Intervista a Cesare Ragazzi ROLLING STONE ITALIA APRILE 2004
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Intervista a Cesare Ragazzi ROLLING STONE ITALIA APRILE 2004
ROCK&ROLL Attaccature alte Qui a fianco: Cesare Ragazzi, dal 1968 titolare dell’omonima company in difesa dei capelli . Presi per i capelli Sopra: il cantante dei Poison Bret Michaels in una rara immagine in cui non indossa la bandana occulta-attaccatura, Axl Rose con una capigliatura corretta agli ormoni femminili. Qui sotto, da sinistra: al Pavarotti & Friends quattro anni fa mi ricordo che col vento gli si è alzata tutta la “tenda”. Un classico “posticcio”. A livello estetico gli darei 7, ma a livello funzionale gli devo dare 3. Axl Rose: questi sono i suoi capelli, deve aver fatto delle cure con ormoni femminili. Tanti lo fanno. Facendo cure ormonali si finisce per cambiare “partito”, anche se i capelli crescono. Sai, nell’uomo i capelli cadono per via del testosterone. Questo ha avuto un diradamento, che poi ha corretto con gli ormoni». l’indimenticato chitarrista dei Deep Purple Ritchie Blackmore con parrucca posticcia, David Lee Roth con chioma platinata a effetto sintetico. In basso: Elton John prima e dopo il parrucchino. Secondo Cesare Ragazzi, con il vento gli si alza come fosse una tenda. Musicisti in piazza L’uomo che ha rifatto la testa agli italiani giudica le capigliature delle star. Trapianto, parrucca, cure ormonali: svelati i segreti più inconfessabili STORIA ANDREA CARRARO «S alve, sono Cesare Ragazzi». Come poteva altrimenti presentarsi al telefono il più famoso esperto italiano di rimedi alla calvizie? L’ho chiamato per avere un'opinione autorevole su come alcune rockstar avessero combattuto il nemico numero uno dello star system: uno dei segreti meglio (o in certi casi, peggio) nascosti del rock. Sì, perché non c'è scandalo sessuale, overdose o flop di vendite che possa rovinare l'immagine di una rockstar più di una pelata accecante sotto il riflesso di laser e riflettori. Quante volte vi siete chiesti perché soltanto i divi del palco non perdono mai i capelli? Risponde Cesare Ragazzi. Signor Ragazzi, lei è un’icona della cultura pop italiana degli ultimi vent’anni. Dove nasce l’idea di puntare sulla sua immagine? «Quando decisi di fare uno 3 2 ROLLING STONE, APRILE 20 04 spot per promuovere la mia meravigliosa idea non riuscivamo a trovare un protagonista convincente. Finché, un giorno, un amico mi disse: “Cesare, chi meglio di te può rappresentare il tuo prodotto?”. Così scegliemmo di usare la mia immagine. La mitica frase “Salve, sono Cesare Ragazzi” fu invece un’idea tutta mia. Per far capire alla gente che non si trattava di una parrucca o di un trapianto, volevo mostrare che con il mio metodo si potevano fare cose altrimenti impossibili, tipo la doccia, il bagno in piscina. Da li è nata l’idea dello spot in cui cado in mare e incontro la sirena. I primi spot giravano sulle tv locali, poi arrivai a Italia 1 e allo show simbolo degli anni 80, Drive In. Da lì in poi fu il delirio». Mi può parlare del suo cameo nel film Arrapaho degli Squallor? «Dovevo interpretare un uo- mo che per lavoro rimette i capelli a quelli a cui hanno appena fatto lo scalpo. Ma poi la scena fu cambiata. Così nel film emergo dai flutti con lo scalpo del protagonista». Quali rimedi esistono per la calvizie? «Le lozioni non fanno ricrescere i capelli, al massimo rinfrescano la testa. Tra i metodi non invasivi ci sono i toupet o i parrucchini teatrali che, se di qualità, esteticamente possono essere efficaci. A livello pratico, però, sono del tutto inutili. Ci sono i metodi invasivi, come l’autotrapianto, ma un chirurgo serio difficilmente farebbe un intervento del genere, perché sa benissimo che il risultato sarebbe deludente. In 36 anni di esperien- «In 36 anni ne ho viste di tutti i colori: cavi sotto la cute, capelli conficcati, robe da brividi...» za ne ho viste di tutti i colori, cavi nascosti sotto la cute, capelli conficcati nella testa, roba da far rabbrividire...». Le chiedo di commentare queste foto, mi dovrà dire se queste persone hanno fatto qualcosa per risolvere il loro problema. E se sì, se questa è la soluzione giusta. «Tony Bennett: classico posticcio teatrale, la pettinatura è statica, non ha attaccatura. Esteticamente accettabile, ma non funzionale... Si toglie e si mette. Ritchie Blackmore: questa è la classica parrucca. Antiestetica, ma quando un uomo ha delle dita come le sue, tutto il resto passa inosservato». Lo dice da fan o da Cesare Ragazzi? «Da fan gli darei 10 [Cesare Ragazzi ha un passato da chitarrista, ndr], ma da professionista gli do un 5. Elton John: quando l’ho visto A questo punto le sottopongo i personaggi più controversi. Marky Ramone nega da anni di portare la parrucca, mentre Bret Michaels non si toglie la bandana dal 1990. Non se l’è tolta neppure nel video porno con Pamela Anderson... «Marky Ramone: questo ha una classicissima parrucca. Dicendo che i capelli sono suoi, nega l’evidenza. Bret Michaels: parrucca! Porta sempre la bandana per nascondere l’attaccatura. È un incappucciato. David Lee Roth: è un posticcio di tipo teatrale. Come voto, esteticamente, gli do poco, forse posso arrivare a 6, ma a funzionalità siamo dal 2 al 4, sembra quasi fibra sintetica. Come cantante, 10 e lode. Kevin DuBrow: (scoppia a ridere) mio Dio! Esteticamente fa ridere. Con lui si potrebbe fare un capolavoro, perché è un bel ragazzo, ma con quel parruccone gli do zero. Paul Stanley: no, no, posticcio! Terribile... Davanti sono capelli naturali, ma dietro è tutta fibra sintetica. Una parrucca del genere dura tre mesi al massimo, la si usa e poi la si getta via». Un suo slogan diceva “Con Cesare Ragazzi si vince”. Con lei quanti festival di Sanremo si sono vinti? «Eh, moltissimi». Anche l’ultimo? «Nell’ultimo ho lavorato anche per chi non l’ha vinto...».