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Mirtillo: varietà a confronto
PICCOLI FRUTTI Piccoli frutti crescono Mirtillo: varietà a confronto Duke: pianta di medio vigore, con portamento eretto e non molto pollonifera. La fioritura è precoce e l’epoca di raccolta medio-precoce; è autofertile. Questa varietà è molto apprezzata dagli agricoltori in quanto in pochi passaggi si riesce a completare l’intera raccolta, i frutti sono Di ciascuna delle sei varietà descritte si elencano pregi e difetti considerati da punti di vista diversi ma egualmente importanti per una scelta motivata da parte degli agricoltori a cura di Daniela Torghele Centro Assistenza Tecnica, Fondazione E. Mach Impianto di mirtillo in Valsugana. Fonte archivio A. Frontuto ben distribuiti nella parte esterna della chioma e la produttività è molto elevata. Non ha problemi legati al freddo invernale, il difetto maggiore deriva dal fatto che i suoi frutti sono poco conservabili. Brigitta: pianta di vigoria elevata, rapido accrescimento, portamento eretto, cespugliosa e molto pollonifera. La fioritura è intermedia come l’epoca di raccolta, è autofertile, ma va eviden- ziato tuttavia che, a causa della bassa vitalità del polline, l’utilizzo di api e bombi porta parecchi benefici sull’allegagione, specie in primavere particolarmente fredde o piovose. È questa la varietà in assoluto più coltivata in Trentino, il frutto è molto buono e di ottima pezzatura, la produttività è elevata ed ha ottime caratteristiche di conservabilità. Tra i principali difetti si nota una scarsa uniformità di maturazione (il frutto sembra maturo ma una TERRA TRENTINA 11/2008 La coltivazione del mirtillo è stata introdotta in Trentino agli inizi degli anni Ottanta, e ha trovato nella nostra Provincia parecchie zone adatte alle proprie necessità, soprattutto per quello che riguarda il suolo. Il mirtillo infatti è molto esigente in quanto ha bisogno di terreni acidi, con pH compreso tra 4.5 e 5.5, privi di calcare e dotati di una buona quantità di sostanza organica. Va ricordato inoltre che il mirtillo soffre molto i ristagni idrici, ed è anche sensibile al freddo invernale, soprattutto nel caso di piante giovani e di piante con legno poco maturo (nella maggior parte dei casi causato da tardive concimazioni azotate). Le zone più vocate alla coltivazione del mirtillo sono: le zone ai piedi della catena del Lagorai (Telve, Samone, Roncegno, ecc.), alcune frazioni del Perginese (Masi di Santa Caterina, S. Vito ecc.), Valle dei Mocheni, Bosentino, Val di Cembra, e tutta la zona ai piedi dell’Adamello (Val di Borzago, Val di Genova e Valle di Daone). La specie coltivata è il Vaccinium corymbosum, di cui esistono diverse varietà; tra queste le più diffuse in Trentino sono: 27 PICCOLI FRUTTI volta staccato presenta la zona del peduncolo molto rossa), la scarsa resistenza al freddo invernale (si sconsigliano impianti in zone sopra i 700-800 metri di altitudine) e la forte vigoria che, se non viene controllata, può dare svantaggi soprattutto per la mancanza di luce. Elliot: pianta medio-vigorosa, con portamento eretto e con buona emissione di polloni. La fioritura è medio-tardiva e l’epoca di raccolta tardiva, è anch’essa autofertile. È molto resistente per quanto riguarda il freddo invernale e, grazie alla fioritura tardiva, non soffre i ritorni di freddo primaverili. Il frutto è di media pezzatura con caratteristiche apprezzabili e buona conservabilità. NUOVE VARIETÀ Dal 2007 sono state introdotte tre nuove varietà di cui elenchiamo le caratteristiche principali, ricordando però che non ci sono ancora dati indicativi per il nostro territorio, in quanto gli impianti esistenti sono ancora troppo giovani (uno o al massimo due anni). Drapper: questa varietà è figlia di Duke, è precoce e delle tre sembra la più conservabile. È simile a Brigitta per quanto riguarda la TERRA TRENTINA 11/2008 Ozarkblue: pianta mediamente vigorosa, con portamento non eretto ma con rami flessibili che non si sostengono, anzi necessitano di una struttura di sostegno; ha la particolarità di avere uno scarso fabbisogno in ore freddo. La fioritura è tardiva mentre la raccolta è medio-tardiva. È paragonabile a Brigitta per quello che riguarda la scarsa resistenza al freddo. Il frutto è di buona qualità, di dimensioni elevate, ed è abbastanza conservabile. Bluecrop: pianta vigorosa, con portamento eretto, lunghe ramificazioni e mediamente pollonifera. La fioritura è intermedia così come la raccolta. È autofertile. È in assoluto la cultivar più coltivata al mondo per la notevole adattabilità ambientale, l’elevata produttività e la pezzatura. È resistente al freddo ma molto suscettibile agli stress idrici a causa del suo apparato radicale molto superficiale. 28 Inizio inviatura (Elliot). Fonte archivio A. Frontuto produttività, non ha problemi di impollinazione. Come Duke ha il vantaggio della raccolta concentrata in pochi stacchi (3, al massimo 4) tutti di buona qualità. I principali difetti che si sono notati in Michigan sono: s LA LENTA PARTENZA DEL GERMOgliamento in primavera e la partenza solo con fiori senza nemmeno una foglia; s IL CAMBIAMENTO PRECOCE DEL colore dei frutti: infatti dopo il viraggio servono ancora sei o sette giorni prima che la bacca arrivi al giusto grado di maturazione; s Ò UNA VARIETÌ ANCORA TROPPO giovane anche in America (4 anni) perciò necessita di ulteriori controlli e valutazioni. Liberty: è la varietà intermedia delle tre, in Michigan matura circa sette giorni prima di Elliot. La produttività è elevata, il frutto è grosso, croccante e qualitativamente buono; nei panel test segue sempre Brigitta. Aurora: questa è invece la varietà più tardiva, in Michigan matura circa sette giorni dopo Elliot e rispetto a questa varietà è poco migliorativa, se non per la qualità del frutto. CONSIDERAZIONI Sembra che queste tre varietà siano conservabili, anche se probabilmente per un periodo più breve rispetto agli attuali tre mesi di Brigitta. Per poter capire in modo più preciso come si comportano Drapper, Liberty e Aurora per quello che riguarda l’epoca di inizio maturazione e la durata della raccolta, viene di seguito riportato un grafico (figura 3) con il confronto tra le nuove varietà e le tre di riferimento per la maturazione (Duke, Brigitta ed Elliot). fase di fioritura e allegagione. Nel 2008 si osserva invece un calo di produzione dovuto sia alla carica notevole dell’anno precedente che al periodo particolarmente piovoso durante la fioritura. Questo calo produttivo, stimato inizialmente attorno al 30-35%, si è poi rilevato meno drastico risultando circa il 15%, grazie all’entrata in produzione dei nuovi impianti. Figura 3 (fonte archivio C.A.T.) forte calo di produzione. Negli anni successivi l’andamento è sempre stato in crescita fino ad arrivare a superare le settecento tonnellate nel 2007, questo non solo per l’entrata in produzione degli impianti più giovani, ma soprattutto per le condizioni climatiche particolarmente favorevoli riscontrate durante tutta la Si ringraziano per la collaborazione A. Pergher (Aurora fruit), M. Nischeler (S. Orsola s.c.a.) TERRA TRENTINA 11/2008 PRODUZIONE Iniziata nei primi anni Ottanta, la produzione di mirtillo è arrivata a livelli commercialmente significativi negli anni Novanta. Dal grafico in figura 4 si può notare come nel 2001 ci sia stato un primo notevole incremento, mentre nel 2003 i danni da freddo invernale hanno causato un PANORAMA FUTURO Per quanto riguarda lo sviluppo, analizzando il grafico in figura 5 si può notare come la coltura sia ancora abbastanza dinamica. Per esempio, le piante prenotate fino a questo momento dagli agricoltori della cooperativa Sant’Orsola, sono pari a quelle prenotate in tutta l’annata precedente e comunque superiori a quelle distribuite sia nel 2005 che nel 2006. Sempre sulla base dello stesso grafico si può dedurre che anche il quantitativo prodotto possa mantenere questo andamento di crescita positivo; infatti le piante messe a dimora negli ultimi tre anni non sono ancora entrare in piena produzione quindi ci sarà sicuramente un aumento di merce conferita nei prossimi anni. Figura 4 (fonte archivio C.A.T.) Figura 5 (fonte S.Orsola s.c.a.) 29