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afragola. il sistema nespoli disperato: vende
ANNO V NUMERO 7 - SABATO 4 MAGGIO 2013
LA GRANDE
TRUFFA ELETTORALE
AFRAGOLA.
IL SISTEMA NESPOLI DISPERATO:
VENDE LOCULI FANTASMA
Intervista a GENNARO GIUSTINO
di “A VISO APERTO”
“RIPRISTINARE
LA LEGALITà”
2
L’editoriale del direttore
4 maggio 2013
Afragola
Bisogna ripartire dalle persone oneste…
Riflessione di Giovanni De Cicco sulla valenza dei progetti in campo e i limiti di una classe politica di bassa
qualità. Bisogna ampliare il ragionamento in vista della scelta. E su questo campo il centrosinistra batte il
centrodestra 3 a 0. Perché c’è l’argine all’illegalità, perché ci sono giovani che sognano e non sono appiattiti
su logiche perverse, perché non è possibile riaffidare il Municipio alla “cricca” della “Sean”…
di Giovanni De Cicco
AFRAGOLA – Non pensavo che i miei editoriali fossero così letti. E non nascondo che
è stato un piacere scoprirlo. Appena dopo la
presentazione delle liste, in particolare tutto
il centrodestra locale mi ha rivolto sempre
la stessa domanda: “E adesso cosa scrivi?”.
La mia risposta è stata sempre secca: “Continuerò a scrivere,
come ho sempre fatto, quello
che penso”. E’
evidente che la
domanda fosse
provocatoria e faceva riferimento
ai miei editoriali
su Mimmo Tuccillo, candidato a
sindaco del centrosinistra aperto
al centro moderato. Ripensandoci con calma,
a tutti quelli che
mi hanno posto la
domanda “adesso cosa scriverai
su Tuccillo?” replico con un altro interrogativo:
“Se proprio sei
stato così attento
ai miei editoriali,
dopo quello che
ho scritto sul sistema Nespoli e sui rapporti
tra la locale classe dirigente, l’affarismo e la
criminalità organizzata, come hai fatto a candidarti col centrodestra?”.
La verità è un’altra e se si vuole ragionare in
maniera obiettiva bisogna uscire dal clima di
campagna elettorale. Da quella guerra di tutti contro tutti destinata poi a finire un minuto
dopo il voto. Quando, cioè, gli attori contrapposti diventano amici e addirittura iniziano a
lasciare la propria parte politica, quella perdente, per passare in maggioranza utilizzando
la fatidica e “sempreverde” frase: “Per il bene
del paese”. In realtà lo fanno e lo hanno sempre fatto per il “bene del loro portafogli”.
Ecco perché a chi, come me, interessa il ragionamento e non si lascia condizionare dalle
posizioni politiche o dalle parti “più vicine” la
riflessione, a questo punto, diventa più ampia.
Analizzando il contesto attuale, il pericolo che
la città possa rivivere tutti i più brutti momenti
degli ultimi venti anni c’è.
Detto questo, non riesco a capire il perché di
quella domanda: “Cosa scriverai su Mosaico?”. Soprattutto perché nel centrodestra la
situazione è davvero precipitata. Sarà singolare, ad esempio, vedere Enrico Esposito,
Tommaso Redine, Vincenzo Nespoli, Antonio Pannone e company di nuovo a braccetto
dopo il fango che si sono spalati addosso. E
non parliamo di critiche politiche. Le accuse
variano da frequentazioni e rapporti con uomini dei clan della camorra fino ad accuse
di evasione fiscale e offese nei confronti di
Nespoli, consiglieri e assessori. La “cabina di
regia” della “Sean immobiliare”, alla vigilia
della campagna elettorale, si presenta di nuovo al completo. Ha dimenticato tutto e non capisco perché dovrebbero scandalizzarsi delle
mie analisi. Con tutta questa carne sul fuoco,
pensate a cosa scriverà “Mosaico” su Mimmo
Tuccillo? Gli argomenti, per chi intende dare
un contributo fattivo alla discussione, sono altri. La verità è un’altra: le coalizioni in campo
rappresentano la fotografia di come il ciclo di
Enzo Nespoli sia cresciuto nel fango e finito
nei tribunali. Un contesto politico del genere
non poteva essere il migliore habitat nel quale poteva nascere sia nel centrodestra che nel
centrosinistra un progetto politico scevro dal
retaggio di scontri personali e faide violente
tra gli attori in campo. Cinque anni di sistema hanno “imbastardito” tutti e allontanato le
migliori energie, l’intelligenza, i professionisti che intendono dare un contributo concreto
alla risoluzione dei problemi. La classe dirigente di Afragola è lontana dai partiti, dalla
politica e dal Comune. E chi non ha mollato,
ovviamente, mai e poi mai sarebbe stato valorizzato.
Poi c’è il secondo dato. Altrettanto inequivocabile. La
partita si sviluppa su due
coalizioni. Il centrosinistra
guidato da Mimmo Tuccillo più l’Udc e “A viso aperto
per la Rinascita”; il centrodestra guidato da Antonio
Pannone, “prestanome” di
Vincenzo Nespoli, al quale si aggiungono le liste di
Peppe Monaco dell’Api,
consigliere di centrosinistra
a Casoria, e Democrazia
popolare di Vincenzo Rodondini ed Enrico Esposito, con una capolista di
eccezione: Giuseppina Tignola, consigliere uscente
e riferimento di Tommaso
Redine. Senza dimenticare che il sistema Nespoli
si presenta ai nastri di partenza con una seconda coalizione: quella guidata da
Biagio Castaldo, presidente dell’Assise, con un consigliere uscente di maggioranza, Cristina Acri,
tra le fila e due assessori del sistema: Domenico Polito e Tommaso Bassolino.
Ecco perché bisogna scegliere, bisogna andare a votare e scegliere il meglio che c’è sul
tavolo nell’interesse di Afragola. Aldilà dei
nomi conta il progetto politico e la qualità della classe dirigente che si mette in campo. E il
centrosinistra attuale è certamente migliore
del centrodestra di Nespoli. Ma per fare questo, per scegliere bene, servono ulteriori elementi di ragionamento. Sapendo che, e a
mente fredda lo si può affermare con certezza,
l’unica vera alternativa poteva essere un centro lontano dai due blocchi con un candidato a
sindaco obbligato: Gennaro Giustino. O se si
doveva costruire qualcosa di diverso, lo si doveva fare senza i “cavalli di troia” che hanno
solo utilizzato “liste fantasma”, sigle vuote,
alimentando divisioni e personalismi al centro
con l’obiettivo di favorire Vincenzo Nespoli.
E alla fine hanno realizzato il progetto venendo allo scoperto. I “cavalli di troia” del centro
4 maggio 2013
Afragola
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www.napolimetropoli.it - il portale “all news” dell’area nord
moderato si sono accasati tutti alla corte di
Vincenzo Nespoli. Loro che parlavano di
emergenza democratica ed hanno per mesi rotto le scatole a tutti etichettando il leader del Pdl
ai domiciliari con i peggiori epiteti. Hanno vanificato ogni sforzo, logorato e disinnescato
qualsiasi ipotesi di alternativa moderata. A
quel punto una battaglia solitaria diventava
inutile. Improponibile. Perché non c’era il tempo di costruirla e perché non si poteva correre
il rischio di impedire alle migliori istanze, non
si poteva impedire all’opposizione del sistema
affermatasi sul campo, la possibilità di essere
rappresentata in aula. Perché è inutile girarci
attorno: la candidatura solitaria di Gennaro
Giustino, per quanto siano dignitose le battaglie che ha portato avanti, non avrebbe trovato
terreno fertile in un contesto dove il voto si
vende per 50 euro. Dove gli imprenditori ti finanziano la campagna elettorale per comprare
i voti nelle “Salicelle” coi buoni spesa o coi
pacchi di pasta, olio, salame e formaggi. Dove
i giovani difendono un “soggetto di notevole
spessore criminale” perché si aspettano la “risposta” della vita. Dove i consiglieri comunali
si vendono, cambiano sponda e il “caso” li premia magari con un appalto all’azienda del figlio. Una battaglia di libertà organizzata a pochi giorni dalla presentazione delle liste rappresentava un punto a favore del sistema che
vuole fuori dalle istituzioni chi ha mostrato
coraggio e forza per respingere sia le prebende
che le intimidazioni. Comunque sia, la situazione è questa e non è sicuramente bella. Ecco
perché per scegliere chi votare c’è bisogno di
ampliare il ragionamento. Di aggiungere, come
detto, nuovi elementi di discussione e di analisi. In poche parole bisogna scegliere lontano
dal ciclo di Vincenzo Nespoli. Il centrodestra
dell’ormai ex sindaco ed ex senatore e il centrosinistra di Domenico Tuccillo. Gli aspetti
negativi li ho analizzati in cinque anni e messi
in evidenza. Adesso è necessario evidenziare i
punti positivi. E su questo campo posso tranquillamente ribadire che la coalizione di centrosinistra batte il centrodestra 2 a 0. Anzi, tre
a zero. Di cosa si tratta? Innanzitutto, la garanzia del progetto politico di “A viso aperto per
la Rinascita”: Gennaro Giustino, Pasquale
Grillo, Francesco Petrellese, Antonio Cuccurese (al quale faccio i miei più vivi auguri di
un immediato ritorno ad Afragola dopo aver
risolto in fretta i suoi problemi di salute perché
la città e la politica hanno bisogno di gente
perbene e di qualità, ndd) e dei tanti giovani
che si sono candidati senza pretendere nulla,
senza aver avuto nulla in cambio. Non giovani
dell’ultim’ora, non giovani da campagna elettorale, ma ragazzi che hanno la passione della
politica e la vivono con sacrificio tutto l’anno.
Che piaccia o no il centrosinistra rappresenta il
meglio che offre la piazza in termini di qualità,
di competenza, di tempo dedicato al paese e di
attività consiliare e politica. E’ gente interessata ad un progetto serio, una forza che non baratterà mai il silenzio nemmeno se in maggioranza e nemmeno su eventuali imposizione del
sindaco su argomenti di contenuto. Lo sa Tuc-
cillo, lo sa Nespoli, lo sa Pannone e lo sanno i
cittadini. Insomma, nel centrosinistra il movimento “A viso aperto per la Rinascita” rappresenta una garanzia e se Tuccillo dovesse vincere le elezioni troverà nella civica il motore
dell’amministrazione in un itinerario di legalità e di efficienza. Caratteristica, questa, che nel
centrodestra non esiste. Sempre ragionando
con obiettività: chi dovrebbe rappresentare
l’argine al sistema Nespoli in caso di vittoria di
Pannone? I partiti che hanno amministrato con
Nespoli già hanno dimostrato la loro qualità e i
loro pessimi (e non legati all’interesse pubblico) obiettivi. Vogliamo analizzare le “new entry”? Film già visto. Con tutto il rispetto possibile per le persone. Parliamo del comportamento politico: Enrico Esposito oppure i “traditori” del Pd come Pasquale Valentino o
Gaetano Salzano? Nessuno ha l’autorevolezza, la capacità e la volontà di contraddire e incidere sulle scelte di Vincenzo Nespoli. Non lo
hanno mai fatto e non lo faranno ora. Al massimo lo contestavano nei corridoi e pure a bassa
voce. Ma davanti al grande capo, anche quando c’era da fare i conti con la magistratura,
hanno sempre abbassato la testa senza mai batter ciglio. Senza nemmeno la forza di dare
voce a ciò che pensavano. Per certi aspetti,
Pannone e company non sono riusciti nemmeno a tutelare la loro persona. Si sono comportati, e non me ne voglia l’amico Antonio, da
“servi sciocchi”. Non sono all’altezza di governare un paese come Afragola per garantire
un salto di qualità. Il centrodestra è Vincenzo
Nespoli. Null’altro. Terzo punto: il centrosinistra ha un altro valore aggiunto. La lista dei
Giovani democratici. Non giovani in cerca di
un posto di lavoro. Non giovani che abbassano
la testa per ricevere una prebenda. Non giovani
pronti a giustificare qualsiasi “schifezza” perché affascinati dalla “luce” di un potere arrogante e deviato. Non sono interessati alle speculazioni, ai capannoni abusivi da sanare, ai
concorsi al Municipio, a qualche briciola che
esce dalla ciotola dei “grandi”, non sono interessati ai biglietti gratuiti dei concerti pagati
dai cittadini. I Gd sono altro e quella lista rappresenta un’occasione che i militanti del Pd,
gli elettori liberi del centrosinistra e di Afragola, non possono e non devono perdere. Personalmente spero davvero che i Giovani democratici possano raggiungere un grandissimo risultato perché, sinceramente, in questi mesi ho
avuto modo di confrontarmi con Tuberosa,
Cerbone, Zanfardino, e altri attivisti del collettivo, ed ho conosciuto la nuova classe dirigente
di Afragola. Ho parlato con loro, ho avuto
modo di apprezzarli e di capire chi sono e cosa
vogliono dalla politica: semplicemente un futuro migliore e di qualità. Con tutte le delusioni che hanno ricevuto. Hanno masticato amaro
ma non mollato. Ed anche in questo caso, portare in aula uno o più consiglieri comunali dei
Gd, significherà offrire a Domenico Tuccillo
la possibilità di esaltare un itinerario di legalità, di entusiasmo, di efficienza. Altrimenti, i
Gd saranno un argine agli apparati, arricchiranno l’argine antisistema che già sul campo
ha fatto valere le proprie idee. Dall’altro lato,
invece, e mi riferisco al centrodestra, i giovani
sono stati già “provati”. In cinque lunghi anni
di “sistema”. Non voglio entrare nelle loro situazioni perché ho già scritto fiumi d’inchiostro e chi ha letto “Mosaico” in questi anni sa
di cosa parlo. Mi fermo qui pure per evitare di
accendere una campagna elettorale che intende
colmare il vuoto di programma, di proposte e
di idee con il fango e le offese. Ed è un terreno
che non ci appartiene perché abbiamo sempre
raccontato i fatti, per quanto duri e violenti che
siano. Ma rappresentavano e rappresentano la
realtà di Afragola. Certificata. Non a caso Afragola è l’unico paese che va alle elezioni col
sindaco che ha finito il mandato in galera, agli
arresti domiciliari. Cosa diversa dal fango e
dalle offese inutili che tutti, come detto, sono
pronti poi a dimenticare nel nome di vecchi e
ingenti interessi appena dopo il voto. Ecco perché la “guerra del fango” della campagna elettorale non sporca nessuno e lascia il tempo che
trova. Fango e inciuci. Ma la storia non mente.
Sul tavolo ci sono i fatti. I nomi e i cognomi.
Aldilà di tutto è questo che fa la differenza. E
non solo in campagna elettorale. Il centrosinistra batte il centrodestra 3 a 0. Perché nella coalizione di centrosinistra ci sono i moderati di
“Rinascita” e i “pasionari” di “A viso aperto”,
i quali insieme rappresentano lo zoccolo duro
di un progetto politico che vuole cambiare in
positivo Afragola nonostante le difficoltà e le
contraddizioni. Nel centrosinistra ci sono giovani militanti che fanno politica e non vogliono approfittare dei “concorsi truccati” al Municipio ma vogliono eliminarli. Nel centrosinistra ci sono giovani che sognano e non giovani
vecchi. Nel centrosinistra c’è una classe dirigente e di sicuro non ci sono “soggetti di notevole spessore criminale”.
Il futuro è incerto e da qualcosa si deve ripartire per non perdere la speranza. Ecco perché
alla fine del ragionamento, prevale una sola
considerazione: ripartite dalle persone oneste.
Non c’è bisogno di aggiungere altro…
la verità pezzo per pezzo
diretto da
Giovanni De Cicco
Edito da “Associazione Mediterraneo e Città”
sede legale Corso Meridionale, 69 - Afragola (Na)
aut. del
Trib. Napoli n. 54 del 13/07/2009
Direttore responsabile : Giovanni De Cicco
[email protected]
Periodico di attualità, cronaca, politica, approfondimento e sport.
Progetto grafico studioocra comunicazione - [email protected]
stampa Soc. Coop Grafica ETICA
C.so Alcide De Gasperi - tel. 081.852.44.83
fax 081.852.48.55 - 80021 Afragola (Na)
[email protected]
Chiuso in tipografia il 2 maggio 2013
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Intervista a Gennaro Giustino
4 maggio 2013
Afragola
“La priorità? Sottrarre il Municipio e l’intera
Afragola dalle mani di un sistema perverso”
Parla il capolista di “A viso aperto per la Rinascita”: “Non è una fusione elettorale ma un progetto politico
ambizioso che punta a ripristinare i sani valori, una politica fatta di idee e di proposte che puntino ad uno sviluppo armonico e concertato”. Su Tuccillo: “Non condivido i giudizi esasperati. E’ stato lontano dal Comune
ma lo aiuteremo a capire ed evitare le trappole che Nespoli ha seminato nei diversi uffici.
Due certezze: è una persona perbene e con un curriculum di grande valore”
di Giovanni De Cicco
AFRAGOLA – E’ stato in silenzio per diversi
mesi. Lo hanno visto e “ascoltato” tutti quelli
che lo hanno invitato a discutere attorno ad un
tavolo politico per tentare di costruire “l’alternativa al sistema Nespoli”. In questi mesi il
termine “alternativa” lo hanno utilizzato tutti,
come se fosse “pasta e fagioli”. Parlavano senza nemmeno sapere “l’alternativa” cosa fosse
o, peggio ancora, partecipavano ai tavoli di
centro per fare da tappo ed evitare che la candidatura di Gennaro Giustino potesse decollare. Alla fine, a poche ore dalla presentazione
delle liste, c’è stato il “fuggi-fuggi” generale.
Tutti alla corte di Vincenzo Nespoli: i “cavalli
di troia” si sono presentati con simboli vuoti e
con liste fai da te nemmeno complete. Senza
idee, senza programma, senza confronto, senza candidati e senza consensi. Ecco perché “A
viso aperto” e “Rinascita”, l’unica vera opposizione a Vincenzo Nespoli, non hanno avuto
scelta. Una sola strada da percorrere, con tutti
i limiti del caso, ma nessuno poteva pensare
di far prevalere gli interessi, seppur legittimi,
dell’orticello singolo su quelli più ampi e generali. Tra la coalizione di Nespoli e il centrosinistra, l’opposizione al sistema ha scelto
ovviamente e naturalmente l’alleanza col Pd.
Gennaro Giustino, capolista di “A viso aperto”, esce allo scoperto e affronta ogni argomento senza peli sulla lingua.
Consigliere Giustino, alla fine non è stato
possibile costruire un centro moderato alternativo ai due blocchi. Non c’è l’alternativa pura al sistema Nespoli. Che ne pensa?
“Capisco le sue parole e può immaginare la
mia delusione non perché io dovessi per forza fare il candidato a sindaco ma perché mi
sento deluso dall’atteggiamento di chi fino a
ieri voleva mandare a casa Nespoli, parlava
dei consiglieri del Pdl e degli assessori come
un manipolo di incapaci, di servi sciocchi, di
affaristi e quant’altro di negativo si potesse
dire, e poi si è andato ad alleare con loro dopo
aver seminato veleni e personalismi al centro.
Però sono felice che siano andati tutto da un
solo lato”.
In che senso?
“Sono felice che si siano collocati tutti da una
sola parte, nel centrodestra di Nespoli, perché
se vince lo schieramento di centrosinistra più
i centristi, da noi rappresentati, riusciremo a
fare piazza pulita in un solo colpo e garantire
alla città una nuova stagione politica”.
Si, ma ripeto, manca un’alternativa pura
e personalmente sono stato molto critico
anche col candidato a sindaco del centro-
sinistra e coi metodi utilizzati per costruire
l’alleanza…
“Lei mi ha rivolto quasi la stesa domanda
qualche mese fa sempre durante un’intervista
e ricorderà la mia risposta. Condivido il suo
pensiero sui metodi utilizzati e sul percorso
sofferto che ha portato A viso aperto all’interno dell’alleanza; non condivido, invece, i
suoi giudizi espressi negli ultimi mesi sul nostro candidato a sindaco. E’ inutile dire bugie:
dobbiamo stargli vicino perché, essendo stato
lontano dal Comune, deve prima comprendere le trappole disseminate da Nespoli nei
diversi settori dell’Ente locale. Ma su questo
non c’è problema perché, senza presunzione,
sono convinto che esprimiamo una classe dirigente di qualità, l’avanguardia dell’opposizione al sistema, e quindi sappiamo dove
mettere le mani per aggiustare il tiro e risolvere i problemi della città senza prendere in
giro le persone e nella totale legalità. In un
clima di emergenza democratica bisogna dare
poco spazio alla filosofia e tantissimo spazio
alle priorità: dobbiamo sottrarre il Municipio
e l’intera Afragola dalle mani di un sistema
perverso che ha amministrato privilegiando
gli interessi personali e di parte, mortificato
le istituzioni e aggredito chi non si è allineato
con metodi mafiosi. C’è voglia di legalità e
di sviluppo. Si può criticare Tuccillo al massimo sul piano politico perché è stato troppo
distante dal territorio in questi anni difficili;
lo si può criticare sul profilo politico per chissà quale errore abbia commesso; ma nessuno
può dire che non sia una persona onesta, nessuno può dire che non sia preparato o che non
abbia un curriculum all’altezza della poltrona
del sindaco di Afragola. Poi, ai più critici dico
di stare tranquilli: in coalizione ci sono forze
che non svenderanno mai la città e l’elettorato
a logiche che non abbiano a che vedere nulla
con l’interesse collettivo. Se il centrosinistra
voleva realizzare la brutta copia del centrodestra non ci avrebbero mai accettato in coalizione perché ci conoscono da anni e sanno
bene come ragioniamo e quanti siamo intransigenti su determinati valori e sui giudizi del
passato”.
Nell’ultima intervista che lei ha rilasciato a
“Mosaico” ci promise: “Senza un progetto
serio garantirò un’alternativa alla città”.
Ha mantenuto la promessa?
“Se lei si riferisce al progetto politico credo
proprio di si. Non a caso la fusione dei movimenti A viso aperto e Rinascita degli amici
Cuccurese, Casillo, Grillo e Petrellese, tanto
per citare i nomi più rappresentativi, è stata
una scelta non dettata dall’esigenza elettorale
ma da una larga intesa sul piano programmatico e politico. Condividiamo un itinerario,
un progetto, una visione di città, un percorso
che intendiamo realizzare nel nostro territorio
per restituire sviluppo, lustro alle istituzioni
e qualità alla politica. Riscoprire i sani valori e dare rappresentanza alle migliori istanze
del territorio e della migliore tradizione della
storia politica locale, valorizzando i nuovi innesti da inserire in un contesto di valori sani
e non deviati. Se si riferisce a questo con la
domanda che mi ha fatto, posso dire di aver
mantenuto la promessa perché mai e poi mai
avrei potuto aderire ad una coalizione che si
nasconde dietro l’etichetta di centrodestra ma
che in realtà considero un’accozzaglia di soggetti con interessi diversi e articolati che solo
Vincenzo Nespoli può soddisfare in cambio
di complicità, omertà e silenzi. Il tutto sulla
pelle del paese. E sia chiaro, lo hanno dimostrato in cinque lunghi e difficili anni: sono
incompetenti, hanno fallito in ogni settore e
dell’interesse collettivo se ne sono fregati.
Quel poco che hanno fatto, lo hanno sviluppato ragionando nell’ottica del clientelismo
sfrenato e in una zona border-line. In attesa
che le numerose inchieste della magistratura
arrivino ad una conclusione”.
E se invece mi riferissi alla sua candidatura
a sindaco che, a dire la verità, in molti si
aspettavano?
“Le dico che ho tentato in tutti i modi di costruire un’alleanza al centro tentando di ripartire dalla battaglia che ho fatto in questi cinque anni dove ho rappresentato, insieme agli
amici di Rinascita, un argine all’illegalità e
allo stesso tempo abbiamo avanzato proposte
alternative frutto di una visione di città comune ma che il centrodestra ha sempre affossato
perché con la legalità non va molto d’accordo. Purtroppo non c’è stata convergenza sul
progetto e i fatti dimostrano chi era in buona
fede e chi invece rappresentava il “pezzotto”
dell’alternativa che, a questo punto, per fortuna non è mai nata perché nel centro c’erano
spezzoni che non hanno mai tagliato, così invece come è apparso pubblicamente, il cordone ombelicale con Nespoli e l’apparato affaristico che ruota attorno alla Sean immobiliare.
Chi pensava di impedire un’alternativa e di
guidare Giustino e tutta l’opposizione ad un
suicidio assistito è rimasto deluso perché ha
sbagliato i conti… E poi voglio aggiungere un
aspetto rilevante: appena il centro è fallito, i
4 maggio 2013
Afragola
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franchi tiratori volevano inquinare il centrosinistra che, e questo è merito del Pd, non li ha
voluti. E solo dopo che hanno trovato la porta
chiusa del centrosinistra e l’indisponibilità di
Tuccillo ad accettarli in coalizione, si sono alleati col centrodestra”.
Senza dimenticare l’arresto del sindaco
Vincenzo Nespoli…
“Su questa vicenda preferisco non speculare.
Ha sbagliato e sta facendo i conti con la giustizia. L’unico aspetto che non ho condiviso
è che ha intrecciato i suoi interessi personali con la sua attività di sindaco e con quella
dell’amministrazione, come dimostra il caso
“Sean” e le numerose inadempienze su quel
caso dell’ufficio comunale preposto. Appena
aveva avuto il sentore che i suoi affari stavano inquinando la politica e l’amministrazione,
doveva andare via, doveva dimettersi per evitare che il nome della città di Afragola finisse
sulle televisioni nazionali come un pessimo
esempio da non seguire. Ma l’arresto di Nespoli, in chiave politica, ha dimostrato un’altra cosa se permette…”.
Prego.
“Con un sindaco agli arresti, un bilancio fallimentare collezionato in 5 anni di scandali e
mortificazioni della legge, con un sindaco agli
arresti e non candidato al Senato dal Pdl perché giudicato “impresentabile”, c’era bisogno
che la sezione locale, la sezione di Afragola
del Pdl seguisse l’esempio nazionale orientando le scelte sulla linea del rinnovamento,
archiviando candidature scomode, scardinando l’impianto del sistema e eliminando dalla
cabina di regia l’ex sindaco ed ex senatore per
metterlo in condizioni, serenamente e senza
intralci, di fare i conti con la giustizia e risolvere i problemi personali. Lasciando la coalizione libera di crescere e di recuperare sane
istanze e nuovi valori positivi, senza le scorie
di cinque anni di affarismo, di incompetenza,
di arroganza e di becera violenza indirizzata
addirittura alle famiglie di chi si ribellava. Invece no. Hanno continuato a prendere ordini,
hanno confezionato le liste su misura per fare
eleggere chi ha dimostrato fedeltà e complicità al sistema e persino la candidatura di Pannone è stata ufficializzata, e pure in sordina,
quando hanno capito che Vincenzo Nespoli
non fosse uscito dagli arresti domiciliari prima della presentazione delle liste.
Il segnale più evidente? Il simbolo della civica Nuova città per Nespoli. I candidati hanno
affisso i manifesti con quella dicitura nonostante il candidato a sindaco fosse Pannone.
Scene brutte che dimostrano ancora una volta
e ove mai ce ne fosse ancora bisogno, che il
centrodestra non è una coalizione politica ma
un gruppetto di soggetti interessati gestiti col
telecomando da Vincenzo Nespoli. Rappresentano l’emergenza democratica da combattere e da estirpare da questo territorio”.
Altra annotazione: da mesi si parla di tavoli politici, di alleanze, di progetti, di candidati a sindaco, ma durante le riunioni nessuno ha parlato di programma e nessuno
ha chiuso la coalizione su punti programmatici chiari…
“Ennesima distorsione degli ultimi 5 anni.
Quello che A viso aperto vuole fare, quello
che Rinascita vuole fare, lo sanno tutti, perché
in questi anni ci siamo contrapposti al modello Nespoli mettendoci innanzitutto la faccia,
pubblicizzando e trovando un’intesa sul percorso di opposizione realizzato e su un nuovo
modello di amministrare che intendiamo realizzare. Su queste tematiche nessuno si è voluto confrontare così come nessuno al tavolo
politico è riuscito a partorire una proposta di
candidatura a sindaco sulla base di un’idea di
città o una motivazione credibile. Hanno scartato candidati e proposto altri senza fornire
motivazioni politiche. E una coalizione non si
può costruire o sceglierne la leadership sulla
base dell’antipatia o della simpatia. Eppure io
non volevo candidarmi a sindaco a tutti i costi
e l’ho dimostrato col passo indietro e il sostegno a Mimmo Tuccillo.
Il problema è un altro: aldilà dei due blocchi
tradizionali, al centro non c’è stata maturità
e non c’è una classe dirigente all’altezza del
gravoso compito che ci attendeva. Non a caso,
se è vero che Giustino ha aderito al progetto di
un centrosinistra allargato alle istanze dell’opposizione al sistema Nespoli, è pur vero che
senza Giustino a centro non è decollata nessuna coalizione nonostante al tavolo si millantavano decine di liste. Segno evidente che oltre
quello che avevamo costruito in questi anni,
poco o tanto che sia, non c’era null’altro”.
Abbiamo capito perché non bisogna votare il centrodestra. Adesso provi a spiegare
perché scegliere la coalizione di Mimmo
Tuccillo…
“Perché siamo, tutti insieme, portatori di un
progetto dove non troveranno diritto di cittadinanza gli interessi personali. Perché, com’è
certificato che dall’altro lato hanno fallito, è
certificato che da questa parte c’è gente che
vanta una competenza ed una dignità politica
da vendere. Tutti gli appalti sbagliati da
Nespoli, tutti i fallimenti collezionati, li abbiamo anticipati in aula e con esposti inviati
a diversi organismi sovracomunali che hanno
sistematicamente accolto le nostre tesi. Votare
il centrosinistra perché non è rappresentato da
un gruppetto di interessati o affaristi improvvisati, ma da una classe dirigente che farà i
conti prima con i partiti e poi con le sane regole della politica e dell’amministrazione. Con
una classe dirigente che intende dare voce
alle istanze migliori della società di Afragola. Privilegiare l’interesse collettivo, tentare
di salvare le case abusive senza prendere in
giro i residenti così come ha fatto Nespoli
adottando provvedimenti contro legge e i cui
nodi presto verranno al pettine; garantire meritocrazia nei concorsi pubblici privilegiando
non gli elettori o altri meccanismi perversi
ma garantendo i più bravi indipendentemente
dalla loro appartenenza politica. Il Municipio
deve trasformarsi in una casa di vetro non in
una “locanda delle trame”; votare il centrosinistra per garantire uno sviluppo concertato e
progetti di qualità. Bisogna rivedere tutto nei
dettagli, cancellare numerose scelte scellerate
e ripartire da cinque anni fa: il Più Europa, la
gara d’appalto sui rifiuti, ripristinare la legalità nei settori dell’Ente locale, restituire dignità alle istituzioni, credibilità alla politica e
all’amministrazione.
Senza dimenticare che serve un piano speciale
per fronteggiare la crisi delle famiglie e delle
5
fasce deboli. Le politiche sociali non possono
essere utilizzate come serbatoio di voti e di
clientelismo becero e sfrenato; l’assistenzialismo fine a se stesso non serve. C’è la necessità di creare opportunità di crescita, di sviluppo, di occupazione.
Tutti parlano dei giovani in campagna elettorale e mostrano le liste di giovani come chissà
quale medaglia da mettersi sulla giacca. Ma
c’è una differenza: una cosa è la lista dei Giovani democratici, una cosa sono quei giovani
che vivono il territorio e lavorano per migliorarlo, una cosa sono i giovani di A viso aperto
che hanno condiviso una battaglia di libertà e
di legalità, ed altra cosa sono le liste di giovani le cui candidature sono nate in seguito a
contratti di lavoro che la politica ha garantito
in passato e adesso promette nelle ditte che
lavorano per il Comune. Sono cose molto diverse”.
Ci sarà tempo anche per affrontare e sviscerare questi argomenti. La campagna
elettorale è lunghissima. L’ultimo messaggio prima di chiudere il taccuino…
“L’appello lo lancio a tutto il centrosinistra:
l’alleanza coi moderati è stata sofferta per gli
eventi che si sono susseguiti ai tavoli politici e
il percorso che ha incoronato Mimmo Tuccillo candidato a sindaco è stato ancora più complicato. In questi 5 anni abbiamo maturato
sul campo un’intesa ed abbiamo privilegiato
i motivi che ci uniscono rispetto ad un diverso
modo di vedere alcune cose che in politica è
fisiologico. Avvertiamo, però, la responsabilità di una classe dirigente che deve dimostrare
maturità e di saper guidare Afragola fuori dal
tunnel del degrado sociale, amministrativo,
politico, culturale.
Siamo in un momento di emergenza democratica e come a livello nazionale Pd e Pdl hanno
fatto un governo insieme come risposta al momento difficile che la nazione attraversa, ad
Afragola abbiamo migliorato quello schema
perché si sono raggruppate in un’unica coalizione tutte le migliori energie della classe dirigente. Energie che possono inaugurare una
nuova stagione non solo amministrativa ma
pure su un percorso politico che può essere
comune, lungo e condiviso oltre i confini locali. Sarebbe un laboratorio e un esempio da
seguire per tutti gli altri comuni”.
COMPETENZA E PASSIONE
8
Grande attesa per l’energy sport village
4 maggio 2013
Cardito
Il centro “Nemea”
sbarca all’America’s cup
Ha spopolato lo stand allestito al village dell’America’s cup sul lungomare del capoluogo partenopeo nei
giorni delle regate. La struttura avveniristica aprirà i battenti a Cardito a gennaio 2014: bar, ristorante e “roof
garden”, area fitness; l’area wellness e spa, invece, comprenderà le più innovative tecniche nel settore del benessere e della cura del corpo, dalla classica sauna finlandese alla stanza del sale, dai percorsi emozionali al
percorso “kneip”, più una piscina comprensiva di docce cervicali, sedute in acqua ed idromassaggio
di Giovanni De Cicco
CARDITO – Il fiore all’occhiello dell’area
a nord di Napoli che, attraverso una politica
aziendale definita nei minimi particolari, tenta di varcare confini molto più ampi è ormai il centro energy sport village “Nemea”,
in fase di realizzazione a Cardito, nell’ex
complesso “Caruso”. Il “gruppo Castaldo”,
infatti, ha deciso di partire a razzo, partecipando tra i partners dell’America’s cup
che si è svolta proprio nel capoluogo partenopeo. Manifestazione di livello mondiale.
Molti visitatori del “village”, infatti, hanno
potuto ammirare lo stand della mega struttura che sorgerà a Cardito, al confine con
Casoria e Afragola. Il marchio ormai è già
un “brand” affermato e la “passerella” sul
lungomare ha aumentato l’appeal di una
delle più belle e avveniristiche strutture di
tutt’Italia.
La storia. La “Ansami Group”, holding della famiglia Castaldo, svolge la sua attività
di acquisto, vendita e gestione immobili
sull’intero territorio nazionale da circa un
decennio. Nata nel 2004, tra i suoi innumerevoli investimenti, di grande pregio e valore, si annovera l’acquisto di un opificio industriale sito in via Donadio (ex strada statale
Sannitica km 9 +500), a Cardito, nell’area
a nord di Napoli, avvenuto nel 2010, di circa 5mila mq coperti più un’area annessa di
circa 8mila mq per complessivi 13mila mq.
Una struttura ubicata in una posizione strategica e facilmente raggiungibile da tutta la
provincia. Non a caso l’obiettivo è quello di
affascinare e comprendere innanzitutto i resi-
denti dei comuni di Arzano, Casandrino, Casavatore, Frattamaggiore, Frattaminore, Grumo Nevano, Melito di Napoli, Sant’Antimo,
spa, area piscine, solarium, bar, ristorante, e
tanto altro. Un’opera di quelle che garantiscono al territorio il salto di qualità in termini di
Calvizzano, Giugliano, Marano, Mugnano, Qualiano, Villaricca, Acerra, Afragola,
Brusciano, Caivano, Cardito, Casalnuovo,
Casoria, Castello di Cisterna, Crispano, Pomigliano d’Arco. Un bacino
d’utenza di ben 4milioni di
abitanti nel raggio di 20 chilometri.
Su quest’area, grazie all’esperienza imprenditoriale,
al radicamento e alla voglia
di rilanciare il territorio della periferia napoletana, il
“Gruppo Castaldo” ha deciso
di avviare un notevole piano
di riqualificazione, in ambito
sportivo, sociale e culturale.
Il progetto si sostanzia nella
realizzazione di un importante ed esclusivo “club”,
strutturato su più livelli, con
area fitness, area wellness e
vivibilità. Non più una politica orientata alla
speculazione ma parliamo di un investimento che punta innanzitutto alla crescita civile e
sociale, al miglioramento della qualità della
vita. I particolari. L’area bar, ristorante e “roof
garden” si estenderà su circa mille metri quadrati tra il primo e il secondo piano dell’immobile; l’area fitness si sviluppa su circa 800
metri quadrati e sarà attrezzata con macchine
sia cardio che “gym” di ultima generazione,
affiancata da varie sale/studios create ad hoc
su un’area soppalcata di circa mille metri quadrati per effettuare corsi di condizionamento,
corsi di tonificazione, corsi cardiovascolari,
corsi funzionali e altre discipline che puntano
al benessere del corpo e della mente; l’area
wellness e spa, invece, si estenderà su circa
300 metri quadrati e comprenderà le più innovative tecniche nel settore del benessere
e della cura del corpo, dalla classica sauna
finlandese alla stanza del sale, dai percorsi
emozionali al percorso “kneip”, più una pi-
4 maggio 2013
Cardito
www.napolimetropoli.it - il portale “all news” dell’area nord
scina comprensiva di docce cervicali, sedute
in acqua ed idromassaggio di circa 80 metri
quadrati. Cose che da queste parti rappresentano una vera e propria novità. L’area nuoto,
inoltre, di circa 800 mq comprenderà una pi-
socio/sportive dell’intero contesto campano.
Senza dimenticare servizi accessori come il
solarium o un punto d’incontro attrezzato per
consumare aperitivi di qualità. Una brillante iniziativa che si concretizzerà entro pochi
scina semiolimpionica ed una più piccola per
i corsi in acqua e l’avviamento al nuoto per i
bambini; l’intera area avrà una sovrastruttura
apri/chiudi automatica, per permetterne l’utilizzo anche all’aperto nei periodi più caldi;
ed infine l’area spogliatoi di circa 500 mq,
annessi alle varie attività del club; il tutto in
un contesto accogliente, moderno, scrupolosamente igienico, perfetto per lo svolgimento
dell’attività sportiva e ricreativa intesa come
mezzo di formazione psico-fisica e morale
dell’individuo e strumento necessario per intrattenere giovani, anziani, ed interi nuclei
familiari durante il loro tempo libero.
La società, per raggiungere da subito uno standard qualitativo ed organizzativo eccellente,
per la gestione degli impianti, è direzionata
verso una politica eco-sostenibile, cercando
di integrare agli attuali sistemi in commercio,
per l’illuminazione e il riscaldamento, l’utilizzo di impianti fotovoltaici, solare termico
e cogenerazione. Quindi, grazie all’impegno
costante del “Gruppo Castaldo”, rappresentato dai giovani e brillanti manager, Salvatore
Castaldo e Piero Izzo, grazie alla collaborazione di un’equipe di architetti e tecnici specializzati, e col sostegno dell’amministrazione comunale di Cardito, guidata dal sindaco
Giuseppe Cirillo, il sogno diventa realtà. Il
28 gennaio 2013 la “AN.SA.MI. Group” ha
ottenuto il permesso a costruire ed è riuscita ad avviare questo ambizioso progetto che
conterà circa tremila iscritti e sicuramente si
attesterà tra le più belle ed affermate realtà
mesi visto che l’apertura è prevista, anche se
non c’è ancora una data ufficiale, per gennaio
2014. Un investimento importante ma in grado, come detto, di garantire il salto di qualità al territorio. Pure perché la scarsa qualità
dell’imprenditoria locale, di fronte a tali strutture da riqualificare e imponenti investimenti
pensa sempre alle solite speculazioni: appar-
9
tamenti, impianti per trattare i rifiuti, mega
ipermercati. Insomma, cemento che soffoca
i territori, cemento che devasta o strutture in
grado di uccidere l’economia locale come nel
caso dei centri commerciali. Nessuno pensa
alla qualità della vita, nessuno pensa a
combinare l’interesse dell’imprenditore
con quello collettivo, della gente, del
territorio, dei giovani, di chi vuole restare nella terra natìa e restarci felice. Il
“gruppo Castaldo”, invece, ha segnato
un punto di svolta progettando un’attività che rappresenta una sfida ambiziosa, una sfida futuristica e gioca molto
sulla capacità dei residenti di capire lo
sforzo e percepire che non si tratta solo
di un business economico ma di una sfida che guarda al futuro e punta a fornire
servizi di qualità all’utenza perché non
è possibile che da queste parti i cittadini
siano condannati a vivere tra cemento,
spazzatura e degrado. Il coraggio del
“gruppo Castaldo” in parte è stato già
ripagato. Non a caso nei giorni in cui è
stato attivo lo stand al “village” dell’America’s cup nel capoluogo partenopeo,
l’attenzione dei visitatori è stata tutta
per “Nemea”, con centinaia di migliaia
di contatti e di “buoni sconto” distributiti per l’iscrizione al centro appena sarà
realizzato. Il buon gusto di Salvatore e
Piero, anima e cuore del progetto, ha
dimostrato all’America’s cup un’organizzazione perfetta, dove nulla è stato
lasciato al caso. Pure le hostess che hanno accolto i visitatori e stabilito il primo contatto vero tra “Nemea” e l’utenza, sono state
apprezzate con un atteggiamento di grande
cordialità e ospitalità.
Un modo di intendere l’impresa giovane, di
giovani, per la gente. Per garantire il salto di
qualità ad un territorio vasto e da sempre abbandonato. In bocca al lupo.
4 maggio 2013
Afragola
La carta della disperazione
11
Il sistema Nespoli mobilita pure i morti
in vista del voto
L’amministrazione pubblica un avviso per la concessione di 6192 loculi e 324 cappelle che, però, non esistono. Anzi, nel bando c’è scritto: “Visto il progetto definitivo in corso di approvazione”. L’iter burocratico non
è nemmeno partito ma al cimitero già indicano chi ti può dare una mano. Quello strano intreccio tra la politica
e la “filiera del defunto” che puzza di connivenza… L’opposizione prepara un esposto al prefetto
di Rosamaria Cinquegrana
AFRAGOLA – In tempi di campagna elettorale lo sanno tutti: i partiti cercano la massima mobilitazione possibile. Ad Afragola
si sono superati. Il centrodestra si è superato
come sempre e nel suo classico stile di una
coalizione in estrema difficoltà che tenta la
carta della disperazione: vuole mobilitare
persino i morti. I morti, avete letto bene. La
campagna elettorale è iniziata e l’amministrazione municipale, guidata dal sindaco
facente funzioni nonché candidato del Pdl,
Antonio Pannone, pubblica un avviso “per
la concessione di cappelle di famiglia da
realizzare nell’ampliamento del cimitero”.
Le prime righe del bando sono esilaranti: “Visto il progetto definitivo in corso di
approvazione per la realizzazione di 6mila
192 loculi e numero 324 cappelle di famiglia da realizzarsi nell’ampliamento del cimitero….”. Badate bene: “Visto il progetto
definitivo in corso di approvazione”. Sapete
che significa? Che stanno vendendo fumo.
Tentano di sfruttare i morti e il sentimento
dei parenti che hanno un defunto in famiglia
a fini elettorali. L’avviso parla di “progetto
definitivo in corso di approvazione”. Significa che sono ancora in alto mare. Significa
che in 5 anni di amministrazione non hanno
approvato un bel nulla. E tentano di giocare
sull’ignoranza dei cittadini che non sanno
che l’eventuale approvazione, non ancora
avvenuta, del progetto definitivo è solo la
prima tappa di un iter burocratico lungo e
articolato. Pensano che i cittadini siano fessi e non sappiano che dopo l’approvazione
del progetto definitivo bisogna approvare
poi quello esecutivo e che i progetti in questione devono ancora essere validati da un
altro organismo. Quindi, cosa si stanno vendendo in campagna elettorale? Solo fumo.
E la cosa più brutta e che al cimitero girano
strani personaggi con un compito preciso:
dopo un funerale si avvicinano alla famiglia
del defunto, per quelle che non hanno loculi
o cappelle, e invitano a presentare una domanda per accaparrarsene uno. Indirizzando
l’interlocutore presso il solito “faccendiere”
che da mesi, ormai, è interessato e si occupa
in prima persona di tutta la filiera dei fune-
rali. Cosa c’entra questa gente con la campagna elettorale e con l’interesse collettivo?
Come è possibile che tentino di ingannare i
cittadini e in particolare gli elettori facendo
sottoscrivere domande di assegnazione con
la mediazione di consiglieri comunali per
affidare loculi e cappelle che non sono state nemmeno progettate e chissà se e quando verranno costruite? E poi, guarda caso,
il meccanismo si mette in moto durante la
campagna elettorale in un paese dove il
voto si vende, in alcuni rioni ben identificati pure dalle forze dell’ordine, per un pacco
di pasta, olio, salame; per un buono spesa
o semplicemente in cambio di un bel “bigliettone verde”. In un contesto del genere
figuratevi quanto può essere alto l’appeal di
un consigliere comunale o un candidato al
consiglio, tanto per fare un esempio, che si
preoccupa di far firmare la richiesta di assegnazione dei loculi e magari promette,
a tempo debito, anche una “spintarella”. E
alla fine della chiacchierata, ovviamente,
chiede pure il voto. Poi si lamentano se arriva la commissione d’accesso e li manda a
casa per bonificare l’Ente locale ed un contesto “inquinato” fino al midollo.
Gennaro Giustino e Biagio Montefusco,
candidati al civico consesso nella lista di “A
viso aperto” con Mimmo Tuccillo candidato a sindaco, hanno annunciato un esposto
sull’ennesima situazione grave e spinosa
che ruota attorno alla questione dei defunti. Che non è l’unica ed ha già catalizzato
l’attenzione della Procura della repubblica
su situazioni pericolose e dinamiche inaccettabili per una comunità civile.
“In questi cinque anni ne abbiamo viste di
tutti i colori – spiega Gennaro Giustino – e
non ci spaventiamo dell’ultima trovata del
sistema per tentare di reperire voti ed evitare di lasciare le stanze del potere e i business
che hanno messo in cantiere. Questi atteggiamenti e questi episodi mettono in mostra
l’emergenza democratica che vive Afragola
e testimoniano che l’attuale campagna elettorale non è solo una partita politica ma si
tratta di un’occasione importante per liberare il Municipio da chi utilizza pratiche e
metodi che con la società civile non hanno
nulla a che vedere. Speculare sui sentimenti
delle famiglie, giocare sui defunti per promettere chissà che cosa o l’assegnazione
di loculi che non esistono ancora nemmeno sulla carta, è l’ennesimo atteggiamento
squallido architettato da un sistema deviato
e perverso che la gente perbene di Afragola deve contrastare con forza e decisione.
Ecco perché sono convinto che vinceremo
la campagna elettorale. Perché, aldilà di
ogni valutazione e legittima critica politica,
Afragola è una città di persone oneste e perbene. Una città che saprà reagire con grande
dignità”.
Sulla questione interviene anche il candidato a sindaco del centrosinistra Domenico
Tuccillo. “L’ampliamento per il cimitero
è senz’altro un fatto positivo - ha tenuto a
specificare Tuccillo - tuttavia a fronte del
mancato perfezionamento delle procedure
e dell’impossibilità di affidare celeramente
i lavori viene chiesto addirittura ai cittadini interessati di versare un congruo acconto senza alcuna garanzia sul buon esito del
procedimento. Il bando deve essere revocato”.
12
Intervista a Luigi Grimaldi
4 maggio 2013
Frattamaggiore
“Prevalga il senso di responsabilità:
la città ha bisogno di una buona politica”
Il presidente del Consiglio resta saldamente in sella e lancia un monito a tutta la classe dirigente: “Non bisogna pensare alla successione di Francesco Russo ma deve prevalere la necessità di dare risposte concrete ai
problemi che bloccano lo sviluppo del territorio”
FRATTAMAGGIORE – Il sereno dopo la tempesta. Il muro contro muro tra maggioranza e
opposizione è stato scongiurato resta, però, sul
campo la verifica di un itinerario tutto ancora da
costruire. Sia sul piano politico, perché ormai
nei fatti nel centrosinistra sono iniziate appena
dopo il voto le manovre per la successione di
Francesco Russo, e sia sul piano amministrativo per capire se questo centrosinistra allargato
ai moderati riuscirà a garantire risposte certe ai
numerosi problemi che da anni bloccano lo sviluppo del paese. Insomma, se il sindaco Francesco Russo pensa ad evitare polemiche e scontri
frontali che rallenterebbero, per forza, il cammino dell’amministrazione, i partiti devono di pari
passo, sul piano politico, pensare a come costruire un nuovo percorso guardando al futuro.
Il presidente del consiglio comunale, Luigi Grimaldi, ha sempre indossato i panni di un rappresentante delle istituzioni che nel “decennio Russo” ha sempre dato una mano affinché il paese
vivesse in un contesto normale, non litigioso e
soprattutto, da minoranza responsabile, è sempre stato disponibile a fornire consigli sul piano
amministrativo nell’ottica della risoluzione dei
problemi.
Presidente Grimaldi, dopo il rischio bufera
lei resta saldamente alla guida del Consiglio
in una posizione più forte e consolidata di prima. Non pensa?
“E’ una sua valutazione che, però, non mi appartiene. La verità è un’altra: la politica vive anche
di questo. Di fibrillazioni che a volte portano ad
atteggiamenti estremi che non sono mai consigliabili soprattutto in un contesto come Frattamaggiore dove la locale classe dirigente si è
sempre distinta per la massima collaborazione
quando in campo e sul tavolo sono stati messi
gli interessi collettivi. Ecco perché ritengo che
qualsiasi forzatura sia sempre sbagliata, da qualsiasi lato arrivi, in quanto tutti hanno da perdere.
E il fatto che abbia trionfato, sull’ultima polemica, un senso di responsabilità collettivo non
significa che Grimaldi esce più forte ma significa che si è rafforzata l’intera classe dirigente: si
è rafforzato il sindaco, si è rafforzata la giunta,
si è rafforzato il presidente del Consiglio, si è
rafforzata la maggioranza, si è rafforzata l’opposizione, si sono rafforzate le istituzioni”.
Però, dica la verità. Il secondo mandato di
Francesco Russo è nato sotto una cattiva stella…
“Sul piano politico non si può mentire anche
perché i fatti e gli atti sono sotto gli occhi di
tutti. L’instabilità della maggioranza e i continui
cambi di casacca dei consiglieri hanno influito
in negativo sulla programmazione e sull’attività
amministrativa. E il valzer di poltrone in giunta
non aiuta certo il sindaco a puntare su una squadra che dovrebbe, invece, essere affiatata, coesa,
compatta. Una squadra che dovrebbe orientare
le energie a programmare ed a risolvere i problemi non in guerre intestine che producono solo
tattica e strategia. In questo modo non si amministra un paese”.
di Lino Esposito
Eppure, l’opposizione si è sempre dimostrata
responsabile e disponibile quando in campo
c’erano provvedimenti di interesse collettivo…
“Proprio così. In questo marasma penso che il
nostro modo di fare opposizione sia una delle
poche note positive del decennio Russo, per
usare un termine a lei caro. Quando c’è da confrontarsi sugli interessi collettivi e su provvedimenti che riguardano il miglioramento della
qualità della vita del nostro territorio non ci siamo mai tirati indietro, abbiamo sempre dato il
nostro contributo fattivo e devo sottolineare che
in alcuni casi non tutti i gruppi di maggioranza
si sono comportati seguendo il nostro esempio.
Ecco perché ripeto che se qualche risultato positivo per Frattamaggiore è stato raggiunto in
questi anni è merito anche della minoranza che
spesso ha aiutato la coalizione di governo ad
intraprendere il giusto itinerario. Ed è una medaglia che indossiamo con orgoglio. Spero che
al momento giusto i cittadini sapranno premiare
chi ha preferito l’interesse di Frattamaggiore a
quello personale”.
Qual è il suo rapporto con il sindaco Francesco Russo. I rapporti sembravano incrinati,
poi c’è la sensazione che la rottura si sia ricomposta. Cosa ci può dire?
“Capisco che i giornalisti sono sempre alla ricerca della notizia eclatante o della dichiarazione eclatante. Ma questa volta devo deluderla. Il
mio rapporto col sindaco non è mai cambiato.
Differenza dei ruoli ma sia io che lui abbiamo
le idee chiare. Il rapporto non si è mai incrinato
e non si è mai ricomposto. Siamo due soggetti
politici che “pesano” e che intendono lavorare
nell’interesse del paese anche se da posizioni
diverse e con ruoli diversi. Il gruppo civico che
guido non pone mai questioni personali ma privilegiamo la politica. Parliamo con tutti, ci confrontiamo con tutti e alla fine decidiamo sempre
cosa fare individuando la soluzione che meglio
può soddisfare l’interesse di Frattamaggiore.
Col sindaco Francesco Russo ho un rapporto di
grande rispetto sia per la persona che per il ruolo che ricopre. Troverà in noi sempre un gruppo
leale quando si intende lavorare nell’interesse di
tutti, ma troverà un argine insuperabile se, magari, la coalizione di governo tenterà di curare
più i singoli “orticelli” a danno del “giardino”
dei cittadini”.
Insomma, nessun consociativismo?
“Il consociativismo è un fenomeno che non ci
appartiene perché presuppone accordi sotto
banco ed abbiamo ampiamente dimostrato che
sono pratiche che non ci appartengono. Facciamo tutto alla luce del sole ed abbiamo la dignità
e il coraggio di metterci la faccia. Non a caso
quando abbiamo dovuto alzare la voce per far
emergere delle situazioni che non ci piacevano
lo abbiamo fatto senza timore e senza calcoli
legati all’interesse personale. Ci sono temi e valori che rappresentano il patrimonio di tutta la
classe dirigente e sui quali non si può derogare”.
E’ inutile nascondersi. Adesso entriamo in un
campo minato: la successione di Francesco
Russo. Nel centrosinistra l’instabilità dell’esecutivo e i continui cambi di casacca di consiglieri comunali vanno proprio in quest’ottica. Qual è la sua posizione?
“Lei mi conosce da anni e sa bene che nessun
argomento può mettermi in imbarazzo perché
sono abituato sempre ad utilizzare il linguaggio
della chiarezza. Il problema della successione
di Russo non ce lo siamo ancora posti perché il
gruppo che rappresento, come già detto, ha una
priorità: migliorare la qualità della vita a Frattamaggiore. Poi, al momento giusto non penseremo alla successione di Russo semplicemente
come una poltrona da occupare visto che la legge, dopo 10 anni di sindacato, impedisce all’attuale primo cittadino di ricandidarsi. La poltrona, i nomi, sono argomenti futili che lasciamo
agli altri. A me piace volare alto, a noi interessa
il progetto politico, la qualità della classe dirigente che esprime; a noi interessa un programma ambizioso, interessano alleati che vogliano
ragionare in grande, che intendano dare un contributo fattivo alla risoluzione dei problemi; se
troveremo tutto questo saremo anche disponibili
a fare una scelta politica precisa ed a metterci
una maglietta di un partito che possa coincidere
col nostro modo di vedere la politica, coi nostri
valori e in linea con gli obiettivi che intendiamo
raggiungere. Ma sono discorsi ancora prematuri,
c’è tanto tempo davanti e bisogna privilegiare
l’amministrazione”.
Lei ha ragione e si mostra pure molto lucido
e con le idee chiarissime. Ma non può negare
che nel centrosinistra è iniziata la corsa alla
successione di Russo. I nomi li conoscono tutti. E non è un bel vedere…
“Il centrosinistra e in particolare alcuni gruppi
politici di maggioranza, purtroppo, si stanno
muovendo solo nell’ottica della successione al
primo cittadino dimenticando che c’è una città
da amministrare e che le famiglie vivono un periodo di crisi frutto di politiche nazionali sbagliate negli anni ed una contingenza internazionale che non ha fatto bene all’Italia.
E nel nostro piccolo bisogna prendere coscienza dello stato dell’arte e rimboccarci le maniche
senza pensare a chi sarà il futuro sindaco ma
come possiamo e dobbiamo migliorare la situazione nel nostro comune utilizzando i poteri e le
iniziative a disposizione dell’Ente locale.
E non lo dico per fare polemica ma per indurre
tutte le forze politiche, i rappresentanti istituzionali e gli addetti ai lavori ad una maggiore
responsabilità in un momento dove tira forte il
vento dell’antipolitica. L’unica risposta che possiamo dare al disagio dei cittadini e ad un’avversione verso la cattiva politica è la buona politica”.
Nel suo ragionamento si nota, aldilà delle ultime polemiche, tanta speranza.
“Nella vita sono sempre stato ottimista, sono
abituato a pensare positivo. Soprattutto quando
ci sono le possibilità e le potenzialità per fare
bene”.
4 maggio 2013
Cardito
Operazione “verità dei conti”
13
Approvato il consuntivo:
la giunta risparmia un milione di euro
L’assessore Giovanni Aprovidolo inizia a tappare il buco di bilancio ereditato dal “decennio”. Le cifre: svalutati 12milioni tra residui attivi e passivi che gonfiavano i documenti finanziari delle passate gestioni.
Spesa del personale ridotta di circa 250mila euro
CARDITO – Il consiglio comunale ha approvato il conto consuntivo, ossia il rendiconto relativo alla gestione del bilancio 2012. I
numeri sono chiari e non mentono mai: un
milione di euro di avanzo d’amministrazione.
Cioè, tutte le voci di bilancio 2012 che al 31
dicembre non sono state spese. In sostanza,
rispetto alle previsioni di spesa, l’amministrazione vanta un’economia pari a un milione di euro circa. Poca roba rispetto al buco
nelle casse dell’Ente ereditato e che bisogna
sanare. Ma siamo sulla buona strada. Anche
perché, pure in questo caso, i numeri non possono essere smentiti e non mentono. Partiamo
dal riaccertamento dei residui, ossia crediti
che il Comune vanta. Tra i residui attivi che
da anni sono stati inseriti nel bilancio, alcuni
sono ancora esigibili e altri servivano alle amministrazioni precedenti solo per far quadrare
i conti ma non potevano più essere riscossi.
Ecco come hanno costruito il buco in dieci
anni di politica economica fallimentare. Anzi,
parliamo di vent’anni.
Dividiamo il ragionamento, cifre alla mano,
in due parti. I dieci anni prima della gestione
di Peppe Barra per finire poi all’ultimo “decennio”. Il “ventennio” è stato caratterizzato
da un’assoluta mancanza di programmazione
rispetto alle entrate del Comune. Però, mentre
per i primi dieci anni a “zero entrate” corrispondevano “zero spese”, nei successivi dieci
a fronte di entrate sempre vicine allo “zero”
corrispondevano spese correnti che il Comune, nei fatti, non poteva sostenere. Spesa corrente finanziata (sulla carta) da entrate derivanti da condoni edilizi, il ricorso cronico alle
anticipazioni di tesoreria, sulle quali il Comune paga pure un interesse; spesa del personale
ben oltre il livello di sostenibilità per un Comune delle dimensioni come quello carditese; e tanto altro rappresentano gli strumenti
coi quali negli ultimi dieci anni si è creata la
voragine nei conti del Municipio. Basta leggere la relazione del collegio dei revisori dei
conti, guidato da Mario Milone, propedeutica all’approvazione del consuntivo 2012, per
intenderci quello collegato all’ultimo bilancio
di Peppe Barra. L’ultimo capitolo del parere
porta il titolo di “irregolarità non sanate”. Ossia, per dieci anni i revisori dei conti hanno
messo in luce tutte le criticità sopra descritte
senza che l’amministrazione, in nessun documento contabile nei dieci anni abbia le abbia
recepite.
L’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Cirillo, invece, ha invertito la rotta. Il
primo atto di discontinuità sulle politiche di
bilancio è stata la scelta dell’assessore fatta
di Sossio Barra
da Cardito Libera guidata dall’ing. Credendino: Giovanni Aprovidolo. Un volto “antidecennio”, sostenitore in dieci lunghi anni di
opposizione, della tesi che le politiche attuate
dalle amministrazioni del “decennio” stessero
lentamente ma inesorabilmente conducendo il
Comune verso il dissesto finanziario. Di fatti, carte alla mano è tutto dimostrabile. Cosa
ha fatto l’assessore per invertire la rotta? Lo
si evince dalle cifre. Si parte, come detto, da
un risparmio di spesa di circa un milione di
euro. Ma non è finita qui. Il pezzo forte arriva
sull’riaccertamento dei residui che il Comune
può realmente incassare. Ciò significa che per
la prima volta si inizia a parlare di un “bilancio
verità”. Anche se i “magheggi” di vent’anni,
aldilà di semplici strumentalizzazioni, è evidente che non si possono recuperare in pochi
mesi. Ma Aprovidolo ha segnato un punto di
svolta concreta che rappresenta l’itinerario da
seguire in tutto il quinquennio. Tant’è che per
la prima volta dopo 10 anni, tutti i responsabili di servizio, nell’ambito del riaccertamento
annuale dei residui, hanno dovuto compiere,
su indirizzo dell’amministrazione un lavoro
certosino di setaccio, su tutti i crediti che il
Comune vanta e dimostrare che può ancora
incassare. Senza mettere in bilancio crediti
che non sono più esigibili. Per questi ultimi,
infatti, sempre su impulso dell’amministrazione, si è provveduto a riportarli in prospetti
analitici che comprendessero i singoli importi e le motivazioni per le quali nel 2013 non
potevano più essere incassati. E’ emerso un
quadro desolante che smaschera le “balle” degli anni scorsi: infatti non più tardi di un anno
fa, il consuntivo dell’ultimo bilancio targato
Barra dichiarava un volume di residui attivi
da svalutare pari ad un importo di circa un milione di euro. Ed un volume di residui passivi
da svalutare pari a circa 250mila euro. Volete sapere a distanza di meno di dodici mesi
il “riaccertamento” ordinato secondo i criteri
dettati dall’amministrazione Cirillo quali cifre
ha prodotto? Quasi sei milioni di euro di residui attivi da svalutare e altri sei milioni di
euro di residui passivi da cancellare. Tutto il
“ciarpame” che gonfiava i bilanci del “decennio”. Per fare un rapporto, un confronto con le
precedenti gestioni, emerge un altro dato indicativo: in sei mesi è stato fatto un lavoro sui
residui attivi corrispondente agli importi di sei
consuntivi dell’era Barra. Mentre, sempre in
sei mesi, e sempre cifre alla mano, sui residui
passivi è stato fatto un lavoro corrispondente all’importo di circa venti anni di gestione
Barra. Dieci in più di quanto è durato l’ex sindaco.
Non contenta l’amministrazione, e sempre
sulla scia del “bilancio verità”, per la prima
volta, quest’anno è stata ordinata la “campionatura dei residui”. In poche parole, l’assessorato al Bilancio ha verificato se, al netto del
“ciarpame” eliminato dai conti, tutti i crediti
che il Municipio porta ancora nei documenti contabili come cifre da riscuotere, lo sono
realmente. Una verifica che non è mai stata
fatta.
Altra novità positiva: per la prima volta non
sono stati iscritti a bilancio gli oneri derivanti da condoni edilizi a copertura della spesa
corrente: una forzatura molto di moda nella
gestione finanziaria Barra per far quadrare i
conti; in soli sei mesi e su indirizzo specifico dell’assessore Aprovidolo, consolidato nel
bilancio di previsione 2012, è stata determinata una riduzione della spesa del personale
di circa 250miula euro. In dieci anni non era
mai calata di un euro senza, tra l’altro, raggiungere obiettivi strategici per l’Ente locale.
Insomma, il classico sperpero di denaro pubblico consumato insieme a becere pratiche di
clientelismo sfrenato e improduttivo. Potremmo continuare a lungo ma basta così. Già questi numeri rendono l’idea di quanto siano migliorate le politiche economiche con la nuova
amministrazione, in una situazione deficitaria
di cassa e in una fase storica dove il governo
locale è costretto ad operare con circa la metà
dei soldi che il Governo centrale trasferisce ai
Comuni rispetto a due anni fa. In parole povere, l’attuale giunta può contare sulla metà dei
soldi, a parità di servizi da garantire, trasferiti
da Roma, dovendo, però, fare economia per
coprire il buco prodotto nei dieci anni precedenti. Una missione difficile da gestire ma da
quello che è emerso nei primi sei mesi di gestione Cirillo-Aprovidolo un obiettivo che si
può raggiungere. Basta privilegiare la competenza e l’interesse collettivo. L’ultima chicca,
in chiusura. Sulla tempistica. L’Anci, l’associazione dei Comuni, ha chiesto al governo
di Roma di prorogare il termine per l’approvazione dei consuntivi oltre il 30 aprile in
quanto il 50 per cento degli Enti locali italiani
non l’hanno ancora approvato. In provincia di
Napoli, invece, lo ha approvato solo il venti
per cento dei Comuni. E tra questi esempi di
“amministrazione virtuosa” c’è pure quella di
Cardito. Un risultato mai raggiunto in tutta la
storia repubblicana dal piccolo comune a nord
di Napoli. Hanno sempre approfittato delle
proroghe. Questa volta, ed era pure ora, si è
svolto tutto nei tempi previsti dalla legge e i
risultati sono sotto gli occhi di tutti. A prova
di strumentalizzazione o propaganda.
14
Dibattito nel Pd
4 maggio 2013
Frattaminore
Il partito apra le porte ai moderati
per organizzare un grande progetto
Dopo i “Popolari” di Salvatore Barbato, anche Giovanni Crispino, figura storica del centro locale, chiede la
tessera del Partito democratico. L’attenzione è alta e pure consiglieri comunali come Elisabetta Luongo
guardano con attenzione alle evoluzioni e al comportamento dei “democrat”…
FRATTAMINORE – La riorganizzazione politica in città riparte dal Partito democratico.
L’ingresso del gruppo dei “Popolari”, guidato da Salvatore Barbato e dal consigliere comunale Salvatore Petrillo, ha nei fatti diffuso
l’idea che è ora di politicizzare il quadro: o
nel centrosinistra o nel centrodestra. E il fatto
che Raffaele Mazzoccolo e Antonio Capuano
stiano riorganizzando lo schieramento che a
livello nazionale fa capo a Silvio Berlusconi,
è solo un aiuto ulteriore alla chiarificazione
definitiva del quadro perché in 5 anni Frattaminore ne ha viste davvero di tutti i colori.
Il Partito democratico, quindi, dovrà rappresentare non più un ostacolo ma una risorsa, il
punto di riferimento per tutti gli alleati e per
le istanze sane del paese. Ecco perché l’attenzione diventa davvero importante visto che
anche personaggi storici della tradizione “moderata”, come Giovanni Cirispino, hanno già
chiesto la tessera dei “democrat”. Insomma, il
Pd a Frattaminore non può più e non dev’essere la “brutta copia” dei Democratici di sinistra ma un partito che possa rappresentare
il centrosinistra, la fusione perfetta tra una sinistra di governo e l’ala moderata e popolare.
Proprio quello che c’era nelle intenzioni originarie a livello nazionale. E a Frattaminore
non si può sprecare l’ennesima opportunità,
chiudendo le porte della sezione, chiudendosi
a riccio per evitare che si allarghi la partecipazione.
Questo schema è già stato provato ed è miseramente fallito. Adesso bisogna fare tesoro
degli errori del passato e non ripeterli, senza
puntare a tutelare piccole ed insignificanti posizioni personali. Tant’è che la riorganizzazione dell’ala moderata in un grande partito, che
aspira a diventare di massa, ha suscitato “appeal” anche in altri consiglieri comunali. Pure
perché lo schieramento “anomalo” del sindaco Enzo Caso ha un collante rappresentato
dall’amministrazione Caso e dallo schema
applicato in questo ciclo. Ma tra 5 anni, l’attuale sindaco non potrà più candidarsi a sindaco e quindi si ripartirà da schieramenti che
più o meno si avvicinano a quelli tradizionali
e storici. O se nascerà qualcosa di diverso, di
sicuro non reggerà lo schema attuale perché
mancherà l’attore principale, la cui successione sicuramente creerà fibrillazioni anche
tra le forze politiche che lo hanno sostenuto
e lo sostengono. Senza dimenticare che Enzo
di Lino Esposito
Caso fa parte della dirigenza de “I moderati”
del consigliere regionale Nicola Marrazzo. Ed
agli amici più stretti, sempre Caso, ha già annunciato la sua candidatura alle prossime elezioni Regionali col partito del centrosinistra e
in coalizione col centrosinistra. Un aspetto da
non trascurare.
“Mi fa piacere – spiega Salvatore Barbato del
Pd – che molti hanno percepito che a Frattaminore c’è l’esigenza di fare chiarezza e di ripartire dai partiti. Ognuno di noi in questi anni
ha svolto un ruolo e lo ha fatto con passione
e sacrificio. Il nostro contributo al centrosinistra è stato costante, rappresentavamo il valore aggiunto ed era giusto, in questo momento storico, rafforzare un partito che è sempre
stato nostro
perché
non
abbiamo mai
fatto mancare
come popolari
il sostegno al
Pd alle diverse
competizioni
elettorali: Provinciali, Europee, Regionali
e
Politiche.
Sicuramente
l’ingresso nel
Pd di Giovanni Crispino e
spero di tanti
altri amici che
si rivedono nel
centrosinistra
e intendono
lavorare ad un
grande partito
che possa rappresentare le
migliori istanze della società non può
che trovarmi
disponibile
al confronto
e al dialogo
perché insieme possiamo
costruire una
grande alternativa di go-
verno degna della migliore tradizione della
locale classe dirigente.
E’ arrivata l’ora di aprire le porte alla partecipazione, rivitalizzare il confronto, mettere da
parte personalismi e guerre sterili per dedicarci insieme alla risoluzione dei problemi al fine
di garantire il salto di qualità al paese.
Soltanto con il lavoro possiamo attrarre consiglieri comunali, associazioni, cittadini, e
coinvolgerli in un progetto politico serio ed
efficiente – conclude Salvatore Barbato -. Lavoreremo per costruire un grande Pd e una
grande alleanza. Sperando che si remi tutti
insieme nella stessa direzione consapevoli
che per arrivare a questo risultato serve una
politica che includa e non tendi ad escludere”.
20 aprile 2013
Crispano
La macchina del fango
15
Enzo Cennamo chiede legalità e trasparenza
ma si becca il solito carico di offese…
Il consigliere di “Progetto Crispano” dichiara di non essere mai stato condannato. E chiede che tutti i colleghi
prendano esempio. La risposta? Un manifesto offensivo. Altro caso: il decreto anticorruzione prevede che i
dirigenti con condanne non possano ricoprire l’incarico. A Crispano è tutto apposto?
CRISPANO – Appena tocchi la questione morale e legale, appena tocchi i conflitti di interesse, appena inizi a parlare di “anticorruzione” e delle nuove misure varate dal governo
nazionale, ti becchi una nuova ondata di “fango” dai soliti settori della coalizione di centrosinistra. Gli stessi che per anni si sono costruiti una verginità offendendo in ogni modo
Carlo Esposito, bollato come il sindaco dello
“scioglimento per camorra”. Poi, appena hanno guadagnato visibilità, si sono tuffati nella
ciotola, si sono candidati con Carlo Esposito
e con tutta la “cricca” dello scioglimento per
camorra e adesso guai a chi critica, guai a chi
dissente. Ti infangano coi manifesti e puti aggrediscono. Loro predicano legalità mentre i
loro familiari intimidiscono e ti aggrediscono
in pubblica piazza. Questi sono i rappresentanti delle istituzioni locali di Crispano. Le ultime “news” testimoniano quanto la tensione
sia alta in città per una serie di voci in merito allo status dei consiglieri comunali e per
l’entrata in vigore del decreto anticorruzione
varato dall’ex governo nazionale guidato da
Mario Monti. Due gli argomenti sul tavolo:
verificare se in Consiglio o in amministrazione ci sono dei casi particolari con condanne
pendenti o passate in giudicato; e capire se il
decreto “anticorruzione” varato l’otto aprile
2013 colpisca qualche dirigente dell’Ente locale. Procediamo con ordine. Sul primo caso,
il consigliere Enzo Cennamo, leader di “Progetto Crispano” ha protocollato una nota al
Municipio indirizzata al presidente del civico
consesso, Anna Castiello. Una dichiarazione
per sgombrare il campo da qualsiasi ombra
che potesse aggirarsi sulla sua persona. Ed
anche per alzare il tiro, per lanciare una sfida
a tutti i rappresentanti istituzionali. “E’ mio
dovere dichiarare al consiglio comunale e alla
cittadinanza – scrive Cennamo - di non aver
mai subito condanne penali per nessun tipo di
reato. Sfido questo Consiglio ad avere il mio
stesso orgoglio ed il mio stesso coraggio nel
dichiarare di non aver mai subito condanne
penali di nessun genere”. Insomma, un modo
diretto, semplice e sbrigativo per mettere a
tacere tutte le voci che si rincorrono da mesi
in città senza mai trovare conferme o smentite. Basterebbe una dichiarazione in aula del
sindaco e dei consiglieri, come quella di Enzo
Cennamo, per chiudere la vicenda. Invece no.
Sapete qual è stata la risposta della coalizione
di governo? Un manifesto offensivo nei confronti di Enzo Cennamo. Non lo nominano
mai perché non hanno coraggio e perché sono
abituati a nascondersi nell’omertà, a lancia-
di Pasquale Girone
re messaggi, ad intimidire. La “cricca” dello
scioglimento, però, commette l’ennesimo errore. E’ vero, Enzo Cennamo è stato assessore
ma ha rinunciato alla poltrona. Non si è ridotto lo stipendio ma ha rinunciato alla poltrona
e allo stipendio. Si è dimesso. A differenza di
chi contestava Esposito, lo offendeva, lo criticava pure quando era in giunta con lui, vedi
Nunzio Cennamo, e poi non ha mai preso le
distanze al Municipio per tutelare poltrona e
stipendio. Enzo Cennamo, a differenza della “cricca” che governa Crispano, non porta
sulla coscienza uno scioglimento per camorra che ha visto protagonista quasi l’intera
maggioranza. La solita demagogia dei “partigiani” per tutelare la ciotola. Il solito fango.
Predicano bene e poi mandano i familiari ad
aggredire in pubblica piazza chi dissente. Ad
aggredire e minacciare. E non hanno nemmeno il pudore di chiedere scusa. Al posto di offendere Enzo Cennamo, è possibile sapere se
Carlo Esposito o qualunque altro consigliere
comunale abbia condanne all’attivo per corruzione o altri reati? E’ possibile sapere se ci
sono soggetti ineleggibili o se magari hanno
rimosso la loro condizione e sapere quando
l’hanno rimossa? Senza dimenticare che per
candidarsi, ogni singolo soggetto sottoscrive una dichiarazione che ha valore notarile.
Dichiarare il falso all’atto della candidatura
sul fatto di non avere all’attivo condanne e di
non essere in una situazione di ineleggibilità,
significa commettere un reato penale. Enzo
Cennamo vuole chiarezza ed è stato il primo a
farla. E’ possibile che la stessa dichiarazione
venga fatta da Carlo Esposito e dai consiglieri
comunali? Parlano di trasparenza, di questione morale, ma quando metti sul tavolo le vere
sfide, rispondono col fango, con le offese, con
le intimidazioni, con le aggressioni.
Secondo punto. Sapete cosa dice il decreto
“anticoruzzione” entrato in vigore durante il
governo Monti? Sancisce che “i condannati
per delitti contro la Pubblica Amministrazione, anche in via non definitiva, non potranno
ricoprire incarichi pubblici per 5 anni”. Lo
prevede il D.Lgs. 8 aprile 2013, n. 39 pubblicato in Gazzetta Ufficiale 19 aprile 2013,
n. 92. In particolare, a coloro che siano stati
condannati, anche con sentenza non passata in
giudicato, per uno dei reati previsti dal capo
I del titolo II del libro secondo del codice
penale, non possono essere attribuiti: gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni statali, regionali e locali; gli incarichi di amministratore di ente pubblico, di
livello nazionale, regionale e locale; gli inca-
richi dirigenziali, interni e esterni, comunque
denominati, nelle pubbliche amministrazioni,
negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello nazionale,
regionale e locale; gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo
pubblico, di livello nazionale, regionale e locale; gli incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo nelle
aziende sanitarie locali del servizio sanitario
nazionale.
Ciò significa che se al Municipio ci sono dirigenti che hanno collezionato condanne per
reati contro la pubblica amministrazione, per
legge non possono ricoprire quella carica. E’
possibile sapere se ci sono dirigenti che ricoprono la carica avendo condanne all’attivo,
anche non definitive, per reati contro la pubblica amministrazione? In un paese dove lo
scioglimento per camorra è ancora vivo nelle
menti di cittadini e politici; in un paese dove
gli attuali amministratori sono gli stessi dello
scioglimento per camorra, è possibile sapere
se sul fronte legale e morale è tutto apposto
e non ci sono situazioni che fanno a pugni
con i provvedimenti “anticorruzione”? Non
lo chiede solo Enzo Cennamo. Non lo chiede
solo il movimento “Progetto Crispano”. Lo
chiedono i cittadini e tutti quelli che credono
realmente nella legalità, nella trasparenza e
in una politica senza ombre e senza macchie.
Senza conflitti di interesse; senza condannati.
Perché chi chiede legalità e intende controllare su questioni serie, a Crispano c’è la brutta
abitudine di mettere in moto la macchina del
fango con offese e persino aggressioni in pubblica piazza utilizzando uno stile che appartiene ad un sistema e non può, in nessun caso,
appartenere a rappresentanti delle istituzioni
o a loro familiari. Enzo Cennamo ha fatto la
sua dichiarazione. Adesso i cittadini si aspettano quelle degli altri. In attesa di capire se
c’è qualche dirigente condannato a capo degli uffici, cosa che andrebbe contro la legge
“anticorruzione”. Il tempo dirà. Sulla clientele
e gli incarichi agli “amici” meglio soprassedere. Nel bene di Carlo Esposito. A Crispano
non c’è mai stato un bando per la trasparenza
degli incarichi. A Crispano nemmeno i tecnici
che studiano il Prg vengono scelti attraverso
un bando, così com’è da prassi in tutti i Comuni del mondo. Tranne a Crispano. Si privilegiano sempre e solo “gli amici” e gli “amici
degli amici”. Quindi su questo è meglio che il
centrosinistra taccia. Le loro accuse? Provate
a litigare con una prostituta e vedete qual è la
prima offesa che vi rivolge…
C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
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