Giornale UFC No 14/2005 "Collezione d`arte della Confederazione"
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Giornale UFC No 14/2005 "Collezione d`arte della Confederazione"
14 U GIORNALE 14 / 2005 BUNDESAMT FÜR KULTUR OFFICE FÉDÉRAL DE LA CULTURE UFFICIO FEDERALE DELLA CULTURA UFFIZI FEDERAL DA CULTURA Sommario 2 Editoriale Importanza e ruolo della Collezione d’arte della Confederazione 4 La pianificazione di un deposito di opere d’arte 5 Rendere visibili le Collezioni invisibili … 7 L’arte svizzera nelle rappresentanze diplomatiche della Svizzera 8 Strada facendo / On the Wall 12 Gestione, conservazione e restauro: una giornata alla Collezione d’arte della Confederazione 14 C’è ancora molto da fare – uno sguardo al futuro 16 Alcune recenti acquisizioni F C Collezione d’arte della Confederazione Giornale UFC 14 / 2005 Editoriale Importanza e ruolo della Collezione d’arte della Confederazione Nel 1888 la Confederazione Svizzera iniziò a collezionare opere d’arte contemporanea con l’intenzione di sostenere artiste e artisti svizzeri, di documentare l’evoluzione dell’arte in Svizzera con esempi significativi, di concedere all’arte lo spazio dovuto all’interno di uno Stato democratico e di fare compenetrare i suoi contenuti nella vita pubblica. Innumerevoli dipinti e sculture appartenenti alla Confederazione abbelliscono nel frattempo gli uffici di magistrati, giudici federali, direttori, le sale conferenze di edifici della pubblica amministrazione e le rappresentanze diplomatiche della Svizzera all’estero. Per gli artisti l’acquisizione di opere d’arte da parte della Confederazione significa riconoscimento e incoraggiamento, ma fornisce anche stimoli, che scaturiscono dalle opere d’arte stesse esposte in molti luoghi dell’amministrazione federale in Svizzera e all’estero. Pierre-André Lienhard Conservatore della Collezione d’arte della Confederazione Forse ci si può chiedere, se sia sensato che lo Stato collezioni opere d’arte. E si può trarre anche la conclusione che lo Stato e l’arte debbano mantenere le dovute distanze. Del resto non mancano gli esempi infelici che dimostrano come gli Stati abbiano talvolta raccolto opere d’arte a soli fini politici e ideologici. Tutte le relazioni intrecciate finora tra l’arte e lo Stato rendono evidente quanto queste due entità abbiano sempre dovuto contare una sull’altro ed evitare di essere indifferenti l’una all’altro. Anche se la consapevolezza delle avanguardie moderne non ammette un rapporto positivo con il potere politico, ciò non significa che lo Stato e l’arte debbano lasciarsi in pace. Anche se le ragioni e le esigenze che hanno guidato il rapporto dello Stato con l’arte sono oltremodo diverse, è attecchita la convinzione che una prestazione artistica riuscita non sia Contrariamente alla maggior parte degli altri paesi, la Svizzera non possiede una Galleria nazionale. In conformità alla sua Costituzione del 1848, la Confederazione affida ai Cantoni e alle Città tutte le competenze in fatto di cultura, in particolare anche quella di creare e gestire musei (ad eccezione del Museo nazionale svizzero). Da parte loro gli artisti si troveranno ben presto confrontati con i limiti del federalismo culturale e, dopo essersi organizzati e impegnati in un lungo lavoro di persuasione, nel 1887 otterranno un disciplinamento valido per tutti i Cantoni: il decreto federale che statuisce la promozione federale alle belle arti in vigore dall’anno successivo. Tra le altre misure destinate a garantire una «protezione» agli artisti svizzeri, il decreto prevede l’acquisto di opere direttamente presso gli artisti senza tuttavia affidare alla Confederazione una nuova responsabilità in materia di musei. Durante gli ultimi 117 anni si è così costituita, grazie alle acquisizioni raccomandate dalla Commissione federale d’arte e dalla Commissione federale del design (da 87 anni), ma anche grazie a donazioni private, la più importante collezione d’arte svizzera (14 500 oggetti) e una tra le principali collezioni di design svizzero (5 500 oggetti). Nel vasto campo del design, l’accento principale è stato posto sulla fotografia, anche se altri nuclei rappresentano altrettanto bene la storia delle forme in Svizzera (mobilio, gioielli, design industriale). Nel campo artistico, meno segmentato, si è praticata una politica d’acquisizione più capillare per cui la collezione così costituita copre l’intero arco della storia dell’arte svizzera degli ultimi 150 anni. Inoltre, nonostante le sue concentrazioni e le sue lacune, è rilevabile come testimonianza unica della storia della ricezione dell’arte svizzera durante lo stesso lasso di tempo. Continua alla pagina 11 Che farne di un tale patrimonio artistico, se non si dispone di un contesto museale per presentarlo? La questione si è posta più tardi per il design e qui la risposta è stata piuttosto facile. Questi nuclei sono tutti depositati in prestito a lungo termine nelle rare istituzioni svizzere specializzate (musei di design e Fondazione Svizzera per la Fotografia). L’utilizzazione delle opere d’arte dispone di un ventaglio più ampio di soluzioni, in quanto implica valori simbolici e un paesaggio museale differenti. Le collezioni in cifre Volume totale: Valore stimato: 20 000 opere CHF 500 mio. Arti plastiche: Budget delle acquisizioni nel 2004: Design: Budget delle acquisizioni nel 2004: Di cui all’incirca: Dipinti: Stampe originali: Fotografie: Oggetti e mobili design: Disegni: Sculture: Arazzi e tessili: Installazioni: Video, nuovi media: 14 500 opere CHF 92 000 5500 opere CHF 55 000 5900 5800 4000 1500 1200 800 500 200 100 Opere prestate: 12 500 Movimenti annui: 2000 Restauri annui: 250 Numero di beneficiari di prestiti: 400 Di cui all’incirca: Rappresentanze svizzere all’estero: 130 Servizi dell’Amministrazione federale (Svizzera): 180 Musei d’arte e di design (Svizzera): 60 Istituzioni varie (Svizzera): 30 In un primo tempo, le opere d’arte acquistate dalla Confederazione furono ripartite esclusivamente tra i diversi musei d’arte cantonali e comunali. Almeno all’inizio l’ambizione consisteva nell’aiutare ogni regione a costituire una collezione rappresentativa dell’arte di tutto il Paese. Vari fattori (budget, numero di musei, struttura del mercato dell’arte, conservatorismo della Commissione federale d’arte tra il 1923 e il 1945, guerre e programmi d’acquisizione destinati agli artisti bisognosi) resero questi obiettivi lungimiranti inaccessibili in termini sia quantitativi che qualitativi. Ci si orientò quindi verso collaborazioni più finalizzate con i musei. Il deposito di opere prestate a lungo termine punta da allora a rafforzare determinati nuclei delle collezioni o a completarle con opere affini. La rappresentazione dell’arte svizzera nelle collezioni pubbliche dei Cantoni e delle Città si è logicamente sviluppata ovunque attorno a un ancoraggio regionale e il visitatore che cerca di approfondire la sua conoscenza dell’arte svizzera farà vivere una galleria nazionale virtuale basata sul «giro della Svizzera» che avrà compiuto. Un altro fattore che rallenta il flusso delle opere della Collezione d’arte della Confederazione verso i musei regionali risiede nell’uso che essa fa di questo patrimonio. Alla stregua di altri Stati, la Svizzera ha riconosciuto nell’arte un mezzo di rappresentare le sue origini. Se i suoi edifici più rappresentativi – Palazzo federale, Tribunale federale – elaborano un programma artistico come parte integrante di una strategia globale dello spazio simbolico, la presenza di opere d’arte è anch’essa richiesta negli altri spazi che possiedono una funzione rappresentativa, in particolare là dove magistrati, direttori di uffici federali e ambasciatori ricevono i loro ospiti svizzeri e stranieri. Da tempo ormai i differenti dipartimenti della Confederazione sono diventati il principale «cliente» della Collezione d’arte. Il solo Dipartimento federale degli affari esteri mobilita un numero di prestiti pressoché equivalente a quello dei musei svizzeri. Cuno Amiet, Abendglanz, 1899, olio su tela, 195 x 245 cm. Depositato al Museo d’arte di Soletta quale prestito permanente. Inv. CAC Nr. fK21. Di conseguenza la Collezione d’arte della Riferimenti utili: Confederazione non è visibile in un solo – La pubblicazione più recente sulla Collezione d’arte della Confederazione ha luogo e nemmeno visitando più musei. La quasi 25 anni. Si tratta di Der Bund samsua particolarità risiede nella dispersione melt. Der Bund fördert. 100 ans d’ennon solo in tutta la Svizzera, ma anche couragement de la Confédération aux ai quattro angoli della terra. Ne risulta un beaux-arts.Verlag Lars Müller, Baden, traffico di prestiti fuori dal comune, che 1988. Questo volume accompagnava comporta, per le opere d’arte e per il team la mostra presentata al Kunsthaus di responsabile, una mole di lavoro ragguarAarau dal 1° ottobre al 13 novembre devole. L’attività di prestito, la gestione del 1988. suo volume da una parte e i compiti di conservazione di questo patrimonio dall’altro – Per quanto riguarda il trasferimento della Collezione si rimanda al Rapporto sono spesso in concorrenza tra loro. Rendi gestione 2003 dell’UFC (numerose derli possibili entrambi il più spesso possibiimmagini e breve presentazione). le è un’abilità da equilibrista, che richiede la considerazione di differenti fattori. Gli articoli di questo numero forniscono uno spaccato della Collezione d’arte della Confederazione da differenti angolature, davanti (il prestito) e dietro (la conservazione) le quinte, ma anche dei suoi presupposti: le riserve o, per lo meno, la loro pianificazione. È su di esse infatti che si fonda principalmente la svolta decisiva presa dalla Collezione d’arte della Confederazione nel 2003 e 2004. Dopo il suo trasferimento in un nuovo stabile, essa dispone oggi di riserve, di locali e di strumenti che consentono una conservazione e una gestione professionali adeguate alle sue dimensioni, alle sue esigenze e al suo valore. Giornale UFC 14 / 2005 La pianificazione di un deposito di opere d’arte Willy Stebler Conservatore e restauratore SUP Consulente esterno Un deposito di opere d’arte è destinato alla conservazione di opere d’arte, garantendo una sicurezza ottimale e proteggendo gli oggetti in questione dagli influssi nocivi, ai quali sarebbero esposti fuori dal deposito. Questa funzione presuppone delle condizioni ottimali e un’infrastruttura di alta qualità. Purtroppo, a differenza dei depositi quali granai e magazzini per computer, questa premessa non è sempre soddisfatta nel caso dei depositi di opere d’arte. Nonostante l’insostituibilità delle opere d’arte, le pretese qualitative contrastano spesso con un budget eccessivamente limitato. Il ventaglio di esigenze che deve soddisfare un deposito di opere d’arte risulta estremamente complesso. Pertanto, è utile rivolgersi per tempo a professioniste/i della conservazione. In precedenza vanno chiarite alcune questioni relative alle necessità specifiche del deposito: tipo e dimensioni delle attrezzature necessarie, verifica dell’idoneità a lungo termine degli spazi esistenti nel caso di un cambiamento di destinazione, ecc. Sulle esigenze della vasta Collezione d’arte della Confedera- zione, il cui corpus contiene delle opere di ogni genere artistico realizzate con tecniche e materiali diversi, è stata commissionata un’analisi approfondita. Affinché le opere d’arte possano essere depositate adeguatamente, va rispettata una serie di raccomandazioni e direttive di conservazione. La definizione delle necessità specifiche deve fondarsi su un’analisi dettagliata delle dimensioni, della struttura e del tipo di utilizzazione di una collezione. L’inventario complessivo è valutato con lo scopo di rilevare le varie categorie di opere d’arte e di materiali rappresentate, nonché di definire il tipo di installazioni e le condizioni climatiche necessarie. Per ogni categoria di opere d’arte vanno specificati il numero e le dimensioni degli oggetti, l’incremento medio del corpus, nonché il modo e l’ordine di deposito. I seguenti fattori influenzano in modo essenziale le esigenze di spazio: le incisioni sono state incorniciate oppure depositate in scatole d’archivio? I dipinti delicati devono essere provvisti di una cornice protettiva? Va adottata una catalogazione alfabetica degli artisti oppure dei formati? Lo spazio occorrente va calcolato sulla base di queste conoscenze e in relazione alle installazioni adeguate con riserve per dieci anni almeno. Per il Rendere visibili le Collezioni invisibili … deposito va scelto un mobilio di massima qualità. I metalli devono essere inossidabili, i rivestimenti esenti da esalazioni tossiche, le strutture mobili devono scorrere su rotelle antiabrasive e antivibrazione. Inoltre, la loro costruzione dovrebbe essere durevole, in modo da evitare trasferimenti dispendiosi delle opere d’arte. Gli spazi devono soddisfare le necessità specifiche e i requisiti di conservazione. Per decidere dell’idoneità o meno degli spazi esistenti vanno considerati i seguenti criteri: garantire la stabilità climatica naturale per minimizzare la climatizzazione tecnica e le spese d’esercizio che ne derivano, evitare l’esposizione nociva alla luce del giorno, prevedere il pericolo d’infiltrazione d’acqua e di condutture non protette, evitare l’esposizione agli influssi nocivi provenienti da spazi adiacenti, garantire una buona accessibilità e una sufficiente resistenza del suolo. Se le opere d’arte sono spostate con frequenza sono necessari posti di lavoro e locali dove depositare gli imballaggi e altri materiali. Gli spazi devono essere provvisti di un dispositivo antifurto fisico ed elettronico e di un impianto d’allarme antincendio. Considerati i pericoli che comporta per le opere d’arte, il trasferimento della Collezione richiede, come ogni altro trasporto, alta professionalità. D’altronde, in occasione di un trasloco è possibile prendere visione dell’intero corpus e rilevare le sue condizioni di restauro. Ciò permette di preparare per il trasporto le parti a rischio del corpus e di definirne l’imballaggio adatto. Inoltre, questo tipo di registrazione permette di elaborare un programma di conservazione e di restauro a lungo termine. A seconda degli standard di ampliamento, un deposito di opere d’arte comporta delle spese più o meno ingenti. Ciononostante si tratta di un investimento redditizio, considerato che permette una conservazione alquanto autentica di opere d’arte e, di conseguenza, del loro valore. Deposito dei dipinti dopo gli ultimi lavori prima del trasferimento, ottobre 2003. Koni Bitterli Curatore, Kunstmuseum di San Gallo Endgames, Striptease, Out of the Dark, Von Angesicht zu Angesicht, Me Myself I … Le mostre tematiche del Kunstmuseum di San Gallo hanno un punto in comune: danno la possibilità di ammirare parti di una collezione che in seguito alla mancanza di spazio sonnecchia, spesso invisibile, nel deposito. E presentano opere d’arte di un’altra collezione poco conosciuta, quella della Confederazione Svizzera. Der Bund fördert, der Bund sammelt – nel 1988 questa mostra del Kunstmuseum di Aarau ha reso accessibili al pubblico opere della Collezione d’arte della Confederazione, tematizzando in questo modo una collezione poco conosciuta. Poiché la Confederazione non possiede un proprio museo delle arti visive, le opere vengono esposte negli immobili dell’Amministrazione o – secondo i ben noti usi federalistici – in musei svizzeri sotto forma di prestiti permanenti. Ad Aarau si sono potuti ammirare anche quadri di Adolf Stäbli e Max Bur, oltre a sculture di Walter Bodmer e Robert Müller, che si trovano a San Gallo quali prestiti permanenti. Questo contributo quantitativamente esiguo dell’istituzione d’arte della Svizzera orientale non ha niente a che fare con la lontananza dalla Berna federale spesso deplorata dai politici locali. Anzi, la collaborazione tra l’UFC, responsabile della Collezione d’arte della Confederazione, e il Kunstmuseum di San Gallo può essere definita esemplare sotto molti aspetti. Negli anni passati il Museo ha infatti potuto beneficiare di una grande quantità di prestiti permanenti provenienti dalla Collezione d’arte della Confederazione. Collezionare in cooperazione La collezione del Kunstmuseum di San Gallo risale al fiorente periodo del ricamo e alle relazioni commerciali a livello mondiale dell’industria tessile e comprende nuclei importanti dell’arte olandese del periodo aureo, dipinti dei maestri francesi e tedeschi dell’Ottocento e singole opere importanti di arte moderna. Per un museo che vuole essere l’archivio visivo di un’area culturale, la presenza proporzionata di importanti artiste e artisti svizzeri e della Svizzera orientale in particolare è quasi obbligatoria. Per questo motivo il Museo d’arte non organizza soltanto mostre di artiste e artisti «regionali» quali Roman Signer, Alex Hanimann, Pipilotti Rist o Sylvie e Chérif Defraoui, ma cerca di ottenere da loro nuclei di opere più grandi. Il Kunstmuseum ha a disposizione 8000 franchi all’anno per effettuare acquisizioni. Visto che la dotazione finanziaria non subirà modifiche sostanziali, il Museo è tenuto a cooperare con fondazioni private e istituzioni come l’Ufficio federale della cultura. In quest’ultimo caso si distingue tra due modelli di collaborazione: il Museo sottopone alla Commissione federale delle belle arti una proposta d’acquisizione di un’opera, finanziata in parti uguali e depositata al Museo oppure la Collezione d’arte della Confederazione affida al Museo opere in prestito permanente. In questo modo, grazie al sostegno della Confederazione, negli ultimi anni si è riusciti a riunire gruppi di opere importanti di artiste e artisti della Svizzera orientale. Un buon esempio è costituito da TV-Lüster (1993) di Pipilotti Rist (*1962) di proprietà della Confederazione, che domina il foyer del museo e che accoglie allegramente i visitatori accompagnandoli per tutto il percorso espositivo. Questa videoscultura completa la serie di lavori video monocanale acquistata da tempo dal Museo nonché l’immensa installazione Perlen der Zeit II (1994), donata dall’artista. Anche nel caso di Roman Signer (*1938) si è riusciti solo grazie a sforzi comuni a riunire un gruppo di opere unico per il suo spessore e la sua qualità. Già da tempo il Pipilotti Rist, TV-Lüster, 1993, videoinstallazione Inv. CAC Nr. fK11832. Veduta dell’installazione al Museo d'arte di San Gallo, dove l’opera è depositata quale prestito permanente. museo aveva acquistato lavori dell’artista che, grazie a due prestiti permanenti della Collezione d’arte della Confederazione degli anni 1979 e 1992, il Wellenapparat (1976) e l’Aktion mit einer Zündschnur (1989), nonché ad altre acquisizioni hanno arricchito il nucleo di opere, completato per il momento con l’acquisizione comune dell’impressionante installazione Kabine (1999). Una tale strategia d’acquisizione comporta tuttavia una base finanziaria solida, che il Kunstmuseum di San Gallo non possiede. È l’Amministrazione federale stessa a sollecitare la Collezione d’arte della Confederazione con più frequenza. Considerato che si tratta di una collezione pubblica, è bello immaginare che il prestito sia accessibile a ogni collaboratrice e collaboratore. Tuttavia, questo principio «democratico» si avvera inapplicabile. Il volume della Collezione è insufficiente e le spese che ne risulterebbero non potrebbero essere coperte. Non è giustificabile nemmeno far dipendere l’accesso al prestito dalla classe di stipendio. Questo principio arbitrario, abbandonato da oltre dieci anni, ha lasciato dietro di sé un’eredità caratterizzata da numerose sparizioni di opere d’arte e da uno stato di conservazione generale che richiede dei restauri costosi. Se strettamente limitato agli ambiti rappresentativi, come per esempio gli uffici e i locali di ricezione dei magistrati, dei direttori di uffici e degli ambasciatori, il prestito interno può essere più o meno controllato. Ci riferiamo ugualmente alle sale conferenze, alle entrate e ai corridoi usati dagli ospiti. Se sono interessati un insieme di spazi (uffici, residenze delle ambasciate), il conservatore della Collezione elabora un progetto artistico in collaborazione con il beneficiario del prestito, per consentire all’arte svizzera di essere rappresentata con una coerenza che oltrepassa i limiti dei gusti individuali. Interconnessioni – ad eccezione di TV-Lüster di Pipilotti Rist pratiche e programmatiche e di un «pannello» di Hannes Brunner. Già Per documentare le molteplici connessio- anni fa si era fissata una strategia proni tra l’arte regionale, nazionale e inter- grammatica per permettere di mostrare nazionale, a San Gallo sono state poste continuamente la collezione da una propriorità specifiche nell’ambito dell’arte spettiva storica, iconografica o tematica svizzera contemporanea. Di conseguenza nell’ambito di mostre temporanee, attrila solitaria opera fotografica di Urs Lüthi buendo un ruolo fondamentale ai prestiti (*1947) ha potuto essere inserita, gra- permanenti della Collezione d’arte della zie ad acquisizioni della Gesellschaft der Confederazione. Mentre Im Kontext ha Freunde bildender Kunst e a due prestiti presentato l’arte svizzera contemporanea permanenti della Confederazione, in un in uno stile piuttosto «classico» e ha pernucleo di opere notevole, che assume un messo di gettare uno sguardo sull’attività significato se unito ai lavori della collezione collezionistica, progetti come Endgames di Manon (*1946), originaria di San Gallo. – Essays zur Kunst der JahrhundertpassaOppure, tanto per fare un altro esempio, gen o Striptease – Vom Verschleiern und grazie all’acquisizione comune di un qua- Enthüllen in der Kunst hanno messo a dro di grande formato dipinto in tecnica confronto posizioni attuali con opere di aerografa da John Armleder (*1948) si è vecchi maestri. Queste strategie di presencompletato il gruppo Furniture Sculptures, tazione finora poco sperimentate non tratgià presente nel Museo, e si sono aperte tano solo temi fondamentali della storia al contempo nuove prospettive a tenden- dell’arte preparandoli in modo stimolante, ze internazionali, più concretamente ad ma facilitano al contempo l’accesso alle opere di artisti americani quali Steven creazioni contemporanee. InaspettataParrino (1958–2005) o Jessica Stockhol- mente le opere storiche sprizzano così der (*1959). Lo stesso vale per altri prestiti freschezza giovanile: se ad esempio Akpermanenti della Collezione d’arte della tion mit einer Zündschnur di Roman Signer Confederazione, tra l’altro per opere di viene integrato in una mostra di pittura Olivier Mosset (*1944), Felix Stephan Hu- paesaggistica, ne risultano aspetti inediti ber (*1957), Urs Frei (*1958), Fabrice Gygi di temi figurativi classici, che, malgrado (*1965) o per gruppi di opere di Hannes la distanza storica ridiventano d’attualità. Brunner (*1956), Thomas Hirschhorn Anche la mostra Idyllisch che si è appena (*1957), Teresa Hubbard (*1965) / Alexan- conclusa ha permesso di fare riapparire a der Birchler (*1962). San Gallo numerosi prestiti dell’invisibile Come altri musei svizzeri anche il Kun- Collezione d’arte della Confederazione. stmuseum di San Gallo può rendere accessibile al pubblico solo una parte della sua importante collezione. Ciò riguarda anche i numerosi prestiti della Confederazione Roman Signer, Aktion mit einer Zündschnur, 1989, installazione. Inv. CAC Nr. fK11753. Veduta dell’installazione al Museo d’arte di San Gallo, dove l’opera è depositata quale prestito permanente. L’arte svizzera nelle rappresentanze diplomatiche della Svizzera Giornale UFC 14 / 2005 Giornale UFC 14 / 2005 Il principio di base del prestito interno: rappresentare Bernhard Marfurt Ambasciatore Capo della Missione svizzera presso le Comunità europee, Bruxelles I progettisti di Palazzo federale e dell’edificio del Parlamento, in particolare, vollero che questo emblema rispecchiasse la varietà del giovane Stato federale in tutte le sue sfaccettature. Le singole regioni del Paese dovevano riconoscersi negli elementi dell’architettura e dell’arredamento. Di conseguenza come materiali si scelsero varietà regionali di pietra e legno e a realizzare gli arredi interni si chiamarono artisti e artigiani di talento provenienti da tutta la Svizzera. Questo monumento nazionale doveva trasmettere un messaggio scelto consapevolmente. Anche le rappresentanze diplomatiche e consolari all’estero possono assumere questa funzione e contribuire a costituire l’immagine della Svizzera. Le ambasciate e i consolati sono luoghi di ritrovo. Qui s’incontrano rappresentanti di vari ceti e professioni, persone provenienti da varie culture per approfondire la comprensione reciproca attraverso i contatti interpersonali e per realizzare obiettivi comuni. Le sedi delle ambasciate, gli edifici in cui si svolgono tali incontri assumono quindi una valenza non trascurabile. Spesso offrono un primo spunto per un colloquio, per posizionare il nostro Paese in una prospettiva in grado di completare l’idea che all’estero ci si fa della Svizzera. L’architettura, tuttavia, riesce solo di rado ad assumere questo ruolo: per varie ragioni spesso si acquistano o si prendono in affitto edifici già esistenti, è raro che queste sedi vengano costruite ex novo da architetti svizzeri. Quindi gli arredi interni assumono un’importanza ancora maggiore, in quanto consentono di mettere degli accenti estetici in grado di favorire il confronto con il patrimonio culturale svizzero. L’allestimento artistico in una rappresentanza diplomatica o consolare diventa dunque oggetto di dialogo. Dipinti e sculture, catalizzatori di uno scambio culturale al di là dei confini politici, facilitano l’avvicinamento di persone di paesi e continenti diversi, anche se le arti visive sono più legate a contesti culturali e connessioni storiche rispetto, per esempio, alla musica. Del resto proprio questo rapporto interpersonale offre l’opportunità, partendo da un’opera d’arte in particolare, di aprire il dibattito alla produzione artistica svizzera in generale e di rimandare al contesto sociale e storico in cui è stata creata. Le opere d’arte convincenti e inedite riescono a catturare l’attenzione e sono fonte d’ispirazione, a prescindere dall’epoca in cui sono state realizzate. Esteticamente parlando, è particolarmente soddisfacente, se gli edifici, gli arredi interni e la scelta delle opere d’arte vengono abbinati in modo ottimale. Per i conservatori della Collezione d’arte della Confederazione si tratta di un’esigenza importante. Gli inquilini, alternanti, di questi edifici ne sono consapevoli e grati, anche se la ricezione delle opere d’arte resta pur sempre subordinata a tendenze e gusti e non tutti riescono a sviluppare un’affinità personale della stessa intensità con ogni opera esposta. Palazzo federale, Sala delle Alpi. Opere della Collezione d’arte della Confederazione nei luoghi deputati alla politica: Ben Vautier, Il n’y a pas de peuple sans culture, 1984, acrilico su tela, 162,5 x 130,5 cm. Inv. CAC Nr. fK10255. Pierre-André Ferrand, Essential Painting – EP957, 1995, olio su tela, 190 x 190 cm. Inv. CAC Nr. fK11692. Alois Bischof Scrittore BAK Journal 14 / 2005 Giornale UFC 14 / 2005 Strada facendo / On the Wall Prestiti per esposizioni temporanee Ripartirò di nuovo. Per Dublino. Con l’aereo naturalmente. Non ci è permesso viaggiare per mare. E sarò ben imballato. Ben avviluppato, tra gommapiuma e polistirolo, in una cassa di legno laccata. Dovrò essere al riparo da ogni scossone, nessun vento sia esso salato, troppo freddo o troppo caldo dovrà raggiungermi. Immobile, viaggerò nella cassa climatizzata, come in una bara. Così viaggiamo tutti. Per lo meno tutti quelli che partono per l’estero. Per i tragitti nazionali esistono container speciali. Ancora una volta vengo dato in prestito. On the road o piuttosto on the wall again. È vero, ho già visto molto del mondo. O più precisamente sono già stato ammirato nelle città più remote. Pensate che sono stato appeso per ben undici anni a Dar es Salaam, in Tanzania, sull’Oceano indiano, al porto. Albert Gos, Soir d’automne à Caux, attorno al 1908, olio su tela, Dimenticavo – sono alto 116 centimetri 116 x 150,5 cm. Inv. CAC Nr. fK995. e largo 150,5. Sono fatto di tela e colori a olio. Mi chiamo Soir d’automne à Caux. Sono il panorama che si può ammirare da Salaam, la sabbia del deserto. Il fumo dei famosi del sottoscritto. Non c’è da stupirsi, Caux, villaggio situato sopra Montreux sigari di Montevideo … Ma non pensia- se si pensa che la Collezione conta circa e il lago Lemano; prati in declivio, alberi moci più. 20 000 oggetti (sculture, tappeti, fotograsolitari, il lago, il tramonto autunnale dalla Sono stato acquistato nel 1908. Eh sì, fie e soprattutto quadri), una vera e propria luce tenue. ho quasi un secolo di tela. A quei tem- passerella della storia dell’arte svizzera. Di Un giorno, scrutandomi, un visitatore ha pi sono costato alla Confederazione ben questi oggetti due terzi sono in prestito e mormorato qualcosa su una crosta ten- 1500 franchi. Una cifra considerevole, se un terzo è conservato in Monbijoustrasse. dente all’arancione – i commenti delle si pensa che allora un chilo di pane bianco In questo momento un quadro ben più persone che mi osservano a volte non costava 33 centesimi. celebre di me appare spesso nei giornali. sono per niente lusinghieri. E in quanto Sapete chi mi ha creato? Un certo Albert Der Holzfäller di Ferdinand Hodler. Al riopera d’arte dei gusti discuto solo con i Gos di Eaux-Vives, nei pressi di Ginevra. guardo vorrei dire due cose: il mio creatore, miei simili. Quando la Confederazione mi ha acqui- Albert Gos, nel 1880 vinse il primo preQuando nel 1994 sono tornato dall’Africa stato aveva 46 anni e non ha saputo fare mio del concorso Diday superando proprio a Berna non è stato per rimanervi a lungo, altro che fregarsi felicemente le mani questo Ferdinand Hodler. E poi, noi quadri la tappa successiva è stata la cancelleria a consapevole di avermi ceduto per l’equi- a volte ci chiediamo come Der Holzfäller, Montevideo, la capitale dell’Uruguay sul valente di quasi 5000 chili di pane bianco che conduceva una vita tranquilla, conRio de la Plata. e lasciandomi andare senza versare una fortevole e pubblica al Museo d’arte di Ambasciate, residenze. Che vita privilegia- lacrima. Comunque mi piace ricordare gli Berna, sia potuto arrivare nell’ufficio del ta e straordinaria, penserete. È vero, ma occhi di Albert, le sue pennellate che mi consigliere federale Christoph Blocher. talvolta è anche faticoso, questo ruolo hanno fatto nascere. Ovviamente un arazzo di Le Corbusier, per rappresentativo. In fin dei conti noi dipinesempio, è celebre e quindi molto richieti vogliamo rappresentare degnamente Naturalmente la Collezione d’arte della sto. Quello a cui penso, dopo essere stato la Svizzera. Le finestre aperte di Dar es Confederazione possiede quadri ben più a Dacca, è stato appeso per quattro anni Come molte altre collezioni pubbliche, la Collezione d’arte della Confederazione è spesso sollecitata per il prestito di opere d’arte nell’ambito di esposizioni temporanee organizzate da musei svizzeri e stranieri. Nel 2004, questo prestito ha interessato 56 opere della Collezione, alcune nel contesto di un «tour» debuttato l’anno precedente. Ciò vale particolarmente per Stool di Christian Marclay, presentata nella prima retrospettiva dedicata a questo artista svizzero-americano nato nel 1955. All’itinerario nordamericano (Los Angeles, New York e Seattle), cominciato nel 2003, è seguito quello europeo (Thun, Avignone, Londra), finita nella primavera del 2005. Tra le altre tappe delle opere prestate figurano: – Lugano, Museo civico delle belle arti, Arte in Ticino 1914–1950 (Chiesa, Sartori, Foglia) – San Francisco, James Nicholson Gallery, Markus Wetzel – Coira, Museo d’arte dei Grigioni, Giovanni Segantini – Zeichnungen – Berna, Museo d’arte, Omnia – Balthasar Burkhard, Fotograf – Parigi, Jeu de Paume, L’Ombre du temps (Robert Frank) – Zurigo, Museum für Gestaltung, Swiss Design 2004 (Marcel Breuer, Frédéric Dedelley) – Torino, Promotrice delle belle arti, Gli impressionisti e la neve (Hodler, Segantini) a Ginevra per poi andare a decorare la *** del 24.4.2003 i danni sono stati cauresidenza a Nuova Delhi da dove partirà sati durante lavori di pittura nell’alloggio ancora per recarsi ad Ankara, così ho sen- di servizio. Evidentemente l’opera non tito dire. L’ho incontrato nel laboratorio di è stata staccata dalla parete e messa al restauro, dove mi trovavo per farmi ripulire sicuro durante i lavori di ristrutturazione, e coccolare. Non vi dico che piacere divino ma lasciata nel locale senza protezione.» si prova quando il bastoncino di cotone A volte noi quadri veniamo trattati senza leggermente umettato della saliva della alcun riguardo. Nel verbale si può poi legrestauratrice sfiora la tela…quasi fosse gere: «L’opera denota parecchi danni mecun bacio. canici (ammaccature e rigonfiamenti della Potrei invece fare a meno della luce abba- tela nonché graffi e strati pittorici staccati), gliante delle lampade a luce fredda, che causati da manipolazioni inadeguate.» mettono in evidenza dettagliatamente gli Fortunatamente finora sono stato risparstrati pittorici che mi compongono e la- miato da villanie simili e spero che anche a sciano trasparire qua e là un piccolo taglio, Dublino il soffitto non faccia acqua e che un’ammaccatura, un rigonfiamento. gli imbianchini pitturino i muri invece del Effettivamente alcuni di noi ritornano as- sottoscritto … sai malconci dai loro viaggi. Immaginatevi Per Dublino sono stato scelto nel cosidquei quadri che durante la prima guerra detto showroom. Si prova una sensazione del Golfo sono rimasti bloccati nel padi- particolare ad essere esposto con altri quaglione merci dell’aeroporto del Kuwait. A dri a questi sguardi critici e indagatori. Gli 40 gradi all’ombra la vernice di alcuni si occhi dell’ambasciatore mi hanno notato? è sciolta. Le osservazioni. Starebbe bene con il quadro. No, piuttosto nella sala da pranzo. Ne Per ritornare all’arazzo di Le Corbusier. Si risulterebbe una bella armonia. No, quei chiama Présence I (L’Allégresse). Prima due andrebbero bene nella biblioteca. Ma di partire per Ankara deve fare tappa in che tonalità – non si addice al resto. Il suo Belgio, perché è lì che le tappezzerie vengono pulite. E poi al laboratorio di restauro, il cosiddet- Christian Marclay, senza titolo (Stool), 1992 to tavolo operatorio, su cui mi hanno ada- sgabello, corno da caccia, 76 x 60,5 x 41 cm. giato nel 2003. Mi hanno rimesso in forma Inv. CAC Nr. fK11117. o meglio restaurato con molto amore. Lì si lavora in modo accurato e meticoloso. Tutto, fino nei minimi dettagli, viene fatto per il nostro bene. Sanno esattamente di che cosa abbiamo bisogno e che cosa non sopportiamo. Sanno bene che siamo molto delicati e altamente sensibili. A volte scuotono increduli la testa quando, una volta di più, un quadro ritorna a casa danneggiato. Gli esempi non mancano. Non devono sempre essere spettacolari come nel caso dei quadri ritornati da Lima, le cui cornici sono state letteralmente rose dalle termiti. Possono essere danni prodotti dall’acqua. In questo caso gli strati pittorici si sciolgono e si staccano. Oppure un quadro ritorna pieno di schizzi di pittura. Nel rapporto sul danno si legge: «Secondo il rapporto dell’Ambasciata di Giornale UFC 14 / 2005 Giornale UFC 14 / 2005 Giovanni Giacometti, Sera sull’Alpe, 1906, olio su tela, 115 x 160 cm. Depositato al Museo Città di Lugano quale prestito permanente. Inv. CAC Nr. fK923. Centinaia di quadri in un solo locale. Cen- Opera d’arte smarrita imbocca tinaia di anime di quadri con la loro storia, una cattiva strada … Ritrovata grazie al fiuto da il loro vissuto, i loro viaggi. detective! Migliaia di storie, di destini. Il quadro con le pecore sugli alpeggi, a cui il pastore porge del sale, è stato a lungo «Gentile Signora Oppliger, nella sala conferenze del consigliere fede- mi riferisco alla nostra corrispondenza in merito all’affare succitato. rale Adolf Ogi (de gustibus …). Disgelo di Giovanni Giacometti – la signo- Siamo effettivamente riusciti a rintracciare ra in blu con il bambino in giardino, to- il vaso di Edouard Chapallaz (aK8720), che nalità di rosso vino per la casa e gli alberi a suo tempo risultava smarrito e che è stato cancellato dal Suo elenco. Era stato – decorava l’ufficio di Carla del Ponte. Per il momento sono appeso nel deposi- Là di fronte Laufenburg, il Reno selvaggio adibito a vaso da fiori nel giardino della to riservato ai dipinti. E non chiamatelo e gorgogliante, un’opera di Ernst Hodel. residenza, prima di essere promosso allo cantina, per favore. Si tratta di un enorme È rimasta per lungo tempo negli uffici stato di vaso da fiori per verande all’arrivo spazio sotterraneo. Là siamo raggiungi- dell’ispettorato del lavoro di Aarau e ora del nuovo capo missione. Attualmente ha riguadagnato il suo posto d’onore nel sabili passando per una doppia porta sta- parte per Dakar. gna che ci protegge dall’aria malsana e Oppure – un quadro per così dire imparen- lone della residenza, dove fa bella mostra, da eventuali ladri. Alle griglie metalliche tato con me – Vendange au bord du Lac intatto e in tutto il suo splendore. sono appesi centinaia di quadri. Schiena Léman di Léon Gaud. La sua cornice dora- Pertanto, spero che siano state regolara schiena, faccia a faccia. Ogni griglia è ta è ancora quella originale e per sei anni è mente inventariate tutte le opere d’arte montata su cuscinetti a sfera e può essere stato a Pretoria. Tra l’altro è assicurato per che si trovano a [ambasciata] ***.» spostata verso il centro del locale senza 50 000 franchi (a volte litighiamo sull’improvocare la minima vibrazione. Si cercano portanza delle coperture assicurative. Io, Purtroppo stando all’inventario della Colquadri, si esaminano. Si annota: «riservato ad esempio, sono assicurato per 35 000 lezione d’arte della Confederazione, 399 opere risultano tuttora smarrite. Le inveper Dublino.» franchi. Valgo forse meno per questo?). E poi due piccole tele che partono per Du- stigazioni continuano … posto è nella sala di ricevimento, diffonde un’atmosfera gradevole… È un lungo tergiversare tra intenditori d’arte. Tempo fa era diverso. Bastava che la persona interessata dicesse che il quadro era di suo gradimento e, per così dire, poteva praticamente andarsene con il dipinto sotto braccio. Oggi invece si elaborano strategie artistiche, i piani della residenza vengono studiati minuziosamente, i singoli locali decorati con i quadri più adatti. 10 blino insieme a me. La Frau mit Bueb im Tre esempi di oggetti restaurati 2004 Wald (assolutamente idilliaco) di Hermann Huber e St. Pierre, un dipinto della catte- Giovanni Giacometti, Sera sull’Alpe, drale di Ginevra di Benjamin Vautier, che olio su tela, 1906 Considerati i problemi di aderenza della si trovava al DMF. E poi, e poi, e poi … tutti i quadri che pellicola pittorica, il dipinto è già stato renon sono mai andati via, indicati come staurato a più riprese. Avendo nuovamen«non adatti a viaggiare», poiché troppo te riscontrato che la pellicola pittorica si è staccata in alcuni punti, si è resa oppordelicati. tuna un’analisi tecnologica approfondita. Migliaia di storie. Di un tempo, sul caval- Sotto il microscopio si è provveduto, minuletto, dell’atelier, di viaggio o appunto di ziosamente, ad asportare dalla superficie resti di sostanze consolidanti, a consolidaon the wall. re la pellicola pittorica nei punti a rischio, a Prestate ed esposte. In sale conferenze, uffici, sale di ricevimen- stuccare e ritoccare i punti deteriorati. to, mostre, ambasciate, consolati, residenRené Pagnard, senza titolo, ze e musei. Io ho iniziato la mia carriera in un museo. serigrafia su carta, 1971 Era a Friburgo ed è già trascorso molto Ingiallimento dovuto al forte irradiamento del sole, macchie di umidità, danni dovuti tempo da allora. Esistono poi veri e propri cimeli musea- al lepisma, pieghe e tagli – questo il bilanli. Ad esempio Sera sull’Alpe di Giovanni cio dei danni in seguito al prestito a una Giacometti. Queste mucche sull’alpe si rappresentanza diplomatica ai Tropici. Per trovano da un’eternità al Museo Città di salvaguardare la sostanza si è provveduto a ridurre le macchie localmente, ad elimiLugano. Sono contento di andare a Dublino. Il pe- nare i tagli e a pulire la superficie. riodo di riposo trascorso a Berna mi ha Walter Linck, Orbit, scultura per esterni, fatto bene. Mi daranno anche una cornice nuova. At- acciaio verniciato, 1970 / 72 tirerò di nuovo gli sguardi. Noi quadri sia- La scultura alta cinque metri, collocata nel mo specialisti in questo. Sguardi insolenti, giardino di un’ambasciata svizzera, preaperti, birichini, avidi, possessivi, assenti, sentava ruggine e pittura sfaldata in vari annoiati, amorosi, ammirati, trafiggenti, punti. Gli interventi opportuni, coordinati interrogativi, derisori, prudenti, pene- e monitorati dai responsabili della Colletranti, freddi, languidi … gettati da occhi zione d’arte della Confederazione, sono grigi come l’alba e blu ghiaccio, marroni stati eseguiti da restauratori sul posto. come la terra e gialloverdi. Sguardi di belle donne, uomini anziani, bambini vivaci o annoiati, uomini d’affari tirati a lucido. Di rifugiati e di manager, di ambasciatori e di donne delle pulizie, di politici e di artisti di passaggio, di compatrioti squattrinati e di giornalisti curiosi. E prima o poi ritornerò, per così dire in vacanza, e resterò diversi mesi, forse anche anni in Monbijoustrasse a Berna. Continua da pagina 2 una questione meramente privata, ma che debba piuttosto rendere partecipe, in un modo o nell’altro, la collettività. Questo coinvolgimento pubblico è alimentato dall’esperienza sensoriale di una riuscita che non ha equivalenti nella realtà. Stando a Jacob Burckhardt l’arte, se vuole soddisfare la sua massima aspirazione, è tendenzialmente sempre traditrice delle strutture sociali stabili, alla stregua di un orologio critico, di una sobillatrice, perché il suo ordine artistico-creativo e fittizio relativizza e critica qualsiasi ordine imposto. Ogni condizione politica è il risultato di una prestazione della fantasia, che ha superato situazioni politiche precedenti e le forme della consapevolezza che l’hanno sorretta. L’arte è un aspetto di questa fantasia critica, che per principio non consente allo Stato e alla consapevolezza su cui poggia di compiacersi. Il mandato di collezionare arte contemporanea, che la Confederazione si è data, è attendibile, essendo importante per lo sviluppo della condizione umana che lo Stato trovi nell’arte l’immagine contrapposta di sé che lo stimoli ad agire. Sarebbe auspicabile che la Collezione d’arte della Confederazione, ancora ampiamente sconosciuta, venisse valorizzata in un prossimo futuro e resa accessibile al pubblico. Essa fornisce infatti uno spaccato interessante degli sforzi intrapresi dalla Confederazione fino ad oggi per migliorare durevolmente le condizioni dell’arte e degli artisti in Svizzera. Urs Staub Capo della Sezione arte e design Ufficio federale della cultura 11 Monika Dannegger Conservatrice restauratrice SUP Cosa succede ad un’opera d’arte quando è custodita in un deposito, qual è la sua preparazione per essere concessa in prestito e quali i controlli al momento della restituzione? Con il trasferimento nei nuovi spazi, la Collezione d’arte della Confederazione dispone di un’infrastruttura in grado di garantire criteri di conservazione, restauro e gestione compatibili con le moderne esigenze museali. Vi propongo di seguirmi durante una giornata di lavoro, per scoprire da vicino i compiti che incombono ad una conservatricerestauratrice e le particolarità legate alla Collezione della Confederazione. 8.30: Controllo climatico Ogni giorno dò un’occhiata ai diagrammi del termoigrografo, perché ho constatato che in genere gli edifici riconvertiti climatizzati celano alcuni problemi iniziali. Comunque, grazie alle esperienze accumulate nei primi periodi invernali ed estivi e all’aiuto di esperti del ramo, siamo riusciti ad affinare la regolazione dell’impianto e ad eliminare i problemi alla radice. Resta ancora qualche lacuna che speriamo di colmare o almeno ridurre al più presto. 9.00: Preparativi di natura conservativa per i prestiti di opere d’arte alle ambasciate Nel nostro laboratorio di restauro si trovano diverse opere che il conservatore della Collezione ha destinato come prestiti permanenti alla residenza rinnovata di un’ambasciata svizzera, in accordo con il capoposto locale. Durante la fase di selezione abbiamo verificato quali opere potevano essere concesse in prestito basandoci sulle tecniche di lavorazione, sul loro stato e sulle condizioni ambientali del luogo di destinazione. Molto spesso, prima della consegna di un’opera si procede a trattamenti preventivi e conservativi. Per esempio, un grande dipinto di Matias Spescha è stato posto sotto peso per spianare alcune ondulazioni formatesi nella tela di iuta. Oggi pomeriggio, prima del trasporto, devo verificare la tenuta degli strati pittorici consolidati e ritoccare un paio di graffi. Una cornice ornamentale è stata rafforzata con una fodera di sostegno sul retro affinché, accanto all’aspetto estetico, possa svolgere la sua funzione protettiva. Di regola, sistemiamo sul retro di ogni dipinto un cartone non acido, che funge da protezione meccanica contro urti e alterazioni climatiche. Adeguiamo inoltre il fissaggio e il punto di sospensione della cornice ai criteri di conservazione odierni. Questi provvedimenti sono adottati in stretta collaborazione con i due tecnici della Collezione, che giungono proprio in questo momento nel laboratorio con le incisioni originali appena incorniciate. Negli ultimi anni, anche le incisioni, come la maggior parte delle opere su carta della Collezione, sono state munite dei cosiddetti passe-partout, rigorosamente non acidi. Le cornici che utilizziamo sono il risultato di una collaborazione ormai pluriennale con specialisti del ramo. Oltre a tutti questi preparativi di natura conservativa, per ogni opera redigo un rapporto che viene memorizzato nella banca dati elettronica e costituisce una parte del contratto di prestito. Alcune ambasciate premono per ricevere i quadri al più presto, per cui i tempi stringono anche per noi, e la tensione aumenta. Ma si sa, la fretta è una cattiva consigliera. 13.00: Verifiche per la concessione in prestito di un’opera d’arte Gli organizzatori di una mostra a Pfäffikon ci hanno chiesto in prestito il quadro Murgsee in den St. Galler Hochalpen di Johann Gottfried Steffan, un dipinto romantico, impreziosito da una fastosa cornice di stucchi. Il responsabile della Collezione ha dato un preavviso favorevole, ma per la decisione definitiva devo verificare Wilhelm Hartung, Erstes Blühen, 1908, olio su tela, 81 x 112 cm. Inv. CAC Nr. fK1118. Ripresa effettuata dopo il restauro. 12 che non ci siano controindicazioni di na- I quadri che abbiamo preparato stamattura conservativa. A questo scopo esami- tina per un prestito devono ora essere no le condizioni espositive così come lo imballati in speciali casse climatizzate per stato e le caratteristiche dell’opera. Devo il trasporto aereo. poi stabilire quali preparativi richiedono il dipinto e la cornice ornamentale, le con- 15.00: dizioni ambientali presso l’espositore e i Progetti di conservazione e restauro criteri di imballaggio. Qualche tempo fa, i tecnici della Collezione hanno rinvenuto il dipinto di Wilhelm 13.30: Hartung Erstes Blühen, oggetto di un Coordinamento dei restauri esterni prestito permanente, nella soffitta di un Se le rappresentanze all’estero segnalano edificio dell’Amministrazione federale! danni alle opere prestate, occorre verificare (foto 1 e 2). La necessità di sensibilizzare se gli interventi necessari possono essere maggiormente alcuni beneficiari di opere effettuati sul posto da restauratori qualifi- d’arte prestate sull’importanza della loro cati. Anche l’intenso scambio di messaggi conservazione è indubbia. Il dipinto, imelettronici con le Ambasciate e i colleghi mediatamente preso in consegna dai noall’estero rientra nel mio programma quo- stri tecnici, è stato messo in trazione nel tidiano. Attualmente mi occupo tra l’altro nostro laboratorio. L’impropria conservadel trattamento di una scultura in legno zione e le condizioni ambientali sfavorevoli collocata all’esterno e intaccata dalla ve- hanno accelerato drasticamente il normale getazione, della pulizia di vari arazzi e di processo d’invecchiamento, arrecando vari due dipinti su legno da cui si è staccato lo danni al dipinto che ora presenta ondulastrato pittorico. zioni, rigonfiamenti, tagli e il sollevamento della pellicola pittorica in molti punti. Per 14.00: Sorveglianza delle opere concesse prima cosa devo stendere un rapporto sulin prestito e di quelle restituite le cause e l’entità dei danni e approntare Purtroppo, non ci si può attendere che tutti poi un progetto di intervento. i Paesi in cui la Svizzera ha sedi diplomatiche si attengano ai criteri europei per il 16.30: Conservazione trattamento di opere d’arte. Dopo alcune Di tempo per il paziente e rigoroso lavoro pessime esperienze abbiamo stabilito pre- di restauro e conservazione vero e proprio cise condizioni di imballaggio e trasporto a me ne rimane ben poco. Oggi ho previsto cui i destinatari di un prestito devono atte- di dedicarmi al consolidamento degli strati nersi. E i risultati non si sono fatti attendere. pittorici di un dipinto di Cristina Spoerri. Oggi abbiamo ricevuto da un’azienda specializzata una cassa per il trasporto di og- Il mio lavoro è scandito dalle attività congetti d’arte, costruita all’estero in base alle nesse alla preparazione e alla restituzionostre istruzioni e ai materiali richiesti . ne dei prestiti. L’obiettivo principale del lavoro di conservazione di opere d’arte consiste nel creare le condizioni ideali per custodire e curare l’intero patrimonio, in modo da ritardarne il naturale processo d’invecchiamento e garantire uno stato di conservazione costante nel tempo. Proprio per questo, ci occupiamo regolarmente anche delle opere custodite nei depositi e non destinate a prestiti concreti. I progetti di conservazione e restauro su vasta scala non mancano, ma la loro esecuzione è subordinata ad altre priorità preventivate da anni e alla collaborazione con specialisti esterni. Wilhelm Hartung, Erstes Blühen, dettaglio della parte destra del dipinto prima del restauro. Sulla superficie illuminata lateralmente risultano evidenti ondulazioni, ammaccature e tagli alla tela. È meglio riconoscibile e documentabile, in molti punti, anche il sollevamento della pellicola pittorica. Diversamente dal mondo economico, imperniato sempre più sull’immediatezza, la conservazione del patrimonio culturale poggia su progetti solidi e programmati con largo anticipo. L’esito dei nostri sforzi potrete valutarlo voi stessi, tra l’altro osservando la luminosità dei colori, la proporzione di raggrinzimento e craquelé dello strato di pittura o la tensione dei supporti. I principi della conservazione Conservare e restaurare significa intervenire sull’oggetto e modificarlo. Per conservare l’autenticità occorre modificare il meno possibile la sostanza materiale e l’immagine estetica e di conseguenza limitare il più possibile gli interventi diretti sull’oggetto. Per la scelta dei materiali sono determinanti la massima reversibilità e stabilità nel tempo. Conservazione preventiva Provvedimenti nel contesto di un’opera d’arte volti a rallentarne il deterioramento, tra l’altro garantendo condizioni climatiche adeguate e depositando e incorniciando l’opera d’arte in rispetto della sicurezza e della scelta di materiali non dannosi, per esempio privi di acidi. Conservazione attiva Interventi sull’oggetto volti a salvaguardare e conservare un bene culturale, tra l’altro consolidando la pellicola pittorica o risarcendo i tagli. Restauro Interventi volti a recuperare un determinato stato storico e a migliorare la leggibilità, come ritocchi e stuccatura. Per ulteriori informazioni in tedesco e francese: www.skr.ch 13 Giornale UFC 14 / 2005 Giornale UFC 14 / 2005 Gestione, conservazione e restauro: una giornata alla Collezione d’arte della Confederazione Giornale UFC 14 / 2005 C’è ancora molto da fare – uno sguardo al futuro Il team della Collezione d’arte della Confederazione Conservatore responsabile (50%) Pierre-André Lienhard Conservazione e restauro (50%): Monika Dannegger Inventario (140%): Margrith Oppliger, Renate Kinzl Tecnica di collezione (150%): Andreas Holzer, Urs Baumgartner La Collezione d’arte della Confederazione è gestita da un team molto piccolo, se si pensa al volume considerevole dei compiti legati al prestito e alla conservazione per quanto riguarda le infrastrutture e i metodi di lavoro interni la maggior parte di questi obiettivi è stata raggiunta (o sta per esserlo), resta, oltre al consolidamento di quanto ottenuto, un enorme lavoro da svolgere all’esterno. Tenendo conto delle funzioni di prestito di queste collezioni all’interno di un’amministrazione interessata soprattutto a fruire di queste opere a breve termine invece che a conservarle per le generazioni future, si dovranno effettuare enormi sforzi nell’ambito della diffusione e della sensibilizzazione alle cure e alle responsabilità che derivano dal prestito di un’opera d’arte. Nella consapevolezza che Edmond Bille, La mort et le bûcheron, 1909, olio su tela, 102 x 238 cm. Depositato al Museo d’arte e di storia di Neuchâtel quale prestito permanente. Inv. CAC Nr. fK249. dei circa 20 000 oggetti d’arte e di design: sei persone si suddividono un effettivo di 3,9 posti. Per permettere la pianificazione e la realizzazione del trasferimento delle collezioni nei nuovi locali, le nostre attività regolari hanno quindi dovuto essere interrotte per due anni. Con la messa in servizio, incluse le difficoltà iniziali delle nuove installazioni, il ritorno alla normalità significa anche, per il gruppo responsabile, la ripresa di una politica quotidiana dei piccoli passi intrapresa dieci anni fa con l’obiettivo di soddisfare le norme internazionali in materia di conservazione e di gestione del patrimonio artistico. Mentre la gestione dell’enorme volume di prestiti continuerà a mobilitare la maggior parte delle nostre potenzialità, qui di seguito sono illustrati i compiti e gli obiettivi del team visti dalla prospettiva dei suoi diversi settori di lavoro. Inventario Per poter fare fronte agli innumerevoli compiti dell’inventario della Collezione d’arte della Confederazione elencati qui di seguito, nel 1990 è stata creata una banca dati programmata specialmente per le esigenze delle procedure amministrative. Col tempo è stata ampliata e ancora oggi 14 viene continuamente adeguata alle nuove esigenze, quali, ad esempio, l’immagazzinamento interno delle opere con un sistema di codici a barre. – Le nuove acquisizioni vengono registrate con tutti i dati per l’amministrazione e per i settori artistico-scientifici e conservativi. – Le riproduzioni delle opere d’arte vengono inserite digitalmente nella banca dati. – I prestiti permanenti ai musei, alle rappresentanze svizzere all’estero e all’Amministrazione federale in tutta la Svizzera vengono effettuati attraverso la banca dati. È indispensabile una stretta collaborazione con la restauratrice, che esamina lo stato delle opere, e i tecnici, che preparano e imballano le opere per il prestito. – I controlli d’inventario presso i beneficiari del prestito vengono effettuati periodicamente. – Diversi accertamenti (possibilità di dare in prestito un’opera, condizioni espositive e di trasporto) vengono effettuati prima di concludere un contratto di prestito per mostre temporanee in Svizzera e all’estero. – Le richieste di illustrazioni per pubblicazioni e cataloghi di mostre vengono approvate e inserite nella banca dati. Queste iscrizioni sono particolarmente importanti per la ricostruzione della valenza storico-artistica delle opere. In futuro per lo scambio di opere d’arte dovranno essere elaborate soluzioni per le procedure da seguire. Questa misura fa parte degli sforzi generali intrapresi per permettere un lavoro più efficiente nel campo della prevenzione e dell’inventariazione. Conservazione e restauro La conservatrice/restauratrice è responsabile della conservazione, della cura e dell’immagazzinamento adeguato dal punto di vista della conservazione, la presentazione, la manipolazione e i trasporti dell’intero corpus della Collezione d’arte della Confe- Luigi Rossi, Arcobaleno, 1911, olio su tela, 95 x 157 cm. Inv. CAC Nr. fK2105. derazione. I suoi compiti comprendono: – la conservazione preventiva delle collezioni nel deposito, durante i prestiti e durante il trasporto, come anche il controllo e la garanzia del mantenimento delle condizioni climatiche nel deposito; – i controlli tecnologici eseguiti sulle opere d’arte e il rilevamento delle loro condizioni, l’esecuzione di un’analisi dei danni e di strategie di trattamento; – l’esecuzione di conservazione e restauro nel proprio ambito specialistico, in tal caso a quadri e sculture; – l’assistenza nell’ambito di conservazione e restauro affidati all’esterno; – la responsabilità per gli scambi e i compiti riguardanti le mostre, ossia tutto ciò che comprende il rilevamento dello stato, le raccomandazioni per le condizioni espositive, l’imballaggio, il trasporto e la preparazione dal punto di vista della conservazione dei prestiti. Attualmente, sono in corso i seguenti progetti: – Il trasferimento nel deposito odierno ha permesso di controllare lo stato di tutte le opere. I progetti di conservazione e di restauro che ne sono scaturiti devono ora essere attuati. – Visto l’enorme numero di opere d’arte prestate in permanenza in Svizzera e all’estero (circa 2/3 della Collezione), vi è la necessità di dare maggiori informa- zioni per sensibilizzare meglio i beneficiari del prestito per quanto riguarda il trattamento delle opere d’arte e la prevenzione dei danni. A questo scopo si devono organizzare manifestazioni informative. Tecnica di collezione I tecnici della Collezione hanno una funzione determinante. D’intesa con la restauratrice devono svolgere lavori speciali, in particolare nell’ambito della tecnica di deposito, della conservazione preventiva e della logistica. Le conoscenze di base per svolgere questi lavori risultano di regola da una professione artigianale. Dal trasferimento nei nuovi locali, i tecnici della Collezione sono inoltre corresponsabili dei locali di lavoro, vale a dire: – della sicurezza del deposito della Collezione d’arte e dei relativi locali di lavoro – del sostegno nell’ambito del controllo delle condizioni climatiche – della disposizione, dell’ordinazione e del controllo di materiali e servizi Prestano particolare attenzione alla gestione e all’imballaggio delle opere d’arte nonché alla continuità in un’ottica lungimirante per la Collezione. Nel loro campo d’attività fanno confluire anche tutte le nuove conoscenze tecniche e la loro applicazione nell’ambito della tecnica dell’incorniciatura, per esempio appendere i dipinti, etichettarli e applicare alla parte posteriore della cornice del dipinto uno strato protettivo di legno. I tecnici della Collezione sono inoltre responsabili dei trasporti adeguati di opere d’arte in Svizzera e dei lavori preliminari tecnico-logistici per i trasporti all’estero. Altri compiti consistono nell’appendere i dipinti e sistemare le sculture nei locali della Confederazione nonché nel registrare mutazioni interne nella banca dati. Incorniciare i dipinti in modo appropriato e applicare passe-partout ai lavori grafici sono un’ulteriore sfida in un ambito lavorativo di per sé complesso. Non si deve dimenticare poi il contatto diretto con le diverse istituzioni e amministrazioni, che danno ai tecnici della Collezione impulsi importanti. Con queste prestazioni il Servizio della Collezione d’arte della Confederazione rende accessibili le opere d’arte ai loro beneficiari. 15 Giornale UFC 14 / 2005 Alcune recenti acquisizioni 1 2 3 4 Le acquisizioni per la Collezione d’arte della Confederazione La Confederazione effettua le acquisizioni per la Collezione d’arte della Confederazione esclusivamente su raccomandazione della Commissione federale d’arte. Le richieste di acquisizione sono inoltrate dalla Commissione stessa oppure da un museo svizzero. Anche se dispongono di un budget piuttosto limitato, la Commissione federale d’arte e l’UFC si impegnano a perseguire vari obiettivi. Il concetto di promozione è prioritario. Pertanto, si acquistano esclusivamente opere di artisti 1Gerda Steiner, senza titolo, 2000, pennarello su carta, 35 x 50 cm. Inv. CAC Nr. fK12293. 2Marco Poloni, Amigo, 1999, stampa lambda su carta montata su alluminio, 82 x 151,5 cm. Inv. CAC Nr. fK12318. 3Pierre Schwerzmann, senza titolo, 2004, acrilico su tela, 226 x 195 cm. Inv. CAC Nr. fK12328. 4Shirana Shahbazi, Good Words, 2000, acrilico su tela, 307 x 407 cm. Inv. CAC Nr. fK12231. Colophon svizzeri viventi. L’inserimento nella Collezione d’arte della Confederazione conferisce riconoscimento a un’opera. Come in ogni altra sua misura volta alla promozione artistica, anche in questo caso la Confederazione è tenuta a considerare le artiste e gli artisti che si distinguono a livello nazionale. Inoltre, nell’ambito delle sue acquisizioni, la Commissione tiene anche conto delle generazioni di artisti di età media e avanzata. Pubblicato da: Ufficio federale della cultura Hallwylstrasse 15, CH-3003 Berna Tel. 031 322 92 66, www.bak.admin.ch Redazione specialistica: Pierre-André Lienhard Redazione: Anne Weibel (responsabile), Verena Latscha, Jean-Paul Clerc, Nicolas Couchepin Traduzioni: Giuseppina Greco, Flavia Molinari, Monica Nolli, Antonella Vassena Veste grafica: Atelier Bundi, Boll/Berna Foto di copertina: Monica Studer & Christoph van den Berg, Bergrestaurant, 2002, stampa inkjet su carta montata su alluminio, 219 x 148 cm. Inv. CAC Nr. fK12269. Stampa: Stämpfli SA, Berna © Ufficio federale della cultura. I diritti d’autore delle opere riprodotte appartengono alle artiste e agli artisti che le hanno realizzate. ISSN 1660-3184 16