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Rottura prematura delle membrane a termine
In caso di mancata consegna restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. Periodicità bimestrale - Spedizione in abbonamento postale - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano Rottura prematura delle membrane a termine (PROM): indurre il travaglio o attendere? La risposta dell’evidence based medicine. Vol. 10, n. 1, 2007 Pietro Cazzola Le membrane extraplacentari La parete del sacco fetale (amniotico) è costituita da tre membrane (amnion, chorion e Da quel momento in poi la distensione non è seguita da proliferazione cellulare e le membrane di conseguenza si assottigliano notevolmente. Al momento del parto il polo in- Figura 1. Struttura istologica della parete del sacco amniotico. feriore delle membrane, per effetto dell’appiattimento e della dilatazione del collo dell’utero, si stacca dalla decidua parietale e forma la cosiddetta “borsa delle acque” (Figura 2). Rottura delle membrane Nel travaglio fisiologico la rottura delle membrane avviene quando la dilatazione cervicale è quasi completa e in genere si realizza in corrispondenza dell’acme di una contrazione uterina. In rapporto al momento in cui avviene la rottura delle membrane rispetto all’insorgenza del travaglio e alla durata della gravidanza è possibile distinguere le seguenti situazioni: decidua (Figura 1), la cui principale funzione è quella di trattenere il liquido amniotico intorno all’embrione/feto. Con il progredire della crescita embriofetale le membrane vanno incontro a una loro distensione che, fino circa alla metà della gravidanza, si accompagna anche ad un aumento del numero delle cellule che le compongono. Specialista in Anatomia e Istologia Patologica e Tecniche di Laboratorio Milano Figura 2. Formazione della “borsa delle acque”. Subito prima del travaglio Prima fase del travaglio INFOR MED Rottura prematura delle membrane a termine (≥37 settimane) (PROM): indurre il travaglio o attendere? La risposta dell’evidence based medicine. vol. 10, n. 1, 2007 1 INFOR MED vol. 10, n. 1, 2007 2 P. Cazzola rottura delle membrane durante il travaglio a termine (37 settimane o più) (rupture of membranes ROM; rottura tempestiva); rottura delle membrane a termine (37 settimane o più) prima dell’inizio del travaglio (premature o prelabor rupture of membranes (PROM); rottura intempestiva prematura); rottura delle membrane pretermine (24-37 settimane) prima dell’inizio del travaglio (preterm premature rupture of membranes (PPROM). PROM (a termine) Come precedentemente accennato, per PROM a termine si intende la rottura delle membrane, a partire dalla 37a settimana di gestazione, prima che il parto sia iniziato. L’incidenza della PROM a termine è stimata essere l’8% (1). La PROM è generalmente una condizione benigna dal momento che il 79% delle donne partorirà entro 12 ore e il 95% entro 24 ore (1). Per queste donne la prognosi del decorso del parto e del periodo peripartum rimane eccellente e l’amnioressi andrebbe considerata un evento fisiologico, piuttosto che una situazione patologica (2). Sfortunatamente il 5-10% delle donne con PROM non entrerà in travaglio nelle successive 72 ore e il 2-5% non avrà ancora partorito dopo una settimana (2). In questi casi aumenta significativamente il rischio di complicanze materne e neonatali durante il parto e nel periodo immediatamente successivo. Le cause della PROM non sono del tutto chiarite, ma sono state identificate alcune condizioni in cui essa è più frequente: gravidanze multiple, polidramnios, fumo di sigaretta, alterate proprietà meccaniche delle membrane, frequenti esplorazioni vaginali, coito e infezioni (3, 4). Conseguenze della PROM Le conseguenze della PROM possono essere immediate, come il prolasso del funicolo, la compressione del cordone ombelicale e il distacco placentare (condizioni che richiedono il taglio cesareo o il parto vaginale strumentale), o tardive, come le infezioni materne (corioamniosite e endometrite) (5-7). Quest’ultime, a loro volta, possono diffondersi al feto, incrementandone la mortalità, o causare al neonato respiratory distress syndrome e paralisi cerebrale (1, 7-10). Alcune osservazioni hanno evidenziato che il rischio di infezioni materne e fetali aumenta con il trascorrere del tempo tra PROM e nascita (10, 11), mentre altre non hanno mostrato tale correlazione (4, 12). Tabella 1. Principali outcomes materni e fetali considerati nella revisione Cochrane (16). Outcomes materni Outcomes fetali e neonatali Mortalità materna Taglio cesareo Parto vaginale Parto vaginale strumentale Chorioamniosite Endometrite Febbre postpartum Tempo di ospedalizzazione antenatale Tempo di ospedalizzazione postnatale Mortalità Prolasso del cordone ombelicale Età gestazionale alla nascita Tempo tra la PROM e la nascita Respiratory distress syndrome Punteggio di Apgar <7 al 5°minuto Peso alla nascita Infezioni neonatali Ricovero in unità di cura intensiva neonatale Chi assiste una gestante con PROM si trova di fronte alle seguente dilemma: attendere che il travaglio inizi spontaneamente o indurre il parto? Finora l’unico dato certo era rappresentato dalla constatazione che la soddisfazione delle donne è maggiore tanto è minore il tempo che trascorre tra la PROM e la nascita (13). La PROM rappresenta una possibile indicazione all’induzione del parto sia per l’American College of Obstetricians and Gynaecologists sia per il Royal College of Obtetricians and Gynaecologist (14, 15). La prima organizzazione consiglia l’osservazione della paziente fino a 24-72 ore (da 1 a 3 giorni), mentre la seconda organizzazione si limita ad affermare che non bisognerebbe attendere più di 96 ore (4 giorni!) per intervenire (14, 15). Come si può notare i limiti temporali prospettati sono molto ampi, non univoci, e perciò contrastanti con i principi della evidence based medicine che si propone di trasferire nella pratica clinica ciò che i risultati degli studi meglio condotti hanno evidenziato. A sopperire a queste lacune è recentemente intervenuta una revisione Cochrane (16). Revisione Cochrane Obiettivo Verificare i risultati dell’induzione precoce (entro le 24 ore) ri- spetto all’attesa (nessun intervento entro le 24 ore) nelle gravide con PROM alla 37a settimana. Tempo di ospedalizzazione postnatale: riduzione sia nel gruppo con ossitocina, sia nel gruppo con prostaglandine. Principali outcomes Nella Tabella 1 sono indicati i principali outcomes materni, fetali e neonatali presi in considerazione. Studi presi in esame Nella revisione sono stati inclusi 12 trial per un totale di quasi 7000 donne. Metodi di induzione del parto Ossitocina: 7 trial Prostaglandine: 5 trial Caulophyllum: 1 trial Principali risultati materni Taglio cesareo: nessuna differenza tra i due gruppi (intervento immediato, nessun intervento) anche nell’ambito dei sottogruppi (ossitocina, prostaglandine, caulophyllum). Parto vaginale e parto vaginale strumentale: nessuna differenza tra i due gruppi. Chorioamniosite: nel gruppo intervento immediato riduzione del 26% del rischio relativo globale. Endometrite: nel gruppo intervento immediato riduzione del 70% del rischio relativo globale. Tempo di ospedalizzazione antenatale: riduzione sia nel gruppo con ossitocina, sia nel gruppo con prostaglandine. Principali risultati neonatali Infezioni neonatali: nessuna differenza tra i due gruppi (intervento immediato, nessun intervento) anche nell’ambito dei sottogruppi (ossitocina, prostaglandine, caulophyllum). Ricovero nelle unità di cura intensiva neonatale: nel gruppo intervento immediato riduzione del 27% del rischio relativo globale. Conclusioni Nelle donne con PROM alla 37a settimana di gestazione l’induzione al parto entro le 24 ore dalla rottura riduce il rischio di chorioamniosite ed endometrite, senza aumentare l’incidenza di parti cesarei e di parti vaginali strumentali. L’ induzione al parto entro le 24 ore dalla PROM riduce l’incidenza dei ricoveri nelle unità di cura neonatale. Le donne (e i medici) dovrebbero essere adeguatamente informate di questi risultati per compiere scelte più consapevoli. Fattori di predizione del successo dell’induzione L’ induzione del travaglio è definita come l’inizio artificiale delle contrazioni uterine, prima vol. 10, n. 1, 2007 PROM: strategie terapeutiche 3 INFOR MED Rottura prematura delle membrane a termine (≥37 settimane) (PROM): indurre il travaglio o attendere? La risposta dell’evidence based medicine. INFOR MED vol. 10, n. 1, 2007 4 P. Cazzola Tabella 2. Punteggio di Bishop. Parametro\ Punteggio 0 1 2 3 Posizione cervice Consistenza cervice Lunghezza cervice (cm) Dilatazione cervice (cm) Livello della testa fetale Posteriore Rigida >3 <1 –3 Intermedia Media >2 1-2 –2 Anteriore Soffice >1 2-4 –1, 0 >0 >4 +1, +2 Il punteggio massimo possibile è 13. Punteggio 0-3: altamente sfavorevole. Punteggio 4-5: condizioni mediamente sfavorevoli. Punteggio >5: condizioni favorevoli. della loro insorgenza spontanea, volte a determinare la progressiva dilatazione e scomparsa della cervice allo scopo di promuovere il parto per via vaginale (17). A causa della possibilità di insuccesso dell’induzione, diversi fattori materni e fetali e vari test di screening sono stati suggeriti al fine di predire l’esito di tale intervento. Le condizioni della cervice uterina all’inizio dell’induzione, ed in particolare la dilatazione, rappresentano i più importanti fattori predittivi e Bishop, che per primo nel 1964 descrisse la correlazione tra la presenza di una cervice favorevole e il conseguente parto per via vaginale, ha elaborato una scala a punti che permette di prevedere se l’induzione può avere successo o meno (18) (Tabella 2). Una recente metanalisi di Crane (2006) ha confermato che il punteggio di Bishop continua ad essere un valido fattore predittivo del parto vaginale e che l’ultrasonografia transvaginale e il dosaggio della fibronectina fetale non gli sono superiori (19). Induzione del travaglio con prostaglandine Nella Tabella 3 sono indicati i metodi utilizzati per ottenere la maturazione cervicale e l’induzione del travaglio (20). Le prostaglandine (PG) agiscono sul processo maturativo della cervice attraverso differenti meccanismi locali (21, 22): modificano la sostanza fondamentale extracellulare; incrementano l’attività della collagenasi e dell’elastasi; Tabella 3. Metodi per ottenere la maturazione cervicale e indurre il parto (20). Maturazione cervicale non farmacologica Maturazione cervicale farmacologica Prodotti vegetali e animali, bagni caldi, clisteri Stimolazione mammaria Agopuntura, stimolazine nervosa transcutanea Modalità meccaniche (cateteri) Metodi chirurgici Prostaglandine Misoprostolo Mifepristone Relaxina Ossitocina Figura 3. Schema di posizionamento e rimozione del dispositivo vaginale INFOR MED per la somministrazione di dinoprostone. 5 vol. 10, n. 1, 2007 Rottura prematura delle membrane a termine (≥37 settimane) (PROM): indurre il travaglio o attendere? La risposta dell’evidence based medicine. Inserimento aumentano i livelli dei glicosaminoglicani, del dermatan solfato e dell’acido ialuronico. Nel miometrio, inoltre, le PG incrementano le concentrazioni di Ca++ intracellulare, favorendo in tal modo le contrazioni (22). La somministrazione vaginale di PG aumenta la probabilità di parto per via vaginale entro le 24 ore, senza incrementare la necessità di tagli cesarei (23). Per la somministrazione locale, la PGE2 (dinoprostone) è disponibile in due formulazioni: gel (Prepidil = 0,5 - 1 - 2 mg di dinoprostone) e dispositivo vaginale (Propess = 10 mg di dinoprostone, Figura 3). La necessità di diverse modalità di somministrazione locale della PGE2 è nata dall’osservazione che con il gel la dose ottimale varia individualmente e possono essere necessarie applicazioni ripetute (24). Un recente studio comparativo tra dinoprostone gel e disposi- Posizionamento tivo vaginale ha mostrato una maggior efficacia di quest’ultimo nell’indurre la maturazione e il parto in donne a termine con punteggio di Bishop <4 (25). Tra i vantaggi del dispositivo vaginale rispetto al gel occorre ricordare la sua possibile rapida rimozione in caso di effetti collaterali (26) e la minor necessità di ricorrere all’ossitocina per indurre il travaglio (27, 28). Rimozione Con il dispositivo intravaginale, il reservoir di 10 mg di dinoprostone mantiene un rilascio di PGE2 controllato e costante (29): infatti studi in vivo condotti su donne a termine (≥ 37 settimane di gestazione) hanno evidenziato che a membrane integre è presente una correlazione lineare tra quantita di PGE2 rilasciata e durata del trattamento (Figura 4) (26). Figura 4. Relazione tra durata del trattamento e quantità di prostaglandina rilasciata in donne al termine della gravidanza, con membrane integre e con indice di Bishop ≤6. INFOR MED vol. 10, n. 1, 2007 6 P. Cazzola In caso di PROM la quantità di PGE2 rilasciata è maggiore a causa della variazione del pH vaginale (PROM = 6 vs membrane integre = 4) e non è stato possibile rilevare la correlazione lineare prima descritta (26). Tuttavia nel range di pH vaginale tra 6,5 e 7,5 la PGE2 si trova principalmente in forma ionizzata, condizione che ostacola il suo passaggio nel circolo materno: ciò spiega perché in caso di PROM la concentrazione di PGE2 e dei suoi metaboliti nel plasma materno non differisca da quanto osservato in caso di membrane integre, con conseguente mancato incremento del rischio di iperstimolazione del miometrio (26). Da ultimo una nota tecnica rilevabile dai riassunti delle caratteristiche del prodotti a base di dinoprostone: mentre il gel, in tutti i suoi dosaggi, è controindicato nella PROM (30), per il dispositivo vaginale è raccomandata cautela (29). Per un uso corretto dei farmaci si raccomanda comunque un’attenta lettura dei rispettivi R.C.P. (29, 30). Bibliografia 1. Cammu H, Verlaenen H, Perde MP. Premature rupture of membranes at term in nulliparous women: a hazard? Obstet Gynecol. 1990; 76(4):671-4. 2. Yancey MK. Prelabor Rupture of mebranes at term: induce or wait. 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