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3. Viaggio fra gli artisti famosi di un tempo

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3. Viaggio fra gli artisti famosi di un tempo
Prefettura di Enna -U.T.G.Progetto :”Museo diffuso”
ITINERARIO
“Viaggio fra gli artisti famosi di un tempo: Borremans,Gagini, Pintorno e lo Zoppo di Gangi “
Guglielmo Borremans
(Anversa, 1672 circa – Palermo, 1744)
Affresco del „700
afferente la Chiesa di San Vincenzo
Ferreri di
Nicosia
Poco si conosce dei primi anni della vita di questo artista fiammingo e
della sua educazione scolastica. Probabilmente, fece il tradizionale
viaggio in Italia che gli artisti dell'epoca erano soliti fare, decidendo di
svolgere la sua carriera in quel paese. La sua presenza è inizialmente
documentata in Calabria, dove sono presenti tele firmate e datate dal
1704 al 1706. Pare si sia poi stabilito a Napoli, dove risentì dell'influenza
di Luca Giordano. Intorno al 1715, si trasferì a Palermo, allora fucina
delle arti, e lì trovò il suo stile fondato sulla pittura fiamminga e nella
tecnica dell'affresco, ma arricchito dalle sue recenti esperienze
napoletane. La sua fama cominciò ad espandersi in tutto il territorio
siciliano e venne chiamato a lavorare pressoché in tutta la Sicilia. Il suo
talento fu molto apprezzato e così il cromatismo dei sui dipinti.
I suoi lavori possono essere visti ancora oggi in musei e chiese di tutta
la Sicilia. Fra i suoi capolavori, si possono menzionare gli affreschi della
chiesa di San Vincenzo Ferreri a Nicosia, e le opere custodite presso la
Chiesa di San Giovanni Battista di Enna , entrambi afferenti al FEC;
inoltre si hanno cenni della sua arte pittorica nella basilica di Santa
Maria Assunta ad Alcamo, nella chiesa di San Giovanni a Piazza
Armerina, nella chiesa delle Anime Sante ad Enna, nella chiesa di San
Giuseppe a Leonforte e nella chiesa dell'Assunta di San Giuseppe dei
Teatini a Palermo, nella chiesa di Sant'Antonio Abate a Buccheri
(Siracusa).Ha lavorato e vissuto per la maggior parte della sua vita in
Italia specie a Napoli e in Sicilia, dove dipinse numerosi affreschi .
Lo Zoppo di Gangi
(Gangi, 1588 – 1630)
“La Madonna del
Rosario”,particolare
afferente la Chiesa di
San Vincenzo Ferreri di
Nicosia
“La Madonna del
Rosario”,particolare
afferente la Chiesa di San Giovanni
Battista di Enna
Fra’ Umile da Petralia- Giovanni Francesco Pintorno
(Petralia Soprana 1600-1639)
Antonello Gagini (o Gaggini)
(Palermo, 1478 – Palermo, 1536)
Fu uno scultore e architetto italiano che operò soprattutto a Genova, in Sicilia e in Calabria.
Figlio dello scultore Domenico Gagini, è fratellastro dello scultore Giovanni II Gaggini. Risiede e
lavora a Palermo dove dà un'organizzazione industriale alla bottega ereditata, assorbendo i
lombardi Andrea Mancino e i Berrettaro, già concorrenti, ed educando tutti i figli al mestiere così
redditizio da permettergli di aver due botteghe: una presso il Duomo, vero cantiere di lavorazione,
l'altra al porto dove mostra lavori finiti, pronti all'esportazione in tutta la Sicilia e in Calabria, e scalo
per commercio non solamente di marmi. Trova anche il tempo per un soggiorno a Roma presso
Michelangelo dal 1504 al 1506, collaborando alla tomba di Giulio II, poi al ritorno a Siracusa nel
1507 realizza il monumento Cardinas e infine a Palermo la tribuna del duomo dal 1507 al 1511,
affiancata da una fittissima attività per le chiese del capoluogo e del territorio. Ricordiamo nella
sagrestia del duomo palermitano la bella Madonna della Scala.
Pregevole la sua scultura marmorea dedicata alla “Madonna di Loreto” custodita presso la Chiesa
ennese di San Francesco di Paola.Autore anche del complesso marmoreo della Pietà, sita nella
chiesa Matrice Maria SS. Addolorata in Soverato superiore (CZ). Nel periodo dal 1517 al 1526 a
Palermo scolpisce i mausolei nella chiesa di Santa Zita; dal 1519 al 1526 l'altare di San Giorgio per
la cappella dei Genovesi nella chiesa di San Francesco,la preziosa statua della Madonna della
Neve(1529) a Santa Lucia del Mela nel omonimo Santuario. Alcune delle sue sculture sono
esposte presso Palazzo Abatellis a Palermo.Alla sua morte lasciò cinque figli: due di prime nozze
(Giovanni Domenico e Antonino), tre di seconde (Giacomo, Fazio e Vincenzo). Di Antonino Gagini
è possibile ammirare i bassorilievi adornanti la Chiesa di san Pietro in Piazza Armerina mentre uno
splendido balcone barocco, scolpito su pietra arenaria da Gian Vincenzo Gagini ai primi del 600.
E’ stato un pittore italiano, il cui vero nome era Giuseppe Salerno.
Protagonista in un ambiente dominato dalla cultura tardo-manierista di gusto spagnolo.
Della sua vita si hanno notizie frammentarie: nato a Gangi, nel 1570 sui monti delle
Madonie nei pressi di Palermo e qui morto nel 1633 , studiò a Roma con Guido Reni.
Dopo il 1603 dovette rifugiarsi a Carini, ospite del locale convento dei Cappuccini per
sfuggire alla vendetta di alcuni pericolosi nemici. Pagò l'ospitalità con la propria opera.
Giuseppe Salerno, , un artista che è stato fatto oggetto di discussioni dalla storiografia
artistica siciliana per la circostanza che lo vide condividere lo pseudonimo di “Zoppo di
Gangi” con un altro pittore gangitano suo contemporaneo, Gaspare Vazzano. L’attenzione
della critica è stata per anni rivolta a questa ambiguità, poiché l’aver firmato numerose
opere d’arte con lo stesso pseudonimo ha costituito motivo di incertezza nell'attribuzione di
molti dipinti. Una massiccia campagna di restauri avviata dalla Soprintendenza ai Beni
Artistici e Storici della Sicilia dalla metà degli anni settanta e proseguita nel decennio
successivo ha promosso un approfondimento riguardo tale questione, e al di là delle varie
attribuzioni e delle varie firme è stata formulata una tesi che propone una via di mezzo,
laddove si preferisce parlare di “una sorta di Zoppo di Gangi methodus” (T. Viscuso,
Gangi 1997).
E’ comunque innegabile che ne l 1602 Giuseppe Salerno firma ad Enna il dipinto del
“Trionfo della Fede” con lo pseudonimo di Zoppo di Gangi, come è innegabile che gli
storiografi del Settecento con il nomignolo di Zoppo di Gangi intendano riferirsi a Giuseppe
Salerno.
Tele dello Zoppo di Gangi si trovano oggi a Palermo, Capizzi, Gangi, Lercara Friddi,Piazza
Armerina. Celebre la sua “Madonna del Rosario” custodita all’interno della Chiesa di San
Giovanni Battista di Enna e patrimonio del fondo Edifici per il Culto.
“Madonna con Bambino”,
scultura marmorea del „500
Chiesa di San Francesco di Paola
di Enna
Giovanni Francesco Pintorno nasce da una famiglia di artigiani, nel 1600, a Petralia Soprana.
Fin dalla infanzia frequenta la bottega del padre, Giovanni Tommaso, falegname, e apprende
l'arte di usare sgorbia e scalpello. Trasferitosi a Palermo, studia intaglio e scultura presso un
valente artista, rimasto a noi sconosciuto. I viaggi da Petralia a Palermo lo fanno riflettere
sulla brevità e sulla futilità della vita. A 23 anni prende una decisione: si presenta a
P. Francesco da Patti e chiede di entrare come laico dei Minori nel convento di S. Maria
Gesù.
Di fronte allo spettacolo amaro della peste e della morte che sembra trionfare sugli uomini, il
frate scultore ricerca un tema ed uno stile per le sue opere: ritrova la figura di Dio che per
amore si fa Cristo e lo rappresenta nella sua reale immagine.
Nascono così i primi capolavori: i crocifissi di Nicosia, Agira , Mistretta, Aidone, Caltanissetta
e il gruppo di San Francesco inginocchiato dinanzi al Crocifisso nella Chiesa di Monte Salvo
a Enna. La fama artistica del frate esce subito dai conventi e perfino dalle terre di Sicilia
Visto che egli non intende allontanarsi dal suo convento, senza dubbio per motivi di salute, Crocifisso ligneo- Chiesa di
diverse delegazioni di confraternite siciliane lo invitano all'atto creativo al solo scopo di poter Maria SS del Carmelo- Cerami
avere un'opera che ossa fare lustro alle loro chiese.
E per i Carmelitani di Cerami fra Umile, nel 1638, crea la più bella opera della sua vasta produzione: raffigura
Cristo nel mistero del preciso istante del trapasso; la scultura molto vera nei particolari viene sconvolta dalla finitura
pittorica dai toni accesi e surreali: "la scultura da manufatto diviene allegoria viva e oggetto liturgico". Su questo
tema lo scultore lavora fino al giorno del suo trapasso, che avviene il 9 febbraio 1639.
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