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Centonove numero 25

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Centonove numero 25
centonove
FORMAZIONE. GENOVESE E RINALDI NELLA BUFERA
L’inchiesta della Procura sull’uso privato dei fondi pubblici travolge i due deputati del Pd
PAG. 17
ANNO XX N. 25
28 GIUGNO 2013
EURO 1,50
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
Renato Accorinti
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
Messina cambia
AMMINISTRATIVE E DINTORNI
Accorinti sindaco contro ogni previsione. Rapporto sull’ondata rivoluzionaria destinata a stravolgere
tutti i vertici istituzionali dei Palazzi. Dal Comune al Tribunale. Passando dall’Università
il punto
28 GIUGNO 2013
centonove
EDIT
Voltiamo
pagina
Eʼ UNA MESSINA che volta pagina
quella che si presenta oggi agli occhi
dei cittadini-utenti. Accorinti a mani e
piedi nudi che conquista Palazzo
Zanca; alla Provincia un
commissaro-viceprefetto, Filippo
Romano, chiamato a fare da
levatrice, deve fare nascere i consorzi
dei Comuni; allʼUniversità il rettore
Franco Tomasello, dopo anni di
polemiche, lascia lo scettro al
giovane economista Pietro Navarra,
in Tribunale cʼè la staffetta con un
nuovo presidente, Todaro. Sembra
quasi che il mondo voglia cambiare.
E in un attimo folate nuove di vento
attraversano lo Stretto. Ma nei gorghi
del cambiamento, tremano anche i
Palazzi del potere economico: dopo
anni dai “Report” documentati da
questo settimanale , lʼarrivo di una
semplice proroga di indagini per
lʼonorevole Francantonio Genovese e
il presidente dei deputati questori,
Franco Rinaldi, diventa materia da
inviati. Ma questi acchiappanuvole
finora dove sono stati? Se la galassia
Genovese-Franza, ora viene passata
al setaccio, bisogna vedere quanto
miopi si mostreranno i giudici finora
distratti chiamati a fare chiarezza. Il
sistema formazione professionale è
stato di recente terreno di pascolo di
Genovese e Rinaldi, ma anche di
giornali fino a ieri compiacenti, di tutti
gli onorevoli transumanti, nessuno
escluso, che oggi appaiono “quartiati”
sotto le protezioni crocettiane. Come
una una serie di magistrati, i cui figli,
risultano misteriosamente assunti, in
questi enti, per volontà divina. Eʼ
successo a Sicilia-e-servizi, è
successo a Banca Nuova. Paghiamo,
salate, queste complicità e questi
ritardi dʼazione. Perché le indagini,
spesso, sono bi-direzionali: come i
traghetti e come la Revolution di
Crocetta. O sono cadenzate a
orologeria. O sono a scoppio
ritardato.
Silvio Berlusconi
Un giorno, due rivoluzioni
La condanna di Berlusconi e la vittoria di Accorinti a Messina.
Un lunedì storico che regala dignità e speranza al nostro Paese
DI DOMENICO BARRILÀ
QUALCHE ANNO FA UN giovane si era tolto la vita, travolto dalla
vergogna. Si era fermato vicino ad una prostituta, probabilmente
per negoziare il compenso, una pattuglia dei carabinieri lo aveva
identificato e denunciato. Il governo Berlusconi aveva appena
varato un provvedimento di contrasto alla prostituzione che puniva
anche il cliente. Quello zelo, che strizzava lʼocchio a certe agenzie
morali, grandi elettrici, portò lʼex intrattenitore di crocieristi e la
ministra Mara Carfagna a intervenire per due volte sulla materia,
nel 2006 e nel 2008.
Vi furono denunce, in ottemperanza alla legge, e qualche suicidio.
Da padre, mi aveva colpito il tragico gesto di quel giovane, che ora
starà esultando da qualche parte dellʼUniverso, considerato che il
suo carnefice da lunedì è vittima di quella stessa legge.
Non importa quali saranno le conseguenze politiche della
sentenza milanese, magari ce ne fossero, tuttavia essa restituisce
al nostro paese un capo e una coda, offrendo agli occhi stranieri
un filo di quella normalità che sembrava non abitare più la
Penisola. La sentenza, se confermata in appello, cancellerebbe
dalla vita politica un uomo amato solo da chi è stato miracolato
dalla sua presenza, come la signora Daniela Garnero-Santanché
la quale, dopo le fatiche del footing, immortalate dai giornali,
insieme allʼultima favorita del sovrano, la giovanissima (ci
mancherebbe) Francesca Pascale, giudica processo e sentenza
un “disegno criminale”. O come la figlia del condannato, Marina,
che nella circostanza perde una splendida occasione per chiudersi
nel silenzio. Qualcuno la vede come possibile sostituta del padre
nellʼarena politica, accade usualmente in Sicilia e nelle dittature
sudamericane, quindi niente di nuovo. Siamo abituati. Eppure, in
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore:
Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax:
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e-mail [email protected]
centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
questa Italia dei calori, forse le predette signore potevano pensarci
un pochino prima di entrare a gamba tesa, e magari consigliare al
sovrano e padrone di assumere un qualche rimedio, penso a un
moderatore della libido. Nello stesso giorno della dignità ritrovata
sul piano nazionale, Messina si concede il lusso di una rivoluzione
quasi senza precedenti. La squadra di Renato Accorinti sembra di
peso e lui una persona perbene nonché testimonial entusiasta di
una politica di servizio. Gli ingredienti ci sono ma lʼimpresa,
titanica, necessita di uno sforzo corale, la stessa città che si è
destata ora deve rimanere vigile perché questʼuomo e la sua
giunta, lasciati da soli, in balia di un sfacelo accumulatosi in anni di
incuria e malgoverno, rischiano di rimanere una bella promessa.
Se le speranze andassero deluse, comincerebbe una
restaurazione senza precedenti e Messina ritornerebbe in mani
note, le stesse che lʼhanno sospinta verso il default e
lʼineducazione civile. Due settimane orsono avevo scritto ”Il
ballottaggio messinese è meno scontato di quanto appaia, visto
che Calabrò non avrà la forza propulsiva delle liste collegate, con
relative formiche operose, e considerato che la destra userà la
circostanza per scompaginare i suoi piani, nella speranza di
replicare quanto accaduto a Parma… come potrebbe accadere
anche a Ragusa, dove il candidato del centrosinistra se la dovrà
vedere proprio con il 5S Federico Piccitto”. La sindrome
parmense, comʼera prevedibile, premia Accorinti a Messina e
Piccitto a Ragusa, niente di più lontano dagli apparati, ma questo
non basta, ora occorre dimostrare che sappiamo badare a noi
stessi, che possiamo fare a meno di vecchi e nuovi feudatari. La
parte difficile del romanzo.
Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA
telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62
95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San
Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm3,5 x 4,5); Manchette prima pagina Euro 206, 58; Finestrella prima pagina Euro 438,99; commerciali a mod. Euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod Euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. Euro 129,11; redazionali Euro 77,47; una pagina interna Euro 1.446,08; ultima pagina Euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + Euro 387,34.
Graziella Lombardo
Garante del lettore Attilio Raimondi
pagina 2
Questo periodico è associato alla
Unione Stampa Periodica Italiana
Certificato Ads n. 7367
del 14/12/2011
Sommario
centonove
28 GIUGNO 2013
PRIMO PIANO
Renato, il vincitore
Accorinti sbaraglia la corazzata Pd e sale
a palazzo Zanca. maglietta arancione,
fascia tricolore e piedi scalzi, ecco la storia.
Che comincia dal basso. E vuole cambiare
A PAGINA 6/7/8/9
TOP SECRET
MESSINA
Chi ha tradito Calabrò
Incontro riservato
Accorinti-Franza
Il candidato del centrosinistra
al ballottaggio cresce di soli 2000 voti.
Cʼè chi accusa il Pdl, chi i renziani,
chi gli errori del Pd
A PAGINA
10/11
Messina cambia volto
In una settimana, nuovi inquilini
al Comune, allʼAteneo
e alla Provincia
A PAGINA
12
Famiglie arcobaleno al Gay Pride
POLITICA
PAG.32-33
REGIONE/1
Grillo, successo Piccitto
Piccoli “squali” crescono
«Io, nobile e svitato»
Il Movimento di Grillo conquista il suo primo
capoluogo siciliano con il 69 %
lʼesponente di 5 Stelle espugna Ragusa
batte Giovanni Cosentini
A PAGINA 13
I successi di Nibali trascinano lʼentusiasmo
dei giovani talenti
A tu per tu con Leo Sanfelice.
Siracusano adottato da Roma ha cominciato
a suonare da ragazzino per i reali
di Montecarlo. Poi lʼincontro con Arbore
A PAGINA 35
Al quartiere voto Focaccina
Il comune di Santa Teresa di Riva
alle urne per votare i rappresentanti
dei Distretti. Con i soprannomi
A PAGINA
A PAGINA
Ingegneri contro
20
Si va al voto per il rinnovo delle cariche.
Ecco gli schieramenti
A PAGINA
Le centraline di Federico II
14
A Milazzo la Regione Sicilia
riduce il fidanzamenti
da 10 milioni dei Giardini Federiciani
A PAGINA
23
Se la legalità va a Cavallo
Un blitz coordinato dalla Prefettura
mette fine agli allevamenti abusivi di
Barcellona. Da anni un branco
di animali metteva a rischio i residenti
A PAGINA
24/25
ECONOMIA
Anatocismo, Sicilia sotto pressione
Santi Trovato
La Regione si scopre Eldorado
delle cause da promuovere
contro le banche per usura
PAG.22
A PAGINA
A Furci Siculo Matteo Francilia sta stretta
la sconfitta per soli 29 voti
A PAGINA
Le alchimie di Bartolino
15
A PAGINA
16
A PAGINA
28
29
Gay... nel nome di Dio
Lʼesponente del Pd indagato con lʼaccusa
di avere utilizzato fondi pubblici
a fini personali
17
Il magnifico dellʼateneo messinese dopo
nove anni lascia senza approvare il bilancio
A PAGINA 18/19
Alla scoperta delle associazioni siciliane
di omosessuali cristiani
A PAGINA 32/33
Loteta, Nuvole e pietre
Raccolta del giornalista messinese
edita da Pungitopo
A PAGINA
34
pagina 3
Irfis, senza guida
Rosa “rinuncia”
PALERMO. Giuseppe Rosa, già
alla direzione Confindustria del
Mezzogiorno, ha rifiutato la carica di presidente dellʼIrfis-FinSicilia, la finanziaria della regione Siciliana. Rosa era stato
segnalato da Montante, presidente di Confindustria Scilia.
REGIONE/2
Ircac, in corsa
c’è Sanfilippo
PALERMO. Il mandato del commissario Antonio Carullo, in
quota Mpa, scadrà a fine mese.
Ma per la guida dellʼIrcac, lʼente regionale che coordina i finanziamenti alle cooperative,
cʼè già in corsa un nome dʼeccezione: Elio Sanfilippo, della
Lega coop.
NAVIGAZIONE
Siremar, i giudici
attendono l’Ue
PALERMO. Il Consiglio di Stato, chiamato a decidere sulla legittimità della gara che ha assegnato la Siremar a Mediterranea Holding di Navigazione
Spa dellʼarmatore Lauro, ha disposto che prima bisogna attendere la decisione della Commissione europea. Lʼorgano
dellʼUe ha infatti avviato una
procedura di infrazione nei
confronti dellʼItalia per aiuto di
Stato.
POSTER
Formazione Genovese
Tomasello cede lo scettro
Settegiorni
Qui Scuola
Istruzioni per l'Uso
Uomini & Business
Contributi/Europa Informa
Faq Fisco/£ibri
La Classifica
Lacerti di Letture
Weekend
Musica
Nuove Visioni
De Gustibus
Sicilia da Assaggiare
Lettere & Commenti
MessinaDrastica
Heritage
Ecologia e Ambiente
Alfabeto Minimo
Eliodoro
150 Parole da Palermo
Antibuddaci
Animal House
Più di cento aspiranti in piazza
per un posto allʼinterno
del nuovo locale di Messina
A PAGINA
SICILIA
4/5
26
26
39
40
40
34
34
36/37
36
36
37
37
38/39
38
38
38
39
39
39
39
39
Nove progetti potrebbero
rilanciare il settore dellʼargilla
a Villafranca Tirrena.
Ma nessuno li autorizza
Stregati da Mcdonald’s
A Terme Vigliatore il sindaco trova
la formula giusta per far quadrare
posti in giunta e consiglio comunale
A PAGINA
27
Qui non si cava un mattone
Ricorso sotto l’ombrellone
RUBRICHE
22
MESSINA. Un riservatissimo
incontro tra Vincenzo Franza
e Renato Accorinti si è svolto qualche giorno prima dell'elezione del pacifista a sindaco. All'incontro ha partecipato il vicesindaco Guido Signorino, che ha fatto da tramite, su espressa richiesta
dell'imprenditore della Caronte & Tourist.
Anatocismo in Sicilia
PAG.27
7giorni
28 GIUGNO 2013
CHI SALE
L Davide Gelardi
MESSINA. Il giovane studente del Liceo Scientifico Maurolico con gli scacchi ci sa
proprio fare. Gelardi, 17 anni,
si è classificato secondo al
quarto Open internazionale
di Forno di Sopra, in provincia di Udine.
L Pippo Isgrò
MESSINA. “Mi sono commosso, per poco non mi
mettevo a piangere”. Lʼex
assessore della Giunta Buzzanca ha mostrato di avere
un cuore e davanti ad un
gruppo di amici, con il magone in gola, ha ammesso di
essere stato travolto emotivamente dalla vittoria di Renato Accorinti.
L
Giuseppe Savoca
MESSINA. Incarico di prestigio per il presidente della seconda sezione Civile del Tribunale di Messina. Savoca,
unico siciliano, è stato eletto membro del Consiglio di
giustizia Tributaria, lʼorgano
di autogoverno dei magistrati tributari. Il 23 aprile lo
stesso magistrato era stato
nominato presidente della
Commissione tributaria regionale, che per la prima volta ha un messinese al vertice.
L
Marina Moleti
MESSINA. Il giudice messinese sarà il nuovo presidente della sezione civile
della Corte di Appello di
Reggio Calabria. Lo ha proposto il Consiglio Superiore della Magistratura. Il magistrato si è riservata di decidere.
L Franco Spanò
MESSINA. Il sindacalista
messinese è stato eletto durante lʼassemblea del comparto tenutasi a Enna nuovo
coordinatore regionale di Fp
Cgil Polizia penitenziaria.
Spanò avrà al suo fianco nellʼesecutivo Andrea di Marzo
della Polizia penitenziaria di
Trapani e Salvatore Michele
Anastasi di Palermo. Un altro incarico è stato assegnato alla nissena Rosanna
Moncada che seguirà le questioni attinenti alla giustizia
minorile.
centonove
MESSINA. CONTROLLI A RAFFICA SULLA RIVIERA
SOCIETA’
Lidi, estate “rovente”
Rometta, riscopriamo la Statale 113
Agenti al Blanco e Arena Blu Sky mentre non si placa
la polemica sull’annunciato aumento per i canoni demaniali
MESSINA. Si
avvicina lʼestate e
scattano i
controlli della
polizia
amministrativa
per lidi e ristoranti
della Riviera.
Agenti della
polizia giudiziaria
hanno visitato
lʼArena Blu Sky e
“il Blanco”. I
gestori dei locali
sono stati invitati
ad esibire tutte le
licenze per la
somministrazione
di bevande,
lʼagibilità della
struttura, le
autorizzazioni
sanitarie. “Il
Blanco” di
recente ha
cambiato
titolarità: dalla
società sono in
via di uscita
Nazzareno Foti e
Gianluca
Tornabene. Le
quote saranno presto cedute a
Marco Lampuri, nipote di
Francantonio Genovese.
Controlli sono previsti a
tappeto anche da parte
dellʼIspettorato del Lavoro e da
parte degli enti previdenziali in
tutti i lidi della Riviera, dove
non si placa ancora la
polemica con lʼassessore
regionale Lo Bello per
lʼannunciato aumento dei
canoni demaniali del 300%,
rispetto a prima. Le
concessioni, secondo una
nuova direttiva regionale, in
attesa di armonizzarsi con le
disposizioni europee, sono
state prorogate al 2015.
ROMETTA. Si intitola “Storia della Statale 113 di Rometta Marea - Mostra auto, moto e foto d'epoca”, la giornata organizzata
a Villa Martina (Rometta Marea) da Rometta quad Spettacolo/ERIMATA, sabato 22. Così il programma: ore 15:00 Accoglienza ed iscrizione in Piazza Padre Pio (corso della libertà Rometta Marea Me); ore 17:00 Partenza del Corteo per le Vie di
Rometta; ore 17:45 Accoglienza e sistemazione Auto/Moto all'interno della villa Martina; ore 18:00 Apertura Mostra Fotografica "Storia della SS113" nella saletta della Villa Martina dove si
potrà degustare prodotti tipici panarie e Vino; ore 20:15 Apertura stand Enogastronomici; ore 21:30 Convegno Sulla Storia della ss113 con ospiti storici d'eccezione.
Sequestro Denise, assolta la sorellastra
PALERMO. E' stata assolta Jessica Pulizzi, la sorellastra di
Denise Pipitone per parte di padre, accusata di concorso nel
sequestro della bimba, sparita nel nulla l'1 settembre del 2004
a Mazara del Vallo, nel trapanese. All'ex fidanzato di Jessica,
Gaspare Ghaleb, imputato solo di false dichiarazioni a pm, i
giudici hanno inflitto due anni di reclusione. La procura aveva chiesto per lui 5 anni e 4 mesi. Per Jessica Pulizzi, invece,
la richiesta dei pm era stata 15 anni di carcere.
L’arte del ri-uso al castello di Spadafora
SPADAFORA. Dal 27 al 30 gli splendidi scenari del castello di
Spadafora e dellʼUrban Center di Venetico fanno da sfondo all'evento: "Io non uso, ri-uso", ideato dagli architetti Amelia Lamberto e Filippo Bonina, designer Federico Russo. Lʼiniziativa è promossa dal Comune di Spadafora, con le associazioni “Iconos” e
“Amici di Venetico” per consentire un confronto sul tema dellʼecosostenibilitaʼ ambientale, sul riciclo creativo in chiave “green”, riutilizzando oggetti difficilmente smaltibili e diffondendo sensibilità
ecologiste attraverso l'arte. Si tratta dello “sposalizio” tra arte e ambiente, dove la prima soccorre il secondo col riutilizzo.
INDISCRETO
Generale Mori, visita lampo a Messina
Mario Mori
MESSINA. Visita lampo del generale dei carabinieri Mario Mori a Messina.
Lʼex comandante del Ros, indagato nella trattative Stato-Mafia, ieri mattina si
è intrattenuto a bere un tè, con il magistrato Salvatore Mastroeni, già
presidente del maxiprocesso “Mare Nostrum” al bar vicino la Chiesa del
Carmine. Mori, che per anni ha operato in Sicilia, prima di assumere un
incarico presso i servizi segreti, ha di recente accusato nel corso del
dibattimento sulla trattativa Stato-Mafia il ruolo anomalo di alcuni magistrati,
parlamentari e giornalisti che in combutta tra loro hanno accreditato presso
lʼopinione pubblica verità costruite a tavolino, dalla mancata cattura di
Bernardo Provenzano, alla mancata perquisizione nel covo di Totò Riina, al
mancato blitz per la cattura del latitante Matteo Messina Denaro. Mori, tra gli
aderenti a questo gruppetto di persone sodali, ha inserito nella provincia di
Messina lʼavvocato Fabio Repici e la euro-parlamentare, Sonia Alfano.
LIPARI. I QUATTRO FRATELLI MALATI DI DISTROFIA MUSCOLARE CHIEDONO CURE CON LE STAMINALI
I Biviano protestano a Roma
Sandro Biviano
LIPARI. Non si ferma la protesta dei fratelli Biaviano
di Lipari. Mercoledì 10 luglio voleranno a Roma per
protestare davanti al Ministero della Salute assieme
alle associazioni “Pietro Crisafulli” e “Vita sospesa”. I
quattro fratelli, tutti malati di distrofia muscolare
hanno chiesto di esseree curati con le cellule
staminali, ma in Italia non è possibile. “Fateci curare
con le staminali o sceglieremo lʼeutanasia”, era stato
il grido di allarme dei quattro fratelli che vivono a
Lipari. Per Palmina, Elena, Sandro e Marco Biviano,
di 41, 36, 35 e 31 anni, le giornate trascorrono
lentamente, tutte uguali e tutte con il medesimo
pagina 4
obiettivo: sopravvivere. Quattro fratelli uniti dallo
stesso tragico destino, la distrofia muscolare facioscapolo-omerale. Una patologia terribile che
disintegra i muscoli e con la quale devono fare i conti
sin dalla nascita. Tutti e quattro vivono su una sedia
a rotelle - Elena è anche attaccata a un respiratore con la consapevolezza di avere una malattia
progressiva e gravissima. La stessa che ha portato
loro via il papà quando ancora erano piccoli, e lo zio.
Era il 1980 quando i tre fratelli più grandi, prima a
Genova e poi a Milano, conoscono la diagnosi esatta
del male che li affligge. Poco dopo nasce Marco, ha
la stessa patologia anche lui. Eppure i fratelli Biviano
sono cresciuti cercando, sino a quando è stato
possibile, di condurre una vita normale. Ora,
purtroppo, non è più possibie. Credendo e sperando,
7giorni
centonove
LETOJANNI
MESSINA
«Che fortuna
per Ruby»
Truffa aggravata
Carabinieri indagati
I commenti
dei compaesani
LETOJANNI. Dalle difficoltà
economiche in cui viveva da
adolescente, alla popolarità
internazionale. Da una
presunta parentela con il
presidente egiziano
Mubarack alle feste di Arcore,
fino alle aule dei tribunali. La
storia di Karima El- Marough,
in arte “Ruby”, potrebbe
essere riassunta
semplicemente così. La
ragazza che partecipava alle
serate promosse da Silvio
Berlusconi, ancora una volta fa
parlare di se. Una vicenda dai
risvolti particolarmente curiosi,
considerati i rapporti tra la
marocchina e il paese di
Letojanni. La stessa comunità
locale, allʼindomani della
sentenza a carico del
Cavaliere (7 anni di
condanna), si risveglia con
qualche perplessità di troppo,
ma con una certezza: “Ruby” è
stata fortunatissima a finire in
quelle mani. A lei il destino
poteva riservare di peggio.
Sono molti in paese che la
pensano così, a cominciare
dalle sue insegnanti. Una in
particolare sostiene di averla
accudita come una parente
stretta, senza però averne
avuto un riscontro. «Ricordo –
dice la docente – che, quando
entrò per la prima volta in
classe, sembrava una bambina
spiccatamente perspicace. Poi
tutto mutò subito. Certo le basi
erano completamente assenti,
però cercai in tutti i modi sin
dallʼinizio di coinvolgerla
allʼinterno della classe. Lei era
ostica ai rapporti con i
compagni. Si comportava
malissimo. Era una
scansafatiche. Cercavo
costantemente di farla stare
attenta alla lezione, senza
alcun riscontro. Gli ho regalato
una miriade di libri». Molti a
Letojanni cercavano di aiutarla,
anche perché la situazione a
casa non era delle migliori. Il
padre era ed è tuttora un
venditore ambulante. Un tipo
scontroso a cui non si può
nemmeno rivolgere un saluto.
«I genitori di Karima? Mai visti
a scuola – sostiene la stessa
professoressa – Non
venivano neanche a fine anno
per le pagelle. Erano davvero
strani. Li abbiamo richiamati
più di una volta, ma loro se ne
infischiavano e intanto la
bambina diventava sempre
più ingestibile». (E.SC.)
MESSINA. Carabinieri sotto
indagine. Si allarga lʼinchiesta della
procura militare di Napoli che vede
come indagati il maresciallosindacalista Fabio Pietroburgo, del
Cobar Sicilia, e lʼappuntato Felice
Giaconia, al nucleo investigativo del
Comando provinciale di Messina.
Truffa aggravata è lʼipotesi di
indagine che ha portato la Procura a
mettere sotto controllo, attraverso
intercettazioni telefoniche e
ambientali, i due esponenti dellʼArma,
molto conosciuti nellʼambiente. Nel
corso delle indagini sono emersi però
elementi di gravità, allʼinizio
insospettati, come quello di un
probabile mercato sotterraneo di
“trasferimenti”, che passavano dai
buoni uffici del sindacato carabinieri.
Un fatto di gravità assoluta, sul quale
sono in corso accertamenti in varie
parti della Sicilia, la regione
maggiormente interessata alle
pratiche. Accertamenti, nellʼambito
dellʼinchiesta, anche una serie di
pratiche irregolari, che portavano i
militari a incassare somme gonfiate
per i rimborsi dovuti a seguito
dellʼattività sindacale. Sotto inchiesta,
trapela da Napoli, anche la moglie di
Pietroburgo, anchʼessa carabiniere,
che presta servizio a Messina Sud,
Bordonaro.
ROSA E NERO
Taormina, si sposa Mario D’Agostino
TAORMINA. Si sposa lʼex assessore provinciale Mario
DʼAgostino. Venerdì 28 giugno alle18 nella chiesa di San
Pancrazio si uniranno in matrimonio DʼAgostino, chirurgo oncologo taorminese e Lucia Gaberscec, giornalista
della redazione di Tele90. Tra i testimoni il Ministro della
Pubblica amministrazione, Gianpiero DʼAlia ed il presidente del consiglio di Taormina Antonio DʼAveni. Agli
sposi gli auguri della redazione.
Il “Diamante” intitolato a Tricoli
GRANDI E PICCINI SULLA PISTA PER IL MEMORIAL SCIMONE
Messina, tutti pazzi per le bocce
MESSINA. Piccoli e grandi bocciofili crescono, a Torre Faro. Domenica 23
giugno, presso il bocciodromo di contrada Margi, si è concluso il 6° memorial
dedicato a Francesco Scimone. Una tre giorni di passione sportiva che ha
coinvolto atleti di tutta la Sicilia e della Calabria. La kermesse, iniziata venerdì
21 giugno con la competizione riservata alle “nuove leve bocciofile”, ha visto
trionfare i giovani Salvatore Aliberti, Gianluca Zora e Francesco Rotondo.
Per la categoria “Lui&Lei” si è imposta a pieno merito la coppia formata da
Maria Crupi e Nico Rotondo battendo in finale Grazia Costantino e
Giuseppe Aliberti, al terzo posto si sono piazzati Sanny Piccione e
Giuseppe Ciliberto. A trionfare nella terza giornata è stata l'Asd Edera
Bambina di Marsala con gli atleti Ferdinando Rizzo e Vito D'Antoni che
hanno battuto in finale i messinesi della “Fratellanze” di Faro Superiore
Giuseppe Denaro e Francesco Crisafulli, al terzo si sono classificati
Nicola Rotondo e Giuseppe Aliberti dell'associazione “Le Vittorie”. (T.C.)
PALERMO. Il campo da baseball di Fondo Patti, chiamato «Diamante», è stato intitolato a Marzio Tricoli, il giovane deputato regionale - sportivo appassionato di rugby
- morto tragicamente nel 2003 per una fuga di gas della
stufa nella sua casa sulle Madonie.
Da Londra a Letojanni per il “sì”
MESSINA. Hanno scelto Letojanni per pronunciare il fatidico sì. Ad essersi uniti in matrimonio dal vicesindaco
Eugenio Bonsignore due londinesi: Sarah Mary
Goodwin, 22 anni, e il tecnico informatico John George
Turnbull.
Palermo, Matteo Stornanti è papà
PALERMO. Eʼ nato mercoledì 26 giugno Giorgio Stornanti, primogenito del collega pubblicista Matteo (messinese trapiantato nel capoluogo) e di Ornella Mistretta, entrambi dipendenti di banca. Il batuffolo ha pesato alla nascita ben 3 chili e 100 grammi. Al piccolo Giorgio, a Matteo e Ornella e a tutta la famiglia i migliori auguri della redazione di Centonove.
pagina 5
28 GIUGNO 2013
CHI SCENDE
M Pippo Trischitta
MESSINA. Il focoso consigliere comunale riconfermato non perde la sua vis polemica. Trischitta, infatti, ha ingaggiato una vera e propria
battaglia nellʼatrio del Comune per la presunta decisione
di rimuovere i tornelli. Ipotesi
che si è dimostrata infondata.
Il sindaco aveva solo disposto lʼabbattimento delle barriere in vetro per il pubblico.
M Calogero Ferlisi
MESSINA. Voleva fare come
Evita Peron, ma invece delle
ovazioni è stato accolto dai
mugugni. Nel giorno della vittoria del nuovo sindaco, Ferlisi aveva deciso di uscire in
balcone con Renato Accorinti. Alla sua apparizione, però,
dalla piazza si è levato un urlo: «Ferlisi, vattene!».
M Ivan Cutè
MESSINA. Il giovane esponente del Pdl è un po' confuso. Dopo aver sostenuto per
una settimana sul proprio
profilo Facebook la necessità
di votare il “politico” che possa gestire meglio il Comune,
indicando Calabrò, ha esultato un giorno dopo l'elezione
di Accorinti a Sindaco, che lo
ha mandato in visibilio con il
suo entusiasmo di piazza.
MMichele Bisignano
MESSINA. A differenza del sovrintendente del Teatro Magaudda, che era andato ad accertarsi della vittoria, lʼex assessore provincale alle Partecipate targato Pdl, si è giustificato così quando è stato
“pizzicato” nei pressi della
sede del candidato sindaco
Renato Accorinti: «Sono un
cittadino che vuole informarsi, non cominciamo!».
M Stefano Polizzoto
PALERMO. «Torno a fare l'avvocato». Così ha commentato le sue dimissioni il capo
della segreteria tecnica del
presidente della Regione Rosario Crocetta. Nei giorni
scorsi, agenti della polizia
giudiziaria hanno passato al
setaccio gli incarichi “extra”
dellʼavvocato Polizzotto, rinviato a giudizio per abuso
dʼufficio e truffa.
28 GIUGNO 2013
primopiano
LʼATTESA
La via ventiquattro
maggio è bloccata dai
supporters di Accorinti ch, dalle tre in poi,
assistono increduli alla costruzione del successo
DESERTO AL PD
Alle cinque, ad urne
ancora aperte, la segreteria del Pd di via
Primo settembre si
svuota lentamente. Eʼ
debacle, e nessuno
vuole assistervi
centonove
INIZIA IL TRIONFO
Il nuovo sindaco di
Messina arriva a palazzo Zanca, e il municipio è preso dʼassalto. Fanno tutti festa,
probabilmente anche
chi non lo ha votato.
RIVOLUZIONI. Accorinti sbaraglia la corazzata Pd e sale a palazzo Zanca
Renato, il vincitore
Piedi scalzi, maglietta arancione, fascia tricolore, una mamma che lo mantiene umile, una spinta
che invade il Comune ed inizia dal basso. La storia di un trionfo. Che può cambiare Messina
A destra,
Jeffrey David Padul,
tra i fondatori dellʼAssociazione Comunitaria Filippina, sostenitore di Accorinti.
A sinistra,
la pacifica invasione
di palazzo Zanca.
Tra qualche minuto,
il nuovo sindaco si affaccerà dal balcone
del salone della bandiere per il suo primo
discorso da “padrone
di casa”
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. “Ti ricordi quando la Digos
mi ʻssicutava fino a casa? Ecco, ieri
erano dietro di me fino a casa, ma
invece di inseguirmi mi hanno
scortato. Ti rendi conto di cosa sta
succedendo?”. No, non si riesce. Cʼè
una città che ancora non riesce a
rendersene conto, cinque giorni dopo. Ci
sono i cinquantamila che sul nome di
Renato Accorinti hanno messo una croce
e lo hanno depositato dentro le urne che
ancora non si rendono conto che quel
nome, proprio quel nome e un solo
simbolo, una sola lista a sostenerlo, sia
diventato sindaco di Messina. Non se ne
rendono conto nemmeno i quarantatremila
che hanno votato Felice Calabrò,
favoritissimo dai pronostici e invece
travolto, senza averne nessuna colpa, dalla
valanga popolare che più che bocciare lui
ha voluto dare una lezione a Pd e alleati. Ci
sono i Democratici che ancora non se ne
rendono conto, i democratici di ogni ordine
e grado, dai simpatizzanti ai militanti, dai
consiglieri ai maggiorenti, che non si
rendono conto di come una macchina da
guerra, di fronte alla trincea, si sia trovata
sguarnita proprio dove avrebbe dovuto
essere massicciamente protetta, e si
guardano in cagnesco. Non ci si rende
conto. Eppure è vero.
IL PREDESTINATO. Renato Accorinti
ama raccontare la storia del suo incontro
col Dalai Lama, a Palermo. “Ero lì, in
mezzo a migliaia di persone, schiacciato
alle transenne come tutti gli altri, solo con
una voglia sovrumana di conoscerlo, quel
personaggio miracoloso. E di miracoloso
cʼè che si è fermato proprio davanti a me,
ha percepito la mia voglia e mi ha
abbracciato. Il servizio di sicurezza avrà
pensato che io fossi chissà chi, mi ha
aperto la strada e sono arrivato a lui. Io, vi
rendete conto?” Torna, il “rendersi conto”.
Rendersi conto dellʼimpresa epocale,
rendersi conto del fatto che cʼè una buona
stella sulla testa di Renato Accorinti. Chi
sei mesi fa avesse affermato anche solo di
CONTROCORRENTE di Adele Fortino
Modello San Francesco
o semplice narcisismo?
QUALCUNO LO HA ASSIMILATO a San
Francesco: questo il modello ideale al quale
è sembrato ispirarsi il nuovo sindaco di
Messina, Renato Accorinti. Ma la coreografia
messa in atto dal nuovo vertice amministrativo
nel suo primo giorno da primo cittadino, ci porta
dritti nellʼalveo di un ridondante narcisismo. La
sempiterna maglietta, i piedi nudi sul selciato e il
fanciullino incollato alla mano, la dicono lunga sulla
condizione psicologica del pacifista, noto per la sue
battaglie condite da comizi, pistolotti moralisti e
roboanti dichiarazioni dinnanzi alle adorate
telecamere. E già. La vista di una telecamera ha
sempre fatto esplodere nel nostro eroe quintali di
adrenalina, che lo hanno portato a dare di sé unʼimmagine
coerente con “colui che vorrebbe essere” anzicchè con
“ciò che è”. Unʼimmagine ideale che, per forza di cose,
dovrà essere apprezzata, sostenuta e accettata dagli altri
in modo da poterne ricavare quel sostegno e quel plauso
di cui il narcisista in genere, e Accorinti in particolare, ha
bisogno per vivere. Confondendo Essenza e Immagine, e
ottenendo di essere accettati in modo da accettarsi,
rispecchiandosi negli occhi degli altri per potere ricavare
unʼimmagine positiva di sé. Se un Francesco si può
evocare alla vista del sindaco Accorinti, questi potrebbe
essere non il poverello di Assisi bensì papa Bergoglio,
che ha infiammato, con i suoi modi semplici e sostituendo
le rosse pantofoline Prada con sgangherati mocassini
neri, piazze gremite di cattolici straripanti di ammirazione.
Anche se finora non ha fatto lʼunico gesto di vera
rivoluzione: imporre alla curia romana di pagare lʼImu sui
beni della Chiesa.
pagina 6
immaginare di poterlo vedere sindaco di
Messina, avrebbe rischiato un tso
immediato. E invece. Ha vinto di nuovo,
Renato Accorinti. Ha vinto, come in tutte le
battaglie che ha portato avanti, con
tenacità, con forza, con i compagni di
viaggio che via via, giorno dopo giorno,
sono diventati sempre più numerosi,
sempre più consapevoli, sempre più forti.
Ha vinto e lo ha comunicato alla madre,
che come fosse la cosa più naturale del
mondo gli ha spiegato che si, sarà anche il
nuovo sindaco di Messina ma non
dimentichi di portare via la spazzatura,
come ha spiegato ridendo lo stesso neo
sindaco di Messina. Che poi ha aggiunto,
pensieroso. “Chissà, forse è una metafora,
forse avrà voluto dirmi qualcosa”. Perchè,
alla fine, anche questa è predestinazione.
Chi era a piazza Municipio la sera di lunedi
24, chi ha pacificamente invaso palazzo
Zanca qualche ora prima, chi ha occupato
la via ventiquattro maggio, davanti alla sua
segreteria elettorale, alle tre di pomeriggio,
quando i primi risultati avrebbero strabiliato
chiunque, non ha potuto fare a meno di
pensarlo. Renato Accorinti è un
predestinato.
UN LUNEDI DA LEONI. Quando alle tre le
urne iniziavano a snocciolare i dati,
nemmeno il più accorto degli analisti politici
avrebbe scommesso più di qualche euro
sulla vittoria di Accorinti. Domenica sera, i
seggi elettorali si erano chiusi con un
promettente, per le sorti del professore
pacifista, 30 e qualcosa percento di
affluenza. In mezza giornata di lunedi,
invece, erano andati a votare in parecchi,
portando lʼaffluenza alle soglie del 50% e
oltre in alcune sezioni. Il conto della
centonove
primopiano
28 GIUGNO 2013
IL COMMENTO di Rocco Chirieleison
GLI SLOGAN
A parte lʼonnipresente
No al ponte, troneggia
uno slogan da brividi:
“Non sapevano che
era impossibile, quindi lo hanno fatto”. Calza a pennello
FESTEGGIA IL PDL
A fare festa a piazza
Municipio anche gli insospettabili: i giovani
del Pdl. In realtà, parecchi di loro hanno
sempre appoggiato le
battaglie nopontiste
massaia spiegava che pochi votanti
avrebbero favorito Accorinti, i cui elettori
sarebbero comunque andati a votare, e
viceversa molti sarebbero stati meglio per
lo sfidante Calabrò, perchè segno che i
consiglieri comunali collegati alle otto liste
che lo sostenevano avevano richiamato
allʼordine i propri elettori. E invece tutto il
contrario. Accorinti ha sommato una volta e
mezzo i suoi ventimila voti del primo turno,
Calabrò ha praticamente mantenuto i suoi,
scontando colpe non sue, una coalizione
che cova serpi in seno e alleati che di fare
gioco di squadra non ci hanno pensato
nemmeno per un secondo, lasciando solo
uno dei migliori consiglieri comunali della
scorsa sindacatura a metterci la faccia. Da
una parte e dallʼaltra, non cʼè stato bisogno
di attendere i dati ufficiali. Bagno di folla
chiassoso e festante che da via
ventiquattro maggio si è spostato a piazza
Municipio, facce torve e sconforto in via
Primo settembre, con tanto di rissa sfiorata
quando due dei meno dotati cerebralmente
dei supporters di Accorinti hanno deciso
che era il caso di passare davanti alla
segreteria del Pd a “calcare le cicche”,
costringendo ad andare in soccorso di uno
di essi Angela Bottari e gli ex consiglieri
comunali Tani Isaia e Giorgio Caprì al
grido “siamo democratici, non accettiamo
provocazioni”. Eʼ un attimo, poi inizia la
festa. E va avanti fino a notte fonda.
“SINDACO? IO MI CHIAMO RENATO”.
“Io che appena appoggio la testa sul
cuscino dormo per sette ore, da due
settimane non riesco a fare più di tre ore di
sonno. La meditazione mattutina? Quella
sempre...”, spiega il nuovo sindaco, quasi
incredulo di fronte a quella “stanza del
potere” dentro la quale si è spesso ritrovato
da antagonista, benchè sempre vincente,
dei sindaci di turno. “Ieri, subito dopo
lʼinsediamento, volevo telefonare a mia
madre - racconta divertito - e ho chiesto al
personale dellʼufficio di gabinetto “scusate,
dovrei fare una telefonata”. Mi hanno
guardato, poi si sono guardati tra di loro,
quasi imbarazzati, e mi hanno risposto
“sindaco, quella stanza è sua, il telefono è
a sua disposizione”...”. Poi ride. Per la
prima volta da mesi, Accorinti tradisce la
stanchezza. La tensione, unʼombra sul
sorriso incredulo del sindaco che riceve la
fascia tricolore in maglietta arancione e
piedi scalzi, il suo volto lʼaveva attraversato
solo nel momento della proclamazione. In
quel momento, nel momento in cui il
professore dʼeducazione fisica, attivista,
pacifista, vegetariano, nopontista e non
violento diventava il primo cittadino di
Messina, forse per un momento il peso di
una città allo sbando che in lui ripone
lʼultima speranza gli ha mozzato il respiro.
Solo per un attimo, ma lungo lungo.
Ma ora i messinesi dimostrino di meritarlo
MESSINA. Trovare le parole
per descrivere quello che è
successo lo scorso 24
giugno a Messina con
l’elezione di Renato Accorinti
a sindaco della città è forse
impresa ancora più ardua di
quella che aspetta lui e i suoi
assessori nel governare la
nostra comunità.
Quello che mi sono trovato
davanti agli occhi nel
recarmi al Comune quel
pomeriggio è stato
incredibile. Non tanto per la
quantità di cittadini
acclamanti e festanti, che
comunque era tanta, ma per
la sorprendente
eterogeneità: festeggiava
l’operaio e il professionista,
il giovane e l’anziano, il dark
e il ragazzo “normale”, la
persona comune e quella in
vista, l’imprenditore e
l’impiegato, il movimentista
e l’iscritto al Pd…….e
tantissime, tantissime
donne. Insomma un popolo,
una comunità che però, oltre
a festeggiare e gioire, pareva
volesse gridare il suo
irrefrenabile “basta” alle
umiliazioni e alle più
inconcepibili nefandezze
perpetrate da una classe
politica che ha sempre
considerato la gestione della
cosa pubblica come uno
strumento per favorire
questo o quello, per fare
affari molto lucrosi, per
esibire un potere inutile, se
non per sé stessi, avendo in
gran dispregio i cittadini
messinesi e la loro gloriosa
città. Questo eccezionale
evento dell’elezione di un
uomo come Renato Accorinti
a sindaco di Messina pare
voglia dire che i messinesi
non sono più disposti a
continuare questo gioco al
massacro, anche perché
pare abbiano capito che in
questo gioco il ruolo di
massacrati lo hanno sempre
interpretato loro. Ho usato
qualche “pare” perché la
cautela è d’obbligo. Infatti,
solo dopo che si sarà
acclarato che non si è
trattato di un semplice
episodio e che i messinesi
non faranno mancare il loro
apporto, il loro aiuto ai nuovi
amministratori, solo allora si
potranno fare delle
affermazioni sulla certezza
della svolta e sulle reali
intenzioni dei messinesi.
Insomma oggi sono i
cittadini a dovere dimostrare
di meritare un sindaco come
Renato Accorinti. E lo
possono fare a partire da
comportamenti – anche
nelle “piccole” cose – che
dimostrino quanto tengano
alla dignità propria e della
città. Il nuovo sindaco – che
non vuole l’epiteto di
sindaco, che non vuole
stipendio da sindaco, che
non vuole barriere fra i
cittadini e il palazzo
comunale, che non vuole
deleghe ma partecipazione ha davanti a sé un compito
veramente colossale:
riportare l’onore e la dignità
in una città presa a calci e
vilipesa da dinastie di
pseudoamministratori. Fossi
in lui accetterei di buon
grado, e con calorosissimi
ringraziamenti, il consiglio
datogli da Felice Calabrò, il
quale, rispondendo a un
giornalista che gli chiedeva
quale consiglio si sentiva di
dare al vincitore, ha detto
che la prima cosa da fare è
mettere mano alla macchina
amministrativa del Comune.
Beh, non so quanti hanno
notato questo importante
passaggio nell’euforia della
festa, ma sicuramente a
Calabrò mi sento di
riconoscergli, per questo, un
buon acume politico e una
sincera lealtà. E anche
l’onore delle armi:
sicuramente sarebbe stato,
anch’egli, un buon sindaco.
Ed è tanto vero e utile il
consiglio di Felice Calabrò
quanto è impellente e
indispensabile, perché
l’agire politico abbia reale
efficacia nei confronti dei
cittadini e del territorio,
recuperare senso del dovere
e spirito di servizio fin
nell’ultimo impiegato
comunale. Perché la
struttura amministrativa,
dirigenti in testa, deve
rappresentare il punto di
riferimento tecnicoprofessionale, nelle
rispettive branche di
competenza, per gli
amministratori eletti che non
devono certo avere la
necessità di dovere attingere
a costose consulenze
esterne. Insomma, deve
essere chiara a tutti una
cosa: una macchina
burocratica inefficiente e
inefficace è causa di enormi
e intollerabili sprechi
economico-finanziari, oltre
ad essere una delle cause
principali del diniego dei
diritti dei cittadini e degli
imprenditori messinesi. E
questo poteva essere utile
ad una certa categoria di
“amministratori” avvezzi a
elargire “favori”. Oggi c’è
invece una nuova parola
d’ordine: “Diritti, non
favori!”. Oggi c’è Accorinti.
AL SUO FIANCO
Scene da una campagna elettorale
Dalle periferie ai palchi, chi ha contribuito e come
MESSINA. Il pacifista Renato Accorinti, in realtà, ha passato una vita a lottare. Anni di proteste e battaglie, dalle “piccole cose” alle “grandi opere”. La sua corsa alla prima poltrona di Palazzo Zanca è iniziata il 18 agosto del 2012, giorno in cui è nata la pagina Facebook
“Quelli che vogliono Renato Accorinti sindaco di Messina”. Ma forse, allora, erano solo in pochi a crederci. E invece, pian piano, il numero di simpatizzanti cresceva. E così, ad un certo punto, l'unica cosa da fare era “iniziare a correre”. Ma in fondo “Renato” è sempre
stato in “maratona elettorale” con la sua voglia insaziabile di “svegliare coscienze” attraverso le mete che intendeva raggiungere. Dal
giorno in cui ha presentato la sua candidatura nel Salone delle Bandiere, spontaneamente, a Messina e oltre Stretto, “si è smosso l'universo”. Partito con una serie di piccoli incontri nei villaggi. Arrivato
a piazza Unione Europea festeggiato da migliaia e migliaia di persone. Nel mezzo, un modo “nuovo” di cercare il consenso della gente. In bicicletta, rompendo l'asfalto sul corso Cavour per piantare alberi, in visita all'isolato 13 di Giostra, coi tour notturni anche in solitaria nei luoghi di ritrovo frequentati da giovani, attraverso le discussioni in stretto dialetto messinese con gli anziani. E ancora con i ragazzi del Pinelli, in un comitato elettorale affrescato da coloratissimi
murales, con i suoi sostenitori che dopo il primo turno, scopa e paletta in mano, hanno ripulito gli ingressi delle scuole dai santini. Le
bolle di sapone, la pittura e l'animazione per bambini, il concerto di
Roy Paci introdotto dalla crew messinese dei “Boo Daci's”, i fumetti
di Lelio Bonaccorso, l'invito al voto di Marcello Crispino e dello staff
di Uollascomix, ideatori dei fortunati episodi di “Cafon Street”, il programma raccontato dagli occhi dei messinesi nel video realizzato da
Antonello Piccione, registra della serie web “Giostra”. E poi Paolo
Ferrero, Sonia Alfano, Ugo Mattei, Maurizio Foschini, Maurizio Marchetti, Antonio Mazzeo, Enrico Di Giacomo, il piccolo Michele Famoso e la forza di quasi 48mila messinesi. (T.C.)
pagina 7
Renato Accorinti e Michelino Famoso
primopiano
28 GIUGNO 2013
CAMBIAMO DAL BASSO. Il ministro del
Governo Gianpiero DʼAlia, col quale
Accorinti ha in comune le opinioni negative
verso il ponte sullo Stretto, lo ha chiamato
subito per congratularsi. Il presidente della
Regione Rosario Crocetta, che in
campagna elettorale si era speso come
pochi a sostegno di Calabrò, lo ha
informato della sua felicità per la vittoria del
“modello Sicilia” e dellʼassoluta disponibilità
del governo regionale. Con Vincenzo
Garofalo cʼè profondo rispetto e
unʼamicizia cementata dalla visita di
Accorinti alla sede del candidato sindaco
del Pdl quando, due settimane fa, tutto
lasciava presagire che il deputato al
ballottaggio non ci sarebbe nemmeno
andato vicino proprio a favore di Accorinti.
E Calabrò? E Francantonio Genovese?
Accorinti tira fuori dalle tasche una decina
di foglietti con sopra appuntati numeri e
parole (“Eʼ il mio iphone, ma manca la
retroilluminazione”, spiegherà ridendo), e lo
mostra. “Calabrò lo chiamerò, giuro che
non ho avuto un minuto di tempo.
Genovese? No, non mi ha ancora
chiamato”, dice. Senza dolersene più di
tanto. In compenso, nei due giorni
successivi allʼelezione, il nuovo sindaco
avrà baciato trentamila persone, ne avrà
abbracciate il doppio e ogni sera, uscito da
palazzo Zanca, non è mai andato a
dormire prima dellʼuna, fermandosi a
parlare sugli scalini di piazza Municipio con
chiunque volesse congratularsi,
abbracciarlo o anche solo scambiare due
chiacchiere. Il tutto mentre gli agenti che
dovrebbero scortarlo sono stati “liquidati”.
I CENTO GIORNI. “Io avrei bisogno di
guardie dellʼanima, non guardie del corpo”,
spiega il sindaco di Messina. Già, Messina.
passata la sbornia, archiviata la novità,
messa da parte lʼesaltazione per una vera
e propria rivoluzione dal basso, i problemi
iniziano a farsi minacciosi allʼorizzonte.
Rifiuti zero, città sostenibile, autogestione
degli spazi comuni, una flotta comunale per
attraversare lo Stretto di Messina. Sono
solo alcuni dei “sogni” che Renato Accorinti
mette sul piatto. Di tramutarli in realtà,
possibilmente dopo aver evitato il dissesto,
se ne faranno carico i suoi assessori. Che
già sudano freddo. Se sia consapevole o
meno che i destini di Messina si
decideranno al 90% fuori da Messina, tra
Palermo e Roma, non lo dà a vedere. Ma
se il suo programma dei cento giorni è
fedele allo slogan della campagna
elettorale, “cambiamo Messina dal basso”,
Accorinti ha già vinto. Unʼaltra volta.
SERGIO
TODESCO
Laureato in filosofia, è
stato vincitore del primo concorso per antropologi bandito dalla Regione Sicilia. Nel
1983 è dirigente tecnico etno-antropologo
al Museo Regionale, è
stato per ventʼanni Direttore della Sezione
per i Beni Etno-antropologici presso la Soprintendenza
GAETANO
CACCIOLA
Ingegnere elettrotecnico, ha collaborato
dal 1979 al 1982 con lo
scienziato Nicola
Giordano. Eʼ direttore
del Centro Nazionale
Ricerche di Contesse
dal 1996, e si è occupato di energie rinnovbili, settore nel quale è
rappresentantealla
Commissione europea
centonove
SERGIO
DE COLA
Laureato in ingegneria
civile edile, ha collaborato con la facoltà
di Architettura dellʼuniversità di Reggio
Calabria in qualità di
docente. Nel 2001 è
stato consulente per il
ministero degli Esteri.
Lo studio De Cola ha
elaborato il progetto
di riqualificazione di
Capo Peloro
L’INTERVISTA. Parla Guido Signorino, neo assessore al Bilancio
Come ti evito il default
Servizi pubblici, macchina amministrativa efficiente, moderata apertura ai privati
e speranze riposte nel “decreto 35”. Ecco la ricetta per continuare a sperare
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. “Un ente pubblico deve
favorire lʼarmonia tra cointeressi a volte
anche contrapposti tra loro, e realizzare
benessere. Come? Produrre
redistribuendo e redistribuire
producendo”. La voce di Guido
Signorino è un sussurro lieve, gentile,
anche quando snocciola dati, cifre e
circostanze da pelle dʼoca. Quanti debiti
ha il comune di Messina, come li ha
maturati, cosa fare per venirne
faticosamente fuori. Cinquantaquattro
anni, Signorino è ordinario di Economia
applicata e Economia dello sviluppo e
relazioni internazionali presso il
dipartimento di Economia dellʼuniversità
di Messina ed è stato consulente
dell'Organizzazione Mondiale della
Sanità, autore di numerose pubblicazioni
in campo scientifico, e da martedi
mattina è assessore al Bilancio ed allo
Sviluppo della nuova amministrazione
guidata da Renato Accorinti. Lʼuomo
sulle cui spalle pesa la salvezza del
comune di Messina.
IL FARDELLO. La prima delle grane
che lʼamministrazione Accorinti si troverà
ad affrontare è la praticamente certa
bocciatura del piano di riequilibrio proposto
dalla gestione commissariale di Luigi
Croce. Il che significherebbe dissesto.
“Siamo ancora in attesa che il ministero dia
risposta alla lettera scritta da Croce e
sollecitata tre settimane fa dai sei candidati
a sindaco. Nel frattempo ci muoviamo”.
Come? Partendo dal capire da quanti debiti
è gravato il comune di Messina. E lì viene
fuori lʼaccademico. “In economia esistono
vari modi di catalogare i passivi, e la
differenza dipende dal “limite” rispetto al
quale si calcolano. Dobbiamo capire quanti
di quelli conteggiati oggi siano certificati,
quanti fuori bilancio e quanti potenziali.
Anzi - illustra, penna alla mano - dobbiamo
chiarirci prima sul significato della parola
“debito”, su cosa ha richiesto la Corte dei
Conti. Poi potremo intervenire”. E qualche
idea, Signorino già lʼha buttata giù. “Dalle
informazioni che ho assunto - spiega il neo
assessore - sembra che il governo
nazionale abbia intenzione di riaprire i
termini del decreto 35, quello relativo ai
pagamenti dei debiti scaduti della pubblica
amministrazione e degli “spazi finanziari”
del quale il comune di Messina non ha
ufufruito. La copertura di quaranta miliardi
prevista in origine - continua Signorino - ha
inciso sul 62% dei debiti contratti dalle
pubbliche amministrazioni. In realtà, ho
avuto modo di vedere che i paletti rigidi che
erano stati fissati in realtà non sono stati poi
ritenuti così vincolanti, nel senso che si è
privilegiato lo spirito della legge piuttosto
che la forma, e parecchi enti locali ne
hanno massicciamente approfittato”. Come
potrebbe influire la riapertura dei termini
sulle casse di palazzo Zanca?
COME TI BLOCCO IL DEFAULT.
“Sostanzialmente - spiega Signorino - si
tratta di unʼanticipazione concessa dalla
cassa Depositi e prestiti scomputabile in
trentʼanni al tasso del 3%, quindi molto più
conveniente dei termini previsti dal piano di
riequilibrio, che presentava tassi più alti e
dieci anni per il rientro. Questo vuol dire
due cose: che nel caso in cui potessimo
accedervi, il piano di riequilibrio andrebbe
necessariamente modificato, e che la
ristrutturazione del debito sarebbe molto
meno onerosa, visto che se teniamo valida
la percentuale del 62% dei debiti
“soddisfatti” attraverso questo strumento, il
rimanente scomputo da effettuare in dieci
anni si ridurrebbe a poco più di un terzo. E
per palazzo Zanca sarebbe una boccata
dʼossigeno”. Accanto alla speranza, cʼè da
fare i conti con la realtà attuale. “Dobbiamo
POLEMICHE A DISTANZA
Coglitore contro Croce,
in cauda venenum
Il ragioniere generale si scaglia contro
il commissario. Ed i suoi esperti
Nando Coglitore e Giovanni Di Leo
MESSINA. Non si sono mai amati, al limite sopportati a vicenda.
Otto mesi di incomprensioni, di numeri contrastanti, di scambi
cortesi di lettere velenose, e oggi che le stradesi sono separate, di
sallosini dalla scarpa da togliersi. Da una parte il ragioniere
generale Nando Coglitore, al suo fianco il dirigente economico
Giovanni Di Leo, dallʼaltra il commissario straordinario Luigi
Croce ed i suoi quattro esperti (Nino Dalmazio, Luigi Saccà,
Paolo Tommasello e Luigi Montalbano), in mezzo il jʼaccuse
pagina 8
lanciato dai primi due allʼex procuratore capo. “L'ultima gestione
commissariale certamente non ha brillato e non si è rivelata la
migliore nei rapporti con la dirigenza; è stata connotata da
diffidenza, presunzione e atti di prevaricazione nei confronti di
questʼarea economico finanziaria, basti pensare allʼassenza dei
dirigenti del settore in tutte le conferenze in cui si è discusso dei
problemi finanziari dellʼente”, attaccano frontalmente Coglitore e Di
Leo., prima di sparare a palle incatenate contro gli atti del
commissario e del suo pool. “La doppia relazione, presentata il 9
novembre dello scorso anno alla Corte dei Conti, documento
richiesto solo a questʼarea ed al Collegio dei Revisori, trasmesso
in anticipo al commissario Croce, il quale si è presentato con i suoi
esperti e con un'altra relazione, non richiesta, a noi sconosciuta e
riportante una serie di incongruenze (debiti dellʼAto3, Atm, ecc.),
che molto probabilmente hanno orientato la Corte dei Conti in
senso negativo”. Solo questo? Niente affatto, la “doppia relazione”
a partire dalla quale i rapporti tra le due parti si sono
irrimediabilmente incrinati non è che lʼinizio: “La conferenza
primopiano
centonove
DANIELE
IALACQUA
Ex presidente di legambiente Messina,
insegna diritto ed economia nelle scuole secondarie superiori di
Messina e provincia.
Ha chiuso da poco la
militanza nei partiti
Rifondazione comunista prima e Sinistra
Ecologia e Libertà).
poi. Si occuperà di
ambiente e verde
FILIPPO
CUCINOTTA
Ha 29 anni, si è laureato a 22 anni in ingegneria navale a Genova, vanta collaborazioni con università statunitensi, oggi è titolare di un Assegno di
Ricerca ed è stato
team manager nel progetto "Mille e una Vela
per l'Università”. Sua
la delega a Mare e Protezione civile
28 GIUGNO 2013
PATRIZIA
PANARELLO
Classe 1975, Ricercatrice universitaria del
Dipartimento di Scienze Pedagogiche e Psicologiche G. Catalfamo alla Facoltà di
Scienze della Formazione dellʼUniversità
di Messina, è autrice
di diverse pubblicazioni e si occupa di reti solidali e associative
NINO
MANTINEO
Professore associato
di Diritto Ecclesiastico, Diritto canonico e
Diritto e Religioni
presso la Facoltà di
Giurisprudenza di Catanzaro, è stato presidente del Cesv (Centro Servizi per il Volontariato) per tredici
anni e del Tribunale
dei diritti del malato di
Messina
SCADENZE
Servizi sociali, è proroga
MESSINA. La primissima “grana” della nuova amminstrazione Accorinti toccherà a Nino Mantineo, assessore alle
politiche sociali alle prese con la scadenza dei bandi per i
servizi. la soluzione? Una proroga. Breve. “Il fatto di esserci
insediati praticamente ieri - spiega il neo assessore - ci costringerà ad attuare come unico mezzo per assicurare la
continuità una proroga dei servizi attuati in questi mesi. Immaginiamo un periodo molto breve, tre mesi, perchè riteniamo che una proroga possa andare bene solo per le emergenze sociali. Il 29 giugno è giunto e ci siamo appena insediati, quindi intanto è necessario garantire servizi e personale, e subito dopo responsabilizzare i soggetti che effettuano il servizio e valutare il gradimento da parte di chi
ne usufruisce. Il passo contemporaneo è quello di unire attorno ad un tavolo permanente tutti i soggetti istituzionali
e sociali che possono concorre a definire le politiche di welfare comunitario che vogliamo attuare. Nella prima riunione di lunedi 1 luglio inizieramo a porre le basi per una programmazione almeno triennale da legare ai piani di zona.
Imperativo è sbloccare il piano 2001-2003 che porterebbe
almeno 11 milioni di euro, quindi proseguire con politiche
sociosanitarie che puntino alla prevenzione”. (A.C.)
COME TI EVITO IL DEFAULT. L’assessore al Bilancio Guido Signorino
senzʼaltro procedere con economie di
gestione, ma lì siamo intorno a qualche
milione di euro di risparmio, se abbiamo
intenzione di mantenere gli stessi servizi.
Poi cʼè da intervenire sulla riscossione dei
crediti, rispetto ai quali abbiamo ampi
margini di attivazione”. Da questʼanno gli
enti locali hanno autonomia in materia. Chi
potrebbe occuparsene? Nella risposta di
Signorino cʼè il leit motiv delle politiche
della nuova amministrazione.
PUBBLICO E IN HOUSE. “Siamo
favorevoli a mantenere in house ogni forma
di gestione, perchè siamo convinti che non
sia vero lʼassunto “pubblico=ineffiecienza”.
Anzi - affonda il colpo - a guardare i numeri
che fino ad oggi hanno contraddistinto la
riscossione a Messina sembrerebbe vero il
contrario”. A settembre del 2012, lʼex
dirigente ai tributi Romolo Dellʼacqua
(mercoledi a fitto colloquio con Signorino in
veste di dirigente al Contenzioso, ndr)
scriveva alla Serit, agente per la
riscossione di palazzo Zanca, lamentando
un catastrofico 0,24% di riscosso
sullʼaccertato Tarsu. “Vuol dire che pagava
un messinese su quattrocento...”, lascia
cadere lì Signorino, sottolineando il
stampa del 12 novembre dello scorso anno, in cui sono stati
dichiarati debiti per 240 milioni, di cui nessuno ha mai saputo
fornire lʼelenco, il bilancio di previsione 2012 approvato il 31
dicembre scorso, contenente lʼentrata che il Commissario aveva
concordato con il presidente della Regione, Rosario Crocetta, di
40 milioni che prima doveva essere di 200 milioni, poi di 90 milioni
ed infine si è rivelato una beffa, in quanto la corresponsione è stata
subordinata ad una serie di condizioni non realizzabili”. E tutto
questo dopo appena due mesi dallʼinsediamento di Croce. E poi?
Sempre peggio, spiegano Coglitore e Di Leo. “L'Area
Coordinamento Economico Finanziario aveva più volte suggerito
al commissario di approntare un bilancio non tenendo conto delle
promesse della Regione siciliana. Infatti il 21 dicembre scorso è
stato trasmesso lo schema di bilancio che, a nostro avviso, poteva
essere approvato; è stato invece restituito con una nota,
certamente predisposta dagli esperti, in cui venivano formulati
rilievi incomprensibili ed inopportuni”. E se nella circostanza i due
lamentano “ingerenze” da parte degli esperti, dallʼaltra si dolgono
concetto con un sorriso. Poi continua: “La
gestione interna dei servizi consentirebbe
di mantenere allʼente il profitto che
altrimenti avrebbe un privato, e di
alleggerire quindi il carico dalle spalle dei
cittadini”. Questo vale anche per lʼAtm, il cui
percorso tracciato dalle amministrazioni di
Giuseppe Buzzanca e del commissario
Luigi Croce prevede la trasformazione in
Spa? “Riteniamo di si. Trasformare lʼAtm in
spa vorrebbe dire sostanzialmente
privatizzarla, mentre siamo dellʼavviso che
il servizio debba restare interamente
pubblico. Lʼapertura ai privati immaginiamo
di essere altre volte stati lasciati soli: “La predisposizione del piano
di riequilibrio pluriennale 2013-2022, approvato dal Consiglio
Comunale lʼ11 febbraio scorso, è stato redatto in perfetta
solitudine senza alcuna direttiva dalla gestione commissariale”.
Dulcis inn fundo, il contestatissimo contratto di servizio con
lʼAmam che “avrebbe dovuto versare al Comune per lʼuso degli
impianti, per un importo di 150 milioni, rateizzando la cifra in 10
milioni annui, e che lʼAmam, a sua volta, avrebbe dovuto
recuperare aumentando le tariffe di erogazione dellʼacqua potabile
senza preoccuparsi minimamente dellʼimpossibilità per il Consiglio
Comunale di elevare le predette tariffe”. La bocciatura dellʼaula del
contratto di servizio, di fatto, ha condannato al fallimento il piano di
riequilibrio. Infine, la stoccata. “In definitiva la gestione
commissariale si è concretizzata nella prima fase in unʼattività
ispettiva, mediante lʼacquisizione di migliaia di documenti cartacei
richiesti a tutti i dipartimenti e/o uffici, con conseguente dispendio
di energie e di risorse: attività che non ha dato i frutti sperati”.
Parola di Nando Coglitore e Giovanni Di Leo. (A.C.)
pagina 9
possa avvenire solo per alcuni rami
dʼazienda suscettibili di realizzare utili per
conseguire i quali siano necessari
investimenti che palazzo Zanca non è in
grado di effettuare. Quindi officine,
parcheggi, gestione pubblicità e trasporto
turisti, per esempio. Stesso discorso per
Messinambiente”.
IL GIORNO DELLʼINCONTRO. Giovedi
pomeriggio, Signorino e Accorinti hanno
incontrato il ragioniere generale Nando
Coglitore. Prima una ricognizione dei
debiti, poi, seppure flebile, la speranza che
si possa accedere al “decreto 35”.
Luigi Croce
primopiano
28 GIUGNO 2013
centonove
ALL’ATTACCO
«Subito l’Assemblea!»
L’appello di Quero e Russo
IN CONTROLUCE. Il candidato del centrosinistra cresce di soli 2000 voti al ballottaggio
Chi ha tradito Calabrò?
Nonostante l’affluenza ai minimi storici, il sorpasso di Accorinti ha tante ragioni. C’è chi accusa
il Pdl, chi i renziani, chi gli errori del Pd. Ma basta guardare i consiglieri eletti per capire che...
Accanto,
il candidato
del centrosinistra
Felice Calabrò
accanto a Matteo
Renzi durante
la manifestazione
di chiusura
della campagna
elettorale.
Sopra, sa dinistra,
Armando Hyerace
(Pd), Nino Germanà
(Pdl) e Francesco
Palano Quero (Pd)
DI TIZIANA CARUSO
MESSINA. A voler usare un eufemismo:
“Qualcuno non ha creduto abbastanza”.
Già i dati del primo turno avevano fatto
registrare un netto distacco tra le
preferenze ottenute dal candidato a
sindaco del centrosinistra Felice Calabrò
e quelle assegnate alle liste collegate
(41.453 contro 82.375). Mancanza
dell'effetto “trascinamento”, timore di
esercitare un pressing controproducente
nel chiedere il voto per se' e per il proprio
candidato a sindaco o disinteresse vero e
proprio hanno fatto un brutto scherzo al
consigliere uscente del Pd che al primo
turno non ha superato il 50% dei consensi
per una manciata di voti, staccando di
oltre 21mila preferenze il suo principale
avversario Renato Accorinti che invece,
personalmente, ha ottenuto il doppio dei
voti rispetto all'unica lista che lo
sosteneva.
I “SEGNALI”. Ma queste premesse,
nonostante “la forza dei numeri” su cui
contava Calabrò, avrebbero dovuto
metterlo in guardia sui potenziali risvolti
del secondo turno e sul come prendere le
misure a un potenziale, ancora più
grande, exploit di Accorinti. “Al
ballottaggio si riparte da zero”. Mica
tanto. Soprattutto con un gap così netto e
la possibilità di far leva sul sostegno di
una coalizione composta da ben otto liste
che ha eletto 29 consiglieri comunali. E
soprattutto se ci si scontra con un
“movimento” neo-costituito che, dalla sua,
sembrava avere come unico baluardo
quello che da alcuni viene chiamato voto
di protesta, da altri voto d'opinione.
PER COLPA DI CHI. Calabrò, al
secondo turno, ha aumentato i consensi
(quasi 2mila preferenze in più) ma senza
riuscire a serrare le fila di tutti quelli che
pensava di “avere dalla sua parte” e che
avrebbero dovuto sostenerlo in maniera
più “lineare” sin dal primo turno.
L'esegesi della sconfitta, tuttavia, è stata
esposta anche in altri termini. “Tutto il Pdl
ha votato Accorinti!”, ha detto qualcuno.
Ma, nonostante gli abbracci tra Enzo
Garofalo e il pacifista, ad esempio Nino
Germanà aveva espresso la sua
predilezione per Calabrò e se anche, in
blocco, tutti i votanti delle liste destrorse
avessero appoggiato Accorinti, il
candidato a sindaco avrebbe raggiunto
circa 44mila preferenze (comunque
3mila in meno rispetto a quelle ottenute
al II turno). La “colpa” della sconfitta di
Calabrò è stata ancora attribuita al
successo ottenuto da Accorinti nella IV
circoscrizione e V circoscrizione a causa
MESSINA. Nel frattempo i “renziani”
del circolo Pd “Libertà” definiscono
“impellente ed ormai improcrastinabile” la convocazione di un'assemblea
congiunta cittadina e provinciale del
Partito Democratico di Messina per discutere in maniera approfondita le ragioni politiche che hanno condotto alla sconfitta del candidato del centrosinistra. “L'occasione della discussione - scrivono in una nota - dovrà essere franca e aperta, e dovrà anche individuare i percorsi di ricostruzione
del Partito di Messina, che appare da
mesi afasico, incapace di approntare
strategie politiche, privo di organi direttivi e distaccato dalla società reale
della città, come l'azzeramento del voto di opinione chiaramente dimostra”.
E non finisce qui perchè i “renziani”
chiedono che “la convocazione sia effettuata in tempi brevissimi, non potendosi ormai più rinviare una analisi
politica che dinanzi ai risultati elettorali è obbligata”. Già ieri il circolo ha
chiesto ufficialmente a Donatella Sindoni e ad Angela Bottari, presidenti
delle assemblee di Partito, le convocazioni congiunte dell'assemblea,
con all'ordine del giorno i seguenti
punti: l'analisi politica dei risultati elettorali amministrativi e la discussione
su organismi dirigenti del Partito Democratico di Messina. (T.C.)
dei malumori “renziani”. Calabrò, nelle
due circoscrizioni, ha però aumentato il
consenso rispetto al primo turno (da
6289 a 6929 e da 7861 a 7919). E, in più,
se Accorinti, nella IV circoscrizione, ha
più che doppiato le preferenze ottenute
al I turno con una differenza di 6521 voti,
il candidato presidente Quero, in totale,
ha ottenuto “solo” 4432 preferenze. Idem
nella V, dove la differenza tra I e II turno
per Accorinti è stata di 6620 voti, mentre i
voti personali assegnati al candidato
presidente Alessandro Russo sono stati
poco più di 3mila. Il vice-segretario
cittadino del Pd, Armando Hyerace,
spiega così l'esito del ballottaggio:
L’ANALISI di Giovanni Frazzica
Il ragazzo della porta accanto...
UNA EVENTUALE VITTORIA di Felice Calabrò sarebbe stata
omologata come una delle tante del centrosinistra, inserita in
quella onda lunga di recupero che sta avvantaggiando un po’
ovunque il Pd e sarebbe passata inosservata. Ciò avrebbe reso
doppiamente felice il regista dell’operazione, l’on. Francantonio
Genovese, che avrebbe vinto senza avere tra i piedi un
ingombrante attore protagonista. Ora, per la perdita a causa di
quei 59 maledettissimi voti al primo turno, si ritrova con un
fastidioso protagonista a Palazzo Zanca e con la sua regia
fortemente contestata, mentre sul suo capo si addensano le nere
nubi di una giustizia lenta, ma inesorabile. In effetti il lungo
copione immaginato dal nipote di Gullotti, inizia con il prologo
delle primarie per la scelta del Sindaco che, col suo sostegno,
vengono vinte da Felice Calabrò, con cui si schierano le otto liste
del centrosinistra contro le cinque della coalizione del Pdl,
guidata dall’on. Enzo Garofalo. Sembra che tutto il
resto, Reset!, 5 Stelle, Accorinti e Coccinella
restano in campo solo per assistere da vicino allo
scontro tra i due protagonisti principali. Come è
tuttavia noto, questa volta tutte le ciambelle non
sono venute col buco: la prima difettosa è quella di Calabrò, che
non riesce a vincere a primo turno, malgrado il grande successo
delle sue liste che superano il 66%; la seconda ciambella senza
buco è costituita dal sorpasso di Accorinti su Garofalo. Questo
risultato viene percepito dai messinesi come un evento
straordinario che rappresenta l’inizio della fine del clan Genovese
che vorrebbe prendere anche la poltrona di Sindaco per chiudere
la partita elettorale. La gente vede sullo sfondo una sfida
difficilissima, ma non impossibile, riparte l’orgoglio popolare. Il
collante è il rifiuto della casta politica cittadina che matura in una
popolazione stremata dalla crescente soglia di povertà, dalla
mancanza di lavoro e dal senso di ingiustizia frutto della iniqua
ripartizione delle poche risorse disponibili. In particolare c’è un
pagina 10
coro di no a Genovese perché, malgrado i tentativi di farlo
apparire come un soggetto autonomo, nell’immaginario
collettivo, Felice Calabrò, forse anche per una insufficiente
campagna di comunicazione, sembra l’uomo del patron del Pd
locale. Non è bastata la corsetta con la maglietta “Si Messina”,
slogan insignificante che non ha attecchito o il ripetere fino alla
nausea “Felice è un bravo ragazzo” a catturare un sol voto
d’opinione. Le famiglie messinesi sono piene di bravi ragazzi,
preparati e disoccupati, che spesso devono partire per cercare
un lavoro, non hanno sopportato che attraverso una banale
operazione di marketing pubblicitario venisse loro propinato un
personaggio senza una storia personale e professionale
importante, tale da costituire referenza e garanzia vera. Finito il
sostegno delle liste e dei candidati, quando al ballottaggio il
confronto diventa uomo a uomo, Accorinti ha letteralmente
mangiato Calabrò e non è finita, qualcuno ha scritto: “Renato è
diventato un leader malgré lui meme”. C’è ancora qualcosa che
può accadere?
centonove
IN DIFESA
«Colpa delle primarie!»
Picciolo e il “peccato originale”
MESSINA. Secondo Giuseppe Picciolo la sconfitta del centrosinistra ha
una causa ben precisa: «Nonostante
Calabrò per noi fosse realmente un
uomo nuovo - ha detto il parlamentare regionale dei Dr - è passato invece
un messaggio vecchio: Accorinti
spinto dal basso, Calabrò calato dall'alto. E ciò veniva da lontano. L'errore più grande - ha continuato Picciolo
- è stato comunque commesso dalla
coalizione con lo svolgimento di quel
tipo di primarie che noi sin da subito
abbiamo avversato ed alle quali, non
a caso, non abbiamo partecipato. È
stato un errore strategico dividere il
gruppo dirigente del Pd che, purtroppo, non si e' rivelato sufficientemente
maturo ed alla fine si è pagato il disimpegno di chi si è sentito, a torto,
escluso dal progetto politico». Picciolo attribuisce insomma a “malumori” interni al Pd la sconfitta di Calabrò e, ad Accorinti, porge un invito:
«Saremo al suo fianco per le battaglie
di legalità, giustizia trasparenza ed innovazione con un'opposizione vigile
ma costruttiva. Chiederemo al nuovo
sindaco di mettere mano alla completa ristrutturazione della obsoleta macchina comunale e ci batteremo per
realizzare in Consiglio i punti di programma che i Dr avrebbero comunque voluto attuare». (T.C.)
«Calabrò ha pagato colpe di altri. Sono
stati accantonati vecchi e nuovi problemi,
è mancato un confronto serio sulla
questione formazione, sulle
parlamentarie, sulla sconfitta nelle
elezioni nazionali in Sicilia. Si è andati
avanti ostinatamente con le primarie,
cercando di inchiodare a questa scelta
anche l'Udc e il Megafono, con il ridicolo
tira e molla che tutti ricordano; non si è
discusso, nel rispetto delle regole
statutarie, sulla composizione delle liste;
per spirito di coalizione, si è,
erroneamente, deciso di non candidare i
presidenti di quartiere uscenti del partito
democratico. Le trasmigrazioni di alcuni
primopiano
dal centro destra al centro sinistra,
avvenute senza una preventiva presa
dʼatto da parte dei competenti organi con
lʼunico scopo di “prendere più voti”, ed il
loro successivo inserimento soprattutto
nelle nostre liste, hanno svilito lo spirito
di cambiamento che chiedevano i
cittadini».
GEOGRAFIE ELETTORALI.
Analizzando, inoltre, la mappa del voto,
circoscrizione per circoscrizione, per
consentire a Calabrò di vincere facile
bastava la “fedeltà” dei candidati ai
consigli di quartiere. Anche se per le
circoscrizioni, così come per il Consiglio
comunale, i risultati delle singole liste
lievitano grazie anche alla preferenza di
genere che rende meno quantificabili,
ma comunque tangibili le “distanze” tra
gli elettori “attratti” dai candidati
consiglieri e quelli “portati” al sindaco,
sono sotto gli occhi di tutti i divari tra il
numero di preferenze ottenute nelle
singole circoscrizioni dalla coalizione di
centrosinistra e i voti assegnati a Felice
Calabrò. Il I quartiere, ad esempio, ha
fatto registrare un “distacco” di circa
4500 preferenze, mentre nel II si arriva
a 6mila. Nella III circoscrizione, la cifra
aumenta, con 8466 voti “mancanti”.
Nella IV, il divario si assottiglia di nuovo
con circa 3mila voti di differenza, mentre
nella V è abisso: quasi 8mila voti “persi”.
Nella VI sono, invece, meno di 3mila i
voti che mancano all'appello. Qualche
dato interessante sulla “spinta”
impressa al risultato di Felice Calabrò lo
si evince anche dai risultati degli eletti al
Consiglio comunale, analizzando gli
exploit di consiglieri e liste in alcuni
seggi. Fanno rumore, ad esempio, i dati
della sezione 14 di Santo Stefano medio
dove Calabrò ha ottenuto 457 voti,
mentre la somma delle preferenze
assegnate ai soli consiglieri di Pd, Udc e
Dr fa 521 e dove colpiscono i 112 voti di
Salvatore Magazzù. O ancora quelli
della sezione n.19 della scuola
elementare di Mili marina, dove Calabrò
ha ottenuto al secondo turno circa 224
preferenze, ma spiccano i 290 totali
dell'Udc, con 107 voti andati all'uscente
Mario Rizzo. O ancora la sezione 47 di
Santa Lucia sopra Contesse dove,
messi assieme, solo i voti di Pd e
Megafono risultano 227, mentre quelli di
Felice Calabrò 184. O ancora più
eclatante il caso della sezione n.6 di
Altolia, dove solo i Dr ottengono 165
preferenze, mentre Calabrò 92.
28 GIUGNO 2013
A TU PER TU
«Un’elezione e un desiderio»
L’opinione del costituzionalista Michele Ainis
MESSINA. «La vittoria di
Renato Accorinti
rappresenta un segnale
fortissimo e una richiesta
di discontinuità rispetto
alla storica egemonia
che partiti e politici di
lungo corso hanno
esercitato a Messina».
Pur precisando di non
avere una percezione
chiarissima di quello che
si muove nel sottobosco
politico della città e
chiarendo di sentirsi
ormai come un
“marziano” dello Stretto,
il costituzionalista
Michele Ainis, che
qualche mese fa, aveva
declinato l'invito di
candidarsi a sindaco per
il centrosinistra, spiega
così il “ciclone” Accorinti:
«La sua elezione è frutto
del desiderio di adottare
strumenti nuovi, annida
in se' il sentimento di chi
non ne può più degli
oligarchi che hanno
ridotto una città in
mutande, offendendo
persino il comune senso
del pudore. Messina è
sempre stata una città
governata da poteri
trasversali, massonici e
occulti. Con partiti e
istituzioni che si
combattono in pubblica
piazza e poi si
accordano in privato. E
viceversa». Dichiarando
di non propendere per la
teoria del «suicidio
deliberato causa crack
delle casse comunali»,
Ainis commenta così la
sconfitta del
centrosinistra: «Lo
stesso Calabrò era
sostenuto da una
coalizione caratterizzata
da trasversalità. A
vincere così è stato il
rifiuto delle solite
nomenclature. Non ha di
certo perso lui, ma quello
che, nel senso comune,
egli rappresentava. Era
un tappo che doveva
saltare». Ainis, ritornato
a Messina pochi giorni
prima del voto, ha deciso
di partecipare da
“osservatore incuriosito”
a una delle
manifestazioni a
sostegno di Accorinti.
«Non me la sono sentita
di salire sul palco, la mia
presenza tra il pubblico è
stata più che altro un atto
di simpatia.
Sinceramente non mi
aspettavo che Renato
vincesse, anche se in
realtà avevo
l'impressione che
sarebbe stato votato da
un elettorato piuttosto
vario. Mia madre, che ha
85 anni, mi aveva
espresso la volontà di
votarlo e, persino sua
sorella, 88 anni e un
credo politico
completamente diverso,
ha fatto lo stesso». Ma
chiarisce: «Così come a
Roma, in realtà, con la
metà degli aventi diritto
che si recano alle urne,
più che festeggiare, si
dovrebbe recitare un
requiem della politica.
Anche per chi ha vinto
adesso arriveranno
momenti duri: il giorno
dopo l'elezione è sempre
quello più difficile. È
certamente gratificante
non vincere per alchimie
di palazzo, ma grazie al
trascinante entusiasmo
popolare che si è stati
capaci di creare.
L'entusiasmo, però, è
come una bella donna:
può tradirti da un
momento all'altro». Ainis
cita il caso del
“Megafono” e dei 5
Stelle: «Il boom di
queste realtà è stato
generato dal forte
desiderio di rivoluzione,
ma oggi il loro consenso
oggi è in declino. Spero
non accada la stessa
cosa a Messina. Ho letto
i nomi degli assessori
che compongono la
giunta. Non li conosco
tutti, ma credo che alcuni
abbiano buone capacità.
La speranza è che
riescano a far bene».
QUI CENTRO
E D’alia apre a Renato
Il ministro pronto ad aiutare l’amministrazione
MESSINA. «Siamo ovviamente molto dispiaciuti per il risultato di Messina - ha commentato il ministro Gianpiero D'Alia dopo l'esito del ballottaggio - ma rispettiamo le scelte dei cittadini e ci assumiamo le responsabilità di quanto accaduto. A Felice Calabrò, una persona seria che avrebbe fatto molto bene il sindaco, va il nostro ringraziamento
e la nostra solidarietà per questo epilogo così sfortunato. Ora, terminata la campagna elettorale – ha continuato - è il momento di accantonare le divisioni e collaborare, ognuno nel proprio ruolo, per il rilancio della città. Sono certo che Renato Accorinti, persona che conosco e stimo, saprà anteporre a tutto il bene di Messina e dei messinesi. Al nuovo sindaco e alla sua squadra che reputo di assoluta qualità auguro buon lavoro». È stato il primo politico messinese di rango
ad aver chiamato Renato Accorinti all'indomani della vittoria, D'A-
lia, che ha inoltre spiegato: «Renato è una persona responsabile, auspico che si sviluppi una collaborazione col Consiglio comunale per
risolvere i problemi esistenti. Non mi pento che l'Udc non abbia partecipato alle primarie con un proprio candidato, perchè così come sono state concepite dal Pd servono poco e niente, anzi in alcuni casi
complicano la situazione. E non so sinceramente se questa sia stata la causa della sconfitta di Calabrò, certo che è al primo turno i cittadini scelgono la coalizione più che il candidato sindaco, mentre al
ballottaggio scelgono la persona, penso che abbia inciso anche il voto di protesta concentrato su Accorinti». E sul futuro dell'amministrazione messinese D'Alia dice: «Noi possiamo sviluppare una collaborazione con Renato Accorinti su diversi fronti, il primo riguarda circa
200 milioni di euro per opere pubbliche importanti come il secondo
approdo e la strada del mare, o ancora opere di riqualificazione ambientale che ha gestito e gestisce l'Ufficio del Genio Civile, o ancora
sul fronte del risanamento economico e finanziario del Comune e su
battaglie che già ci hanno unito come la progettazione di un modello
Messina alternativo a quello del ponte sullo Stretto». (T.C.)
pagina 11
Gianpiero D’Alia
T.C.
28 GIUGNO 2013
primopiano
TURN OVER. In una settimana, nuovi inquilini al Comune, all’Ateneo e alla Provincia
Messina cambia volto
Insieme a Renato Accorinti, vanno ad occupare poltrone di vertice il Magnifico Pietro Navarra
e il commissario Romano. Designazioni in arrivo al Tribunale, Camera di Commercio e Teatro
DI DANIELE DE JOANNON
MESSINA. Una città che “cambia dal
basso” ma che sta vedendo e vedrà
rinnovarsi le poltrone più alte nel breve
volgere di un paio di mesi. Già, perché
lʼonda dellʼelezione “inaspettata” di
Renato Accorinti bagnerà non solo i
sottogoverni legati al primo cittadino. In
ballo, ci sono infatti anche altri palazzi
dove le poltrone di vertice sono
destinate a trovare un nuovo titolare.
IN CONTEMPORANEA. Nel giro di una
settimana, non solo lʼingresso a piedi
nudi di Accorinti ha dato uno scossone
al palazzo più sfortunato e
commissariato, il Comune, ma anche
allʼUniversità di Messina cʼè stata la
svolta. A indossare lʼermellino prima del
suo ingresso naturale in carica è stato il
vincitore delle elezioni, Pietro Navarra,
che ha ricevuto lo scettro dal
dimissionario Franco Tomasello, al
governo dellʼAteneo per quasi un
decennio. Classe 1968, un cognome
che ha fatto la storia del Policlinico, il
giovane Magnifico è ordinario alla
Facoltà di Economia ed è un cervello
rientrato in città, visto che dopo la
laurea, nel 1990, si era perfezionato
presso le Università di Pavia e
Buckingham. Sempre quasi in
contemporanea ad Accorinti, ha preso
“possesso” della Provincia regionale
Filippo Romano. Quarantasei anni,
messinese, sposato con la segretaria
comunale Evelina Riva, è viceprefetto
dal 2009. Dopo una rapida presenza a
Udine, e poi allʼufficio legislativo del
Ministero dellʼInterno, ha prestato
servizio a Reggio Calabria, Vibo
Valentia e Lecce. Ma la sua esperienza
più appassionante, più che a Platì e a
Taurianova, dove è stato chiamato a
gestire i Comuni sciolti per mafia, lʼha
fatta insieme ad altri due commissari a
Canicattì, nellʼex patria di
Mangialasagne, alias lʼonorevole Lo
Giudice, Udc, una sorta di Ciccio
Mazzetta della tangente in Sicilia.
Romano vive in una casa settecentesca
nel quartiere storico del Tirone, a
Messina, preda di incuria per decenni
e, fino a pochi anni fa, di un enorme
carico edilizio con la società Stu.
EFFETTO ACCORINTI. Oltre agli
incarichi nel consigli di amministrazione
delle società partecipate e speciali del
Comune, Accorinti dovrà accelerare sul
Teatro di Messina. Allʼindomani della
sua elezione, infatti, ha rassegnato le
dimissioni il presidente Luciano Ordile,
targato Unione di Centro e fondatore,
da assessore regionale, dello stesso
ente.
ALTRI PALAZZI. In attesa di nuovi
vertici sono anche la Camera di
Commercio, che deve ricostituire gli
organi di gestione e da aprile è affidata
a Franco de Francesco, e il Tribunale.
Per la guida di palazzo Piacentini, ad
aprile, la commissione incarichi direttivi
del Csm aveva indicato Antonino
Totaro. Si attende però il sigillo del
Plenum. Sempre a Palazzo di Giustizia,
va definito il nuovo Procuratore
Generale (a farne le veci è Melchiorre
Briguglio) dopo il pensionamento di
Franco Cassata, che ha così
preceduto la sua incompatibilità in
seguito a una condanna da parte del
Giudice di Pace di Reggio Calabria per
diffamazione ai danni della memoria di
Adolfo Parmaliana. (D.D.J.)
CHI ENTRA
E CHI ESCE
Al centro,
Filippo Romano,
il commissario
alla Provincia
regionale
che guiderà
lʼente fino
al definitivo
scioglimento.
Accanto,
Luciano Ordile,
che ha rassegnato
le dimissioni
da presidente
del Teatro di Messina.
A destra,
Franco Cassata
ex procuratore
generale
di Palazzo Piacentini
pagina 12
centonove
CATANIA
Rivoluzione Liotta
Svolta a Palazzo Minoriti
CATANIA. Non solo ordinaria amministrazione, per i commissari inviati a
gestire le Province regionali. A Catania, ad esempio, Antonella Liotta sta
rivoluzionando lʼente, ma con sobrietà e senza proclami, dopo che sono venuti al pettine alcuni nodi della
gestione dellʼex presidente Giuseppe
Castiglione. Prima ha revocato lʼincarico di presidente dellʼOrganismo indipendente di valutazione allʼavvocato-professoressa Loredana Zappalà
che, violando lʼesclusività prevista
dalla legge, aveva ricevuto altri due incarichi uguali dalla famiglia FirrarelloCastiglione (al Comune di Bronte e allʼAto Acqua). Poi ha inoltrato una relazione alla Corte dei conti in seguito
ad unʼinterrogazione consiliare che
evidenzia come lʼex direttore generale Carmen Madonia avrebbe percepito compensi non dovuti per decine di
migliaia di euro. Ultima mossa la sostituzione del ragioniere generale
Francesco Schilirò, il cui operato nel
febbraio scorso è stato censurato
proprio dalla Corte dei conti, che gli
ha attribuito lo sforamento del patto
di stabilità con il bilancio 2010, mentre sono in corso ulteriori accertamenti interni sulla cattiva gestione del
“caso Ifi”, una vicenda da 23 milioni di
euro. A spingere Schilirò a chiedere il
trasferimento, questa la motivazione
ufficiale, sarebbero le precarie condizioni di salute, che, però, non gli hanno impedito di recente di correre per
la carica di sindaco di Castel di Judica, con risultati per lui deludenti.
Dei nove commissari da designare,
mancano ancora quelli di Agrigento
ed Enna. Per il resto, il Governo Crocetta ha effettuato tutte le altre designazione. I “nuovi” sono Domenico
Tucci a Palermo, Alessandro Giacchetti a Siracusa e il già citato nel pezzo accanto Filippo Romano a Messina. Restano in carica i quattro uscenti: oltre a Liotta , Darco Pellos a Trapani, Giovanni Scarso a Ragusa e Raffaele Sirico a Caltanissetta.
Politica
28 GIUGNO 2013
centonove
BALLOTTAGGI. Il Movimento conquista il suo primo capoluogo siciliano
Grillo, successo Piccitto
Con il 69% l’esponente di 5 Stelle espugna Ragusa e batte Giovanni Cosentini, sul cui nome
si era registrata anche una spaccatura. Esulta il presidente Crocetta, con una “giravolta”
PALERMO. Cʼè chi, come Davide
Faraone, parla di un successo dei
renziani (corrente alla quale approda
anche il sindaco di Agrigento Marco
Zambuto, lasciando lʼUdc). Cʼè poi il
segretario regionale del Pd, Giuseppe
Lupo, che si dice più che soddisfatto
dallʼesito dei ballottaggi che premiano il
partito. E cʼè, infine, il presidente della
Regione Rosario Crocetta, il quale, con
una giravolta spaziale, trasforma i due
risultati più importanti del secondo turno,
Messina e Ragusa, come un successo
del modello Sicilia contro la vecchia
politica. Quella stessa cui era accanto
nei comizi di chiusura.
RINASCE IL 5 STELLE. In un secondo
turno dallʼaffluenza bassissima, oltre alla
vittoria dellʼoutsider Renato a Accontinti
a Messina, lʼaltro dato rilevante è il trionfo
del Movimento 5stelle a Ragusa, che
diventa il primo comune targato Grillo in
Sicilia. Federico Piccitto, infatti, è
sindaco col 69%, più del doppio dei voti di
Giovanni Cosentini, già vice sindaco ed
ex cuffariano, sostenuto da Pd, Udc e
dall'ex sindaco Nello Dipasquale, che
dopo aver voltato le spalle al Pdl, è
transitato, col suo movimento “Territorio”,
nel Megafono, la creatura politica del
governatore siciliano. Piccitto vince e
stravince. Il neo sindaco conquista anche
il premio di maggioranza, ottenendo 20
dei 30 seggi in consiglio comunale. Per i 5
Stelle è un nuovo punto di partenza dopo
le debacle del primo turno. Così il capo dei
portavoce allʼArs, Giancarlo Cancelleri:
«Il lavoro per noi comincia adesso. Sarà
un banco di prova duro, ma
entusiasmante, visto che potremo operare
non più da opposizione e con la grande
opportunità di dimostrare a tutti cosa è
unʼamministrazione a 5 Stelle».
CROCETTA COME GOKU. Come un
campione di “Dragonball”, il presidente
della Regione ha ribaltato un risultato
IL SINDACO. Federico Piccitto
RESPIRO A SIRACUSA. Il centrosinistra
respira nel terzo capoluogo, Siracusa,
dove il candidato di sostenuto dal Pd e
dalle liste civiche Rinnoviamo Siracusa
Adesso!, il Megafono e Garozzo Sindaco,
è il nuovo sindaco dopo la vittoria su
Ezechia Paolo Reale, rimasto fermo al
47,60%. Ma le polemiche interne al Pd in
Sicilia sono aperte, come dimostra il caso
di Valentina Spata, la giovane dirigente
del partito che è stata espulsa per aver
dichiarato il suo appoggio al candidato
grillino, schierandosi contro il candidato di
bandiera, Giovanni Cosentini.
LA SCHEDA
Chi trionfa e chi fa un tonfo nei 13 Comuni
G ROSOLINI. Vince Corrado Calvo, appoggiato da 4 liste civiche
ed eletto col 52,23%. Alle sue spalle Pippo Incatasciato (civiche).
G ADRANO. Vince Giuseppe Ferrante (Pdl) con il 57,62% contro lʼex deputato Pdl Fabio Mancuso, sostenuto da tre civiche.
G GIARRE. Vince Roberto Bonaccorsi (centrodestra), che raccoglie il 51,98%. Battuto Salvatore Andò (Pd+civiche).
G BELPASSO. Vince Carlo Caputo (Articolo 4+civiche) con il
56,4% sullo sfidante, Santo Pulvirenti (Udc, Pdl e civiche).
G BIANCAVILLA. Vince Giuseppe Glorioso (Pd, Articolo 4 e civiche) col 59,34% contro Antonio Bonanno (centrodestra).
G MASCALUCIA. Vince Giovanni Leonardi (Pdl, Articolo 4 e civiche) col 51,7%. Batte Vincenzo Antonio Magra (civiche), che si
ferma al 48,3%
Pd, un nuovo corso
Piro e Crisafulli anti-Megafono
PALERMO. Lʼappuntamento è venerdì
mattina al jolly Hotel di Palermo e il nome dato alla convocazione dai maggiorenti del partito non ha equivoci: “Il
nuovo corso del Pd”. Allʼincontro ha
confermato la sua presenza anche il
Presidente della Regione Rosario Crocetta. Che si troverà davanti le varie
anime del Pd, dallʼarea ex Mattarella alla quale appartiene Wladimiro Crisafulli, allʼarea Letta rappresentata da Pino Apprendi, a quella liberal del sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Beretta, a quella renziana di Fabrizio Ferrandelli. Lʼinvito è stato esteso anche
alla corrente “Innovazioni” di Francantonio Genovese e Nino Papania,
dalla quale si sta staccando sempre
più lʼex ministro Salvatore Cardinale
che forma un gruppo a sé, con i Democratici Riformisti. Tante anime che
concordano tutte su un unico punto: il
Megafono di Rosario Crocetta deve indicare se è un partito indipendente o
no. Se è così stia fuori dal Pd…. «Quel-
Piro
che inchioderebbe anche il Megafono e
ha sparato una “onda energetica” contro
gli alleati: «Considero enormemente
positivo non solo il risultato dei comuni
dove hanno vinto candidati del
centrosinistra, ma anche il dato che
viene fori a Ragusa e Messina, laddove a
vincere sono sindaci espressione dei
movimenti. Tutto ciò deve fare riflettere la
vecchia politica, laddove il centrosinistra
ha perso è soltanto perché i nostri
candidati non sono apparsi come
interpreti della domanda di
cambiamento».
Così il secondo turno
REAZIONI
G SCORDIA. Vince Franco Tambone (Pd e Megafono) col
63,71%. Batte Rocco Sciacca (civiche).
G PIAZZA ARMERINA. Vince Filippo Miroddi (Udc+civiche) col
61,95%. Batte Maurizio Prestifilippo (centrodestra), che si ferma
al 38,05%.
G PARTINICO. Vince Salvo Lo Biundo che batte al ballottaggio
Gianfranco Bonnì. Lo Biundo, sostenuto da sette liste (tra le quali il Megafono), ha ottenuto 7.766 voti, pari al 55,89% per cento
contro i 6.129 dello sfidante che si è fermato al 44,11%
G COMISO. Vince Filippo Spataro appoggiato da Udc, Pd, Territorio e due civiche contro Giuseppe Alfano (centrodestra).
G MODICA. Vince Ignazio Abbate (Udc+civiche) col 63,12%
G PALMA DI MONTECHIARO. Vince Pasquale Amato, sostenuto dal Pdl e da due liste civiche, contro Rosario Bellanti, sostenuto dal Cantiere popolare e da tre liste civiche.
G ACI SANTʼANTONIO. Vince il renziano Santo Caruso
(53,96%). Ha sconfitto Enzo DʼAgata (46,04%), ex consigliere
provinciale sostenuto dal centrodestra.
pagina 13
PiroCapodicasa
la che si è venuta a creare - spiega a
Centonove il portavoce del gruppo
Franco Piro - è davvero una situazione
imbarazzante: ci troviamo in presenza
di un partito bi-facciale. Il Megafono è
nato come lista di appoggio al Presidente, poi ha cominciato a fare gruppo
a sé, ha cominciato a presentare liste
a parte, è arrivato a nominare anche i
coordinatori provinciali con una storia
politica discussa, spesso in contrasto
con le indicazioni del partito, per arrivare poi alle ultime elezioni amministrative, dove in molte città, come Piazza Armeriana, si è trovato in posizioni
discordanti rispetto al partito. Una situazione francamente insostenibile».
Ad essere critici per i comportamenti
di Crocetta, che si muove «senza dare
ascolto a nessuno sul territorio», ci sono vari presidenti di commissione, come Antonello Cracolici, che si occupa
di Riforme Istituzionali e di Bruno Marziano, che presiede le Attività Produttive. Forte del rapporto con il senatore
Beppe Lumia, Crocetta si sta muovendo, secondo il partito, in maniera ondivaga: da una parte sostiene di non volere fare nessun rimpasto, dallʼaltra si
attornia di tecnici scelti a suo piacimento e poi in vari enti, strizza lʼocchio
al centrodestra e nomina personaggi
come Lo Maglio o anche come Bufardeci, lʼex sindaco di Forza Italia di Siracusa indicato al consiglio di Giustizia amministrativa.
Politica
28 GIUGNO 2013
centonove
SANTA TERESA DI RIVA. Il comune alle urne per votare i rappresentanti dei distretti
Al quartiere voto Focaccina
Il sindaco Cateno De Luca ha istituito nel regolamento comunale le nuove figure.
Settantadue i candidati per 54 poltrone. Ecco i papabili. Con tanto di soprannomi
DI
MASSIMO FERRARO
SANTA TERESA DI
RIVA. Si scalda il clima
alla vigilia della prima
storica disputa elettorale
per lʼelezione dei comitati
di quartiere. Un vero e
proprio banco di prova per
lʼamministrazione De Luca
che aprendosi al confronto
– anche serrato in taluni
casi – con la base
elettorale mette in gioco la
propria credibilità ad un
anno dallʼinsediamento col
rischio di non raggiungere
il quorum del 15 per cento
degli aventi diritto al voto e
non dei votanti che sono
un bel gruzzolo di cittadini.
Dopo una partenza in
sordina nel centro jonico
messinese si è creato un
bel fermento con i nuovi
“politici in provetta” che
hanno risvegliato negli
elettori una nuova voglia
Alcuni candidati ai distretti di Santa Teresa di Riva
di partecipazione che fa
da contraltare alla tipica
apatia che ha contraddistinto i
santateresini negli ultimi lustri i quali
hanno assistito inerti al lento declino
del proprio paese. Sono 72 i candidati
che si giocano i 54 posti a disposizione
nei sei quartieri. Sono previsti nove
componenti per ogni distretto, il primo
degli eletti svolgerà le funzioni di
presidente. Ogni quartiere vive realtà
ed equilibri diversi con approcci
differenti alla campagna elettorale, in
alcune zone si arriverà alle urne con un
accordo comune tra i concittadini in altri
invece impera la caccia alla preferenza
che prevede la doppia indicazione con
lʼopzione di genere per facilitare la
presenza femminile. Impazza in paese
Cateno De Luca
il “ toto presidente “ zona per zona. In
Il manifesto di Sebastiano Leo
quel di “Baracca-Catalmo” il primo a
promuovere la lista è stato Sebastiano
Leo in arte “focaccina” con tanto di
manifesto, cammina in coppia con
Antonella Aliberti, presidente
dellʼAssociazione “Dispari” e da sempre
impegnata con piglio e determinazione
nellʼaffrontare tematiche sociale. Leo è
dato tra i favoriti, girano anche i nomi di
Marco Serri, Danilo Impellizzeri e
Agatina Salimbene. “Ciumaredda Portosalvo-Cantidati” vede in lizza il più
giovane dei candidati Cristian Triolo
con appena 18 anni. Si sentono i nomi
di Annalisa Miano, Sebastiano Aliberti,
Santino Scarcella e Filippo Oneri. Nel
quartiere “Centro-Torrevarata” spicca il
nome di Paolo Cicciò candidato nella
lista di Carlo Lo Schiavo alle ultime
comunali dovrebbe girare al fianco di
Mariella Di Bella, sorella di un noto
imprenditore della distribuzione
alimentare locale. Presenze femminili
“importanti” con Marcella Triolo,
Patrizia Lezzi e Graziella Ascensione.
“Bucalo-Sparagonà “ vanta il maggior
numero di numero di candidati
(quindici) con una lotta serrata nella
corsa alla presidenza. Tra i favoriti
Giovanni Remato, Rosario Pasquale,
Giuseppe Migliastro e Rossella
Sturiale. A “ Misserio-Fautarì “ lʼunico
consigliere comunale ed aspirante
“reggente” Santino Veri sembrerebbe
orientato a portare sullo scettro lo
“straniero” Antonino Briguglio che
dovrebbe misurarsi con lʼunica
candidata donna Patrizia Triolo.
Outsider Giuseppe Tamà e lo chef
Giuseppe Micalizzi che si è prodigato
più di una volta al servizio della
comunità locale pur non ricoprendo
nessun ruolo istituzionale. In ogni caso
tutti eletti essendo nove candidati per
nove posti. Il quartiere modello dove si
è respirato aria di collaborazione e
spirito solidale è quello di “ GiardinoQuartarello- S. Gaetano “ dove tutti i
residenti riunitisi in una cena conviviale
preparata dalle famiglie hanno deciso di
puntare unilateralmente sullʼAvvocato
Buono che sarà il presidente designato
sin dalla vigilia.
SANT’AGATA MILITELLO
Il consiglio che traballa
L’aula sceglie il presidente Antonio Scurria.
Ma la poltrona di qualche eletto “vacilla”
SANTʼAGATA MILITELLO. Maggioranza ed opposizione giovedì sera si sono confrontate in consiglio dimostrando di essere blindate, ma non si esclude che lo
scontro possa diventare più aspro dei toni palesati durante lʼultima campagna elettorale. Lʼelezione a presidente del consiglio di Antonio Scurria ha sancito che lʼoperato del sindaco e della sua giunta, sarà posta al vaglio di una maggioranza consiliare rigorosa e puntuale.
Il presidente Antonio Scurria nel porre lʼattenzione sul
dato elettorale, in cui i cittadini hanno scelto una mag-
gioranza consiliare politicamente opposta rispetto al
nellʼesclusivo interesse della comunità. Ma la combatsindaco risultato eletto, ha auspicato un clima di dialotiva Elisa Gumina ha rispedito al sindaco Sottile lʼego tra tutti i consiglieri, garantendo il suo ufficio di asspressione poco felice che il risultato elettorale aveva
soluta imparzialità. Ma lʼauspicio del presidente Scurdecretato il verdetto di “SantʼAgata città liberata”. “Liria è stato rivolto a tutte le forze politiche affinché “ prenberata da chi?” ha chiesto la portavoce della maggiodano atto di un risultato elettorale chiaranza Elisa Gumina, ribadendo i trarissimo, in cui eventuali, seppur legittiguardi di progresso civile raggiunti dalla
mi, strascichi giudiziari, non potranno in
comunità pacificata negli ultimi dieci analcun modo contribuire alla distensione
ni di gestione amministrativa lungimidel clima politico. La posizione di elegrante. Alla prestigiosa carica istituzionagibilità dei venti consiglieri eletti potreble Scurria è approdato con i voti dei conbe essere sottoposta a severi esami. Ansiglieri eletti nella coalizione delle cinche il sindaco Carmelo Sottile, nel dique liste di riferimento al candidato a sinscorso del suo giuramento fatto durandaco, Benedetto Caiola, risultato sconte la seduta consiliare ha chiesto di trofitto dal responso delle urne, e che hanvare momenti di incontro tra maggiono conquistato la maggioranza nel conranza ed opposizione, per ricercare sosiglio comunale.
luzioni condivise tra consiglio e giunta, Il presidente Antonio Scurria
Nino Dragotto
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centonove
Politica
28 GIUGNO 2013
FURCI SICULO. A Matteo Francilia sta stretta la sconfitta per soli 29 voti
Ricorso sotto l’ombrellone
Il politico dell’Udc si appresta a contestare la vittoria del neo sindaco Sebastiano Foti
e si rivolge al Tar. Verifica per l’elegibilità della consigliera Maria Vera Scarcella
DI GIUSEPPE PISTONE
FURCI SICULO. Mentre
lʼamministrazione Foti si
prepara a ripartire con
lʼelezione del presidente del
consiglio, Gianluca Di Bella,
e del suo vice, Rosaria
Ucchino, la lista avversaria
“Lavoriamo per Furci” con
Matteo Francilia sindaco,
annuncia ricorso al giudice
onorario o in ultima ipotesi
anche al Tar. La notizia non
è ancora ufficiale, ma negli
ambienti politici circola con
insistenza ed ha già messo
in fibrillazione i neo eletti.
Dunque Matteo non ha
digerito per nulla la sconfitta
elettorale per soli 29 voti e
sarebbe pronto a giocarsi
ancora lʼultima carta
tentando di ribaltare lʼesito
elettorale. A dimostrarlo una
nota protocollata dallʼex vice
sindaco Francesco Rigano,
finito tra i banchi della
minoranza, il quale avrebbe
chiesto tutta la
documentazione inerente le
operazioni di voto. «Stiamo
Matteo Francilia
raccogliendo dati e
informazioni per valutare il
del Udc». Poi si sfoga. «In realtà i cittadini
“caso della presunta ineleggibilità di Maria
di Furci hanno perso unʼoccasione di
Vera Scarcella” e soprattutto sul conteggio
azzerare il vecchio modo di fare politica –
dei voti – spiega il capogruppo di
dice Francilia - ma continueremo a lavorare
Minoranza Rigano. Insomma stiamo
in direzione del cambiamento e del
facendo unʼanalisi del voto per capire se ci
sono i presupposti per il ricorso. Ma ancora rinnovamento al di la del ruolo
istituzionale». Infine lancia un monito,
è prematuro. Ne riparleremo tra qualche
invitando il sindaco Foti a fare bene il suo
settimana». Mentre Matteo Francilia non
dovere per il paese”. A gettare un sasso
conferma né smentisce. “Non me ne sto
nello stagno è stata una lettera – denuncia
occupando personalmente - dice al
indirizzata alla segretaria comunale
telefono - ho delegato Rigano. In questo
Giuseppina Minissale in cui viene
momento sono impegnato tra Palermo e
contestata “lʼincandidabilità e
Roma a lavoro con il Ministro Gianpiero
lʼineleggibilità” del consigliere eletto Maria
DʼAlia in attesa di definire i ruoli allʼinterno
Il sindaco Sebastiano Foti
Vera Scarcella (la più votata 409
preferenze) in quanto componente del
consiglio di amministrazione del consorzio
universitario jonico, di cui Furci Siculo è
comune capofila. Una lettera che porta la
firma di Melo Freni, ex assessore della
giunta di Bruno Parisi, (candidato non
rieletto). Contestazione che però non
troverebbe riscontro in quanto Maria Vera
Scarcella si sarebbe già dimessa prima dal
consorzio il 13 giugno scorso e qualche
giorno dopo anche dal consiglio comunale.
Notizia che avrebbe suscitato qualche
perplessità. «Questo esposto – denuncia
non ha sortito alcun effetto – spiega Maria
Vera, 38 anni, avvocato di professione - è
stata solo una lettera pretestuosa, non
capisco lʼintento, ma alla fine non ho nulla
da temere». Intanto il sindaco ha già
assegnato le deleghe, nominando
assessori Sandro Niosi, Saverio Palato,
Maria Vera Scarcella e Raffaella Anastasi.
Per la vice sindacatura non ha sciolto
ancora le riserve.
Ancora non ha assegnato la delega. Ma
una cosa è certa - assicura il primo
cittadino - il nome verrà fuori da un
componente della sua giunta. Indiscrezioni
rivelano che potrebbe essere Maria Vera
Scarcella, la più discussa del momento.
Capogruppo di maggioranza è stato
nominato Santino Settimo. Con le
dimissioni dei 4 consiglieri passati in giunta,
entrano in consiglio Concetto Ralli, Agatino
Pistone e Angelo Garufi. «Ancora manca il
bilancio preventivo – spiega il neo
assessore allo Sport, Turismo e Politiche
giovanili, Saverio Palato – e siamo costretti
a navigare a vista, ma anticipa che entro
fine luglio ci saranno delle straordinarie
novità lavorative per i giovani». Poi per le
manifestazioni estive ha già in programma
un cartellone di grandi eventi a costo zero,
con film dʼautore nella cavea di Furci verde
e notti bianche da sogno ogni sabato
dʼagosto, chiudendo al traffico il
lungomare. Il neo assessore alla pubblica
istruzione e protezione civile, Sandro Niosi,
punta invece allʼoriginalità, alla concretezza
e allʼinnovazione per dare una svolta al
paese.
ALI’ TERME
Aula ad “alta tensione”
L’elezione di Lorenzo Grasso tra le ire
dell’opposizione. Marino sceglie l’esecutivo
ALIʼ TERME. Nessuno sembra voler archiviare la campagna elettorale. In paese si respira ancora un clima ad
alta tensione. Politica sʼintende. Tantʼè che il giorno della proclamazione degli eletti si è dovuto ricorrere a sospendere la seduta per 5 minuti in quanto lʼex sindaco
Lorenzo Grasso non avrebbe permesso alcun intervento prima delle dichiarazioni di voto per la presidenza del consiglio. Eʼ bastato a scatenare in aula un putiferio con il consigliere di minoranza, Teresa Vittiglio che
alla fine ha preso la parola. Dunque le elezioni non so-
no state ancora cancellate. E cʼè chi tenta una rivalsa
elettorale. Come lʼex sindaco, Antongiacomo Rizzo surclassato anche questa volta, che in consiglio potrà contare solo su unʼesigua minoranza. Intanto il neo sindaco, Giuseppe Marino, ha varato la nuova giunta, stu-
Al centro il sindaco Giuseppe Marino con la sua giunta
pagina 15
diata di concerto con il suo ex sindaco, Lorenzo Grasso, eletto con soli 8 voti dalla maggioranza alla guida
dellʼaula. Mentre la minoranza avrebbe voluto eleggere Giovanna Manganaro, la più votata (223 preferenze).
Vice presidente del consiglio è stato eletto Roberto Romeo. La coalizione di Marino alla fine è rimasta coesa
e senza spaccature, rispettando gli accordi politici per
designare lʼesecutivo amministrativo. Targato poi di fatto sempre “Grasso” nonostante lʼinsuccesso elettorale
che lo ha relegato agli ultimi posti in classifica con appena 85 voti. Ritornano sul podio così Maria Rita Muzzio e Carmelo Sparacino, già assessori uscenti e Marco Di Nuzzo, ex capogruppo di maggioranza. Mentre
Pietro Caminiti è stato “promosso” a vice sindaco. Tommaso Micalizzi, assessore uscente, invece si è accontentato di ricevere la “targhetta” di capogruppo di maggioranza. Insomma un vero rimpasto per non scontentare nessuno.(GIU. PIST)
Politica
28 GIUGNO 2013
centonove
TERME VIGLIATORE. Il sindaco trova la formula giusta e fa quadrare i posti in Giunta e Consiglio
Le alchimie di Bartolino
Il farmacista accontenta i gruppi di Giambò, Sottile e Duci. In aula “piazza” alla presidenza
l’ex sindaco Nicolò Gennaro. Prime scintille all’interno dell’opposizione
DI
PASQUALINO MATERIA
TERME VIGLIATORE.
Allʼultimo, con uno dei suoi
ritrovati magici, Bartolino
Cipriano ritrova lʼequilibrio
politico in seno alla sua
coalizione e con un
escamotage che esce fuori
dal cilindro magico,
accontenta tutti. Ecco
allora che a qualche ora
dallʼinizio
dellʼinsediamento del
nuovo consiglio comunale
di Terme Vigliatore, viene
protocollata la lettera con
la nomina dei nuovi
assessori della sua giunta
nella quale ci sono anche
le deleghe. Non è stato
facile, a quanto è dato
sapere, perché cʼerano dei
gruppi consolidatisi
qualche mese prima delle
elezioni (come quello di
Tonino Giambò con lʼex
La nuova giunta di Terme Vigliatore. Al centro il sindaco Bartolino Cipriano
candidato a sindaco
Angelo Sottile) che ha
quindi era a rischio. Il gruppo dei primi 4
giorni migliori, ottiene la riconferma che
prodotto lʼelezione di tre consiglieri
chiedeva la vice sindacatura, chi la
è già tanto per il momento, avendo altre
comunali (Matilde Trifiletti,
deleghe di “peso”. Fatta la giunta tutto è
collaboratrice da oltre quindici anni dello chiedeva per lo stesso Tonino Giambò
ormai indicato assessore e chi per la
stato più semplice a far eleggere il neo
stesso Giambò; Nino Valenti che fa
figlia del dottor Duci, Florinda, altra neo
presidente del consiglio e il suo vice,
capo al gruppo di vivaisti vicini a
assessore. Allʼultimo, sembra che anche
avendo adesso, dopo questa ritrovata
Giambò; e Tommasa Sottile, nipote di
Crisafulli la chiedesse per se e quindi le
quadra, la possibilità di contare su 10
Angelo Sottile, che fino ad alcuni mesi
cose si erano a quanto pare, complicate.
voti. Prima dellʼinizio dei lavori, lʼex vice
fa era allʼopposizione di Cipriano).
Nella mattinata di martedì 25 giugno,
sindaco e ora consigliere di minoranza,
Coalizione attorno al quale si è mosso
Cipriano trova la quadra e assegna la
Carmelino Costantino, considerato che
lʼaltro gruppo che ha eletto il consigliere
delega di vice alla giovane Duci, nomina
il nuovo consiglio comunale potrà
Carmelo Salamone, sostenuto
che mette dʼaccordo tutti. Lʼaltro
contare sulla presenza di ben sette
dallʼavvocato Carmelo Cicero e dallʼex
assessore Nino Giambò, già designato
donne, con un grande gesto di
sindaco Giovanni Duci. A questi neo
in campagna elettorale, viene
galanteria, ha consegnato loro un
quattro consiglieri, si stava o si è
riconfermato in quota Domenico
mazzo di fiori. Dopodichè i lavori si sono
avvicinato, non è dato capire, anche
Genovese che è stato il primo eletto fra
un poʼ riscaldati perché Nino Cipriano,
lʼassessore uscente, Gino Crisafulli, il
gli uomini con ben 320 voti. Gino
altro consigliere di minoranza e che
quale ha visto rieletta la cugina Carmen
Crisafulli, alla fine, in attesa forse di
sembra destinato a diventarne il
Crisafulli. La maggioranza consiliare
Aurora Caggigi
capogruppo, ha appiccato la miccia nel
suo discorso accusando i colleghi di
maggioranza di arroganza nellʼapplicare
la legge dei numeri e chiedendo un atto
di democrazia che doveva portare questi
ultimi a nominare come vice presidente
un loro rappresentante. Fra Cipriano e
Tommasa Sottile e Domenico Munafò, si
sono riscaldati gli animi che, sommata
alla temperatura sempre più alta della
sala che vedeva una presenza
massiccia di cittadini (ma accade solo
alle prime volte…), faceva presagire ad
un finale imprevisto, ma al momento,
così non è stato. Eʼ stato eletto così
presidente Gennaro Nicolò che adesso
completa gli incarichi in 25 anni di attività
politica che lo hanno visto nellʼassise
pubblica: consigliere, capogruppo di
maggioranza, assessore, vice sindaco e
sindaco fra lʼaltro che ha dovuto subire
anche lʼonta dello scioglimento del
consiglio comunale.Sua vice è stata
eletta la neo consigliere Aurora Stella
Cagigi che non solo ha ottenuto 468 voti
risultando la prima eletta, ma è la prima
diciottenne consigliere comunale nella
storia del paese ma che adesso è anche
la prima vice presidente donna e anche
la più giovane nella storia del comune
che proprio oggi, 28 giugno, festeggerà i
suoi 47 anni di autonomia. La Cagigi,
che per anzianità di voti ha dovuto
presidere la seduta, lʼha fatto con una
maturità del ruolo neanche se fosse una
navigata consigliere comunale, senza
mai farsi prendere dal panico. Forse,
quando si parla di nuova maturità politica
dei giovani non è un azzardo. Tutto a
questo punto potrebbe sembrare risolto,
ma forse non è proprio tutto oro quello
che luccica e fra qualche mese potremo
dire se ci eravamo sbagliati o meno.
MAZZARRA’ SANT’ANDREA
Bucolo: «Non mi dimetto»
Smentite le voci sul ritorno alle urne
MAZZARRAʼ SANTʼANDREA. «Mi dispiace per coloro che
vogliono far credere il contrario, ma Mazzarrà SantʼAndrea
non si tornerà a votare a breve». Risponde così il sindaco
Salvatore Bucolo a coloro che provocatoriamente affermano che il primo cittadino è pronto a dimettersi. Allʼindomani
della pubblicazione del resoconto annuale che il sindaco intende, comunque, presentare alla cittadinanza, lo stesso
Bucolo rassicura tutti che non vi saranno prossimi appuntamenti elettorali. «Capisco che molti vorrebbero interpretare a proprio uso e consumo il senso del della relazione che
farò alla comunità mazzarrese sul mio primo anno di attività
amministrativa – dichiara Bucolo –. Capisco, inoltre, che i
miei avversari vorrebbero approfittare di questi momenti di
difficoltà che il comune sta attraversando, a causa della disastrosa situazione economica ereditata dalla precedente
amministrazione, per far credere che vi sono scontri con la
società Tirreno Ambiente, ma hanno fatto male i conti». A
Salvatore Bucolo
pagina 16
tal proposito, il sindaco Bucolo ci tiene ad evidenziare che il
resoconto che nei prossimi giorni presenterà alla cittadinanza è anche finalizzato a fare chiarezza: «Nonostante i
debiti ereditati, che ci vedono costretti a pagare ogni anno
rate pari a 600 mila euro - continua - sono stati molti gli obiettivi raggiunti come “lʼassistenza economica finalizzata” con
un progetto rivolto ai più bisognosi; lo sconto del 50% sullʼImu sulla prima casa per il 2012; sono state organizzate diverse attività sociali e tante sono state anche le opere realizzate come i lavori di restauro del tetto delle scuole e quelli al campo sportivo, la realizzazione dei bagni pubblici al
centro civico (lavori in itinere); lʼabbattimento delle barriere
architettoniche al Municipio. «Ritengo di poter migliorare la
situazione con il recupero dei crediti per i quali ho avviato azioni legali – conclude Bucolo- sia per il recupero quote della società mista Tirreno Ambiente, che per
il recupero dellʼequo indennizzo vantato dal comune nei
confronti della stessa società».
Sicilia
centonove
28 GIUGNO 2013
INCHIESTA. L’esponente politico del Pd indagato con l’accusa di aver usato soldi pubblici a fini personali
Formazione Genovese
Nell’inchiesta finisce anche il cognato Franco Rinaldi, deputato dell’Ars ed Elio Sauta, ex consigliere comunale.
Nel mirino della Procura la rendicontazione delle spese generali di alcuni enti di proprietà
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Franco Rinaldi, mister
preferenze, il più votato alle ultime
elezioni per il rinnovo dellʼArs, cognato di
Francantonio Genovese, il leader del Pd
siciliano e deputato nazionale, aveva
ammesso con sfontatezza davanti alle
telecamere di Report che “gli enti di
formazione” che i due esponenti politici
controllano direttamente e indirettamente
mediante prestanomi e familiari “sono dei
bacini clientelari”. La Procura della
Repubblica di Messina si è fatta lʼidea che
oltre a servire per dare lavoro e
raccogliere, quindi i voti, gli enti sono
serviti tra il 2007 e il marzo del 2013 per
drenare, attraverso raggiri ed artifici,
risorse pubbliche destinate alla
formazione e usate poi a fini personali.
Unʼidea che è un ipotesi di reato, tutta da
verificare e riscontrare con elementi di
prova, a cui lavora un pool di magistrati
coordinati dal procuratore aggiunto
Sebastiano Ardita.
Sul registro degli indagati con lʼipotesi di
associazione per delinquere finalizzata
alla truffa e al peculato continuati sono
finiti i due esponenti politici, le rispettive
mogli, il nipote di Genovese, e alcuni
stretti collaboratori tra cui spiccano i nomi
di Concetta Cannavò e Graziella
Feliciotto. Nomi pesanti che consentono
di comprendere meglio come e dove sono
indirizzate le indagini.
NELLA RETE. La prima, oltre ad essere
la segretaria di Francantonio Genovese,
figura come con incarichi di
amministratrice in una serie di società
della galassia Genovese, che ha
interesse nel campo immobiliare, dell
ʻedilizia e della navigazione. Ma è anche
Tesoriere del Pd provinciale: fu nominata,
da ultimo, nel 2010 dal segretario
provinciale Nino Bartolotta, ora
Francantonio Genovese
assessore regionale alle Infrastrutture e ai
Trasporti del governo Crocetta.
La seconda è la moglie di Elio Sauta,
consigliere comunale uscente del Pd,
presidente dellʼAram di Messina, un altro
ente di formazione ritenuto della galassia
del deputato nazionale.
Sauta, che Genovese quando fu sindaco,
tra il 2006 e il 2007, mise alla guida
dellʼIstituzione per i servizi sociali, non
figura nellʼavviso di garanzia notificato ai
due esponenti politici, tuttavia è indagato
nel medesimo procedimento penale. Il
procedimento penale (aperto nel 2011),
anzi, ha preso le mosse dallʼiscrizione del
suo nome sul registro degli indagati. Tutti
gli altri sono stati iscritti il 13 novembre del
2012 quando sono emersi elementi nuovi.
Nello stesso periodo in Procura si è
presentato il legale Nicola Bozzo che ha
fatto il nome di Francantonio Genovese
come lʼesponente politico che attraverso
dei sofisticati strumenti giuridici elaborati
nellʼassessorato alla Formazione allora
guidato da Mario Centorrino, voluto da
Genovese, ha posto le basi per lo
shopping di enti di formazione. «Una
circolare firmata dal dirigente generale
Ludovico Albert gli ha consentito di
comprarne alcuni», ha accusato Bozzo,
chiamato a patrocinare alcuni enti.
INSAZIABILE. Lʼesponente del Pd, nipote
del potentissimo democristiano Nino
Gullotti, otto volte ministro, tra il 2011 e il
2012, non pago di tutti gli enti di
formazione che controllava, ha proceduto
allʼacquisizione di due tra quelli con il
maggior budget: lʼEnfap, lʼente della Uil e
lo Ial, lʼente di formazione della Cisl. Il
costo dellʼoperazione? Top secret.
Nonostante la regione avesse tagliato i
budget e fossero stati licenziati mille e
Elio Sauta
ducento operatori (degli oltre 8mila
impiegati nel settore), Genovese ha
proceduto in questi nuovi enti ad alcune
assunzioni: tra questi quella di
Giandomenico La Fauci, il suo autista
personale.
SPESE GONFIATE. Dagli ambienti
investigativi non filtrano notizie ma
lʼimpressione è che gli investigatori hanno
toccato con mano quello che tutti gli
addetti ai lavori sussurrano ma su cui
nessuno riesce a fare luce: la
rendicontazione e il rimborso a piè di lista
delle spese di gestione.
La regione Sicilia, infatti, non solo paga
solo tutta la spesa per il personale
necessario per effettuare i corsi ma anche,
nel limite di 24 euro per ogni ora corso,
tutte le spese (per lʼaffitto della sede, il
materiale didattico, le spese generali, la
diaria agli studenti) che sono rendicontate
con allegata fattura o ricevuta. Basta farsi
fare, magari da società satellite, fatture di
comodo gonfiate, e la truffa è servita:
senza neanche faticare molto.
DIFESA. «Le indagini mostreranno che gli
enti di formazione sono stati gestiti in
maniera corretta», sottolinea, attraverso i
legali, Genovese. Che già ha toccato con
mano gli effetti pratici dellʼinchiesta
giudiziaria: era stato proposto dal Pd per
fare il Segretario della Camera dei
deputati ma la candidatura è stata messa
in frigorifero.
PARENTOPOLI. Una commissione di
inchiesta dellʼArs presieduta
dallʼesponente messinese del Pd, Filippo
Panarello, ha stabilito che la formazione
in Sicilia è “funzionale solo alle esigente
occupazionali dei dipendenti degli enti”.
«Non è vero che tutta la formazione è
inutile. Ci sono dei corsi fatti bene che
formano seriamente e altri che sono inutili.
Parentopoli? Negli enti di formazione sono
stati assunti i parenti di tutti: giornalisti ,
magistrati, politici e sindacalisti».
LA SCHEDA
L’impero imprenditoriale
Moglie, cognate e nipoti alla guida delle
strutture della galassia di famiglia
Franco Rinaldi
MESSINA. Oltre ai due esponenti politici, a Sauta e la moglie e
alla segretaria Cannavò risultano indagati Chiara Schirò, moglie di. Francantonio Genovese; la sorella Giovanna Schirò;
Rosalia Genovese, sorella del parlamentare; il dipendente di fiducia Roberto Giunta; Nicola Bartolone, consigliere comunale di maggioranza; il commercialista Salvatore Natoli, originario di Milazzo, consigliere comunale ad Acquedolci; la formatrice Graziella Feliciotto e Marco Lampuri, indicato come un
nipote dei Genovese.
Nella galassia degli enti di formazione di famiglia, Genovese indirettamente, controlla un ente: è proprietario e amministratore
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delegato della Gefin, che a sua volta detiene il 47 per cento della Training service di Barcellona. Il 46 per cento è invece, tramite lʼimmobiliare di famiglia Geimm, in mano a Franco Rinaldi. Il
socio di minoranza della Geimm è Marco Lampuri, nipote di Genovese La moglie, Chiara Schirò, siede nel consiglio direttivo
dellʼEsofop. Come la cognata, Giovanna Schirò.
Unʼaltra cognata di Genovese, Elena Schirò, moglie di Rinaldi,
guida invece la Libera università mediterranea di naturopatia
(Lumen): questʼanno ha avuto più di 1 milione di euro. Infine cʼè
la Nt Soft. E un altro nipote: Salvatore Davì.
Nel 2012 ha avuto quasi 300 mila euro. Vista la selva di enti e
parenti, come ha scritto occorre sintetizzare: sette esponenti dei
Genovese, a partire dallʼonorevole capofamiglia, gestiscono
quattro enti che hanno preso quasi 2 milioni di soldi pubblici nellʼanno 2012.
La cifra non tiene conto dei budget che sono stati assegnati allʼEnfap e allo Ial Cisl: per questʼultimo ente la regione ha iniziato la procedura di revoca dellʼaccreditamento. (M.S.)
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28 GIUGNO 2013
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RIVOLUZIONI. Il magnifico dell’ateneo dopo nove anni lascia senza approvare il bilancio 2012
Tomasello cede lo scettro
Al rettore in pectore Navarra aveva garantito che avrebbe prima esitato il consuntivo.
L’economista la prossima settimana vara la squadra di Governo: ecco i papabili
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Lʼuno, il re incontrastato per 9
anni, aveva la faccia distesa e sorridente di
chi sembrava essersi liberato di un peso.
Lʼaltro, il successore, ce lʼaveva tesa e
preoccupata come chi ha la
consapevolezza delle responsabilità e
delle aspettative cui deve fare fronte.
Il cambio della guardia al vertice
dellʼʼateneo di Messina, più che dalla
parole è condensato nei volti del navigato
neurochirurgo e del giovane economista. Il
regno di Franco Tomasello sullʼateneo di
Messina che dura dal 2004 ed è stato
intervallato solo da due sospensioni di due
mesi per ordine della magistratura, si è
chiuso con un sobrio atto di commiato che
ha avuto come palcoscenico lʼaula magna
dellʼUniversità.
Pietro Navarra, un minuto dopo essere
stato eletto, il 30 maggio del 2013, ha
auspicato che Franco Tomasello,
sponsor di Giacomo Dugo, candidato
battuto nelle consultazioni, “lasciasse
subito la guida dellʼateneo prendendo atto
che ha puntato sul cavallo sbagliato”. Il
rettore che alla vigilia delle elezioni aveva
assicurato che avrebbe concluso la sua
esperienza il 30 settembre del 2013, come
prevede la legge”, dopo la sconfitta del suo
candidato avvenuta 30 maggio del 2013, si
è preso un mese di tempo dando a tutti
lʼimpressione che di dimettersi anzitempo
non aveva alcuna voglia. Poi però si è
ravveduto e ha financo accellerato i tempi.
ACCELLERAZIONI. «Completo lʼOfferta
formativa, approvo il bilancio consuntivo e
mi dimetto», aveva detto il rettore a
Navarra nel corso di un colloquio riservato
avvenuto a metà di giugno. Poichè i
revisori dei conti sono stati convocati per il
4 luglio 2013 per dare il via libera al
consuntivo 2012 preparato dagli uffici tutto
lasciava pensare che il rettore avrebbe
inviato le dimissioni a Roma, al nuovo
ministro Maria Chiara Carrozza, a metà
luglio. Dʼimprovviso, invece, ha dato
PRORETTORE IN PECTORE. Giovanni Cupaiuolo
PRORETTORE IN PECTORE. Emanuele Scribano
PASSAGGIO DI CONSEGNE. Franco Tomasello e
unʼaccellerata allʼuscita di scena,
spiazzando il rettore in “pectore” .
Tomasello non ha approvato il bilancio, non
ha completato lʼofferta formativa e, come è
emerso, ha lasciato in bilico il
finanziamento dei dottorati di ricerca non
completando gli adempimenti per ottenere i
finanziamenti nazionali.
SPIAZZATO. La decisione ha spiazzato
lʼeconomista che in privato non ha
nascosto la sua irritazione. «Visto che Il si
tratta del bilancio consuntivo relativo alla
sua gestione e che ha elaborato lui avrei
preferito che fosse il rettore ad approvarlo»,
si lascia sfuggire Navarra. «Pazienza, vuol
dire che affronteremo anche queste
incombenze», sottolinea. «Il bilancio non
lʼho visto ma il rettore mi ha assicurato
chiuda in pareggio. Gli darò unʼocchiata nei
prossimi giorni. Per lʼOfferta formativa e i
dottorandi di ricerca non credo ci saranno
problemi», rassicura.
I DATI DI BILANCIO. Sono proprio i dati di
bilancio a preoccupare il nuovo rettore. Il
bilancio del 2012, quello da approvare, è
stato chiuso in pareggio grazie alla rinuncia
da parte dei responsabili scientifici del 25%
delle risorse europee che avevano avuto
per svolgere i progetti di ricerca. Lʼateneo di
Messina per il 2012 ha avuto dal Ministero
dell’Università di Fondo di finanziamento
ordinario (Ffo) 154 milioni di euro: nel 2011
erano stati 157 milioni di euro. Solo 4 anni
prima, per il 2008, aveva avuto 183 milioni
di euro, quasi 30 milioni di euro in più. I 154
milioni di euro del 2012 sono bastati a
stento per pagare tutti gli stipendi dei 1350
docenti (tra ordinari, associati e ricercatori
a tempo indeterminato e determinato) e
delle mille e 650 unità di personale tecnico
amministrativo.Il decreto ancora non cʼè
ma è sicuro che per il 2013 lʼFfo diminuirà
ulteriormente e lʼateneo non potrà contare
sul gettito delle tasse: lʼ evasione
contributiva record degli studenti: uno su
tre dichiara un reddito pari a zero.
LA SQUADRA. Le dimissioni di Franco
Tomasello dovranno essere accolte dal
ministro Carrozza che dovrà nominare il
successore. A quel punto Navarra sà nella
pienezza dei suoi poteri. Il primo nodo
politico da sciogliere è quello della squadra
di prorettori che lo affiancheranno nella
guida dellʼateneo. Navarra, che ha
predicato “una gestione condivisa, aperta e
partecipata dellʼateneo”, aveva annunciato
che sarebbe stato affiancato da 6 o 7
prorettori. Per Sabato 29 giugno è prevista
una riunione decisiva per le scelte.
I PAPABILI. Emanuele Scribano, lʼex
preside della facoltà di Medicina, sarà
sicuramente uno dei prorettori di29 giugno
è prevista una riunione Navarra. Unʼaltro
che farà parte “di diritto” della squadra di
Governo è Giovanni Cupaiuolo:
candidato a rettore, il docente di Letteratura
latina, dopo aver conseguito al primo turno
222 voti, si è ritirato facendo confluire i suoi
(decisivi) voti su Navarra. Uscendo dal
campo delle sicurezze per entrare in quello
delle probabilità, hanno buone chance di
diventare prorettore Salvatore Cuzzocrea,
figlio dellʼex rettore Diego; Fabrizio
Guerrera (o in alternativa il collega di
studio Dario Latella) entrambi docenti di
EREDITA’ FAMILIARI
Macrì, l’ultima arrivata
La moglie di Dario vince un concorso ad Enna, e
raggiunge i congiunti nel mondo accademico
MESSINA. Il figlio, la figlia, il marito della figlia, e da ultima, dopo
che lʼateneo di Messina era diventato lʼemblema di parentopoli in
italia, la moglie del figlio.
Franco Tomasello chiude il suo regno e se ne torna a fare il primario di neurochirurgia al Policlinico di Messina, impegno che cumulerà, sicuramente, con quello di responsabile scientifico del progetto di Neuroncologia finanziato con 13 milioni di euro e con quello di
presidente designato (tale è sino a questo momento) della Fondazione universitaria. Nel corso dei nove ann di governo, la famiglia
Tomasello nellʼorganico dellʼateneo ad alta densità familistica e, comunque, nel mondo accademico, si è andata espandendo.
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Lʼultima in ordine di tempo, ad arrivare, tra gli stretti congiunti di Tomasello nel mondo accademico è Sonia Macrì.
La moglie di Dario Tomasello, il figlio primogenito del rettore (divenuto associato di Lettere nellʼateneo di Messina mentre il padre
era rettore), ha vinto un concorso di ricercatore di Letteratura greca alla Facoltà di Comunicazione ed arte allʼateneo privato Kore di
Enna bandito nel 2011.
Finì (e poi uscì) negli atti di indagine sui concorsi truccati il concorso a due posti di ricercatore di diritto amministrativo bandito dallʼateneo di Messina nel 2007 per motivi strategici (in deroga alla regola del turn over e su impulso del rettore). Due posti, due candidati: Antonietta Lupo, figlia del capo del Personale, Aldo Lupo, e
Francesco Martines. Chi era costui? Il figlio di Maria Chiara Aversa, prorettore di Tomasello e marito della figlia di Tomasello, Chiara. Questʼultima, specializzata in Oncologia alla Facoltà di Medicina, nel 2009 ha vinto un dottorato di ricerca: il decreto lò firmò suo
padre in persona. Il dottorato è terminato e Chiara è in attesa di partecipare ai nuovi concorsi. (M.S.)
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Sicilia
28 GIUGNO 2013
RIVOLUZIONI. L’assessorato al Turismo cancella l’ente sportivo per i troppi debiti
Cus, soluzione finale
«Incapace di perseguire l’oggetto sociale»: hanno sancito i funzionari regionali.
Nonostante il buco evidente è stato investito di organizzare i Campionati universitari
Pietro Navarra
diritto commerciale; potrebbe essere
ripescato, a sorpresa Carlo Mazzù,
ordinario di diritto civile, pro rettore, per un
anno mezzo di Franco Tomasello che nel
2007 lo defestrò in malo modo. Benchè
alleati di ferro di Navarra, nella squadra di
Governo non ci saranno Giacomo
Maisano, ex prorettore di Tomasello, e
Ninni Pennisi, preside della Facoltà di
Scienze della Formazione: entrambi, dopo
lʼeliminazione delle facoltà, sono direttori di
Dipartimento.
PROROGHE SINE DIE. Tomasello lascia
il rettorato ma è formalmente il presidente
designato della Fondazione universitaria,
ente voluto dal Magnifico alla vigilia della
scadenza del mandato (non più
rinnovabile) a cui sono state trasferite le
competenze più importanti dellʼateneo e di
cui si è fatto designare presidente.
Tomasello continuerà a governare dallʼalto
della Fondazione: «Ho detto
pubblicamente e al rettore che verrà rivisto
lʼassetto della Fondazione e anche le
designazioni», assicura Navarra.
MESSINA. I tecnici dellʼassessorato
regionale allo Sport e al Turismo non si
sono accorti che la situazione
finanziaria aveva superato i livelli di
guardia nemmeno quando nel 2010
arrivarono due commissari straordinari
che censirono in tutto 3 milioni e
600mila euro di debiti e pur avendo la
vigilanza, hanno continuato ad erogare
contributi e a promettere finanziamenti
per lʼorganizzazione dei Campionati
nazionali universitari, previsti e tenuti
per il mese di giugno del 2012. Che,
non sono mai arrivati, e hanno finito per
aggravarne la situazione economica.
La decisione di cancellare il Cus di
Messina dallʼelenco delle associazioni
riconosciute “ai sensi dellʼarticolo 27 del
codice civile, perchè impossibilitato a
perseguire lʼoggetto sociale” è stata
presa dallʼassessorato guidato da
Michela Stancheris agli inizi di giugno
del 2013. Il mese prima, a maggio il
Cusi nazionale, lʼorgano cui afferiscono
i Cus locali, aveva revocato
lʼaffiliazione. A marzo, invece,
lʼassemblea dei soci aveva deliberato la
liquidazione dellʼente affidandolo al
commissario liquidatore Enzo Savasta.
«Sto completando la contabilità che
presenterò al più presto al presidente
del Tribunale», spiega il consigliere
nazionale della Federazione baseball.
Ancora non ci sono i dati ufficiali ma i
debiti si attestato sullʼordine di 4 milioni
e 300 mila euro. Debiti a cui fanno da
contraltare i creditori. La schiera di chi
reclama soldi dallʼente sportivo si è
infoltita a causa dei Campionati
nazionali che hanno portato a Messina
migliaia di atleti di tutti gli atenei italiani.
Creditori che a decine si sono affidati ad
avvocati e alla carte bollate per tentare
di recuperare in tutto o in parte quanto è
loro dovuto. I campionati infatti sono
costati quasi 800mila euro ma nelle
casse del Cus sono entrati solo 250mila
euro: quelli promessi per lʼevento
dallʼUniversità di Franco Tomasello,
PRESIDENTISSIMO. Piero Jaci
COMMISSARIO. Sergio Cama
che ha voluto a tutti i costi la
manifestazione. Non è arrivato neanche un
euro dei 500mila euro “promessi” dallʼex
assessore al Turismo Daniele Tranchida,
docente dellʼateneo di Messina. I
Campionati risultano inseriti tra gli Eventi di
grande richiamo turistico della regione
Sicilia da finanziare con i fondi europei
(cosiddetti Grandi eventi, ndr). Secondo
quanto dichiarato dal rettore Tomasello la
titolarità della manifestazione era della
regione Sicilia, così come era stato
pubblicato sullʼhome page dellʼateneo.
L’assessore, il 12 aprile del 2013, un anno
dopo, ha smentito: «La regione non ha mai
avuto la titolarità dei Cnu. La regione ha
cofinanziato a regia la manifestazione
come c’è scritto nel calendario ufficiale
pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 29
giugno del 2012. L’inerzia del Cus ha però
messo a rischio 200mila euro». Il
cofinanziamento a regia accordato da un
decreto di un mese successivo alla fine
della manifestazione avrebbe significato
l’erogazione del 60% delle spese
sostenute: 300mila euro, invece dei
500mila. Non è arrivato neanche un euro
perchè sui Grandi eventi è scattata
un’inchiesta della Procura di Palermo che
ha paralizzato l’assessorato portando la
scorsa settimana agli arresti il vice capo di
gabinetto dellʼassessorato Bruno De Vita
e il dirigente Antonio Belcuore, accusati di
corruzione e turbativa dʼasta, in relazione
ad alcuni Eventi tenuti a Taormina. Persi i
200mila euro, Tranchida finanziò in
extremis con 150mila euro di fondi a sua
disposizione “per sostenere le iniziative
turistiche” la cerimonia inaugurale
trasformata la notte prima della stessa in
Festa dellʼaccoglienza siciliana. Per
ottenerli il Cus dovrebbe esibire le fatture
quietanzate ma non avendo neanche un
euro in cassa non lo può fare. Il Cus era
stato affidato nel 2010 a Sergio Cama,
politicamente molto vicino a Navarra:
chiamato per risanare, nei due anni il buco
è aumentato. I 3 milioni e 600mila sono
stati totalizzati durante la gestione durata
30 anni di PIero Jaci.(M.S.)
AMMISSIONE A MEDICINA
Test, l’incognita “percentile”
Da quest’anno il voto di maturità peserà
sulle prove. Ma non per tutti allo stesso modo...
MESSINA. Discriminazione su base provinciale invece
che per Scuola superiore frequentata?
I test di ammissione ai corsi di laurea a numero chiuso della facoltà di Medicina e chirurgia, fissati inizialmente per il
mese di luglio, sono stati spostati dal ministro dellʼUniversità a settembre. Tuttavia le migliaia di studenti che si cimenteranno nelle contestatissime prove di ammissione
per agguantare un posto che significa nel futuro un lavoro sicuro, da questʼanno alle solite angosce, uniranno delle preoccupazioni in più. Non solo 10 punti dei 100 (nonpiù 80) verrano attribuiti sulla base del voto del diploma
(cosiddetto bonus maturità) ma il loro voto verrà valutato
in maniera diversa da Scuola a scuola, o meglio, secondo
la decisione adottata da ultimo dal nuovo ministro dellʼUniversità Maria Chiara Carrozza, sulla base della provincia in cui si trova la Scuola in cui hanno conseguito la maturità. Per paradosso, infatti, ci potrebbero essere candidati che conseguono al test di ammissione lo stesso punteggio di altri concorrenti e, nonostante abbiano lo stesso
voto di maturità, si classificano in graduatoria in posizione
meno vantaggiosa e dunque finiscano per essere esclusi
perchè la loro Scuola si trova in una provincia piuttosto che
in unʼaltra. La decisione di far contare il voto di maturità e
di farlo pesare in maniera diversa da Scuola a scuola il voto fu assunta dal ministro Francesco Profumo, che aveva anche anticipato i test a luglio, per cercare di temperare la lotteria dei test e di tenere comunque conto che il voto conseguito in un Liceo vale di più di uno conseguito in
una scuola professionale o tecnica. A tal fine si era
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rispolverato il concetto di “percentile”, ovvero di un parametro statistico che consente di pesare il voto. Quanto peserà il voto di maturità sarà reso noto sul portale Universitaly del Ministero (www.universitaly.it) entro il 30 agosto
2013. Ma il rimedio si potrebbe rivelare peggiore del male. Santi Delia, il legale messinese che per conto dellʼUdu,
ha curato una serie di ricorsi tesi a mettere nel nulla il numero chiuso, spiega: «Non mi pare in linea con la Costituzione, che impone allo Stato di assicurare lʼistruzione oltre che lʼaccesso al lavoro in condizioni di parità, discriminare un candidato perchè è nato nella provincia sbagliata
o ha frequentato la scuola sbagliata». Criticità di cui è consapevole lo stesso ministro Carrozza che ha istituito una
Commissione cui è stato affidato il compito di rivedere il
sistema. Il calo delle iscrizioni ha indotto il ministro a spostare a dopo lʼestate i test. Il Tar, cui si era rivolto il legale
Delia, ha stabilito che chi ha presentato la domanda entro il primo termine, può ancora modificarla. (M.S.)
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28 GIUGNO 2013
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SPORT. I successi di Nibali trascinano l’entusiasmo dei giovani talenti
Piccoli “squali” crescono
Nella prima gara stagionale giovanissimi della Federazione ciclistica italiana a Villafranca
trionfa il gruppo Pagano di Barcellona. Sospinto dalla passione degli ex “corridori”
DI FRANCESCO PINIZZOTTO
VILLAFRANCA TIRRENA. Piccoli talenti
crescono, mentre con maggiore dedizione
le rispettive famiglie sostengono i sacrifici
per avviarli allʼagonismo concreto, che i
ragazzi ripagano con grande grinta e
determinazione. I successi di Vincenzo
Nibali, oltre modo, stanno anche
rinvigorendo lʼamore per il ciclismo e
anche gli appuntamenti sportivi del pedale
riescono a coinvolgere sempre più
appassionati e soprattutto famiglie intere.
Come del resto è avvenuto domenica
scorsa nellʼarea ex Pirelli a Villafranca
Tirrena, dove si è corsa la prima gara
stagionale della provincia di Messina in
programma della Federazione ciclistica
italiana. La prova per giovanissimi, ovvero
bambini da 7 a 12 anni, ha visto impegnati
una trentina di partecipanti che si sono
dati battaglia su un percorso pianeggiante
di 1 chilometro e 100 mentri, da ripetere
più volte secondo la categoria e lʼetà di
appartenenza dei bambini. Il primo start è
scattato per la categoria G2 dei bambini
fino ad 8 anni e qui il duello si è fatto
subito interessante. In gran spolvero la
coppia dei piccolissimi “figli dʼarte”
I piccoli ciclisti pronti allo start della gara di Villafranca
Gangemi. Alessandro Gangemi è figlio
dellʼex corridore Giuseppe mentre Antonio
è figlio dellʼaltro ex ciclista Nello. I due si
distinguono subito per il bel duello che
rende gradevole la competizione ed alla
fine a primeggiare è Alessandro, che
precede di qualche secondo Antonio,
mentre sul podio finisce anche Alan
Nania, pure lui (come i due Gangemi)
tesserati per il Gruppo sportivo Pagano di
Barcellona.
Nella categoria G3 riservata ai bambini
fino a 9 anni si sono distinti in un bel duello
Stefano Castellano e Antonio Giardina,
con la vittoria in volata di Castellano, e
con Salvatore Calabrò sul terzo gradino
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Antonio e Alessandro Gangemi
del podio. Nella categoria G4 dei bambini
fino a 10 anni la gara si caratterizza da un
gruppetto in fuga, con la vittoria finale
della coppia del team Pagano: Fabio
Cuzzucrea seguito da Gabriele Munafò.
Apprezzato anche il quarto posto di
Manfredi Leggio del team Mancuso,
costituito dallʼex ciclista professionista di
San Filippo del Mela. Nellʼultima gara,
riservata ai bambini di 11 e 12 anni una
coppia prende il largo da metà
competizione in poi: Munafò del team
Pagano e Zuccaro del team Toscano di
Catania, ed è proprio lʼetneo a vincere
dopo una lunga ed incerta volata che ha
entusiasmato tutti i presenti. Alla fine il
premio alla società è andato al Gruppo
sportivo Pagano di Barcellona guidato da
Nello Gangemi, direttore sportivo del team
della città del Longano, ma non solo
semplice direttore sportivo di ruolo, ma
anche allenatore, amico dei bambini per
cui è sempre pronto ad aiutarli ed a
consigliarli nelle loro scelte sportive. Il
team barcellonese è costituito da 15 allievi
corridori. Il secondo posto della
graduatoria finale della manifestazione è
andato alla Max bici, mentre il terzo
gradino del podio se lʼè aggiudicato la
Società ciclistica Cambria Mancuso.
centonove
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28 GIUGNO 2013
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Sicilia
28 GIUGNO 2013
NELL’OCCHIO DEL CICLONE. Il presidente uscente dell’ordine degli Ingegneri Santi Trovato
MESSINA. Si va al voto per il rinnovo delle cariche. Ecco gli schieramenti
Ingegneri contro
Il presidente uscente Santi Trovato nell’occhio del ciclone, e un bilancio che sarà
approvato dal prossimo consiglio. Chi scende in campo. E le strategie in gioco
DI ALESSIO
CASPANELLO
MESSINA. Quarantuno candidati, due
giorni di voti, un consiglio da rieleggere
e un ordine spaccato in due e travolto
da un bilancio contestato. Gli ingegneri
di Messina vanno al voto per il rinnovo
delle cariche, e lo fanno nel momento
più teso. A rischiare è lʼattuale
presidente Santi Trovato, fino a qualche
giorno fa in possesso di una
maggioranza “bulgara” in consiglio, ed
oggi in ambasce per un fuoco incrociato
di polemiche.
I CONTENDENTI. Da un lato Trovato,
dallʼaltro Roberto DʼAndrea e
Giuseppe Ricciardi, ma la battaglia
sostanziale è tra due “fazioni”: quella
che sostiene il presidente uscente e
quella opposta, guidata dal presidente
del sindacato Inarsind di Messina
Pierluigi Pettinato (che a fine maggio
ha indirizzato contro la gestione di
trovato un “missile”) e dallo storico
avversario di Trovato, lʼex assessore
Arturo Alonci, benchè nessuno dei
due sia candidato. Dalla sua, però,
Trovato è riuscito a portare due “pezzi
da novanta”: Luciano Taranto, uomo
Nino Barone
centonove
Udc ed ex amministratore dellʼAto3, e
Nunzio Santoro, dirigente di sezione
del dipartimento comunale allʼEdilizia. E
gli altri?
CHI CʼEʼ E CHI NO. Sui quindici del
consiglio attuale, in parecchi hanno
gettato la spugna. Manlio Marino,
Giuseppe Falsone, Mario Pizzino,
Carmelo Famà e Dario De Domenico,
hanno ritenuto di aver concluso la loro
esperienza da consiglieri, non
ripresentandosi alla competizione. Di
diverso avviso sono stati lo stesso
Trovato, Antonio Barone, Giuseppe
Rando, Francesco Triolo (oggi
tesoriere), Gianluca Mirenda, Paolo
Cigala, Domenico Crinò, Giovanni
Ferlazzo, Carmelo Sottile e Marilena
Maccora, tutti consiglieri che hanno
scelto di ricandidarsi, e tutti consiglieri
che, col tempo, si sono avvicinati alle
posizioni di Trovato. Al voto del 2009,
infatti, Crinò, la Maccora (che ha
sostituito Turi Rizzo, morto due anni
fa), Rando e Sottile (sostituto del rivale
storico di Trovato, Arturo Alonci),
avevano appoggiato lo stesso Alonci,
insieme ad un altro dimissionario,
Domenico Milio.
QUEL BILANCIO CONTESTATO. Da
una parte cʼè un bilancio sul quale una
commissione ha avuto il compito di far
luce, dallʼaltra un presidente uscente,
Santi trovato, che controbatte punto su
punto alle accuse di “spese pazze” e
rilancia snocciolando numeri sui suoi
quattro anni di attività. Dieci note alla
protezione civile, 21 allʼautorità di
vigilanza lavori pubblici, 29 al Comune
di Messina, 30 nei comuni della
provincia, 12alla consulta regionale, 20
alla soprintendenza, al genio Civile e
allʼufficio urbanistica, 30 note alla
deputazione regionale, sei conferenze
stampa. 31 diffide, 8 corsi professionali
nel 2012, 7 nel 2011, 156 mail inviate
nel 2011e 138 nel 2012, un centinaio di
seminari e convegni organizzati. Un
bilancio contestatissimo e, dopo due
sedute a metà maggio, oggetto di
approfondimento da parte della
commissione di indagine sulla
contabilità ordinaria dellʼOrdine della
quale sono stati chiamati a far parte gli
Vincenzo Benecchi, Salvatore
Sciacca, Franco Cavallaro, Filippo
Floramo, Alonci e DʼAndrea. Il
risultato? Altre polemiche con scambi di
accuse reciproche e schieramenti che si
fronteggiano alle urne, ed un bilancio in
bilico. Che dovrà essere approvato dal
nuovo consiglio che uscirà dalle urne
venerdi 28 giugno.
ARCHITETTI
Consuntivo con sorpresa:
morosi metà degli iscritti
Il “piano di rientro” non prevede sanzioni
fino al 30 giugno. Poi? Pugno di ferro
Pino Falzea
MESSINA. Il settore è in crisi, si lavora sempre meno e, di contro, gli
oneri crescono. E gli architetti non riescono a starci dietro. Se gli
ingegneri piangono, i “cugini” di certo non ridono, anzi. Di fatto,
allʼapprovazione dei bilanci consuntivo del 2012 e previsionale 2013,
si è scoperto che nel 2012, oltre la metà degli iscritti allʼordine di
Messina non ha versato la quota annuale, “comportando una
situazione di grave ammanco allʼentrate di cassa dellʼordine mai
verificatosi prima in dimensioni e forme così macroscopiche”, come
ha sottolineato il tesoriere Antonino Milone. Un problema che il
pagina 22
presidente Pino Falzea ha “preso di petto”, anche perchè, a causa
degli architetti morosi, tutto lʼordine provinciale risulta a sua volta
moroso nei confronti dellʼordine nazionale al quale va effettuato un
versamento in quota parte di competenza. Un pasticcio che ha
costretto il consiglio messinese a prendere decisioni drastiche. Gli
iscritti che si trovano in posizione debitoria per il 2012 hanno la
possibilità, entro il termine del 30 giugno 2013, di “aderire ad una
forma di ravvedimento bonario per il versamento rateizzato
dellʼintero ammontare del debito consolidato”, si legge sul sito
dellʼordine messinese, senza more nè sanzioni e col solo pagamento
della quota. La quota potrà essere versata in unica rata o in tre
trimestrali secondo il “piano di rientro” stabilito dal consiglio
dellʼordine. Con unʼavvertenza: “Il mancato rispetto delle scadenze
e dei rispettivi versamenti comporterà automaticamente la
decadenza dai benefici per lʼiscritto e darà luogo al recupero
immediato e coattivo della residua somma dovuta al momento della
mancata rata, maggiorata della mora per sanzione pari al 25% della
parte residua”. (A.C.)
centonove
Sicilia
28 GIUGNO 2013
MILAZZO. La Regione riduce il finanziamento da 10 milioni dei Giardini Federiciani
IL PROGETTO
Le centraline di Federico II
Una sede
per l’Arpa
Il progetto prevede nell’area Tribò un parco urbano e una rete antinquinamento
che rischia di saltare. Lasciando dopo 50 anni la città ancora senza controlli puntuali
DI GIANFRANCO CUSUMANO
MILAZZO. Quella di Milazzo sembra
una maledizione. Da cinquantʼanni
ospita un polo industriale, la questione
ambientale rimane ai primi posti
dellʼagenda politica, ma la città non
riesce ad avere una rete di centraline
che possano monitorare in modo chiaro
e trasparente i livelli di inquinanti che
vengono immessi nellʼaria. Quelle
esistenti sono in parte sotto il controllo
diretto dellʼArpa di Messina (Agenzia
regionale protezione ambiente) le altre
di fatto sono “controllate” direttamente
dalle stesse aziende. E tra gli inquinanti
rilevati non vi sono nemmeno quelli
strategici legati alla produzione di
idrocarburi. La realizzazione di una rete
di centraline era compresa nel
finanziamento concesso per la
creazione del “Parco Urbano di
Federico II” nellʼarea Tribò, un
cuscinetto verde tra lʼimpianto
industriale più importante di Milazzo e il
centro abitato (a ridosso dellʼex
Silvanetta palace Hotel). Dalla
Regione, però, è arrivata la doccia
fredda. Il finanziamento concesso da 12
milioni di euro, ridotto successivamente
a 10, rischia di essere decurtato di
ulteriori 2 milioni di euro. E che cosa
viene tagliato dal progetto che prevede
anche una sede dellʼArpa? Proprio la
rete di centraline. In realtà il comune si
sta opponendo e sta presentando
ricorso, ma questa vicenda sa tanto di
deja vù. Anche in passato
lʼamministrazione comunale aveva
ottenuto un finanziamento milionario
per realizzare una rete di monitoraggio
in collaborazione con il comune di San
Filippo del Mela (che ospita la centrale
Termoelettrica Edipower), ma poi i fondi
furono utilizzati per lʼacquisto di
centinaia di alberi “anti inquinamento”.
Con risultati discutibili. Non solo per un
contenzioso non vennero piantati tutti
quelli previsti, ma addirittura buona
parte sono morti (non si capisce se per
lʼinquinamento o per unʼadeguata
manutenzione).
Il progetto dei Giardini nellʼarea Tribò è
imponente, ed è stato finanziato tramite
il Pist “Milazzo - Genomè - Eolie”. A
distanza di oltre un anno
dallʼammissione al finanziamento di 10
milioni di euro e dalla contestuale
presentazione del progetto esecutivo
da parte degli uffici di palazzo
dellʼAquila, il dirigente generale
dellʼassessorato al Territorio ed
Ambiente ha comunicato
allʼamministrazione Pino la necessità di
operare una rivisitazione del progetto,
in relazione alla avvenuta decurtazione
dei fondi legati alla riprogrammazione
del Pp-Fesr 2007-13. Una decisione
che ha portato lʼente ad aprire
immediatamente il contenzioso. Il
sindaco Carmelo Pino ha dato incarico
L’AREA TRIBÒ DOVE DOVREBBE SORGERE IL PARCO URBANO
allʼavvocato Claudio Rugolo di agire nei
confronti dellʼassessorato regionale
“per far valere i diritti acquisiti in
riferimento al finanziamento già
assentito...in maniera da evitare
rilevantissimi danni patrimoniali e non
patrimoniali per lʼEnte”.
Dopo il via libera del finanziamento il
Comune di Milazzo ha infatti acquisito
dalla Raffineria a titolo gratuito, lʼarea e
i fabbricati oggetto di intervento di circa
56 mila metri quadrati con destinazione
funzionale vincolata alla realizzazione
dellʼoperazione: “Sistema integrato per
il monitoraggio e la riduzione del carico
inquinante finalizzati al miglioramento
della qualità dellʼaria in zona dichiarata
ad elevato rischio ambientale”.
«Ci troviamo ad affrontare una vicenda
a dir poco incredibile – afferma il
sindaco Pino –. Eravamo in attesa del
decreto di finanziamento
legittimamente ottenuto e invece ci
ritroviamo con questa comunicazione
da Palermo contraria ad ogni logica.
Non comprendo scelte così gravi e
contrarie ad ogni regola democratica e
istituzionale. Non è infatti possibile
mettere a bando delle risorse, far
partecipare i Comuni, ammettere a
finanziamento i progetti e poi cercare di
bloccare i fondi». Il progetto, redatto
dagli uffici comunali ha superato le
varie fasi dellʼistruttoria e ottenuto nel
marzo dello scorso anno lʼammissione
al finanziamento. A quel punto è stata
chiesto il progetto definitivo che il
Comune ha presentato a settembre,
dopo lʼapprovazione in conferenza
speciale dei servizi presieduta
MILAZZO. Il progetto del Parco di Federico II da 10 milioni di euro prevede la sistemazione di una vasta area
interposta tra lo stabilimento industriale della Raffineria di Milazzo e il
centro abitato (mq. 56.000 circa) con
creazione di un parco urbano tematico, il mantenimento in sito dei reperti archeologici presenti nel sottosuolo e piantumazione in collaborazione con la facoltà di Agraria dellʼUniversità di Catania, di essenze ad
elevata capacità di assorbimento di
CO2. Prevede la ristrutturazione di
due edifici di cui uno destinato agli
uffici dellʼArpa, e una rete di centraline di monitoraggio ambientale.
dallʼIngegnere Capo del Genio civile di
Messina. Ad ottobre la prima sorpresa: il
dirigente generale del Dipartimento
Ambiente comunica lʼavvio del
procedimento per la revoca
dellʼammissione a finanziamento sul
presupposto (rivelatosi poi erroneo) che
lʼamministrazione non avesse
provveduto a trasmettere il progetto
esecutivo nei tempi. Il procedimento di
revoca, infatti, viene archiviato, ma a
marzo sempre da Palermo arriva la
seconda sorpresa. Il dirigente generale
del dipartimento Ambiente, ribaltando
lʼistruttoria e la graduatoria approvata,
comunica che il progetto non è più
finanziabile «per sopraggiunte nuove
disposizioni normative che delegano la
competenza sulla rete di monitoraggio
della qualità dellʼaria ambiente allʼArpa
con inclusione del territorio di Milazzo e
dei Comuni limitrofi». Nuove
controdeduzioni del Comune
evidenziano che le disposizioni
normative, erano invece già esistenti e
in sede di valutazione del progetto e
soprattutto nella successiva fase di
approvazione della graduatoria non
sono state ritenute “ostative”. Anche in
questo caso le ragioni esposte da
Palazzo dellʼAquila sono condivise
dallʼassessorato. Adesso il nuovo colpo
di scena con la comunicazione che
nonostante tutto, quei 10 milioni
dovranno essere ridotti.
SPADAFORA
C’è un grande prato verde
...al posto dello stadio
Confermate le somme Ue per realizzare
una villetta. Tra lo sconforto delle società sportive
SPADAFORA. Giunge al termine il contestato capitolo del Parco
Urbano di Spadafora con lo stanziamento di circa un 1 milione e
mezzo di euro che porterà alla sua realizzazione. Ma le polemiche
non si placano perché per la realizzazione dell'opera sarà
necessario abbattere il campo di calcio “Salvatore Farsaci”. Se da
una parte l'amministrazione comunale, con il testa il sindaco
Giuseppe Pappalardo, si ritiene soddisfatta per aver “intercettato”
per la prima volta un finanziamento europeo, dall'altra tifosi e società
calcistica della Spadaforese hanno contestato l'opera. Dal
pagina 23
“glorioso” club che milita nel campionato di Promozione, passato
di mano un anno fa dalla “storica” gestione Nino Miceli a Letterio
Pistone, si è dimesso in blocco il direttivo della società ed il patron.
A sancire la rottura tra società ed amministratori locali una lettera
notificata al primo cittadino nella quale si lamenta la “prospettiva di
dover nuovamente emigrare su campi vicini, con difficoltà logistiche
ed economiche”, vista lʼimminente demolizione del Farsaci. Ed un
paio di giorni fa, di notte, il cancello del municipio è stato “sbarrato”
con una catena in segno di protesta. Poi è apparso un volantino
giallonero che recitava: “Addio Farsaci con te hanno tolto la Storia”.
L'amministrazione ha ribadito l'intenzione di realizzare un nuovo
stadio ed ha annunciato una seduta consiliare straordinaria, che
avrà luogo il 28 giugno. «Il 6 giugno - spiegano - la giunta ha
approvato un progetto di massima per la realizzazione, accanto alla
costruenda elisuperficie, di un nuovo campo in erba naturale, di una
tribuna coperta con 300 posti”. Il costo del progetto si aggira intorno
ad 1 milione di euro, 600 mila euro di contributo a fondo perduto e
400 mila finanziati con l' accensione di un mutuo. (ANT. BON)
Sicilia
28 GIUGNO 2013
centonove
BARCELLONA. Un blitz coordinato dalla Prefettura mette fine agli allevamenti abusivi
Se la legalità va a Cavallo
Da anni un branco di animali veniva lasciato libero nei quartieri periferici devastando
arredi urbani, cassonetti e mettendo a rischio i residenti. Ma con l’arrivo del sindaco...
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
BARCELLONA. Cʼè uno strano legame
che lega lʼamministrazione comunale di
Barcellona e i cavalli. Animali che a
nella città del Longano sono stati
sempre associati ad ambienti malavitosi
che ne hanno sempre disposto come
meglio credevano e nel dispregio di
norme igieniche e sicurezza. Intere
strade nelle frazioni sono state sempre
utilizzate come praterie con i cavalli
lasciati liberi tra auto, bambini ed
anziani nelle strade. Una situazione a
cui lʼamministrazione Collica ha
dichiarato guerra sin dallʼinsediamento.
IL primo segnale qualche settimana
dopo la vittoria elettorale. La “sindaca”
Maria Teresa Collica, lo scorso giugno,
è stata fotografata in costume da bagno
mentre sulla spiaggia redarguiva dei
fantini che giravano a cavallo
indisturbati tra gli ombrelloni sulla
spiaggia di Spinesante. La foto del
sindaco che “riprende” i cavalieri ha
fatto il giro del web. Nei giorni scorsi,
invece, i cavalli che scorrazzavano per
le vie dei quartieri Acquaficara,
In alto i dieci cavalli sequestrati nellʼambito
di un blitz di interforze coordinate
dalla prefettura di Messina. Otto di loro
non avevano i microchip. A sinistra il sindaco
Maria Teresa Collica redarguisce un cavaliere
sulla spiaggia di Spinesante. A destra
un primo piano del capo della giunta.
Fondaconuovo, Nasari e Cairoli, sono
stati sequestrati definitivamente. Gli
animali, infatti, spesso vagavano liberi di
notte, minando lʼincolumità degli
automobilisti, e spargendo la spazzatura
dei cassonetti in mezzo alla strada. Gli
animali, una decina di cui otto senza
microchip, sono stati controllati dai
veterinari dellʼAsp di Barcellona.
Lʼoperazione, coordinate dalla
Prefettura di Messina, hanno visto il
lavoro congiunto delle Forze di Polizia di
Stato, di Carabinieri, di Guardia di
Finanza, di Guardia Forestale e di
Polizia Municipale, con questʼultima che
ha avuto il compito di redigere tutti i
verbali dellʼoperazione.
Per la loro collocazione, la Prefettura,
dʼintesa con lʼamministrazione
comunale, attraverso il vicesindaco
Giuseppe Saija, ha individuato come
soluzione quella di affidarli alla struttura
del maneggio dellʼOpg di Barcellona,
dove è stato avviato da tempo un
progetto in cui gli internati sono
impegnati nella cura dei cavalli. In
passato anche il capogruppo consiliare
dellʼUdc Paolo Calabrò aveva segnalato
la presenza di un branco di cavalli che
scorrazzavano per le strade di
Barcellona di cui la maggiorparte
sprovvisti di microchip. In realtà la
situazione che si ripeteva era sempre la
stessa. Dopo lʼintervento dei vigili urbani
si presentava un “parente del
proprietario” ed i cavalli venivano
Un sit in per trasferire il canile
I cittadini di Mulinello contestano la struttura: «Non è a norma»
PATTI. Il canile abusivo di contrada Mulinello ancora al centro delle polemiche. Alcuni
cittadini hanno protestato di fronte al municipio con un pacifico sit in. Sono più che
esasperati i cittadini che abitano nei pressi del canile abusivo dove si trovano ricoverati
104 cani definiti “malnutriti e in precarie condizioni igieniche sanitarie”. Già nel 2009,
infatti, gli abitanti che risiedono nella zona avevano denunciato alla Procura della
Repubblica la situazione ma, nonostante alcuni avvisi di garanzia e un provvedimento
di sequestro, il canile non ha mai smesso di funzionare. Dopo tre anni di silenzio, gli
abitanti sono fortemente preoccupati per la loro salute. «Non siamo contro gli animali e
non capiamo la reazione del sindaco Mauro Aquino o di qualche animalista che
sembrano voler minimizzare una situazione igienico sanitaria da terzo mondo sostengono con un comunicato i componenti del Comitato cittadini di Mulinello -.
Abbiamo messo in atto una protesta civile per segnalare ancora una volta le
problematiche connesse al canile abusivo e, se noi siamo solo dei malcapitati, le vere
vittime sono le povere bestie». Il comitato ha affidato allʼavvocato Claudio Calabrò la e
non risparmia frecciatine anche al sindaco Aquino il quale «vorrebbe far credere
allʼopinione pubblica - continua la nota - di essere al lavoro e che si impegnerà al
massimo per risolvere tale situazione che conosce bene essendo stato, fino al marzo
di questʼanno, difensore della signora Anna Chiodaroli proprietaria del canile».
(Pamela Arena)
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centonove
Sicilia
28 GIUGNO 2013
riconsegnati a chi ne reclamava la
"proprietà". A Barcellona, in alcune
zone, è una tradizione allevare per
strada i cavalli, specie se ancora
selvatici. Nel caso in cui avviene la
cattura il proprietario non rivendica la
proprietà, ma manda sempre qualcuno
ad offrirsi per la custodia. Il consigliere
Calabrò, nella nota dellʼ aprile scorso,
oltre a segnalare il degrado igienico
sanitario dei quartieri periferici, aveva
denunciato lo scorrazzare di cavalli e
pecore nei pressi della torre di Nasari.
«Gli animali non disdegnano di invadere
le vie della frazione, creando qualche
volta panico fra gli abitanti. Al riguardo
eʼ necessario un intervento deciso da
parte delle autorità competenti, al fine di
mettere fine a sgradevoli e pericolose
abitudini», aveva scritto.
I cavalli si incrociano con lʼattuale
amministrazione comunale anche nella
pulizia del Cimitero. Il mese scorso
lʼassessorato allʼambite ha assegnato la
pulizia del cimitero ad una cooperativa
sociale nata allʼinterno dellʼOpg,
lʼospedale psichiatrico giudiziario della
città. Gli operai, alcuni dei quali ex
degenti riabilitati, viste le difficoltà a
pulire le zone più impervie del
camposanto, hanno deciso di “sfruttare”
i cavalli che solitamente, vengono
utilizzati per le sedute di “ippoterapia”.
Operazione che ha suscitato simpatie e
plausi. A dire il vero, nei prossimi giorni,
i cavalli potrebbero lasciare spazio a
degli asinelli, acquistati proprio per
eseguire i lavori di fatica.
Essendo più piccoli hanno la possibilità
di muoversi liberamente tra le tombe,
risultano più docili (i cavalli si
innervosivano a fare sempre gli stessi
movimenti) e hanno più resistenza nel
sostenere i cesti porta rifiuti sulla soma
con i fiori secchi recuperati.
pagina 25
Qui Scuola
28 GIUGNO 2013
EDUCAZIONE AMBIENTALE. PROGETTO DI SENSIBILIZZAZIONE RIVOLTO AGLI STUDENTI
Le mascotte per i nostri monti
L’Ispettorato Forestale di Messina coinvolge gli Istituti Comprensivi e premia i migliori lavori
che promuovono le peculiarità dei Peloritani e dei Nebrodi. Ecco i riconoscimenti alle scuole
DI
FRANCESCO PINIZZOTTO
LʼEDUCAZIONE AMBIENTALE prende
le mosse da un assunto concreto: far
conoscere per far rispettare. E
lʼIspettorato Forestale di Messina ha
dato il là a quello che è diventato un
primo coinvolgimento dei ragazzi verso
la sensibilizzazione alle dinamiche
ambientali.
“La promozione a livello mondiale di una
economia di tipo ecosostenibile assunta
con la Conferenza di Rio de Janiero nel
1992 detta le basi perché lʼuomo inizi a
considerare lʼambiente come un fattore
vitale per lʼeconomia, per le attuali e
future generazioni - sostiene il dirigente
tecnico Ettore Lombardo - La
devastazione degli habitat naturali, lo
sviluppo industriale con la ricerca del
profitto con lʼemissione incontrollata di
inquinanti ha creato i presupposti per
spezzare equilibri fragili e degradare
lʼambiente con seri problemi
determinato inquinamento diffuso, con
utilizzo incontrollato delle risorse
naturali”.
E nel nostro territorio abbiamo degli
esempi di uso del territorio da parte
dellʼuomo ai fini della ricerca del profitto
e di decisioni calate dallʼalto per
affermare una politica industriale in aree
territoriali vocate per lʼagricoltura e per il
turismo.
“Se vogliamo iniziare a considerare
lʼambiente naturale come un bene da
preservare - continua - e da utilizzare in
termini ecosostenibile dobbiamo iniziare
un percorso educativo-formativo che
vede le nuove generazioni protagoniste
di un approccio consapevole con
lʼambiente”.
Così, lʼispettorato Forestale di Messina
nellʼambito dei suoi compiti istituzionali
ha promosso un progetto di educazione
ambientale indirizzato a tutte le scuole
primarie e secondarie di Messina e
provincia.
Il fumetto del Comprensivo di Valdina
Altra tavola dello stesso lavoro
Ad ogni Istituto Comprensivo sono
state inviate nel mese di novembre 2012
due schede progettuali:
1. “Mascotte dei monti Peloritani e
Nebrodi”;
2. “Fumetto sui monti Peloritani e
Nebrodi”.
Il progetto Mascotte, prevedeva di
cercare un personaggio, una figura o
quant'altro sia rappresentativo per
contribuire a diffondere i valori e
l'identità dei Monti Peloritani e Nebrodi.
Il progetto fumetto, prevedeva la
realizzazione di un fumetto di almeno 6
pagine con 6 personaggi atti a
raffiguriareun aspetto o una storia
peculiare dei Peloritani e Nebrodi.
La scadenza per la presentazione dei
progetti all'Ispettorato Forestale di
Messina è stata fissata per il 31 gennaio
2013.
Hanno aderito complessivamente 23
Istituti Comprensivi per un totale di 74
classi di scuole elementare con 1.387
alunni e 146 classi di scuola media per
un totale di 2.345 alunni. E il 14 maggio
scorso si è riunita la commissione di
valutazione del “Progetto di Educazione
Ambientale” – formata dal Direttore
Tecnico Ettore Lombardo e dal
Commissario Forestale Fabio Pallucca
dell'Ispettorato Forestale di Messina e
dai docenti Letizia Noto e Antonio Di
Pietro dell'Istituto Comprensivo
“Pascoli-Crispi” e Maria Rosa Castano
del Comprensivo “Boer” di Messina –
promosso dalʼIspettorato Forestale
presso numerosi Istituti Comprensivi di
scuola primaria e secondaria di Messina
e provincia, con lo scopo di elaborare un
fumetto o un logo raffigurante momenti
di vita nel bosco dei monti Peloritani e
dei Nebrodi, ha esaminato i progetti
esprimendo il seguente verdetto finale:
nella sezione “Mascotte o logo dei monti
Peloritani e dei Nebrodi” al primo posto
centonove
si è classificato lʼIstituto
Comprensivo"Tommaso Aversa" di
Mistretta, la classe 1^ media, con il logo
dal titolo "Rifo il Grifo";
Secondo classificato l'Istituto
Comprensivo “Nino Pino Ballotta” di
Barcellona, classi 2^ e 3^ media, con il
logo dal titolo "Peloritania"
Nella sezione “Fumetto sui monti
Peloritani e Nebrodi” primo classificato
l'Istituto Comprensivo di Venetico con la
scuola di Fondachello Valdina, classe
5^ elementare, con il fumetto dal titolo la
"Magia dei Nebrodi"; secondo
classificato l'Istituto Comprensivo di
Venetico con la scuola di Fondachello
Valdina, classe 4^ C, con il fumetto dal
titolo "La Natura si ribella";
terzo posto, a pari merito i due istituti:
Istituto Comprensivo "Falcone
Borsellino" di Rometta con la III classe
elementare, con lʼelaborazione di un
fumetto dal titolo "Le voci della Natura",
e l'Istituto Comprensivo Distretto di Patti
n. 33 con la Scuola di San Piero Patti
con la classe III A, con lʼelaborazione di
un fumetto dal titolo "Una gita in
montagna".
Lʼobiettivo del progetto è stato quello di
informare e coinvolgere le nuove
generazioni allʼalfabeto della
conoscenza dellʼambiente, dei suoi
valori e dellʼimportanza della sua
conservazione in un quadro
ecosostenibile.
La Commissione, valutati i lavori degli
studenti, ha avuto modo di constatare
l'impegno dei ragazzi e del corpo
insegnanti, riuscendo nellʼintento di
esprimere nel migliore dei modi che
l'amore per la natura passa attraverso la
conoscenza e il suo rispetto. Gli alunni
hanno dimostrato di conoscere il
territorio di appartenenza, denotando
una buona sensibilità verso le questioni
ambientali. “Da qui nasce lʼimportanza
di coinvolgere le giovani generazioni conclude Ettore Lombardo - in quanto è
necessario aumentare nel territorio il
senso di appartenenza e soprattutto
formare cittadini che vedono
nellʼambiente naturale e nel paesaggio
unʼopportunità per il lavoro e più in
generale come un bene ricco di valori.
Devo dire che dallʼesame dei lavori
presentati è emerso la grande
professionalità del corpo insegnanti e lo
spirito attraverso il quale tanti, tantissimi
ragazzi e ragazze si sono cimentate in
un percorso dove ognuno di loro ha
espresso con le parole e i disegni il
profondo sentimento di rispetto per la
natura”.
ISTRUZIONE PER L’USO di Andrea Smith
Cambia bonus maturità
Rinvio test accesso Università
TEST DʼACCESSO ai corsi di laurea a numero chiuso
rinviati e criteri di valutazione del percorso scolastico
rivisti. Il ministro Carrozza aveva promesso e così è
stato. Con il decreto ministeriale dello scorso 12 giugno
sono stati posticipati a settembre i test di ammissione
ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale
per lʼanno 2013–14 e sono state riviste le modalità del
bonus maturità stabilite col decreto ministeriale del 24
aprile 2013. Il bonus, da uno a dieci punti, verrà
attribuito esclusivamente ai candidati che avranno
ottenuto un voto allʼesame di Stato almeno pari a
80/100 punti e non inferiore allʼ80esimo percentile della
distribuzione dei voti della propria commissione
dʼesame nellʼanno scolastico 2012/2013 –
e non più della propria scuola nellʼanno
scolastico precedente – secondo il
punteggio riportato allʼesame: punti 10 per
il 100 e lode; 9 punti per i voti 99 e 100;
punti 8 per i voti 97 e 98; punti 7 per i voti
95 e 96; punti 6 per i voti 93 e 94; punti 5 per i voti 91 e
92; punti 4 per i voti 89 e 90; punti 3 per i voti 86 87 e
88; punti 2 per i voti 83, 84 e 85; 1 punto per i voti 80,
81 e 82. I voti dellʼesame di stato riferiti allʼ80esimo
percentile di riferimento saranno pubblicati sul portale
Universitaly del MIUR (www.universitaly.it) entro il 30
agosto 2013. I candidati che hanno già effettuato
lʼiscrizione ai test di ammissione dovranno integrarla
con le informazioni necessarie per lʼattribuzione del
bonus legato al punteggio di diploma, calcolato
secondo le nuove modalità. Le iscrizioni on line si
apriranno il 25 giugno, per chiudersi il 18 luglio. Il
pagina 26
perfezionamento dellʼiscrizione presso le singole sedi
sarà completato con il versamento del relativo
contributo di iscrizione che dovrà essere effettuato
entro il 25 luglio e dal quale sono dispensati gli studenti
che hanno già versato il contributo di iscrizione e che
confermano la prima preferenza. Il nuovo D. M.
interviene su lacune criticità, ma non può agire sui
punti fondamentali, quali ad esempio il cosiddetto
bonus maturità, perché vincolati dallʼattuazione del D.
L.vo 14 gennaio 2008, n.21, non modificabile da un
decreto ministeriale. Per questo motivo il Ministro
Carrozza ha deciso di insediare una commissione che,
alla luce della prima esperienza applicativa, formuli
delle proposte operative per garantire un sistema di
accesso ai corsi a numero programmato equilibrato e
che sia in grado di valorizzare le potenzialità dei
candidati. La fine dei lavori è prevista entro il 30
settembre.
28 GIUGNO 2013
Economia
centonove
CASE E DINTORNI
Occhio ai mutui
ALMENO IL 60% delle famiglie italiane
hanno stipulato un mutuo per lʼacquisto della casa. Basile, presidente onorario dellʼassociazione sos utenti ha riscontrato delle anomalie nel tasso di
mora, ovvero quellʼinteresse che la
banca si fa dare in più quando il mutuatario non riesce a pagare qualche rata. Infatti secondo Basile, anche il tasso di mora in molti casi supera il tasso
soglia consentito. Il contratto in questo
caso è da considerarsi nullo. Nel caso
i cui un cliente avesse firmato un contratto di mutuo trentennale dieci anni fa
e ora accertasse che la banca abbia applicato interessi usurai, la banca sarà
costretta a restituire gli interessi pagati negli ultimi 10 anni. Sempre secondo
Basile, dalle statistiche esposte sul sito internet della Banca DʼItalia, i mutui
scritti nei bilanci delle banche ammontano a circa 800 miliardi di euro, gli interessi che le banche prendono da questi mutui, sono 40 miliardi allʼanno. Se
il 60% di questi contratti sono contratti capestri, significa che il 60% di questi 40 miliardi deve essere restituito a
chi ha fatto il mutuo.
L’INCHIESTA. La Regione si scopre Eldorado delle cause da promuove contro le banche per usura
Anatocismo, Sicilia sotto pressione
Sono già 347 le aziende che stanno facendo ricorsi contro gli istituti di credito per farsi
restituire il maltolto. Incoraggiate da sentenze che segnano importanti precedenti
MESSINA. Eʼ la Sicilia il nuovo
Eldorado delle cause da promuovere
contro le banche per usura e
anatocismo. Lo hanno scoperto alcune
delle aziende radicate al Nord che
nellʼanalizzare gli estratti conto di molte
aziende siciliane hanno scoperto che la
soglia di massimo scoperto, per i conti
che vanno periodicamente in rosso,
rispetto ai tassi praticati dalle banche,
due tre punti percentuali in più rispetto
alle aziende del Nord, con quasi
certezza matematica producono il reato
di usura, punito penalmente, e quello di
anatocismo, che la direzione di
Bankitalia, - rileva con soddisfazione un
analista finanziario, “non considera
meno grave”.
Sono già 347 i casi di aziende siciliane
che stanno facendo ricorsi i n Tribunale
per farsi restituire dalle banche il
maltolto. E a rafforzare lʼondata di
ricorsi, alcune sentenze di vari Tribunali
della Penisola e una recente massima
della Cassazione che indicano con
estrema precisione i confini del reato di
usura, rispetto ai criteri guida indicati
dalla banca dʼItalia.
Di questi casi, ben sei negli ultimi mesi a
Messina si sono chiusi con transazioni:
gli istituti di credito, di fronte alla
certezza delle contestazioni,
preferiscono chiudere le partite contabili
in conciliazione, chiedendo come
contropartita che il cliente si impegni a
firmare una nota di riservatezza per non
fare finire il nome della banca sui
giornali.
“Eʼ un fenomeno in vera crescitagongola una consulente di Brolo, che
svolge perizie di parte - succede
sempre più spesso nei casi che
analizziamo che le aziende da uno stato
di difficoltà, finiscono con lʼessere in
credito verso le banche”.
Il meccanismo è piuttosto semplice:
bisogna portare agli analisti gli estratti
conto degli ultimi anni di attività. I dati
vengono immessi min un software che
documenta tutti gli sconfinamenti e tutte
le anomalie, cui un normale correntista
non si accorge: dalla contabilizzazione
errata degli “interessi sugli interessi”, a
tante altre voci sul massimo scoperto,
che anziché su un giorno viene
spalmato su un intero periodo. I risultati
vengono poi trasferiti su una perizia che
gli esperti fanno asseverare. Trucchi e
trucchetti che ora hanno portato
Banckitalia, di fronte allʼemergere
sempre più consistente del fenomeno, a
emanare una nuova circolare sulla
contabilizzazione del massimo
scoperto.
Se a Bergamo il movimento
consumatori ha già messo a
disposizione degli utenti, aziende e
privati che hanno sottoscritto mutui, un
ufficio specializzzato, una recente
indagine dellʼAdusbef su dati forniti dalla
Banca Centrale europea, ha dimostrato
che a fronte dei 3,3 milioni di mutui
sottoscritti fino allʼaprile 2013, per
prestiti medi di centomila euro, le
banche italiane in dieci anni hanno
incassato un “pizzo” di quasi 23mila
euro non dovuti. Dati preoccupanti. E
allarmanti. E da Sassari, dove il
concessionario della Nissan ha
denunciato il Banco di Sardegna, a
Catania dove il Monte Paschi di Siena è
stato condannato a risarcire 300.00
euro alla “Nuova Ciet”, che nel
frattempo causa lʼanatocismo bancario
sofferto, poi smascherato dallʼavvocato
Vincenzo Drago, esperto in diritto
bancario, ha dovuto chiudere i battenti.
Non passa giorno ormai che le banche
non vengano condannate. Lʼultimo caso
a Marsala. Dove un cittadino, Giuseppe
Barraco, 69 anni, assistito dallʼavvocato
Beppe Gandolfo, si è visto restituire 47
mila euro dallʼex Sicilcassa, oggi
passata sotto lʼorbita di Unicredit.
LA SCHEDA
Quando la capitalizzazione degli interessi diventa illecita
COME SI PASSA dall'anatocismo all'usura? E' presto spiegato: nellʼambito di operazioni di finanziamento o di prestito, la capitalizzazione degli interessi, determina
un meccanismo illecito mirato a massimizzare i profitti del creditore a esclusivo
danno della controparte, il debitore. Si passa così dallʼanatocismo, a un ben più
grave fenomeno: lʼusura. Utilizzato agli inizi dagli usurai, con modalità diverse e
sempre più particolari, il fenomeno dellʼanatocismo è divenuto una pratica invalsa
di ordinario utilizzo da parte delle banche. Infatti, sebbene nellʼordinamento vigente lʼart. 1283 cc. di fatto vieta la capitalizzazione degli interessi, nella prassi bancaria tale uso è oramai uso comune. A tale proposito la Cassazione ha avuto modo di
intervenire chiarendo che la natura negoziale e non normativa di tale uso non è idonea a legittimarlo. Tuttavia tanto non è bastato a debellare tale deprecabile pratica
presso le banche. Per tale motivo, allo scopo di prevenire e reprimere comportamenti usurai, il legislatore con la legge 108 del 1996 ha inteso porre dei limiti oggettivi alla misura massima dei costi e degli oneri che possono essere addebitati
nellʼambito di operazioni di prestito o di finanziamento.
pagina 27
Economia
28 GIUGNO 2013
centonove
VILLAFRANCA. Nove progetti potrebbero rilanciare il settore dell’argilla. Ma nessuno li autorizza
Qui non si cava un mattone
Tra Pace del Mela e Venetico nel 1991 lavoravano 45 aziende e 800 addetti. Oggi le macerie.
A causa della devastazione ambientale. E ad un Piano regionale che blocca anche le bonifiche
VILLAFRANCA. Nel 1991 le aziende
del settore dei laterizi nella zona
tirrenica della provincia di Messina
erano 45 e oltre 800 addetti contro un
totale complessivo di 91 aziende e mille
addetti in tutta la Sicilia. Dieci anni dopo
le aziende attive sono diventate 33 e gli
addetti 450. Nel 2012 ulteriore caduta
con solo 7 aziende sopravvissute e 250
addetti, tutti in cassa integrazione. Eʼ
questo il quaro disarmante dipinto dalla
Fillea Cgil di Messina che torna a
lanciare lʼallarme per il settore dei
laterizi, fino a dieci anni fa punto forte
dellʼeconomia provinciale, soprattutto
nella zona tirrenica di Rometta, Valdina,
Pace del Mela e oggi decimato dalla
crisi e dalle pastoie burocratiche. Sono
nove i progetti che potrebbero rilanciare
il settore presentati alla Regione da
altrettanti aziende, ma le concessioni
non arivano.
Eppure quello dei laterizi in provincia di
Messina era un settore con numeri da
primato che garantivano lavoro e
sostegno allʼeconomia provinciale.
«Oggi - spiega Biagio Oriti, segretario
generale della Fillea Cgil di Messina - è
un settore decimato, con poche aziende
superstiti, i lavoratori in cassa
integrazione e una serie di difficoltà
aggiuntive determinate dalla burocrazia,
dalla mancanza di attenzione al settore
da parte delle istituzioni competenti».
Alla crisi del settore delle costruzioni si
è si è unito il blocco delle attività
estrattive che ha diverse concause,
prima tra tutte - secono il sindacato «lʼerrata stesura del nuovo piano cave
che di fatto ha escluso anche le cave
già esistenti e autorizzate».
La Fillea, infatti, chiede che ad
occuparsi del settore cave siano
dirigenti preparati e adeguatamente
formati sul tema, che le istituzioni siano
sensibili a questo problema e
soprattutto che diano risposte che
consentano alle aziende ancora attive di
reagire alla crisi.
L’assessore regionale Maria Lo Bello
“Il paradosso – osserva Oriti- è che in
questo momento a causa della crisi la
maggiora parte degli stabilimenti
sullʼisola sono fermi e che quelli della
nostra provincia non possono produrre
e quindi far fuoriuscire dalla cassa
integrazione il personale, perché è loro
inibito dalla nuova normativa lʼaccesso
alle cave di argilla”.
Ad oggi nella provincia di Messina sono
ben 9 i progetti di recupero ambientale
di vecchie cave o di apertura di nuove
cave che aspettano di essere vistati.
«Ognuno di questi progetti significa
lavoro per decine e decine di persone e
il riattivarsi di una fetta non marginale di
attività economiche. Perdere per
pastoie burocratiche e per le lungaggini
dei procedimenti questa opportunità
significa non comprendere la gravità
dellʼassenza di lavoro in questo
momento nel nostro territorio. Per
questo - conclude Oriti -sollecitiamo
lʼassessore regionale al Territorio Maria
Lo Bello a dare una risposta celere su
questo tema». Il problema principale è
che lo stato delle cose impedisce agli
imprenditori di reperire lʼargilla, la
materia prima di produzione, ad un
costo concorrenziale di mercato. Il
motivo? Una legislazione più stringente
in materia ambientale e il “Piano cave”
deliberato dalla regione Sicilia nel 2010
che in tutto il distretto ha previsto una
solo sito in cui è possibile, sempre
dietro autorizzazione dellʼEnte Minerario
di Catania, prelevare argilla. La nuova
normativa, i maggiori controlli delle
autorità di polizia e il Piano licenziato
dallʼassessorato Territorio e Ambiente
della regione Sicilia hanno posto fine ad
un fenomeno che per decenni ha fatto
vivere sonni tranquilli agli imprenditori
del settore ma ha lasciato ferite
profonde sullʼambiente: lo sfruttamento
selvaggio del territorio. Ogni
imprenditore, infatti, acquisitava un
terreno a due passi dallʼazienda e senza
alcun piano di risanamento e senza
alcuna autorizzazione la adibiva a cava
procurandosi così a poco prezzo argilla
di buona qualità. Secondo alcune stime
sul territorio del distretto dei laterizi ci
sono cave dismesse capaci di
accogliere 10 milioni di metri cubi di
materiale: non a caso la società Stretto
di Messina Spa, incaricata di costruire il
Ponte che unisca la Sicilia e la Calabria,
aveva progettato di smaltire gli inerti,
frutto degli scavi per realizzare la mega
opera, in queste cave dismesse.
AGRICOLTURA
Esa, un esercito per la Protezione
Il personale stagionale potrà essere utilizzato per proteggere
l’ambiente e contrastare il dissesto idrogeologico. La convenzione
Ciccio Calanna
MESSINA. Utilizzare il personale stagionale dellʼEsa, 470 operatori, per
servizi di protezione civile e funzionali allo sviluppo. Eʼ la filosofia di una
nuova convenzione sottoscritta tra lʼEnte di sviluppo agricolo, oggi
guidato dal Ciccio Calanna, e gli assessorati alla Protezione civile, alle
Infrastrutture e allʼAgricoltura. Il piano di intervento, in fase
sperimentale, è già partito. Lavori a sostegno degli alvei fluviali si
stanno realizzando nei comuni di Montagnareale, Gioiosa Marea e
Piraino.
“Eʼ un modo virtuoso di proteggere lʼambiente e i fenomeni di dissesto
idrogeologico - sottolinea Calanna - che aggiunge: vogliano allargare il
nostro raggio dʼazione anche alle aree industriali, oggi passati sotto la
pagina 28
direzione dellʼIrsap. Intervenire per recuperare queste strutture e
metterle in funzione delle imprese…”.
Una maniera nuova quella dellʼEsa, ente per anni ritenuto area di
parcheggio per i trattoristi, per rimetterei sul mercato, con una filosofia
del risanamento operativo già adottata dallʼex presidente Roberto
Materia. Trecentocinquanta dipendenti di ruolo, lʼEsa nasce nel 1965,
dopo la riforma agraria in Sicilia. Presente con nove sedi operative in
tutte le province, favorisce attività di analisi e sostegno allʼagricoltura.
Punta di diamante della ricerca. È la costruzione della bio-fabbrica di
Ramacca (in provincia di Catania), esperimento-pilota dove si
producono gli insetti utilizzati come fitofarmaci in agricoltura, a
protezione delle coltivazioni di agrumi, diffusi nella zona, e soprattutto di
carciofi. “Il nostro obiettivo - aggiunge il commissario Ciccio Calanna - è
quello di riuscire a trovare i fondi attraverso servizi ausiliari che ci
permettano il raggiungimento del pareggio di bilancio”. A soffrire oggi
sono soprattutto i lavoratori stagionali. Indietro con lo stipendio da tre
mesi sono in attesa di un mandato di sei milioni di euro che, assicura
Calanna, si trova già in tesoreria”.
centonove
Economia
28 GIUGNO 2013
MESSINA. Più di cento aspiranti in piazza per un posto all’interno del nuovo locale
Stregati da Mcdonald’s
Il ristorante aprirà nella centralissima piazza Cairoli. Le assunzioni saranno a tempo indeterminato
perché, come spiega il licenziatario siciliano Pietro Vadalà, «investiamo sulla formazione»
Accanto,
Pietro Vadalà.
imprenditore
catanese
che gestisce
dieci ristoranti
in Sicilia.
In alto, da sinistra,
il direttore della sede
di Messina, Ivano
Imbiscuso, e due
aspiranti al lavoro
nel nuovo locale
di piazza Cairoli
a Messina,
Alexandra Morabito
e Monica Bossa,
di 21 e 23 anni
DI VALENTINA COSTA
MESSINA. È un caldo mercoledì di fine
giugno. A Piazza del Popolo, di solito punto
dʼincontro per pensionati annoiati, tanti
ragazzi si accalcano attorno a un ampio
stand sormontato dallʼinconfondibile “M”
gialla. Il McItalia Job Tour è arrivato a
Messina: porta con sé un carico di
speranza. Si tratta infatti di un evento
itinerante di selezione del personale
attraverso cui verranno reclutati i 25 nuovi
“crew” - letteralmente membri
dellʼequipaggio, in pratica addetti alle
vendite e alla preparazione dei cibi - che
lavoreranno nel secondo ristorante
McDonaldʼs di Messina. Il locale aprirà il
prossimo agosto, nella centralissima
Piazza Cairoli. Sono più di 100 i giovani
che partecipano ai colloqui individuali.
Sono quelli che hanno superato le selezioni
online che, in due settimane, hanno fatto
registrare la bellezza di 1900 “application”.
Un sintomo quanto mai eloquente della
fame di lavoro di una provincia che, tra il
2001 e il 2011, secondo i dati Istat, ha
perso il 13% della popolazione compresa
tra i 15 e i 39 anni, quella dei lavoratori
giovani: 30mila persone che sono andate a
rinforzare le fila dellʼesercito dei nuovi
migranti.
«Mi hanno fatto molte domande, tra
queste, qual è il mio punto di forza”,
racconta Federica Pistoni, 23 anni,
appena dopo il colloquio. Federica ha un
diploma allʼIstituto Agrario e un sogno nel
cassetto, diventare veterinaria, sfumato
dopo il verdetto negativo dei test
universitari a numero chiuso. «Ho seguito
due corsi di formazione, che però non
hanno portato a nulla. Ora spero davvero di
farcela». Alexandra Morabito, 21 anni il
prossimo 8 luglio, ha dovuto abbandonare
gli studi di informatica a Verona: la sua
famiglia non poteva più permetterseli. «Ora
spero di essere assunta, per poter
diventare indipendente e, magari,
continuare a studiare a Messina». Monica
Bossa, 23 anni, spera di agguantare il
tanto agognato “lavoro”. Ha fatto tante
piccole esperienze in città, come
commessa, segretaria in studi medici:
LA SCHEDA
Trecentocinquanta coperti e anche colazioni
LʼAPERTURA DEL NUOVO McDonaldʼs a Messina rientra nel piano di espansione annunciato dalla multinazionale americana a fine 2012: 3000 posti di lavoro in 3 anni in tutta Italia, di cui 1100 nel solo 2013. Un altro ristorante verrà
aperto tra pochissimo a Gela: le selezioni si stanno svolgendo oggi. In tutta la
Sicilia, nonostante lʼagguerrita concorrenza rappresentata dalla rosticceria e
dalla panetteria locale, ci sono 23 ristoranti McDonaldʼs, che diverranno 25 con
le due prossime aperture. Il primo fu quello di Palermo, che aprì in Piazza Castelnuovo nel 1997. Oggi McDonaldʼs impiega in tutta la regione 690 persone,
che diverranno 740 dopo le assunzioni di Messina e Gela. 350 sono coloro che
lavorano nella società che fa capo allʼimprenditore Pietro Vadalà, che descrive
il locale che aprirà a Piazza Cairoli: «Sarà ampio, avrà 165 coperti, sarà dotato di
McCafè per colazioni e merende, e aperto dalla mattina presto fino alla sera tardi. Il prossimo obiettivo è restare aperti 24 ore su 24. E, magari, aprire un nuovo
ristorante anche nella zona nord della città!». (V.C.)
pagina 29
«Cerco fondamentalmente una stabilità. La
buona volontà non mi manca». E il posto in
McDonaldʼs rappresenta una manna del
cielo, perché la multinazionale, a differenza
delle piccole realtà che caratterizzano il
territorio, è chiarissima sulle condizioni
contrattuali: i “crew” verranno inquadrati
part-time con C.C.N.L. del turismo. Per 24
ore di lavoro settimanale riceveranno
814,35 euro lordi mensili, a cui andranno
ad aggiungersi eventuali straordinari per
lavoro notturno e festivo.
«I ragazzi verranno assunti a tempo
indeterminato. Dopo che investiamo in
formazione, non abbiamo alcun interesse a
stipulare contratti interinali. Requisito per
lʼassunzione, però, è la voglia di lavorare
sodo e di crescere. Bisogna aver chiaro
che il lavoro è faticoso, ma premia», spiega
Pietro Vadalà, imprenditore catanese,
patron della Etnafood Srl e licenziatario
storico di McDonaldʼs. La società, che
gestisce 10 ristoranti in Sicilia, tra cui quello
di Contesse e quello di Milazzo, si
occuperà anche del nuovo ristorante di
Piazza Cairoli. «Chi verrà assunto svolgerà
a rotazione tutte le mansioni: dalla frittura
delle patatine, allo scarico delle merci a, mi
si passi il termine, la pulizia delle toilette.
Tutti devono saper fare tutto: è il requisito
essenziale per potere aspirare a diventare
manager, e in seguito, direttore di
ristorante». Una scalata ai vertici che, se si
ha stoffa, può avvenire in breve tempo.
Come nel caso di Ivano Imbiscuso, 30
anni, catanese, direttore del McDonaldʼs
della Zona Sud della città da quando ne
aveva 23. «Ho cominciato nel 2001 a
lavorare come crew. Dopo due anni di
gavetta, ho chiesto di andare avanti. Da
allora ho seguito 4 corsi di formazione e
oggi sono qui, ad occuparmi anche delle
selezioni».
Economia
28 GIUGNO 2013
MESSINA. LA CASSAZIONE CHIEDE ALL’ISTITUZIONE EUROPEA DI PRONUNCIARSI SULLA CONFORMITÀ DEI CONTRATTI DI LAVORO A TEMPO DETERMINATO
Marittimi precari in Corte di giustizia
MESSINA. La battaglia
giudiziaria intrapresa da alcuni
marittimi precari dello Stretto
approda alla Corte di Giustizia.
I lavoratori contestano la
legittimità dei contratti a tempo
determinato (per 78 giorni),
reiterati sin dallʼanno 1995, da
Rete Ferroviaria Italiana
chiedendo il riconoscimento del
diritto alla stabilità lavorativa
senza però ottenerlo
nonostante, di recente, molte
siano state le sentenze della
magistratura del lavoro
favorevoli alle loro istanze ed
eseguite da Rete ferroviaria
italiana con il pagamento di
decine di migliaia di euro per il
risarcimento del danno ma non
per lʼassunzione a tempo
indeterminato.
La Suprema Corte di
Cassazione pronunciandosi sul ricorso
presentato da alcuni marittimi difesi
dallʼavvocato Aurora Notarianni, che da
anni si batte a fianco dei lavoratori contro
lʼabuso nella reiterazione di contratti a
termine, con ordinanza interlocutoria
depositata il 20 giugno 2013, ha rimesso
alla CGE, in via pregiudiziale,
lʼaccertamento sullʼapplicabilità al lavoro
nautico della Direttiva Comunitaria
1999/70/CE sul lavoro a tempo
determinato e conseguentemente del
D.lgs. 368/2001 che lʼha recepita nel
nostro ordinamento.
La Suprema Corte analizzando la
questione della specialità della disciplina
del lavoro nautico rispetto a quella di tutti
gli altri rapporti di lavoro subordinato ha
rilevato come tale specialità potrebbe non
avere alcuna giustificazione nellʼipotesi di
lavoratori marittimi assunti a tempo
determinato sulle navi traghetto che
effettuano collegamenti giornalieri ed ha
richiamato lʼorientamento della Corte
Costituzionale che è più
volte intervenuta
richiedendo, per il
riconoscimento della
legittimità della
normativa speciale,
lʼesistenza di effettive e
concrete esigenze del
lavoro marittimo
collegate alla sicurezza
delle navi, prevenzione
dellʼinquinamento,
condizioni di vita e di
lavoro a bordo.
In altri termini, per il
lavoro nautico, è
legittimo parlare di
“specialità attenuata”, in
quanto “lʼesigenza di una
disciplina “ad hoc” ha
fondamento laddove si
tratti di intervenire in
relazione a determinate
peculiarità, come la sicurezza delle navi,
mentre analoga esigenza non si ravvisa
quando si interviene in materia di
contratto a termine”.
La soluzione interpretativa che sarà data
dalla Corte di Giustizia costituirà fonte di
diritto per tutta lʼUnione europea e darà
certezza ai rapporti di lavoro dei tanti
marittimi “precari del mare” che sinora
hanno atteso una stabilizzazione che
riconosca la loro dignità di persone e la
professionalità acquisita.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
NAUTICA
190 euro al mese se assumi licenziati
Buyer e aziende in tour
per Boating in Sicily
190 EURO AL MESE nel caso di assunzioni di lavoratori licenziati per motivi economici effettuate nel 2013. L'agevolazione spetta ai datori di lavoro privati che assumono lavoratori licenziati nei dodici mesi precedenti per giustificato motivo oggettivo connesso a riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro.
Le assunzioni agevolate sono quelle effettuate nel 2013 con contratto a tempo indeterminato, a termine, anche a tempo parziale, o nel caso di contratto di somministrazione di lavoro, e sono previste dal Decreto direttoriale n.264/Segr D.G./2013
del 19 aprile scorso, adottato dalla Direzione generale per le politiche attive e passive del lavoro del Ministero del Lavoro in corso di
pubblicazione sulla G. U. L'agevolazione sarà pari a
190 euro per 12 mesi se il contratto è a tempo indeterminato, 6 mesi se a termine ed andrà riproporzionata nel caso di rapporto part time. Sono invece
espressamente esclusi i lavoratori domestici. Dal
punto di vista operativo, la gestione della concessione del beneficio è demandata allʼINPS al quale dovranno essere inoltrate le istanze in forma telematica successivamente all'assunzione.
A tal fine, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, verranno
fissate dallʼIstituto le modalità di presentazione delle istanze.
LʼINPS, a seguito della presentazione delle istanze, procederà allʼaccertamento
dei requisiti previsti attraverso le comunicazioni obbligatorie UniLav alle quali come noto lʼIstituto accede autonomamente, nonché attraverso apposite dichiarazioni contributive dei datori di lavoro. Il materiale utilizzo del credito verrà effettuato mediante conguaglio attraverso le denuncie mensili UniEmens una volta
giunta lʼautorizzazione alla fruizione del beneficio da parte dellʼINPS.
I fondi destinati allʼagevolazione sono pari a 20 milioni di euro e sono concessi
secondo il regime “de minimis” . Il datore di lavoro, infine, deve garantire interventi di formazione professionale sul luogo di lavoro a favore del lavoratore assunto anche mediante il ricorso alle risorse destinate alla formazione continua di
competenza regionale. Intervento regionale che, tuttavia, appare eventuale con
conseguente necessità che il datore di lavoro si attivi autonomamente nel caso
si inerzia dellʼente.I Consulenti del lavoro sono a disposizione per tutte le informazioni relative.
UOMINI&BISINESS
CONFESERCENTI
Sorbera direttore regionale
MESSINA. Michele Sorbera, 57 anni, messinese di Sant' Angelo di
Brolo, è il nuovo direttore regionale della Confesercenti siciliana. A nominare Sorbera, attuale
direttore della Confesercenti di
Messina, su proposta del presidente Vittorio Messina, è stata allʼunanimità la presidenza regionale che si è riunita a Palermo nella
sede di piazza Politeama. Oltre a
Sorbera fanno infatti parte della
giunta Confesercenti regionale
anche Giovanni Calabrò, Stello
Bossa e Daniele Andronaco.
OPERATORI TURISTICI
Nasce il consorzio a Modica
MODICA. È stato costituito, nella
sede del Palacultura, il consorzio
degli operatori turistici della città
di Modica. I ventiquattro soci fondatori (quelli che hanno sottoscritto lo statuto), sui quaranta
che avevano aderito al bando pubblico, hanno poi eletto i nove componenti del consiglio di amministrazione. Gli organi statutari eletti sono: presidente Giuseppe Renato Nuccio; vicepresidente Paolo Failla, tesoriere Pietro Spadola,
segretario Francesco Frasca.
CONSUMATORI
La mediazione
CHI INTENDE ESERCITARE
PALERMO. Al porto
turistico di Licata quaranta
aziende siciliane e quaranta
buyer stranieri si
incontreranno per un tour di
quattro giorni (dal 26 al 29
giugno) fra coste e porti
turistici, siti archeologici e
naturalistici e industrie della
marineria isolana. L'evento
si chiama "Boating Event in
Sicily": una vera e propria
missione di incoming
promossa dall'assessorato
delle Attività
produttive della Regione e
finalizzata a favorire la
promozione internazionale
del comparto nauticoturistico. E' un ritorno a
casa per quegli imprenditori
siciliani che, in questi mesi,
grazie a una serie di
finanziamenti europei,
hanno girato il mondo
partecipando alle più
importanti fiere
internazionali del settore:
dal Salone Nautico di
Barcellona a quello
internazionale di Genova,
dal Boot di Dusseldorf al
Croatia Boat Show di
Spalato.
pagina 30
centonove
in giudizio
un'azione relativa a una controversia in materia di
condominio, diritti reali, divisione, successioni
ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato,
affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da
responsabilita' medica e da diffamazione con il mezzo
della stampa o con altro mezzo di pubblicita', contratti
assicurativi, bancari e finanziari, dovrà
preventivamente attivare il procedimento di
mediazione.
La legge stabilisce che il tentativo di conciliazione e'
condizione di procedibilita' della domanda giudiziale.
Torna dunque, con il decreto legge n. 69 del 21
giugno 2013, lʼobbligatorietà del tentativo di
mediazione che era stato introdotto con il decreto
legislativo n. 28/2010. Successivamente era
intervenuta la Corte Costituzionale che aveva
dichiarato lʼ illegittimità costituzionale della normativa
per un eccesso di delega.
Il nuovo decreto legge, ancora da convertirsi in legge,
non include, tra le materie per le quali è stabilita
lʼobbligatorietà della mediazione, le controversie per
danni derivanti da circolazione stradale, che invece
era prevista nella prima versione.
Si ricorda che sono stabilite sanzioni in caso di
mancata partecipazione alla procedura di
mediazione. Infatti la legge prevede che il giudice
condanni la parte che, nei casi previsti dalla
normativa, non abbia partecipato al procedimento
senza giustificato motivo al versamento all'entrata del
bilancio dello Stato di una somma di importo
corrispondente al contributo unificato dovuto per il
giudizio.
Francesco Suria
Esperto legale Messina
centonove
GAY... NEL
NOME DI DIO
Alla scoperta delle associazioni
siciliane di omosessuali cristiani
PAGINA 32
poster
28 GIUGNO 2013
«IO, NOBILE
E SVITATO»
A tu per tu con il musicista
delle risate, Leo Sanfelice
PAGINA 35
MURALES DI UMANITA VARIA
CINEMA. Finalmente in Italia la storia di Grassadonia e Piazza
Omaggio
a Corrao
Il film?
E’ Salvo
Orestiadi al via nel giorno
della nascita del suo ideatore
La pellicola selezionata al festival
di Cannes che racconta un intreccio
di amore mafia e miracolo
esce nelle sale distribuito
da Good Film.
Riaccendendo i riflettori
sul problema della distribuzione
ROMA. Essere stato selezionato al
Festival di Cannes non è bastato. E
anche vincere due premi sulla Croisette
non è stato determinante a conquistare il
diritto a una distribuzione a un film bello
come 'Salvo' di Fabio Grassadonia e
Antonio Piazza. Ora, dopo essere stato
venduto in Francia, Australia, Brasile e
Inghilterra, il film che racconta una storia
d'amore, mafia e miracolo, esce dall'oblio
e arriva nelle sale giovedì distribuito dalla
Good Film in circa quaranta copie.
Spiega Antonio Piazza: "Oggi in Italia
tutto ciò che non affonda nel più bieco
conformismo viene guardato con
sospetto. Invece sono di scena tante
commedie, tutte omologate, che godono
il diritto del denaro pubblico e che, tranne
qualche eccezione, non incassano nulla.
Commedie che non vanno certo a
Cannes ma che non arrivano neppure a
Ventimiglia". Gli fa eco uno dei produttori
Massimo Cristaldi: "Il problema della
APPUNTAMENTI
distribuzione è emblematico. In un paese
normale la distribuzione si proporrebbe
solo per il fatto che il lavoro è stato
selezionato a un festival così prestigioso
cosa che è già un premio in sé. E poi che
dire di questi due registi che con il
cortometraggio Rita hanno vinto una
quarantina di premi passando per i
festival di tutto il mondo che sono rimasti
fermi cinque anni prima di approdare a
questo film". Dello stesso parere il
coproduttore Fabrizio Mosca:"é tutto
molto complicato in Italia. Oramai nel
cinema c'é il monopolio di RaiCinema,
dopo che la Medusa è come 'scoppiata' e
produce solo cinque sei film all'anno".
'Salvo' che, alla Semaine de la Critique,
ha vinto il Gran Premio e il premio
Rivelazione racconta di un killer di mafia,
Salvo (l'attore palestinese Saleh Bakri)
già interprete di Elia Suleiman, che entra
in una casa per uccidere un uomo, ma lì
incontra Rita (la brava esordiente Sara
Serraiocco), sorella cieca dell'uomo che
deve uccidere. Lei tenta in tutti i modi di
salvare il fratello, ma non ci riesce. I due
lottano e, come per miracolo, a Rita torna
la vista. E il killer non l'abbandona più.
Anzi rischia la sua stessa vita per salvare
questa scomoda testimone. Nel cast
anche Luigi Lo Cascio e la fotografia di
Daniele Ciprì. Spiega Piazza: "In questo
film si incontrano due diversi tipi di cecità.
Una fisica, quella di Rita, e una morale
del protagonista. Da questo incontro
nasce comunque un barlume di
speranza. Io e Grassadonia siamo
entrambi di Palermo - continua il regista e li ti viene insegnato a 'non vedere' e a
cercare di vivere come se si fosse in una
città normale. Ora puoì scegliere di non
vedere, ma se scegli di vedere tutto si
complica". Il futuro dei due registi e
sceneggiatori? "Stiamo valutando tre
storie siciliane, ma questa volta senza
mafia".
GIBELLINA. Ha preso il via mercoledì
26 giugno la XXXII edizione delle
Orestiadi di Gibellina, con la direzione
artistica di Claudio Collovà, promossa
dalla Fondazione Orestiadi, presieduta
da Francesca Corrao. Quattordici le
date in programma, con artisti di fama
nazionale e internazionale, la cui
presenza a Gibellina conferma come in
questi trentadue anni le Orestiadi si
siano attestate come unʼesperienza
unica nel panorama teatrale e culturale
italiano ed europeo. Lʼedizione 2013
ha debuttato mercoledì 26 giugno, data
di nascita dellʼindimenticabile Ludovico
Corrao (che delle Orestiadi è stato il
padre e il geniale testimone), con un
omaggio a Ludovico Corrao, intitolato “I
funerali di Corrao” di e con Emilio Isgrò,
presentazione di Andrea Cortellessa.
Si tratta di unʼode dedicata al fondatore
delle Orestiadi e scritta da Isgrò in
occasione dei suoi funerali. Qui, dopo
quella triste occasione, viene
presentata al pubblico per la prima
volta. “Un modo – spiega Emilio Isgrò –
per rendere un omaggio personale alla
figura straordinaria di un uomo al quale
ebbi la fortuna di essere accanto nelle
ore decisive di una impresa intellettuale
e civile che apriva alla Sicilia le
prospettive di una cultura aliena da
quegli autocompiacimenti formali e
formalistici ai quali la nostra isola
indulge troppo spesso, pur con le
lodevoli eccezioni che tutti ben
conosciamo”. Gli spettacoli saranno al
Baglio Di Stefano a Gibellina. Per
maggiori informazioni visitare il sito
www.orestiadi.it.
INIZIATIVE
Da Salina a Sanremo
MESSINA - Concluse le iscrizione per aspiranti modelle e cantanti della II edizione di
MareFestival, kermesse di musica, cinema, teatro, libri, arte e moda, che si svolgerà
fra luglio e agosto a Messina e Salina, ideata da Massimiliano Cavaleri (direttore artistico) e Patrizia Casale (responsabile organizzazione). Primo appuntamento sabato
29 giugno a partire dalla ore 17 al Centro Commerciale Tremestieri, per partecipare
ai casting utili all'accesso in semifinale e riservati a coloro che si saranno iscritti in
tempo sul sito www.marefestivalsalina.it. Il concorso è rivolto a voci e reginette di bellezza: i vincitori della finalissima andranno a "Casa Sanremo", salotto esclusivo dei
giornalisti, artisti e discografici del noto Festival, allestito al Palafiori, a pochi passi
dall'Ariston. Ai casting i talenti (16-40 anni) canteranno un pezzo a scelta libera, valutato da una giuria di esperti; per le aspiranti miss (etá 16-25) é prevista una sfilata
con abiti propri. Chi passerá il turno andrá direttamente in semifinale, prevista giovedì 11 luglio al Mama di Messina; la finale si terrà ad agosto nella piazza Santa Marina di Salina, in cui i cantanti scelti si esibiranno in una serata dedicata a Sanremo.
Un momento della I edizione di Mare Festival Salina: Luisa Lentini, Francesco Lo Giudice,
Nadia La Malfa, Marco Alemanno, Massimo Lo Schiavo e Massimiliano Cavaleri
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28 GIUGNO 2013
centonove
COPPIE DI FATTO
La svolta di Bianco
I ragazzi dell’associazione “Ali d’aquila” durante lo scorso Gay Pride
MOVIMENTO LGBT. Alla scoperta delle associazioni siciliane di omosessuali cristiani
Gay... nel nome di Dio
“Rinnegati” dalla Chiesa, hanno manifestato al Pride di Palermo in nome dei diritti civili.
Dopo anni di battaglie contro pregiudizi e interpretazioni “forzate” delle Sacre Scritture
DI MARINO RINALDI
DA UNA PARTE la spiritualità e la fede.
Dallʼaltra i sentimenti, le pulsioni del
corpo, lʼomosessualità. Non deve essere
semplice amare, vivere liberamente il
proprio amore, con la prospettiva
dellʼinferno, lo spauracchio del senso di
colpa, il timore del peccato. Del peccato
mortale. Eppure, malgrado i diktat del
Vaticano e le posizione della Santa
Sede, cʼè chi ritiene sia possibile vivere
serenamente la propria condizione di
omosessuali e cristiani. Al punto da
fondare unʼassociazione e di scendere
in piazza, durante il Gay Pride di
Palermo, per urlare al mondo intero il
proprio orgoglio. Sono i ragazzi e le
ragazze di “Ali dʼAquila”, con sede a
Palermo, e “Fratelli dellʼElpis”, di
Catania, associazioni di omosessuali
cristiani che da anni rappresentano il
punto di ritrovo per tutti i siciliani
appartenenti alla comunità Lgbt che
vogliono sentirsi liberi di professare la
propria fede. Condividendo esperienze,
dubbi e speranze.
SULLE ALI DELLA LIBERTAʼ. Fondata
a Natale del 2008, sulla scia di altre
realtà italiane, da un gruppo di ragazzi
provenienti dalla Chiesa Valdese,
lʼassociazione “Ali dʼAquila” è
frequentata da circa 25 ragazzi e
ragazze, fra cui gay, lesbiche e trans.
Molti di loro sono scesi in piazza a
manifestare al recente Palermo Pride,
durante il quale hanno organizzato
anche la mostra fotografica “Just
married - Le nozze omo nella società
contemporanea”, unʼesposizione di circa
35 foto con didascalie e proiezioni in
loop sui matrimoni gay. «Il nostro
obiettivo - spiega il 33enne Giovanni
Capizzi - è quello di creare un luogo di
accoglienza e di preghiera per le
persone omosessuali, per favorire una
riconciliazione con noi stessi, con Dio e
CATANIA. È stato (ri) eletto solo da
qualche settimana, eppure il neo sindaco di Catania Enzo Bianco non ha
perso tempo, annunciando nei giorni
scorsi il suo impegno per istituire nella
città etnea un registro delle unioni civili come quello di Milano e Palermo,
esprimendo l' auspicio che il provvedimento possa essere uno dei primi atti
del nuovo consiglio comunale di Catania. Unʼapertura accolta di buon grado
da Giovanni Calogero, presidente di
Arcigay Catania, («Dove cʼè apertura
verso le persone Lgbt ci sono sempre
sviluppo e progresso») e dallʼex presidente nazionale di Arcigay Paolo Patanè. Unʼiniziativa, quella dellʼapprovazione del registro comunale, già intrapresa lo scorso 11 giugno dal sindaco
di Palermo Leoluca Orlando, a conclusione di un travagliato iter iniziato nel
2010, e nellʼottobre 2012 dagli allora
presidenti della IV e della V Circoscrizione di Messina Francesco Quero e
Alessandro Russo.
Niente da fare, invece, a Milazzo, dove
il provvedimento fu bocciato nel 2011,
e a Lipari, dove il registro non fu approvato dal consiglio comunale in seguito
allʼastensione di tutto il Partito Democratico. «Il giorno prima - spiega il presidente di Arcigay Messina Rosario
Duca - il Pd ci mostrò il proprio incondizionato appoggio. Lʼindomani non si
presentarono in aula...». (M.R.)
con la Chiesa. Ci riuniamo in media una
volta a settimana in parrocchia, grazie
soprattutto allʼaiuto di Padre Cosimo
Scordato, che ci ha sempre sostenuti».
Ma è possibile vivere serenamente la
propria sessualità nonostante gli
“anatemi” del Vaticano? «La Chiesa spiega Giovanni - ha sempre rinnegato
lʼomosessualità, eppure nelle Sacre
Scritture non se ne fa mai riferimento.
Credo che la posizione “istituzionale”
della Santa Sede sia legata a questioni
più ampie: discuterne implicherebbe
rimettere in discussioni tematiche altre,
a partire dalla sessualità in genere.
Certo fa rabbia essere discriminati e poi
MESSINA
Tutto l’orgoglio di Rosario Duca
A tu per tu con il presidente di Makwan Arcigay
Rosario Duca
MESSINA. La dicitura “Gay Pride” non riesce proprio a mandarla
giù. Troppo settaria e riduttiva. Lʼorgoglio, per Rosario Duca,
presidente del comitato Makwan Arcigay Messina, non deve
riguardare solo gli omosessuali, ma lʼintera comunità civile.
«Basterebbe chiamarlo “Pride”, senza ulteriori etichette, dato che
a manifestare per le vie di Palermo non cʼerano solo esponenti del
mondo Lgbt, ma oltre 150mila persone, fra cui eterosessuali,
disoccupati, famiglie e bambini», spiega Rosario, che ha
partecipato allʼevento insieme a centinaia di ragazzi e ragazze
delle sezione messinese di Arcigay, che conta più di 3mila iscritti,
a fronte degli oltre 180mila tesserati in tutta Italia (dei quali 5mila a
Palermo e circa 6mila a Catania). «La manifestazione palermitana
- prosegue Rosario - è stata una grande occasione di confronto fra
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varie istanze e associazioni. Inoltre ho accolto con piacere la
partecipazione di esponenti politici come Vendola, Ferrero e
Orlando». Ed è proprio la politica a “infiammare” il presidente di
Arcigay, che non nasconde tutta la sua delusione per il governo
Crocetta. «Mi aspettavo molto di più dal Governatore - racconta
Rosario - che a volte dimentica di essere il presidente di tutti i
siciliani. Lo scorso aprile, insieme alle varie sezioni provinciali di
Arcigay, abbiamo scritto una lettera al presidente della Regione in
merito alla possibilità di pensare ad una legge contro lʼomofobia, in
funzione della tutela dei diritti della comunità Lgbt, ma non abbiamo
ancora avuto risposta». Ma se Crocetta lo ha deluso, Duca può
consolarsi con la vittoria alle amministrative di Renato Accorinti:
«Calabrò - commenta - non sarebbe stato sindaco nemmeno se
avesse vinto. Felice è solo la faccia pulita della storia della
vergogna messinese. Diverso il discorso per Accorinti, con il quale
possono aprirsi diversi scenari. A me non interessa lottare solo per i
diritti degli omosessuali. La priorità, adesso, è puntare sui servizi
sociali e ridare alla gente la possibilità di sfamarsi». (M.R.)
centonove
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28 GIUGNO 2013
Alcune immagini del Gay Pride di Palermo.
In basso, in senso orario, Maria Grazia Cucinotta
e Nichi Vendola, Vladimir Luxuria, il corteo
delle “Famiglie Arcobaleno”.
(Foto Dominik Giliberto)
Padre Cosimo Scordato
CONTROCORRENTE. L’apertura di Padre Scordato
Cosimo, il parroco friendly
leggere di scandali all'interno del
Vaticano. Bisogna però distinguere fra la
“fede” e la Chiesa, spesso corrotta e
contaminata da persone poco pulite».
«Io - prosegue Giovanni - sono cresciuto
in una famiglia cattolica. Ho capito di
essere gay quando avevo 15 anni e
allʼinizio non è stato facile. Non ho mai
avuto problemi con me stesso, quanto
piuttosto con la società. Non dobbiamo
mai dimenticare che prima di essere
credenti o omosessuali siamo
innanzitutto cittadini. Per questo sono
soddisfatto dellʼistituzione del registro
delle unioni civili a Palermo, che ancora
una volta si dimostra molto più frendly di
altre città. La mia speranza adesso conclude Giovanni - è che si facciano dei
passi avanti anche per i matrimoni gay.
La famiglia, del resto, è dove c'è amore.
Naturalmente sono anche a favore
dellʼadozione in favore di coppie
omosessuali, una “pratica” che
preferisco rispetto alla fecondazione
assistita e altre forme di “accanimento
scientifico”. Mi sembra una scelta meno
egoistica».
I FRATELLI DELLʼELPIS. Nata a
Catania nel 1990, lʼassociazione “Fratelli
DellʼElpis” è il primo gruppo cristiano
ecumenico Lgbt della Sicilia. «Allʼinizio racconta il 49enne Filippo Natoli - i
membri erano solo quattro, mentre
adesso ai nostri incontri partecipano
circa trenta persone, con una
predominanza di maschi, anche se
questʼanno si è aggiunta anche qualche
ragazza. Fondamentale per la nascita
dellʼassociazione è stato lʼappoggio del
parroco della Chiesa del Crocifisso della
Buona Morte, che già negli anni ʻ90
accoglieva immigrati ed emarginati
seguendo la morale del credo
evangelico». «La nostra - prosegue
Filippo - è unʼassociazione con intenti
prettamente spirituali. Il gruppo, più che
per rivendicare dei diritti, nasce
dall'esigenza di riflettere sulla nostra
sessualità e sulla nostra fede.
Siamo attenti però anche alle battaglie
civili, del resto le tasse le paghiamo
anche noi. Spero che adesso, con
lʼelezione di Enzo Bianco, anche il
Comune di Catania possa istituire un
registro delle unioni civili: è necessario
però un riconoscimento non solo per gli
omosessuali ma per tutte le coppie di
fatto». Ma qual è il vostro rapporto con la
Chiesa? «Di certo non fa piacere sentirsi
dire che finiremo allʼinferno - spiega
Filippo - ma occorre in ogni caso
distinguere fra la chiesa magisteriale e le
realtà di base, soprattutto ai nostri giorni.
La Santa Sede ha sicuramente delle
responsabilità molto grandi. Inoltre
credo sia un poʼ schizofrenico vivere
determinate realtà e poi condannarle».
Soprattutto se nelle Sacre Scritture non
cʼè alcuna condanna
dellʼomosessualità... «Nel Vangelo conclude Filippo - non se ne fa
menzione, neanche un accenno. Le parti
più controverse, interpretate in passato
molto superficialmente, sono state del
tutto smontate dai biblisti, e mi riferisco
in particolare alla “Lettera ai Romani”, al
“Levitico” e alla distruzione di Sodoma e
Gomorra».
PALERMO. Si chiama
Don Cosimo ed è
decisamente un parroco
sui generis.
Perché, nonostante dal
Medioevo siano trascorsi
ormai parecchi secoli, non
è facile trovare, in
unʼepoca segnata da
anatemi religiosi e crociate
clericali contro la libertà
sessuale, un sacerdote
come Padre Scordato. Un
uomo che da anni si batte
per il riconoscimento dei
diritti civili dei tanti
omosessuali che
frequentano la parrocchia
di San Francesco Saverio
all'Albergheria, un
quartiere nel centro storico
di Palermo.
Ragazzi e ragazze che
hanno trovato in Don
Cosimo un punto di
riferimento e una guida
spirituale che ormai dal
1998 li accompagna nel
loro percorso di crescita,
aiutandoli a prendere
coscienza del proprio
essere e ad affrontare
serenamente la propria
sessualità.
«Lʼomosessualità è una
condizione della vita e non
un “errore di natura”. Dove
cʼè amore, uno dei principi
fondamentali del
sentimento cristiano, cʼè
Dio, indipendentemente
dalle inclinazioni sessuali
delle persone», spiega il
sacerdote, sempre in
prima fila nelle annuali
veglie anti-omofobia del
capoluogo siciliano.
«Ormai da tanti anni
abbiamo intrapreso in
parrocchia un percorso
per aiutare i ragazzi ad
acquisire consapevolezza
di loro stessi e della
società, spesso ancora
troppo condizionata da
influenze culturali ostili.
Durante i nostri incontri
abbiamo affrontato anche
uno studio dei testi biblici,
attraverso una
ermeneutica liberatoria
rispetto ad impostazioni
culturalmente discutibili»,
prosegue Don Cosimo,
che non si sente affatto
una “mosca bianca”
allʼinterno del mondo
ecclesiastico: «La
mentalità sta cambiando
anche allʼinterno della
Chiesa. Adesso fra noi
preti cominciamo a parlare
dellʼomosessualità con
una certa normalità, come
è giusto che sia.
È chiaro che sono
processi lenti... è
necessario che trascorra
ancora un poʼ di tempo
affinché avvenga una
svolta anche “ai piani
alti”», conclude il parroco,
che si congeda con il suo
nulla osta alle unioni civili:
«Io ero favoravole già
quattro anni fa, quando si
parlava di “Dico”. È
fondamentale riconoscere
le coppie di fatto e
concedere a tutti gli stessi
diritti e le stesse possibilità
di inserimento sociale».
(M.R.)
SOTTO LA LENTE
Quando la Famiglia è Arcobaleno
PALERMO. Sono accorse da tutta Italia, con i loro figli al seguito, e hanno organizzato un “trenino” per manifestare il loro orgoglio di essere genitori. Erano circa 60
le famiglie “arcobaleno” che hanno sfilato per le vie di Palermo durante lo scorso
Pride, mentre a pochi chilometri di distanza si svolgeva il “Family day”, in difesa
della famiglia “tradizionale”. «Avrebbero fatto meglio a festeggiare con noi», commenta Danila Giardina delle Famiglie Arcobaleno di Palermo, lʼassociazione, composta da vari nuclei familiari con figli e da un numero sempre maggiore di aspiranti genitori, che da anni lotta per i riconoscimenti giuridici alle famiglie gay. «I nuclei
familiari composti da genitori dello stesso sesso sono esattamente come tutti gli
altri. Non siamo noi a dirlo, ma tutta la società civile. Persino per la Chiesa ormai
non siamo più un tabù», racconta Danila, soddisfatta per lʼistituzione del registro
delle unioni civili a Palermo: «È un grosso passo in avanti, ma la vera svolta sarebbe una legge parlamentare che restituisca la dignità e i diritti, finora negati, alle
nostre famiglie e ai nostri figli». (M.R.)
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28 GIUGNO 2013
centonove
POESIA. Raccolta del giornalista messinese edita da Pungitopo
Loteta, Nuvole e pietre
Personaggi e panorami dello Stretto rinascono dalla memoria superando
la nostalgia del ricordo per regalare al lettore una testimonianza di grande valore
DI FELICE IRRERA
MESSINA. Non è la solita raccolta di
poesie questa ultima di Giuseppe Loteta
(“Nuvole e pietre”, Pungitopo 2013, pp. 79,
€ 10,00), e non solo perché lʼautore,
messinese, giornalista professionista che
vive ormai da più di mezzo secolo a Roma,
ci ha abituato ad altre prove convincenti
sia come saggista che come narratore
(ricordiamo soltanto, sempre per la
Pungitopo, il suo “Messina 1908” del 2008
e “Romanzo messinese” del 2011), ma
perché lʼamore che civilmente qui egli
esprime, in modo poco usuale in poesia,
per questa tanto derelitta città supera la
nostalgia del ricordo e assume le vesti di
una vera e propria testimonianza di alto
valore, magari da lasciare ai propri figli:
“unʼimmagine amica/che vi
accompagni/discreta/per tutta la vita”.
Nelle 53 brevi, ma intense liriche, divise in
una sezione “Miscellanea”, in una
“Tetralogia stromboliana” e in alcune
liriche dedicate a “La città” (Messina) si
affollano ricordi e considerazioni che
tendono a perdere il carattere
apparentemente soggettivo per assumere
un significato assai più vasto. Così, il
rinascere del giorno e lʼapparizione
meravigliosa dalla penombra del mare di
Tindari, delle Eolie, della Calabria sa di
mito, mentre, assieme, con questa
“palingenesi infinita/di speranza
sʼillumina la vita”; possono
rinascere dalla memoria
personaggi un tempo conosciuti
come Don Cesare di Mandanici,
che invano aspettò il ritorno dalla
guerra del nipote; o come
Onofrio Pirrotta, lʼamico di cui
manca il sorriso con la “gioia nel
ritrovarci/dopo un distacco”;
mentre la paglietta di don
Concettino, che “stupiva ed
A CURA DI CARMELO CELONA
Giuseppe Loteta
eccitava/ogni bambino” è il contrassegno
di una vecchia amicizia, che si può ormai
solo perpetuare nel ricordo, ma che è uno
dei sentimenti più importanti della vita.
Certo, riflette il poeta, vivere lontano, in
“una città/straniera e indifferente” porta,
quasi naturalmente, a rivedere con la
memoria luoghi e volti del passato e a
sentire lʼesilio come una croce proprio per i
ricordi che si affollano alla mente; ed è
anche vero che “il ritorno a volte/è una
maledizione”, perché se da un
lato si rivede ciò che era
rimasto scolpito nella
memoria, si può apprendere
che tante persone non ci sono
più: emerge la terribile
naturalezza della condizione
umana. Non mancano nella
silloge versi efficaci nella loro
semplicità dedicati alle donne
del sud o agli emigranti “su
carrozze di legno/tra le
LACERTI DI LETTURE
Quel Dio invisibile
LA SICILIA NON CORRE il rischio di un feudalesimo di
ritorno, per la semplice ragione che non è mai andato via.
“Invivibili, lontani, nei loro palazzi di Palermo, di Girgenti
o di Catania, erano i proprietari del suolo, e del
sottosuolo in cui era imprigionato lo zolfo che senza
preoccupazione e rischio alcuno ricevevano dal
gabelloto, dal concessionario, lʼestaglio, la grossa
quota del prodotto.” I Siciliani in genere sono ammirati da
chi li maltratta e diffidano da chi li rispetta. “Tutta la
letteratura siciliana, dʼestrazione e tema contadino (da
Verga in poi fino alla svolta di Vittorini) esprime un
sottoproletariato in abiti e con aspirazioni piccolo
borghesi.” La tonnara, perfetto modello di cooperazione
democratica del lavoro, sin quando i Normanni per conto
della Chiesa spartirono a pochi terre e privilegi .
mani/poveri cibi contadini/e per
bagaglio/valigie di cartone”, diretti a Paesi
lontani, dove vivranno “senza casa e
senza amore”; o altri, più alti e privi di ogni
retorica, che ricordano Guadalajara e lo
scontro vittorioso nel 1937 dei volontari
della libertà sui fascisti, una “pagina
bella/della storia del mondo, relegata/dal
tempo e dallʼindifferenza/nei ricordi sbiaditi
di un passato/che sembra ormai non
essere più nostro”: qui la storia si fa
attualità ed emerge fortissimo il bisogno di
giustizia e di libertà proprio dellʼUomo.
Davvero splendido, poi, il ritratto, tracciato
in pochi versi, di Leonardo Sciascia:
“Cadevano/dal labbro saraceno/parole
una ad una/pronunciate a fatica,/la fatica
dellʼessere/e del pensare./Si
disegnavano/sul sorriso
amaro/lʼincomunicabilità/del veggente/e la
speranza”. Altrove, il pessimismo sembra
farsi strada: “I fiumi che muoiono,/i laghi
che muoiono, i mari che muoiono,/lʼuomo
che muore/di protervia infantile/è il
peggio./E temo/che non ci sia rimedio”.
Ogni verso di questa silloge odora di vita,
sia esso costruito sullʼonda del ricordo della
propria terra, sia che si riporti a vicende di
questo triste mondo. Come quando,
rivolgendosi alle eroine messinesi Dina e
Clarenza, che ricordano tempi gloriosi
suonando le campane del Duomo, le invita
ormai a tacere: “Sorelline, suvvia, datevi
pace./Non ci assordate più con quei
rintocchi./Gli antichi privilegi di
Messina/son ora privilegi dei corrotti./È
inutile. Davvero non capite?/Riponete in
soffitta quel martello./Son tanti gli abitanti di
Messina,/ma nessuno risponde al vostro
appello”.
Sembra che nemmeno la memoria, di
fronte ad un presente così triste, aiuti il
poeta a vivere.
LA CLASSIFICA
di Felice Irrera
Carmelo Aliberti, Lʼaltra letteratura siciliana contemporanea,
La Medusa Editrice 2013, pp. 471, € 25,00
Ecco una nuova poderosa opera dedicata dal noto poeta-critico di Castroreale alla Sicilia del
Novecento, con il supporto di unʼampia antologia di testi. Si tratta di un excursus quanto mai
ampio sul romanzo, la poesia e il teatro nellʼisola supportato da precisi commenti sulla lingua,
gli ideali e la poetica dellʼautore nonché sulla critica che ne ha accompagnato lʼopera. E sono
proprio gli autori siciliani quelli che, come afferma Giorgio Bàrberi Squarotti, offrono nelle loro
opere la dimostrazione della varietà e della ricchezza della parola.
Danh Brown - Inferno MonJoël Dicker - La verità sul caso Harry
Quebert - Bompiani
1dadori
4
Saviano - Zero Zero Zero Andrea Camilleri - Un covo di vipeFeltrinelli
re - Sellerio Editore Palermo
2Roberto
5
Violetta - Il mio diario - Walt Disney
Luigi Bisignani - Lʼuomo che sussurrava ai potenti - Chiarelettere
3Company Italia
6
wuz.it
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
“Lʼantica tonnara era un momento comunitario e
aggregante di villaggi di pescatori, momento
democratico e liberatorio pur nella divisione del lavoro,
nella gerarchizzazione, nella ritualizzazione. Chi
materialmente lavorava, il tonnaroto, che immaginiamo
libero e autonomo nel periodo arabo, è ora relegato ai
margini, a contendersi un magro compenso”.
Per uccidere un essere vivente la coscienza deve
identificarsi in qualcosa di sacro. “Ogni umile tonnaroto
con il suo arpione, al momento della mattanza, si
sentiva San Giorgio nellʼinfilare le carni del tonno
saraceno.” Antonello ha dato identità a Messina, ma anche
Messina ha dato identità ad Antonello. La sua vicenda ci dice
come il genius loci del luogo in cui nasciamo è il nostro vero
patronimico. “A Messina, nacque un pittore di nome
Antonio de Antonio. Il quale, forse per affermare
lʼesistenza di quella sua città, usava sempre firmare i
quadri «Antonellus Messaneus me pinxit». Dipingeva la
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luce del cielo e del mare dello stretto, i colli di San Rizzo,
la falce del porto, i volti di gente che aveva conosciuto e
amato, squarci memoriali della sua città. Memorie di miti
e di leggende.” Non tutti i palati meritano che per loro
venga sacrificato un pesce così nobile. “Pesce Spada:
Xiphias Gladius è detto scientificamente. Lo squisito
sapore della sua carne, alla brace o in involtini ripieni e
succulenti che noi, inveterati pescivori, malgrado
lʼimbarazzo che i vegetariani cercano di inculcarci
continuiamo a desiderare.” La figura del puparo è stata
tratta a modello da certi poteri o è la loro rappresentazione?
“Il puparo, quel dio invisibile che muove aste, fili e
destini, modula voci, imprime cadenze e censura,
decreta vittorie e sconfitte, da vita e morte: svolge
lʼepopea continua, il nastro dei sogni, la popolare
poesia di luccichii e frastuoni.”
Lacerti tratti da: “Di qua dal Faro ” - 1999
Vincenzo Consolo
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28 GIUGNO 2013
L’INTERVISTA. A tu per tu con Leo Sanfelice
«Io, nobile
e svitato»
Siracusano adottato
da Roma, ha cominciato
a suonare da ragazzino
per i reali di Montecarlo.
Poi l’incontro con Arbore
e una carriera
dedicata alla musica.
E alle risate
DI ANGELO SAVASTA
MESSINA. Un signore di altri tempi, un
gentleman raffinato dallʼumorismo
provocatorio e garbato. Il suo modo
elegante di porsi lo contraddistingue da tutti
perché Leo è così,e cioè, è ʻʼunico ed
irripetibileʼʼ. Ha suonato nei osti più
importanti dʼEuropa e del mondo. Ad
appena ventidue anni si è esibito per tre
mesi allo sporting club di Montecarlo, dove
ha conosciuto Grace e Ranieri di Monaco
che lo invitarono a suonare a due loro feste
private. Allʼepoca non cʼera ʻʼinternetʼʼ e le
notizie non circolavano come adesso. Era
esattamente il 1961 quando perfino Lucio
Battisti, ancora sconosciuto al grande
pubblico suonò per circa due mesi la sua
chitarra alla ʻʼCasina Municipale della
nostra Selvaʼʼ, facendo parte del
complesso musicale ʻʼLeo Sanfelice e gli
Svitatiʼʼ. Cʼè dietro questo nostro artista
ʻʼCommedianʼʼ una lunga pagina di storia
che comprende gran parte del costume
musicale italiano. Il duca Leo di Sanfelice
ha nobili origini e predilige suonare
pianoforti rosa sui quali alloggiano
spesso simpatici pupazzi a cui il maestro
è particolarmente legato.
Leo, tra tutte le tue molteplici
esperienze che hai trascorso
suonando in giro per il mondo cʼè
qualcosa che ti è rimasta
maggiormente impressa?
«Ho passato un anno felicissimo allʼHilton
di Amsterdam, ero più giovane, immagini,
no? Dopo un poʼ può diventare addirittura
noioso. Comunque a me è sempre
piaciuto andare a letto relativamente
presto, io andavo a letto a mezzanotte e
mezza ma poi al mattino mi alzavo alle
otto, perché a me piace molto la prima
colazione. Una mattina un portiere mi vide
mentre risalivo in camera e mi disse: ʻʼAh,
birichino, le notti di Amsterdamʼʼ… Ma
quando mai? Comunque erano bei tempi,
non solo perché ero giovane, ma anche
per il fatto che cʼera meno violenza. Credo
che in alcuni stati europei, come in
Germania ad esempio, dopo la caduta del
muro di Berlino, ci sia un ritorno
allʼomofobia. Accade che mentre sei in un
localeʼʼ dei nostriʼʼarrivino cinque o sei
teste rasate e inizino a fare casino.
Nellʼascoltare molte tue canzoni si
avverte un profumo di Jazz e Cafè
Chantant.
Nessuna risposta a un complimento così
bello e intelligente. Grazie!
Sappiamo da fonti bene informate che
tu abbia avuto dei nobili natali…,
insomma che la tua famiglia abbia
origini storiche.
Lasciamo alla storia le mie origini, (ci
sono i libri che parlano…) risalgono al
1050. La mia famiglia è stata benedetta
da Roberto dʼAltavilla e da Federico di
Svezia. Nel corso dei secoli ha
ricevuto,nei vari rami, tanti titoli e
benemerenze (molte volte duca, due
volte principe, tre volte cardinale,di cui
uno libertario imprigionato da un Papa,
due ghigliottinati, Gianserio e Luigia. Ma,
di questo, cosa gliene frega a chi ascolta
le mie canzoni?!
Perchè e come mai Lucio Battisti andò
via dal tuo gruppo?
Lucio era molto bravo a suonare il rock
con la sua chitarra ma non voleva mai
cantare: ʻʼNun me vaʼʼ, neanche il coretto
voleva fare. Quando decise di partire per
Milano verso la fortuna ,mi disse: ʻʼMi
sono molto divertito con te, con il tuo stile,
mi dispiace tanto andare via.
Parlaci del tuo approccio con Arbore.
Le sorelle Bandiera cantavano
ʻʼPicchiamiʼʼ, scritta da me, lo conobbi in
costa Smeralda, ma mi… snobbava.
Passa il tempo. Arrivato da Londra in
Italia, cacciato da un miserabile
ragioniere (non direttore), dopo tre inverni
di successi, lʼhotel appena venduto, il
meschino non sopportava che io abitassi
(nonostante pagato male) in una bella
suite dellʼalbergo. Da vero razzista mi
disse: ʻʼSei bravo,ma non sei un italiano
chic…via! Fuori!ʼʼ. Lʼindomani dal mio
rientro, mi chiama Massimo Catalano
(con lʼassistenza di Padre Pio)e mi dice:
ʻʼVuoi far parte della Jazz-Band di
Renzo?ʼʼ Ogni domenica si provava… un
giorno il trombonista Carlo Ficini disse:
ʻʼFai ascoltare a Renzo le tue strampalate
canzonetteʼʼ E così…ʼʼ. Donna sotto le
stelleʼʼ, da piazza di Spagna, canale 5,
debutto con ʻʼVoglio fare la modellaʼʼ,
quindi ʻʼCostanzo Showʼʼ, una tournée
con Renzo, Swing Maniacs,ʼʼMeno siamo
e meglio stiamoʼʼ e quindi Pino Strabioli
con ʻʼCominciamo bene primaʼʼ Rai3.
Si può dire che sei romano di
adozione?
Odio questa etichetta. Adoro troppo la
Sicilia, Roma mi sta antipatica! E, poi, ho
vissuto molto allʼestero. Io resto figlio del
Regno delle due Sicilie. (mi chiamo
Leopoldo e non ʻʼA Giggéʼʼ) Sei romano
se la tua famiglia è romana.
Cʼè una relazione tra il cibo e la
musica?
Altra domanda intelligente da psicologo e
psichiatra. Non sopporto i tenori e i
baritoni, i maschi vocianti, adoro le
signore della lirica; quindi adoro la crema,
la cassata, le brioches. Odio trippa,
bistecche… vedi una relazione? Capisci
lʼimportanza?!(A.Sordi). Adoro gli
uccellini, i bambini che urlano giocando…
Di conseguenza mi piace solo la pizza
Margherita. Odio le motociclette e il
fracasso e, quindi, detesto la carbonara,
lʼamatriciana… che orrore! Non sopporto
il calcio, mi viene da ridere: ventidue in
mutande, anche sotto la pioggia (!!!) a
correre dietro a una palla e un signore,
più pazzo e più nevrastenico,in
doppiopetto nero che fischia… E così
odio le olive ascolane ma vado matto per
gli arancini! Preferisco il caffè
americano(odio lʼespresso), adoro la
granita di caffè con panna e due brioches
2 come la fanno a Messina, quindi,a mo il
rockʼn roll, (ho vinto una coppa). Mi
piacciono tutti i cantanti napoletani (vado
matto per la pizza…).
E cosa rappresenta la musica per ʻʼLeo
di Sanfeliceʼʼ?
Mi piace suonare per gli altri, non
comunico ma offro, mi piace se gli altri
ricevono sensazioni. Non suono mai per
me, non mi do alcuna emozione. Non
sopporto Morricone e Gino Paoli. Mi
piace Strauss, adoro Renato Zero. Mi
commuovo se ascolto una fisarmonica e
canzoni siciliane.
Hai un sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe suonare un grande
pianoforte a coda rosa o azzurro mare,
circondato da ballerine, ma costano
troppo. Mi consolerò con le mie
bambole… (ci ripensa). O è troppo il
sogno dei ballerini mulatti?
LA SCHEDA
Monologhi swing
LEONARDO SANFELICE, detto Leo, è un pianista, cantante, compositore, nonché
personaggio televisivo italiano. Discendente da una famiglia ducale siracusana,
specializzato nel repertorio jazz (ha preso parte a Umbria Jazz), ragtime e swing all'italiana, nel 2008 e nel 2009 ha partecipato come responsabile del commento musicale alla trasmissione televisiva di Pino Strabioli Cominciamo bene - prima, striscia quotidiana in onda ogni mattina dal lunedì al venerdì su Rai 3. Come musicista è stato scoperto e lanciato da Renzo Arbore all'interno degli show della sua
Swing Maniacs, sia in teatro che in spettacoli televisivi. Siracusano di nascita ma
romano d'adozione, di origini nobili, laureato in scienze politiche, Sanfelice è un artista poliedrico ed un esempio di one man show formatosi nei piccoli circoli musicali sullo stile dei Café Chantant, in grado di alternare sketch, canzoni e gag improvvisate. I suoi monologhi sono un pretesto per presentare brani in stile vintage
inframmezzati da spiegazioni, aneddoti, dialoghi con il pubblico.
pagina 35
posterweekend
28 GIUGNO 2013
come... dove... quando...
venerdi' 28 giugno
MESSINA. Global Party
Amarcord (Via nuova
panoramica dello stretto) ore
21 - White party
MESSINA.
Rumble in the jungle
Rootsmonkey "Boodaci'sRITJ
crew", Tony Proe "Boodaci's
RITJ crew", DJ Kollasso
"RITJ crew""
Lido Horcynus Orca
(Torre Faro) ore 22
MUSICA
centonove
sabato 29 giugno
TAORMINA. Festival della
vita contro suicidi e stragi del
sabato sera.
Gli artisti: Christian Morren
(USA), soprano; Giovanna
Albani, piano; Alberto
Guzzardi, sassofono; Daniele
Montarulo, violino e chitarra;
Armando Percolla, chitarra
classica, Giuseppe Sciuto,
flauto. Anche questʼanno
partecipano al Festival della
Vita due gruppi di giovani
provenienti dagli USA (MidAmerican Christian University)
e dalle isole del Pacifico
(Youth With a Mission).
Chiesa di Santa Caterina ore
21
CATANIA. La concessione
del telefono dal romanzo di
Andrea Camilleri. Regia
Giuseppe Dipasquale.
Palazzo Platamone ore 21
MESSINA.
L'assicurazione, rassegna
estiva "Il Teatro
Spaccacrisi". Terrazza di
Cristo Re (v.le Principe
Umberto 93) ore 21
MESSINA. Suz
Lido Horcynus Orca
(Torre Faro)
ore 23, a seguire djset Ezra
(Casino Royale) + Kollasso
TAORMINA. Festival della
vita contro suicidi e stragi
del sabato sera. Artisti:
Christian Morren (USA),
soprano; Giovanna Albani,
piano; Alberto Guzzardi,
sassofono; Daniele
Montarulo, violino e
chitarra; Armando Percolla,
chitarra classica, Giuseppe
Sciuto, flauto. Anche
questʼanno partecipano al
Festival della Vita due
gruppi di giovani
provenienti dagli USA (MidAmerican Christian
University) e dalle isole del
Pacifico (Youth With a
Mission). Chiesa di Santa
Caterina ore 21
CATANIA. La concessione
del telefono dal romanzo di
Andrea Camilleri. Regia
Giuseppe Dipasquale.
Palazzo Platamone ore 21
di Cesare Natoli
La radio per il nuovo
ABBIAMO SPESSO parlato del web e della musica online come modo privilegiato per scoprire nuova musica.
Un esempio indicativo è il “Music Genome Project” di
Pandora, che suggerisce artisti e canzoni in base a una prima scelta dellʼutente. Tuttavia, non va dimenticato come esistano ricerche
di mercato di segno diverso. Quella condotta recentemente dalla Emi,
ad esempio, afferma che sono ancora le radio AM/FM le principali
fonti per scoprire canzoni e artisti nel 55% dei casi. Al secondo posto la televisione (38%) con gli spettacoli a premi, i video musicali, e
la moltitudine di concorsi musicali e talent show come X-Factor e apparizioni televisive. Al terzo posto (28%) si piazzano il passaparola e
i consigli di familiari, amici e colleghi di lavoro. Internet quindi non serve a niente? Non proprio, anche la musica online viene utilizzata per
la scoperta di musica, ma in modo frammentato utilizzando le tante
apps per smartphone, mentre siti come Pandora, Spotify, VEVO e
YouTube fanno molti ascoltatori ma causano pochi acquisti. Solo al
sesto posto cʼè Facebook (12%).
NUOVEVISIONI
di Marco Olivieri
Il film ritrovato
UN CAPOLAVORO ritrovato. Chissà se anche nelle
sale messinesi approderà il film di Ernst Lubitsch "To
be or not to be”, in Italia conosciuto con il titolo “Vogliamo vivere”. Un esempio di come ironia e levità possano demolire persino lʼorrore nazista, nello scenario della Polonia occupata,
grazie a un cineasta tedesco maestro di una commedia ricca di
profondità, rigore visivo e sottile capacità di mettere in discussione
lʼesistente. Come per un miracolo, ora "To be or not to be” – il cui titolo shakespeariano anticipa lʼambientazione teatrale e le riflessioni sul mistero del recitare intrecciato con lʼessere – sta vivendo una
nuova “primavera” nelle sale italiane, dopo il restauro. Gli incassi (è
il 14° film più visto) rivelano quanto bisogno di qualità e attenzione
alla storia del cinema ci siano ancora, nonostante lʼomologazione
televisiva e lʼincombere della crisi. Si spera che questo risultato –
merito della Teodora Film – rappresenti un invito al coraggio, a osare di più, anche nel cinema contemporaneo.
festino
MESSINA. Actorgym in scena con la regia di Tripodo
Ferite a morte, femminicidio in scena
Alla Laudamo anche i piccoli del gruppo Actor Kids con “Oz”
MESSINA. Vincenzo Tripodo si avvicina alla regia
a quindici anni, diventa anche attore solo per
capire meglio i meccanismi che regolano i rapporti
fra chi dirige da dietro le quinte e chi agisce sul
palco. E se Actorgym, la palestra delle emozioni
che dirige a Messina, è un progetto che va avanti
da cinque anni lo si deve anche ai frutti raccolti
negli Usa dopo la laurea in Film Production e sul
territorio nazionale, siciliano e messinese in
particolare. Actorgym, questʼanno, ha inaugurato le
lezioni con un incontro con Nino Frassica ed ha
arricchito le proprie classi con masterclasses tenute
da personaggi del calibro di Lucia Sardo, Saverio La
Ruina, Mariella Lo Sardo, Roberta Torre, Savi
Manna, Turi Zinna.
Qual è il valore aggiunto di un progetto
didattico così articolato?
Il nostro laboratorio è onesto sin dalle intenzioni.
Siamo interessati alle persone e all'universo
emotivo che ognuno porta con sé, portiamo avanti
un lavoro di gruppo che non perde di vista il
singolo. È anche vero che siamo professionisti
che fanno questo lavoro da più di trent'anni e staff
e allievi sono ormai legati da un rapporto umano
che va aldilà delle lezioni.
Giovedì 27 alla Laudamo andrà in scena alle 18 lo
fiumara d’arte
Carro Santuzza, lavori al via
PALERMO. Al via la
macchina organizzativa
del Festino di Santa
Rosalia a Palermo. Con lo
spostamento del carro
trionfale nell'angolo
superiore destro del
Piano della Cattedrale, si
inaugura il cantiere che
riscrive il progetto del
carro. "Il progetto del
carro trionfale - dice
Sandro Tranchina,
direttore artistico del 389
Festino di santa Rosalia tiene conto del manufatto
esistente e ne rilegge
colori e decorazioni, in
chiave barocca. Lo scafo,
da variopinto, diventa oro
intenso; le piastrelle vivaci
Antonio Gullo e Vincenzo Tripodo. Nella foto piccola, Nino Frazzica
sono sostituite da rossi
rami di corallo; le forme
del monte Pellegrino ai
piedi della Santuzza
diventano austere.
L'insieme diviene
prezioso ed elegante
come un oggetto da
WunderKammer, una
saliera di Cellini". Per la
prima volta il carro sarà
dotato di un sistema di
amplificazione che
renderà fruibili le note
dell'orchestra Giovanile
del Conservatorio lungo il
percorso del Cassaro.
Anche l'illuminazione sarà
affidata a proiettori
miniaturizzati basati su
tecnologia Led.
opere
Poeti per la “rinascita”
CASTEL DI TUSA. Più
di cinquemila ieri i
partecipanti al Rito
dellaluce che si è svolto
alla Piramide 38°
Parallelo di Motta
dʼAffermo, nel
Messinese. Lʼopera di
Mauro Staccioli – lʼultima
realizzata per la Fiumara
dʼArte, il più grande
museo allʼaperto
dʼEuropa – è stata
protagonista della
manifestazione con oltre
cento artisti, voluta dal
mecenate Antonio Presti
«per auspicare un
percorso di rinascita
interiore, mai come
adesso tanto
necessario». Dallʼalba
allʼimbrunire, il sorgere
del sole ed il suo
tramonto sono stati
accompagnati da letture
di poesia, danza, musica,
perfomance, mantra e
meditazioni yoga. Alla
quarta edizione del Rito
della luce anche una
nutrita rappresentanza
dei tremila studenti di
Nebrodi, Madonie e Valle
dellʼHalaesa che in
primavera hanno
partecipato al Gran Tour
della Poesia della
Fondazione Antonio
Presti-Fiumara dʼArte,
incontrando alcuni tra i
maggiori poeti
contemporanei:
Antonella Anedda,
Franco Arminio, Maria
Attanasio, Angela
Bonanno, Mariangela
Gualtieri, Biagio
Guerrera, Jaroslaw
Mikolajewski. «In una
società che ha smarrito
ogni senso di dignità e
Bellezza – dice il
mecenate Antonio Presti
Antonio Presti
pagina 36
– voglio restituire un
momento di ritualità,
capace di parlare, non
solo ad artisti e
intellettuali, ma al cuore
della gente. I riti legati al
culto del sole, che a
livello microcosmico
riproducono la struttura
dellʼintero universo, sono
stati praticati dalle
antiche popolazioni di
qualsiasi latitudine in
momenti di grave crisi o
grandi carestie; momenti
in cui si avverte il bisogno
di rigenerare il mondo,
avviando un processo di
nuova creazione. E mai
come in questo
momento, credo che il
mondo abbia bisogno di
una luce rigeneratrice».
Icona di Caltagirone dal Papa
CATANIA. Papa
Francesco, durante
l'Udienza generale in
Piazza San Pietro, a
Roma, ha benedetto
l'icona di Maria SS.ma
del Ponte, venerata a
Caltagirone nel
Santuario mariano
diocesano. L'immagine
è stata recentemente
restaurata a Roma nei
laboratori di Rocco
Greco. Lo hanno reso
noto la Diocesi di
Caltagirone e la
comunità del Santuario
mariano, che per
l'occasione hanno
organizzato e promosso
un pellegrinaggio
diocesano, che sarà
guidato dal vescovo,
Calogero Peri, al quale
parteciperanno oltre 500
pellegrini, accompagnati
da 20 presbiteri. "Maria
SS.ma del Ponte - ha
affermato Mons. Peri rappresenta per i calatini
la Madre dei poveri, la
Madonna delle periferie
dell'esistenza. Apparsa
nel 1572 in un povero
quartiere di Caltagirone
la Madre di Dio ci ha
detto che laddove
fuggono gli uomini
resta sempre Dio
portando un annuncio di
amore e di
liberazione".
posterweekend
centonove
domenica 30 giugno
MESSINA.
Livello 0 Family LIVE
Teatro Pinelli Occupato ex Casa del Portuale
(via Alessio Valore 39)
ore 22.30
Livello 0 - "Chi Non?" EP
LiveShow
TAORMINA. Festival della
vita contro suicidi e stragi
del sabato sera.
Elenco artisti: hristian
Morren (USA), soprano;
Giovanna Albani, piano;
Alberto Guzzardi,
sassofono; Daniele
Montarulo, violino e
chitarra; Armando
Percolla, chitarra classica,
Giuseppe Sciuto, flauto.
Anche questʼanno
partecipano al Festival
della Vita due gruppi di
giovani provenienti dagli
martedi' 2 luglio
USA (Mid-American
Christian University) e
dalle isole del Pacifico
(Youth With a Mission).
Chiesa di Santa Caterina
ore 21
SINAGRA. Festa delle
patate
Sinagra a partire dalle oere
ore 09.30. Tradizionale
appuntamento estivo con
musica e degustazioni
spettacolo finale del gruppo Actor Kids, “Oz”
diretto da Cecilia Foti, parte musicale a cura
della M°Rita Padovano, coreografie di Antonio
Gullo. A seguire, alle 20.30 e alle 21.30, due
repliche di “Ferite a morte”, il nuovo lavoro degli
adulti di Actor Gym, testo di Serena Dandini,
regia di Tripodo. Si affronta il tema del
femminicidio, con lo spirito ironico e amaro che
la Dandini non mette da parte neanche di fronte
ai ripetuti fatti di morte al femminile e di passioni
violente e a senso unico che accadono ogni
giorno.
«Non è stato facile – racconta lo stesso Tripodo
- Tutte le donne, per esperienza diretta o meno
conoscono la violenza maschile e c'è sempre
una sorta di schermo, sia per gli attori che per gli
spettatori. È una questione culturale che va
smantellata, attraverso la sensibilizzazione dei
ragazzi, ma anche
delle giovani donne,
affinché imparino a
denunciare, a
sottrarsi. E il teatro in
questo può aiutare».
Si avverte
innegabilmente
un'aria nuova a
Messina, chissà che
il cambiamento non
investa anche l'Ente
Teatro...
Stiamo pur sempre
parlando di un teatro
in cui la rassegna
della Laudamo costa
un decimo rispetto al cartellone di prosa del
Vittorio. Un teatro in cui i 5 milioni di
finanziamento servono per la maggior parte a
ricoprire i costi di gestione. O raddoppiano i
finanziamenti, o si mette il personale in mobilità,
dato che il teatro è un ente regionale. Sono
chiaramente dalla parte dei lavoratori, ma i fondi
vanno ottimizzati. E ancora forse si potrebbe
rinunciare a uno spettacolo molto costoso e di
forte richiamo commerciale per sceglierne dieci
più piccoli che lascino però un segno più
profondo.
teatro
Mater Matris con la Luna Obliqua
MESSINA. Ventiquattro ore
consecutive di performance,
attorno al tema sperimentale
dellʼassenza, selezionato per
questʼanno di lavoro, e attorno
al tema drammaturgico delle
madri che uccidono i propri
figli: dalle ore 17 di venerdì 28
giugno alle ore 17 di sabato
29 giugno nella sede di
Danzarte Messina, Contrada
Conte Annunziata, lo
spettacolo-monstre "Mater
Matris", che conclude la
stagione 2012-2013 del
Teatro degli Esoscheletri.
Costruita sul format ideato
da Sasà Neri, la performance
di Luna Obliqua Teatro trae
spunto da Oriana Fallaci
(Lettera a un bambino mai
nato) e Pierpaolo Pasolini
(Supplica a mia madre),
Kalhil Gibran (Il profeta) e
Bertold Brecht
(Dellʼinfanticida Maria
Farrar), Euripide (Medea) e
Giancarlo Nivoli (Medea tra
noi), Grazia Verasani (From
Medea) e Annamaria De
Pace (Mamma non mʼama)
fino ad arrivare, in una
integrazione che non fa
avvertire lo scollamento, a
casi tratti dalla cronaca
nazionale e a brani scritti
dagli stessi artisti. La
maratona si realizza in scene
che si replicano senza
soluzione di continuità e che
gli artisti scambiano tra loro
a diverse riprese.
MESSINA.
La Riviera nord di
Messina dal Ringo
al Faro
Chiostri della
Curia
Arcivescovile
ore 09/13
mostra degli
elaborati dei
ragazzi per il
Progetto Scuola
28 GIUGNO 2013
mercoledi' 3 luglio
2012 - 2013
MESSINA. Il
Cinema Sopra
Taormina
Biblioteca
Comunale
(Piazza Nove
Aprile, 4 )
ore 15.30/18.
mostra fotografica
e curiosità su
Taormina
CALTAGIRONE
CATANIA.
Jon Spencer Blues
Explosion a Parco
Gioeni per
ZanneFestival ore
20.30
MESSINA.
La Riviera nord di
Messina dal Ringo al
Faro
Chiostri della Curia
Arcivescovile
ore 09/13
mostra degli elaborati
dei ragazzi per il
Progetto Scuola 2012
- 2013
MESSINA. Il Cinema
Sopra Taormina
Biblioteca Comunale
(Piazza Nove Aprile,
4) ore 15.30/18.
mostra fotografica e
curiosità su Taormina
giovedi' 4 luglio
MESSINA.
Mario
Venuti
Ex Fiera di
Messina Messina
ore 21.30
opening
A20
MESSINA.
In barca tra
Scilla e
Cariddi
Centro
Nautico
Nello
Stretto
(Fiumara
Guardia)
ore 09.30
racconto
animato
dei miti
dello stretto
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Vigneti, la Sicilia perde 9mila ettari
Orco gentile
Bentornato Teatrinfiniti
Resiste, malgrado tutto, la rassegna
estiva di teatro per bambini
PRIMA. In tempi di grandi difficoltà economiche per il
teatro siciliano, pubblico e privato, di bilanci che non quadrano, di teatri che chiudono, di rassegne cancellate e
di festival estivi che saltano per penuria o per mancanza assoluta di risorse pubbliche destinate al teatro dʼarte, scrivere che invece un piccolo festival resiste è già
una notizia, scrivere poi che questo festival, autoprodotto
e autofinanziato a Caltagirone dalla compagnia Nave Argo, è dedicato ai bambini vuol dire assegnare a questa
notizia un accento di speranza che la rende ancora più
preziosa. Parliamo di “Teatrinfiniti 2013” il festival di teatro per bambini che si tiene appunto a Caltagirone (precisamente nel bellissimo parco di villa Patti) e giunge e
questʼanno alla sua nona edizione. Ovviamente, se questa è certo una buona notizia, non altrettanto bello è scoprire che salta definitivamente, almeno per questʼestate, lʼ altra storica rassegna di Nave Argo, ovvero “Teatri
in città”, che lʼanno scorso ha raggiunto la sua diciottesimo edizione. «L'affetto e il sostegno del nostro pubblico, unito alla solidarietà delle compagnie che condividono il nostro percorso artistico, ci hanno convinto ad allestire comunque un mini-programma con svolgimento
dal 5 al 7 luglio – spiegano Fabio Navarra e Nicolaeugenia Prezzavento -. L'esserci ancora, con i nostri spettacoli e la nostra progettualità, è un preciso segnale rivolto alla Città e alle Istituzioni affinché, in questo momento di grave crisi, non si disperdano quelle sane occasioni di aggregazione culturale e sociale che hanno
nei bambini e nei giovani i principali destinatari». Ed ecco gli spettacoli in cartellone: Venerdi 5 luglio si inizia con
la magia dei burattini di Steve Cable in "Otello e lo Stregone", uno spettacolo che regala ai piccoli spettatori avventura, brividi e tanto divertimento. Sabato 6 luglio la
compagnia Casa di Creta presenterà lo spettacolo "L'orco gentile e la fata incavolata" di e con Antonella Caldarella e Steve Cable: una fiaba musicale con due allegri
cantastorie che giocano a esaltare i valori dellʼamicizia
e del rispetto della diversità. Domenica 7 Luglio, infine,
lo spettacolo "Il Corvo e la Spina" di e con Dario Frasca
e Virgilio Rattoballi della compagnia DiriffaDiraffa: un'allegra e coinvolgente storia, narrata ispirandosi al classico teatro della commedia dell'arte, alla riscoperta della
natura e di nuovi mondi da esplorare.
P.R
pagina 37
PREOCCUPANTE in Sicilia la riduzione dei vigneti degli ultimi
anni. L'Italia nel 2012 scende a 655.000 ettari, 9.000 in meno rispetto al 2011, 138.000 rispetto al 2000, quando si coltivavano
circa 790.000 ettari a vigna. Nonostante il regime di estirpazione con premio sia ormai concluso da un paio dʼanni, l'erosione
nei vigneti italiani prosegue. Tuttavia le eccezioni non mancano.
Se le perdite di superficie maggiori sono riscontrate in Sicilia (4.000 ettari), Piemonte (-2.500), Emilia Romagna (-2.000), Sardegna (-1.700), in aumento risultano invece le superfici in Veneto (+1.400 ettari) e Friuli Venezia Giulia (+800), imputabili all'effetto Prosecco. Si è stoppata l'erosione di vigneti in Puglia, regione che tra 2000 e 2011 aveva perso oltre 24.000 ettari di superficie, concentrati per lo più nel Salento, mentre sono ripartiti
gli impianti nelle zone del Nord della regione. Abbiamo sentito
sul problema Domenico Zonin presidente dell'Unione Italiana Vini: “Non nascondiamo la preoccupazione per la perdita di potenziale viticolo nel nostro Paese questo fenomeno, oltre a rappresentare in certe aree sensibili un pericolo in termini di stabilità idrogeologica dei terreni, porta allʼerosione di un patrimonio
difficilmente recuperabile, che si traduce in abbandono del territorio, perdita di tradizione e cultura legate alla viticoltura, che a
sua volta intacca il fascino che il nostro Paese può rappresentare per quel turismo enogastronomico che negli ultimi anni ha
dato forte impulso alle economie locali. Sollecitiamo le istituzioni, a tutti i livelli, a non sottovalutare il problema e a porre in atto
politiche che possano incentivare il ritorno in vigneto dei giovani e al contempo rendano meno difficile la vita per quelle aziende interessate a investire nella viticoltura. Questo può essere attuato abbattendo la burocrazia e uniformando le procedure tecniche: troppo spesso a scoraggiare gli imprenditori è la diversità
di leggi e regolamenti non solo tra regioni, ma addirittura fra territori confinanti”.
SICILIA DA ASSAGGIARE!
Insalata di gamberi e moscardini
PIATTO TIPICO ESTIVO DELLA CUCINA POPOLARE che
arricchisce le tavole grazie allʼinsalata di gamberi e moscardini.
Ingredienti:400 gr di moscardini, 400 gr di gamberetti, 50
gr di porri, 6 cucchiai di olio dʼoliva minuta, 10 gr di pinoli, 5 gr di peperoncino, 1/2 limone, 1/2 bicchiere di vino
bianco, e quanto basta di sale e pepe, prezzemolo.
Preparazione: prendere il porro tagliarlo e farlo soffriggere in una padella con 2 cucchiai di olio dʼoliva.
Aggiungere i pinoli e farli rosolare per 5 min, quindi versare i moscardini e i gamberetti pelati.
Bagnare il tutto con il vino, salare, mettere il peperoncino
e lasciarli cucinare per 10 min. Nel frattempo, prendere
una tazza e mescolare dentro il prezzemolo, il basilico, e
il succo di limone. Una volta lasciato intiepidire, sistemare il pesce spadellato su un piatto e condirlo con il composto di olio, limone, prezzemolo e basilico. Sbattere bene con una forchetta e lasciare riposare.
Disio Hostaria
C.da Romeo (Parco degli Ulivi)-98049 Villafranca Tirrena (Me)
tel. +39 329 7967075- www.disiohostaria.com [email protected].
28 GIUGNO 2013
MESSINADRASTICA di Fabio Amato
Estate messinese
MESSINA. Quest'estate non
parto, resto in cittàà, le vacanze
le passerò tra Torre Faro,
Ganzirri, e Piazza Duomo. Cazzo che
libidine, che uomo fortunato! Volevo andare
in Brasile, avevo comprato già i biglietti, ma
ho scoperto che è scoppiata la guerra civile!
Non capisco, perchè pur vivendo in questa
città non succede mai niente! Del resto
l'Estate Messinese è foriera di sorprese,
novità, emozioni. La mattina tanto per
cominciare ti mangi una bella granita, vai a
pagare alla cassa e vedi una cassettina con
su scritto: " Offerte per i malati di Aids".
Giustissimo, ma mi spiegate come può
venirvi l'Aids se tua moglie è la compagna
della seconda elementare! E datemi questa
possibilità, almeno succede una cosa
nuova! Poi si va al mare e la sera in qualche
pizzeria, oppure in una trattoria di Ganzirri, a
mangiare del pesce, e poi tutti a ballare. E
cosi tutti i santi giorni. Ne hai fin troppo per
romperti i coglioni abbondantemente. E' in
questo momento che io mi isolo e divento un
poeta ermetico, e creo.
Ad esempio: " Sono andato a Acqualadrone,
mi sembrava un Grande Fognone! Sono
andato alla Risacca dei due Mari, la rima
non mi riesce, ma nonostante tutto l'autobus
resta bloccato sistematicamente.
Inconvenienti Estivi, che si ripetono da anni,
siamo dei romantici. Un'altra rima, è quella
dedicata all'Atm: "Atm, Atm, non me ne frega
niente! Non so cosa significhi, ma ogni
volta aspetto l'autobus come un deficiente! e
poi tante altre, come "Ho visto il Gigante, era
meglio che facevo il bagnante!" Poi piano,
piano divento romantico, "Ci vediamo
stasera, gabbiano di scogliera! Per fare
cosa, non lo so, ma è la rima che mi è
riuscita meglio. Ed infine, " Domani è un altro
giorno, si vedrà, a Messina che cosa
succederà, nessuno lo saprà, ma niente
succederà. E poi arriva Ferragosto e li c'è il
botto.
Si mangia tutto quello che non si è mangiato
nei giorni precedenti e si inizia a riportare in
città tutte le numerosissime cose che hanno
portato, nelle case ammare. Le spiagge si
svuotano ed io finalmente vado al mare. La
città si riempie di gente, le macchine
ricominciano a suonare i clacson, e tutti
aspettano ansiosi la nuova estate. Buone
Vacanze e Buon Trasloco
ECOLOGIA E AMBIENTE
posterlettere&...
L’INTERVENTO di Mario Centorrino
centonove
HERITAGE di Sergio Bertolami
Messina pizzo free?
LA CONFCOMMERCIO siciliana, con unʼinserzione pubblicitaria sulla stampa
regionale, ha pubblicato un nutrito elenco di associati che si impegnano nella
lotta alla criminalità organizzata ed, in particolare, alle estorsioni. Unʼiniziativa
lodevole che si aggiunge a quelle intraprese da Confindustria e, ancor prima,
dalla benemerita associazione Addio Pizzo.
Lʼelenco della Confcommercio indica adesioni citando nominativi e provincie di
appartenenza. Con riguardo ai primi sono pochissimi (meno di una decina su
un totale di circa seicento) i nominativi della provincia di Messina.
Si possono formulare cinque ipotesi non necessariamente tra loro alternative.
La Confcommercio di Messina ha un numero piccolo di associati rispetto ad
altre sedi e quindi le scarse adesioni vanno rapportate ad una cifra minima in
assoluto. Una seconda interpretazione potrebbe puntare su unʼorganizzazione
interna non efficiente rispetto alle consorelle.
Terza possibilità: un disaccordo nei confronti dellʼiniziativa, degli obiettivi, dei
suoi possibili sviluppi. Quarta congettura: la apparente insensibilità allʼappello
potrebbe esser dovuta alla scarsa dimensione del fenomeno delle estorsioni a
Messina.
Qualcuno potrebbe avanzare un quinto punto di ragionamento: le estorsioni ci
sono ma calcolate in modo ragionevole, ben gestite, tollerate come costi
indiretti di sicurezza, trasferiti poi (e recuperati) sui prezzi alla vendita. Se
questo fosse il caso, ogni iniziativa sul tema potrebbe alterare equilibri
faticosamente raggiunti, consolidati, mantenuti.
Quali tra queste cinque ipotesi sono quelle valide? Si attende risposta magari
con una seconda inserzione pubblicitaria.
LA LETTERA
Berlusconi, l’ora della verità
LA CORTE COSTITUZIONALE non si è lasciata condizionare dagli argomenti
di opportunità politica che avrebbero indotto l'imputato Silvio Berlusconi a
chiedere il legittimo impedimento, stabilendo che un premier non può
convocare a sua discrezione un consiglio dei ministri per sfuggire al corso della
giustizia. Le ha tentate tutte questo signore, ma piano piano la verità si è fatta
strada. Sono quindi pienamente valide le sentenze di primo grado e d'appello
che condannano Silvio Berlusconi per frode fiscale e ne ordinano l'interdizione
dai pubblici uffici. In verità si tratta di un uomo disonesto che ha truffato per
decenni lo Stato Italiano per decine di milioni di euro! Naturalmente l'imputato e
la sua parte politica insorgeranno anche contro la Cassazione se quest'ultima
confermasse l'interdizione, ma la maggioranza degli italiani avrà pieno diritto di
considerare Silvio Berlusconi un volgare truffatore e quindi un evasore fiscale.
Quanto alla faccenda del ministro Idem, circa il mancato pagamento dell'Ici, su
una casa palestra di proprietà, stanno facendo una grancassa. Se il ministro ha
sbagliato, sarà trattato come tutti i normali cittadini di questo paese e pagherà
la multa, com'è giusto che sia, ma chiederne le dimissioni per un peccato
veniale e difendere a spada tratta un uomo che ha corrotto tutto ciò che poteva
corrompere, macchiandosi di numerosi e gravi reati e di infinite nefandezze che
qualunque paese civile avrebbe già condannato senza appello, mi sembra
alquanto disonesto e inaccettabile. Guardano la pagliuzza e non si accorgono
della trave che gli sbarra la vista! Da che pulpito viene la predica? Cordialmente
Emanuele Ferrara
L’Etna icona
del Mediterraneo
MESSINA. A Phnom
Penh, in Cambogia, hanno
deciso di darci un secondo
punto di vantaggio. Dopo le
Isole Eolie (2000), ecco un
nuovo premio: lʼiscrizione ufficiale nella
World heritage list del “Mungibeddu”, in
Sicilia la “Montagna” per antonomasia.
Con decisione presa allʼunanimità, l'Etna
è stato dichiarato Sito Patrimonio dell'Umanità durante la sessione del Comitato
per il Patrimonio Mondiale. La proposta di
candidatura è stata sostenuta dall'Unione Mondiale per la Conservazione della
Natura. Lʼimportante organizzazione non
governativa dichiara: «L'Etna è conosciuto in tutto il mondo per lo straordinario livello di attività vulcanica che lo distingue. Da febbraio di quest'anno ad oggi sono già state registrate 13 eruzioni.
Un'attività che viene documentata da
2.700 anni e che fa dell'Etna il vulcano più
studiato e monitorato del pianeta. Per la
facilità di accesso e la diversità delle sue
caratteristiche vulcaniche con crateri, coni di cenere, flussi di lava, caverne di lava e la depressione della Valle del Bove,
l'Etna è una destinazione di primo piano
per il turismo, per la ricerca e per scopi
educativi». Ebbene, dei quattro siti naturali italiani, due sono in Sicilia. È questa
una fantastica opportunità per le comunità locali, che attraverso lʼarte di Efesto
– intento a forgiare manufatti per gli Dei
nella fucina del vulcano – potranno sfruttare il propizio vento in poppa con lʼaiuto
di Eolo che ha casa a Lipari. Fuori di metafora, ora occorre adoperarsi perché
questo importante riconoscimento, che fa
dellʼEtna una «icona del Mediterraneo»,
torni utile ad associare la tutela dellʼambiente con la valorizzazione del territorio,
investendo in questo modo nello sviluppo sostenibile. Perciò si operi per mettere a frutto le eccellenti caratteristiche naturalistiche, ambientali, paesaggistiche e
culturali presenti nel Parco dellʼEtna e nelle Isole Eolie. Potremo cominciare a scrivere una nuova pagina per il nostro territorio e come nelle favole concludere: così vissero tutti felici e contenti.
[email protected]
di Anna Giordano
Grazie, Renato
SAI QUAL Eʼ IL REGALO più bello, tra i tantissimi che ci
hai fatto, Renato? Avermi ricordato cosa significhi credere
in qualcosa, a dispetto di tutto e di tutti coloro che ti dicono
che sei matto, chi te lo fa fare, ma lascia perdere e invece
no, ci credi e combatti e tiri fuori tutta lʼenergia del mondo.
Questo è il regalo più bello che mi hai fatto e credo a tutti
noi, ma a me molto caro perché ho sempre creduto in ciò
che faccio, ma avevo perso per strada la determinazione di
un tempo, sepolta dalle non risposte alle lettere che mando
agli enti per dire di non approvare un progetto che
provocherà solo danni, e loro zitti e muti, proseguono
imperterriti come se niente fosse, tanto i danni mica li
pagano loro. Sepolta dal perseverare diabolico di
amministrazioni chiuse nelle loro stanze, che per parlarci
spesso diventava quasi un favore e non un tuo diritto, si,
perché come hai giustamente detto infinite
volte anche tu, qui, i nostri diritti si sono
trasformati da decenni, in favori da
chiedere. Mi hai restituito quel senso di
indignazione e di forza indicibile che
prende chi ama ciò che fa, e che fa ciò in
cui crede, patrimonio raro e dileggiato quando non
osteggiato, apertamente o vigliaccamente che sia. Mi hai
regalato lʼenergia che avevo perso, dietro alle parole inutili,
alla illegalità dilagante che alla fine sfiacca anche il più
tenace perché non puoi passare la vita a scrivere denunce
su denunce e il resto del mondo continua indifferente il suo
vivere distruttivo, senza neanche celarsi, belli, dritti in faccia
e chi si è visto si è visto. Mi hai regalato la rabbia di un
tempo che ti fa smuovere montagne, da tempo dimessa e
sopita per stanchezza e resa di fronte allʼarroganza
dilagante, dei silenzi e del dileggio, degli studi deliranti che
accompagnano progetti devastanti e del fronte immenso
pagina 38
contro il quale dovrei combattere ogni santo giorno, riposi e
notti comprese. Mi hai ricordato che ognuno può fare la
differenza e tu, sognatore concreto di mondi diversi,
scopritore del bello che molti degli umani possiedono non
visto o timidamente nascosto dietro cortine di ferro,
instancabile combattente di battaglie di tutti e non di una o
manco quella, hai regalato a tutti questa incredibile storia
dʼamore. Per la città, per i cittadini, per la legalità, per la
giustizia, per la libertà, per la dignità, per la democrazia, per
i diritti, per lʼappartenenza, al territorio e al sogno di essere
parte viva e non lesa. Non credo ci siano altre parole per
dirti grazie, non basterebbe nulla perché è troppo immenso
ciò che hai regalato a me -e a tutti coloro che credono in un
mondo migliore e sognano di viverlo almeno in questa città
da troppo tempo saccheggiata, oltraggiata, massacrata.
Sarà dura, durissima, faranno di tutto per impedirti di fare
ciò che devi, ma saprai tirare fuori anche qui, il bello
dellʼumanità, per una città che è tornata ad amarsi. Grazie.
poster...commenti
centonove
ALFABETO MINIMO di Giovanni Merenda
ELIODORO
Se la vecchietta corteggia il bagnino
B COME BRIATORE
"Per Renzi mi iscriverei al PD."
dichiara Briatore.
Oddiooooooooooooooooooooooo!
E come elezioni amministrative
Facce scure nei quadri direttivi del
PD nonostante abbiano vinto le
amministrative. Anzi proprio per
questo.
Ma non lo hanno fatto apposta.
E come ancora elezioni
amministrative
Grillo si dichiara contento di aver
vinto le elezioni a Pomezia (che
trasferisce dal Lazio agli Abruzzi e
ad Assemini (che resta in
Sardegna).
Contento lui...
G come Ginostra
A Ginostra le rumurose ruspe
sostituite da cinque baldanzosi
asini che, rispetto alle ruspe,
hanno una marcia in più: sono
silenziosi e sono anche una
mascotte dell'isola, beniamini dei
bambini e adorati da tutti gli
abitanti. Meno male, la notizia mi fa
piacere. Non vado da tanto a
Ginostra troppe salite per la mia
età, ma una volta, a partire dal
1967 ci passava tutti i mesi estivi.
G come giornalisti
I grillini hanno finalmente trovato il
nemico da combattere, la vera
piaga dell'Italia, i giornalisti.
La nobildonna onorevole Lombardi
con il suo solito raffinato eloquio
grida: "Chi parla con i giornalisti è
una merda!"
E naturalmente se la prendono con
quelli più a sinistra, o meglio dire
più equolibrati, Floris, la Gabanelli.
Quelli come Vespa e Sallusti
vanno già meglio.
Questo anche a livello locale.
Durante le amministrative a
Messina un giornale online
TempoStretto lascia la sede dei 5
Stelle perché o grilllini si chiudono
in un improvviso silenzio stampa
nei confronti della redazione
definita " non gradita" in relazione
ad alcuni articoli apparsi sul
giornale definiti "contro".
I come ingiusto
Credeva di battersi per il bene
Deric Lostutter, conosciuto anche
con il nome di KYAnonymous. Così
quando ha visto le foto di una
15enne stuprata e umiliata da un
team di football su Instagram,
Twitter e Facebook, non ha esitato.
Ha violato il sito ufficiale della
squadra e denunciato tutto, Per
loro un'unica possibilità di
salvezza: scusarsi con la vittima.
"Hanno cercato di far passare la
notizia in sordina e proteggere i
giocatori, ma ora avete gli occhi
puntati addosso", ha tuonato
l'uomo elencando i nomi dei
ragazzi.
Ora rischia una pena 5 volte
maggiore di quella degli stupratori.
L come Letta
Letta preoccupato perché, assai
Enrico Letta
timidamente per la verità, Bersani
ed Epifani alludono alla possibilità
nel futuro di una nuova
maggioranza con Sel e grillini
dissidenti.
Ma scherziamo! Vorrebbe dire
collocare il Pd a sinistra.
Non sia mai! Se nascesse un
governo simile, ma non nascerà,
potrebbe magari fare anche
qualcosa di sinistra.
Diciamoci la verità, il Pd ha vinto le
amministrative ma i suoi dirigenti
non si meritano gli elettori che
hanno.
P come proposte di legge
I grillini sono il gruppo che in
relazione al numero ha presentato
meno proposte di legge in
Parlamento. Dobbiamo capirli sono
troppo impegnati a reprimere la
libertà di espressione nelle loro file.
Comunque hanno avviato una
colletta online per comprare legna
da ardere. Il prossimo dissidente lo
bruciano su un rogo non più
virtuale.
R come ravvidimento operoso
Ravvidimento operoso, orribile
nome per una proposta indecente
sull'abusivismo edilizio in
Campania.
L'ha fatta come al solito il Pdl che
con questa sua simpatia per quelli
che hanno operato lo scempio ha
racimolato tanti voti in Campania
alle politiche? No.
In Campania, anche il Movimento
cinque stelle deve fare i conti con
la realpolitik. Non lo chiamano
condono, ma il testo del disegno di
legge, su "rivalutazione del
patrimonio immobiliare esistente" è
inequivocabile: "Riabilitazione
degli edifici realizzati entro il 30
settembre 2004 con sospensione
dei procedimenti amministrativi e
giurisdizionali anche nelle aree
soggette a vincolo paesistico".
Cioè stop alle poche demolizioni
finora programmate.
S come stalking
Denunciata per stalking nei
confronti di un bagnino di 25 anni,
sulla riviera ligure, una vecchietta
di 78 anni.
Prima gli sguardi, poi le carezze,
infine i bigliettini con inviti ad
incontrarsi infilati sotto il
tergicristallo dell'auto.
"Così sono distratto dal controllo in
mare dei bagnanti." ha dichiarato il
bagnino che l'ha denunciata.
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Animali esotici, una moda che fa vittime
MESSINA. L'Italia ha sempre bene accolto le bellezze
esotiche, femminili e maschili: sono tanti gli stranieri che
conoscono il successo nella televisione italiana. Altre
bellezze d'oltre confine di gran moda sono gli animali
esotici, che però non hanno nulla da guadagnare dalla
passione degli italiani nei loro confronti, diventando
vittime di un'importazione scriteriata. Il commercio e il
collezionismo hanno condotto in Italia un numero di
esemplari in costante crescita. Peccato che spesso
appartengano a specie protette e la loro fine non sia
esattamente un trionfo. Per tali animali, non sempre
facilissimi da gestire, il rischio di abbandono è alto e si
sono appunto moltiplicati nel corso degli anni i casi di
ritrovamento di queste creature nei posti più inattesi,
dopo essere stati scaricati da qualche appassionato non
28 GIUGNO 2013
poi così appassionato. Commerci legali
ed illegali, lunghi viaggi, clandestini e non,
da un continente all'altro, ma in questi
giorni è stato fatto un importante
progresso, con l'accordo tra il Corpo
Forestale dello Stato e i portali Ebay e
Subito.it per frenare il traffico di animali esotici sul web.
Controlli più rigorosi sugli animali appartenenti a specie
protette, ma è solo il primo passo di un piano di più
ampio respiro. Pure cani e gatti si ritrovano non
raramente al centro di giri di affari illegali, che si celano
dietro parecchi degli annunci pubblicati in rete. Anche nel
loro caso andrebbero attuate misure restrittive volte a
disciplinare un settore troppo spesso privo di controlli e
freni. Andrebbe in realtà boicottata la vendita, tramite
internet e canali commerciali tradizionali, di qualsiasi
specie animale, perché non è ammissibile che gli esseri
viventi possano essere ridotti a merci di scambio.
pagina 39
La movida, nel sangue
CATANIA - La movida
catanese iniziò circa
vent'anni fa, durante una
sindacatura di Enzo
Bianco. Il centro storico
allora era deserto, c'era
una sorta di coprifuoco
dopo le 20. Si aprirono i
primi pub, poi ci fu quasi
una proliferazione
incontrollata, tanti erano
formalmente associazioni
culturali. In questi
decenni la movida si è
estesa, ma uno dei punti
focali è la piazza davanti
al Teatro Massimo, luogo
presidiato da bande di
spacciatori e scippatori,
da vandali e
extracomunitari. L'altra
sera la solita rissa, un
accoltellato in modo
grave. I commercianti
invocano più controlli: le
telecamere non bastano.
Nei primi cento giorni del
Bianco-quater, il neo
sindaco dovrà affrontare
anche questo problema.
150 PAROLE DA PALERMO
Saluti e baci
PER I PALERMITANI che passano in via Crispi, di fronte
al carcere dellʼUcciardone, la scena è piuttosto consueta: un grappolo di donne, attorniato da due o tre bambini, cerca di comunicare con un detenuto con ampi gesti
e con frasi urlate perché il congiunto possa udire qualcosa. Mentre i piccolini, tenuti in braccio perché possano essere intravisti un poʼ meglio, lanciano baci con le
manine. Il tutto tra lo sguardo indifferente delle guardie
che sorvegliano i cortili esterni della prigione. Certo, lʼuomo che i parenti salutano è in carcere per un qualche reato: magari spaccio di droga, rapina a mano armata o affiliazione a Cosa nostra. Però, per quel quadretto di donne, lʼuomo è solo un marito, un fratello, un figlio, un papà
segregato. Allora si prova una pena infinita per queste
creature tanto disperse. Vorresti che il bimbo piccino,
quel suo papà dietro le sbarre, potesse presto abbracciarlo davvero.
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Accorinti non fare il grillino
MESSINA. Anche chi non ha votato Renato Accorinti, perchè
convinto che le sue grandi qualità ideali e morali non possono
compensare in alcun modo le scarse capacità amministrative,
deve riconoscere che si è aperta una nuova fase per la città.
Accorinti ha vinto grazie a una forte spinta dal basso che
vuole imprimere una svolta radicale alla politica locale, ma
quanto durerà questo slancio e, soprattutto, quanti messinesi
sono disponibili a condividere il desiderio di cambiamento che
si è innescato? Sarebbe illusorio immaginare che con questa
vittoria “la città è cambiata”, come si sente ripetere spesso in
questi giorni. Lo stesso errore fu commesso da gran parte
della giunta Providenti, circa 20 anni fa, in condizioni simili a
questa: divisione nel centrodestra, forte astensionismo,
consiglio comunale contro. Renato e i suoi assessori
capiranno presto che i tempi per la soluzione dei problemi non
coincidono quasi mai con la maturazione del senso civico
cittadino. E poi, di fronte ai problemi, che significa: “siamo tutti
sindaci”? E' questo il punto debole della democrazia di
Renato, l'unico che lo fa somigliare ai grillini. No, caro
Renato, con il tuo grande senso di responsabilità
comprenderai che quando si viene eletti a una carica pubblica
si rappresenta qualcuno. Tu adesso non sei più un semplice
cittadino e devi rispondere da sindaco di ciò che farai e non
farai. Non dire più “ sugnu u cchiu scarsu i tutti”. La
partecipazione dei cittadini è un aspetto essenziale della
democrazia, ma non innesca processi decisionali che
appartengono alla sfera della responsabilità personale. In
bocca al lupo a te e a tutti gli assessori.
[email protected]
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