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Se ti abbraccio non aver paura

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Se ti abbraccio non aver paura
Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana
Dipartimento scienze aziendali e sociali
L’attualità delle scienze sociali.
Se ti abbraccio
non aver paura
A colloquio con Franco Antonello
Quando ha deciso di partire per un viaggio
in America con suo figlio Andrea, affetto da
autismo, Franco non poteva certo immaginare
le conseguenze di quell’esperienza, trascritta in
un diario quotidiano per permettere ai familiari a
casa di partecipare alle loro avventure. Il diario si
è trasformato nel libro dello scrittore Fulvio Ervas "Se ti abbraccio
non aver paura" edito da Marcos y Marcos e ormai diventato un best
seller, tradotto in otto lingue e i cui diritti sono già stati ceduti per la
realizzazione di un film. Franco Antonello, ospite del Dipartimento
nell’ambito del programma didattico “Socialmente” lo scorso 15 marzo,
ha raccontato la sua storia in un colloquio straordinario con studenti e
docenti del Bachelor in Lavoro sociale, che hanno avuto l’opportunità
di discutere con lui della sua esperienza.
“La scoperta della malattia di Andrea è stata devastante
come uno tsunami. Mi ha tolto ogni sicurezza e mi ha costretto
a ripensare alla mia vita e alla vita della nostra famiglia.”
Il libro inizia così. Ma come è nata l’idea di questo viaggio?
Le ragioni sono state molteplici: il desiderio di dare un po’ di libertà
a mia moglie e a mio figlio Alberto che sono molto impegnati
nella cura di Andrea, il rifiuto di considerare Andrea una persona
condannata a vivere dentro le mura di casa, la voglia di realizzare un
mio vecchio sogno: attraversare l’America in moto.
Difficile immaginare che la scelta sia stata condivisa dai
medici e da chi segue Andrea…
In effetti tutti non facevano altro che dirmi che mio figlio aveva
bisogno dei suoi punti di riferimento, della sua quotidianità
e che un’esperienza di questo genere sarebbe stata troppo
destabilizzante per lui.
E invece?
Invece non l’ho mai visto così allegro, felice ed incuriosito rispetto
alle persone che abbiamo incontrato e ai luoghi che abbiamo visitato.
Quanto è importante, secondo lei, la diversità di approccio di
queste culture rispetto al disagio di Andrea?
È fondamentale perché Andrea si è sempre sentito accolto, nessuno
si è spaventato o allontanato dalla sua realtà e penso che lui lo abbia
apprezzato molto. Ha incontrato una ragazza, ha fatto amicizia con
Jorge, un ragazzo coi suoi stessi problemi, aggravato da una difficile
condizione fisica e da una condizione di vita poverissima, è stato
invitato ad una festa… insomma ha potuto vivere liberamente in
un contesto favorevole.
#15 Newsletter _ Marzo 2013
Ma come vive Andrea l'improvviso successo del libro?
Questo è forse il risultato più importante di questa esperienza.
Dopo il viaggio e dopo il successo del libro, è diventato molto fiero
di sé, ha acquisito forza e fiducia in sé stesso e questo è l’aspetto
che mi rende più felice.
Suo figlio ha la fortuna di avere una famiglia che può
supportarlo a vari livelli ma spesso chi soffre di questa sindrome
non può disporre di queste risorse…
So che può sembrare assurdo dire di Andrea che è un ragazzo
fortunato ma da questo punto di vista sicuramente ha dei vantaggi
che altri non hanno. Io ho ceduto delle quote della mia impresa,
che si occupa di comunicazione, ai miei collaboratori, per poter avere
il tempo di seguire Andrea e per dedicarmi alla Fondazione “I Bambini
delle Fate”, che si occupa di raccogliere fondi per progetti destinati
al settore del sociale.
Anche la sua Fondazione opera in modo innovativo…
Abbiamo scelto una formula particolare. Oltre 300 imprese hanno
deciso di contribuire con un importo mensile fisso e continuativo,
destinato a sostenere di volta in volta un singolo progetto.
Periodicamente aggiorniamo attraverso una pagina di un quotidiano
nazionale i nostri sponsor e la comunità sullo stato di avanzamento
del progetto. Ovviamente scegliamo aziende e progetti nella stessa
area territoriale, in modo da consolidare ancora di più il rapporto tra
chi opera in ambito economico e chi opera in ambito sociale.
In Italia ci sono ancora forti difficoltà da parte dell’assistenza
pubblica e l’integrazione del supporto dei privati si rende sempre
più necessario.
Ma, considerata la sua esperienza, quale aiuto concreto si può
ipotizzare per i malati di autismo?
Io sono un padre e non un medico. Non mi permetto quindi di
esprimere alcun giudizio da un punto di vista scientifico ma credo
che sia fondamentale cambiare mentalità e cultura rispetto a questa
malattia e, più in generale, rispetto alla disabilità.
Serve maggiore integrazione nella quotidianità, maggior
accettazione. Se ogni compagno di scuola di Andrea, gli dedicasse un
pomeriggio al mese, se lo portasse al cinema o a mangiare un gelato,
avrebbe molto da imparare e la sua qualità di vita cambierebbe,
così come cambia quando trova operatori dedicati ed appassionati
nello svolgimento del loro lavoro. Si immagini se in ogni quartiere si
costruisse una rete di relazioni capace di aiutare questi ragazzi, forse
non ci sarebbe bisogno di isolarli e magari potremmo vivere tutti in
una società più aperta e più ricca.
www.supsi.ch/dsas
Progetto Midada
Il valore sociale ed economico dell’inserimento
Sebbene in Svizzera il tasso di
disoccupazione giovanile sia inferiore
rispetto agli altri paesi europei, il rischio
è che, in alcuni casi, la condizione di
disoccupazione cronicizzi assumendo un
carattere permanente nell’assistenza,
in particolar modo per coloro che non
hanno concluso alcuna formazione.
Se si considera la situazione specifica del
Canton Ticino, la recente statistica relativa
all’aiuto sociale calcola a giugno 2012 tra
tutti i titolari di prestazioni assistenziali
una quota di 400 giovani (tra i 18 e 25
anni), pari al 11% del totale.
La precarizzazione delle condizioni di
vita dei giovani non risparmia dunque
il nostro paese e rende urgente un
riorientamento delle politiche economiche
e sociali. In questo contesto, nel 2010 la
Fondazione Il Gabbiano ha promosso il
progetto di intervento pubblico Midada
per occuparsi di giovani particolarmente
a rischio di un’esclusione duratura dal
mercato del lavoro. Dal verbo romancio
midar, l’etimologia del nome significa
cambiamento, perché vuole rappresentare
un’opportunità per lo sviluppo nelle vite
di giovani gravemente esclusi a livello
lavorativo e sociale.
Commissionato dall'ente promotore, in
collaborazione con il Cantone, lo studio
svolto dalla ricercatrice DSAS Anna Bracci,
ha valutato il progetto durante la sua fase
sperimentale 2010-2011.
Progetto Woods and Friends
Un intervento di peer education
in Sud Africa
Nell’ambito delle attività di ricerca in Lavoro
sociale, è stato raggiunto l’accordo per la
realizzazione di un progetto in Sud Africa
denominato Woods and Friends. Il progetto
si svolge a Masiphumele, una baraccopoli di
Città del Capo con una popolazione di circa
40'000 persone. Si stima che il 40% della
comunità sia infetto da HIV e/o tubercolosi.
Il tasso di disoccupazione tra la fascia della
popolazione adulta si attesta tra il 70 e l’80%.
Bambini e adolescenti che crescono in tale
ambiente di degrado e povertà diventano
facili vittime dell’alcool, di venditori di droghe
e della mancanza di prospettive. Fattori
questi che concorrono a ridurre i legami e la
dignità della comunità, oltre che la propria
possibilità di autodeterminazione. Per questo
motivo è stato messo a punto un progetto
che si pone come obiettivo di prevenire gli
abusi di droga ed alcool, la diffusione di HIV/
Aids, le gravidanze precoci e le forme di
devianza nei giovani, creando le basi per lo
sviluppo di un cittadino attore del proprio
benessere e di quello della sua comunità.
Il progetto è finanziato dalla KFH - Sviluppo
e Cooperazione ed è iniziato a luglio 2012. È
condotto dal Dipartimento scienze aziendali
e sociali in collaborazione con la Facoltà
di Educazione e scienze sociali della Cape
Peninsula University of Techonolgy. Lo
scorso febbraio un team della SUPSI si è
recato sul posto per partecipare alla fase
di formazione dei peer-mentors e per uno
scambio sulla trasferibilità dell’approccio
peer education al contesto specifico.
Il team è coordinato da Wilma Minoggio,
direttrice DSAS ed è composto dai ricercatori
Igor Sertori e Paola Solcà.
L'analisi dei suoi benefici si è svolta su
due livelli: i benefici individuali sui
partecipanti (sviluppo di nuove
competenze umane, miglioramento della
qualità di vita e del capitale sociale) e i
benefici pubblici per gli enti finanziatori (in
termini di riduzione degli aiuti pubblici e
incremento delle entrate pubbliche).
Abbiamo chiesto al Professor Christian
Marazzi di contestualizzare questa
indagine: “Una valutazione in questi
termini dell’investimento in capitale
umano, si inserisce nella riflessione in corso
sui cambiamenti di paradigma alla base del
Welfare State, in particolare il concetto di
investimento sociale.
La qualità di vita dei partecipanti
al progetto Midada è un obiettivo
qualificante, che completa quello del
reinserimento sul mercato del lavoro
che da alcuni anni caratterizza in modo
preponderante le politiche dello Stato
attivatore”.
Palcoscienza: la formazione a teatro
Charlie Brown e Mr. Spock:
come prendiamo le nostre decisioni
Palcoscienza è una serie di lezioni
spettacolo organizzate dalla Formazione
Continua del Dipartimento scienze aziendali
e sociali giunta con successo al suo quarto
appuntamento che ha visto protagonista
un’attività che ci riguarda tutti: prendere
decisioni. Lo scorso 5 marzo, presso
l’Aula Magna di Trevano, sono stati oltre
300 gli spettatori della presentazione
dal titolo "Charlie Brown e Mr. Spock:
come prendiamo le nostre decisioni"
tenuta da Matteo Motterlini, Professore
ordinario di Filosofia della scienza presso
l’Università Vita-Salute San Raffaele di
Milano. Nel corso della serata Motterlini
ha lanciato una serie di provocazioni,
con l’intento di dimostrare che quando
si tratta di prendere una decisione non
siamo effettivamente quei razionali e
fulminei calcolatori di “costi e benefici” che
popolano i modelli matematici dei libri di
economia. Negli ultimi anni le ricerche sui
processi decisionali ci dipingono più simili
a Charlie Brown che all’iper-razionale Mr.
Spock di Star Trek. In particolare l’evidenza
sperimentale mostra che alcuni degli errori
che commettiamo sarebbero la regola e
non l’eccezione: sono insidiosi e ostinati, e
ci portano, proprio come le illusioni ottiche,
a credere vere delle impressioni false.
L’ipotesi, avvalorata da una serie di recenti
studi sulla neurobiologia della razionalità,
è che le nostre decisioni siano il prodotto
di un’incessante negoziazione tra processi
“automatici” e processi “controllati”, tra
“affetti” e “cognizione”. I numerosi ospiti
hanno avuto così il privilegio di scoprire i
meccanismi che condizionano le nostre
decisioni quotidiane attraverso le trappole
mentali più comuni. Fedele al suo intento di
proporre concetti e idee al di fuori dell’aula
tradizionale, l’iniziativa Palcoscienza si è
confermata essere un’ottima occasione per
informare e formare attraverso dinamiche
coinvolgenti, emozionanti e divertenti.
Formazione continua
Come finanziare progetti
nell’ambito del lavoro sociale
La situazione economica critica e
la richiesta di un sempre maggior
autofinanziamento di enti e associazioni
che offrono servizi no profit, possono inibire
la motivazione e la creatività di operatori
sociali e culturali nell’ideazione e nello
sviluppo di progetti di prevenzione, di
animazione socio-culturale o di sostegno
ai cittadini in situazione di vulnerabilità. La
capacità di elaborare progetti innovativi e di
coinvolgere sponsor e fondazioni donatrici
diviene quindi sempre più indispensabile
per gli operatori del settore. Con questo
obiettivo, si è svolto il corso di formazione
continua “Finanziare un progetto:
collaborare con sponsor e fondazioni
donatrici”, per favorire la conoscenza
dei metodi e degli strumenti necessari
al miglioramento delle competenze di
management filantropico nell’ambito
del lavoro sociale. I temi trattati nelle
quattro giornate di lavoro in aula sono
stati: le caratteristiche e le peculiarità
dello sponsoring sociale, le principali fonti
di informazione in Svizzera e all’estero, i
criteri di elaborazione di una proposta di
sponsorizzazione, le modalità per stilare
una lista di potenziali sponsor e, per finire,
la sperimentazione delle procedure per
preparare e condurre una trattativa di
successo. Ma quali caratteristiche deve
avere un progetto per essere finanziato?
”Innanzitutto la proposta deve essere
esclusiva e corrispondere al profilo dello
sponsor o del finanziatore individuato afferma la docente, Dott.ssa Bortoluzzi
Dubach -. Il finanziatore si aspetta
informazioni esaustive sul richiedente
formulate in modo conciso e pregnante che
diano ragguagli precisi sull'organizzazione
che formula la richiesta. Si tratta di fornire
indicazioni tecniche ed operative e di
conoscere bene le esigenze e gli obiettivi
di entrambi gli interlocutori, tra chi
richiede un sostegno finanziario al proprio
progetto e chi deve erogarlo. Ritengo che
lo sviluppo di una maggior professionalità
in questo ambito, possa aumentare in
modo significativo la realizzazione dei
progetti in campo”. Il tema ha suscitato
un grande interesse tra i partecipanti e ha
proposto un interessante ed utile confronto
tra gli operatori che hanno partecipato
all’iniziativa.
Elisa Bortoluzzi Dubach,
consulente di Relazioni Pubbliche,
Sponsorizzazioni e Fondazioni,
docente presso varie università
e istituti di studi superiori in
Svizzera, Germania e Italia è
autrice di numerose pubblicazioni
e contributi specialistici apparsi
su quotidiani, riviste e manuali
tra i quali “Sponsoring dalla A alla
Z, Manuale operativo” (Milano,
2009, Skira Editore) e “Lavorare
con le Fondazioni, Guida operativa”
(Milano, 2009, Franco Angeli
Editore).
Open Day 2013
Il Bachelor in Lavoro sociale si presenta
Si è svolto il 23 marzo l’Open Day
organizzato dal Dipartimento scienze
aziendali e sociali. La giornata di porte
aperte, riservata ai futuri studenti del
Bachelor e alle loro famiglie, è stata
dedicata ad un viaggio alla scoperta del
Lavoro sociale e ha dato la possibilità a
tutti gli interessati di incontrare docenti,
professionisti e studenti che hanno
fatto conoscere il modello di studio del
Bachelor e la professione dell’operatore
sociale. La giornata si è aperta con il
saluto della direttrice Wilma Minoggio e
del responsabile del corso di laurea Pascal
Fara, che hanno sottolineato le principali
caratteristiche del percorso formativo e le
peculiarità dell’attività professionale. Hanno
fatto seguito le brevi presentazioni teoriche
alla scoperta dei temi del sociale da parte
dei professori Christian Marazzi e Graziano
Martignoni.
Dalla teoria si è poi passati alla pratica
con l’interessante filmato realizzato con
alcuni diplomati che hanno raccontato
la loro esperienza di studenti e di attuali
professionisti, testimoniando le specificità
dei profili professionali dell’educatore e
dell’assistente sociale, nonché la rapida
entrata nel mondo del lavoro dopo
la laurea. Ha seguito il colloquio sulla
professione nel territorio con Daniele
Intraina, Segretario generale ATIS e
Direttore di Ingrado - Servizi per le
dipendenze. Il viaggio è proseguito con un
percorso alla scoperta del Dipartimento:
i partecipanti, accompagnati da studenti
attualmente iscritti al corso di laurea,
hanno potuto ottenere, visitando diverse
postazioni, tutte le informazioni dettagliate
sull’offerta formativa. Questo momento
si è concluso con un quiz a squadre che
ha rappresentato un’occasione in chiave
ludica per rispondere a tutte le curiosità
e le domande degli interessati. Infine
uno standing lunch, organizzato con la
Fondazione Diamante, ha concluso la
mattinata. La manifestazione è stata
l’occasione per sottolineare l’importante
ruolo svolto dalle figure professionali
degli operatori sociali nel nostro Cantone,
nonché per fare conoscere in dettaglio
l’impegno formativo e professionale svolto
dal Dipartimento scienze aziendali e sociali
in questo settore.
Media
Web, stampa, tv per dialogare con i partner
L’attività formativa coinvolge in modo
sempre più frequente ed intenso i
partner del territorio e per questo si
rende necessario l’utilizzo di mezzi
di comunicazione che permettano di
mantenere vivo il dialogo con i diversi
pubblici di riferimento. Con questo obiettivo
è nata la pubblicazione “Apertamente
News”, giunta al suo quindicesimo numero.
La newsletter rappresenta lo strumento
ideale per informare enti, associazioni,
Dipartimento scienze aziendali e sociali
Palazzo E, CH-6928 Manno
T +41 (0)58 666 61 07, F +41 (0)58 666 61 01
[email protected], www.supsi.ch/dsas
studenti, docenti e collaboratori sulle
numerose iniziative del Dipartimento
nell'ambito del lavoro sociale. Da quest’anno
inoltre si è stabilita una collaborazione con
la testata “20 minuti” che, ogni martedì,
dedicherà uno spazio alla presentazione
di uno studente SUPSI. Questo originale
spazio di incontro è stato inaugurato da
Enrico Panicola, studente di Lavoro sociale,
che ha raccontato la sua esperienza di stage
in Bolivia. Un ulteriore canale è la pagina
Facebook che permette a studenti e docenti
di partecipare alla vita del Dipartimento,
offrendo commenti e contributi.
Tra le novità del sito web, che viene visitato
da un numero sempre più ampio di utenti,
sono state create due nuove sezioni:
una dedicata alla mobilità, con la
segnalazione di tutte le opportunità di
studio e stage, e una dedicata alla rassegna
stampa con la raccolta degli articoli
comparsi sulla stampa che parlano della
nostra istituzione.
Continuano anche per quest’anno
gli incontri di Time Out, condotti da
Alfonso Tuor, che affronta con l’aiuto di
autorevoli ospiti, temi di attualità sociale
ed economica. Il primo appuntamento,
sul tema del potere delle lobby, è stato
con Marcello Foa, direttore di Timedia;
seguiranno Franco Zambelloni, professore
di filosofia e Aldo Sofia, direttore del
Telegiornale RSI. Da sottolineare anche
la partecipazione di numerosi docenti del
nostro Dipartimento alla trasmissione di
TeleTicino “I conti in tasca”, rubrica televisiva
dedicata ai temi economici di maggior
interesse e al loro impatto sulla società.
“Il nostro obiettivo - sottolinea la direttrice
Wilma Minoggio - consiste nel comunicare
il nostro impegno nell’attività didattica
ma soprattutto la nostra attenzione e il
nostro sguardo su una realtà in continua
trasformazione per offrire possibili chiavi
di lettura sia ai nostri studenti sia agli
operatori del nostro settore.”
Per consultare tutti i numeri di Apertamente News
www.supsi.ch/go/apertamente-news
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