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Schede su San Paolo - roccia di salvezza
LECTIO DIVINA SU SAN PAOLO: Le quattro radici di Paolo apostolo a cura di P. Carlo Colonna s.j. – Primo sussidio alle Interviste Premessa: La vita e il pensiero di san Paolo costituiscono un “mistero”, perché dall’inizio fino alla fine sono sotto la luce del Consiglio Divino. Possiamo parlare quindi di “mistero di Paolo”, in quanto la vita di Paolo non può interpretarsi se non alla luce di Dio. La Parola di Dio ha voluto descrivere in persona “il mistero di Paolo”. Leggendo e meditando questi testi, scritti dalla Parola di Dio, ti disponi a ricevere anche tu la luce che illuminò Paolo. Anche la tua vita è un mistero, perché si svolge sotto la luce di Dio e non puoi comprendere nella verità te stesso, il tuo passato, il tuo presente e il tuo futuro, il mondo che ti circonda, la storia dell’umanità, se non sei illuminato dalla stessa luce che illuminò Paolo, come sta scritto: “E’ in te la sorgente della vita. Nella tua luce vediamo la luce” (sal 36,10). Se leggi, mediti, penetri in profondità questi testi riguardanti la vita e il pensiero di san Paolo, riceverai luce anche sulla tua vita e il tuo cuore esulterà di gioia nel Signore! Come si fa? 1. Invoca lo Spirito per essere illuminato di luce divina su Paolo e su te 2. Leggi con attenzione e calma, con le labbra e con gli occhi, i testi 3. Comprendi con la mente secondo la misura che ti è concessa quanto stai leggendo 4. Ascolta con il cuore quanto DIO TI VUOLE DIRE attraverso il testo 5. Prega come senti nel cuore e lo Spirito ti suggerisce Prima radice: L’educazione ebraica – La radice ebraica di Paolo 1. Dal discorso di Paolo in sua difesa davanti ai giudei che volevano ucciderlo ( At 22, 1-3) “Fratelli e padri, ascoltate la mia difesa davanti a voi”. Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero silenzio ancora di più. Ed egli continuò: “Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi”. 2. Dal discorso di Paolo davanti al re Agrippa (At 26,1-5) Agrippa disse a Paolo: “Ti è concesso di parlare a tua difesa”. Allora Paolo, stesa la mano, si difese così: “Mi considero fortunato, o re Agrippa, di potermi discolpare da tutte le accuse di cui sono incriminato dai Giudei, oggi qui davanti a te, che conosci a perfezione tutte le usanze e questioni riguardanti i Giudei. Perciò ti prego di ascoltarmi con pazienza. La mia vita fin dalla mia giovinezza, vissuta tra il mio popolo e a Gerusalemme, la conoscono tutti i Giudei; essi sanno pure da tempo, se vogliono renderne testimonianza, che, come fariseo, sono vissuto nella setta più rigida della nostra religione”. 3. Dalla Lettera ai Galati 3,4-6 Se alcuno ritiene di poter confidare nella carne, io più di lui: circonciso l’ottavo giorno, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge; quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della legge. A.Tempo per la riflessione: puoi rileggere i testi con maggiore lentezza. Ciò ti aiuterà a ricordarteli e a meditarli. Fermati dove più ti fanno riflettere.B. Domande:: Qual è stata l’educazione religiosa in cui sei cresciuto: nulla? poca? molta? a che cosa ti ha portato? Seconda radice: Uno zelante persecutore della Chiesa – La radice anticristiana di Paolo 4. Presente all’uccisione di Stefano (At 7, 58-60; 8,1) I testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E così lapidavano Stefano, mentre pregava e diceva: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”. Poi piegò le ginocchia e gridò forte: “Signore, non imputar loro questo peccato”. Detto questo, morì. Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione. 5. Dagli Atti degli Apostoli 9,1-2 Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. 5. Dal discorso di Paolo in sua difesa davanti ai giudei che volevano ucciderlo ( At 22, 4-5) Io perseguitati a morte questa nuova dottrina, arrestando e gettando in prigione uomini e donne, come può darmi testimonianza il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro ricevetti lettere per i nostri fratelli di Damasco e partii per condurre anche quelli di là per portarli prigionieri a Gerusalemme, per essere puniti. 6. Dal discorso di Paolo davanti al re Agrippa e a Festo (At 26,9-11) Anch’io credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno, come in realtà feci a Gerusalemme; molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con l’autorizzazione avuta dai sommi sacerdoti e, quando, venivano condannati a morte, anch’io ho votato contro di loro. In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando all’eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere. 7. Dalla Lettera ai Galati 1,11-14 Vi dichiaro, dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. 8. Dalla Prima Lettera a Timoteo 1,12-13 Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero; io che per l’innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede. A. Tempo per la riflessione: come prima. B. Domande: quali sono le radici anticristiane che porti dentro di te o che sono fuori di te? Come si manifestano? Da dove nascono? Che cosa ti hanno portato ad essere e a fare? Terza radice: La conoscenza diretta di Gesù Cristo – La radice cristiana 9. Primo racconto della conversione di Paolo (At 9, 3-9) E avvenne che mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Rispose: “Chi sei, o Signore?”. E la voce: “Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare”. Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda. 10. Secondo racconto della conversione. E’ Paolo che ne parla ai Giudei (At 22, 6-11) Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Risposi: Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti. Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi parlava. Io dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia. E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni, giunsi a Damasco. 11. Terzo racconto della conversione. E’ Paolo che ne parla al re Agrippa e a Festo (At 26, 12-18) In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno, vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio. Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te recalcitrare contro il pungolo. E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti. Sù, alzati e rimettiti in piedi: ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora. Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l’eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me. A. Tempo per la riflessione: come prima. B. Domande: Quale “luce dal cielo” ha rifulso su di te e ti ha condotto alla conoscenza diretta di Cristo? Come ti sei convertito a Cristo? C’è stata nella tua vita la conversione da una fede tradizionale ad una fede dovuta ad un incontro personale con Cristo? Se l’hai avuta, ringrazia; se non l’hai avuta, chiedila per crescere nella conoscenza personale di Gesù. LECTIO DIVINA SU SAN PAOLO: La radice ecclesiale dell’apostolo Paolo a cura di P. Carlo Colonna s.j. – Secondo sussidio alle Interviste Come si fa? 1. Invoca lo Spirito per essere illuminato di luce divina su Paolo e su te 2. Leggi con attenzione e calma, con le labbra e con gli occhi, i testi 3. Comprendi con la mente secondo la misura che ti è concessa quanto stai leggendo 4. Ascolta con il cuore quanto DIO TI VUOLE DIRE attraverso il testo 5. Prega come senti nel cuore e lo Spirito ti suggerisce Paolo fu convertito direttamente da Gesù Cristo, ma nacque come cristiano dalla Chiesa. Come? Attraverso l’intervento di Anania: 1. Ora c'era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va' sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore disse: «Va', perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco. 2. Un certo Anania, un devoto osservante della legge e in buona reputazione presso tutti i Giudei colà residenti, venne da me, mi si accostò e disse: Saulo, fratello, torna a vedere! E in quell'istante io guardai verso di lui e riebbi la vista. Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. E ora perché aspetti? Alzati, ricevi il battesimo e lavati dai tuoi peccati, invocando il suo nome (At 22,12-15). Anche la vocazione di apostolo di Cristo, che Paolo ebbe direttamente da Cristo, fu confermata da un evento di grande significato ecclesiale, di cui Paolo stesso parla in Gal 2,1-10: 3. Dopo quattordici anni, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Barnaba, portando con me anche Tito: vi andai però in seguito ad una rivelazione. Esposi loro il vangelo che io predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più ragguardevoli, per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano. Ora neppure Tito, che era con me, sebbene fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere. E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano intromessi a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi. Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi. Da parte dunque delle persone più ragguardevoli - quali fossero allora non m'interessa, perché Dio non bada a persona alcuna - a me, da quelle persone ragguardevoli, non fu imposto nulla di più. Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi - poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani - e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi. Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono proprio preoccupato di fare. Il ruolo di Paolo nei confronti delle chiese: 4. Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso. Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere….Siamo infatti i collaboratori di Dio e voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento, un altro poi vi costruisce sopra: Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo (1 Cor 1,5-11). 5. Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio (1 Cor 4,1). 6. Per questo, io Paolo, il prigioniero di Cristo per voi Gentili... penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro beneficio: come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui sopra vi ho scritto brevemente. Dalla lettura di ciò che ho scritto potete ben capire la mia comprensione del mistero di Cristo. Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che i Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo, del quale sono divenuto ministro per il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù dell'efficacia della sua potenza. A me, che sono l'infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qual è l'adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell'universo, perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, il quale ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui. Vi prego quindi di non perdervi d'animo per le mie tribolazioni per voi; sono gloria vostra (Ef 3,1-13). 7. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito (Ef 2,19-22). 8. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio. E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio (2 Cor 5,18-21; 6,1). 9. Oh se poteste sopportare un po’ di follia da parte mia! Ma certo!, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina, avendovi promessi ad un unico sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo. Temo però che, come il serpente nella sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo (2 Cor 11,1-3). 10. Sapete che fu a causa di una malattia del corpo che vi annunziai la prima volta il vangelo; e quella che nella mia carne era per una prova, non l’avete disprezzata né respinta, ma al contrario mi avete accolto come un angelo di Dio, come Cristo Gesù (Gal 4,13-14). 11. Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi! (Gal 4,19). 12. Pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo, siamo stato amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature. Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari…. Sapete anche che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna di quel Dio che vi chiama al suo regno e alla sua gloria (1 Ts 2,6-8.11). 13. Potreste avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo (1 Cor 4,15): Suggerimenti per la riflessione:1. Sottolinea tutte quelle espressioni che designano il ministero di Paolo e considera quali relazioni sorgono da questo ministero, così descritto, con la Chiesa e quindi con noi che facciamo parte della Chiesa. Queste relazioni con Paolo sono ancora attuali? In che modo? 2. Condividi con altri le tue osservazioni e esaminate come vivete o vedete attualmente la relazione tra coloro che sono i successori nel ministero di Paolo e la vostra Chiesa 3. Fate un momento di intensa preghiera per i ministri della Chiesa perché siano come san Paolo LECTIO DIVINA SU SAN PAOLO: Le tribolazioni apostoliche di Paolo e l’amore per Cristo e per la Chiesa che aveva a cura di P. Carlo Colonna s.j. – Terzo sussidio alle Interviste Come si fa? 1. Invoca lo Spirito per essere illuminato di luce divina su Paolo e su te 2. Leggi con attenzione e calma, con le labbra e con gli occhi, i testi 3. Comprendi con la mente secondo la misura che ti è concessa quanto stai leggendo 4. Ascolta con il cuore quanto DIO TI VUOLE DIRE attraverso il testo 5. Prega come senti nel cuore e lo Spirito ti suggerisce 2 Cor 6,3-10: Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga biasimato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto! Prima di passare oltre, sottolinea mentalmente o con una matita le espressioni che più ti colpiscono e custodisci nella memoria perché. Fai lo stesso dopo la lettura di ogni brano 2 Cor 11,21-29: Lo dico con vergogna; come siamo stati deboli!Però in quello in cui qualcuno osa vantarsi, lo dico da stolto, oso vantarmi anch'io. Sono Ebrei? Anch'io! Sono Israeliti? Anch'io! Sono stirpe di Abramo? Anch'io! Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balia delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? 2 Cor 1, 8-11: Non vogliamo infatti che ignoriate, fratelli, come la tribolazione che ci è capitata in Asia ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, sì da dubitare anche della vita. Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte per imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà, per la speranza che abbiamo riposto in lui, che ci libererà ancora, grazie alla vostra cooperazione nella preghiera per noi, affinché per il favore divino ottenutoci da molte persone, siano rese grazie per noi da parte di molti. At 14,19-20: Ma giunsero da Antiochia e da Icònio alcuni Giudei, i quali trassero dalla loro parte la folla; essi presero Paolo a sassate e quindi lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli, alzatosi, entrò in città. Il giorno dopo partì con Barnaba alla volta di Derbe. At 27,9-20: Essendo trascorso molto tempo ed essendo ormai pericolosa la navigazione poiché era già passata la festa dell'Espiazione, Paolo li ammoniva dicendo: «Vedo, o uomini, che la navigazione comincia a essere di gran rischio e di molto danno non solo per il carico e per la nave, ma anche per le nostre vite». Il centurione però dava più ascolto al pilota e al capitano della nave che alle parole di Paolo. E poiché quel porto era poco adatto a trascorrervi l'inverno, i più furono del parere di salpare di là nella speranza di andare a svernare a Fenice, un porto di Creta esposto a libeccio e a maestrale. Appena cominciò a soffiare un leggero scirocco, convinti di potere ormai realizzare il progetto, levarono le ancore e costeggiavano da vicino Creta. Ma dopo non molto tempo si scatenò contro l'isola un vento d'uragano, detto allora «Euroaquilone». La nave fu travolta nel turbine e, non potendo più resistere al vento, abbandonati in sua balia, andavamo alla deriva. Mentre passavamo sotto un isolotto chiamato Càudas, a fatica riuscimmo a padroneggiare la scialuppa; la tirarono a bordo e adoperarono gli attrezzi per fasciare di gomene la nave. Quindi, per timore di finire incagliati nelle Sirti, calarono il galleggiante e si andava così alla deriva. Sbattuti violentemente dalla tempesta, il giorno seguente cominciarono a gettare a mare il carico; il terzo giorno con le proprie mani buttarono via l'attrezzatura della nave. Da vari giorni non comparivano più né sole, né stelle e la violenta tempesta continuava a infuriare, per cui ogni speranza di salvarci sembrava ormai perduta. (si può leggere tutto il capitolo). 2 Cor 12,7-10: Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte. Rm 8, 31-39: Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. Col 1,24-29: Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio presso di voi di realizzare la sua parola, cioè il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi, ai quali Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in voi, speranza della gloria. È lui infatti che noi annunziamo, ammonendo e istruendo ogni uomo con ogni sapienza, per rendere ciascuno perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza. 2 Cor 1,3-7: Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio. Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della consolazione. Suggerimenti per la riflessione personale e la condivisione: Tribolazioni di ogni tipo accompagnano l’esistenza dell’uomo sulla terra e nessun cristiano ne è escluso. Il cristiano però sa dare un senso diverso alle tribolazioni della vita. Prova a comprendere che senso dava Paolo alle sue tribolazioni. Prova a rivedere le tribolazioni che hai subito nella tua vita finora. Le hai vissute con il senso che dava Paolo alle sue tribolazioni? Che cosa puoi imparare da Paolo per vivere le tue tribolazioni come le viveva Paolo? Hai mai sperimentato le consolazioni di Dio in mezzo alle molte tribolazioni, come le sperimentava Paolo? In che modo? Sei mai stato consolatore delle tribolazioni altrui con la forza e consolazione che ti dava Dio, come faceva Paolo? LECTIO DIVINA SU SAN PAOLO: Il primo viaggio apostolico di Paolo (At 13-14) a cura di P. Carlo Colonna s.j. – Quarto sussidio alle Interviste Come si fa? 1. Invoca lo Spirito per essere illuminato di luce divina su Paolo e su te 2. Leggi con attenzione e calma, con le labbra e con gli occhi, i testi 3. Comprendi con la mente secondo la misura che ti è concessa quanto stai leggendo 4. Ascolta con il cuore quanto DIO TI VUOLE DIRE attraverso il testo 5. Prega come senti nel cuore e lo Spirito ti suggerisce Anni 45-48 dopo Cristo Da Antochia di Siria (13,1-3) – A Cipro (13,4-12) – Ad Antochia di Pisidia (13, 13-51) – A Iconio (14,1-7) – A Listra (14, 8-21) – A Derbe (14,20-21) – Ritorno a Listra, Iconio e Antiochia (14,21-23)– A Perge e Attalia (14,24-25) - Di nuovo ad Antiochia di Siria (14,26-28) Esercizio di gruppo: 1. A ciascuno viene assegnato la lettura di una parte del viaggio missionario di Paolo. 2. Costui legge in silenzio e medita sulla parte che gli spetta (un quarto d’ora). 3. Ciascuno racconta agli altri a parole sue il viaggio di Paolo, mettendo in evidenza le cose che gli sembrano più importanti, facendo anche qualche sobria applicazione alla vita cristiana di oggi, personale e comunitaria. Discorso di Paolo ai Giudei di Antochia di Pisidia (13,16-41) E’ il solo grande discorso catechetico, che si trova negli Atti degli Apostoli, con cui si vede come Paolo si rivolgeva ai Giudei. Contiene una rapida presentazione della storia d’Israele dell’Antico Testamento in ordine alla venuta di Gesù Cristo. Dopo aver annunziato la morte e risurrezione di Gesù, Paolo termina con un pressante invito ai Giudei ad accogliere il Messia, che finalmente è venuto: Si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse: «Uomini di Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri ed esaltò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. Quindi, dopo essersi preso cura di loro per circa quarant'anni nel deserto, distrusse sette popoli nel paese di Canaan e concesse loro in eredità quelle terre, per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuele. Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni. E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: Ho trovato Davide, figlio di Iesse, mio cuore; egl adempirà tutti i miei voleri. Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono ciò che voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di sciogliere i sandali. Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata questa parola di salvezza. Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l'hanno riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato; e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso. Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono i suoi testimoni davanti al popolo. E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta, poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato. E che Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione, è quanto ha dichiarato: Darò a voi le cose sante promesse a Davide, quelle sicure. Per questo anche in un altro luogo dice: Non permetterai che il tuo santo veda la corruzione. Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione. Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione. Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati e che per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciò da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè. Guardate dunque che non avvenga su di voi ciò che è detto nei Profeti:Mirate, beffardi, stupite e nascondetevi, poiché un’opera io compio ai vostri giorni, un’opera che voi non credereste, se vi fosse raccontata! Spunti per la riflessione: Il racconto di Paolo può essere diviso in tre parti: La storia prima di Cristo - la storia di Cristo - la storia dopo Cristo. La terza parte dipende dall’accoglienza che si fa a Cristo nella propria vita. Applicazione alla propria vita: La storia prima di Cristo potrebbe racchiudere quegli eventi umani che mi succedono nella mia vita in preparazione a Cristo. Rifletti quali possono essere stati. La storia di Cristo potrebbero essere rappresentati dai tuoi momenti di incontro con Cristo. La storia dopo Cristo potrebbero essere descritti come i frutti di vita che ha portato nella tua vita la tua accoglienza o la tua non-accoglienza di Cristo. Così anche la nostra vita potrebbe essere descritta come vita prima di Cristo – vita con Cristo – vita dopo Cristo. E’ un modo di vedere e giudicare la propria esistenza alla luce di Dio. La personalità di Paolo apostolo (4) (dalla Bibbia di Gerusalemme) Paolo non ha nulla di un tipo immaginativo, se si giudica dalle immagini poco numerose e banali che adopera: lo stadio, il mare, l’agricoltura, la costruzione, temi che egli associa e mescola volentieri. Paolo è piuttosto un cerebrale. A un cuore ardente si unisce in lui un’intelligenza lucida, logica, esigente, preoccupata di esporre la fede secondo i bisogni dei suoi uditori. A ciò dobbiamo quei meravigliosi sviluppi teologici con cui egli riveste il kerigma. Forse questa logica non è la nostra. Paolo argomenta talvolta da rabbino, secondo i metodi esegetici ricevuti dal suo ambiente e dalla sua educazione (per esempio Gal 3,16; 4,21-31). Ma il suo genio fa esplodere i limiti di questa eredità tradizionale e, attraverso canali un po’ invecchiati per noi, fa passare una dottrina profonda. D’altronde questo semita ha anche una buona cultura greca, ricevuta forse fin dall’infanzia a Tarso, arricchita dai ripetuti contatti con il mondo greco-romano, e questo influsso si riflette nel suo modo di pensare come nella lingua e nello stile. All’occorrenza cita autori classici (1 Cor 15,33; Tt 1,12; At 17,28) e conosce sicuramente la filosofia popolare a base di stoicismo, dalla quale attinge alcune nozioni (per esempio la partenza dell’anima separata verso il mondo divino in 2 Cor 5,6-8; il “pleroma” cosmico in Col ed Ef) o alcune formule (1 Cor 8,6; Rm 11,36; Ef 4,6). Alla “diatriba” cinico-stoica deve il modo di argomentazione conciso, con brevi domande e risposte (Rm 3,1-9.27-31) o i suoi sviluppi mediante accumulazione retorica (2 Cor 6,4-10); o anche quando usa frasi lunghe e sovraccariche, dove le proposizioni si spingo a ondate successive (Ef 1,3-14: Col 1, 9-20), egli può trovarne i modelli ancora nella letteratura ellenistica. Maneggia correttamente il greco come una seconda lingua materna (cf At 21,40) e con pochi semitismi. Ben inteso, è il greco del suo tempo, quello della “koiné” distinta, ma senza pretese atticizzanti. Succede anzi che la sua espressione sia scorretta e incompiuta (1 Cor 9,15), tanto il modello del linguaggio è impotente a contenere l’erompere di un pensiero troppo ricco o di emozioni troppo vive. LECTIO DIVINA SU SAN PAOLO: Il primo Concilio della Chiesa a cura di P. Carlo Colonna s.j. – Quinto sussidio alle Interviste Come si fa? 1. Invoca lo Spirito per essere illuminato di luce divina su Paolo e su te 2. Leggi con attenzione e calma, con le labbra e con gli occhi, i testi 3. Comprendi con la mente secondo la misura che ti è concessa quanto stai leggendo 4. Ascolta con il cuore quanto DIO TI VUOLE DIRE attraverso il testo 5. Prega come senti nel cuore e lo Spirito ti suggerisce IL PRIMO CONCILIO DELLA CHIESA sulla libertà dalla Legge giudaica per i pagani che diventano cristiani Sorse una controversia tra i credenti (At 15,1-3) Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: “Se non vi fate circoncidere secondo l’uso di Mosé, non potete essere salvi”. Poiché Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Essi dunque, scortati per un tratto dalla comunità, attraversarono la Fenicia e la Samaria raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro. La controversia è posta davanti agli apostoli (At 15,5-12) Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: è necessario circonciderli e ordinar loro di osservare la legge di Mosé. Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. Dopo lunga discussione Pietro si alzò e disse: Fratelli, voi sapete che già da molto tempo Dio ha fatto una scelta tra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola del Vangelo e venissero alla fede. E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede. Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i vostri padri né noi siamo stati in grado di portare? Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro”. Tutta l’assemblea tacque e stettero ad ascoltare Barnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro. Piste per riflettere: Sottolinea con una penna le espressioni che si riferiscono all’agire di Dio sugli uomini: 1. Che cosa Dio ha fatto 2. Di quali strumenti si è servito 3. Che cosa hanno ricevuto gli uomini su cui Dio ha agito. L’agire di Dio è il punto di riferimento degli apostoli per risolvere la questione. Il discorso di Giacomo (At 15,13-21) Quando essi ebbero finito di parlare, Giacomo aggiunse: “Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto: “Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide che era caduta; ne riparerò le rovine e la rialzerò, perché anche gli altri uomini cerchino il Signore e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore che fa tutte queste cose da lui conosciute dall’eternità” (Am 9,11-12). Per questo io ritengo che non si debbano importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani, ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue. Mosé, infatti, fin dai tempi antichi, ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe”. Nota tratta dalla Bibbia di Gerusalemme: Le riserve di Giacomo indicano la natura esatta del litigio. Hanno un carattere strettamente rituale e rispondono alla questione posta in At 11,3 e Gal 1,12-14: che cosa si può esigere dai greco-cristiani perché sia possibile ai giudeo-cristiani di frequentarli senza contrarre impurità legale? Di tutte le leggi di purità, Giacomo ha voluto mantenere solo quelle il cui valore religioso sembrava universale: mangiare carni offerte agli idoli comportava una certa partecipazione a un culto sacrilego (cf 1 Cor 8-10). Il sangue è l’espressione della vita, che appartiene solo a Dio, e il divieto della legge in proposito (Lv 1,5+) era così grave da spiegare molto bene la ripugnanza dei giudei a dispensarne i pagani. Il caso degli animali soffocati è analogo a quello del sangue. Le unioni irregolari figurano in tale contesto non per la loro qualifica morale, ma come motivo di impurità legale. Pista per riflettere: Il discorso di Giacomo mette in evidenza che la libertà della fede deve essere congiunta con i doveri della carità, che i cristiani devono avere gli uni verso gli altri. Di questo dovere leggi quanto dice Paolo nella Lettera ai Romani capp. 14 e 15. Rm 14, 14-23 Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come immondo, per lui è immondo. Ora se per il tuo cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Guardati perciò dal rovinare con il tuo cibo uno per il quale Cristo è morto! Non divenga motivo di biasimo il bene di cui godete! Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole. Non distruggete l’opera di Dio per una questione di cibo! Tutto è mondo, d’accordo, ma è male per un uomo mangiare dando scandalo. Perciò è bene non mangiare carne, né bere vino, né altra cosa per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi. La lettera apostolica (At 15,22-31) Allora gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa decisero di eleggere alcuni di loro e di inviarli ad Antiochia insieme a Paolo e Barnaba, Giuda chiamato Barabba e Sila, uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli. E consegnarono loro la seguente lettera: “Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. Abbiamo perciò deciso tutti d’accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai vostri carissimi Barnaba e Paolo, uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo mandato dunque Giuda e Sila che vi riferiranno anch’essi queste stesse cose a voce. Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun’altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla impudicizia. Farete cosa buona perciò a guardarvi da queste cose. State bene”. Essi allora, congedatosi, discesero ad Antiochia e riunita la comunità consegnarono la lettera. Quando l’ebbero letta, si rallegrarono per l’incoraggiamento che infondeva. Riflettere sui Concili della Chiesa Il primo Concilio della Chiesa è immagine viva di ciò che saranno gli altri Concili della Chiesa lungo i secoli. Attualmente se ne sono celebrati 19 e sempre per gli stessi motivi. a) C’è una questione grave che divide i cristiani nella fede b) La questione viene portata davanti all’autorità di insegnamento e di guida che c’è nella Chiesa. Quando erano vivi gli apostoli, loro erano i maestri della fede. Alla loro morte furono sostituiti dai vescovi con a capo il Vescovo di Roma, in quanto successori degli apostoli. c) Alla decisione magisteriale degli apostoli e dei loro successori devono sottomettersi tutti i cristiani. Questa prassi apostolica è stata sovvertita nel secolo XVI da Martin Lutero, che non riconobbe l’autorità magisteriale dei vescovi e del Papa e riconobbe solo alla Bibbia autorità magisteriale in cose di fede e di morale cristiana. I cattolici rispondono che anche il magistero della Chiesa riconosce la Bibbia come norma di fede del suo magistero in quanto è Parola di Dio scritta. Questa Parola però non è interpretata in modo autorevole da nessun singolo cristiano, fosse pure teologo come era Lutero o da qualche Padre della Chiesa, ma solo da coloro che hanno autorità d’insegnamento nella Chiesa in virtù del mandato di Gesù Cristo. L’appello alla sola Bibbia da parte di Lutero in realtà significa “appello alla Bibbia secondo la privata interpretazione di Lutero”, che dovrà essere convalidata dal magistero della Chiesa per avere libertà di circolazione nella Chiesa. Ciò non avvenne, perché il magistero della Chiesa considerò alcune interpretazioni bibliche di Lutero difformi dal vero insegnamento della Bibbia e contrarie a punti importanti della salvezza di Cristo. Gli apostoli di Gerusalemme scrissero nella lettera finale: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi”. Il magistero della Chiesa parla in nome dello Spirito Santo e va ascoltato dai fedeli di Cristo come espressione dell’autentico insegnamento dello Spirito di verità, che Cristo ha mandato alla Chiesa. La questione che risolsero i primi apostoli a Gerusalemme era la prima questione biblica, che divise i cristiani e lo Spirito Santo parlò per mezzo degli apostoli per risolvere questa questione.