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Reddito di cittadinanza? Una cazzata: ecco perché.

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Reddito di cittadinanza? Una cazzata: ecco perché.
Reddito di cittadinanza? Una cazzata: ecco perché. - venerdì 11 settembre 2015
di enzo leva su "Sono solo cazzate" - http://enzoleva.it
Reddito di cittadinanza? Una cazzata: ecco perché.
7.200 euro all'anno a persona, ovvero 600 € al mese (e non 780 €, come spesso si
racconta) elargiti dallo Stato a tutti quelli che ne hanno bisogno, senza limiti di tempo
e - in pratica - senza reali obblighi: è questa l'insulsa proposta portata avanti dal
Movimento 5 Stelle con iniziative più coreografiche che pratiche, tendenti unicamente a
raccogliere consensi popolari perché rivolti alla "pancia" di quella fetta di popolazione che
è in difficoltà e che ingenuamente li vota senza chiedersi cosa sia veramente realizzabile di
ciò che viene loro promesso e cosa, invece, serve solo a chi racconta queste fesserie.
E se credete che gli ingenui (ma - molto spesso - proprio stupidi) che ci credono siano
pochi, pensate a quanti sono quelli convinti che nei cieli vengono sparsi composti chimici
per uccidere la popolazione mondiale in sovrannumero; che l'attentato dell'11 settembre fu
organizzato dalla CIA, delusa perché avevano scoperto che l'atterraggio sulla luna era solo
un videoclip; che gli alieni sono mimetizzati tra noi e tra le sirene nel mare; che l'AIDS sia
una invenzione della classe medica e che vaccini e screening medici servono solo a far
arricchire le case farmaceutiche ...
Dubito a questo punto che qualche grillino sia arrivato a leggere fin qui, abituati come
sono a formarsi una cultura fondata sui titoli e sottotitoli degli articoli letti in internet e
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di enzo leva su "Sono solo cazzate" - http://enzoleva.it
solo sui siti che danno loro ragione. A quei pochi, pochissimi che desiderano andare oltre
questa premessa (magari anche per trovare qualcosa da criticare costruttivamente, perché
no?) e vogliono continuare nella lettura dell' articolo, preciso subito che mi atterrò
strettamente a quanto dichiarato nei documenti ufficiali del Movimento 5 Stelle, ovvero
alla loro "Proposta di Legge sul Reddito di Cittadinanza", rintracciabile online.
Per quanto possibile, cercherò di essere sintetico e di raggruppare le incongruenze
riscontrate in una sequenza di argomenti.
REDDITO DI CITTADINANZA OPPURE REDDITO MINIMO
GARANTITO?
La prima, grande incongruenza del Movimento 5 Stelle è proprio nella definizione della
loro proposta di legge. Secondo la normale e corrente interpretazione legislativa del
termine, infatti, per "reddito di cittadinanza" si deve intendere un reddito di base
illimitato nel tempo che richiede come unico requisito il possesso della cittadinanza (in
questo caso, italiana).
In altri termini, il reddito di cittadinanza è un reddito che lo Stato dovrebbe garantire
a tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalla loro età e dalla propria situazione
economica, lavorativa e patrimoniale.
A tal proposito gli economisti Tito Boerio e Roberto Perotti hanno calcolato che, se si
volessero dare 500 euro al mese ai soli 50 milioni circa di italiani di età superiore ai 18
anni, occorrerebbero circa 300 miliardi di euro l'anno: ovvero, circa il 20% del PIL !
Ma i grillini, grandi economisti, parlano invece di molto meno ...
È UNA MISURA ADOTTATA IN TUTTA EUROPA MENO CHE IN
ITALIA E GRECIA.
È falso: se proprio vogliamo essere buoni, è inesatto. In tutta Europa, infatti, esistono
sistemi di welfare talmente differenti tra di loro da rendere pressoché impossibile un
confronto diretto. Tutti i sistemi adottati tendono comunque ad attenuare il disagio delle
popolazioni meno abbienti mettendo in opera risorse e sistemi molto diversi tra loro che -
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comunque - non prevedono mai l' elargizione diretta, gratuita ed a tempo indefinito di
somme a disoccupati ed inoccupati, quanto un sostegno economico dello Stato per il
pagamento dell'affitto e dei servizi, garantito a chi non ha un reddito pari o superiore ad
una "soglia di povertà" stabilita.
Cosa ben differente, quindi, dalla proposta dei 600 euro al mese (ripeto, non i 780 € che
"distrattamente" continuano a ripetere ...) che il M5S vorrebbe dare a tutti i disoccupati,
inoccupati e persone in cerca di primo impiego. Non a caso, parlano di "reddito di
cittadinanza" e non di "reddito minimo" , riportandomi alla mente, chissà perchè? :-) la
barzelletta che si raccontava molto tempo fa a proposito degli scioperi dei "disoccupati
organizzati".
COSTEREBBE SOLO 19 MILIARDI L'ANNO.
L'aritmetica, si sa, non è il forte dei grillini: ricordate la (ma sì, chiamiamola col suo
nome!) figura di merda di Giulia Sarti, che stilando una dettagliata tabella aveva
scoperto come si potevano dare CINQUEMILA euro al mese ad ogni pensionato,
dimenticando però che l'anno è formato da 12 mesi e non da uno solo? Bene!, nemmeno
questa volta ci hanno azzeccato con le moltiplicazioni!
Secondo dati dell'ISTAT (peraltro, accettati anche da quelli del Movimento 5 Stelle)
infatti, gli aventi diritto a questa elargizione mensile sarebbero all'incirca 10 milioni di
cittadini; e dunque:
600 € al mese X 12 mesi X 10 milioni di persone = 72.000.000.000
che si legge: SETTANTADUE MILIARDI DI EURO
[Consiglio per i grillini: non provate a fare la moltiplicazione a mano, tanto non vi riesce: usate la
calcolatrice di Windows]
Non molto tempo fa c'è stata l'audizione alla Commissione Lavoro e previdenza sociale
del Senato del presidente dell'ISTAT, Giorgio Alleva, che ha stabilito in 14.9 miliardi il
costo di una manovra che tendesse a dare un sostegno economico alle 2.8 milioni di
famiglie più povere, con un beneficio medio di circa 12 mila euro/anno per le 390 mila
famiglie in condizioni di povertà più grave e di 200 euro per le 120 mila famiglie che
hanno un reddito superiore all'80% della linea di povertà.
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Naturalmente, i grillini hanno interpretato la notizia solo col grande entusiasmo di Beppe
Grillo che, sul suo blog, parla di vittoria del M5S e di riconoscimento della validità delle
sue proposte: quasi che dare a 2.8 milioni di famiglie un centinaio di euro sia lo stesso
che dare 600 euro a persona a 10 milioni di italiani. :-(
MA ENTRIAMO NEL MERITO DELLA PROPOSTA
soffermandoci solo sui punti principali della proposta di legge, opportunamente"scremati"
delle lunghe descrizioni burocratiche, in modo da rendere più facilmente comprensibili le
assurde incongruenze proposte.
Poiché se ne parla spesso, chiarisco subito il significato dei tipi di apprendimento citati:
formale, non formale ed informale. Per dirla semplicemente, nella vita si può apprendere
sia in contesti formali (scuole, università) che non formali (corsi, associazioni sportive )
oppure informali (dai genitori, dagli amici, dalle esperienze).
Ma leggiamo ora i principali capitoli della proposta di legge:
Art 9 (obblighi del beneficiario) - punto 3: il beneficiario è obbligato ad offrire la propria disponibilità
per l’espletamento di attività utili alla collettività, da svolgere presso il comune di residenza, in linea con
il suo profilo professionale, con le competenze acquisite in ambito formale, non formale ed informale,
nonché in base agli interessi ed alle propensioni emerse nel corso del colloquio sostenuto presso il centro
per l’impiego ...
Art 9 (obblighi del beneficiario) - punto 6: [l'obbligo di cui sopra consiste nel] mettere a disposizione
della collettività un minimo di quattro ore settimanali da ritenersi esclusivamente prestate a titolo di
volontariato.
Art. 10 (attività dei centri di lavoro) - punto 6: I centri per l’impiego nonché le agenzie di
intermediazione procurano al beneficiario proposte di lavoro tenendo conto delle competenze acquisite in
ambito formale, non formale e informale, delle capacità fisiche, delle disabilità nonché di mansioni
precedentemente svolte.
Fermiamoci un momento qui per evidenziare una "piccola" assurdità, anch'essa di carattere
aritmetico. Dunque, dieci milioni di disoccupati percepiranno un reddito di lavoro finché
non sarà stato proposto ad ognuno di essi (fino a tre volte) un lavoro "congruo", come
chiarito finora e negli articoli successivi.
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Ora mi domando: ma secondo voi c'è bisogno di un reddito di cittadinanza in un Paese
dove è possibile offrire (10 milioni di disoccupati x 3 volte =) 30 milioni di posti di
lavoro?
Ma continuiamo:
Art. 10 (obblighi del beneficiario) - punto 1: Il beneficiario è tenuto, pena la perdita del beneficio, a:
(e) svolgere con continuità un’azione di ricerca attiva del lavoro; (h) recarsi una volta a settimana, presso
il centro per l'impiego.
Art. 12 (causa di decadenza del beneficio) - Il beneficiario perde il diritto quando (punto 1/c) rifiuta più
di tre proposte di lavoro considerate congrue.
E quand'è che le offerte di lavoro sono da considerarsi congrue? Ce lo spiega l'art. 12:
"quando l'offerta di lavoro è attinente alle propensioni, agli interessi ed alle competenze acquisite in
ambito formale, non formale ed informale; quando la retribuzione oraria è pari o superiore all'80% delle
mansioni svolte precedentemente; quando il posto di lavoro offerto non dista oltre i 50 km dalla residenza
ed è raggiungibile con i mezzi pubblici in un tempo non superiore agli 80 minuti. "
Vale la pena citare anche l'art. 17 per la sua originalità: gli importi vengono aumentati del
5% (ovvero, di altri 30 €) a chi accetta di farli accreditare su carta di credito prepagata (in
pratica, una Postepay gratuita) .... ma fermiamoci qui e riassumiamo il tutto in forma
personale:
Per ottenere la corresponsione del reddito di cittadinanza, ovvero 600 € al mese, devo:
1. svolgere un lavoro di volontariato non retribuito per quattro ore la settimana;
2. andare all'ufficio del lavoro una volta alla settimana;
3. "impegnarmi attivamente" a cercare lavoro (impegno peraltro non meglio specificato
ma che - dicono - potrebbe essere svolto con una ricerca giornaliera via internet)
4. Infine ... nulla più ! Nella pratica, un'oretta al giorno al computer (magari mentre
guardo altro) ed un giorno alla settimana tra ufficio del lavoro (il mattino) e volontariato
(il pomeriggio).
A fronte di questo "oneroso" incarico, lo Stato mi pagherà 600 € al mese vita natural
durante, a meno che le Agenzie di lavoro (il collocamento, tanto per intenderci) non sia
capace di offrirmi per ben quattro volte (tre rifiuti + uno) dei lavori congrui a me, ovvero
che rispettino quanto descritto all'art. 12: attinente alle mie propensioni, ai miei
interessi, alle mie competenze comunque acquisite, che non disti oltre i 50 km da
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casa, che sia raggiungibile con i mezzi pubblici in meno di un'ora e mezza e che infine - mi paghi almeno l'80% di quanto percepivo prima.
Difficile pensare che se anche oggi avessi un posto di lavoro da 800 € al mese mi conviene
perderlo perché ci guadagno di più, almeno per un larghissimo tempo? Difficile
immaginare che, come me, ben presto farebbero la stessa cosa una quantità notevole di
persone e che quindi ben presto aumenterebbero ancor più il numero dei disoccupati in
Italia?
Difficile, insomma, capire che questa è la classica proposta di legge fatta da inesperti ed
incompetenti col solo fine di portare a sé i voti dei polli che credono che le fesserie del
reddito di cittadinanza o del referendum per l'uscita dall'euro siano realmente realizzabili e
non utili solo a creare o rafforzare qualche lauta carriera politica?
Perché la necessità di un sostegno alle classi economicamente più deboli è un problema
certamente impellente e di cui spero potermi interessare presto in altro articolo: ma dire
che lo si affronta e lo si risolve col reddito di cittadinanza, come fanno Grillo o Di Maio, è
solo speculazione politica.
Peraltro, non nuova.
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