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“Vendere con successo le vacanze in appartamento” Il manuale è stato promosso da FIAIP, Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionali. Ideazione e testi a cura di Teamwork srl di Rimini. I testi sono stati scritti da Maria Antonietta Pelliccioni, Mauro Santinato e Federico Belloni. Editing: Elisa Cimatti Hanno collaborato alla realizzazione: Osvaldo Grandin, Giovanni Danilo Montagner, Lucia Diomede Si ringraziano: Sara Vanin, Patrizia Buran, Diana Grandin, Mara Marangoni, Laura Gregnoldo, Sabrina Trevisan Copyright © 2004 by Teamwork srl, Rimini, Italy E’ vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata dagli autori. Stampato 2004 da Tipografia Litografia Bacchini di Rimini. “Vendere con successo le vacanze in appartamento” è distribuito da FIAIP e utilizzato da Teamwork per la formazione aziendale. FIAIP - sede nazionale p.le Flaminio, 9 00196 Roma tel 06 3219798 fax 06 3223618 www.fiaip.it 2 Teamwork srl via Angherà, 7 47900 Rimini tel 0541 57474 fax 0541 59980 www.teamwork-rimini.com Indice Presentazione pg. 5 Introduzione pg. 7 1. Le caratteristiche e le tendenze in atto nel mercato turistico pg. 9 2. La definizione delle tipologie di prodotto pg. 14 3. Il profilo della clientela pg. 16 4. Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente pg. 21 4.1 Costruire una relazione eccellente, un obiettivo per tutti pg. 25 4.2 La potenza del passaparola pg. 28 4.3 Comunicazione verbale e non verbale pg. 31 4.4 Comprendere gli altri usando empatia pg. 36 4.5 I 7 momenti della verità pg. 39 4.6 Il contatto con il cliente pg. 41 5. Saper vendere è un’arte pg. 54 5.1 Il momento della trattativa pg. 59 5.2 Per una buona presentazione dei nostri prodotti pg. 62 5.3 La comunicazione scritta pg. 66 5.4 Il sito Internet pg. 81 6. Un’efficace gestione dei reclami pg. 89 Conclusioni pg. 95 Indice 3 4 Presentazione Per interi decenni il sistema ospitale in appartamento si è autoalimentato, basandosi su una clientela molto fedele, prevalentemente individuale, costituita da famiglie provenienti da località limitrofe. Tuttora, la maggior parte delle persone che si rivolgono alle agenzie di affittanza per le loro vacanze hanno caratteristiche simili, ma il mercato e gli scenari si stanno progressivamente modificando e ogni nuovo inizio di stagione viene affrontato dagli operatori con sempre minori certezze. Ma dove vanno coloro che negli anni scorsi erano nostri clienti? Hanno deciso di non fare più vacanze o hanno preferito altre soluzioni? C’è stato qualcosa che avremmo potuto fare di più o meglio per loro? Sono tante le domande che ci possiamo e dobbiamo porre, se desideriamo assicurarci la nostra fetta di mercato. E alla base di questa garanzia, c’è la soddisfazione del nostro cliente. Se è vero che attualmente le agenzie di affittanze hanno promosso e stimolato le diverse proprietà ad intervenire sulla qualità degli appartamenti che vengono offerti in affitto per le vacanze, è altrettanto vero però che il nostro contributo, la nostra professionalità e i nostri servizi, sono preziosi per costruire una vacanza su misura per i turisti che desiderano un soggiorno in appartamento. La parola chiave è: ospitalità. Ho promosso e collaborato alla realizzazione di questo manuale proprio per dare voce all’esigenza di migliorare e rendere più efficace il nostro impegno nell’accogliere e seguire i clienti durante la loro permanenza nelle nostre località. Il manuale, infatti, offre diversi spunti di riflessione e suggerimenti preziosi che ci aiuteranno non solo a migliorare la vacanza dei turisti, ma anche ad ottenere dal nostro impegno risultati migliori e nuove soddisfazioni. Gli esempi da cui attingere sono numerosi e il lettore sarà stimolato a metterli in pratica, a provare, apprezzando fin da subito i risultati positivi che Presentazione 5 ne trarrà. Mi auguro quindi che il manuale rappresenti per gli operatori del settore un valido strumento di lavoro, di riferimento e di informazione. E’ con piacere, infatti, che oggi lo propongo a tutti coloro che come me lavorano e credono nel sistema delle agenzie immobiliari e sono convinti di poter dare un importante contributo in termini di professionalità, attenzione ed efficienza al sistema turistico del nostro Paese. A tutti voi auguro una buona lettura. Osvaldo Grandin Vicepresidente Nazionale F.I.A.I.P. Responsabile Settore Turismo 6 Presentazione Introduzione Chi sceglie un appartamento per le proprie vacanze, che siano al mare, su un lago, in montagna, in campagna, ha in mente di trascorrere un soggiorno piacevole e, se possibile, memorabile. Se trova la località e la sistemazione ideale è più facile che desideri tornarci, che si affezioni a questa soluzione di vacanza, che le resti fedele e coinvolga anche gli amici. Capita, a volte, che una persona rinunci alle vacanze in appartamento perché è convinta che non troverà ciò che desidera, perché qualcuno (o lei stessa) ha avuto esperienze negative e non vuole ripeterle. Ma può anche succedere che la sua delusione sia dipesa dal ruolo svolto dall’agenzia immobiliare incapace (o impossibilitata) ad offrire la soluzione adeguata. Se ieri erano i clienti a cercarci, se bastava avere una certa disponibilità di appartamenti per raccogliere ottimi risultati, se il problema era semmai del cliente che doveva muoversi con largo anticipo o rischiava di doversi accontentare delle rimanenze, oggi la situazione si è capovolta. La parola d’ordine dei turisti, anche quelli con una discreta propensione alla spesa, è “spendere il meno possibile ottenendo il massimo risultato”. Mentre prima questo paradigma Residence Liscia di Vacca, Liscia di era difficilmente praticabile, ora, Vacca (SS), (Interval International) sapendo cercare, chiunque può trovare (qui o in mille altre destinazioni più o meno vicine) la soluzione che desidera. Internet, in primo luogo, ci ha messo il mondo in tasca e con un semplice click nel giro di qualche minuto riceviamo tutte le informazioni che ci servono da ogni angolo del mondo: di conseguenza aumentano le conoscenze, la facilità nei contatti, si moltiplica l’offerta e il cliente impara a confrontare le opportunità, ad aspettare fino all’ultimo per scovare la migliore occasione. Introduzione 7 Per queste ed altre ragioni, ogni anno crescono le difficoltà e l’andamento delle prenotazioni conferma la nostra apprensione: più niente, infatti, ci garantisce la nostra quota di mercato e i clienti di oggi non necessariamente saranno gli stessi domani, ma vanno ogni volta riconquistati. Se nel nostro lavoro eravamo abituati a tenere un comportamento di sostanziale attesa oggi occorre orientarci verso un ruolo più attivo. E’ arrivato, insomma, il tempo di cambiare, di dedicarci al cliente concentrando su di lui tutte le nostre energie, la nostra attenzione, senza lasciare niente al caso, cercando non solo di soddisfare le sue esigenze, ma anche di anticiparle. Non basta più che sia lui a cercarci e a trovarci, ma dobbiamo essere noi a individuarlo, a farci conoscere, a conquistarlo, a costruire la sua fedeltà. Non siamo più noi a decidere cosa i nostri clienti acquisteranno, ma sono i nostri clienti a decidere cosa dobbiamo offrire loro. Quello che dobbiamo imparare, anche con l’aiuto di questo manuale, è la capacità di conquistare e fidelizzare il nostro cliente, utilizzando al meglio gli strumenti e le conoscenze di marketing a nostra disposizione. Dovremo garantirgli un’accoglienza speciale che inizi dal primo contatto e prosegua per tutta la durata del suo soggiorno e oltre. Sicuramente ciò comporterà uno sforzo in più per fare meglio quello che abbiamo sempre fatto, per non sottovalutare piccoli segnali che il cliente ci manda, per diventare professionisti dell’ospitalità nel settore delle vacanze in appartamento. Quello che ci è richiesto è una crescita professionale ma, dopo un maggior impegno iniziale, saremo sicuramente ripagati. Ci accorgeremo, infatti, che lavorando meglio otterremo maggiori risultati con minor fatica e maggiori gratificazioni. I clienti soddisfatti non solo ci permettono di continuare a svolgere la nostra attività (se loro non ci fossero più saremmo costretti a cambiare lavoro!), ma diventano clienti facili, già rassicurati dal fatto che siamo noi ad occuparci di loro. La loro fiducia in noi, se ben ripagata, li rende anche più disponibili a perdonare i piccoli errori e le distrazioni che comunque, per quanto ci sforziamo, a volte non riusciamo ad evitare. 8 Introduzione 1. Le caratteristiche e le tendenze in atto nel mercato turistico Il turismo è il primo comparto economico a livello mondiale: il suo volume d’affari, infatti, è pari a 3.500 miliardi di dollari e questo risultato è destinato a migliorare. Sempre più spesso e facilmente le persone si spostano per vacanza, per lavoro, inseguendo interessi diversi, aprendo la porta allo sviluppo di nuove destinazioni, nuovi mercati e nuove economie. Ma se da un lato aumentano i viaggi, dall’altro cambia la prospettiva con cui le persone si mettono in movimento. Che si scelga un soggiorno in albergo, in campeggio o in appartamento, la motivazione del viaggio non si limita più solo a una serie di servizi da ottenere in cambio di un compenso economico, ma riguarda sempre più l’acquisto di uno stile di vita. Agli scopi tradizionali del viaggio, infatti, si affianca un fenomeno nuovo: la curiosità di conoscere e condividere un modo di vivere insolito e a volte opposto a quello abituale. Il contatto con gente diversa, con rituali, ambientazioni, gusti, valori diversi è una nuova, forte motivazione al viaggio. Più che la voglia di vedere paesaggi, musei e monumenti, cresce il desiderio di entrare dentro la vita, la cultura, le emozioni di un territorio e della sua gente. Per questo le mete tradizionali stanno vivendo un momento di stallo e vedono il loro appeal diminuire se non sono capaci di rinnovarsi e di riproporsi in modo “nuovo e sconosciuto”, così da sorprendere e stimolare il turista. In linea con quanto affermato, questi sono i trend che stanno caratterizzando il turismo del nuovo millennio: • esplode il turismo di nicchia: si viaggia per motivazioni particolari, inseguendo hobbies e passioni, cercando destinazioni e proposte di vacanza mirate alla soddisfazione di un preciso bisogno, quello di coltivare la propria inclinazione, di conoscere persone che la condividano, di arricchirsi di nuove conoscenze e di scambiarsi oggetti ma anche esperienze. Nicchie di mercato possono riguardare i collezionisti di oggetti di ogni tipo (francobolli, tappi, bustine di zucchero, etc.), i praticanti di sport bizzarri (boomerang, lotta greco-romana, pallabracciale, etc.) o gli appassionati dei temi più diversi come il Medioevo, il cinema muto, i romanzi di Sher- Introduzione 9 lock Holmes, etc. • si fa largo un’offerta sullo stile dell’albergo diffuso: si tratta di una proposta ricettiva attenta alla tradizione, alla cultura, all'ambiente dei piccoli centri rurali. Nuove strutture ricettive vengono costruite utilizzando cascine e altri edifici già esistenti per mantenere il più possibile immutato l’ambiente originario. Queste ruotano attorno a una reception centrale (dove il turista viene accolto e informato sulle opportunità del luogo e dove usufruisce di ristorante e punto vendita), mentre le camere o gli appartamenti si trovano in altri edifici situati anche in località limitrofe. Alla gamma dell’ospitalità diffusa appartengono anche le dimore di charme, le locande, le country house e i rifugi; • le catene alberghiere stanno aumentando le acquisizioni di alberghi per i marchi “economy”; c’è infatti il bisogno da parte del viaggiatore di trovare standard di qualità minimi garantiti e la sicurezza di un certo livello di comfort anche a prezzi più contenuti; per la stessa ragione sta aumentando il successo dei budget hotels, nati per ospitare viaggiatori attenti alla spesa, che cercano camere confortevoli ma lineari, senza servizi accessori che portano inevitabilmente ad un aumento dei prezzi; • parallelamente, tra i turisti cresce il rifiuto dell’offerta ricettiva alberghiera tipicamente turistica. Per questa ragione vengono preferite forme di ospitalità diverse, che ripropongano l’idea, il calore, l’atmosfera di una casa; • l’offerta ricettiva di lusso si consolida e si specializza su servizi esclusivi, sulla cura del dettaglio, sulla ricerca della rarità: alberghi con sole camere deluxe, ville con piscine, floating home, pacchetti con aerei charter privati, camp safari, spedizioni polari, visite a luoghi secondo una prospettiva insolita ed originale*. A fronte delle nuove tendenze della domanda, il mercato degli appartamenti ad uso turistico continua a rappresentare una voce importante nell’economia turistica: si mantiene costante, infatti, quella parte di clientela che preferisce questo tipo di alloggio rispetto alla sistemazione in * tratto da un intervento del prof. Giancarlo Dall’Ara – Studio GDA, 2004 10 Introduzione albergo. Secondo un’indagine Doxa effettuata nel 2003 su un campione di 81.000 turisti italiani, il 39% degli intervistati ha trascorso le proprie vacanze in albergo, mentre il 50% in appartamenti in affitto e seconde case (il restante 11% ha scelto il campeggio). E questi dati rappresentano solo una stima, in quanto quello degli appartamenti per vacanza è il settore ricettivo più sconosciuto e meno analizzato sia a livello di immagine che di analisi. Esiste infatti un sommerso, non rilevato dalle statistiche ISTAT, che è molto difficile da quantificare ma che riguarda sicuramente milioni di presenze. L’ISTAT, infatti, parla solo di un 3,1% di turisti che in Italia scelgono le vacanze in appartamento, ma questo dato non è assolutamente rappresentativo della realtà. Gran parte delle presenze non vengono infatti rilevate per la scarsa conoscenza della normativa da parte dei proprietari e per la non obbligatorietà a registrare agli organi competenti le presenze nelle seconde case. Purtroppo, quindi, il nostro sistema immobiliare turistico continua a vivere in una situazione di scarsa chiarezza legislativa sia per quanto riguarda le case di vacanza che per l’attività svolta dalle agenzie immobiliari che operano nel settore turistico. Per questa ragione da tempo la FIAIP, a cui aderiscono oltre 4 mila agenti immobiliari che operano in località turistiche e città d’arte presenti su tutto il territorio nazionale, sta cercando di ottenere la giusta visibilità a livello legislativo. Le difficoltà di questo settore sono quindi: 1. la mancata distinzione normativa tra seconde case, destinate all’uso privato, e case per vacanze, destinate invece alla locazione per uso turistico. Le case per vacanza, non essendo considerate strutture ricettive, non possono usufruire delle stesse agevolazioni riservate invece agli alberghi. A ciò si aggiunge l’assenza di una regolamentazione nei criteri di valutazione delle case vacanza; 2. l’assenza all’interno della legge n. 39/89 (che regola la professione di agente immobiliare) della qualifica di “turistica” per le agenzie che si occupano anche di locazioni ad uso turistico. Manca cioè una sezione Introduzione 11 apposita, all’interno della normativa, che regolamenti e chiarisca il ruolo svolto dalle agenzie immobiliari nel settore turistico. * La potestà legislativa in materia di turismo spetta alle Regioni, che quindi regolamentano anche l’attività dei gestori di case e appartamenti per le vacanze. Tuttavia, accade spesso che la normativa regionale risulti farraginosa e addirittura contraddittoria e le agenzie immobiliari incontrino non poche difficoltà ad interpretarla. Attualmente il ruolo dell’agente immobiliare si riduce di fatto a quello di semplice intermediario tra clientela e proprietari di appartamenti; non esiste, infatti, possibilità di azioni di marketing coordinate tra agenzie e istituzioni locali, in modo da vendere non solo il prodotto appartamento, ma l’intera destinazione. Una delle principali difficoltà de“Il Poggio”, San Casciano Bagni (SI), (RCI) gli agenti immobiliari, infatti, è proprio quella di non poter prevedere pacchetti combinati con soluzioni più ricche rispetto al semplice affitto di alloggi, offrendo ad esempio la possibilità di includere anche la spiaggia, nel caso di case di vacanza al mare, o lo skipass per le località montane. L’assenza di parametri che garantiscano precisi standard di qualità crea difficoltà di dialogo con i proprietari degli appartamenti, dai quali diventa praticamente impossibile ottenere l’applicazione di criteri di qualità. Poi* Informazioni tratte da: Interventi del dott. Osvaldo Grandin per l’Osservatorio Immobiliare Turistico di FIAIP Turismo, 2003 e “Osservatorio Parlamentare per il Turismo”, Roma 25 novembre 2003 12 Introduzione ché sulla gestione delle case incide la volontà dei proprietari stessi, costoro non sempre assicurano livelli di comfort e di riqualificazione soddisfacenti. E una delle critiche più diffuse da parte dei turisti è proprio quella relativa alla qualità degli arredi e al loro livello di usura e di pulizia. La mancanza di un punto di riferimento per l’attribuzione dei prezzi, inoltre, non permette di effettuare un corretto confronto tra case vacanza rinnovate, confortevoli e ben equipaggiate e case vecchie, prive di comfort e di servizi. Tutto ciò cozza contro le nuove esigenze del mercato turistico e con la ricerca di originalità, piacevolezza, calore, ma anche unicità, esclusività. Il turista che si adatta alla casa scomoda, priva di comfort, con dotazioni vecchie non solo è sempre più raro da trovare, ma rischia di essere un cliente poco rispettoso e negligente nell’utilizzo delle dotazioni (accelerando quindi la loro usura); inoltre è spesso una persona difficile da gestire perché può entrare in contrasto con i vicini… si tratta, insomma, di un cliente scomodo. Garantire un livello minimo di qualità porterebbe invece ad una maggior tutela sia del turista che dei proprietari degli appartamenti e dell’agenzia immobiliare. Per questo diventa ancora più importante garantire professionalità, assistenza, attenzione ai clienti per supplire, almeno in parte, alle carenze che ancora esistono a livello normativo. Solo con la nostra capacità ed efficienza riusciremo comunque ad offrire un servizio di qualità al nostro cliente e a fargli perdonare i limiti e le difficoltà a cui, almeno finora, non possiamo porre rimedio. Introduzione 13 2. La definizione delle tipologie di prodotto Le case vacanza presenti sul territorio nazionale si diversificano e vanno dagli appartamenti in condominio o in residence alle villette con giardino, alle abitazioni in aree residenziali e storiche, alle strutture in complessi organizzati per le vacanze e dotati di servizi come piscine, attrezzature sportive, ricreative e commerciali. Secondo un’indagine di quest’anno effettuata da ResCasa sulla situazione dei residence* - considerato il settore più strutturato e commercializzato del mercato -, la prima confusione nasce già a livello di denominazioni adottate e regolamentate in modo diverso dalle varie normative regionali, anche se la loro funzione è assimilabile. In tutto sono infatti una ventina, e alcune Regioni prevedono anche una sotto-classificazione fra categorie (in stelle o simili) e i giorni minimi e massimi di loro utilizzazione. Se da un lato le Regioni utilizzano denominazioni discrezionali, scelte secondo le loro necessità, i tour operators non le percepiscono e usano una classificazione propria. A ciò è inoltre da aggiungere la confusione delle definizioni adottate dagli operatori privati sui loro cataloghi, classificazioni che a volte non corrispondono alle tipologie ricettive previste dalla normativa. E’ appunto il caso dei residence che possono riguardare residenze turistico-alberghiere, ma anche case e appartamenti per vacanze o case per ferie, tutte tipologie tra loro molto diverse. In assenza di una classificazione, la definizione della qualità degli appartamenti è quindi puramente discrezionale e a volte in contrasto con l’idea del proprietario che giudica sempre in modo molto bonario le dotazioni dei propri alloggi e si oppone a differenze di prezzo con altri appartamenti, nello stesso stabile, che risultino più confortevoli e nuovi. Tra difficoltà, discrezionalità, pazienza e un po’ di buonsenso, tendenzialmente questi sono, in ordine di importanza, i primi 5 parametri che * “Per un Osservatorio sui Residence”, ResCasa, 2004 14 La definizione delle tipologie di prodotto incidono sul prezzo delle case vacanza: 1° distanza dal luogo oggetto della vacanza (mare/campi da sci/centro storico…) 2° qualità e comfort dell’alloggio 3° presenza di terrazza e ascensore (sono allo stesso livello) 4° posto auto riservato 5° piscina Altri elementi, come la disponibilità di una portineria o la presenza di un custode, l’esistenza del giardino e il telefono fisso non sono tali da incidere sulla scelta del cliente e quindi sul prezzo. “I giardini di Porto Cervo”, Porto Cervo (SS), (Interval International) Quelli appena identificati sono certamente parametri importanti ma non sufficienti per stabilire i criteri con cui individuare le tipologie delle case vacanza. Sono semplicemente dei contenitori che andrebbero riempiti con delle specificazioni. Soprattutto per quanto riguarda la qualità e il comfort dell’alloggio è davvero difficile muoversi senza una classificazione che dia indicazioni più dettagliate sui diversi livelli di comfort attesi. La definizione delle tipologie di prodotto 15 3. Il profilo della clientela Generalmente la clientela che sceglie le vacanze in appartamento è costituita soprattutto da famiglie con bambini e gruppi di giovani. Questo ovviamente non può bastarci per capire chi sono i nostri clienti. Per questa ragione occorre avere per ciascuno di loro un profilo da inserire in un apposito data-base che ci fornisca le informazioni più utili che li riguardano e che ci permetteranno di proporre loro un soggiorno su misura. Ecco le informazioni che dovrebbe fornirci la scheda cliente: 1. Chi è il nostro cliente? 2. Come ci ha conosciuto? 3. E’ la prima volta che viene nella nostra località? 4. E’ la prima volta che si rivolge a noi? 5. Quali altre località frequenta? 6. Che tipo di vacanza fa? 7. Quali servizi cerca e desidera? 8. In quale appartamento ha alloggiato? 9. Qual è il livello di soddisfazione complessivo da 1 a 10? 10. Reclami/problemi 11. Quale appartamento sarebbe a lui più congeniale? 12. Eventuale commento Per riuscire a migliorare la nostra performance, ma anche per coinvolgere maggiormente i proprietari mettendoli di fronte ad eventuali insoddisfazioni dei clienti, dovremmo raccogliere una serie di informazioni (attraverso un questionario da far compilare agli ospiti al momento della partenza) sulla qualità complessiva della loro vacanza. Dal questionario sulla soddisfazione del cliente è importante sapere: 1. In che modo i nostri appartamenti soddisfano o non soddisfano le loro esigenze, i loro desideri o le loro preferenze? 2. Che cosa serve per migliorare la loro soddisfazione? 3. Quali sono i vantaggi più importanti? 4. Quali i maggiori limiti? 16 Il profilo della clientela Esempio di scheda cliente Nome _________________ Cognome _________________________________ Sesso: r maschio r femmina Indirizzo __________________________________________________________ CAP ________ Città ________________________________ Prov.___________ Nazione ___________________________________________________________ E-mail ____________________________________________________________ Fax _______________________________________________________________ Data di nascita _____________________________________________________ Professione ________________________________________________________ In vacanza con ________________ Nucleo famigliare _____________________ Nome figli _________________________________________________________ Data di nascita _____________________________________________________ Durata del soggiorno ___________________ Periodo _____________________ Tipologia di app.to scelto _______________ Prezzo ______________________ Servizi richiesti/desiderati ________ App.to ideale _______________________ r assegno r contanti r carta credito r altro Sistema di pagamento: r visita diretta r telefono r e-mail Sistema di prenotazione: Mezzo di trasporto: r auto r treno r pullman r aereo Tipologia di cliente: r Individuale r Agenzia Come ci ha conosciuto: r passaparola r pubblicità r mailing r altro Conosceva già la nostra località: r SI r NO Altre località di vacanza scelte _________________________________________ Nuovo cliente: Cliente VIP: r SI r NO Cliente abituale: r SI r NO r SI r NO Livello di soddisfazione da 1 a 10: ®® Eventuali reclami ___________________________________________________ Risposta fornita ____________________________________________________ Osservazioni/Commenti _____________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ Il profilo della clientela 17 Esempio di questionario sulla soddisfazione del cliente Ci aiuti a renderti più soddisfatto? Carissimo ospite, se ci dedicherai pochi minuti per compilare il questionario, ci aiuterai a correggere i nostri errori e a migliorare la qualità della tua vacanza. Esprimi il tuo giudizio segnando con una X il “voto” che intendi assegnarci, da 1 a 10. Una volta compilato puoi lasciare il questionario in appartamento oppure consegnarlo in agenzia al momento della partenza o quando preferisci. Grazie per la tua collaborazione e felice soggiorno! - Come giudichi complessivamente la tua vacanza? ÅÇÉÑÖÜáàâä - E’ stato facile raggiungere l’agenzia? ÅÇÉÑÖÜáàâä - E’ stato facile raggiungere l’appartamento? ÅÇÉÑÖÜáàâä - Era di tua soddisfazione la posizione dell’appartamento? ÅÇÉÑÖÜáàâä - Ci dai una valutazione complessiva della qualità dell’appartamento? ÅÇÉÑÖÜáàâä - Cosa ti ha soddisfatto di più? _______________________________________ - Cosa ti ha soddisfatto di meno? ____________________________________ Esprimi ora un giudizio sul servizio offerto dalla nostra agenzia rispetto a: - ÅÇÉÑÖÜáàâä efficienza ÅÇÉÑÖÜáàâä cortesia Se non desideri lasciarci il tuo nome, ti chiediamo cortesemente di indicarci la tua età, nazionalità e sesso. Grazie ancora! Nome e Cognome __________________________________________________ Nazionalità _______________ Sesso: ❒ M ❒ F 18 Età ________________ Il profilo della clientela Il questionario andrebbe dato ai clienti al momento della consegna della chiave, oppure lasciato direttamente in appartamento in modo che lo trovino in vista al loro arrivo. Facilmente però andrà perso o dimenticato, quindi è bene averne sempre delle copie sul banco dell’agenzia, accanto ad una bowl in plastica dove poterlo inserire una volta compilato. L’utilizzo della bowl è preferibile alla consegna diretta nelle nostre mani per consentire a chi lo desidera di mantenere l’anonimato. Naturalmente sarà stampato in italiano, in inglese e nelle lingue della clientela straniera che maggiormente sceglie di trascorrere le sue vacanze nei nostri appartamenti. In base alla nostra esperienza e ai dati raccolti in questi anni, ecco le principali lamentele emerse da parte dei clienti che scelgono le case vacanza per i loro soggiorni: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Scarsa pulizia Bassa manutenzione Arredamenti obsoleti Elettrodomestici mal funzionanti Letti scomodi Dotazioni di bassa qualità Prezzi eccessivi Poca assistenza e informazioni Ecco invece cosa desiderano trovare in appartamento: • • • • • • • • • • • Assistenza e informazioni Pulizia e manutenzione Letti comodi e di qualità Insonorizzazione Bagno funzionale Tv color Angolo cottura attrezzato Lavatrice Forno a microonde Aria condizionata Prezzi adeguati Il profilo della clientela 19 Riuscire a raccogliere il maggior numero di informazioni possibile, capire cosa si aspetta il cliente e cosa invece lo fa rimanere deluso, quali sono i principali motivi per cui torna da noi o, al contrario, decide di non tornare, non solo serve a noi per tracciare il profilo delle persone che si rivolgono alla nostra agenzia, ma anche per dare ai proprietari maggiore consapevolezza, per metterli di fronte alla realtà, per farli scontrare con ripetute lamentele sulle stesse mancanze. Più informazioni riusciremo a trasmettere ai proprietari, maggiori saranno le possibilità di sollecitare interventi di miglioramento o almeno una più facile correzione dei prezzi verso il basso. Di solito, invece, tendiamo a ridurre i rapporti con loro alle sole questioni burocratiche, perché sappiamo già che non abbiamo potere di persuasione nei loro confronti. Invece un’arma l’abbiamo ed è proprio l’informazione: quindi conviene usarla! Comunichiamo con loro, coinvolgiamoli, facciamo loro comprendere se e sotto quali aspetti il loro prodotto non funziona. Dobbiamo essere pazienti e perseveranti, preparandoci anche ad effettuare una telefonata interrotta bruscamente o ad un continuo farsi negare. Non stanchiamoci però di provare, perché basterà instaurare un rapporto corretto e continuativo con qualcuno di loro (meglio ancora se con una personalità dominante, in grado quindi di influenzare gli altri) e piano piano anche altri tenderanno a seguire la stessa strada. 20 Il profilo della clientela 4. Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente Quando vendiamo una vacanza in appartamento, noi offriamo: - un prodotto materiale, tangibile: la struttura in quanto tale, con gli arredi e la posizione; - un prodotto “soft”, intangibile: la relazione tra noi e il nostro cliente, che possiamo chiamare “accoglienza” e che inizia dal primo contatto con lui (la prenotazione o, ancora prima, la richiesta di informazioni) e dura fino alla partenza, ma si riattiva in ogni momento in cui avremo a che fare con l’ospite anche al di fuori della vacanza. Il nostro prodotto, lo sappiamo, è qualcosa di dato, che purtroppo non dipende da noi e su cui possiamo intervenire solo minimamente, a livello di ordinaria manutenzione. Come tutti del resto, abbiamo prodotti facili da vendere e altri più difficili, perché relativi ad appartamenti vecchiotti, scarni di dotazioni, piccoli, rumorosi, magari lontani dalle attrattive della nostra area. Quando un cliente non è soddisfatto delle soluzioni di soggiorno che gli proponiamo, quando non riesce a trovare quello che cerca e non acquista la vacanza da noi, spesso il motivo è legato proprio alle caratteristiche degli appartamenti… ma ci siamo chiesti se abbiamo fatto tutto quello che era possibile per riuscire a trovare la soluzione, oppure al primo inciampo ci siamo arenati? A volte può bastare una piccola idea, un po’ di elasticità nell’applicazione delle regole (se questa scelta non ha conseguenze negative), una telefonata al proprietario dell’appartamento per concludere felicemente una trattativa. Noi conosciamo le realtà che offriamo e sappiamo molto bene quali sono i loro limiti. Come abbiamo già accennato nel 3° capitolo, occorre trovare un dialogo con i proprietari, evitando di limitarci ad esporre loro solo i problemi, ma suggerendo anche delle soluzioni, facendo capire loro quale vantaggio trarrebbero al momento della vendita attuandole: in questo modo, probabilmente riusciremmo a raggiungere qualche risultato in termini di miglioramento dell’offerta. Offriamo la nostra collaborazione nel Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 21 risolvere il problema (se ci sono dei tecnici da contattare, qualche piccolo lavoro da seguire, etc.): a volte i proprietari preferiscono non intervenire sulle strutture anche per pigrizia, perché ritengono di non avere tempo a sufficienza per seguire le opere in corso. “Ma chi ce lo fa fare?” potremmo chiederci. Nessuno, solo la soddisfazione di aver ottenuto un risultato e l’evitare finalmente in fase di vendita di scontrarci con le solite questioni! Forse ne vale la pena… Quello che invece dipende completamente da noi è la parte soft, l’accoglienza, che possiamo tradurre come modo di ospitare, seguire, ascoltare, soddisfare il cliente in ogni momento del suo rapporto con noi. Il successo dell’accoglienza dipende dall’atteggiamento e dalla professionalità che gli riserveremo. Instaurare una corretta relazione con il cliente significa lavorare per la costruzione della sua fedeltà. Questo lavoro inizia dal primo contatto e… non finisce mai. Non diamo per scontato che chi ci ha scelto una o due volte poi continui a farlo. Ormai ci siamo accorti che la fedeltà non coincide più con la frequenza. Chi sceglie oggi un appartamento nella nostra zona domani potrebbe cambiare agenzia, località, tipo di sistemazione, anche se è rimasto soddisfatto dalla sua vacanza: le motivazioni di scelta di un individuo sono soggette a continue mutazioni, perché legate all’emergere di bisogni nuovi e diversi da soddisfare. Questi cambiano continuamente e soprattutto cambia la loro priorità nella mente del consumatore. Diversi fattori influiscono sulle sue scelte: disponibilità economica, situazione famigliare (ad esempio se hanno figli piccoli), influenza della pubblicità, accorciamento delle distanze, tempo libero disponibile, passaparola da parte degli amici. Quindi anche un cliente conquistato non necessariamente ogni anno sceglierà di trascorrere le vacanze in uno degli appartamenti della nostra agenzia. La sua fedeltà però potrebbe di- 22 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente mostrarsi attivandosi con un passaparola positivo, quindi consigliando i nostri soggiorni ad altri. Se avrà ricevuto un buon servizio, suggerirà anche il nome della persona tra noi che lo ha seguito con tanta attenzione e professionalità. Il cliente ha bisogno di essere guidato e rassicurato. Deve essere convinto di trovarsi in buone mani. Facciamo in modo che quelle mani siano le nostre. Anche se non lo si pretende da noi, sappiamo bene che nella nostra attività occorre essere un po’ psicologi: il nostro è un lavoro essenzialmente di contatto, di gestione di richieste, comprensione di aspettative, capacità di interpretazione. Un cliente che varca la soglia della nostra agenzia, parla con noi al telefono o ci invia una e-mail, giudica attraverso il nostro comportamento e le caratteristiche della nostra risposta l’affidabilità, la serietà, la credibilità dell’agenzia stessa. Inoltre non sempre ci pone domande dirette, ma siamo noi che dobbiamo dedurre dalle sue parole e dal suo comportamento ciò di cui ha realmente bisogno. Ci è richiesto ascolto e attenzione. Naturalmente, se il cliente è di fronte a noi, è più facile, osservandolo, capire chi abbiamo davanti e che cosa desidera. La sfida per noi è quella di riuscire a costruire una relazione ottimale, che risulterà determinante per il successo dell’agenzia (e per noi!). Non si tratta di qualcosa di facile (se così fosse, non saremmo nemmeno qui a parlarne…), perché è il risultato di un comportamento umano, fatto di gesti, di sguardi, di mille piccole attenzioni, di tanta pazienza e disponibilità all’ascolto, di voglia di risolvere i problemi. Saremo noi, con il nostro modo di fare, con il nostro impegno a creare l’atmosfera giusta di calda ospitalità, che resterà impressa in modo indelebile nella mente dei nostri clienti, anche se l’appartamento non sarà esattamente una reggia. Imparando a prestare attenzione a loro e alle loro esigenze, considerandole come potenziali opportunità (per una vendita futura o per un positivo passaparola), come l’aspetto più vivo, imprevedibile e quindi stimolante del nostro lavoro piuttosto che come potenziali seccature, vedremo facilitato il nostro compito. Ma ancora non è tutto. Ogni cliente è unico e speciale e vuole instaurare con noi una relazione altrettanto unica e speciale, ovvero personalizzata. Dopo un primo contatto (soprattutto se si è trattato Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 23 di un incontro vis-a-vis), si aspetta che da quel momento in poi noi lo riconosciamo, ci ricordiamo il suo nome, quello dei suoi figli, le richieste che ci ha fatto. Quando abbiamo a che fare con tante persone si tratta di uno sforzo notevole e difficilmente potremo ricordarci di ogni singolo dettaglio. Per aiutarci a rammentare qualcosa di ognuno, memorizziamo alcuni particolari che lo riguardano, nell’aspetto fisico, nei comportamenti (se è davanti a noi è più facile), nel tono della voce (se il contatto avviene per telefono), nelle caratteristiche delle richieste, nella località di provenienza, etc. Indichiamolo sulla cartella che avremo predisposto per lui e mettiamolo bene in evidenza in modo da potercene ricordare successivamente con una certa immediatezza. Teniamo conto che se una persona ci contatta, vuol dire che ha già fatto una prima scrematura, che ci ritiene potenzialmente in grado di soddisfarlo e quindi rivela una certa propensione ad acquistare una vacanza nella nostra agenzia. Una buona parte di lavoro perciò l’ha già fatta lui. Ben diverso è l’impegno che ci è richiesto nel caso in cui dobbiamo essere noi a procurarci i clienti! Non sottovalutiamo quindi l’opportunità che ci offre in quel momento la persona che si è rivolta a noi e facciamo di tutto perché non ci sfugga. Per questo dedichiamole un’attenzione mirata, evitando di trattarla come abbiamo fatto con il cliente precedente. Ognuno di noi è fatto a suo modo, è orgoglioso della propria unicità, non ammette di essere considerato uguale a tutti gli altri. Anche se a grandi linee i clienti hanno caratteristiche ed esigenze che li accomunano, è assolutamente impossibile che siano l’uno identico all’altro. Ed è proprio nel cogliere le sfumature, i desideri celati che riusciremo ad offrire prestazioni memorabili. Come si fa? La capacità d’ascolto e, quando le circostanze lo permettono, lo spirito di osservazione non ci serviranno solo per memorizzare le caratteristiche dei nostri clienti, ma anche per costruire con loro una relazione personalizzata e per proporre le soluzioni di vacanza più interessanti per loro. Queste due attitudini sono fondamentali quando si tratta di nuovi clienti. Non lavoriamo meccanicamente, pensando di aver capito al volo chi ci sta davanti e che cosa ci chiederà. Se l’abbigliamento e il modo di fare danno un valido aiuto per dedurne la disponibilità economica e il livello di istruzione bisogna però andare oltre, ascoltare, osservare con at- 24 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente tenzione, indagare con tatto. Spesso le domande che i clienti ci pongono sono sempre le stesse, ma facilmente assumono priorità diverse o addirittura richiedono risposte opposte. Non distraiamoci quando sentiamo domandarci per l’ennesima volta: “E’ silenziosa la zona?”. Se la domanda viene posta da una persona non più giovane o da una mamma con bimbi ancora piccoli, la motivazione sarà decisamente diversa da quella del gruppo di ragazzi da cui proviene la stessa richiesta! Ottima conoscenza dei prodotti che offriamo, autocontrollo, sinergia e collaborazione con i nostri colleghi, capacità e volontà di affrontare anche spiacevoli inconvenienti costituiscono gli aspetti essenziali del nostro lavoro. Alcuni di noi hanno una personale attitudine ad occuparsi degli altri e questo semplifica molto il lavoro. Ma non basta. Occorre professionalità, conoscenza e condivisione di regole di comportamento, applicazione di procedure corrette. Essere cortesi e attenti, ma risultare lenti, disorganizzati, pressoché incapaci di risolvere i problemi comunica al cliente ”Ci stiamo impegnando per lei ma in realtà non sappiamo cosa stiamo facendo”. 4.1 Costruire una relazione eccellente, un obiettivo per tutti Perché la relazione con i nostri clienti abbia successo, è fondamentale che l’ambiente di lavoro in cui siamo inseriti si basi sull’efficienza e la collaborazione. Se ciascuno di noi fa propri gli obiettivi dell’agenzia, sarà pronto ad aggiustare errori o distrazioni dei colleghi, contribuirà ad alleggerire il clima quando si creano situazioni di tensione, sarà di stimolo agli altri (e ne riceverà) per lavorare ancora meglio. Purtroppo le persone con cui si lavora non le scegliamo noi, ma ci capitano. Non è quindi raro che ci si trovi gomito a gomito con colleghi sgradevoli, poco motivati, superficiali se non addirittura scorretti. Non riusciremo a fornire ottime prestazioni se il clima in cui operiamo non è sereno. E se non dipende da noi? Ricordiamoci che ognuno di noi, chi più chi meno, contribuisce a costruire il clima aziendale in cui si trova e condivide la responsabilità di instaurare rapporti sereni con i propri colleghi. Potremo avere a che fare con colleghi effettivamente difficili da gestire, proble- Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 25 matici, ma ciascuno di loro ha sicuramente una sua chiave di lettura. Per il nostro benessere e la nostra serenità cerchiamo il modo migliore per rapportarci con loro. Potremmo scoprire che l’atteggiamento è involontario, oppure che è una reazione ad eventi e comportamenti che li colpiscono e li fanno soffrire. Teniamo presente che chi ha atteggiamenti negativi di solito vive situazioni di difficoltà e più di altre persone avrebbe bisogno di sostegno e amicizia. Provare non costa nulla e può portarci a risultati insperati. In generale, comunque, siamo sempre corretti con i nostri colleghi anche quando pensiamo non se lo meritino. Agendo con onestà e lealtà sicuramente non sbaglieremo. Inoltre, benché ciascuno di noi generalmente si occupi dei propri clienti, può succedere che la stessa persona venga gestita anche da un collega. Rapporti sereni, collaborazione, spirito di corpo aiuteranno a riservare ai nostri clienti quel contatto eccellente per il quale ci stiamo impegnando. Oltre a garantirgli un elevato standard di servizio qualunque sia l’agente con cui interagisce, è decisamente sconsigliabile fargli percepire un clima di tensione all’interno dei nostri uffici. Di fronte al cliente ci sforzeremo di apparire distesi e in armonia. I nostri conflitti li affronteremo dopo, in sede privata, magari con l’aiuto di un superiore. Alcune regole di comportamento basilari: I clienti si aspettano da tutti noi cortesia e professionalità, anche quando siamo stanchi e nervosi. Siamo sempre disponibili verso i nostri clienti e assicuriamoci che le loro richieste ottengano una risposta adeguata. Mentre parliamo con loro sorridiamo, dedichiamo loro attenzione, manteniamo una postura corretta (stiamo preferibilmente in piedi). Non alziamo la voce, non usiamo parole sconvenienti, non facciamo commenti sui clienti. Evitiamo discussioni davanti ai clienti. Per problemi di difficile soluzione tra di noi, rivolgiamoci alla direzione. Evitiamo commenti sgradevoli sui colleghi davanti a clienti o terze persone. Per qualsiasi bisogno, urgenza, consiglio, facciamo riferimento alla Direzione, che farà il possibile per fornirci il suo aiuto. 26 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente Non raggiungeremo mai il successo senza un buon lavoro di squadra! Essere in sintonia con i colleghi, accettarne i consigli, rivolgersi a loro con garbo e cortesia, non solo facilita il nostro lavoro, ma viene apprezzato anche dai nostri clienti, che percepiscono un clima disteso, professionale, piacevole, positivo ed efficiente. Si sentiranno più rilassati, più distesi, meglio disposti ad affidarsi a noi. La figura del manutentore La professionalità si apprende e tutti coloro che lavorano nella nostra agenzia e per nostro conto sapranno essere dei professionisti. Anche coloro che si occupano di manutenzione, essendo quotidianamente a contatto con i nostri clienti, dovranno imparare un copione fatto di frasi, immagine, atteggiamenti, comportamenti che ne identificheranno subito il livello di professionalità. Ma dovremmo essere noi dell’agenzia a comunicare loro il tipo di comportamento da tenere e il modo di presentarsi (“Buongiorno Signora, sono Federico Rossi, il manutentore dell’agenzia…. Sono qui per la sua richiesta…”) Anche il manutentore dovrà avere un aspetto pulito e possibilmente portare un simbolo di riconoscimento (il cappellino, il badge con il nome dell’agenzia). Potrà quindi consegnare agli ospiti un biglietto da visita con un numero diretto, nel caso sia ancora necessario il suo intervento. Dovrà garantire cortesia e affidabilità, ma dipenderà anche da noi, dal nostro modo di rapportarci con lui, la creazione di un rapporto solidale e di stima reciproca. Trattiamolo con rispetto, ringraziamolo con calore se fa qualcosa in più rispetto alla normale routine, informiamoci subito sulla situazione al termine del suo sopralluogo. ! Raccomandiamoci che, in caso di sostituzione di una dotazione vecchia e danneggiata, si faccia consegnare quest’ultima, perché non sarà certo il cliente a prendersi la briga di gettarla via e il cliente successivo se la ritroverà tra le dotazioni a sua disposizione. Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 27 4.2 La potenza del passaparola Il passaparola è un fenomeno molto complesso e mai completamente gestibile: una volta innescato, infatti, non ha esiti quantificabili e prevedibili in modo certo. Ciò è dovuto al fatto che scaturisce dalla complessità delle relazioni umane e del modo in cui i gruppi di persone si influenzano tra loro. Possiamo pensare al passaparola quasi come a una forma di epidemia sociale, scatenata da alcuni individui con un’alta efficacia comunicativa, che agiscono come leader d’opinione all’interno del loro gruppo di riferimento. Basta la loro opinione positiva per innescare un circolo virtuoso che agisce come un’immediata, dilagante pubblicità. Se questo è il nostro obiettivo, se vogliamo trasformare i nostri migliori clienti in veri e propri promotori della nostra agenzia, dobbiamo riuscire a garantire un buon servizio e il prodotto migliore per loro, promettendo solo quello che sappiamo di poter mantenere. Ricordiamoci però che un servizio “sufficientemente buono” cade nell’anonimato e non genera alcun tipo di commento. Noi stessi quando trascorriamo una vacanza “normale”, senza alti e bassi, totalmente standard, una volta tornati a casa non abbiamo niente da raccontare e ci limitiamo a dire “sì, siamo stati bene, come al solito, niente di speciale…”. Se la vacanza ha avuto aspetti negativi allora ci piace raccontarli con dovizia di particolari e rincarando un po’ la dose per rendere il racconto più interessante: “Ti assicuro, non ho mai trovato un letto più scomodo di quello. Per una settimana non abbiamo chiuso occhio…”. Micidiale e pericolosissimo: non c’è niente di maggiormente ascoltato del giudizio disinteressato di un “amico”. Solo di fronte a un’esperienza memorabile, solo quando le nostre migliori aspettative vengono superate, allora scatta in noi il desiderio di parlarne per stupire gli altri, per trasmettere loro parte 28 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente di quell’emozione che abbiamo vissuto di persona. Ecco dunque un vademecum per tutti noi: > coltiviamo le relazioni con i clienti. Finora, non siamo stati abituati a contattarli se non nel tradizionale periodo di prenotazione. Dovremmo imparare invece a mantenere vivo il rapporto con loro, inviando offerte promozionali e aggiornandoli sulle novità, anche piccole, che comunicheremo nel modo più mirato possibile (ad es. la disponibilità di appartamenti più grandi se si tratta di una famiglia numerosa o di prodotti/servizi nuovi per i clienti più esigenti); ai nostri clienti più fedeli non dimenticheremo di fare gli auguri di buon compleanno, scritti o anche per telefono, purché i rapporti siano sufficientemente informali e gli auguri risultino veramente sentiti; ogni volta che sia possibile, invece, telefoneremo o invieremo un breve augurio di bentornato a casa a coloro che hanno appena concluso il soggiorno in uno dei nostri appartamenti; > modifichiamo il tiro. Non possiamo mantenere relazioni speciali con tutti i nostri clienti, quindi, senza trascurare nessuno, concentriamo le nostre energie soprattutto su coloro che con maggiori probabilità possono effettuare un passaparola allargato (ad esempio, come abbiamo già detto, coloro che sappiamo avere molte relazioni sociali, che occupano posizioni di lavoro prestigiose e in generale sono ben inseriti nel loro contesto sociale); > diamo sempre il meglio di noi stessi. Anche se la nostra vita non è fatta solo di ottime giornate e a volte può essere davvero faticoso essere positivi, convinciamoci del fatto che i clienti soddisfatti sono la fonte più attendibile di giudizio favorevole nei confronti della nostra agenzia e per costruire la nostra reputazione. Vale comunque la pena riflettere sul fatto che “non saremo mai felici per qualcosa in più che otterremo, finché non riusciremo ad essere felici per quello che già abbiamo ottenuto”; > cerchiamo di essere stimolanti, originali. Fare tutti i giorni sempre le stesse cose diventa noioso per noi stessi e per i nostri clienti. Il cervello va stimolato affinché possa dare il meglio di sé, altrimenti si atrofizza! Proviamo a mettere in ogni giorno di lavoro un pizzico di entusiasmo, un po’ di voglia di migliorare, il desiderio di sperimentare. Non azzardiamo grandi Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 29 cambiamenti o stravaganze (le novità non sempre vengono apprezzate), ma al tempo stesso non accontentiamoci di continuare a fare solo quello che abbiamo sempre fatto. La telefonata al cliente all’arrivo in appartamento, la disponibilità a cercare per lui un indirizzo senza che ce l’abbia chiesto, ma anticipandone la necessità, sforzarci di conoscerlo il più possibile in modo da fornirgli le risposte più adeguate sono tutti modi per mantenere alta la nostra soglia di attenzione e per rendere il nostro lavoro sempre un po’ diverso e stimolante; > curiamo la comunicazione verbale e scritta. Alleniamoci ad utilizzare con i clienti un linguaggio chiaro, semplice, cortese ma diretto. Cerchiamo frasi suggestive ma sentite, che ci vengano dal cuore e utilizziamole nella nostra comunicazione scritta, nella preparazione dei moduli, nella ideazione delle promozioni. Impariamo ad evitare stili di linguaggio asettici, astratti, troppo formali e distaccati, oppure falsamente entusiasti. Se parliamo di emozioni senza provarle, queste resteranno vuote di significato. Inoltre, se forniamo un buon servizio diamogli la giusta rilevanza. Ad esempio, invece di scrivere ”Per partenze anticipate la cauzione verrà spedita direttamente al vostro indirizzo” sarà sicuramente di migliore effetto la frase: “Partenza anticipata? Nessun problema: ci lasci il suo indirizzo e riceverà la cauzione nel giro di pochi giorni”. A questo proposito, ci potranno aiutare i suggerimenti nel paragrafo 4.3 dedicato proprio alla comunicazione. In generale, e lo ripetiamo, il nostro cliente andrebbe seguito durante tutto il periodo del suo soggiorno: “Buongiorno signor Rossi, la chiamo per chiederle se sta andando tutto bene…”. Telefonate di questo genere andrebbero fatte periodicamente a tutti i clienti. Questa forma di attenzione all’inizio potrebbe spaventarci, perché sembrerebbe proprio di andarsi a cercare le seccature, ma è fondamentale dimostrare un sincero interessamento verso i nostri clienti, per farli sentire importanti e al sicuro. Evitare di conoscere i problemi non porta certo ad annullarli; piuttosto crea un’atmosfera di malessere pericolosamente contagiosa che può portarci a perdere dei clienti senza neanche saperne il motivo. 30 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 4.3 Comunicazione verbale e non verbale La nostra vita è comunicazione. Ogni genere di relazione, di scambio, di contatto con gli altri si basa sulla nostra capacità di comunicare. Migliore è questa capacità, maggiori sono i risultati che si ottengono nelle relazioni umane. Ognuno di noi pensa di saper comunicare, di essere piuttosto chiaro quando si esprime, di fornire sempre informazioni interessanti. Ma non è così scontato. Innanzitutto, l’arte di comunicare comprende anche l’ascolto. Comunicare non è solo saper parlare bene, ma anche saper capire l’altro, ascoltarlo e di conseguenza rapportarsi a lui nella maniera più consona. Quante volte marito e moglie, colleghi, fratelli, amici discutono e si trovano in disaccordo a causa di fraintendimenti! Capita comunemente che, ascoltando le motivazioni dell’uno e dell’altro, entrambi abbiano ragione. Purtroppo se non si comunica efficacemente, se non si è sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda, il risultato è una grande incomprensione a cui segue rabbia e risentimento. Per fortuna, la capacità di comunicare si può apprendere. E’ un’abilità e per raggiungerla occorre allenamento. Come negli sport, all’inizio si è impacciati e lo sforzo è elevato per un risultato minimo. Ma con costanza e buona volontà, quello che all’inizio era artificioso, frutto solo di una forzatura su di noi, con il tempo diventa molto più facile, spontaneo. Il risultato è un miglioramento dei rapporti, non solo sul lavoro, ma anche nella propria vita privata. Non è azzardato affermare che saper comunicare facilita la vita. Imparare ad utilizzare il sorriso, l’ascolto, la tolleranza nei confronti dei clienti porta automaticamente a sorridere, ascoltare, tollerare i propri colleghi, gli amici, i familiari. Saper comunicare significa risultare efficaci, ossia produrre un risultato Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 31 concreto che si traduce nella modifica dell’atteggiamento, del comportamento, delle convinzioni del nostro interlocutore. Per comunicare efficacemente dobbiamo partire da uno scopo e su quello impostare la nostra relazione con l’altro. Ad esempio, verso un cliente potremmo avere lo scopo di vendergli una vacanza, ma anche solo quello di farci conoscere, oppure di ricevere da lui nuovi contatti o semplici informazioni. Ma dobbiamo sapere esattamente cosa stiamo cercando. In caso contrario otterremo solo risultati parziali o confusi. In sintesi, per comunicazione efficace si intende: 1. Avere uno scopo, un obiettivo certo e raggiungibile 2. Sapersi esprimere in modo chiaro, conciso, interessante 3. Verificare la comprensione dell’interlocutore 4. Ascoltare in modo attivo L’ascolto attivo non è il semplice udire, quanto l’ascoltare in modo partecipato ciò che ci sta dicendo il nostro interlocutore, allo scopo di comprenderlo. L’ascolto attivo è fatto di poche parole e molti silenzi da parte nostra per permettere all’altro, durante le pause, di riflettere su quanto ha detto, riformularlo, fare eventuali precisazioni. Quindi, poniamo alcune domande al fine di capire meglio i concetti che sono emersi, anche riformulando i punti salienti di ciò che si è ascoltato, per essere certi di aver compreso e per dare all’altro la consapevolezza che è stato ascoltato e capito. La comunicazione si svolge su due canali, uno cosiddetto “verbale” (ciò che si dice) e un altro chiamato “non verbale” (come lo si dice). Quest’ultimo è il comportamento che si assume mentre si parla e che fornisce molte informazioni sui concetti che si stanno esprimendo. Spesso il corpo “parla” più delle parole stesse. Con le parole si può mentire, ma il corpo difficilmente lo fa. Gesti, posture, movimenti degli occhi, espressioni del viso manifestano chiaramente lo stato d’animo di chi sta parlando. Per chiarire, l’incisività della comunicazione è determinata da tre elemen- 32 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente ti, molto diversi l’uno dall’altro, ciascuno dei quali con un proprio peso: 1. le parole che si dicono (influiscono per il 7% sull’efficacia della comunicazione) 2. la voce, quindi il tono, il volume, il timbro (influisce per il 38%) 3. il comportamento non verbale, ovvero il “linguaggio del corpo” (influisce per ben il 55%!). Più questi tre elementi sono coerenti tra loro, più aumenta la chiarezza, e quindi il successo, della nostra comunicazione. La comunicazione non verbale è costituita da: • • • • • • • sguardo espressioni del volto uso delle mani, gesti, stretta di mano, posizione delle braccia modo di camminare postura distanza dagli altri abbigliamento Con il nostro atteggiamento costruiamo la fiducia, la sfiducia, la disponibilità, l’interesse, il disinteresse altrui. A volte diamo troppo poco peso a come ci poniamo nei confronti degli altri e restiamo male se alla fine il risultato non è quello sperato. Chiediamoci allora: > Com’è il nostro sguardo quando abbiamo a che fare con un cliente? Lo guardiamo negli occhi mostrando attenzione, interesse, evitando però di fissarlo, oppure il nostro sguardo è perso nel vuoto, distratto, assente? > Qual è l’espressione del nostro volto? Dimostriamo interesse, attenzione, gli sorridiamo con spontaneità, oppure appariamo tesi, annoiati, con un sorriso stereotipato? Noi non vediamo il nostro modo di porci, ma gli altri sì. Facciamoci aiutare dalle persone a noi più vicine, chiedendo loro di dirci come appariamo durante le conversazioni e accettiamo di buon grado anche le critiche. Impareremo a conoscerci meglio e a gestire Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 33 con maggiore efficacia i nostri stati d’animo. > Sappiamo controllare la nostra gestualità? Da buoni italiani, quando parliamo usiamo molto le mani (è talmente insito nella nostra natura che lo facciamo anche al telefono). Come le muoviamo? Ci agitiamo, incrociamo le braccia, mettiamo le mani sui fianchi, in tasca, chiudiamo il pugno, puntiamo il dito? Questi sono tutti segnali di chiusura, se non addirittura di aggressività. Le mani saranno sempre aperte e, se non le utilizziamo, saranno allacciate davanti a noi o distese, come le braccia, lungo i fianchi, o appoggiate sul tavolo. Devono aiutarci a comunicare non trasmettere ansia. Come diamo la mano? Ben aperta, con una stretta vigorosa che dimostra sicurezza, vitalità, energia oppure concediamo solo le dita generando un contatto fiacco, passivo, inefficace? > Qual è il nostro modo di camminare? Anche il modo di camminare comunica al cliente la nostra disponibilità e capacità di soddisfarlo. Passi brevi e affrettati o piedi strascicati non infondono sicurezza. I primi comunicano “sbrighiamoci, ho poco tempo” i secondi invece “il tempo non passa mai e quello che faccio mi annoia terribilmente”. Se ci capita di dover camminare insieme al cliente (ad es. per visitare un appartamento) per prima cosa adattiamo il nostro passo al suo (se va spedito o più tranquillo), quindi pensiamo anche a come muoviamo i piedi. > In quale posizione stiamo? La postura, ovvero la posizione assunta dal nostro corpo dovrebbe essere sciolta, disinvolta. Dobbiamo apparire a nostro agio sia in quello che facciamo che nel contatto con il nostro cliente. Questo non significa ovviamente apparire troppo rilassati o annoiati, assumendo una posizione curva, appoggiandoci al tavolo o al muro. Rimaniamo eretti, composti anche se non impalati. E’ sempre preferibile stare in piedi se il cliente è in piedi oppure sederci insieme a lui. In questo caso le gambe saranno vicine, meglio se non accavallate. > Teniamo una distanza corretta? Se siamo troppo lontani indeboliamo la comunicazione, ma se siamo troppo vicini creiamo imbarazzo nell’interlocutore. Esistono delle regole non scritte ma precise per le quali la vicinanza con l’altra persona dipende dal tipo di relazione che si ha con lei. Più questa è intima più la distanza si accorcia. Più i rapporti sono formali più la distanza aumenta. Davanti a un nuovo cliente la distanza è 34 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente massima (intorno al mezzo metro), ma a mano a mano che la conoscenza migliora questa si riduce anche se non sarà mai nulla (come succede ad esempio tra una coppia di innamorati). Se invece il cliente si mantiene a distanza, ciò significa che vuole avere rapporti molto formali con noi (e noi ci adegueremo di conseguenza) oppure che qualcosa lo disturba, che c’è qualche problema. Sta a noi scoprire cosa è successo. E se invece il cliente si avvicina troppo? Se supera l’invisibile barriera stabilita dalle relazioni sociali forse gli abbiamo dato troppa confidenza (o se la sta prendendo lui deliberatamente). A questo punto, garbatamente, indietreggeremo, riportando l’interlocutore di là dal confine relazionale, permettendoci così di riprendere il controllo della situazione. > Siamo adeguatamente vestiti e curati? Dobbiamo essere per forza in “doppiopetto grigio”? No, ma neanche agghindati come per andare in discoteca o trascurati come se ci dovessimo occupare di faccende domestiche. Partiamo dalla pulizia e dall’igiene personale. Questa deve essere garantita (l’odore di poco pulito, di sudore non facilitano certo l’interrelazione). Doccia quotidiana, capelli puliti e curati e, per le donne, gioielli e trucco discreto, mani e unghie a posto (rossetti troppo aggressivi, smalti bianchi, viola, neri, unghie lunghissime o mangiucchiate respingono invece di attirare), viso rasato (o barba leggera e curata) per gli uomini sono presupposti indispensabili quando si lavora con e per le altre persone. L’abbigliamento dipenderà dallo stile della nostra agenzia, dal tipo di clienti con cui trattiamo, dalla posizione geografica. Ricordiamoci però che la stravaganza può piacere a qualcuno ma non ad altri. La trasandatezza poi non piace a nessuno. Un abbigliamento semplice ma formale e curato andrà generalmente bene e ci faciliterà nei rapporti con i colleghi e i clienti. Soprattutto in fase di trattativa, l’abbigliamento è fondamentale, come vedremo nel cap. 5 (paragrafo 5.1) dedicato appunto al momento della vendita. ! E’ impossibile non comunicare: anche i silenzi (e forse addirittura più delle parole) trasmettono un messaggio all’altro e vengono da questo interpretati. Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 35 E se è il nostro cliente ad avere un comportamento non verbale scorretto? Purtroppo non possiamo influire sul suo comportamento a meno che questo non vada oltre i limiti. Sicuramente eventuali gesti eccessivi, abbigliamento troppo eccentrico, scarsa pulizia, postura scorretta ci creeranno un po’ di difficoltà. E allora, visto che non possiamo correggerli, usiamo i difetti dei nostri clienti come uno specchio e immaginiamo come appariremmo se fossimo noi a comportarci in quel modo… 4.4 Comprendere gli altri usando l’empatia Una delle principali difficoltà che si incontrano svolgendo un lavoro a contatto con gli altri, e lo abbiamo visto, è quella di riuscire a sintonizzarci con le persone (colleghi o clienti), di capire le loro motivazioni, senza farci guidare dalle nostre emozioni. Certo, è pressoché impossibile, quando entriamo in contatto con gli altri, non provare sentimenti che vanno dalla simpatia all’antipatia, passando per l’indifferenza. Eppure, per svolgere bene il nostro lavoro dobbiamo imparare a controllare le nostre reazioni. Per questo ci aiuteremo con l’empatia. L’empatia è l’attitudine, la capacità di far sentire all’interlocutore che percepiamo i suoi sentimenti e li comprendiamo. Alla base dell’empatia c’è una domanda che poniamo a noi stessi: se io fossi al suo posto, come mi sentirei? Di cosa avrei bisogno? Benché ciascuno di noi abbia una maggiore o minore propensione ai rapporti umani, l’empatia non è una capacità innata, ma una tecnica di comportamento che quindi si può apprendere. Utilizzare l’empatia ci servirà per dosare il nostro coinvolgimento emotivo. Ma non confondiamola con la simpatia: questa infatti è costituita da un forte coinvolgimento nell’emozione altrui, che non ci aiuta a fornire il 36 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente giusto sostegno in caso l’altro ne abbia bisogno. Infatti, la simpatia ci toglie la lucidità necessaria per valutare con distacco la situazione in modo da trovare la soluzione ottimale. Questo tipo di autocontrollo, invece, ce lo fornisce l’empatia, grazie alla quale riusciamo a calarci nei panni degli altri, a comprenderne bisogni ed emozioni, tenendo però sotto controllo il nostro coinvolgimento emotivo. Si tratta di un interesse sincero verso l’altro, ma esclusivamente professionale. La nostra mente rimane sgombra dalle emozioni ed è più facile trovare le giuste risposte da dare a chi ci è di fronte. Naturalmente, non è affatto facile tenere sotto controllo la propria emotività, ma se non altro occorre imparare a controllare il proprio comportamento, in modo da non suscitare reazioni negative negli altri. Anche l’apatia, ovvero l’indifferenza, il distacco eccessivo, va combattuta. Non farsi affatto coinvolgere dal proprio lavoro, ritenere sempre che “il problema non è mio”, pensare di fare sempre abbastanza non ci aiuta a lavorare con successo e può creare delle situazioni di conflittualità con i colleghi, oltre che generare insoddisfazione nei clienti. Ecco due esempi su come cambia il grado di efficacia della nostra comunicazione a seconda che si utilizzi un atteggiamento empatico o, piuttosto, ci si lasci trasportare dalla simpatia o peggio dall’apatia. 1° Esempio La Signora Rossi ha trovato l’appartamento su misura per la sua settimana al mare. Le piace ed è quello che desiderava, purtroppo ha un difetto: non è direttamente sulla spiaggia ma a 10 minuti a piedi da quest’ultima. Il marito sicuramente non sarebbe disposto a camminare per più di pochi passi e la cosa diventerebbe un problema. A malincuore, sta quindi pensando di rinunciarci. Simpatia L’agente emotivo teme che la signora possa avere difficoltà con il marito ed eventualmente crearne all’agenzia durante il loro soggiorno, quindi preferisce evitare il rischio: “Che peccato signora Rossi, perché questo è proprio un bell’appartamento. Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 37 Purtroppo però ha ragione, la posizione è distante dalla spiaggia e se suo marito non ama camminare rischiereste di non godervi le meritate vacanze! C’è l’autobus che passa da qui molto spesso, ma è chiaro che non è esattamente quello che volevate”. Apatia L’agente indifferente non cerca una soluzione per la signora Rossi che la rassicuri e al tempo stesso porti a concludere felicemente la trattativa di vendita, ma la lascia da sola a risolvere il suo problema: “Mi dispiace, ma la distanza dal mare c’è e non ho altri appartamenti di questo livello disponibili vicino alla spiaggia. So che da qui passa spesso l’autobus. Sta a lei decidere cosa preferisce fare”. Empatia L’agente esperto comprende lo stato d’animo della signora Rossi, che desidera affittare l’appartamento, ma al tempo stesso ha bisogno di essere rassicurata e di trovare una soluzione da proporre al marito in modo da convincerlo alla scelta. “Ha perfettamente ragione signora Rossi, l’appartamento è a una certa distanza dal mare, ma se questa è l’unica ragione della sua perplessità non deve preoccuparsi perché ogni 5 minuti passa un comodo autobus che si ferma proprio davanti a casa e vi fa scendere di fronte alla spiaggia. In questo modo suo marito non sarebbe costretto a camminare e vi godreste davvero un’ottima vacanza perché l’appartamento, lo ha visto, ha proprio i requisiti che state cercando!”. 2° Esempio Il signor Franchini chiama l’agenzia lamentandosi perché il frigorifero non raffredda a sufficienza. E’ abbastanza seccato dell’inconveniente e chiede quando potrà essere riparato. Simpatia L’agente emotivo si sente dispiaciuto e imbarazzato. Fa sua la sensazione di disagio del cliente, si sente impotente perché il manutentore prima dell’indomani 38 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente non potrà occuparsene e peggiora la situazione sottolineando la sua incapacità a risolvere la questione: “E’ incredibile! Avevo pregato il manutentore di controllarli tutti ma si vede che aveva fretta e quello non lo ha guardato! Eh, quando c’è troppo da fare le cose non vengono fatte bene! Speriamo non le vada a male tutto, perché per oggi è certamente impossibile che il manutentore possa venire!”. Apatia L’agente indifferente ha fretta di evitare la seccatura rimandandola al giorno dopo. Sa che per quel giorno non c’è possibilità di soluzione e non intende perdere tempo avvisando il manutentore. In tal modo comunica al cliente “il problema non è mio”, aumentando così l’ansia e l’insoddisfazione della persona: “Purtroppo signor Franchini per oggi c’è poco da fare. Anche se parlassi con il manutentore non riuscirebbe a venire da lei in giornata perché ormai è tardi. Le faccio sapere qualcosa domani”. Empatia L’agente attento comprende che il cliente desidera sottolineare il carattere d’urgenza del suo problema e vuole una risposta rapida e certa. E’ probabile che il manutentore non potrà risolvere subito il problema, ma attivandosi immediatamente dimostrerà che ha compreso il suo disagio e che fa di tutto per risolvere la situazione. Inoltre, il tecnico anche per telefono potrebbe capire il problema e fornire consigli per provare a far funzionare il frigorifero: “Signor Franchini, sono davvero dispiaciuto che il frigorifero non raffreddi a sufficienza nonostante il manutentore l’abbia controllato proprio prima del vostro arrivo. Non si preoccupi però: adesso lo chiamo e gli spiego esattamente qual è il problema. E’ tardi e non è detto che riesca a venire entro la serata, ma intanto potrebbe già capire di cosa si tratta. Nel frattempo, le suggerisco di aprirlo il meno possibile per non alzarne ulteriormente la temperatura. Appena ho parlato con il manutentore la richiamo subito. Ci scusi ancora!”. 4.5 I 7 momenti della verità La relazione con il nostro cliente dura, lo abbiamo detto, dal primo contatto fino ed oltre la sua partenza. Ecco, schematicamente, le fasi in cui Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 39 entriamo in rapporto con lui ed abbiamo l’occasione di fornirgli un buon servizio: 1° Richiesta di informazioni. Questa può avvenire per telefono, via email o direttamente in agenzia. Il cliente non ci conosce e in questo primo contatto cerca di farsi un’idea non solo del tipo di sistemazioni che proponiamo ma anche della nostra efficienza e professionalità. 2° Conferma della richiesta. Anche questa può avvenire per telefono, via e-mail o direttamente in agenzia. E’ una fase estremamente delicata, che richiede tutta la nostra professionalità, esperienza, pazienza ed empatia. 3° Arrivo del cliente. E’ il primo giorno di vacanza del nostro cliente e la prima cosa che fa, naturalmente, è quella di recarsi in agenzia. In questo caso, oltre a svolgere le normali procedure (firma del contratto, informazioni sull’appartamento e sulla località, consegna delle chiavi, etc.) dobbiamo fornire un ottimo servizio, fatto di efficienza, professionalità e capacità di rispondere adeguatamente ad ogni domanda. 4° Ingresso in appartamento. Nei primi 20 minuti dall’arrivo del cliente in appartamento si forma l’80% del suo giudizio sulla qualità dell’alloggio, sulla nostra capacità professionale (che sarà considerata tanto più elevata quanto più saremo riusciti a comprendere e soddisfare le sue aspettative), e quindi sulla qualità della sua vacanza. Per questo è oltremodo necessario, soprattutto se non è possibile accompagnarlo personalmente, verificare la sua reazione contattandolo telefonicamente dopo mezz’ora circa dal momento in cui si presume abbia fatto il suo ingresso nell’alloggio. 5° Gestione dei rapporti durante la permanenza. Potrà trattarsi di una semplice richiesta di informazioni per aiutarlo a muoversi meglio all’interno dell’appartamento o nella località stessa, oppure sarà una richiesta di dotazioni mancanti, di manutenzione o un vero e proprio reclamo. Ciascuno di questi contatti ha bisogno di una risposta immediata e professionale, che lasci soddisfatto il cliente. Anche la persona che non chiama va comunque contattata (almeno una volta nell’arco di una settimana) per verificare il buon andamento del suo soggiorno. 6° Partenza. Il cliente viene in agenzia e consegna le chiavi. E’ il mo- 40 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente mento dei saluti, degli ultimi scambi di informazioni e degli eventuali commenti. E’ anche l’ultima occasione di parlargli faccia a faccia perché probabilmente per diversi mesi questa opportunità non si ripresenterà più. In questo momento quindi occorre consolidare la sua fedeltà lasciandogli un ricordo il più possibile positivo. 7° Follow up. Dopo qualche giorno il cliente andrebbe ricontattato per informarsi sulla qualità del viaggio di ritorno e del rientro alla quotidianità. E’ un gesto di interessamento nei suoi confronti che di solito sortisce un effetto molto positivo, soprattutto perché in genere non se lo aspetta. Il follow up può proseguire periodicamente, soprattutto con i clienti più importanti e fedeli, per comunicare novità, promozioni, per fare gli auguri di buon compleanno, buone feste, etc. Il contatto telefonico va comunque gestito con estrema delicatezza per non risultare invadenti, quindi sgradevoli. Il follow up, naturalmente, può anche avvenire per posta, usando una comunicazione spigliata, piacevole, per dare il nostro bentornato a casa o per farci ricordare con simpatia. Li abbiamo chiamati “momenti della verità” perché ciascuno di essi è un momento critico fondamentale per costruire o consolidare la fedeltà del nostro cliente. Trascurarne anche uno solamente significherebbe pregiudicare il risultato finale. 4.6 Il contatto con il cliente Quando un cliente entra in contatto con noi per la prima volta (per telefono, visitando direttamente l’agenzia o via e-mail), fin dal primo istante inizierà a giudicarci e a costruirsi l’immagine relativa alla nostra capacità e professionalità. Se la prima impressione risulterà negativa (o inferiore alle sue aspettative) il nostro lavoro sarà aggravato dallo sforzo di riconquistare la sua fiducia. I primi contatti quindi sono fondamentali per fornire un’impressione positiva e far sì che il cliente diventi “facile” e forse anche fedele nel tempo. Sappiamo infatti quanto sia più semplice accontentare un cliente che già conosciamo, che ci conosce e si fida di noi, rispetto ad Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 41 uno nuovo a cui dobbiamo spiegare ogni aspetto dei nostri prodotti e costruire dal nulla un rapporto di fiducia. ! RICORDA! Non avremo mai una seconda occasione per fornire una buona prima impressione. Tutto ciò che ci riguarda concorrerà alla costruzione di questo rapporto di fiducia, che sarà più o meno solido in base alla qualità della relazione che instaureremo. Sono tanti gli elementi che gli parleranno di noi: la velocità e qualità della risposta al telefono, il tono della voce, lo stile aziendale, la nostra disponibilità e professionalità, ma anche la cura del nostro aspetto e quello della nostra agenzia. Sarebbe importante, per cominciare, sapere se la persona che sta parlando con noi è un nuovo cliente, un cliente fedele, un ex cliente che torna o una persona che era già entrata in contatto con noi, ma non aveva mai acquistato una vacanza nella nostra agenzia. E’ chiaro che, a parte alcuni casi, sarà impossibile ricordarci di ciascuno. Per questo, periodicamente, e rigorosamente a inizio stagione, rinfreschiamoci la memoria scorrendo i nominativi (e possibilmente le caratteristiche) dei clienti dello scorso anno e teniamo comunque a portata di mano i file relativi ai clienti degli anni precedenti. Sarebbe opportuno riuscire a ricordare almeno i clienti più importanti (quelli che hanno soggiornato più a lungo, quelli che ritornano già da alcuni anni, quelli che ci hanno procurato nuovi contatti). Parlando con loro apriremo la cartella che li riguarda e che dovrà contenere più informazioni possibili sulle loro caratteristiche. Nel caso si tratti di clienti noti, ovviamente riserveremo loro un saluto più caloroso, chiedendo ad esempio notizie sulla famiglia (avendo a portata di mano il loro profilo sarà più facile farlo e citarne i familiari chiamandoli per nome). Se non li riconosciamo, chiediamo con garbo se sono già stati nostri clienti e, in caso affermativo, rintracciamo il file che li riguarda e, sulla base delle informazioni relative al passato, prepariamo una nuova proposta su misura per loro. Ma passiamo adesso ad esaminare ciascuna situazione nello specifico. 42 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente In questa sezione affronteremo la questione “accoglienza” sia al telefono che in occasione della visita diretta, mentre per quanto riguarda la gestione della posta elettronica rimandiamo al capitolo 5, in cui consideriamo la comunicazione scritta. L’accoglienza al telefono Il telefono squilla…. quante volte? Una, due, tre…. o di più? Il primo segnale di buona accoglienza sta nella prontezza a rispondere. Abbiamo un cliente davanti a noi, siamo impegnati su un conteggio, dobbiamo assolutamente terminare un lavoro…. alt! Interrompiamo quello che stiamo facendo, scusiamoci con il cliente che abbiamo di fronte e rispondiamo al telefono sorridendo e scandendo le parole “Buongiorno, sono Francesca dell’Agenzia…!”. Rispondendo, pensiamo sempre al fatto che il nostro lavoro è anche quello di vendere vacanze, quindi allegria, spensieratezza, libertà. La nostra risposta dovrà trasmettere queste sensazioni a chi ci chiama, e quindi formuleremo un gioioso buongiorno, pur rimanendo professionali. Non si tratta infatti di dare risposte sciocche o sguaiate, ma solo di infondere un pizzico di buonumore in chi si trova al capo opposto della cornetta. Rispondendo con vitalità, con un bel sorriso, trasmetteremo già un po’ di aria di vacanza, aumentando nel potenziale cliente la voglia di esserci, acquistando un soggiorno da noi. Il messaggio implicito nel nostro modo di comunicare dovrebbe essere: “Ciao, noi ci stiamo impegnando per i nostri clienti, e lavorare in un posto di vacanza è molto piacevole. Qui si sta davvero bene, vieni a provarlo!”. Ascoltiamo le richieste della persona che ci ha contattato e prendiamo appunti (per questo facciamo in modo di avere sempre carta e penna a disposizione). Annotiamo anche nome e cognome della persona (se non lo Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 43 abbiamo capito chiediamo gentilmente di ripeterlo), in modo da utilizzarli durante il colloquio; verifichiamo se è già nostro cliente quindi forniamo la risposta più completa e veloce possibile. Se non siamo noi in grado di farlo e la persona di riferimento è assente o impegnata, oppure se la richiesta comporta tempi di attesa un po’ lunghi, scusiamoci dicendo: “Signor Rossi, in questo momento non posso darle la risposta che desidera. Fernanda, la mia collega che potrebbe aiutarla, in questo momento è assente. Mi lasci il suo numero di telefono e la chiamerò entro…”. Oppure: “Mi dispiace tenerla troppo in attesa. Se mi lascia un suo recapito telefonico, nel giro di pochi minuti la richiamo io”. Non lasciamo al cliente la facoltà di decidere se e quando ricontattarci. Rischiamo che non lo faccia più e, inoltre, non gli diamo la sensazione che la sua richiesta sia importante per noi. Annotandoci i suoi dati riusciamo inoltre ad avere un suo riferimento per poterlo contattare anche in altri momenti (ad esempio per alcune promozioni mirate). Ricordiamoci che chi ci contatta sta cercando qualcuno a cui affidarsi, in cui credere. Non abbandoniamolo mai. Una delle cose più antipatiche (e frequenti) che succedono quando si è al telefono è invece proprio quella di essere abbandonati e messi in attesa per parecchi secondi (“per non perdere la priorità acquisita…”) o di sentire la propria comunicazione trasferita su un altro telefono che però squilla a vuoto tanto da costringerci ad abbassare la cornetta e a richiamare. Un altro deterrente per chi telefona (soprattutto se non è un tipo paziente né giovanissimo) è la comunicazione registrata con diverse domande a cui rispondere digitando un tasto: basta un errore o il trovare occupato e… si ricomincia tutto daccapo! Gestire bene una telefonata significa occuparsene dal momento in cui l’apparecchio suona fino al termine della conversazione. Ecco le classiche ma fondamentali regole per rispondere correttamente: > Solleviamo la cornetta entro il 3° squillo. E’ un segno di rispetto verso colui che chiama. Un incessante segnale di “libero” dà all’interlocutore la sensazione che l’ufficio sia chiuso oppure in tilt per il troppo lavoro o addirittura che a nessuno interessi raccogliere la sua richiesta. Tra l’altro un telefono che continua a suonare disturba chi è presente in agenzia, colleghi e clienti. Dopo aver sollevato la cornetta salutiamo sfoderando 44 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente uno smagliante sorriso: “Buongiorno!”,“Buonasera!”. > Identifichiamo subito noi stessi e l’agenzia. Chi chiama vuole sapere a chi corrisponde la voce e se ha fatto il numero giusto. Non lasciamo che sia lui a chiedercelo! Quindi presentiamoci e presentiamo la nostra agenzia “Buongiorno! Sono Francesca, Agenzia Immobiliare… Con chi ho il piacere di parlare?”. > Moduliamo la voce in modo gradevole. Ci ricordiamo quanto detto a proposito della comunicazione verbale e non verbale? Nei contatti faccia a faccia il 55% della comunicazione si basa sul linguaggio del corpo, il 38% sul tono della voce e solo il 7% sulle parole che vengono dette. Al telefono invece, mancando la componente vis-à-vis, ben l’83% della comunicazione dipende dal tono della voce e solo il 17% dalle parole utilizzate. Cerchiamo quindi di non ripetere sempre le stesse frasi per non apparire monotoni e “piatti”. Diamo vivacità, freschezza al nostro tono di voce. Per farlo, rispondiamo sorridendo, evitiamo frasi standard e adattiamo piuttosto di volta in volta la comunicazione all’interlocutore. Basta una parola per rinnovare la frase intera e renderla più gradevole: l’entusiasmo è contagioso e predispone meglio alla conversazione. Inoltre, ricordiamo che spesso qualche cliente è presente, ci guarda e ci giudica. Non assumiamo l’aria seccata o annoiata, neanche se al telefono c’è il peggiore dei seccatori: in questo caso cerchiamo di concludere al più presto la comunicazione, ma sempre con garbo e cortesia. Quindi evitiamo ogni tipo di commento o espressione del viso che comunichi al cliente di fronte a noi il nostro stato d’animo. Vedendo la nostra reazione, chi gli garantisce che, quando ci contatta lui, noi non ci comportiamo nello stesso modo? > Usiamo, senza abusarne, il cognome del nostro interlocutore, in modo da personalizzare il colloquio e mantenere alta l’attenzione del cliente, ma anche la nostra. Usando il nome della persona con cui stiamo parlando, infatti, sentiremo di parlare a qualcuno, non semplicemente di dire delle cose (sempre più o meno le stesse) in astratto. Quando iniziamo la conversazione, dopo esserci presentati, chiediamo con cortesia il nome dell’altra persona (“Sto parlando con la signora…?”), quindi scriviamolo in modo da non dimenticarlo nel corso della telefonata. Per essere certi di averlo compreso, dopo averlo saputo, ripetiamolo per avere la conferma Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 45 di pronunciarlo correttamente. Non c’è niente di più irritante del sentire storpiato il proprio nome! > Parliamo in modo corretto. Non diamo per scontate le informazioni, anche le più banali e anche se le abbiamo ripetute tante e tante volte. Evitiamo modi di dire, intercalari dialettali, frasi troppo colloquiali (“Okay”, “Eh già”, “Vabbè”, “Ci vediamo!”, “Stia bene!”, “Le vie del Signore sono infinite”…). Siamo professionali, positivi, corretti (“Certamente Signor Rossi, me ne occuperò personalmente e le darò una risposta entro domani”). > Parliamo lentamente e in modo chiaro. Non parliamo troppo in fretta o il nostro interlocutore non riuscirà a seguirci e sarà costretto a chiederci di ripetere… Tutto tempo perso e fatica sprecata! Parlando prendiamo fiato, facciamo brevi pause alla fine di ogni informazione, in modo da dare a chi ci ascolta il tempo di elaborare ciò che abbiamo detto ed eventualmente di intervenire. Siamo però concisi, evitando di perderci in un mare di parole e di pignolerie. > Forniamo solo informazioni mirate. Ascoltando il cliente mentre parla, sapremo individuare più facilmente cosa desidera sapere. A seconda che si tratti di una famiglia con bambini piccoli, di una coppia non più giovane, di un gruppo di ragazzi, le esigenze naturalmente cambieranno e di conseguenza anche le nostre risposte. Iniziamo con il dare informazioni di massima, quelle più importanti per noi e per lui, e se il cliente intende approfondire sarà lui a decidere. Evitiamo informazioni superflue: sarà meno faticoso anche per noi e il nostro cliente non rischierà di addormentarsi al telefono (o di innervosirsi). Per essere il più esaurienti possibile, teniamo pronti alcuni script mirati a seconda della clientela (gruppi di giovani, coppie senza figli, anziani, famiglie con bambini…). Traduciamoli in inglese e naturalmente nelle principali lingue dei nostri clienti. Aggiorniamoli aggiungendoci sempre le novità che riguardano il prodotto offerto. Non iniziamo la nostra presentazione con “Niente…”, “Beh, allora…”, “Dunque…”. > Dedichiamo tutta la nostra attenzione. Non pensiamo che facendo altro mentre siamo al telefono chi è in linea con noi non se ne accorga. Immediatamente percepirà la disattenzione, magari catturando brevi frasi 46 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente sussurrate al collega o non capendo informazioni invece rivolte ad altri, o ricevendo risposte del tipo “Certo, certo”, che denunciano un disinteresse (e una mancanza di rispetto) nei suoi confronti. Occuparsi di più cose nello stesso momento tra l’altro, rischia di farci sbagliare, di fornire indicazioni parziali o scorrette, di non ascoltare richieste o ragguagli importanti da parte del cliente. > Non interrompiamo il cliente quando parla. Nessuno ama essere interrotto. Ognuno di noi è concentrato soprattutto su ciò che lo riguarda e si sente ferito se a ciò che dice non viene dato il valore che si aspetta. Interrompere chi parla non fa guadagnare tempo, perché blocca la comunicazione: la persona che parla si chiude e non ascolta perché desidera solo finire di dire ciò che ha in mente e che per lei ha una notevole importanza (e anche se di fatto non ne avesse non cambia niente). Ascoltiamo con benevolenza, anche se quel giorno è la cinquantesima persona che ci fa la stessa domanda. E’ il nostro lavoro, e come ogni lavoro ha parti più difficili o noiose che vanno comunque compiute con competenza e professionalità. > Ripetiamo le informazioni ricevute. Ripetendo gli aspetti salienti delle richieste da parte del cliente, non correremo il rischio di dimenticare o fraintendere qualcosa di importante. Inoltre, rassicureremo il cliente che ciò che ha detto è stato ascoltato e compreso. Gli comunicheremo che ci stiamo occupando di lui e che il suo benessere ci sta a cuore. L’accoglienza in agenzia Quando un cliente entra in agenzia per la prima volta, nel momento stesso in cui si trova di fronte alla vetrina, comincia a farsi strada nella sua mente l’immagine della nostra capacità e professionalità e quindi inizia a decidere se e quanto fidarsi di noi. Ogni aspetto, ogni singolo elemento con cui entrerà in contatto concorrerà a trasformarlo o meno in un cliente. Iniziamo con il chiederci se diamo sufficiente importanza all’immagine complessiva che offriamo. Questa è costituita anche dall’ambiente in cui lo riceviamo, dalla cura che riserviamo all’ufficio e agli oggetti che lo compongono, dall’ordine della nostra scrivania, dalla pulizia. Il cliente che en- Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 47 tra in un ufficio pulito e gradevole e dove tutto è in ordine ha la sensazione che anche i suoi impiegati siano altrettanto gradevoli, precisi, professionali. Soprattutto se si tratta della sua prima visita in agenzia, questi elementi lo aiutano a sentirsi maggiormente a suo agio. Come va accolto? Se è un cliente noto il nostro saluto sarà decisamente caloroso, ma anche la persona che varca per la prima volta la soglia della nostra agenzia vuole sentirsi un cliente gradito. Un’accoglienza sinceramente calda con un largo sorriso e una bella frase di benvenuto sono indispensabili: “Buongiorno! Sono Liliana Franchi, molto lieta di conoscerla!”. Quindi: “Si accomodi. Con chi ho il piacere di parlare?”. Appena una persona entra occorre darle la priorità, interrompendo quello che stavamo facendo e occupandoci di lei. Questo atteggiamento, tra l’altro, dovrebbe essere una costante anche verso i clienti che stanno soggiornando in uno dei nostri appartamenti. Nel caso in cui proprio non possiamo lasciare quello che stiamo facendo (ad esempio, se ci stiamo già occupando di un altro cliente presente in agenzia), guardiamo la persona che è entrata, salutiamola adeguatamente e rassicuriamola: offriamole da sedersi e qualcosa da bere (“Gradisce un caffè/un bicchiere d’acqua fresca?”) assicurandole che ci occuperemo di lei appena possibile. Se invece siamo al telefono con un cliente, rivolgiamo a chi entra in agenzia un bel sorriso e uno sguardo “d’intesa” che sottintenda un messaggio di questo genere: “Buongiorno! Ho visto che lei è entrato e farò più presto possibile in modo da dedicarmi completamente a lei”. Se il colloquio al telefono andasse per le lunghe o se non si trattasse di un cliente ma di questioni interne, valutiamo se è il caso di interrompere cortesemente la comunicazione offrendoci naturalmente di richiamare noi non appena saremo di nuovo liberi. Quando siamo insieme al cliente, se questi non ci conosce ed ha bisogno 48 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente di informazioni, la prima cosa da fare dopo esserci presentati è quella di offrire il nostro biglietto da visita (se non lo possediamo personalizzato, diamo quello dell’agenzia e scriviamo sopra il nostro nome). Di solito, se lo possiede, il cliente automaticamente ci offrirà il suo. In caso non lo facesse, ma riteniamo possa averlo con sé, chiediamoglielo cortesemente, oppure domandiamo il suo nome (e scriviamolo in modo da utilizzarlo durante la conversazione). Proponiamogli naturalmente i nostri depliant, che saranno sempre in vista sul desk, in numero sufficientemente adeguato. Parlando di comunicazione verbale e non verbale, abbiamo visto come sia importante ascoltare attivamente e sintonizzarsi con il cliente usando l’empatia. Utilizziamo allora questi consigli per riuscire a capire cosa questi vuole e quali risposte fornirgli. L’aspetto specifico della vendita sarà trattato più nel dettaglio nel capitolo 5; intanto, rimanendo alla fase dell’accoglienza, tutto il nostro sforzo deve mirare al seguente obiettivo, ovvero, comunicare alla persona che: • ci fa piacere che abbia scelto la nostra agenzia (sono i clienti infatti che ci assicurano il nostro stipendio!); • desideriamo metterla a proprio agio (anche perché in questo modo il nostro lavoro diventa più semplice); • il nostro compito principale è trovare una risposta su misura per le sue esigenze (è soprattutto da questa capacità che si misura la nostra professionalità); • ci prendiamo cura di lei volentieri (in caso contrario vuol dire che abbiamo sbagliato lavoro!). Non sempre è facile avere a che fare con tante persone e spesso così diverse tra loro. Capita quindi che uno stile di accoglienza adatto ad un certo tipo di individuo non funzioni altrettanto bene con un altro. Per aiutarci nella scelta dell’approccio da tenere possiamo seguire il consiglio degli esperti, che hanno raggruppato i diversi modi di interagire degli individui in 4 principali stili comportamentali: 1. Stile dominante: riguarda la persona sicura di sé, esigente, esperta, che difficilmente si fa convincere se non vuole, ma al contrario sa imporsi ed è abile nel mettere in difficoltà gli altri. Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 49 Atteggiamento da tenere: elasticità, professionalità, sicurezza. Occorre essere discreti, calmi e tolleranti, ma dimostrare ugualmente del carattere. L’importante è non apparire spiazzati o tanto meno spaventati. 2. Stile compiacente: è quello di una persona amichevole, che desidera piacere agli altri e quindi risulta facile da accontentare e di conseguenza da gestire. In compenso se qualcosa non funziona difficilmente manifesta apertamente la propria insoddisfazione e pur sorridendo ci saluta per non tornare mai più. Atteggiamento da tenere: la sua disponibilità non va sottovalutata; occorre offrirle attenzione mantenendo un atteggiamento amichevole, informale, rilassato, in modo da conquistarne la fiducia e conoscerne le eventuali difficoltà. 3. Stile espressivo: di solito si tratta di una persona egocentrica, ma al tempo stesso insicura, emotiva. Per questa ragione spesso è impulsiva e intollerante. Atteggiamento da tenere: va rassicurata, occorre darle importanza, chiederle la sua opinione in modo da darle il servizio migliore. Se ha la sensazione di essere tenuta in considerazione diventa un cliente facile da gestire e molto adattabile. L’importante è che pensi sempre di essere lei a volerlo e non che qualcuno voglia imporle qualcosa. 4. Stile analitico: è tipico di una persona riflessiva, che pondera ogni decisione, di solito calma, razionale e piuttosto prevedibile. Non ama troppo le novità, tanto meno gli imprevisti. Preferisce avere tutto sotto controllo. Atteggiamento da tenere: occorre lasciarle il tempo per decidere. Mai metterle fretta, farle pressione. E’ una persona facile da gestire purché le si offrano informazioni chiare e le si dia il tempo di verificare quanto le viene proposto. Si tratta ovviamente di una semplificazione e difficilmente troveremo persone che incarnano un unico stile. In genere, ciascun individuo racchiude in sé più stili contemporaneamente; sta a noi individuare quello dominante e adattare ad esso il nostro comportamento. 50 Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente Per garantire un’accoglienza professionale, che duri dal momento dell’arrivo fino alla conclusione del soggiorno, occorre tenere costantemente in memoria questi principi: • concentriamoci sui primi 5 minuti di contatto: è un momento cruciale, perché il cliente deve sentirsi ben accolto, addirittura atteso. Salutiamolo subito, per primi, in modo da fargli capire che siamo lì per occuparci di lui; • guardiamo il cliente negli occhi: uno sguardo aperto, cordiale, ma al tempo stesso discreto (non puntiamogli gli occhi addosso) dimostrerà al cliente interesse (quindi né curiosità né disinteresse) e ci aiuterà, osservandolo, a capire di che persona si tratta; • adattiamo ciò che diciamo e come lo diciamo al cliente: la velocità del dialogo, il tono e l’inflessione contribuiscono a rendere più chiare (o più confuse) le nostre parole. Oltre a scegliere con attenzione gli argomenti, proponiamoli al ritmo più adatto per quella persona (tenendo conto del fatto che sia giovane, anziano, se ha bimbi piccoli con sé, se è da solo o in compagnia, etc.); • utilizziamo il cognome del cliente: una volta saputo, va inserito ogni tanto nella conversazione, ma senza abusarne, quando abbiamo bisogno di aumentare la sua attenzione e per dargli importanza; • evitiamo frasi fatte: i saluti e le frasi di cortesia, se ripetuti troppe volte al giorno, perdono di vivacità, sbiadiscono. Cambiamoli, rinfreschiamo il nostro vocabolario: sarà più piacevole anche per noi e appariremo più autentici, più spontanei; • facciamo sentire importante il cliente: mettiamo in primo piano lui e le sue esigenze invece delle nostre; senza dimostrarci servili, sforziamoci di capire di cosa ha bisogno, qual è la soluzione più giusta per lui; • rispettiamo la privacy del cliente: chiediamo informazioni non per curiosità ma solo in funzione del nostro obiettivo, quello di soddisfarlo. Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 51 Attenzione quindi alle domande che poniamo, non cerchiamo di sapere se chi lo accompagna è la moglie, la compagna o una semplice avventura. La cosa non ci riguarda. In generale, facciamo attenzione al rispetto della privacy del cliente in ogni contatto che abbiamo con lui, di persona o per telefono, controllando il tono della voce e dimostrandoci il più possibile discreti. Come dobbiamo comportarci, invece, se arrivano in agenzia “tutti insieme”? Capita spesso che a momenti di assoluta calma si alternino situazioni di attività frenetica, perché più clienti hanno fatto il loro ingresso in agenzia praticamente nello stesso istante. Tranquilli. Non facciamoci prendere dal panico, non assumiamo un’aria affranta o disperata e neanche insofferente. ! Diamo sempre la sensazione di avere la situazione sotto controllo o non faremo altro che peggiorare la situazione innervosendo ulteriormente i clienti in attesa. Ecco alcuni consigli: • salutiamo ogni persona che entra, offrendo un bel sorriso, anche se in agenzia ce ne sono altre dieci che aspettano; • se si tratta di clienti fedeli riconosciamoli con un saluto caloroso e scusiamoci per l’attesa; • 52 non diamo mai la sensazione di non sapere che pesci pigliare, af- Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente fannandoci per fare in fretta. Eventualmente consigliamo ai nostri ospiti di accomodarsi al bar più vicino e tornare dopo qualche minuto oppure, se abbiamo lo spazio, invitiamoli a sedersi, chiedendo a un collega di offrire del caffé o dell’acqua minerale (o di servirsi da soli se è tutto a portata di mano); • cerchiamo di essere veloci, ma non sbrigativi: ogni cliente ha diritto e pretende il tempo indispensabile per svolgere le formalità necessarie e per chiedere informazioni; • se un cliente si dilunga troppo mentre altri stanno aspettando, scusiamoci con lui spiegando che in quel momento non ci è possibile soddisfare le sue richieste con la calma necessaria. Invitiamolo quindi a tornare più tardi oppure offriamoci di chiamarlo sul cellulare non appena la situazione torna alla normalità; • ogni volta che abbiamo concluso con un cliente ringraziamolo e salutiamolo con un sorriso, quindi passiamo al successivo sempre sorridendo e scusandoci per l’attesa. Un’idea simpatica? Accordiamoci con il bar più vicino affinché i clienti costretti all’attesa si vedano offrire gratuitamente un caffé o un bicchiere d’acqua (che naturalmente avremo pagato noi ad esempio con un abbonamento a scalare). Sarà più facile per noi chiedere alcuni minuti di attesa se possiamo aggiungere che al bar vicino è possibile gustare un ottimo caffè offerto da noi. Il cliente sarà piacevolmente sorpreso e accetterà di aspettare con maggiore tranquillità. Dall’accoglienza alla fidelizzazione del cliente 53 5. Saper vendere è un’arte “Parla e me ne dimenticherò. Mostra e forse me ne ricorderò. Coinvolgimi e capirò”. Proverbio cinese. Tanti anni fa, esattamente nel 1973, James Lavenson, presidente del Plaza Hotel di New York, fece un intervento all’American Management Association che rimase famoso e che continua ad essere incredibilmente attuale. Viene ricordato con il titolo “Pensa alle fragole”. E’ riferito alla sua esperienza nel settore degli alberghi, ma è perfettamente applicabile a tutti i sistemi che interagiscono con la clientela. La filosofia di base è quella di riuscire a proporre al cliente ciò che effettivamente desidera, anche se ancora non lo sa. L’esempio delle fragole è perfetto: sono un prodotto ad alto gradimento, la cui vista di solito sortisce un effetto estremamente gradevole. Difficilmente si dice di no a una coppa di fragole! Pensare alle fragole quindi vuol dire saper sollecitare un desiderio, saper vendere una suggestione, saper trasmettere un’emozione. Vuol dire fare qualcosa in più rispetto a quello che di solito ognuno di noi fa e che il cliente si aspetta. Vendere pensando alle fragole significa conoscere perfettamente la propria offerta, in ogni suo aspetto, in ogni limite ed opportunità, comprese le possibilità di contorno che una località di vacanza offre. Tutto questo James Lavenson lo aveva capito più di 30 anni fa e lo aveva messo in pratica con grande successo…. E noi, siamo capaci di pensare alle fragole quando incontriamo un potenziale cliente? Noi non vendiamo semplicemente soggiorni in appartamento, ma permettiamo alle persone di realizzare il loro sogno di riposo, relax, felicità, divertimento. La vacanza è il momento magico dell’anno, dove si deve necessariamente stare bene e nel quale non ammettiamo interferenze che possano rovinare le nostre aspettative. Tutto deve essere perfetto, perché il suo ricordo ci accompagnerà almeno fino alla prossima occasione 54 Saper vendere è un’arte di evasione che potrebbe capitare solo dopo 12 lunghi mesi. Per questo, ogni piccolo inconveniente, se a casa propria viene vissuto con una certa filosofia, in vacanza diventa intollerabile. La nostra abilità starà nel saper offrire al cliente la vacanza ideale per lui. Non sempre coinciderà con la sua idea di partenza, ma se saremo stati sufficientemente attenti, se lo avremo ascoltato in modo attivo, se conosceremo perfettamente il nostro prodotto, probabilmente riusciremo a trovare una soluzione comunque in sintonia con le sue esigenze. Pensando alle fragole difficilmente perderemo un cliente! Per iniziare con successo una trattativa di vendita dovremmo aver fatto un sopralluogo nelle nostre case per vacanza, dovremmo conoscerne pregi e difetti, sapere il livello di pulizia e di manutenzione che riusciamo ad ottenere da chi svolge queste funzioni per noi. Se riusciremo a farlo, attribuiremo noi stessi un giudizio a ciascun appartamento con un piccolo commento, che ci aiuterà a ricordarne meglio le caratteristiche una volta di fronte al cliente (ovviamente tenendo l’appunto per noi). Ad esempio “giudizio complessivo: buono. Punti di forza: posizione “La Casella”, Ficulle (TR), (RCI) di fronte alla spiaggia, luminoso, ben tenuto. Pulizia ok. Punti di debolezza: bagno piccolo senza vasca”. Il sopralluogo negli appartamenti, al termine di ogni soggiorno e dopo le pulizie, andrebbe effettuato per verificare lo stato degli ambienti, se il livello di pulizia è adeguato, se tutto è funzionante, se la predisposizione dei locali è stata fatta con cura. Ad esempio, scopa, secchio e scopettoni ammucchiati in un angolo della cucina non fanno certo una bella figura! Per quanto riguarda il livello di pulizia, invece, si potrebbe utilizzare una Saper vendere è un’arte 55 scheda di controllo simile a quella prevista in molti alberghi, che facilita notevolmente il compito di verifica. Potremmo preparare diverse schede per ciascun tipo di appartamento, che vadano bene per tutte le tipologie, in modo da evitare liste lunghissime di dotazioni da verificare. Si può anche pensare di preparare schede separate per ogni ambiente da controllare (ingresso, cucina, camera matrimoniale, etc.), ciascuna con il suo riferimento (ad es. “ingresso app.ti tipologia…”), e comporle di volta in volta in funzione del tipo di appartamento che si intende visitare. Questo che vediamo è solo un esempio di scheda piuttosto semplice per un appartamento dotato di una camera e di un bagno, con balcone. Atri potranno avere più stanze e bagni, terrazze, etc. Si potranno realizzare schede di controllo anche per l’esterno, riferite a ciò che ricade sotto la responsabilità della nostra agenzia (stato delle scale, ingresso del condominio, giardino, funzionalità e pulizia ascensore, piscina, etc.). Scheda di controllo sulla pulizia in appartamento Tipologia Appartamento ............................................... Data ....................................................... Riferimenti ............................................................................................................................................. Il controllo è stato effettuato da ............................................Firma ............................................ Valutazione complessiva .................................................................................................................. Annotazioni ........................................................................................................................................... CARATTERISTICHE COME DEVE ESSERE INSUFF. STANDARD ECNOTE CELL. INGRESSO PORTA D’INGRESSO ILLUMINAZIONE PAVIMENTO 56 ben funzionante, senza impronte o cigolii lampade, lampadine e interruttori funzionanti e puliti pulito e in buono stato Saper vendere è un’arte CARATTERISTICHE COME DEVE ESSERE INSUFF. STANDARD ECNOTE CELL. CUCINA PORTA RIPIANI FUOCHI FRIGORIFERO BOMBOLA GAS ILLUMINAZIONE TAVOLO E SEDIE CASSETTI E PENSILI DOTAZIONI FINESTRA STRUMENTI PULIZIA PAVIMENTO ben funzionante, senza impronte o cigolii puliti e senza rotture puliti e funzionanti pulito e funzionante in perfette condizioni e piena lampade, lampadine e interruttori funzionanti e puliti puliti, in buono stato e nel n° stabilito puliti, in buono stato, si aprono e chiudono senza difficoltà quantità e stato corretti vetri senza impronte, si apre e chiude facilmente; serrande ben funzionanti riposti nel luogo specifico, puliti, in buono stato e nella giusta quantità pulito e in buono stato SOGGIORNO PORTA ben funzionante, senza impronte lampade, lampadine e interruttori funILLUMINAZIONE zionanti e puliti TAVOLO E SEDIE puliti, in buono stato e nel n° stabilito DIVANO pulito e in buone condizioni QUADRI dritti, senza polvere, ben fissati TV e TELECOMANDO puliti, senza impronte e funzionanti BALCONE pulito; ringhiera pulita e in buono stato vetri senza impronte, si apre e chiude FINESTRA facilmente; serrande ben funzionanti PAVIMENTO pulito e in buono stato CAMERA DA LETTO PORTA ILLUMINAZIONE FINESTRA LETTI COMODINI Saper vendere è un’arte ben funzionante, senza impronte lampade, lampadine e interruttori funzionanti e puliti vetri senza impronte, si apre e chiude facilmente; serrande ben funzionanti materassi e cuscini puliti e in buono stato come pure la struttura portante puliti e in buono stato 57 CARATTERISTICHE ARMADIO COPERTA RISERVA CUSCINI RISERVA PAVIMENTO BAGNO PORTA ILLUMINAZIONE ASPIRATORE FINESTRA RUBINETTERIA LAVANDINO BIDET DOCCIA/VASCA SPECCHIO W.C. CESTINO RIFIUTI PAVIMENTO COME DEVE ESSERE INSUFF. STANDARD ECNOTE CELL. pulito, si apre e chiude facilmente e senza cigolii; all’interno pulito e con grucce in n° suff. e ben sistemate pulita e ben ripiegata nell’armadio puliti, nell’involucro di plastica dentro l’armadio pulito e in buono stato ben funzionante, senza impronte lampade, lampadine e interruttori funzionanti e puliti funzionante con griglia pulita vetri senza impronte, si apre e chiude facilmente; serrande ben funzionanti pulita, in buono stato e funzionante pulito, ben sgorgato pulito, ben sgorgato pulita, ben sgorgata pulito e senza impronte pulito e in buone condizioni, con ciambella ben fissata, sciacquone funzionante e presenza di scopino igienizzato svuotato e pulito pulito e in buono stato La scheda di controllo è importante anche per assicurarci una maggiore cura degli ambienti da parte di manutentori e addetti alle pulizie. Costoro, infatti, se si aspettano un controllo da parte nostra, sicuramente mettono più impegno nello svolgimento del loro lavoro. Dato che è impossibile controllarli tutti e sempre, si può optare per un’ispezione a campione. Serve comunque a tenere alta l’attenzione di chi si occupa della preparazione della casa per vacanze e ci preserva da reclami e lamentele da parte dei clienti all’arrivo. 58 Saper vendere è un’arte 5.1 Il momento della trattativa Se continui a fare quello che hai sempre fatto, continuerai ad ottenere quello che hai sempre ottenuto! Abbiamo visto che il cliente va accolto con calore e professionalità, sia per telefono che quando visita direttamente l’agenzia, presentandoci e successivamente chiedendo il suo nome, che scriveremo immediatamente, in modo da poterlo utilizzare durante il colloquio. Quando il cliente entra in agenzia o ci contatta telefonicamente o via email, perché è interessato all’acquisto di una vacanza presso di noi, allora si dà inizio alla trattativa di vendita. Questa ha le sue regole e occorre conoscerle e applicarle se vogliamo ottenere un risultato positivo. Quelle che riportiamo sono regole che riguardano soprattutto la vendita in occasione della visita diretta, ma per diversi aspetti risultano utili anche nella presentazione telefonica. Vediamole: • salutiamo con un bel sorriso, presentiamoci per primi e porgiamo una calorosa stretta di mano; come abbiamo già accennato, il nostro abbigliamento è fondamentale per dare una buona impressione al cliente: appariamo sempre impeccabili nella pulizia personale e nell’ordine e teniamo presente che vestirsi in modo non coordinato o incoerente rispetto al nostro ruolo ci fa apparire persone disorganizzate; • una musica rilassante di sottofondo dispone meglio al dialogo. L’importante è essere dotati di un impianto di buona qualità e mantenere il volume piuttosto basso, in modo che la musica si senta senza interferire nel dialogo; • se possibile, facciamo accomodare il cliente (l’ideale sarebbe poter disporre di un angolo accogliente, con delle poltroncine, in modo da parlare comodamente seduti); Saper vendere è un’arte Il linguaggio dei colori Anche i colori parlano! Quando li indossiamo teniamo conto del fatto che il bianco richiama la purezza; il blu la sincerità; il rosso la collera; il verde e i toni pastello il relax. 59 • offriamogli qualcosa da bere: della semplice acqua fresca o un caffé possono essere sufficienti per mettere la persona a suo agio e predisporla positivamente alla trattativa; • guardiamo il cliente negli occhi, ascoltando attentamente ciò che dice e senza interromperlo; non diamo per scontato ciò che sta per comunicarci, perché potremmo perdere informazioni preziose e sbagliare tipo di presentazione; • per non spezzare il contatto visivo, evitiamo gli occhiali da sole, anche se siamo all’esterno (o per lo meno utilizziamoli piuttosto chiari); • durante la conversazione variamo il tono della voce, per non apparire troppo piatti e rischiare di annoiare chi ci ascolta; • utilizziamo sempre vocaboli positivi per non generare dubbi o paure (invece di “piccolo”: “perfetto per una o due persone”; invece di “brutto”: “non molto gradevole”; invece di “buio”: “prende luce in alcune ore della giornata”, etc.) ma non inventiamo comfort e benefici se non esistono, cercando però di trovare una compensazione con vantaggi reali (“l’arredo è essenziale e un po’ sciupato, ma la posizione è unica!”); • un vantaggio per un cliente non necessariamente lo è per un altro. Quindi per comprendere i suoi bisogni ed offrirgli la soluzione migliore facciamo domande aperte, ovvero che non comportino come risposta un semplice “sì” o “no”, ma spingano il cliente a fornirci una risposta più completa (sono le domande che iniziano con cosa, perché, dove, come, quando, chi…); • con le nostre domande cerchiamo anche di capire qual è stato il genere di vacanze che ha fatto in passato, cosa gli è piaciuto e cosa invece non ha apprezzato in quelle occasioni; • una tecnica efficace per coinvolgere i clienti consiste nel terminare ogni affermazione con una domanda del tipo: “è d’accordo?”, “è così?”, “non crede?”. Sono domande che ci permettono di verificare se siamo sintonizzati sui desideri del cliente in quanto richiedono il suo consenso; • solo dopo aver compreso cosa sta cercando il cliente, faremo del- 60 Saper vendere è un’arte le domande “chiuse” per avere la conferma di ciò che abbiamo ascoltato (“quindi lei intende dire che…..”; “se ho ben capito si tratterebbe di…”). Le domande che presuppongono un “sì” o un “no” di risposta iniziano con posso, potrei, ha, aveva, avrà, le piace, farà, è, desidera…; • se il cliente ci pone delle domande, rispondiamo in modo sintetico e chiaro, concentrandoci solo sugli aspetti che lo interessano (per questo è importante averlo ascoltato fin dall’inizio con attenzione); • quando parliamo, utilizziamo frasi semplici e brevi, ricordandoci di fare qualche pausa per consentire al nostro cliente di assimilare ed elaborare le informazioni che gli abbiamo dato; infatti, se facciamo presentazioni troppo veloci il cliente perde il contatto con noi, si fissa su un solo aspetto che lo ha maggiormente colpito e smette di ascoltarci; • mentre parliamo, osserviamo le reazioni del nostro cliente (appare annoiato, incerto, interessato, irritato…) e in base a questo adattiamo la nostra presentazione; • più che di “caratteristiche”, parliamo di “vantaggi”, citando anche l’opinione di altri clienti; • se il cliente è accompagnato, coinvolgiamo anche gli altri interlocutori, ma cerchiamo sempre di capire qual è la persona che prende le decisioni, quindi concentriamoci su di lei, in modo da portarla dalla nostra parte; • parliamo del prezzo solo dopo aver elencato i vantaggi dell’offerta. Ricordiamoci che prima di tutto le persone desiderano conoscere ciò che possono ottenere, poi quanto costa. ! Pur mettendo in risalto i pregi e presentando i difetti sotto la loro luce migliore (“in effetti la spiaggia è un po’ distante, in compenso la zona è molto tranquilla e decisamente più fresca per la presenza degli alberi!”), applichiamo sempre due regole importanti: SINCERITA’ E CREDIBILITA’ La sincerità viene sempre apprezzata e ci evita spiacevoli situazioni che immancabilmente accadono se il cliente si sente ingannato. Ma è anche Saper vendere è un’arte 61 indispensabile apparire credibili: ciò che diciamo e come lo presentiamo deve risultare assolutamente realistico o la nostra sincerità sarà servita a poco. Difficilmente una trattativa si conclude senza obiezioni da parte del cliente. Ecco come possiamo affrontarle: • ascoltiamo fino in fondo con interesse e senza interrompere; • dopo aver ascoltato, non abbiamo fretta di rispondere. Al contrario, facciamo una breve pausa prima di parlare. In questo modo diamo al cliente la sensazione che stiamo soppesando le sue richieste e le riteniamo importanti. Inoltre, un breve momento di riflessione ci aiuta a scegliere le parole migliori; • evitiamo risposte negative come: no, non si può, è impossibile, mi dispiace, purtroppo…; • piuttosto, mostriamoci flessibili, proponendo delle alternative di cui sottolineeremo i vantaggi interessanti per quel cliente; in generale, non commettiamo l’errore di voler concludere in fretta: spesso le vendite falliscono proprio per la troppa pressione esercitata sul cliente; cerchiamo di capire la propensione alla spesa del cliente e, se riteniamo sia un problema di prezzo, chiediamogli qual è il suo budget disponibile. L’importante è non irrigidirsi, mettendosi in contrasto con il cliente. La regola deve essere “agire” e non “reagire”. • • ! Vendere significa convincere sinceramente l’altra persona ad acquistare qualcosa che soddisfi i suoi bisogni. 5.2 Per una buona presentazione dei nostri prodotti Oltre al sorriso e ad una grande accoglienza, dobbiamo offrire ai nostri clienti un buon supporto in termini sia di piccole attenzioni che di materiale da visionare, in modo da aiutarli nella scelta e al tempo stesso faci- 62 Saper vendere è un’arte litare il nostro compito in fase di trattativa: • posizioniamo con cura all’interno dell’agenzia alcune immagini delle nostri migliori proposte di case per vacanza, chiedendole ai proprietari o facendo noi stessi alcuni scatti, non solo dell’esterno, ma anche dell’interno. Le immagini dovrebbero essere gradevoli, suggestive, ma al tempo stesso veritiere. L’obiettivo è di essere il più chiari e comunicativi possibile, garantendo una efficace e positiva descrizione del prodotto; • se lo spazio lo consente, suggeriamo al nostro responsabile d’agenzia di creare un piccolo angolo dedicato alla trattativa, con alcune poltroncine, un tavolino, la macchina del caffé e un distributore di acqua fresca; • chiediamo all’ufficio del turismo locale depliant, piantine e materiale informativo su eventi e iniziative della nostra zona (anche per non trovarci impreparati di fronte a eventuali domande del nostro interlocutore), sicuramente utili per arricchire la nostra proposta; • predisponiamo un raccoglitore a fogli mobili che contenga le schede delle diverse soluzioni che offriamo; i raccoglitori saranno nuovi, integri, “freschi”, preferibilmente personalizzati con il logo della nostra agenzia e naturalmente della FIAIP; inoltre, conterranno una breve descrizione da fornire al cliente a garanzia della nostra serietà e professionalità; è meglio utilizzare fogli mobili, in modo da poterli estrarre e maneggiare con maggiore facilità. Per mantenerne la freschezza andranno periodicamente ristampati o, eventualmente, plastificati, anche se questo procedimento peggiora l’aspetto grafico e toglie la piacevolezza del contatto; • le schede conterranno una descrizione di ciascuna casa di vacanza, sintetica ma chiara e preferibilmente scritta a caratteri grandi, che parlerà del prodotto mettendo in evidenza i vantaggi (posizione, grandezza, servizi abbinati come posto auto, piscina, etc., breve descrizione di ciascuna stanza, dotazioni, etc.); lo sforzo sarà quello di scrivere in modo gradevole, suggestivo, ma senza enfasi eccessiva che risulti poco credibile Saper vendere è un’arte 63 (evitate ad esempio termini come: “Eden stupendo”, “luoghi magici”, “suggestioni indimenticabili”). Anche benefits e vantaggi vanno messi in evidenza evitando però esagerazioni che possano innescare nel cliente la sindrome del “troppo bello per essere vero”, rendendolo diffidente; • per le abitazioni più grandi e per quelle organizzate in villaggi sarebbe opportuno predisporre oltre alle immagini anche la loro planimetria, per dare ai clienti un’idea ancora più chiara di ciò che proponiamo. La planimetria sarà gradevole e di immediata comprensione, grazie anche all’utilizzo dei colori, in modo che il cliente capisca senza difficoltà posizionamenti e dimensioni. Il supporto di un computer, meglio se portatile, è una buona opportunità per realizzare una presentazione multimediale delle diverse soluzioni, in modo molto semplice e senza costi aggiuntivi, poiché possiamo utilizzare i programmi comunemente in dotazione; se usiamo il programma Power Point, contenuto nel pacchetto Office, è possibile comporre la presentazione come insieme di diapositive, strutturate allo stesso modo della scheda cartacea: descrizione logica e per punti, caratteri chiari e presenza di fotografie, che in questo caso saranno digitali. Per scattare questo tipo di fotografie non è necessario possedere una macchina digitale ma basta scannerizzare le foto scattate con una normale macchina fotografica o, in caso non si possieda uno scanner, farle riversare su CD-ROM dal fotografo, a costi molto contenuti. Ricordiamoci che la disponibilità di materiale di buona qualità e ben presentato ci aiuta notevolmente anche quando forniamo informazioni telefoniche, in modo da dare sempre risposte precise e fornire informazioni mirate. A questo punto il cliente andrebbe accompagnato a visitare l’appartamento (uno o più se è indeciso), in modo da concludere la vendita. Di solito, purtroppo, per motivi organizzativi, difficilmente riusciamo a garantire questo tipo di servizio, nonostante si tratti di una fase importante sia a livello di trattativa che una volta conclusa la vendita, come simbolo di 64 Saper vendere è un’arte benvenuto e di attenzione da parte nostra. Nel caso riusciamo a farlo, almeno con i clienti principali, ecco alcuni brevi consigli: • se ne siamo dotati, forniamo al cliente una piantina della nostra località con evidenziata la sede dell’agenzia e la posizione dell’abitazione scelta; • durante il tragitto mostriamo al cliente aspetti e servizi che possano interessarlo, eventualmente emersi durante il colloquio in ufficio, senza disperderci in ciò che non lo interessa (il campo da golf per una mamma con bimbi piccoli, un parco divertimenti per una coppia non più giovane, etc.); • una volta giunti a destinazione mostriamogli l’abitazione, concentrandoci sugli elementi che per lui hanno maggiormente valore (il balcone, la camera grande, il bagno confortevole, etc.) e naturalmente presentando gli elementi indispensabili (come si utilizzano le diverse dotazioni, dove si trovano i contatori, la bombola del gas, etc.); • verifichiamo noi stessi, come forma di attenzione per il cliente, ma anche per evitare immediate lamentele, che sia tutto in ordine, che non manchi nulla (ad es. un rotolo di carta igienica nuovo dovrebbe essere sempre presente), che tutto funzioni; • stiamo accanto al cliente, osserviamolo per vedere le sue reazioni e assicuriamoci di mantenere il suo consenso utilizzando le domande già usate in fase di chiusura della trattativa (“è d’accordo?”, “è così?”, “non crede?”); • consegnando le chiavi e gli eventuali moduli (la carta servizi, la tessera per il parcheggio, per la spiaggia, etc.), rinnoviamogli il nostro benvenuto e la nostra disponibilità in caso di necessità o di richiesta di semplici informazioni. Saper vendere è un’arte 65 5.3 La comunicazione scritta Quando scriviamo una lettera, predisponiamo una promozione, prepariamo una carta servizi o realizziamo una descrizione dei nostri appartamenti, facciamolo mettendoci nei panni di chi la leggerà e chiediamoci se ciò che abbiamo realizzato: • • • • • • è sufficientemente chiaro è sintetico si legge volentieri sottolinea gli aspetti positivi, gli elementi di forza, il valore di ciò che proponiamo stimola desideri, bisogni, fantasia utilizza un carattere piuttosto grande e chiaro Teniamo presente che le persone non hanno tempo né voglia di leggere cose lunghe e complicate. Scegliamo quindi frasi brevi, parole semplici. Immaginando di parlare direttamente con le persone a cui ci stiamo rivolgendo, ci risulterà più facile abbandonare lo stile verboso e stantio che tante volte ci capita di leggere: “si avvisa la gentile clientela…” oppure “sperando di fare cosa gradita…” o anche “con la presente si invitano i signori ospiti…”. Dato che quando parliamo non utilizziamo questo stile, allora evitiamolo anche nei nostri scritti! Piuttosto, seguiamo il consiglio dello scrittore americano James A. Michener, premio Pulitzer nel 1947 e scomparso pochi anni fa, secondo cui “saper scrivere non significa trovare parole straordinarie, ma trarre dal linguaggio comune idee straordinarie”. La vita è già abbastanza difficile senza che ci mettiamo noi a complicarla con ciò che scriviamo! Cominciamo allora a rivolgerci personalmente ai nostri ospiti, utilizzando un linguaggio formale e cortese, ma più diretto; quindi, anche se dobbiamo presentare un regolamento, degli obblighi o dei divieti, facciamolo proponendoli sempre come un vantaggio per il nostro cliente (per la sua sicurezza, il suo benessere, la sua tranquillità, etc.) e non come un’imposizione o tanto meno una minaccia. Aboliamo frasi come “è vietato”, “è obbligatorio”, “dovete/non dovete…”, “assolutamente…”, rigorosamen- 66 Saper vendere è un’arte te… “pena…”. Ecco come possiamo impostare lo stile delle nostre comunicazioni: Gentile ospite, benvenuto e felice soggiorno insieme a noi! Desideriamo informarti su alcuni aspetti che ti permetteranno di vivere al meglio la tua vacanza e garantiranno la tua tranquillità e quella degli altri ospiti: …… Grazie per averci scelto e buone vacanze! Uno stile più formale e impersonale lo manterremo invece nel testo riguardante il contratto di locazione, ma avendo l’accortezza, se possibile, di eliminare le frasi più sgradevoli; ad esempio, al posto di “la sublocazione è vietata” potremmo scrivere “non è consentita la sublocazione”. La sostanza resta identica, ma l’effetto è ben diverso. Verifichiamo sempre che la nostra comunicazione scritta (sia quella che prepariamo noi che quella già esistente) non contenga errori di battitura o di grammatica e, se utilizziamo moduli datati, facciamo attenzione che le cifre non siano ancora espresse in lire, nel qual caso andranno ristampati! Quando prepariamo un testo, una lettera, teniamo presenti questi suggerimenti: • dopo aver realizzato la nostra comunicazione, anche se ci soddisfa, stampiamola e lasciamola “depositare” almeno 24 ore. Sembrerà strano, ma tra leggere al computer o farlo sulla carta c’è differenza; inoltre, il giorno successivo, a mente fredda, rileggendo quanto abbiamo scritto troveremo quasi certamente dei difetti; • quando scriviamo, parliamo di ciò che i nostri clienti potranno ottenere in termini di vantaggi (veritieri) invece di concentrarci su noi stessi (facciamo… abbiamo… siamo…); • facciamo leggere quello che abbiamo scritto a qualcun altro, Saper vendere è un’arte 67 meglio se non si tratta di un collega: può essere un amico, un parente, ma l’ideale sarebbe un cliente con cui abbiamo instaurato un rapporto di fiducia. Soprattutto se si tratta di una promozione, quindi di una lettera orientata alla vendita, facciamo attenzione al suo commento. Se questo si limita ad un semplice “sì, è scritto bene”, “interessante”, allora non ci dovrebbe bastare. La giusta reazione dovrebbe essere: “Bello! Voglio averlo anch’io!”; • per capire se siamo stati abbastanza chiari nella nostra offerta, nella nostra descrizione, facciamo leggere il testo ad un bambino: spesso i piccoli vedono cose ovvie di cui gli adulti, catturati da questioni astratte e complicate, neppure si accorgono; non si tratta di voler essere banali, ma semplicemente di non lasciare spazio a incomprensioni e fraintendimenti. Le regole del direct mail Ogni volta che dobbiamo inviare ad un cliente materiale, informazioni, promozioni, documenti (o farglieli pervenire, se sta soggiornando nella nostra località), dobbiamo sempre allegare una breve lettera di accompagnamento personalizzata (ovvero indirizzata proprio a quel cliente). La lettera non serve se facciamo noi la consegna a mano, ma se anche lasciamo l’incarico ad un collega, perché siamo assenti o impossibilitati, è bene sempre accompagnare il materiale con due righe di saluto, magari scritte a mano (“Caro Signor Rossi, come promesso le faccio avere quel materiale promozionale che mi aveva richiesto. Spero possa esserle utile, in caso contrario… sono qua a sua disposizione. Un cordiale saluto e buon proseguimento di vacanza!”. Firma e data). Se intendiamo fare una campagna di direct mail abbastanza ampia (ad esempio rivolta a tutti i clienti che negli ultimi due anni hanno soggiornato nelle nostre case per vacanza), teniamo presente che esistono delle precondizioni necessarie per assicurarci un buon esito della nostra azione: • un archivio clienti aggiornato e ben segmentato: non possiamo scrivere nello stesso modo ad un cliente fedele, a uno che non viene più 68 Saper vendere è un’arte da diversi anni o addirittura da un potenziale cliente che ancora non ci conosce; il cliente fedele va consolidato, quello perso va riconquistato, quello che non ci conosce va incuriosito. Per questo è necessario avere un archivio clienti che individui le caratteristiche della nostra clientela non solo in termini di fedeltà, ma anche di tipologia (famiglie, single, coppie senza figli, gruppi di giovani, coppie della terza età, etc.) e che ci servirà per mirare le nostre proposte; • tempi di programmazione ben definiti e rispettati: la preparazione di una campagna di direct mail ha bisogno di tempo. In particolare, se si tratta di lettere spedite per posta, oltre alla realizzazione del testo occorre selezionare gli indirizzi, firmare, piegare, imbustare, stampare gli indirizzi e inviare. Ben più semplice e rapido, invece, è l’invio per e-mail che necessita solo della preparazione del testo e della selezione degli indirizzi; • capacità di distinguersi dalla “posta-spazzatura”: le nostre buchette delle lettere ormai contengono esclusivamente fatture, bollette, pubblicità. Rarissime le cartoline, praticamente scomparse le lettere tradizionali da parte di un amico, un fratello o un amore lontano. Aprire la propria buchetta della posta e gettarne il contenuto direttamente nel cestino è un movimento ormai automatico. Già riuscire a far aprire e far scorrere la lettera e il materiale allegato è un bel successo. Dal momento in cui una persona riceve una lettera a quello in cui decide di leggerla trascorrono circa 20 secondi: nei primi 8 osserva la busta, il mittente, verifica il proprio nome, quindi decide se aprirla o gettarla via direttamente. Se apre la busta, dedica 4 secondi ad estrarre la lettera (e già si fa un’idea del contenuto senza averlo ancora letto). Gli ultimi 8 secondi li utilizza per scorrere il testo fermando l’attenzione sulle parti centrali o scritte in modo diverso. Se decide che gli interessa, allora vi si dedicherà con attenzione, per conoscere i dettagli dell’offerta. Il nostro scopo quindi è quello di superare Saper vendere è un’arte 69 i primi 20 secondi. Ma come fare per non farsi cestinare? Ecco alcuni consigli. La busta Alcune agenzie scrivono tutti gli indirizzi a mano, per rendere la lettera più autentica. E’ sicuramente un impegno non indifferente che potremmo sostenere in caso inviassimo poche lettere ben mirate (auguri di buon compleanno, bentornato a casa, etc.). In generale servono buste e carta di una certa qualità, che si distinguano dalle pubblicità e dalle vendite per corrispondenza: mentre queste sono chiassose, con colori accesi, con promesse di vantaggi stampate sopra e il nome del destinatario in grande e in grassetto (per sottolineare la personalizzazione dell’offerta) noi preferiremo essere sobri e piacevoli al tatto e alla vista. Oltre alla qualità della carta, sceglieremo un colore pastello in armonia con il marchio della nostra agenzia (affiancato a quello della FIAIP); il marchio sarà posizionato sul fronte della busta ma in angolo e in dimensioni contenute; l’indirizzo, posizionato sotto il francobollo (attaccato al dritto, in alto a destra), sarà scritto per intero: Egregio Signor… (oppure Gentile Signora o ancora Gentile Famiglia). Abbreviazioni come Egr. Sig., Gent. Fam., Gent. Sig.ra comunicano scarsa attenzione per il destinatario. Un francobollo commemorativo e, in basso a sinistra, una piccola foto a colori che ci riguardi (il nostro staff sorridente con magliette e cappellino con il marchio dell’agenzia) contribuiranno alla piacevolezza della busta. Il testo Preferiamo un’impaginazione “a bandiera” (cioè con il testo allineato solo a sinistra) che dà più movimento al testo. Non abbondiamo nel grassetto e nel corsivo, ma limitiamoci solo a due o tre punti salienti. Anche in questo caso evitiamo le abbreviazioni e scriviamo per intero 70 Saper vendere è un’arte “Egregio Signor…”, o “Caro Signor…” se si tratta di un cliente fedele, seguito dal suo cognome. Scriviamo poco, bene e chiaro. Concentriamoci su ciò che è interessante per il cliente. La nostra bravura starà proprio nell’evitare di dire tutto, individuando i principali punti di forza che possono attirare le persone a cui ci rivolgiamo. La frase di attacco dovrà catturare l’attenzione, essere breve, ma d’effetto. Potrà essere una domanda o un’affermazione con un punto esclamativo e dovrà collegarsi all’argomento per il quale abbiamo deciso di scrivere (“Gentile Signor Rossi, siamo solo in febbraio ma oggi qui a Jesolo il sole è splendente e ci fa l’occhiolino, ricordandoci che tra poco sarà tempo di vacanze!…). Parliamo al cliente e non genericamente: “le offriamo…”, “troverà…”, “provi…”, sono più efficaci di “i nostri appartamenti dispongono di…”, “i nostri ospiti avranno a disposizione…”. Il corpo centrale della lettera conterrà le caratteristiche della nostra offerta; scegliamo di elencarle per punti, in modo da offrire al cliente un colpo d’occhio immediato. Non si tratta di un romanzo e il cliente deve conoscere subito cosa può ottenere da noi. A questo punto facciamo la nostra proposta commerciale lasciando il prezzo alla fine, ammorbidito da una promozione: “Prenotando il suo soggiorno entro il… riceverà…”. Sotto il nostro nome e il ruolo che ricopriamo, scritti al computer e stampati, firmiamo in originale ogni lettera che spediamo (usando il blu se il testo è nero per evidenziare la firma fatta a mano). Per avere successo nella nostra comunicazione, non stanchiamoci di cercare idee belle e originali. Non accontentiamoci di uno slogan, di una frase d’effetto, ma miglioriamoci continuamente o i nostri clienti riceveranno sempre le stesse lettere e si stancheranno di leggerci! Quali possono essere le occasioni per scrivere ad un cliente? • Una lettera di benvenuto all’arrivo da fargli trovare in appartamen- Saper vendere è un’arte 71 to • Un bentornato a casa dopo pochi giorni dalla partenza • La risposta ad un reclamo • La risposta ad una richiesta di informazioni • L’invio di una promozione a tutti i clienti • L’invio di una promozione ai clienti che negli ultimi 3 anni non sono tornati • La comunicazione di alcune novità (nuovi appartamenti, nuovi servizi, ristrutturazioni, etc.) • Gli auguri di buon compleanno, Buon Natale, Buona Pasqua, San Valentino, la festa della mamma, la festa del papà, etc. (ai clienti fedeli) • L’invio del listino prezzi e del nuovo depliant prima dell’apertura della stagione • … che altro? Naturalmente, ogni motivo può essere valido per scrivere ai nostri clienti. Ricordiamoci che se scriviamo una lettera questa sarà più discorsiva rispetto ad una e-mail che dovrà invece essere schematica, simpatica e impostata con frasi flash, in modo da colpire l’occhio ma senza costringere il cliente a scorrere troppe pagine. Se inviamo una promozione via e-mail, per essere efficaci dovremo utilizzare più colori e immagini in abbondanza rispetto ad una lettera. Per farci qualche idea basta 72 Saper vendere è un’arte dare un’occhiata a cosa fanno le agenzie viaggi o la telefonia privata. Da quelle possiamo ricavare ottimi spunti, ma evitiamo comunque gli eccessi: stancano l’occhio. Se invece utilizziamo la posta elettronica in risposta ad un cliente che ci ha contattato, dovremo essere molto veloci, perché è proprio su questo che puntano coloro che utilizzano questo tipo di comunicazione. Non possiamo rispondere dopo due o tre giorni perché nel frattempo il potenziale cliente, non ricevendo alcun segnale, potrebbe avere optato per altre soluzioni. Una e-mail è più semplice da realizzare (anche se spesso è necessario appoggiarsi ad un grafico), in quanto basta caricare gli indirizzi e questa viene spedita automaticamente. E’ anche più rapida di una lettera, ma dal momento che non tutti possiedono un indirizzo di posta elettronica, è circoscritta ad un numero limitato di clienti. La lettera, invece, può essere spedita a chiunque. Alcuni esempi di lettera (sempre su carta intestata dell’agenzia) Biglietto di benvenuto da lasciare in appartamento: Gentili Signori Rossi, benvenuti a Canazei! Speriamo che l’appartamento sia di vostro gradimento e che vi trascorriate un’ottima vacanza. Vi ricordiamo che qui all’agenzia “NeveSole” siamo a vostra disposizione per qualsiasi necessità, ma anche solo per eventuali informazioni. Grazie per averci scelto! Vi auguriamo un felice soggiorno! Francesca Fabbri Canazei, 23 Dicembre 2004 Saper vendere è un’arte 73 Lettera di risposta ad una richiesta di informazioni: Gentile Signor Filippi, in riferimento alla sua telefonata di questo pomeriggio, le invio subito le informazioni che mi ha richiesto: • i nostri appartamenti sono tutti arredati e dispongono di frigocongelatore, lavatrice e tv color da 17’; • l’appartamento che le potrebbe interessare fa parte della tipologia Tulipano, quindi sarebbe perfetto per 4 persone. Insieme ai suoi amici avrete a disposizione due camere da letto di cui una matrimoniale e una con due letti singoli (unibili), un soggiorno con angolocottura e un bagno provvisto di doccia; • l’appartamento è ben arredato, piuttosto nuovo e a 5 minuti di autobus dalla spiaggia (la fermata è di fronte a casa); • la zona è molto animata sia di giorno che di sera e ricca di negozi e di locali di intrattenimento; • per il periodo che mi ha indicato (dal 21 al 28 agosto) il prezzo è di … euro, comprensivo di pulizie iniziali, disponibilità di dotazioni al suo interno e posto auto riservato. Per maggiori informazioni le allego il nostro depliant, che contiene notizie importanti sull’organizzazione del soggiorno che potrete trascorrere insieme a noi. Inoltre, visitando il nostro sito (www.agenziasolemio.it) troverà anche le immagini dell’appartamento che le interessa (cliccando su “Residence Villa Cristina”). Grazie per il suo interessamento e a presto! Patrizia Belmonte P.S. Se prenoterete la vostra vacanza entro il 15 marzo riceverete uno sconto del 5% sul prezzo dell’intero soggiorno. Sorrento, 25 febbraio 2004 74 Saper vendere è un’arte Lettera di bentornato a casa: BENTORNATI A CASA! Cari Signori Ricciotti, che effetto fa ritrovarsi di nuovo a casa? Spero che il viaggio di ritorno sia stato tranquillo e che il vostro soggiorno a Cesenatico vi abbia lasciati più riposati e rilassati! Egoisticamente però spero sentiate anche un pizzico di nostalgia per le vacanze appena trascorse: sarebbe bello, infatti, ritrovarvi l’anno prossimo di nuovo qui, insieme a noi, per un altro piacevole soggiorno. Grazie per essere stati con noi e speriamo di risentirci al più presto. Nel frattempo: buon rientro a casa! Paola Bianchini Cesenatico, 23 Luglio 2004 Auguri di Buon Natale ai clienti fedeli: AUGURI, AUGURI, AUGURI! Caro Signor Rossi, sta arrivando il Natale! Che emozione, mi piace proprio questo momento dell’anno. Anche se alla fine è sempre un po’ faticoso (e soprattutto si mangia un po’ troppo!) è davvero un periodo speciale. Però è strano: passa il tempo, tutto cambia, anzi, tutto si rivoluziona, ma il fascino e l’incanto del Natale, inspiegabilmente, magicamente, restano: la cena del 24 in famiglia, l’apertura dei regali, la Messa di Mezzanotte per chi Saper vendere è un’arte 75 crede, il vestito speciale per grandi e bambini nella giornata del 25, il pranzo in famiglia. Da generazioni e generazioni tutto è rimasto immutabile. Lo trovo incredibile e ogni volta mi emoziona. Mi chiedo se anche lei in questo periodo avverte le mie stesse sensazioni. Forse sì. Almeno così mi piace pensare. Ma soprattutto mi piace pensare, e glielo auguro con tutto il cuore, che lei e la sua famiglia stiate bene e stiate trascorrendo queste Feste in grande serenità. Buon Natale! Giorgio Molinari Lido di Cavallino, 21 Dicembre 2004 La descrizione dei nostri prodotti Anche quando descriviamo i nostri appartamenti o predisponiamo l’elenco delle dotazioni, mettiamoci un po’… “d’amore” e prepariamo descrizioni gradevoli e interessanti per il cliente, mettendoci nei panni di chi le leggerà. E’ certamente difficile riuscire a raggruppare in poche tipologie case per vacanza estremamente diverse tra loro, non avendo, come ben sappiamo, una classificazione che ci aiuti al riguardo. Per questo motivo, tendiamo a differenziarle in base all’ampiezza, senza poter entrare nel dettaglio per quanto riguarda la qualità degli arredi e il comfort offerto. Ecco, come esempio, una suddivisione in tipologie degli appartamenti proposti in agenzia: 76 > Appartamento tipo A: max 2/4 pax appartamento monolocale composto da soggiorno con angolo cottura, divano letto per 1/2 persone, zona notte con letto matrimoniale o due singoli, bagno con doccia. > Appartamento tipo B: max 3/5 pax appartamento composto da una camera matrimoniale, una camera con due letti singoli o letto a castello, soggiorno con angolo- cottura e divano-letto per Saper vendere è un’arte una persona, bagno con doccia. > Appartamento tipo C: max 4/6 pax appartamento composto da una camera matrimoniale, una camera con due letti singoli o letto a castello, soggiorno con angolo-cottura e divano-letto per due persone, bagno con doccia. > Appartamento tipo D: max 6/8 pax appartamento composto da una camera matrimoniale, due camere con due letti singoli o letto a castello, soggiorno con angolo-cottura e divano-letto per due persone, bagno con doccia. Si tratta di un modello standard generalmente utilizzato dalle agenzie immobiliari che hanno la necessità di raggruppare in poche classi alloggi anche molto diversi tra loro. Leggendo i diversi tipi di prodotto, tuttavia, il cliente non riesce ad ottenere grandi informazioni, al di là del numero di letti disponibili. E’ chiaro poi che, scelta la tipologia, si può entrare più nel dettaglio e conoscere per ogni singolo appartamento le principali caratteristiche. Questa prima suddivisione può essere comunque migliorata. Innanzitutto, diamo a ciascun tipo di alloggio un nome. Possiamo ispirarci ai fiori (ad esempio, Fiordaliso, corrispondente al tipo A, Geranio per il tipo B, Tulipano per il tipo C, Margherita per il tipo D), oppure ai nomi delle nostre vallate o delle montagne se siamo in quota, agli artisti (come Leonardo, Donatello, Giotto, Caravaggio) se siamo presenti in città, etc. Proviamo poi ad effettuare una descrizione più accattivante ed utile. Ad esempio, il tipo A può essere presentato sempre in modo sintetico, ma più piacevole alla lettura e con qualche informazione in più: Appartamenti Fiordaliso: monolocali di ampiezza compresa tra 50 e 65 mq. per 2/4 persone, composti da soggiorno con divano letto per 1 o 2 persone, angolo cottura (con 4 punti cottura, forno e frigorifero da 125 litri con congelatore), bagno con doccia, camera da letto con letto matrimoniale o due letti singoli, possibilità di balcone. Situati di fronte alla spiaggia o non oltre 1 km di distanza dal mare e ben serviti da autobus di linea. Saper vendere è un’arte 77 E così di seguito per le altre tipologie. Quando poi entriamo nel dettaglio di ciascuno dei nostri appartamenti, sforziamoci di metterci nei panni dei clienti che ancora non conoscono la nostra offerta e desiderano ricevere informazioni mirate in modo da conoscere: • la tipologia dell’abitazione (appartamento in condomino, villino, appartamento in residence, casolare, chalet, etc.); • le caratteristiche della struttura esterna e la sua posizione rispetto alla principale attrattiva locale (distanza dal mare, dalle piste da sci, dal centro storico, dalle città d’arte più vicine, etc.); • la presenza di servizi nell’area circostante, in termini di negozi, ristoranti, intrattenimenti, attività sportive (specificando anche quali); la presenza di collegamenti (ferrovia, bus, navette, funivie, etc.); • se in posizione tranquilla o animata (specificando se di giorno o di notte), ma anche l’esposizione rispetto al sole, la presenza di lettini per i bambini, la possibilità di portare animali domestici, l’accessibilità ai disabili; • il maggior dettaglio possibile in fatto di comfort e dotazioni presenti nell’abitazione, che vada oltre la semplice indicazione di massima data dalla suddivisione in 4 tipologie. Se ci limitiamo solo ad elencare il numero di letti e di locali all’interno dell’abitazione, non daremo alcuna possibilità al nostro cliente di capire quali differenze contraddistinguono un’abitazione dall’altra, soprattutto in caso di carenza di immagini degli interni. Anche un’informazione del tipo “bagno” non ci dice molto (è scontato, infatti, che tutte le case lo abbiano!); l’elenco delle caratteristiche relative all’abitazione, quindi, dovrà contenere informazioni il più possibile precise e utili. Ad esempio: “appartamento di 3 locali, 60 mq., al primo piano, esposto ad est, composto da un soggiorno con TV color 17’ e uscita sul balcone da 40 mq. con vista panoramica sul lago, 1 camera con due comodi letti singoli da 90 cm. e 1 camera matrimoniale con un letto da 180 cm., bagno con doccia, angolo cottura con 4 fuochi, frigocongelatore da ... litri, lavatrice, stenditoio provvisto di mollette”); 78 Saper vendere è un’arte • una descrizione qualitativa della struttura; ad esempio: “antico casolare in pietra, ristrutturato, situato al centro di una vallata e distante 2 km. dal paese, da cui sono stati ricavati 4 deliziosi appartamenti, dei quali sono state rispettate le caratteristiche architettoniche originarie con tetti a travi e pavimenti in cotto. Gli appartamenti sono tutti a pian terreno e le finestre si affacciano in parte sulla campagna circostante e in parte sulla piscina. Il mobilio è rustico, di gusto tipicamente toscano…” (adattamento da una presentazione Interhome); • infine, una serie di consigli utili. Ad esempio, se ci troviamo in una località montana, ai nostri clienti potenziali interesserà conoscere la qualità della strada d’accesso o l’importanza di portare con sé le catene in inverno. In generale, specifichiamo se la presenza dell’auto è indispensabile o meno e se ristoranti, negozi, locali in genere sono aperti anche in bassa stagione. E’chiaro che più l’abitazione ha caratteristiche di qualità, maggiore sarà il dettaglio della descrizione, in modo da sottolineare la piacevolezza del soggiorno (e per giustificarne il prezzo). Evidenziamo sempre gli aspetti più interessanti: se i letti sono grandi, nuovi, di qualità, lo specifichiamo (comodi letti singoli da 90 cm. con materassi in lattice appena rinnovati); se la terrazza è ampia, ne sottolineiamo la metratura; se l’ambientazione è caratteristica spendiamo qualche parola in più per evidenziarlo. Non basterà scrivere semplicemente “l’appartamento è molto carino”, perché si tratta di un giudizio assolutamente soggettivo che non fornisce al cliente nessun elemento di valutazione. Evitiamo anche definizioni che sminuiscono il prodotto: alla parola “cucinino” sostituiamo “angolo cottura”; invece di “una sola stanza” Saper vendere è un’arte 79 preferiamo “monolocale”, oppure “appartamento di … mq. ideale per 2 persone”. Se si tratta invece di appartamenti piccoli e vecchiotti ci limiteremo all’elenco delle caratteristiche, definendo l’arredo “essenziale” e sottolineandone il punto di forza (ce n’è sempre almeno uno!): “di fronte alla spiaggia / in pieno centro storico / immerso nel verde / perfettamente servito dal servizio bus / con un grande soggiorno, ideale per le serate in compagnia…”. E ora qualche breve consiglio relativo all’inventario delle dotazioni presenti in appartamento e di solito consegnato al cliente insieme alle chiavi. In genere si tratta di un A4 con un lungo elenco di piatti, fondine, tazze, tazzine, compreso lo scopino del w.c., la pattumiera, la scopa, la paletta dell’immondizia, lo spazzolone. E’ poco probabile che riusciremo a contare il numero di forchette, di coltelli, di cucchiaini, di tazzine ad ogni cambio di clientela o che inseguiremo un cliente che ha trafugato lo scopino del water, quindi dovrebbe trattarsi più di un pro-memoria interno che da dare al cliente. A noi servirà infatti per effettuare periodicamente (1 volta al mese o al bisogno) un controllo e verificare che ci sia tutto e che sia in buone condizioni. Se in alcuni casi riteniamo comunque necessario sottoporlo ai clienti (ad esempio se si tratta di gruppi di giovani, distratti e a volte maldestri), rendiamolo più gradevole con una frase di saluto e giustificandolo sempre come un’attenzione nei loro riguardi: Cari ospiti, benvenuti! Eccovi la lista delle dotazioni a vostra disposizione, di cui abbiamo verificato la quantità e il buono stato. Grazie per il rispetto che userete nell’utilizzarle. Naturalmente se dal vostro controllo risultasse qualche dotazione mancante o danneggiata, contattateci e provvederemo ad aggiungerla o sostituirla. Grazie per la vostra collaborazione e buone vacanze! 80 Saper vendere è un’arte 5.4 Il Sito Internet Attualmente solo alcune delle agenzie aderenti alla FIAIP dispongono di un sito. Eppure, milioni di persone nel mondo reperiscono informazioni, comunicano e fanno acquisti attraverso Internet e risulta sempre più raro trovare aziende ancora prive di sito. Ecco alcuni consigli per realizzarlo*: • scegliamo un dominio (cioè il nome del sito) che ci distingua, cioè rimandi alla nostra attività e sia facile da ricordare (evitando quindi nomi troppo lunghi o fantasiosi); • costruiamo un sito che sia fruibile e funzionale e ci aiuti ad incrementare il nostro business. Per farlo ci affideremo ad agenzie specializzate, ma occorrerà seguirne la costruzione passo dopo passo in modo da ottenere i risultati sperati. Per questo è necessario partire con le idee molto chiare sul perché vogliamo essere presenti in rete; • la home page, la pagina principale del sito, quella cioè che viene visualizzata per prima, deve caricarsi velocemente per non rischiare che tempi d’attesa troppo lunghi facciano abbandonare il sito dal visitatore; per tale motivo non va appesantita con le immagini ma dovrà contenere solo: - logo, nome e riferimenti dell’agenzia (compreso l’indirizzo di posta elettronica e una mappa geografica per raggiungerla agevolmente). Logo e nome andrebbero posizionati al centro nella parte superiore della pagina, in quanto i nostri occhi si muovono più naturalmente dall’alto verso il basso; - un collegamento con una presentazione dell’agenzia (qualche foto degli ambienti e dei membri dello staff ); - un collegamento con la sezione delle proposte di vendita, organizzate in modo chiaro e schematico per facilitarne al massimo la consultazione; * per indicazioni più approfondite su come costruire un sito “usabile”: www.usabile.it Saper vendere è un’arte 81 - la presenza di links, ovvero di collegamenti con altri siti, ad esempio per promuovere la nostra destinazione in modo che il cliente potenziale sia maggiormente attirato da una vacanza nella nostra zona se vi trova attrattive ed eventi che lo interessano; - la data dell’ultimo aggiornamento; è fondamentale che le informazioni siano attuali, così il cliente può verificare se dall’ultima volta che ci ha visitato sono state aggiunte delle novità, sia in termini di offerte che di informazioni, promozioni, etc. E’ decisamente penalizzante per il nostro business continuare a presentare listini prezzi vecchi di anni, magari ancora in lire, proposte per l’inverno quando siamo già in estate o promozioni scadute da mesi!; - la possibilità di sottoscrivere un abbonamento alla newsletter inserendo il proprio indirizzo di posta elettronica; si tratterà di ricevere da parte nostra un’informazione periodica su novità, offerte, promozioni, etc. presenti sul nostro sito e contribuirà a mantenere il contatto con i nostri clienti e a fidelizzarli; - la homepage dovrebbe contenere infine anche la possibilità di rimozione del proprio indirizzo per coloro che non desiderano più ricevere comunicazioni da parte nostra. • nella costruzione del sito utilizziamo una grafica sobria ma al tempo stesso accattivante, per dimostrare professionalità e per catturare l’attenzione del navigatore. Riprendiamo i colori del logo evitando toni troppo brillanti che abbassano il livello di qualità del sito e affaticano l’occhio. Testo e sfondo della pagina dovranno essere in contrasto in modo da evidenziare lo scritto. Non inseriamo le immagini nello sfondo per non rallentare inutilmente il caricamento delle pagine; • in generale scegliamo immagini leggere e in armonia con il resto della grafica; • i testi saranno brevi e concisi dato che sullo schermo si legge con maggiore difficoltà rispetto alla carta. Utilizziamo un linguaggio colloquiale quando descriviamo la nostra attività così da creare un legame informale, di “simpatia” con il nostro visitatore. Inseriamo le informazioni in forma di tabella e utilizziamo lo stesso schema standard per tutte in 82 Saper vendere è un’arte modo da consentire al navigatore di scorrere le offerte in modo immediato**; • i collegamenti alle diverse pagine (i links) devono essere posizionati in modo ordinato, logico e omogeneo, perché se il navigatore ha difficoltà a districarsi sicuramente abbandona il sito; i links fondamentali (come quello all’indirizzo di posta elettronica) devono comparire in tutte le pagine e deve essere possibile passare in ogni momento da una sezione all’altra per rendere agevole la navigazione; inoltre, è importante che da ogni pagina sia possibile tornare sulla homepage; • per ogni scheda dedicata ad una casa per vacanze dobbiamo prevedere una versione stampabile della pagina, in modo tale da poter essere consultata su carta e confrontata con le altre proposte. Facciamo in modo di essere presenti sui principali motori di ricerca (Google, Virgilio, Altavista, Arianna), cercando di comparire tra i primi risultati. Un utente infatti considera al massimo i primi 10 risultati, poi se non trova quello che cerca passa altrove. Le parole chiave per farci trovare potranno essere “case” + “vacanze” + “affitti”, aggiungendo il nome della località in cui ci troviamo. Ecco un esempio di parole chiave, supponendo che la nostra agenzia si trovi a Bergamo: vacanza – affitto – agenzia – immobiliare – viaggi – Bergamo. ! Le parole chiave vanno scritte sia al singolare che al plurale perché il motore le considera come diverse e potrebbe non farci comparire. I motori di ricerca non considerano solo le parole chiave, ma anche la frequenza con cui le parole compaiono all’interno del testo. Anche in questo caso perciò dobbiamo lavorare fianco a fianco con l’agenzia incaricata della realizzazione del sito in modo da mettere a punto un’efficace strategia. Similmente ai motori di ricerca, occorrerà essere presenti anche sulle di**per ulteriori consigli sui testi: www.mestierediscrivere.com/testi/web.htm Saper vendere è un’arte 83 rectory come Yahoo che sono sempre archivi di siti Internet, ma catalogati per argomento in categorie e sottocategorie, come un sistema di scatole cinesi. La nostra categoria di appartenenza quindi sarà “sport e tempo libero”; all’interno di essa apparterremo a “viaggi”, quindi ad “alberghi e alloggi” e alla fine a “case vacanza”. I portali verticali invece sono siti strutturalmente molto articolati, ricchi di contenuti, che sono caratterizzati dalla specializzazione dell’informazione. Esistono portali verticali dedicati ad ogni argomento immaginabile: dal giardinaggio alla psicologia, dal parapendio alla cucina cinese. Moltissimi portali verticali sono dedicati al turismo, con diversi livelli di specializzazione informativa sia per argomento che per area geografica. Più il portale è specializzato maggiori sono le possibilità che abbiamo di essere trovati: ad esempio, se affittiamo delle case in Sardegna abbiamo più probabilità di essere trovati su un portale dedicato al turismo sardo www.ilportalesardo.it piuttosto che su uno dedicato in generale al turismo nazionale. I portali turistici regionali sono infatti più specializzati di quelli di carattere nazionale, proprio perché il loro ambito di influenza territoriale è minore. Anche il sito FIAIP potrebbe essere costruito nella forma di portale specializzato che ospita da una parte una scheda per ogni associato, e dall’altra la possibilità di ricercare, rimandando all’offerta dell’agenzia, la soluzione migliore per l’utente che effettua la ricerca. Un modo molto efficace per aumentare la nostra visibilità è quello di definire un’operazione di scambio link con altri siti che ospitano contenuti analoghi, simili o complementari al nostro. Attraverso questa operazione ci si accorda con il gestore del sito con cui si vuole scambiare il link per fare in modo che ospiti il collegamento al nostro sito in cambio del suo inserimento sul nostro. Naturalmente si tratta di scambi con siti di dimensione e traffico paragonabile al nostro, che a loro volta cercano di aprirsi strade per una maggiore visibilità. Ma dove inseriamo i links ai siti che ospitiamo? La posizione di inserimento dovrà essere simile a quella che ci viene riservata dal sito sul quale è ospitato il nostro collegamento. Sul 84 Saper vendere è un’arte nostro sito possiamo decidere se inserire i links in più pagine oppure scegliere di creare una pagina dedicata a questo scopo. In generale vengono create apposite sezioni del sito chiamate “link” o “siti amici”. Lo scambio link è utile per tre motivi: • consente di moltiplicare le strade di accesso al nostro sito: maggiori sono i collegamenti su altri siti che “puntano” al nostro, più alta sarà la possibilità di essere visitati; • consente di avere maggiore visibilità sui motori di ricerca: molti motori considerano “migliori” i siti che sono più facilmente raggiungibili perché si presume che abbiano contenuti di qualità più elevata; • più siti ospitiamo presso il nostro maggiore sarà l’offerta informativa complementare che offriamo ai nostri visitatori. Ricordiamo che per affittare una casa in una determinata destinazione dobbiamo offrire ai nostri clienti informazioni sul territorio, sulle attrazioni, sulle possibilità di divertimento per il tempo libero: è questo quello che cercano durante una vacanza. Verifichiamo sempre che lo scambio sia effettivo e corretto: visitiamo il sito che ci ospita, cerchiamo il collegamento al nostro sito, verifichiamo se è posizionato come concordato e, soprattutto, se funziona! Diverso è il discorso dei banners che, a differenza dello scambio di link, rappresentano una vera e propria forma di pubblicità. Un banner è un elemento grafico tipicamente rettangolare, statico o animato, posizionato sulla pagina Internet per richiamare l’attenzione del visitatore. I banners rappresentano la forma di pubblicità prevalente su Internet perché creano una scorciatoia diretta verso il sito partendo da quello in cui sono posizionati. Ma come deve essere fatto un banner per avere successo? Ricordiamoci sempre che la nostra è un’attività professionale, quindi costruiamo banners in cui compare semplicemente il logo dell’agenzia e il messaggio che vogliamo trasmettere utilizzando una grafica sobria e senza particolari animazioni. Saper vendere è un’arte 85 La newsletter Oltre ad essere utilizzata per la comunicazione quotidiana, la posta elettronica è lo strumento ideale per promuovere la nostra attività attraverso una newsletter, ovvero una comunicazione periodica inviata ad una serie di clienti, acquisiti o potenziali. La newsletter serve per: • mantenere i contatti. Tramite questa forma di comunicazione possiamo raggiungere, a costi praticamente nulli, tutti i clienti, acquisiti o potenziali, di cui abbiamo l’indirizzo mail. Tramite la comunicazione periodica evitiamo che i clienti si dimentichino di noi; • guadagnare credibilità. Newsletter arricchite con notizie e contenuti interessanti possono creare un appuntamento fisso e atteso. La lettura periodica consente di far diventare familiare il nostro tono e stile, accrescendo la credibilità nei confronti di chi ci legge; • rafforzare l’immagine. Se siamo bravi, la comunicazione consente di fissare l’immagine della nostra agenzia nella mente dei clienti; • la promozione e la vendita. La newsletter è utilizzata per promuovere le nuove offerte e le novità presenti sul sito, creando con il cliente un canale di comunicazione diretto. Il cliente viene avvisato che sul sito ci sono novità ed è spinto a visitarlo per conoscerle. Un link sulla home page dove i visitatori potranno comunicarci i loro indirizzi di posta elettronica per potersi abbonare all’invio della nostra newsletter e un’adeguata comunicazione per spiegare le finalità di questa spingeranno i visitatori ad aderire. E’ importante pianificare la comunicazione attraverso questo strumento con molta attenzione e cautela. Ricevere una mail nella propria casella di posta, anche se espressamente richiesta, può essere considerato non positivo e può avere effetti controproducenti. Ecco alcuni suggerimenti per realizzare un’efficiente comunicazione con questo strumento: • 86 evitiamo l’invio a chi non si è espressamente iscritto. Questa pratica si chiama spamming (pubblicità indesiderata) e porta ad un ritorno negativo di immagine. Da qualche tempo l’invio indesiderato di posta elettronica è considerato un reato contro la privacy; Saper vendere è un’arte • la nostra newsletter deve essere redatta con stile professionale e inviata con regolarità: se non siamo in grado di prenderci questo impegno è meglio che non la attiviamo; • la frequenza di invio deve essere bassa (non possiamo inondare i nostri clienti con troppe e-mail) e la newsletter deve essere piuttosto rapida da consultare; • occorre evitare fotografie che ne appesantiscono la dimensione complessiva; • deve prevedere la possibilità di cancellazione; • in ogni newsletter ci devono essere sempre i riferimenti dell’agenzia, soprattutto l’indirizzo di posta elettronica e quello del sito Internet: per il visitatore deve risultare estremamente facile contattarci. La newsletter non deve essere un semplice riassunto delle nuove informazioni presenti sul sito ma deve essere accattivante e deve fornire informazioni in più: comunichiamo gli eventi che coinvolgono il territorio dove sono situate le nostre case per vacanza; possiamo prevedere una rubrica sui piatti tipici o sui vini caratteristici o fornire curiosità sul territorio. Per una corretta comunicazione dobbiamo fare in modo che la newsletter contenga i seguenti elementi: • Marchio dell’agenzia e della FIAIP; • Titolo, numero e data; • Breve presentazione, frase di benvenuto, indice degli argomenti; • Articoli mensili su argomenti che possano interessare i nostri clienti; • Nuove offerte: è la parte commerciale e deve contenere una breve descrizione dell’offerta rimandando al sito per una descrizione più completa con le fotografie; • Riferimento alle norme sulla privacy per il trattamento dei dati personali; • Istruzioni per la cancellazione che dovrà avvenire in modo immediato. Saper vendere è un’arte 87 La pubblicità in rete La pubblicità su Internet è un canale alternativo alla pubblicità tradizionale e presenta dei vantaggi rispetto a quest’ultima sia in termini monetari che di efficacia. Oltre a colpire un target più definito, costa esclusivamente in base al numero di utenti che la vedono: se su una rivista compriamo uno spazio, con Internet acquistiamo un certo numero di esposizioni; inoltre, grazie all’utilizzo di appositi software, siamo in grado di conoscere in tempo reale i risultati della campagna. Esistono numerosi fattori che incidono sul prezzo di una campagna pubblicitaria: • il sito scelto e la specificità dei contenuti. Quanto più un sito è visitato e quanto maggiore è la specializzazione dell’informazione tanto più il costo della campagna aumenta; • la posizione dell’inserzione all’interno del sito. Il costo dipende dal contenuto della pagina nella quale viene posizionato il banner e dalla posizione di quest’ultimo all’interno della pagina; • la dimensione del banner. Più spazio occupa il banner, maggiore è il costo della campagna. Una forma di advertising molto efficiente è l’inserimento di un annuncio pubblicitario a pagamento nella newsletter di un sito che ha contenuti simili al nostro. La newsletter raggiungerà un target molto specifico e mirato di utenti direttamente nella loro casella di posta elettronica. ! 88 Partecipare alle principali fiere nel settore turistico può essere interessante per trovare nuovi contatti. Informatevi presso il vostro ente per il turismo locale e se decidete di partecipare appoggiatevi al suo stand. Portate con voi però materiale di qualità e in numero sufficiente. … E ricordatevi i biglietti da visita! Saper vendere è un’arte 6. Un’efficace gestione dei reclami Per quanti sforzi facciamo, non sempre riusciamo a capire o a soddisfare le richieste dei nostri clienti. In alcuni casi può dipendere da noi, da un nostro errore, in altri si può trattare di scarsa disponibilità da parte dei clienti stessi, in altri ancora di semplici malintesi. Il nostro è un lavoro a contatto con persone dal carattere, aspettative e mentalità anche completamente diversi dai nostri ed è quindi naturale a volte incappare in qualche spiacevole errore o disguido. Come dobbiamo comportarci quando un cliente si lamenta? Di solito un cliente scontento non ci comunica il suo disappunto tra mille sorrisi, ma come minimo usa un tono un po’ seccato, quando addirittura non arriva ad alzare la voce. Invece di irritarci, irrigidirci ed offenderci, mettiamoci nei panni di questa persona che, a ragione o a torto, si aspettava un certo tipo di ospitalità per la quale ha pagato e che ritiene di non aver ricevuto, o almeno non completamente. Le critiche che riceviamo, anche se sul momento bruciano, ci aiutano a crescere professionalmente, sono una sorta di check up del nostro impegno. Facciamo quindi buon uso di queste esperienze per evitare che in futuro ci succedano di nuovo: pensiamole come delle consulenze gratuite! La cosa peggiore che possiamo fare è convincerci che “è tutta colpa del cliente” o che comunque “non è colpa nostra”. Noi non dobbiamo dimostrare chi è il colpevole ma solo rispondere ad una richiesta ben precisa del nostro cliente. Egli ci sta dicendo che qualcosa non ha funzionato. E’ vero? Non è vero? E’ colpa sua? E’ colpa di un collega? Questo lo verificheremo in un secondo tempo ma solo perché è importante capire la dinamica della faccenda ed evitare che si ripresen- Un’efficace gestione dei reclami 89 ti. In quel momento, invece, dobbiamo darci da fare per il nostro cliente. Dobbiamo AGIRE E SUBITO. Ci accorgeremo che se daremo al cliente la netta sensazione che stiamo facendo tutto il possibile per risolvere il suo problema, anche se non ci riusciremo (o ci riusciremo solo in parte), egli comunque apprezzerà il nostro forzo e si calmerà. Di solito un cliente che ottiene una risposta soddisfacente al suo reclamo può diventare il più fedele e il più sincero, perché avrà imparato che di noi si può fidare, che siamo persone serie e responsabili e che il nostro primo impegno è quello di garantire la soddisfazione dei nostri clienti. Ma attenzione: non facciamo l’errore di promettere soluzioni che non potremo mantenere, perché in questo modo non faremo che aggravare la situazione! I momenti della verità Anche nel nostro lavoro esistono i “momenti della verità”, ovvero momenti critici in cui la nostra professionalità e capacità di autocontrollo vengono messi alla prova. Saperli affrontare è una delle doti maggiormente apprezzate nel nostro lavoro. A volte piccoli problemi (un rubinetto che perde, una dotazione mancante, la televisione che fa i capricci) se trascurati possono trasformarsi in veri e propri testa a testa con il cliente, dove comunque i perdenti risultiamo sempre noi: un cliente insoddisfatto, un cliente che non torna perché è scontento, anche se a torto, per noi è una sconfitta. Tra l’altro, non sempre riusciamo a sapere il motivo di uno scontento: solo 1 cliente su 25 reclama; gli altri 24 semplicemente se ne vanno e non tornano più… (facendoci tra l’altro una pessima pubblicità in giro); noi non sapremo mai il perché e probabilmente ripeteremo lo stesso errore con altri clienti! Come gestire un reclamo? Quando parliamo con un cliente noi rappresentiamo la nostra agenzia e la FIAIP stessa. Per questo, di fronte a un cliente insoddisfatto, dobbiamo saper comunicare in modo professionale ed efficace. 90 Un’efficace gestione dei reclami Nel 3° capitolo, parlando del profilo della clientela, abbiamo già visto quali sono i principali motivi di lamentela dei nostri clienti e cosa invece desiderano trovare in appartamento. Le cose le sappiamo e sappiamo anche che certi nodi sono difficili da sciogliere e la soluzione ottimale non la troveremo mai (a meno che non cambino alcune condizioni che vanno al di là delle nostre competenze). Per questo, come abbiamo già visto, non facciamo finta di non conoscere alcune lacune confidando sulla distrazione o sul “buon cuore” dei nostri clienti. Senza sottolineare esageratamente il difetto, comunque siamo sinceri e avvisiamo il cliente prima che questi firmi il contratto. Se ne sarà consapevole accetterà più volentieri quell’aspetto negativo. Inoltre apprezzerà la nostra sincerità e si fiderà di noi, diventando un cliente più facile e disponibile: egli infatti saprà che non cercheremo mai di raggirarlo, ma al contrario avremo a cuore il felice esito della sua vacanza. Nel gestire un reclamo esistono alcune regole di comportamento: • dedichiamo la massima attenzione al cliente, interrompendo quello che stavamo facendo (se siamo con un altro cliente chiediamo a un collega di sostituirci); • applichiamo l’ascolto attivo: cerchiamo di cogliere le sfumature, poniamo domande per capire meglio, senza cercare di interrompere il cliente (dobbiamo lasciarlo sfogare) ed evitando atteggiamenti di nervosismo (occhi alzati al cielo, braccia conserte o mani sui fianchi, scrollare la testa); • evitiamo di far polemica o alzare la voce, anche se è il cliente a farlo; • usiamo l’empatia: non si tratta di essere d’accordo con il cliente, ma di provare a metterci nei suoi panni per capire il suo punto di vista e le sue emozioni; • identifichiamo il problema: cerchiamo cioè di capire cosa sta effettivamente succedendo, se la questione è limitata a quanto ci viene raccontato o se ha una portata più ampia; • scusiamoci: anche se non è dipeso da noi, anche se forse è il cliente che ha frainteso, scusiamoci comunque a nome dell’agenzia per il Un’efficace gestione dei reclami 91 disagio causatogli; • evitiamo di cercare il colpevole, e anche se il cliente lo ha identificato evitiamo commenti soprattutto se coinvolgono colleghi, altri ospiti o personale che lavora per noi; • offriamo una o più soluzioni: proponiamo alcune alternative che possano soddisfare il più possibile le sue aspettative e chiediamo il suo parere in proposito; • agiamo immediatamente: trovata la soluzione, diamoci subito da fare per attuarla; • verifichiamo che la soluzione sia stata effettivamente attuata, quindi accertiamoci con il cliente che stia andando tutto bene, garantendogli la nostra disponibilità per ogni evenienza. Se il reclamo avviene in agenzia, cerchiamo di portare il cliente in un ufficio riservato, in modo da non essere visto né sentito da altri visitatori presenti. Presentiamoci, chiediamo al nostro interlocutore il suo nome (e utilizziamolo ogni tanto durante la conversazione) e, non appena possibile, offriamogli qualcosa da bere o un caffé, in modo da comunicargli la nostra disponibilità e tranquillizzarlo un po’. Se invece il reclamo avviene al telefono, non potendo guardarlo negli occhi, concentriamoci sull’ascolto e sul nostro tono di voce, che sarà calmo, disponibile, moderato, ma al tempo stesso sicuro: siamo dei professionisti in grado di affrontare qualunque situazione. Non perdiamoci in mezzo a troppe parole: siamo concisi e arriviamo subito al nocciolo del problema proponendo una o più soluzioni. Se in quel momento non riusciamo a trovare una via d’uscita, rassicuriamo il cliente che ci muoveremo immediatamente, ad esempio parlando con il nostro responsabile, e che lo terremo informato su tutto quello che faremo. In alcuni casi potrebbe essere necessario scrivere una lettera di scuse: perché il reclamo ci è arrivato per posta o perché è opportuno farlo per formalizzare il nostro impegno alla risoluzione del problema. Anche in questo caso dobbiamo: • 92 rispondere subito, non appena ricevuto il reclamo Un’efficace gestione dei reclami • ringraziare per averci informato dell’accaduto • scusarci e mostrare comprensione per la spiacevolezza della situazione • informarlo sui provvedimenti presi • tentare il recupero con l’offerta di un vantaggio • concludere con un saluto e l’augurio di rivederlo nuovamente. Esempio di lettera di risposta ad un reclamo: Egregio Signor Bianchi, desidero scusarmi dello spiacevole inconveniente che le è accaduto durante il soggiorno in uno dei nostri appartamenti. Nonostante il nostro impegno e la nostra attenzione, questa volta qualcosa non ha funzionato e me ne dispiaccio immensamente! Ho già parlato con il manutentore e mi ha spiegato il motivo per cui non è stato possibile riparare la perdita sul momento. Non si è trattato di cattiva volontà, ma di una reale impossibilità ad agire, a causa dell’entità del danno. Posso comunque comprendere il disagio che ciò le ha causato, ma spero che la qualità della sua vacanza non sia stata del tutto compromessa! In questo momento stiamo già effettuando la sostituzione della tubatura, in modo che non si ripeta più l’inconveniente. Non posso che ringraziarla per la sollecitudine con cui ci ha comunicato ciò che le stava capitando: in questo modo abbiamo potuto arginare il danno e risolverlo in breve tempo. Mi auguro che l’accaduto non le abbia tolto la fiducia nella nostra agenzia perché vorrei tanto rivederla nuovamente qui a Viareggio, a trascorrere le sue vacanze. Se deciderà di farlo, mi contatti e mi occuperò personalmente della preparazione dell’appartamento in cui deciderà di soggiornare, in modo che tutto funzioni alla perfezione. Naturalmente,mi metto fin da ora a sua disposizione per ogni tipo di necessi- Un’efficace gestione dei reclami 93 tà o per qualsiasi informazione le occorresse durante la sua vacanza. Rinnovandole le mie scuse più sincere, anche a nome dell’Agenzia “Voglia di mare”, le invio il mio più cordiale saluto e l’augurio di un felice rientro a casa. Elena Parenti Lo ripetiamo: gli errori, le disattenzioni, i disguidi possono capitare a chiunque, perciò non viviamoli con angoscia. I nostri stessi clienti non pretendono la perfezione né da noi né dalle nostre case di vacanza, ma si aspettano onestà, chiarezza, attenzione e il nostro impegno a risolvere ogni tipo di disguido, piccolo o grande che sia. Sarà proprio la nostra capacità di affrontare gli imprevisti e risolvere situazioni spinose che ci renderà eccellenti, lasciando i clienti favorevolmente impressionati da questo nostro sforzo verso la qualità: forse è proprio questo il segreto per conquistare in modo duraturo la loro fiducia. 94 Un’efficace gestione dei reclami Conclusioni Ora che abbiamo terminato di leggere questo manuale, non riponiamolo in un cassetto, ma pensiamo all’aspetto che ci ha colpito di più durante la lettura, quello che riteniamo possa maggiormente servire per migliorare il nostro lavoro e soddisfare i nostri clienti. Mettiamolo per iscritto, quindi proviamo ad applicarlo. Iniziamo con ciò che è più facile, più a portata di mano, in modo da partire con un successo. Non ha importanza se si tratta di qualcosa di piccolo o piccolissimo. E’ l’inizio. L’inizio di un nuovo modo di vivere il nostro lavoro, considerando i clienti che entrano in contatto con l’agenzia come “nostri” clienti. Se cominceremo ad applicare un piccolo miglioramento, poi un altro e un altro ancora, ben presto ci accorgeremo di quanto siamo migliorati e di quanti passi avanti abbiamo fatto nel consolidare la nostra professionalità e nell’accrescere la fiducia e quindi la fedeltà dei nostri clienti. I clienti, lo abbiamo detto, non si aspettano perfezione assoluta o un servizio spettacolare, ma attenzione, cortesia, amore per questo lavoro e interesse per il loro benessere. Tutti noi preferiamo avere a che fare con persone corrette, disponibili, professionali: ci sentiamo subito meglio, diventiamo noi stessi più gentili e comprensivi e spendiamo più volentieri il nostro denaro. Soprattutto quando si è in vacanza, si ha voglia di stare in relax, di evitare problemi e seccature, di affidarsi completamente a persone di fiducia. A noi tutti che svolgiamo questo lavoro è successo, almeno una volta, di pensare che i turisti in vacanza nei nostri appartamenti fossero esageratamente distratti, svagati, poco pratici. E ci siamo chiesti come facessero a svolgere attività lavorative magari impegnative che richiedessero grande attenzione e acume. Ma sappiamo bene che quando “si stacca”, si stacca con tutto e anche la mente richiede Conclusioni 95 la sua parte di riposo. Ebbene, noi dobbiamo far sì che ciò sia possibile, capendo le esigenze dei nostri clienti, interpretando i loro desideri e, perché no, anche anticipandoli. Addirittura, infatti, il nostro obiettivo potrebbe essere quello di stupire, impressionare favorevolmente il nostro ospite arrivando con le nostre risposte prima ancora che essi abbiano formulato la domanda. Riuscire a far questo è una grande soddisfazione non solo per il cliente ma anche (e soprattutto) per noi, e improvvisamente il nostro lavoro può diventare più bello e gratificante. Allora, vogliamo diventare i grandi professionisti delle vacanze in appartamento? Le carte in regola le abbiamo (e lo sappiamo) e ora con questo manuale possiamo contare anche su qualche elemento in più per giocare e vincere la nostra partita in grande stile. … Che dite, ci proviamo? 96 Conclusioni Bibliografia A.A.V.V., Il mailing efficace per il successo dell’albergo, Teamwork, Rimini, 1999 Calvo C., Roncaglia G., Ciotti F. e Zela M., Internet 2004 – Manuale per l’uso della Rete, Laterza, 2004, Roma-Bari (Il manuale è scaricabile gratuitamente dal sito: www.laterza.it/internet/leggi/internet2004/online/01_indice.htm) Levinson J.C., Guerrilla Marketing, Houghton Mifflin Company, New York, NJ, USA, 1998 Levinson J. e Godin S., The Guerrilla Marketing Handbook, Houghton Mifflin Company, New York, NJ, USA, 1994 Mariotti R, e Santinato M., La qualità del servizio, Teamwork, Rimini, 2002 McCann D. e Gay B. III, The Art & Science of Resort Sales, The LJR Group Inc., Placerville, CA, USA, 1999 McConnell B. e Huba J., Creating Customer Evangelists, Dearborn Trade Publishing, Chicago, IL, USA, 2003 Peters T., Wow! Un successo da urlo, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 1994 Rosen E., The Anatomy of Buzz, Doubleday, New York, NJ, USA, 2000 Santinato M., L’arte della vendita, Teamwork, Rimini, 2004 Bibliografia 97 98 Note Note 99 100 Note Note 101 102 Note Note 103 104 Note Note 105 106 Note Note 107 108 Note Note 109 110