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il misterioso numero 666 nelle tre religioni monoteiste

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il misterioso numero 666 nelle tre religioni monoteiste
IL MISTERIOSO
NUMERO 666 NELLE TRE
RELIGIONI MONOTEISTE
IL MISTERIOSO NUMERO 666 NELLE TRE
RELIGIONI MONOTEISTE
(DA UNA LIBERA RICERCA SU INTERNET)
A CURA DI GIACOMO CALABRESE
AUTORI VARI
1
IL MISTERIOSO NUMERO 666 NELLE TRE RELIGIONI MONOTEISTE
(TRATTO DA UNA LIBERA RICERCA SU INTERNET)
INTRODUZIONE
Questo volumetto vuole fare chiarezza sul numero 666 presente nelle tre religioni del Dio caro a
ebrei,cristiani e musulmani, per sfatare il significato negativo conferitogli ormai da molti secoli, a
causa dei pregiudizi generati da eccesso di ignoranza.Infatti, questo numero, “il numero
d'uomo”non rappresenta il diavolo, come raffigurato dai religiosi, ma una conoscenza piu' antica ,
fondamento di molti misteri arcani, che sono alla base della stessa vita umana. Qui di seguito, si
potrà scorrere in poche e brevi pagine l'essenziale di cio' che si deve conoscere su questo numero, in
riferimento alle varie tradizioni esoteriche di popoli e culture,evidenziandone la componente
numerologica.
IL NUMERO 666 NELL'EBRAISMO(1)
Nell'ebraismo il numero 666 è menzionato solo nella cabala e significa “il sole di Dio”. A tal
proposito, un noto studioso di ebraismo e di cabala ebraica,Nadav Crivelli ,nel suo libro: “I numeri
del segreto” scrive:" 666 è il triangolo di 36,si riferisce a SHEMESH Y-H-V-H-IL Sole di Ha-shem
ed ancora:VERAV SHALOM BANEIKHA-e i tuoi figli avranno abbondanza di pace" ,e dice anche
MEA SHA'ARIM-cento porte. Quindi, il numero 666 nell'ebraismo non si riferisce al male,ma al
sole.Ora considereremo questo numero nel nome di Dio e nell'esagramma.
IL NOME DI DIO
Lungi dal profanare il nome misterioso del Dio universale e supremo, che regola tutto l'universo e la
vita, ma voler arditamente scardinare i preconcetti che si sono basati per secoli sul binomio nome di
Dio e il numero famigerato 666 ,a torto ritenuto negativo .Tale erronea interpretazione ha dato vita
a scenari di sangue dal medioevo,con la caccia alle streghe,sino ai giorni nostri con le sette
sataniche. A causa di questo numero, infatti,si sono originati atteggiamenti analoghi a quelli degli
inquisitori. Niente di piu' errato è stato fatto, si fa e si continuerà a fare.
Pertanto, consideriamo ora il significato numerico che andremo a scoprire nel calcolo del nome
divino.
Iniziamo subito ad affermare che nessuno conosce la pronuncia del nome divino,che gradualmente
fu interpretata nel medioevo col nome Geova e poi con Yahwe.Però, va precisato che nessuno ne
conosce la pronuncia esatta.Infatti, questo avviene perché alle quattro consonanti del tetragramma
biblico si possono aggiungere vocali di nomi differenti come Adonai (che significa signore) oppure
jahu che circolò per un po' di tempo.Il nome di Dio è costituito da quattro lettere,che ora andremo a
definire.
La prima lettera è IOD con valore numerico dieci; questa lettera significa “mano attiva”e si
identifica con la costellazione della Vergine, che è rappresentata dal nono mese dell'anno
Gregoriano, infatti il numero dieci è derivato dal nove ovvero dal “nuovo”. In latino,nove è un
avverbio che vuol dire” nuovamente” ed in ebraico nove si dice “TET,”anche se come parola
nell'ebraico conosciuto non si incontra, nella tradizione significa” utero”, e si dice che IOD è
partorito da TET.
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La somma risultata dal numero della prima lettera del tetragramma è appunto dieci, come nella
tetractis pitagorica, ovvero 1+2+3+4=10. Possiamo affermare che il nome di Dio inizia con la
Vergine.
Subito dopo lo IOD viene la lettera HE, con
valore numerico 5. La HE si identifica con l'Ariete (nell'astrologia ebraica l'ariete e l'agnello si
identificano nello stesso segno). HE significa porta, aperta nell'angolo superiore sinistro; attraverso
la finestra aperta entra qualcosa che è al di là, cioe' la luce, e si vede qualcosa che è al di qua. Nella
simbologia, il numero 5 è il concetto di prole, ovvero di figliolanza.
Subito dopo la HE viene la lettera VAV con valore numerico 6.
VAV significa” gancio” ovvero un uncino che unisce la porta HE con l'ultima lettera del
tetragramma ,cioè un' altra HE. Possiamo , allora, dire che una porta aperta è unita ad un' altra porta
aperta ,e cioè che il microcosmo è in armonia col macrocosmo.
Riassumendo:
YOD=10+HE=5+VAV=6+HE=5 totale 26 .Il peso medio di un neonato e di 26 etti, lo scheletro di
un piede è formato da 26 ossa, il corpo umano è formato da 206 ossa. Qui ritroviamo il 2 e il 6.
Si puo' veramente affermare che il nome di Dio è connesso con l'uomo.
Infine 2+6=8 ed il valore segreto (ovvero 1+2+3+4+5+6+7+8) del numero 8 è 36. Il 36 è un
numero triangolare, il cui valore segreto è a sua volta 666.
Tratto da:http://www.esonnet.org
numerologia biblica , considerazioni sulla matematica sacra.
Nereo Villa.Pag.da 5 a 7
IL SIGILLO DI SALOMONE( DETTO STELLA DI DAVIDE)
IL significato del sigillo di Salomone è esoterico. Si tratta di un simbolo costituito da
due triangoli equilateri intrecciati, noto come esagramma o esalfa o stella a sei punte. L'esagramma
indica l'unione del cielo e della terra , del mondo spirituale col mondo materiale .E' formato da due
triangoli equilateri incrociati e ,a volte, inscritti in un cerchio.Il triangolo con il vertice verso il
basso rappresenta i due elementi pesanti, acqua e terra,il cui principio corporeo li fa tendere verso il
basso,mentre il triangolo con il vertice in alto rappresenta i due elementi leggeri e spirituali ,aria e
fuoco.
Con l'incrocio dei due triangoli si forma un esagono centrale che rappresenta il cuore dell'uomo
stabile, in equilibrio, al centro del movimento spirituale e del movimento corporeo che permette di
raggiungere la saggezza e la forza interiore.
Inoltre, quando è presente un punto all'interno dell'esagono centrale,simboleggia l'unione di tutti gli
elementi esistenti.Il sigillo di Salomone è un simbolo molto antico, reso noto a partire dal
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medioevo,quando assunse i caratteri di talismano.
Il simbolo della stella a sei punte non è privo di valenze archetipe,dato che si trova in aree culturali
diversissime .I due triangoli intrecciati, per quanto iconograficamente abbinati all'ebraismo (stella di
Davide ) ,figurano pure nel patrimonio simbolico dell'islam, nel quale hanno assunto valenze
terapeutico-magiche e alchemiche.In quest'ultimo ambito, essi sono interpretati come il simbolo
dell'equilibrio tra le forze cosmiche del fuoco e dell'acqua.L'interpretazione tradizionale vi vede un
triangolo “acquoso”femminile orientato verso l'alto e uno “focoso”maschile rivolto verso il basso,la
loro unione rappresenta in modo armonico un conchiuso sistema dualistico.
Per quanto riguarda la numerologia dell'esagramma, dobbiamo dire che un triangolo equilatero a tre
angoli di 60° dà un totale di 180°,sommando, poi, gli angoli dei due triangoli, abbiamo 360°, e, con
un ulteriore calcolo, ci ritroveremo con il numero 666, ovvero:
60+60+60+60+60+60=360. In gematria lo 0 non ha valore numerico, per cui ritroveremo il 36,
numero triangolare, come già detto, per il nome di Dio.Inoltre, dobbiamo dire che 180 è 1+8+0=9
che raddoppiato fa 99,numero che corrisponde ai 99 nomi di Dio nell'islam.Su questo argomento,
però,torneremo in seguito.
Come abbiamo già detto in precedenza , il valore numerico del nome divino è 26 ,ma cosa
rappresentano singolarmente tali numeri? Li andremo a vedere subito.
4
SIGNIFICATO SPECIFICO DEI NUMERI
I numeri racchiudono il codice segreto per interpretare l’universo. La valenza simbolica dei numeri
è data dal loro valore qualitativo e dalle interazioni con tutti gli altri elementi strutturanti
l’universo.Tutte le componenti dell’universo sono caratterizzate da una sequenza numerica che
stabilisce il rapporto con tutto ciò che la circonda. Chi si occupa di matematica ,sa bene qual è il
fascino dei numeri. Ogni volta che si entra in contatto con essi, se ne ricava la sensazione di un
mondo regolato da leggi che presumiamo di conoscere, ma che in realtà ci sfuggono nei loro
significati più profondi. Da qui nasce quel rapporto mistico e simbolico che l’uomo, in tutta la sua
storia, ha sempre avuto con i numeri. Le interazioni composte dai numeri vanno al di là di un mero
calcolo quantitativo. Infatti ,da un punto di vista spirituale, l’uno rappresenta l’unico, cioè l’unicità
della divinità; il due non proviene dal raddoppiamento dell’uno, ma dalla sua divisione. Il due
divide e rompe l’armonia dell’uno, e il ritorno all’unità si ha con il tre, cioè con il percorso
inverso. Fatto che spiega come il tre, il triangolo, la triade, siano espressioni dell’unità. In tutte le
tradizioni antiche i numeri sono sacri, proprio perchè permettono di comprendere l’ordine delle
cose e le leggi del cosmo. La Cina da millenni riconosce ai numeri una funzione ordinatrice,
energizzante e armonizzante del mondo e della materia vivente. Tutti i numeri partecipano del
simbolismo dell’unità, sia per addizione teosofica, che consiste nell’addizionare le cifre tra loro,
sia anche per scomposizione. La numerologia è una disciplina mesoterica (mentre la numerologia
sacra è invece esoterica) che studia il significato simbolico e vibrazionale dei numeri; la
prendiamo in considerazione in quanto offre un utile strumento di indagine della "realtà dietro le
apparenze". Sembra, tra le tante ipotesi storiche disponibili, che la numerologia nasca con i
Sumeri oltre 5.000 anni fa (i Sumeri furono i primi ad usare i numeri e diedero anche origine al
sistema sessagesimale per il computo di ore, minuti e secondi) ed ancora oggi continua ad
appassionare.
I NUMERI
1. Il principio
Il numero uno rappresenta l’unità, il principio originario.
Nell’ uno le visioni tradizionali hanno sintetizzato l’idea dell’unità primordiale, la divinità prima
della creazione, comprendente ogni realtà in potenza ed ogni idea che potesse essere pensata. Il
concetto dell’uno è a-temporale.
Nello stesso momento, il numero uno evoca l’unità primordiale verso cui ogni cosa tende, è l’alfa e
l’omega verso cui ogni cosa creata è destinata a ritornare.
Il numero uno è il principio divino. Ogni cosa nasce dall’uno. L’uno è il tutto, l’Eterno Infinito
Essere, che non ha forma e possiede tutte le forme, che non ha nome e possiede tutti i nomi.
Essendo indivisibile, indica principalmente l’unità, la sua forza sta nel suo valore qualitativo di
unire e di origine, per questo motivo è un numero sacro venerato dall’antichità. Tutte le tradizioni
parlano di un’ origine in cui regnava l’unità, il non-manifesto senza divisione, l’unificazione delle
energie e la totalità. Da questa origine sono nate tutte le cose e la manifestazione. Dall’uno
scaturiscono due energie uguali e contrarie che formano la materia. L’unione di queste due energie,
maschile e femminile, dentro l’uno, creano la nuova vita. L’unità è il principio armonizzante, ma se
questa unità si rompe, lascia il posto alla molteplicità. Il pantheon della mitologia antica,
contemplava una molteplicità di dei come epifania degli elementi naturali, governata da una divinità
suprema, ricordo dell’unità fondamentale. Simbolo dell’uno è il cerchio, essendo senza inizio e
senza fine. L’uno, in quanto simbolo unificante, ha una grande capacità evocatrice, permette di
creare legami riunendo gli elementi separati, come la terra e il cielo, il macrocosmo e il
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microcosmo. L’uno nella simbologia esoterica non è considerato un numero, avendo una valenza
principiale come unità, da cui si originano e fanno ritorno tutti i numeri.
2. Dio e l’altro da sé
Il numero due è il simbolo della dualità, e in esso è racchiuso il mistero della creazione.
Se nel numero uno troviamo il principio creatore che comprende ogni aspetto del reale, presente
passato e futuro, il due racconta l’atto creativo, il momento in cui la divinità primordiale genera
l’altro da sé, dando forma alla materia che non ha ancora preso forma.
Nel due avviene quel processo di scissione necessario per l’origine del creato, ad un livello macrocosmico. Ad un livello inferiore, micro-cosmico, questa stessa dualità si rispecchia nella
contrapposizione degli opposti: caldo e freddo, alto e basso, bene e male, maschio e femmina; la
loro opposizione riflette ad un livello materiale la prima grande divisione, una separazione che è
tale solo in apparenza. Il numero due deriva dalla divisione dell’unità ed è il simbolo della
separazione, perché da un punto di vista sacro, l’unità è per essenza una e unica. Il due, come dìade,
è l’espressione della dualità. In una visione dualistica del mondo si ha la separazione del principio
materiale dal principio spirituale, e il numero due è l’incarnazione degli opposti: maschile
/femminile, giorno/notte, terra/cielo, ecc. Essendo un principio duale, indica sia il contrasto, la
polarità, sia il tentativo di conciliazione.
3. La Trinità
Nel numero tre è sintetizzato il completamento stesso della creazione, e l’origine della vita.
L’atto creativo non è infatti completo con la scissione dualistica.
Dopo che il principio si è separato da sé generando il creato, infatti, compare un terzo elemento atto
a completare l’opera: si tratta della forza o essenza che mette in collegamento le prime due realtà,
il creatore e il creato.
Immaginando il principio primordiale come la realtà che crea, e il creato come la sua opera, il terzo
elemento è rappresentato proprio dallo sguardo del creatore, dall’atto di guardare.
Questo è il fondamento di ogni trinità: il creatore, il creato, e ciò che unisce i due. Nella più antica
cosmogonia della mitologia greca i tre elementi vengono identificati in Caos, Gea ed Eros. Caos è
lo spazio indistinto, l’infinito che tutto contiene (l’uno). Gea (o Gaia) è la materia, prima di
assumere forma, compresa in Caos (Caos e Gea, la dualità).
Eros è la forza di attrazione che fa convergere la materia e con un atto di amore dà vita ad ogni
cosa.
Ciò che unisce, il terzo elemento, è propriamente l’amore. Nello stesso modo la Tradizione cristiana
racchiude il mistero del creato nella Sacra Trinità: Padre (creatore), Figlio (generato) e Spirito Santo
(la forza di unione che lega ogni aspetto del visibile e del non visibile). Il tre è il simbolo del
ternario, la combinazione di tre elementi. Il ternario è uno dei simboli maggiori dell’esoterismo.
Primo numero dispari, poiché l’uno non è considerato un numero, il tre è profondamente attivo e
possiede una grande forza energetica. È il simbolo della conciliazione per il suo valore unificante.
Infatti tanto il due separa, quanto il tre riunisce. La sua espressione geometrica è il triangolo,
simbolo esemplare del ritorno del multiplo all’unità: due punti separati nello spazio, si assemblano e
si riuniscono in un terzo punto situato più in alto.
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4. Il Mondo
Con il quattro si passa da un livello metafisico ad un livello propriamente terreno: il quattro è infatti
il numero per eccellenza della realtà plasmata.
Per questo motivo quattro sono i punti cardinali che delimitano i confini del mondo creato, e
quattro sono le stagioni, che scandiscono lo scorrere del tempo.
Il quadrato nel suo significato primordiale è il simbolo della terra, della realtà racchiusa sotto il
cielo, come quattro erano i fiumi che sorgevano nel paradiso terrestre e in quattro parti venivano
suddivise le città degli uomini (da cui quartiere), per ribadire la loro realtà materiale. Il quattro può
anche essere letto come 3+1, e l’unità che si aggiunge è proprio la materia che prende forma,
passando dallo stato in potenza a quello in atto. Il Quattro rappresenta il più perfetto tra i numeri,
essendo la radice degli altri numeri e di tutte le cose. Esso rappresenta la prima potenza
matematica, e la virtù generatrice da cui derivano tutte le combinazioni. È l’emblema del moto e
dell’infinito, rappresentando sia il corporeo, il sensibile, sia l’incorporeo. Il quattro è scomponibile
in 1 + 3, la monade (l’uno) ed il triangolo, e simboleggia l’Eterno, e l’uomo che porta in sé il
principio divino. Il quaternario era il simbolo usato da Pitagora per comunicare ai discepoli
l’ineffabile nome di Dio, che per lui significava l’origine di tutto ciò che esiste.
5. Il Microcosmo e l’Uomo
Il cinque è il simbolo del microcosmo e dell’essere umano.
Va letto come 4+1, ovvero come la realtà materiale in cui trova posto una creatura ad immagine e
somiglianza di Dio, che riporta in basso una scheggia dell’unità primordiale celeste.
La stella a cinque punte con la punta rivolta verso l’alto sintetizza graficamente la realtà
microcosmica dell’uomo, lo scopo della sua esistenza nel mondo materiale e la sua naturale
predisposizione verso il ricongiungimento con il principio creatore. Nello stesso modo sono cinque i
sensi per mezzo dei quali l’uomo può entrare in contatto e conoscere il mondo materiale.
Il Cinque è un numero che simboleggia la vita universale, l’individualità umana, la volontà,
l’intelligenza, l’ispirazione e la genialità. Il cinque simboleggia l’evoluzione verticale, il movimento
progressivo e ascendente. Essendo il numero dell’uomo, come mediano tra terra e cielo indica la
possibile trascendenza verso una condizione superiore. Si tratta di un numero eminentemente
umano, e come tale simbolicamente suscettibile di deviazione dall’ordine spirituale che gli
conferisce invece valenze positive. Tale deviazione ha luogo allorché l’individualità e la vitalità,
deducibili dal riferimento ai cinque sensi e all’articolazione quinaria dell’essere umano nella
raffigurazione leonardesca (uomo vitruviano, stella a cinque punte), pretendono di staccarsi
dall’Uno per diventare autocentriche.
6. La Parodia
Il sei è un numero conflittuale.
Nel sei, letto come due volte tre, si ritrova la trinità con un suo doppio, di matrice opposta.
Il sei può essere visto come la parodia della trinità che si contrappone alla creazione primordiale,
il rifacimento terreno di ciò che ebbe luogo ad un livello superiore all’inizio dei tempi. Così come
tre volte sei, ovvero il compimento dell’inganno, è il numero della bestia secondo l’Apocalisse di
Giovanni.
Il numero sei trova perfetta rappresentazione nel cosiddetto sigillo di Salomone, raffigurante due
triangoli equilateri dai versi opposti che si intrecciano: sono così raffigurate la forza primordiale
della creazione e la sua parodia nella loro contrapposizione terrena, simbolo della lotta che si svolge
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a livello materiale tra le forze della creazione e quelle della dissoluzione.
Il sei è un numero mistico e ambivalente nel suo significato, in quanto è il numero dell’equilibrio
e dell’ordine perfetto, può ben predisporre all’unione con il divino, ma allo stesso tempo può
generare confusione, turbamento e illusione. La sua ambivalenza è rappresentata graficamente dalla
stella a sei punte (Sigillo di Salomone) che permette di comprendere la contraddizione insita nel
numero sei. La stella a sei punte è formata dall’unione di due triangoli: quello con la punta verso il
basso, indica la materialità; quello con la punto verso l’alto, invece la spiritualità.
7. L’armonia
Il sette è il numero dell’armonia e del compimento.
Da leggersi come 3+4, porta in sé l’essenza del processo creativo intrinseco nella trinità (il 3) con la
sua attuazione terrena (il 4).
Sette di conseguenza sono i giorni necessari a Dio per la creazione, come ancora oggi i giorni in cui
è suddivisa la settimana (il piccolo ciclo).
Sette sono le note con le quali si possono comporre le armonie e le melodie in musica, e sette i
colori dell’arcobaleno in cui la luce stessa si scompone.
Il numero sette rappresenta di conseguenza il raggiungimento supremo dell’armonia nel mondo
sensoriale. Così Roma, Costantinopoli e Mosca, le tre Rome, sorgono su sette colli, a ricordare la
funzione della polis quale luogo civilizzante in cui l’essere umano ricrea l’armonia della natura
rendendola docile alle sue esigenze. Il numero sette esprime la globalità, l’universalità,
l’equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico. Considerato fin dall’antichità un
simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare. Gli
antichi riconobbero nel sette il valore identico della monade in quanto increato, poiché non prodotto
di alcun numero contenuto tra 1 e 10. Presso i babilonesi erano ritenuti festivi, e consacrati al culto,
i giorni di ogni mese multipli di sette. Tale numero fu considerato simbolo di santità dai Pitagorici. I
Greci lo chiamarono venerabile, Platone” anima mundi”. Presso gli Egizi simboleggiava la vita. Il
numero sette rappresenta il perfezionamento della natura umana allorché essa congiunge in sé il
ternario divino con il quaternario terrestre. Essendo formato dall’unione della triade con la tetrade,
esso indica la pienezza di quanto è perfetto, partecipando alla duplice natura fisica e spirituale,
umana e divina. É il centro invisibile, spirito ed anima di ogni cosa. Il Sette è il numero della
piramide in quanto formata dal triangolo(3) su quadrato(4). Quindi il sette è l’espressione
privilegiata della mediazione tra umano e divino.
8. L’Elevazione
Il numero otto rappresenta il superamento dell’armonia terrena e l’ elevazione verso la realtà
celeste.
Nella Tradizione cristiana l’otto è associato alla Madonna, la Madre di Dio, tramite tra l’uomo e la
realtà divina.
Per lo stesso motivo, nel medioevo europeo i battisteri venivano costruiti su pianta ottagonale, dal
momento che per mezzo del battesimo, l’uomo rientrava in contatto con il creatore e recuperava la
sua ascendenza divina.
L’ottagono, inoltre, era considerato come la figura geometrica intermedia tra il quadrato (simbolo
del mondo materiale) e il cerchio, rappresentante l’universo superiore.
Il numero Otto è il simbolo dell’infinito, il riflesso dello spirito nel mondo creato,
dell’incommensurabile e dell’indefinibile. Indica l’incognito che segue alla perfezione
simboleggiata dal numero sette. Incita alla ricerca e alla scoperta della trascendenza. Essendo un
8
numero pari è formato dall’energia femminile e passiva. È il numero che simboleggia la morte, in
termini di transizione, di passaggio.
9. Tre volte Tre
Il numero nove si ottiene moltiplicando per tre volte il tre, risulta quindi rappresentazione di
una perfezione superiore, posta ad un livello maggiore rispetto a quello secolare.
Inteso come 8+1 indica il passo successivo all’elevazione terrena, verso uno stato dell’essere
inconoscibile per l’uomo ancorato nell’universo sensoriale.
Il numero Nove è il numero della generazione e della reincarnazione. Numero dispari è
dinamico e attivo nella sua natura e nei suoi effetti. Indica il periodo della gestazione, nove mesi per
la nascita di una nuova vita. Il nove seguendo all’otto, che indica uno stato limite, è il superamento
nella creazione. Il nove ha come proprietà la permanenza. Infatti il numero nove torna sempre al suo
stato antecedente e non si trasforma mai veramente, conservando uno stato fisso e immutabile.
Questa caratteristica lo accomuna al numero uno, diventando una sua manifestazione, nella sua
funzione di unicità. Il simbolo grafico del nove è il cerchio, come per il numero 1. Anche secondo
Pitagora è un numero che si riproduce continuamente, in ogni moltiplicazione, e simboleggia
pertanto la materia che si scompone e si ricompone continuamente. Composto da tre volte il numero
tre (la perfezione al quadrato), con l’aggiunta di un quarto tre genera il dodici, simbolo della
Perfezione assoluta. Il nove serve da dissolvente per tutti i numeri, senza che mai si associ a
qualcuno, né per somma né per moltiplicazione. E’ l’ultimo numero delle cifre essenziali che
rappresentano il cammino evolutivo dell’uomo. E’ dunque il simbolo della realizzazione.
10. Tetraktys
Il numero dieci è composto dalla somma dei primi quattro numeri (1+2+3+4), e deve la sua
importanza prevalentemente all’uso del sistema di numerazione decimale.
In tale sistema, il dieci rappresenta la conclusione della prima decade, (essendo lo zero non
contemplato), l’ultimo gradino di una scala posta al primo livello della serie numerica.
Occorre però ricordare che la valenza e il simbolismo dei numeri è in parte indipendente dal sistema
numerale in uso: come si vedrà, la conclusione del ciclo in numerologia è più propriamente
rappresentata dal numero dodici.
Il Numero Dieci simboleggiante la perfezione, come anche l’annullamento di tutte le cose. 10 =
1+0 = 1 illustra l’eterno ricominciare. Il dieci è il totale dei primi quattro numeri e perciò contiene
la globalità dei principi universali. Corrisponde alla Tetraktys pitagorica, che insieme al sette lo
considerava il numero più importante, in quanto è formato dalla somma delle prime quattro cifre
(1+2+3+4=10), esprime la totalità, il compimento, la realizzazione finale. Esso è divino poiché
perfetto, in quanto riunisce in una nuova unità tutti i principi espressi nei numeri dall’uno al nove.
Per questo motivo il numero dieci è anche denominato Cielo, ad indicare sia la perfezione che il
dissolvimento di tutte le cose, per il fatto che contiene tutte le possibili relazioni numeriche. La
comparazione della simbologia numerica e geometrica fa scoprire un’analogia tra il dieci ed il punto
entro il cerchio: nella tradizione esoterica il valore numerico di un centro o punto è uno, mentre
quello di una circonferenza è nove, numero che moltiplicato per qualsiasi altro dà, per addizione
delle cifre costituenti il risultato, sempre e soltanto sé stesso, esattamente come una circonferenza
perpetuamente ritornante sul proprio tracciato. Tale simbologia suggerisce l’ipotesi che la decade
rappresenti la perfezione relativa allo spazio-tempo circolare, ovvero la divina immanenza. Il dieci
indica il cambiamento che permette all’iniziato di evolvere, di crescere e di elevarsi spiritualmente.
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11. Il Doppio
Il numero undici ha una doppia valenza.
Visto nell’ ottica del sistema di numerazione decimale, rappresenta il primo passo compiuto a
seguito della conclusione di un primo ciclo, e quindi sinteticamente evoca un nuovo inizio.
Considerato però il numero dodici quale più appropriato per la definizione di un ciclo ultimato, il
numero undici assume la valenza dell’opera incompleta, la perfezione non ancora raggiunta.
Il numero Undici, insieme al 22 è un numero maestro e rappresenta la potenza, la giustizia e il
potere acquisito per meriti e valori in senso positivo e la paura e la decadenza morale, in senso
negativo. Considerato come la via della maturità spirituale e della conoscenza oltre il limite della
comprensione umana, è associato a una forte intuizione e una grande apertura mentale. Idealismo e
visione d’insieme sono aggettivi propri del numero Undici che è armonizzato con i ritmi del suo
numero base, cioè il 2 (11 = 1+1=2). In questo modo si fondono sia la geniale ispirazione propria
dell’11 che le forti capacità intuitive tipiche del numero 2. Questa combinazione erge il numero 11 a
simbolo visionario e profetico. Caratterizzato dalla uguale presenza sia di proprietà maschili che
femminili è sovente associato a segreti, legami e vincoli. E’ il numero degli amori clandestini, degli
affari loschi e dei segreti personali. Il numero Undici è numero primo ed è palindromo di se
stesso. Nell’alfabeto ebraico la 11esima lettera è la kaf (la lettera K, C dell’alfabeto latino), con
valore numerico di 20 e rappresenta la corona e la realizzazione.
12. Il Ciclo
Il numero dodici rappresenta propriamente il ciclo compiuto.
Per tale motivo in antichità l’anello del cielo che circonda la terra venne diviso in dodici settori,
giunti ai nostri giorni all’interno della ruota dello Zodiaco.
Il dodici era il numero che sommava l’armonia del creato (il 7) con il microcosmo dell’uomo (il 5),
e veniva inoltre ottenuto moltiplicando il numero della materia e del mondo (il 4) con la perfezione
della creazione (il 3).
Così 12 erano gli Apostoli di Cristo, e dodici sono ancora oggi i mesi di un anno (il ciclo maggiore
di base, quello intorno al Sole).
Il Numero Dodici viene considerato il più sacro tra i numeri, insieme al tre e al sette. Il dodici è
in stretta relazione con il tre, poiché la sua riduzione equivale a questo numero (12 = 1 + 2 = 3) e
poiché è dato dalla moltiplicazione di 3 per 4. Il dodici indica la ricomposizione della totalità
originaria, la discesa in terra di un modello cosmico di pienezza e di armonia. Infatti indica la
conclusione di un ciclo compiuto. Il dodici è il simbolo della prova iniziatica fondamentale, che
permette di passare da un piano ordinario ad un piano superiore, sacro. Il dodici possiede un
significato esoterico molto marcato in quanto è associato alle prove fisiche e mistiche che deve
compire l’iniziato. Superate le prove induce ad una trasformazione, in quanto il passaggio si compie
su prove difficili, le uniche che portano ad una vera crescita. In molte culture i riti iniziatici si
compiono all’età di dodici anni, dopo di che si entra in un’età adulta.
13. La rottura dell’ordine
Il numero 13 va letto quale 12+1, ed evoca l’uscita dal ciclo, la rottura del compimento e l’inizio
di un processo nuovo ed ignoto.
Per tale motivo ricorre spesso nel simbolismo delle società iniziatiche che si prepongono una
ristrutturazione dell’ordine esistente, volendo esse in tale modo ribadire la loro volontà di dare
inizio ad un nuovo ciclo che superi e rimodelli il ciclo precedente.
10
Il Numero Tredici indica la rottura dell’armonia, incarnando il disordine. Infatti, è il numero
che con l’aggiunta di una unita al dodici, interrompe la ciclicità, obbligando ad una trasformazione
radicale. Il significato del tredici è negativo, infatti è detto aritmico, rompendo la legge
dell’equilibrio e della continuità. L’unità, aggiunta al dodici, costituisce causa di destabilizzazione
all’armonia ottenuta. Dalla riduzione del tredici (13 = 1 + 3 = 4) si ottiene il quattro, che indica
stabilità, solidità e certezza, mentre il tredici al contrario indica l’instabilità e l’incertezza.
I NUMERI MAESTRI
L'Undici, il Ventidue e il Trentatrè sono chiamati Numeri Maestri, o Numeri della prova, perché
rappresentano una versione molto intensificata della loro riduzione a una sola cifra. I numeri
maestri indicano la capacità potenziale di apprendere e integrare una notevole quantità di
informazioni spirituali. Questo apprendimento però spesso si raggiunge in situazioni probanti e non
rappresenta qualcosa che dobbiamo cercare come un particolare segno di successo. Se i vostri
pensieri e le vostre azioni sono tendenzialmente centrare sui concetti universali, lo studio filosofico
o i principi metafisici, state operando a livelli dei numeri maestri. Se invece scegliete di agire nel
mondo tangibile, concentrando la vostra energia sugli impulsi dell'ego, lavorerete con i parametri
del numero ridotto derivato dal totale.
IL NUMERO UNDICI. 11
Con il numero maestro Undici abbiamo la rappresentazione suprema dell’illuminazione e dell’ottica
visionaria. Il suo vedere, quindi, va oltre l'apparenza e si spinge fino a raggiungere il vero assoluto.
In questa prospettiva il numero Undici accresce e valorizza il significato del numero Due, dato che
ne evidenzia sia le azioni catalizzatrici che prettamente spirituali. Possiamo definire l’Undici come
il numero della responsabilità: la sua azione vibrazionale, infatti, non è né negativa né positiva, ma
necessita di un maturo impegno da parte dell’individuo.
Se, chi vive sotto l’infuenza dell’Undici, non riuscisse o non fosse più all’altezza di governare
questa potente vibrazione, la persona, involontariamente, seguirà inconsciamente quella del numero
Due. Vivere sotto l’infuenza del numero Undici richiede un costante impegno di energia sia a livello
nervoso che psichico. Le persone, dotate di un grande intuito e di poteri extrasensoriali, sono in
grado di percepire situazioni e stati d’animo precluse alle altre. Ma, proprio perché provviste di una
coscienza più elevata e di un’abilità a leggere oltre ciò che appare, le persone definite dal numero
Undici si troveranno, nel corso della loro esistenza, a sostenere e a superare sempre dure prove.
Dagli altri membri della società la persona dell’Undici è considerata “diversa” ma, nonostante ciò,
proprio per queste sue innate capacità, le loro opinioni e le loro parole vengono spesso richieste e
ricercate. Come il Due, anche l’Undici ha una forte tendenza a relazionarsi con gli altri ma, in
questo caso, avviene a livelli molto più elevati.
IL NUMERO VENTIDUE. 22
Il numero maestro Ventidue rappresenta la facoltà di applicare la somma consapevolezza ai
problemi di ordine pratico, esaltando e accrescendo il significato del numero Quattro. Infatti, tutto
ciò che viene sentito dal Quattro a livello soggettivo viene esternato a livello universale dalla
vibrazione del Ventidue. Questa vibrazione fa in modo che si sviluppi, nelle persone influenzate da
questo numero, un’intensa passione per le tematiche metafisiche.
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L’innata capacità di costruire, pianificare ed eseguire del numero Quattro è amplificata nel Ventidue
dalla doppia cifra. Per tale motivo, quindi, la potente energia emanata da questo numero porta
l’individuo al conseguimento di grandi obiettivi e ambiziosi progetti. Anche se questo potere non si
manifesta in tutte le persone allo stesso modo tendono comunque ad agire pensando in grande.
Questa attitudine porterà le persone del Ventidue a fondare grandi organizzazioni mondiali per
migliorare la vita dell’intera umanità.
IL NUMERO TRENTATRè. 33
Il numero maestro Trentatrè raffigura l’amore profondo e incondizionato. Simbolo di impegno
totale il Trentatrè tende a conservare le tradizioni, soprattutto quelle che riguardano il nucleo
familiare. Ha cura del benessere delle altre persone addossandosi spesso grandi responsabilità. Da
tempo considerato il numero di Cristo, il trentatré possiede un’innata capacità di amare in maniera
assoluta e senza riserve.
La potente energia del numero Trentatrè, se non viene compresa e indirizzata, corre il fondato
rischio di trasformarsi in forza esplosiva: questo può avvenire perché la naturale capacità si espande
nei casi della doppia cifra e la persona agisce seguendo l'ispirazione di una fonte superiore. Quindi,
per utilizzare al meglio questo genere di energia, le persone sotto l’influenza del numero maestro
Trentatrè dovrebbero seguire tutti i principi di una corretta vita all’insegna dell’elevazione
spirituale.
N.B. Tratto liberamente dai siti Santaruina.it e Mitiemisteri.it
Bibliografia utile di base:- Biedermann Hans, Enciclopedia dei simboli, Garzanti, 1999
- Beigbeder Olivier, Lessico dei simboli medievali, Jaca Book, Milano, 1997
- Guénon René, Simboli della Scienza Sacra, Adelphi, Milano, 2000
- Schwaller de Lubicz Rene, Il Tempio dell’Uomo, Edizioni Mediterranee, 2000
- Tresoldi R, La Qabbalah, De Vecchi Editore, 2002
METATRON: IL PICCOLO YHVH
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Metatron (ebraico ‫ מטטרון‬o ‫ )מיטטרון‬è il nome di un angelo del Giudaismo e
sotto certi aspetti anche del Cristianesimo, in quanto esso viene descritto
in alcuni testi non canonici per la Chiesa Cattolica, come il Libro di Enoch,
il quale però è ritenuto canonico dalla Chiesa Cristiana Copta. Non ci sono
invece riferimenti a lui nelle scritture ritenute canoniche dal
Cristianesimo occidentale (Antico Testamento e Nuovo Testamento) o in
fonti islamiche. Metatron si trova nel secondo dei quattro mondi spirituali
chiamato Beri'ah.
Indice:
1 Origini
2 Sul testo "Enoch"
3 Etimologia
4 Il Cubo di Metatron
13
5 Cultura popolare
Origini: Il Talmud ha una sezione in cui è detto che Elisha ben Abuyah,
anche conosciuto come Aher ("altro" com'era detto), entrò nel Paradiso e
vide il Metatron seduto (un'azione che nel Paradiso è permessa solo al
Signore). Elishah ben Abuyah allora guardò al Metatron e disse
ereticamente "ci sono dunque due poteri in cielo!". I Rabbini spiegarono
che Metatron era autorizzato a sedere per il suo ruolo di Scriba Celeste,
scriveva i fatti di Israele (Talmud Babilonese, Hagiga 15a).
« "...il Talmud dice, era provato ad Elisha che il Metatron non poteva
esser una seconda divinità, perché il Metatron riceveva 60 'colpi con una
verga impetuosa' per dimostrare che il Metatron non era un dio, ma un
angelo, e poteva esser punito." »
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Il Talmud afferma che Metatron della Merkavah sia l'angelo principe
associato al bene dell'albero della conoscenza del bene e del male (Sefer
Ha-Zohar); la Merkavah è il trono creato dal Signore; per la tradizione
ebraica questo non concorda affatto con il testo di Enoch considerato
apocrifo nell'Ebraismo.
Metatron è a volte detto "il
piccolo YHVH", che è il piccolo Tetragrammaton: secondo una versione
Talmudica citata dal dotto caraita Qirqisani. La parola 'Metatron' è
numericamente equivalente a Shaddai (Dio) nella Ghematriah; è anche
detto avere "il Nome del suo Padrone". Qirqisani potrebbe aver
rappresentato in modo erroneo il Talmud per poter imbarazzare i rabbini
suoi avversari con un evidente dualismo. D'altro canto, i testi extratalmudici mistici parlano di "piccolo YHVH", espressione apparentemente
derivata da Esodo 23,21, che menziona un angelo di cui Dio dice: "il mio
nome è in lui".
Il Talmud Babilonese menziona Metatron in due altri luoghi: Sanhedrin
38b e Avodah Zarah 3b. Yevamot 16b descrive, nel periodo amorreo, i
doveri del 'principe del mondo' trasferiti da Michele a Metatron.
Assieme agli ordini angelici delle Chayyot e degli Ophanim, Metatron è
l'angelo della Merkavah: essa è il Carro Celeste citato anche nella visione
profetica di Ezechiele e di Isaia. L'esegesi rabbinica afferma che Mosè
chiese che il Signore stesso potesse accompagnare il popolo d'Israele
proprio nel momento in cui si presentò la possibilità che ciò avvenisse
anche con l'assistenza di Metatron.[senza fonte]
Sul testo "Enoch" Metatron è anche menzionato in alcuni testi Apocrifi,
come i tre libri a lui intitolati: 1 Enoch (o "Enoch etiopico"), 2 Enoch (o
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"Enoch slavo") e 3 Enoch o "Sefer Hekhalot" (Libro dei Palazzi). Il libro
descrive il legame tra Enoch, figlio di Jared (il nipote di Noè) e la sua
trasformazione nell'angelo Metatron. Il suo grande titolo di "piccolo
YHVH" ricompare qui. Metatron dice:
« Egli [il Santo]... mi chiamò, "il piccolo YHVH" alla presenza della sua
intera famiglia nell'alto, com'è scritto, "il mio nome è in lui" »
(12:5 traduzione di Alexander)
Il narratore del libro, Rabbi Ishmael, dice che Metatron lo guidò
attraverso il Cielo e spiegò le sue meraviglie. Qui Metatron è descritto in
due modi: come un angelo primordiale (9:2-13:2) e come la
trasformazione di Enoch dopo esser stato assunto al cielo.
« Enoch camminò con Dio; poi non ci fu più, perché Dio lo aveva preso. »
(Genesi 5,24)
« Questo Enoch, la cui carne era diventata fiamma, le sue vene fuoco, i
suoi occhi lampi di luce, le sue iridi fiammanti torce, e che Dio pose al
lato del trono, al trono della gloria, ricevette dopo la sua trasformazione
celeste il nome di Metatron »
(Gershom G. Scholem, Estratto del 3 Enoch)
Ci sembrerebbero essere due Metatron, uno chiamato con sei lettere (
‫)מטטרון‬, e l'altro con sette (‫)מיטטרון‬. Il primo potrebbe essere la
trasformazione di Enoch, Principe dell'Aspetto dentro il palazzo divino;
l'altro, il Primordiale Metatron, un'emanazione di "Causa di Causa",
specificamente la decima ed ultima emanazione, identificato con la
presenza terrestre divina.
Secondo Johann Andreas Eisenmenger, Metatron trasmette gli ordini
quotidiani di Dio agli angeli Gabriele e Samael. Metatron è spesso
identificato esser il gemello di Sandalphon, che è anche detto esser il
profeta Elia.
Lo Zohar chiama Metatron "il Giovane" un titolo usato in 3 Enoch, dove
appare con il significato di "servo". È identificato anche come l'angelo
che guida il popolo di Israele attraverso i deserti dopo il loro esodo
dall'Egitto, ed è descritto come un sacerdote celeste.
VM Samael Aun Weor identifica Metatron come il Profeta Enoch, l'Angelo
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che procura all'umanità le 22 originarie lettere Ebree e i Tarocchi,
dicendo che l'Angelo vive nei mondi superiori nella regione di Aziluth
(l'iniziale sentiero in Arcana di Tarot e Kabbalah)[non chiaro].
Etimologia Ci sono numerose possibili etimologie del nome Metatron; qui
ne elenchiamo alcune. Dovrebbe esser notato, comunque sia, che alcuni
studiosi come Philip Alexander credono che il nome di Metatron origini
nei testi di Hekhalot-Merkabah (come i 3 Enoch) e poi potrebbe esser
stato creato come le magiche parole Adiriron e Dapdapiron.
Hugo Odeberg, Adolf Jellinek, e Marcus Jastrow suggeriscono che il nome
potrebbe originare sia da "custode della guardia" (‫ )מטדא‬o il nome
"guardare, proteggere" (‫ )מטד‬una prima derivazione di ciò che potrebbe
esser visto in Shimusha Rabbah. Dove Enoch è vestito in luce ed è il
guardiano delle anime che ascendono al cielo. Odeberg dice che il nome
del Metatron potrebbe esser preso dal nome persiano di Mithras, da una
serie di parallelismi tra Mithras e Metatron basati sulle loro posizioni nel
cielo e nei compiti.
Metatron sembra esser stato creato mettendo insieme due parole greche,
"dopo" e "trono", μετὰ θρóνος, "colui che serve dietro il colui" o "uno che
si occupa del trono accanto al trono della gloria". Disputato per la parola
θρóνος che non sarebbe usata nella forma ebraica di trono. Le due parole
non appaiono in nessun testo conosciuto, conducendo alla convinzione di
Gershom Scholem in particolare, che ignorare l'idea con le parole
{"questo saggiamente ripetuto etimologico... non ha merito".
Le parole συνθρόνος (synthronos) usato come "co-occupante del divino
trono" comunque sia come l'etimologia di sopra, non è da trovare in
nessuna fonte materiale. È supportato da Saul Lieberman e Peter Schäfer
che danno ragioni per cui sarebbe un'etimologia valida.
La parola latina Metatron (messaggero, guida, capo, misura) è stata
suggerita da Eleazar ben Judah di Worms (c. 1165 - c. 1230), Rabbi
Mosche ben Nachman, e portò luce di nuovo su Hugo Odeberg. Quando
tradotto in lingua ebraica, abbiamo ‫ רוטיטמ‬o ‫רוטטימ‬. Scholem dice che non ci
sono giustificazioni per la conversione di "metator" in "metatron". Philip
Alexander anche dice questo come possibile origine di Metatron,
considerando che la parola Metatron ricorre anche in Greco come
"mitator": una parola usata per indicare un ufficiale dell'esercito romano
che agiva come precursore. Usando questa etimologia, Alexander
suggerisce che il nome potrebbe esser arrivato come descrizione di un
"angelo del Signore che porta gli Israeliti attraverso i deserti: agendo
come un "metator" dell'esercito Romano, guida gli Israeliani nella loro
strada". Un'altra possibile interpretazione è quella di Enoch che come un
"metator" mostra loro "come loro possono scappare dal deserto di questo
mondo nella terra promessa del paradiso". Siccome questa parola è
presente in diverse lingue, in Ebraico, Aramaico Giudeo, e Greco,
Alexander crede che questo dia ancora maggior forza a questa
etimologia.
Altre idee sono μετρονa "misura". Charles Mopsik crede che il nome di
Metatron sia legato alla frase della Genesi 5:24 "Enoch camminò con Dio
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e poi non c'era più, perché Dio lo aveva preso". La versione greca della
parola ebraica "prendere" è μετέθηκεν (fu trasferito). ‫ רון‬significa RON ed
è di solito aggiunto a ‫ מטטרון‬Metatron ed altri nomi di angeli nella fede
Giudea. Così Mopsik crede che se ci si concentra su ‫ מטט‬MTT crede appaia
una traslitterazione del Greco μετέθηκεν.
Il Cubo di Metatron
Versione incompleta del cubo di Metatron Il Frutto della Vita (una
componente del Fiore della Vita) presenta tredici cerchi. Se ogni centro
dei vari cerchi è considerato un "nodo", ed ogni nodo è connesso ad
ognuno degli altri con una linea unica, si crea un totale di settantotto
linee. All'interno di questo cubo possono essere trovate molte altre
forme, inclusa la versione bidimensionale (appiattita) dei cinque solidi
platonici.[senza fonte]
Nei primi scritti cabalistici è scritto che Metatron diede forma al cubo a
partire dalla sua stessa anima. Questo cubo può essere successivamente
rintracciato nell'arte Cristiana, dove appare sul suo petto o mentre vola
dietro di lui. Il cubo di Metatron è anche considerato un glifo santo, e c'è
chi dice che può essere disegnato intorno ad un oggetto o persona in
preda a presunte possessioni per ottenerne la guarigione. L'idea è anche
presente in alchimia, dove il cubo di Metatron viene indicato come un
cerchio di contenimento o di creazione.[senza fonte]
Il modo più semplice per costruire il cubo di Metatron è di cominciare da
un cubo appiattito lungo una delle diagonali che passano per il suo
centro, fino a diventare una figura bidimensionale, equivalente ad un
esagono regolare scomposto dalle sue diagonali in sei triangoli
equilateri. I vertici di questa figura 2D vanno quindi connesse con linee
aggiuntive. Diversi passi dopo si arriva a formare la figura completa del
Cubo di Metatron. Il cubo assomiglia alla proiezione tridimensionale del
cubo a quattro dimensioni, o ipercubo.
Cultura popolare: Metatron appare nel film Dogma di Kevin Smith, dove è
interpretato da Alan Rickman; l'angelo è la "Voce di Dio", ossia chi
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interagisce con gli umani al suo posto (poiché non in grado di reggere il
suono di quella voce divina).
Lo scrittore americano Howard Phillips Lovecraft lo cita in uno dei suoi
racconti di fantascienza: "Lo strano caso di Charles Dexter Ward", dove
però è storpiato in Metraton.
In Angel Sanctuary, Metatron è il nome di uno dei sette più potenti
angeli: dall'aspetto fanciullesco, egli è manovrato da Sevoftarta, il suo
consigliere. Metatron è invaghito di Djbril (ossia l'arcangelo Gabriele),
unico angelo donna dei quattro angeli più potenti (lei rappresenta
l'elemento acqua).
Ne” Il cannocchiale d'ambra”, l'ultimo volume della trilogia fantasy”
Queste Oscure Materie,” l'autore Philip Pullman lo nomina: nel libro”
Metatron” è il reggente dell'Autorità.
In” Buona Apocalisse a tutti!”, libro di Terry Pratchett e Neil Gaiman, il
Metatron è la Voce di Dio, in pratica il portavoce di Dio nei confronti degli
umani e anche degli angeli che stanno sulla terra per controllare
l'andamento delle cose. (e anche dei demoni se per questo).
Nel videogioco Silent Hill il sigillo di Metatron è un potente amuleto in
grado di spezzare maledizioni o evitare il loro adempimento.
Nell'episodio 21 della settima serie di Supernatural Metatron viene citato
e descritto come lo scriba di Dio, di cui ha trascritto il verbo.
Nel videogioco Shin Megami Tensei: Nocturne Metatron, rappresentato
come il portavoce di Dio, è uno dei Demoni più potenti utilizzabili dal
protagonista.
Nel manga 666 Satan, uno dei personaggi, Cross è Metatron, angelo
numero 1 della Cabala, proprio come il protagonista, Jio, che è Satan,
demone numero 1 della Cabala Inversa.
Metatron viene citato nel libro Il castello di Eymerich di Valerio
Evangelisti dove prende possesso del corpo di una fanciulla ebrea.
Fonte: wikipedia
Va inoltre menzionato il fatto che la Gerusalemme celeste in “Apocalisse” 21:16 è un cubo ,infatti
leggiamo:”E la città era quadrata, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza, egli misurò la città
con la canna,ed era dodicimila stadi,la lunghezza,la larghezza e l'altezza erano uguali”.
Abbiamo quindi un cubo di 12000 stadi x 3,ovvero 36000 stadi,ritorna il numero 36.
IL NUMERO 666 NELL'ISLAM (2)
Nell'Islam i numeri hanno un significato importante,,infatti, come la Bibbia, anche il Corano ha
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capitoli e versetti che costituiscono la base della numerologia islamica, vedremo due esempi
importanti:
IL NUMERO DI ALLAH, IL SUO QUADRATO MAGICO E LA PURIFICAZIONE
Allah significa Iddio. Esso è composto da quattro lettere dell'alfabeto arabo, la cui somma è pari a
66. Alif=1 Lam=30 Lam=30 Ha=5 quindi 1+30+30+5=66 Nel numero di Allah esiste un grande
simbolismo e sono contenute le verità di tutte le religioni e della scienza.
Il numero di Allah è anche in stretta relazione col Versetto della Purezza (33:33) della Gente della
Casa, gli Ahl-ul-Bayt: “Iddio vuole che siate liberi da ogni sozzura, o gente della casa del Profeta,
ed egli vi purificherà di purificazione pura”. (Corano 33:33)
La somma del valore numerico del Versetto della Purezza (capitolo=33 + versetto=33) dà appunto
66.
(33 sono i grani di ogni tratto del rosario islamico, detto masbah, e 33 sono le divinità invocate nei
canti del Rig-Veda, il calendario islamico lunare di 354 giorni è sfasato rispetto al calendario di 365
giorni da un ciclo di 33 anni, nell’Avesta il genio solare è circondato da 33 divinità
atmosferiche,ecc…).
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È detto nel Levitico: ”Se partorisce una bambina, sarà impura due settimane come al tempo dei
suoi corsi mensuali; e resterà 66 giorni a purificarsi del suo sangue.” Levitico, 12:5
È chiaro che la Bibbia e il Corano attribuiscono al 66 proprietà purificatorie.
Huguette Hirsig menziona che il 33mo anno di una persona corrisponde a un ciclo solare durante il
quale il sole riprende esattamente, al minuto, la posizione che occupava all’istante della sua nascita.
Dunque a 66 anni termina un altro ciclo solare e questa età può segnare per la persona una nuova
tappa importante nella sua vita spirituale.
Con 66 satelliti geostazionari orbitanti intorno alla Terra, è possibile localizzare qualsiasi punto
sulla superficie terrestre.
Il numero di Allah è anche legato al numero 666, il numero dell’Apocalisse che ho già trattato nel
mio articolo « AUM, Il Sigillo di Salomone e l’Apocalisse ». Infatti: 1/66 = 0.0151 515 151 515... e
151+515 = 666.
Se scomponiamo il valore numerico di Allah il 66 in due cifre: 6 + 6 e li sommiamo tra loro
abbiamo dodici.
L’accostamento del 66 al 12 non è casuale. L’Aritmogeometria Pitagorica ci insegna che il 66 ed il
12 sono numeri rettangolari, non sono estranei l’uno all’altro, ma esiste un rapporto di parentela
stretta tra di loro. Infatti, la sura 66 del Corano (L’interdizione) ha proprio 12 versetti.
Dodici sono i petali del chakra Anahata posti sulla regione del cuore e dodici sono i petali della
corolla del chakra Sahasrara situati sulla sommità della testa. Dodici sono i nomi del Sole in
sanscrito pronunciati nella recitazione dei mantra. La cellula umana è costituita da dodici sali
biochimici. Quindi, la purificazione si ottiene lavorando sui chakra.
Poco conosciuto è che il numero di Allah, possiede un proprio quadrato magico. La somma
verticale, orizzontale o diagonale dei suoi addendi ci dà sempre 66. Analizzandolo e meditandolo è
possibile individuare la direzione consona al proprio processo di purificazione. Il quadrato magico
di Allah è di ordine 3 e comprende i nove numeri in sequenza compresi tra il 18 e il 26 (vedi
immagine al fondo).
Se compiamo la riduzione matematica di ognuno dei nove numeri contenuti in questo quadrato
magico, scopriamo che in esso è rappresentato il sistema numerico decimale.
Infatti: 18=1+8=9 ; 19=1+9=10=1+0=1 ; 20=2+0=2 ; 21=2+1=3 ; 22=2+2=4 ; 23=2+3=5 ;
24=2+4=6 ; 25=2+5=7 ; 26=2+6=8
Per una maggiore informazione sul significato simbolico dei numeri base del sistema numerico
decimale consiglio le seguenti letture:
Gabriele Mandel, La magia nell'islam, Simonelli Editore, 1997, pag 131-146
René Guenon, Simboli della Scienza sacra, Edizioni Adelphi, anno 2000, pag 99-103
Omraam Mikhael Aivanhov, Il linguaggio delle figure geometriche, Edizioni Prosveta
Adesso vi aiuterò a meditare sul quadrato magico di Allah fornendovi le proprietà di ognuno dei
numeri tra 18 e 26 contenuti nelle sue caselle.
Propriétà del numero 18
In Astronomia Saros (dal latino), periodo di 6585 giorni (18 anni e 10 o 11 giorni), già conosciuto
dai Caldei per predire il ritorno delle eclissi, è un periodo di 18,03 anni che separa le due eclissi che
sopraggiungono esattamente nella stessa configurazione.
In chimica 18 gruppi (colonne) e 7 periodi (disposizione) formano la tabella periodica degli
elementi chimici. Non vi è laboratorio o aula di chimica al mondo in cui non sia esposta una copia
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del Sistema Periodico degli elementi: uno strumento essenziale per lo studio della chimica perché
racchiude in sé, caso unico nel campo delle scienze naturali, buona parte delle conoscenze relative a
questa disciplina. La storia del Sistema Periodico (o Tavola) degli elementi chimici inizia più di
centocinquanta anni fa e nonostante l’opera abbia subito aggiustamenti e miglioramenti via via che
la scienza progrediva non ne è stata peraltro modificata la struttura originaria. La disposizione a
periodi si interpreta ora con il riempimento progressivo di elettroni degli orbitali dei diversi livelli
energetici.
E’ definito effetto specchio quel particolare procedimento matematico da cui scaturiscono i 99
nomi di Allah: 18 = 9 + 9 e 81 = 9 x 9. 18+81=99. Altresì l'effetto specchio lo ritroviamo
osservando le nostre mani: nella mano destra è tracciato il numero 18 e nella mano sinistra 81
secondo i caratteri arabi antichi, quelli del Corano appunto.
L’Imsak (che corrisponde con la preghiera dell’alba: al fajr) è un momento in cui il sole si trova
esattamente a 18 gradi sotto l’orizzonte prima della sua levata ed il punto opposto a questo si trova a
18 gradi sotto l’orizzonte dopo il tramonto al momento della preghiera della notte (al-isha’a).
La Bhagavad-Gita, trattato di Yoga, è composto di diciotto capitoli. Il Mahâbhârata è uno dei due
grandi poemi epici (il più lungo) della letteratura indiana e indù, con il Râmâyana. Comprende 106
mila versi suddivisi in en 18 libri. Se ne attribuisce la paternità al saggio mistico Vyâsa. Non
sarebbe tuttavia il solo redattore.
L'alfabeto degli alberi utilizzato dai druidi per le pratiche divinatorie aveva diciotto lettere, ogni
lettera trae il suo nome dall’albero di cui è l’iniziale. Composto di 5 vocali e 13 consonanti,
formava un calendario di magia stagionale degli alberi.
Nella Cabala ci sono 72 geni (o angeli) così divisi: 18 trasmettono i loro poteri dall’elemento
«fuoco», 18 dall’elemento «aria», 18 dall’elemento «terra» e 18 dall’elemento «acqua». Ciascuno
dei 18 geni ha un lavoro da compiere e con le nostre invocazioni o con le nostre preghiere
chiediamo a questi angeli di aiutarci a compiere il bene e per certi il male.
Alice A. Bailey fa allusione ai 18 fuochi riferiti ai 18 stati della materia costitutivi della personalità.
«Eccoli qui: 7 stati fisici della materia, 7 stati emozionali che permettono al corpo astrale di
funzionare sui 7 sottostrati del piano astrale, e 4 stati della materia per ciascuno delle 4 condizioni
del mentale concreto (7+7+4 = 18). Si tratta dei 18 gruppi vibratori di atomi, e di 18 aggregati di
vita costituenti i corpi dei signori lunari (come li definisce la Dottrina Segreta) i quali, nella loro
totalità, formano il corpo del Signore lunare, la personalità.»
Le 18 posizioni corporali nella danza classica sacra nel bramanesimo.
Certi astronomi moderni iniziano a credere che il nostro Sole potrebbe ruotare attorno alla stella
Sirio, proprio come lo pensava l’antico popolo Sumerico, con un periodo di rivoluzione di
ottocentomila anni. Durante questo periodo, la Terra si ritroverebbe diciotto volte esattamente
allineata con il Sole e con Sirio. Le società mesoamericane sapevano calcolare le eclissi. I calcoli
più brillanti sono quelli dei Maya. Nel Codice di Dresda, sette pagine di tavole di calcolo rivelano le
grandi conoscenze astronomiche di questa cultura. Descrivono un ciclo di 405 lune equivalenti a 33
anni solari, cioè 11960 giorni. I Maya avevano compreso che le eclissi della luna e del sole non
possono prodursi nei 18 giorni precedenti o seguenti al «nodo», cioè nel momento in cui la
traiettoria della luna incrocia la traiettoria apparente del sole. Questi precisi momenti, nel numero di
69, sono registrati nelle pagine del Codice. Il numero medio della respirazione dell’uomo al minuto
è di diciotto. Il numero 18 è impiegato 26 volte nella Bibbia (si tratta dell'intervallo numerico del
quadrato magico di Allah).
Proprietà del numero 19
Secondo R. Allendy, "è l’unità che si stabilisce nell’universo, 10, tra le parti moltiplicate e da un
atto di solidarietà reciproca, 9. Così si costituisce e si rivela l’individualità cosmica, 1 + 9 = 10 = 1".
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Nel giro di diciannove anni giuliani le lune nuove ritornano esattamente alle stesse date, cioè
compiono un numero intero di lunazioni, chiamate ciclo di Metone. Meton, astronomo greco,
vissuto nel quinto secolo avanti Cristo, originario di Atene, scoprì un ciclo di diciannove giorni
dopo il quale le eclissi si ripetono nel medesimo ordine e nelle stesse condizioni. Il sole, la luna e la
Terra si allineano nella stessa posizione una volta ogni 19 anni. Il ciclo porta il suo nome e
stabilisce l’equivalenza di diciannove anni solari con 235 lunazioni, alla base delle fasi lunari dei
calendari. Il ciclo di Metone è usato per il calcolo della Pasqua.
La cometa di Halley che rappresenta il solo visitatore ciclico delle profondità celesti ci visita ogni
76 anni che è un multiplo di 19. 19×4=76
La gravidanza normale ha una durata di 280 giorni o 40 settimane dopo l’inizio delle ultime regole
o più esattamente, 266 giorni o 38 settimane dopo la fertilizzazione. 266 e 38 sono multipli di 19.
Il tessuto interstiziale dei testicoli secreta il testosterone che è uno steroide a 19 atomi di carbonio.
La moschea di Cordoba ha diciannove navate di bronzo sul Cortile degli aranci. La scalinata di
membratura, il pulpito dell’imam, ha diciannove gradini. Nel Corano, nella sura (capitolo) LXXIV
versetto 30, è scritto: "Diciannove angeli sono incaricati di vegliarvi." (cioè di sorvegliare l'inferno).
Utilizzando un calcolatore, il Dr. Rashad Khalifa ha investigato sul mistero del numero 19 nel
Corano. E nel suo libro "The Perpetual Miracle of Muhammad", cita parecchie combinazioni di
lettere e di parole in cui il numero 19 è la chiave delle loro relazioni. La Basmala (Nel Nome di Dio
Clemente e Misericordioso) ‘ composta da 19 lettere. Il Corano è composto da 114 capitoli=
19×6=114.
La Basmala è presente 114 volte nel Corano, nonostante la sua assenza visibile all’inizio del
capitolo 9 (la si trova due volte nel capitolo 27). Dalla basmala mancante del capitolo 9 fino alla
basmala supplementare del capitolo 27, ci sono esattamente 19 capitoli. E la somma dei numeri dei
capitoli da 9 a 27 (9+10+11+12…………+26+27) è pari a 342, cioè 19×18. La prima celebre
rivelazione del Corano (96:1-5) si compone di 19 parole. Questa prima rivelazione di 19 parole si
compone di 76 lettere, cioè un multiplo di 19, 19×4=76 La sura 96, la prima nell’ordine
cronologico, si compone di 19 versetti. La sura 96 si compone di 304 lettere arabe e 304 è un
multiplo di 19, 304=19×16. L’ultima sura (110) rivelata si compone di 19 parole. Il primo versetto
dell’ultima rivelazione è composto di 19 lettere. Quattordici differenti lettere arabe formano 14
differenti insiemi “d’iniziali Coraniche” (come A.L.M, all’inizio della sura 2) e si trovano all’inizio
di 29 sure. La somma di questi numeri è pari a 57 (14+14+29) e 57=19×3.
Studi hanno dimostrato che si potrebbe continuare all’infinito col numero 19 nel Corano. Il 19
corrisponde alla carta del Sole nei Tarocchi. Perché?
Proprietà del numero 20
Il numero dei Profeti menzionati nel Corano è 20. Essi sono: Abramo, Isacco, Giacobbe, Noè,
Davide, Salomone, Yob, Giuseppe, Mosé, Aronne, Zaccaria, Giovanni, Gesù, Elyas, Ismaele,
Elicha, Giona, Lot, Idris e Muhammad. Ma il numeri degli scritti divini dati ai 20 Profeti è 19. È
interessante notare che fra i venti aminoacidi naturali, 19 aminoacidi sono attivi sotto la luce
polarizzata in senso orario o antiorario salvo uno che è la glicina.
Il venti rappresent il Dio solare presso i Maya. Un mese nel calendario religioso Maya
comprendeva venti giorni. Base matematica – numerazione vigesimale – nella quale lavoravano i
Galli e i Maya. Nel Buddismo, un Kalpa designa una «durata infinitamente lunga». Un grande
Kalpa si divide in quattro fasi e ciascuna di esse si compone di 20 piccoli Kalpa, i quali si
scompongono essi stessi in ere di ferro, bronzo, argento e oro. I venti volumi, chiamati Nackas,
dello Zend-Avesta – libri teologici e filosofici contemporaneamente – appartenenti all’opera di
Zoroastro. I musulmani in Tunisia festeggiano il nuovo anno civile secondo il calendario Giuliano
precedente alla riforma di Papa Gregorio. Si celebra così il capodanno Giuliano il 13 gennaio. È
23
anche la prima delle 20 «notti nere», seguenti alle 20 «notti bianche», il periodo più freddo
dell’inverno. Il 20 ha anche un suo quadrato magico (vedi figura al fondo). Il numero 20 è
impiegato una sola volta nel Corano. (Corano VIII,65) Il quadrato magico di Allah contiene al suo
interno il quadrato magico di 20 (vedi immagine) La carta 20 degli arcani maggiori dei Tarocchi è il
Giudizio.
Proprietà del numero 21
Simboleggia la saggezza divina, specchio della luce eterna la quale, grazie alla sua purezza,
attraversa e penetra tutto. Quando la tradizione religiosa dell'Oriente si riferisce nei suoi
insegnamenti alla natura psichica dell’uomo, usa la conoscenza proveniente dai centri di forza
chiamati dagli Indù chakra (dal sanscrito ruota) o ancora padma (dal sanscrito loto). Ci sono 7 centri
maggiori, 21 medi e 49 minori, ma solo i 7 maggiori hanno attirato l'attenzione data la loro
importanza nell’iniziazione.
I ventuno papiri appartenenti al libro alchemico di Abraham l’ebreo.
Durante le epopee sumeriche, precedenti di parecchi millenni a Gesù Cristo, i sumeri avevano un
padre degli dei denominato Anu che dimorava in un "luogo puro", una "dimora celeste", ed era allo
stesso tempo sovrano. Ma gli antichi testi sumerici parlano anche di una "lista di dei" precedenti ad
Anu, particolarmente 21 coppie divine della dinastia antecedente ad Anu sul trono del "luogo puro".
Somma delle cifre da uno a sei, pari al totale dei numeri inscritti sul dado. La tradizione cabalistica
rivela 10 nomi di Dio. Certi sono più usati e più conosciuti di altri. Uno di essi è Ehyeh ed il valore
numerico di questo nome ebraico è 21: hé, yod, hé, aleph, cioè 5+10+5+1 = 21.
Nell’Apocalisse, la parola "potere" – potere di decisione o di agire, in opposizione alla "potenza" ritorna 21 volte.
Il quadrato magico di Allah contiene al suo interno il quadrato magico di 21 (vedi immagine). La
carta 21 degli arcani maggiori dei tarocchi è il Mondo: la gioia perfetta.
Proprietà del numero 22
Il termine Arsh (Trono) appare 22 volte nel Corano. Per i musulmani, il Corano è la registrazione
della rivelazione orale consentita per grazia di Dio al Profeta dell’Islam durante quasi 22 anni,
all’inizio del settimo secolo dell’era cristiana - dal 610 al 632.
Sono i 22 capitoli del Vendidad, libro dell'Avesta, scritto da Zoroastro. Le 22 carte degli arcani
maggiori dei Tarocchi. L'iniziazione di Pitagora presso i sacerdoti egiziani durò 22 anni. I ventidue
canali che collegano le dieci Sefirot tra loro nell’Albero sefirotico della Cabala. Ventidue è il
numero dei poligoni regolari inscrivibili in un cerchio euclideo: 3, 4, 5, 6, 8, 9, 10, 12, 15, 18, 20,
24, 30, 36, 40, 45, 60, 72, 90, 120, 180, 360. Sono ventidue dei ventiquattro divisori di 360, i primi
due, 1 e 2, non definiscono dei poligoni. Si possono inscrivere in un cerchio 22 poligoni regolari. 22
diviso 7 dà il pi greco, il quale rappresenta il rapporto misterioso e approssimativo del perimetro di
un cerchio rispetto il suo diametro. Ventidue sono i quarti di tono dell’ottava musicale.
La testa dell’uomo è fatta di 22 ossa: 8 craniche e 14 facciali. Il numero 22 è impiegato 13 volte
nella Bibbia.
Il numero 400 è impiegato 22 volte nella Bibbia. La parola universo è impiegata 22 volte
nell’Antico Testamento e le parole bilancia, matrimonio, giornata e creazione, 22 volte nella Bibbia.
Proprietà del numero 23
I cabalisti affermano che, attualmente, una lettera è mancante nella Torah. Questa lettera
dell’alfabeto non apparirebbe nel nostro eone e non è presente nella Torah. L'alfabeto divino
primitivo e tutta la Torah poggerebbero su una serie di 23 lettere, e non di 22, di cui una ci è
diventata invisibile e riapparirà in un prossimo periodo terrestre. Ed è solamente perché questa
lettera manca adesso ovunque che noi leggiamo nella Torah dei precetti positivi e negativi. Ogni
24
aspetto negativo è in rapporto con questa lettera mancante dell’alfabeto primitivo.
L'asse dei poli della Terra è inclinato di circa 23 gradi rispetto al piano dell’eclittica in cui si
muovono tutti i pianeti attorno al Sole.
La circolazione del sangue attraverso il corpo umano si compie in 23 secondi. Il numero di
articolazioni nel braccio umano è di 23.
I 23 assiomi della geometria Euclidea. Numero dei giorni del ciclo "fisico" nel bioritmo.
L'ovulo e lo spermatozoo sono composti ognuno di 23 cromosomi ed è in questo contesto che
subentra il quadrato magico di Allah. Si è scoperto al computer che i primi cinque versetti della sura
96 contengono delle parole che si ripetono in coppia. Iqra (leggi) è composto da 4 lettere e si ripete
nel primo e nel terzo versetto (2×4). Rabbik (tuo Signore) è composto da tre lettere e si ripete nel
primo e nel terzo versetto (2×3). Alladhi (Colui) è composto da quattro lettere e si ripete nel primo e
nel quarto versetto (2×4). Khalaqa (Creò) è composto da tre lettere e si ripete nel primo e nel
secondo versetto (2×3). Al-Insan (L’uomo) è composto da sei lettere e si ripete nel secondo e nel
quinto versetto (2×6). Hallama (Ha insegnato) è composto da tre lettere e si ripete nel quinto e nel
quinto versetto (2×3).
Se sommiamo il numero delle lettere di queste sei parole che si replicano in coppia abbiamo
2×(4+3+4+3+6+3)=2×23, cioè si tratta del numero di cromosomi dell’uomo e della donna che
danno vita al nascituro. Inoltre, il numero delle lettere complessivo di questi 5 versetti è pari a 76
(19×4) e fatto straordinario che esso coincide proprio colla Sura 76 (19×4) “L’uomo” e tali fattori 4
e 19 indicano rispettivamente La sura 4 “Le donne” e la Sura 19 di “Maria” che è una donna.
Proprietà del numero 24
San Gerolamo vede in questo numero il prodotto dei quattro elementi - la terra, l'acqua, l'aria e il
fuoco – per i sei giorni della creazione. Il numero 24 esprime il doppio di 12 (le zodiaco maggiore e
lo zodiaco minore). I Caldei distinguevano, al di fuori del cerchio zodiacale, 24 stelle di cui 12
australi e 12 boreali, chiamate "Giudici dell’universo". Gli egiziani scoprirono, nel 25 avanti Cristo,
che la scimmia urinava regolarmente 24 volte al giorno. È il numero di grani del rosario cinese di
origine tantrica e buddistico. Le ventiquattro ore del ciclo Le ventiquattro ore del ciclo circadiano
dei meridiani, dividente la giornata in periodi uguali. Le ore sono d'origine egiziana, ma l'ora
equinoziale - 60 minuti – è greca. Anticamente gli Egiziani e i Romani, la lunghezza delle ore
variava secondo la stagione. Il corpo umano è composto da 24 elementi, di cui l'idrogeno e
l’ossigeno sono i più abbondanti con il 63% e il 25.5% rispettivamente. La gabbia toracica del
corpo umano è formata da 24 costole. L'oro puro è chiamato di 24 carati. Le 24 rune dell'alfabeto
runico di cui ognuna ha un senso divinatorio e un potere magico. Il numero 24 è impiegato 20 volte
nella Bibbia. Il numero 600 è impiegato 24 volte nella Bibbia. La cifra 7 è utilizzata 24 volte nel
Corano. La parola giudice è impiegata 24 volte nel Nuovo Testamento e la parola agnello, 24 volte
nell’Apocalisse. Nel vangelo di San Giovanni, le parole acqua e spirito sono citate 24 volte.
Proprietà del numero 25
In biologia la crescita e il consolidamento dello scheletro avviene fino all’età di 25 anni all’incirca.
È all’incirca il numero dei giorni che effettua il sole per compiere una rotazione completa su sé
stesso. Il Profeta Muhammad aveva 25 anni quando sposò una vedova di nome Khadidja. Secondo
la tradizione tibetana, il Kâlachakra-Tantra buddistico sarebbe stato trasmesso da sette re di
Shambhala e da 25 «profeti» autorizzati. Nell’induismo, la filosofia Sânkhya riconosce l’esistenza
di 25 Tattva o principi fondamentali. Il quadrato magico associato al pianeta Marte utilizza le prime
25 cifre ed ha per somma 65 per lato o diagonalmente. Il numero 25 è impiegato 31 volte nella
Bibbia. I numeri 600 e 12000 ritornano 25 volte nella Bibbia.
Le parole 'In verità, in verità' pronunciate dal Cristo si replicano 25 volte nel Vangelo di San
Giovanni. Lo Spirito santo è citato 25 volte nei Vangeli. Nel Vangelo di san Giovanni, Gesù ripete
25
25 volte "Io sono".
Proprietà del numero 26
La sura del ferro (Al-hadid) occupa la posizione 57 nel Corano. 57=19×3 Il valore abjadico della
parola araba ferro (hadid) senza l’articolo è pari a 26. Essa corrisponde alla posizione del ferro nella
tavola periodica degli elementi (il numero dei protoni nel nucleo del ferro è 26)
È miracoloso che il conteggio della parola Allah dall’inizio di questa sura fino al Versetto in cui il
ferro è menzionato sia proprio 26. Inoltre il versetto 25 di questa sura in cui il ferro è citato è la
diciannovesima contenente il nome di Dio.
Nella teoria della formazione degli elementi, si sa che l’energia del sistema solare completa non è
sufficiente per la formazione del ferro elementare. Un esperto della NASA (Il Professor Armstrong)
spiegando una volta come il ferro si era formato, proclamò che gli scienziati avevano calcolato che
l’energia necessaria alla formazione di un atomo di ferro era 4 volte superiore all’energia totale del
sistema solare. In altre parole, l’energia totale del sistema solare non è sufficiente per produrre
l’elemento ferro. Per questo attualmente gli scienziati credono all’origine extraterrestre del ferro.
Nel Corano è detto: “E rivelammo pure il ferro”. (57:25)
26 sono i gangli del sistema simpatico del corpo umano e le 26 ossa della colonna vertebrale. Il
numero 26 si trova tra due numeri: uno quadrato (25 = 5x5), l'altro cubico (27 = 3x3x3). Pierre de
Fermat (matematico del Rinascimento) dimostrò l’inesistenza di nessun altro numero tra un
quadrato e un cubo, ciò gli fece dire: "Il numero 26 è un numero unico in tutto l’universo
matematico".
Valore numerico del Tetragramma sacro, cioè del nome di Dio in ebraico formato dalle lettere
ebraiche yod, hé, waw e hé, YHWH, 10+5+6+5=26. Questo nome di 4 lettere pari a 26 si ritrova al
quarto capitolo della Genesi con i suoi 26 versetti: inizia colla parola Adamo e termina colla parola
Dio. Questo nome che la cabala denomina IEVE, rappresenta l’essere degli esseri e significa
esattamente: “l’Essere-che-è-che-fu-e-che-sarà”. Valore numerico della parola ebraica "havaya", il
cui significato è esistenza. L'Universo sarebbe composto da 26 dimensioni secondo la teoria delle
corde non super simmetriche.
Sul numero di Allah se ne potrebbe dire ancora molto, esiste tutta una trattazione compiuta dal Dott.
Abdullah Arik nella sua raccolta intitolata “Al di là del probabile”, ma occorrerebbe molto spazio
per riportarla. Accontentiamoci per adesso di quanto è stato detto…
tratto da:www.tradizionesacra.it
IL SUONO DELL'AUM E LA MATEMATICA
ISLAMICA
Aum è un suono unico, è la vibrazione del Supremo, il suono seme
dell’universo. È con questo suono che Dio mise in moto la prima
vibrazione della Sua creazione. Aum è il più potente di tutti i mantra,
Aum è la madre di tutti i mantra. Nell’Aum Dio crea, ad ogni istante,
nuovamente sé stesso. Aum non ha né nascita né morte: null’altro che
Aum è esistito, esiste ed esisterà per sempre. Aum è un carattere
sanscrito, che viene nell’alfabeto latino, arabo, cirillico e così via
composto da tre lettere, ma viene pronunciato come un’unica sillaba.
26
La sillaba Aum è indivisibile, ma ogni sua parte rappresenta un
aspetto diverso del Supremo. La A rappresenta e incarna la coscienza
di Dio il Creatore (al-Khàliqu), la U incarna la coscienza di Dio il
Preservatore (al-Hafìdhu) e la M incarna la coscienza di Dio il
Trasformatore (al-Mu’ìdu). Considerato insieme, AUM è il ritmo cosmico
spontaneo con il quale Dio abbraccia l’Universo. Il suono dell’AUM è
unico. Generalmente udiamo un suono quando due oggetti vengono
percossi, ma l’AUM non ha bisogno di tale azione perché è anahata, o
non colpito è il suono senza suono. Uno yogi o un Maestro spirituale
possono sentire AUM che si autogenera nei più profondi recessi dei
loro cuori. Ci sono molti modi di cantare l’Aum. Quando lo canti ad alta
voce, senti l’onnipotenza del Supremo. Quando lo canti dolcemente,
senti la delizia del Supremo. Quando lo canti silenziosamente, senti la
pace del supremo. L’AUM universale emesso dal Supremo, è un
oceano infinito. L’AUM individuale, cantato dall’uomo, è una goccia di
tale oceano, ma non può essere separato dall’oceano e può reclamare
l’oceano infinito come suo proprio. Quando l’uomo canta l’AUM, tocca
e fa venire alla luce la vibrazione cosmica del Suono Supremo. È
meglio cantare l’AUM ad alta voce, così che il suo suono possa vibrare
anche nelle orecchie fisiche e permeare il corpo intero: questo
convincere la mente esteriore e darà un grande senso di gioia e
conquista. Quando lo si canta ad alta voce, il suono della M dovrebbe
durare non meno di tre volte il suono AU.
Indipendentemente dagli errori compiuti da una persona, se canta
AUM molte volte, dai più profondi recessi del suo cuore, la
Compassione onnipotente del Supremo lo perdonerà. In un batter
d’occhio il potere dell’AUM trasforma l’oscurità in luce, l’ignoranza in
conoscenza e la morte in immortalità. L’AUM ha un potere infinito;
semplicemente ripetendo AUM si può realizzare Dio. L’AUM può offrire
tutto ciò che Dio ha ed è interiormente ed esteriormente perché l’AUM
è allo stesso tempo la vita, il corpo e il respiro di
1
Dio.
Nell’articolo Islam e induismo: due religioni complementari abbiamo
avuto già l’occasione di vedere come l’AUM scaturisca dal simbolo
ideografico dell’uomo universale composto da due triangoli di cui uno
rovesciato all’interno del triangolo diritto. Da questa figura ottenuta,
manifestamente identica al Sigillo di Salomone, René Guenon
annunciava la presenza del carattere vedico AUM traslitterato secondo
i caratteri dell’alfabeto arabo e persiano. Poiché non ho trovato alcuno
studio matematico dell’AUM secondo le regole dell’ilm al-huruf, ho
deciso di approfondire l’argomento e di addentrarmi in questo compito
facendo delle scoperte strabilianti.
AUM è composto da tre lettere dell’alfabeto arabo-persiano, cioè da A,
27
U, M. La A corrisponde all’Alif il cui valore è 1, la U corrisponde alla
Waw il cui valore è 6 e la M corrisponde alla Mim il cui valore è 40. Il
totale è dunque 47. Se riprendiamo il nostro doppio triangolo
dell’androgino e colleghiamo ogni vertice del triangolo esterno
all’angolo prospiciente del triangolo interno avremo il seguente
schema:
È sorprendente ed affascinante costatare come l’AUM nasca da un
Sigillo di Salomone e si autorigeneri in un nuovo Sigillo avente un
numero di triangoli pari al suo stesso valore numerico. Ma cosa
rappresenta esattamente il numero 47?
La carta d’identità del numero 47 ci informa trattarsi di un numero
primo, cioè un numero intero e naturale divisibile soltanto per uno e
per sé stesso; compare nella successione numerica di Edouard Lucas
ed è un numero di Keith.
Il matematico pisano Leonardo Fibonacci è ricordato soprattutto per
via della sua sequenza divenuta ormai celeberrima. L’uso della
sequenza di Fibonacci risale all’anno 1202. Essa si compone di una
serie di numeri nella quale ognuno di essi è la somma dei due numeri
28
precedenti (0,1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144,233…), o meglio, ciascun
termine (a partire dal terzo) è uguale alla somma dei due termini
precedenti.
Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, un matematico
francese di nome Edouard Lucas (1842-1891) riprese lo studio di tale
sequenza, e introdusse una successione strettamente legata ad essa,
detta appunto successione di Lucas, prendendo come valori di
partenza 2 e 1. Questa versione dei numeri fu conosciuta come la
sequenza di Lucas. Questo schema chiarirà meglio le idee:
A titolo conoscitivo vi forniamo la lista dei primi 25 termini della
sequenza di Lucas: 1, 3, 4, 7, 11, 18, 29, 47, 76, 123, 199, 322, 521,
843, 1364, 2207, 3571, 5778, 9349, 15127, 24476, 39603, 64079,
103682, 167761
Le successioni numeriche in cui la relazione tra termini successivi si
può esprimere con un’espressione matematica si chiamano ricorsive,
e tendono autorigenerandosi all’infinito. Si è scoperto che la
successione di Fibonacci era applicabile in natura alla riproduzione dei
conigli, all’albero genealogico del maschio di ape, detto fuco, e
all’ottica dei raggi di luce.
La sequenza di Lucas ha trovato molte applicazioni nei più disparati
campi della scienza e della tecnica, dalla matematica alla fisica, dalla
chimica alla biologia, dalla ricerca operativa all'astronomia, ma
soprattutto nella moderna crittografia dei dati trasmessi via internet.
A tal proposito si può consultare:
"Lucas Sequences in Cryptography"
http://www.weidai.com/lucas.html
La crittografia è in informatica il processo che implica il
mascheramento tramite codifica di un messaggio o di dati in modo da
nasconderne la sostanza. Nell’algoritmo di crittografia è necessario
29
utilizzare la stessa chiave segreta sia in fase di crittografia che di
decrittografia. La crittografia simmetrica è molto veloce e, pertanto,
viene in genere utilizzata quando il mittente del messaggio deve
decrittografare grandi quantità di dati. La crittografia simmetrica viene
anche denominata crittografia con chiave segreta. L’AUM è difatti un
suono nascosto nel recesso del nostro cuore. Esiste un’analogia tra il
modo in cui l’Aum opera velatamente nei meandri dei nostri cuori e la
sequenza di Lucas espressa dal processo crittografico: entrambi
operano in maniera sottile e celata ed hanno bisogno di una chiave
segreta per accedervi.
Che cos’è il numero di Keith? Un numero di Keith è un numero intero
che compare come termine in una relazione ricorsiva lineare con un
dato generatore. Dato un numero N di n cifre, espresso in potenze di
dieci,
una sequenza SN è formata da n termini iniziali dn-1, dn-2, d1 ,d0, (le cifre
di N). I termini successivi si ottengono sommando i
precedenti n termini. Se il numero N compare nella sequenza SN,
allora n è un numero di Keith.
Per esempio, dato 197 si genera la sequenza 1, 9, 7, 17, 33, 57, 107,
197, ... I primi numeri di Keith sono 14, 19, 28, 47, 61, 75, 197, 742,
1104, 1537, 2208, 2580, 3684, 4788, 7385, 7647, 7909
Non è noto se i numeri di Keith siano infiniti o meno. Esistono soltanto
71 numeri di Keith inferiori a 10 elevato 19: ciò li rende molto più rari
dei numeri primi.
Ancora più stupefacente è come il numero dell’Aum, il 47, sia legato,
attraverso l’analisi del matematico Mike Keith, ad altri numeri
importanti della spiritualità e della religione.
Il numero 666, il numero dell’Apocalisse del Vangelo, è uguale alla
somma delle cifre della sua 47esima potenza, ed è anche uguale alla
somma delle cifre della sua 51esima potenza da come possiamo
vedere:
66647 50499696844207967531731487984055647729
=
41516295265
40818811763266893654044661603306865302
88898927188
30
59670297563286219594665904733945856
66651 99354075759138594033426351134129598072
=
38586374694
31008997120691313460713282967582530234
55821491848
09607489728389006376342156940976835990
29436416
Inoltre, le cifre che compongono questa potenza 66651 sono in numero
di 144 che è il valore numerico di un attributo di Allah, Al-Baqi (Il
Perdurabile, l’Immutabile):
http://www.tradizionesacra.it/la_luce_del_%20sole_nel_Corano_e_nei_Veda.htm
La somma delle cifre poste sul lato destro della suddetta tabella, in
entrambi i casi, dà 666. Infatti, 666 sarebbe il solo numero intero più
grande di 1 a possedere questa proprietà (l’Unicità Divina). Notare
altresì che dalla somma delle due potenze, 47 e 51, si può ottenere:
(4+7)x(5+1) = 66, che è il valore numerico di Allah, secondo i valori
numerici dell’ilm-ul-huruf.
Scrive Guenon: “È da notare, , che il numero 666 non ha un significato
esclusivamente malefico, anche se è il numero della Bestia, è
anzitutto un numero solare, ed è quello di Hakathriel o “Angelo della
Corona. D’altra parte, questo numero, è dato pure dal nome Sorath,
che è, secondo i cabalisti, il demonio solare, opposto in quanto tale
all’arcangelo Mikael, e questo è in relazione con i due volti di
Metatron; Sorath è inoltre l’anagramma di sthur, che significa «cosa
nascosta»: si tratta forse del mistero che parla l’Apocalisse?” 2
Altri autori commentano il 666 nel modo seguente: secondo R.
Allendy, esso rappresenta il Karma umano in rapporto col Karma
cosmico e l’equilibrio provvidenziale divino. Secondo Abellio è la
manifestazione dei tre termini della Trinità, nei tre piani : spirito,
anima e materia.
Potremo continuare ancora per molto sulle caratteristiche del numero
666, ma non è questa la sede adatta, questi esempi ci servono
solamente per mettere in luce le relazioni esistenti tra il numero 47,
che è l’oggetto del nostro studio, e il numero 666 che è il numero
dell’Apocalisse (13:18) e il 66 che è il numero di Allah. Ognuno potrà
trarne le riflessioni e conclusioni che riterrà opportuno, ma come non
intravedere che il suono divino, l’AUM, non sia strettamente legato al
mondo degli Arcangeli e all’onnipotenza di Allah? Come non vedere
che le varie tradizioni religiose e spirituali non si intersechino nella
31
matematica sacra, nei calcoli dell’ilm-ul-huruf?
Abbiamo anche accennato al fatto che gli yogi affermano che
cantando l’AUM, la lettera M dovrebbe avere una durata di almeno tre
volte della sillaba AU. Ebbene, l‘ilm-ul-huruf conferma questo
assunto. AU= A + U= 1 + 6= 7
M= 40 La matematica ci
dimostra che la proporzione è rispettata: infatti, la durata di tempo
della Mim è circa cinque volte superiore al suono della sillaba AU;
quindi più del minimo richiesto.
E la lode appartiene ad Allah, Signore dei Mondi.
1. Sri Chinmoy, Meditazione, The Golden Shore Edizioni, Milano,
2004
2. Guenon René, Simboli della Scienza Sacra, pag 129-130,
Adelphi, 2000
tratto da:www.tradizionesacra.it
I 99 NOMI DI DIO NELL'ISLAM
(Da notare il simbolismo del numero 66 ,si rovescia nei nomi di Allah,ovvero 99 nomi)
N.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
Arabo
Allah1[1]
Al-Rahman
Al-Rahim
Al-Malik
Al-Quddus
Al-Salam
Al-Mu'min
Al-Muhaymin
Al-Aziz
Al-Jabbar
Al-Mutakabbir
Al-Khaliq
Al-Bari'u
Al-Musawir
Al-Ghaffar
Al-Qahhar
Al-Wahhab
Al-Razzaq
Al-Fattah
Al-ʿAlim
Al-Qabid
Al-Basit
Al-Khafid
Al-Rafi'
Traduzione
Dio
Il Misericordioso
Il Compassionevole
Il Sovrano
Il Santo
La pace
Colui in cui si ha fede
Il custode
Il potente
Colui che costringe al Suo volere
Il cosciente della Sua grandezza
Il creatore
Colui che ha creato l'evoluzione
Colui che dà forma
Colui che tutto assolve
Colui che prevale
Il munifico
Il sostentatore
Il giudice
Il sapiente
Colui che chiude la mano
Colui che apre la mano
Colui che umilia
Colui che eleva
32
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
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53
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58
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62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
74
Al-Muʿizz
Al-Mudhil
Al-Samiʿ
Al-Basir
Al-Hakam
Al-ʿAdil
Al-Latif
Al-Khabir
Al-Halim
Al-Adhim
Al-Ghafur
Al-Shakur
Al-Ali
Al-Kabir
Al-Hafiz
Al-Muqit
Al-Hasib
Al-Jalil
Al-Karim
Al-Raqib
Al-Mujib
Al-Wasiʿ
Al-Hakim
Al-Wadud
Al-Majid
Al-Baʿith
Al-Shahid
Al-Haqq
Al-Wakil
Al-Qawwi
Al-Matin
Al-Wali
Al-Hamid
Al-Muhsi
Al-Mubdi'
Al-Mu'id
Al-Muhyi
Al-Mumit
Al-Hayy
Al-Qayyum
Al-Wajid
Al-Majid
Al-Wahid
Al-Samad
Al-Qadir
Al-Muqtadir
Al-Muqaddim
Al-Mu'akkhir
Al-Awwal
Al-Akhir
Colui che dà potenza
Colui che umilia
L'audiente
L'osservatore
Il Giudice
Il giusto
L'Amabile
Il ben informato
Il paziente
L'immenso
Il perdonatore
Il riconoscente
L'altissimo
Il grande
Il protettore
Colui che sostenta
Colui che valuta
Il sublime
Il generoso
Colui che veglia
Colui che risponde
Colui che tutto abbraccia
Il saggio
Colui che ama
L'illustre
Colui che resuscita
Il testimone
La verità
Colui che procura ogni cosa
Il forte
Colui che è potente
Il patrono
Il degno di lode
Colui che tiene il conto
Colui che palesa
Colui al quale ogni cosa ritorna
Colui che dà la vita
Colui che dà la morte
Il Vivente
L'Esistente di per Sé
Colui che è perfetto
L'Illustre (? vd. n. 49)
L'Uno
Il Persistente, l'Eterno
Il Potente
L'Onnipotente
Colui che aiuta
Colui che fa retrocedere
Il Primo
L'Ultimo
33
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
86
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
Al-Dhahir
Al-Batin
Al-Wali
Al-Muta'ali
Al-Barr
Al-Tawab
Al-Muntaqim
Al-Afuww
Al-Raʾuf
Malik al-muluk
Dhu l-Jalali wa l-ikram
Al-Muqsit
Al-Jamiʿ
Al-Ghani
Al-Mughniy
Al-Muniʿ
Al-Darr
Al-Nafi
Al-Nur
Al-Hadi
Al-Badiʿ
Al-Baqiʿ
Al-Warith
Al-Rashid
Al-Sabur
Colui che si manifesta
L'Invisibile
L'Alleato
Il Consapevole della Sua altezza
Il Caritatevole
Colui che riceve il pentimento
Il Vendicatore
Colui che tutto cancella
Il Dolcissimo
Il re dei re
Colui che è colmo di maestà e magnificenza
Colui che soppesa
Colui che riunisce
L'Indipendente
Colui che procura l'abbondanza
Colui che impedisce
Colui che nuoce
Il benefattore
Colui che illumina
Colui che guida
L'Incomparabile
L'Eterno
L'Erede
Colui che ben guida
Il Paziente
IL NUMERO 666 NEL CRISTIANESIMO (3)
Dopo la breve trattazione sull'islam,vedremo come il numero 666 si è fatto strada nel cristianesimo,
anteriore all 'islam stesso e posteriore all 'ebraismo. C’è da dire, però, che questo numero è molto
più antico di queste tre religioni, in quanto compare già nella matematica pitagorica.
2Il numero 666 e la tetraktis di Pitagora
Riflessioni inedite e coerenti aprono una nuova via nell'interpretazione del numero 666
di Capotummino, Umberto
La tetraktis è quella formulazione numerica con la quale Pitagora ci ha
tramandato l’antico metodo d’accesso ai codici numerologici e alle metafore
34
degli antichi testi. Egli sosteneva che il numero quattro è l’ultimo numero che si
ottiene passando dal punto alla linea, dalla linea al piano e dal piano allo
spazio. Speusippo riporta che il numero dieci contiene in sè le connotazioni
lineari, piane e solide del numero stesso, perché 1 raffigura un punto, 2 una
linea, 3 un triangolo e 4 una piramide. Monade, diade, triade e tetrade
comprendono quindi il tutto: il punto, la linea, la superficie e il mondo solido. La
tetraktis veniva quindi scritta così:
1 +2 + 3 + 4 = 10
Oltre a questa tetraktis fondamentale gli antichi autori ne consideravano altre,
riferendosi agli stessi concetti. Plutarco in” Iside e Osiride”, cap. 75, riferisce di
una tetraktis complessa formata dalla polarizzazione di due quaterne, essa
prendeva il nome di “ Mondo”:
“La cosiddetta tetraktis, ossia il trentasei, era la forma più alta di giuramento,
come è stato rivelato, ed ha avuto il nome di Mondo perché è formata dalla
somma dei primi quattro numeri pari e dei primi quattro numeri dispari”
Dal molteplice 2, in una serie di quattro numeri pari, all’unità 1, in un serie di
quattro numeri dispari, sino alla manifestazione del “Mondo” 36, per duplice
pulsazione quaternaria della decade (1 +2+3+4= 10 ), si dà l’espressione
completa della tetraktis:
2 + 4 + 6 + 8 + 1 +3 + 5 + 7 = 36
La somma della serie dei numeri dispari dà 1 + 3 + 5 + 7 = 16 che è il
quadrato del 4.
La somma della serie dei numeri pari dà 2 + 4 + 6 + 8 = 20 che è il doppio
della decade.
Considerata nel suo insieme è in altro ordine una formulazione dell’ottonario:
1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 +7 + 8 = 36
Questo procedimento, detto addizione teosofica, viene utilizzato da San
Giovanni nel formulare le metafore dell’Apocalisse, riferite a cicli astrologici.
Presentata la prima bestia che sale dal mare, la cui manifestazione si dà, nel
semiperiodo di 360°, per chiave settenaria: 7×180 = 1260 giorni, ovvero 42
mesi, nei quali questa prima bestia esercita la sua potestà:
“Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna
dieci diademi… E il drago le diede forza, il suo trono e le sua potestà grande…
35
con il poter di agire per quarantadue mesi (Apocalisse 13, 1-5)
la metafora ha il suo compimento nella seconda bestia che sale dalla terra la
cui epifania si compie per cifra ottonaria:
“Quanto alla (seconda) bestia, che era e non è più, è ad un tempo l’ottavo re e
uno dei sette, ma va in perdizione” (Apocalisse 17, 11)
Verifichiamo che, sommando i primi 36 numeri interi secondo il procedimento
dell’addizione teosofica, avremo:
1 + 2 + 3 + 4 + 5 + 6 + 7 + 8 + 9 + 10 + 11 + 12 + 13 + 14 + 15 + 16 + 17
+ 18 + 19 + 20 + 21+ 22 + 23 + 24 + 25 + 26 + 27 + 28 + 29 + 30 + 31 +
32 + 33 + 34 + 35 + 36 = 666
Nicomaque da Gérase nel XII secolo, definendo il numero con N , esprime la
formula generatrice dei numeri triangolari nella forma del semiprodotto del
numero N moltiplicato lo stesso numero N aumentato di una unità:
N×(N+1)
——————
2
Nel nostro caso particolare:
36 × (36 + 1)
—————— = 666
2
Quindi questo numero è correlato alla composizione di quadrati magici e difatti
notiamo che il quadrato cabalistico del Sole ha 36 camere ed ogni suo lato
contiene 6 file di numeri la cui somma dà 111, valore che moltiplicato per le sei
file di ogni lato del quadrato dà 666.
36
Il numero in questione è identico al valore dei talenti che venivano portati a
Salomone ogni anno:
“La quantità d’oro che affluiva nelle casse di Salomone ogni anno era di
seicentosessantasei talenti” ( I Re, 10,14. Confronta: II Cronache, 9, 13)
L’allegoria rivela che il numero dei talenti, 666, stabilisce un rapporto con un
periodo compiuto e formalizzato, identificato nelle parole bibliche “ ogni
anno” , che vale come ipostasi temporale sottesa alla somma teosofica del
numero 36 e al correlato quadrato del sole di 36 camere; ne consegue che
nell’ambito delle sacre scritture il nome d’uomo cui San Giovanni segretamente
si riferisce, nella metafora e nella cifra 666, associata alla bestia, è il nome di
Salomone:
“Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia. Essa
rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei” (Apocalisse,
13, 18)
Il nostro assunto concorda con il pensiero di René Guénon secondo cui il numero
666
“E’ anzitutto un numero solare, è quello di Hakathriel o Angelo della Corona”
( Il re del Mondo cap. V)
37
Guenon specifica che si tratta dell’Angelo della corona di Khether posta a
oriente sulla prima Sephirah dei 10 sentieri dell’Albero della Vita. Quest’angelo
siede in trono, signore delle schiere degli angeli roteanti sull’asse del Cosmo.
Crediamo che per primo San Giovanni, nel formulare la sua metafora
escatologica, abbia tratto spunto dalla dottrina egizia dei decani che in numero
di 36 attraversano il cielo in una ronda su cui si fonda il calcolo del numero
666.
“Si portano qui le figure degli dèi del Sud e del Nord per te, con 36 nomi, tu vai
come se essi fossero un’unica anima completa, li devi adorare in cielo, tu sei
sotto le stelle dei 36 decani” ( Papiro Bulak n° 3)
Questa anima completa, che ha la stella Sothis, primo dei decani, come regina
della ronda, è riportata da San Giovanni con l’immagine di un’ora, la quale è
presieduta da dieci re i quali:
Non hanno ancora ricevuto il regno, ma riceveranno potere regale, per un’ora
soltanto insieme con la bestia” ( Apocalisse, 17, 12)
Si determina la sincronia che vede in cielo trascorrere l’intero circolo dei 36
decani quando all’orizzonte dell’eclittica- per la metafora considerata- sorge
un’ora simbolica, durante la quale si esplica la potestà d’ognuno dei dieci re,
che a turno declinano. L’ora simbolica è attraversata da un re-decano ogni dieci
giorni. Ed è proprio l’ottavo re, come sopra nella metafora giovannea, che
fonda la manifestazione del tempo che ha origine - e si disperde in perdizione nel segreto dell’ottonario. (*)
Ma ancor prima di quanto scritto da San Giovanni, leggendo la Formula ottava
del Libro dei Morti degli Antichi Egizi, troveremo la prima formulazione del
segreto,
Formula 8 ª :
“Si chiude l’ora. Io sigillo la testa di Thoth che rende potente l’Occhio di Horo
ed io ho riempito l’Occhio di Horo che splende come un ornamento sulla fronte
di Ra, padre degli dei. Io sono questo Osiride signore dell’Amenti. Osiride che
conosce la sua Formula”
Tanto basti per potere affermare che l’ottonario costituisce il segreto di base
nelle antiche codificazioni delle dottrine esoteriche.
38
Umberto Capotummino
tratto da:http://www.esonet.org/index.php/articoli/34-articoli-studi-sullantico-egitto/395-il-numero666-e-la-tetraktis-di-pitagora
L'AGNELLO E IL NUMERO 666
Premetto subito che il numero del nome di Gesu' in greco antico è 888 da cui deriverà la formula
teosofica (o numero segreto )36 36 36 poiche' 1+2+3+4+5+6+7+8=36 avremo a sua volta un
triplice 666 che incolonnato uno dopo l'altro avremo la somma finale di 1998 e quindi
1+9+9+8=27=2+7=9 il numero nove indica,come gia visto nel nome di dio una nuova serie di
numeri quindi il 10 e sarà 1+0=1 il numero dell'unità il numero di Dio.Poichè il verbo è' preceduto
dal Padre,si potrà dire come in Giovanni 1:1 In principio era il verbo, il verbo era presso Dio e il
verbo era Dio.
Comunque c'e' da dire che il numero nove e il numero sei indicano rispettivamente perdizione e
salvezza ,nel senso che nel numero 666 abbiamo una doppia chiave di lettura come riportato in
Giovanni 3:14,15.che recita:”e,come Mose' innalzò il serpente nel deserto così bisogna che il figlio
dell'uomo sia innalzato,affinchè chiunque crede in lui abbia vita eterna.Questi passi evangelici si
riferiscono al libro dei Numeri al capitolo 21 versi 6 e 9 (neanche a farlo apposta! )che in occasione
dell'ennesima disubidienza a Dio,il popolo di Israele riceve una punizione esemplare da parte di Dio
con il morso di serpenti inviati nell'accampamento israelita.i due passi recitano così: 6,allora
l'Eterno mandò fra il popolo dei serpenti ardenti i quali mordevano la gente,e molti israeliti
morirono,9,Mosè , allora, fece un serpente di bronzo e lo mise sopra un ‘asta;e avveniva che
chiunque sarà morso e lo guarderà, vivra'.
Qui è' chiaro che il riferimento al serpente è Gesù detto il Cristo,che ha il potere di togliere la vita o
di darla,in riferimento ai numeri 6 e 9 come descritto sopra.
Un altro riferimento evangelico che conferma la mia tesi lo abbiamo in Matteo 25:31-46 che si
riferisce alla fine dei tempi.
Il Sacro Serpente della Tradizione
(15/05/2005)
39
Sarebbe uno sgarro alla Tradizione Iniziatica non parlare di questo simbolo così comune a tutti i popoli della
Terra, che si palesa svariate volte nei testi sacri: questi simbolo è niente meno che il Serpente!
Per tantissimi secoli l'hanno paragonato alla negatività più assoluta e la religione Cattolica addirittura l'ha
identificato con lo stesso Satana in persona. Niente di più falso e sbagliato!
Ovviamente questa affermazione si basa sul racconto della Genesi e sul Peccato Originale, che fu erroneamente
interpretato scaricando nel Serpente tutto il male dell'umanità.
Bisogna veramente essere ingenui per credere che tutto ciò sia realmente accaduto.
Il miracolo del serpente di bronzo.
(particolare)
Bronzino (1503-1572)
Invece se andiamo a cercare nell'iconografia del passato, troviamo la figura del Serpente sulla testa dei Faraoni, in
India corona le teste delle diverse divinità, i primi cristiani lo collocavano addirittura sulla croce e solo
successivamente misero al suo posto la figura dell'uomo Gesù. I Cattolici lo rappresentavano sotto i piedi
dell'Immacolata Concezione. I Cinesi e altri paesi orientali lo hanno trasformato in un Drago, ma rimane lo stessa
cosa, è lo stesso simbolo. Mosè nel deserto lo trasforma nel Serpente di Bronzo e lo sistema su un Tao. Nel centro
america era il Serpente Piumato, mentre la nostra Tradizione Occidentale attualmente lo rappresenta nel Caduceo
40
di Mercurio, simbolo della medicina e dei medici. Anche i farmacisti lo utilizzano per identificarsi, così si può
vedere un Serpente attorcigliato al gambo di una coppa, a volte anche due, con le teste nell'atto di versare il loro
veleno nella coppa.
Questi sono soltanto alcuni esempi, per non parlare dell'Alchimia dove i simboli con il Serpente si sprecano.
Anni fa durante la mia ricerca mi dicevo che questo simbolo racchiudeva sicuramente qualche importantissimo
messaggio, come per esempio l'Ouroboros, il Serpente che si morde la coda e che ha scritto al centro “Uno è
Tutto”, oppure il simbolo del Serpente trafitto da una freccia usato dal Grande Fratello Cagliostro che significava
la “fissazione del volatile”.
Si può ancora continuare quasi all'infinito a portare esempi di questo genere, ma adesso vediamo di chiarire e di
capire la nostra “parentela” con questo essere rettiloide e il perché ce lo portiamo appresso. E soprattutto perché
popola anche il nostro inconscio manifestandosi sovente nei nostri sogni.
Fu così che una notte mi venne un piccolo chiarimento in due sogni consecutivi.
Nel primo sognai che ero di fronte ad una grande pietra rettangolare dove sopra era distesa una giovane nuda. Ad
un certo punto apparve un grosso Serpente multicolore che iniziò a mangiarne le carni fino a quando rimase solo
lo scheletro. Ero disperato, perché da subito volevo avvisarla, ma le parole non uscivano dalla mia bocca. Poi vidi
il rettile rigonfio di tutto quello che aveva mangiato traslarsi verso un altro corpo disteso su una pietra simile,
posta accanto alla precedente, ma di sesso maschile. Continuavo ad essere disperato, perché non c'era possibilità
di svegliarlo e anche se gesticolavo, non riuscivo ad articolare alcuna parola.
Michael Maier, Atalanta fugiens, Oppenheim,
1618
Allora vidi quel bellissimo Serpente, dai colori sfavillanti, salire sul corpo del giovane, distendersi su di lui,
appiattirsi coprendo con la sua pelle tutta la cute del giovane e confondendosi con essa scomparire in lui.
Vidi quel corpo diventare bellissimo e luminoso, prendere vita, sedersi e sorridere di felicità, mentre una voce
fuori campo disse: “Con questo metodo si rinasce a nuova vita…”
Il secondo sogno era molto simile a questo, ma il soggetto questa volta ero io, così ve lo risparmierò, poiché il
41
significato è simile in tutto e per tutto.
Ecco allora che il Serpente, anche se sembra “brutto”, negativo, e molte volte fa senso vederlo, e altre infonde
paura e ribrezzo, si profilava come un metodo di salvezza e rinnovamento.
Capì allora, o per lo meno è quello che compresi, che tutte le Tradizioni attraverso questo simbolo ci
trasmettevano dal passato remoto un messaggio che, se intuito, capito e com-preso, può significare la seconda rinascita così desiderata e voluta in tutte le epoche della Storia dell'uomo.
Adesso cercheremo di capire dove si trova per analogia il
“Serpente” in noi.
Vi svelerò una frase Massonica che recita: “Adonai Al-ma Nahash Betohy?” che significa: “Dio, perché il
Serpente è in me?”. Sembrerebbe che questa frase fu data come “Parola di Passo” da Salomone, il Re Saggio, ad
Hiram Abiff da pronunziare tutte le mattine al sorgere del Sole.
Questo può significare soltanto una cosa, che nelle nostre interiorità abbiamo qualcosa che rassomiglia a questo
animale. Infatti la dottrina indù ci parla di un Serpente attorcigliato e dormiente nella parte bassa della colonna
vertebrale, ossia nell'”Osso Sacro”; ed ecco un altro enigma: perché Osso Sacro? Perché è divino e sacro “quello”
che nasconde in quel luogo?
I testi dicono che quando “questa energia” si sveglia, si alza come un Serpente lungo la colonna vertebrale e
passando per alcuni punti, detti Chakras, che l'Apocalisse di Giovanni chiama Chiese, li attiva aprendoli e salendo
fino all'ultimo nella testa, chiamato “loto dai mille petali”, dove avviene l'illuminazione dell'individuo.
C'è un altro particolare che ci fa pensare a cui è difficile trovare una risposta. Abbiamo nel nostro cranio, nella
parte posteriore, il “famoso” cervelletto che la Scienza ci indica come residuo rettiliano o rettiloide da quando
l'uomo era per metà bestia. Cosa questa che non soddisfa la mia curiosità. Ci deve essere qualche altra risposta a
questo mistero del Serpente. Ma cosa può essere?
Ci sono delle antiche iscrizioni in alcuni calici del XIII secolo che dicono:
“Serpens Christum notat in cruce passum”
42
(Il Serpente indica il Cristo sofferente sulla croce).
Un altro molto simile:
“In cruce dum patitur hoc Christus in angue notatur”
(Appeso sulla croce il Cristo è rappresentato da un Serpente)
“Serpentis signum Christum notat in cruce passum”
(Il segno del Serpente indica il Cristo che soffre sulla croce)
“Qui contemplaretur anguem, vitae reoarantur”
(Chi contempla il Serpente si rigenererà nella vita)*
* Frasi prese dal libro “Le Bestiaire Du Christ” di L.Charbonneau – Lassay, Ed. Archè Milano.
Sembrerebbe allora che il Serpente e tutte le sue varianti siano l'emblema del Cristo Redentore e Misericordioso,
appeso sul legno della Croce per la guarigione la salute degli esseri umani! Questa affermazione è una cosa
grossa! Non vi pare?
Che vorrà significare che il Serpente e il Cristo, ossia l'Energia Cristica, e non l'uomo Gesù, siano una medesima
cosa?
E che questo Serpente-Energia-Cristo si trova in ogni uomo e che per deviarci dalla verità, coloro che detenevano
il potere, ci cambiarono le carte in tavola…?
Dopo queste poche analogie sul Serpente, poiché ve ne sono tantissime ancora, si può stabilire l'importanza di
questo simbolo universale.
Si deduce che il Serpente è un simbolo di salvezza, di medicina e di guarigione!
43
E che non è per niente negativo o malvagio, ma tutto il contrario, giacché i primi cristiani lo chiamavano e lo
paragonavano al Cristo stesso, ossia all' Energia, Principio di Vita, Principio Creatore che si palesa
nell'Energia dell'Eros o più semplicemente nel sesso.
Siamo arrivati a “capire” questo Simbolo e a riportarlo all'uomo, ossia a noi.
Adesso voglio raccontarvi una favoletta con l'intenzione di invitarvi a pensare, ad usare lo strumento che abbiamo
per non essere presi in giro con false interpretazioni:
<<Un dì qualunque, milioni di anni fa, gli dei (esseri intelligenti provenienti da pianeti di sistemi diversi) decisero
di creare un “super essere” contenente la memoria di tutti loro affinché durasse per sempre. Una sorta di
immortalità conservata in questo uomo eretto che, forse, era colui che meglio si adattava a questo esperimento.
Le razze di questi esseri, dei intelligenti per noi, erano tre o quattro o forse più.
La prima, forse proveniente dalle Pleiadi, erano piccoli di pelle bianca e luminosa. Con occhi neri, grandi e
profondi.
La seconda razza, invece, era quasi umana, alti, biondi, con capelli lunghi, forse di Sirio, molto belli.
La terza razza invece era rettiloide, una sorta di uomini serpenti, molto simili ad un coccodrillo eretto, però molto
evoluti, come le altre due razze, forse provenienti da Arturus o Andromeda.
Tutti d'accordo si diedero appuntamento nel nostro pianeta e ipso facto misero in piedi un grande laboratorio per
operare tali esperimenti.
Per arrivare sulla nostra Terra ogni razza utilizzò i mezzi disponibili a seconda della tecnologia disponibile in quel
momento.
Fu così che presero dei campioni di quello che fu realmente il nostro antenato, ed è probabile che dopo tantissimi
esperimenti riuscirono a “combinare” i diversi codici genetici con quello del Primo Adamo, nostro antenato e
padre.
Che successe dopo?
Qui la favola si aggroviglia e diventa molto lunga. La questione è che passarono le ere, i cicli si inseguirono uno
dopo l'altro, e questi semi genetici, seminati nell'uomo, cominciarono a germogliare e l'uomo divenne un essere
sempre più intelligente e pensante come lo erano i suoi progenitori, ossia gli stessi dei del Cielo.>>
44
Bene, voi lettori vi domanderete cosa c'entri questo racconto con il rettile-Serpente della nostra ricerca.
C'entra eccome!
Quetzalcoatl, il Serpente Piumato.
Divinità Azteca
Ecco perché c'è un “serpente” dentro di noi: è nella nostra memoria genetica e fa parte di noi, come fanno parte le
altre mappature genetiche degli altri esseri.
Noi umani siamo come uno scrigno dove conserviamo la somma di tutti questi creatori che la Bibbia chiama
Elhoim, gli Dei!
Questo benedetto patrimonio genetico viene conservato in ogni uomo con tutta la memoria dell'Universo.
Però, c'è un però, quasi il 90% di questo sapere universale dorme nella memoria dell'uomo in scomparti chiusi
(ecco il libro dei Sette Sigilli chiuso nell'Apocalisse di Giovanni che ci invita ad aprire).
Il problema che si presenta a tutti coloro che hanno un residuo di questa memoria è il come accedere a queste
informazioni.
L'aiuto per fare questa operazione o la chiave di volta è nascosta nel simbolo del Serpente-Cristo. Infatti, quando
si parla di Salvezza o di Ri-nascita o di Guarigione o di attivare queste memorie, solamente il Serpente dentro
ognuno di noi potrà rompere i sigilli ed entrare in quei misteriosi sacrari dove si celano quei codici segreti che ci
potrebbero donare non soltanto l'immortalità, ma anche la vera conoscenza che ogni iniziato alle Arti Hermetiche
cerca da svariati cicli.
“Il Serpente è il Mercurio degli Alchimisti”
Il “Tractatus Aristotelis” contiene una frase notevole sul Serpente:
45
“Il Serpente è il più astuto di tutti gli animali della terra; sotto la bellezza della sua pelle mostra un volto innocuo,
è simile ad una materia ipostatica, si forma lui stesso per illusione quando è immerso nell'acqua, Lì esso raccoglie
le forze (virtutes) dalla terra; tale è il suo corpo. Poiché ha molta sete beve smodatamente al punto di inebriarsi e
fa sì che la natura alla quale è unito svanisca.
(tratto da “Psicologia e Alchimia” di Carl G. Jung, Ed Boringhieri)
A questo punto siamo giunti al Mercurio dei Filosofi, che equivale allo stesso Serpente della nostra ricerca, e
questo, a sua volta, sappiamo che rappresenta il Cristo.
Noi sappiamo anche che l'uomo è il Tempio Vivente, e il nostro Mercurio-Cristo abita il nostro corpo in forma di
Serpente; è proprio questa “energia”, che non può essere che divina, a “salvarci e mondarci dai nostri peccati”.
Infatti allora il Serpente si trasforma in “Agnus Dei”, che è più alla portata di tutti, che, come simbolo, non
impressiona come il rettile-Serpente e che per analogia si può anche mangiare.
Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del Mondo!
Cristo visto come un innocente agnellino che, usando le dovute analogie, ci libera dal male e ci prepara per la
Salvezza.
Torniamo indietro al mio sogno. Che cosa vedo fare al Serpente? Mangia un corpo di donna che non è altro che
l'Anima femminile, per poi trasformarsi in pelle luminosa nel corpo del giovane = Spirito maschile.
In questa maniera l'essere rettiloide, che fu co-creatore insieme ad altre divinità, si “immortalizza” attraverso di
noi, innocenti e inconsapevoli custodi di un patrimonio infinito, e tutti insieme, Tutti in Uno, ci reintegreremo al
Padre, ossia alla Magna Sorgente del Tutto per ricominciare nuovamente in più elevate dimensioni.
Forse?
Chi lo può sapere?
46
di Alfredo Di Prinzio
Articolo tratto da:http://www.kuthumadierks.com/pageopen.asp?r=isis&id=107
“I primi Cristiani furono pagani convertiti. Uno degli argomenti usati per convertire i pagani alla
Cristianità fu che Gesù il Cristo aveva più attributi solari di ogni altro dio. La sua faccia era anche
detta di risplendere come il Sole (Matteo 17:2).
Esaminando la logica metaforica di equiparare Gesù con Elio il Sole, ci si deve chiedere se c'è
qualche ragione logica o una conoscenza segreta di cui i primi Cristiani Gnostici fossero al corrente
per fare certi tipi di comparazione. C'è qualche connessione tra il Gesù risorto (8880) e il Quadrato
Magico del Sole il cui numero è 666?
Il Quadrato Magico del Sole, fu uno dei simboli più importanti usati per rappresentare il Sole
nell'antichità, perchè possedeva il simbolismo del numero perfetto "6". Un cubo ha 6 facce, i numeri
1,2,3 quando sono aggiunti o moltiplicati insieme sono uguali a 6 e la somma di tutti i numeri da 1 a
36 immessi in un quadrato magico di 6x6 sono pari al numero 666. Il quadrato è "magico" perchè la
somma di ogni riga o diagonale è pari al numero "111".
Come il nome di Gesù Cristo sono collegati al numero 666
Quando il Gesù risorto (8880) è posto sopra la griglia 6x6 del Quadrato Magico del Sole, si
scoprono cose molto interessanti.
* I numeri nel cerchio formano la lettera greca "X" che è il "segno" di Cristo.
* La circonferenza di ogni cerchio è di 140 unità, il valore di gematria esatto del titolo di Cristo ( =
1480)
* La somma di tutti i numeri nel campo del Quadrato Magico del Sole (666) aggiunti alla somma
dei numeri nei 12 cerchi del Cristo (222) è pari al numero di Gesù (888).
* La diagonale di ogni quadrato con il cerchio del Cristo è pari a 666 unità”.
La seguente conclusione è tratta da uno dei tanti forum sparsi su internet da un tale con nickname
Zetareticuli.
Anche i satanisti sono dello stesso avviso,da intenderci,non le sette sataniche che hanno riempito le
pagine di cronaca,ma bensì il sito ufficiale dei satanisti italiani che nulla ha a che vedere con i vari
omicidi e atti di vandalismo ai danni della Chiesa cattolica,ma bensì satanisti “pacifici”.Quindi da
sfatare l'accezione negativa verso i satanisti seri e in regola con la legge.
L'ideatrice del sito Unione Satanisti Italiani (U.S.I.) Jennifer Crepuscolo spiega sul suo sito:
Unione Satanisti Italiani è stata fondata l'11 agosto 2010 da Jennifer
Crepuscolo, una ragazza di ventun anni di origini ligure.
Questo progetto nasce con lo scopo di offrire alla gente una visione sul
Satanismo differente da quella cui è stata solitamente abituata.
Le principali religioni monoteiste odierne infatti, attraverso l'istituzione
scolastica, l'editoria e i mass-media, si sono adoperate nel dare alle persone
una scorretta informazione sul Satanismo, trasformando così il Dio del Culto
delle Origini, nel diavolo malvagio e cattivo su cui far ricadere ogni colpa e
bruttura umana.
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IL SATANISMO TRATTATO E RICONOSCIUTO DAL PROGETTO USI NON VIOLA IN
NESSUN MODO ED IN NESSUNA MANIERA LA LEGGE ITALIANA (art.19/21). DI
CONSEGUENZA, CI DISSOCIAMO TOTALMENTE DA OGNI FORMA DI
DELINQUENZA ED ILLEGALITA' CHE CERCA DI INCOLLARSI IMPROPRIAMENTE IL
NOME SATANA/SATANISMO O UNIONE SATANISTI ITALIANI SULLA PELLE.
Di seguito riporto un articolo che pare molto interessante:
666 IL NUMERO CHE RAPPRESENTA L'ESSENZA DELLA VITA
Ogni numero è una frequenza, un picco di oscillazione. Questo nelle antiche
scuole misteriche di derivazione atlantidea, si conosce da millenni, ed è da
sempre un concetto portante anche nella sacra disciplina della Numerologia.
I numeri sono l'espressione ordinata dei principi energetici delle matrici basate
sulle geometrie sacre e sui frattali che rappresentano il particolare piano
olografico di ciascuna dimensione. Per questo l'apparente caos che viviamo
ogni giorno a livello energetico, è mosso in realtà da un' imponente quanto
simmetrica orchestrazione di toni e frequenze suono/colore.
Tutto, a livello bio-molecolare, presenta una struttura matematicamente
ordinata, anche il famoso marchio della bestia, quello che abbiamo conosciuto
come il 666, sia nei testi biblici che nella tradizione massonico/misterica. E'
doveroso sottolineare però, che il 666 non ha necessariamente attinenza con il
diavolo, esso è un numero/frequenza che rappresenta una componente neutra
su cui la nostra coscienza collettiva successivamente ha appiccicato un
significato negativo, affiancandoci religiosamente il nome di Satana, (cioè la
bestia plasmata dai nostri incubi peggiori attraverso sistemi di credenze a
basso contenuto energetico, che hanno dato vita ad un cupo circuito mentale
in cui vi è riversato tutto il peggio che l'umanità ha accumulato nel corso dei
millenni). Il 666 invero, nella sua neutralità di tono, rappresenta un aspetto
basilare della natura di questa matrice olografica. Come tutti sanno infatti, il
nostro piano dimensionale è di natura carbonica, ossia è basato principalmente
sull'elemento del carbonio. Ora, se prendessimo una tavola periodica,
noteremmo che una atomo di carbonio presenta per l'esattezza 6 elettroni, 6
protoni e 6 neutroni; naturalmente, tutto ciò, non sarebbe affatto un caso. Il
666 è in effetti, la base elettromagnetica secondo la quale si aggrega la
materia; questo codice è il “La” della vita su questo pianeta, è la sequenza
chiave per la creazione ed è un indicatore numerico dell'ordine subatomico di
cristallizzazione.
Detto questo, se consideriamo la natura olografica dell'universo, vediamo che
questa frequenza (o serie di numeri che dir si voglia), appare ripetutamente
nelle varie culture lungo la nostra linea temporale, proprio perché rappresenta
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la formula di disposizione geometrica della materia ed è un simbolo cruciale
per chi si occupa di esoterismo.
Un'altra particolarità che potrebbe far riflettere riguarda il carbonio ed il
simbolismo spirituale. La correlazione tra i due è riscontrabile all'interno della
prospettiva atomico-orbitale. Alcuni chimici, anni or sono, hanno scoperto che
la nube elettronica di ogni elemento si dispone energeticamente in determinati
settaggi geometrici, diversi a seconda dell'elemento. Il carbonio in particolare,
presenta una nube in cui la sovrapposizione energetica degli atomi crea una
struttura tetraedrica, in cui ogni lato indica la zona all'interno della quale gli
elettroni passano più tempo ed il movimento di questi attorno al nucleo
procede
in
senso
spiraliforme.
E' interessante notare come da diverse angolazioni il movimento a spirale ci
permetta di cogliere simbologie a noi familiari. Se si guarda la nube attraverso
una prospettiva 2-d, essa sembra assumere l'inconfondibile forma di una
Svastica, così come da una prospettiva 3-d si scorge nettamente la forma di
un'Aumkara, mentre da altre angolazioni è possibile riconoscere i simboli
occidentali
dell'Alpha
e
dell'Omega.
Non ci si dovrebbe stupire allora del fatto che questi glifi siano presenti tanto
nella cultura occidentale che in quella orientale, essi stanno semplicemente a
rappresentare la natura divinamente informatica nella quale siamo imbevuti e
sono parte della nostra civiltà presente e passata, perché sia a livello inconscio
(per i molti) che a livello conscio (per chi ne sapesse i significati),
rappresentano la perfezione attraverso cui la luce si addensa e si cristallizza
nel nostro livello di coscienza (e non solo).
LUIGI TOTO
Tratto da:http://www.unionesatanistiitaliani.it/index.php?
option=com_content&view=article&id=54&Itemid=73
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INDICE
PAG.2 -INTRODUZIONE
-IL NUMERO 666 NELL'EBRAISMO
-IL NOME DI DIO
PAG.3 -IL SIGILLO DI SALOMONE
PAG.5 -SIGNIFICATO SPECIFICO DEI NUMERI
PAG.12 -METATRON:IL PICCOLO YHWH
PAG.19 -IL NUMERO 666 NELL'ISLAM
PAG.20 -IL NUMERO DI ALLAH,IL SUO QUADRATO MAGGICO E LA PURIFICAZIONE
PAG.26 -IL SUONO DELL'AUM E LA MATEMATICA ISLAMICA
PAG.32 -I 99 NOMI DI DIO NELL'ISLAM
PAG.34 -IL NUMERO 666 NEL CRISTIANESIMO
-IL NUMERO 666 E LA TETRAKTIS DI PITAGORA
PAG.39 -L'AGNELLO E IL NUMERO 666
-IL SACRO SERPENTE DELLA TRADIZIONE
PAG.48 -666 IL NUMERO CHE RAPPRESENTA L'ESSENZA DELLA VITA
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