua residenza ha cercato di cogliere ogni singolo aspetto della natura intorno a Sambuca di Sicilia, scattando centinaia di piccole fotografie e registrando con la telecamera. Il collage video realizzato mostra dettagli di una natura che in primavera raggiunge il suo apice di bellezza. Le immagini risultano quasi astratte perché montate come dei trittici che raffigurano alberi, foglie, prati, orizzonti colti in diversi momenti della giornata e da varie angolazioni. L’artista per un mese ha ingaggiato un dialogo muto e profondo al contempo al fine di catturare soprattutto l’atto raro della contemplazione dell’immagine del paesaggio non contaminato dall’uomo in un tempo congelato come quello vissuto dal paese che lo ha ospitato. PROGETTO I ART “I ART: il polo diffuso per le identità e l’Arte Contemporanea in Sicilia” P.O. FESR 2007/2013, asse III, Linea di Intervento 3.1.3.3 COMUNE DI CATANIA Direzione Cultura e Turismo D.ssa Valentina Noto Responsabile Unico del Procedimento Giovanni Anfuso Direttore Artistico eventi CT Angelo D’Agosta Assistente Direzione Artistica eventi CT DIREZIONE GENERALE Associazione I WORLD Lucio Tambuzzo Ideatore e direttore generale Progetto I ART Germano Divina Responsabile Tecnico e Amministrativo Segreteria Organizzativa Alice Cordaro Coordinamento Comunicazione e attività di progetto Thérèse Pecora Coordinamento generale attività Festival I ART Comuni ATS Alessandro Reina Rapporti istituzionali organizzazione Festival I ART Comuni ATS Antonino Frenda Coordinatore esperti locali in tradizioni popolari Cesare Gaudenti Referente tecnico e organizzativo allestimenti Festival I ART Comuni ATS Luigi Lazzaro Fotografo eventi Festival I ART Comuni ATS PROGETTO GRAFICO INDUSTRIA 01 | creatività e comunicazione Bice Guastella Direttore creativo Sarah Bersani Direzione marketing Carmela Grasso Ufficio Stampa Graphic Designer Salvina Chiarenza Stefano Miatto Adriano Tambè Fabrizio Di Bella Antonella Musumeci COMUNICAZIONE WEB | MU snc Massimo Cipolla Direzione amministrativa Alberto Campo Direttore creativo FOTOGRAFIE Pietro Milici pietromiliciphotography.com Per ulteriori informazioni o aggiornamenti, consultare WWW.I-ART.IT