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Lasciamo che il cane si comporti da cane
21 IL CAFFÈ 4 maggio 2014 tra parentesi Gli animali Il progetto Garantiamo pure a Fido i suoi spazi In Francia, così come in Svizzera, gli animali non saranno più solo cose S i sente sempre tanto parlare di città a misura di uomo, ma mai di cane. Eppure, anche Fido vuole i suoi spazi. E non ha nemmeno chissà quali pretese. A lui bastano alcune decine di metri di verde dove correre libero e socializzare con i suoi simili. Chiamiamoli dog park, aree sgambettamento o sgambatura cani o parchi attrezzati, il concetto alla base è sempre lo stesso: zone verdi delimitate, all'interno delle quali i cani possono correre e giocare senza guinzaglio e museruola. L’area cani non è un capriccio di padroni esagerati, ma un vero e proprio toccasana per l’amico a quattrozampe. Favorisce la socializzazione con i suoi simili in un contesto sicuro, sempre a patto di rispettare alcune indicazioni di base. Aree recintate, accessibili attraverso cancelli, provviste di acqua corrente, in cui i cani sono liberi di scorrazzare e protetti da influenze esterne. Ed è proprio il fatto di essere senza guinzaglio che aiuta Fido a socializzare: in questo modo gli animali sono liberi di stabilire gli approcci come meglio credono, di sfogare le energie giocando tra loro, divertendosi e stancandosi nel miglior modo che ci possa essere. E tutto questo fa bene anche ai proprietari. Inoltre, le aree verdi per il miglior amico dell’uomo sono una buona cosa anche per chi non ha cani e neppure molta confidenza con loro. Così ognuno può avere i suoi spazi nel totale rispetto degli altri. c.c. Più simili a noi, anche... in tribunale G andhi c’era arrivato un bel po’ di tempo fa: “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere valutati dal modo in cui tratta i suoi animali”. Il deputato francese Jean Glavany, invece, l’ha scoperto di recente e ha fatto una proposta di legge: “Basta considerare gli animali domestici come cose”. In Francia, infatti, il codice civile equipara le bestiole a semplici oggetti. Ecco perché il progetto di legge mira a considerare i quattrozampe come “esseri viventi dotati di sensibilità”. In Svizzera, fortunata- zienti”. Il problema è che, per armonizzare il trattato europeo con le normative dei vari Stati, occorre molto più di uno schiocco di dita. Ancora tanti i Paesi L’esperta invece, vige una legislazione all’avanguardia. Sulla classificazione di “esseri senzienti” si sono espressi numerosi tribunali con le loro sentenze. “L’animale non Per Chiara Piccaluga serve maggior informazione sui diritti dei nostri “amici” “Lasciamo che il cane si comporti da cane” U La legge mira a considerare i quattrozampe esseri viventi dotati di sensibilità mente, tutto ciò è già una realtà, dal 1° aprile 2003. Ma, purtroppo, nel procedimento penale continuano ad essere trattati come cose. Non per niente, le vittime di maltrattamenti non hanno un difensore dei propri diritti e ne avrebbero bisogno. Basti pensare che solo nel 2012, nella Confederazione, i casi di violazione della legge sulla protezione degli animali sono stati 1.404, 158 in più rispetto all’anno prima. E negli ultimi dieci anni il numero è addirittura quadruplicato. Ecco perché la sola legge, sulla carta, non serve a molto, bisogna puntare su una maggior coscienza civile, come dice Pierre Rusconi, presidente della Protezione animali di Lugano. In Europa c’è da almeno sette anni la consapevolezza che gli animali sono “esseri sensibili”, ovvero da quando è stato approvato il Trattato di Lisbona, che stabilisce la natura di “esseri sen- che, ad esempio, non puniscono l’uccisione degli animali, come la Romania e l’Ucraina, senza che vi sia alcun intervento concreto da parte dell’Ue. In Italia, ETOLOGA Chiara Piccaluga, terapista complementare, specialista in scienze naturali-etologia (armoniachiara.com) na cosa è certa. Fortunatamente, negli ultimi anni le tutele nei confronti degli animali sono cresciute notevolmente. Soddisfatta anche Chiara Piccaluga, etologa: “Dal mio punto di vista vi è molta più informazione sui reali bisogni degli animali -osserva -. Questa conoscenza, ossia il sapere, ha incrementato notevolmente la sensibilità e la vicinanza nei riguardi degli animali, soprattutto quelli da compagnia. Più si conosce e più si comprende l’altro. Infatti, analogamente, meno si conosce e più lo si teme o si attuano comportamenti non funzionali e non idonei. Oggi, grazie alla divulgazione delle conoscenze apprese in campo etologico, ci sono sicuramente più strumenti per garantire maggiormente gli animali. Si è evoluta, quindi, la nostra sensibilità. O, magari, gli animali domestici si sono un po’ umanizzati... “Per molti la sensibilità verso gli animali si è evoluta - prosegue l’etologa -. Non sono loro che si sono umanizzati. Tutt’al più credo che pure in questo campo la commercializzazione e il consumismo giochino un ruolo di primo piano”. Anche il mercato si è allargato a dismisura e propone centinaia di pro- dotti solo loro, seppure non di prima necessità. Ma perché tendiamo ad umanizzare cani e gatti e non, ad esempio, pesci rossi, tartarughe o criceti? “È spiegabile grazie all’evoluzione delle strutture cerebrali, da cui dipendono le capacità fisiologiche e i comportamenti delle specie - osserva l’esperta -. Tutto si basa sulla teoria di MacLean, medico statunitense specializzato nelle neuroscienze, che descrive l’evoluzione del cervello da rettiliano a limbico, fino all’ultima fase con la presenza della neocorteccia in grado di elaborare e garantire l’apprendimento”. Comunque sia, lasciamo fare gli animali agli animali e non calpestiamo, anche se con le migliori intenzioni, i loro diritti. Pensiamo piuttosto a salvaguardare al meglio questi diritti: “Ovvero quelli che riguardano i bisogni primari volti al benessere e alla tutela della loro salute, come il cibo adatto, sano e in quantità corretta, un ambiente di vita ideale, aspetti relazionali, passeggiate, socializzazione, affetto e cure adeguate - conclude Piccaluga -. Ma non sottovalutiamo l’importanza del gioco e la stimolazione per sviluppare capacità e creatività. Aspetti anche questi, ripeto, che vanno assolutamente garantiti”. può essere collocato nell’area semantica concettuale delle ‘cose’, dovendo essere riconosciuto come ‘essere senziente’”, il principio di diritto affermato dal Tribunale di Milano nel marzo dello scorso anno. Il maltrattamento degli animali è punito fino ad un anno di reclusione e non conosce differenze di specie. L’Italia, poi, nel 1991 è stato tra i primissimi Paesi ad eliminare la pratica di sopprimere cani e gatti per combattere il fenomeno del randagismo. Una modalità che ancora oggi continua in diversi Stati, come la Spagna. E a marzo è stato raggiunto un altro risultato: Le opinioni Pierre Rusconi Per il presidente della Protezione animali di Lugano più delle leggi, per tutelare gli animali serve una maggior coscienza civile. Nel 2012 i casi di maltrattamenti sono stati 1.404, 158 in più rispetto all’anno prima vietare la sperimentazione animale su cani, gatti e primati. Non solo. Chi non soccorre un animale è penalmente punibile. In Inghilterra gli animali domestici sono addirittura dei soggetti giuridici, con vere e proprie responsabilità: possono addirittura incorrere in un processo se azzannano un passante. Negli Stati Uniti la normativa varia da Stato a Stato: se a New York è ancora permesso sopprimere animali, in California è vietato vendere animali nei negozi. Come in Belgio, perché non sono considerati un bene qualsiasi: per acquistare un cucciolo, è possibile farlo esclusivamente presso un allevamento. Ma il primato per la normativa più bizzarra va indubbiamente all’India, che vieta l’uccisione dei delfini perché li considera “persone non umane”. Insomma, Paese che vai, sensibilità che trovi. c.c. Filippo Gianoni Secondo il legale della Protezione animali di Bellinzona, il nostro Paese tutela molto bene anche gli animali da reddito. Clarissa Tami Per la simpatica presentatrice Rsi, innamorata della sua cagnolina Clio, anche famiglia e scuola devono contribuire a una maggior sensibilità.