Preti contro la mafia: Intervista a don Cosimo Scordato
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Preti contro la mafia: Intervista a don Cosimo Scordato
ANTIMAFIA la mafia Preti contro Intervista a don a cura di Rosario Cosimo Mangiameli Scordato e E. Igor Mineo vuol dar voce a una delle tante articolazioni che qui si pubblica Scordato è animatore Don Cosimo antimafia presenti a Palermo. del L'intervista movimento Centro sociale San Saverio presso la chiesa di San del una all'Albergheria, e malan storico, povero Niccolò del centro in un quartiere popolare di esse siciliano se ne trovano, che ha la peculiarità nel capoluogo non è un caso isolato ma neanche re promossa da religiosi. A Palermo rappresen tativo dell'impegno antimafia della chiesa locale che tanto ha riempito le cronache realtà di base dato come radicata solo è di aver presentato dei giornali negli ultimi venti anni. Difetto di queste cronache di fronte agli avvenimenti sociali e politi della chiesa palermitana il protagonismo sulle figure e sugli eventi di volta in volta in evi ci, privo di sfumature, appiattito Arru il cardinale e le sue omelie antimafia, i gesuiti del Centro denza: Pappalardo di fronte al sacrificio estremo della pe, per poi scoprire don Pino Puglisi che altre e più umili realtà esistevano, uno stesso stile e a uno stesso linguaggio. vita di un sacerdote non come tutte riconducibili a di più immediato è stato, dunque, di osservazione quello Campo privilegiato misurare la tenuta o meno di uno dei car nel quale era agevole politico significato tra chiesa e Democrazia nazionale: dini del sistema quel collateralismo politico anche alla pre ha avuto espressioni cristiana che a Palermo originali in relazione a statuto speciale. E si pensi alle forti senza e al ruolo dell'autonomia regionale ovvero al Milazzo, all'operazione implicazioni religiose presenti nell'opposizione alla fine degli anni cinquanta; all'interno della De avvenuta la spaccatura Ruffini condusse contro lotta che nella stessa epoca la chiesa di Ernesto cristiano di Amintore Fanfani. del partito democratico rizzazione alla dura la secola L'intervista e tutta l'attività di Scordato, seguita qui fin dagli anni della forma che si è presen in luce una critica serrata a questo collateralismo, zione, mettono il linguag in questi ultimi anni, fino ad utilizzare differenti modalità tato secondo di «correggere» la De e di ricostruire la tentativo nell'estremo gio dell'antimafia e siciliano; fino alla nel tessuto palermitano politico presenza come la Rete, così diverso da quel secondo nuovo soggetto politico nella chiave di un più accentuato lico a lungo nel passato auspicato, smo, dalla gerarchia ecclesiastica. sua nascita di un partito catto anticomuni ec avallo della gerarchia si può parlare nel caso della Rete di un esplicito sullo scena I tempi però erano cambiati, crollate le ideologie, auspicata fin dagli anni incalzavano rio nazionale una «politica laica dei fatti». A Palermo Né clesiastica. settanta le guerre di mafia ed emergevano le responsabilità sempre 93 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions taciute del par Antimafia tito di maggioranza relativa, ma anche l'inanità dei partiti di opposizione, adagiati della politica che in Sicilia era nata prima (nell'ambito in una pratica consociativa il vuoto di dell'antimafia a morire. L'idioma e non accennava riempie regionale) di delle vecchie forza della un linguaggio ideologie, suggestione politico privato idioma è anche una for di indicare fatti e obiettivi nuovi. E forse questo incapace ma di attendismo al protagonismo rispetto to determinante degli equilibri alle giudiziaria l'attività piegare Coordinamento politici. proprie nei confronti divenuta l'elemen di una magistratura di Attendismo attivo, però, desideroso del accuse Da qui le infamanti esigenze. nient'affat dei giudici del pool antimafia anche «amiche». con forze politiche a omologazioni al di là delle po di notevole interesse, che va riesaminato e con esse i dif lemiche dell'epoca proprio per trovare le differenti accentuazioni, Su un terreno apparentemente della tematica antimafia. ferenti «bacini di utenza» si edificano criminale della malapianta comune di condanna strategie e si lanciano ricuciture delle alleanze che vanno nelle direzioni proponendo opposte, messaggi Ma anche i settori politicizzati scenari di una futura opposizione. o prefigurando simili. Gli studenti manifestano secondo modalità si esprimono esterni al Palazzo su Cosa rese note le sue propalazioni che si sono al grido di «viva Buscetta» dopo È una alla mafia che dà lavoro. invece inneggiano I borgatari Nostra. disoccupati O è un infettato l'intero corpo sociale? cultura mafiosa che ha irrimediabilmente antimafia a prestarsi un aspetto to disponibili E questo differenti con la le cose? Cose e di indicare di intendersi ormai comune concet in un unico estenuante e compressa parola. O è la politica screditata nelle sue sfaccetta a riapparire che sembra degno di essere formulato, to, l'unico di questo lontani dal Palazzo stare davvero ture? Bisogna per non essere partecipi alla fermata dell'autobus, in televisione idioma e protestare per una pozzanghera alla lotta che si svol nazionale assiste col fiato sospeso mentre l'opinione pubblica e le alchimie politiche dove si consumano comunale, più complesse ge in consiglio antimafia - sorretta, per quanto sottili e si gioca il futuro di una giunta - anch'essa modo stessa riguarda corrente Non la De, da tutti i vecchi apparati come Lima e Ciancimino. si tratta qui politici, contrassegnati stra, ma di contribuire certo dalla che a Palermo prendono i nomi un ventennio e semplificare criminale vocazione e calcolata di contrasti di svalutare micidiale a decostruire un «codice» da capi di Cosa No la complicata emergere si sono co «codice» questo facendo politici, sociali, culturali che dentro di tentativo il percorso E in questo marginale apparentemente vanno antimafia Le radici del suo impegno e dei suoi amici è d'aiuto. Scordato e radici nel che ha origini lontane e politica cercate in una maturazione teologica e sul ruolo della moderno sul ruolo della chiesa nel mondo culturale dibattito Mi di Francesco all'attività il ricorrente richiamo Non è casuale chiesa siciliana. trama me di interessi affastellati. chele merosi che alla storia Stabile e pregevoli L'intervista Niccolò ecclesiastica siciliana contemporanea ha dedicato nu studi. a Palermo, Rettoria il 1° marzo 1996. si è svolta all'Albergheria, Qual è il suo anche politica? percorso di formazione di San religiosa, Saverio, culturale Parrocchia di San e, eventualmente, Il mio percorso è scandito dagli anni del seminario, per lo più in epo ca pre-conciliare e durante la celebrazione del Concilio. Poi un periodo 94 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Preti contro la mafia romano di studio e approfondimento della teologia, nella Facoltà ponti ficia Angelicum. Quindi il ritorno a Palermo, con diversi tentativi di in in loco, serimento po, durata soltanto a partire da una prima presenza un anno (1973-74): un'esperienza nel del Ca quartiere fatta insieme a un lo successivo altro sacerdote, Franco Stabile1, e a quattro seminaristi, affidati a noi, con i quali convivevamo. Era un primo tentativo di inserimento in un ambiente di vita popolare, nel centro storico, con l'istituzione di una scuola serale (1975-80). gheria-Casteldaccia nuo a lavorare, Ancora, spostamento in zona Ba soprattutto, dove ho lavorato per molti anni e conti ormai con una presenza sempre più diluita nel tempo. E stato allora che abbiamo costituito il Comitato popolare antima fia, negli anni 1982-83, se ricordo bene. Era la prima volta che nasceva un la comitato, volta prima che mento di base, dove confluivano co che da tutto su quello il paese, religioso. da tutte riuscivamo a organizzare un movi le realtà più varie, sia sul piano politi Fu un'esperienza le sue componenti, bella, con avanti perché portata un atteggiamento di si svolsero assemblee popolari, laicità e di profonda collaborazione: dibattiti su film — anche con registi - alcuni incontri significativi come quello con Rocco Chinnici. Erano gli anni tra il 1983 e il 1985... Nel periodo successivo - dagli anni 1985-86 - il mio percorso di vita è segnato da una presenza maggiore a Palermo, scandita dall'atti vità svolta all'Istituto teologico, divenuto poi Facoltà teologica di Sici lia: quindi da un impegno di studio e di insegnamento che è sempre stato parallelo alle esperienze pastorali più varie. A livello di formazione, gli anni del seminario - dal 1958 al 1969 non sono stati in realtà particolarmente decisivi. Sono stati piuttosto anni di formazione tradizionale, anche nel campo della teologia: c'era no appena i primi segnali di novità, di un Concilio che cominciava a far sentire la sua presenza. Ho vissuto praticamente sotto il cardinal Ruffini (1946-67)2. Poi è venuto il cardinale Carpino (1967-70), quindi fui segretario per un anno del cardinale Pappalardo (1970). Entrai in seminario a nove-dieci anni. Era una situazione molto tradizionale, con una vita fatta di orari molto ferrei, scandita dalla pre ghiera, dalla scuola, dallo studio, dal silenzio, che aveva lo scopo di e alla disciplina. Un'idealità tipica formare la persona all'obbedienza 1 Storico della chiesa, ha scritto tra l'altro: Palermo, La chiesa baluardo del Cardinale E. Ruffini, in Le chiese di Pio XII, a cura di A. Riccardi, Roma-Bari 1986. La sua maggiore pro duzione verte sulla storia del clero in Sicilia. 2 Ernesto Ruffini fu uno dei cardinali del dopoguerra, acceso anticomu più significativi nista, auspicò la messa al bando del Pei; ma non fu tenero neppure con la De, il cui processo di secolarizzazione cercò di contrastare. Si distinse anche per un forte sentimento «sociale» che in politica assumeva i toni del peronismo. 95 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Antimafia anche di un modello di presbitero, in fondo molto atemporale. Solo verso la fine della mia preparazione di seminario cominciammo a usci re, a incontrare persone fuori del seminario. Altrimenti i nostri incon tri erano limitati al periodo delle vacanze estive, dedicate però alle fa miglie più che alla ricerca di contatti significativi. C'era i problemi del seminario nell'insegnamento sociali? una emergere qualcosa, soltanto la presenza per e un'attenzione verso Solo verso la fine cominciò Per quello che ricordo, pochissimo. ma tensione di alcune ad parti persone colari. C'era Stabile, che teneva l'insegnamento di storia della chiesa. L'ho avuto come professore e quindi come collega, siamo amici da sem Generalmente, pre. problemi senso era però, sociali. Prevaleva deteriore, nell'accezione ma una predominante distanza grande dai piuttosto clericale: non in una concezione del propria termine come cleros, ciò che è riservato, che ha uno spazio separato rispetto a quello degli altri. Furono incontri con diverse persone, soprattutto all'inizio dell'attività mi che pastorale, costrinsero esterna. Ciò fu acquisito cominciato nel a lavorare, sempre più a un confronto con la realtà inizialmente anche in maniera brutale: avevo 1973-74 come credo, di insegnante religione nel Liceo Galilei. Fu in quel periodo, in particolare dopo la mia ordina zione presbiteriale, che iniziarono le mie conoscenze «proibite» nel mondo politico, stra. Amicizie molto attive con persone impegnate soprattutto sini nell'estrema che si sono protratte a lungo, fino ad oggi. Tutte persone politicamente. Furono incontri questi a scuotermi, a farmi capire l'urgenza e la gravità di una situazione sociale e politica. Come terale» veniva Per quanto scenza vissuto il fatto che la Democrazia cristiana fosse così «colla alla chiesa? mi riguarda, su questo e la frequentazione di Franco problema Stabile hanno la cono particolare favorito lo svilup nuova in me e, di conseguenza, l'esigenza di po di una consapevolezza il che aveva caratterizzato la chiesa fino ai «collateralismo», superare nostri tempi. Questa presa di coscienza era alimentata da due motiva della poli zioni fondamentali: da un lato l'assunzione dell'importanza tica nella vita sociale, dall'altro l'esigenza di prendere le distanze da questo «collateralismo», radicato nell'anticomunismo e dato per scon e nell'atmosfera in cui tutti noi vivevamo. Nacquero quindi, a poco a poco, delle esperienze interessanti, an che con gruppi di preti con i quali ci incontravamo settimanalmente; incontri nei quali si discuteva di tanti problemi: del divorzio, successi tato nell'ambiente vamente anche dell'aborto, con prese di posizione che hanno 96 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions avuto Preti una loro loro L'assunzione importanza. a Palermo, in un quartiere che popolare fisico di questa nostra presa di coscienza; di un di persone gruppo progettazione a Casteldaccia ne di un più ai problemi. ad il luogo rappresentò l'impegno molto e dalla volontà di un'analisi adeguata dei incominciai dove si sviluppò e culturalmente politicamente neo, unito però dall'esigenza di una sistematica della gente risale agli anni 1983-84, quando problemi abitare una storia, la mafia contro eteroge più rigorosa, Contemporaneamente avevo lavorato, alla fine degli anni settanta, alla creazio centro culturale che una stampava rivista, piccola «A Zotta» che ci consentì poi di maturare, soprattutto (la frusta). Un'esperienza negli anni «caldi», e di far nascere quel comitato popolare cui accenna vo fa. poco Su questo torneremo nei primi anni settanta è attivo a più tardi. Dunque: Palermo un gruppo di religiosi che fa un'esperienza comune di scoperta di una realtà politica e sociale diversa da quella conosciuta indirettamente nel pe riodo della formazione. Chi sono al suo? analogo questi preti? Il loro percorso formativo è Quasi analogo. Qualcuno era più grande di me; gravitavano intor no alla figura di Franco Stabile, una figura fondamentale per tutti noi. Ricordo la pubblicazione di alcuni volantini, di alcuni interventi anche all'interno del Consiglio presbiteriale, che allora cominciava a nascere come frutto del Concilio. Da un lato Franco Stabile, dall'altro Gio vanni Avena, che poi lasciò «Il boccone del povero» e fondò l'Agenzia «Adista» (fatti, notizie, avvenimenti del mondo cattolico), dove lavora da anni. Ci si muoveva soprattutto in direzione di una presa di distan za dall'«appartenenza» partitica della chiesa e di un rinnovamento ra dicale anche se graduale della nostra in senso comunità, sato sull'attività degli organismi di partecipazione, segnato avviene maggiormente nella società, dalla da una testimonianza, percezione da storica conciliare, ba su un cristianesimo una del lettura presente. di quanto Insom ma, in altre parole da una capacità di ascolto delle esigenze di un mon do diverso da quello che avevamo imprigionato nei nostri schemi. Questo gruppo, che ebbe alterne vicende, lavorò per molti anni. Tra l'altro. Franco Stabile diventò poi il vicario episcopale (1980) per la zona est della diocesi, con il cardinale Pappalardo. Lei modo si forma e l'evento modo Non c'è in qualche negli anni sessanta, gli anni del Concilio. circuito tra la formazione della nuova leva dei religiosi in Italia che stava sconvolgendo la vita della chiesa in quel momento? In che un corto sono legati questi due aspetti? Negli ultimi anni del seminario qualcosa cominciava ad avvertirsi. Ma nel frattempo era morto Ruffini (1967), che fu sostituito dal cardi 97 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Antimafia naie Carpino. Del Concilio si cominciò a parlare a poco a poco. Ma il problema era: chi ne doveva parlare? Quali erano le figure nuove che erano di interpretare in grado ecclesiale? avvenimento questo Soltanto a tornare da Roma, con studi più aggiornati: qualcuno Franco Stabile, per esempio. Invece, negli anni settanta, con il cardina le Pappalardo nacque l'Istituto teologico. cominciava Quando diventa cardinale Pappalardo? Nel 1970. Quella dell'Istituto teologico è un'ipotesi nuova: sono nuove le persone che vengono chiamate ad insegnarvi, non c'è più la scuola di seminario in senso tradizionale. Un Istituto teologico aperto ai laici, animato da un grande slancio, da una grande intraprendenza; nasce la nostra rivista, si svolgono iniziative molto belle. Fu, quello, un decennio quasi ideale, conclusosi poi male perché non fu curata la necessaria a una transizione gestione accentra meno istituzionale, più trice e più rispettosa delle dinamiche pluralistiche del gruppo. al di là di questo esito, negli anni settanta l'Istituto teologico rap Quindi, Si di quello che verrà dopo. e di sviluppo un bacino di formazione presenta o per la chiesa siciliana? tratta di fermenti importanti per la chiesa palermitana Per la chiesa siciliana. Perché erano figure che confluivano da tutta la Sicilia; a Catania c'era l'Istituto San Paolo, con personaggi come Adolfo Longhitano, Consoli, Ruggieri e altre persone che lavoravano allora l'idea di una facoltà teologica. Nacque contemporaneamente. Non tutto, le, che era però, appartenevano prodotto ad essa, dalla facoltà. avevano Figure come Franco a lavorare cominciato Stabi a anche latere. L'attività al Capo, l'esperienza di scuola teologica di base avvia ta a Bagheria, a Casteldaccia o quella del Comitato popolare antimafia non nascevano in facoltà, ma all'interno del lavoro di gruppi di presbi si erano che teri, Che Sì, ma erano, in precedenza. formati in contatto però, si trattava di un con la facoltà? come contatto... dire?... un po' a distanza, Ri perché erano già ordinati preti, non studiavano più: Giacomino di una Eravamo una Avena... Giovanni decina, baudo, quindicina persone critica che e che, nel di dall'esigenza partivano tempo, hanno preso in concreto, descriverci, queste al Capo, a Casteldaccia? teologica, Può coltà L'esperienza del Capo durò una poi formazione anche strade esperienze purtroppo non fu capita. Si trattava di un fatto nuovo: soltanto e permanente diverse. maturate un fuori anno della Fa e, credo, formare seminaristi al di 98 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Preti fuori del seminario. la mafia Ci hanno affidato quattro seminaristi: insieme si si mangiava. chiacchierava, contro Loro andavano mo nell'istituto, nel quale io cominciavo credo. io Contemporaneamente a studiare, noi insegnava allora ad inserirmi. Era il 1974, iniziai ad anche insegnare al Liceo scientifico Galilei: un'esperienza che durò un anno soltanto. Poi con Franco Stabile ci siamo spostati a Bagheria, nella prima scuola di teologia popolare per laici, denominata scherzosamente «pop teology». Era frequentata da un centinaio di persone nell'insieme. Ab biamo la scuola pensato versazioni due, in una tre volte forma libera, la settimana, con aperta, tre ore al giorno; incontri un e con modello che ebbe poi una diffusione all'interno della diocesi. Lì cominciammo a dare formativi input ai giovani, che successivamente hanno anche costruito insieme a noi esperienze a Casteldaccia, a Bagheria, a Ficarazzi. Nac quero quindi i comitati popolari, le lettere contro il collateralismo. E poi contro la mafia, in occasione degli omicidi dei primi anni ottanta. Il tema dell'antimafia quando si afferma in modo più netto? Direi verso la fine degli anni settanta. Da chi veniva con l'estrema Fu che un mutuata incontro assolutamente le distanze mafia prendesse - un fenomeno — cominciò ta allora a Roma Già io dai la cui invece avevo non era avvertita alcune determinanti importanti furono, a un incontro di personale. L'esigenza e dal collateralismo, partiti percezione ad essere fatto assolutamente Pantaleone; Lei ha fatto riferimento l'esperienza? sinistra. una anche ancora per in modo noi ampio, chiesa con così generale. letture, però, la net per esempio le discussioni di con Franco Stabile alla fine degli anni settanta, la comune riflessione su alcuni omicidi di mafia nel periodo in cui lavoravamo al Capo. Con Franco ab biamo redatto un documento, nel 1976 o nel 1978, in cui si annunciava l'esigenza di un esodo nuovo delle nostre chiese verso la liberazione e, per la prima volta, si dava priorità all'emergenza mafia. Nino Fasullo e la rivista «Segno» svolsero un ruolo importantissimo nell'opera di sensibi lizzazione su questi problemi. Si ebbero le prime prese di posizione, la nascita - come ho già detto - del Comitato popolare di Casteldaccia, con le prime assemblee popolari, gli incontri con i magistrati, la proiezione dei film sulla mafia, il grande corteo da Bagheria a Casteldaccia, la costi tuzione a Palermo del Coordinamento dei comitati popolari. E con Danilo Dolci? Con lui ho avuto un rapporto molto bello, iniziato 1972 quando io mi preparavo per la licenza in teologia. a Roma nel Un giovane 99 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Antimafia che doveva fare la tesi su di lui mi chiese: tu conosci Danilo Dolci? Io non lo conoscevo affatto, solo allora ho scoperto chi fosse. Lo andai a fatto trovare, abbiamo tenuto i contatti; conoscenza. Quell'anno stesso a leg cominciai gere diverse cose, in particolare ι Racconti siciliani. Allora non avevo ancora però tutti gli elementi per ricostruire le sfaccettature della realtà siciliana, che pure già affioravano dalle sue analisi. Al mio ritorno in Sicilia, iniziò con Danilo un rapporto di amicizia. Lo andai a trovare qualche altra volta e addirittura, quando abbiamo avviato il centro sociale, ci siamo ispirati alle sue idee, al suo lavoro a Palermo, alle ricerche sulla scuola alternativa a Borgo di Dio. Lo abbia mo invitato, e ha partecipato ad alcuni incontri. Quando ho pubblicato il volumetto per le edizioni Paoline, Uscire dal fatalismo (1991), è stato lui a firmare la presentazione. Solo che nel periodo in cui abbiamo co minciato ad approfondire il nostro rapporto diretto, la sua attività in Sicilia è andata diminuendo, mentre crescevano i suoi rapporti a livello internazionale. Negli ultimi anni Danilo Dolci è stato meno presente in Sicilia di quanto non lo sia stato all'estero. Abbiamo, comunque, man stanza. è rimasto Qualche sono altri incontri Quali Soprattutto un ottimo fa ci siamo mese con quello rapporto tra sia noi, a di pure sentiti. stati importanti Umberto per lei durante Santino3, che quel ho periodo? conosciuto nei primi anni a Palermo, dove ci siamo trasferiti nel 1984-85 con Franco; in questo la si, con dalla periodo creazione comune la nostra del partecipazione attività centro tra la gente è andata L'amicizia con sociale. alle tavole rotonde, intensificando Umberto dove io portavo è nata la te stimonianza del lavoro popolare con la gente di Casteldaccia, con il co mitato, o delle prime iniziative a Palermo. Lui raccontava la sua espe rienza di lotta politica prima, e quella di studio, soprattutto, imperniata con Um Da allora la collaborazione sul Centro di documentazione. berto non si è mai interrotta, anzi è andata sempre più intensificandosi. sono figure «marginali» dal punto di di della sinistra storica. Parliamo rispetto al contesto dei eredi. Lo stesso Santino non anni e loro settanta, negli extra-parlamentari, la Cgil, il di partito. Con interno agli apparati un personaggio è certamente tema? Pei, con la Cisl, ci sono stati mai rapporti su questo Tutte le persone vista politico, che lei sta citando soprattutto No, con loro i rapporti sono stati limitati, come centro sociale. So lo a partire dagli anni 1984-85 abbiamo avuto in questo senso un con J Militante «Giuseppe della nuova sinistra e fondatore e animatore del Centro di documentazione Impastato». 100 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions la mafia Preti contro fronto ad ampio spettro con la politica e con i politici, con i sindacati, sui vari problemi del quartiere di volta in volta affrontati. con l'arcipelago E, invece, Nessun democristiano? politico rapporto. con Neanche ultimi dieci Che io quella anni? no. ricordi parte della De Si è trattato che che ha «costruito» sempre di contatti la rottura degli persone che con rappresentavano per noi punti di confronto e di riferimento anche cri tico, piuttosto che con apparati di partito, o anche con forze politiche nel loro insieme. Vivevamo quell'atmosfera generale di organizzate grande pulsione verso il cambiamento, ma anche di fortissima tensio ne. Sono gli anni dei corsi abilitanti, delle 150 ore. E delle lotte, dei conflitti tra sinistra e destra. e destra Sinistra anche sindacale? No. Per quanto riguarda il nostro gruppo probabilmente l'idea dif fusa era che non fossimo legati ai partiti, tantomeno alla Democrazia cristiana. Qualche qualche con approccio noi forse è stato anche da tentato, singolo politico. di tra questo gruppo collegamento e i gruppi di cattolici più teologica i Cristiani per il socialismo? Ma, negli anni settanta, c'era qualche che lavoravano intorno alla Facoltà preti in politica, impegnati No, perché parte che favorisse dirittura erano concentrati gior iniziative per esempio quanti nella il riconoscimento che ci distraevano male. guardate nella impegnati della facoltà. dall'impegno erano I rapporti facoltà della promozione Di erano per riflessione venivano ad a livello soltanto dunque le tutte conseguenza, accademico la mag teologica, personale. Con Franco Stabile abbiamo partecipato, per esempio,'agli incontri di Assisi, tra i quali uno molto bello con Balducci e Garaudy, a cui avrebbe dovuto partecipare anche Pasolini. Erano momenti di con fronto molto belli. Noi siamo riusciti a portare trenta prove giovani nienti dalle nostre comunità, da Bagheria, da Casteldaccia. Nutrivamo anche una grande simpatia per la teologia della liberazione. In genera le, le nostre letture personali privilegiavano questi filoni. alla chiesa «istituzione» di Ruffini, a questa Rispetto come vi rapportavate? Qual era, in quegli anni, il rapporto Quando mondo ero seminarista, chiuso, di quest'isola ero immerso così centrale, con la gerarchia? chiesa nell'atmosfera di questo che non subiva il fascino e neppure l'in 101 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Antimafia fluenza di nella si muoveva quanto realtà esterna. Per me il cardinal Ruffini era un grande personaggio, una bella figura con la sua capacità di essere molto vicino ai seminaristi. Poi cominciai ad avvertire alcune «fascinazioni»: la musica moderna, la chitarra... A me è sempre pia ciuta l'idea di scrivere canzoni, costruire recital. A Bagheria, in contat to con ambiente questo molto politicamente gliere carta e cartone per fare qualcosa... ci si incontrava, si parlava. piuttosto Ma, molto tradizionale, cominciai vivace, Si passeggiava tutto era sommato, a racco lungo il corso, un cristianesimo conservatore. in questo della sua formazione Dal punto di vista culturale, gli periodo anni sessanta e la prima metà degli anni settanta - in che misura ha inciso (se ha che l'hanno inciso) la cultura laica? Quali sono i libri non teologici «segnata»? La sensibilità ai problemi del mondo siciliano, come ho già detto, e di me l'ha data la lettura di Danilo Dolci, di Michele Pantaleone Leonardo Sciascia, mentre studiavo per la licenza in teologia. Lessi an che Marcuse e cominciai a conoscere la Scuola di Francoforte; alcuni saggi sui problemi del Terzo Mondo, oltre a quelli sulla teologia della delle contraddi liberazione. Era un'apertura verso la comprensione zioni sociali e dei rapporti tra Primo e Terzo Mondo a spingermi ver delle analisi marxiste. Molti fondamenti della mia so la conoscenza monolitica formazione iniziarono a vacillare, anche sul piano teologi La co. mia preparazione religiosa era quindi anti-modernista. profondimento della Scrittura avevo basata rigidamente zione scolastica, Soltanto avuto su una nell'ambito ai un'apertura posi dell'ap problemi e degli altri temi suggeriti dalla scienza. dell'evoluzionismo, A poco a poco ci fu da parte mia una specie di rigetto quasi in toto Restavano solo alcune linee ispiratrici, cioè di quella formazione. l'idea di proprio erano conservare sempre una chiamiamola compostezza, ordine mentale, il senso di responsabilità. state le mie prime coordinate culturali a poco così, Tutte quelle a poco un che svanivano. Eppure ricordo gli anni 1972-74 come molto importanti per me sotto il profilo della formazione teologica. Non tanto per tutto quello che ho appreso dalla Facoltà pontificia, ma per la condizione nuova in cui mi sono improvvisamente trovato: una completa libertà di fare, la pos sibilità di cominciare a frequentare persone che la pensavano diversa mente. E, poi, i corsi estivi che davano al Passo della Mendola, dove si riuniva un gruppo di teologi - tra cui Carlo Molari - di psicologi, di sociologi, che tenevano corsi di aggiornamento sulla catechesi. Lì ho fatto il mio primo incontro con le scienze umane, lì ho conosciuto il sociologo Carlo Milanesi. 102 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Preti contro tornai da Roma Quando al spetto che giovane era due anni furono dunque Per me è vitale ed la mafia ero un altro. Ero quasi irriconoscibile stato mandato a Roma per formarsi. ri Quei decisivi e da allora non mi sono fermato più. è importante tutto che quello può ampliare gli oriz zonti di comprensione, di incarnazione del mondo di cui facciamo Ed è la difficoltà di conciliare una direzione di studio e parte. grande di ricerca con la vocazione alla testimonianza, con un impegno con creto di assistenza nella vita di un quartiere popolare. è arrivato Quando qui a San Saverio? Credo intorno agli anni 1983-84. Io mi spostavo da Bagheria a Pa lermo perché insegnavo. Con Franco Stabile abbiamo deciso allora di venire ad abitare a Palermo. In un secondo momento alcuni nostri amici che venivano da diverse esperienze ci hanno raggiunto e abbia mo deciso, nel 1984, di riaprire la chiesa. Era chiusa da tempo, non c'era nemmeno guito abbiamo un tanto ogni il centro sociale. rettore, avviato il trasferimento Quindi vi si celebrava una qui è stato il frutto di una vostra messa. In se scelta? Sì. Una scelta anche casuale, perché qui erano liberi questi due pia ni. Poi, a poco a poco, quando si abita in ambienti popolari si prende coscienza di quello che c'è intorno, del degrado di questi quartieri: la scelta Chi Nino è stata sociale dell'impegno erano questi la naturale Rocca, Cavadi, Augusto di padre Elio Parrino quello Si erano liberati di questo retaggio centro sociale ha coagulato queste che a un gruppo eccle appartenevano - di stretta osservanza neo-scolastica. - siale conseguenza. vostri amici? e avevano esperienze fatto za che non si può concepire una dimensione ciando l'uomo evangelica in tutta se non la sua assumendo interezza; appunto non questa diverse esperienze. alla consapevolez intorno Il spirituale se non abbrac si può testimoniare umana complessità la scelta e socia le; convinti della necessità di non cadere in tentazioni di tipo assistenzia listico e di intraprendere la strada della «coscientizzazione della gente»: è un termine che noi usiamo, preso dal religioso sud-americano Paolo è necessaria Insomma, Frej. ¡'«autoanalisi popolare», come ha scritto Da nilo Dolci. Il principio messo in campo era quello di lavorare con la gen te, ma a partire Cosa gevano da avete attività loro. Anche trovato come altre forze, se questo, attività come poi, non sociale, politica, i partiti e i sindacati? sempre qui ha funzionato. nel quartiere? Svol Non c'era niente, c'era solo la bellissima presenza di quel padre a Santa Chiara... don Rocco Rindone... che aveva lavorato benissimo e 103 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Antimafia che ci aveva con preceduto lotte la casa per e con una personale pre senza nella vita del quartiere. Si tratta di fatti che ho descritto nel vo lumetto Le formiche della storia (1993). Come È il Centro nasce il frutto San Saverio dell'incontro tra e che cos'è? diverse persone che cercano un modo nuovo di tradurre il loro impegno religioso in una pratica sociale, as sumendo la complessità di una realtà che richiede una capacità di ana lisi politica, economica, sociale... È un modo che punta a una «sogget tualità» democratica soggetto e che la vera nuovo rezionale, accentratore, nità determinato di un vuole trovare nella anche alternativa violento, a un di questo unidi mafioso, Il soggetto prevaricatore. chiamata territorio, costruzione modello a maturare è la comu al suo le interno scelte comuni: dall'abbellimento del territorio alla creazione di spazi lavorativi nuovi (come le cooperative), alla socializzazione dei bisogni; tutto questo, sia incalzando le istituzioni, il Comune, i sindacati, sia assemblee popolari in chiesa e i sit in per la casa, o af promuovendo fiancando l'attività della scuola. In questo controparte una cultura? Più cuno che la lotta antimafia va intesa come un confronto con quadro mafiosa precisa, individuabile, oppure come la contrapposizione altro in questo Cioè, voi avete in particolare? secondo mai avuto una a senso. scontri con interessi di mafia con precisi, qual Con qualche ragazzo di mentalità mafiosa, in particolare uno che era stato affidato a noi, lo abbiamo avuto. Ma il vero problema è quello della mentalità mafiosa diffusa, che in parte o in toto è propria del ter reno di coltura della mentalità mafiosa. E allora più che lottare contro la cosca locale - con i suoi interessi, forse non proprio qui nella zona di Ballarò: pizzo, toto nero, corse di cavalli ecc. - ci siamo mossi in due direzioni: una è quella che indicavo prima; l'altra è quella «contro», che abbiamo espresso partecipando ai momenti più importanti della vita della città: quando uccisero Falcone, per esempio. Una cosa molto bel la, poi, l'abbiamo ta lavorava al fatta quando nostro centro uccisero Borsellino. sociale e Borsellino Sua figlia Fiammet stesso era venuto più volte a messa da noi. Dopo il suo assassinio abbiamo fatto il giro del quartiere, invitando le persone ad appendere un lenzuolo dalle case. Siamo partiti in quindici-venti, ma siamo tornati che eravamo duecen to. Nell'ultima assemblea con le donne organizzata con il Centro Im pastato e l'Associazione donne contro la mafia, a commento 104 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions dell'affer Preti la mafia contro mazione di quella donna che ha detto «meglio morire che pentirsi», noi abbiamo risposto «meglio mai Capita che che pentito qualcuno morto». a lamentarsi venga per avere avuto di richieste pizzo? da Qui trattoria noi Ballarò, per abbiamo Noi ha nessuno turistica, mi riferivo Non A è successo. non e un'agenzia tanto alle attività legate una mai al Centro, lì, al mercato, esempio... una con cooperativa chiesto niente. ma in generale. forse c'è che qualcuno ha raccolto o che raccoglieva denaro. So che la gente raccoglie soldi per il Comitato per la festa di San Michele Arcangelo, nei negozi di Corso ma settimanalmente, Tukory è una raccolta per la festa. E si dice sia invece... no... No, sono è una raccolta cose, piccole ogni per Ma non c'entra con il pizzo ve; altro non vi saprei dire. Invece, culturale. la vostra attività Il contributo la festa. E settimana. organizzato si svolge lo devi un probabilmente nei negozi di Ballarò su questo soprattutto ma dare, malcostume. o altro sociale piano e Sì, nei confronti dei bambini, degli anziani, degli adulti. Vogliamo creare soprattutto vogliamo tacita un'intesa, che si sappia o solo contro la mafia. Non siamo quindi se molto Lavorare con i giovani precise. na per non acuire il conflitto. Avete Non trovato c'erano identità identità politiche forti. in esplicita, lavorando che stiamo ma «contro», essere può forti, radicate Abbiamo un territorio in questa anche una dato; direzione: co «per» buo strategia nella gente? tentato invece di far vivere al le persone esperienze di sensibilizzazione politica. Nelle assemblee popolari sulla casa, quando il sindaco partecipa, deve renderci conto del perché determinati lavori non sono stati fatti. Quindi, per noi, la politica è discutere nelle assemblee, interpellare gli amministratori, i sindacalisti, i rappresentanti dei partiti. Quindi istituzioni. siete stati voi i mediatori di questa ricucitura del rapporto Sì, questi incontri sono stati importanti. E i partiti? I partiti hanno partecipato a queste assemblee. 105 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions con le Antimafia Sì, ma sempre Eccetto da voi. E autonomamente? invitati non sono casi sporadici, riusciti ad essere presenti nel quartiere. qui la gente come Per esempio, che la gente abbia votato in tutti i modi. Prima è probabil Credo mente vota? prevalsa alla un'appartenenza De con tradizionale, i portatori di voto e le promesse elettorali, spesso anche spicciole. Poi credo che ci sia stata un'ascesa di Orlando. Alle elezioni del 1994 si è fatta avanti Forza Italia, che ha preso il posto dei vecchi schieramenti. Noi siamo stati sempre contrari ad avere candidati, perché abbiamo sempre det to: lavoriamo al pre-politico e al politico in senso lato. Anzi, la gente anni fa ci chiedeva: ma voi chi sostenete? Noi rispondevamo: non date a chi voto Ma non ha mai nel quartiere fatto niente, a chi non non vi è stata davvero è mai alcuna venuto. dei partiti? presenza tentativo l'ha fatto il Pei, molti anni fa. Recentemente Qualche Pds ha fatto un'assemblea sul centro ma storico, sono state Perché il contatto con il territorio purtroppo sporadiche. Ma qui c'era un sezione il iniziative si è perso. del Pei? No, qui non mi ricordo. Ma neanche un biliardino, della De, dei socialdemocratici? No, niente. Invece, in prossimità delle elezioni, c'è sempre qualcuno che si presenta, buoni si appoggia mette... furba, di benzina, E l'irruzione ta da parte della conosciuto qualcuno questa voti a tutti di Orlando, come promette perché su o quell'altra e si prende avviene? Inizialmente tativo di da territorio, La ognuno E soprattutto: gente pro è anche qualche cosa. come è stata vissu gente? Non so. Vi posso dire come l'abbiamo ciale. nel cosa. rinnovamento con una della buona vissuta noi come centro so aspettativa, politica. Poi soprattutto con una verso crescente il ten tensione, - come centro sociale - abbiamo quasi fino allo scontro, quando sto che si allargasse il discorso dei centri sociali. Siamo negli anni del pentacolore e, poi, ma esperienza, della «primavera di Palermo». dell'esacolore. Parliamo chie della pri Nella «primavera» ci fu un momento molto bello perché Orlando venne incontro a questa esigenza di riscatto. Dei centri sociali autoge stiti nel territorio, il primo di stampo nuovo era il nostro; ma subito ce ne furono altri, alla Vucciria per esempio. Abbiamo fatto delle con 106 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Preti contro venzioni l'anno sto 180. non Noi, volevamo lottato Lavorammo 60 bambini, nel limitarci però, in ogni perché quartiere l'immediata costituzione per e abbiamo ciale. di seguire inizialmente che ci consentivano successivo la mafia nascesse di solo un un a que centro so coordinamento in materia che rappresen tra i centri sociali e per una delibera-quadro tasse il momento chiave di questo rinnovamento della politica. Siamo nel 1987-88? anche il Sì, più precisamente 1988-89. Nacque in contemporanea il Comitato e partecipazione. cittadino di informazione Cocipa, una politica basata sulla possibilità per i cittadini di un Chiedevamo sull'incontro rapporto diretto con il Comune, sulla partecipazione, con i politici, su proposte concrete, regolamenti, discorsi chiari, su un nel legame forte tra le istituzioni di governo e le realtà organizzate territorio. A un certo una si è avuta punto ché, mentre il Coordinamento - si andava Orlando divaricazione nelle posizioni, per antimafia sposò le ragioni della giunta anche configurando la nascita della - con Rete un atteggiamento quasi pregiudiziale, noi abbiamo mantenuto sempre la nostra posizione di appoggio alle cose, alle proposte, più che una fi ducia incondizionata nei confronti delle persone. Un po' di delusione l'abbiamo avuta il presentare su questa nuovo gesto che delibera-quadro, di una giunta che avrebbe traeva dovuto dal la sua basso rap le gittimazione. Su cosa verteva esattamente? Non credo che voleste una istituzionale. Volevamo che si si stipulassero parate, si desse tutti i centri sociali fossero delle convenzioni; sempre più e che riconosciuti, con es delle persone pre che, scegliendo e sviluppo spazio rappresentanza a questo sul lavoro terri torio: una delle esperienze politicamente e socialmente più significative da anni, perché era lì che si cominciavano a vedere processi nuovi. Ma c'era Abbiamo presso specie nel un un collegamento addirittura notaio. di organo rapporto condo noi avuto anche sua politica prima. con perché E tra i centri sociali? costituito accanto di rappresentanza la giunta. scarse contrasti con di sostegno ufficialmente a questo lavorava politica le Entrambe furono la il Coordinamento comune, esperienze risposta incondizionato un coordinamento il Cocipa, che una se naufragarono, e l'attenzione. antimafia, a Orlando, era in particolare Abbiamo a causa come 107 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions della ricordavo Antimafia Chi le figure erano del coordinamento principali dei centri sociali e del Cocipa? C'eravamo tutti. Nino Rocca e tanti altri. Anche di questo si parla in modo esteso nel mio libro. Ricordo che il Cocipa pubblicò un'ana lisi politica del bilancio comunale, la cui conclusione era che i soldi ve nivano spesi secondo le stesse modalità del passato. La richiesta di una trasparenza nei bilanci rivolta alla giunta della «primavera palermita na» incontrò mille difficoltà. Il Cocipa, allora, si è sciolto, non è più riuscito ad andare avanti. aveva Eppure la punta rappresentato di dia mante di questo movimento politico. Si pensi soltanto al fatto che set timanalmente noi ci riunivamo nell'aula Rostagno del Comune con i politici in assemblea, nella quale tutti potevano intervenire, ognuno la sua: diceva vità sollecitavamo regolamenti, informavamo la gente preparavamo proposte, e contemporaneamente della giunta attività. questa erano Quali namento nel suo dal basso Inizialmente, No, delle ricordo la scontri. zione il Msi, destra, Particolare A A sinistra politico. con cui attenzione chi vi siete con cosa questa forma di coordi erano tutti favorevoli? tutti i partiti. Eccetto c'erano non abbiamo avuto è venuta da per Città però particolari Rifonda l'Uomo, e Pds. comunista Ma di questa esperienze? inizialmente Nell'amministrazione forse politiche tutta ci siamo ritrovati tutti. dire nel mondo voglio le sponde diverse l'atti su trovati alleati? Perché, un conflitto evidentemente, su c'è stato. livello con ideale, tutti. Concretamente, dovevamo però, ogni volta interpellare tutti i capigruppo di partito per dire: noi stiamo por tando avanti questa proposta. Non avevamo pregiudiziali sulle perso ne, ma solo sulle cose. Così, quando i tempi ci sembravano allungarsi quando troppo, incontravamo ostacoli siamo arrivati anche a segnala re pubblicamente il fatto, a prendere le distanze. Di fronte a questo at teggiamento c'era chi teorizzava: è un atteggiamento miope quello di contestare la giunta Orlando, perché è l'unica che può salvare questa situazione. questo Ma no. Che Orlando non Non cosa noi non andava prometteva funzionarono essere volevamo abbiamo secondo molto, anche mo voluto che si indicasse per liberi un accettato di dire: dicorso voi nella politica ma, alcune questo ci convince e di neo-collateralismo. della giunta? nell'insieme, in realtà resistenze burocratiche. alcune cose Avrem una gerarchia degli interventi da fare: non 108 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Preti la mafia contro ci bastava il volto nuovo della politica che questa giunta rappresenta del va. Non si è capito quale fosse il progetto politico-amministrativo La la città. nuova politica doveva dei l'attività sostenere centri sociali: nel giro di due anni ne nacquero tredici, quindi in quasi tutti i quartie ri; per noi questa era una cosa bellissima. ne sono Quanti la pace», il Centro nostro, quello di Santa Chiara, «Dipingi Quello Padre il Centro Tau, rimasti? Nostro... me non ne ricordo altri. za nei la scuola e organizzavano quartieri materna. esi Qualcosa steva già con Ruffini: una rete di centri sociali che portavano assisten si basavano Ma su diversa. Noi abbiamo voluto contagiare questa una «metodologia» con la presenza nel territorio. Loro, i politici, avevano «metodologia» visto in questi centri sociali soprattutto una forma nuova di appoggio e di consenso politico. Noi abbiamo sempre detto: fate cose buone nel l'hanno neanche tica che e vedrete territorio, che la capito... rappresentare poteva ne se gente che era questo loro per uno prime alla Orlando giunte è stato qual loro di fare poli ma di consenso, di oggi giunta E voterà. nuovo spazio lo a partire da fatti concreti e visibili. Dalle e vi accorgerà un modo so il cammino percorso? Da parte di chi? Da parte vostra. Come con questo vi siete confrontati processo? abbiamo espresso un consenso di fondo. Il bisogno del rinnovamento, l'attesa di un modello nuovo di fare politica e del progressivo superamento dei vecchi schieramenti, delle vecchie allean ze: Orlando sembrava offrire questo. Noi lo abbiamo invitato più vol Inizialmente te, come contrare. c'è Non sindaco mai diritto aveva anche Cominciò stato e dovere a girare di questo per di la voce sé: stato c'è e di incontrare che noi fossimo solo un lasciarsi suoi riconoscimento della sua figura. Poi, a mano a mano che i progetti avrebbero tradursi in proposte si non avevano che la mafia. Quindi porto dialettico grande una tensione. basso, fino ci siamo accorti sensibilità allo stesso che le giunte movimento popolare contro c'è stata a poco a poco una sfumatura di questo rap con la politica e con i politici, e anche momenti di Attualmente, efficiente Nel dovuto succedute nei confronti delle iniziative si stanno ι contatti. riprendendo frattempo, amministrazione, il consenso capace della gente di Forse giocare è quella di hanno capito che la prima carta che devono corretta, concrete. la necessaria dal nascevano adesso concrete, in alleati. iniziative produrre calato: non po' è un 109 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions è Antimafia detto che ciò da mente sia parte necessariamente avvenuto loro ci aspettavamo del maggiore avvertito si forma Però certa tempestività. all'Istituto il senso all'interno della De scoppiate gura di Orlando rappresenta sul piano nazionale. stata una lenta anni negli ottanta?... L'avvento un elemento comunque stesso della di discontinuità fi anche all'interno della De. In ambito ecclesiale Non so dirvi cosa accadesse c'era intorno loro. colpa avete teologico, gruppo che attraversavano il mondo delle prime trasformazioni poli Come vivevate alla fine degli anni settanta questo tico e quello cattolico? rap e questo blocco della città, porto tra politici e cattolici apparente omogeneo le contraddizioni che poi così omogeneo non doveva essere se si osservano All'interno che per una maturazione da di parte alcune ma persone: non tutte. Alcuni preti, senza dubbio, e gruppi di persone che gravitavano intorno a questi religiosi: Città per l'Uomo, la rivista «Segno» e per al - come tro verso forma di questa politica nuova - i Cri consapevolezza stiani per il socialismo. Si trattava di un tentativo di superare il tradizio nale la De, collateralismo forte matrice con che Ciò anticomunista. era spesso dettato tendeva a riproporre il partito cattolico. Non zioni nette, degli condizionamenti, c'erano comunità, non Quindi biamento? No, avuto non inviti ripartiamo diversi preti che noi avessimo di queste percezione Però, capo. che la pensavano che dentro percepiste credo da la De Poi veramente alla base, tra senza più nelle la gente, diversamente. si stava avuto... tensioni. una prevalente si ebbero mai delle posi votate liberatevi, espliciti: da soprattutto l'orientamento nonostante, avviando io per abbiamo un forte cam lo meno non conosciuto avevo Orlando, una sera: ci invitarono i gesuiti, con Franco Stabile e qualcun altro... non ricordo che anno fosse... Avevamo già iniziato a lavorare qui. Prima che Orlando fosse Orlando insomma... Sì, ci hanno presentato e abbiamo capito le loro intenzioni. La cosa non ci entusiasmava. Ci sembrava che quello che proponevano fosse una specie di partito Avevate to cattolico, Personalmente riveduto e corretto: questo ci interessava una lucida del rapporto esistente percezione organico il sistema politico e il sistema di potere mafioso? solo con il tempo ho cominciato a conoscere poco. tra il parti la na tura di un modo di fare politica che accomunava un fronte di politici abbastanza compatto: occupazione degli spazi economici, appalti, in trecci di interessi, scambio di voto o voto di scambio tra il partito che appoggiava perché era appoggiato a sua volta... il partito che copriva tutto. 110 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Preti Ma la mafia contro nelle sue diverse ecclesiale, mondo a questo politico? il mondo sunto rispetto Fino a un tra mondo momento determinato non anticomunismo, e mafia; politico delle ha consentito questo gravi ha as di un a causa settanta), (anni ci si è resi conto sempre che posizione componenti, certo compromissioni anche alcune equivoche da parte di una fascia di clero nei confronti di politici frequentazioni compromessi. degli anni di persone che dall'inizio Soprattutto settanta c'è stato un pro cesso di sempre più esplicita presa di distanza da parte della comunità ec clesiale, non senza qualche residuo, anche grave, in casi particolari. Certamente un c'era insieme aveva contatti con la po litica e indirettamente con il mondo che aveva occupato la politica. In certi casi sono emerse compromissioni dirette. Basti pensare ai casi di Ma credo che, in generale, si sia padre Giacinto, di padre Coppola... trattato per lo più di una leggerezza ristretta a una fascia limitata di re ligiosi e di laici. avete avuto conflitti - o comunque Voi, nelle diverse esperienze, con la curia? con le gerarchie, con l'arcivescovo, I problemi No. si è cominciato anche essere sono nati a denunciare stata o meno più - non responsabile da solo espressamente il collateralismo sola problemi - quando e a dire che la De poteva - di certe si intende com promissioni anche pericolose e gravi, per il destino storico-politico, sociale ed economico della regione siciliana. Che forme ha assunto conflitto? questo Non sono mai conflitti frontali: c'è una voce in giro, «ho sentito dire che...». Nessun intervento disciplinare? Nei miei confronti ci fu un mezzo provvedimento rottato da un liceo di Palermo a Bagheria. è stata la motivazione Qual quando fui di ufficiale? Perché frequentavo persone della sinistra. Avrò fatto probabilmen te delle dichiarazioni pubbliche poco gradite. Fu un provvedimento dettato da ragioni alle sue antimafia? battaglie conseguente Da ragioni politiche serenità uno riconoscere per scenario De anti-Pci. anche un Oggi ruolo politiche abbiamo storico in o, invece, maggiore relazione internazionale. In che della e, quindi, alla direttamente modo è stato incrinato il collateralismo della chiesa nei confronti De? Ili This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions a Antimafia Con il tempo si è cominciato a capire che né il partito, né i politici garantivano niente: neppure il minimo di una corretta gestione, di una scelta di valori che potessero rappresentare realmente un'idealità cri stiana. Nell'ultimo periodo la vera novità è stata la posizione dei ge suiti. Sorge, con la scuola politica, ha privilegiato un atteggiamento più ampio, credo, forse anche più guardingo, mentre padre Pintacuda ha sponsorizzato in toto la figura di Orlando. Però - quando diciamo «gesuiti» - non è facile intendersi, perché i gesuiti sono tanti. Noi abbiamo avuto figure di base molto belle: ab biamo padre Greco che lavora nelle carceri; a Catania, ci sono stati molti preti gesuiti operai: tutta gente che ha lavorato in ogni direzione. Qui abbiamo figure come padre La Rosa, che ha lavorato alla «missio ne Palermo» (1973), quindi nei quartieri popolari. Padre Damiani, ge suita anche lui, che lavora al Capo, ha dato vita - tra mille difficoltà - a un centro sociale, aver dopo fatto di l'esperienza un centro a operaio Catania. Di questi solo un gruppetto ha approfondito ca, intorno raccogliendosi politicamente i quadri poraneamente è sorto e a elaborare il laboratorio Ma questi possono Più della che chiesa al primo di un nel posto Pedro al Centro essere identificati movimento mondo la lotta gli ed oltre dove, Arrape orientamenti generali, è emersa parlerei vive. presenza «contro», Una ma la figura con un movimento antimafia, in cui l'interesse per la politi dia nuova precedenza contem di Orlando. antimafia di una a formare in generale? presenza che non alla nuova metta soluzione dei problemi con cui si ha a che fare, primo fra tutti il risanamento del ter ritorio: un obiettivo che assume sullo sfondo anche questa idealità «anti», vale a dire antimafiosa, ma che in realtà non ne vuole esaspera re la dimensione conflittuale... apertamente Forse anche per la con vinzione che l'essere «contro» debba essere un compito specifico della alla mafia è implicita nella funzione svolta nei giustizia. L'opposizione quartieri, in mezzo alla gente. Che rapporti aveva con padre Puglisi? Ottimi. Padre Puglisi era venuto anche qui per avere il nostro sta tuto, dal momento che aveva intenzione di aprire un centro sociale. Il nostro era aconfessionale, il suo no. Seguiva con molta simpatia il no stro lavoro. Ci siamo visti poco prima della sua morte. Mi accennò a queste minacce; io gli ho detto: Pino, secondo me devi starci attento, perché quando il conflitto si personalizza, tra te e qualche personaggio del luogo, questi diventano pericolosi. 112 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions Preti incarna Puglisi l'idea contro la mafia del prete che non usa la retorica antimafia... Credo che possa incarnarla, è la bella copia di questo prete. Ci pos sono essere forme anche meno definibili: in fondo lui faceva l'inse di religione, gnante in parrocchia, credo si dedicasse Lei teresse diceva: le cose il parroco faceva diventano di quartiere, e non ad analisi politiche. particolarmente diverse ci si scontra quando con in qualche specifico. Sì, in loco sì. Ma non sempre dalle parrocchie si riesce a dare il giu sto rilievo alla dimensione territoriale. Noi abbiamo insistito: la par è un rocchia territorio, lavorare bisogna tutto quello che nui... non si deve credere che tutto una lettura delle cose, una strategia, maturazione avviene con astuzia, dentro il territorio, non perché avvenire possa nel seguire osservare essere bisogna territorio inge occorre facilmente; i processi di civile, religiosa. Ecco, al di là dell'impegno ma sul quale la chiesa siciliana delle singole figure di religiosi, la mafia è stato il te si è interrogata intorno agli anni ottanta-novanta. A partire dalla seconda metà degli anni settanta, nei comunicati della Conferenza episcopale siciliana questo tema inizia ad apparire. Del f974-76 sono i primi riferimenti, fino ai pronunciamenti più uffi ciali successivi. Che No, sono chiesto non solo più non solo sul il radicamento nel Riflettere riguarda Questo convegni, di tra fare e De, mafia Dalla Chiesa. questo problema espressamen un riservato a questo convegno ma richiamato l'attenzio sulla mafioso, sull'atteggiamento mafia anche e abbiamo come denunciato nel territorio di questi interessi criminali: nel lavoro, contrabbando to, anche di assumere ci siamo riusciti. Abbiamo rapporto «morale», categoria volte tangenzialmente; tema specifico. Non ne anni novanta? già negli anni ottanta: a partire dall'omicidio Abbiamo te, dei primi di sigarette, sul dominio nel mafioso toto nero, nella della società vi ha in qualche modo indot analisi, soprattutto per quanto come teologi, ad aggiornare il tema dell'evangelizzazione? le vostre droga. tema è emerso con sempre maggiore insistenza negli ultimi a livello soprattutto Ho regionale. tenuto un corso alla Fa coltà teologica, qualche anno fa, sul tema «La chiesa di fronte alla ma fia». Quello che noi abbiamo sempre desiderato è che nascesse una specie di koiné, con un linguaggio sione ex professo su questi temi, frutto comune, più corale da parte della chiesa. Abbiamo che di una scelta potesse farci sentire un po' una rifles sempre auspicato più 113 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions uniti in Antimafia con se ciascuno anche resistenza, questa le sue Adesso specificità. Gae tano Zito sta preparando un numero speciale di «Sinapsis» sul tema della specificità del linguaggio e delle risposte della chiesa in tema di mafia. Si tratta di riflessioni più ampie; certo, anche la conversione del mafioso interessa. Il problema è di sapere come porsi in questi rappor ti: nel senso che sia inequivocabile la tua posizione rispetto a tutti, che loro sappiano da che parte stai. Tu, poi, puoi sfiorare la vita degli altri in mille modi, facendo capire che la pensi diversamente, che non hai niente a che fare con i loro percorsi. Un po' più di attenzione nelle fre nei quentazioni, le. c'è Non non rapporti in neutralità avere significa queste cose, un eppure neutra atteggiamento essere bisogna a pronti la mano. tendere attività Per avuto queste esempio, nel quartiere? Hanno voluto un avviare un rappresentare risanamento umano, San del Centro altro prima nuovo: segnale ancora che Saverio, che hanno impatto di il desiderio edilizio. Con l'agen zia turistica organizziamo visite guidate nel quartiere. In estate possia mo offrire anche alloggio al pensionato universitario vicino alla chiesa, di un una incontrare visita dove prima ci mette a disposizione. offriamo l'occasione soprattutto E un turismo sociale, diverso, l'università ma del le persone zona una che posti, ai monumenti di centinaio ciamo quartiere. veniva non nessuno, soprattutto paura per Fac di in dei furti, degli scippi. Non vi sembra di vivere in una dimensione «sud-americana», qui? In parte sì, in parte no. Abbiamo avuto tanti incontri con preti del Boff ha pranzato da noi. Abbiamo Sud-America, padre Leonardo una C'è differenza, però: che qui, nei nostri sempre simpatizzato. di un c'è la ancora risveglio: non abbiamo favelas. possibilità quartieri, Il centro storico è degradato: ma c'è la piazza, c'è il vicolo, c'è il bar... dove ci si può Ma incontrare. ancora sono le istituzioni volte Sì, tante abbiamo assenti. avuto questa percezione. Però, siccome sia mo convinti di dover partire dal soggetto vero, dalla gente, pensiamo che questa situazione sia ribaltabile. La scuola, per esempio, è più pre sente di prima; zionale c'è abbastanza un distretto socio-sanitario; c'è una presenza istitu rilevante anche a livello di medicina di base. deve fare ancora la chiesa per raggiungere lei, che percorso alto, non solo nella lotta contro la mafia, ma anche nell'impegno poveri? C'è ancora molto da fare? Secondo vello 114 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions un li per i Preti la mafia contro Io credo che in primo luogo la chiesa debba operare delle scelte: quelle fatte fino ad oggi ancora non bastano. Bisogna cominciare a de stinare tutti i beni della chiesa ai giovani perché possano utilizzarli. Cosa si sta nella facendo città di fascia questa per cosa persone, si fa concretamente per i disoccupati, per i barboni? E necessario decidere finalmente il punto di vista da cui guardare, superare questa sovrab bondanza di moralismo in tutti i campi, fare delle cose e parlare poco, ed essere meno sempre una chiesa E forte. cominciare necessario a ve stire i panni della misericordia, mostrare i segni di questa diversità, che non se, si costruisce nelle con accanto strade, ma le parole, alla gente. con i fatti, nelle la presenza anche comporta Questo con ca il supera mento della pretesa tradizionale della chiesa di essere sempre la guida dell'umanità. E necessario che riconsideri il suo ruolo accanto agli al tri, ripartendo dagli ultimi. Una dalla visione centralità della che è molto chiesa cattolica istituzionale lontana in Italia, dalla basata chiesa degli anni passati, elementare della sull'idea comunità... Sì. Certo ci vuole anche la profondità e la lucidità dell'analisi. riferivo di a un essere preti alla atteggiamento, la gente, con come di far nascere necessità tante volte modelli è accaduto nel Mi nuovi: passato. è che siano mancati nel passato questi modelli. Basti pensare ai preti sociali di inizio secolo. Ciò che si richiede è una conversione profonda: e non solo del cuore, ma anche rispetto ai miti del nostro di ricchezze, immaginario sociale, come il successo, l'accumulazione Non l'esaltazione povera; del lo sta più forte. diventando È necessaria perché non una chiesa ci sono povera, grandi ma risorse, davvero ma vor remmo invece che fosse una scelta. È il problema della condivisione della povertà. La vera scelta per il futuro è qui: scegliere il punto di vi sta di chi non ha niente. 115 This content downloaded from 130.192.106.226 on Mon, 8 Apr 2013 07:14:56 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions