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Il passeggero incazzato
Il passeggero incazzato Scritto da Antonio Chialastri Il passeggero è, per definizione, incazzato con la compagnia con la quale vola. La prende apposta, sempre la stessa, così si può sfogare anche di tutto il resto. E non si capisce per quale oscuro motivo una persona debba pensare che l’aeroporto sia una località extraterritoriale: il Giappone, o Marte. L'italiano medio è strano: accetta che le cartoline spedite arrivino con settimane di ritardo; gli pare normale di non poter segnare nell'agenda l’appuntamento per una TAC, perché non ha ancora quella dell’anno prossimo; non si lamenta se, dopo aver trovato i ladri dentro casa ed aver prontamente chiamato i carabinieri, questi si sono presentati dopo un congruo tempo che ha permesso ai ladri di rimpatriare Accetta di fare domanda di apertura di un negozio e vedersi richiedere in sequenza tasse, tangenti e pizzo senza aver ancora venduto un articolo; alza le spalle quando i politici si alzano lo stipendio mensilmente; lascia che i giornalisti lo informino delle cose che già sa, ma si guardino bene dal raccontare quello che dovrebbe sapere... e così via, nella fiera del qualunquismo. Però, una volta messo piede in aeroporto, lì cambia tutto. L’efficienza nipponica, che non ha mai conosciuto, è lo standard minimo che si aspetta dalla compagnia aerea, la quale, viceversa, per far sentire il passeggero a casa propria, gli rende la vita all’italiana: incasinata. Tra l’altro, le contestazioni non solo riguardano il merito, ma anche il metodo. Alcuni vogliono spiegarti come si gestiscono le cose di una compagnia aerea. Altri, a prescindere, come diceva Totò, non credono a quello che dici. Ci sono venti aeroplani davanti a te, fai l’annuncio, dai finestrini si vedono comunque gli aerei partire, ma inevitabilmente il passeggero finisce il volo e viene in cabina dicendoti che non era vero che c’erano gli aerei perché un suo amico ha detto che è riuscito a partire ed arrivare prima. Da un’altra parte, ma prima. Ci sono poi gli ignoranti veri, che si associano ai maleducati e agli isterici che sfogano la paura di volare con atteggiamenti troppo sopra le righe. Non è raro il caso degli assistenti aggrediti verbalmente dai passeggeri a seguito di ritardo in aerostazione. L’assistente di volo si chiama così, appunto, perché non c’entra niente con l’aerostazione, che notoriamente non si muove da terra. Altrimenti li avrebbero chiamati assistenti di aerostazione. Entrando in aereo, la fila di passeggeri potrebbe essere classificata in base al tipo di saluto che fa. In particolare, il volo per Milano è appannaggio di coloro specializzati nel bofonchio. Infatti, al saluto “buongiorno!” da parte della hostess, si può rispondere, normalmente, “buongiorno”; si può non rispondere (“perché questa compagnia fa cagare”), oppure, ed è la stragrande maggioranza si risponde con un bofonchio che non vuol dire nulla, ma che è difficilissimo da decodificare. 1/4 Il passeggero incazzato Scritto da Antonio Chialastri Provate voi a scrivere cosa ha detto il passeggero seduto al 3J: “aalv”?, ‘ngior”?, “assara”?, “bonj”?, “assut”?. Tutte cose sentite con le mie orecchie e registrate con la mia penna. Giusto? (17 novembre 2010) Il passeggero è, per definizione, incazzato con la compagnia con la quale vola. La prende apposta, sempre la stessa, così si può sfogare anche di tutto il resto. E non si capisce per quale oscuro motivo una persona debba pensare che l’aeroporto sia una località extraterritoriale: il Giappone, o Marte. L'italiano medio è strano: accetta che le cartoline spedite arrivino con settimane di ritardo; gli pare normale di non poter segnare nell'agenda l’appuntamento per una TAC, perché non ha ancora quella dell’anno prossimo; non si lamenta se, dopo aver trovato i ladri dentro casa ed aver prontamente chiamato i carabinieri, questi si sono presentati dopo un congruo tempo che ha permesso ai ladri di rimpatriare Accetta di fare domanda di apertura di un negozio e vedersi richiedere in sequenza tasse, tangenti e pizzo senza aver ancora venduto un articolo; alza le spalle quando i politici si alzano lo stipendio mensilmente; lascia che i giornalisti lo informino delle cose che già sa, ma si guardino bene dal raccontare quello che dovrebbe sapere... e così via, nella fiera del qualunquismo. Però, una volta messo piede in aeroporto, lì cambia tutto. L’efficienza nipponica, che non ha mai conosciuto, è lo standard minimo che si aspetta dalla compagnia aerea, la quale, viceversa, 2/4 Il passeggero incazzato Scritto da Antonio Chialastri per far sentire il passeggero a casa propria, gli rende la vita all’italiana: incasinata. Anzi, l’Alitalia, per essere un ministero, funziona anche abbastanza bene visto che gli aerei almeno partono, qualche volta. E nessuno si scandalizza mai, quando vengono nominati manager che vengono a riscuotere il loro obolo milionario per fare casino. L’effetto della gestione allegra di questi boiardi di Stato ricade inevitabilmente sulla clientela, che si accanisce sempre e comunque sull’ultimo anello della catena alimentare. Tra l’altro, le contestazioni non solo riguardano il merito, ma anche il metodo. Alcuni vogliono spiegarti come si gestiscono le cose di una compagnia aerea. Altri, a prescindere, come diceva Totò, non credono a quello che dici. Ci sono venti aeroplani davanti a te, fai l’annuncio, dai finestrini si vedono comunque gli aerei partire, ma inevitabilmente il passeggero finisce il volo e viene in cabina dicendoti che non era vero che c’erano gli aerei perché un suo amico ha detto che è riuscito a partire ed arrivare prima. Da un’altra parte, ma prima. Ci sono poi gli ignoranti veri, che si associano ai maleducati e agli isterici che sfogano la paura di volare con atteggiamenti troppo sopra le righe. Non è raro il caso degli assistenti aggrediti verbalmente dai passeggeri a seguito di ritardo in aerostazione. L’assistente di volo si chiama così, appunto, perché non c’entra niente con l’aerostazione, che notoriamente non si muove da terra. Altrimenti li avrebbero chiamati assistenti di aerostazione. 3/4 Il passeggero incazzato Scritto da Antonio Chialastri Entrando in aereo, la fila di passeggeri potrebbe essere classificata in base al tipo di saluto che fa. In particolare, il volo per Milano è appannaggio di coloro specializzati nel bofonchio. Infatti, al saluto “buongiorno!” da parte della hostess, si può rispondere, normalmente, “buongiorno”; si può non rispondere (“perché l’Alitalia fa cagare”), oppure, ed è la stragrande maggioranza si risponde con un bofonchio che non vuol dire nulla, ma che è difficilissimo da decodificare. Provate voi a scrivere cosa ha detto il passeggero seduto al 3J: “aalv”?, ‘ngior”?, “assara”?, “bonj”?, “assut”?. Tutte cose sentite con le mie orecchie e registrate con la mia penna. Giusto? 4/4