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dispositivi per la misura delle grandezze principali
Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali DISPOSITIVI PER LA MISURA DELLE GRANDEZZE PRINCIPALI I dispositivi per la misura delle grandezze fisiche si possono suddividere in due categorie: strumenti di misura e campioni materiali. Come detto in precedenza, uno strumento di misura è un “apparecchio che, posto in interazione con il sistema misurato, fornisce nel suo formato d’uscita un’indicazione dipendente dal valore del misurando”. Gli strumenti di misura trattati in questa Unità di Apprendimento sono il calibro a corsoio, il micrometro centesimale per esterni, il goniometro. Un campione materiale è un apparecchio che, durante la sua utilizzazione, riproduce il valore noto della grandezza esaminata. I campioni materiali trattati in questa Unità di Apprendimento sono i blocchetti piano-paralleli, il calibro a tampone, i dischi ottici. Per la metrologia d’officina sono necessarie anche attrezzature complementari di riscontro. STRUMENTI DI MISURA MISURE GEOMETRICHE Calibro a corsoio Il calibro a corsoio è lo strumento di misura lineare più impiegato in officina, in quanto consente di effettuare misure di lunghezza esterne, interne e di profondità. A seconda del tipo di calibro, è possibile effettuare misurazioni con l’approssimazione di 1/10, 1/20 o 1/50 di mm. Il calibro a corsoio è detto anche calibro a nonio dal nome di colui che l’inventò nel 1550, il portoghese P. Nunes. Calibro digitale Calibro a corsoio STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 1 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali - Il nonio La caratteristica principale del calibro a corsoio è il nonio, una scala graduata incisa sul corsoio del calibro, che può essere decimale, ventesimale o cinquantesimale. Per comprendere il funzionamento del nonio si fa riferimento al calibro decimale. Parti del calibro Ciascun trattino della graduazione riportata sull’asta fissa del calibro rappresenta 1 millimetro. La graduazione incisa sul nonio del corsoio è ottenuta dividendo in dieci parti uguali 9 [mm] della scala fissa. Una graduazione del nonio vale perciò 9/10 di millimetro, cioè 0,9 [mm]. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 2 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali Con il calibro chiuso lo 0 del nonio coincide con lo 0 della scala fissa ed il decimo trattino del nonio coincide col nono trattino della scala fissa. In questa situazione nessuno dei trattini delle graduazioni dell’asta fissa e del nonio coincidono. Se si sposta il corsoio in modo che il primo trattino del nonio coincida col primo trattino della scala fissa, l’apertura del calibro risulta pari a 0,1 [mm]. Infatti: 1 – 0,9 = 0,1 [mm]. Questo valore rappresenta l’approssimazione dello strumento, cioè la più piccola frazione che lo strumento riesce a rilevare. L’approssimazione del nonio è espressa dalla differenza tra l’ampiezza di una graduazione della scala dell’asta fissa e l’ampiezza di una graduazione del nonio: A = U – U’ = 1 – 9/10 = 1/10 = 0,1 [mm] Cioè: A = ampiezza di una graduazione della scala fissa / numero delle parti in cui è diviso il nonio. Dimostrazione, con riferimento alla figura: n U’ = (n – 1) U da cui Quindi: A = U – U’ = U − U' = n −1 n n −1 n U= U nU − nU + U U = n n Nel caso del nonio decimale si ha: Nel caso del nonio centesimale si ha: Nel caso del nonio cinquantesimale si ha: A = 1 – 9/10 = 1/10 = 0,1 [mm] A = 1 – 19/20 = 1/20 = 0,05 [mm] A = 1 – 49/50 = 1/50 = 0,02 [mm] Essendo le sue graduazioni più piccole di quelle della scala dell’asta fissa, questo tipo di nonio è detto “diminuito”. - Esempi di misura con calibro La misura di una lunghezza, eseguita con nonio, è data dal numero delle divisioni della scala fissa che si trovano alla sinistra dello zero del nonio più una frazione di millimetro indicata dal trattino del nonio che coincide con un trattino della scala fissa. Nella figura a lato lo zero del nonio coincide esattamente con una divisione della scala fissa. La misura è 6,0 [mm] Nella figura a destra lo zero del nonio cade tra due divisioni della scala fissa ed un trattino del nonio coincide con una divisione della scala suddetta. La misura è 7,5 [mm] STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 3 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali Nella figura a sinistra due trattini del nonio rimangono compresi tra due divisioni della scala fissa. Si hanno due letture: a) una lettura per difetto: 6,2 [mm] b) una lettura per eccesso: 6,3 [mm] Per facilitare la lettura, la maggior parte dei calibri sono dotati di un nonio “doppio”, cioè diviso in 10 tratti su una lunghezza di 19 [mm] anziché di 9 [mm]. Il principio di lettura e l’approssimazione non variano. Varia soltanto la visibilità dei tratti incisi sul nonio perché sono più distanziati fra loro, il che facilita la lettura. L’approssimazione, nel caso di calibro decimale doppio, è: A = 2 – 19/20 = (20 – 19)/10 = 1/10 = 0,1 [mm] Nel caso di calibro con nonio ventesimale doppio, in cui 20 trattini dividono in parti uguali una lunghezza di 39 [mm], l’ approssimazione è: A = 2 – 39/20 = 1/20 = 0,05 [mm] Il calibro a corsoio con nonio è uno degli strumenti di misura più utilizzati nelle officine meccaniche. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 4 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali Il controllo dello spessore dei denti può essere effettuato mediante il calibro a doppio nonio. - Controllo mediante calibro a doppio nonio È costituito da due calibri cinquantesimali disposti ad angolo retto: uno di essi regola la posizione di una piastra di profondità (detta “modulatore”), l’altro misura l’apertura dei becchi. Disponendo i becchi del calibro e del modulatore alle giuste misure si possono rilevare eventuali errori di costruzione: a) se si riscontra gioco tra i becchi, la ruota deve essere scartata perché il vano è stato eseguito troppo largo; b) se con i becchi a contatto della circonferenza primitiva del dente, il modulatore non risulta tangente alla circonferenza esterna, il vano è ancora troppo stretto e la lavorazione va proseguita. Quindi: il vano è a misura esatta e la ruota supera il collaudo quando la piastra è tangente alla circonferenza esterna e i becchi toccano i fianchi del dente sulla circonferenza primitiva, senza gioco. Micrometro a vite Il micrometro, progettato e costruito dal francese Jean-Louis Palmer, che nel 1848 brevettò l’applicazione della vite micrometrica, venne modificato nel 1858 dall’ingegnere inglese Sir Joseph Whitworth. Esso utilizza l’organo cinematico formato dall’accoppiamento vite-madrevite. Esiste una grande varietà di micrometri, utilizzati per misurazioni esterne, misurazioni interne, misurazioni di profondità ecc. Micrometro per esterni Micrometro a tre punte per interni STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 5 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali Micrometro digitale Qui si fa riferimento al micrometro centesimale a vite con stativo ad arco, secondo le norme UNI 5708. - Nomenclatura I disegni che seguono indicano le varie parti che costituiscono un micrometro. Il micrometro è costituito da varie parti tra le quali: - asta a vite: d = 8 [mm] ; Passo vite = 0,5 [mm] ; rugosità = 0,025 [µm]; - incudine: d = 8 [mm] ; sporgenza = 3 [mm] ; rugosità = 0,025 [µm]; - tamburo e bussola graduati: 50 tratti con divisione 0,01 [mm] ; gioco tra estremità conica e bussola: 7 [mm]. Le superfici del tamburo e della bussola devono essere cromate e opache per proteggerle dall’ossidazione e migliorare le condizioni di lettura. I tratti della graduazione sia del tamburo sia della bussola devono essere nitidi e larghi non più di 0,1 [mm]; - frizione tale che la forza tra le superfici di misura sia costante e compresa tra 0,5 [kg] e 1 [kg]; - dispositivo di bloccaggio: è un dispositivo che permette il blocco dell’asta. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 6 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali - Caratteristiche tecniche - pressione max di serramento = 1 [kg]; - campo di misura= 0 ÷ 25, 25 ÷ 50, 50 ÷ 75, 75 ÷ 100; - materiale = acciaio ad alto tenore di carbonio trattato, con vite micrometrica in acciaio legato e rettificato (errore sul passo = 0,001 [mm]). L’incudine e l’asta mobile hanno un diametro di 8 [mm], sono di acciaio resistente all’usura e All’ossidazione, temprato e stabilizzato, infine rettificato. Lo stativo é di acciaio o di ghisa malleabile. - Approssimazione L’approssimazione del micrometro è espressa dalla quantità di cui si sposta assialmente la vite quando il lembo graduato ruota di una graduazione. Se P = passo vite micrometrica ed N = numero graduazioni, in un giro completo della bussola la vite si sposta di una quantità uguale al passo. Se la bussola ruota di una divisione, cioè 1/N di giro la vite si scosterà di P/N. Cioé: 1 : P = 1/N : x da cui: x = P/N Quindi: A = P/N L’approssimazione del micrometro è quindi il rapporto tra il passo della vite ed il numero di graduazioni sul tamburo graduato. Se P = 0,50 = passo della vite ed N = 50 il numero delle divisioni: A = 0,5/50 = 0,01 [mm] - Esempi di misura con micrometro centesimale per esterni Sulla scala fissa della bussola graduata si legge la misura 6,50; sul lembo del tamburo graduato si legge 0,15. Quindi in totale la misura è 6,65 [mm]. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 7 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali Con riferimento alla figura a lato, il bordo del tamburo graduato coincide esattamente con un trattino della scala fissa e lo zero del lembo è allineato con la linea di fede. La misura è 2,50 [mm]. Nella figura a destra, il lembo del tamburo graduato scopre nettamente un trattino della scala fissa sulla bussola graduata ed una divisione del lembo è allineata con la linea di fede. La lettura sulla scala fissa è 2,50 [mm]; la lettura sul lembo graduato è 0,35. Quindi la misura è in totale 2,85 [mm]. Nella figura a sinistra, il lembo del tamburo graduato scopre un trattino della scala fissa sulla bussola graduata e la linea di fede rimane compresa fra due trattini del lembo graduato. La lettura per difetto è: 3,50 + 0,28 = 3,78 [mm] La lettura per eccesso è: 3,50 + 0,29 = 3,79 [mm] STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 8 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali Micrometro a piattelli Il controllo dello spessore dei denti può essere effettuato mediante il micrometro a piattelli. Esso è un normale micrometro che è però provvisto, come dice il nome, di “piattelli” nell’estremità dell’incudine e dell’asta mobile. È impiegato nella verifica e nel collaudo di ruote dentate, delle quali controlla lo spessore dei denti e la quota cordale. Il metodo di controllo o metodo Wildhaber consente la verifica dello spessore dei denti ad evolvente di cerchio, curva di cui il profilo del dente costituisce una parte. Micrometro a beccucci Mediante il micrometro a punta e capruggine è possibile effettuare il controllo del diametro medio delle filettature. Il micrometro a beccucci ha la stessa forma di un micrometro per esterni, ma é provvisto di una incudine, spostabile assialmente per mezzo di una vite, e di un’asta mobile, anch’essa spostabile mediante il tipico dispositivo vite-madrevite dei micrometri, entrambe cavi per consentire l’alloggiamento dei perni dei beccucci generalmente detti “punta” e “capruggine”. La “punta”, che é conica, va ad alloggiarsi nel vano della filettatura; la “capruggine”, che ha forma di forcella, si adatta sulla parte piena del filetto. Le dimensioni di “punta” e “capruggine” variano a seconda della forma della filettatura (metrica o Whitworth) e, per uno stesso tipo di filettatura, variano in funzione del passo. Una volta inseriti i beccucci nel micrometro e portati a contatto con la filettatura, la lettura sul tamburo graduato del micrometro fornisce direttamente il valore del diametro medio della vite. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 9 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali CONTROLLO DI ANGOLI L’unità di misura più usata degli angoli é il grado sessagesimale (novantesima parte dell’angolo retto). Tale unità é ammessa dalle Norme ISO e UNI (tabella 10005) anche se non appartiene al Sistema Internazionale, che considera invece il radiante (1° = π/180 rad). Il grado si divide in 60’ e ciascun primo in 60’’. Il controllo degli angoli più comuni (30°, 45°, 60°, 90° e 120°) viene eseguito per mezzo di squadre fisse. Per gli altri angoli si ricorre ai goniometri universali provvisti di nonio. Goniometro L’immagine sotto rappresenta un goniometro universale con lente d’ingrandimento per facilitare la lettura degli angoli. Il goniometro universale é costituito da una squadra fissa 6, solidale con una corona circolare graduata 1 girevole attorno ad un disco centrale 3 provvisto di nonio. Il disco 3 é portato da un braccio 7 che può essere fissato al righello scorrevole 4 per mezzo della vite 5. Sulla corona é incisa una scala suddivisa in quattro settori di 90°; ciascun settore é numerato ogni 10°, da zero a 90°; due settori sono numerati in senso orario e due in senso antiorario. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 10 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali - Nonio doppio e sua approssimazione Il nonio é ottenuto suddividendo 23° della scala principale della corona in 12 parti uguali, a sinistra e a destra dello zero. Ogni graduazione del nonio vale perciò: U’ = 23°/12 = 1° 55’ Analogamente a quanto fatto per il calibro, l’approssimazione dello strumento risulta quindi: A = 2U - U’ = 2° - 23°/12 = 1°/12 = 2° - 1° 55’ = 5’ L’approssimazione del goniometro é cioè il rapporto tra l’ampiezza di una graduazione della scala fissa sulla corona ed il numero delle parti in cui é diviso il nonio: A = L/n = 1°/12 = 5’ La lettura viene eseguita come per i calibri, ricordando però che ogni graduazione del nonio é pari a 5’. A seconda della posizione del pezzo rispetto alla squadra, tra l’angolo letto sul goniometro e l’angolo da misurare sussistono le relazioni indicate in figura. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 11 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali - Esempi di misura con goniometro L’ampiezza dell’angolo da rilevare é misurata dalla reciproca posizione dell’asta collegata allo scorrevole e dell’asta collegata al disco fisso. Quando lo zero del nonio coincide con una divisione della corona circolare graduata, il valore dei gradi è intero. L’angolo viene letto partendo dalla linea dello zero della corona graduata verso quella dei 90°, tenendo presente la direzione di lettura. Nella figura a destra, lo zero del nonio coincide con la 15a linea della corona graduata. La misura è 15°, o meglio, tenendo conto dell’approssimazione dello strumento, la misura è pari a 15° 0’. Barra seno semplice E’ utilizzata per la misurazione o il controllo della conicità, con l’ausilio del comparatore a quadrante e dei blocchetti piano paralleli. E’ formata da un’asta prismatica di acciaio temprata e rettificata. La superficie superiore costituisce il piano di appoggio del pezzo. Nella parte inferiore, all’estremità, ci sono due rulli cilindrici di eguale diametro aventi una profondità corrispondente alla larghezza della barretta. Nella barra sono praticati alcuni fori che hanno una duplice funzione: 1) conferire alla barra una maggiore indeformabilità 2) facilitare il fissaggio ad eventuali supporti durante l’operazione di tracciatura di un dato angolo sul pezzo da lavorare STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 12 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali Per misurare o controllare un pezzo conico, si appoggia una estremità della barra seno su un piano di riscontro, mentre il cilindretto dell’altra estremità poggia su una pila di blocchetti piano paralleli disposti anch’essi sul piano di riscontro. L’altezza h della pila di blocchetti va ricercata fino a quando la generatrice superiore del pezzo conico non risulta parallela al piano e quindi l’indice del comparatore non si muove. L’angolo della conicità si ricava mediante la relazione: sen β = h / L dove: L = 200 mm é l’interasse tra i due rulli cilindrici h = l’altezza della pila di blocchetti Con le notazioni di figura, in presenza di parallelismo, risulta anche: β = α / 2 L’angolo del cono è: α = 2 β. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 13 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali Comparatore I comparatori sono strumenti rivelatori e misuratori di piccolissime deformazioni. Essi sono provvisti di un dispositivo che amplifica i piccoli spostamenti di una punta tastatrice posta a contatto col pezzo da esaminare. Di seguito si considera il comparatore centesimale a quadrante. Tutte le norme relative a tale comparatore ed ai relativi controlli sono insiti nella tabella UNI 4180. - Impieghi I comparatori a quadrante sono utilizzati per l’esecuzione di una vasta gamma di controlli: - controllo del parallelismo tra due assi, tra due piani o tra un asse e un piano (per esempio tra l’asse del tornio e le guide del banco); - controllo dell’ortogonalità tra due assi, tra due piani o tra un asse e un piano (per esempio tra l’asse del mandrino di un trapano e il piano porta-oggetti); - controllo della circolarità e della cilindricità (per esempio di un pezzo eseguito al tornio); - controllo della conicità (per esempio di un pezzo eseguito al tornio). Controllo dell’ortogonalità Controllo della circolarità Controllo della cilindricità STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 14 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali Controllo della conicità mediante tavola seno, comparatore e blocchetti piano paralleli - Principio di funzionamento del Comparatore centesimale a quadrante L’alberino 10 porta-tastatore é disposto secondo un diametro della scatola 1. Il quadrante graduato é solidale ad una ghiera 6, che può ruotare di un certo angolo attorno alla scatola per azzerare lo strumento. L’alberino 10 é provvisto di una dentiera che imbocca nel pignone 5 calettato sullo stesso alberino portante la ruota 4: quest’ultima ingrana col pistoncino 7 solidale all’indice. L’appendice del collarino 2, scorrevole nella guida 3 fissata alla scatola, impedisce la rotazione dell’alberino. L’alberino 10 é mantenuto in basso dalla reazione della molla elicoidale 9, che fornisce la pressione di misura (normalmente di 100 grammi). Lo spostamento assiale dell’alberino 10, mettendo in azione il cinematismo, fa ruotare la lancetta che indica direttamente sul quadrante lo spostamento del tastatore. Il cinematismo é proporzionato in modo che, per uno spostamento di 1 mm del tastatore, l’indice compie un giro completo. Poiché il quadrante é diviso in 100 parti uguali, ciascuna graduazione corrisponde ad uno spostamento di 0,01 mm del tastatore. Infatti, dalla proporzione: 1 giro di lancetta : 1 mm del tastatore = 1/100 di giro (graduazione) : X tastatore si ricava: X = (1 * 1/100) / 1 = 1/100 = 0,01 STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 15 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali ATTREZZATURE COMPLEMENTARI Piani di riscontro Vengono adoperati in officina come piani di appoggio per svolgere operazioni di tracciatura e di misura; sono piani di riferimento per eseguire varie operazioni di controllo sui pezzi lavorati: planarità, parallelismo, ortogonalità, vari controlli di forma. Possono essere di diverso materiale: - Piani di ghisa Costruiti in ghisa G 26 a struttura fine, esente da soffiature e imperfezioni strutturali, sono provvisti di nervature nella parte inferiore, per impedire le deformazioni, e di tre piedi di appoggio per evitare il barcollamento. Il piano superiore, dopo “stagionatura” naturale o mediante trattamento termico, viene ricavato per piallatura o per fresatura e poi rifinito mediante raschiettatura a mano (non sono rettificati mediante mole perché i granelli di abrasivo, distaccandosi dalla mola, possono rimanere incastonati nella ghisa e danneggiare i pezzi che verranno appoggiati sul piano). - Piani di granito o in Diabase (roccia vulcanica) Hanno avuto grande diffusione in questi ultimi tempi perché presentano i seguenti vantaggi: - Elevata durezza e resistenza all’usura Elevata rigidità Insensibilità alle variazioni di temperatura Stabilità nel tempo Inossidabilità Amagneticità - Piani di acciaio temprato Presentano elevata durezza e resistenza all’usura. Vengono lavorati con paste abrasive speciali raggiungendo un alto grado di precisione. Attrezzi che normalmente si “appoggiano” sui piani di riscontro sono le squadre e le righe di riscontro (d’acciaio, per controllare rispettivamente la planarità, l’ortogonalità o gli angoli tra due superfici), i blocchetti a X ed i prismi a V (di ghisa, con superfici rettificate, per facilitare l’appoggio dei pezzi), supporti per micrometri e comparatore (normalmente di ghisa). Strumenti per tracciare Come per disegnare sulla carta, si utilizzano righe, squadre, truschini ecc. Le righe devono possedere buona precisione, indeformabilità e robustezza. Generalmente sono in acciaio al carbonio o al nichel con sezione rettangolare o a T. Le squadre possono avere angoli fissi o variabili. Sono in acciaio al carbonio e, di solito, il braccio che appoggia sul piano, ha sezione trasversale a T. Il truschino ha base pesante in ghisa ed un montante sul quale scorre un supporto avente all’estremità la punta tracciante. I pezzi cilindrici vengono appoggiati su prismi a V o a X spesso magnetici, generalmente di ghisa grigia o in acciaio duro trattato e rettificato. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 16 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali Piano in diabase Squadre di riscontro Nervature del piano di ghisa Blocchetti a X Prismi a V Truschino Supporto per micrometro Supporto per comparatore STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 17 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali CAMPIONI MATERIALI Blocchetti piano-paralleli I blocchetti piano-paralleli, noti con il nome di blocchetti Johansson dal nome del tecnico svedese che li ideò nel 1896, sono blocchetti campione di riscontro, di acciaio speciale, a forma di parallelepipedo con le due facce opposte perfettamente piane, parallele e levigate. La misura stampigliata sul blocchetto rappresenta la dimensione vera, nominale, la distanza tra le due superfici di misura alla temperatura di 20°. I blocchetti piano-paralleli sono strumenti campione, in quanto sono impiegati per la taratura degli strumenti di precisione. Sono normalmente costruiti secondo una serie di spessori variabili da 1 a 100 mm. Una serie molto adoperata è la seguente (Mahr): 1 SERIE SI SPESSORI BLOCCHETTI PIANO – PARALLELI (MAHR) 1,001 1,002 1,003 1,004 1,005 1,006 1,007 1,008 1,01 1,02 1,03 1,04 1,05 1,06 1,07 1,08 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8 2 3 4 5 6 7 8 10 20 30 40 50 60 70 80 1,009 1,09 1,9 9 90 - Caratteristiche dei blocchetti I blocchetti piano-paralleli devono avere: - planarità delle superfici di misura (0,05 ÷ 0,25 µm) parallelismo delle superfici di misura elevato grado di precisione elevato grado di finitura (Ra = 0,025 µm) elevata durezza superficiale elevata resistenza all’usura inalterabilità nel tempo indilatabilità - Unione dei blocchetti Per ottenere una varietà di spessori, è necessario unire tra di loro i blocchetti. Per fare ciò è necessario strisciare i blocchetti uno sull’altro, cominciando da una estremità, e contemporaneamente esercitando una leggera pressione, in modo da impedire che si formi uno strato d’aria tra le superfici di misura. Quando è necessario realizzare uno spessore non presente nella serie, costituito da una parte intera e da una frazionaria, è bene formare dapprima la parte frazionaria, iniziando dal blocchetto che fornisce l’ultima cifra decimale, aggiungendo via via i blocchetti con i millimetri interi. Esempio: lo spessore da realizzare sia 43,364 [mm]. Composizione della pila di blocchetti: 1,004 + 1,060 + parte frazionaria 1,300 = 3,364 + 40,000 = parte intera 43,364 STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 18 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali Blocchetti piano paralleli: parti Unione dei blocchetti Serie di spessori dei blocchetti piano paralleli STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 19 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali - Classi di precisione La tabella UNI ISO 3650 prevede per i blocchetti piano-paralleli quattro classi di precisione: 00, 0, 1, 2. CLASSE ESEMPI D’IMPIEGO 00 Misurazioni di altissima precisione (nei gabinetti scientifici) Controllo di apparecchi di misurazione di alta precisione Verifica e taratura di calibri, micrometri ecc. 0 1 2 Controllo dei calibri d’officina delle qualità IT6 e IT7 TOLLERANZA DI PLANARITÀ [µm] 0,05 (per spessori fino a 150 mm) 0,10 (per spessori fino a 150 mm) 0,15 (per spessori fino a 150 mm) 0,25 (per spessori fino a 150 mm) Strumenti comparatori fissi Al fine di rendere più rapido e semplice il controllo dei pezzi lavorati, soprattutto se prodotti in serie di pezzi uguali, vengono utilizzati gli strumenti comparatori fissi o calibri fissi, i quali consentono il controllo diretto della dimensione e della forma di un pezzo con il metodo del confronto. Gli strumenti comparatori fissi non consentono quindi di misurare una quota qualsiasi di un pezzo, ma offrono la possibilità di stabilire se una data quota è compresa o meno entro il campo di tolleranza ad essa assegnato dal disegno. La caratteristica di questi strumenti è quella di avere ognuno una forma e una dimensione nominale determinate. Sono pertanto in grado di controllare soltanto un pezzo avente quella stessa dimensione e quella forma, Il campo di misura di questi strumenti si riduce quindi a un solo valore (dimensione nominale); più precisamente, ai valori compresi entro un ristretto campo di tolleranza relativo alla dimensione nominale che contraddistingue il calibro. Ovviamente i calibri fissi devono essere costruiti con una precisione superiore a quella richiesta per i pezzi che sono destinati a controllare. Calibri fissi Sono utilizzati per il controllo dimensionale e di forma di alberi, fori, filettature interne ed esterne, conicità ecc., soprattutto di pezzi prodotti in grande serie e realizzati con assegnate tolleranze di lavorazione. 1) Calibri fissi per alberi Nell’immagine a lato è un calibro a forchetta, utilizzato per il controllo di elementi esterni. Le forcelle sono stampate, il corpo è in acciaio speciale stabilizzato, le parti calibrate sono cementate e temprate, con finitura finale di lappatura. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 20 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali 2) Calibri fissi per fori I calibri per fori sono previsti per il controllo del diametro di fori cilindrici, ma vengono utilizzati anche per il controllo di quote interne di pezzi a forma prismatica (gole, scanalature, cave). - Calibri differenziali a tampone Sono i calibri più usati per il controllo dei fori lavorati con tolleranze stabilite secondo le norme ISO. Sono costituiti da due corpi cilindrici lisci (tamponi) uniti da un manico centrale. Quando il diametro effettivo del foro da controllare si trova compreso entro il campo di tolleranza previsto dal calibro, il tampone di diametro inferiore (lato PASSA) deve poter penetrare nel foro, mentre il tampone di diametro superiore (lato NON PASSA) non deve poter penetrare nel foro. - Caratteristiche tampone dei calibri a Su ogni calibro a tampone del tipo PASSA e NON PASSA è riportata l’indicazione completa della tolleranza ISO alla quale corrisponde il foro da controllare, cioè la dimensione nominale, la qualità di lavorazione, la posizione della tolleranza e gli scostamenti corrispondenti: lo scostamento superiore sul lato NON PASSA, quello inferiore sul lato PASSA. I due lati si distinguono perché: - il tampone del lato NON PASSA è più corto di quello del lato PASSA; - una fascia rossa è riportata sul lato NP; - sono riportate le scritte P (o MIN) sul lato PASSA, e NP (o MAX) sul lato NON PASSA. Dischi di vetro o dischi ottici o specchi di Fresnel Nella pratica, per controllare la planarità, si impiegano i VETRI OTTICI PIANO-PARALLELI costruiti con vetro speciale ad alta trasparenza e tagliati a forma di dischi. I dischi di vetro, ideati nei primi anni del 1800 dal fisico francese Augustin-Jean Fresnel, vengono appoggiati sulla superficie da controllare e sono quindi illuminati da una sorgente luminosa (per esempio la luce di una lampada gialla). Avremo raggi r che penetrano nel vetro, lo attraversano e vengono poi riflessi dalla superficie dell’oggetto (Es: blocchetto). Vi sono raggi s che invece vengono riflessi dalla faccia inferiore del vetro stesso. I raggi t uscenti risultano dalla sovrapposizione dei raggi r e s. L’intensità luminosa del raggio t dipende dalla differenza dei percorsi di ABC. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 21 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali 1) SE IL VETRO OTTICO E’ PARALLELO ALL’OGGETTO La differenza di percorso tra i due raggi rimane costante. I raggi risultanti t avranno la massima luminosità quando i due raggi componenti raggiungono il punto C in concordanza di fase; i raggi t avranno invece la minima luminosità quando i due raggi componenti raggiungono il punto C in opposizione di fase. λ In definitiva: se la superficie da controllare è piana e parallela al vetro, quest’ultimo risulta illuminato con intensità uniforme, senza frange di interferenza. NON C’E’ ALLORA ERRORE DI PLANARITÀ NE’ DI PARALLELISMO 2) SE IL VETRO OTTICO E’ INCLINATO RISPETTO ALL’OGGETTO I raggi uscenti risultano ancora dalla sovrapposizione di raggi che hanno percorso cammini diversi, però la differenza di percorso A’, B’, C’ è continuamente variabile perché la superficie del vetro si allontana man mano dall’oggetto. Di conseguenza i raggi componenti arriveranno nel punto C’ in concordanza o in opposizione di fase secondo il valore della differenza di percorso. Nel caso di concordanza di fase si avrà la massima intensità luminosa. Nel caso di opposizione di fase si avrà la minima intensità luminosa. IL VETRO OTTICO PRESENTERÀ QUINDI UN’ALTERNANZA DI STRISCE CHIARE E DI STRISCE SCURE PARALLELE CHE SONO APPUNTO LE FRANGE DI INTERFERENZA. IL DI FETTO DI PARALLELISMO TRA IL VETRO E LA SUPERFICIE DEL PEZZO VIENE PERCIÒ RILEVATO DALLA FORMAZIONE DELLE FRANGE DI INTERFERENZA. Si forma una frangia di interferenza per ogni variazione di distanza uguale a mezza lunghezza d’onda λ (tra vetro e pezzo). Ecco alcune forme caratteristiche assunte dalle frange di interferenza: STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 22 Classe 2^ - STA - UdA n° 1: Metrologia - Dispositivi per la misura delle grandezze principali DIFETTO DI PARALLELISMO SENZA ERRORE DI PLANARITÀ (Superficie piana ma inclinata rispetto al disco) DIFETTO DI PARALLELISMO E DI PLANARITÀ (Superficie convessa ed inclinata) GROSSO DIFETTO DI PARALLELISMO E DI PLANARITÀ (Superficie a botte) I dischi di vetro speciale devono avere resistenza all’usura e alla scalfitura. I dischi di vetro devono avere facce otticamente piene e scostamento di planarità 0,1÷0,2[µm]. La serie di quattro dischi ha spessori: 12,00 / 12,125 / 12,25 / 12,375 [mm]. L’analisi planimetrica (cioè la misurazione dello scostamento di planarità) è usata nella verifica dello stato dei piani dei blocchetti piano paralleli o delle facce dell’asta mobile e dell’incudine dei micrometri. Dal numero e dalla forma delle frange, ottenuta sovrapponendo il disco di vetro ottico alla superficie in esame, è possibile dedurre lo scostamento di planarità. Nel caso del micrometro non devono apparire più di 4 frange. STA - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 23