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studio descrittivo industria di trasformazione

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studio descrittivo industria di trasformazione
Documento di dettaglio tecnico
Studio Descrittivo Industria di Trasformazione
IREPA ONLUS
REGIONE SICILIANA
Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari
Dipartimento Regionale degli Interventi per la Pesca
STUDIO DESCRITTIVO
INDUSTRIA DI TRASFORMAZIONE
Servizio di “Realizzazione di uno studio statistico e socioeconomico
della filiera ittica regionale finalizzato a supportare l’attività di
gestione e programmazione regionale nel settore della pesca”.
Contratto Repertorio n. 257 del 15.12.2010
1
Indice
STUDIO DESCRITTIVO INDUSTRIA TRASFORMAZIONE........................... 4
Introduzione ................................................................................................................. 4
Descrizione delle fonti .................................................................................................. 4
Metodologia ................................................................................................................. 5
PERFORMANCE DELL’INDUSTRIA DI TRASFORMAZIONE IN AMBITO
NAZIONALE ........................................................................................... 6
INDAGINE STATISTICA SECONDO LE CARATTERISTICHE DEL SETTORE
PRODUTTIVO REGIONALE ................................................................... 10
Segmentazione del comparto ....................................................................................... 12
DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA IN AMBITO REGIONALE
........................................................................................................... 14
Tipologia di imprese e occupati ................................................................................... 14
PERFORMANCE ECONOMICA DELL’INDUSTRIA DI TRASFORMAZIONE . 16
INDAGINE REGIONALE ........................................................................ 16
INDAGINE PROVINCIALE ..................................................................... 19
Fatturato per ciascuna provincia siciliana ..................................................................... 19
Occupati e redditività media per occupato in ciascuna provincia siciliana ........................ 23
Redditività prodotta da attività ancillari ........................................................................ 26
ANALISI DEI COSTI ............................................................................. 27
Indagine regionale ...................................................................................................... 27
Costo del lavoro ......................................................................................................... 32
INDICI DI BILANCIO ............................................................................. 34
Premessa .................................................................................................................. 34
Indici di Bilancio nell’indagine regionale ....................................................................... 36
ALL. I .................................................................................................. 43
STABILIMENTI INDUSTRIALI LAVORAZIONE TRASFORMAZIONE E CONSERVAZIONE
PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI AGRIGENTO ........................................................... 43
STABILIMENTI INDUSTRIALI LAVORAZIONE TRASFORMAZIONE E CONSERVAZIONE
PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI CALTANISSETTA ..................................................... 45
STABILIMENTI INDUSTRIALI LAVORAZIONE TRASFORMAZIONE E CONSERVAZIONE
PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI CATANIA ................................................................ 45
STABILIMENTI INDUSTRIALI LAVORAZIONE TRASFORMAZIONE E CONSERVAZIONE
PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI MESSINA ................................................................ 46
STABILIMENTI INDUSTRIALI LAVORAZIONE TRASFORMAZIONE E CONSERVAZIONE
PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI PALERMO ............................................................... 47
STABILIMENTI INDUSTRIALI LAVORAZIONE TRASFORMAZIONE E CONSERVAZIONE
PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI RAGUSA ................................................................. 48
STABILIMENTI INDUSTRIALI LAVORAZIONE TRASFORMAZIONE E CONSERVAZIONE
PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI SIRACUSA .............................................................. 48
STABILIMENTI INDUSTRIALI LAVORAZIONE TRASFORMAZIONE E CONSERVAZIONE
PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI TRAPANI ................................................................ 49
1
Indice figure
FIGURA 1: DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DELLE IMPRESE DI TRASFORMAZIONE PER CIASCUNA PROVINCIA SICILIANA,
2011 .........................................................................................................................................................12
FIGURA 2: DISTRIBUZIONE REGIONALE DEGLI OCCUPATI PER CLASSE DI ADDETTI....................................................14
FIGURA 3: DISTRIBUZIONE REGIONALE DELLE IMPRESE IN BASE ALLE DIVERSE CLASSI DI ADDETTI ...........................15
FIGURA 4: PERFORMANCE DEL FATTURATO IN AMBITO REGIONALE- 2006-2010 .....................................................16
FIGURA 5: TENDENZA DEL FATTURATO MEDIO PER AZIENDA, 2006-2010...............................................................17
FIGURA 6: RICORSO DEL SETTORE AI SUSSIDI PUBBLICI, 2006-2010 .....................................................................17
FIGURA 7: DISTRIBUZIONE PROVINCIALE DEL FATTURATO PER L'INDUSTRIA DI TRASFORMAZIONE, ANNO 2010 .........19
FIGURA 8: DISTRIBUZIONE PROVINCIALE DEL FATTURATO PER L'INDUSTRIA DI TRASFORMAZIONE, ANNI 2008-2009.21
FIGURA 9: DISTRIBUZIONE PROVINCIALE DEGLI OCCUPATI, ANNO 2010 .................................................................23
FIGURA 10 DISTRIBUZIONE PROVINCIALE DEGLI OCCUPATI, ANNO 2009 ................................................................24
FIGURA 11 DISTRIBUZIONE PROVINCIALE DEGLI OCCUPATI, ANNO 2008 ................................................................24
FIGURA 12: REDDITIVITÀ MEDIA PROVINCIALE PER ADDETTO, COMPARATA ALLA PRODUTTIVITÀ MEDIA REGIONALE PER
ADDETTO- 2008-2010 ................................................................................................................................25
FIGURA 13: DISTRIBUZIONE DEI COSTI OPERATIVI NELL'INDUSTRIA DI TRASFORMAZIONE SICILIANA, 2006-2010 .......27
FIGURA 14: DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEI COSTI DIRETTI DI PRODUZIONE NELL'INDUSTRIA DI TRASFORMAZIONE
SICILIANA, 2006-2010 ................................................................................................................................28
FIGURA 15: DISTRIBUZIONE DEI COSTI DIRETTI DI PRODUZIONE, ANNO 2010..........................................................29
FIGURA 16: PERCENTUALE DI FATTURATO IMPIEGATA PER COPRIRE I COSTI OPERATIVI - 2006-2010.......................30
FIGURA 17: COSTO MEDIO DEL LAVORO IN AMBITO REGIONALE, 2006-2010 ..........................................................32
FIGURA 18: TREND DEL SALARIO MEDIO PER ADDETTO (FTE) IN ITALIA, 2006-2009...............................................33
FIGURA 19: COSTO MEDIO DEL LAVORO IN AMBITO PROVINCIALE, ANNO 2010 .......................................................33
FIGURA 20: INDICE DI COPERTURA DEGLI ONERI FINANZIARI E TENDENZA PREVISIONALE .........................................36
FIGURA 21: INDICE DI POSIZIONE FINANZIARIA E LEVERAGE, 2008-2010 ...............................................................37
FIGURA 22: TENDENZA NEL TRIENNIO 2008-2010 DEL GRADO DI DIPENDENZA DAL CAPITALE DI TERZI.....................38
FIGURA 23: TREND DELL'INDICE DI REDDITIVITÀ E ANALISI PREVISIONALE ...............................................................39
FIGURA 24: TREND DELL'INDICE DI RENDIMENTO DEL CAPITALE PROPRIO (ROE), 2008-2010.................................40
FIGURA 25: INDICE DI REDDITIVITÀ DELLE VENDITE, 2006-2010 ............................................................................41
FIGURA 26: INDICATORI DI REDDITIVITÀ – RISPETTO AI RAPPORTI TRA MOL, EBIT, FATTURATO ..............................42
FIGURA 27: PROPENSIONE AD INVESTIRE E ANALISI DI TENDENZA, 2008-2010.......................................................42
Indice tabelle
TABELLA 1: DINAMICA DELL'INDICE DELLE QUANTITÀ ACQUISTATE DI PRODOTTI ITTICI DALLE FAMIGLIE, 2011 .............8
TABELLA 2: IDENTIFICAZIONE DELLE CLASSI DIMENSIONALI DELLE IMPRESE IN BASE AL NUMERO DI ADDETTI .............12
Indice box
BOX 1: DINAMICA DEI CONSUMI DOMESTICI IN ITALIA, 2011 - FONTE ISMEA............................................................8
3
STUDIO DESCRITTIVO INDUSTRIA TRASFORMAZIONE
Introduzione
Il presente studio è stato finalizzato a valutare l’importanza assunta dall’industria di trasformazione
di prodotti ittici in Sicilia. La realizzazione della ricerca ha comportato lo sviluppo delle attività
finalizzate a curare la consultazione delle banche settoriali esistenti in modo da rendere disponibili
informazioni aggiornate e da pianificare al meglio le future linee di sviluppo del comparto
produttivo. A tale scopo è stato utilizzato l’ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive) ed il
data base telematico delle Camere di Commercio (INFOCAMERE). Tali fonti informative sono
state integrate con una successiva indagine finalizzata a prendere in considerazione la operatività
effettiva delle aziende. A tale scopo nell’elenco finale sono state incluse le aziende per le quali è
stato possibile identificare il relativo codice di autorizzazione alla lavorazione e conservazione dei
prodotti ittici.
L’attività del periodo si è conclusa con la raccolta dati finalizzata a esaminare gli aspetti principali
che caratterizzano la realtà produttiva regionale. In questo contesto la elaborazione dei dati raccolti
è stata sviluppata in modo da rispondere alle specifiche tecniche del servizio richieste dal bando. E’
stato, quindi, possibile fornire le informazioni per descrivere i seguenti aspetti della filiera:
a) numero e caratteristiche delle imprese;
b) localizzazione per tipologia di forma giuridica e provincia.
Tali elaborazioni hanno permesso di delineare un primo inquadramento del settore e forniscono la
generale conoscenza degli aspetti di base del settore dell'industria di trasformazione regionale.
Per quanto sopra premesso la presente relazione illustra, innanzitutto i criteri metodologici utilizzati
nella conduzione dell’indagine, per poi proseguire con la sintesi dei risultati dell’analisi.
Quest’ultima fornisce un primo inquadramento della situazione nazionale e prosegue con
l’approfondimento della localizzazione delle imprese nell’ambito del contesto produttivo siciliano.
Infine, sono riportati gli elenchi delle imprese presenti nelle provincie siciliane e tale archivio
rappresenta l’universo di riferimento della ricerca socio-economica.
Descrizione delle fonti
L’analisi a stesura del presente rapporto economico sull’industria di trasformazione è basata su
diverse tipologie di fonti statistiche. In questo contesto, si sono verificati e aggiornati i dati
disponibili in ambito regionale e nazionale, nella fase successiva, le informazioni sono state
integrate con i dati tratti da una indagine di campo mediante interviste dirette sia agli stakeholders
che ai produttori.
Il punto di start-up dell’indagine è rappresentato dagli elenchi delle Camere di Commercio
(Database INFOCAMERE), ottenuti in base all’estrazione delle imprese con codice ATECORI
(2007) 10.20. Questo codice, in particolare, identifica tutte le imprese che, in qualsiasi forma
giuridica, esercitano attività economiche relative alla trasformazione e lavorazione di prodotti ittici
e servizi connessi a suddette attività.
Le imprese censite sono state tutte quelle risultanti attive al 31 dicembre 2010. Ciò ha implicato
l’esclusione delle imprese che nel corso degli ultimi sei anni hanno cessato la propria attività. Per
queste ultime imprese non sono state effettuate analisi dei dati di bilancio né interviste se non in
contesto istituzionale per acquisire le dinamiche economiche e le esternalità socio-ambientali che
hanno determinato la contrazione del numero di aziende presenti sul territorio regionale.
4
L’universo di riferimento è stato, infine, ottenuto dalla verifica della consistenza fra i dati delle
imprese censite nell’ambito dell’indagine ISTAT con l’elenco di tutte le imprese iscritte alla
Camera di Commercio identificate con il seguente codice di attività ISTAT/NACE al 31.12.2010
(ATECO 2007): 10.20 Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi.
In definitiva, quindi, l’elenco finale degli stabilimenti, presenti nelle provincie siciliane e dotate del
numero di Bollo CEE, si riconduce all’incrocio tra le informazioni acquisite on desk con le
informazioni dirette fornite da esperti del settore. La realizzazione dell’indagine ha comportato, a
tal fine, l’organizzazione di una rete operativa in ambito regionale articolata in un Ufficio di
Coordinamento Centrale e in una serie di focal point periferici dislocati nelle diverse provincie
siciliane.
Metodologia
La realizzazione della ricerca ha comportato lo sviluppo di una prima attività di reperimento delle
banche settoriali esistenti. Tale attività è stata finalizzata a definire l’universo di riferimento
dell’indagine. L’individuazione delle unità censuarie, oltre a tener conto di precedenti rilevamenti,
si è basata sia su informazioni provenienti da diverse fonti documentarie che avvalendosi della
conoscenza diretta dei focal point di area, scelti per l’affidabilità e la profonda esperienza nel settore
dell’industria di trasformazione.
Nella fase successiva si è proceduto a predisporre la base dati idonea a completare il quadro di
riferimento dell’indagine.
In relazione all'anagrafica, il riferimento di base è stata l’impresa, identificata in modo univoco con
uno specifico codice numerico, ricondotto al numero del Bollo CEE, per garantire la più precisa ed
estesa corrispondenza tra gli archivi anagrafici esistenti ed il risultato finale dell’indagine.
Nel presente censimento sono stati inclusi gli STABILIMENTI INDUSTRIALI LAVORAZIONE
TRASFORMAZIONE E CONSERVAZIONE PRODOTTI ITTICI presenti nelle diverse provincie
siciliane.
In particolare, in questa fase, i dati raccolti hanno riguardato gli aspetti anagrafici dell’impresa di
trasformazione, in modo da avere tutti gli elementi necessari ai successivi contatti.
Per quanto riguarda l’articolazione delle strutture, gli impianti censiti sono stati segmentati in base
alla struttura giuridica di riferimento e alla provincia di localizzazione.
Sulla base della disponibilità di tali informazioni, l’elaborazione dei dati si è basata sulla
ripartizione delle unità a seconda della provincia di residenza e della struttura giuridica (impresa di
persona e società di capitali).
5
Performance dell’industria di trasformazione in ambito nazionale
I principali segmenti del settore italiano della lavorazione del pesce sono i seguenti:
•
•
conserviero (tonno, - circa l'87% della produzione totale -, conserve, sardine e acciughe)
surgelazione e congelamento.
Sulla base di un recente rapporto (Ismea 2010) il fatturato totale dell'industria italiana del settore
conserviero di prodotti ittici è risultato pari a 925 milioni di euro mentre il settore surgelazione e
congelamento si limita ad un fatturato complessivo di 125 milioni di Euro.
Nel 2009, il fatturato delle industrie nazionali delle conserve ittiche (1.387 milioni di euro secondo
Federalimentare) ha inciso su quello delle industrie alimentari solo per un 1,2% e, nonostante sia
aumentato del 13,4% dal 2006 (+6,2% sul 2008), continua a collocarsi agli ultimi posti, prima
soltanto delle industrie dei succhi di frutta, del riso e dello zucchero.
L'industria di trasformazione dei prodotti ittici in Italia è, in particolare, caratterizzata da una vasta
produzione di prodotti di tonno, sebbene una percentuale di trasformato sia rappresentata anche da
altri prodotti, quali ad esempio le acciughe, le sardine e i frutti di mare.
Per quanto riguarda il tonno in scatola, l'industria italiana è fortemente dipendente dalle
importazioni di materie prime.
Secondo i dati Istat elaborati da Ismea (2011), l’indice della produzione industriale, corretto per gli
effetti di calendario (base 2005=100), delle industrie della lavorazione e conservazione di pesce,
crostacei e molluschi ha segnato, nella media del periodo gennaio-settembre 2010, una crescita
tendenziale del 7,9%, di contro ad un aumento appena dell’1,9% per l’intero settore delle industrie
alimentari, delle bevande e del tabacco. Sembra quindi in atto una buona ripresa della produzione
industriale alimentare in Italia, dopo un 2009 in flessione (-2,1% per le industrie ittiche e -1,1% per
le industrie alimentari nel complesso). L’analisi trimestrale evidenzia, infatti, che la dinamica
negativa tendenziale dell’indice della produzione industriale dell’industria del pesce aveva
incominciato a manifestarsi nella seconda metà dell’anno 2008, con l’esplosione della crisi
finanziaria che ha poi impattato sull’economia mondiale, per protrarsi fino al terzo trimestre del
2009. In seguito, la tendenza negativa si è invertita, con una netta crescita nel quarto trimestre 2009
(+12% sul corrispondente periodo del 2008) e nel terzo trimestre 2010 (+9,3%).
In Italia, nell’ambito della produzione industriale per la trasformazione e conservazione ittica, il
ruolo leader è ricoperto dal segmento delle conserve e in particolare da quelle a base di tonno. In
effetti, l’industria dei surgelati ittici ha un ruolo secondario: secondo i dati forniti da Databank, nel
2009 sono state prodotte appena 23 mila tonnellate di prodotti ittici surgelati, il 7% circa in meno
rispetto al 2008, per un valore di poco superiore a 100 milioni di euro (-14%).
La produzione nazionale è ben lontana dal coprire il fabbisogno interno; con un consumo apparente,
nel 2009, di oltre 100 mila tonnellate (in calo dell’1,2% rispetto all’anno precedente) si è reso
necessario un consistente ricorso alle importazioni (78 mila tonnellate), tanto che la propensione
all’import ha sfiorato il 78%. Il consumo pro capite è risultato pari a 1,7 kg, in calo dell’1,8%
rispetto al 2008, un quantitativo che si discosta da quello di altri paesi europei come Spagna
(superiore ai 7 kg), Regno Unito, Germania (fra i 3 i 4 kg in questi due paesi) e Francia (di poco
inferiore ai 3 kg).
Nel 2011, infatti, secondo le elaborazioni dell'ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri Ittici)
su dati Istat – l’industria italiana del tonno in scatola ha evidenziato ottime performance
confermando la vitalità di un comparto strategico per il comparto alimentare italiano. Il valore del
settore del tonno in scatola nel 2011 - si legge in una nota - è stato di 1,070 miliardi di euro. La
produzione si è attestata a 68.000 tonnellate (+4,6% rispetto al 2010) mentre il consumo da parte
degli italiani ha toccato quota 141.000 tonnellate (+6%) pari a circa 2,3 kg pro capite. Nello stesso
6
arco di tempo le importazioni di tonno in conserva hanno raggiunto quota 87.572 tonnellate
(+8,4%) mentre le esportazioni si sono attestate sulle 14.972 tonnellate (+9,2%).
Dati che collocano l’Italia come uno dei più importanti mercati al mondo per il consumo di questo
alimento e come secondo produttore europeo, dopo la Spagna. Nonostante la crisi, il 2011 è stato un
anno positivo per l’industria italiana del tonno in scatola che, negli ultimi anni, il tonno in scatola è
diventato un piatto principale a tutti gli effetti. La scatoletta di tonno raggiunge oggi nel nostro
Paese una penetrazione altissima, pari a circa il 96% delle famiglie italiane, con punte massime
d’acquisto che riguardano soprattutto il periodo estivo.
Se da una parte gli italiani consumano ancora troppo poco pesce (in media 90 grammi a settimana,
contro i 300-450 raccomandati dall’INRAN), il tonno in scatola vede crescere in modo costante il
proprio consenso da parte dei consumatori, sempre più attenti, esigenti e consapevoli.
Quanto detto è confermato dal rapporto Ismea “Il pesce a tavola” dal quale emerge che - tra gli
italiani che privilegiano l’acquisto di pesce conservato (49%) rispetto al pesce fresco (51%) - il
tonno in scatola risulta essere l’alimento preferito (22%), seguito dal pesce surgelato confezionato
(16,4%), dal congelato sfuso (6%) e dal salato, essiccato e affumicato (4,3%).
7
Box 1: Dinamica dei consumi domestici in Italia, 2011 - Fonte ISMEA
In Italia, i consumi alimentari delle famiglie hanno manifestato, nel 2010, una sostanziale
stagnazione (-0,5% rispetto al 2009) che perdura ormai da quattro anni. In questo contesto sono
risultati particolarmente penalizzati, nell’anno 2010, i prodotti ittici; la riduzione degli acquisti
domestici è stata, infatti, del 2,4%, a fronte di un aumento del 2% dei prezzi medi al consumo.
L’andamento di medio periodo, tuttavia, mostra un tasso di variazione medio annuo positivo
(+1,6%), nonostante l’incremento medio dei prezzi sempre intorno al 2%. All’interno
dell’aggregato ittici, l’aumento più consistente della domanda dal 2005 al 2010 ha riguardato i
prodotti trasformati (+2,4% rispetto al +0,8% del fresco) e in particolare di quelli secchi, salati e
affumicati (+4,7%), anche se va tenuta presente la loro incidenza marginale sui consumi
complessivi di prodotti ittici. In crescita sono risultati anche gli acquisti di prodotti
congelati/surgelati confezionati (+3,6%) e di conserve e semiconserve (+2,4%) È interessante
evidenziare che altri alimenti fonti di proteine animali e possibili sostituti del pesce hanno invece
mostrato nello stesso arco di tempo una variazione meno sostenuta se non addirittura negativa (2,5% le carni bovine), fatta eccezione per le uova (+3,6%) e per il latte e derivati (+1,7%).
Tabella 1: Dinamica dell'indice delle quantità acquistate di prodotti ittici dalle
famiglie, 2011
Fonte: Ismea, Panel Famiglie
8
Oltre alle tendenze sui consumi è importante associare la tendenza che caratterizza il comparto
produttivo dal punto di vista della produzione: in ambito nazionale alcune delle maggiori aziende
hanno delocalizzato gli impianti, infatti producono all’estero per riuscire a contratte soprattutto i
costi operativi di produzione (particolarmente alti per le voci di energia e lavoro), preferendo
ubicare gli impianti (unità produttive) vicino alle zone di pesca delle materie prime.
Da un punto di vista strutturale, quindi, la situazione appena descritta ha portato alla presenza in
Italia di alcune aziende che producono all'estero, ma in Italia provvedono a gestire i servizi di
marketing e di rivendita, perdendo o, per meglio dire, modificando, così, il proprio ruolo sostanziale
nel contribuire direttamente al PIL nazionale.
Ulteriore innovazione per il segmento trasformazione ittica, è rappresentata dall’interesse delle
imprese ad acquisire e lavorare prodotto non di provenienza pesca, ma direttamente prodotto dal
comparto acquacoltura. Di recente, infatti, l’industria di trasformazione ha manifestato interesse per
la lavorazione di materie prime provenienti da acquacoltura in modo da ridurre la dipendenza dalle
importazioni oltre che contrarre il costo delle materie prime. Questa tendenza è stata osservata
principalmente per la produzione di specie d'acqua dolce, soprattutto trote e trote salmonate.
La trasformazione di prodotti ittici dell’acquacoltura rappresenta un’opportunità e un collegamento
tra il futuro dell'acquacoltura e dell’industria di trasformazione.
Dalle indagini sui consumi e tracciando la produzione di trasformato italiano di diretta derivazione
dall’acquacoltura nazionale (come specie trasformata è soprattutto la trota), è stato possibile
registrare che gran parte del consumo finale è stato allocato sul mercato interno. Per il mercato
dell'esportazione la trota trasformata è stata venduta principalmente in filetti congelati. Secondo i
dati di esportazione, la vendita all’estero di trote fresche e congelate ha raggiunto le 4.500
tonnellate, di cui oltre il 60% è stato assorbito dai mercati austriaco e tedesco. Per mercati specifici,
come l’Ucraina, la Bulgaria o la Lituania, ci sono registrazioni di esportazione di carpa allevata sia
surgelata/congelata che in parte trasformata in filetti o semplicemente decapitata e eviscerata.
Passando alla descrizione delle caratteristiche strutturali del comparto, l'industria della lavorazione
del pesce è caratterizzata da una struttura organizzativa articolata e suddivisa in due principali
segmenti produttivi:
1. il primo è rappresentato da un segmento produttivo moderno in cui rientrano alcune grandi
aziende industriali;
2. il secondo segmento produttivo è altamente frammentato ed è formato principalmente da
micro, piccole e piccole e medie imprese, molte delle quali sono organizzate su base
familiare.
Le imprese di trasformazione del pesce si trovano per il 53% in Italia meridionale e nelle isole, il
20% nel Nord-Est, il 18% nelle regioni centrali e solo l'8% nel nord-ovest.
Le regioni con il maggior numero di imprese sono la Sicilia (17%), il Veneto (12%) e la Campania
(10%). Il maggior numero di dipendenti si registra, invece, nel Nord-Est, che, da un punto di vista
economico generale, è l'area italiana più produttiva. In media il numero di addetti per impresa di
lavorazione del pesce è di 21 occupati full time, toccando picchi, in regioni come il Friuli Venezia
Giulia e il Veneto, rispettivamente, di 38 e 30 unità.
Per quanto riguarda il livello dimensionale, il 51% delle aziende è rappresentata da piccole imprese
con un numero di occupati inferiore a 10 dipendenti (micro imprese). Un ulteriore 41% è costituito
da imprese con meno di 50 dipendenti e soltanto l’8% riguarda aziende medio grandi con un
numero di occupati superiore alle 50 unità.
La classificazione delle imprese per forma giuridica mostra una preponderanza di società a
responsabilità limitata pari al 74%.
E’, infine, da rilevare che l'industria di trasformazione è un settore che offre pari opportunità
lavorative in quanto il numero di uomini e di donne impiegate nel settore è quasi equivalente.
9
Indagine statistica secondo le caratteristiche del settore
produttivo regionale
La rilevazione statistica delle imprese di trasformazione di prodotti ittici in Sicilia ha riguardato la
popolazione di imprese presenti sul territorio regionale. La base di riferimento iniziale è stata la
registrazione delle imprese nelle rispettive CCIAA locali e l’Archivio ISTAT (ASIA). Come è noto,
la fonte camerale riflette la difficoltà degli operatori a trasmettere le informazioni relative allo stato
operativo reale. In molti casi, nonostante le imprese restino inattive, vi è uno scarto temporale fra la
decisione di sospendere le attività e la comunicazione ufficiale che consente l’aggiornamento della
base dati. In questo contesto si è ritenuto opportuno correlare i dati camerali con altre fonti
statistiche. Effettuata la visura camerale per avere conferma dello stato di attività, inattività o
fallimento, i dati sono stati incrociati con gli elenchi resi disponibili dall’Archivio ISTAT. La
presenza in entrambi gli elenchi ha consentito di definire il contesto produttivo che, su base desk,
risulta effettivamente operativo. Nella successiva fase, si è provveduto a contattare gli operatori
presenti nell’elenco e si è potuto appurare la reale consistenza del contesto produttivo siciliano nel
settore della trasformazione di prodotti ittici.
Al fine di determinare il numero di imprese attive, ed effettuare, successivamente, la segmentazione
del settore, si è provveduto ad integrare le suddette fonti con un’indagine di campo finalizzata a
rilevare gli stabilimenti di trasformazione e lavorazione di prodotti ittici contraddistinti dal Bollo
CEE.
Quest’ultimo censisce un numero totale di imprese pari a 114 unità.
Tab. 9 - Ripartizione degli stabilimenti di trasformazione e lavorazione dei
prodotti ittici per provincia e forma giuridica, Sicilia, 2010
S.p.A
S.r.l.
S.n.c.
S.a.s
Coop.
Ditte
Totale
10
30
26,3
2
1,7
1
13
11,4
%
Sistemi
N. Unità
Agrigento
Caltanisetta
1
13
1
1
Catania
7
Messina
Palermo
1
2
2
1
Trapani
Totale
7
4
Fonte: Rilevazione Bollo CEE
3
1
5
6
Ragusa
Siracusa
2
1
1
1
9
7,9
2
1
5
18
15,8
1
5
4,4
3
10
8,8
5
27
23,7
26
114
100,0
2
3
2
1
16
2
4
55
13
12
4
10
Agrigento e Trapani sono le due provincie dove è maggiormente concentrata la presenza di aziende
di trasformazione di prodotti ittici. Con il 50% degli stabilimenti, le due provincie rappresentano un
polo produttivo caratterizzato dalla predominante presenza di società a responsabilità limitata e ditte
individuali. Palermo e Catania raggiungono, rispettivamente, un rappresentatività pari al 15,8% ed
all’11,4%. Anche in queste due ultime provincie la società a responsabilità limitata rappresenta la
forma giuridica più diffusa.
A questo primo livello di analisi è stato incrociato l’elenco di imprese per le quali sono disponibili i
dati di bilancio per almeno 5 anni consecutivi. Tali incroci hanno consentito di definire la
numerosità delle imprese attive nel 2011 e di predisporre l’elenco anagrafico della struttura
produttiva così come localizzata nelle diverse provincie siciliane.
11
Segmentazione del comparto
Nella fase di determinazione dei segmenti, si è proceduto a suddividere le imprese in base al numero di
addetti e alla forma giuridica.
Per quanto riguarda la segmentazione, è stata adottata la stessa prevista per la Raccolta dati economici in
ambito di Commissione europea, così come stabilito dal Reg. (CE) 199/2008 e corrisponde a quanto segue:
Tabella 2: Identificazione delle classi dimensionali delle imprese in base al
numero di addetti
In merito alla forma giuridica, le imprese rientranti nell’indagine sono state tutte le società e le cooperative
di capitali.
La popolazione di imprese su cui sono state elaborate le indagini economiche di seguito riportate nel
presente documento costituiscono una popolazione attiva di 95 unità.
A seguito della determinazione della popolazione oggetto di indagine si è proceduto a estrarre un campione
rappresentativo che tenesse conto anche della distribuzione regionale delle imprese.
Dall’indagine sull’intera popolazione risulta che, a livello di singola provincia, si ha la seguente
distribuzione, in termini percentuali:
Figura 1: distribuzione percentuale delle imprese di trasformazione per ciascuna provincia
siciliana, 2011
12
Fonte: elaborazioni IREPA su dati CCIAA
Nel pieno soddisfacimento delle norme sulla sensibilità dei dati statistici, nella presente indagine
sono riportate tutte le informazioni che descrivono la situazione macro economica regionale, mentre
nel dettaglio delle singole imprese le elaborazioni sono riferite alle province in cui la popolazione
attiva di imprese censite è almeno superiore a tre unità.
13
Descrizione della struttura produttiva in ambito regionale
Tipologia di imprese e occupati
Il settore produttivo dedito principalmente alla conservazione e trasformazione del pesce è
costituito da 95 imprese di capitali tutte operanti e regolarmente censite e produttive negli ultimi 5
esercizi commerciali.
Il comparto produttivo siciliano rappresenta un importante indotto che occupa, direttamente, oltre le
1.400 risorse umane di qualifiche differenti.
La struttura dell’oltre 57% delle imprese è caratterizzata da non più di 10 addetti occupati a tempo
pieno e indeterminato, mentre la restante parte è caratterizzata per circa il 40% da imprese con
addetti che variano tra i 10 e le 49 unità e solo un 3% è rappresentato da imprese che hanno dai 50
ai 249 occupati. Nessuna impresa della popolazione censita rientra nella quarta classe in cui
figurano le imprese con più di 250 addetti.
In termini di occupati, risulta che poco meno del 53% è occupato in imprese che rientrano nella
seconda classe di imprese (quelle con addetti da 10-49), mentre il 30% è occupato in imprese che
rappresentano il 3% della popolazione censita e, infine, circa il 17% degli occupati lavora in micro
imprese che, in termini di numerosità, rappresentano oltre il 56% della popolazione.
Figura 2: Distribuzione regionale degli occupati per classe di addetti
Fonte: elaborazioni IREPA su dati CCIAA e Rapporto Industria di trasformazione – raccolta dati nazionale
ex Reg. (CE) 199/2008
14
A fronte di una numerosità di occupati espressi dalla classe intermedia di addetti, cioè imprese con
un numero di occupati compreso tra 10 e 49, in termini di concentrazione di imprese vediamo, come
raffigurato nel diagramma che segue, una maggiore rappresentatività della classe 1, cioè quella che
ha fino a 10 addetti.
Tale distribuzione di aziende denota una presenza capillare di micro imprese specialmente in alcune
provincie della Sicilia, quali Trapani (18), Agrigento (14) e Palermo (14), in cui intere economie
sono collegate all’indotto della trasformazione ittica.
Figura 3: Distribuzione regionale delle imprese in base alle diverse classi di
addetti
Fonte: elaborazioni IREPA su dati CCIAA e validazioni direttamente presso gli uffici provinciali
dell’ispettorato del lavoro
15
Performance economica dell’industria di trasformazione
Indagine regionale
In ambito regionale l’industria di trasformazione ha chiuso l’anno commerciale 2010 con un
fatturato di oltre 479 milioni di euro.
L’andamento del fatturato esaminato nelle ultime 5 annualità denota un settore maturo, ma in
costante crescita, come per altro rappresentato nel grafico di seguito riportato, in cui sono
rappresentati i fatturati (turnover) stimati per il settore.
Figura 4: Performance del fatturato in ambito regionale- 2006-2010
Fonte: Elaborazioni IREPA su dati di bilancio, 2012
Dal grafico si evince che nel 2008 il Fatturato medio per impresa di capitali ha registrato la più alta
performance rispetto a tutte le annualità esami8nate nel presente rapporto, infatti ha raggiunto un
livello di oltre 6 milioni per impresa. Mediamente nell’intero periodo la performance, in termini di
fatturato medio, è di circa 5 milioni di euro, e nell’ultima annualità economica disponibile (2010) il
risultato medio per azienda è stato poco più alto di 5 milioni (5,04 milioni di Euro). Nel grafico in
cui sono riportati i fatturati medi per azienda calcolati per ogni annualità, si è corredato il grafico
con la rette di regressione lineare da cui si evince la variabilità del fatturato nel quinquennio in
esame.
16
Figura 5: Tendenza del Fatturato medio per azienda, 2006-2010
Fonte: Elaborazioni IREPA su dati di bilancio, 2012
Dalle analisi di bilancio è emerso un tendenziale incremento del ricorso ai fondi e ai sussidi pubblici
per potenziare e migliorare la struttura produttiva della trasformazione regionale. I valori riportati in
conto capitale nei diversi bilanci esaminati hanno denotato che il picco più alto e significativo
dell’intero periodo è stato registrato per l’annualità 2010, dove i sussidi al settore sono stati di oltre
1.2 milioni di euro.
Figura 6: Ricorso del settore ai sussidi pubblici, 2006-2010
17
Il ricorso al finanziamento mediante fondi pubblici denota una maggiore consapevolezza del settore
a dover apportare innovazione nelle proprie strutture produttive/operative.
Mediamente ciascuna impresa nell’ultima annualità esaminata (2010) ha beneficiato di circa 13
mila euro.
Analizzando un’ulteriore voce che compone i Ricavi nel Conto economico al Valore della
produzione, è emerso che l’industria di trasformazione ittica siciliana genera fatturato soprattutto
dal core business dell’attività, infatti i redditi provenienti da attività diverse dalla trasformazione
ammontano, per l’intero settore, a poco più di 1 milione di euro per l’ultima annualità di riferimento
(2010), ciò vuol dire che mediamente ciascuna impresa della popolazione censita genera altri redditi
(anche detti Redditi diversi) in media di 11 mila euro.
18
Indagine provinciale
Fatturato per ciascuna provincia siciliana
Procedendo ad analizzare la performance economica a livello di singola provincia, è importate
richiamare il vincolo statistico del rispetto e della tutela della sensibilità dei dati, per tanto
risulteranno analizzate un numero di province inferiore a quelle esistenti in Regione Sicilia, ciò è
dovuto, come per altro già richiamato nel capitolo della descrizione metodologica dell’indagine
statistica, alla numerosità delle imprese censite in ciascuna provincia.
In linea con il nuovo regolamento comunitario (Reg. CE 199/2008) sulla raccolta dati, per
omogeneità delle informazioni e delle elaborazioni ed analisi statistiche, in ambito provinciale
l’approfondimento è stato effettuato sul triennio 2008-2010. Per le due annualità (2006-2007)
precedenti i dati non sono confrontabili con quelli del triennio esaminato, in quanto la raccolta di
quei dati statistici ed economici era regolata da un precedente Regolamento comunitario che,
appunto, prevedeva una metodologia e un set di indicatori differenti. A ciò va aggiunto che la
raccolta avveniva secondo un campione che, in ambito di indagine regionale, è stato
opportunamente revisionato ed adeguato nella presente indagine economico-statistica, ma a livello
di provincia non si è potuto opportunamente integrare la metodologia.
Per quanto riguarda il fatturato (turnover) in ambito provinciale per l’ultima annualità esaminata, la
situazione è rappresentata nel diagramma di seguito riportato:
Figura 7: Distribuzione provinciale del fatturato per l'industria di trasformazione,
Anno 2010
19
Di seguito si riporta anche il dettaglio riferito alle altre due annualità (2008 e 2009).
20
Figura 8: Distribuzione provinciale del fatturato per l'industria di trasformazione , Anni 2008-2009
21
Per il triennio esaminato in accordo con la nuova metodologia di raccolta dati in ambito
comunitario, emerge che la provincia a maggiore vocazione e significatività economica per quanto
attiene l’industria di trasformazione, è Trapani, seguita da Palermo e Caltanissetta.
22
Occupati e redditività media per occupato in ciascuna provincia siciliana
In termini di occupati in ambito provinciale, la maggiore concentrazione nell’anno 2010 è nella
provincia di trapani che esprime oltre il 37% del totale regionale, pari a 1.445 full time equivalent
(FTE), cioè lavoratori occupati a tempo pieno, sia con contratti di lavoro dipendente che autonomo
(come per esempio dei consulenti o alti profili).
Figura 9: Distribuzione provinciale degli occupati, Anno 2010
Anche per l’anno 2009 la situazione è piuttosto simile, sebbene le percentuali esprimono una
maggiore differenza tra le due provincie a più significativo numero di occupati, mentre per il 2008
la provincia che esprime un numero significativo di occupati FTE risulta essere Agrigento seguita
da Palermo e solo dopo compare Trapani.
23
Figura 10 Distribuzione provinciale degli occupati, Anno 2009
Figura 11 Distribuzione provinciale degli occupati, Anno 2008
24
Ciò che interessa, oltre al numero di occupati, è individuare la provincia siciliana in cui la
redditività per addetto sia più competitiva rispetto alle altre, per tanto a tal proposito si riporta il
grafico che segue:
Figura 12: Redditività media provinciale per addetto, comparata alla produttività
media regionale per addetto- 2008-2010
La redditività media è stata calcolata sui dati aggregati medi calcolati per l’intero triennio in esame;
dalle elaborazioni effettuate risulta che la provincia a migliore performance in termini di redditività
media per addetto è Trapani e subito dopo Messina.
25
Redditività prodotta da attività ancillari
L’analisi di bilancio ha evidenziato una tendenza a livello provinciale che conferma il risultato già
riportato in ambito regionale, ovvero la maggior parte del fatturato provinciale prodotto
dall’industria di trasformazione deriva da attività strettamente connesse alla manipolazione,
trasformazione e conservazione di prodotto ittico. La scarsa tendenza a produrre o integrare il
reddito con altre attività ancillari è confermata, esaminando indirettamente ulteriori elementi di
bilancio, dal ricorso a servizi per di differente natura, dal trasporto al packaging o alla gestione del
magazzino (aree di logistica per lo stoccaggio del output trasformato).
Per quanto attiene l’analisi della voce che, nell’insieme concorre alla formazione del Valore della
produzione (espresso dalla somma tra fatturato, altri redditi e sussidi), in ambito provinciale il
ricorso a fonti e fondi di finanziamento pubblico (sussidi) è cresciuta nell’ultimo triennio, passando,
come già visto in ambito regionale, dalle poche migliaia di euro nel 2008 agli oltre 1.2 milioni di
euro nel 2010.
A livello provinciale il maggiore ricorso ai sussidi è stato rilevato per le imprese che operano nella
provincia di Palermo, con un’erogazione contabilizzata in bilancio di oltre 1.06 milioni di euro,
seguita dalle imprese della provincia di Trapani che, per la stessa annualità (2010), hanno
contabilizzato sussidi per circa 200 mila euro.
26
Analisi dei Costi
Indagine regionale
Nel presente capitolo si procede all’analisi descrittiva delle elaborazioni effettuate sui costi riportati
nel Conti Economici dei Bilanci d’esercizio per l’intero quinquennio disponibile al momento della
stesura del presente rapporto.
Le elaborazioni rispondono a quanto prescritto dal Reg.(CE)199/2008 per la raccolta dei dati
economici per l’industria di trasformazione. La metodologia ha, infatti, recepito e inglobato quanto
viene realizzato a livello nazionale.
Le imprese di trasformazione siciliane vedono la maggior parte dei loro costi caratterizzati dalla
copertura degli approvvigionamenti di materie prime (e/o semilavorati) che possano garantire la
produzione annuale. Dal grafico di seguito riportato emerge immediatamente quanto detto,
addirittura si rileva una costante crescita dei costi diretti di produzione da imputare all’acquisto di
materie prime, che hanno raggiunto il picco più alto proprio nell’ultima annualità di
contabilizzazione economica disponibile.
Ciò rispecchia un trend dei prezzi alla produzione ittica via via crescente nel quinquennio in esame,
a fronte di una marcata contrazione della disponibilità in termini di tonnellaggio pescato.
Figura 13: Distribuzione dei costi operativi nell'industria di trasformazione
siciliana, 2006-2010
27
In termini percentuali oltre l’80% dei costi diretti di produzione è da imputare alle materie prime e
circa il 10% ai costi per il personale, ciò che invece tendenzialmente ha seguito un trend in crescita
è la voce dell’energia.
Figura 14: Distribuzione percentuale dei costi diretti di produzione nell'industria
di trasformazione siciliana, 2006-2010
Effettuando un focus sull’ultima annualità (2010) si riporta la seguente figura:
28
Figura 15: Distribuzione dei costi diretti di produzione, Anno 2010
L’industria di trasformazione, sebbene in termini di fatturato abbia registrato una costante crescita
nel quinquennio, in termini di valore aggiunto ovvero di effettiva redditività, ha segnato risultati
poco soddisfacenti, così come emerge dalla percentuale di fatturato erosa dai costi diretti (operativi)
di produzione, risultato riportato, di seguito, nel grafico:
29
Figura 16: Percentuale di fatturato impiegata per coprire i costi operativi - 20062010
Fonte: Elaborazioni IREPA
Questa rappresentazione ci mostra come la prima fase del periodo osservato, rappresenti, se
rapportato ad una singola impresa, la fase di start-up in cui normalmente un’impresa di giovane
costituzione si ritrova almeno nel primo triennio di vita; allo stesso modo il settore industriale
siciliano sembra esprimere, nella prima fase del trend riportato, una tipica fase di “start-up”, in cui
il peso medio dei costi operativi sul fatturato è sempre superiore al 100%, (come accade nel 20062007). L’incidenza dei costi operativi rappresenta un andamento decrescente fino al 2008 per poi
risalire, ma restando comunque al di sotto dei livelli del 2006-2007 (circa il 93% nel 2010).
L’analisi dei costi diretti di produzione denota una forte dipendenza dell’industria di
trasformazione dal mercato di approvvigionamento di materie prime. Dal rapporto di monitoraggio
ISMEA (2011)1 si conferma, anche a livello nazionale, una forte dipendenza dalle importazioni per
soddisfare una crescente domanda interna di prodotto trasformato, domanda principalmente
rappresentata dalle conserve a base di tonno. Dal rapporto citato si evidenzia che, l’industria del
tonno ha importato nel 2009 più di 37 mila tonnellate di loins di tonno, circa un 2% in più rispetto
al 2008, e quasi 16.600 tonnellate di tonni congelati, riducendo il quantitativo del 3,1%. Allo stesso
tempo, dopo due anni in crescita, è leggermente diminuito l’import di tonno in scatola (-0,6%). Nei
primi otto mesi del 2010, al contrario, si registra una sensibile flessione degli acquisti all’estero di
loins (-14%) e un consistente aumento delle importazioni di tonni congelati (+20%). È indicativa,
inoltre, la riduzione dell’import di prodotto in scatola (-7% circa).
1
ISMEA (2010) “il settore ittico in Italia – check-up 2010”
30
31
Costo del lavoro
In ambito regionale sono stati stimati 1.445 occupati all’anno 2010, in base alle dichiarazioni rese
alle Camere di Commercio. Il costo del lavoro mediamente per il periodo 2006-2010 ha subito lievi
variazioni, di cui la più marcata è stata registrata in corrispondenza dell’annualità 2008 (massimo
storico di oltre 28 mila euro per addetto full time equivalent). In ambito nazionale, in base
all’ultimo rapporto sulla raccolta dati economici per l’industria di trasformazione (ex
Reg.199/2008) il costo medio per addetto FTE è di poco più di 25 mila euro per anno. Ciò vuol dire
che mediamente il costo del lavoro in Regione Sicilia è più basso rispetto a quello rilevato per lo
stesso anno (2009) in ambito nazionale (Euro 39.568 ).
Figura 17: Costo medio del lavoro in ambito regionale, 2006-2010
Di seguito è riportato l’andamento del salario medio in ambito nazionale riportato nei Rapporti
socio economici sull’industria di trasformazione redatti in accordo alla raccolta dati nazionale
regolata dal Reg.199/2008.
32
Figura 18: Trend del salario medio per addetto (FTE) in Italia, 2006-2009
Per le province maggiormente rappresentative e in riferimento alla sola annualità 2010, il costo del
personale (FTE) è riportato nel seguente istogramma:
Figura 19: Costo medio del lavoro in ambito provinciale, Anno 2010
33
Indici di Bilancio
Premessa
Gli indici di bilancio sono grandezze economiche, patrimoniali e finanziarie, combinate in modo da
fornire indicazioni rispetto allo stato di salute di specifiche variabili aziendali. Esprimono un
rapporto (da cui “ratios”, come sono definiti nel contesto anglosassone) tra valori di stato
patrimoniale e conto economico (riclassificati) e talora valori di mercato, fornendo specifiche
indicazioni sulla salute dell’azienda o, come in questo caso, di un intero comparto produttivo.
Offrono indicazioni di tipo “statico”, non “dinamico”.
Alcuni indicatori che saranno esaminati nella presente trattazione e che risultano significativi per il
settore industriale di riferimento sono:
1. Tra gli indicatori di copertura delle liquidità, il primo indice analizzato è
• il “quoziente di copertura degli oneri finanziari”, espresso dalla seguente formula:
 Reddito operativo (EBIT)/Oneri finanziari
Il rapporto è calcolato ponendo al numeratore il reddito operativo o EBIT (desumibile da un conto
economico riclassificato) e al denominatore gli interessi passivi o oneri finanziari (anch’essi
desumibili dal conto economico). Non esiste un valore unico di range di valori entro i quali questo
indicatore è da ritenersi soddisfacente. È possibile, però, asserire che esso risulta rassicurante per
valori maggiori di 3 / 4. Un indice di copertura degli oneri finanziari pari o inferiore all’unità
indicherebbe, per esempio, che il reddito generato dalla gestione corrente è utilizzato interamente
per coprire gli interessi verso le banche, o che addirittura sono necessarie nuove fonti di
finanziamento per soddisfare gli interessi sui debiti già esistenti.
Valori bassi di questo indice dovrebbero scoraggiare l’ottenimento di nuove risorse finanziarie
tramite ulteriori debiti verso terzi, preferendo equity che non genera interessi passivi. Al contrario,
per aziende con un elevato grado di copertura degli oneri finanziari può essere opportuno coprire
sopraggiunti fabbisogni di cassa con nuove passività finanziarie.
Ulteriori indicatori riportati sono:
• l’indice di posizione finanziaria del comparto industriale siciliano, calcolato come rapporto
tra:
 (Valore dell’Attivo – Debiti )/Debiti
• il “leverage” che indica la leva finanziaria (anche detto rapporto di indebitamento); con tale
indicatore verifichiamo, ulteriormente, l’indebitamento della popolazione di aziende censite
ed è stato calcolato secondo il seguente rapporto:
 Valore dell’Attivo/Patrimonio Netto
2. Tra gli indici di redditività, che forniscono indicazioni sulle perfomance economiche
dell’azienda, i quozienti principali che si riportano nella presente trattazione sono il
rendimento atteso dall’azienda complessivamente e il rendimento atteso per gli azionisti
della società. Il ROI esprime un’indicazione della redditività della gestione operativa del
comparto industriale, normalmente esprimibile come percentuale annua di rendimento sul
capitale investito. Ulteriore indice calcolato nel presente rapporto è il ROE costituisce una
preziosa informativa per gli azionisti attuali e potenziali di una società o, come in questo
caso, di un intero comparto produttivo. Esprime, infatti, il rendimento percentuale annuo per
gli azionisti come conseguenza del loro investimento nel capitale di rischio dell’impresa (o
del comparto). Per completezza nella trattazione degli indici di bilancio è stato riportato il
34
ROS (return on sales) è il rapporto tra reddito operativo e i ricavi di vendita o fatturato
(valori desumibili dal conto economico riclassificato a “fatturato e valore aggiunto”).
Essendo la relazione tra reddito operativo e fatturato, esprime la redditività unitaria delle
vendite in termini monetari, o in altre parole, la percentuale di ricavi che si trasformano in
EBIT in un dato periodo.
Altro indice più generico di redditività, utilizzato per l’analisi di indici indiretti di bilancio, è
il MOL (anche detto EBITDA, ovvero il margine operativo lordo). Il MOL è un indicatore
di redditività che evidenzia il reddito di un settore industriale basato solo sulla sua gestione
caratteristica, al lordo, quindi, di interessi (gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale),
deprezzamento di beni e ammortamenti. In funzione del MOL si è corredato il rapporto
dell’indice di performance del MOL rispetto al fatturato (turnover) del comparto, in modo
da vedere quanta parte del MOL è direttamente generata dal fatturato dell’attività
caratteristica delle imprese. Infine si riporta l’indicatore che determina quanta parte del
reddito lordo confluisce nel reddito netto dopo averne scorporato gli ammortamenti, gli
accantonamenti e le tasse (EBIT).
35
Indici di Bilancio nell’indagine regionale
Tra i primi indici di bilancio analizzati si è proceduto a calcolare quelli che rilevano l’affidabilità
finanziaria e alla capacità del comparto di avere liquidità.
Le analisi sono state operate principalmente sull’ultimo triennio contabile disponibile (2008-2010).
Il primo indice è il quoziente di copertura delle esposizioni finanziarie. Come si può osservare dal
grafico di seguito riportato, l’indice è sempre positivo e, dall’analisi previsionale effettuata, indicata
dalla retta che ne traccia la tendenza attesa per i prossimi tre anni, risulta confermata la tendenza in
atto.
Figura 20: Indice di copertura degli oneri finanziari e tendenza previsionale
La forte tendenza ad avere un indice positivo indica che il comparto non solo non erode il fatturato
per coprire gli oneri finanziari, ma non esprime una forte sofferenza tale da obbligarla a dover
ricorrere all’indebitamento esterno. Ulteriori indicatori calcolati e che esprimono il livello di
capacità di onorare l’indebitamento sono riportati di seguito:
36
Figura 21: Indice di posizione finanziaria e Leverage, 2008-2010
Nel grafico entrambi gli indicatori dimostrano una tendenza positiva nel triennio considerato
confermando indirettamente quando già emerso nel quoziente di copertura finanziaria.
Se a quanto emerso dal posizionamento della leva finanziaria associamo il trend relativo alla
dipendenza dal Capitale di Terzi (vedi grafico riportato di seguito), risulta che l’industria di
trasformazione in Sicilia riesce a garantire una discreta crescita in termini di investimenti grazie
anche a fondi non necessariamente né direttamente derivanti da prestiti bancari. Ciò è legato, in
parte, anche al trend positivo registrato e riportato nei Capitoli precedenti, in cui è emersa la crescita
di finanziamenti (i c.d. “sussidi”) in conto capitale spesso elargiti dalle autorità regionali
nell’ambito del Fondo Economico per la Pesca.
37
Figura 22: Tendenza nel triennio 2008-2010 del grado di dipendenza dal Capitale
di terzi
38
Di seguito si procede con l’analisi degli indici di redditività o di rotazione del bilancio di settore.
Il primo analizzato riguarda il trend del ROI. Dal grafico riportato di seguito sono evidenti le
performance del comparto della trasformazione relative all’efficienza economica della gestione
caratteristica, a prescindere dalle fonti utilizzate. Partendo da un ROI negativo che ha caratterizzato
la prima parte del periodo contabile esaminato, si arriva a una fase di stabilizzazione a partire dal
2009, sebbene la tendenza sia in crescita.
Figura 23: Trend dell'indice di redditività e analisi previsionale
Fonte: elaborazioni IREPA
Nel 2008 investire nel settore ha rappresentato un momento particolarmente florido, in quanto il
ROI ha superato la soglia del 21% annuo. Valori in ogni caso positivi e superiori al 7% hanno
caratterizzato la rimuneratività degli investimenti sia nel 2009 che nel 2010. In ambito nazionale e
in base agli ultimi dati disponibili dalla raccolta dati (Reg. (CE) 199/2008) il ROI nel 2009 per
l’intera industria di trasformazione italiana si è attestato poco al di sopra del 2% (2.53%), rendendo
l’investimento mediamente profittevole. Per poter giudicare l’indice ROI bisogna confrontarlo con
il costo medio del denaro: se il ROI è inferiore al tasso medio di interesse sui prestiti (il debito),
la remunerazione del capitale di terzi farebbe diminuire il Return on equity (ROE), si avrebbe cioè
una leva finanziaria decrescente (o addirittura negativa): farsi prestare capitali porterebbe a
peggiorare i conti delle aziende che operano nel comparto produttivo in esame.
Viceversa, se il ROI del comparto è maggiore del costo del denaro preso a prestito (il debito), farsi
prestare denaro e usarlo nell’attività produttiva porterebbe ad aumentare i profitti e migliorare i
conti.
Il ROI va confrontato e letto in concomitanza con il ROE, che è l’indice di redditività del capitale
proprio. Tale indice viene riportato perché esprime in massima sintesi i risultati economici del
comparto industriale ittico siciliano. È un indice di percentuale, per il quale il reddito netto prodotto
39
viene rapportato al capitale netto o capitale proprio (Equity), ossia alla condizione di produzione di
diretta pertinenza.
Per poter dire se un dato valore di ROE è buono o cattivo bisogna metterlo a confronto con il
rendimento di investimenti alternativi (BOT, CCT, depositi bancari, ecc.), cioè valutare il costo
opportunità dell’investimento nelle aziende dell’industria di trasformazione ittica siciliana.
La differenza fra gli investimenti alternativi c.d. “sicuri” (quali, appunto, BOT, CCT, ecc.) e il
valore del ROE viene definita “premio al rischio” in quanto “premia” un investimento rischioso.
Se il premio al rischio fosse 0 non avrebbe senso investire nell’attività rischiosa (un’impresa del
comparto ittico siciliano) in quanto è possibile ottenere la stessa remunerazione senza rischiare
nulla.
Figura 24: Trend dell'indice di rendimento del capitale proprio (ROE), 2008 -2010
Fatta eccezione per il 2008, nell’ultimo biennio considerato il ROE garantisce un’elevata
remunerazione del capitale proprio, tale da rendere profittevole continuare ad investire nel
comparto.
Ultimo del set di indici di bilancio che possono esprimere sinteticamente la redditività del
comparto, è rappresentato dal ROS (Return on sale) che rappresenta l’indice di redditività delle
vendite misurato dal rapporto tra risultato operativo e ricavi netti sulle vendite. Tale indice è
particolarmente dipendente dalle relazioni esistenti tra ricavi e costi operativi ed esprime la capacità
di profitto ottenibile nel corso del ciclo: acquisti di materie prime, lavorazione, vendita prodotto
finito.
40
Figura 25: Indice di redditività delle vendite, 2006-2010
Il trend positivo del ROS a partire dal 2007-2008 misura l’efficienza operativa del comparto di
trasformazione ittica regionale e consente di effettuare comparazioni nel tempo. L’indice è piuttosto
elevato, per tanto è sintomo di buona salute operativa e commerciale dell’intero comparto regionale.
Bisogna evidenziare che il ROS esprime una sintesi delle relazioni esistenti tra volumi, costi e
prezzi di vendita, in quanto risulta dipendente sia dall’efficienza interna, sia dalla situazione di
mercato. Oltre che dal volume delle vendite (fatturato), i risultati ottenuti nel corso dell’esercizio
sono influenzati anche dal numero di operazioni (quantità vendute) effettuate nel periodo.
Poiché dal bilancio si vuole conoscere l’origine della redditività globale, bisogna calcolare il
“numero di volte” che, nell’anno, si è ripetuta la redditività unitaria (rotazione degli impieghi)
espressa dal ROS. Più tale indice è elevato, tanto maggiore è il grado di efficienza del comparto di
trasformazione ittica che presenta un più rapido ciclo investimenti/disinvestimenti, determinato a
sua volta dalla durata dei cicli produttivi, dalle caratteristiche tecnologiche degli impianti e dei
macchinari, dal complesso degli impieghi effettuati, dalle quantità prodotte e vendute.
In generale, quindi, la redditività della gestione caratteristica dipende dai seguenti fattori:
• dai margini di utile che si realizzano per il ciclo “acquisto materie prime o merci, produzione
e vendita” (redditività delle vendite); l’indice, quindi, fornisce informazioni sull’efficienza
con cui il comparto svolge la propria attività tipica;
• dalla velocità con cui si ripete questo ciclo nel corso del periodo preso in esame (rotazione
del capitale investito); questo indicatore esprime, dunque, la capacità del comparto di far
fruttare le risorse che gli azionisti hanno apportato.
41
Di seguito sono riportati due grafici ciascuno ha lo scopo di fornire indicazioni in merito alla
redditività generata direttamente dal core business del comparto, e l’altro grafico indica la tendenza
per il comparto a investire parte dei ricavi generati annualmente negli investimenti per il
miglioramento e il potenziamento delle infrastrutture.
Figura 26: Indicatori di redditività – rispetto ai rapporti tra MOL, EBIT, Fatturato
Figura 27: Propensione ad investire e analisi di tendenza, 2008 -2010
Entrambi i grafici mostrano trend positivi che, nell’analisi combinata, fanno emergere un’immagine
del comparto di trasformazione ittica siciliana piuttosto fiorente e in piena fase di crescita, agevolata
da una rete di investimenti anche regionali volti a ammodernare e riorganizzare il layout del
comparto che, in ambito nazionale, rappresenta la prima regione a contribuire (+ 20%) all’intero
fatturato dell’intero settore che, per il 2009 (ultimo dato disponibile) è stato di 2.4 miliardi di Euro.
42
All. I
STABILIMENTI
INDUSTRIALI
LAVORAZIONE
TRASFORMAZIONE
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Conserve Alimentari Srl
Alicon di Barna Michele
Industria
Ittica
Conserviera
Alta Marea Srl di
Damanti Fabrizio
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Azienda Ittica
San Giorgio Srl
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Industria Pesce Salato
Benedetto Scalia SpA
Bluemar Sciacca di
Rizzo Maria Rosa & C.
Sas
Bongiovì Antonino
Carlino Srl
Co.Al.Di. Srl
Di Caro Pasquale & C.
Srl
Di Leo Michele
Errera Pietro Elio
Europesca Licata
Ittica e Conserviera Soc.
Coop. A r.l.
F.lli Monastero Srl
Famularo Industria Ittica
Conserviera Sarina
Famularo Pasquale
Contrada Santa Maria
92019 Sciacca
Contrada Cansalamone
92019 Sciacca
Tel. 0925 23906
Bollo CEE nr. 1808
Tel. 0925 86927
Bollo CEE nr. 1707
Zona ASI Lotto nr. 58
92026 Favara
Lungomare Luigi Rizzo snc
92010 Lampedusa e Linosa
Via Cristoforo Colombo nr. 7
92019 Sciacca
Contrada Marianello
92027 Licata
Via Al Porto nr. 37
92019 Sciacca
Contrada Bordea Z. I.
92019 Sciacca
Via Avellino nr. 21/23
92019 Sciacca
Tel. 0922 898400
Bollo CEE nr. 1497
Tel. 0922 970950
Bollo CEE nr. 3102
Tel. 0925 22062
Bollo CEE nr. 283
Tel. 0922 773906
Bollo CEE nr. 2793
Tel. 0925 93718
Bollo CEE nr. 280
Tel. 0925 23216
Bollo CEE nr. 1294
Tel. 0925 902821
Bollo CEE nr. 295
Via Spiaggia Molo nr. 10
92019 Sciacca
Contrada Bordea Zona Ittica
92019 Sciacca
Contrada Bordea Zona Ittica
92019 Sciacca
Contrada Bordea Zona Ittica
92019 Sciacca
Via Spiaggia Molo nr. 16
92019 Sciacca
Via Scalo Vecchio nr. 6/8
92010 Lampedusa e Linosa
Corso Argentina nr. 6
92027 Licata
Tel. 0925 22140
Bollo CEE nr. 293
Tel. 0925 21960
Bollo CEE nr. 306
Tel. 0925 24535
Bollo CEE nr. 301
Tel. 0925 28900
Bollo CEE nr. 311
Tel. 0925 22453
Bollo CEE nr. 304
Tel. 0922 972013
Bollo CEE nr. 2677
Tel/Fax 0922 772306
Bollo CEE nr. 1563
Contrada Santa Maria
92019 Sciacca
Via Madonna nr. 30
92010 Lampedusa e Linosa
Tel. 0925 23764
Fax 0925 84239
Tel. 0922 971973
Tel. 0922 970090
Lungomare Leonardo Rizzo
92010 Lampedusa e Linosa
Tel. 0922 970457
Fax 0922 971702
Bollo CEE nr. 282
Bollo CEE nr. 2022
Bollo CEE nr. 668
Bollo CEE nr. 1457
Bollo CEE nr. 1513
Bollo CEE nr. 668
E
43
Koinè Fish Tradina Srl
Licata A. & C. snc
Medi Mar Srl
Mediterranea Fish Srl
Meridionalpesca Snc di
Polito
Vincenzo
&
Bottaro Angelo & C.
Nino Castiglione Sas
Original G. Curreri Srl
Quartararo Accursio
S.A.L.P.I. Srl
Sicilittica Sas di Ortega
Caterina & C.
Talatta Srl
Contrada Piano del Molo
Via Ungaretti
92014 Porto Empedocle
Contrada Cansalamone
92019 Sciacca
Zona Asi Aragona
92026 Favara
Contrada Cansalamone nr. 4/5
92019 Sciacca
Corso Argentina nr. 20
92027 Licata
Tel/Fax 0922 633707
Bollo CEE nr. 2993
Tel. 0925 21382
Bollo CEE nr. 308
Bollo CEE nr. 1809
Bollo CEE nr. 3156
Lungomare Luigi Rizzo snc
92010 Lampedusa e Linosa
Contrada Santa Maria
92019 Sciacca
Via Cristoforo Colombo nr. 4/6
92019 Sciacca
Contrada Santa Maria
92019 Sciacca
Via Cristoforo Colombo nr. 6/8
/10 – 92027 Licata
Contrada Santa Maria
92019 Sciacca
Tel. 0922 971294
Tel. 0922 970119
Tel. 0925 86566
Fax 0925 22821
Tel. 0925 25286
Fax 0925 26340
Tel. 0925 24516
Cell. 349 2374238
Tel/Fax 0922 770096
Bollo CEE nr. 512
Tel. 0925 27327
Fax 0925 902425
Bollo CEE nr. 2467
Tel. 0922 441133
Tel. 0922 441829
Tel. 0925 903476
Fax 0925 27732
Tel. 0922 771575
Bollo CEE nr
Bollo CEE nr. 429
Bollo CEE nr. 2408
Bollo CEE nr. 294
Bollo CEE nr. 307
Bollo CEE nr. 513
Bollo CEE nr. 2132
44
STABILIMENTI
INDUSTRIALI
LAVORAZIONE
TRASFORMAZIONE
CONSERVAZIONE PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI CALTANISSETTA
Gelapesca s.r.l.
Pescagel Group s.p.a.
Zona Porto Rifugio
93012 Gela
Zona Industriale II
93012 Gela
Strada
Tel. 0933 823527
Fax 0933 823438
Tel. 0933 914105
Fax 0933 911288
Bollo CEE nr. 320
Bollo CEE nr. 1890
STABILIMENTI
INDUSTRIALI
LAVORAZIONE
TRASFORMAZIONE
CONSERVAZIONE PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI CATANIA
AL. MAR di Castorina
Luigi Alberto s.n.c.
Big Fish s.r.l.
D’Ambra Camillo
Franco Pesca s.n.c. di
Valastro Francesco & C.
Idea Mediterranea s.r.l.
International Fish s.r.l.
Ittica Mediterranea 2000
s.r.l.
Joniagel di Sorbello
Alfio & C. s.n.c.
Jonicapesca s.n.c. di
Valastro Giuseppe & C.
Raimondo Fish s.r.l.
Red Fish s.r.l.
Trammipesca s.n.c. di
Valastro Antonino & C.
Valpesce s.r.l.
Via Provinciale nr. 63
95021 Aci Castello
Via Ariosto nr. 3
95025 Aci Sant’Antonio
Via Lachea nr. 1
95021 Aci Castello
Via Galatea
95021 Aci Castello
Contrada Tre Fontane Z.I.
A.S.I. - 95047 Paternò
Via Anzalone nr. 12/bis
95024 Acireale
Via Della Terme nr.167/169
95024 Acireale
Via Cascino nr. 116
95018 Riposto
Via Cinciana nr. 2
95024 Acireale
Via Anzalone nr. 44
95024 Acireale
Via Nazionale per Catania nr.
149 - 95024 Acireale
Via Marina nr.53
95021 Aci Castello
Via Delle Scuole nr. 6
95021 Aci Castello
E
Tel./Fax 095 277311
Bollo CEE nr. 1085
Tel. 095 7636507
Fax 095 7647431
Tel. 095 7116622
Bollo CEE nr. R2G70
Tel. 095 277264
Bollo CEE nr.1741
Tel. 095 7981344
Fax 095 623447
Tel. 095 877211
Fax 095 877254
Tel. 095 606181
Fax 095 604897
Tel. 095 7792628
Bollo CEE nr.1916L
Bollo CEE nr.2682
Bollo CEE nr.1678
Tel. 095 877032
Bollo CEE nr.1206
Tel./Fax 095 877810
Bollo CEE nr.2623
Tel. 095 7672030
Tel. 095 7672109
Tel. 0925 277307
Bollo CEE nr.1070
Tel. 095 276464
Fax 095 277807
Bollo CEE nr.1033
E
Bollo CEE nr.2702
Bollo CEE nr.1034
Bollo CEE nr.799
Bollo CEE nr.2123
45
STABILIMENTI
INDUSTRIALI
LAVORAZIONE
TRASFORMAZIONE
CONSERVAZIONE PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI MESSINA
Castrovinci s.r.l.
Dolce s.a.s. di Dolce
Francesco & C.
Hippocampus
Coop. a.r.l.
L.V. s.r.l.
Soc.
Monzù Nicolò
Norfish s.r.l.
Pescazzurra s.r.l.
Salittica Services s.r.l.
Tirreno Frigo s.r.l.
Contrada Pietra di Roma nr. 14
98070 Torrenova
Contrada Pietra di Roma
Località Fragale
98070 Torrenova
Via Antonello da Messina nr. 10
98049 Villafranca Tirrena
Via Antonello da Messina
Stabilimento ex Pirelli
98049 Villafranca Tirrena
Via Rosmarino
98070 Torrenova
Via Salandra Is. XIV
98124 Messina
Via Campo delle Vettovaglie
98122 Messina
Via Acque Viole
98057 Milazzo
Via Gramsci snc
98057 Milazzo
Tel. 0941 785391
Fax 0940 785881
Tel. 0941 785087
Bollo CEE nr. 1954
Bollo CEE nr. 872
Bollo CEE nr. 1148
Bollo CEE nr. 3131
Tel. 090 3379458
Bollo CEE nr. 2662
Tel. 090 336796
Bollo CEEnr.3060S
Tel. 0941 785281
Bollo CEE nr. 895
Tel. 090 6514782
Fax 090 6518062
Tel. 090 710134
Fax 090 715799
Tel. 090 9283497
Fax 090 9222550
Tel. 090 9286867
Bollo CEE nr. 2665
E
Bollo CEE nr. 1788
Bollo CEE nr. 698
Bollo CEE nr. 2864
Bollo CEE nr. 2964
46
STABILIMENTI
INDUSTRIALI
LAVORAZIONE
TRASFORMAZIONE
CONSERVAZIONE PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI PALERMO
Alpi Annibale & C.
s.r.l.
Ankora
s.a.s.
di
Ranzino Adriana
Arco Azzurro Società
Cooperativa
Balistrieri Girolamo &
C. s.n.c.
C.I.B.
di
Brunetto
Giovan Battista & C.
Co. Al. Ma. s.p.a.
Cons. Itt. Sicilia di
Minghetti Rodolfo
Eus s.n.c. di Mannino
Alberto & Zimbardo
Angelo
F.lli Contorno s.r.l.
Industria
Conserve
Alimentari
Iconsitt s.r.l.
La Licata Antonino
Leduisi Ulderico
Pesce Azzurro Cufalù
s.r.l.
Porticello Pesca di Lo
Coco Vincenza Maria &
C. s.a.s.
Sardina Francesco
Sardina Giuseppe
Sciortino Pietro
Veragel s.r.l.
Via Fosco Tempra nr. 157
Fraz. Aspra - 90011 Bagheria
Contrada Piana Marsala
90015 Cefalù
Via Pietro Nanni nr. 22
90014 Casteldaccia
Via Cotogni Fraz. Aspra
90011 Bagheria
Via Dei Cipressi nr. 61 Fraz.
Aspra - 90011 Bagharia
Via Tiro a Segno nr. 70
90123 Palermo
Via Pisa nr. 1 Fraz. Aspra
90011 Bagheria
Zona Industriale
90018 Termini Imerese
Tel. 091 955357
Fax 091 955997
Tel. 0921 427396
Fax 0921 427749
Tel. 091 953114
Bollo CEE nr. 515
Tel. 091 955612
Fax.091 955511
Tel. 091 955212
Bollo CEE nr. 454
Tel. 091 6175418
Fax 091 6172000
Tel. 091 955376
Fax 091 961347
Tel. 091 8140936
Fax 091 8140937
Bollo CEE nr. 1174
Via F.Gangitano nr. 4
90123 Palermo
Tel./Fax 091 6214550
Bollo CEE nr. 2271
Viale Cipressi Fraz. Aspra
90011 Bagheria
Via Amalfi nr. 33 Fraz. Aspra
90011 Bagheria
Via Milwaukee nr. 10 Fraz.
Aspra - 90011 Bagheria
Contrada Presidiana
90015 Cefalù
Via G. Leopardi nr. 9
90017 Santa Flavia
Tel./Fax 091 955355
Bollo CEE nr. 455
Tel./Fax 091 955625
Bollo CEE nr. 809
Tel. 091 955116
Bollo CEE nr. 1149
Tel. 0921 424333
Fax 0921 424556
Tel. 091 957625
091 958606
Bollo CEE nr. 779
Bollo CEE nr. 949
Bollo CEE nr. 2509
Via G. Caboto nr. 22 Fraz.
Aspra - 90011 Bagheria
Via S. Isidoro nr. 22
90011 Bagheria
Via B. Diaz nr. 14 Fraz. Aspra
90011 Bagheria
Via Padre F. Randazzo nr.19
Zona Industriale
90044 Carini
Tel. 091 955151
Fax 091 928170
Tel. 091 955151
Fax 091 928170
Tel. 091 964909
Bollo CEE nr. 908
Tel. 091 8688226
Fax 091 8660036
Bollo CEE nr. 3063
E
Bollo CEE nr. 910
Bollo CEE nr. 211
Bollo CEE nr. 905
Bollo CEE nr. 614
Bollo CEE nr. 2385
Bollo CEE nr. 996
Bollo CEE nr. 907
47
STABILIMENTI
INDUSTRIALI
LAVORAZIONE
TRASFORMAZIONE
CONSERVAZIONE PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI RAGUSA
Aretusa Fish s.a.s. di
Previti Umberto & C.
Bonforte
Pellegrino
Barrano Angelo
Iblea Frigo s.r.l.
Linea Blu s.r.l.
Pesca Mare s.a.s.
Contrada Parlamentano
97016 Pozzallo
Contrada Cirasa nr. 61
97019 Vittoria
Zona Industriale II Fase
97100 Ragusa
Via Pescara nr. 12
97019 Vittoria
Via Giuseppe Sesto nr. 5 Fraz.
Scoglitti - 97019 Vittoria
Tel. 0932 797900
Fax 0932 79 8627
Tel. 0932 804181
Tel. 0932 864863
Te. 0932 667281
Bollo CEE nr.T3F5V
Tel. 0932 980909
Bollo CEE nr.Y2Q1T
Tel./Fax 0932 871319
Bollo CEE nr.2599
Bollo CEE nr.1677
Bollo CEE nr.2168
STABILIMENTI
INDUSTRIALI
LAVORAZIONE
TRASFORMAZIONE
CONSERVAZIONE PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI SIRACUSA
Acqua Azzurra
Adelfio
Francesco
pesce conservato
Avola
Pesca
di
Spugnetti
Aldo
&
Giovannni
Battista
s.n.c.
C.I.S. Centro Ittico
Siracusano s.r.l.
Campisi Salvatore
Cooperativa del Golfo
Drago Sabastiano
Drago Giuseppe
di
Euro Sud Ittica s.r.l.
Fish & Co s.r.l.
Ittica Bottaro di Angelo
Luciano & Giuseppe
Bottaro s.n.c.
E
E
Contrada Vulpiglia
96018 Pachino
Via Marzamemi nr. 7
96010 Marzamemi
Via Marina Vecchia nr. 32
96012 Avola
Tel. 0931 804111
Fax 0931 804150
Tel./Fax 0931 841169
Bollo CEE nr. 514
Tel. 0931 831085
Tel. 0931 822933
Bollo CEE nr. 2934
Via Elorina nr. 130
96100 Siracusa
Contrada
Letteria
Fraz.
Marzamemi
96018 Pachino
Contrada Chiusa Panizzi
96010 Porto Palo di Capo
Passero
Via Stentinello nr. 10/a
Contrada Targia
96100 Siracusa
Tel. 0931 483620
Fax 0931 60833
Tel. 0931 841340
Bollo CEE nr. 2554
Tel./Fax 095 7110138
Bollo CEE nr. 3112
Tel. 0931 491991
Fax 0931 491977
Bollo CEE nr. 997
S.S. 115 Avola-Noto Contrada
Cravonazzo
96012 Avola
Contrada Cozzai
96018 Pachino
Via Lanza nr. 17
96100 Siracusa
Tel. 0931 833427
Bollo CEE nr. C727F
Tel. 0931 597169
Te. 0931 596839
Tel. 0931 463360
Fax 0931 494925
Bollo CEE nr. 3088
Bollo CEE nr. 915
Bollo CEE nr. 1165
Bollo CEE nr. 2807
48
STABILIMENTI
INDUSTRIALI
LAVORAZIONE
TRASFORMAZIONE
CONSERVAZIONE PRODOTTI ITTICI PROVINCIA DI TRAPANI
Asaro Fish s.a.s. di
Asaro Francesco & C.
Lungomazaro Ducezio nr. 50
91026 Mazara del Vallo
Asaro Gaspare Prodotti
Ittici s.r.l.
Lungomare Fata Morgana nr. 16
- 91026 Mazara del Vallo
Asaro Pasquale
Via Imperia nr. 5
91026 Mazara del Vallo
Aurora s.r.l.
Via Libica Fondo Alberillo
91100 Trapani
S.S. 115 Km 53 Contrada
Serroni
91026 Mazara del Vallo
Lungomazaro Ducezio nr. 20
91026 Mazara del Vallo
Via Dei Pescatori nr. 2 Casa
Santa 91016 Erice
Strada Com. Madonna nr. 4
91023 Favignana
C.T.A. Pesca s.a.s. di
Tumbiolo Gaspare & C.
Ce.Sa. Pesca s.r.l.
Conservificio Ittico Tre
Torri s.r.l.
Conservittica
Sammartano
di
Gandolfo R.
Di Giorgi Salvatore &
C. s.a.s.
Ecoittica s.r.l.
Euro Ittica Parrinello
s.r.l.
Eurofish s.r.l.
Europesca s.a.s. di
Macaddino Nicolò & C.
Friomed s.r.l.
Itaga
di
Tumbiolo
Antonino & C. s.n.c.
Ittica Capo San Vito di
Billeci Salvatire & C.
Via F. Napoli nr. 3
91026 Mazara del Vallo
Contrada Birgi San Teodoro
91025 Marsala
Via V.zo Florio nr. 4
91025 Marsala
Via Salemi nr. 18
91025 Marsala
Via Ankara nr. 8/10/12
91026 Mazara del Vallo
Via Domenico Modugno Zona
Industriale Lotto 5
91026 Mazara del Vallo
Via
Maranzano
Contrada
Serroni
91026 Mazara del Vallo
Via Faro nr. 95
91010 San Vito Lo Capo
Tel. 0923 941372
Tel. 0923 931645
Fax 0923 670774
Cell. 347 9134650
Tel. 0923 908262
Te. 0923 908625
Tel. 0923 944369
Tel. 0923 657180
Fax 0923 672019
Tel. 0923 531188
Fax 0923 553737
Tel. 0923 934151
E
Bollo CEE nr. 1066
Bollo CEE nr. 1467
Bollo CEE nr. 2399
Bollo CEE nr. 2400
Bollo CEE nr. 1778
Bollo CEE nr. 2581
Bollo CEE nr. 670
Tel./Fax 0923 931613
Bollo CEE nr. 2760
Tel. 0923 561165
Fax 0923 562368
Tel./Fax 0923 921054
Bollo CEE nr. 377
Tel. 0923 909035
Bollo CEE nr. 2411
Tel./Fax 0923 719525
Bollo CEE nr. 2922
Tel. 0923 981234
Fax 0923 722517
Tel. 0923 721809
Fax 0923 721708
Tel. 0923 934141
Fax 0923 934734
Tel. 0923 933393
Tel. 0923 934288
Fax 0923 672662
Tel. 0923 948721
Fax 0923 948758
Bollo CEE nr. 2835
Tel. 0923 972672
Fax 0923 972839
Bollo CEE nr. 1164
Bollo CEE nr. 503
Bollo CEE nr. 666
Bollo CEE nr. 1774
Bollo CEE nr. 2082
Bollo CEE nr. 2784
49
Lanza Seafood s.r.l.
Via Degli Archi nr. 80
91026 Mazara del Vallo
Li Vigni Francesco
Via Catullo nr. 28
91026 Mazara del Vallo
Contrada Timpone Maranzano
via Archi
91026 Mazara del Vallo
Lungomare Fata Morgana nr. 34
91026 Mazara del Vallo
Contrada Serroni Cortubuleo
lotto 6
91026 Mazara del Vallo
Lungomare Fata Morgana nr.74
91026 Mazara del Vallo
Contrada Triglia Scaletta
91026 Mazara del Vallo
Contrada San Cusumano Fraz.
Casa Santa - 91020 Erice
Contrada Serroni Cartubuleo
Lotto 7
91026 Mazara del Vallo
Via F.sco Cilea nr. 11
91026 Mazara del Vallo
Mare Azzurro s.r.l.
Matteo Giacalone & C.
s.r.l.
Medipesca s.r.l.
Mediterranea Fish s.r.l.
Morgana
Fish
di
Barbera Santi
Nino Castiglione s.r.l.
Oceanpesca s.r.l.
Polo
Alimentari
Surgelati
s.n.c.
di
Filippo Valenti & V.zo
Margiotta
Sea Fish s.r.l.
Contrada Serroni via Maranzano
Lotto 2
91026 Mazara del Vallo
Tel. 0923 940294
Tel. 0923 941439
Fax 0923 942347
Tel. 0923 933689
Fax 0923 909758
Tel. 0923 940631
Fax 0923 931690
Bollo CEE nr. 460
Bollo CEE nr. 2761
Tel. 0923 652589
Fax 0923 652581
Tel. 0923 944133
Tel. 0923 944061
Fax 0923 934864
Tel. 0923 652273
Fax 0923 653861
Tel. 0923 653585
Fax 0923 652200
Tel. 0923 562888
Fax 0923 567265
Tel. 0923 945667
Fax 0923 945656
Bollo CEE nr. 444
Tel./Fax 0923 942283
Bollo CEE nr. 669
Tel. 0923 943648
Bollo CEE nr. 2518
Bollo CEE nr. 1147
Bollo CEE nr. 1170
Bollo CEE nr. 1328
Bollo CEE nr. 2068
Bollo CEE nr. 2872
Bollo CEE nr. 2137
Bollo CEE nr. 928
Bollo CEE nr. 2943
50
Fly UP