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I SATELLITI NEL SISTEMA SOLARE
I SATELLITI NEL SISTEMA SOLARE Si dice satellite naturale o, più impropriamente luna, un corpo celeste che orbita attorno ad un altro corpo diverso da una stella (oltre che di pianeti, esistono infatti anche satelliti di pianeti nani e asteroidi). Nel sistema solare se ne conoscono oltre centocinquanta. Origine Riguardo l’origine dei satelliti, si possono avere diversi tipi di formazione. Per la maggior parte di essi si crede siano stati planetesimi (oggetti rocciosi primordiali che aggregandosi formarono i pianeti) catturati dalla forza gravitazionale di corpi con massa maggiore (i pianeti). Altre ipotesi riguardano la cattura di asteroidi (soprattutto per i satelliti dei pianeti più esterni) e un’altra prevede la loro formazione a partire da materiale espulso dal pianeta in seguito ad un impatto (ipotesi molto accreditata per la Luna). Distribuzione nel sistema solare Analizzando il numero in cui i satelliti sono presenti nelle diverse zone del sistema solare, dobbiamo dividere quest’ultimo in due parti: sistema solare interno, dalla nostra stella alla fascia principale degli asteroidi, ed esterno, dalla cintura asteroidale alla nube di Oort. Degli oltre centocinquanta satelliti del nostro sistema planetario, solo tre orbitano intorno ai pianeti rocciosi della parte interna, la maggior parte degli altri orbita intorno ai giganti gassosi esterni. Ciò è dovuto al fatto che nell’ultima fase della sua formazione, un forte vento solare spazzò via gli elementi più leggeri nelle zone esterne, dove si stavano formando i giganti gassosi; nelle zone interne rimasero solo pochi elementi pesanti. Nella tabella è riportato il numero di satelliti naturali per ogni pianeta. Mercurio 0 Venere 0 Terra 1 Marte 2 Giove 67 Saturno 62 Urano 27 Nettuno 14 Caratteristiche orbitali La maggior parte dei satelliti naturali conosciuti presenta chiari fenomeni di rotazione sincrona, completando una rotazione per ogni rivoluzione (come la Luna, rivolgono sempre la stessa “faccia” al pianeta), oppure di risonanza orbitale, avendo periodo di rivoluzione tale che il rapporto con quello di altri satelliti dello stesso pianeta sia esprimibile in frazioni con numeri interi piccoli. Non si conosce attualmente nessun satellite che possieda a sua volta un satellite: gli effetti mareali del pianeta primario renderebbero probabilmente le orbite instabili. Osservazione A causa delle loro ridotte dimensioni, pochissimi sono i satelliti del sistema solare osservabili con strumenti amatoriali: - ovviamente la Luna, con le sue fasi e i numerosissimi dettagli superficiali - i quatto satelliti medicei di Giove (Io, Europa, Callisto, Ganimede) di cui si possono seguire i movimenti intorno al gigante gassoso e osservare le ombre proiettate su di esso durante i transiti - le principali lune di Saturno (Mimas, Encelado, Teti, Dione, Rea, Titano, Giapeto) durante il loro moto intorno al “Signore degli Anelli” - con strumenti semi-professionali si possono fotografare Tritone (satellite di Nettuno) e Titania e Oberon (satelliti di Urano). Quasi-satelliti Un quasi-satellite è un corpo celeste avente un’orbita che comprende sia un pianeta che la sua rispettiva stella. I quasi-satelliti rimangono nelle vicinanze dei propri pianeti per periodi di tempo variabili, avendo orbite instabili che in lunghi periodi possono portarli lontano dai pianeti. Per completare un’orbita intorno al Sole. un quasi-satellite impiega esattamente lo stesso tempo del suo pianeta (risonanza orbitale 1:1), ma di solito ha una maggiore eccentricità. Attualmente sono conosciuti cinque quasi-satelliti della Terra (il più famoso è probabilmente 3753 Cruithne), uno di Venere (2002 VE68) e uno di Nettuno. Alcune precisazioni Il nome proprio dei satelliti è spesso quello di un personaggio mitologico che ha avuto a che fare con il dio avente nome del pianeta intorno al quale orbita. Una nomenclatura più attendibile dal punto di vista scientifico prevede l’uso del nome del pianeta seguito da un numero romano assegnato in ordine di scoperta e di distanza dal pianeta. Nel caso di satelliti conosciuti con un nome straniero, si è preferito utilizzare il nome italiano. Sistema solare interno Mercurio Mercurio è, insieme a Venere, l’unico pianeta del sistema solare a non possedere satelliti naturali. Tale assenza è causata dalla intensa forza gravitazionale del Sole, che non avrebbe consentito ad un eventuale satellite di orbitare intorno al piccolo pianeta. Venere Discorso analogo a quello di Mercurio vale per il secondo pianeta del nostro sistema stellare: l’infernale Venere. Esso ha però, come già detto, interazioni gravitazionali con il quasisatellite 2002 VE68. Terra La Terra è il primo pianeta, partendo dal Sole, ad avere un satellite: la Luna. Luna (Terra I) La Luna è l’unico satellite naturale della Terra. Ha un diametro più piccolo circa 3,5 volte rispetto a quello della Terra. Ciò lo rende, in tutto il sistema solare, il satellite con le dimensioni più grandi rispetto al pianeta intorno al quale orbita. (Tale rapporto è superato solo da quello di Caronte-Plutone, che però non è più considerato un pianeta dal 2006). Origine Diverse sono le ipotesi riguardo la formazione del nostro satellite: per fissione dalla crosta terrestre, per cattura gravitazionale e per co-formazione di entrambi i corpi celesti. Queste però non spiegano alcune caratteristiche orbitali e strutturali della Luna. La teoria più accreditata è invece quella dell’Impatto Gigante, secondo cui il satellite si sarebbe formato in seguito alla collisione di un planetoide con la Terra, quando quest'ultima era ancora nella prima fase della sua formazione. Il materiale espulso dall'impatto rimase in orbita intorno alla Terra e grazie alla forza gravitazionale si aggregò formando la Luna. Una conferma di questa tesi deriva dal fatto che la composizione del nostro satellite è pressoché identica a quella del mantello terrestre. Caratteristiche La Luna è, come già accennato, il primo satellite più grande rispetto al proprio pianeta e il secondo satellite più denso del sistema solare dopo Io. Il 16% della Luna è ricoperto da mari, pianure basaltiche originatesi da antiche eruzioni di materiale incandescente seguite all'impatto con asteroidi particolarmente massicci. Essi sono concentrati principalmente sul lato visibile del satellite, la sua “faccia” nascosta è invece molto craterizzata. La Luna è costituita da un mantello e un nucleo che, composto prevalentemente da ferro, genera un debole campo magnetico. La superficie è inoltre ricoperta da regolite, una polvere composta prevalentemente da silice liberata dall’erosione della crosta lunare. Sulla Luna sono stati registrati numerosi terremoti, ma non superiori al grado 2 della scala Richter. Parametri orbitali Poiché il periodo di rotazione della Luna è esattamente uguale al suo periodo orbitale, noi ne vediamo sempre la stessa faccia. Grazie alle forze di marea che causano attrito gravitazionale, la rotazione del satellite viene gradualmente rallentata ed esso si allontana dalla Terra di 4 cm all'anno. L'attrazione gravitazionale che la Luna esercita sulla Terra è la causa delle maree, innalzamenti e abbassamenti del livello del mare sincronizzati con l'orbita del satellite. La Terra e la Luna orbitano alla distanza di 384 400 km attorno a un centro di massa comune situato a circa 4 700 km dal centro della Terra. Osservazione La Luna è l’unico satellite di cui possiamo osservare dettagli superficiali come i mari, le catene montuose e i crateri. Il diametro apparente lunare, confrontabile con quello solare, fa si che si verifichino sia eclissi totali che anulari. Il fenomeno della Luna che sembra più grande quando è prossima all’orizzonte è solo un’illusione ottica provocata dalla vicinanza di oggetti con cui comparare il corpo. Il colore rossastro del satellite nell’atto di sorgere o tramontare è invece dovuto al fatto che, quando il satellite è vicino all’orizzonte, la luce che esso riflette deve attraversare uno strato più denso di atmosfera rispetto a quando è alta nel cielo. Questa atmosfera blocca le radiazioni luminose tendenti al blu, facendo giungere all’osservatore solo quelle tendenti al rosso. Esplorazione L’esplorazione umana della Luna è probabilmente una delle pagine più importanti della storia dell’uomo. Dopo una lunga lotta mediatica tra USA e Unione Sovietica e numerose missioni che prepararono all’evento, il 21 luglio 1969 gli astronauti dell’Apollo 11, Neil Armstrong e Edwin Aldrin, misero per la prima volte piede sulla superficie del nostro satellite. Seguirono altre sei missioni Apollo: la 13 rimase famosa per aver portato in salvo i suoi componenti dopo una vera e proprio odissea a gravità zero; l’ultima fu la 17 nel 1972. Recentemente anche le altre maggiori agenzie spaziali (ESA, JAXA, CNSA) hanno dimostrato interesse allo studio e all’esplorazione della Luna mediante numerose missioni effettuate e altre in programma. Tra i prossimi obiettivi è prevista una colonizzazione umana permanente del satellite. Ricostruzione in proporzione del sistema Terra-Luna. Ogni pixel equivale a 500 km. Marte Deimos e Fobos sono i due satelliti naturali di Marte, unico pianeta roccioso a possederne un sistema. Entrambi compiono orbite quasi circolari prossime al piano dell’orbita del pianeta e hanno una rotazione sincrona. Esistono due teorie riguardo la formazione dei due corpi: una ipotizza che non si siano fusi con il pianeta durante le fasi iniziali della sua formazione, l’altra, che i satelliti siano stati due asteroidi catturati dalla gravità marziana (ipotesi avvalorata dalla loro composizione chimica simile ai corpi della fascia asteroidale, ma non confermata dai parametri orbitali). L’osservazione dei satelliti può essere compiuta solo con strumenti professionali a causa della forte differenza di dimensioni e di luminosità con il pianeta. Fobos (Marte I) Fobos (o Phobos) è il più grande e il più interno dei due satelliti e, con una distanza orbitale di meno 6000 km dalla sua superficie, è quello più vicino al proprio pianeta in tutto il sistema solare. Con un tempo di rotazione orbitale minore di un giorno marziano, osservato dal Pianeta Rosso sorge ad ovest e tramonta ad est, completando un ciclo di fasi in una sola notte. Il suo diametro apparente medio sarebbe di 10”, non permettendo il verificarsi di eclissi solari totali; i transiti si verificano però quasi ogni giorno. Il satellite, durante il suo moto, subisce un’accelerazione che riduce progressivamente il raggio dell’orbita, facendo ipotizzare che Fobos finirà per schiantarsi sulla superficie del pianeta fra circa quaranta milioni di anni. Il corpo ha una densità molto bassa; ciò fa pensare che sia cavo o che contenga ghiaccio. La superficie è coperta da uno strato di circa un metro di regolite ed è molto craterizzata. Deimos (Marte II) Deimos è il più piccolo ed esterno dei satelliti di Marte ed ha una forma più irregolare rispetto a Fobos. Osservato dalla superficie marziana appare come un astro luminoso difficile da risolvere ad occhio nudo, avendo una dimensione apparente di poco più grande rispetto a quella di Venere osservato dalla Terra. Il satellite ha un tempo di rotazione di poco superiore a quello del pianeta: ciò fa si che esso sorga a est e tramonti ad ovest, ma ci impieghi ben 2,7 giorni marziani. I transiti sul disco solare, che non danno mai vita a eclissi totali, si verificano circa una volta al mese. Come Fobos, anche Deimos ha una rotazione sincrona e un’orbita prograda quasi circolare; a differenza dell’altro satellite però, le forze mareali marziane, che porteranno Fobos a schiantarsi sul pianeta, fanno invece sì che Deimos si allontani sempre di più dall’orbita di Marte, anche se in tempi lunghissimi. La superficie, ampiamente craterizzata, appare più liscia rispetto a quella dell’altro satellite a causa dello spesso strato di regolite rossa che la ricopre e nasconde alcuni crateri. Sistema solare esterno Giove Giove è il pianeta con il maggior numero di satelliti naturali all’interno del sistema solare. Dei ben 67 satelliti accertati, otto sono quelli regolari (tra cui i celebri medicei) con orbite prograde, quasi circolari e poco inclinate rispetto al piano equatoriale del pianeta; gli altri, irregolari, hanno orbite varie e non ancora certe e sono quasi tutti asteroidi catturati dalla gravità del gigante gassoso. Il numero preciso di satelliti non sarà mai quantificato esattamente, perché anche i frammenti ghiacciati che compongono i suoi deboli anelli possono tecnicamente essere considerati tali. I nomi dei satelliti gioviani sono quelli di personaggi mitologici (amanti e figli) legati al re degli dei. Satelliti medicei (galileiani) I satelliti più importanti di Giove sono i quattro satelliti medicei (in onore a Cosimo II de’ Medici) scoperti da Galileo la notte del 7 gennaio 1610. La vulcanica Io, la misteriosa Europa, il gigante Ganimede e il craterizzato Callisto (in ordine di distanza dal pianeta) hanno caratteristiche molto particolari che li rendono unici all’interno del sistema solare e molto interessanti dal punto di vista dell’esplorazione e dello studio astronomico e astrobiologico. I quattro satelliti hanno una rotazione sincrona con tempi di rotazione e rivoluzione uguali e tre dei satelliti sono in risonanza orbitale esprimibile nel seguente modo: Io : Europa : Ganimede = 4 : 2 : 1 (per ogni orbita di Ganimede, Europa ne compie due e Io quattro). La loro osservazione sarebbe possibile anche ad occhio nudo, se non fossero così vicini al luminosissimo pianeta; con un binocolo o con un cannocchiale sono apprezzabili i loro moti di rivoluzione intorno a Giove e già con un piccolo telescopio si possono osservare i loro transiti con le relative ombre proiettate sulla superficie del gigante gassoso. Io (Giove I) Io è il più interno dei satelliti medicei e il corpo celeste più geologicamente attivo del sistema solare. I circa 400 vulcani attivi eruttano zolfo (S) e biossido di zolfo (SO2) che vanno poi a costituire una sottile atmosfera (se allo stato aeriforme) e estese pianure (se allo stato solido). L’intensa attività geologica è dovuta alle interazioni gravitazionali con Giove e con gli altri due satelliti in risonanza orbitale. Tali forze possono provocare allungamenti e contrazioni che fanno variare il diametro del corpo anche di 100 m, e l’attrito causato da tali movimenti sviluppa energia termica. A causa della poca attrazione gravitazionale del corpo, le eruzioni su Io sono fenomeni spettacolari, osservati anche da diverse sonde: sono stati fotografati pennacchi che si innalzano fino a 500 km dalla superficie, prima di ricadere sul suolo. A differenza degli altri satelliti galileiani, per le elevate temperature, Io non possiede acqua ma è composta da rocce silicee e da un nucleo di ferro fuso. Sulla superficie sono presenti numerose montagne isolate, che raggiungono anche altezze pari al doppio di quella dell’Everest sulla Terra. Europa (Giove II) Europa è il secondo satellite mediceo per distanza da Giove e l’ultimo per dimensioni. Una sua particolare caratteristica è la presenza di ossigeno nella tenue atmosfera. A differenza di quello terrestre, esso non ha origine biologica ma è prodotto per radiolisi: separazione dall’acqua (H2O) di idrogeno (H2) e ossigeno (O) sotto l’azione delle radiazioni solari. Europa presenta una delle superfici più lisce del sistema solare, quasi priva di crateri evidenti. Ciò è causato dal fatto che la crosta è formata da ghiaccio d’acqua molto giovane che si rigenera velocemente. Formazioni peculiari sono delle striature (fratture nel ghiaccio) causate dallo stress gravitazionale subito da Giove e le lenticulae, formazioni circolari a cupola o scavate nella crosta superficiale, causate dall’ erosione di acqua e ghiaccio. Si pensa che sotto la superficie ghiacciata di Europa ci sia un oceano d’acqua liquida, riscaldata dall’attrito causato dalle maree gravitazionali. Le condizioni ambientali dell’oceano sarebbero, inoltre, adatte ad ospitare la vita. Proprio per questo l’esplorazione di Europa (e di Titano, satellite di Saturno) e la ricerca di forme di vita su di essa sono tra i prossimi obiettivi delle agenzie spaziali. Ganimede (Giove III) Ganimede è il più grande satellite del sistema solare (più del pianeta Mercurio) e l’unico a presentare un campo magnetico causato del nucleo di ferro fuso. Presenta una crosta ghiacciata che scivola sopra un mantello di ghiaccio più caldo che potrebbe anche ospitare uno strato di acqua liquida. La superficie di Ganimede mostra due tipologie di terreno differenti: regioni scure, antiche e fortemente craterizzate si contrappongono a zone più chiare, di formazione più recente e meno uniformi. Callisto (Giove IV) Callisto è il satellite più fortemente craterizzato del sistema solare. Il corpo è composto dal 60% di roccia e ferro e dal 40% di ghiaccio; quest’ultimo è presente soprattutto in superficie, dove non forma strutture particolari a causa dello scorrimento dei ghiacci che rende il terreno uniforme. Le uniche particolarità sulla crosta sono i crateri che formano enormi bacini brillanti circondati da anelli concentrici. A differenza di Ganimede, Callisto non presenta attività tettonica. Sotto lo strato superficiale di ghiaccio (200 km) è stato trovato un oceano di acqua salata spesso 10 km. Oltre ai satelliti medicei, i quattro restanti satelliti regolari costituiscono il gruppo di Amaltea e sono: Metis (GIOVE V), Adrastea (GIOVE XIV), Amaltea (GIOVE XV) e Tebe (GIOVE XVI). Saturno Saturno è il pianeta che presenta più satelliti dopo Giove, ben 62. Come le altre lune del sistema solare esterno, anche quelle di Saturno si dividono in regolari, con orbite prograde e poco ellittiche, e irregolari, con forma e moti non ordinati. Essi sono raggruppati in questo modo: SATELLITI REGOLARI: piccole lune che orbitano negli anelli, pastori degli anelli (orbitano loro vicino e li modellano con la loro gravità), coppie di lune co-orbitali, grandi lune interne (Mimante, Encelado, Teti, Dione), Alcionidi, lune Troiane, grandi lune esterne (Rea, Titano, Iperione, Giapeto) SATELLITI IRREGOLARI: gruppo Inuit, gruppo Gallico, gruppo Nordico (on Febe). Pan (Saturno XVIII) Pan è il più interno dei satelliti di Saturno. Si trova nell’anello A, cui funge da satellite pastore. Più precisamente orbita all’interno della divisione di Enke, da esso mantenuta stabile, liberando lo spazio dai detriti che formano gli anelli. Una caratteristica peculiare di Pan è la sua pronunciata forma discoidale. Mimante (Saturno I) Mimante (Mimas) è il responsabile della formazione della più importante divisione degli anelli del pianeta: quella di Cassini, osservabile anche con piccoli telescopi. Il satellite, composto principalmente da ghiaccio d’acqua, ha una caratteristica molto particolare: presenta sulla superficie un enorme cratere (battezzato Herschel, in omaggio allo scopritore di Mimante) di circa un terzo del diametro del corpo. Encelado (Saturno II) Encelado è tra i satelliti più studiati dalle sonde in orbita intorno a Saturno. Presenta caratteristiche molto particolari, come eruzioni attive (solo Io e Tritone ne hanno) e acqua sotto la superficie, che lo rendono anche molto importante in campo astrobiologico. Il satellite ha inoltre una geologia attiva e molto simile a quella terrestre. Come è visibile anche nell’immagine accanto, i crateri si concentrano nei pressi del polo settentrionale; a sud si notano invece delle striature scure note come Tiger strips, che svolgono la stessa funzione delle dorsali sulla Terra: generano crosta giovane, che è infatti priva di crateri. Teti (Saturno III) - Teti è un corpo composto quasi totalmente da ghiaccio d’acqua, come Dione e Rea. La sua superficie è fortemente craterizzata e il cratere Odysseus, in particolare, occupa due quinti del diametro del corpo; non è però suggestivo quanto Herschel su Mimante, essendo quasi piatto. Dione (Saturno IV) - Come accennato, Dione ha una composizione simile a Teti e Rea: è costituito prevalentemente da ghiaccio d’acqua. Ha una netta distinzione tra emisfero anteriore e posteriore: il primo è fortemente craterizzato, il secondo (nell’immagine) presenta delle particolari striature chiare: rupi ghiacciate create da fratture tettoniche. Rea (Saturno V) - Strutturalmente simile ai due satelliti precedenti, Rea presenta in particolare, come Dione, una divisione tra i due emisferi con l’anteriore craterizzato e brillante e il posteriore con bande chiare su un fondo scuro. I dati ricavati da un passaggio della sonda Cassini hanno fatto ipotizzare la presenza di un sistema di anelli; sarebbe il primo caso accertato nel sistema solare. Titano (Saturno VI) Titano è il più grande satellite di Saturno e il secondo nel sistema solare, l’unico a presentare una densa atmosfera composta quasi totalmente da azoto. Le sue proprietà fisiche sono simili a quelle di Ganimede, Callisto, Tritone (satellite di Nettuno) e Plutone. La caratteristica più particolare del corpo è però indubbiamente la presenza di un ciclo del metano simile a quello dell’acqua sulla Terra. L’idrocarburo presente in atmosfera infatti piove e va a formare fiumi e laghi. Per questa sua peculiarità il satellite è stato studiato dalle sonde in orbita intorno a Saturno e alcune prossime missioni spaziali sono dirette proprio sulla sua superficie. Iperione (Saturno VII) Iperione è il più grande satellite di forma irregolare nel sistema solare. Probabilmente è parte di un corpo più grande interessato da un impatto. Ha un moto di rotazione caotico e orbita intorno a Saturno in risonanza 4:3 con Titano. Il corpo, formato da ghiaccio d’acqua, ha una superficie ricca di crateri, con uno enorme che la ricopre interamente. Giapeto (Saturno VIII) Giapeto è il terzo satellite di Saturno per dimensioni; è composto soprattutto da ghiaccio. Le sue caratteristiche più interessanti sono legate alla sua superficie. Essa presenta una colorazione bitonale dovuta ai ghiacci che ricoprono circa la metà del corpo. Un’altra particolarità è la cresta equatoriale: una catena montuosa alta circa 13 km che si estende perfettamente lungo tutto l’equatore del satellite. Gli studiosi si stanno ancora interrogando riguardo la sua origine. Febe (Saturno IX) è il più grande tra i satelliti irregolari; si pensa sia un oggetto della fascia di Kuiper catturato dalla gravità di Saturno. Altri satelliti di minore importanza sono Atlante (Atlas, Saturno XV), Prometeo (Saturno XVI) e Pandora (Saturno XVII), situati nella parte più esterna degli anelli di Saturno. Atlante è famoso per la sua forma discoidale, molto simile a quella di Pan. Prometeo ha invece una forma allungata ed un moto caotico; è in risonanza orbitale con Pandora. Pandora, anch’essa con moto caotico, è una luna pastore dell’anello F, il più esterno del sistema. Urano Urano presenta un complesso sistema di satelliti naturali, molti dei quali con orbite caotiche che portano ad una collisione circa ogni milione di anni. Ad oggi si conoscono 27 lune di Urano. I satelliti si dividono in due categorie: regolari, con orbite piccole e quasi circolari in rotazione sincrona, e irregolari, con orbite molto ellittiche e moti irregolari. I satelliti maggiori sembrano essersi formati a partire da un disco di materiale che circondava il pianeta dopo la sua formazione. A differenza degli altri, i satelliti di Urano prendono nome da personaggi di Shakespeare e Pope. I principali satelliti di Urano sono: Miranda (URANO V) è il più piccolo e interno dei satelliti principali. Ha una superficie coperta da ghiaccio d’acqua e in passato aveva un’intensa attività geologica. Ariel (URANO I) è il secondo più piccolo e il secondo più vicino a Urano dei suoi principali satelliti. È invece la luna più luminosa ed ha una superficie molto caratteristica e particolareggiata. Umbriel (URANO II) è il terzo satellite di Urano per dimensioni. La superficie, la più scura tra i satelliti del pianeta, è ricca di crateri. Il corpo ha l’attività geologica meno intensa tra i cinque. Titania (URANO III) Titania è il più grande e massiccio satellite di Urano ed ha una luminosità intermedia tra gli oscuri Oberon e Umbriel e i luminosi Ariel e Miranda. Ha una composizione di ghiaccio e roccia in misura uguale. La sua superficie, caratterizzata da enormi strutture come canyon e scarpate, è stata mappata per il 40%. Oberon (URANO IV) Tra satelliti principali di Urano, Oberon è quello più esterno. Ha una struttura simile a quella di Titania, ma ha una superficie più craterizzata (la maggiore tra i cinque satelliti). Come gli altri satelliti di Urano, rivolge ogni emisfero al Sole per 42 anni a causa del fatto che il pianeta orbita “steso” lungo il piano dell’eclittica. Nettuno Nettuno possiede un sistema di quattordici satelliti. I più importanti sono Tritone, Proteo e Nereide. Tritone (Nettuno I) Tritone è il principale satellite di Nettuno e uno dei più massicci nel sistema solare. La caratteristica principale del satellite è quella di avere un moto retrogrado (il che fa pensare sia stato un oggetto catturato dalla gravità nettuniana), nonostante le grandi dimensioni: è un caso unico nel sistema solare. Tritone ha una tenue atmosfera composta da azoto e la superficie ghiacciata è solcata da valli e canyon. Proteo (Nettuno II) Pur essendo il secondo per dimensioni, è stato scoperto molto tardi rispetto gli altri a causa della vicinanza al pianeta, e ancora oggi non è stato sufficientemente studiato. Nereide (Nettuno III) Nereide è il secondo satellite di Nettuno per dimensioni, dopo Tritone e Proteo. Ha una forma allungata ed ha dimensioni abbastanza grandi per essere un satellite irregolare. Altri corpi del sistema solare Come già accennato nell’introduzione, i satelliti nel sistema solare non sono un’esclusiva dei pianeti. Esistono infatti anche satelliti di pianeti nani e di asteroidi. Pianeti nani Plutone: Caronte (Plutone I) Caronte è il più grande dei satelliti di Plutone, declassificato nel 2006 a pianeta nano (gli altri sono Stige, Notte, Cerbero, Idra). Come accennato nel capitolo sulla Luna, la caratteristica principale del sistema è che Caronte è il satellite più grande rispetto al corpo intorno a cui orbita in tutto il sistema solare. Come conseguenza, i due corpi orbitano intorno ad un punto esterno a Plutone. Eris Disnomia (Eris I) - Disnomia è il satellite naturale di Eris, il più grande pianeta nano del sistema solare. Ha un diametro stimato intorno ai 350 km e orbita a circa 40 000 km da Eris. Haumea Hi’iaka (Haumea I) - Hi’Haka è il principale satellite di Haumea. Il corpo, del diametro prossimo ai 350 km, orbita intorno al pianeta nano ad una distanza di circa 50 000 km. Namaka (Haumea II) - Namaka è il più interno e meno massiccio dei due satelliti di Haumea. Il corpo, con un diametro di 170 km, orbita intorno a Haumea ad una distanza di quasi 40 000 km. Satelliti asteroidali Nel sistema solare numerosi sono i satelliti che orbitano intorno ad un asteroide, talvolta con un sistema (ad oggi se ne conoscono 25). La maggior parte di essi ha un diametro di pochi chilometri, ma ci sono anche alcune eccezioni, con satelliti che raggiungono i 100 km e, forse, anche 250 km. Ida Dattilo (Ida I) - Dattilo è il satellite naturale di Ida, un asteroide della fascia principale. È stato il primo satellite asteroidale scoperto: ciò avvenne casualmente durante l’avvicinamento ad Ida della sonda Galileo, nel 1993. TABELLA RIASSUNTIVA CON LE CARATTERISTICHE PIU’ IMPORTANTI DEI PRINCIPALI SATELLITI DEL SISTEMA SOLARE Satellite Nome scientifico Magnitudine Diametro (km) Semiasse maggiore (km) Periodo orbitale Luna Terra I -12,74 3 476 384 400 Fobos Marte I 11,6 22,2 9 375 27g 7h 43m 7h 40m Deimos Marte II 12,8 12,4 23 458 30h 20m 0,0025 Io Giove I 5,0 3 642 421 700 1g 18h 29m 1,79 Europa Giove II 5,3 3 121 671 034 3g 13h 12m 1,31 Ganimede Giove III 4,6 5 262 1 070 400 7g 3h 36m 1,43 Callisto Giove IV 5,7 4 820 1 882 700 1,23 Mimas Saturno I 12,8 397 185 400 16g 16h 34m 22h 34m 0,064 Encelado Saturno II 11,7 499 238 000 32h 53m 0,079 Teti Saturno III 10,2 1 066 294 600 1g 21h 36m 0,145 Dione Saturno IV Saturno V 10,5 1 123 377 400 2g 17h 46m 0,24 9,6 1 528 527 000 4g 12h 29h 0,25 8,3 5 150 1 221 900 1,35 11,0 1 472 3 560 800 15g 22h 41m 79g 7h 41m 0,255 Titania Saturno VI Saturno VIII Urano III 14,0 1 578 435 910 8g 16h 57m 0,378 Oberon Urano IV 13,7 1 523 583 519 13g 11h 2m 0,346 Tritone Nettuno I 13,7 2 707 354 800 5g 21h 3m 0,78 Caronte Plutone I 15,0 1 207 19 600 6g 9h 17m 0,278 Rea Titano Giapeto Accelerazione di gravità in superficie (m/s²) 1,62 Scoperta 0,0052 1877 (Asaph Hall) 1877 (Asaph Hall) 1610 (Galileo Galilei) 1610 (Galileo Galilei) 1610 (Galileo Galilei) 1610 (Galileo Galilei) 1789 (William Herschel) 1789 (William Herschel) 1684 (Giovanni Cassini) 1684 (Giovanni Cassini) 1672 (Giovanni Cassini) 1655 (Christiaan Huygens) 1671 (Giovanni Cassini) 1787 (William Herschel) 1787 (William Herschel) 1846 (William Lassell) 1978 (James Christy) _______ Giulio Trono