...

CIG_la combustione 09

by user

on
Category: Documents
9

views

Report

Comments

Transcript

CIG_la combustione 09
La combustione
La
combustione
1
La combustione
La
combustione
La sostanza combustibile può essere:
•Solida
•Liquida o
•Gassosa.
I combustibili utilizzati negli impianti di riscaldamento sono quelli visti
precedentemente cioè:
•Biomasse
•Oli Combustibili di vario tipo
•Gasolio
•GPL
•Metano
•Biogas
5
La combustione
La
combustione
I combustibili tradizionali sono costituiti principalmente da
Carbonio (C) e Idrogeno (H) e hanno le le seguenti qualità:
•Bruciando producono una grande quantità di calore
•Subiscono una combustione completa con una minima
produzione di inquinanti
•Sono facilmente disponibili e hanno un basso costo.
6
La combustione
La
combustione
I combustibili sono composti da carbonio ed idrogeno che vengono
appunto detti elementi utili, perché con la loro ossidazione si produce il
calore ricercato, sviluppando nella combustione una ridotta quantità di
inquinanti.
Nei combustibili possono essere
presenti anche tracce di zolfo che
invece è considerato negativamente
perché produce una minore quantità di
energia e perché nella combustione
produce anidride solforosa o solforica.
Per poter bruciare un combustibile
occorre portarlo a contatto con una
determinata quantità d’aria (ossigeno)
detta “aria comburente”
7
La combustione
La
combustione
Il comburente è rappresentato dall’ossigeno (O2) presente nell’aria.
L’aria si considera costituita dal
21% di ossigeno e
79% di azoto e altri gas che non partecipano al fenomeno
La quantità d’aria strettamente necessaria alla
combustione è definita “aria stechiometrica”, il
valore della quantità di aria necessaria dipende
dalle caratteristiche del combustibile.
La quantità d’aria è tanto maggiore quanto più
elevato è il potere calorifico del combustibile.
8
La combustione
La
combustione
Nella pratica non risulta sufficiente garantire il solo afflusso dell’aria
strettamente necessaria alla combustione (aria stechiometrica o teorica),
perché non tutte le molecole del combustibile possono venire a
contatto con il comburente, occorre quindi aggiungere un quantità
d’aria in eccesso, per essere certi che tutto il combustibile
partecipi al fenomeno.
L’aria in eccesso da fornire dipende dalla natura del combustibile, è
minima per i combustibili gassosi che tendono naturalmente a miscelarsi
con l’aria, è maggiore per i combustibili liquidi che devono essere
nebulizzati ed è ancora maggiore per i combustibili solidi e le biomasse.
Il differenza tra la quantità d’aria effettivamente utilizzata e quella
necessaria (stechiometrica) e definito come “Eccesso d’aria” e viene
solitamente individuato con la lettera e.
e = aria effettiva - aria teorica
9
La combustione
La
combustione
Perché al combustione possa avere inizio è necessario che siano
contemporaneamente presenti combustibile e comburente e che siano
raggiunte le condizioni di accensione, cioè che sia raggiunta la
temperatura di accensione.
Deve esserci un innesco
Antracite
450°C
Legno secco
250°C
Olio combustibile
330°C
Metano
645°C
10
La combustione
La
combustione
Ogni combustibile è costituito da carbonio ed idrogeno ed in alcuni casi
anche da zolfo.
Per COMBUSTIONE TEORICA COMPLETA si intende la combustione di
questi elementi utilizzando unicamente l’aria teorica .
C + 1/2 O2 = CO + 111 kJ/mol
C + O2 = CO2 + 394 kJ/mol
S + O2 = SO2 + 297 kJ/mol
2 H2 + O2 = 2 H20 + 242 kJ/mol
1CO + 1/2 O2 = CO2 + 283 kJ/mol
CH4 + 2 O2 = 2 H20 + CO2 + 803 kJ/mol
CmHn + (m + n/4) O2 = m CO2 + n/2 H20
mole come il valore della quantità
(ad esempio espressa in grammi)
di particelle uguale al peso
molecolare di ogni singola
molecola
Forza: unità di misura è il Newton: forza necessaria per imprimere ad un corpo di massa
di un kg un'accelerazione di 1 metro al secondo per secondo.
Lavoro-Energia : unità di misura è il Joule 1 Joule = lavoro compiuto da forza di 1
newton per produrre spostamento di un metro.
Potenza: unità di misura è il Watt : è definito come lavoro/tempo; 1 Watt: 1 Joule in 1
secondo
Energia 3600J = 1 W/h Potenza
11
La combustione
La
combustione
Il valore del potere calorifico inferiore (è presente acqua sotto forma di
vapore a fine combustione) per alcuni di questi idrocarburi è:
propano, C3H8, 2.045 kJ/mol
butano, C4H10, 2.660 kJ/mol
esano, C6H14, 3.889 kJ/mol
eptano, C7H16, 4.504 kJ/mol
n-dodecano, C12H26, 7.580 kJ/mol
12
La combustione
La
combustione
Composizione media dell’aria atmosferica
(aria secca a 273 K e 1013 mbar)
%v/v
%m/m
Azoto
78,08
75,52
Ossigeno
20,95
23,15
Argon
0,93
1,28
Anidride carbonica,
0,03
0,046
Altro
0,01
0,00
13
La combustione
La
combustione
Calcolo dell’aria teorica per combustibili gassosi (monocomponenti)
Per tutti i gas, in condizioni TPN, una mole occupa 22,4 litri: è possibile
interpretare un’equazione chimica anche come una relazione tra volumi (litri o
metri cubi) di gas purchè tutti siano riferiti alle stesse condizioni di TPN. Per
esempio l’equazione di combustione del metano, in condizioni TPN,
1 CH4 + 2 O2 = 2 H20 + CO2 + 803 kJ/mol
può essere interpretata affermando che 22,4 litri (1 mole) di metano bruciano
con 2(22,4) 44,8 litri di ossigeno e si producono 44,8 litri di acqua (vapore) e
22,4 litri di anidride carbonica.
14
La combustione
La
combustione
Calcolo dell’aria teorica per combustibili gassosi (monocomponenti)
Dalle equazioni (precedenti si ricavano i seguenti volumi di ossigeno. necessari
per la combustione stechiometrica:
1 m3 di CH4 richiede 2 m3 di O2
1 m3 di H2 richiede 0,5 m3 di O2
1 m3 di CO richiede 0,5 m3 di O2
1 m3 di C3H8 richiede 5 m3 di O2
1 m3 di CmHn richiede (m + n/4) m3 di O2
15
La combustione
La
combustione
Calcolo dell’aria teorica per combustibili gassosi (monocomponenti)
Con riferimento all’aria, ricordando che ad ogni m3 di O2 si accompagnano 3,76
m3 di N2, si può riscrivere, per esempio, la reazione di combustione del metano
e si ottiene:
1 CH4 + 2O2 + 2 • 3,76 N2 = 2 H20 + CO2 + 2 • 3,76 N2
cioè 1 m3 di CH4 richiede 9,52 m3 di aria.
In modo analogo si ricava che:
1 m3 di H2 richiede 2,38 m3 di aria.
1 m3 di CO richiede 2,38 m3 d aria.
1 m3 di C3H8 richiede 23,8 m3 aria.
16
La combustione
La
combustione
Nella pratica non è possibile utilizzare il quantitativo di aria teorico ricavato dalla
stechiometria delle reazioni di combustione: si dovrà utilizzare un volume (o una
massa) di aria reale, Av (o Am). che sarà sempre maggiore del valore teorico
Atv (o Atm).
Il rapporto n = Av/Atv si chiama indice d’aria ed è pari a 1 solo per
le condizioni stechiometriche (teoriche) mentre, nella pratica, n sarà sempre
maggiore di 1.
Nella letteratura tecnica è spesso utilizzato l’eccesso
d’aria
percentuale che è pari a:
e (n -1) •100.
17
La combustione
La
combustione
Volume dei fumi prodotti nella combustione
L’espressione del volume dei fumi che si producono in una combustione
(completa!) è
Gv = n • Atv – 0,21 Atv + 0,01 (CO+H2+N2+C02+H20)+ 0.03 CH4 + 0.01Σ (mi +
ni/2)CmiHnj
nella quale
Gv rappresenta i metri cubi di fumi per metro cubo di combustibile gassoso
bruciato.
n • Atv è il volume reale di aria che entra nel focolare,
0.21 • Atv : è il volume di ossigeno che viene consumato nella combustione e
che quindi non si ritrova nei fumi.
CO, H2, N2, CO2 H20 sono le concentrazioni volumetriche percentuali dei vari
elementi (presenti nella miscela di gas combustibile in ingresso al focolare)
che non partecipano chimicamente alla combustione o hanno rapporti
stechiometrci pari a 1 (per esempio. 1 m3 di N2 entra nel focolare ed esce
senza reagire mentre 1 m3 di CO entra nei focolare, brucia, e forma 1 m3 di
CO2)
CH4 è la concentrazione percentuale volumetrica di metano nel combustibile:
ogni mole di metano, bruciando. produce 3 moli di prodotti.
CmiHni sono le concentrazioni volumetriche percentuali degli idrocarburi
gassosi presenti nel combustibile.
18
La combustione
La
combustione
Volume dei fumi prodotti nella combustione
L’espressione si può semplificare,
CO + H2 + CH4 +O2 + N2 + CO2 + H20 + ΣCmHn
nel combustibile in ingresso è pari al 100 %;
con facili passaggi si ha:
Gv = n Atv + 1-0,005(CO+3H2) 0 0,0025 Σ((ni -4) CmiHni)
Se si desidera esprimere la portata dei fumi in massa si ha:
Gm = n • Atm + dcombustibile
Gm è espresso in kg di fumi per m3 di combustibile.
19
La combustione
La
combustione
Volume dei fumi prodotti nella combustione
Nelle analisi dei fumi di combustione è spesso utile, o necessario,
riferirsi ai fumi secchi cioè considerati senza la presenza in essi del
vapore d’acqua che si forma dalla combustione dell’idrogeno e dei
combustibili contenenti idrogeno.
Dalla espressione di G è possibile ricavare la formula per il calcolo di [Gtv]fs
cioè per il calcolo della portata dei fumi quando la reazione avvenga con
aria stechiometrica e riferita ai fumi secchi: nella espressione di Gv,
dobbiamo porre n =1 e sottrarre l’acqua che si forma dai combustibili
contenenti idrogeno.
Con facili passaggi si ottiene:
[Gtv]fs = Atv + 1 - 0,005 (CO + 3 H20) - 0002 CH4 - 0,0025 [ Σ(ni+4) CmiHni]
20
La combustione
La
combustione
Volume dei fumi prodotti nella combustione
Con evidente significato dei simboli, si ha pure che il volume dei fumi secchi
effettivo (cioè non stechiometrico ma con aria in eccesso) è dato da
[G]fs = [Gtv]fs + (n-1)Atv
GAS
Fumi teorici
secchi m3/m3
Fumi teorici umidi Aria teorica
m3/m3
m3/m3
CH4, metano
8,52
10,52
9.52
C3H8. propano
21,81
25,81
23,81
C4H10, butano
28,45
33,45
30,9
GPL. (30% Butano, 70%
Propano
23,8
28,1
25, 9
H2
1,88
3,38
2,38
21
La combustione
La
combustione
Calcolo dell’indice d’aria n
Con le notazioni finora adottate si può scrivere:
[C02]fs stech = CO2 /[Gtv ]fs • 100
[C02]fs = CO2 /[Gv]fs • 100
Da queste relazioni si ottiene. con facili passaggi algebrici,
[CO2]fs stech / [CO2]fs = 1 + (n-1) A/[Gv]fs
che è l’espressione generale di calcolo di n;
tale espressione quando il rapporto Atv/[Gv]fs sia circa pari ad 1, si semplifica
nella
[CO2]fs stecn / [CO2]fs = n
L’approssimazione Atv / [Gtv]fs ≈ 1 non è valida. In generale,
1) se il combustibile è ricco d H2 e CO:
2) se il combustibile è ricco di N2:
22
La combustione
La
combustione
Condizioni ottimali per la combustione nella pratica tecnica
In ogni combustione è necessario porre in intimo contatto il combustibile
con l’ossigeno per assicurare un’elevata superficie di reazione e per
consentire il raggiungimento di temperature sufficientemente elevate per
tutte le molecole di combustibile garantendo così una sufficiente cinetica di
reazione.
Il combustibile inviato alla combustione deve bruciare completamente non
essendo accettabile, né in termini energetici né in termini di inquinamento
ambientale e sicurezza, la presenza di combustibile nei fumi scaricati.
Per fornire a tutte le molecole di combustibile l’ossigeno necessario si deve
utilizzare sempre un eccesso di ossigeno, e quindi di aria, rispetto ai valori
ricavabili dalla stechiometria della reazione. Tale eccesso d’aria è, in
generale, di valore crescente passando dai combustibili gassosi a quelli
liquidi a quelli solidi per la evidente maggiore complessità di mescolare un
combustibile solido con un gas rispetto ad un combustibile liquido o, meglio
ancora, ad un combustibile gassoso.
23
La combustione
La
combustione
Non esistono valori giusti in assoluto per l’eccesso d’aria e per la temperatura
dei fumi: si è infatti davanti ad un tipico problema di ottimizzazione tra
esigenze contrastanti
Si dovrebbe usare un eccesso d’aria quanto più piccolo possibile ed una
temperatura più bassa possibile: in tal modo si minimizzano le perdite
legate allo scarico dei fumi caldi; questa scelta però può avere effetti
negativi:
• sulla necessità di bruciare tutto il combustibile, per evitare pesanti
perdite energetiche;
• sulla durata della canna fumaria, che potrebbe essere sottoposta a
fenomeni di corrosione dovuta a condense acide;
• sulla necessità di avere comunque un sufficiente tiraggio al camino
che, per tiraggio naturale, è proprio legato alle diverse densità di fluidi a
temperature diverse.
Le caldaie di potenza elevata sono in generale più efficienti e sofisticati: una
piccola caldaia murale da 20 kW, con bruciatore atmosferico, può avere un
indice d’aria pari a 1,5÷2,0 (50% o 1 00% di eccesso) mentre una caldaia da
350 kW, con bruciatore dotato di serranda automatica. può avere un indice
d’aria pari a 1,1 o 1,2 (cioè un eccesso d’aria di solo il 10% il 20%).
24
La combustione
La
combustione
Temperature e composizione dei fumi scaricati da un generatore di calore
25
La combustione
La
combustione
Emissioni in atmosfera
La norma tecnica UNI 10389 indica un valore massimo della concentrazione di
monossido di carbonio CO, che può essere scaricato in atmosfera dai camini
degli impianti di riscaldamento: questa indicazione sarebbe priva di senso se non
fosse collegata al volume dei fumi che si producono bruciando unità di massa (o di
volume) del combustibile utilizzato e, quindi, indirettamente, all’energia utilizzata.
Nella UNI 10389 è, infatti, precisato che il valore della concentrazione limite di CO
(pari a 1 000 ppm = =,1% v/v/) deve essere riferito alla condizione di prodotti
della combustione secchi e senz’aria.
In tal modo si garantisce che non sia utilizzata la diluizione dei fumi con aria
come espediente per aggirare la limitazione sulla emissione di CO.
In pratica è come se si facesse obbligo di assumere una situazione di
funzionamento di riferimento (equivalente alla situazione reale di combustione ai
soli fini controllo dell’emissione); questa situazione di riferimento è legata alle
seguenti assunzioni:
26
La combustione
La
combustione
Emissioni in atmosfera
• la massa di CO prodotta nella combustione reale per unità di massa (o di volume)
di combustibile non cambia se si assume che la combustione avvenga in condizioni
stechiometriche (senz’aria in eccesso!) cioè n = 1; in tal caso è minimo il volume dei
fumi scaricati al camino e, quindi, massimo valore della concentrazione di CO;
• la concentrazione di CO deve essere misurata in percentuale volumetrica.
supponendo di condensare e separare dai fumi il solo vapore d’acqua
eventualmente presente.
In queste condizioni di riferimento la concentrazione teorica per fumi secchi COt, fs.
È dunque un valore calcolato (e non misurato dall’analizzatore dei fumi)
numericamente sempre maggiore del valore di COfs misurato; COt,fs è denominato
CO corretto, CO non diluito, CO teorico, CO stechiometrico
27
La combustione
La
combustione
Si possono avere quindi quattro tipi di
combustione
1 Stechiometrica;
nel fumo non è presente l’ossigeno O2 , ne vi
sono tracce di combustibile, L’aria teorica
(Atv) coincide con quella reale (Av)
n= Av/ Atv = 1
28
La combustione
La
combustione
Nel fumo è presente solo
Anidride carbonica
Acqua
Azoto
Ed eventuali tracce di Zolfo
29
La combustione
La
combustione
2 In eccesso d’aria:
nel fumo non ci sono residui di combustibile
incombusto, è la condizione tipica di funzionamento
delle caldaie.
L’aria teorica (Atv) è minore di quella reale (Av). Nel
fumo sono presenti H2O, CO2 , O2, ossidi di azoto ( e
zolfo)
n= Av/ Atv > 1
Nel fumo è presente: ossigeno, anidride carbonica, acqua, azoto,
ossidi di azoto, e tracce di anidride solforosa (eventuale)
30
La combustione
La
combustione
3 In difetto d’aria(condizione di malfunzionamento):
nel fumo non è presente l’Ossigeno, ma
è presente combustibile incombusto,
H2O, CO2, CO, ossidi di azoto (e zolfo) e
fuliggine
31
La combustione
La
combustione
4 Incompleta(indice di malfunzionamento):
nel fumo sono presenti combustibile
incombusto, l’ossigeno, H2O, CO2, CO,
ossidi di azoto ( e zolfo) e fuliggine nel
caso di combustibili liquidi
(la situazione può
presentarsi anche durante i transitori di funzionamento, in
caso di cattiva miscleazione del combustibile ed aria, nel caso
di temperatura di combustione troppo bassa)
32
La combustione
La
combustione
lI triangolo di Ostwald
Sulla base delle reazioni di combustione e dei bilanci di materia è possibile
correlare tra loro, per ogni specifico combustibile, i seguenti quattro
parametri:
• la concentrazione di CO2 percentuale nei fumi secchi;
• la concentrazione di O2 percentuale nei fumi secchi;
• la concentrazione di CO percentuale nei fumi secchi;
• l’indice d’aria n (oppure l’eccesso percentuale d’aria e).
Noti due di questi parametri è sempre possibile ricavare il valore degli altri
due: in forma grafica questa relazione è riportata nel triangolo di ostwald.
Esistono trinagoli di Ostwald tipici di ogni combustibile, a seguire è
riportato quello del metano.
33
La combustione
La
combustione
lI triangolo di Ostwald
Il triangolo di Ostwald relativo al gas metano.
Con riferimento, per esempio, al triangolo di Ostwald del gas
metano osserviamo che:
• il punto rappresentativo delle condizioni della combustione
deve cadere all’interno del triangolo:
• considerando la retta CO = 0, cioè combustione perfetta
senza incombusti, notiamo che essa interseca l’asse delle
ascisse in un punto di coordinate (11,7; 0) cioè al valore CO2
= 11,7 ed O2 = 0, che significa combustione stechiometrica
con eccesso d’aria pari a zero; la stessa retta interseca asse
delle ordinate nel punto (0: 21) cioè combustione con
eccesso d’aria tendente ad infinito (O2 nei fumi≈ all’O2
nell’aria = 20.9%) e concentrazione di CO2 praticamente
zero.
34
La combustione
La
combustione
lI triangolo di Ostwald
35
La combustione
La
combustione
lI triangolo di Ostwald
36
La combustione
La
combustione
Due parole sulla combustione delle biomasse
Il legno è, in sostanza, un magazzino di energia solare.
Le foglie degli alberi agiscono come piccoli pannelli solari che assorbono
l’energia irraggiata dal sole, utilizzandola per convertire acqua, anidride
carbonica e minerali in materia organica, il legno. Accendere un fuoco di legna
significa liberare questa energia.
Due cose sono necessarie perché il legno bruci: ossigeno ed alta temperatura.
In un focolare per bruciare il legno efficacemente deve essere mantenere alta la
temperatura interna e fornire di ossigeno sufficiente per consumare quanta più
legna e gas possibile.
37
La combustione
La
combustione
Due parole sulla combustione delle biomasse
Quando il legno brucia, passa attraverso tre fasi di combustione:
1.L’umidità evapora dal legno per azione del fuoco circostante. Qualunque
legno contiene una certa percentuale di umidità. Poiché parte del calore
prodotto dal fuoco è impiegata nella sua evaporazione , è molto più
conveniente, ed anche meno inquinante, usare legno stagionato (max 20%
di umidità) piuttosto che legna verde tagliata di fresco (50% o più di
umidità). Questa fase è completa quando il legno raggiunge la temperatura
di 100°C (Punto di ebollizione dell’acqua)
2.Aumentando la temperatura, il legno si decompone in gas volatili e
carbone. Il legno prende fuoco ad una temperatura compresa tra i 260°C
ed i 315°C, bruciando la carbonella ed una piccola percentuale dei gas. La
maggior parte dei gas, comunque, sfuggirà per il camino, a meno che la
temperatura nella stufa sia sufficientemente alta da bruciarli. (fase 3) Una
volta nel camino, i gas si combinano con l’umidità per formare creosoto.
38
La combustione
La
combustione
Due parole sulla combustione delle biomasse
3.I gas e il carbone bruciano. Il carbone comincia a bruciare emettendo
calore tra i 540°C ed i 705°C, riducendosi in cener e. In questa fase si
produce la maggior parte del calore sfruttabile. I gas volatili si accendono
tra i 600°C ed i 650°C, purché abbiano sufficiente ossigeno. I gas di rado
raggiungono questa temperatura, a meno che non siano in qualche modo
confinati e dirottati verso la fiamma, od in un area della camera di fuoco
dove questa temperatura sia stata raggiunta. L’efficienza delle stufe
dipende dalla loro capacità di ottenere questo.
39
La combustione
La
combustione
Due parole sulla combustione delle biomasse
Potere calorifico del legno
Il potere calorico dipende dalla qualità del legno e dal tasso di umidità. In
media, si possono ottenere i seguenti valori per Kg. di legno anidro: Frondoso
4300 Kcal/Kg, Resinoso 4600 Kcal/Kg. A fronte di uguale peso, i legni resinosi
hanno dunque un potere calorico superiore agli altri legni. Questa diversità è
compensata da una maggiore densità dei legni frondosi.
Aria in eccesso
Come tutti i combustibili, il legno ha bisogno di una certa quantità di aria ( circa
5 mc di aria per kg ) per bruciare completamente. Poiché il legno è un
combustibile solido, e si miscela con difficoltà con l’aria, è necessario fornire una
quantità di aria in eccesso ( fino ad un totale di 8 mc per kg.). Tale aria in
eccesso, naturalmente, non viene in realtà bruciata, e viene espulsa dalla canna
fumaria, trascinando con sé, però, una parte del calore prodotto. Questo è uno
dei motivi per cui il rendimento del legno come combustibile è inferiore a quello
di combustibili gassosi, come il metano, o vaporizzabili, come il gasolio, che
miscelandosi intimamente con l’aria, hanno meno bisogno di averne in eccesso.
Soltanto in generatori molto sofisticati si riesce ad ottenere la gasificazione della
legna, ed un rendimento altissimo.
40
La combustione
La
combustione
Due parole sulla combustione delle biomasse
Residui della combustione.
Il legno, qualunque sia la sua origine, è costituito da una parte organica
combustibile( la cui composizione chimica media è Carbone 50%,Ossigeno
42,5%, Idrogeno 6,5%, Azoto 1%), da una parte minerale inerte, e dall’acqua. Le
sostanze organiche, cioè le resine, i tannini, ed i polimeri (cellulosa, emicellulosa
e lignina), per azione della ossidazione ad alta temperatura durante la
combustione, subiscono delle profonde modificazioni chimiche, liberando
energia e producendo dei residui, che, a seconda della qualità della
combustione, possono variare entro certi limiti. I principali residui sono:
Le ceneri costituiscono dal 2 al 3 % della massa anidra del legno e sono il
residuo della sua parte minerale (silicio, calcio, magnesio, potassio, acido
fosforico, etc.)
Ossidi di Azoto..
Ossidi di Zolfo.
Ossidi di carbonio.
41
La combustione
La
combustione
Due parole sulla combustione delle biomasse
Residui della combustione.
L’anidride carbonica (Biossido di carbonio) Idrocarburi incombusti Le molecole
che costituiscono la parte organica del legno sono estremamente stabili: occorre
un’alta temperatura per spezzarle ossidandole, come abbiamo visto descrivendo
la terza fase della combustione della legna.
I creosoti sono idrocarburi aromatici e poliaromatici fortemente ossigenati e
costituiscono buona parte della condensa che si forma nelle canne fumarie per
cattiva combustione. Mescolati alla fuliggine, formano delle incrostazioni nelle
canne fumarie, specie dei camini tradizionali, che possono essere causa, se non
periodicamente rimosse, di pericolosi incendi. I creosoti si formano soprattutto
quando la temperatura dei fumi nella canna fumaria è bassa. Questo consente
alla condensa di aderire alle pareti.
42
La combustione
La
combustione
Due parole sulla combustione delle biomasse
Residui della combustione.
La fuliggine è un altro risultato della combustione incompleta. E’ costituita
fondamentalmente da carbone puro (98%). Assorbe facilmente la condensa dei
creosoti, fissandola alle pareti della canna fumaria.
La condensa si forma facilmente bruciando legna verde in impianti dotati di
canne fumarie non ben coibentate. La prima fase della condensa è costituita
soprattutto dal vapore acqueo risultato della rapida essiccazione della legna
nella camera di fuoco. Successivamente, col progredire della combustione, si
forma condensa dagli idrocarburi incombusti, di cui abbiamo già parlato, E’ un
liquido scuro, oleoso, maleodorante, infiammabile e di facile infiltrazione. Si può
evitare soltanto bruciando buona legna in impianti realizzati correttamente, con
una buona canna fumaria.
43
Fly UP