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Amiamo il Creato! - Missionari Cappuccini Foggia

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Amiamo il Creato! - Missionari Cappuccini Foggia
ANNO XLI - N. 3 - LUGLIO-AGOSTO-SETTEMBRE - 2011
Sped. Abb. Pos. Art. 2 Comma 20/C - Legge 662/96 - Filiale di Foggia
dei cappuccini di Foggia in Ciad I Convento Immacolata I 71121 Foggia I c.c.p. 162719 I Tel. 0881.302293 I fax 0881.663963
e-mail: [email protected] sito web: www.missionaricappuccinifoggia.it
Amiamo il Creato!
‘
stato un bell’esempio di
responsabilità quello che
il popolo italiano ha dato
partecipando alla consultazione referendaria per l’acqua come bene pubblico.
I cittadini hanno mostrato di volersi rendere protagonisti e decidere insieme le
scelte che chi governa deve compiere
in favore di tutti. È un segno positivo,
il cui esito la CEI ha sintetizzato così:
“È un risultato che è un messaggio per
il governo. Governare il cambiamento
è l’operazione politica più complessa e
meritoria”.
Quale occasione migliore, allora, per riflettere e tornare ad “amare il Creato”,
meraviglioso dono fatto da Dio all’umanità!
La Bellezza che si specchia nella natura, con le montagne e le pianure, il mare e i fiumi, la terra e il cielo, la potenza
del sole, la forza del vento, un immenso e costante atto d’amore verso di noi,
piccoli abitatori di questo piccolo pianeta nell’immenso universo!
L’Energia cosmica che la natura dai
suoi elementi sprigiona, sopra e sotto la
crosta della terra, usata con il prodigio
dell’intelligenza, della studio, della ricerca dell’uomo a livelli sempre più alti e sofisticati.
L’Amore che si sprigiona dal soffio crea-
tore di Dio, dall’inizio di tutti i secoli, e
genera gli infiniti esseri viventi del pianeta, le infinite armonie dell’universo,
lo strabiliante miracolo dell’uomo, creatura della natura e creatura di Dio, capace di chiamarlo Papà (Abbà), capace
di amare la grande famiglia umana con
lo stesso amore di Dio, lo stesso amore
di Gesù. Senza guardare il colore della pelle, senza chiedere a quale religione appartiene, senza voler sapere altro,
solo guardarlo negli occhi e stendergli
la mano!
Amiamo il Creato, perché il Creato
ci ama!
Esso è, infatti, l’espressione visibile
dell’amore di Dio per noi, è il suolo, l’aria, il mare, la terra che ha amato Gesù, il luogo dove ha vissuto la sua incarnazione, con i problemi, le angosce
e le speranze di tutti noi, in tutta la storia dei secoli e degli uomini. Il Creato ci
trasmette l’amore di Dio attraverso l’amore di Gesù, vissuto nella carne.
E Padre Pio santo non si sentiva bruciare il cuore dal fuoco inestinguibile
dell’amore di Dio per i fratelli più deboli, poveri, peccatori? E il serafico padre San Francesco non era “innamorato” di frate sole, frate vento, frate fuoco,
sorella acqua? Ricordate: “Laudato sii, mi
Signore, per sora Aqua la quale è molto utile
e umile e preziosa e casta”?
‚
Fr. Franco Gitto
.
L’acqua, dono di Dio e bene comune,
è un dono che va tutelato e garantito a
tutti, che non può essere sottoposto alla legge del profitto senza rigorose, adeguate e sistematiche garanzie per i più
deboli e per la collettività, un bene non
mercificabile, da distribuire a tutti.
I missionari sanno che cosa vuol dire,
conoscono il sacrificio e la privazione di
interi paesi, di tante popolazioni disperate, succubi di condizioni igieniche, sanitarie e quindi civili e morali assolutamente precarie e pericolose per la vita. I poveri della terra stanno aspettando di bere l’acqua della vita, quella del
corpo e quella dello spirito. Ognuno di
noi può fare qualcosa per loro.
Pensiamoci, in questo tempo della semina che viene dopo il tempo delle vacanze. Diceva il santo papa Giovanni
Paolo II: “Le vacanze estive, se non vengono “bruciate” nella dissipazione e dal
semplice divertimento, possono diventare un’occasione propizia per ridare
respiro alla vita interiore” (Angelus del
6.7.2003). E speriamo di essere riusciti a
dare nuovo respiro alla nostra vita, per
ridare speranza a chi vuol vedere il futuro con gli occhi di Dio.
Che possiamo respirare l’aria pura dentro e fuori di noi, ritornando ad amare il
Creato, perché il Creato ci ama!
Pace e Bene
Vita Missionaria
O
.
L’indifferenza
nello
Straniero
Fr. Raffaele Mangiacotti
ggi, quando s’incontra uno straniero o si parla di lui, il primo
pensiero o la prima reazione che
ci assale è l’inquietudine, accompagnata dal disprezzo e dalla indifferenza. Infatti,
proprio perché straniero, costui ci scomoda, ci preoccupa, ci infastidisce, ci
prende i nostri spazi e le nostre libertà,
e perché no, nel pessimismo massimo,
siamo capaci di affermare che quando
questi sarà una forza e un numero, noi
spariremo. Tuttavia lo straniero, sebbene sia diverso da noi per la sua cultura, non lo è però per la sua natura,
in quanto uomo, anche lui gode degli
stessi nostri diritti, diritti che sono comuni a tutti gli uomini.
Secondo la visione biblica, lo straniero è l’ospite sacro, che va accolto e servito. Nell’Antico Testamento, lo straniero godeva della protezione di Dio;
perciò, maledetto era colui che ledeva
il suo diritto (cfr. Dt 27,19). In ricordo
dell’esilio d’Egitto, Dio aveva comandato al suo popolo di amare lo straniero (cfr. Dt 10,18-19). Tuttavia, lo straniero era escluso solo dal culto e dal
diritto di frequentare il tempio, perché non circonciso, né nella carne, né
nel cuore (cfr. Es 12,43).
Le paure erano fondate soprattutto
quando il culto e il monoteismo erano minacciati. Queste paure si ripercuotono fin nel Nuovo Testamento,
e soprattutto nel Vangelo di Matteo
appare quella frase insolita sulla bocca di Gesù : “Non sono venuto che per
le pecore perdute d’Israele” (Mt 15,25).
Per quanto Gesù possa sembrare duro
con la Cananea, alla quale rivolge proprio queste parole ostili, egli è il primo
che va incontro allo straniero. Sebbene la donna Cananea vada verso Gesù
per essere esaudita nei suoi bisogni (la
guarigione di sua figlia), e Gesù si mostri ostile perché non vuole essere confuso come semplice guaritore, in realtà è Gesù che va verso la donna per far
sì che quell’incontro diventi accoglienza, colloquio, preghiera, riconoscenza
(Figlio di Davide), ma soprattutto fede
che salva (cfr. Mt 15,21-28). E, in materia di fede, quanti stranieri ne hanno più di noi!
Nel messaggio dell’Angelus del 31 luglio scorso, giorno in cui la Chiesa ci fa
pregare sul Vangelo della moltiplicazione dei pani, il Papa ha ricordato le
sofferenze dei tanti fratelli e sorelle del
Corno d’Africa che “patiscono le drammatiche conseguenze della carestia, aggravate dalle guerra e dalla mancanza di solide istituzioni” e, soprattutto, che “Cristo nell’Eucaristia fa di noi dei testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella, perciò nessuno deve restare indifferente davanti a tale dramma”.
Ogni cristiano, con la stessa compassione di Cristo, deve quindi moltiplicare il pane per chi è affamato. Gesù ha
compassione di tutti gli stranieri, perché lui per primo ha conosciuto l’esilio d’Egitto con i suoi genitori quando
dovette sfuggire alle minacce di Erode.
Quanti poveri intorno a noi! Quanti
stranieri che ci arrivano, poveri in cerca di pane. Basta accendere la televisione ed ogni giorno sono migliaia e
migliaia di indifferenti per i nostri occhi semi chiusi o occupati a guardare
solo ciò che ci piace. Molti non arrivano nemmeno a toccare le terre dei loro sogni o della loro libertà. Quelle acque tra le coste africane e italiane sono
diventate il loro cimitero.
Il peccato più grande, di cui la nostra
società oggi è vittima, è proprio quello
dell’indifferenza. E su questa indifferenza il Signore ci ricorda che saremo
giudicati per tutte quelle opere di misericordia non fatte in suo nome. Quel
giorno il Signore ci dirà: “Via, lontano
da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e non mi avete
dato da bere, ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito,
malato e in carcere e non mi avete visitato” (Mt 25,41-43).
N. 3
LUGLIO - AGOSTo - SETTEMBRE 2011
ANNO XLI
Il forestiero e il fratello affamato di
oggi è identificato in quella cananea
che dinanzi a Gesù implora pietà. A
lui, in fondo, non chiede poi tanto! Le
bastano poche briciole di pane cadute dalla tavola del padrone. Da quella tavola spesso imbandita di troppo pane e che finisce spesso nella
spazzatura. E, come un giorno Gesù
lo disse ai suoi discepoli, ancora oggi lo ripete a noi : “Date voi stessi da
mangiare” (Mt 14,16). Perciò non possiamo e non dobbiamo restare chiusi nella nostra indifferenza, in quella indifferenza, che tante volte ci fa dimenticare il povero forestiero che bussa alle nostre porte.
Quel povero che ci preoccupa e che ci
infastidisce, in realtà non è altro che
un prediletto del Signore, che ci tende
sì le mani, ma che ci permette anche di
guadagnare il Paradiso. Per la fame nel
mondo, facciamo nostra la preghiera
di colletta del Messale Romano e identifichiamoci in cristiani che dimostrano, vivono e condividono l’amore caritatevole del Cristo: “O Signore, che nella
tua benevolenza provvedi alle necessità di
tutte le creature, fa’ che noi tuoi fedeli dimostriamo realmente il nostro amore per i
fratelli che soffrono la fame, perché, liberati dal bisogno e dalla miseria, possano servirti nella serenità e nella pace”.
.
Convento Immacolata - 71121 Foggia
Autorizz. del Tribunale di Foggia
n. 2/71 del 4-5-1971
Direttore Responsabile: Fortunato De Girolamo
Redattore: P. Franco Gitto
E-mail: [email protected]
Sito web: www.missionari-cappuccinifoggia.it.
Si invia gratuitamente agli amici
e a chi ne fa richiesta.
Stampa: Grafiche Grilli srl - Foggia
I ragazzi
dei giochi
vani
gio
l nostro gruppo è nato da un’ idea del
nostro Mauro che ha voluto, insieme
con alcuni giovani e meno giovani, farci trascorrere le vacanze in un modo
diverso dal solito e più organizzato.
Abbiamo preso per i nostri momenti di svago un locale presso un albergo molto attrezzato di San Giovanni Rotondo.
E in quell’ambiente abbiamo trascorso
un lasso di tempo in piena allegria, di
sana competizione tra di noi e soprattutto ascoltato brevi meditazioni su vari argomenti.
In uno di questi incontri è nato spontaneo il desiderio di fare qualcosa di concreto, come già avvenuto lo scorso anno, per quei ragazzi che nel Ciad non
avevano la possibilità, come noi, di divertirsi e di avere, come noi, merendine, snack o altro. Abbiamo così deciso
di mettere da parte qualche spicciolo
da inviare nel Ciad. Fino al momento
in cui tu ci hai accolto nella Chiesa di
San Pio a San Giovanni Rotondo e poi
hai celebrato la santa Messa pensavamo di avere fatto qualcosa di grande
per noi “ piccoli”. Invece durante l’omelia ci hai “spiazzato”.
N. 3
LUGLIO - AGOSTo - SETTEMBRE 2011
ANNO XLI
La tua parola ci ha fatto sentire importanti e utili verso i bambini della missione in Ciad per la nostra piccola iniziativa, ma ci ha quasi messo in difficoltà. Ci ha fatto comprendere che il
valore del denaro non è una cosa uguale in tutte le parti della Terra.
In Italia 80 cent. servono a ben poco,
invece in Africa e, in particolare nel
Ciad, 80 cent. servono per un giorno,
– sono tue espressioni – a far mangiare, a vestire, a mandare a scuola un ragazzo. Quanti “80 cent.” noi sprechiamo inutilmente e soprattutto quanti
“80 cent.” buttiamo nell’immondizia
(quanti panini non consumati, quanti
avanzi di pizza, quanti succhi di frutta non utilizzati ed altro, vanno a finire nella spazzatura). Forse fra qualche
mese dimenticheremo quello che ci hai
detto perché riprenderemo la scuola
ed utilizzeremo molto più degli “80
cent.”. Ma se il nostro pensiero correrà
alle tue belle frasi, ti promettiamo che
ci impegneremo a fare qualcosa di più
per i tuoi ragazzi del Ciad. Ti ringraziamo ancora, Padre Franco, per averci
aperto ancora di più l’anima verso Padre Pio, ritenuto per tutti noi il nostro
Angelo Custode.
.
Voglio ringraziare dal profondo
del cuore questi ragazzi,
che hanno raccolto
in questa occasione
200 euro
per i loro coetanei del Ciad.
È un piccolo tesoro agli occhi di Dio,
e lo presenterò ai ragazzi del Ciad
come un piccolo grande dono.
Grazie ragazzi.
p. Franco Gitto
Vita Missionaria
Fr.Modestino
vive nella
fraternità
celeste
.
«
Fr. Antonello Gravante - OFM Cap
[email protected]
«Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale…» così cantava
il Serafico Padre San Francesco nel conosciutissimo Cantico delle Creature
che senz’altro avremo avuto modo di
conoscere o tra i banchi di scuola, perché costituisce uno dei pezzi di letteratura italiana più famosi, o forse abbiamo avuto modo di ascoltarlo durante
le nostre assemblee liturgiche in forma di canto…. Ma più che soffermarmi a riflettere sulla natura e l’importanza del testo, mi preme evidenziare il recente passaggio di sorella morte nella nostra fraternità provinciale
di “S. Angelo e P. Pio” e in particolar
modo in quella locale di San Giovanni Rotondo.
Infatti, il giorno 14 agosto, nel pomeriggio, all’età di 94 anni, ha terminato il
suo lungo e proficuo cammino terreno
fr. Modestino da Pietrelcina, un frate
minore cappuccino che ha avuto il privilegio di vivere un particolare rapporto filiale con san Pio da Pietrelcina.
Infatti, come ha già ricordato il comunicato stampa ufficiale della nostra Religosa Provincia, la madre di fr. Modestino, Anna, era coetanea e vicina di casa di Francesco Forgione (il futuro Padre Pio da Pietrelcina). Inoltre le rispettive famiglie avevano un piccolo podere nella contrada “Piana Romana”, dove spesso la madre di fr. Modestino e il
futuro Padre Pio, quando erano bambini, si incontravano mentre conducevano le loro pecore al pascolo. Dal 1908
al 1916, nei lunghi periodi di permanenza a Pietrelcina, dove i medici lo inviavano a respirare l’aria natia per curare la sua misteriosa malattia, spesso
Padre Pio si ritirava a pregare nella solitudine del podere di famiglia, a Piana Romana. E per non sottrarsi alle richieste di aiuto di Anna, intenta alle fatiche domestiche e ad aiutare il marito nel faticoso lavoro nei campi, talvolta accettava di accudire il piccolo Antonio, il primo dei tre figli della famiglia Fucci, facendolo giocare sulle sue
ginocchia. Quando il giovane Damiano si trasferì a San Giovanni Rotondo e ci rimase un anno intero, a contatto con Padre Pio ebbe la possibilità di conoscere l’intimo rapporto che legava il Frate al Signore
e decise di diventare
anche lui cappuccino.
Sul momento Padre
Pio accolse la notizia con un’esortazione: «Paesano, non mi
far fare brutta figura!». Poi, quando cominciò il suo compito di frate questuante,
gli garantì: «Fra Modestino, vai tranquillo, io ti starò sempre
vicino e lo sguardo di
san Francesco, dal cielo, sarà sempre sopra
di te».
Dopo la morte del Cappuccino stigmatizzato, fr. Modestino fu trasferito a
San Giovanni Rotondo come portinaio
del Convento dove, memore della promessa ricevuta, assicurava ai tanti pellegrini che lo incontravano le sue preghiere per invocare l’intercessione del
suo venerato Compaesano, ottenendo
numerose grazie dal cielo. Tra queste,
il miracolo che ha consentito di proclamare Padre Pio beato.
Penso che tutti noi in un modo o in
un altro, nei nostri pellegrinaggi a san
Giovanni Rotondo abbiamo avuto modo di incontrarlo o di notare almeno
una lunga coda di persone che, anche
di notte, sostava dinanzi alla porta del
convento di San Giovanni Rotondo
nell’attesa e nella speranza di ricevere
una parola buona, di conforto e di speranza da un degno figlio di Padre Pio
da Pietrelcina! Quanto bene fatto alle
anime, anche se non sacerdote; quanto bene anche se poco istruito, quanto
grande è la potenza di Dio che si rivela agli uomini per mezzo delle persone umili! “Grandi cose ha fatto in me
l’onnipotente…” ha esclamato Maria
all’annunzio dell’angelo e così anche
fr. Modestino può ora dire al Signore;
infatti tanto grande è la sua fama quante le anime smarrite che ha ricondotto
a Dio! Tanto che per queste opere buone e numerose altre ancora è morto in
quello che la cristianità chiama “concetto di santità”. Lui che tanto “sponsorizzava” l’aiuto ai fratelli più poveri
dell’Africa incoraggiando, sostenendo
e pregando per le Missioni, assista tutti
noi da lassù e da Pietrelcina dove riposa il suo corpo mortale, dove senz’altro contempla il volto beatifico di Dio, e
continui a pregare affinché tanti e tanti cristiani aprano il loro cuore ad una
carità fattiva ed operosa nel sostegno
delle Missioni volute dallo stesso Padre Pio da Pietrecina!
.
I nostri progetti di
sviluppo del Ciad
Per la formazione di un postulante
cappuccino (mensile)
€ 50
Per l’adozione a distanza di un bambino povero (mensile)
€ 25
1.Per la formazione di un catechista (mensile)
€
50
2.Per un piccolo seminarista (mensile)
€
50
3.Per un grande seminarista (mensile)
€
100
4.Aiuto ad una famiglia povera€
100
5.Aiuto ad un povero epilettico€
100
6.Aiuto ad un povero cieco€
100
7.Aiuto ad un povero lebbroso€
100
Il
8.Aiuto ad un povero malato di AIDS€
100
9.Per l’adozione di un missionario (mensile)
€
100
per
10. Per l’assistenza ad una puerpera e al suo bambino€
150
m issionari
i
no
a
Pio
11. Aiuto ad un contadino e alla sua agricoltura€
200
cappuccini di P.
12. Per scavare un pozzo tradizionale€
1.500
nel CIAD
13. Per scavare un pozzo artesiano per l’acqua da bere€
10.000
14. Per la costruzione di una cappella€
20.000
puoi destinarlo al nostro Centro
Missionario Cappuccini di Foggia 15. Per la costruzione di un dispensario€
25.000
ONLUS, mettendo, nel riquadro,
16. Per la costruzione di una scuola materna€
25.000
la tua fiFIRMA e il nostro Codice
17. Per la costruzione di una scuola elementare€
50.000
Fiscale:
18. Per la costruzione di una chiesa€
100.000
19. Per la costruzione di una diga€
300.000
1000
94061660711
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missionaria in Ciad nel modo seguente:
Convento Immacolata - 71121 Foggia
Autorizz. del Tribunale di Foggia
n. 2/71 del 4-5-1971
per il Battesimo di un bambino africano€
10,00
Direttore Responsabile: Franco Gitto
per Messe Perpetue per un defunto€
10,00
Redattore: P. Franco Gitto
per Messe Perpetue per un vivente€
10,00
E-mail: [email protected]
per Messa singola per un vivente€
10,00
Sito web: www.missionari-cappuccinifoggia.it.
Si invia gratuitamente agli amici
per una Messa Gregoriana per un defunto€
450,00
Il nostro Centro Missionario
è una ONLUS.
Perciò le offerte fatte per
le nostre opere sociali
nel Ciad sono detraibili
dal proprio reddito.
Su richiesta, anche telefonica,
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di c.c.p. ONLUS.
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Per informazioni contattare:
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71121 FOGGIA - IT
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Fax (0039) 0881.663963
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Per la formazione
di un postulante
cappuccino (mensile)
scolarizzazione
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adozioni a distanza
Per l’adozione a distanza di un bambino povero (mensile)
TIMBERÌ
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BAM
2 DISPENSARI
vaccinazione
CIAD
GORÈ
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CENTRAFRICA
CENTRAFRICA
Assistenza
sanitaria
Dona il
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1000
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cappuccini di P. Pio nel CIAD
€ 25
1 vita
salvata
BAIBOKOUM
3 DISPENSARI
puoi destinarlo al nostro
Centro Missionario
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Provinciale dei Padri Cappuccini
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intestato al: CENTRO MISSIONARIO CAPPUCCINI-FOGGIA
www.missionaricappuccinifoggia.it
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