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Divertirci, i bambini si arrangiano

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Divertirci, i bambini si arrangiano
2° Circolo Didattico
“Alcide De Gasperi”
Putignano
Sciopero generale
nel mondo delle fiabe
SCIOPERO GENERALE
NEL MONDO DELLE FIABE
Fiaba scritta dagli alunni delle classi
II sez. A – B
Laboratorio di creatività 2003 - 04
Scuola primaria “De Gasperi”
plesso Lama dei Pampini
Insegnanti:
Maria Intini
Marika Rongo
Premessa
Questa fiaba è stata inventata dagli alunni delle classi II A e B del plesso
Lama dei Pampini della scuola primaria “De Gasperi” di Putignano (BA)
nell’ambito di un Progetto extracurricolare “Laboratorio di creatività:
Macedonia… di fiabe” a. s. 2003 – 04, condotto dalle ins. Intini Maria e
Rongo Marika.
Obiettivi principali del progetto erano:
- potenziare l’uso della fantasia e della creatività.
- favorire il processo di socializzazione attraverso attività di gruppo.
- utilizzare le nuove tecnologie in chiave espressiva e creativa.
Il progetto si è svolto attraverso le seguenti fasi:
- Lettura delle più popolari fiabe per bambini.
- Costruzione dei personaggi (burattini ) e degli scenari più comuni.
- Invenzione di una storia con i personaggi tratti dalle fiabe lette.
- Suddivisione della storia in sequenze e drammatizzazione con i
burattini.
- Fotografia digitale delle varie scene.
- Videoscrittura delle didascalie e dei dialoghi.
- Costruzione di una presentazione multimediale della fiaba a cura delle
insegnanti.
Il copione della drammatizzazione è stato trasformato poi in un testo narrativo per
diventare un libro elettronico.
Nella stanza del principe azzurro, erano le otto del mattino e il principe
dormiva ancora.
- Devo svegliare quel poltrone del principe! - esclamò la regina.
Il Re, un po’ preoccupato, aggiunse: - Ogni giorno è la stessa storia, non si
ricorda che deve entrare nei libri delle fiabe! I bambini devono leggerle,
e come fanno a capirle se mancano i personaggi? Le fiabe sono
importanti per la loro crescita.
La regina urlò: - Sveglia dormiglione, sono passate le otto, il tuo lavoro ti
aspetta!
Il principe, nascosto sotto le coperte: - Voglio dormire ancora, è presto!
- Dai, alzati, il lavoro ti aspetta! – ribattè la regina.
- Uffa, uffa con questo lavoro!- disse con insoddisfazione il principe - Io
sono stanco di fare sempre le stesse cose: fare feste, infilare scarpe alle
Cenerentole che le perdono e soprattutto sono stufo, arcistufo di baciare
la bella addormentata nel bosco, che poi… tanto bella non è! Voglio
scioperare, cambiare lavoro, cambiare vita. Basta!
La regina afflitta: - Poveri noi, che brutta figura.
- Poveri bambini senza le loro fiabe! borbottò il re.
Il principe esclamò: - Voglio scioperare, girare liberamente nei boschi,
incontrare i miei amici senza il pensiero del lavoro.
Uscì dal castello e si avviò alla ricerca dei suoi amici per organizzare uno
sciopero generale.
Intanto nel bosco i tre porcellini, anche loro stufi della solita routine, si
lamentavano.
- Incomincia un nuovo giorno e devo raccogliere la paglia per la mia casa
che poi il lupo distruggerà! – disse il primo.
Il secondo aggiunse: - Io devo raccogliere delle tavolette, che stress!
È una vera scocciatura! – ribattè il terzo - Sono anni che noi costruiamo le
nostre case e il lupo ce le distrugge.
Proprio in quell’istante giunse il principe che disse: - Non vi preoccupate,
oggi io ho deciso di fare sciopero, volete farlo pure voi?
I porcellini, un po’ preoccupati, dissero in coro: - Poveri bambini, come
faranno senza le storie?
E il principe, deciso più che mai: - Chi se ne importa! Per un giorno
possono arrangiarsi, io sono stufo di fare sempre le stesse cose!
- Forse hai ragione, basta andiamo a divertirci! - esclamarono i tre
porcellini.
Nascosto dietro un cespuglio, Pinocchio, che aveva ascoltato tutto, sbucò
all’improvviso. - Chi sta parlando di divertimento? È una cosa che a me
piace tantissimissimo! Io sto andando a scuola, e lì di divertimento non ce
n’è.
Il principe, meravigliato, gli chiese: - Dov’è che vai? A scuola? Ma lascia
stare, oggi è sciopero, vieni con noi Pinocchio.
- Devo marinare la scuola? E Geppetto che cosa dirà? E la fata? - si
domandò Pinocchio - L’ultima volta che non sono andato a scuola mi
sono trasformato in asinello!
- Ma dai, questa volta vedrai che ci divertiremo e nessuno ti dirà niente e
poi … se ti trasformi in asinello, pazienza! Andiamo! – gli disse il
principe.
Il lupo, che passava di là, borbottò: - Cosa sentono le mie orecchie, oggi si
fa sciopero? Io non devo distruggere case, non devo parlare con quella
stupidella di Cappuccetto Rosso, non devo mangiare nonne che… sono
anche indigeste? È una vita che mangio e poi mi tagliano la pancia!
Guardate quanti buchi! Animali delle fiabe venite, oggi è sciopero!
Anche il Gatto e la Volpe si accorsero che stava succedendo qualcosa di
strano e si avvicinarono al gruppo. - Cos’è questa bella notizia? Chi ha
deciso questa rivolta?
Il lupo spiegò: - Ho sentito io il principe delle fiabe che ha detto di fare
sciopero perché era stufo di ripetere sempre le stesse cose nelle varie
fiabe. Anch’io sono scocciato, lui ha ragione, fare da secoli questo lavoro
è stressante. Quindi, andiamo a divertirci, i bambini si arrangiano!
Così iniziò uno sciopero generale e molti personaggi andarono in giro a
divertirsi. Volete sapere cosa successe?
Nel suo castello Cenerentola aspettava con impazienza il suo principe. - È
già tardi e il mio principe non viene a misurarmi la scarpa, come mai?
Rimarrò zitella?… Non viene, accidenti!
- Forse la storia è cambiata, sposerà me questa volta! - disse soddisfatta
una sorellastra.
- No, me! Io sono più bella di te! - ribattè l’altra sorellastra.
- Non ti illudere, - esclamò la prima - se la fiaba cambia, certamente la
sposa del principe sarà una ragazza saggia come me!!
Finite di litigare, belle figlie, - urlò la matrigna - se il principe non fa la
festa, nessuno si sposa e resterete zitelle!!
- La scarpa!!! Voglio la scarpa!!! Il principe!!! Voglio il principe! piagnucolò Cenerentola.
Intanto Aurora, la bella addormentata nel bosco, pensava tra sé e sé: Arriva? … È tanto tempo che dormo e qua non arriva nessuno a baciarmi,
mi voglio svegliare del tutto. Quel maledetto fuso, mi sa che mi ha fuso!
Voglio il principe! Lo voglio , lo voglio e lo voglio!
Nel frattempo Geppetto era andato in cerca di Pinocchio e disperato
borbottava: - Sono andato a scuola e ho saputo che quel birbantello,
testa di legno di Pinocchio, ha marinato la scuola. Mi aveva promesso che
ci andava e ancora una volta mi ha preso in giro. Chissà dove sarà
andato! Pinocchioooo!!!
Un passante, che aveva visto come erano andate le cose gli disse: - Caro
Geppetto, non urlare, è inutile stordire chi ti ascolta! Stamattina
Pinocchio e tutti i personaggi delle fiabe hanno deciso di scioperare
lasciando i bambini senza storie.
Geppetto disse sconvolto: - Che grave situazione! E dove sono andati?
- In giro! Ho visto Pinocchio mano nella mano con i tre porcellini, seguiti
dal principe, il lupo, il gatto e la volpe.
Che disastro! – esclamò Geppetto - E se il lupo mangia i porcellini e il
gatto e la volpe ingannano Pinocchio?
- Sono fuori servizio! Sono in sciopero!! – lo rassicurò il passante Nessuno svolge il suo ruolo, se vedessi le sorellastre di Cenerentola, come
piangono per la mancanza del principe e la Bella Addormentata che urla
perché vuole il principe che non arriva a svegliarla.
- Che confusione! Come si farà a ristabilire l’ordine? Fammi pensare un
po’. Forse … ci vorrebbe una magia, una stregoneria! Andiamo alla casa
della strega Malefica! - suggerì Geppetto.
Nella sua catapecchia la Strega era intenta a preparare una pozione
malefica - Ulla, bulla, billa, milla, bu, questa stregoneria riuscirà come
vuoi tu. Ulla, bolla, bella, mella ba, questa stregoneria riuscirà trallallero
trallalà!
- Posso entrare, interrompo? – chiese con un po’ di timore Geppetto.
- Chi osa venire nella mia catapecchia? – tuonò la vecchia - Se proprio
volete, entrate entrate!
- Sono io Geppetto, quello di Pinocchio, voglio il tuo aiuto… – sussurrò
Geppetto.
La strega un po’ meravigliata e ironica esclamò: - Il vecchio di Pinocchio
… non eri cliente della fata Turchina? Perché sei qui? Ti ha cacciato la
fata Belli Capelli!
- Non essere cattiva, io sono venuto da te perché forse tu mi puoi aiutare,
sono sicuro che tu non sei proprio strega. Strega lo sei diventata perché
sei vecchia e bruttarella. Se tu ti aggiustassi, ti cambiassi un po’ gli abiti,
saresti come le fate, solo un po’ attempata! – le disse Geppetto.
- Dici sul serio o mi prendi in giro? Cosa vuoi da me? – gli chiese la strega.
- Proprio io, non dico mai bugie! – rispose Geppetto - Io voglio essere
aiutato a mettere ordine nelle fiabe.
Il passante che aveva seguito Geppetto spiegò: - Sì dolcissima, bellissima
Malefica. Non hai saputo? Tutti i personaggi delle fiabe hanno
scioperato. Tutto è fermo, nessuna fiaba ha i suoi personaggi. Non si
capisce più niente!
- È una cosa grave, con i miei poteri non ci riuscirò! Bisognerà chiamare le
fate, - propose la strega - insieme ci riusciremo!
Geppetto implorò ad alta voce: - Fate! Carissime fate, venite qui alla casa
della bellissima Malefica, aiutateci a rimettere ordine nelle storie!
In un lampo di luce, apparvero le tre fate buone. - Siamo qui! Cosa
dobbiamo fare?
- Metto a disposizione i miei poteri! - esclamò una fata.
Una fata, un po’ distratta e confusa, chiese: - Dove metteremo ordine,
cosa è successo?
- Pare, così dicono, che tutti i personaggi delle storie siano in rivolta,
alcuni hanno scioperato e altri sono senza far niente. Dobbiamo fare una
stregoneria o forse una magia per rimediare! – sentenziò la strega.
E le fate aggiunsero: - Uniamo le nostre forze e i nostri cuori, così
certamente faremo ordine!
Tutte insieme prepararono una pozione magica.
- Fiabò, fiabì fiabà, ogni personaggio al suo posto ritornerà.
Fiabò, fiabì, fiabà, ogni bambino la sua storia leggerà!
La Fata dai capelli turchini dichiarò: - Questa pozione magica la farò bere
ai personaggi che hanno scioperato e tutto ritornerà come prima! – e poi
si avviò nel bosco.
Il principe e suoi amici, soddisfatti, ma un po’ stanchi, facevano una sosta
in una radura.
- Che stanchezza, che sete! – disse con un fil di voce il principe.
Il gatto esclamò: - Che bella giornata di divertimento!
- Io propongo di fare sempre sciopero! – dichiarò la volpe.
- Io sono d’accordo, niente lavoro! – aggiunse il lupo.
Niente scuola, niente Geppetto, niente Fata Turchina! - gioì Pinocchio.
Ma vedendo in lontananza la fata, Pinocchio sbuffò dicendo: - Eccola di
nuovo qui, uffa, stra-uffa e super-arci-uffa, sempre tra i piedi, non ne
posso più, cosa vorrà ancora da me?
- Che sete, che caldo! – si lamentarono i tre porcellini - Vorremmo un po’
d’acqua!
La fata aveva in mano la boccetta con la pozione magica e si avvicinò al
gruppo dei contestatori.
- Ecco a voi una nuova bevanda, la « Torna a lavorar là, là, là».
I tre porcellini bevvero un sorsetto e subito esclamarono: - Ah, torniamo
al nostro posto!
- Cosa succede a voi tre? - chiese sbalordito il principe.
Il lupo aggiunse: - Vi è venuta di botto la voglia di lavorare? Anch’io ho
voglia di bere.
Bevi! – lo rassicurò la fata.
- Io vado al lavoro, la storia mi aspetta! - disse il lupo dimenticando
all’improvviso tutto.
- È successo anche a te! Io voglio bere alla faccia dello sciopero!
-
dichiarò il principe che era stanchissimo e assetato come i suoi compagni.
La fata gli offrì la pozione magica con voce dolce. - Bevi, dissetati, brinda!
Appena il principe la bevve, corse via urlando: - Ragazze, principesse,
fanciulle, aspettatemi! Sono presto da voi, entrerò nelle storie, farò il mio
dovere!
La fata si rivolse a Pinocchio: - E tu hai sete? Vuoi bere un sorso di questa
buonissima bevanda?
- No! Non voglio la «Torna a lavorar la, la, la»! Non voglio tornare nella
mia storia, soprattutto non voglio andare a scuola! Forse faccio un
piacere a tutti i bambini che non leggono la storia, mi ringrazieranno. A
che serve leggere una storia, una fiaba, una favola? Ognuno si faccia i
fatti suoi e poi chi crede più alle storie?
Intervenne Geppetto: - Caro Pinocchio, i bambini non sono sfaticati come
te! Loro vogliono sapere e ci credono nelle storie.
Bambini, Babbo Natale esiste ed esiste la Befana
Esistono i tre porcellini e la fata Morgana
Metti un dente sotto il bicchiere, il giorno dopo c’è un soldino
Peter Pan combatte ancora contro Capitan Uncino.
Boschi pieni di folletti e di orsi pasticcioni
Elefanti che con le orecchie volano come aquiloni
Esistono i giganti, i draghi, Artù e Merlino
E se segui quelle briciole puoi incontrare Pollicino
Ma anche l’orco sai esiste, te lo giuro su me stesso
Ti dirà “C’era una volta”, stai attento, c’è anche adesso.
(Lettera ai bambini di Giorgio Panariello)
- Hai sentito Pinocchio? Le fiabe servono, i personaggi esistono, anche se
solo nella fantasia! Quindi il tuo lavoro è utile! Bevi e torna con me nella
storia! – suggerì la fata a Pinocchio.
La fata consigliò a tutti gli scioperanti: - Bevete anche voi bricconi!
Così Pinocchio e i suoi amici di avventura bevvero la pozione e tornarono
nelle loro fiabe.
E voi, bambini, leggete e imparate!
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