porti turistici locali: un`occasione di sviluppo per il territorio
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porti turistici locali: un`occasione di sviluppo per il territorio
APPROFONDIMENTI PORTI TURISTICI LOCALI: UN’OCCASIONE DI SVILUPPO PER IL TERRITORIO Cresce nelle marine il turismo residenziale. Marche e Croazia seducono i diportisti. di Ida Simonella (*) Solo da alcuni anni l’interesse attorno al settore dei porti turistici locali, specie a livello nazionale, è cresciuto enormemente, soprattutto grazie alla consapevolezza delle ricadute economiche e occupazionali (oltre che di immagine internazionale del made in Italy), che il comparto è in grado di generare. Il modello della filiera nautica è molto articolato (vedi figura) e ciò spiega la capacità di attivare crescenti moltiplicatori economici diretti e indiretti sul PIL nazionale. Quando si decide l’acquisto di un’imbarcazione si coinvolge il cantiere, la banca, la società di assicurazione e quella di leasing; quindi subentra la richiesta di un’area di sosta presso un porto, la necessità di di servizi della manutenzione dello scafo, l’esigenza di viaggi, crociere e itinerari, più meno importanti, in cui si manifestano comportamenti di consumo molto simili a quelli del turismo tradizionale (ristoranti, alberghi, eventi ecc.). E veniamo al caso Marche. Nell’intero segmento della cantieristica e della nautica le Marche giocano un ruolo importantissimo. Solo nell’industria cantieristica sono insediate, quasi esclusivamente nelle province di Pesaro e Ancona, oltre 350 aziende e 2.000 addetti cui va aggiunto un indotto di circa 6.000 unità artigianali, le imprese del turismo nautico e quelle del terziario commerciale. Ma soprattutto dietro le cifre, già così significative, ruotano aziende di assoluta eccellenza per qualità delle produzioni, capacità di innovazione, apertura internazionale: Azimut, ISA-Rodriguez, Ferretti Group sono i primi tre produttori mondiali di megayacht, Fincantieri è leader mondiale nella produzione di cruise/ferry. Un settore questo che, contrariamente ad altre produzioni tipiche regionali, fa registrare negli ultimi anni un costante sviluppo. Sul fronte del turismo nautico vero e proprio le cifre riguardo alle Marche sono le seguenti: Le unità immatricolate erano circa 3.000 nel 2004 e le patenti nautiche 1.300. Quieconomia 41 Sono invece circa 5.000 i posti barca disponibili nei porti marchigiani, i due terzi dei quali destinati a imbarcazioni inferiori ai 10 metri. Rispetto alle altre regioni Adriatiche, le Marche sono in linea con Veneto ed Emilia Romagna mentre sono lontane dai valori del Friuli Venezia Giulia (circa 10.000 posti barca nel 2004) e della Puglia (8.000 posti barca). Dal punto di vista organizzativo sono presenti 4 marine: Marina Dorica di Ancona, Marina dei Cesari di Fano, Marina di Porto San Giorgio e Marina di Baia Vallugola nel Pesarese. Tutti gli altri sono porti turistici minori: Pesaro, Senigallia, Numana, Civitanova Marche e San Benedetto del Tronto. La caratteristica principale dei porti marchigiani sta nel fatto che essi soddisfano prevalentemente la domanda di turismo cosiddetto stanziale o residenziale: si tratta di coloro che acquistano un posto barca in un porto per un periodo abbastanza lungo e muovono la loro imbarcazione con una determinata frequenza. Questo genere di domanda è in forte crescita. Il Marina Dorica, che pure è il più grande porto turistico delle Marche e tra i principali porti in Adriatico, non riesce di fatto ad evadere tutte le richieste di posti barca per stanziali. Assolutamente marginale è invece la domanda di turismo di transito. Sono dell’ordine di poche centinaia di movimenti che si registrano nei porti marchigiani e quasi tutti generati dal transito di diportisti locali che si muovono per escursioni giornaliere lungo la costa. Eppure questo genere di domanda può essere quella in grado di innescare comportamenti di consumo simili a quelli del turismo tradizionale. Sulla possibilità di attrarre questa tipologia di turisti sta lavorando il PROGETTO INTERREG 3A ADRIATIC-REPORT che fa capo alla Regione Marche, e in cui figura come soggetto attuatore la Provincia di Ancona e, tra i partner, la Camera di Commercio di Ancona. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo e la qualificazione del turismo nautico nella regione del Medio Adriatico, ovvero Marche e costa craota. Ed è anche l’occasione per riflettere sui modelli da adottare perché questo accada Le realtà marchigiane e quelle croate sono molto differenti, sicuramente per capacità di attrazione del turismo di transito. Le marine croate ospitano migliaia di diportisti l’anno, presentano un’attrattività naturale elevatissima, legata alle isole e alle condizioni di navigabilità quasi sempre ottimali. Sono inoltre ben organizzate nell’accoglienza dei turisti, nel fornire informazioni e servizi utili. Meno attrattivo è invece il territorio interno. La costa marchigiana ha invece una bassa attrattività naturale e condizioni di navigabilità non sempre ottimali, ma gode di un retroterra ricchissimo di risorse naturali e culturali, e di alcuni punti di eccellenza anche sul mare come la Riviera del Conero. Fare rete con l’offerta turistica delle città portuali e con quella dell’entroterra, promuovere questo modello di offerta nei circuiti più opportuni, rendere immediatamente fruibile la città al diportista che arriva, organizzare servizi informativi e dotarsi di professionisti dell’accoglienza all’interno dei porti sono peraltro condizioni essenziali per avviare una politica di attrazione di questo segmento di mercato. (*) Ricercatrice ISTAO e collaboratrice della Camera di Commercio per l’Osservatorio del Porto di Ancona I numeri dei porti turistici della provincia di Ancona – anno 2005 Soggetto gestore Posti barca totali Di cui: fino a 10 mt Da 10 mt a 18 mt Da 18 mt a 24 mt Oltre 24 mt Posti barca in terra Turisti in transito 2005 42 Quieconomia Ancona Marina Dorica spa 1.398 Senigallia Gestiport scarl 273 Numana Consorzio Porto di Numana 733 910 257 30 1 200 294 180 92 1 131 700 31 2 1.250