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1 A Caserta lavoravo come capo officina , dirigevo i lavori nell
SBOBINAMENTO INTERVISTA SVOLTA DAGLI ALLIEVI DELLE
CLASSI 5 A E 5 B – PRIMARIA DI MONTICELLI AL TESTIMONE
PIPPO FANZOLA
Il testimone – breve nota biografica
Giuseppe fanzola (per gli amici ‘Pippo’), è nato a Monticelli d’Ongina il 12/9/1922. Arruolato nel
1941 viene mandato in Grecia; in seguito all’armistizio dell’8 settembre 43 viene fatto prigioniero
dai tedeschi e trasferito in campo di concentramento a Dachau, da dove fugge nel 45 pochi giorni
prima della liberazione del campo da parte dell’esercito sovietico.
Testo intervista
1 Quale lavoro svolgeva nell’officina a Caserta?
A Caserta lavoravo come capo officina , dirigevo i lavori nell’officina meccanica in cui si
aggiustavano i cannoni e l’artiglieria, quindi anche armi.
2 In che cosa consisteva il lavoro di controllo delle coste quando era in
Grecia?
Io in Grecia facevo il guardiacoste, controllavo le coste nel Peloponneso, sulla montagna,
c’erano delle postazioni da cui si controllavano gli spostamenti delle navi , c’erano dei
cannoni che in caso di pericolo erano pronti per essere usati. Noi Italiani in Grecia eravamo
conquistatori e quindi dovevamo difendere le coste controllavamo tutti i movimenti anche con
binocoli e cannocchiali . C’erano anche le pattuglie di soldati con il sergente che si spostavano
sulla montagna a piedi perché bisognava sempre stare attenti per dare l’allarme in caso di
pericolo per preparare i cannoni. Quindi il controllo era sia verso il mare che sulla terra ferma.
3 Come vi hanno catturato in Grecia? Qualche suo amico è stato ucciso?
4 Cosa ha pensato quando è stato catturato?
Quando sono stato catturato in Grecia dai tedeschi, prima avevamo pensato di sparare con i cannoni
per risolvere subito,ma poi non lo abbiamo fatto perché non sapevamo cosa succedeva, noi non
sapevamo nulla, i nostri capi non ci dicevano nulla, solo di stare attenti a tutti i nemici, ma noi non
sapevamo chi erano i nemici e chi gli amici. Quindi i tedeschi i capi delle ss ci hanno portati via,
erano cattivissimi, ci trattavano peggio delle bestie, peggio degli schiavi, subito quando ci hanno
catturati ci hanno fatto fare 40 km a piedi, quindi se subito non ho avuto paura, poi tremato insieme
ai miei compagni per la loro cattiveria.
5 Come è stato trattato dopo la cattura dai tedeschi?
Dai tedeschi sono stato trattato male subito il viaggio in treno dalla Grecia a Danzica è durato 21
giorni , su un carro bestiame eravamo in 40 tutti schiacciati, infatti dopo 70 anni sto ancora curando
il ginocchio per le posizioni in cui ero costretto a stare, ero sempre rannicchiato, il treno si fermava
una sola volta al giorno , in quell’unica fermata potevamo lavarci, fare i bisogni e bere una scodella
di brodo con qualche buccia di patata. Poi fino al giorno dopo non ci davano più nulla e non c’erano
più fermate, quindi nel pavimento del treno abbiamo fatto un buco almeno per poter fare i bisogni.
È stata un’esperienza tremenda non sapevamo come stare , ci sentivamo legati, sono stati 21 giorni
terribili. Poi siamo arrivati a Danzica , da lì con un camion ci hanno portati in una cittadina e ci
hanno messi in una piazza, perché allora i prigionieri di guerra venivano venduti per fare i lavori
nelle aziende, senza essere pagati. Vicino a me è venuta una persona, un uomo ha iniziato a
parlare,io non ho capito molto, e a toccarmi le braccia, le spalle e ha deciso di prendermi,io mi sono
fatto capire che avevo due amici e che erano in gamba per cui l’ho convinto a prenderci tutte e tre.
Ci ha presi e ci ha portato nella sua proprietà ci ha messo in una stanzetta con i letti , io sono
rimasto a lavorare in azienda da lui nei campi e i miei amici andava in azienda lì vicino. Dopo un
po’ che sono nella stanza arriva una signorina che parla , ma io capisco poco, allora mi fa segno se
volevo mangiare, io ho detto subito sì. In questa casa mi sono trovato molto bene, sono stato trattato
benissimo, erano in tre il padre e le due figlie più o meno della mia età , una di 19 anni e una di 20.
Io lavoravo lì in azienda nei campi, aravo, avevo la possibilità di fare lo spuntino a metà mattina e a
metà pomeriggio che le ragazze mi portavano nei campi, poi due pasti a mezzogiorno e alla sera
prima nella mia stanza, poi dopo circa 5 giorni a casa loro e a tavola con loro. Avevo i pidocchi, ma
lì mi potevo lavare e mi lavavano e stiravano i vestiti,mi sentivo proprio a casa. Io con il mangiare
non ho mai esagerato a volte avanzavo, mangiavo adagio. Sono rimasto per 33 giorni e sono stato
proprio bene,poi in azienda aiutavo le ragazze a mungere le mucche perché ero capace e questo
lavoro lo facevano le donne, quindi cantavamo e lavoravamo. Purtroppo è durato solo 33 giorni poi
sono arrivati i tedeschi a portarmi via e sarei andato nel campo di concentramento dove è stato
l’inferno ho pianto per la fame, mi sono ammalato ,io nel campo avevo il compito di dividere
l’unico pezzo di pane duro che ci davano in parti uguali, quindi avevo tutti addosso e per fare le
parti uguali avevo preso un legnetto avevo fatto una tacca per tagliare le parti, mettevo sottoanche
uno staccio per raccogliere tutte le briciole. Ma prima di partire sul treno i tre della famiglia sono
venuti alla stazione a salutarmi e mi hanno dato tre pacchetti con dentro il cibo per tre giorni per il
viaggio.
6 Avete cercato di scappare prima del trasferimento a Danzica?
No non ho provato, era impossibile
7 Quanto è durato il viaggio in treno dalla Grecia a Danzica?
Il viaggio è durato 21 giorni
8 Come è stato il viaggio?
Dai tedeschi sono stato trattato male subito il viaggio in treno dalla Grecia a Danzica è durato 21
giorni , su un carro bestiame eravamo in 40 tutti schiacciati, infatti dopo 70 anni sto ancora curando
il ginocchio per le posizioni in cui ero costretto a stare, ero sempre rannicchiato, il treno si fermava
una sola volta al giorno , in quell’unica fermata potevamo lavarci, fare i bisogni e bere una scodella
di brodo con qualche buccia di patata. Poi fino al giorno dopo non ci davano più nulla e non c’erano
più fermate, quindi nel pavimento del treno abbiamo fatto un buco almeno per poter fare i bisogni.
È stata un’esperienza tremenda non sapevamo come stare , ci sentivamo legati, sono stati 21 giorni
terribili.
9 Quanto l’azienda ha pagato per lei?
Io non lo so,non so neanche se abbiamo pagato lo stato , la Germania
10 All’asta in Polonia erano presenti solo aziende agricole o vi erano altri
tipi di aziende?
Erano presenti solo proprietari di aziende agricole , non di altri tipi perché era una regione agricola.
11 Il lavoro nell’azienda agricola era pagato?
Io non ero pagato però mi hanno trattato molto bene in azienda
12Quante ore lavorava in un giorno? Aveva un giorno di riposo?
In azienda pochissime ore 6 o 7 , la domenica non lavoravo, mi ricordo che da mangiare mi
preparavano una minestra con il brodo di gallina con dentro le patate e alcune ciliege,all’inizio lo
trovavo stano,ma poi mi piaceva.
13 Era trattato bene quando lavorava nell’azienda agricola?
In azienda mi sentivo trattato proprio come uno della famiglia
14 Ha stretto amicizia con qualcuno durante la sua permanenza nel campo
di concentramento di Dachau?
Sì , noi eravamo nella baracca in 23 ho stretto soprattutto amicizia con due di Brescia e uno di
Borgonovo, , tra noi c’era solidarietà, ci aiutavamo molto , grazie a un amico ho trovato le medicine
per curarmi dalla pleurite che mi era venuta nel campo perché mi ero asciugato all’aria e le mappe
per pianificare il viaggio di ritorno a casa. Io questa persona non l’ho più rivista però era di San
Nazzaro.
15 Ha visto qualcuno ucciso ingiustamente nel campo di concentramento?
No nel campo non ho mai visto uccidere nessuno, però una volta dalla fame ho provato a rubare
delle patate insieme ad altri due compagni di prigionia ,sono stato scoperto dalle guardie che
volevano fucilarci, alle due di notte ci hanno portati davanti ad un muretto,un interprete toscano li
ha supplicati di non farlo perchè avevamo provato a rubare due patate per la fame , si è anche
inginocchiato e alla fine li ha convinti e ci è andata bene perché ci hanno fatto tornare nella baracca.
Nel campo avevo il sentore che dall’altra parte del reticolato, succedesse qualche cosa, una
domenica ho provato ad avvicinarmi per provare a vedere qualche cosa ma non è passato neppure
un secondo che da dietro mi sono sentito spingere la faccia violentemente contro il reticolato da una
guardia delle ss e da allora non ho più provato. Io con gli atri militari prigionieri di guerra eravamo
in una parte del campo dei lavori forzati,io andavo in fabbrica , negli altri settori non sapevamo cosa
accadeva , ma sentivamo della puzza e degli odori provenire intorno,anche quando ci portavano con
il treno di notte a Monaco per raccogliere le maceria dei combattimenti. Il lavoro in fabbrica nel
campo era faticoso per 12 ore al giorno. L’adunata era alle sei del mattino in qualsiasi condizione
atmosferica, l’ultimo che arrivava veniva picchiato, così come chi arrivava ultimo alla sera in
fabbrica per tornare con il treno nel campo. Io ero sempre pronto e non le ho mai prese . Per
dormire avevo una coperta sola che a volte piegavo doppia, toglievo le scarpe , ma i vestiti no . Io
con il treno andavo in una fabbrica dei vagoni ferroviari ed ero addetto ai respingenti dei vagoni ,il
lavoro era molto faticoso così come quando andavo a Monaco a raccogliere le macerie, sempre
dalle 6 alle 18.00 Il capo della fabbrica, mi ha preso in simpatia,era un bravo tedesco,e quando
poteva in un respingente mi metteva un pezzo di pane, poi andate via le ss e arrivati i militari il
sabato e la domenica andavo a casa sua e mi accoglieva in casa per darmi da mangiare si era offerto
anche di insegnarmi il tedesco, ma io non ho voluto impararlo, solo alcune parole indispensabili,
che ho utilizzato quando dopo molti anni sono tornato in visita con mia moglie e mio cugino per
parlare con l’autista della macchina che ci ha portato verso Dachau.
16 Riuscivate ad aiutarvi in qualche modo tra i prigionieri del campo?
Ci si aiutava all’interno della propria baracca non tra baracche diverse perché erano lontane tra loro
e non si poteva andare da una baracca all’altra.
17 Durante la prigionia che cosa le davano da mangiare?
A colazione un goccio di una specie di caffè, alle 12 una scodella di brodo, alla sera une fettina di
pane duro nero, sembrava un mattone , poi più niente fino alla mattina dopo, tutti i giorni così per i
18 mesi che sono stato nel campo
18 Riuscivate a curare un po’ l’igiene personale?
Io ho sempre curato la mia igiene personale la sera al ritorno dalla fabbrica, c’era l’acqua e si
poteva usare.
19 È stato seguito da qualche nemico per catturarla mentre stava tornando
a casa ?
No, nessun nemico
20 Quanto ha impiegato per tornare da Dachau a Monticelli?
Il viaggio è durato 18 giorni, quasi tutti in Germania e sul Brennero che è stato terribile.
La polizia tedesca che controllava il campo in modo rigido è andata via e il campo era controllato
dai militari che lasciavano maggiore libertà e ci trattavano meglio, erano un po’più umani, questo
era il segno che la Germania non era più potente , si stava indebolendo ed era in difficoltà. Da un
amico io e altri una sera abbiamo iniziato a raccogliere cartine da studiare con il percorso per poter
tornare a casa a piedi perché dovevamo camminare di notte per non essere visti e catturati ancora
dai tedeschi che erano ancora in giro. Siamo partiti, scappando , il 20aprile del 1945 e siamo arrivati
a casa l’8 maggio. Siamo partiti in 13, siamo scappati di notte passando uno per volta da un
cancelletto, proprio perché i militare lasciavano più libertà In tutto quindi abbiamo impiegato 18
giorni . Di notte camminavamo ed era molto faticoso, di giorno riposavamo nascosti nel bosco o in
case disabitate , vuote. Abbiamo attraversato tutto a piedi il Passo del Brennero, fondamentale per
arrivare in Italia , ancora tutto a piedi fino a Salò sul lago di Garda dove siamo saliti su un piccolo
scafo su cui abbiamo attraversato il lago fino a Sirmione. Da Cles in Trentino in poi i tedeschi non
c’erano più e quindi noi eravamo più liberi, la gente ci aiutava, ci veniva in contro, ci dava da
mangiare. Arrivati a Sirmione siamo saliti su un trenino che ci ha portati a Brescia poi però da
Brescia a Cremona e da Cremona a Monticelli tutta a piedi, tranne gli ultimi trecento metri perché
ho incontrato un mio amico con la bicicletta che mi è corso in contro e a tutti i costi , dopo avermi
abbracciato, mi ha voluto portare a casa sulla canna della bicicletta. Arrivato a casa la prima cosa
che ho chiesto una bacinella di acqua tiepida per metterci i piedi perché non ne potevo più.
21 Aveva qualche amico che l’ha aiutata a fuggire dal campo o durante il
viaggio?
Eravamo in 13 e ci aiutavamo tutti.
22 Aveva qualche arma durante il viaggio?
No nessuna arma e neanche abbiamo provato a procurarla
23 Come faceva a procurarsi il cibo durante il viaggio di ritorno e cosa
mangiava?
Avevo con me 20 chili di patate cotte dalla moglie del capo della fabbrica tedesca, quindi ogni tanto
ne mangiavo una
24 Era ferito?
No,non sono mai stato ferito, ma mi sono ammalato di pleurite e mi sono curato grazie alle
medicine che ha comprato un mio amico con le sterline che aveva tenuto , questo signore è sepolto
a San Nazzaro e si chiama Mori.
25 Da chi è stato accolto quando è arrivato a casa?
Sono stato accolto da mia zia, per me era la mia mamma perché da piccolo sono stato allevato in
casa dei nonni dove c’ era la zia che mi ha fatto da mamma,spesso allora le famiglie erano
numerose ed era normale essere allevati nelle case dei parenti, io sono cresciuto nella casa della mia
nonna dove c’erano 13 zii che mi facevano giocare, mi mettevano su un piatto in mezzo alla tavola
e mi facevano girare, oppure mi lanciavano,quasi come una palla . Io stavo benissimo , mi divertivo
molto. Quando sono ritornato la prima persona che mi ha visto è stata la padrona di casa, che aveva
in mano un secchio con i panni, ha iniziato a gridare ha buttato in terra tutto e mi è volata al collo e
poi mia zia ha fatto lo stesso ed è stata una festa. La prima cosa che ho chiesto è stata una bacinella
di acqua tiepida per mettere i piedi a mollo perché non ne potevo più dopo tutta quella strada ,i
piedi erano pieni di vesciche e tagli.
26 In quale occasione ha avuto più paura?
Fuori davanti alla mitraglia quando volevamo fucilarmi perché ho provato a rubare le patate
27 Perché tutti la chiamano Pippo ?
Il mio soprannome è Pippo perché così hanno iniziato a chiamarmi i miei zii quando ero piccolo,
tanto che sulla barca che da Salò mi ha portato a Sirmione ad un certo punto ho sentito gridare c’è
Pippo c’è Pippo io sono saltato su per vedere chi mi conosceva, solo dopo ho saputo che veniva
chiamato Pippo un aereo che controllava.
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