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Preti contro la mafia: Intervista a don Cosimo Scordato

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Preti contro la mafia: Intervista a don Cosimo Scordato
ANTIMAFIA
la mafia
Preti contro
Intervista
a don
a cura di Rosario
Cosimo
Mangiameli
Scordato
e E. Igor Mineo
vuol dar voce a una delle tante articolazioni
che qui si pubblica
Scordato
è animatore
Don Cosimo
antimafia presenti a Palermo.
del
L'intervista
movimento
Centro
sociale
San
Saverio
presso
la chiesa
di San
del
una
all'Albergheria,
e malan
storico, povero
Niccolò
del centro
in un quartiere popolare
di esse
siciliano
se ne trovano, che ha la peculiarità
nel capoluogo
non è un caso isolato ma neanche
re promossa
da religiosi. A Palermo
rappresen
tativo dell'impegno
antimafia della chiesa locale che tanto ha riempito le cronache
realtà di base
dato
come
radicata
solo
è di aver presentato
dei giornali negli ultimi venti anni. Difetto di queste cronache
di fronte agli avvenimenti
sociali e politi
della chiesa palermitana
il protagonismo
sulle figure e sugli eventi di volta in volta in evi
ci, privo di sfumature,
appiattito
Arru
il cardinale
e le sue omelie antimafia, i gesuiti del Centro
denza:
Pappalardo
di fronte al sacrificio estremo della
pe, per poi scoprire
don Pino Puglisi che altre e più umili realtà esistevano,
uno stesso stile e a uno stesso linguaggio.
vita di un sacerdote
non
come
tutte riconducibili
a
di più immediato
è stato, dunque,
di osservazione
quello
Campo
privilegiato
misurare la tenuta o meno di uno dei car
nel quale era agevole
politico
significato
tra chiesa e Democrazia
nazionale:
dini del sistema
quel collateralismo
politico
anche alla pre
ha avuto espressioni
cristiana che a Palermo
originali in relazione
a statuto speciale.
E si pensi alle forti
senza e al ruolo dell'autonomia
regionale
ovvero al
Milazzo,
all'operazione
implicazioni
religiose presenti nell'opposizione
alla fine degli anni cinquanta;
all'interno
della De avvenuta
la spaccatura
Ruffini condusse
contro
lotta che nella stessa epoca la chiesa di Ernesto
cristiano di Amintore
Fanfani.
del partito democratico
rizzazione
alla dura
la secola
L'intervista
e tutta l'attività di Scordato,
seguita qui fin dagli anni della forma
che si è presen
in luce una critica serrata a questo
collateralismo,
zione, mettono
il linguag
in questi ultimi anni, fino ad utilizzare
differenti modalità
tato secondo
di «correggere»
la De e di ricostruire
la
tentativo
nell'estremo
gio dell'antimafia
e siciliano;
fino alla
nel tessuto
palermitano
politico
presenza
come la Rete, così diverso da quel secondo
nuovo
soggetto
politico
nella chiave di un più accentuato
lico a lungo nel passato
auspicato,
smo, dalla gerarchia ecclesiastica.
sua
nascita
di un
partito catto
anticomuni
ec
avallo della gerarchia
si può parlare nel caso della Rete di un esplicito
sullo scena
I tempi però erano cambiati,
crollate le ideologie,
auspicata
fin dagli anni
incalzavano
rio nazionale
una «politica
laica dei fatti». A Palermo
Né
clesiastica.
settanta
le guerre
di mafia
ed emergevano
le responsabilità
sempre
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All use subject to JSTOR Terms and Conditions
taciute
del par
Antimafia
tito di maggioranza
relativa, ma anche l'inanità dei partiti di opposizione,
adagiati
della politica
che in Sicilia era nata prima (nell'ambito
in una pratica consociativa
il vuoto di
dell'antimafia
a morire. L'idioma
e non accennava
riempie
regionale)
di
delle
vecchie
forza
della
un linguaggio
ideologie,
suggestione
politico
privato
idioma è anche una for
di indicare fatti e obiettivi nuovi. E forse questo
incapace
ma di attendismo
al protagonismo
rispetto
to determinante
degli
equilibri
alle
giudiziaria
l'attività
piegare
Coordinamento
politici.
proprie
nei confronti
divenuta
l'elemen
di una magistratura
di
Attendismo
attivo, però, desideroso
del
accuse
Da qui le infamanti
esigenze.
nient'affat
dei giudici del pool antimafia
anche «amiche».
con forze politiche
a omologazioni
al di là delle po
di notevole
interesse, che va riesaminato
e con esse i dif
lemiche dell'epoca
proprio per trovare le differenti accentuazioni,
Su un terreno apparentemente
della tematica antimafia.
ferenti «bacini di utenza»
si edificano
criminale
della malapianta
comune
di condanna
strategie e si lanciano
ricuciture
delle alleanze
che vanno nelle direzioni
proponendo
opposte,
messaggi
Ma anche i settori politicizzati
scenari di una futura opposizione.
o prefigurando
simili. Gli studenti manifestano
secondo
modalità
si esprimono
esterni al Palazzo
su Cosa
rese
note
le sue propalazioni
che
si
sono
al grido di «viva Buscetta»
dopo
È una
alla mafia che dà lavoro.
invece inneggiano
I borgatari
Nostra.
disoccupati
O è un
infettato l'intero corpo sociale?
cultura mafiosa che ha irrimediabilmente
antimafia
a prestarsi
un aspetto
to disponibili
E questo
differenti con la
le cose? Cose
e di indicare
di intendersi
ormai comune
concet
in un unico estenuante
e compressa
parola. O è la politica screditata
nelle sue sfaccetta
a riapparire
che sembra degno di essere formulato,
to, l'unico
di questo
lontani dal Palazzo
stare davvero
ture? Bisogna
per non essere partecipi
alla fermata dell'autobus,
in televisione
idioma
e protestare
per una pozzanghera
alla lotta che si svol
nazionale
assiste col fiato sospeso
mentre l'opinione
pubblica
e
le alchimie politiche
dove si consumano
comunale,
più complesse
ge in consiglio
antimafia - sorretta, per quanto
sottili e si gioca il futuro di una giunta - anch'essa
modo
stessa
riguarda
corrente
Non
la De, da tutti i vecchi apparati
come Lima e Ciancimino.
si tratta
qui
politici, contrassegnati
stra, ma di contribuire
certo
dalla
che a Palermo
prendono
i nomi
un ventennio
e semplificare
criminale
vocazione
e calcolata
di contrasti
di svalutare
micidiale
a decostruire
un «codice»
da capi
di Cosa
No
la complicata
emergere
si sono co
«codice»
questo
facendo
politici, sociali, culturali che dentro
di
tentativo
il percorso
E in questo
marginale
apparentemente
vanno
antimafia
Le radici del suo impegno
e dei suoi amici è d'aiuto.
Scordato
e radici nel
che ha origini lontane
e politica
cercate in una maturazione
teologica
e sul ruolo della
moderno
sul ruolo della chiesa nel mondo
culturale
dibattito
Mi
di Francesco
all'attività
il ricorrente richiamo
Non è casuale
chiesa siciliana.
trama
me
di interessi
affastellati.
chele
merosi
che alla storia
Stabile
e pregevoli
L'intervista
Niccolò
ecclesiastica
siciliana
contemporanea
ha dedicato
nu
studi.
a Palermo,
Rettoria
il 1° marzo
1996.
si è svolta
all'Albergheria,
Qual è il suo
anche politica?
percorso
di formazione
di San
religiosa,
Saverio,
culturale
Parrocchia
di San
e, eventualmente,
Il mio percorso è scandito dagli anni del seminario, per lo più in epo
ca pre-conciliare e durante la celebrazione del Concilio. Poi un periodo
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Preti contro
la mafia
romano di studio e approfondimento della teologia, nella Facoltà ponti
ficia Angelicum. Quindi il ritorno a Palermo, con diversi tentativi di in
in loco,
serimento
po,
durata
soltanto
a partire
da una prima
presenza
un anno
(1973-74):
un'esperienza
nel
del Ca
quartiere
fatta insieme
a un
lo
successivo
altro sacerdote, Franco Stabile1, e a quattro seminaristi, affidati a noi,
con i quali convivevamo. Era un primo tentativo di inserimento in un
ambiente di vita popolare, nel centro storico, con l'istituzione di una
scuola
serale
(1975-80).
gheria-Casteldaccia
nuo
a lavorare,
Ancora,
spostamento
in zona
Ba
soprattutto, dove ho lavorato per molti anni e conti
ormai
con
una
presenza
sempre
più
diluita
nel
tempo.
E stato allora che abbiamo costituito il Comitato popolare antima
fia, negli anni 1982-83, se ricordo bene. Era la prima volta che nasceva
un
la
comitato,
volta
prima
che
mento di base, dove confluivano
co
che
da
tutto
su
quello
il paese,
religioso.
da tutte
riuscivamo
a organizzare
un
movi
le realtà più varie, sia sul piano politi
Fu un'esperienza
le sue componenti,
bella,
con
avanti
perché
portata
un atteggiamento
di
si svolsero assemblee popolari,
laicità e di profonda collaborazione:
dibattiti su film — anche con registi - alcuni incontri significativi come
quello con Rocco Chinnici. Erano gli anni tra il 1983 e il 1985...
Nel periodo successivo - dagli anni 1985-86 - il mio percorso di
vita
è segnato
da
una
presenza
maggiore
a Palermo,
scandita
dall'atti
vità svolta all'Istituto teologico, divenuto poi Facoltà teologica di Sici
lia: quindi da un impegno di studio e di insegnamento che è sempre
stato parallelo alle esperienze pastorali più varie.
A livello di formazione, gli anni del seminario - dal 1958 al 1969 non
sono
stati
in
realtà
particolarmente
decisivi.
Sono
stati
piuttosto
anni di formazione tradizionale, anche nel campo della teologia: c'era
no appena i primi segnali di novità, di un Concilio che cominciava a
far
sentire
la
sua
presenza.
Ho
vissuto
praticamente
sotto
il cardinal
Ruffini (1946-67)2. Poi è venuto il cardinale Carpino (1967-70), quindi
fui segretario per un anno del cardinale Pappalardo (1970).
Entrai in seminario a nove-dieci anni. Era una situazione molto
tradizionale, con una vita fatta di orari molto ferrei, scandita dalla pre
ghiera, dalla scuola, dallo studio, dal silenzio, che aveva lo scopo di
e alla disciplina. Un'idealità tipica
formare la persona all'obbedienza
1 Storico della
chiesa, ha scritto tra l'altro: Palermo, La chiesa baluardo del Cardinale E.
Ruffini, in Le chiese di Pio XII, a cura di A. Riccardi, Roma-Bari 1986. La sua maggiore pro
duzione verte sulla storia del clero in Sicilia.
2 Ernesto Ruffini fu uno dei
cardinali del dopoguerra, acceso anticomu
più significativi
nista, auspicò la messa al bando del Pei; ma non fu tenero neppure con la De, il cui processo
di secolarizzazione
cercò di contrastare. Si distinse anche per un forte sentimento «sociale»
che in politica assumeva i toni del peronismo.
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Antimafia
anche di un modello di presbitero, in fondo molto atemporale. Solo
verso la fine della mia preparazione di seminario cominciammo a usci
re, a incontrare persone fuori del seminario. Altrimenti i nostri incon
tri erano limitati al periodo delle vacanze estive, dedicate però alle fa
miglie più che alla ricerca di contatti significativi.
C'era
i problemi
del seminario
nell'insegnamento
sociali?
una
emergere
qualcosa,
soltanto
la presenza
per
e un'attenzione
verso
Solo verso la fine cominciò
Per quello che ricordo, pochissimo.
ma
tensione
di alcune
ad
parti
persone
colari. C'era Stabile, che teneva l'insegnamento di storia della chiesa.
L'ho avuto come professore e quindi come collega, siamo amici da sem
Generalmente,
pre.
problemi
senso
era
però,
sociali. Prevaleva
deteriore,
nell'accezione
ma
una
predominante
distanza
grande
dai
piuttosto clericale: non in
una concezione
del
propria
termine
come
cleros,
ciò
che è riservato, che ha uno spazio separato rispetto a quello degli altri.
Furono incontri con diverse persone, soprattutto all'inizio dell'attività
mi
che
pastorale,
costrinsero
esterna. Ciò fu acquisito
cominciato
nel
a lavorare,
sempre
più
a un
confronto
con
la
realtà
inizialmente anche in maniera brutale: avevo
1973-74
come
credo,
di
insegnante
religione
nel Liceo Galilei. Fu in quel periodo, in particolare dopo la mia ordina
zione presbiteriale, che iniziarono le mie conoscenze
«proibite» nel
mondo
politico,
stra. Amicizie
molto
attive
con
persone
impegnate
soprattutto
sini
nell'estrema
che si sono protratte a lungo, fino ad oggi. Tutte persone
politicamente.
Furono
incontri
questi
a scuotermi,
a farmi
capire l'urgenza e la gravità di una situazione sociale e politica.
Come
terale»
veniva
Per quanto
scenza
vissuto
il fatto che la Democrazia
cristiana
fosse
così
«colla
alla chiesa?
mi riguarda, su questo
e la frequentazione
di Franco
problema
Stabile
hanno
la cono
particolare
favorito
lo
svilup
nuova in me e, di conseguenza, l'esigenza di
po di una consapevolezza
il
che aveva caratterizzato la chiesa fino ai
«collateralismo»,
superare
nostri tempi. Questa presa di coscienza era alimentata da due motiva
della poli
zioni fondamentali: da un lato l'assunzione dell'importanza
tica nella vita sociale, dall'altro l'esigenza di prendere le distanze da
questo
«collateralismo»,
radicato
nell'anticomunismo
e dato
per
scon
e nell'atmosfera in cui tutti noi vivevamo.
Nacquero
quindi, a poco a poco, delle esperienze interessanti, an
che con gruppi di preti con i quali ci incontravamo settimanalmente;
incontri nei quali si discuteva di tanti problemi: del divorzio, successi
tato nell'ambiente
vamente
anche
dell'aborto,
con
prese
di
posizione
che
hanno
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avuto
Preti
una
loro
loro
L'assunzione
importanza.
a Palermo,
in
un
quartiere
che
popolare
fisico di questa nostra presa di coscienza;
di un
di persone
gruppo
progettazione
a Casteldaccia
ne
di
un
più
ai problemi.
ad
il luogo
rappresentò
l'impegno
molto
e dalla volontà di un'analisi
adeguata
dei
incominciai
dove si sviluppò
e culturalmente
politicamente
neo, unito però dall'esigenza
di una
sistematica
della gente risale agli anni 1983-84, quando
problemi
abitare
una
storia,
la mafia
contro
eteroge
più rigorosa,
Contemporaneamente
avevo lavorato, alla fine degli anni settanta, alla creazio
centro
culturale
che
una
stampava
rivista,
piccola
«A
Zotta»
che ci consentì poi di maturare, soprattutto
(la frusta). Un'esperienza
negli anni «caldi», e di far nascere quel comitato popolare cui accenna
vo
fa.
poco
Su questo
torneremo
nei primi anni settanta è attivo a
più tardi. Dunque:
Palermo
un gruppo
di religiosi
che fa un'esperienza
comune
di scoperta
di
una realtà politica e sociale diversa da quella conosciuta
indirettamente
nel pe
riodo
della
formazione.
Chi
sono
al suo?
analogo
questi
preti?
Il loro
percorso
formativo
è
Quasi analogo. Qualcuno era più grande di me; gravitavano intor
no alla figura di Franco Stabile, una figura fondamentale per tutti noi.
Ricordo la pubblicazione
di alcuni volantini, di alcuni interventi anche
all'interno del Consiglio presbiteriale, che allora cominciava a nascere
come frutto del Concilio. Da un lato Franco Stabile, dall'altro Gio
vanni Avena, che poi lasciò «Il boccone del povero» e fondò l'Agenzia
«Adista» (fatti, notizie, avvenimenti del mondo cattolico), dove lavora
da anni. Ci si muoveva soprattutto in direzione di una presa di distan
za dall'«appartenenza»
partitica della chiesa e di un rinnovamento ra
dicale
anche
se graduale
della
nostra
in senso
comunità,
sato sull'attività degli organismi di partecipazione,
segnato
avviene
maggiormente
nella
società,
dalla
da
una
testimonianza,
percezione
da
storica
conciliare,
ba
su un cristianesimo
una
del
lettura
presente.
di
quanto
Insom
ma, in altre parole da una capacità di ascolto delle esigenze di un mon
do diverso da quello che avevamo imprigionato nei nostri schemi.
Questo gruppo, che ebbe alterne vicende, lavorò per molti anni. Tra
l'altro. Franco Stabile diventò poi il vicario episcopale (1980) per la
zona est della diocesi, con il cardinale Pappalardo.
Lei
modo
si forma
e l'evento
modo
Non c'è in qualche
negli anni sessanta,
gli anni del Concilio.
circuito tra la formazione
della nuova leva dei religiosi in Italia
che stava sconvolgendo
la vita della chiesa in quel momento?
In che
un corto
sono
legati
questi
due aspetti?
Negli ultimi anni del seminario qualcosa cominciava ad avvertirsi.
Ma nel frattempo era morto Ruffini (1967), che fu sostituito dal cardi
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Antimafia
naie Carpino. Del Concilio si cominciò a parlare a poco a poco. Ma il
problema era: chi ne doveva parlare? Quali erano le figure nuove che
erano
di interpretare
in grado
ecclesiale?
avvenimento
questo
Soltanto
a tornare da Roma, con studi più aggiornati:
qualcuno
Franco Stabile, per esempio. Invece, negli anni settanta, con il cardina
le Pappalardo nacque l'Istituto teologico.
cominciava
Quando
diventa
cardinale
Pappalardo?
Nel 1970. Quella dell'Istituto teologico è un'ipotesi nuova: sono
nuove le persone che vengono chiamate ad insegnarvi, non c'è più la
scuola di seminario in senso tradizionale. Un Istituto teologico aperto
ai laici, animato da un grande slancio, da una grande intraprendenza;
nasce la nostra rivista, si svolgono iniziative molto belle. Fu, quello,
un decennio quasi ideale, conclusosi poi male perché non fu curata la
necessaria
a una
transizione
gestione
accentra
meno
istituzionale,
più
trice e più rispettosa delle dinamiche pluralistiche del gruppo.
al di là di questo
esito, negli anni settanta l'Istituto
teologico
rap
Quindi,
Si
di quello
che verrà dopo.
e di sviluppo
un bacino
di formazione
presenta
o per la chiesa siciliana?
tratta di fermenti importanti
per la chiesa palermitana
Per la chiesa siciliana. Perché erano figure che confluivano da tutta
la Sicilia; a Catania c'era l'Istituto San Paolo, con personaggi come
Adolfo Longhitano, Consoli, Ruggieri e altre persone che lavoravano
allora l'idea di una facoltà teologica.
Nacque
contemporaneamente.
Non
tutto,
le, che
era
però,
appartenevano
prodotto
ad essa,
dalla
facoltà.
avevano
Figure
come
Franco
a lavorare
cominciato
Stabi
a
anche
latere. L'attività al Capo, l'esperienza di scuola teologica di base avvia
ta a Bagheria, a Casteldaccia o quella del Comitato popolare antimafia
non nascevano in facoltà, ma all'interno del lavoro di gruppi di presbi
si erano
che
teri,
Che
Sì,
ma
erano,
in precedenza.
formati
in contatto
però,
si trattava
di un
con la facoltà?
come
contatto...
dire?...
un
po'
a distanza,
Ri
perché erano già ordinati preti, non studiavano più: Giacomino
di
una
Eravamo
una
Avena...
Giovanni
decina,
baudo,
quindicina
persone
critica
che
e che,
nel
di
dall'esigenza
partivano
tempo,
hanno
preso
in concreto,
descriverci,
queste
al Capo,
a Casteldaccia?
teologica,
Può
coltà
L'esperienza
del
Capo
durò
una
poi
formazione
anche
strade
esperienze
purtroppo
non fu capita. Si trattava di un fatto nuovo:
soltanto
e
permanente
diverse.
maturate
un
fuori
anno
della
Fa
e, credo,
formare seminaristi al di
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Preti
fuori del seminario.
la mafia
Ci hanno affidato quattro seminaristi: insieme si
si mangiava.
chiacchierava,
contro
Loro
andavano
mo nell'istituto, nel quale io cominciavo
credo.
io
Contemporaneamente
a studiare,
noi
insegnava
allora ad inserirmi. Era il 1974,
iniziai
ad
anche
insegnare
al
Liceo
scientifico Galilei: un'esperienza che durò un anno soltanto.
Poi con Franco Stabile ci siamo spostati a Bagheria, nella prima
scuola di teologia popolare per laici, denominata scherzosamente «pop
teology». Era frequentata da un centinaio di persone nell'insieme. Ab
biamo
la scuola
pensato
versazioni
due,
in una
tre volte
forma
libera,
la settimana,
con
aperta,
tre ore
al giorno;
incontri
un
e con
modello
che
ebbe poi una diffusione all'interno della diocesi. Lì cominciammo
a dare
formativi
input
ai giovani,
che
successivamente
hanno
anche
costruito
insieme a noi esperienze a Casteldaccia, a Bagheria, a Ficarazzi. Nac
quero quindi i comitati popolari, le lettere contro il collateralismo. E
poi contro la mafia, in occasione degli omicidi dei primi anni ottanta.
Il tema dell'antimafia
quando
si afferma
in modo
più netto?
Direi verso la fine degli anni settanta.
Da
chi veniva
con l'estrema
Fu
che
un
mutuata
incontro
assolutamente
le distanze
mafia
prendesse
- un fenomeno
— cominciò
ta allora
a Roma
Già
io
dai
la cui
invece
avevo
non
era
avvertita
alcune
determinanti
importanti
furono,
a un incontro
di
personale.
L'esigenza
e dal collateralismo,
partiti
percezione
ad essere
fatto
assolutamente
Pantaleone;
Lei ha fatto riferimento
l'esperienza?
sinistra.
una
anche
ancora
per
in modo
noi
ampio,
chiesa
con
così
generale.
letture,
però,
la
net
per esempio
le discussioni
di
con
Franco Stabile alla fine degli anni settanta, la comune riflessione su alcuni
omicidi di mafia nel periodo in cui lavoravamo al Capo. Con Franco ab
biamo
redatto
un
documento,
nel
1976
o nel
1978,
in cui
si annunciava
l'esigenza di un esodo nuovo delle nostre chiese verso la liberazione e,
per la prima volta, si dava priorità all'emergenza mafia. Nino Fasullo e la
rivista «Segno» svolsero un ruolo importantissimo nell'opera di sensibi
lizzazione su questi problemi. Si ebbero le prime prese di posizione, la
nascita - come ho già detto - del Comitato popolare di Casteldaccia, con
le prime assemblee popolari, gli incontri con i magistrati, la proiezione
dei film sulla mafia, il grande corteo da Bagheria a Casteldaccia, la costi
tuzione a Palermo del Coordinamento dei comitati popolari.
E con Danilo
Dolci?
Con lui ho avuto un rapporto molto bello, iniziato
1972 quando io mi preparavo per la licenza in teologia.
a Roma nel
Un giovane
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Antimafia
che doveva fare la tesi su di lui mi chiese: tu conosci Danilo Dolci? Io
non lo conoscevo affatto, solo allora ho scoperto chi fosse. Lo andai a
fatto
trovare,
abbiamo
tenuto
i contatti;
conoscenza.
Quell'anno
stesso
a leg
cominciai
gere diverse cose, in particolare ι Racconti siciliani. Allora non avevo
ancora però tutti gli elementi per ricostruire le sfaccettature della
realtà siciliana, che pure già affioravano dalle sue analisi.
Al mio ritorno in Sicilia, iniziò con Danilo un rapporto di amicizia.
Lo andai a trovare qualche altra volta e addirittura, quando abbiamo
avviato il centro sociale, ci siamo ispirati alle sue idee, al suo lavoro a
Palermo, alle ricerche sulla scuola alternativa a Borgo di Dio. Lo abbia
mo invitato, e ha partecipato ad alcuni incontri. Quando ho pubblicato
il volumetto per le edizioni Paoline, Uscire dal fatalismo (1991), è stato
lui a firmare la presentazione. Solo che nel periodo in cui abbiamo co
minciato ad approfondire il nostro rapporto diretto, la sua attività in
Sicilia è andata diminuendo, mentre crescevano i suoi rapporti a livello
internazionale. Negli ultimi anni Danilo Dolci è stato meno presente in
Sicilia di quanto non lo sia stato all'estero. Abbiamo, comunque, man
stanza.
è rimasto
Qualche
sono
altri incontri
Quali
Soprattutto
un
ottimo
fa ci siamo
mese
con
quello
rapporto
tra
sia
noi,
a di
pure
sentiti.
stati importanti
Umberto
per lei durante
Santino3,
che
quel
ho
periodo?
conosciuto
nei
primi anni a Palermo, dove ci siamo trasferiti nel 1984-85 con Franco;
in questo
la
si, con
dalla
periodo
creazione
comune
la nostra
del
partecipazione
attività
centro
tra la gente
è andata
L'amicizia
con
sociale.
alle
tavole
rotonde,
intensificando
Umberto
dove
io
portavo
è nata
la te
stimonianza del lavoro popolare con la gente di Casteldaccia, con il co
mitato, o delle prime iniziative a Palermo. Lui raccontava la sua espe
rienza di lotta politica prima, e quella di studio, soprattutto, imperniata
con Um
Da allora la collaborazione
sul Centro di documentazione.
berto non si è mai interrotta, anzi è andata sempre più intensificandosi.
sono figure «marginali»
dal punto di
di
della sinistra storica. Parliamo
rispetto al contesto
dei
eredi.
Lo
stesso
Santino
non
anni
e
loro
settanta,
negli
extra-parlamentari,
la Cgil, il
di partito. Con
interno agli apparati
un personaggio
è certamente
tema?
Pei, con la Cisl, ci sono stati mai rapporti su questo
Tutte
le persone
vista politico,
che
lei sta citando
soprattutto
No, con loro i rapporti sono stati limitati, come centro sociale. So
lo a partire dagli anni 1984-85 abbiamo avuto in questo senso un con
J Militante
«Giuseppe
della nuova sinistra e fondatore
e animatore
del Centro
di documentazione
Impastato».
100
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la mafia
Preti contro
fronto ad ampio spettro con la politica e con i politici, con i sindacati,
sui vari problemi del quartiere di volta in volta affrontati.
con l'arcipelago
E, invece,
Nessun
democristiano?
politico
rapporto.
con
Neanche
ultimi
dieci
Che
io
quella
anni?
no.
ricordi
parte
della
De
Si è trattato
che che ha «costruito»
sempre
di contatti
la rottura
degli
persone
che
con
rappresentavano per noi punti di confronto e di riferimento anche cri
tico, piuttosto che con apparati di partito, o anche con forze politiche
nel loro insieme. Vivevamo quell'atmosfera
generale di
organizzate
grande pulsione verso il cambiamento, ma anche di fortissima tensio
ne. Sono gli anni dei corsi abilitanti, delle 150 ore. E delle lotte, dei
conflitti tra sinistra e destra.
e destra
Sinistra
anche
sindacale?
No. Per quanto riguarda il nostro gruppo probabilmente l'idea dif
fusa era che non fossimo legati ai partiti, tantomeno alla Democrazia
cristiana.
Qualche
qualche
con
approccio
noi
forse
è stato
anche
da
tentato,
singolo politico.
di
tra questo
gruppo
collegamento
e i gruppi di cattolici più
teologica
i Cristiani per il socialismo?
Ma, negli anni settanta, c'era qualche
che lavoravano
intorno alla Facoltà
preti
in politica,
impegnati
No,
perché
parte
che
favorisse
dirittura
erano
concentrati
gior
iniziative
per esempio
quanti
nella
il riconoscimento
che ci distraevano
male.
guardate
nella
impegnati
della
facoltà.
dall'impegno
erano
I rapporti
facoltà
della
promozione
Di
erano
per
riflessione
venivano
ad
a livello
soltanto
dunque
le
tutte
conseguenza,
accademico
la mag
teologica,
personale.
Con Franco Stabile abbiamo partecipato, per esempio,'agli incontri
di Assisi, tra i quali uno molto bello con Balducci e Garaudy, a cui
avrebbe dovuto partecipare anche Pasolini. Erano momenti di con
fronto
molto
belli.
Noi
siamo
riusciti
a portare
trenta
prove
giovani
nienti dalle nostre comunità, da Bagheria, da Casteldaccia. Nutrivamo
anche una grande simpatia per la teologia della liberazione. In genera
le, le nostre letture personali privilegiavano questi filoni.
alla chiesa «istituzione»
di Ruffini, a questa
Rispetto
come vi rapportavate?
Qual era, in quegli anni, il rapporto
Quando
mondo
ero
seminarista,
chiuso, di quest'isola
ero
immerso
così centrale,
con la gerarchia?
chiesa
nell'atmosfera
di
questo
che non subiva il fascino e neppure l'in
101
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Antimafia
fluenza
di
nella
si muoveva
quanto
realtà
esterna.
Per
me
il cardinal
Ruffini era un grande personaggio, una bella figura con la sua capacità
di essere molto vicino ai seminaristi. Poi cominciai ad avvertire alcune
«fascinazioni»:
la musica moderna, la chitarra... A me è sempre pia
ciuta l'idea di scrivere canzoni, costruire recital. A Bagheria, in contat
to con
ambiente
questo
molto
politicamente
gliere carta e cartone per fare qualcosa...
ci
si
incontrava,
si parlava.
piuttosto
Ma,
molto
tradizionale,
cominciai
vivace,
Si passeggiava
tutto
era
sommato,
a racco
lungo il corso,
un
cristianesimo
conservatore.
in questo
della sua formazione
Dal punto di vista culturale,
gli
periodo
anni sessanta e la prima metà degli anni settanta - in che misura ha inciso (se ha
che l'hanno
inciso) la cultura laica? Quali sono i libri non teologici
«segnata»?
La sensibilità ai problemi del mondo siciliano, come ho già detto,
e di
me l'ha data la lettura di Danilo Dolci, di Michele Pantaleone
Leonardo Sciascia, mentre studiavo per la licenza in teologia. Lessi an
che Marcuse e cominciai a conoscere la Scuola di Francoforte; alcuni
saggi sui problemi del Terzo Mondo, oltre a quelli sulla teologia della
delle contraddi
liberazione. Era un'apertura verso la comprensione
zioni sociali e dei rapporti tra Primo e Terzo Mondo a spingermi ver
delle analisi marxiste. Molti fondamenti della mia
so la conoscenza
monolitica formazione iniziarono a vacillare, anche sul piano teologi
La
co.
mia
preparazione
religiosa
era
quindi anti-modernista.
profondimento
della
Scrittura
avevo
basata
rigidamente
zione scolastica,
Soltanto
avuto
su
una
nell'ambito
ai
un'apertura
posi
dell'ap
problemi
e degli altri temi suggeriti dalla scienza.
dell'evoluzionismo,
A poco a poco ci fu da parte mia una specie di rigetto quasi in toto
Restavano
solo alcune linee ispiratrici, cioè
di quella formazione.
l'idea
di
proprio
erano
conservare
sempre
una
chiamiamola
compostezza,
ordine mentale, il senso di responsabilità.
state
le mie
prime
coordinate
culturali
a poco
così,
Tutte quelle
a poco
un
che
svanivano.
Eppure ricordo gli anni 1972-74 come molto importanti per me sotto
il profilo della formazione teologica. Non tanto per tutto quello che
ho appreso dalla Facoltà pontificia, ma per la condizione nuova in cui
mi
sono
improvvisamente
trovato:
una
completa
libertà
di fare,
la pos
sibilità di cominciare a frequentare persone che la pensavano diversa
mente. E, poi, i corsi estivi che davano al Passo della Mendola, dove si
riuniva un gruppo di teologi - tra cui Carlo Molari - di psicologi, di
sociologi, che tenevano corsi di aggiornamento sulla catechesi. Lì ho
fatto il mio primo incontro con le scienze umane, lì ho conosciuto il
sociologo
Carlo Milanesi.
102
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Preti contro
tornai da Roma
Quando
al
spetto
che
giovane
era
due anni furono dunque
Per
me
è vitale
ed
la mafia
ero un altro. Ero quasi irriconoscibile
stato
mandato
a Roma
per
formarsi.
ri
Quei
decisivi e da allora non mi sono fermato più.
è importante
tutto
che
quello
può
ampliare
gli oriz
zonti di comprensione,
di incarnazione
del mondo di cui facciamo
Ed
è
la
difficoltà
di
conciliare
una direzione di studio e
parte.
grande
di ricerca con la vocazione alla testimonianza, con un impegno con
creto di assistenza nella vita di un quartiere popolare.
è arrivato
Quando
qui a San Saverio?
Credo intorno agli anni 1983-84. Io mi spostavo da Bagheria a Pa
lermo perché insegnavo. Con Franco Stabile abbiamo deciso allora di
venire
ad
abitare
a Palermo.
In
un
secondo
momento
alcuni
nostri
amici che venivano da diverse esperienze ci hanno raggiunto e abbia
mo deciso, nel 1984, di riaprire la chiesa. Era chiusa da tempo, non
c'era
nemmeno
guito
abbiamo
un
tanto
ogni
il centro
sociale.
rettore,
avviato
il trasferimento
Quindi
vi si celebrava
una
qui è stato il frutto di una vostra
messa.
In
se
scelta?
Sì. Una scelta anche casuale, perché qui erano liberi questi due pia
ni. Poi, a poco a poco, quando si abita in ambienti popolari si prende
coscienza di quello che c'è intorno, del degrado di questi quartieri: la
scelta
Chi
Nino
è stata
sociale
dell'impegno
erano
questi
la naturale
Rocca,
Cavadi,
Augusto
di padre
Elio
Parrino
quello
Si erano
liberati
di questo
retaggio
centro
sociale
ha coagulato
queste
che
a un gruppo
eccle
appartenevano
- di stretta osservanza
neo-scolastica.
-
siale
conseguenza.
vostri amici?
e avevano
esperienze
fatto
za che non si può concepire una dimensione
ciando
l'uomo
evangelica
in tutta
se non
la sua
assumendo
interezza;
appunto
non
questa
diverse
esperienze.
alla
consapevolez
intorno
Il
spirituale se non abbrac
si può
testimoniare
umana
complessità
la scelta
e socia
le; convinti della necessità di non cadere in tentazioni di tipo assistenzia
listico e di intraprendere la strada della «coscientizzazione
della gente»: è
un termine che noi usiamo, preso dal religioso sud-americano
Paolo
è necessaria
Insomma,
Frej.
¡'«autoanalisi
popolare»,
come
ha scritto
Da
nilo Dolci. Il principio messo in campo era quello di lavorare con la gen
te, ma
a partire
Cosa
gevano
da
avete
attività
loro.
Anche
trovato
come
altre forze,
se questo,
attività
come
poi,
non
sociale, politica,
i partiti e i sindacati?
sempre
qui
ha funzionato.
nel quartiere?
Svol
Non c'era niente, c'era solo la bellissima presenza di quel padre a
Santa Chiara... don Rocco Rindone...
che aveva lavorato benissimo e
103
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Antimafia
che
ci
aveva
con
preceduto
lotte
la casa
per
e con
una
personale
pre
senza nella vita del quartiere. Si tratta di fatti che ho descritto nel vo
lumetto Le formiche della storia (1993).
Come
È
il Centro
nasce
il frutto
San Saverio
dell'incontro
tra
e che cos'è?
diverse
persone
che
cercano
un
modo
nuovo di tradurre il loro impegno religioso in una pratica sociale, as
sumendo la complessità di una realtà che richiede una capacità di ana
lisi politica, economica, sociale... È un modo che punta a una «sogget
tualità»
democratica
soggetto
e che
la vera
nuovo
rezionale,
accentratore,
nità
determinato
di un
vuole
trovare
nella
anche
alternativa
violento,
a un
di
questo
unidi
mafioso,
Il soggetto
prevaricatore.
chiamata
territorio,
costruzione
modello
a maturare
è la comu
al suo
le
interno
scelte comuni: dall'abbellimento
del territorio alla creazione di spazi
lavorativi nuovi (come le cooperative), alla socializzazione
dei bisogni;
tutto questo, sia incalzando le istituzioni, il Comune, i sindacati, sia
assemblee popolari in chiesa e i sit in per la casa, o af
promuovendo
fiancando
l'attività della scuola.
In questo
controparte
una cultura?
Più
cuno
che
la lotta antimafia
va intesa come un confronto
con
quadro
mafiosa precisa, individuabile,
oppure come la contrapposizione
altro
in questo
Cioè, voi avete
in particolare?
secondo
mai avuto
una
a
senso.
scontri
con
interessi
di mafia
con
precisi,
qual
Con qualche ragazzo di mentalità mafiosa, in particolare uno che
era stato affidato a noi, lo abbiamo avuto. Ma il vero problema è quello
della mentalità mafiosa diffusa, che in parte o in toto è propria del ter
reno
di coltura
della
mentalità
mafiosa.
E
allora
più
che
lottare
contro
la cosca locale - con i suoi interessi, forse non proprio qui nella zona di
Ballarò: pizzo, toto nero, corse di cavalli ecc. - ci siamo mossi in due
direzioni: una è quella che indicavo prima; l'altra è quella «contro», che
abbiamo espresso partecipando ai momenti più importanti della vita
della città: quando uccisero Falcone, per esempio. Una cosa molto bel
la, poi, l'abbiamo
ta lavorava
al
fatta quando
nostro
centro
uccisero Borsellino.
sociale
e Borsellino
Sua figlia Fiammet
stesso
era
venuto
più
volte a messa da noi. Dopo il suo assassinio abbiamo fatto il giro del
quartiere, invitando le persone ad appendere un lenzuolo dalle case.
Siamo partiti in quindici-venti, ma siamo tornati che eravamo duecen
to. Nell'ultima assemblea con le donne organizzata con il Centro Im
pastato
e l'Associazione
donne
contro
la mafia,
a commento
104
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All use subject to JSTOR Terms and Conditions
dell'affer
Preti
la mafia
contro
mazione
di quella donna che ha detto «meglio morire che pentirsi», noi
abbiamo
risposto
«meglio
mai
Capita
che
che
pentito
qualcuno
morto».
a lamentarsi
venga
per avere
avuto
di
richieste
pizzo?
da
Qui
trattoria
noi
Ballarò,
per
abbiamo
Noi
ha
nessuno
turistica,
mi riferivo
Non
A
è successo.
non
e un'agenzia
tanto alle attività
legate
una
mai
al Centro,
lì, al mercato,
esempio...
una
con
cooperativa
chiesto
niente.
ma in generale.
forse
c'è
che
qualcuno
ha
raccolto o che raccoglieva denaro. So che la gente raccoglie soldi per il
Comitato per la festa di San Michele Arcangelo, nei negozi di Corso
ma
settimanalmente,
Tukory
è una
raccolta
per
la festa.
E si dice sia invece...
no...
No,
sono
è una
raccolta
cose,
piccole
ogni
per
Ma non c'entra con il pizzo
ve;
altro
non
vi saprei
dire.
Invece,
culturale.
la vostra
attività
Il contributo
la festa.
E
settimana.
organizzato
si svolge
lo
devi
un
probabilmente
nei negozi di Ballarò
su questo
soprattutto
ma
dare,
malcostume.
o altro
sociale
piano
e
Sì, nei confronti dei bambini, degli anziani, degli adulti. Vogliamo
creare
soprattutto
vogliamo
tacita
un'intesa,
che si sappia
o
solo
contro
la mafia.
Non
siamo
quindi
se molto
Lavorare
con i giovani
precise.
na per non acuire
il conflitto.
Avete
Non
trovato
c'erano
identità
identità
politiche
forti.
in
esplicita,
lavorando
che stiamo
ma
«contro»,
essere
può
forti, radicate
Abbiamo
un
territorio
in questa
anche
una
dato;
direzione:
co
«per»
buo
strategia
nella gente?
tentato
invece
di far vivere
al
le persone esperienze di sensibilizzazione
politica. Nelle assemblee
popolari sulla casa, quando il sindaco partecipa, deve renderci conto
del perché determinati lavori non sono stati fatti. Quindi, per noi, la
politica è discutere nelle assemblee, interpellare gli amministratori, i
sindacalisti, i rappresentanti dei partiti.
Quindi
istituzioni.
siete
stati voi
i mediatori
di questa
ricucitura
del rapporto
Sì, questi incontri sono stati importanti.
E i partiti?
I
partiti
hanno
partecipato
a queste
assemblee.
105
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con
le
Antimafia
Sì, ma sempre
Eccetto
da voi. E autonomamente?
invitati
non sono
casi sporadici,
riusciti ad essere presenti
nel
quartiere.
qui la gente come
Per esempio,
che la gente abbia votato in tutti i modi. Prima è probabil
Credo
mente
vota?
prevalsa
alla
un'appartenenza
De
con
tradizionale,
i portatori
di voto e le promesse elettorali, spesso anche spicciole. Poi credo che
ci sia stata un'ascesa di Orlando. Alle elezioni del 1994 si è fatta avanti
Forza Italia, che ha preso il posto dei vecchi schieramenti. Noi siamo
stati sempre contrari ad avere candidati, perché abbiamo sempre det
to: lavoriamo al pre-politico e al politico in senso lato. Anzi, la gente
anni fa ci chiedeva: ma voi chi sostenete? Noi rispondevamo: non date
a chi
voto
Ma
non
ha
mai
nel quartiere
fatto
niente,
a chi
non
non vi è stata davvero
è mai
alcuna
venuto.
dei partiti?
presenza
tentativo l'ha fatto il Pei, molti anni fa. Recentemente
Qualche
Pds
ha
fatto
un'assemblea
sul
centro
ma
storico,
sono
state
Perché il contatto con il territorio purtroppo
sporadiche.
Ma qui c'era
un sezione
il
iniziative
si è perso.
del Pei?
No, qui non mi ricordo.
Ma
neanche
un biliardino,
della
De,
dei socialdemocratici?
No, niente. Invece, in prossimità delle elezioni, c'è sempre qualcuno
che
si presenta,
buoni
si appoggia
mette...
furba,
di
benzina,
E l'irruzione
ta da parte
della
conosciuto
qualcuno
questa
voti
a tutti
di Orlando,
come
promette
perché
su
o
quell'altra
e si prende
avviene?
Inizialmente
tativo
di
da
territorio,
La
ognuno
E soprattutto:
gente
pro
è anche
qualche
cosa.
come
è stata vissu
gente?
Non so. Vi posso dire come l'abbiamo
ciale.
nel
cosa.
rinnovamento
con
una
della
buona
vissuta noi come centro so
aspettativa,
politica.
Poi
soprattutto
con
una
verso
crescente
il ten
tensione,
- come centro sociale - abbiamo
quasi fino allo scontro, quando
sto che si allargasse il discorso dei centri sociali.
Siamo negli anni del pentacolore
e, poi,
ma esperienza,
della «primavera
di Palermo».
dell'esacolore.
Parliamo
chie
della
pri
Nella «primavera» ci fu un momento molto bello perché Orlando
venne incontro a questa esigenza di riscatto. Dei centri sociali autoge
stiti nel territorio, il primo di stampo nuovo era il nostro; ma subito ce
ne furono altri, alla Vucciria per esempio. Abbiamo fatto delle con
106
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Preti contro
venzioni
l'anno
sto
180.
non
Noi,
volevamo
lottato
Lavorammo
60 bambini, nel
limitarci
però,
in ogni
perché
quartiere
l'immediata
costituzione
per
e abbiamo
ciale.
di seguire inizialmente
che ci consentivano
successivo
la mafia
nascesse
di
solo
un
un
a que
centro
so
coordinamento
in materia che rappresen
tra i centri sociali e per una delibera-quadro
tasse il momento chiave di questo rinnovamento della politica.
Siamo
nel 1987-88?
anche il
Sì, più precisamente 1988-89. Nacque in contemporanea
il Comitato
e partecipazione.
cittadino di informazione
Cocipa,
una politica basata sulla possibilità per i cittadini di un
Chiedevamo
sull'incontro
rapporto diretto con il Comune, sulla partecipazione,
con i politici, su proposte concrete, regolamenti, discorsi chiari, su un
nel
legame forte tra le istituzioni di governo e le realtà organizzate
territorio.
A
un
certo
una
si è avuta
punto
ché, mentre il Coordinamento
- si andava
Orlando
divaricazione
nelle
posizioni,
per
antimafia sposò le ragioni della giunta
anche
configurando
la nascita
della
- con
Rete
un
atteggiamento quasi pregiudiziale, noi abbiamo mantenuto sempre la
nostra posizione di appoggio alle cose, alle proposte, più che una fi
ducia incondizionata
nei confronti delle persone. Un po' di delusione
l'abbiamo
avuta
il
presentare
su
questa
nuovo
gesto
che
delibera-quadro,
di una
giunta
che
avrebbe
traeva
dovuto
dal
la sua
basso
rap
le
gittimazione.
Su cosa
verteva
esattamente?
Non
credo
che voleste
una
istituzionale.
Volevamo
che
si si stipulassero
parate,
si desse
tutti
i centri
sociali
fossero
delle convenzioni;
sempre
più
e che
riconosciuti,
con
es
delle persone pre
che, scegliendo
e sviluppo
spazio
rappresentanza
a questo
sul
lavoro
terri
torio: una delle esperienze politicamente e socialmente più significative
da anni, perché era lì che si cominciavano a vedere processi nuovi.
Ma
c'era
Abbiamo
presso
specie
nel
un
un collegamento
addirittura
notaio.
di organo
rapporto
condo
noi
avuto
anche
sua politica
prima.
con
perché
E
tra i centri sociali?
costituito
accanto
di rappresentanza
la giunta.
scarse
contrasti
con
di sostegno
ufficialmente
a questo
lavorava
politica
le
Entrambe
furono
la
il Coordinamento
comune,
esperienze
risposta
incondizionato
un coordinamento
il Cocipa,
che
una
se
naufragarono,
e l'attenzione.
antimafia,
a Orlando,
era
in particolare
Abbiamo
a causa
come
107
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della
ricordavo
Antimafia
Chi
le figure
erano
del coordinamento
principali
dei centri
sociali
e del
Cocipa?
C'eravamo tutti. Nino Rocca e tanti altri. Anche di questo si parla
in modo esteso nel mio libro. Ricordo che il Cocipa pubblicò un'ana
lisi politica del bilancio comunale, la cui conclusione era che i soldi ve
nivano spesi secondo le stesse modalità del passato. La richiesta di una
trasparenza nei bilanci rivolta alla giunta della «primavera palermita
na» incontrò mille difficoltà. Il Cocipa, allora, si è sciolto, non è più
riuscito
ad
andare
avanti.
aveva
Eppure
la punta
rappresentato
di dia
mante di questo movimento politico. Si pensi soltanto al fatto che set
timanalmente noi ci riunivamo nell'aula Rostagno del Comune con i
politici in assemblea, nella quale tutti potevano intervenire, ognuno
la sua:
diceva
vità
sollecitavamo
regolamenti,
informavamo
la gente
preparavamo
proposte,
e contemporaneamente
della
giunta
attività.
questa
erano
Quali
namento
nel suo
dal basso
Inizialmente,
No,
delle
ricordo
la
scontri.
zione
il Msi,
destra,
Particolare
A
A sinistra
politico.
con
cui
attenzione
chi vi siete
con
cosa
questa
forma
di coordi
erano
tutti favorevoli?
tutti i partiti. Eccetto
c'erano
non
abbiamo
avuto
è venuta
da
per
Città
però
particolari
Rifonda
l'Uomo,
e Pds.
comunista
Ma
di questa
esperienze?
inizialmente
Nell'amministrazione
forse
politiche
tutta
ci siamo ritrovati tutti.
dire nel mondo
voglio
le sponde
diverse
l'atti
su
trovati
alleati?
Perché,
un conflitto
evidentemente,
su
c'è stato.
livello
con
ideale,
tutti.
Concretamente,
dovevamo
però,
ogni
volta interpellare tutti i capigruppo di partito per dire: noi stiamo por
tando avanti questa proposta. Non avevamo pregiudiziali sulle perso
ne, ma solo sulle cose. Così, quando i tempi ci sembravano allungarsi
quando
troppo,
incontravamo
ostacoli
siamo
arrivati
anche
a segnala
re pubblicamente il fatto, a prendere le distanze. Di fronte a questo at
teggiamento c'era chi teorizzava: è un atteggiamento miope quello di
contestare la giunta Orlando, perché è l'unica che può salvare questa
situazione.
questo
Ma
no.
Che
Orlando
non
Non
cosa
noi
non andava
prometteva
funzionarono
essere
volevamo
abbiamo
secondo
molto,
anche
mo voluto che si indicasse
per
liberi
un
accettato
di dire:
dicorso
voi nella politica
ma,
alcune
questo
ci convince
e
di neo-collateralismo.
della
giunta?
nell'insieme,
in realtà
resistenze
burocratiche.
alcune
cose
Avrem
una gerarchia degli interventi da fare: non
108
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Preti
la mafia
contro
ci bastava il volto nuovo della politica che questa giunta rappresenta
del
va. Non si è capito quale fosse il progetto politico-amministrativo
La
la città.
nuova
politica
doveva
dei
l'attività
sostenere
centri
sociali:
nel giro di due anni ne nacquero tredici, quindi in quasi tutti i quartie
ri; per noi questa era una cosa bellissima.
ne sono
Quanti
la pace», il Centro
nostro, quello di Santa Chiara, «Dipingi
Quello
Padre
il Centro
Tau,
rimasti?
Nostro...
me
non
ne
ricordo
altri.
za
nei
la scuola
e organizzavano
quartieri
materna.
esi
Qualcosa
steva già con Ruffini: una rete di centri sociali che portavano
assisten
si basavano
Ma
su
diversa. Noi abbiamo voluto contagiare questa
una «metodologia»
con la presenza nel territorio. Loro, i politici, avevano
«metodologia»
visto in questi centri sociali soprattutto una forma nuova di appoggio
e di consenso politico. Noi abbiamo sempre detto: fate cose buone nel
l'hanno
neanche
tica
che
e vedrete
territorio,
che
la
capito...
rappresentare
poteva
ne
se
gente
che
era
questo
loro
per
uno
prime
alla
Orlando
giunte
è stato
qual
loro
di fare
poli
ma
di consenso,
di oggi
giunta
E
voterà.
nuovo
spazio
lo a partire da fatti concreti e visibili.
Dalle
e vi
accorgerà
un modo
so
il cammino
percorso?
Da parte di chi?
Da
parte vostra.
Come
con questo
vi siete confrontati
processo?
abbiamo espresso un consenso di fondo. Il bisogno
del rinnovamento, l'attesa di un modello nuovo di fare politica e del
progressivo superamento dei vecchi schieramenti, delle vecchie allean
ze: Orlando sembrava offrire questo. Noi lo abbiamo invitato più vol
Inizialmente
te,
come
contrare.
c'è
Non
sindaco
mai
diritto
aveva
anche
Cominciò
stato
e dovere
a girare
di
questo
per
di
la voce
sé:
stato
c'è
e di
incontrare
che
noi
fossimo
solo
un
lasciarsi
suoi
riconoscimento
della sua figura. Poi, a mano a mano che i progetti avrebbero
tradursi
in proposte
si non avevano
che
la mafia. Quindi
porto dialettico
grande
una
tensione.
basso,
fino
ci siamo
accorti
sensibilità
allo
stesso
che
le giunte
movimento
popolare
contro
c'è stata a poco a poco una sfumatura di questo rap
con la politica e con i politici, e anche momenti di
Attualmente,
efficiente
Nel
dovuto
succedute
nei confronti delle iniziative
si stanno
ι contatti.
riprendendo
frattempo,
amministrazione,
il consenso
capace
della
gente
di
Forse
giocare è quella di
hanno capito che la prima carta che devono
corretta,
concrete.
la necessaria
dal
nascevano
adesso
concrete,
in
alleati.
iniziative
produrre
calato:
non
po'
è un
109
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All use subject to JSTOR Terms and Conditions
è
Antimafia
detto
che
ciò
da
mente
sia
parte
necessariamente
avvenuto
loro
ci aspettavamo
del
maggiore
avvertito
si forma
Però
certa
tempestività.
all'Istituto
il senso
all'interno
della De
scoppiate
gura di Orlando
rappresenta
sul piano nazionale.
stata
una
lenta
anni
negli
ottanta?...
L'avvento
un elemento
comunque
stesso
della
di discontinuità
fi
anche
all'interno della De. In ambito ecclesiale
Non so dirvi cosa accadesse
c'era
intorno
loro.
colpa
avete
teologico,
gruppo
che attraversavano
il mondo
delle prime trasformazioni
poli
Come
vivevate alla fine degli anni settanta questo
tico e quello
cattolico?
rap
e questo
blocco
della città,
porto tra politici e cattolici
apparente
omogeneo
le contraddizioni
che poi così omogeneo
non doveva
essere se si osservano
All'interno
che
per
una
maturazione
da
di
parte
alcune
ma
persone:
non
tutte. Alcuni preti, senza dubbio, e gruppi di persone che gravitavano
intorno a questi religiosi: Città per l'Uomo, la rivista «Segno» e per al
- come
tro verso
forma
di questa
politica
nuova
- i Cri
consapevolezza
stiani per il socialismo.
Si trattava di un tentativo di superare il tradizio
nale
la De,
collateralismo
forte
matrice
con
che
Ciò
anticomunista.
era
spesso
dettato
tendeva a riproporre il partito cattolico. Non
zioni
nette,
degli
condizionamenti,
c'erano
comunità,
non
Quindi
biamento?
No,
avuto
non
inviti
ripartiamo
diversi
preti
che
noi
avessimo
di queste
percezione
Però,
capo.
che la pensavano
che dentro
percepiste
credo
da
la De
Poi
veramente
alla
base,
tra
senza
più
nelle
la gente,
diversamente.
si stava
avuto...
tensioni.
una
prevalente
si ebbero mai delle posi
votate
liberatevi,
espliciti:
da
soprattutto
l'orientamento
nonostante,
avviando
io per
abbiamo
un forte cam
lo meno
non
conosciuto
avevo
Orlando,
una sera: ci invitarono i gesuiti, con Franco Stabile e qualcun altro...
non ricordo che anno fosse... Avevamo già iniziato a lavorare qui.
Prima
che Orlando
fosse
Orlando
insomma...
Sì, ci hanno presentato e abbiamo capito le loro intenzioni. La cosa
non ci entusiasmava. Ci sembrava che quello che proponevano
fosse
una
specie
di partito
Avevate
to cattolico,
Personalmente
riveduto
e corretto:
questo
ci interessava
una
lucida del rapporto
esistente
percezione
organico
il sistema politico
e il sistema di potere mafioso?
solo
con
il tempo
ho
cominciato
a conoscere
poco.
tra il parti
la na
tura di un modo di fare politica che accomunava un fronte di politici
abbastanza compatto: occupazione
degli spazi economici, appalti, in
trecci di interessi, scambio di voto o voto di scambio tra il partito che
appoggiava perché era appoggiato a sua volta... il partito che copriva
tutto.
110
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Preti
Ma
la mafia
contro
nelle sue diverse
ecclesiale,
mondo
a questo
politico?
il mondo
sunto
rispetto
Fino
a un
tra mondo
momento
determinato
non
anticomunismo,
e mafia;
politico
delle
ha consentito
questo
gravi
ha as
di un
a causa
settanta),
(anni
ci si è resi conto
sempre
che posizione
componenti,
certo
compromissioni
anche
alcune
equivoche
da parte di una fascia di clero nei confronti di politici
frequentazioni
compromessi.
degli
anni
di persone
che
dall'inizio
Soprattutto
settanta
c'è
stato
un
pro
cesso di sempre più esplicita presa di distanza da parte della comunità ec
clesiale, non senza qualche residuo, anche grave, in casi particolari.
Certamente
un
c'era
insieme
aveva
contatti
con
la po
litica e indirettamente con il mondo che aveva occupato la politica. In
certi casi sono emerse compromissioni dirette. Basti pensare ai casi di
Ma credo che, in generale, si sia
padre Giacinto, di padre Coppola...
trattato per lo più di una leggerezza ristretta a una fascia limitata di re
ligiosi e di laici.
avete avuto conflitti - o comunque
Voi, nelle diverse esperienze,
con la curia?
con le gerarchie, con l'arcivescovo,
I problemi
No.
si è cominciato
anche
essere
sono
nati
a denunciare
stata
o meno
più
- non
responsabile
da
solo
espressamente
il collateralismo
sola
problemi
-
quando
e a dire che la De poteva
- di certe
si intende
com
promissioni anche pericolose e gravi, per il destino storico-politico,
sociale ed economico della regione siciliana.
Che
forme
ha assunto
conflitto?
questo
Non sono mai conflitti frontali: c'è una voce in giro, «ho sentito
dire che...».
Nessun
intervento
disciplinare?
Nei miei confronti ci fu un mezzo provvedimento
rottato da un liceo di Palermo a Bagheria.
è stata la motivazione
Qual
quando
fui di
ufficiale?
Perché frequentavo persone della sinistra. Avrò fatto probabilmen
te delle dichiarazioni pubbliche poco gradite.
Fu
un provvedimento
dettato da ragioni
alle
sue
antimafia?
battaglie
conseguente
Da
ragioni politiche
serenità
uno
riconoscere
per
scenario
De
anti-Pci.
anche
un
Oggi
ruolo
politiche
abbiamo
storico
in
o, invece,
maggiore
relazione
internazionale.
In che
della
e, quindi,
alla
direttamente
modo
è stato
incrinato
il collateralismo
della
chiesa
nei confronti
De?
Ili
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a
Antimafia
Con il tempo si è cominciato a capire che né il partito, né i politici
garantivano niente: neppure il minimo di una corretta gestione, di una
scelta di valori che potessero rappresentare realmente un'idealità cri
stiana. Nell'ultimo periodo la vera novità è stata la posizione dei ge
suiti. Sorge, con la scuola politica, ha privilegiato un atteggiamento
più ampio, credo, forse anche più guardingo, mentre padre Pintacuda
ha sponsorizzato
in toto la figura di Orlando.
Però - quando diciamo «gesuiti» - non è facile intendersi, perché i
gesuiti sono tanti. Noi abbiamo avuto figure di base molto belle: ab
biamo padre Greco che lavora nelle carceri; a Catania, ci sono stati
molti preti gesuiti operai: tutta gente che ha lavorato in ogni direzione.
Qui abbiamo figure come padre La Rosa, che ha lavorato alla «missio
ne Palermo» (1973), quindi nei quartieri popolari. Padre Damiani, ge
suita anche lui, che lavora al Capo, ha dato vita - tra mille difficoltà - a
un
centro
sociale,
aver
dopo
fatto
di
l'esperienza
un
centro
a
operaio
Catania.
Di questi solo un gruppetto ha approfondito
ca,
intorno
raccogliendosi
politicamente
i quadri
poraneamente
è sorto
e a elaborare
il laboratorio
Ma questi possono
Più
della
che
chiesa
al primo
di un
nel
posto
Pedro
al Centro
essere identificati
movimento
mondo
la lotta
gli
ed
oltre
dove,
Arrape
orientamenti
generali,
è emersa
parlerei
vive.
presenza
«contro»,
Una
ma
la figura
con un movimento
antimafia,
in cui
l'interesse per la politi
dia
nuova
precedenza
contem
di Orlando.
antimafia
di una
a formare
in generale?
presenza
che non
alla
nuova
metta
soluzione
dei
problemi con cui si ha a che fare, primo fra tutti il risanamento del ter
ritorio: un obiettivo che assume sullo sfondo anche questa idealità
«anti», vale a dire antimafiosa, ma che in realtà non ne vuole esaspera
re
la
dimensione
conflittuale...
apertamente
Forse
anche
per
la
con
vinzione che l'essere «contro» debba essere un compito specifico della
alla mafia è implicita nella funzione svolta nei
giustizia. L'opposizione
quartieri, in mezzo alla gente.
Che
rapporti
aveva
con
padre
Puglisi?
Ottimi. Padre Puglisi era venuto anche qui per avere il nostro sta
tuto, dal momento che aveva intenzione di aprire un centro sociale. Il
nostro era aconfessionale, il suo no. Seguiva con molta simpatia il no
stro lavoro. Ci siamo visti poco prima della sua morte. Mi accennò a
queste minacce; io gli ho detto: Pino, secondo me devi starci attento,
perché quando il conflitto si personalizza, tra te e qualche personaggio
del luogo, questi diventano pericolosi.
112
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Preti
incarna
Puglisi
l'idea
contro
la mafia
del prete che non usa la retorica
antimafia...
Credo che possa incarnarla, è la bella copia di questo prete. Ci pos
sono essere forme anche meno definibili: in fondo lui faceva l'inse
di religione,
gnante
in parrocchia,
credo si dedicasse
Lei
teresse
diceva:
le cose
il parroco
faceva
diventano
di quartiere,
e non
ad analisi politiche.
particolarmente
diverse
ci si scontra
quando
con
in
qualche
specifico.
Sì, in loco sì. Ma non sempre dalle parrocchie si riesce a dare il giu
sto rilievo alla dimensione territoriale. Noi abbiamo insistito: la par
è un
rocchia
territorio,
lavorare
bisogna
tutto
quello
che
nui...
non
si deve
credere
che
tutto
una
lettura
delle
cose,
una
strategia,
maturazione
avviene
con
astuzia,
dentro
il territorio,
non
perché
avvenire
possa
nel
seguire
osservare
essere
bisogna
territorio
inge
occorre
facilmente;
i processi
di
civile, religiosa.
Ecco, al di là dell'impegno
ma sul quale la chiesa siciliana
delle singole figure di religiosi, la mafia è stato il te
si è interrogata intorno agli anni ottanta-novanta.
A partire dalla seconda metà degli anni settanta, nei comunicati
della Conferenza episcopale siciliana questo tema inizia ad apparire.
Del f974-76 sono i primi riferimenti, fino ai pronunciamenti più uffi
ciali successivi.
Che
No,
sono
chiesto
non
solo
più
non
solo
sul
il radicamento
nel
Riflettere
riguarda
Questo
convegni,
di
tra
fare
e De,
mafia
Dalla
Chiesa.
questo
problema
espressamen
un
riservato
a questo
convegno
ma
richiamato l'attenzio
sulla
mafioso,
sull'atteggiamento
mafia
anche
e abbiamo
come
denunciato
nel territorio di questi interessi criminali: nel lavoro,
contrabbando
to, anche
di assumere
ci siamo riusciti. Abbiamo
rapporto
«morale»,
categoria
volte
tangenzialmente;
tema specifico. Non
ne
anni novanta?
già negli anni ottanta: a partire dall'omicidio
Abbiamo
te,
dei primi
di sigarette,
sul dominio
nel
mafioso
toto
nero,
nella
della
società
vi ha in qualche
modo
indot
analisi, soprattutto
per quanto
come teologi, ad aggiornare
il tema dell'evangelizzazione?
le vostre
droga.
tema è emerso con sempre maggiore insistenza negli ultimi
a livello
soprattutto
Ho
regionale.
tenuto
un
corso
alla
Fa
coltà teologica, qualche anno fa, sul tema «La chiesa di fronte alla ma
fia». Quello che noi abbiamo sempre desiderato è che nascesse una
specie
di koiné,
con
un
linguaggio
sione
ex professo
su
questi
temi,
frutto
comune,
più corale da parte della chiesa. Abbiamo
che
di una
scelta
potesse
farci
sentire
un
po'
una rifles
sempre auspicato
più
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uniti
in
Antimafia
con
se ciascuno
anche
resistenza,
questa
le sue
Adesso
specificità.
Gae
tano Zito sta preparando un numero speciale di «Sinapsis» sul tema
della specificità del linguaggio e delle risposte della chiesa in tema di
mafia. Si tratta di riflessioni più ampie; certo, anche la conversione del
mafioso interessa. Il problema è di sapere come porsi in questi rappor
ti: nel senso che sia inequivocabile la tua posizione rispetto a tutti, che
loro sappiano da che parte stai. Tu, poi, puoi sfiorare la vita degli altri
in mille modi, facendo capire che la pensi diversamente, che non hai
niente a che fare con i loro percorsi. Un po' più di attenzione nelle fre
nei
quentazioni,
le.
c'è
Non
non
rapporti
in
neutralità
avere
significa
queste
cose,
un
eppure
neutra
atteggiamento
essere
bisogna
a
pronti
la mano.
tendere
attività
Per
avuto
queste
esempio,
nel quartiere?
Hanno
voluto
un
avviare
un
rappresentare
risanamento
umano,
San
del Centro
altro
prima
nuovo:
segnale
ancora
che
Saverio,
che
hanno
impatto
di
il desiderio
edilizio.
Con
l'agen
zia turistica organizziamo visite guidate nel quartiere. In estate possia
mo offrire anche alloggio al pensionato universitario vicino alla chiesa,
di
un
una
incontrare
visita
dove
prima
ci mette
a disposizione.
offriamo
l'occasione
soprattutto
E un turismo
sociale,
diverso,
l'università
ma
del
le persone
zona
una
che
posti,
ai monumenti
di
centinaio
ciamo
quartiere.
veniva
non
nessuno,
soprattutto
paura
per
Fac
di
in
dei
furti, degli scippi.
Non
vi sembra
di vivere
in una dimensione
«sud-americana»,
qui?
In parte sì, in parte no. Abbiamo avuto tanti incontri con preti del
Boff ha pranzato da noi. Abbiamo
Sud-America,
padre Leonardo
una
C'è
differenza,
però: che qui, nei nostri
sempre simpatizzato.
di
un
c'è
la
ancora
risveglio: non abbiamo favelas.
possibilità
quartieri,
Il centro storico è degradato: ma c'è la piazza, c'è il vicolo, c'è il bar...
dove
ci si può
Ma
incontrare.
ancora
sono
le istituzioni
volte
Sì, tante
abbiamo
assenti.
avuto
questa
percezione.
Però,
siccome
sia
mo convinti di dover partire dal soggetto vero, dalla gente, pensiamo
che questa situazione sia ribaltabile. La scuola, per esempio, è più pre
sente
di prima;
zionale
c'è
abbastanza
un
distretto
socio-sanitario;
c'è
una
presenza
istitu
rilevante anche a livello di medicina di base.
deve fare ancora la chiesa per raggiungere
lei, che percorso
alto, non solo nella lotta contro la mafia, ma anche nell'impegno
poveri? C'è ancora molto da fare?
Secondo
vello
114
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All use subject to JSTOR Terms and Conditions
un li
per i
Preti
la mafia
contro
Io credo che in primo luogo la chiesa debba operare delle scelte:
quelle fatte fino ad oggi ancora non bastano. Bisogna cominciare a de
stinare tutti i beni della chiesa ai giovani perché possano utilizzarli.
Cosa
si sta
nella
facendo
città
di
fascia
questa
per
cosa
persone,
si fa
concretamente per i disoccupati, per i barboni? E necessario decidere
finalmente il punto di vista da cui guardare, superare questa sovrab
bondanza di moralismo in tutti i campi, fare delle cose e parlare poco,
ed
essere
meno
sempre
una
chiesa
E
forte.
cominciare
necessario
a ve
stire i panni della misericordia, mostrare i segni di questa diversità, che
non
se,
si costruisce
nelle
con
accanto
strade,
ma
le parole,
alla gente.
con
i fatti,
nelle
la presenza
anche
comporta
Questo
con
ca
il supera
mento della pretesa tradizionale della chiesa di essere sempre la guida
dell'umanità. E necessario che riconsideri il suo ruolo accanto agli al
tri, ripartendo dagli ultimi.
Una
dalla
visione
centralità
della
che è molto
chiesa
cattolica
istituzionale
lontana
in Italia,
dalla
basata
chiesa
degli anni passati,
elementare
della
sull'idea
comunità...
Sì. Certo ci vuole anche la profondità e la lucidità dell'analisi.
riferivo
di
a un
essere
preti
alla
atteggiamento,
la gente,
con
come
di far nascere
necessità
tante
volte
modelli
è accaduto
nel
Mi
nuovi:
passato.
è che siano mancati nel passato questi modelli. Basti pensare ai
preti sociali di inizio secolo. Ciò che si richiede è una conversione
profonda: e non solo del cuore, ma anche rispetto ai miti del nostro
di ricchezze,
immaginario sociale, come il successo, l'accumulazione
Non
l'esaltazione
povera;
del
lo
sta
più forte.
diventando
È
necessaria
perché
non
una
chiesa
ci sono
povera,
grandi
ma
risorse,
davvero
ma
vor
remmo invece che fosse una scelta. È il problema della condivisione
della povertà. La vera scelta per il futuro è qui: scegliere il punto di vi
sta di chi non ha niente.
115
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