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Raccontami la Tua Terra
A cura di Maria Cristina Castellani RETE DEI CTP DELLA LIGURIA Raccontami la Tua Terra Lezioni di lingua e cultura italiana per stranieri e non Raccontami la Tua Terra Gli Autori propongono otto Unità didattiche di lingua e cultura italiana, elaborate nell’ambito del progetto “Raccontami la tua terra” e destinate a studenti adulti stranieri. Le Unità contengono attività da svolgere in classe ed esercizi linguistici da eseguire anche in autoapprendimento, grazie al CD, allegato al Volume, contenente le tracce audio della maggior parte dei brani di lettura proposti. I materiali sono interessanti anche per lettori italiani che vogliano approfondire la conoscenza del territorio della Liguria. I temi sviluppati nelle Unità spaziano, infatti, dall’emigrazione al paesaggio, dall’agricoltura all’uso di sapori locali, dal ricordo delle feste dei tempi passati al cuore pulsante delle vie cittadine di oggi, dall’atmosfera musicale di una famosa via di Genova alla pesca dell’acciuga ad Oneglia, dal miele all’olivo, dai boschi di castagno all’orto, in un percorso fra memoria e futuro. L’approccio è locale ma non esclude la partecipazione culturale alle culture altre. Il percorso di lettura suggerito, non dimenticando la partenza e il viaggio dei nostri avi verso paesi lontani, vuole accompagnare il cammino di chi viene da altri paesi e ora condivide con noi, nella nostra Terra, l’avventura della vita. mi la Tua Te onta rra Lezioni di lingua e cultura italiana per stranieri e non M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria Racc Racc RETE DEI CTP DELLA LIGURIA A cura di Maria Cristina Castellani mi la Tua Te onta rra Raccontami la Tua Terra L Giuseppa Antonia Scicolone, CTP Marassi di Genova Silvia Trucco, I.P.S.S.C.T. di Sanremo Dorina Vio, CTP di Cairo Montenotte B1 I V E - BL L O 2 Hanno partecipato alla ricerca: Ilaria Ambrosini, I.P.S.A.A. “D. Aicardi”, Sanremo Graziella Arazzi, Agenzia Nazionale Scuola Liguria Teresa Beltramo, CTP di Cairo Montenotte Maria Anna Burgnich, Ufficio Scolastico Regionale Liguria Patrizia Caraglio, I.P.S.S.A.R. “N. Bergese”, Genova Maria Cristina Castellani, Ufficio Scolastico Regionale Liguria Fabrizio M. Colombo, CTP di Cairo Montenotte Nunzia Guasco, già docente CTP di Imperia e Sanremo Luciana Guido, Liceo Classico Statale “G. Mazzini”, Genova Bartolomeo Roberto Marenco, già docente I.P.S.S.A.R. “E.Ruffini” di Arma di Taggia Alessandra Marini, CTP Bolzaneto di Genova Lilia Montaldi, CTP “Boine” di Imperia A cura di Maria Cristina Castellani RETE DEI CTP DELLA LIGURIA Raccontami la Tua Terra Lezioni di lingua e cultura italiana per stranieri e non Raccontami la Tua Terra Gli Autori propongono otto Unità didattiche di lingua e cultura italiana, elaborate nell’ambito del progetto “Raccontami la tua terra” e destinate a studenti adulti stranieri. Le Unità contengono attività da svolgere in classe ed esercizi linguistici da eseguire anche in autoapprendimento, grazie al CD, allegato al Volume, contenente le tracce audio della maggior parte dei brani di lettura proposti. I materiali sono interessanti anche per lettori italiani che vogliano approfondire la conoscenza del territorio della Liguria. I temi sviluppati nelle Unità spaziano, infatti, dall’emigrazione al paesaggio, dall’agricoltura all’uso di sapori locali, dal ricordo delle feste dei tempi passati al cuore pulsante delle vie cittadine di oggi, dall’atmosfera musicale di una famosa via di Genova alla pesca dell’acciuga ad Oneglia, dal miele all’olivo, dai boschi di castagno all’orto, in un percorso fra memoria e futuro. L’approccio è locale ma non esclude la partecipazione culturale alle culture altre. Il percorso di lettura suggerito, non dimenticando la partenza e il viaggio dei nostri avi verso paesi lontani, vuole accompagnare il cammino di chi viene da altri paesi e ora condivide con noi, nella nostra Terra, l’avventura della vita. mi la Tua Te onta rra Lezioni di lingua e cultura italiana per stranieri e non M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria Racc Racc RETE DEI CTP DELLA LIGURIA A cura di Maria Cristina Castellani mi la Tua Te onta rra Raccontami la Tua Terra L Giuseppa Antonia Scicolone, CTP Marassi di Genova Silvia Trucco, I.P.S.S.C.T. di Sanremo Dorina Vio, CTP di Cairo Montenotte B1 I V E - BL L O 2 Hanno partecipato alla ricerca: Ilaria Ambrosini, I.P.S.A.A. “D. Aicardi”, Sanremo Graziella Arazzi, Agenzia Nazionale Scuola Liguria Teresa Beltramo, CTP di Cairo Montenotte Maria Anna Burgnich, Ufficio Scolastico Regionale Liguria Patrizia Caraglio, I.P.S.S.A.R. “N. Bergese”, Genova Maria Cristina Castellani, Ufficio Scolastico Regionale Liguria Fabrizio M. Colombo, CTP di Cairo Montenotte Nunzia Guasco, già docente CTP di Imperia e Sanremo Luciana Guido, Liceo Classico Statale “G. Mazzini”, Genova Bartolomeo Roberto Marenco, già docente I.P.S.S.A.R. “E.Ruffini” di Arma di Taggia Alessandra Marini, CTP Bolzaneto di Genova Lilia Montaldi, CTP “Boine” di Imperia M.I.U.R. Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria RETE DEI CTP DELLA LIGURIA Lezioni di lingua e cultura italiana per stranieri e non o ttic a d i ed O rial MMERCI one e t i O Ma C u d z RI FUO a ripro zione l a ata utorizz t e i V za a sen L B1 I V E - BL L O 2 Racc rra mi la Tua Te onta Raccontami la Tua Terra Raccontami la tua terra Racc rra mi la Tua Te onta RETE DEI CTP DELLA LIGURIA Si ringraziano tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo volume nelle loro diverse professionalità e competenze. Un ringraziamento particolare: alla Dirigente dell’Ambito Territoriale di Imperia, Franca Rambaldi per l’accoglienza all’intero Gruppo di Lavoro di Imperia; al D.S. Gianni Poggio dell’I.T.C.G. “G.Ruffini” - Imperia per l’ospitalità offerta al comitato di redazione e il supporto logistico e al D.S. Guido Calvi degli Istituti “E. Ruffini” - Arma di Taggia e I.P.S.A.A. “Aicardi” - Sanremo per la consulenza prestata. I materiali nascono da una ricerca-azione effettuata da tre gruppi di lavoro (Cairo Montenotte, Genova e Imperia). Progetto finanziato con fondi dell’U.S.R. Liguria assegnati al I.C.di Bolzaneto, sede del CTP di Bolzaneto (Genova) coordinatore della Rete dei CTP della Liguria. Coordinamento organizzativo: Maria Lea Borelli Responsabile scientifico della ricerca: Maria Cristina Castellani Comitato di redazione: Maria Cristina Castellani, Nunzia Guasco, Lilia Montaldi Il c.d.r. ha rivisto tutto il materiale, apportando modifiche anche sostanziali Raccontami la Tua Terra Ideatore del progetto e suo curatore: Maria Cristina Castellani Gli autori delle Unità sono indicati nell’indice.Gli autori delle ricette sono espressamente indicati nel testo. Il brano a pag. 149 è di Alejandra Daglio Fotografie: Archivio M&R, I. Ambrosini, M.C. Castellani, N. Guasco, A. Marini, L. Montaldi, D. Vio CD registrato presso lo studio Loud Music di Genova con le voci di: Giovanni Cadili Rispi, Renzo Dameri, Gloria Pastine e Roberta Petraroli con il coordinamento di Giovanni Cadili Rispi In copertina: Il Racconto, Olio su tela, 60x50, 2012 di Gian Mario Cama (per gentile concessione dell’Autore) © 2012, I.C. di Bolzaneto - Genova Materiale didattico fuori commercio 2 Indice Prefazioni 5 Prima della lettura 7 di Maria Crisitina Castellani, Nunzia Guasco, Lilia Montaldi Bibliografia 20 Unità 1 Raccontami La tua storia 21 Unità 2 Raccontami Genova e le sue vie 41 Unità 3 Raccontami L’acciuga 73 Unità 4 Raccontami L’olivo 97 di Maria Anna Burgnich, Luciana Guido, Giuseppa Antonia Scicolone di Maria Cristina Castellani, Silvia Trucco di Lilia Montaldi di Ilaria Ambrosini, Nunzia Guasco Unità 5 Raccontami Il castagno 135 Unità 6 Raccontami L’orto 159 Unità 7 Raccontami Il miele 189 Unità 8 Raccontami Le ore e i giorni 215 di Ilaria Ambrosini, Patrizia Caraglio, Nunzia Guasco di Graziella Arazzi, Maria Anna Burgnich, Giuseppa Antonia Scicolone di Teresa Beltramo, Fabrizio Maria Colombo, Dorina Vio di Maria Cristina Castellani, Alessandra Marini 3 Raccontami la tua terra Dedichiamo la canzone Ma se ghe penso (Genova - di Cappello/Margutti - Arm. Cauriol*) a tutti i migranti del mondo O l’ëa partio, ma senza unn-a palanca l’ëa zà trent’anni e forze anche ciû. O l’aia lottou pe mette i dinae a banca, pe poèisene un giorno tornâ in zú. E fâse a palazzinn-a e o giardinetto cö rampicante, e a cantinn-a e o vin, a branda attacca a-i erboi a üso letto pe dâghe ûnn-a schennä seia e mattin, ma o figgio o ghe dixeiva: “No ghe pensâ; a Zena, cöse ti ghe veu tornâ?”. Era partito senza un soldo erano già trent’anni e forse anche più. Aveva lottato per mettere i soldi in banca, per potersene un giorno tornare indietro. E farsi una casettina ed il giardinetto Con il rampicante, e la cantina con il vino, l’amaca attaccata agli alberi a mo’ di letto per riposarsi la sera e la mattina, ma il figlio gli diceva: “Non ci pensare; che cosa vuoi tornarci a fare a Genova?”. “Ma se ghe penso, alloa mi veddo o mâ, veddo i mae monti e a ciassa da Nunziä: riveddo o Righi, e me se strenze o chêu, veddo a Lanterna, a Cava e lassû o Mêu. Riveddo a-seia Zena illuminä, veddo la a Foxe e sento franze o mâ e alloa mi penso ancon de ritornâ, a pösa e osse dove ò mae madonnâ”. “Ma se ci penso, allora io vedo il mare, vedo i miei monti e piazza della Nunziata: rivedo il Righi e mi si stringe il cuore, vedo la Lanterna, la Cava e laggiù il Molo. Rivedo la sera Genova illuminata, vedo la Foce e sento frangere il mare e allora io penso di ritornare ancora, a posare le mie ossa dove giace mia nonna”. L’ea zà passòu do tempo, forse troppo; o figgio o ghe dixeiva: “Stemmo ben, dove t’êu andâ, papà, pensiëmmo doppo o viaggio… o mâ... t’ë vegio; no convèn…”. “Oh no, oh no, me sento ancon in gamba, son stanco e no ne posso proprio ciû: son stûffo de sentì “Senor, caramba”, mi vêuggio ritornâmene ancon-in zü. Ti t’ë nasciûo e t’ae parlòu spagnollo, mi son nasciûo Zeneise, e no me mollo”. Era già trascorso del tempo, forse troppo; il figlio gli diceva: “[Qui] stiamo bene, dove vuoi andare, papà, ci penseremo poi il viaggio... il mare... sei vecchio, non conviene…” “Oh no, oh no, mi sento ancora in gamba, sono stanco e non ne posso proprio più: sono stufo di sentire “Senor, caramba”, voglio ritornarmene di nuovo indietro. Tu sei nato ed hai parlato spagnolo, io sono nato Genovese e non ci mollo”. “Ma se ghe penso…”. “Ma se ci penso…”. E sensa tante cöse o l’è partïo, e a Zena o gh’a formòu torna o seû nïo. E senza tante cose è partito, ed a Genova ha riformato la sua casa. * Fornita dal Coro Monte Cauriol nell’ambito del CD Per terre assai lontane, 4 inciso nel 2004, in occasione di “Genova 2004 Capitale Europea della Cultura”. Prefazioni Questo volume, che ho il piacere di presentare, raccoglie il lavoro di un gruppo di docenti dei Centri Territoriali Permanenti per l’Istruzione degli Adulti istituiti dal M.I.U.R. in Liguria, del quale hanno fatto parte anche alcuni docenti di scuola secondaria di secondo grado, che insegnano in classi in cui sono inseriti studenti non italofoni con competenze di Italiano di livello B1-B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue del Consiglio d’Europa. Coordinato dal dirigente tecnico Maria Cristina Castellani, il gruppo ha inteso progettare attività che tengano conto non solo dei bisogni linguistici degli studenti ma anche dei loro bisogni “culturali” di integrazione nella società italiana e, in particolare, in quella ligure. I risultati qui presentati costituiscono l’ideale integrazione e sviluppo del volume MateriALI, destinato a studenti non italofoni con competenze di Italiano di livello A2-B1, edito una prima volta nel 2003 e, in forma aggiornata e rivista, nel 2012. Alla Coordinatrice del progetto nonché Curatrice del presente volume, al Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Genova Bolzaneto Prof.ssa Maria Lea Borelli, agli Autori dei testi, agli Attori che hanno prestato la propria voce per la registrazione audio e a tutte le persone che a vario titolo sono state coinvolte nella Ricerca-azione e nella produzione dei materiali, vanno i più sinceri ringraziamenti per aver contribuito in maniera concreta ed efficace alla realizzazione di un progetto interculturale volto alla reale integrazione degli studenti non italofoni nel nostro Paese. Giuliana Pupazzoni Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale per la Liguria Raccontami la tua terra: già il titolo del volume ci introduce in un contesto progettuale che va oltre la costruzione di uno strumento utile a supportare l’azione dei docenti che operano nell’insegnamento a stranieri adulti dell’Italiano come lingua seconda. Sulla scia di precedenti esperienze di ricerca-azione curate da Maria Cristina Castellani (MateriALI, Saperi condivisi), Raccontami la tua terra interviene a diversi livelli: attraverso Unità didattiche strutturate e flessibili consente di sviluppare percorsi di apprendimento, anche di auto-apprendimento guidato, e di verifica delle competenze linguistiche; attraverso un viaggio che si dispiega lungo aspetti caratteristici della terra di Liguria introduce una modalità di educazione interculturale mirata all’integrazione, basata sull’accoglienza e sulla scelta pensata di presentare a chi, magari distratto da altre urgenze, si inserisce per la prima volta nel territorio ligure, le stratificazioni che via via l’intervento umano vi ha lasciato conformando un paesaggio antropizzato, ma non degradato. Non ciò che luccica, che falsamente attira il giovane straniero con un’immagine patinata e distorta, ma la narrazione onesta e rispettosa, secondo spunti che seguono figurazioni e parole, di ciò che lentamente ha trasformato e costruito questo territorio: un territorio culturalmente ricco, significativo, che richiede un approccio non superficiale con il quale impostare un dialogo e un confronto e ricercare e condividere una matrice comune. Un progetto che sa effettuare una lettura dei bisogni culturali veri di chi entra nel nostro Paese, in particolare quello di saper decodificare il contesto, e crea le premesse per l’esercizio di una cittadinanza attiva e consapevole; che valorizza l’esperienza dei Centri Territoriali Permanenti della Liguria e li pone in una relazione di collaborazione; uno strumento intelligente per l’insegnamento linguistico, utile per tutti coloro che, nella nuova realtà delle nostre istituzioni scolastiche, operano con giovani e adulti stranieri: questo mi sembra sia Raccontami la tua terra, al quale ho dato un piccolo apporto tecnico e organizzativo. Ringrazio di cuore Maria Cristina Castellani, il Comitato di Redazione e tutto il Gruppo di lavoro che mi hanno offerto questa opportunità. Maria Lea Borelli Dirigente scolastico CTP Bolzaneto 5 Raccontami la tua terra Elenco simboli Traccia Ascolto Rimando a Unità Glossario Esercizio Cloze Una regola al giorno Ricette Verifica finale 6 Prima della lettura PRIMA DELLA LETTURA 1. Perché? Cari lettori e lettrici, cari amici e amiche straniere, cari amici e amiche insegnanti, sapete come è nato questo libro? In una serata conviviale, quando si ricordano episodi del passato, ci siamo dette che sarebbe stato bello condividere con altri non solo le nostre esperienze di insegnamento ma anche quegli elementi di tradizione locale, come la cucina, la cura degli orti, il rapporto con la natura, le notizie su certe strade particolari, che non sempre fanno parte del patrimonio culturale di tutti. Con tutti intendiamo anche chi non appartiene, per nascita o cittadinanza o per lungo soggiorno, al nostro paese. Ma anche chi, pur essendo di cittadinanza italiana, non vive da molto in una regione o in una città. Anche gli italiani che sono figli di migrazioni interne ed esterne e che, in questo caso, visto che ci soffermiamo nello scenario della Liguria, non hanno con le terre liguri quella frequentazione che distingue chi vi è nato, vissuto e ha genitori e nonni originari di quei luoghi. O chi prova a tornarvi dopo tanto tempo, come nel caso della signora Alejandra Daglio, il cui contributo troverete alla pagina 149. A titolo di esempio, vi portiamo le nostre stesse esperienze biografiche, così diverse e così uguali! Infatti, qualcuno ha definito la popolazione italiana come un “fritto misto”, forse poco rispettosamente, ma certo in modo molto pittoresco. Visto che nel nostro libro spesso ci riferiamo alla cucina e che i testi sono frutto di una ricerca che ha toccato spesso l’argomento “cibo”, si può spostare il paragone alimentare su immagini meno pittoresche ma, a livello scientifico, più collaudate. Gli americani usano, per definire la mescolanza etnica che ha dato origine alla popolazione degli Stati Uniti d’America, la parola “melting pot”, alla lettera “crogiolo ribollente”. Il prodotto di tale crogiolo è la popolazione attuale, quella che è cittadina americana, cioè di un Paese che proprio dalle migrazioni è nato. L’altra immagine, anche questa anglo-americana e che testimonia un più recente trend di integrazione, è altresì di origine alimentare. Il “salad bowl “ rappresenta infatti il parziale mantenimento delle differenze, per esempio favorendo la conservazione della lingua di origine degli ispanici, pur tendendo a creare un comune capitale identitario americano. Sulla parola capitale, intesa in questo senso, ritorneremo in seguito1. Il paragone con frutta e verdura, nell’insalatiera, che forse può apparire poco rispettoso per gli umani ma è molto chiaro, corrisponde alla presenza di più lingue e culture, in situazione migratoria, nell’Europa contemporanea. Per esempio, nella Germania di oggi, la convivenza di più etnie, che è frutto dell’immigrazione in quel paese, già a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, di lavoratori più o meno “ospiti” fra i quali anche gli italiani (Gastarbeiter). Quella convivenza, che la cancelliera Merkel ha recentemente chiamato “multiculturalismo” e della quale ha evidenziato il fallimento per una serie di motivi in parte reali, in parte discutibili. Ma torniamo a noi! Il nostro multiculturalismo italiano è frutto di migrazioni interne, della storia stessa dell’Italia, che è stata terreno di guerre, conquiste, fenomeni di acculturazione più o meno pacifica, “terra di emigranti” di vecchia data: attende solo un lungimirante e solido atto di politica linguistica e culturale. Una politica culturale che prenda atto del multiculturalismo di fatto, dovuto ora anche alle migrazioni verso l’Italia da altri Paesi e lo trasformi in un progetto interculturale sistemico2. Per ora è la scuola che se ne è 1. Castellani, 2011b: 51-81 2. Vedovelli, 2011a: 5-11 e Vedovelli 2011b: 17-33 7 Raccontami la tua terra assunta il carico. La scuola dell’obbligo in particolare modo e, in questo caso specifico, i CTP, che, dal 1998, hanno raccolto l’eredità dei corsi di alfabetizzazione primaria e delle 150 ore della scuola media. Questi sono stati veri e propri laboratori interculturali, sin dall’inizio. I contributi raccolti in questo Volume sono infatti opera di insegnanti. Sono frutto pertanto, non solo della ricerca che qui viene pubblicata, ma anche e soprattutto del vissuto professionale di questi colleghi che risponde a un macrobiettivo: tramite l’insegnamento della lingua e della cultura italiane, favorire l’inclusione sociale degli apprendenti non nativi. Il nostro gruppo di lavoro regionale Era il nostro un gruppo di lavoro coeso e con gli stessi obiettivi professionali e scientifici, ma caratterizzato anche dalla differente provenienza geografica nostra e-o delle nostre famiglie. Ogni Autore delle varie parti del volume, ivi comprese le schede tecniche e le ricette, evidenzia nel suo approccio e nelle sue memorie, radici culturali diverse, geograficamente e storicamente e che sono frutto, come si diceva, delle migrazioni interne all’Italia. Ma noi Autori abbiamo vissuto un confronto reciproco, regalandoci quello che è il dono più bello che possa esistere: le proprie esperienze di vita e di studio. Spesso, quindi, nel dialogo scaturito dalla ricerca-azione, abbiamo avuto a che fare con esperienze culturali assai diverse, anche all’interno del ristretto territorio ligure. Si può comprendere come spesso la varietà alimentare e soprattutto la differenziazione nelle preparazioni caratterizzi le nostre terre liguri3. Terre di migranti da sempre. Terre di scambi commerciali. Con le coste così ricche di insenature e porti. Con i monti così vicino al mare. Con le terre del Ponente e con quelle del Levante unite, pur nelle differenze, dalla condivisione di una storia delle tradizioni nate all’ombra degli olivi e dei castagni. Per questo nell’Unità 1 noi iniziamo a parlare di noi stessi, a partire dalla recente storia, rappresentata da un documento amministrativo americano4, del tipo cui fa spesso riferimento il giornalista Stella quando ci ricorda che noi eravamo gli “albanesi”5… Storia del progetto Ma ritorniamo alla nostra serata conviviale, tenendo conto delle riflessioni già evidenziate. Eravamo quindi a tavola, una sera, quando Nunzia propose di approfondire alcuni aspetti della nostra cultura. Prendemmo appunti sull’onnipresente taccuino di Cristina ed ecco delineati i temi del nostro progetto! Se volessimo raccontare la nostra terra, in breve, e usare questi materiali anche per insegnare l’italiano a chi già possiede una competenza linguistica di livello soglia, quali potrebbero essere le tappe dove fermarsi a riflettere e a raccontare? Dopo una discussione gradevolissima giungemmo ad annotare su una pagina, a brainstorming, queste parole: olivo castagno acciuga-sale erbe-orti 8 3. Lingua, Torre, 1999: 11-31 4. Unità 1: 24 5. Stella, 2002: 8 Prima della lettura Ci sembrò poi non sufficiente il soffermarci solo su nuclei tematici ristretti, dai quali, comunque in modo concentrico, si sarebbero poi sviluppati altri argomenti. E venne suggerito, in seguito, dopo l’inizio dei lavori imperiesi già nel 2010, in una riunione genovese, sempre nell’anno scolastico 2010-11, di trattare anche temi più generali come per esempio quello dell’emigrazione. In un altro momento, si propose poi di raccontare anche frammenti di “tradizione”, nella memoria di una docente del CTP di Bolzaneto, che ricordava i sontuosi pranzi di Natale della Nonna Ida (Unità 8). E i colleghi di Cairo Montenotte, nell’anno scolastico 2011-12, proposero di lavorare intorno al tema del miele. Un soggetto abbastanza “universale” che rappresenta -come vedrete- un’occasione interessante di approfondimento sia linguistico, sia antropologico. Ecco quindi nascere le otto unità didattiche che rappresentano quindi il lavoro di tre gruppi: quello di Cairo Montenotte, quello di Genova e quello di Imperia6. Il filo conduttore era tenuto da Cristina che rivedeva a poco per volta i materiali e che provvedeva a “ricucirli”. Ecco perché troverete alcune Unità frutto del lavoro interprovinciale (Unità 2, Unità 5, Unità 6). Il materiale non utilizzato per la pubblicazione è stato messo da parte per eventuali altri lavori: non avremmo potuto portarlo tutto alla stampa perché avremmo sforato il numero di pagine già preventivato. Non è stato quindi “scartato” ma conservato e consegnato alla dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Bolzaneto7. Ma tutto il materiale, alla fine, doveva rispondere a questi tre fondamentali obiettivi: 1) far conoscere tradizioni e modi di vivere per creare un capitale culturale comune 2) favorire l’approfondimento della conoscenza della lingua italiana a livello B1-B2 3) offrire agli insegnanti materiali semistrutturati e strutturati per l’insegnamento della lingua e della cultura italiane… 2. Per chi? Uno dei percorsi più belli per chi insegna e per chi apprende è quello che aiuta ad entrare nella cultura del paese dove si vive e si lavora, con strumenti che consentano anche di smontare gli stereotipi e quindi (per i docenti) di educare alla prevenzione dei pregiudizi. Ci si arriva, anche con l’ironia e l’autoironia, ma lo si può fare quando si conosce bene il materiale culturale con cui “giocare”. Si devono quindi operare delle necessarie scelte, perché non si può insegnare “tutto”. L’insegnante è abituato infatti ad operare una selezione dei contenuti linguistici. Meno frequente è riflettere sulla selezione dei contenuti culturali8. Quando si utilizza una piccola ricerca antropologica, come quella realizzata da noi e si riportano in parte i prodotti di tale ricerca in un volume e lo si configura come un manuale atipico per insegnare l’italiano a stranieri adulti di livello intermedio di conoscenza della lingua, si devono infatti operare alcune scelte. Tali scelte sono state effettuate, tenendo conto che i nostri lettori ideali avrebbero dovuto essere l’apprendente adulto straniero e il suo insegnante. Ma, mentre il nostro lavoro proseguiva e al gruppo iniziale si univa un docente di cucina dell’Istituto Alberghiero di Arma di Taggia e poi una docente 6. I membri dei gruppi di lavoro sono elencati in Quarta di copertina 7. La Dirigente Scolastica è Maria Lea Borelli, ottima coordinatrice del lavoro a livello organizzativo 8. Castellani, Peccianti, 1996: 66-86 9 Raccontami la tua terra dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura di Sanremo, e quindi gli ambiti disciplinari si allargavano, raccoglievamo interesse da più parti, oltre i tipi di lettori che avevamo previsto all’origine. Molte persone, di madrelingua italiana, ci dicevano che avrebbero avuto piacere di avere comunque questi materiali. E poi anche insegnanti di storia e geografia e docenti di scuola secondaria di secondo grado ci dicevano che una parte dei materiali sarebbe stata loro utile. Infine, quando raccontavamo di qualche particolare piatto rivisitato e trascritto in semplici ricette, a persone non legate al mondo della scuola, queste si mostravano interessate alla ricerca antropologica che era alle spalle della semplice ricetta e ai legami storico-geografici che una singola ricetta può intrecciare. Così potremmo iniziare a darvi la prima motivazione della nostra ricerca… Volete quindi riconoscervi in questo piccolo, forse non esaustivo elenco? Ci domandiamo: chi è il nostro lettore? Siamo riuscite ad individuare tre gruppi ma forse siete altri ancora? Gruppo A * lettore curioso ma non troppo erudito sull’argomento * lettore che vuole approfondire le proprie conoscenze storiche di un luogo * lettore di media competenza in cucina, che ha interesse ad imparare ricette nuove Gruppo B * lettore straniero che vuole conoscere le tradizioni storico-culturali dell’ambiente in cui vive * lettore straniero che vuole sentirsi a casa anche qui da noi e vuole conoscere argomenti su cui poter discutere con i nativi * lettore straniero che vuole migliorare la conoscenza anche della lingua scritta, essendo già in grado di interagire con i nativi in un italiano di buon livello (B1-B2 e oltre) Gruppo C * insegnante di italiano L2 che ha bisogno di materiali strutturati e semi-strutturati da proporre ai suoi studenti * insegnante di italiano L2, alla ricerca non solo di contenuti linguistici ma anche culturali * insegnante di scuola secondaria che richiede materiali di ambito multidisciplinare (geografia, scienze naturali, storia) sulla regione Liguria e in genere sull’area mediterranea * insegnante di scuola secondaria che vuole far rileggere il territorio da un punto di vista antropologico, offrendo allo studente modalità diverse di apprendimento La lista è aperta… se non vi riconoscete in queste categorie, scrivete nella riga seguente chi siete ……….................................................................................................................................................. 10 Prima della lettura 3. Che cosa? Ecco quindi una riflessione specifica sul “che cosa?” abbiamo scelto di insegnare 9. Appare utile ricordare ora che il riferimento costante alla nostra cultura (italiana, ligure, locale, contadina, cittadina ecc.) non si riferisce allo scenario della “cultura” scolastica o accademica ma alla sua definizione antropologica. Si intende infatti la cultura come l’insieme dei linguaggi, stili conoscitivi, modelli artistici, tradizioni, credenze, prodotti materiali, valori ed ideali caratterizzanti di un popolo10. Questo connota chiaramente lo scenario del brainstorming raccontato a pag. 8. Ma ora ritorniamo alla nostra iniziale serata conviviale, con un racconto di Nunzia che ci è molto piaciuto e che vogliamo condividere. Narrava quindi Nunzia: “Un pescatore della marina di Porto Maurizio era abilissimo ad avvistare i polpi sott’acqua. Usava poi un sistema che un tempo i pescatori utilizzavano regolarmente. Si tratta della pesca con il “brotto”, cioè un ramo di olivo frondoso con le foglie. L’abilità del pescatore consisteva nel tenere salda con una mano la fiocina, una volta avvistato il polpo. Con l’altra mano, agitava appena sott’acqua il ramo di olivo. Così le foglie argentate, illuminate dal sole, sembravano acciughe in movimento. Il polpo veniva attirato dalla promessa di un cibo gradito in acque dove poteva essere colpito più facilmente con la fiocina.” Quello che si perde nel tempo può essere quindi recuperato in un breve racconto in una sera d’estate. Noi quindi proponiamo spesso racconti di vita vissuta che pensiamo possano recuperare nella memoria del lettore episodi e storie sommerse nel tempo oppure fornire nuove informazioni del tipo utile per “sentirsi a casa”… O magari ritrovare per chi non è nativo elementi presenti anche nella propria cultura in una sorta di rispecchiamento. Spesso capita anche la riscoperta di “storie”, rimosse a causa di pregiudizi o una rivalutazione di elementi culturali non considerati come importanti. Noterete a proposito della storia del pescatore, che Nunzia ci ha raccontato, che il collegamento fra olivo e acciuga (che sono due argomenti trattati in questo libro e che sembrano ovviamente legati fra di loro dal fatto che le acciughe si friggono in olio d’oliva o che le acciughe crude si condiscono con limone e olio d’oliva) non sia solo quello alimentare! Il ramo di olivo simula le acciughe in movimento… come se facesse “finta”, grazie all’uomo, di appartenere a un altro ordine di vita. Il povero polpo diventa la vittima di questo legame fra uomo e mondo vegetale… Ed ecco che, nel riscoprire una vecchia usanza, abbiamo ripercorso due cammini paralleli: quello della storia della pesca e quello immaginario di un ramo che vuole farsi credere pesce… E l’immagine dell’acciuga simulata diventa a sua volta la complice dell’uccisione del polpo… una specie di vendetta simbolica di un piccolo pesce verso un predatore più intelligente. Come avviene anche quando l’acciuga diventa l’esca per pesci più grossi, quelli che sono normalmente i suoi divoratori (Cfr. Unità 2 e Unità 3). Una riscoperta fra antropologia e immaginario collettivo, a tutto campo! Così nella Unità 6 vi abbiamo fornito una ricetta dove un fagiolino si finge pesciolino11… 9. Il tema del “che cosa” è stato trattato già nel primo paragrafo, perché questo evidenzia comunque uno degli elementi fondamentali della buona gestione dell’insegnamento. Facciamo riferimento ad un rapporto costante fra il soggetto che apprende (per chi?), gli obiettivi dell’insegnamento (perché?), il contenuto della lezione (che cosa?), e metodi, strategie, modalità di comunicazione, cioè il come tale contenuto viene proposto. 10. Castellani, 2009: 24-29 11. Unità 6: 186 11 Raccontami la tua terra La motivazione della ricerca risiede peraltro proprio nella voglia di raccontare la propria terra, anche ispirandosi ad un aperitivo, come testimoniato nelle parole delle due signore che prendono l’aperitivo in piazza delle Erbe a Genova: “A volte mi rendo conto che mi mancano le radici, quelle che affondano nella vostra terra, nelle vostre tradizioni. Un conto è imparare a fare le cose, imparare da fuori, intendo, un altro è farlo da dentro. (…) Non è facile far proprie le tradizioni, i colori, i sapori, gli odori, le abitudini, la cultura di una terra (…) Quello che ti ci vuole è un bel viaggio dentro il cuore della nostra terra! E magari ti serve anche una guida che ti accompagni, che conosca le nostre radici, le rispetti, le ami e soprattutto che voglia condividere con te questa esperienza!”12 La guida potremmo essere noi? Potremmo iniziare un viaggio con chi legge, non con la pretesa di raccontargli tutto, ma di cominciare un tratto del percorso di conoscenza insieme? Ce lo auguriamo e questo è l’auspicio di tutti gli Autori. E lo sottolinea anche Mircea quando chiede a Cristina dettagli e ricordi dal momento che lui non ha avuto tempo di conoscere bene le vie cantate da De André, perché “ho sempre lavorato per molte ore al giorno e non ho avuto tanto tempo per approfondire la conoscenza della città (…) e chi è nato e ha vissuto e lavorato in una città conosce sempre qualcosa in più. Un dettaglio, un ricordo.”13 In effetti, Lilia, Maria Cristina e Nunzia condividono il ricordo di una mensa universitaria in Via del Campo, dove, in un antico palazzo, si servivano al primo piano piatti tipicamente locali che sapevano di basilico e aglio... La “nostra” Via del Campo era quella che, da una parte, aveva certi dettagli alla De André (per esempio la signorina che “sulla soglia, vende a tutti la stessa rosa”14), dall’altra portava forti tracce locali, non fosse altro che per il profumo di minestrone e pesto, ora sparite nel nuovo aspetto multietnico che la caratterizza. E in quella via abbiamo portato i foresti15 della nostra giovinezza: amici milanesi e torinesi amanti di De André e i primi compagni stranieri che cominciavano a frequentare le nostre Facoltà umanistiche di via Balbi e dintorni… Ovviamente il lettore che ne sa di più potrebbe obiettare che le nostre storie non sono abbastanza erudite e che, quando Giovanni ringrazia Cristina16, in realtà la ringrazia per motivi più emozionali e di ricordo che per avergli realmente insegnato qualcosa grazie all’Unità 2. Ma non dimentichiamo che i primi destinatari della nostra ricerca sono comunque i parlanti non nativi e chi queste terre le conosce poco. Il livello è quindi generalmente divulgativo e, nonostante le ricette siano state in genere fornite da cuochi e le schede che riguardano le piante siano state compilate da un’insegnante specializzata, il livello di approfondimento culturale non è per ovvi motivi, per mission che ci eravamo date, di natura specialistica. Si tratta più che altro di rievocare ricordi per chi li ha già condivisi e suscitare curiosità e voglia di saperne di più per chi di tali argomenti non sa proprio niente… La sfida parte proprio da questi presupposti: esiste quel “capitale” di cui prima si parlava17. È il capitale di acculturazione che chi è na- 12 12. Unità 1: 36-37 13. Unità 2: 44 14. Unità 2: 52 e 47-48 (immagini) 15. Unità 8: 218 (glossario) 16. Unità 2: 71 17. Cfr. al proposito la lucida riflessione di Esther Benbassa a proposito del “capital de francité” (Benbassa, 2012: 119-132) Prima della lettura tivo possiede, grazie al fenomeno dell’inculturazione che sin dalla più tenera età va a formare la sua identità culturale: si fonda senz’altro sull’apprendimento della lingua chiamata “materna”. Ma tale apprendimento si accompagna a una serie di altri fenomeni di inculturazione, a titolo di esempio: l’abitudine di mangiare certi cibi, il modo stesso come li si presenta e li si mangia, il suono che ti accompagna prima del sonno o che scandisce le tue giornate (le campane o gli orologi da torre delle città europee per esempio), come ci si protegge dal sole o ci si apre alla luce (persiane alla genovese o finestre schermate solo da tende nei paesi dove dal sole non è necessario “difendersi”), il modo di stare vicini o lontani, di tendere la mano, abbracciarsi… E poi nel proprio setting ecologico si sviluppano categorie per comprendere e ricordare oggetti, eventi, stati d’animo. Per valutare gli altri e le loro abitudini …Ecco nascere gli stereotipi ed eccoci tornati all’inizio del paragrafo… Chi emigra deve rifare due volte questo processo e deve lasciarsi “acculturare”… Ma come? 4. Come? Alla fine del nostro percorso, Vi abbiamo dedicato una breve lettera, dove esponiamo, oltre che i contenuti dell’Unità 8, la sintesi degli obiettivi che abbiamo esposto in modo molto analitico nel primo paragrafo di questo capitolo, semplicemente definito come “Prima della lettura”: “Finiremo così il nostro viaggio, alla scoperta della nostra terra, della nostra vita, delle nostre tradizioni. Perché questo era l’obiettivo del libro: fare un tratto del sentiero della vita insieme e raccontarci storie, spiegarvi momenti della nostra memoria e parlare di cose buone e tenerci compagnia”. La motivazione profonda è data inoltre nel testo “La notte dei fuochi di San Pietro” dove si parla della piccola Cristina e della bambina di Luxor, stanche dopo la loro festa: “(…) vidi una bimba che poteva avere la mia età di allora, portata in braccio il venerdì sera (che è sera di festa in Egitto) dopo aver vissuto la sua giornata di festa. Una bambina a Luxor e me stessa a San Pietro: due bambine di fronte alle ore (la notte) e ai giorni (la festa). Due vite per una sola famiglia umana”.18 Ecco quindi il progetto di lettura nascere e svilupparsi, secondo le due profonde motivazioni che abbiamo appena ricordato. Vediamo ora come il materiale è stato raccolto e come potreste usarlo in modo ottimale. Parleremo alternativamente a studenti e docenti in un dialogo aperto. Il Volume è suddiviso in otto Unità, come si ricava dal sommario a pag. 3 e chi impara l’italiano da solo e vuole approfondire quanto si impara a scuola (iniziando da un livello intermedio o livello soglia B1) può anche prendere in esame solo singole parti delle Unità: i testi, o gli esercizi di grammatica, o le regole grammaticali, o i cloze (testi a completamento) o i test di comprensione dopo la lettura, o le ricette. Le tracce ed i testi registrati In autoapprendimento è possibile ascoltare la lettura, effettuata da attori, dei testi che abbiamo selezionato ed il cui elenco trovate in seguito, alla pag. 19. Nel CD che è allegato al Volume, troverete anche una cartella con i file in MP3: quindi avrete la possibilità 18. Cfr. Unità 8: 217 e 236 13 Raccontami la tua terra di ascoltarli in viaggio, sul bus o quando non avete a disposizione il vostro computer (Cfr. anche quanto spiegato al docente a pag. 18). Vorremmo anche motivare il perché di tale registrazione, nonostante i docenti siano parlanti nativi. Abbiamo, infatti, preferito che fosse possibile anche una situazione di autoapprendimento, visto il livello abbastanza alto del materiale linguistico. Ed inoltre ci è parso opportuno che vi fosse una registrazione effettuata da attori professionisti (due uomini e due donne). Noi riteniamo sia meglio che gli apprendenti possano ascoltare anche voci italiane che non siano solo quella dell’insegnante e che leggano i testi ad una velocità reale, diversa da quella con cui vengono proposte in genere le letture a scuola. Gli studenti ai quali è destinato questo materiale hanno già -come si diceva- un discreto livello di competenza linguistica e quindi possono usare i materiali anche autonomamente. Possono anche, grazie alla buona pronuncia degli attori e delle attrici, imitare il loro modo di parlare e migliorare anche il suono, la pronuncia, l’intonazione stessa... Nel citato elenco di pag. 19 è disponibile un elenco di tali letture con i nomi dei bravi lettori che ci hanno aiutato in questo compito e che ringraziamo di cuore per l’aiuto che ci hanno dato. Nel testo l’inserimento della traccia registrata è segnalato dal simbolo . Una regola al giorno Se, cari amici e amiche che imparate l’italiano, volete invece approfondire la conoscenza delle regole grammaticali, e se gli insegnanti vogliono avere un indice analitico di queste, ecco di seguito un elenco delle pagine in cui potete trovare tali regole, indipendentemente dal fatto che seguiate o meno l’ordine delle Unità. Potete infatti anche decidere di studiare le regole, di fare gli esercizi e di non leggere i testi. Ma questo procedimento non ci pare molto utile: esistono infatti grammatiche italiane complete e qui avete invece poche regole che riguardano le strutture grammaticali che trovate nei testi. Può essere però utile per un ripasso. Ecco quindi l’indice della rubrica “Una regola al giorno” che si individua per il simbolo e per il fondino colorato • Unità 1: Il verbo ausiliare ESSERE e il participio passato, pagg. 31-32 + esercizio 6 a pag. 33 • Unità 2: Particella “CI”, pag. 53; Verbi al passato, pagg. 57-58 • Unità 3: Il tempo imperfetto, modo indicativo, pagg. 86-87 + esercizi 8, 9, 10, pagg. 88-89 • Unità 4: Numeri, pagg. 103-104 + esercizio 3, pag. 106; Nomi e aggettivi-Concordanze, pagg. 112-113 + esercizi 7, 8, pagg. 114-115; Imperativo, esercizio 13, pag. 123 (la regola è nell’Unità 5 a pag. 146); Alcuni indefiniti che possono essere AVVERBI o AGGETTIVI, pag. 126 + esercizio 15 (cloze), pag. 127; Superlativo, esercizio 16, pag. 128 • Unità 5: L’imperativo, pag. 146 + esercizi 5, 6 alle pagg. 147148 e verifica grammaticale a pag. 158 • Unità 6: Aggettivi possessivi, pagg. 170171 (con rimando all’Unità 7, pag. 199) + esercizio 7, pag. 172; I pronomi relativi, pag. 178 + esercizio 12, pagg. 179-180 • Unità 7: L’uso dell’articolo determinativo e indeterminativo, pag. 199 + esercizio 5 a), pag. 200 e esercizio 5d), a pag. 202 • Unità 8: Il passivo, pag. 232 + esercizio 9, pag. 232. 14 Ma al di là di queste pagine, che sono destinate in modo specifico agli insegnanti di italiano L2 e a chi apprende la lingua italiana, potete trovare una lunga serie di esercizi linguistici: di comprensione e di produzione (invito a produrre testi liberi o guidati, cioè con delle frasi da riutilizzare). Prima della lettura Poesie e testi letterari Vi proponiamo poi un esercizio di produzione particolare che consiste nel completare due poesie che trovate a pag. 38 (esercizio 9) e a pag. 154 (esercizio 11). Non vi diamo il testo originale per iscritto ma avete la possibilità di sentire entrambi i testi interi nel CD, letti dall’attore. I testi poetici e letterari in genere che vi proponiamo nel volume (e su cui vi chiediamo di svolgere esercizi diversi) sono: • Litania di Giorgio Caproni, pag. 38 • Via del Campo di Fabrizio De André, pag. 52 • Le acciughe fanno il pallone di Fabrizio De André, pag. 70 • Invito all’autunno di Maria Cristina Castellani, pag. 154 • Frasi tratte da “La strada di San Giovanni” di Italo Calvino, pag. 183 • Ci vuole un fiore di Gianni Rodari, pag. 200 • Versi tratti da “Il canto del miele” di Federico García Lorca, pag. 203 • A pag. 4 trovate invece nella versione originale genovese e in quella italiana la canzone “Ma se ghe penso” su cui non vi proponiamo nessun esercizio: vi consigliamo di cercarla e di ascoltarla… Ricette Vi invitiamo anche a condividere con noi le nostre ricette, che sono indicate dal simbolo e dal fondino colorato: Eccovi l’indice delle ricette: • Unità 1: Castagnaccio, pag. 39 • Unità 2: Farinata, pag. 65 • Unità 3: Bagna caouda, pag. 92; Piscialandrea, pag. 92; Sardenaira, pagg. 93-94 • Unità 4: Olive in salamoia alla ligure, pag. 121; Olive al forno, pag. 121; Stroscia, pag. 122 • Unità 5: Gnocchi di castagne al pesto, pag. 150; Petto di tacchino ai marroni (contenuto nell’esercizio 8 e nell’esercizio 9), pag. 151; Bavarese alle castagne, pag. 152 • Unità 6: O pescio in te l’orto, pag. 186 • Unità 7: Risotto agli asparagi condito con miele di castagno, pag. 208; I baci di Alassio, pag. 209; Pere al vino rosso e miele di tiglio, pag. 210 • Unità 8: Ravioli alla genovese, pagg. 227-228; Muscoli ripieni delle Cinque Terre, pag. 228. Che cosa significa avere condiviso con voi queste ricette? NON è un libro di cucina e molte ricette non sono scritte da cuochi di professione ma da due nonne. Altre sono ricavate da fonti specialistiche. La maggior parte delle ricette, tranne quelle a valenza “interculturale”, sono originali del territorio ligure, tranne una ricetta piemontese (la bagna caouda)19. Come dicevamo prima, però, alcune ricette sono delle rielaborazioni che potreste trovare in qualsiasi regione italiana e non hanno carattere popolare ma usano come ingrediente il miele (Unità 7) oppure la castagna che è la protagonista dell’Unità 5. Ma torniamo alle ricette liguri: molte sono tipiche dell’estremo ponente ligure (piscialandrea, sardenaira, stroscia), altre sono genovesi (ravioli con il tocco nella versione di Nonna Ida e il celeberrimo pesto), altre ancora sono presenti anche 19. È una ricetta piemontese che Cristina ha trascritto secondo il protocollo di esecuzione di suo padre che era piemontese e in onore del legame Piemonte-Liguria fra acciuga-sale-verdure. Tale percorso è narrato in Orengo, 1997 e nella meravigliosa lettura del “pane quotidiano” di Bianchi, 2010. 15 Raccontami la tua terra 16 in altre regioni che hanno a disposizione gli stessi ingredienti (castagnaccio, farinata, olive in salamoia e al forno), una ricetta è delle Cinque Terre (muscoli ripieni), una è ponentina in genere (O pescio in te l’orto), una infine, connotata geograficamente, è ricetta d’autore (Baci di Alassio). Perché questa riflessione? Perché non è tanto importante imparare le singole ricette anche se il cibo è fondamentale mezzo di trasmissione di simboli ed emozioni… Noi ci siamo soffermati però sulla storia degli ingredienti che servono per preparare tali ricette e, nel caso delle ricette che usano castagne ed olive o olio d’oliva, l’attenzione in realtà è puntata sulle bellissime piante che danno il nome alle unità corrispettive (Unità 4 e 5)! È un percorso multidisciplinare (che fa riferimento a molte materie e a studi diversi, dalle scienze naturali alla storia dell’agricoltura, dalla geografia alla storia dell’alimentazione, dalla gastronomia alla letteratura ecc.): seguitelo con noi! Provate a mettervi - come si suole dire - nei nostri panni, cioè a vedere con i nostri occhi e giocare con i nostri ricordi. Noi abbiamo provato a regalarveli… Indicazioni agli insegnanti Forniamo ora pochi suggerimenti di lavoro rivolti in particolare ai docenti, per ottimizzare l’uso delle nostre Unità didattiche. Le nostre Unità richiedono, infatti, un lungo percorso e possono essere suddivise in genere in almeno 10 ore di lezione ciascuna. Si devono aggiungere, per ogni Unità, 2 ore di verifica finale degli apprendimenti. La suddivisione vale per un gruppo omogeneo. Ma sappiamo benissimo che la omogeneità non caratterizza più nessun gruppo di apprendimento, in particolare quello dei CTP. Per cui potreste dover usare le Unità, prevedendo flessibilità di percorsi all’interno delle attività e degli esercizi. Tutto il volume può costituire materiale per un intero anno scolastico, dal momento che ogni esercizio può essere ampliato e ogni attività può comprenderne altre che sono solo suggerite. Ogni singola parte dell’Unità può generare altre ricerche e nuove attività didattiche. Alcune attività sono solo tracciate e meritano ulteriori approfondimenti. Per esempio, a pag. 184, nell’Unità 6 (L’orto) l’attività relativa al mercato interculturale delle verdure richiede un ulteriore lavoro di ricerca. Noi infatti chiediamo di cercare le verdure e la frutta che non siano originarie dell’Europa e la classificazione che suggeriamo è quella in Paesi europei (con chiaro riferimento al territorio italiano) e Paesi extra-europei, suddivisi in Africa, America, Asia. Quindi abbiamo dato una semplice classificazione geografica di massima. In realtà sarebbe interessante anche individuare non solo i continenti ma le zone da cui vengono tali cibi e ripercorrere il loro cammino. Dopo avere sistemato le categorie fondamentali (non tutti forse ricordano le provenienze extra-europee dei prodotti), potreste fare insieme una ricerca in internet e controllare alcuni percorsi. Per esempio è interessante seguire il “viaggio” di alcuni frutti che in realtà sono stati portati in Europa dagli arabi, che a loro volta li avevano importati dall’Oriente (Persia). Scoprirete insieme per esempio che le mandorle che vengono usate per i cristianissimi “quaresimali”, dolcetti della quaresima a Genova, sono state portate da popoli di religione islamica… Un’altra attività che vi suggeriamo è quella di analizzare i nomi della frutta e della verdura in italiano e ritrovarne le origini linguistiche straniere. Per esempio i carciofi che vengono chiamati in spagnolo alcachofas e in genovese articiocche evidenziano nel prefisso al la loro evidente origine araba e quindi raccontano solo con il nome la Prima della lettura loro storia. Vi consigliamo quindi di avviare un’attività di questo tipo perché è interessante e può rivalutare, in modo spontaneo, le altre lingue e le altre culture, all’interno del gruppo di apprendenti. Ogni cultura ha regalato qualcosa ad un’altra, nel momento stesso del contatto. Il ripercorrere il viaggio verso le Americhe, per esempio, ottiene il risultato di “straniarsi” e di combattere un approccio eurocentrico al tema del cibo… Oltre che in modo sequenziale, si possono usare le Unità separatamente, in modo autonomo, perché non sono state gerarchicamente ordinate, in base a difficoltà linguistiche. Dal punto di vista del contenuto tuttavia noi abbiamo fatto in modo che l’Unità 1 e l’Unità 8 costituiscano una sorta di rispecchiamento e contengano idealmente i presupposti per meglio comprendere la ratio delle altre. Così, nella prima, si prepara la riflessione alle simili esperienze di chi dall’Italia non troppo tempo fa emigrava e di chi ora è immigrato in Italia da altri Paesi. Nell’ultima, nel voler condividere i temi delle ore e dei giorni della nostra vita, abbiamo cercato di fare riferimento non alle differenze ma a quello che ci avvicina. I riti e le feste sono presenti specialmente nell’Unità 8 “Le ore e i giorni”… Le attività da proseguire ruotano intorno proprio a questo tema. Poiché noi ci eravamo date come obiettivo quello di informare gli ALTRI sulle nostre tradizioni e sulla NOSTRA cultura, sarebbe poi opportuno che in classe si approfondissero temi legati anche alle culture ALTRE. Per cui, potete usare le Unità anche solo come spunto, per approfondire temi e contenuti linguistici. Se volete seguire invece un percorso tipicamente curricolare, sarebbe invece opportuno seguire l’ordine che noi abbiamo dato. Abbiamo infatti anche segnalato i collegamenti di tipo ipertestuale e i rimandi interni fra le varie parti. di cui trovate la spiegazione a Questi rimandi sono segnalati sempre con il simbolo pag. 6. Sarebbe opportuno che i docenti illustrassero agli studenti tali simboli presenti alla citata pag. 6. Il percorso curricolare non riguarda però gli aspetti linguistici elementari, perché, prevede una pretrattandosi di un livello B1-B2, la rubrica “Una regola al giorno” gressa conoscenza delle strutture linguistiche di volta in volta trattate. Tale rubrica costituisce quindi una modalità di ripresa e sistematizzazione di regole già interiorizzate anche grazie all’acquisizione spontanea della L2. Nella rubrica lo studente può trovare esempi e la definizione della regola stessa. Alcuni esercizi grammaticali accompagnano tale rubrica, come appare dall’indice analitico di pag. 14. Glossari costituisce uno strumento immediato di consulIl Glossario, indicato con il simbolo tazione ma se si vuole approfondire la definizione o il significato di una parola è ovviamente meglio consultare un dizionario e-o fare una ricerca on line. Perché abbiamo usato il Glossario? Perché spesso sono state usate parole tecniche (nel campo delle scienze naturali) e vi sono parole strettamente funzionali alla comprensione del testo o che vengono usate con un significato particolare: per esempio “migrare” alla pag. 25 che viene usato spesso in modo improprio anche dai media e che significa in senso esteso lo spostamento stagionale, di animali (esempio la migrazione delle rondini). Per restare all’interno del nostro percorso curricolare, si parla di nomadismo nell’Unità 7 (Il miele): tale termine non viene approfondito perché viene limitato ai soli spostamenti delle api in cerca di nuove fioriture. Si potrebbe utilizzare però il significato di nomadismo, per parlare di esperienze umane ed allargare quindi la riflessione. 17 Raccontami la tua terra Il Glossario viene dato di volta in volta o in ordine alfabetico o in ordine di comparizione delle parole a seconda della caratteristica più o meno tecnica del testo di origine. Ma in ogni testo le parole oggetto di spiegazione sono sottolineate. Spesso il Glossario viene anche definito come ampliamento, “Per saperne di più”, quando più che di un Glossario assume il carattere di una piccola enciclopedia (esempio a p. 60 per le parole composto e surrogato). Ampliamento Il suggerimento di attività di ascolto e parlato riguarda spesso giochi di ruolo, dialoghi, partendo da una situazione data e quindi lasciano spazio ad altre attività a queste collegate. Per esempio, a pag. 162, il dialogo fra Paolo e Amadou apre nuove possibilità: dopo avere eseguito gli esercizi dati, si può immaginare una realtà possibile (cosa semineresti nel tuo orto?)… Ogni argomento si presta all’ampliamento. Come Paolo e Amadou, gli altri protagonisti del nostro libro possono immaginare di avere un orto e un giardino e di avere dei semi e delle piantine e di creare un utile spazio di verde fra una casa e l’altra e di riproporre magari prodotti della propria terra nella nuova terra. Può diventare quindi un dialogo o una discussione collettiva per un orto immaginario della classe... Produzione scritta Il suggerimento di produzione scritta riguarda diversi ambiti: scrittura per argomentare (che è la più complessa e che viene suggerita non molto spesso); creatività nel completamento di due poesie (pag. 38 e pag. 154); racconto libero di esperienze personali; testi descrittivi da immagine; testi ricavati dal brainstorming; scrittura guidata partendo da una serie di domande (intervista e verbalizzazione); scrittura guidata (per esempio utilizzando frasi date per creare un testo continuo come a pag. 237); elenco di frasi o nomi. Ascolto e comprensione Per le attività che riguardano la comprensione, in genere vi forniamo delle registrazioni di letture effettuate da attori e da attrici che sono state incise sul CD allegato al volume. Tali registrazioni che, come già detto, sono anche riprodotte in file MP3, si possono usare in due modi. In autoapprendimento si copia sul proprio lettore portatile o sul telefono cellulare (e quindi su strumenti poco pesanti e poco costosi e tali da poter essere utilizzati sul treno o sull’autobus). Si può invece riproporre il testo in classe, ascoltato tramite le casse del computer o di altro lettore di CD, e verificare la comprensione del testo con gli esercizi che vi forniamo e che appartengono a diverse categorie: dal VERO o FALSO o NON DATO alle risposte multiple, dalle risposte aperte al cloze. A questo punto non ci resta che augurare a tutti Voi una buona lettura di questo libro ma soprattutto una buona VITA! Maria Cristina Castellani, Nunzia Guasco, Lilia Montaldi Comitato di Redazione 18 Prima della lettura Elenco dei testi narrativi, delle poesie, dei dialoghi e delle descrizioni che abbiamo registrato sul CD “Raccontami la tua terra” che è allegato al Volume: Traccia e Titolo UNITà 1 1 Raccontami la tua terra 2 Litania UNITà 2 3 Raccontami Genova 4 La vita di Fabrizio De André 5 Memorie di Cristina fra Sciamadde, e vie profumate di “Bella Calda” 6 Lettera di Giovanni “Cara Cristina” UNITà 3 7 Una passeggiata 8 L’aperitivo 9 Il ritorno e le ricette UNITà 4 10 Passeggiata nell’Entroterra 11 Continua la conversazione tra Ute e Maria UNITà 5 12 Storia del castagno 13 I boschi di castagno 14 Invito all’autunno 15 La Castagna UNITà 6 16 Il mio orto o il nostro orto 17 Gli orti di Savona 18 La coltivazione dell’orto UNITà 7 19 Che cos’è il miele? 20 Breve storia del miele 21 Il miele nel linguaggio della poesia, tra natura e... simboli 22 Il miele e l’apicoltura UNITà 8 23 Il profumo della focaccia 24 Le uova di Pasqua di Marta e Maria 25 La dolcezza del ricordo 26 La notte dei fuochi di San Pietro 27 Aurora I lettori* Pagina Gianni, Gloria e Roberta Gianni pagg. 36-37 pag. 38 Gianni e Gloria Gianni e Gloria Gloria pagg. 44-45 pagg. 54-55 pagg. 63-64 Gianni pag. 71 Gianni, Gloria e Roberta Gianni, Gloria e Roberta Gianni, Gloria e Roberta pagg. 76-77 pagg. 82-83 pagg. 90-91 Gianni, Gloria e Roberta Gloria e Roberta pag. 124 pag. 129 Renzo Renzo Renzo Renzo pag. 138 pag. 142 pag. 154 pag. 155 Gianni e Renzo Gianni Gianni pag. 162 pag. 174 pag. 176 Gianni Gianni Renzo pag. 192 pag. 194 pag. 203 Renzo pag. 212 Gianni Gianni Renzo Gloria Gianni pagg. 218-219 pag. 222 pag. 234 pag. 236 pag. 240 *Giovanni Cadili Rispi, Renzo Dameri, Gloria Pastine, Roberta Petraroli, con il coordinamento di Giovanni Cadili Rispi 19 Raccontami la tua terra Bibliografia Bibliografia dei titoli citati Associazione Provinciale Terranostra, 2011, Okkio alla merenda, Savona E. Benbassa, 2012, De l’impossibilité de devenir français, Parigi, Les Liens qui Libèrent E. Bianchi, 2010, Il pane di ieri, Torino, Einaudi I. Calvino, 2000, La strada di San Giovanni, Milano, Mondadori G. Caproni, 1989, Poesie 1932-1986, Milano, Garzanti M.C. Castellani, M.C. Peccianti, 1996, Materiali didattici per l’italiano L2. Analisi e Produzione, MPI-MAE, Genova, Sagep, in M.C. Castellani, a cura di, Progetto MILIA, Modulo 12, Genova, Sagep, 1994-98 M.C. Castellani, 2009, Manuale di Pedagogia Interculturale, Genova, De Ferrari M.C. Castellani, 2011a, Diario per quattro Stagioni, Genova De Ferrari M.C. Castellani, 2011b, Il dialogo e la vita, Cinque lezioni di Pedagogia Interculturale, Genova, De Ferrari M.C. Castellani, N. Guasco, L. Montaldi, G. Poggio, 2012, MateriALI, per il progetto Imparo l’italiano in Liguria, Regione Liguria (scaricabile dal sito www.istruzioneliguria.it) F. García Lorca, 2010, Poesie, Libro de Poemas, suites, trad. it., Roma, Newton Compton Editori M. Goldstein, G. Simonetti, M. Watschinger, 1983, Guida al riconoscimento degli alberi d’Europa, Milano, Mondadori P. Lingua, S. Torre, 1999, La Cucina del ponente Ligure - Storia, leggende e “ricettario filologico”, Genova, De Ferrari N. Orengo, 1997, Il salto dell’acciuga, Torino, Einaudi G.A. Stella, 2002, L’orda. Quando gli albanesi eravamo noi, Milano, Rizzoli M. Vedovelli, 2011a, Introduzione a M.C. Castellani, 2011b, pagg. 5-11 M. Vedovelli, 2011b, a cura di, Storia linguistica dell’emigrazione italiana nel mondo, Roma, Carocci Discografia1 F. De André, 1966, Tutto Fabrizio De André, LP 33, Karim F. De André, 1971, Non al denaro non all’amore né al cielo, LP 33, Dischi Ricordi S. Endrigo, 1974, Ci vuole un fiore, 45, Dischi Ricordi Sitografia www.ilmieleincucina.it www.wikipedia.org/wiki/miele www.agriligurianet.it www.istruzioneliguria.it 20 1. Vengono citati gli originali in vinile ma tutte queste canzoni sono ora facilmente reperibili in CD Unità 1 - Raccontami La tua storia Unità 1 Raccontami La tua storia 21 Raccontami la tua terra SITUAZIONE COMUNICATIVA OBIETTIVI LINGUISTICO/ COMUNICATIVI CONTENUTI LINGUISTICI DOMINIO: • pubblico e personale. • Descrivere una fotografia. • Capire un testo. • Fare ipotesi. • Descrivere una famiglia. • Descrivere i propri gusti. • Scrivere la sintesi di un testo. • Capire una poesia. • Scrivere una poesia. • Aggettivi. Concordanza tra soggetto e verbo. • Indicativo presente, passato prossimo, imperfetto. • Arricchimento lessicale. LUOGHI: • Genova e la sua provincia. AVVENIMENTI: • emigrazione / immigrazione, scambio di e-mail, descrizioni, incontri. 22 Unità 1 - Raccontami La tua storia ATTIVITà ESERCIZI • • • • • • • • • • Comprensione del testo. • Mediazione. • Cloze. Completare il testo con le parole date. • Completamento di una tabella. • Verifica: scrivere autonomamente un elaborato utilizzando le parole date. • Discussione in coppia. • Interazione. Brainstorming. Lettura silenziosa. Discussione in gruppo. Lettura ad alta voce. Comprensione del testo. Comprensione del testo. Interazione. Produzione scritta. Mediazione. Verifica finale: • Scrivere una sintesi del testo. • Scrivere un breve testo personale. • Completare una poesia. • Confrontare la propria versione della poesia con quella originale. • Scrivere una breve poesia. 23 Raccontami la tua terra Brainstorming Conosci questa città? Descrivi ciò che vedi nella fotografia a pag. 21. la storia ritorna... Leggi il seguente testo: “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano anche perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi o petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti fra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare fra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”.1 Quando pensi che sia stata scritta questa relazione e a chi pensi che si riferisca? Discuti con i tuoi compagni e poi leggi la risposta nella nota di piè di pagina. 1. Il testo è del 1912 ed è tratto dalla relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso degli Stati 24 Uniti d’America sugli immigrati italiani. Unità 1 - Raccontami La tua storia fRA dUe LInGUe e dUe cULTURe Leggere il testo dell’e-mail ad alta voce Ciao Mark! Sono John, ti scrivo da Genova, ora abito qui con la mia famiglia. Ho trovato il tuo indirizzo e-mail grazie al nostro amico Matthew. Due anni sono passati dal nostro ultimo incontro e dalla mia partenza. Come sai mio nonno era genovese e si era trasferito in Ecuador. Io sono nato a Guayaquil e dall’Ecuador sono venuto a Genova; ora il mio papà lavora in una ditta in porto, la mamma fa le traduzioni in spagnolo e in inglese per la stessa ditta. Il cognome a scuola è stato per me un problema, perché all’inizio i professori si aspettavano di vedere uno studente italiano, io ho un cognome tipico genovese, ma ho la pelle scura come mia madre, quando sono arrivato a Genova parlavo solo lo spagnolo e un po’ di genovese, che è diverso dall’italiano. A scuola in questi due anni ho studiato molto e sono stato promosso. Quando scrivo in italiano, però, qualche volta sbaglio: non sempre riesco a riconoscere il suono “ve - be” e le doppie. Sono cresciuto, ho 16 anni, sono alto m 1,65, ho i capelli corti, adoro i cappellini come i miei amici sudamericani, amo andare in barca e remare come i miei cugini genovesi. La mamma ha imparato a cucinare la pasta al pesto... a me piace tantissimo! Mi domando spesso chi sono e dove voglio stare. Guayaquil o Genova? Distanze oceaniche dividono la mia famiglia e i miei amici. Ti ricordi a scuola mi chiamavate il genovese e qui mi chiamano il sudamericano, sono cresciuto, ma il viso è lo stesso, sono sempre io il tuo compagno di banco: John. I miei hobby? Naturalmente sono l’informatica ed i modellini di barche radiocomandati. Se vuoi vedere le mie foto cercami su fb, è stato grazie a internet che mi sono messo in contatto con Matthew, tramite lui sono arrivato a te ed ho scoperto che anche tu da un anno abiti in Italia. Scrivimi! Il tuo amico cibernetico John Un Glossario particolare... per saperne di più Migrante: se riguarda persone, si dice di chi si sposta e quindi cambia il Paese in cui vive. Migrare: in riferimento ad animali e specialmente agli uccelli vuol dire cambiare luogo con il variare delle stagioni (le rondini migrano verso i paesi caldi quando viene l’autunno); in riferimento a persone si dice più comunemente “emigrare” Emigrato: chi lascia il proprio Paese (visto dal punto di vista del paese che abbandona, per esempio di un italiano che lascia l’Italia e va a lavorare in Germania, si dice che è emigrato in Germania). Immigrato: chi entra in un Paese che non è il proprio (visto dal punto di vista del Paese che lo accoglie, per esempio di uno straniero che vive e lavora in Italia, si dirà che è un immigrato straniero nel nostro Paese). 25 Raccontami la tua terra Esercizio 1 - Comprensione del testo Dopo aver letto il testo dell’e-mail, indica con una X la frase corretta come nell’esempio: I genitori di John abitano da due anni a Dakar. a Genova. a Guayaquil. La mamma di John lavora, fa la traduttrice in spagnolo e inglese. la scrittrice. l’infermiera. John ha trovato l’indirizzo e-mail di Mark su internet grazie all’amico Matthew. sull’elenco telefonico. nella rubrica del computer. Il nonno di John da Genova si era trasferito in Ecuador. a Roma. sull’oceano. Quando è arrivato in Italia, due anni fa, John parlava spagnolo. italiano. spagnolo e un po’ di genovese. John ha un cognome italiano tipico genovese perché è stato adottato. il nonno paterno era un genovese. hanno sbagliato a registrare il documento. Mark è amico di John perché guardano insieme la televisione. da piccoli erano compagni di banco a scuola. si sono conosciuti ad una festa. 26 Esempio: Parodi è un cognome tipico italiano-genovese. ecuadoriano. francese. Gli hobby di John sono l’informatica ed i modellini di barche radiocomandati. cucinare. scrivere. I cugini genovesi di John amano leggere. andare in barca e remare. guardare le barche. La famiglia di John ora abita a Genova in Italia. a Guayaquil in Ecuador. a Roma in Italia. Unità 1 - Raccontami La tua storia Esercizio 2 - Comprensione del testo Rispondere con VERO o FALSO o NON DATO John a scuola ha imparato ad usare la lingua italiana, ma sbaglia ancora quando scrive il suono “ve - be” e certe doppie. Vero Falso Non dato Il nonno di John lavorava sulle navi. Vero Falso Non dato La famiglia di John abita a Genova da due anni. Vero Falso Non dato Esempio: John dice che distanze oceaniche dividono la sua famiglia ed i suoi amici. Vero Falso Non dato Mark può vedere le foto di John su Facebook. Vero Falso Non dato Il papà di John si chiama Luis Parodi. Vero Falso Non dato La mamma di John ha imparato a cucinare la pasta al pesto. Vero Falso Non dato John ha 16 anni, è alto m 1,65, ha i capelli tagliati corti e la pelle scura. Vero Falso Non dato I professori di John all’inizio dell’anno scolastico pensavano che Parodi fosse uno studente italiano. Vero Falso Non dato Agli amici sudamericani di John piacciono i cappellini. Vero Falso Non dato Tramite internet John ha rintracciato due suoi vecchi amici. Vero Falso Non dato 27 Raccontami la tua terra Esercizio 3 - Interazione e produzione scritta Creare piccoli gruppi di tre/cinque persone per: • cercare sulle riviste immagini, foto, disegni di visi che potrebbero avere le caratteristiche della famiglia di John Parodi; • creare un albero della famiglia di John Parodi ed aggiungere altri componenti della famiglia non presenti nel testo (ad esempio zii, cugini, fratelli). Incollare le immagini sullo schema ad albero e scrivere poi i nomi dei componenti della famiglia. NONNI DI JOHN Nonno paterno Nonna paterna Nonno materno Nonna materna GENITORI DI JOHN 28 Zio Zia Papà Mamma Cugino Cugina Fratello JOHN Zio Sorella Unità 1 - Raccontami La tua storia Esercizio 4 - Mediazione Aggiungere all’elenco altri nomi che riguardano la famiglia. Provare a tradurre tutti i nomi nella propria madre lingua. Condividerli alla lavagna o su un cartellone. Nomi di famiglia in Italiano Nella mia lingua • mamma • _____________________________________ • papà • _____________________________________ • nonno • _____________________________________ • nonna • _____________________________________ • zio • _____________________________________ • zia • _____________________________________ • cugino • _____________________________________ • cugina • _____________________________________ • fratello • _____________________________________ • sorella • _____________________________________ • genero • _____________________________________ • nuora • _____________________________________ • _____________________________________ • _____________________________________ • _____________________________________ • _____________________________________ 29 Raccontami la tua terra Esercizio 5 - Cloze Completare il testo usando le parole che sono date in disordine. amico • famiglia • amici • papà • cognome • compagno • mamma • cugini • nonno Ciao Mark! Sono John, ti scrivo da Genova, ora abito qui con la mia __________________ . Ho trovato il tuo indirizzo e-mail grazie al nostro _________ Matthew. Due anni sono passati dal nostro ultimo incontro e dalla mia partenza. Come sai mio _______ era genovese e si era trasferito in Ecuador. Io sono nato a Guayaquil e dall’Ecuador sono venuto a Genova; ora il mio _______ lavora in una ditta in porto, la mamma fa le traduzioni in spagnolo e in inglese per la stessa ditta. Il ____________ a scuola è stato per me un problema, perché all’inizio i professori si aspettavano di vedere uno studente italiano, io ho un cognome tipico genovese, ma ho la pelle scura come mia madre, quando sono arrivato a Genova parlavo solo lo spagnolo e un po’ di genovese, che è diverso dall’italiano. A scuola in questi due anni ho studiato molto e sono stato promosso. Quando scrivo in italiano, però, qualche volta sbaglio: non sempre riesco a riconoscere il suono “ve - be” e le doppie. Sono cresciuto, ho 16 anni, sono alto m 1,65, ho i capelli corti, adoro i cappellini come i miei ___________ sudamericani, amo andare in barca e remare come i miei _____________ genovesi. La __________________ ha imparato a cucinare la pasta al pesto... a me piace tantissimo! Mi domando spesso chi sono e dove voglio stare. Guayaquil o Genova? Distanze oceaniche dividono la mia famiglia e i miei __________. Ti ricordi a scuola mi chiamavate il genovese e qui mi chiamano il sudamericano, sono cresciuto, ma il viso è lo stesso, sono sempre io il tuo ___________ di banco: John. I miei hobby? Naturalmente sono l’informatica ed i modellini di barche radiocomandati. Se vuoi vedere le mie foto cercami su fb, è stato grazie a internet che mi sono messo in contatto con Matthew, tramite lui sono arrivato a te ed ho scoperto che anche tu da un anno abiti in Italia. 30 Scrivimi! Il tuo amico cibernetico John Unità 1 - Raccontami La tua storia Il verbo ausiliare ESSERE e il participio passato Rileggi con attenzione il testo della e-mail, le parole sottolineate richiamano la nostra attenzione sull’uso del verbo essere e sul suo bisogno di concordare il participio passato con il soggetto. Il participio passato dei verbi che si coniugano con essere concorda in genere (maschile/femminile) e in numero (singolare/plurale) con il soggetto del verbo: • sono arrivato / sono arrivata / siamo arrivati / siamo arrivate • si era trasferito / si era trasferita / si erano trasferiti / si erano trasferite • sono stato promosso / sono stata promossa / siete stati promossi / siete state promosse Il participio passato dei verbi regolari si forma aggiungendo al tema del verbo le desinenze del participio passato, diverse a seconda della coniugazione: Desinenze dell’Infinito Presente I Coniugazione ARE II Coniugazione ERE III Coniugazione IRE Infinito Presente Desinenze del Participio Passato Participio Passato And-are - ATO And-ato Ricev-ere - UTO Ricev-uto Trasfer-ire - ITO Trasfer-ito Molti verbi italiani hanno, però, un participio passato irregolare. Ecco alcuni esempi nella tabella Infinito Presente Participio Passato Infinito Presente Participio Passato Infinito Presente Participio Passato Infinito Presente Participio Passato vivere vissuto nascere nato leggere letto scrivere scritto chiedere chiesto rispondere risposto dire detto soffrire sofferto aprire aperto perdere perso dividere diviso spendere speso bere bevuto prendere preso essere stato succedere successo apparire apparso promettere promesso fare fatto vedere visto chiudere chiuso ridere riso decidere deciso venire venuto conoscere conosciuto rimanere rimasto mettere messo vincere vinto coprire coperto crescere cresciuto morire morto accendere acceso correggere corretto rompere rotto promuovere promosso offrire offerto correre scegliere scelto cuocere scendere sceso corso cotto 31 Raccontami la tua terra Il participio passato serve in italiano per formare i tempi composti. Un esempio: nella seguente tabella c’è la coniugazione del verbo essere, la colonna a destra contiene i tempi composti. “Tempo semplice + Participio Passato = tempo composto” Il verbo essere TEMPI SEMPLICI TEMPI COMPOSTI Indicativo Presente io sono tu sei lui / lei / Lei è noi siamo voi siete loro / Loro sono Imperfetto io ero tu eri lui / lei / Lei era noi eravamo voi eravate loro / Loro erano Passato remoto io fui tu fosti lui / lei / Lei fu noi fummo voi foste loro / Loro furono Futuro semplice io sarò tu sarai lui / lei / Lei sarà noi saremo voi sarete loro / Loro saranno 32 Passato prossimo io sono stato tu sei stato lui / lei / Lei è stato noi siamo stati voi siete stati loro / Loro sono stati Trapassato prossimo io ero stato tu eri stato lui / lei / Lei era stato noi eravamo stati voi eravate stati loro / Loro erano stati Trapassato remoto io fui stato tu fosti stato lui / lei / Lei fu stato noi fummo stati voi foste stati loro / Loro furono stati Futuro anteriore io sarò stato tu sarai stato lui / lei / Lei sarà stato noi saremo stati voi sarete stati loro / Loro saranno stati Unità 1 - Raccontami La tua storia Esercizio 6 Completa la tabella: • Segna con una X il genere e il numero del participio passato del verbo. • Concorda il participio passato del verbo al femminile. Abbiamo iniziato l’esercizio. Ora prosegui... Maschile singolare sono passati è stato Maschile plurale Femminile singolare X X Femminile plurale sono passate è stata sono cresciuto mi sono messo sono venuto si era trasferito sono arrivato sono stato promosso sono cresciuto Verifica 1 Scrivere un breve testo usando le seguenti parole: nonno • papà • mamma • fratello • sorella • cugini • cognome • famiglia. ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 33 Raccontami la tua terra esercizio 7 - comprensione del testo Le cinque persone dell’elenco “I Personaggi” stanno cercando un posto dove pranzare o cenare e consultano la guida dove mangiare a Genova e in Liguria. Ciascuno di loro ha delle esigenze molto precise; quindi leggi attentamente le loro richieste e poi cerca nella pag. 35 (Dove andiamo a mangiare?) il ristorante più adatto ad ognuno. I PERSONAGGI Mariam Mariam è algerina ma vive e lavora in Italia da oltre vent’anni ed è cittadina italiana. Ha una grande passione per la cucina ed è un’ottima cuoca. Oggi è di buon umore perché finalmente sua madre verrà a trovarla e starà con lei per un breve periodo. Vorrebbe portarla fuori a pranzo e cerca un posto senza troppe pretese, adatto ad una donna anziana che non è mai uscita da Algeri, che sia pulito ed accogliente dove poter fare assaggiare a sua madre tutte le specialità locali. José José è uno studente di diciotto anni. Viene dall’Ecuador, è arrivato da poco a Genova e deve ancora ambientarsi perciò sente una forte nostalgia di casa. È appassionato di fotografia e vuole fare un giro per la città vecchia per scattare alcune foto da mandare agli amici. È curioso di conoscere la cucina genovese ma non può permettersi di spendere più di una decina di euro perciò cerca un posto dove mangiare qualcosa di tipico che sia però a buon mercato. Nagib Nagib è un cinquantenne egiziano. Parla perfettamente l’italiano e fa il general manager per una ditta che si occupa di import/export. Adora la cucina italiana ma non sopporta i cibi troppo unti ed elaborati. Deve organizzare un pranzo di lavoro con un gruppo di potenziali clienti provenienti da diverse parti del mondo. Non conosce ancora bene queste persone e sta cercando un ristorante di classe con una cucina che gli permetta di far bella figura con gli ospiti. Salvatore Salvatore è un siciliano single. Ha viaggiato molto e ora è a Genova. Dopo una lunga giornata di lavoro ama mangiare in compagnia per chiacchierare e divertirsi un po’. Gli piace la cucina speziata ma anche quella locale. Pina e Luciano Pina e Luciano lavorano tutto il giorno in un negozio. Alla sera si rifugiano nel loro appartamentino al settimo piano di un anonimo condominio di periferia. Solo la domenica possono trascorrere alcune ore serene nel verde delle colline liguri, gustando quei piatti che ricordano loro l’infanzia e il tempo passato. 34 Unità 1 - Raccontami La tua storia DOVE ANDIAMO A MANGIARE? A - Ristorante “Pimiento, Basilico e Cumino” Piccolo ristorante multietnico che nasce dall’amicizia di un gruppo di giovani appartenenti a svariate nazionalità. Ambiente multiculturale accogliente e vivace dove i gusti e i sapori di tradizioni diverse Unità 5 tra loro - sudamericana, araba e genovese - si mescolano in un’atmosfera colorata ed accogliente. pag. 150 Grande varietà di cibi adatti a tutte le tasche: dal cous cous alle trenette al pesto, dal dulce de leche al gelato alla panera, il tutto condito dal piacere di stare insieme senza pregiudizi e barriere culturali. Aperto solo per cena. Per gruppi oltre le 6 persone è necessaria la prenotazione. B - Friggitoria “O carogio” Tipica friggitoria genovese situata sotto gli antichi portici di Sottoripa, nel cuore della città vecchia, a poche centinaia di metri da Palazzo San Giorgio e dal centro storico della città, uno dei più grandi, affaUnità 2 scinanti ed antichi in Europa. Cibi da asporto strettamente legati alla tradizione genovese: gustosa pagg. 44-45 farinata di ceci, saporite torte salate a base di bietole o carciofi, acciughe fritte, “panissette” e soprat- pagg. 64-65 tutto deliziosi “cuculli”, frittelle di pastella con o senza borragine, da gustare ancora caldi, appena scolati dall’olio bollente. Prezzi per tutte le tasche. Aperto dalle 11 alle 20. C - Ristorante “Ramadan” Raffinato ristorante situato sulle alture, deve il suo nome ad una parola araba entrata nel dialetto genovese per indicare rumore e allegra confusione. è gestito da una coppia mista, moglie genovese e marito marocchino, che ha saputo unire in matrimonio anche le rispettive cucine: accanto ai piatti della tradizione locale il ristorante, infatti, offre anche un’ampia varietà di preparazioni tipiche della cucina magrebina. Dai tavoli situati nell’accogliente veranda si gode una vista mozzafiato sul porto di Genova. Aperto dalle 12 alle 24. Prezzi adeguati all’alto livello del servizio offerto. D - Agriturismo “Il frantoio” In un antico borgo situato nell’entroterra di Bogliasco, si trova questo casolare ristrutturato, dove si possono affittare bilocali o trilocali arredati, acquistare vino e olio o cenare con piatti tipici della cucina ligure, preparati con amore dalla padrona di casa utilizzando ingredienti genuini, come il salamino della casa, la torta di verdure o la cima ripiena. E - Trattoria “Vegia Zena” Piccola trattoria a conduzione famigliare situata nella popolosa zona di Sampierdarena. Cucina casalinga curata dalla proprietaria, la signora Gina, che segue personalmente tutte le fasi di preparazione, dalla scelta del basilico - rigorosamente di Prà - alla confezione dei cibi. Da non perdere le tradizionali trenette al pesto con fagiolini e patate e lo stoccafisso “accomodato” con patate, aglio ed acciughe salate, il tutto preparato secondo le antiche ricette genovesi. Ambiente semplice e senza grandi pretese ma pulito ed accogliente. Ottimo rapporto qualità/prezzo. Aperto a pranzo e a cena. Comprensione del testo e interazione • Sottolinea le parole nuove e cerca il loro significato sul dizionario di Italiano o in internet. • Mettetevi in coppie. • Descrivi al tuo compagno che cosa ti piace mangiare e in quale locale vorresti andare a mangiare. • Motiva la tua scelta. 35 Raccontami la tua terra Raccontami la tua terra Ascolta la lettura del testo e sottolinea le parole nuove. Traccia 1 pag. 39 36 Due donne sedute al tavolino di un bar all’aperto in piazza delle Erbe: un ombrellone le protegge dal sole che scivola lungo i carogi e illumina la piazza. Due teste vicine: una ha una massa di capelli castani, l’altra è nascosta da un velo. Due paia d’occhi completamente diversi, iridi chiare e iridi scure, ma negli sguardi la stessa identica luce: complicità, attenzione, amicizia. Il tavolino trabocca di stuzzichini invitanti: olive taggiasche, diversi tipi di focaccia, farinata calda e friscieu: le mani si allungano a pescare bocconi gustosi dai piatti e portano quelle delizie alle bocche. Ah, dimenticavo: due ricchi aperitivi accompagnano quei deliziosi cibi. Sono due analcolici alla frutta, rosati e con una golosa guarnizione di fragole ed ananas. - Ti ho portato il cumino - esclama una delle due, quella col velo e con gli occhi più scuri, tirando fuori dalla borsa un sacchetto odoroso e mettendolo sul tavolino Guarda che questo viene proprio da Algeri, me l’ha mandato mia madre, quindi ha un aroma molto intenso. - Grazie, sei un tesoro! - l’altra le schiocca un bacio sulla guancia - E quanto devo metterne per fare il cous cous? L’ultimo che ho preparato non sapeva di niente… - Dipende dalle porzioni: per due persone ne basta un cucchiaino, te l’ho detto che è piuttosto potente… - D’accordo, ci provo domani. E tu l’hai poi fatto il castagnaccio? - Sì, ma guarda che non m’è venuto un granché, il tuo era molto più buono. - Ma hai seguito la ricetta che ti ho dato, quella di mia nonna? - Sì, ma il risultato non è stato buono: non è facile preparare piatti ai quali non si è abituati… - E lo dici a me? I tuoi taijin e cous cous sono roba da leccarsi i baffi, i miei... beh, lasciamo perdere! - Beh, cucinare bene è molto più di un semplice atto meccanico, significa calarsi nella cultura di un posto. Ed io a volte mi rendo conto che mi mancano le radici, quelle che affondano nella vostra terra, nelle vostre tradizioni. Un conto è imparare a fare le cose, imparare da fuori, intendo, un altro è farlo da dentro. Capisci cosa voglio dire? - Certo, ti sei spiegata benissimo. Non è facile far proprie le tradizioni, i colori, i sapori, gli odori, le abitudini, la cultura di una terra. Unità 1 - Raccontami La tua storia - È proprio quello che intendo dire. Prendi me, per esempio: vivo qui da vent’anni e ormai mi sento mezza genovese: so persino parlare un po’ il vostro dialetto. E poi guarda quante cose abbiamo in comune noi due: nel genovese ci sono un sacco di parole arabe, quando vado nei carogi mi sembra di entrare in una casbah, quasi come essere a casa, voi usate l’olio, le olive e certe erbe aromatiche che usiamo anche noi, vivete affacciati sul mare proprio come noi, sullo stesso mare, perfino… Eppure ci sono cose di questa terra che continuano a sfuggirmi anche dopo tutto questo tempo. - Ad esempio? - Mah, non saprei dirti esattamente. Alcune sono cose reali, come questa faccenda del castagnaccio che non mi viene come dovrebbe: a pensarci bene, però, chi le aveva mai viste le castagne prima di venire in Liguria? Quando le vedi con quella buccia lucida e scura oppure pelate, tutte rinsecchite e piene di grinze, come fai a immaginare che si possano mangiare, che possano diventare farina? È roba di un altro mondo! È vero, anche il mio paese si affaccia sul mare, ma dietro alle spalle noi abbiamo le palme e il dattero è stato da sempre il nostro pane, la nostra ricchezza. Tra parentesi, lo sai qual è uno degli auguri più belli nella mia terra? “Che Dio ti lasci sempre come una palma, con le radici ben piantate in terra e la testa sempre alta nel cielo”. - Hai ragione, è bellissimo. - Vero? Ma per tornare al discorso di prima, le altre cose che mi sfuggono sono sensazioni ed è difficile esprimerle: è un po’ come se sentissi che, nonostante la ami, prima di conoscere davvero questa bellissima terra ho ancora un bel po’ di cammino da fare. - Cammino, percorso... ma allora quello che ti ci vuole è un bel viaggio dentro il cuore della nostra terra! E magari ti serve anche una guida che ti accompagni, che conosca le nostre radici, le rispetti, le ami e soprattutto che voglia condividere con te questa esperienza! - Perfetto, hai colto nel segno. E sai cosa ti dico? Questa guida potresti essere tu! - Io? Lo pensi davvero? Ma sarebbe fantastico! - Lo penso eccome! Allora dai, ci vorrà un po’ di tempo… quindi cominciamo subito: Unità 5 pag. 155 raccontami la tua terra! Esercizio 8 - Comprensione del testo • Confrontate le parole sottolineate e cercate di dare loro un significato, lavorando in coppia. Quando non riuscite a trovare il senso esatto, utilizzate il dizionario di Italiano. • Confrontate poi il vostro lavoro con il resto della classe. 37 Raccontami la tua terra Esercizio 9 Traccia 2 Ascoltate la poesia Litania1, di Giorgio Caproni letta dall’attore. Completate la poesia nelle parti mancanti inserendo parole a vostra scelta. Potete aggiungere quante parole volete. Non esiste un’unica risposta! La poesia consente anche di creare parole. Esprimete la vostra creatività Genova mia città intera. Geranio. _________________. Genova di ferro e aria, mia lavagna, _______________. Genova città pulita. Brezza e luce in salita. Genova verticale, vertigine, aria, _____________. […] Genova di tutta la vita. Mia litania _____________. Genova di stoccafisso e di garofano, fisso bersaglio dove ________________ la rondine: la rima. Glossario Litania: preghiera, serie lunga e monotona di nomi. Polveriera: deposito di materiali e ordigni esplosivi. Arenaria: tipo di roccia. Brezza: un vento di forza moderata. Vertigine: disturbo che consiste nella sensazione 38 che il corpo si sposti rispetto all’ambiente circostante e viceversa. Stoccafisso: merluzzo diseccato, intero ma senza testa e interiora. Garofano: fiore. Bersaglio: punto in cui si mira con un’arma. 1. Tratto dalle poesie di Giorgio Caproni (Caproni, 1989: 180-187) Unità 1 - Raccontami La tua storia lA ricettA di nonna gina Ricetta per preparare il Castagnaccio Ingredienti 500 gr di farina di castagne, 100 gr di uvetta sultanina, 50 gr di pinoli di Pisa, un cucchiaio di semi di finocchio, olio d’oliva, sale e acqua q.b. Preparazione Mettete ad ammorbidire l’uvetta in acqua tiepida. Setacciate la farina di castagne lasciandola cadere in una ciotola: unite mezzo cucchiaino di sale e sempre mescolando con una piccola frusta o con un cucchiaio di legno aggiungete tanta acqua quanto basta per avere una pastella molto morbida. Oliate bene una tortiera del diametro di 22-24 cm, a seconda se preferite il castagnaccio basso oppure alto; versate nello stampo la pastella e spolverizzatela con una cucchiaiata di semi di finocchio, i pinoli e l’uvetta che avrete tolto dall’acqua e bene strizzata. Irrorate il castagnaccio con poco olio d’oliva e mettetelo in forno già caldo a 190° lasciandovelo per circa 45 minuti cioè sino a quando si sarà formata in superficie una leggera crosticina. Servitelo sia caldo che tiepido o freddo. Unità 5 pag. 155 39 Raccontami la tua terra Verifica Finale Scrivi una sintesi del dialogo tra le due donne. Usa al massimo 100 parole. ________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ Quale ingrediente e quale ricetta del tuo paese regalereste ad una persona italiana? Perché? ________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Scrivi ora una breve poesia sulla tua città di provenienza. 40 Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie Unità 2 Raccontami Genova e le sue vie 41 Raccontami la tua terra SITUAZIONE COMUNICATIVA OBIETTIVI LINGUISTICO/ COMUNICATIVI CONTENUTI LINGUISTICI DOMINIO: • personale. • Comprendere un testo poetico (condanna del perbenismo/moralismo borghese, delicatezza nella descrizione della donna, esaltazione malinconica di aspetti positivi e veri di un mondo reietto) • Interagire in una conversazione collettiva • Migliorare la fruizione orale • Comprendere le figure retoriche presenti nel testo (metafore, similitudini,..) • Conoscere aspetti della cultura italiana legati al territorio genovese • Arricchire il lessico • Acquisire maggiore fluenza comunicativa. • Figure retoriche • Arricchimento lessicale nell’ambito della descrizione del paesaggio urbano e degli alimenti • Pronomi oggetto diretto e indiretto • Uso della particella “ci” come avverbio di luogo • Consolidamento dell’uso dei passati (imperfetto, passato remoto, passato prossimo) • Particolarità linguistiche: particella “ci” con valore avverbiale. AMBITO: • privato. OGGETTI: • dischi con canzoni, cibi etnici e liguri. Luoghi: • Via del Campo, Genova, i carogi, i Palazzi dei Rolli, le Sciamadde, la farinata, gli elementi per preparare la farinata, attrezzi e contenitori alimentari. Avvenimenti: • biografia di Fabrizio De André, memorie del Centro Storico, divisione delle epoche storiche, memorie personali. Azioni: • interazioni sociali, superare eventuali pregiudizi, analisi di un contesto specifico della vecchia Genova, esprimere sentimenti. 42 Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie ATTIVITà ESERCIZI • Discussione guidata • Brainstorming • Ascolto di due testi (canzoni) • Interazione (discussione in plenaria, lavoro a coppie) • Riscrittura di un testo (ordine dei versi e delle parole) • Scrittura di completamento • Lettura e canto corale • Riflessione sulla lingua • Giochi linguistici. • Formulare ipotesi oralmente • Rispondere a domande aperte • Scrivere quanto formulato • Ascolto e ricostruzione del testo • Canto e pronuncia • Comprensione del testo (lessico e metafore) • Coniugazione di verbi • Cloze • Esercizio di fonetica (rima di parole) • Riconoscimento e sottolineatura di elementi grammaticali. 43 Raccontami la tua terra RAcconTAmI GenoVA Traccia 3 44 Mircea - Sai, Cristina, è poco tempo che vivo a Genova ma ho sempre lavorato per molte ore al giorno e non ho avuto tanto tempo per approfondire la conoscenza della città. In particolare mi interessano le vie del centro storico e tutto ciò che è legato al cantante Fabrizio De André. E poi uno che è nato e ha vissuto e ha lavorato in una città conosce sempre qualcosa di più. Un dettaglio, un ricordo. Mi piacerebbe sapere qualcosa di particolare sulla tua città! cristina - La mia città è molto antica. Il suo centro storico è uno dei più grandi di Europa e le sue strette vie scendono verso il mare... In effetti Genova ha una forma stretta e i monti le fanno da cornice: riprende un po’ la forma della Liguria... Mircea - Che cosa rende Genova speciale? cristina - Intanto la sua posizione che - come dicevo prima - è sul mare ma ha i monti molto vicini. Poi possiede case e monumenti di tante epoche diverse ed in particolare la zona del centro storico dove si trovano i carogi. Questa è una parola in genovese che significa vicoli, quelle strette vie di cui ti parlavo e dove si trovano grandi palazzi e piccole case. Infatti nel centro storico si trovano i Palazzi detti “dei Rolli” che l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 2006. Questi palazzi occupano una Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie zona importante del centro storico. Quindi, se percorri Strada Nuova (via Garibaldi) puoi incontrare bellissimi palazzi (dal n. 1 di via Garibaldi al n. 12 e al numero 18) e a fianco trovi stradine strette e purtroppo non sempre tenute bene. Qui puoi trovare piccole botteghe, ristoranti etnici, simpatici caffè. La popolazione è multiculturale e senti parlare tante lingue diverse. C’è una via che mi è molto cara e si chiama Via del Campo... Mircea - Ecco una delle cose che ti volevo chiedere...Ho sentito una canzone che si chiama “Via del Campo”... Cristina - Che bello! Conosci la canzone di Fabrizio De André! Sì, Via del Campo è una via di Genova, famosa proprio anche per la canzone. De André era un celebre cantautore genovese e le ha dedicato questa canzone deliziosa. Anzi perché non la sentiamo insieme? Glossario Approfondire la conoscenza: conoscere meglio un argomento chiedendo informazioni o studiandolo. Cantautore (cantante+autore): è un cantante che interpreta le canzoni di cui ha scritto il testo e/o la musica. Carogio, sing., carogi, pl.: è un termine genovese che indica i vicoli, le tipiche vie strette del centro storico genovese. Si pronuncia carugiu (singolare) e carugi (plurale). Centro storico: identifica la parte più antica di una città e gli edifici che appartenevano alla città almeno un secolo prima. Ma l’indicazione può variare. Si considera per esempio centro storico quello compreso nelle vecchie mura della città per le città che esistevano già nel Medioevo. Per Genova un lato del centro storico confina con il mare e un lato confina con le vecchie mura. Dettaglio: una parte di un tutto, particolare, per esempio il dettaglio di un’immagine, di una foto, di un quadro. Multiculturale - multiculturalità: indica la convivenza di due o più culture e lingue. Ristorante etnico: la definizione di un ristorante etnico comprende la presenza di cucina popolare di etnie (popoli) diverse e quindi un’attività di ristorazione legata alle tradizioni gastronomiche di una cultura diversa da quella nazionale. Per esempio, un ristorante indiano che proponga a Genova la cucina delle diverse culture presenti in India. Rolli o, più precisamente, Rolli degli alloggiamenti pubblici di Genova: erano, anticamente, le liste dei palazzi e delle case eccellenti delle famiglie nobili che potevano ospitare, dopo un sorteggio pubblico, le alte personalità in transito per visite di Stato. La parola rolli deriva da rotoli e quindi dagli elenchi compilati che elencavano tali palazzi. I Rolli costituiscono quindi i palazzi più prestigiosi del centro storico di Genova, specialmente lungo le antiche Strade Nuove, via Garibaldi, dove ha sede il Comune, già Via Aurea, e via Balbi, sede dell’Università. Patrimonio dell’Umanità: è la denominazione ufficiale che si riferisce ai siti (luoghi, aree), compresi nella lista del Patrimonio dell’Umanità (in inglese World Heritage List) adottata dall’Unesco (1972). Questi siti hanno un’importanza eccezionale dal punto di vista culturale o naturale. UNESCO: l’organizzazione è stata fondata dalle Nazioni Unite (ONU) nel 1945 (deriva dalle sigle iniziali delle parole inglesi United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) con l’obiettivo di incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nelle aree dell’istruzione, scienza, cultura e comunicazione. 45 Raccontami la tua terra Esercizio 1 - Comprensione del testo Dopo avere ascoltato il dialogo, e controllato il glossario, rispondi alle seguenti domande, senza guardare il testo scritto, indicando con una crocetta la risposta VERO o FALSO o NON DATO come nell’esempio. Mircea vive nel centro storico Vero Falso Non dato La forma di Genova assomiglia a quella della Liguria Vero Falso Non dato I vicoli si chiamano in genovese “caroselli” Vero Falso Non dato I palazzi dei Rolli sono in marmo bianco Vero Falso Non dato 46 Esempio: Mircea vive a Genova da moltissimo tempo Vero Falso Non dato I palazzi dei Rolli sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dal Parlamento Italiano Vero Falso Non dato In Via del Campo si trovano solo ristoranti che fanno cucina italiana Vero Falso Non dato Via del Campo è famosa anche grazie alla canzone di De André Vero Falso Non dato Si consiglia di ascoltare la canzone “Via del Campo” di Fabrizio De André di cui non si fornisce ancora il testo Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie Brainstorming Parliamone insieme. Proviamo ad immaginare che tipo di via è rappresentata in questa foto? Puoi usare queste parole: Vicolo • via • carogio • canzone • palazzi • storia • storica • negozi • sole • ombra • città • centro • popolare • camminare • cantare • percorrere • ricordare… ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 47 Raccontami la tua terra esercizio 2 - Produzione scritta breve Dopo la discussione o dopo avere prodotto il breve testo dell’esercizio 1, scrivi anche sotto forma di elenco: Chi immagini abiti in Via del Campo? Che tipo di persone e di negozi immagini di trovarci? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 48 Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie Esercizio 3 - Interazione orale Rispondere a domande aperte. • Pensa a un luogo importante per te. Che cosa te lo rende caro? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Cosa sai di Genova, dopo avere letto e ascoltato il dialogo fra Mircea e Cristina? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Che cosa è un “centro storico”, secondo te? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Qual è la differenza tra “centro storico” e “centro” di una città? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Esercizio 4 Leggere e prevedere alcune parole chiave del testo. Quali parole ti aspetti di trovare nel testo di una canzone che si intitola Via del Campo? Sottolinea una parola in ogni coppia: 1. giorno 2. notte 3. via 4. piazza 5. vecchia 6. bambina 7. fiore 8. rosa 9. sorriso 10. risata 11. concime 12. letame 13. balcone 14. terrazzo 15. piano 16. forte 17. diamanti 18. perle 19. ascensore 20. scale 49 Raccontami la tua terra Esercizio 5 Ascolta la canzone Via del Campo e trova le parole “previste” nell’esercizio precedente. Vai all’esercizio precedente e verifica, tra le parole che hai sottolineato, quali hai effettivamente sentito nella canzone: Ho indovinato _______ parole! Esercizio 6 - Produzione Scrivi le tue impressioni e confrontale con la classe. Ti è piaciuta la canzone? Quali impressioni/sensazioni ti ha dato? Quale idea ti sei fatto del significato generale del testo? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 50 Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie Esercizio 7 Ascoltare e mettere i versi “mescolati” nel loro ordine originale. Ascolta di nuovo la canzone, le parole sono tutte in disordine: rimettile in ordine nella colonna a fianco: VERSI IN DISORDINE ORDINE CORRETTO Via del Campo c’è una graziosa tutta notte sta sulla soglia vende a tutti la stessa rosa. basta prenderla per la mano Via del Campo c’è una bambina con le labbra color rugiada se di amarla ti vien la voglia gli occhi grandi color di foglia nascon fiori dove cammina. lei ti guarda con un sorriso gli occhi grigi come la strada Via del Campo c’è una puttana gli occhi grandi color di foglia e ti sembra di andar lontano non credevi che il paradiso a vederla salir le scale fosse solo lì al primo piano. fino a quando il balcone ha chiuso. Via del Campo ci va un illuso dal letame nascono i fior a pregarla di maritare piangi forte se non ti sente dai diamanti non nasce niente Ama e ridi se amor risponde 51 Raccontami la tua terra Esercizio 8 Canto corale (intonazione e pronuncia). Canta la canzone insieme al gruppo (con sottofondo musicale o del CD originale). Ti forniamo il testo. Via del Campo di Fabrizio De André Via del Campo c’è una graziosa - gli occhi grandi color di foglia tutta notte sta sulla soglia - vende a tutti la stessa rosa. Via del Campo c’è una bambina - con le labbra color rugiada gli occhi grigi come la strada - nascon fiori dove cammina. Via del Campo c’è una puttana - gli occhi grandi color di foglia se di amarla ti vien la voglia - basta prenderla per la mano e ti sembra di andar lontano - lei ti guarda con un sorriso non credevi che il paradiso - fosse solo lì al primo piano. Via del Campo ci va un illuso - a pregarla di maritare a vederla salir le scale - fino a quando il balcone ha chiuso. Ama e ridi se amor risponde - piangi forte se non ti sente dai diamanti non nasce niente - dal letame nascono i fior 52 dai diamanti non nasce niente - dal letame nascono i fior. Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie Particella “CI” Quale valore ha la particella “CI” nella frase “via del Campo ci va un illuso...”? Te lo spieghiamo nella rubrica seguente. Nota che “CI” può: - avere valore di pronome personale; in questo caso significa “a noi” (es.: oggi ci hai fatto ascoltare la canzone di De André”); - avere valore avverbiale; in questo caso significa “in questo luogo” (es.: sono stato nel centro storico e domani ci voglio ritornare) e si usa con i verbi essere, andare, venire, rimanere e stare. - avere valore pronominale; in questo caso significa “a ciò”, “su ciò”, “in ciò” (es.. “ho letto che il centro storico di Genova è il più grande d’Europa, ci credi? “Sì, ci credo”). Esercizio 9 Sottolinea nelle frasi scritte sotto quando “CI” ha lo stesso significato di “Via del Campo ci va un illuso”, ossia valore avverbiale: 1. Di solito CI piacciono le persone che sorridono 2. - Sei mai stato a Sant’Ilario? - No, non CI sono mai stato - 3. Che cosa CI racconti di bello? 4. In Via del Campo CI sono persone interessanti 5. Spirito di Govi, se CI sei, batti un colpo! 6. Non CI possiamo lavare con il sapone per automobili 7. - Chi va a comprare i biglietti? - CI vado io! - 8. - Non CI posso credere! - 9. Non CI sono più acciughe in salamoia! 10.Raccogliere le olive è faticoso, da bambina CI andavo spesso. 11.- Chi organizza la gita al centro storico? - CI pensiamo noi! - 12.- Le comari pettogole? De André CI rideva! - 13.- Ti porto in una friggitoria, CI sei mai stato? - 14.Se CI metti le acciughe la pasta è ancora più saporita. 53 Raccontami la tua terra LA VITA dI fABRIZIo de AndRé Traccia 4 pag. 4 54 Mircea - Mi sembra che Fabrizio De André ti piaccia molto. Cantavi mentre ascoltavamo la canzone insieme per rispondere alle domande dell’esercizio. E hai in mano uno dei suoi primi dischi. Ha un significato particolare per te? cristina - Certo le sue canzoni hanno accompagnato la mia giovinezza. Questo disco mi ha accompagnato per alcuni anni. Mi pare che le canzoni di De André possano essere una colonna sonora adatta per la mia città. Mircea - In che senso? cristina - Le canzoni di Fabrizio cantano una Genova diversa. I suoi personaggi sono spesso degli emarginati, delinquenti, prostitute o spesso solo persone sfortunate. Ma Fabrizio aveva capito la vera natura di Genova, multiculturale sin dal Medioevo: “Già cinque secoli fa non si faceva caso se uno portava il turbante”- diceva De André. Mircea - Ma chi era veramente De André? cristina - Fabrizio era nato a Genova nel 1940 da una famiglia borghese e aveva frequentato il Liceo Colombo e poi la Facoltà di Giurisprudenza. Siamo nella zona vicina a Via del Campo, alla piazza della Nunziata (non so se ti ricordi che la piazza è cantata in un’altra canzone genovese famosa Ma se ghe pensu). Il suo primo disco esce nel 1958. Scrive canzoni famosissime che vengono cantate negli anni Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta. L’episodio più drammatico della sua vita avviene nel 1979 quando viene rapito in Sardegna con la sua compagna Dori Ghezzi. Muore nel 1999, circondato dalla sua famiglia. Lascia un figlio nato dal primo matrimonio (Cristiano che è un cantante e un musicista) e una figlia (Luvi) da Dori Ghezzi. Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie Mircea - Ci sono molti dischi di De André? cristina - Sì, i miei preferiti oltre al disco Tutto Fabrizio De André che ho in mano che è del 1966 e raccoglie le sue ballate, sono anche: Non al denaro non all’amore né al cielo (ispirato all’Antologia di Spoon River), La buona Novella (ispirata ai Vangeli Apocrifi), Creuza de mà (in genovese), Anime Salve (ricco di ispirazioni interculturali). Ma la mia canzone preferita, oltre a Via del Campo, è la Canzone di Marinella, che fu cantata ed incisa da Mina e che contribuì a rendere De André celebre. Glossario Colonna sonora: la colonna sonora è il suono di un’opera composta da immagini e da suono. In ambito tecnico, la colonna sonora è l’area della pellicola cinematografica in cui è registrato il suono. drammatico: tipico di un dramma (cioè di una rappresentazione teatrale con eventi violenti o molto intensi). Emarginati: messi a margine, cioè esclusi. La parola Emarginazione (astratto di emarginare), in origine termine burocratico col significato di “annotare sui margini” è una condizione individuale o collettiva di esclusione dai rapporti sociali. Il suo contrario è inclusione. facoltà di Giurisprudenza: la facoltà universitaria, cioè il settore, dove si studia Legge. Interculturale: in una società dove sono presenti più lingue e culture significa il dialogo fra di esse e nell’educazione indica il progetto perché le diverse culture abbiano un confronto. turbante: da una parola persiana arrivata in italiano attraverso il turco, è un copricapo di origine orientale ottenuto avvolgendo attorno al capo una o più lunghe fasce di tessuto di seta, lana e cotone. Indicava nell’antica e multiculturale Genova la provenienza orientale della persona che lo indossava. 55 Raccontami la tua terra Esercizio 10 - Cloze Completa la biografia. Biografia: Fabrizio nasce a _______________________________________ nel __________________________ Studi: _______________________________________________________________________________ La cantante che incide la sua Canzone di Marinella è __________________________________ Il suo album Non al denaro non all’amore né al cielo si ispira al libro ___________________________________________________________________________________ Il nome del suo primo figlio è ____________________________________________. Il figlio fa il ____________________________________. Il fatto più traumatico della sua vita: ________________________________________________ Il nome di alcuni suoi brani: __________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Il titolo di alcuni LP: ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Impressioni su Fabrizio De André: ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 56 Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie Verbi al passato Nel dialogo fra Mircea e Cristina hai trovato molti verbi al passato. Prova a coniugarli, come da esempio nel passato prossimo, nel passato remoto e all’imperfetto. Ti proponiamo i seguenti verbi ma ti consigliamo di cercarne altri nei due dialoghi fra Cristina e Mircea. Accompagnare, cantare, frequentare, dedicare. Verbo esempio: portare TEMPO PASSATO PROSSIMO PASSATO REMOTO IMPERFETTO Io ho portato portai portavo Tu hai portato portasti portavi Lui /lei ha portato portò portava Noi abbiamo portato portammo portavamo Voi avete portato portaste portavate Loro hanno portato portarono portavano PASSATO PROSSIMO PASSATO REMOTO IMPERFETTO Verbo TEMPO Io Tu Lui /lei Noi Voi Loro 57 Raccontami la tua terra Verbo TEMPO PASSATO PROSSIMO PASSATO REMOTO IMPERFETTO PASSATO PROSSIMO PASSATO REMOTO IMPERFETTO Io Tu Lui /lei Noi Voi Loro Verbo TEMPO Io Tu Lui /lei Noi Voi Loro 58 Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie Storia della farinata La foto fa venire voglia di assaggiare la farinata vero? Ora leggi con attenzione la sua storia e le voci del glossario di approfondimento. Poi riempirai i vuoti del cloze (esercizio 11) e risponderai alle domande di comprensione dell’esercizio 12 che riguardano anche il glossario. Le vie del centro storico di Genova sanno degli odori delle molte cucine che appartengono alle varie culture che convivono. Se vogliamo restare nella cucina ligure, come non parlare della farinata? Per quanto riguarda le origini di questo surrogato del pane, dobbiamo andare molto indietro nel tempo, addirittura al periodo dei Greci e dei Romani, quando i soldati usavano preparare un miscuglio di farina di ceci ed acqua che facevano poi cuocere al sole o sul proprio scudo, per sfamarsi velocemente e con poca spesa. Il risultato era talmente nutriente, che la ricetta sopravvisse alla caduta dell’impero romano arrivando sino al Medioevo quando la farinata veniva mangiata accompagnata con un trito di cipolle bagnate d’aceto, o con del formaggio fresco. Proprio legata a questo periodo è la leggenda secondo la quale la farinata, come la conosciamo oggi, sarebbe nata nel 1284, per un puro caso, quando la Repubblica di Genova sconfisse la Repubblica di Pisa nella battaglia della Meloria. Al ritorno dalla battaglia, infatti, le navi genovesi dovettero navigare nel corso di una tempesta ed 59 Raccontami la tua terra alcuni barili d’olio e farina di ceci si rovesciarono bagnandosi d’acqua salata. Ma le provviste erano molto scarse e quindi i marinai furono costretti a recuperare anche quel composto poco appetitoso di ceci ed olio. Forse per migliorarlo, o per caso, fu fatto asciugare al sole ottenendo così una specie di frittella. Giunti a terra, i Genovesi, decisero di migliorare la ricetta di questa frittella improvvisata, cuocendo la purea, ottenuta da ceci, nel forno a legna caldissimo. Il risultato piacque tanto che i nostri antenati continuarono a preparare questo miscuglio che è giunto a noi, per fortuna. Il nome antico era scripilita (abbiamo un documento del quindicesimo secolo dove si danno delle regole per fare la farinata secondo la norma). Sappiamo così che la farinata era tanto diffusa che nel quindicesimo secolo venne regolamentata la sua preparazione. Sembra infatti che alcuni poco scrupolosi commercianti non usassero olio buono... Una forma antica di sofisticazione alimentare! Un Glossario particolare... per saperne di più Composto: in chimica è una sostanza con caratteristiche proprie che differiscono da quelle delle sostanze che lo hanno originato. Nell’alimentazione si indica l’insieme bene mescolato e reso omogeneo di diversi alimenti per crearne uno solo. Frittella: alimento, di forma solitamente tonda, che viene fritto. Le frittelle possono essere sia dolci che salate. Si frigge una pastella semiliquiUnità 7 da nell’olio bollente, finché assume un bel colore pag. 186 dorato. Tipiche sono quelle di carnevale. Medioevo: è una delle quattro grandi epoche (antica, medievale, moderna e contemporanea) in cui gli storici suddividono la storia dell’Europa. Comprende il periodo che va dal quinto secolo dopo Cristo al quindicesimo secolo. Segue la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476), quando finisce l’epoca antica, sino all’era moderna (1492) il cui inizio corrisponde alla scoperta dell’America. Norma: legge, regolamento. Purea: termine derivato dal francese purée, da cui il francesismo “purè”. Si tratta di una preparazione alimentare, ottenuta da verdure o frutta lessate, pestate e passate al setaccio. Noi chiamiamo in genere purea quella di patate ma molte verdure, come le fave, gli spinaci, e in questo caso i ceci, o la frutta, specie le mele, possono essere ridotte a purea. 60 Scudo: questa parola ha diversi significati. In questo caso indichiamo il significato originale militare, che risale all’esercito romano, cioè di un’arma di difesa, fatta di una piastra di forme diverse a seconda delle epoche e di metalli diversi, usata per difendere il corpo del soldato dagli attacchi delle armi nemiche. Sfamarsi: togliersi la fame, mangiando. Sofisticazione alimentare: esistono diversi tipi di sofisticazione alimentare, in questo caso si trattava dell’uso di un prodotto non pregiato o che non corrisponde al tipo di cibo (olio non d’oliva per esempio al posto di quello che ci vuole per fare la farinata) o che (a seconda della sostanza usata) poteva anche essere dannoso per la salute. Surrogato: è un prodotto di largo consumo che sostituisce un altro prodotto comune, quando quest’ultimo, per esempio durante le guerre, non si può più importare o produrre perché le vie commerciali sono interrotte. Spesso questa parola ha un significato negativo proprio perché è legata all’idea che il prodotto che sostituisce l’originale (per esempio durante le seconda guerra mondiale in Italia il caffè fatto con legumi arrostiti) non sia della stessa qualità del primo. Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie Esercizio 11 - Cloze Riempi gli spazi vuoti senza guardare il testo originale. Le vie del _________________________________ di Genova sanno degli odori delle molte cucine etniche. Ma come non parlare della __________________, vero vanto della cucina ligure? Per quanto riguarda le origini di questo __________________ del pane, dobbiamo andare molto indietro nel tempo, addirittura al periodo __________________ quando i soldati usavano preparare un miscuglio di farina di __________ ed acqua che facevano poi cuocere al sole o sul proprio _________, per ________________ velocemente e con poca spesa. La ricetta arrivò sino al _____________ quando veniva mangiata accompagnata con un trito di cipolle bagnate d’aceto, o con del formaggio fresco. C’è una leggenda, secondo la quale la __________ come la conosciamo oggi, sarebbe nata nel 1284, per un puro caso, quando la Repubblica di Genova sconfisse la ___________________ di __________ nella battaglia della Meloria. Al ritorno dalla battaglia, infatti, le _________ genovesi dovettero navigare nel corso di una tempesta ed alcuni barili d’ __________ e ___________ di _________ si rovesciarono bagnandosi d’acqua salata. Ma le provviste erano molto scarse e quindi i marinai furono costretti a recuperare anche quel _______________ poco appetitoso di ceci ed olio. Forse per migliorarlo, o per caso, fu fatto asciugare al sole ottenendo così una specie di _______________. Ma certamente la ricetta fu poi migliorata: non più gli scudi messi al __________ ma una teglia nel _____________ caldissimo… Sappiamo che la farinata era tanto diffusa che nel _____________ secolo venne regolamentata la sua _____________. Sembra infatti che alcuni poco scrupolosi commercianti non usassero olio buono… Una forma antica di __________________________________________! 61 Raccontami la tua terra Esercizio 12 - Comprensione del testo Rileggi ancora il testo e il glossario e rispondi alle domande a risposta VERO o FALSO o NON DATO, mettendo una crocetta, come nell’esempio. La farinata si fa con farina di ceci, acqua e olio d’oliva Vero Falso Non dato Il Medioevo va dalla fine dell’era antica all’inizio dell’era moderna Vero Falso Non dato La farinata fu inventata dagli egiziani Vero Falso Non dato La farinata si cuoce nel forno a legna caldissimo Vero Falso Non dato Un surrogato sostituisce l’alimento originale in caso di guerra Vero Falso Non dato La frittella viene bollita Vero Falso Non dato 62 Esempio: La farinata è fatta con la farina di fave Vero Falso Non dato Lo scudo veniva usato anche per cuocere la pizza Vero Falso Non dato Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie memoRIe dI cRIsTInA fRA SCIAMADDE, VIe PRofUmATe dI “BeLLA cALdA”* Caro Albertito, mi chiedi di mandarti una mail con la ricetta della farinata e lo faccio molto volentieri Traccia 5 ma, prima di darti la ricetta, che mi ha fornito quel cuoco meraviglioso che è Marenco, ti voglio raccontare un pezzetto della mia vita nelle vie di Genova e ti mando anche una foto che mi ritrae con una scrittrice che da giovane mi ha permesso di conoscere delle bellissime poesie (Spoon River). Grazie a lei e alle sue traduzioni (non avevo ancora studiato l’inglese) ho potuto anche leggere i romanzi americani, come per esempio “Addio alle armi” di Hemingway. Ti sto parlando di Fernanda Pivano che ho conosciuto quando era anziana (e io quasi anziana) e che mi ha regalato il piacere della sua compagnia e una bella serata nel ristorante “Sa Pesta” di Genova dove con altri amici abbiamo mangiato la farinata e cantato le canzoni di De André… Ti voglio parlare del profumo delle vie che sanno di focaccia e farinata… Forse è il mio ricordo ad ingigantire il profumo… O forse no… la focaccia te la “racconterò” in un altro momento… Ora ti parlo delle Sciamadde, cioé le fiammate che illuminavano e Unità 8 pag. 218 riscaldavano i locali dove si vendevano e consumavano torte e farinate. Lì si poteva gustare questa specialità insieme a un buon bicchiere di vino. La fiamma c’è ancora nei locali tipici dove si fa la farinata di ceci. Una fiamma che riscalda il corpo in inverno ed il cuore nelle mezze stagioni. La farinata non è infatti cibo estivo e si deve mangiare appena fatta “bella calda”, (“bella cada ”, cioè bella sciortia d’into forno oua”, calda, uscita ora dal forno come veniva intonato dai commercianti ancora quando io ero bambina). E così mi diceva una deliziosa signora chiamata Matilde, che era bidella nella mia scuola, e che me ne portava sempre un pezzetto nel pomeriggio: “Bella cada!”” Clienti abituali delle Sciamadde erano in particolar modo gli artisti e i letterati, tra cui ricordiamo Fabrizio De André che amava frequentare questi locali. Nel 2005, vi ho accompagnato la famosa scrittrice Fernanda Pivano, che già anziaFernanda Pivano na, e in memoria di Fabrizio De André, e M.C. Castellani che ricordava con affetto, non rifiutava un alla mostra dell’artista buon piatto di farinata, magari accompaAnnamaria y Palacios, Genova 2005. gnata da un bicchiere di vino bianco e da 63 Raccontami la tua terra una cantata corale di Via del Campo, Carlo Martello e La canzone dell’amore perduto… Con affetto *Chiamata così in omaggio anche alla “piemontesità” del papà di Cristina, visto che nell’alessandrino la farinata viene chiamata “Bella calda” Cristina Un Glossario particolare... per saperne di più Farinata di ceci (in genovese fainâ): detta anche torta di ceci o cecìna, è una torta salata molto bassa, preparata con farina di ceci, acqua, sale e olio di oliva. Si cuoce in forno a legna, in teglia, e assume con la cottura un vivace colore dorato. Sciamadde (sciamadda = fiammata): per antonomasia antichi locali dove si preparavano la farinata e altre torte e dove c’era sempre una fiamma che ardeva nel forno, dalla quale deriva il nome di sciaUnità 1 madda (fiammata). Oggi questi locali vengono chiapag. 35 mati quasi sempre “friggitorie” o “Torte e Farinate”. Fernanda Pivano: scrittrice, traduttrice e giorna- 64 lista genovese, scomparsa nel 2009, fece conoscere in Italia la letteratura anglo-americana. Conobbe Primo Levi e fu allieva del giovanissimo “professore” Cesare Pavese. Nel corso della sua attività si è anche occupata di musica e di cantautori. La ricordiamo qui per la sua collaborazione con Fabrizio De André. Realizzò un’intervista con il cantautore genovese, per l’album Non al denaro non all’amore né al cielo, ispirato all’Antologia di Spoon River, da lei tradotta in italiano. Questa intervista è pubblicata sul retro di copertina del disco la cui immagine è riprodotta a pag. 55. Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie lA ricettA Ricetta per preparare la Farinata (di Bartolomeo Roberto Marenco) Preparazione: 5 min. + 4-5 ore di riposo Cottura: a 250°C - 300°C per 35 - 45 min. Ingredienti per 8 persone 0,9 lt di acqua, 300 gr di farina di ceci, 1/2 bicchiere di olio di oliva extravergine, una spolverata di pepe nero, sale q.b., per una teglia di rame del diametro di 40 cm: olio di oliva extravergine 1/2 bicchiere. Preparazione Gli ingredienti della farinata sono pochi e semplici: farina di ceci, olio, sale e acqua. Mettete in una terrina la farina nella classica forma a fontana e versate al centro, un po’ alla volta, l’acqua. Mescolate il tutto per bene facendo attenzione ai grumi, fino ad ottenere un composto liquido e omogeneo, che lascerete riposare, mescolando di tanto in tanto, dalle 4-5 ore, fino ad arrivare alle 10 ore, coperto con un coperchio e fuori dal frigorifero. Trascorso il tempo necessario, è probabile che si sia formata della schiuma in superficie: toglietela con un mestolo forato. Aggiungete al composto il sale e mezzo bicchiere di olio; versate il restante olio in una teglia di rame, coprendone tutto il fondo. Versate dentro la teglia il composto di ceci che farete cuocere in forno preriscaldato a 250° per circa mezz’ora fino a quando la farinata non risulti di un bel colore dorato. Quando sarà cotta, sfornate la farinata, cospargetela di sale e pepe macinato, tagliatela a rombi e servitela ancora calda! Curiosità In giro per i vari paesi della Liguria, non è difficile trovare delle versioni modificate dell’originale farinata con l’aggiunta di nuovi ingredienti: verso Ponente troviamo la farinata con le borragini, il rosmarino o l’origano; tipica di Voltri è la farinata coi gianchetti, ovvero i bianchetti; tipica delle Albisole quella coi carciofi, con la salsiccia o con lo stracchino; ad Imperia è tipica la farinata con la cipollina fresca. 65 Raccontami la tua terra Esercizio 13 - Comprensione del testo Dopo la lettura dei testi che riguardano la farinata e l’attento esame della ricetta e dei glossari, rispondi ora alle domande aperte. Non guardare i testi e cerca di ricordare a memoria le migliori risposte… • A quando risale l’uso della farinata? ___________________________________________________________________________________ • Quando si diffonde a Genova? ___________________________________________________________________________________ • Quando viene documentata la sua produzione? ___________________________________________________________________________________ • Come si chiamavano i locali della farinata con il forno a legna? ___________________________________________________________________________________ • Quale scrittrice amava la farinata? ___________________________________________________________________________________ • Quali ingredienti si usano per fare la farinata? ___________________________________________________________________________________ • Quanto deve cuocere e a quale temperatura? ___________________________________________________________________________________ • Come viene condita la farinata nel Ponente? ___________________________________________________________________________________ 66 Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie Una nuova storia raccontata da fabrizio de andré Introduzione all’esercizio 14 - Cloze. Usciamo per un attimo dai carogi ed andiamo verso il mare, che sia Boccadasse o che sia qualche angolo di mare e di scoglio che non ci è stato strappato dalla costruzione di case e strade nella parte “marina” di Genova. Bisogna forse tornare indietro qualche anno… Ci proveremo… Ora ascolteremo un testo un po’ diverso di De André: Le acciughe fanno il pallone. Qui si parla ancora di gente povera, specie della vita dei pescatori liguri. In particolare, la canzone racconta di un pescatore che sperava di poter pescare un grosso pesce nella bocca del quale trovare il “pesce d’oro” che gli permetterà di diventare ricco a sufficienza per potersi sposare. Il tono della canzone è mesto, triste, rassegnato. Unità 3 pag. 77 67 Raccontami la tua terra Esercizio 14 - Cloze Prima di ascoltare la canzone Le acciughe fanno il pallone, leggi le parole scritte di seguito. Ascolta quindi la canzone due volte e, al secondo ascolto, completa con le parole che mancano: sorso • aereo • l’hanno vista • laverò • consola • trema • sbarcherò • villeggianti • fortuna • sposerò Le acciughe fanno il pallone (dall’album Anime Salve) Le acciughe fanno il pallone / che sotto c’è l’alalunga1 se non butti la rete / non te ne lascia una alla riva _________________ / alla riva verrà la gente questi pesci sorpresi / li venderò per niente se sbarcherò alla foce / e alla foce non c’è nessuno la faccia mi _________________ / nell’acqua del torrente ogni tre ami / c’è una stella marina amo per amo / c’è una stella che _________________ ogni tre lacrime / batte la campana passano le _________________ / con gli occhi di vetro scuro passano sotto le reti / che asciugano sul muro e in mare c’è una _________________ / che viene dall’oriente che tutti _________________ / e nessuno la prende 68 ogni tre ami / c’è una stella marina Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie ogni tre stelle / c’è un aereo che vola ogni tre notti / un sogno che mi _________________ bottiglia legata stretta / come un’esca da trascinare _________________ di vena dolce / che liberi dal male se prendo il pesce d’oro / ve la farò vedere se prendo il pesce d’oro / mi _________________ all’altare ogni tre ami / c’è una stella marina ogni tre stelle / c’è un _________________ che vola ogni balcone / una bocca che m’innamora ogni tre ami / c’è una stella marina ogni tre stelle / c’è un aereo che vola ogni balcone / una bocca che m’innamora le acciughe fanno il pallone / che sotto c’è l’alalunga se non butti la rete / non te ne lascia una non te ne lascia una / non te ne lascia 1. L’alalunga è un grosso pesce, un tipo di tonno (tonno alalunga, appunto). 69 Raccontami la tua terra Esercizio 15 - Intonazione, pronuncia Cantiamo la canzone in coro. Le acciughe fanno il pallone (testo di Fabrizio De André) Le acciughe fanno il pallone / che sotto c’è l’alalunga se non butti la rete / non te ne lascia una alla riva sbarcherò / alla riva verrà la gente questi pesci sorpresi / li venderò per niente se sbarcherò alla foce / e alla foce non c’è nessuno la faccia mi laverò / nell’acqua del torrente ogni tre ami / c’è una stella marina amo per amo / c’è una stella che trema ogni tre lacrime / batte la campana passano le villeggianti / con gli occhi di vetro scuro passano sotto le reti / che asciugano sul muro e in mare c’è una fortuna / che viene dall’oriente che tutti l’hanno vista / e nessuno la prende ogni tre ami / c’è una stella marina ogni tre stelle / c’è un aereo che vola ogni tre notti / un sogno che mi consola bottiglia legata stretta / come un’esca da trascinare sorso di vena dolce / che liberi dal male se prendo il pesce d’oro / ve la farò vedere se prendo il pesce d’oro / mi sposerò all’altare ogni tre ami / c’è una stella marina ogni tre stelle / c’è un aereo che vola ogni balcone / una bocca che m’innamora ogni tre ami / c’è una stella marina ogni tre stelle / c’è un aereo che vola ogni balcone / una bocca che m’innamora 70 le acciughe fanno il pallone / che sotto c’è l’alalunga se non butti la rete / non te ne lascia una non te ne lascia una / non te ne lascia Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie Verifica finale Ora abbandoniamo le canzoni di Fabrizio De André ed avviciniamoci di nuovo alle vie del centro storico, ritrovando una lettera che Giovanni ha scritto a Cristina. Traccia 6 Cara Cristina, Ho provato a tornare a Genova e in via del Campo e a mangiare la farinata dove mi avevi portato tu. Ho provato a leggere Genova con i tuoi occhi e con quelli di Fabrizio De André e la canzone “Via del Campo” mi girava per la testa. Che cosa ho trovato? Frammenti di storia e arte. Musei tradizionali e musei a cielo aperto. Case da vivere e da sognare. Case da lavorarci. Vecchi e nuovi mestieri. Cieli e scorci di mare. Monti e colline. La terra e la vita fra un paese e una città. La città di Genova si stende fra mare e monti per un arco di estrema bellezza: dai luoghi più noti e turistici della costa a quelli più nascosti ma non meno preziosi dell’entroterra... Tutti noi siamo molto fieri della nostra storia e delle schegge di tradizione che vi sono contenute. Crediamo nelle tappe della memoria che le stesse vie ci invitano a scoprire. Molti di noi, infatti, sanno certamente di più di quanto è stato descritto nelle pagine che riguardano Genova e le vie del Centro Storico, Fabrizio De André e i locali tipici... Ma per un attimo Tu mi hai portato indietro, indietro nel tempo della nastra vita e di questo Ti ringrazio. Tuo Giovanni 71 Raccontami la tua terra Verifica finale Dopo avere ascoltato la lettera di Giovanni a Cristina, potete rileggerla individualmente. Scrivete un breve testo (una mail o una lettera) in cui raccontate a chi non vive a Genova quello che avete imparato in questa Unità. Potete anche usare parti della lettera di Giovanni. ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 72 Se vi è possibile e non siete troppo lontani venite a Genova a vedere il centro storico e cercate i luoghi di De André, come hanno fatto Albertito, Cristina, Giovanni e Mircea! Unità 3 - Raccontami L’acciuga Unità 3 Raccontami L’acciuga Raccontami la tua terra SITUAZIONE COMUNICATIVA OBIETTIVI LINGUISTICO/ COMUNICATIVI CONTENUTI LINGUISTICI DOMINIO: • personale. • Chiedere per ottenere informazioni • Estrapolare contenuti da un dialogo • Trasmettere informazioni e istruzioni • Usare idiomi • Parlare di sé e del proprio passato • Elaborare elenchi • Usare vocaboli specifici. • La frase interrogativa (intonazione) • Imperfetto indicativo • Avverbi di tempo • Avverbi interrogativi • La concordanza genere/numero • L’imperativo presente nei testi regolativi • Arricchimento lessicale. AMBITO: • privato. OGGETTI: • reti, pescherecci, acciughe, lampare, ghiaccio, alimenti, arbanelle, sassi, lisca, ricetta. LUOGHI: • Oneglia, banchina del porto, passeggiata sul mare, mare, spiaggia, bar. AVVENIMENTI: • incontri fra persone amiche, conversazioni su un prodotto locale, produzione, conservazione e utilizzo di alimenti, gestione del tempo libero. AZIONI: • salutare in modo informale, scusarsi, conversare, rispettare il proprio turno, condividere conoscenze e competenze, porre domande, fornire risposte, dare istruzioni in ordine cronologico. 74 Unità 3 - Raccontami L’acciuga ATTIVITà ESERCIZI • Ascolto • Lettura a voce alta ed espressiva • Estrapolazione di informazioni e di contenuti • Acquisizione di nuovo lessico • Comprensione del lessico • Comprensione del contenuto • Mediazione • Comparazione • Identificazione di similitudini • Discussione guidata • Parlare di sé • Esercizi guidati in forma scritta • Produzione autonoma di brevi elaborati in forma scritta. Compiti comunicativi: • Lettura guidata dei dialoghi (attenzione alla pronuncia e all’intonazione) • Analisi del testo dal punto di vista lessicale e strutturale • Comprensione del contenuto dei testi (test vero/falso - test a risposta multipla) • Esercizi di interazione • Esercizi per verificare l’acquisizione di nuovo lessico (cloze, abbinamento di frasi, esclusione di vocaboli estranei ad un insieme) • Esercizi di mediazione • Rispondere a domande aperte • Fornire istruzioni. Esercizi linguistici: • Esercizi di coniugazione dei verbi • Esercizi sull’uso dei verbi e degli avverbi di tempo Verifica: Scrivere autonomamente un elaborato rispettando frasi predeterminate inerenti il contenuto dell’unità. 75 Raccontami la tua terra UnA PAsseGGIATA mese di dicembre. oneglia, la banchina del porto. Traccia 7 76 Dopo diversi giorni di pioggia è tornato il sole, non caldo ma luminoso, la luce sul mare fermo del porto. Alcuni pescherecci sono ormeggiati e tre pescatori si occupano delle reti: uno di loro ne sta cucendo una mentre gli altri due stanno mettendo in ordine una lunga lenza trasparente. Sono le 11 del mattino, piccoli gruppi di persone passeggiano sulla banchina e si incamminano lungo la spianata verso le spiagge ed il mare in movimento. Una Signora alta, con un cappello nero di lana cotta, aspetta. Indossa un paio di pantaloni neri e un piumino bianco. Non è italiana, è nata in Svizzera e ha vissuto e lavorato nelle più belle città europee, perché faceva l’attrice teatrale in una compagnia famosa; quando è andata in pensione ha scelto di vivere in Liguria per via del suo clima mite e del mare che lei adora. Sulla banchina, con le spalle rivolte al sole, aspetta la sua amica italiana, conosciuta durante una crociera, con la quale condivide il tempo per conoscere meglio la sua nuova terra adottiva. La Signora vede arrivare l’amica che stava aspettando, ha un lungo cappotto rosso, un paio di stivali neri e una borsa dello stesso colore. L’amica si chiama Giovanna e arriva con un passo affrettato perché è un po’ in ritardo sull’orario dell’appuntamento. Giovanna è nata e ha sempre vissuto a Oneglia, ama parlare del posto e delle sue tradizioni. Unità 3 - Raccontami L’acciuga - Ciao Edith, è tanto che aspetti? Scusa non riuscivo a trovare un parcheggio... dopo qualche giorno di pioggia tutti escono per godere un po’ di sole... - Ciao Giovanna, non ti preoccupare sono arrivata da pochi minuti e sono proprio contenta di fare una passeggiata con te che, essendo nata qui, mi puoi regalare un po’ di storia di questi posti. A proposito ho sentito una canzone con strane parole... le acciughe fanno il pallone. Non capisco a cosa si riferisca, le acciughe sono pesci... - è un modo di dire che si usava a Genova per dire che erano state viste in mare, si diceva “E anciôe fàn o balón” e i ragazzi prendevano reti e secchielli e correvano alla Foce per prenderne qualcuna1. L’autore della canzone che hai sentito era proprio di Genova e conosceva questo modo di dire. Si tratta di Fabrizio De André. - Lo conosco bene, ma non avevo mai sentito questa canzone e le acciughe mi interessano da quando le ho comprate sottolio alla manifestazione di novembre “Olio oliva”. Le tolgo dal vasetto e le adagio su una fetta sottile di pane abbrustolito precedentemente spalmato di burro. Sono una delizia accompagnate da un bicchiere fresco di Pigato o di Vermentino. - Dovresti comprare delle acciughe sotto sale che appartengono da sempre alla storia ligure e anche un po’ a quella del Piemonte. Era il metodo di conservazione più utilizzato e un’acciuga gustosa era gradita per insaporire tutto, addirittura insieme all’olio e all’aglio i piemontesi ne hanno fatto una salsa sopraffina con la quale accompagnare le verdure fresche, la chiamano “bagna caouda”. Ma di questo ne parleremo poi. Oggi i pescatori si dedicano alla pesca del pesce spada e sono in pochi quelli che, nei mesi di maggio e di giugno, partono la sera verso le sette e stanno in mare tutta la notte per il passaggio delle acciughe. Le acciughe passano in banchi e vengono attirate dalla luce delle lampare che le barche hanno in dotazione per questo tipo di pesca. Con la luce che penetra nel mare le acciughe diventano luminose e scintillano come stelle. I pescatori calano una rete a “circuizione”, rotonda con le maglie fitte perché le acciughe non possano fuggire. Sul fondo della rete c’è un cavo di acciaio che viene tirato quando le acciughe sono dentro così non possono più scappare e vengono issate sulla barca. è un pesce azzurro con ottime caratteristiche nutrizionali, ma è anche delicato. Nei mesi di maggio e di giugno in Liguria fa già caldo e bisogna mettere subito le acciughe nelle casse con il ghiaccio, solo così la loro carne si conserva fresca e compatta. - Ma la pesca delle acciughe si fa solo durante questi mesi? E una volta come facevano i pescatori a conservare le acciughe senza il ghiaccio? - Vieni Edith, camminando e parlando siamo arrivate quasi alla Galeazza. Quel chiosco è il posto ideale dove prendere un aperitivo, magari con qualche pezzo di “piscialandrea” con due acciughe sopra... Andiamo, una volta sedute sulle sedie di giunco, col sole in faccia e il mare sotto, ti parlerò più volentieri delle acciughe che a te stimolano così tanto interesse e a me fanno venire appetito. Unità 2 pagg. 67-70 pag. 92 1. “A anciue fan un balon, - mi dice De André, - a Genova e a Levante si usa così. Da ragazzo le vedevamo alla Foce. Chi le vedeva gridava: “- A anciue fan un balon”, noi allora uscivamo da casa, dai bar e ci buttavamo a mare con i salabri e i secchielli”. Cfr. Orengo, 1997. 77 Raccontami la tua terra Glossario Acciuga: pesce di piccole dimensioni (da tre a otto centimetri) pescato nel Mediterraneo, denominato azzurro per il colore argenteo e per le sue caratteristiche nutritive. Si chiama in dialetto ligure “pan do ma” cioè “pane del mare” perché è il principale alimento dei pesci predatori ed è uno dei prodotti più pescati nel Mar Ligure. Il grado di salinità del Mar Ligure dà alle acciughe un sapore equilibrato e delicato che le ha rese popolari anche oltre i confini regionali. Peschereccio: barche che servono per la cattura di pesci. Lenza: filo sottilissimo e trasparente usato per pescare, a una sua estremità sono fissati uno o più ami da pesca (piccoli uncini ai quali si fissa l’esca, pezzi di cibo o insetti che attirano i pesci). Lana cotta: tipo di stoffa che si ottiene facendo infeltrire un tessuto di lana (attraverso il calore il filato della lana diventa più fitto e la lana si restringe, perde morbidezza e diventa più spessa e compatta). Questo tessuto si usa per fare giacche, borse, berretti e pantofole. Foce: punto dove un corso d’acqua, un fiume o un torrente, sfocia in mare. Abbrustolito: bruciato sulla fiamma o nel forno, tostato. Pigato: vino bianco secco con profumo particolare. Vermentino: vino bianco corposo e asciutto. Bagna caouda: in piemontese vuol dire salsa calda. è un tipico piatto del Piemonte a base di aglio, olio extravergine d’oliva e acciughe salate. Dentro la salsa si intingono le verdure di stagione che possono essere crude o cotte. Oggi sono utilizzati degli appositi contenitori in terracotta, formati con una ciotola sotto la quale è posizionato un fornellino per mantenere sempre calda la salsa. 78 Banchi: insiemi di pesci che si muovono insieme formando gruppi. Lampare: un tipo di lampada grossa e potente usata sulle barche per illuminare la superficie del mare di notte. I pesci che vedono la luce sono attirati in superficie dove vengono catturati. Rete a circuizione: un tipo di rete utilizzato per pescare i pesci che vivono in banchi. Dopo che la lampara ha illuminato i pesci che formano un banco viene calata questa rete intorno al banco. La rete ha dei pesi che la fanno scendere nel mare. Quando il banco è circondato dalla rete i pescatori tirano un cavo che stringe la rete nella parte inferiore e cattua all’interno il banco di pesci. Maglie della rete: la larghezza dei buchi, formati dalla lenza e dalle corde, presente nella rete. Caratteristiche nutrizionali: caratteristiche di un alimento inerenti la quantità di proteine, di grassi, di zuccheri che contiene. Le buone caratteristiche nutrizionali del pesce azzurro sono quelle di apportare proteine, omega 3, selenio, fosforo, iodio, vitamine B ed E. Le acciughe apportano circa 131 calorie ogni 100 grammi. Galeazza: zona di mare e di spiagge caratterizzata dalla presenza di un grosso scoglio vicino alla riva del mare che ha la forma triangolare simile alla vela di una galea. (La galea era un tipo di nave, da guerra e da commercio, usata nel Mare Mediterraneo. Si spostava utilizzando i remi ed era caratterizzata dalla presenza di grandi vele). Aperitivo: bere, prima del pasto serale, una bevanda fresca, analcolica o moderatamente alcolica, mangiando piccoli assaggi di cibo salato per stimolare l’appetito. Piscialandrea: un tipo di focaccia che viene descritta alle pagg. 92-93. Unità 3 - Raccontami L’acciuga Esercizio 1 - Comprensione del testo Comprensione del contenuto del testo. Rispondere con VERO o FALSO o NON DATO Esempio: Il sole è ritornato dopo diversi giorni di pioggia Vero Falso Non dato Edith è francese Vero Falso Non dato Le acciughe passano in banchi Vero Falso Non dato Giovanna è italiana di Sanremo Vero Falso Non dato Le acciughe sono attirate dalla luce delle lampare Vero Falso Non dato Edith mangia le acciughe sopra una fetta di pane abbrustolito Vero Falso Non dato La rete per le acciughe ha le maglie larghe Vero Falso Non dato Le acciughe che Edith toglie dal vasetto sono fresche Vero Falso Non dato Le acciughe appena pescate vengono messe nelle casse con il ghiaccio Vero Falso Non dato Il sale si produceva a Oneglia Vero Falso Non dato Giovanna invita Edith a prendere un aperitivo Vero Falso Non dato 79 Raccontami la tua terra Esercizio 2 - Produzione e interazione Si verifica l’apprendimento del lessico ed il suo immediato utilizzo nell’interazione. L’insegnante divide in coppie i corsisti in modo che i componenti di ciascuna coppia provengano da Paesi diversi. Ogni coppia, a turno, legge i seguenti vocaboli e ne spiega il significato in italiano al gruppo usando parole proprie ed esempi esplicativi: pescherecci aperitivo mare rete lenza porto sole cappello vasetto abbrustolito Esercizio 3 - Cloze Esercizio per verificare l’acquisizione di nuovo lessico. Leggere il seguente riassunto del dialogo e completare gli spazi con le parole indicate in fondo. 80 Una passeggiata. Mese di dicembre. Oneglia, la banchina del porto. Edith stava aspettando Giovanna sulla banchina del porto. Erano le undici e Giovanna non era ancora arrivata. Quando è arrivata Giovanna ha salutato Edith chiedendole scusa per il ______________ . Edith ha rassicurato Giovanna dicendole di essere arrivata da pochi minuti. Edith era contenta di poter fare una passeggiata insieme alla sua amica. Edith ha chiesto una spiegazione su una frase che ha sentito in una ______________ e che non le era chiara. La frase riportava che le acciughe fanno il pallone e Giovanna le ha spiegato che era un modo di dire per segnalare il passaggio in mare dei ______________ di acciughe affinché i ragazzi, e non solo loro, corressero alla Foce per cercare di pescarne un po’. Edith ha detto di aver acquistato un ______________ di acciughe sottolio a una manifestazione che si svolge a Oneglia nel mese di novembre e che ama mangiarle su una fetta sottile di pane _______________ precedentemente spalmato di burro. Giovanna ha consigliato a Edith di comprare delle acciughe sotto sale che appartengono da sempre alla storia ligure e anche un po’ a quella del Piemonte poiché la ______________ era il metodo di conservazione più utilizzato e un’acciuga gustosa era gradita per insaporire tutto. I piemontesi, insieme all’olio e all’aglio, ne Unità 3 - Raccontami L’acciuga fecero una ______________ con la quale accompagnare le verdure fresche che si chiama “bagna caouda”. Giovanna ha raccontato che oggi i pescatori si dedicano prevalentemente alla pesca del pesce spada. Ha detto che le acciughe passano in banchi e vengono attirate dalla luce delle ______________ in dotazione delle barche. Ha raccontato che con la luce che penetra nel mare le acciughe diventano luminose e scintillano come stelle. L’acciuga è un pesce azzurro con ottime caratteristiche ______________. Edith ha fatto altre domande ma Giovanna ha interrotto la ______________ invitando Edith a prendere un aperitivo. Parole da inserire: salsa • lampare • nutrizionali • abbrustolito • chiacchierata • ritardo • canzone • vasetto • banchi • salatura. Esercizio 4 Esercizio per verificare l’acquisizione di nuovo lessico e della struttura morfosintattica delle frasi. Collegare con una freccia le frasi della colonna di sinistra (con i numeri) alle frasi della colonna di destra (con le lettere) in modo da ottenere frasi di senso compiuto. 1 Le acciughe sotto sale a le acciughe non possono fuggire. 2 I piemontesi fanno una salsa b si conservano oltre un anno. 3 La pesca delle acciughe si fa c caratteristiche nutrizionali. 4 Le barche partono la sera verso le sette e d nei mesi di maggio e di giugno. 5 Le acciughe passano in banchi e e vengono attirate dalla luce delle lampare. 6 Con la luce delle lampare le 7 Le acciughe si conservano 8 I pescatori calano una rete con le maglie fitte così 9 L’acciuga è un pesce azzurro con ottime 10 Nei mesi di maggio e di giugno bisogna mettere le acciughe f sopraffina per accompagnare le verdure fresche. g nelle casse con il ghiaccio. h stanno in mare tutta la notte. i sotto sale ma anche sottolio. j acciughe scintillano come stelle. 81 Raccontami la tua terra L’APERITIVO Traccia 8 82 Edith e Giovanna si sono accomodate a un tavolo del chiosco e hanno ordinato un aperitivo. Edith si è incuriosita sulla questione della conservazione delle acciughe, che deve essere già iniziata sul peschereccio non appena il pescato viene issato a bordo. Inoltre si chiede come avessero fatto in passato i pescatori senza le macchine per la produzione del ghiaccio. Quindi Edith ricomincia subito a parlare. - Non vedevo l’ora di essere seduta qui per riprendere la nostra conversazione. Sono proprio curiosa di sapere dove prendevano il ghiaccio i pescatori cento anni fa. - Dovrei parlarti delle “neviere”. Il ghiaccio per conservare era una necessità. Il ghiaccio si fabbricava nell’entroterra. Si scavavano nel terreno profonde e grandi buche. Le buche erano fasciate con foglie e rami, poi venivano riempite di neve pressata. Gli uomini salivano sulle montagne e riempivano carretti di neve schiacciata con le mani. Poi scaricavano la neve nelle buche. Il peso della neve compattava il ghiaccio che veniva poi tagliato e portato sulla costa in grandi blocchi. I blocchi erano conservati per poco tempo nei magazzini ed erano subito venduti a pezzi alle persone. I blocchi di ghiaccio venivano trasportati con dei ganci per poterli sollevare e spostare. Un tempo solo pochi “privilegiati” potevano comprarlo e lo usavano per conservare i cibi e per raffreddare le bevande. Ma era una cosa da ricchi. I bambini correvano dietro al carretto del ghiaccio per poterne raccogliere i minuscoli pezzettini che rimanevano dopo il taglio del blocco. Sulle dita dei bambini i frammenti si scioglievano e succhiarli era un gioco divertente. Poi negli anni ’50 sono arrivate le fabbriche di ghiaccio e i frigoriferi. - Non lo sapevo, quello che racconti è molto interessante e dimmi ancora, le acciughe, dopo essere state pescate, venivano portate alla fabbrica per essere pulite e messe nei vasetti? - No, la conservazione delle acciughe è sempre stata artigianale e ancora oggi gran parte della lavorazione è rimasta così. Le mogli dei pescivendoli aspettavano l’arrivo delle barche e ne compravano intere casse. Le acciughe venivano messe sotto sale dopo San Giovanni, il giorno 24 del mese di giugno. Doveva fare già caldo. Le acciughe devono essere abbastanza grosse, almeno sette o otto centimetri perché se sono più piccole il sale le brucia. Ad ogni acciuga veniva tolta la testa usando solo le mani. Insieme con la testa si toglieva il “ventrame”. Poi le acciughe venivano messe, con la pancia rivolta verso l’alto, dentro un’arbanella di vetro sopra uno strato di sale grosso. Si alternava uno strato di acciughe e uno di sale. Quando l’arbanella era piena si metteva un ultimo strato di sale e si copriva con una pietra. Ore e ore di lavoro. - Si copriva con una pietra che cosa? Un’arbanella... che cos’è non ho mai sentito questa parola... - Arbanella è il nome che si dà in Liguria ai vasi di vetro. - Non capisco neanche la necessità di una pietra. Ho visto che tutti i vasetti hanno il loro tappo in metallo, si avvita e si svita. - La pietra sopra le acciughe è fondamentale ancora oggi perché il peso della pietra tiene schiacciate le acciughe, il sangue esce e la carne rimane soda e compatta. Il liquido che si forma in Liguria non viene utilizzato e si butta via, mentre in altre regioni d’Italia questo liquido si chiama colatura e si usa in cucina. In molte parti della Liguria viene usata una lastra di ardesia del diametro del vasetto che si Unità 3 - Raccontami L’acciuga - - - - - - - - chiama “ciappa”. La differenza è che una volta le donne andavano alla spiaggia e raccoglievano delle pietre basse e larghe della dimensione giusta per le arbanelle, mentre oggi la pietra viene fatta fare apposta. I pescivendoli vanno dal marmista e si fanno tagliare un pezzo di marmo quadrato che mettono sopra le acciughe. Una volta era normale che ogni famiglia avesse in casa un vaso con le acciughe con una pietra sopra. Oggi se compri l’arbanella in pescheria il pescivendolo toglie il pezzo di marmo e chiude l’arbanella con un coperchio ermetico di plastica. Ho capito, ma le arbanelle che vedo nelle pescherie sono grandi e, vivendo da sola, non posso certo pensare di comprarne una intera. No, hai ragione. Anche se il sale conserva le acciughe anche per più di un anno un’intera arbanella è troppo grande. Puoi comprare solo le acciughe che ti servono, infatti il pescivendolo ha sempre una grossa arbanella destinata a essere venduta sfusa. Sfusa... cosa vuol dire? Sfusa io penso ai gatti. I gatti fanno le fusa, le acciughe possono essere vendute a peso dividendo in parti un unico grande contenitore. Sfuse vuol dire che non devi compare tutto il contenitore ma solo una sua parte. Va bene. Cosa ne pensi di tornare verso il porto? Se trovassi il pescivendolo ancora aperto potrei comprare quattro acciughe. E come le vorresti preparare? Non lo so. Se tu fossi così gentile da darmi dei suggerimenti te ne sarei grata. Volentieri. Paghiamo la consumazione e poi ci avviamo. Glossario Non appena: nello stesso momento in cui si compie un’azione, subito. Entroterra: il territorio a monte della costa sul mare, verso l’interno, verso i monti e le alture. Compattare: indurire un materiale schiacciandolo. San Giovanni: il Santo Patrono di Oneglia festeggiato il giorno 24 del mese di giugno. Ventrame: l’intestino, le interiora presenti nella pancia dei pesci. Bruciare: il sale rovina la carne troppo delicata e la distrugge. Ardesia: pietra di colore nero usata anche per le lavagne. è una pietra proveniente dal paese di Lavagna. Consumazione: quello che si consuma, si mangia e si beve, in un locale pubblico che somministra cibi e bevande, come ad esempio un bar. 83 Raccontami la tua terra Esercizio 5 - Comprensione del testo Esercizio per verificare la comprensione del contenuto del testo. Test a risposta multipla. Per ogni domanda scegliere la risposta più adeguata come nell’esempio. A che cosa serviva il ghiaccio? A preparare la pasta con le acciughe. A mantenere fresca la casa. A conservare il cibo e a raffreddare le bevande. Dove venivano messe le acciughe per la loro conservazione sotto sale? Nelle arbanelle. Nei vasi di terracotta. In frigorifero. I bambini compravano i ghiaccioli? Sì, i bambini compravano i ghiaccioli alla menta. No, i bambini succhiavano i frammenti di ghiaccio. Qualche volta. Di che materiale è fatta un’arbanella? Di metallo. Di legno. Di vetro. Come veniva tolta la testa alle acciughe? Con il coltello. Con le forbici. Con le mani. Quando venivano messe sotto sale le acciughe? Durante l’inverno. A marzo. Quando faceva caldo. 84 Esempio: A che cosa servivano le neviere? A produrre ghiaccio A produrre sale A produrre acciughe Con che cosa si coprivano le acciughe quando il contenitore era pieno? Con una stoffa di lana cotta. Con un telo bianco di cotone. Con una pietra. Per quanto tempo il sale conserva le acciughe? Per dieci mesi. Per più di un anno. Per qualche giorno. Come si possono comprare le acciughe? A mazzi. Solo in arbanelle di vetro. Anche sfuse. Unità 3 - Raccontami L’acciuga Esercizio 6 - Mediazione Comprendere il significato dei seguenti modi di dire e cercarne di simili nella propria lingua di origine. Stretti come acciughe (L’autobus era così pieno che eravamo stretti come acciughe.) Magro come un’acciuga (Era il ragazzo più magro della classe, era magro come un’acciuga.) Esercizio 7 Esercizio per verificare l’acquisizione del lessico. In ogni gruppo trovare la parola che non ha attinenza con le altre e sottolinearla, come nell’esempio. acciuga sale arbanella bottiglia banchina porto baita peschereccio lampara rete fucile lenza piscialandrea arance pane abbrustolito acciughe bagna caouda acciughe ripiene acciughe sottolio marmellata ombrellone ghiaccio montagna buche pescheria panetteria macelleria libreria testa ventrame pancia sorriso 40 giorni 30 grammi di sale più di un anno 24 giugno chiosco aperitivo pigato caffé Galeazza mare Monte Rosa Foce nuotare studiare prendere il sole pescare 85 Raccontami la tua terra Il tempo imperfetto modo indicativo Il tempo imperfetto modo indicativo si usa per • descrivere il passato e lo svolgimento di azioni nel tempo passato esempio: “Quando ero piccolo andavo al mare alla Galeazza. Giocavo con i miei amici fino a sera. Mi divertivo tanto. Non era mai ora di tornare a casa.” • iniziare a raccontare una favola esempio: “C’era una volta un gatto che si chiamava Birba. Birba amava mangiare le acciughe, così aspettava il ritorno delle barche per cercare di avere una bella e fresca acciuga. Ma un giorno ...” • esprimere un’abitudine o un fatto ripetuto nel passato esempio: “Le pescivendole preparavano sempre le acciughe sotto sale.” “Mia nonna andava a Messa tutte le domeniche.” “Da bambino andavo a dormire sempre alle 21.00”. • definire la contemporaneità di un’azione compiuta dallo stesso soggetto nel passato esempio: “Mentre pulivo le acciughe sognavo di viaggiare verso paesi lontani.” “Scrivevo delle lettere agli amici e nello stesso tempo ascoltavo la musica alla radio.” “Mentre aspettavo mio figlio fuori dalla scuola parlavo con le altre mamme.” • definire la contemporaneità di un’azione compiuta nel passato da soggetti diversi esempio: “Io pulivo le acciughe mentre mia figlia Angela lavava le arbanelle e mia figlia Luisa le asciugava.” “Mentre telefonavo per avere del ghiaccio Emilio spremeva i limoni per fare la limonata.” “Mentre ti leggevo le favole tu ti addormentavi.” • indicare un’azione passata che ha una funzione continuativa che viene interrotta da un’altra azione espressa con un altro tempo verbale esempio: “Quando sei arrivato a prendermi stavo ancora dormendo.” “Mentre facevo colazione ho sentito abbaiare un cane.” “Andavo al lavoro e ho incontrato Mario.” • rendere cortese una richiesta o un’affermazione esempio: “Le volevo chiedere un piacere.” “Non doveva disturbarsi.” “Poteva evitare di correre, è ancora presto.” • indicare un’azione che aveva una funzione continuativa nel passato espressa con il verbo stare + gerundio esempio: “Mario stava leggendo un libro in giardino quando ha suonato il telefono.” “Marco e Giulia stavano giocando con il cane.” “Cosa stavi facendo? Stavo stirando.” 86 Unità 3 - Raccontami L’acciuga Il tempo imperfetto modo indicativo. Per coniugare i verbi al tempo imperfetto modo indicativo occorre togliere i suffissi ARE - ERE - IRE del tempo infinito presente del verbo e inserire al loro posto i suffissi del tempo imperfetto evidenziati in neretto nella tabella sottostante. La coniugazione di quasi tutti i verbi al tempo imperfetto modo indicativo è regolare. PARL ARE CRED ERE DORM IRE Io parl avo Io cred evo Io dorm ivo Tu parl avi Tu cred evi Tu dorm ivi Egli parl ava Egli cred eva Egli dorm iva Noi parl avamo Noi cred evamo Noi dorm ivamo Voi parl avate Voi cred evate Voi dorm ivate Essi parl avano Essi cred evano Essi dorm ivano I verbi ESSERE, BERE, DIRE, FARE hanno una coniugazione irregolare. ESSERE Io ero Tu eri Egli era Noi eravamo Voi eravate Essi erano BERE Io bevevo Tu bevevi Egli beveva Noi bevevamo Voi bevevate Essi bevevano dIRE Io dicevo Tu dicevi Egli diceva Noi dicevamo Voi dicevate Essi dicevano fARE Io facevo Tu facevi Egli faceva Noi facevamo Voi facevate Essi facevano 87 Raccontami la tua terra Esercizio 8 Esercizio per verificare l’apprendimento dei suffissi. Coniugare i verbi sotto indicati al tempo imperfetto modo indicativo e scriverli sul quaderno: pescare • passeggiare • raccontare • vedere • mettere • pulire • togliere assaggiare • lavare • pagare Esercizio 9 Coniugazione e uso del verbo. Cambiare i verbi sottolineati del seguente racconto coniugandoli al tempo imperfetto modo indicativo. Tutti i giorni vado al mare. Faccio una lunga passeggiata sul molo e arrivo fino al faro. Quando arrivo al faro mi siedo su una panchina di legno che si trova lì vicino e osservo il panorama. Vedo le barche a vela e i pescherecci ancorati nel porto. Qualche volta rientra una barca. Mi piace guardare le manovre lente che fa per entrare nel porto. Se si tratta di un peschereccio sopra di esso volano i gabbiani e altri uccelli marini per cercare di prendere qualche pesce. I gabbiani seguono la barca e tutte le operazioni di scarico del pesce. Guardo volare i gabbiani e sento il leggero rumore dell’acqua. A volte mi porto un panino con il tonno e qualcosa da bere. Mi piace mangiare all’aperto sotto il sole. Talvolta arrivano dei piccioni per mangiare le briciole del mio panino. Guardo la banchina del porto, le case colorate, il campanile della chiesa e le alture verdi appena sopra la costa. Il tempo passa velocemente. Nella borsa metto sempre un libro da leggere, così trascorro anche due ore leggendo. Molte persone arrivano fino al faro, poi tornano indietro subito. Poche persone si fermano vicino al faro, qualcuna cerca di parlarmi, ma io preferisco restare in silenzio così le persone vanno via e io rimango da solo e ascolto solo il rumore del mare e delle barche. Mi piacciono i pescatori che pescano con lunghe canne e sottilissime lenze trasparenti, perché non parlano e non fanno rumore, rimangono in silenzio ad aspettare i pesci. Sono un tipo solitario. Soltanto quando piove non vado al mare. Potresti iniziare la trasformazione del racconto al tempo imperfetto usando le seguenti espressioni: Quando ero bambino andavo ... Tanti anni fa andavo ... Fino a un mese fa andavo ... Qualche tempo fa andavo ... Una volta andavo... 88 Potresti usare le stesse espressioni anche per raccontare un fatto personale, un evento della tua infanzia, del tuo passato. Unità 3 - Raccontami L’acciuga Esercizio 10 Esercizio per verificare l’uso del tempo imperfetto modo indicativo e la concordanza del numero con il sostantivo. Implica il riconoscimento degli oggetti elencati. Scegliere il verbo adeguato all’uso attuale degli oggetti. Usare le espressioni: c’è - ci sono oppure c’era - c’erano rispettando la concordanza, poi completa la frase con l’oggetto usato per lo stesso scopo nel passato oppure nel presente costruendo frasi come nell’esempio: Una volta c’era il giradischi oggi _______________________. Una volta c’era il giradischi oggi c’è il lettore CD. Nella ricerca degli oggetti puoi farti aiutare dall’insegnante. Un tempo c’era la macchina per scrivere oggi ______________________________________ Una volta c’era la macchina fotografica con la pellicola oggi __________________________ ___________________________________________________________________________________ Oggi c’è il lettore DVD, ieri _______________________________________________________ Ieri c’erano i dischi in vinile, oggi ________________________________________________ Oggi c’è la penna USB, ieri ________________________________________________________ Ieri c’era il ciclostile, oggi ________________________________________________________ Ieri c’era il frullino a mano, oggi ___________________________________________________ Ieri c’era il macinino a mano per il caffè, oggi ____________________________________ Oggi c’è il frigorifero, ieri ________________________________________________________ Ieri c’era il pallottoliere, oggi _____________________________________________________ Parole da inserire: macinacaffè elettrico • il computer • i blocchi di ghiaccio • la macchina fotografica digitale • la calcolatrice • il videoregistratore• il frullatore elettrico • i CD • i floppy disc • la fotocopiatrice. Produzione orale. Interazione. E tu hai utilizzato tutti gli oggetti sopra elencati? Racconta le tue esperienze o quelle dei tuoi familiari alla classe usando i verbi al tempo adeguato. 89 Raccontami la tua terra Il Ritorno e le ricette Traccia 9 Giovanna e Edith si avviano verso il porto e camminano sulla strada che costeggia il mare. Non ci sono persone sulla spiaggia. Solo qualche gabbiano che vola e il frangere delle onde. La brezza del mese di dicembre è fredda, ma un tiepido sole permette di passeggiare piacevolmente. Glossario 90 Frangere: le onde che arrivano sulle rocce e si rompono con rumore di acqua che cade. Brezza: vento leggero sul mare. Deliscare: togliere la lisca centrale del pesce. Spinare il pesce è togliere tutte le lische e le spine. Dissalare: sciacquare bene sotto l’acqua corrente per eliminare tutto il sale della conservazione. Ripiene: acciughe aperte in due parti all’interno delle quali viene inserito un composto omogeneo di cibo chiamato “ripieno”. Il ripieno per le acciughe può essere composto da uova, pangrattato, olio, prezzemolo, maggiorana (erba aromatica), aglio e acciughe tritate. Lesse: bollite in acqua. Lessare: far cuocere un alimento nell’acqua bollente. Unità 3 - Raccontami L’acciuga - Sai Giovanna ho pensato a una diversa possibilità. E se io comprassi le acciughe fresche e le mettessi sotto sale? - Dovresti aspettare, come ti ho già detto, almeno il mese di maggio per la prima pesca. Meglio ancora il mese di giugno. Ora non ci sono acciughe fresche. In questo periodo le acciughe vivono in profondità. - Dovrei prendere degli appunti. L’avevo già dimenticato. Come si preparano le acciughe sotto sale? - Non ti preoccupare. La prima volta le possiamo preparare insieme, così ti faccio vedere come si fa. - Grazie. Ma se io ritornassi a maggio e se tu non ci fossi come potrei preparare le acciughe sotto sale? - Potresti fare così: per ogni chilogrammo di acciughe, fresche, ancora da pulire, compra un quarto di sale grosso. - Un quarto di sale? - Sì, sarebbe la quarta parte di un chilo, quindi 250 grammi. Bisogna deliscare le acciughe. Seguendo la tradizione togli la testa da ogni acciuga. Prendi la testa dell’acciuga dalla parte alta così alla testa dell’acciuga rimane attaccato il ventrame. Controlla comunque di aver tolto tutto il ventrame, cioé tutte le interiora. Poi metti le acciughe e il sale in un’arbanella alternandoli: uno strato di sale e poi uno strato di acciughe e avanti così... Disponi le acciughe con la pancia in alto, una coda da una parte e poi una coda dall’altra parte. Quando hai finito le acciughe fai l’ultimo strato con il sale. Copri le acciughe con un sasso largo e abbastanza pesante. Aspetta almeno quaranta giorni prima di mangiarle. - Sasso? - Sì, un sasso, una pietra larga non troppo sottile, non troppo grande. Vieni, scendiamo insieme alla spiaggia così ti faccio vedere. Poiché il sasso lo metti a contatto con il sale è meglio farlo bollire per dieci minuti nell’acqua per pulirlo bene. - Va bene. Faccio cuocere anche il sasso! E dopo cosa posso preparare con le acciughe sotto sale? - Puoi fare un antipasto con pezzetti di acciuga e stuzzichini, le puoi mettere sulla pizza e sulla focaccia. L’importante è pulire e dissalare bene le acciughe. Bisogna aprire l’acciuga e togliere la lisca centrale. La cosa più importante è eliminare bene il sale sotto l’acqua corrente anche per farle tornare morbide. Con le acciughe fresche invece puoi preparare una torta di acciughe al forno, oppure farle ripiene o lesse. - è tutto interessante. E la ricetta della bagna caouda? La conosci? - Sì, aspetta. Ma guarda che fortuna! Tieni questo foglietto. Sopra ho trascritto la ricetta per darla a mia nipote Francesca. Prendila senza problemi, per Francesca la copierò di nuovo. pag. 92 91 Raccontami la tua terra Le RIceTTe ricetta per preparare la “Bagna caouda” (di Maria Cristina Castellani) Ingredienti 2 o 3 acciughe, per ogni commensale 2 o 3 spicchi d’aglio, per ognuno dei consumatori + poco burro olio: alcuni cucchiai da cucina, per ciascun commensale verdure tradizionali piemontesi Preparazione Dovete seguire alcune indicazioni, per poter assaporare un’autentica “Bagna caouda”. In particolare, scegliete con attenzione gli ingredienti: le acciughe, devono essere ottime e appena dissalate. Diliscate le acciughe, lavatele in acqua e vino, asciugatele. L’altro elemento fondamentale è l’aglio. Togliete il germoglio verde e poi affettate l’aglio in modo sottile. Lasciare riposare l’aglio in acqua fredda per alcune ore. L’olio deve essere extravergine d’oliva. In un tegame di terracotta, mettete l’aglio affettato ed asciugato, con poco olio e poco burro. Cuocete lentamente a fuoco molto basso e girate con un cucchiaio di legno. Dovete fare attenzione perché non deve rosolare... L’aglio si scioglierà. Si formerà una crema omogenea bianca e soffice. A questo punto aggiungete altro olio e le acciughe. Cuocete la salsa piano piano a fuoco lento. Anche le acciughe si scioglieranno e formeranno un’unica salsa con olio e aglio... Si otterrà in questo modo, una salsa densa e profumata, di colore marrone chiaro. Le verdure tradizionali che accompagnano il piatto, non devono essere aromatiche. Scegliete cardi, peperoni, cavoli verdi, bianchi e rossi, cuori bianchi di insalate, scarola e indivia, porri freschi, cipollotti lunghi, rape bianche, barbabietole rosse cotte al forno, cavolfiori lessi, cuori di cavolo lessi, cipolle al forno. Infine, piatti di patate bianche bollite con la loro buccia, mele, fette di zucca arrostite o fritte, fette di polenta calda - arrostita o fritta... ricetta per preparare la “Piscialandrea” (di Bartolomeo Roberto Marenco) 92 Ingredienti 750 gr farina “00” 50 gr lievito di Birra 150 gr latte 150 gr olio extravergine d’oliva taggiasca 150 gr cipolla bianca 500 gr pomodoro pelati q.b. basilico, q.b. origano, q.b. olive taggiasche, q.b. aglio di Vessalico, q.b. sale, q.b. acciughe Procedimento Preparare la pasta lievitata con farina, lievito, latte, olio ed un po’ di sale. Far lievitare due ore. Con il resto degli ingredienti fare la salsa di copertura rosolando cipolla trita con olio e aggiungendo poi i pelati e le acciughe. Quando si saranno sciolte le Unità 3 - Raccontami L’acciuga acciughe togliere dal fuoco. Stendere l’impasto nella teglia oleata e ricoprire con olive, spicchi d’aglio privati della pelle e la salsa ottenuta. Spolverare d’origano e cuocere in forno preriscaldato a 200°C. Badare bene che non si asciughi la salsa, se succede aggiungerne altra. Far raffreddare, tagliare e servire. Ricetta per preparare la “Sardenaira” (di Bartolomeo Roberto Marenco) Introduzione Si scrive Sardenaira, ma si pronuncia “Sardenara”. è una ricetta tipica di Sanremo. La Sardenaira si può trovare in vendita nelle cittadine immediatamente limitrofe, ma non ve lo consiglio perché, purtroppo sempre più spesso, anche a Sanremo potete rischiare di mangiare qualcosa che non ci assomiglia nemmeno lontanamente... Peccato perché era un’istituzione fin dai tempi di Bartali e Coppi! Finita la Milano Sanremo era facile incontrarli in un’antica trattoria di Sanremo di via Palazzo. Premesso che è VIETATO chiamare “Pizza” la Sardenaira, al fine di non offendere a morte i sanremesi, anzi i Matuziani (da Matuzia, antico nome della città). Così anche se non proprio con le stesse parole si può leggere in una targa all’ingresso di quella trattoria. Tempo 30 minuti + 1 ora per la lievitazione Per l’impasto (con queste dosi, otterrete una quantità di Sardenaira, delle dimensioni della placca di un normale forno di casa) 500 gr farina di grano tenero tipo 00 lievito di birra: 1 cubetto e mezzo (30/40 gr) sale: 20 gr zucchero: un pizzico olio extravergine di oliva taggiasca: 5 cucchiai abbondanti acqua tiepida: un bicchiere / un bicchiere e mezzo (250 gr) Per la guarnizione 1 scatola di polpa pronta 10 spicchi d’aglio medi vestiti (cioè non sbucciati) 20 olive nere liguri taggiasche 3/4 acciughe sotto sale origano quanto basta sale 3 pizzichi olio extravergine di oliva un cucchiaio di capperi Note • è importante ai fini dell’integrità del sapore che l’olio e le olive siano liguri. • La quantità dell’acqua dipende dall’umidità dell’ambiente, dalla stagione e dalla farina. 93 Raccontami la tua terra 94 Procedimento Consiglio di preparare tutti gli ingredienti a portata di mano. Chiudete la porta della cucina ed evitate che ci siano correnti d’aria. L’ambiente di lavorazione deve essere caldo. Versate in una terrina la polpa pronta di pomodoro, con 3 pizzichi di sale, 1 cucchiaio di olio, 4/5 pizzichi di origano, i capperi, 5 cucchiai di acqua, mescolate coprite e mettete da parte. In una tazzina sciogliete il lievito in acqua tiepida e aggiungetevi un pizzico di zucchero. Mettete la farina setacciata sulla spianatoia, fate una “fontana”: versate al centro il lievito disciolto in acqua tiepida, 5 pizzichi di sale e 5 cucchiai di olio; con i rebbi di una forchetta cominciate ad amalgamare gli ingredienti, avendo cura di non demolire subito i bordi della vostra fontana. Una volta amalgamato il tutto, procedete ad impastare per circa 10 minuti con le mani, fino ad ottenere un impasto molto morbido ed elastico. Quindi se necessario aggiustare con acqua tiepida fino a raggiungere il risultato descritto. Tenete accanto a voi un pugno di farina in modo da spolverare mano a mano che impastate la spianatoia. Quando l’impasto non si attacca più, nelle mani ne alla spianatoia, è pronto per essere steso. Fare riposare per 20 minuti circa. Accendete il forno per 2/3 minuti sui 50°C poi spegnete. Ponete quindi un foglio di carta da forno sul fondo della placca oleata, appoggiatevi sopra l’impasto e, con le mani, tiratelo e allargatelo facendolo rialzare appena sui bordi. Aiutandovi con un pennello piatto e largo 4/5 cm, spennellate l’impasto con pochissima acqua tiepida, sale ed olio. Conficcatevi le olive posizionandole in modo regolare a rombo. Conficcatevi qua e là gli spicchi d’aglio senza togliere la buccia. Coprite il tutto con carta stagnola e mettete nel forno a lievitare per un’ora. L’impasto raddoppierà in altezza. Appena pronto, coprite tutta la superficie con la polpa pronta che avevate messo da parte, meno i bordi; sfilettate le acciughe e distribuitele qua e là in modo regolare, spolverate di origano, e irrorate la superficie con poco olio. Accendete il forno sui 180°C - 200°C, preriscaldate 4/5 minuti e poi infornate; fate cuocere per 20 minuti: 5 minuti prima di togliere dal forno, irrorate nuovamente con poco olio di oliva. Servite tagliando la Sardenaira a quadri regolari. Offritela ai vostri ospiti insieme a un bicchiere di Vermentino ligure bianco: vedrete che successo! Unità 3 - Raccontami L’acciuga Esercizio 11 - Produzione orale Condivisione di conoscenze e di esperienze. Esaminate i metodi di conservazione del cibo sotto elencati con l’aiuto dell’insegnante. Raccontare al gruppo classe qual è il metodo più utilizzato nel proprio Paese d’origine e per quale tipo di cibo. Conservazione del cibo mediante l’aggiunta di altri alimenti Conservazione del cibo attraverso metodi meccanici • Salatura (usare il sale anche in soluzione con acqua, salamoia) • Sottolio (usare l’olio) • Sottaceto (usare l’aceto) • Sottoalcool (usare vino o altri prodotti a base di alcool) • Insaccare (usare sale e spezie) • Coprire con burro • • • • • • • Cottura Essicazione (usare il sole) Affumicare (usare il fumo) Congelare, surgelare (usare il freddo) Disidratare, liofilizzare (togliere l’acqua) Sotto vuoto (togliere l’aria) Inscatolare, imbottigliare, sterilizzare (usare contenitori che impediscano il contatto con l’aria e talvolta con la luce) Conosci altri metodi per conservare il cibo? Usi alcuni di questi metodi? Oggi compriamo molti cibi pronti e “a lunga conservazione”: ricorda di controllare sempre la data di scadenza: Quali sono i cibi a “lunga scadenza”? E quelli che hanno una “breve scadenza”? Oltre al cibo, conosci altri prodotti che scadono? Quali? Esercizio di produzione orale guidato dall’insegnante. 95 Raccontami la tua terra Verifica finale Utilizza i seguenti capoversi per scrivere una storia. C’era una volta un gatto magro come un’acciuga che viveva vicino al porto ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Giovanni partiva con il suo peschereccio ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ La moglie di Giovanni preparava le ceste con le acciughe e le andava a vendere ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Un giorno la moglie di Giovanni aveva finito il sale ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ La torta di acciughe era molto buona ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Il gatto aveva sentito il profumo della torta di acciughe ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Da quel giorno tutto era cambiato ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 96 ___________________________________________________________________________________ Unità 4 - Raccontami L’olivo Unità 4 Raccontami L’olivo 97 Raccontami la tua terra SITUAZIONE COMUNICATIVA OBIETTIVI LINGUISTICO/ COMUNICATIVI CONTENUTI LINGUISTICI DOMINIO: • personale. • Chiedere e dare informazioni. • Descrivere. • Dare indicazioni per fare. • Esprimere dubbio, interesse, sorpresa. • Paragonare. • Porre un fatto come facile/difficile. • Raccontare. • Salutare. • Aggettivi. • Articoli determinativi e indeterminativi. • Concordanza articoli, nomi, aggettivi. • Forma impersonale. • Indefiniti (aggettivi e avverbi). • Indicativo presente, passato prossimo, imperfetto. • Imperativo. • Nomi. • Numeri. • Numeri romani. • Preposizioni semplici e articolate. • Pronomi. AMBITO: • privato e lavorativo. OGGETTI / MATERIALI: • paesaggi con oliveti, piante e strumenti di lavoro, prodotti agricoli. Avvenimenti: • incontri fra persone, conversazioni su una coltura tipica, la sua storia, il lavoro agricolo, emigrazione, immigrazione. 98 Unità 4 - Raccontami L’olivo ATTIVITà ESERCIZI • Brainstorming. • Ascolto. • Lettura dialogata (attenzione all’intonazione e alla pronuncia, relativi esercizi). • Comprensione dei termini del glossario. • Comprensione del testo. • Discussione guidata. • Interazione. • Racconto di esperienze personali. • Uscita sul territorio. • Visita ad un frantoio. Compiti comunicativi: • Ascolto. • Lettura guidata. • Esercizi di intonazione e pronuncia. • Comprensione del testo dal punto di vista lessicale e strutturale (completamento di frasi, scelta della parola adatta al contesto, ricerca della parola contraria). • Comprensione del contenuto di un testo (risposte a scelta multipla, collegamento di frasi, cloze). Esercizi linguistici: • Esercitazioni sulle strutture grammaticali. • Coniugazione dei verbi all’imperativo. • Formazione del plurale di alcune frasi. • Completamento di tabelle. • Trovare parole derivate. • Costruire famiglie di parole. Verifica: • Dialoghi. • Completamento di frasi con articoli. • Completamento di frasi con preposizioni semplici e articolate. 99 Raccontami la tua terra Brainstorming Conosci questa pianta? Dove l’hai vista? Esiste nel tuo paese di origine? Qual è il suo nome nella tua lingua? A cosa serve? 100 Unità 4 - Raccontami L’olivo orientamento Geografico nell’emisfero boreale Nord Nord-Ovest Nord-Est Ovest Est Sud-Ovest Sud-Est Sud La Liguria è nell’Italia del NORD. È una regione settentrionale. Il mare è a SUD della regione Liguria ed è il suo confine meridionale. Il punto cardinale EST indica l’oriente e qui nasce il sole. Questa riviera è la riviera di Levante perché qui il Sole “si leva”. Il punto cardinale OVEST indica l’occidente e qui tramonta il sole. Questa riviera è la riviera di Ponente perché qui il Sole “si pone”. 101 Raccontami la tua terra storia dell’olivo L’olivo è una pianta molto antica, conosciuta come simbolo di pace. L’oliva e l’olio erano un alimento, l’olio era usato anche per le lampade e come medicinale. Le prime coltivazioni sono presenti in Medio Oriente; all’epoca dei Fenici troviamo questa pianta in tutto il bacino del Mediterraneo. Nel Trecento una glaciazione ha ricoperto questo territorio per tre secoli e solo nel Seicento riprende la coltivazione dell’olivo. In Liguria i monaci benedettini hanno introdotto, dopo il Mille, la varietà Taggiasca (da Taggia, nome di un paese della Riviera di Ponente) e le tecniche per sistemare le colline a terrazze. In quegli anni era importante trovare il modo di conservare il cibo per i marinai nei lunghi viaggi ed in questo l’olio era migliore del sale. La coltivazione dell’olivo è così diventata importante. Gli oliveti compaiono nel XVI secolo nelle colline dell’entroterra ligure; nella riviera di ponente prevale la coltivazione dell’olivo, nella riviera di levante invece l’olivo è coltivato insieme alla vite, agli agrumi e ai cereali. Glossario Molto antica: che esiste da tanto tempo. Simbolo: segno. Bacino del Mediterraneo: area geografica intorno al mar Mediterraneo. Glaciazione: presenza di ghiacciai in molte zone della Terra. Questo fenomeno è accaduto in epoche passate. Monaco: persona religiosa che vive da solo o in comunità per pregare e lavorare. Varietà: qualità. XVI: Sedicesimo secolo. Gli oliveti compaiono in 102 Liguria nel sedicesimo secolo. Nelle descrizioni storiche spesso i numeri romani indicano un periodo di 100 anni. Secolo: periodo di 100 anni. Entroterra: territorio che sta dietro la costa. Prevalere: predominare. Riviera: regione lungo il mare. Ponente: Ovest, occidente, punto in cui il Sole tramonta (si pone). Levante: Est, oriente, punto in cui il sole nasce (si leva). Unità 4 - Raccontami L’olivo Numeri I NUMERI indicano nello stesso tempo una QUANTITà e un ORDINE. 4 3 1 2 Il bambino che occupa il posto numero uno (1) è il primo della fila, il bambino che occupa il posto numero due (2) è il secondo, il bambino che occupa il posto numero tre (3) è il terzo, il bambino che occupa il posto numero quattro (4) è il quarto. I numeri uno, due, tre, quattro… sono i numeri cardinali. I numeri primo, secondo, terzo, quarto… sono i numeri ordinali. I numeri romani sono usati come ordinali. Si usano nelle date e per indicare i secoli. 103 Raccontami la tua terra Numeri CARDINALI Numeri ORDINALI Numeri ROMANI 1 uno 1° primo I 2 due 2° secondo II 3 tre 3° terzo III 4 quattro 4° quarto IV 5 cinque 5° quinto V 6 sei 6° sesto VI 7 sette 7° settimo VII 8 otto 8° ottavo VIII 9 nove 9° IX 10 dieci 10° decimo X 11 undici 11° undicesimo XI 12 dodici 12° dodicesimo XII 13 tredici 13° tredicesimo XIII 14 quattordici 14° quattordicesimo XIV 15 quindici 15° quindicesimo XV 16 sedici 16° sedicesimo XVI 17 diciassette 17° diciassettesimo XVII 18 diciotto 18° diciottesimo XVIII 19 diciannove 19° diciannovesimo XIX 20 venti 20° ventesimo XX 21 ventuno 21° ventunesimo XXI 104 nono Unità 4 - Raccontami L’olivo Esercizio 1 - Comprensione del testo Leggete attentamente le frasi. Segnate con una crocetta la risposta esatta. Esempio La glaciazione è un luogo del Mediterraneo un periodo molto caldo un periodo molto freddo L’olivo è una pianta che cresce in terre molto fredde sconosciuta prima del Seicento conosciuta come simbolo di pace L’olivo è introdotto in Liguria dai Fenici dai Benedettini dai Taggiaschi Anticamente l’olio era usato solo per le lampade era usato solo per conservare i cibi era usato anche come medicinale La coltivazione dell’olivo dal XVI secolo diventa importante si sviluppa solo nella Riviera di Ponente si diffonde in Liguria Esercizio 2 - Comprensione del testo Completate le frasi con la parola adatta scelta dal testo Esempio: L’olivo è un _____________ di pace. (simbolo / modello) L’olivo è un simbolo di pace. 1. L’olivo è una pianta ___________________. (vecchia / antica) 2. La pianta dell’olivo era molto ____________________ fin dall’antichità. (conosciuta / saputa) 3. La Taggiasca è ___________________ di olivo. (razza / una varietà) 4. In quel tempo era ________________ trovare il modo di conservare i cibi per i marinai nei lunghi viaggi. (importante / notevole) 5. Per conservare i cibi l’olio era ____________ del sale. (migliore / più positivo) 6. L’oliva e l’olio erano un __________________ prezioso. (mangiare / alimento) 105 Raccontami la tua terra Esercizio 3 Completare la seguente tabella. Come da esempio alla prima riga. 20° = ventesimo 18° = XX XII 15° = XIV 16° = V 6° = VIII 9° = XI 106 Unità 4 - Raccontami L’olivo IL PAesAGGIo deLL’oLIVo Le terrazze, le fila di muretti a secco, il colore sempreverde durante tutto l’anno delle piante di olivo disegnano il paesaggio ligure dalla costa fino alle zone “boscate” a monte. Le terrazze servono per sistemare il terreno molto ripido e per diminuire la pendenza; esse sono sostenute da muretti a secco costruiti con le pietre presenti nel terreno. Su queste terrazze sono presenti gli oliveti. In Liguria esistono molte piante secolari e con le loro forme maestose ed imponenti sono veri monumenti naturali; i marinai, per esempio, guardavano dal mare “l’olivo di Minerva” a Sanremo come un faro. Glossario terrazze: spazi orizzontali costruiti nella collina. Muretti a secco: muri di pietra. Sempreverde: pianta che non perde mai le foglie. Boscate: parola tecnica che indica la presenza del bosco. terreno molto ripido: terreno con una notevole pendenza. Pendenza: inclinazione. Piante secolari: piante con più di 100 anni. Maestose: grandiose. faro: segnale luminoso sulla costa per facilitare la navigazione. 107 Raccontami la tua terra Esercizio 4 - Cloze Completate gli spazi vuoti nelle frasi seguenti: usate le parole sotto indicate (attenzione: c’è una parola estranea). muretti a secco • verde • “boscate” • terrazze • pendenza • balconi • ripido • secolari • fari • pianura Esempio: In Italia il grano si coltiva nella In Italia il grano si coltiva nella pianura padana. padana. • La presenza delle __________________ è tipica del paesaggio ligure. • Le piante di olivo, di limone e di arancio hanno le foglie di colore __________________ durante tutto l’anno. • È difficile coltivare un terreno molto ____________________________. • Le colline dell’entroterra ligure sono tutte coltivate a terrazze per diminuire la ________________ del terreno. • I contadini costruiscono i _____________________________________ con pietre di varie misure senza usare il cemento. • In Liguria ci sono molti olivi ____________________________ dalle forme maestose come monumenti. • Se parti dal mare e sali verso la montagna trovi prima gli orti, la vite, gli olivi e poi le zone _____________________________. • Un tempo i _________________________ sulla costa indicavano la via ai marinai. 108 Unità 4 - Raccontami L’olivo Esercizio 5 Scegliete la parola contraria e collegatela con una freccia come nell’esempio secco / umido. Vocaboli Vocaboli contrari Maestoso umido Assenza pianura Ripido presenza Pendenza naturale Secco insignificante Monte pianeggiante Artificiale valle 109 Raccontami la tua terra descRIZIone BoTAnIcA L’olivo è una pianta presente in tutto il Bacino del Mediterraneo. È un albero alto fino a 15 metri e vive anche centinaia di anni. Il tronco di questa pianta è ricco di nodi e contorto, con l’età spesso diventa cavo. L’olivo ha un’ampia chioma formata da foglie semplici, di forma allungata e dure; esse sono di colore verde scuro nella parte superiore e grigio argenteo in quella inferiore. Le foglie non cadono e la pianta è quindi sempreverde. I fiori sono piccoli e di colore bianco, riuniti in gruppi di 10-15; la fioritura inizia in primavera (maggio - giugno). L’oliva è il frutto, compare in estate e matura gradualmente; la produzione dei frutti è alterna: un anno è abbondante e l’anno dopo è scarsa. Esistono molte varietà di olivo per la produzione di olio; nella provincia di Imperia è diffusa la Taggiasca, costituita da frutti piccoli con una maturazione graduale e per questo l’olio è molto pregiato. Glossario Bacino del Mediterraneo: area geografica intorno al mar Mediterraneo. tronco: fusto di un albero. Contorto: storto, incurvato. Cavo: vuoto. 110 Chioma: insieme dei rami e delle foglie di un albero. Superiore: che sta sopra. Inferiore: che sta sotto. Matura gradualmente: diventa oliva lentamente. Pregiato: di valore. Unità 4 - Raccontami L’olivo Esercizio 6 Collegate con una freccia le frasi come nell’esempio. Esempio La forma delle foglie è allungata In inverno l’olivo non perde le foglie: diffusa nella provincia di Imperia. I fiori sono piccoli, bianchi e il suo tronco è contorto. Il frutto è l’oliva che la parte inferiore è grigio argenteo. Il tronco di un olivo molto vecchio è quindi sempreverde. Le foglie formano la chioma che si comincia a vedere in estate, poi matura gradualmente. Una varietà di olive è la Taggiasca, La pianta di olivo non cresce dritta e liscia: Le foglie non hanno lo stesso colore sopra e sotto ma diventa vuoto. di solito è ampia. riuniti in gruppi di 10-15. 111 Raccontami la tua terra Nomi e Aggettivi - Concordanze In italiano la maggior parte dei nomi che terminano in “o” sono maschili e hanno il plurale in “i”. il contadino l’olivo l’albero i contadini gli olivi gli alberi La maggior parte dei nomi che termina con la “a” sono femminili e hanno il plurale in “e”. la collina la cesta la strada le colline le ceste le strade I nomi che terminano con la “e” hanno il plurale in “i”, possono essere maschili o femminili e non esiste una regola per determinarne il genere, occorre consultare il dizionario. Tuttavia i nomi che terminano in “-zione” o “-sione” sono femminili. il pesce (m.) il pane (m.) la carne (f.) la stazione (f.) la pensione (f.) ………….. i pesci i pani le carni le stazioni le pensioni ………….. Esistono tuttavia delle eccezioni: 112 il problema (m.) il sistema (m.) lo schema (m.) il pilota (m.) il cinema (m.) ………………. la mano (f.) la radio (f.) la biro (f.) la foto (f.) l’auto (f.) ………….. Unità 4 - Raccontami L’olivo Gli AGGETTIVI che terminano in “O” hanno le quattro forme: O -A - I - E per maschile, femminile, singolare e plurale. maschile femminile singolare alto plurale alti singolare alta plurale alte Gli AGGETTIVI che terminano in “E” hanno soltanto le due forme del singolare e del plurale, non c’è differenza tra maschile e femminile. maschile femminile singolare verde plurale verdi singolare verde plurale verdi 113 Raccontami la tua terra Esercizio 7 Osservate la tabella seguente e completate i vuoti. Applicate le regole delle concordanze. SINGOLARE PLURALE L’albero alto (m.) Gli alberi alti Il seme verde (m.) I semi Il seme maturo (m.) I semi La pianta alta (f.) Le piante La pianta verde (f.) Le piante La valle imperiese (f.) Le valli Il terreno roccioso Le lame curve Il cestino pesante Le forbici rotte Gli olivi secolari La pianta forte Le foglie secche Il limone giallo 114 Unità 4 - Raccontami L’olivo Esercizio 8 Scrivete le seguenti frasi al plurale Esempio: L’oliva è un frutto Le olive sono dei frutti 1.L’olivo è un albero alto ________________________________________ 2.Il tronco è nodoso e contorto ________________________________________ 3.La chioma è ampia ________________________________________ 4.La foglia è allungata ________________________________________ 5.La pianta è sempreverde ________________________________________ 6.Il fiore è piccolo e bianco ________________________________________ 7.Il raccolto è stato abbondante 8.L’olio è pregiato ________________________________________ ________________________________________ 115 Raccontami la tua terra Esercizio 9 Completate le frasi. Scegliete le parole adatte dal brano “Descrizione botanica” 1.La fioritura ___________________________ in primavera. 2.Il fusto dell’olivo è ricco di __________________________ e contorto. 3.La produzione dei frutti è ___________________________. 4.Nelle valli imperiesi la varietà di olive più diffusa è la ___________________________. 5.Può capitare di trovare olivi molto vecchi dal tronco ______________________________. 6.La pianta è sempreverde perché le foglie non ___________________________________. 7.Un anno la produzione è abbondante, l’anno successivo è _________________________. 8.In tutto il Bacino del Mediterraneo è _____________________________________ l’olivo. 116 Unità 4 - Raccontami L’olivo Coltivazione dell’olivo L’olivo è una pianta molto adattabile, vive anche in terreni rocciosi e resiste alla siccità. Ama le posizioni soleggiate, il clima temperato - caldo e non resiste ai freddi invernali; il gelo, infatti, la danneggia gravemente. In questo caso l’olivo può essere tagliato alla base; da quel punto la pianta produrrà nuovi rami e ricostruirà la nuova chioma. La coltivazione dell’olivo prevede tagli periodici dei rami con interventi di potatura; questi interventi servono per aumentare la produzione di olive, per dare la forma alla pianta e per riparare eventuali danni da freddo o da funghi. Gli attrezzi usati per la potatura sono la roncola, le cesoie, la motosega. Glossario Adattabile: che si adatta facilmente. Terreni rocciosi: terreni con molte pietre. Siccità: aridità, mancanza di acqua. Posizione soleggiata: posizione dove la pianta riceve molto sole. Clima temperato - caldo: clima mite abbastanza caldo. Gelo: freddo intenso. Potatura: taglio di alcuni rami. Funghi: organismi microscopici che provocano malattie alle piante. Roncola: attrezzo formato da una lama curva molto tagliente fissata a un’asta di legno. Cesoie: forbici da potatura. Motosega: sega a motore usata nel taglio degli alberi. 117 Raccontami la tua terra Esercizio 10 Scrivete a fianco di ciascuna parola originale una parola derivata presente nel testo “Coltivazione dell’olivo”. Dal nome all’aggettivo Esempio: estate 1.Inverno 2.Sole 3.Roccia estivo ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ Dal verbo al nome Esempio: raccogliere 4.Potare 5.Produrre 6.Coltivare 7.Tagliare 8.Danneggiare raccolto ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ ____________________________________________________ Esercizio 11 - Comprensione del testo e Cloze Completate le frasi con la parola adatta. Esempio: Il danneggia gravemente le piante Il gelo danneggia gravemente le piante potatura • funghi • siccità • motosega • roncola • cesoie • La ________________ è uno strumento che serve per tagliare. La sua forma è simile a una mezzaluna. • La _________________ è un periodo senza pioggia e senza umidità. • La __________________ è una serie di tagli periodici per modificare la forma di una pianta e liberarla dalle sue parti secche o malate. • È un attrezzo a motore, si usa per tagliare gli alberi o i rami. Il suo nome è _________________________. • Questi _________________ non si mangiano; sono malattie delle piante. • Le _____________________ sono strumenti usati per la potatura, hanno diverse forme e grandezze. 118 Unità 4 - Raccontami L’olivo I prodotti dell’olivo Una pianta di olivo produce circa 15-40 kg di olive, pari a 3-8 kg di olio. In Liguria gli olivicoltori raccolgono le olive da settembre a novembre; in questo periodo sotto le piante di olivo sono disposte le reti e le olive cadono dalla pianta quando sono completamente mature. Dalle reti le olive sono raccolte a mano, disposte in cassette e portate al frantoio. Il legno di olivo è di colore bruno con tratti scuri. è un legno molto duro e resistente ai tarli. Viene usato in falegnameria, per mobili, pavimenti e rivestimenti. Molti oggetti di uso domestico sono in legno di olivo; taglieri per tritare le verdure, mortai - i tradizionali contenitori per preparare il pesto dalle foglie di basilico - e ciotole. Il legno di olivo è un buon combustibile e brucia anche da legno fresco. Glossario Pari a: uguale a. Reti: teli fatti con fili di nylon intrecciati fra loro. Disposte in cassette: le olive sono sistemate in piccole casse senza coperchio. Frantoio: locale dove le olive sono frantumate per fare l’olio. Tarli: piccoli insetti che rodono il legno. Falegnameria: locale dove si lavora il legno. Combustibile: materiale che brucia. 119 Raccontami la tua terra esercizio 12 Adesso per ogni parola a sinistra costruite famiglie di parole come nell’esempio Esempio: fiore fioritura, fiorire, fiorista, fioraio, fiorente Sole ___________________________________________________________________ Produrre ___________________________________________________________________ tagliare ___________________________________________________________________ forma ___________________________________________________________________ Legno ___________________________________________________________________ Pianta ___________________________________________________________________ 120 Unità 4 - Raccontami L’olivo Le RIceTTe ricetta per preparare le olive in salamoia alla ligure (di Bartolomeo Roberto Marenco) Ingredienti olive taggiasche, timo, alloro, rosmarino, 1 limone per la salamoia: 300 gr di sale, 3 lt d’acqua Procedimento Scegliete olive di buona maturazione raccolte a mano direttamente dall’albero. Mettetele in un recipiente sufficientemente grande immerse in acqua fresca abbondante. Cambiate l’acqua totalmente ogni giorno mescolando ma avendo cura di non ammaccare i frutti con urti violenti. Dopo venti giorni mettete le olive in un vasetto o, meglio ancora, in una damigiana di vetro dalla “bocca larga”. Per preparare la salamoia fate bollire l’acqua e scioglietevi del sale da cucina nella dose di grammi 100 ogni litro. Dopo 20-30 giorni rifate la salamoia al 12% (120 gr di sale per ogni litro di acqua) facendola bollire con il timo, l’alloro ed il rosmarino. La salamoia è pronta per l’uso solo quando è completamente fredda. Prima di chiudere il vaso o la damigiana tagliate in due un limone e mettetecelo dentro. Dopo tre mesi sarà bene fare una ulteriore salamoia al 6% per avere una perfetta conservazione delle olive. A questo punto le olive avranno perso il gusto amarognolo e si potrà incominciare ad usarle. Sarà naturale la formazione in superficie di un innocuo leggero strato bianco che potrà essere facilmente levato con un cucchiaio. Mantenete le olive sempre immerse nel liquido nel quale si conserveranno per lunghissimo tempo. ricetta per preparare le olive al forno (di Bartolomeo Roberto Marenco) Ingredienti 2 chili di olive nere, 1 litro di aceto di vino bianco, sale grosso, 1 litro di olio extravergine di oliva. Preparazione Incidete le olive in due punti, ponetele in un colapasta e ricopritele con sale grosso. Fate anche più strati, sempre alternando olive e sale. Lasciate scolare 5 giorni l’acqua di vegetazione, quindi risciacquate con l’aceto freddo. Disponetele in un solo strato su una teglia da forno leggermente unta e ponetele in forno a 150°C per il tempo necessario a farle raggrinzire, quindi toglietele, lasciatele raffreddare e sistematele nei vasi, assieme al liquido che si sarà formato. Chiudete ermeticamente. 121 Raccontami la tua terra Ricetta per preparare la “Stroscia” (di Bartolomeo Roberto Marenco) Ingredienti per 4 persone 500 gr di farina tipo 00, 300 gr di olio extravergine di oliva, 120 gr di Moscatello di Taggia o di vino moscato, 1 bustina di lievito in polvere, 200 gr zucchero semolato, pizzico di sale Procedimento Mescolate gli ingredienti avendo cura che il tutto si amalgami uniformemente, dividete il composto fra due o tre teglie rotonde e cospargete con zucchero semolato, infornate a forno caldo sino al raggiungimento di una bella doratura. È importate ricordare che questo dolce NON si deve tagliare con il coltello, ma come dice il nome, si deve rompere con le dita. È un piatto semplice da preparare e richiede circa 40 minuti. 122 Unità 4 - Raccontami L’olivo Esercizio 13 Molti verbi nella descrizione di queste ricette sono usati all’imperativo, seconda persona plurale; questa forma è uguale all’indicativo presente. Nell’esercizio trasformate i verbi dalla seconda persona plurale alla seconda persona singolare. Esempio: mescolate (voi) mescola (tu) VOI Unità 5 Regola l’imperativo pag. 146 TU dividete cospargete infornate incidete fate lasciate mettete chiudete cambiate scegliete mantenete Ora scrivete i verbi dell’esercizio precedente nella forma dell’infinito. Esempio: mescolate - mescolare; ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 123 Raccontami la tua terra PAsseGGIATA neLL’enTRoTeRRA Traccia 10 siamo in un paese dell’entroterra ligure dove Ute ha comprato una casa. Ute è un’insegnante ormai in pensione, viene dalla Germania, ama molto la Liguria ed il suo clima. Di solito la mattina fa una passeggiata col suo cane lungo strade mulattiere e sentieri di campagna. Qualche volta incontra Maria, un’anziana signora del paese. Ute - Buon giorno, Maria! Maria - Buon giorno, Ute, come stai? Ute - Bene, grazie, anzi molto bene! Questa mattina appena il sole cominciava a scaldare il paese sono uscita per fare una lunga passeggiata sulla collina. Dall’alto si vedeva tutta la valle coperta di olivi, piena di luce e in fondo il mare… Era bellissimo. Maria - Sì, è vero, ci sono molte belle vallate nel nostro entroterra. Ci sono ancora molti oliveti, purtroppo però a coltivarli siamo rimasti in pochi. Vedi, quando io ero giovane, una cinquantina di anni fa, fa a quest’ora la campagna risuonava di voci, di canti, dei colpi secchi dei bastoni con cui gli uomini battevano i rami per far cadere le olive... ora cantano solo gli uccelli, senti? Ute - Sì, anche questa è una bella musica! Glossario Entroterra: il territorio che sta dietro la costa. Strada mulattiera: strada, sentiero di montagna che può essere percorso da muli o da altre bestie da soma. Sentiero: piccola strada di campagna o di montagna che si è formata in seguito al passaggio di persone o animali. 124 Collina: rilievo che non supera i 600 metri di altezza; i fianchi sono poco ripidi. Valle: territorio, più o meno esteso, che si trova fra le montagne o fra le colline. Vallata: valle molto vasta. Una cinquantina di anni fa: circa cinquanta anni fa. Unità 4 - Raccontami L’olivo Esercizio 14 Collegate con una freccia le frasi come nell’esempio. Esempio Un sentiero è una piccola strada di campagna Di solito Ute, la mattina, tutta la valle e in fondo il mare. Ute un’anziana signora. Il canto degli uccelli è una bella musica. Ute ha comprato Dall’alto della collina si vede è un’insegnante in pensione. Tutta la valle fa una passeggiata col suo cane. Maria è è coperta di olivi. Il paesaggio una casa in paese. Una valle luminosa vuol dire Oggi a coltivare gli olivi sono rimaste poche persone. è bellissimo. piena di luce. 125 Raccontami la tua terra Alcuni INDEFINITI che possono essere AVVERBI o AGGETTIVI Le parole POCO - TANTO - MOLTO - PARECCHIO - TROPPO indicano quantità indefinite e possono essere AVVERBI o AGGETTIVI Come AVVERBI modificano il significato di: un verbo lavora poco tanto molto parecchio troppo poco tanto molto parecchio troppo faticoso Ute è uscita tanto molto troppo presto tardi Maria è arrivata poco parecchio prima dopo Maria un aggettivo Questo lavoro è un avverbio e in questo caso sono invariabili. Come AGGETTIVI modificano il significato di un NOME, quindi seguono la regola della concordanza nome - aggettivo. • • • • • • 126 In passato molte donne trovavano lavoro nella raccolta delle olive. Per molto tempo il trasporto delle olive è stato fatto a dorso di mulo. In molti paesi esistevano parecchi frantoi. Il lavoro dei coltivatori richiede ancora oggi molta fatica. Spesso i contadini si lamentano perché guadagnano pochi soldi e fanno troppa fatica. Tanti stranieri amano vivere nei paesi dell’entroterra. Unità 4 - Raccontami L’olivo Esercizio 15 - Cloze Completate gli spazi vuoti nelle frasi seguenti. Usate le parole sotto indicate (attenzione: c’è una parola in più). molto • molto • molto • molti • molti • molti • molte • molte • molta • molta • molta Esempio: Mi piace _____________ passeggiare con il mio cane Mi piace molto passeggiare con il mio cane • Nell’entroterra ci sono _________ piccoli paesi. • Dalle colline si possono vedere _________ belle vallate. • La signora Maria non è più _________ giovane. • _________ persone amano vivere in campagna. • Il paesaggio è ________ bello. • In passato _________ uomini erano contadini. • Ute ama _________ la Liguria ed il suo clima. • Oggi _________ gente si è trasferita in città. • _________ uliveti sono coltivati regolarmente. • La raccolta delle olive anticamente richiedeva _________ fatica. 127 Raccontami la tua terra Esercizio 16 Completate la tabella come nell’esempio. Aggettivo Bello Lungo Caldo Secco Faticoso Giovane Piccolo 128 Molto bello Bellissimo Unità 4 - Raccontami L’olivo Continua la conversazione Tra ute E maria Maria - Un tempo la raccolta delle olive si faceva in modo diverso e occupava tante persone. Ute - Non c’erano le reti come adesso? Maria - No, non c’erano ancora. Le olive si bacchiavano o si raccoglievano a terra a mano. La bacchiatura avveniva in questo modo: si stendevano grandi teli per terra intorno agli alberi senza lasciare spazi vuoti, gli uomini salivano sull’albero e percuotevano i rami con delle lunghe pertiche per far cadere i frutti. Durante il lavoro stavano molto attenti a non rovinare i rami, specialmente quelli piccoli. Finito un albero, si mettevano le olive in un sacco e si passava a quello successivo. Questo metodo si pratica anche oggi, a volte si usano pertiche meccaniche per fare meno fatica, è un metodo che permette di ottenere un olio di qualità migliore. Il lavoro delle donne era quello di raccattare le olive a terra ad una ad una, riempire un canestro, versarlo in un sacco, riempire il sacco… e avanti così, fino alla fine della giornata. Per raccogliere bisognava rimanere accucciate e spostarsi tenendo le gambe piegate, tutto il giorno. Il trasporto dei sacchi dalla campagna al magazzino avveniva a dorso di mulo, o bue o asino. Le operazioni di carico e scarico toccavano agli uomini, come il lavoro nel frantoio. In paese c’era un frantoio quasi presso ogni famiglia. La terra, ovviamente, doveva essere il più possibile piatta e senza erba perciò era necessario lavorarla bene. Gli uomini la aravano con l’aratro tirato da un bue, poi con l’erpice rompevano le zolle e a settembre ripassavano a spianarla con la zappa. Ute - Era un lavoro molto lungo... e anche faticoso, immagino. Maria - Sì, ma almeno non eravamo costrette ad andare via da casa per lavorare! Pensa che nelle annate molto abbondanti, quando gli olivi davano tantissimi frutti, molte donne venivano da lontano a raccogliere le olive qui nei nostri paesi. Noi le chiamavamo fureste che vuol dire “forestiere”, o muntagnine, donne della montagna. Infatti lo erano. Emigravano. Partivano dal basso Piemonte, o da altri paesini dell’entroterra situati magari in montagna, dove d’inverno c’era la neve e niente da fare per guadagnare un po’ di soldi. Qui ricevevano una paga mensile e, quando tornavano alle loro case, anche una certa quantità di olio. Dovevi vedere com’erano contente! Eravamo tutti più contenti di oggi, forse perché eravamo giovani o forse perché ci sapevamo accontentare. Molte di queste ragazze tornavano ogni anno per la raccolta e alcune si sposavano con giovanotti di qui. Oggi i forestieri siete voi, che avete comprato e ristrutturato anche alcuni vecchi frantoi, e parecchi albanesi e turchi che sono assunti per lavori stagionali, come ricostruire i muri a secco o per abbacchiare o potare le piante. Ute - Loro hanno anche più bambini di noi e vedrai fra parecchi anni la gente in paese sarà più numerosa, magari italiani e stranieri si sposeranno… sarà una bella mescolanza! Traccia 11 129 Raccontami la tua terra Esercizio 17 Qual è la parola adatta? Completate gli spazi vuoti con la parola adatta scelta fra le tre scritte a destra. Esempio: Le olive si _______________ a terra a mano. Le olive si raccoglievano a terra a mano. a bacchiavano b percuotevano c raccoglievano 1. Intorno agli alberi si ________________ grandi teli. a metteva b stendevano c passava 2. Gli uomini salivano ________________ albero. a in l’ b all’ c sull’ 3. ______ uomini percuotevano i rami con lunghi bastoni. a i b gli c li 4. Le olive si _______________ in un sacco. a mettevi b metteva c mettevano 5. Questo metodo si _______________ anche oggi. a pratica b usano c fai 6. Le donne dovevano ____________ accucciate tutto il giorno. a riempire b rimanere c raccattare 7. Il lavoro nel frantoio era svolto _______________ uomini. a dai b da gl’ c dagli 8. Quasi tutte le famiglie del paese __________ un frantoio. a volevano b possedeva c avevano 130 Unità 4 - Raccontami L’olivo 9. Era _______________ preparare bene la terra. a inutile b poco importante c necessario 10. Per spianare la terra si usava _______________. a l’aratro b l’erpice c la zappa Esercizio 18 - Comprensione del testo Leggete attentamente le frasi e le possibilità di completamento date. Segnate con una crocetta la risposta esatta. Maria afferma che nell’entroterra sono rimasti pochi oliveti sono rimaste poche persone sono rimasti pochi olivicoltori Cinquanta anni fa le olive si raccoglievano come oggi in campagna si sentivano cantare solo gli uccelli si usavano altri metodi di raccolta delle olive Tanti anni fa le donne non andavano in campagna trasportavano le olive dalla campagna al magazzino raccoglievano le olive a terra Esempio: Negli ultimi anni molti stranieri hanno comprato anche vecchie chiese abbandonate antichi frantoi vecchie case diroccate La raccolta delle olive era un lavoro faticoso perciò molte donne cercavano lavoro in altri paesi che però permetteva alla gente di guadagnare abbastanza che però durava solo pochi giorni Oggi per i lavori stagionali si assumono solo ragazze si assumono solo lavoratori italiani si assumono spesso lavoratori stranieri La potatura delle piante è un lavoro inutile è un lavoro stagionale è un lavoro leggero In passato per raccogliere le olive a mano non era importante preparare il terreno non era necessario togliere l’erba la terra doveva essere ben spianata 131 Raccontami la tua terra Esercizio 19 - Interazione Leggete ancora una volta l’ultima parte della conversazione fra Ute e Maria. Dialogate con i vostri compagni su questi argomenti: • Nel vostro Paese ci sono molte persone che si trasferiscono da una città all’altra per lavorare? • Secondo voi lo stesso lavoro dà lo stesso guadagno nei vostri Paesi di origine? • Sono molte le persone che lasciano il vostro Paese per cercare lavoro all’estero? 132 • Sono molte le persone che arrivano nel vostro Paese per lavorare? Che lavori svolgono? • In Italia esistono già molte famiglie in cui un genitore è straniero; pensate che sia facile trovare un accordo nell’educazione dei figli e nello stile di vita? Unità 4 - Raccontami L’olivo Verifica Finale Provate a raccontare per iscritto la storia di uno straniero. Potete utilizzare la traccia seguente: • Come immaginava l’Italia prima di partire? • Perché ha scelto l’Italia? • Cosa ha trovato all’arrivo in questo Paese? • Come si è sentito? • Che cosa gli ha fatto sentire più forte la nostalgia del suo Paese? • Come immagina il futuro? Nelle frasi seguenti completate i vuoti con gli articoli determinativi. • _____ parola “Stroscia” significa “rotta” ed è _____ nome di una torta. • Mescolate ___ ingredienti avendo cura che ___ tutto si amalgami in modo uniforme. Dividete _____ composto fra due o tre teglie rotonde. • Cospargete con _____ zucchero semolato. Mettete _____ teglie nel forno caldo. Lasciatele nel forno fino a quando _____ torte raggiungeranno una bella doratura. • È importate ricordare che questo dolce NON si deve tagliare con _____ coltello, ma come dice _____ nome, SI deve rompere con _____ dita. • _____ ingredienti di questa ricetta sono: ___ farina tipo 00, _____ olio extravergine di oliva, _____ vino moscato, _____ lievito, _____ zucchero semolato, _____ sale. Riordinate le seguenti frasi, tratte dalla ricetta: “Olive al forno”. Preparazione 1. quindi toglietele, lasciatele raffreddare 2. chiudete ermeticamente. 3. assieme al liquido che si sarà formato. 4. e ponetele a forno a 150°C per il tempo necessario a farle raggrinzire, 5. e sistematele nei vasi, 6. Incidete le olive in due punti, ponetele in un colapasta 7. Disponetele in un solo strato su una teglia da forno leggermente unta 8. e ricopritele con sale grosso. 9. Lasciate scolare 5 giorni l’acqua di vegetazione, 10.Fate anche più strati, sempre alternando olive e sale. 11.quindi risciacquate con l’aceto freddo. 133 Raccontami la tua terra Completate gli spazi vuoti con le preposizioni semplici o articolate. Alcune preposizioni dovranno essere usate più volte: • a • ad • al • alle • con • da • dall’ • dalla • delle • d’ • di • in • nell’ • nella • per • sulla Al termine dell’esercizio confrontate quello che avete scritto con la ricetta delle olive in salamoia 1. Scegliete olive _____ buona maturazione raccolte _____ mano direttamente _____ albero. 2. Mettetele _____ un recipiente grande immerse _____ acqua fresca abbondante. 3. Cambiate l’acqua totalmente ogni giorno mescolando, fate attenzione _____ non ammaccare i frutti _____ urti violenti. 4. Dopo venti giorni mettete le olive _____ un vasetto o, meglio ancora, _____ una damigiana _____ vetro _____ “bocca larga”. 5. _____ preparare la salamoia far bollire e sciogliere _____ acqua del sale _____ cucina _____ dose di grammi 100 ogni litro. 6. Dopo 20-30 giorni rifate la salamoia _____ 12% (120 gr _____ sale ogni litro _____ acqua) facendola bollire con il timo, l’alloro ed il rosmarino. 7. La salamoia è pronta _____ l’uso solo quando è completamente fredda. Prima _____ chiudere il vaso o la damigiana tagliate _____ due un limone e mettetelo _____ salamoia insieme _____ olive. 8. Dopo tre mesi sarà bene fare una ulteriore salamoia _____ 6% per avere una perfetta conservazione _____ olive. 9. A questo punto le olive avranno perso il gusto amarognolo e si potrà incominciare ____ usarle. 10. Sarà naturale la formazione _____ superficie di un innocuo leggero strato bianco che potrà essere facilmente levato _____ un cucchiaio. Riferimento bibliografico per l’intera unità: Goldstein, Simonetti, Watschinger, 1983. 134 Unità 5 - Raccontami Il castagno Unità 5 Raccontami Il castagno 135 Raccontami la tua terra SITUAZIONE COMUNICATIVA OBIETTIVI LINGUISTICO/ COMUNICATIVI CONTENUTI LINGUISTICI DOMINIO: • personale. • Capire le informazioni. • Capire un testo regolativo (ricetta). • Trasmettere informazioni. e istruzioni. • Descrivere. • Capire termini tecnici. • Usare vocaboli specifici. • • • • • • • AMBITO: • privato e lavorativo. OGGETTI / MATERIALI: • prodotti dei castagni, legname, castagna, carbonaia, bosco, strumenti di lavoro, ricette con le castagne. LUOGHI: • Europa centro meridionale, Italia, Entroterra ligure. AVVENIMENTI: • informazioni su una cultura agricola e sul prodotto locale, sul lavoro agricolo e sulla storia della pianta. AZIONI: • coltivare, raccogliere i prodotti, trasformare, utilizzare, conservare e preparare cibi. 136 Imperativo. Infinito. Imperativo negativo. Pronomi. Uso degli aggettivi. Uso degli avverbi. Uso del sottocodice specifico dell’agricoltura. • Arricchimento lessicale in genere. Unità 5 - Raccontami Il castagno ATTIVITà ESERCIZI • • • • Compiti comunicativi: • Lettura guidata (attenzione alla pronuncia e all’intonazione). • Analisi del testo dal punto di vista lessicale e strutturale. • Comprensione del contenuto dei testi (test vero/falso - test a risposta multipla). • • • • • • • • • Ascolto. Lettura a voce alta ed espressiva. Estrapolazione di informazioni e di contenuti. Acquisizione di nuovo lessico. Comprensione del lessico. Comprensione del contenuto. Mediazione. Comparazione. Identificazione di similitudini. Discussione guidata. Parlare di sé. Esercizi guidati in forma scritta. Produzione autonoma di brevi elaborati in forma scritta. Esercizi linguistici: • Esercizi di coniugazione dei verbi. • Esercizi sull’uso dei verbi e dei pronomi. Verifica finale Esercizi di interazione: • Esercizi per verificare l’acquisizione di nuovo lessico (cloze e test di comprensione). • Rispondere a domande aperte. • Fornire istruzioni. 137 Raccontami la tua terra Storia DEL CASTAGNO Traccia 12 Il castagno è una pianta presente in Italia fin da un milione di anni fa; era coltivata come pianta da legno e come pianta da frutto anche dai Romani. L’alimentazione delle popolazioni contadine e di montagna, per molti secoli, dipendeva dal frutto di questa pianta, la castagna. Per questo motivo il castagno era chiamato “albero del pane”. Negli ultimi decenni il castagno è attaccato da varie malattie parassitarie. La castagna non è più importante nell’economia e così oggi molti boschi di castagno sono abbandonati. Glossario Pianta da legno (o forestale): pianta coltivata per la produzione di legno. Pianta da frutto: pianta coltivata per la produzione di frutti. 138 Malattie parassitarie: malattie causate da organismi di piccole dimensioni che consumano le sostanze della pianta. Unità 5 - Raccontami Il castagno esercizio 1 - comprensione del testo Senza guardare il testo, dopo l’ascolto rispondi alle seguenti domande. 1. Chi coltivava il castagno già nell’antichità? ___________________________________________________________________________________ 2. Da cosa dipendeva l’alimentazione delle popolazioni contadine e di montagna? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 3. Come era chiamato il castagno, proprio perché il suo frutto serviva all’alimentazione? ___________________________________________________________________________________ 4. Perché molti boschi di castagno sono ora abbandonati? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Ora controlla con il testo “Storia del Castagno” se hai risposto correttamente. 139 Raccontami la tua terra descRIZIone BoTAnIcA Immagini pagg. 135 e 139 Il castagno è diffuso nell’Europa Centro-Meridionale. In Italia è la specie più comune nei boschi delle zone collinari e montane fra i 300-1200 metri di altitudine. È una pianta imponente, alta fino a 30 metri, con una circonferenza di 6-8 metri e molto longeva perché vive anche 1000 anni. Le radici sono poco profonde, il fusto ha molti rami che formano una chioma ampia. La corteccia è liscia e bruna quando la pianta è giovane; diventa scura e molto fessurata con il tempo. Le foglie sono di forma allungata e con il bordo seghettato, lunghe 8-20 centimetri e cadono nella stagione fredda. Il castagno è dunque una pianta caducifoglia. In passato le foglie erano raccolte e messe sul pavimento della stalla oppure nei sacchi come materasso per il letto. Il castagno fiorisce in giugno-luglio con fiori riuniti in gruppi, molto profumati. Dai fiori di castagno si ottiene un ottimo miele di colore scuro. Il frutto è la castagna; essa matura in autunno ed è racchiusa in un riccio spinoso. Il più grande albero del mondo è il “castagno dei Cento Cavalli” in Sicilia: il suo tronco misura 52 metri di circonferenza e ha circa 3000 anni. Una leggenda racconta che la regina Giovanna d’Aragona passò con i suoi cento cavalieri in quella zona: c’era un terribile temporale e tutti trovarono riparo sotto quell’enorme castagno. Glossario Imponente: di grandi dimensioni. Longevo/a: di lunga vita. fessurato/a: con piccoli tagli. Seghettato: non lineare, con sporgenze appuntite. 140 Caducifoglia: pianta che perde le foglie in autunno. Riccio: involucro formato da foglie rigide e coperte di spine, contiene le castagne. Unità 5 - Raccontami Il castagno Esercizio 2 - Comprensione del testo Leggi attentamente e rispondi alle seguenti domande. 1. In quale zona è diffuso il castagno? ___________________________________________________________________________________ 2. In quali boschi italiani è più diffuso il castagno? ___________________________________________________________________________________ 3. Perché si dice che il castagno è una pianta longeva? ___________________________________________________________________________________ 4. Perché il castagno viene chiamato una pianta imponente? ___________________________________________________________________________________ 5. Com’è la corteccia del castagno? ___________________________________________________________________________________ 6. Perché il castagno viene definito una pianta caducifoglia? ___________________________________________________________________________________ 7. A cosa servivano le foglie secche del castagno? ___________________________________________________________________________________ 8. Che tipo di miele si ottiene dai fiori di castagno? ___________________________________________________________________________________ 9. In cosa è racchiusa la castagna? ___________________________________________________________________________________ 10.Dove si trova il più grande albero del mondo? ___________________________________________________________________________________ 11.Perché il grande albero si chiama il “castagno dei Cento Cavalli”? ___________________________________________________________________________________ 141 Raccontami la tua terra I BoscHI dI cAsTAGno Traccia 13 I boschi di castagno sono ricchi di altre specie, come il nocciolo, la ginestra, l’erica. Nel terreno crescono molti funghi commestibili. Questi boschi sono molto importanti per la fauna selvatica perché gli animali possono trovare rifugio nei grandi tronchi e trovare cibo nelle castagne. In passato questi boschi erano destinati alla produzione di legname: se il bosco era tagliato dopo 10-15 anni il legno era di piccole dimensioni. In questo caso era usato come legno da ardere. Se il bosco era tagliato dopo 50 anni si aveva legname di grandi dimensioni: il legno, compatto ed elastico, era usato per ottenere travi per gli edifici. Infatti molti monumenti italiani hanno la struttura in legno di castagno perché questo legno non è attaccato dai tarli. Era anche usato per costruire le botti dove conservare il vino e per i pali del telefono. Con il legno di castagno si costruiscono mobili per la casa. Un tempo i genitori piantavano alberi di castagno; così quando i figli si sposavano avevano a disposizione il legno per costruire i mobili per la nuova casa. Il castagno era usato anche per ottenere il carbone; nel bosco era costruita la carbonaia con tanti pezzi di legno coperti di terra. La carbonaia bruciava per giorni fino a produrre il carbone. Nel legno di castagno è presente il tannino, una sostanza usata nella lavorazione del cuoio e delle pelli. Glossario fauna selvatica: animali che vivono negli ambienti naturali, non allevati dall’uomo. Legname: insieme di pezzi di legno tagliati, di varie dimensioni. 142 tarli: piccoli insetti che si nutrono del legno. Unità 5 - Raccontami Il castagno Esercizio 3 - Comprensione e produzione scritta Test di comprensione (ascolto e lettura) e prova di produzione scritta da farsi con il testo a disposizione. Rispondi alle seguenti domande e forma un testo continuo con le risposte. 1.Quali altre piante sono presenti nel bosco di castagne? 2.Perché i boschi di castagno sono importanti per la fauna selvatica? 3.A cosa serviva il legno del bosco tagliato dopo 10-15 anni? 4.A cosa serviva il legno del bosco tagliato dopo 50 anni? 5.Perché il legno di castagno veniva usato per la costruzione degli edifici? 6.Perché i genitori piantavano alberi di castagno per i figli? 7.Come veniva costruita la carbonaia? 8.Quale sostanza è presente nel legno di castagno e a cosa serve? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 143 Raccontami la tua terra castagneti da frutto Nel castagneto da frutto gli alberi sono grandi, vecchi e molto distanti fra loro con ampi spazi aperti fra un albero e l’altro. In questo modo la luce del sole arriva meglio e le piante producono frutti migliori. Il castagneto da frutto è coltivato come un orto e si eseguono molti lavori agricoli: eliminare i cespugli intorno agli alberi, concimare, potare la chioma dei castagni per aumentare la produzione. La raccolta avviene in autunno quando le castagne cadono spontaneamente al suolo; una pianta produce circa 6 kg di castagne. Esistono molte varietà di castagne (circa 100) coltivate per le particolari caratteristiche del frutto; i “marroni” per esempio vengono utilizzati in pasticceria per fare i “marrons glacés”. Le castagne vengono mangiate arrostite o bollite. La conservazione delle castagne è possibile se si immergono in acqua per 10 giorni oppure se vengono seccate. In passato per conservare le castagne si usavano i “metati”. Sono essiccatoi a forma di casette in pietra a due piani. Al primo piano erano le castagne su un solaio di legno, sotto, al piano terra, era acceso il fuoco. Per 40 giorni il fuoco seccava le castagne; poi venivano portate al mulino e trasformate in farina. Glossario Concimare: distribuire nel terreno sostanze che servono alla pianta per crescere. Potare: tagliare parti della pianta. 144 Spontaneamente: da solo, senza intervento dell’uomo. Essiccatoi: locali per seccare un prodotto. Unità 5 - Raccontami Il castagno Esercizio 4 - Comprensione del testo Dopo la lettura, si passa al test di comprensione. Rispondete alle domande seguenti. Se fate l’esercizio in classe rispondete oralmente a coppie e poi rispondete per iscritto individualmente. 1.Perché nel castagneto da frutto ci sono ampi spazi aperti? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 2.Quali lavori agricoli si fanno nel castagneto da frutto? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 3.Quante castagne produce una pianta? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 4.Che cosa si fa con i “marroni”? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 5.Come vengono mangiate le castagne? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 6.Come si conservano le castagne? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 7.Che cosa sono i “metati”? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 145 Raccontami la tua terra L’imperativo L’imperativo in italiano si presenta in maniera diversa a seconda della persona alla quale ci si rivolge. L’imperativo dei verbi regolari si forma così: Parlare Vedere Partire Capire Tu Parla! Vedi! Parti! Capisci! Lei (F.C. *) Parli! Veda! Parta! Capisca! Noi Parliamo! Vediamo! Partiamo! Capiamo! Voi Parlate! Vedete! Partite! Capite! Loro (F.C. *) Parlino! Vedano! Partano! Capiscano! Con essere e avere si forma così: Essere Avere Tu Sii! Abbi! Lei (F.C. *) Sia! Abbia! Noi Siamo! Abbiamo! Voi Siate! Abbiate! Loro (F.C. *) Siano! Abbiano! L’imperativo negativo: Parlare Scrivere Partire Finire Tu Non parlare! Non scrivere! Non partire! Non finire! Lei Non parli! Non scriva! Non parta! Non finisca! Noi Non parliamo! Non scriviamo! Non partiamo! Non finiamo! Voi Non parlate! Non scrivete! Non finite! * F.C.: Forma di Cortesia 146 Non partite! Unità 5 - Raccontami Il castagno Esercizio 5 Completa la frase usando il verbo sottolineato all’imperativo positivo o negativo e con i pronomi adatti (pronomi semplici). Esempio: Se vuoi fare il bagno, fallo prima di cena. • Se vuoi dire la verità, ____________________ subito. • Se volete scrivere a Luigi, ____________________ una cartolina dal mare. • Se vuoi andare a teatro, ____________________ domani, perché stasera non ci sono più biglietti. • Se vuoi fare i compiti, ____________________ subito all’inizio del pomeriggio. • Se vuoi imparare una lingua straniera in fretta, ____________________ sul posto. • Se volete cambiare i soldi, non ____________________ in questa banca perché il cambio è sfavorevole. • Se ti dico un segreto, non ____________________ a nessuno, mi raccomando! • Se volete fare una passeggiata nel parco, ____________________ verso sera, perché adesso fa troppo caldo. • Se vuoi dare l’esame di filosofia, ____________________ nella sessione di settembre. • Se vuoi vendere l’appartamento, non ____________________ a un prezzo troppo alto. 147 Raccontami la tua terra Esercizio 6 Trasformare la frase con il verbo sottolineato all’imperativo (sostituisci il verbo “dovere”). Esempio: Franco, devi dire la verità! Franco dì la verità! • Giovanni, hai la febbre, devi andare dal dottore! ___________________________________________________________________________________ • Ragazzi, dovete sapere che domani non c’è la partita di calcio! ___________________________________________________________________________________ • Carlo, devi fare colazione prima di partire! ___________________________________________________________________________________ • Bambini, non dovete fare rumore, la nonna sta dormendo! ___________________________________________________________________________________ • Zia Maria, non devi andare via subito, devi rimanere con noi! ___________________________________________________________________________________ • Luca, devi stare tranquillo, hai fatto il tuo dovere! ___________________________________________________________________________________ • Ragazzi, non dovete dare ascolto a tutto quello che dice la gente! ___________________________________________________________________________________ • Marco, non devi dare l’esame domani, non sei abbastanza preparato! ___________________________________________________________________________________ • Lucia, devi sapere che non sono contenta di te! ___________________________________________________________________________________ • Franca, devi uscire adesso, dopo sarà troppo buio! ___________________________________________________________________________________ 148 Unità 5 - Raccontami Il castagno Storia di un castagno nel giardino di una casa in Argentina Ecco ora, per rendere un simpatico omaggio al castagno, uno scritto autobiografico di una signora argentina, Alejandra Daglio, i cui nonni, piemontesi emigrati in Argentina, le raccontavano… Quando andavo a Carlos Paz, in provincia di Cordoba, a visitare i miei nonni durante le vacanze, per me era una bellissima festa, soprattutto perché potevo finalmente ammirare il castagno che si mostrava in tutta la sua bellezza nel giardino davanti alla loro casa. Quando andavamo in questo luogo, per me incantato, sul finire dell’estate, potevamo raccogliere, insieme ai miei nonni, questi “strani” frutti e mia nonna mi raccontava che avevano deciso di comprare quella casa proprio perché c’era il castagno. In Argentina, infatti, sebbene fosse presente una grande varietà di alberi, il castagno non esisteva e tuttora non esiste. I nonni, piemontesi, mi raccontavano, sognanti, che in Italia esistevano addirittura interi boschi di castagni, i cui frutti, chiamati castagne, si cucinavano sul fuoco e prendevano il nome di “caldarroste” che si potevano comprare anche per strada e te le mettevano dentro coni di carta… La nonna mi spiegava che il colore dei miei capelli veniva definito castano proprio perché assomigliava al colore delle castagne. Questo allora mi riempiva di orgoglio e sentivo una forma di vicinanza a questo albero ed ai suoi frutti, così speciali, che, sotto le spine del riccio, celano un’anima dolce. Un’anima che sembra di legno verniciato. Esercizio 7 Ora provate a scrivere anche voi un breve testo su un albero, una pianta, un fiore o un frutto che vi piace e che è legato ai ricordi della Vostra terra... ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 149 Raccontami la tua terra le ricette CON IL FRUTTO DEL CASTAGNO, LA CASTAGNA, SI POSSONO PREPARARE GUSTOSE RICETTE. PUOI PROGETTARE UN MENU COMPLETO, USANDO, CON ALTRI INGREDIENTI, LA CASTAGNA Primo piatto Gnocchi di castagne al pesto Secondo piatto Petto di tacchino ai marroni Dolce Bavarese alle castagne Ricetta per preparare gli Gnocchi di castagne al pesto (di Alberto Bernasconi) Unità 8 pag. 234 Ingredienti per 6 persone Per gli gnocchi: 150 gr di farina di castagne, 800 gr di patate farinose, 100 gr di farina bianca 00, 50 gr di fecola di patate, sale fino per l’impasto, 1 foglia di alloro e sale grosso per la cottura. Per il pesto: 1 mazzetto di basilico, una manciata di pinoli, uno spicchio piccolo d’aglio, un cucchiaio di pecorino grattugiato, 2 cucchiai di parmigiano grattugiato, olio extravergine di oliva, sale grosso. Preparazione Pesto: pulite il basilico con dei fogli di carta, pestate il basilico nel mortaio con il sale grosso, aggiungete i pinoli e l’aglio. Aggiungete i formaggi. Fate scendere l’olio a filo e mescolate fino a coprire la salsa. Gnocchi: lessate e sbucciate le patate, passatele facendole cadere sulla spianatoia, unite le due farine con la fecola e un pizzico di sale, impastate accuratamente ma velocemente finché tutto è ben amalgamato. Formate dei filoni che taglierete a tocchetti. Passateli in una forchetta infarinata per dare la forma. Lessate in abbondante acqua salata nella quale avrete aggiunto la foglia d’alloro; quando gli gnocchi verranno a galla toglieteli con il mestolo forato, condite con il pesto allungato con un paio di cucchiai di acqua di cottura, servite subito. Esercizio 8 Ora provate a volgere all’infinito i verbi sottolineati. Esempio: lessare e sbucciare le patate... 150 Unità 5 - Raccontami Il castagno Ora vi diamo una seconda ricetta su cui però vi chiediamo di fare un esercizio di riempimento. Cercate gli ingredienti fra le parole mancanti. Ricetta per preparare il Petto di tacchino ai marroni (di Alberto Bernasconi)* Ingredienti per 6 persone 1 kg di petto di tacchino in un pezzo solo, 500 gr di marroni lessati (la quantità riguarda le castagne già lessate e pulite), 1 finocchio, 4 grossi scalogni, 50 gr di gherigli di noce, un pizzico di cannella, un pizzico di noce moscata, un pizzico di pepe nero, 1 cucchiaio di zucchero, 1 foglia di alloro, 2 bicchieri di brodo vegetale o di pollo, 80 gr di burro, sale, acqua. Esercizio 9 - Cloze Completate gli spazi bianchi del testo seguente con gli ingredienti della ricetta. Usate solo le parole che servono. Alcune parole sono ripetute più volte. Preparazione Fondete lentamente 50 gr di _______________, versatelo in una pirofila, rotolateci il petto di ___________________, cospargetelo con la ______________, la noce moscata, il pepe, i _____________ di ___________ pestati, ponete in forno preriscaldato a 180°C per un’ora e mezzo, girandolo spesso e bagnandolo con il suo sugo e qualche cucchiaio di _____________________ bollente se dovesse asciugare troppo. Contorno di marroni con la sua salsa Affettate gli _________________ e scottateli per 2 minuti in abbondante ___________ bollente leggermente salata, scolateli con il mestolo forato e tenete da parte. Nella stessa _____________, da quando riprende il bollore lessate per 10 minuti i marroni, toglieteli e teneteli da parte. In una casseruola sciogliete 30 gr del _______________ rimasto, unite lo zucchero, salate e pepate, cuocete per qualche minuto, aggiungete il finocchio tagliato a listarelle sottili, lasciate insaporire, aggiungete 4 cucchiai di ______________ caldo e cuocete per 10 minuti a fuoco moderato, poi aggiungete i marroni, la foglia di alloro, i gherigli tritati grossolanamente, il brodo rimasto e cuocete a fuoco vivace finché il liquido è quasi asciugato, scuotendo di tanto in tanto il tegame. Servite il _________________ ben caldo affettato con il contorno bollente. * La ricetta del professor Bernasconi, insegnante di Cucina all’IPSSAR “N. Bergese” di Genova - Sestri Ponente, è stata parzialmente modificata dal comitato di redazione. 151 Raccontami la tua terra EccO OrA IL DOLcE cHE cONcLUDE IL VOsTrO DELIzIOsO MENU ricetta per preparare la Bavarese alle castagne (di Alberto Bernasconi) Ingredienti per 6 persone 500 gr marroni ancora con la buccia, 250 gr di panna liquida, ½ lt di latte, 200 gr di zucchero semolato e 50 gr di zucchero a velo, 4 tuorli, 20 gr di gelatina in fogli, 1 bustina di vanillina, 1 foglia di alloro, sale. Preparazione In abbondante acqua leggermente salata lessare i marroni con la foglia d’alloro. Dopo un’ora di cottura scolarli, e lasciarli intiepidire, poi sbucciarli accuratamente e passarli al setaccio fine sino ad ottenere una purea. Ammorbidire la gelatina in abbondante acqua fredda. Montare i tuorli con 150 gr di zucchero. Quando sono spumosi unire il latte sempre sbattendo. Versare in un tegame e cuocere la crema a fuoco basso finché si è addensata. Aggiungere la gelatina ben strizzata. Togliere dal fuoco quando è completamente sciolta, unire alla purea di castagne. Montare la panna con il restante zucchero. Mescolare la crema di castagne con la panna montata con delicatezza dal basso verso l’alto. Versare il composto in uno stampo con pellicola. La pellicola deve debordare per aiutarvi quando sformerete il dolce. Passare in frigorifero per almeno 5 ore prima di servire. esercizio 10 Volete ora volgere all’imperativo i verbi sottolineati? Esempio: Passate in frigorifero per almeno 5 ore prima di servire. 152 Unità 5 - Raccontami Il castagno Brainstorming Osservate una foto di un bosco di castagni in autunno. Dite che cosa avete osservato e scrivete alla lavagna le parole che vi vengono in mente. 153 Raccontami la tua terra Esercizio 11 Traccia 14 Ascoltate la poesia Invito all’Autunno, letta dall’attore. Completate la poesia nelle parti mancanti inserendo parole a vostra scelta. Potete aggiungere quante parole volete. Non esiste un’unica risposta! La poesia consente anche di creare parole. Esprimete la vostra creatività Invito all’Autunno* Vola via, pensiero _________! La stagione che ___________ verso il buio del tuo _________ inverno lascia ____________ a nuovi affetti… Che le fiamme del _____________ e le ombre della sera, ________e fresca di venti che sanno del __________ del bosco, ti cullino in un ____________, caldo sogno: ________di castagno in ottobre e foreste rosseggianti, ___________ ardano, come ___________dell’autunno per te in un unico ______________ d’amore. Lucidi frutti ________ nei ricci ________ in una _________ festa di colori. Conserva ________ricordi le ________erbe del passato! Accarezza nel _________del commiato le piante che _____________ per addormentarsi nel loro ____________ letargo! Saluta __________che non rivedrai più nella nuova _____________primavera. Bontà, bellezza, sapori ti hanno ___________. In fasci raccogli i loro scheletri. Nelle _________ ceste del ricordo riponi gli ultimi doni della passata _____________. Vieni, Autunno! E che la ______________ mi copra con il suo ___________ silenzio. * Castellani, 2011a 154 Unità 5 - Raccontami Il castagno Verifica 1 La castagna Traccia 15 Ascolta il testo letto dall’attore. Con l’autunno, in Liguria, torna uno dei frutti più buoni e saporiti: la castagna. La castagna è il frutto del castagno. Questa pianta è presente allo stato selvatico nella zona centro mediterranea dell’Europa, fin dai tempi preistorici. I frutti possono essere raccolti e consumati freschi: bolliti o arrostiti. Oppure possono essere essiccati per poter essere conservati e consumati successivamente sotto forma di frutto secco o farina. Questo processo avviene in tradizionali strutture, gli essiccatoi, generalmente posti in vicinanza dell’abitazione dei contadini, per facilitare le operazioni di alimentazione del fuoco che deve rimanere acceso per diversi giorni. Sin dal passato, il castagno era chiamato albero del pane per i suoi innumerevoli impieghi nella vita dei contadini. In tutti i paesi dell’entroterra ligure rappresentava il prodotto sostitutivo del grano. Un piatto ricorrente, semplice ma sostanzioso, che si preparava in inverno, erano le castagne secche cotte nel latte. La farina di castagne viene usata in preparazioni diverse (gnocchi, castagnaccio ecc.). Immagine pag. 140 Unità 1 pag. 39 Comprensione del testo Dopo l’ascolto esegui il test VERO o FALSO senza leggere il testo. Esempio La castagna è un frutto della primavera Vero Falso Con l’estate, in Liguria torna uno dei frutti più buoni e saporiti: la castagna Vero Falso La castagna è presente nella zona centro meridionale dell’Europa Vero Falso Il castagno era chiamato l’albero del pane Vero Falso La castagna nei tempi passati ha rappresentato il prodotto sostitutivo del grano Vero Falso Dalla castagna si ricava una farina Vero Falso Un piatto che si preparava in inverno, erano le castagne secche cotte nel latte Vero Falso L’essicatoio era distante dalle abitazioni dei contadini Vero Falso 155 Raccontami la tua terra Verifica 2 - Trova il reparto giusto Devi fare la spesa nel supermercato; collega al reparto giusto gli ingredienti delle ricette che abbiamo visto precedentemente. Scrivi il numero del reparto accanto al nome del prodotto. petto di tacchino cannella latte marroni lessati (anche surgelati) noce moscata uova pepe nero gelatina in fogli scalogni zucchero semolato bustina vanillina gherigli di noce zucchero a velo alloro finocchi 1 reparto verdure fresche 156 2 3 reparto macelleria reparto latticini 4 reparto drogheria spezie 5 reparto ingredienti per dolci s ti i Unità 5 - Raccontami Il castagno fecola di patate aglio patate farinose formaggio pecorino burro sale grosso farina bianca 00 formaggio parmigiano sale fino basilico olio extra vergine farina di castagne pinoli panna liquida dadi per brodo vegetale 6 reparto surgelati 7 reparto olio e conserve 8 9 reparto panetteria reparto farine 10 reparto caffè e zuccheri 157 Raccontami la tua terra Verifica 3 - Grammaticale Trasformare la frase con il verbo sottolineato all’imperativo (sostituisci il verbo “dovere”). Esempio: Franco, devi partire subito! Franco parti subito! • Ragazzi, dovete essere più prudenti quando guidate! ___________________________________________________________________________________ • Giulia, non devi guardare la televisione tutte le sere! ___________________________________________________________________________________ • Giuseppe e Mario, dovete smettere di fumare perché fa male! ___________________________________________________________________________________ • Bambini, non dovete giocare sull’erba, è vietato! ___________________________________________________________________________________ • Mamma, devi avere pazienza, non l’ho fatto apposta! ___________________________________________________________________________________ • Giacomo, devi finire il compito prima di andare a giocare! ___________________________________________________________________________________ • Mario, devi essere gentile con tua sorella! ___________________________________________________________________________________ • Signori, prego, dovete avere la cortesia di aspettare in fila! ___________________________________________________________________________________ • Lucia, devi ascoltare bene quello che dice il professore! ___________________________________________________________________________________ • Francesca, non devi parlare a voce così alta, non sono sordo! ___________________________________________________________________________________ 158 Unità 6 - Raccontami L’orto Unità 6 Raccontami L’orto 159 Raccontami la tua terra SITUAZIONE COMUNICATIVA DOMINIO: • personale. OBIETTIVI LINGUISTICO/ COMUNICATIVI • Chiedere per ottenere informazioni. • Estrapolare contenuti AMBITO: da un dialogo. • privato. • Trasmettere informazioni e istruzioni. OGGETTI / MATERIALI: • Usare idiomi. • orto, ortaggi, semi, • Parlare di sé, del proprio attrezzi agricoli, erbe, passato, della propria zucchero, spezie, vigneti, terra. stagioni, chinotto, • Elaborare elenchi. bevanda, canditi • Usare vocaboli specifici. • Confrontare/rapportare LUOGHI: esperienze. • Savona, Senegal, colline • Descrivere attività sul fiume Letimbro, e oggetti. Riviera Ligure, periferie, torrenti, Calabria, Sicilia, Sud America, Mondo Arabo, Oriente. AVVENIMENTI: • incontri fra persone amiche, conversazioni su prodotti locali, confronto sulle diverse produzioni degli orti, conservazione e utilizzo di alimenti, gestione di tempo libero. AZIONI: • conversare, rispettare il proprio turno, condividere conoscenze e competenze, porre domande, fornire risposte, dare istruzioni in ordine cronologico, descrivere, dare riferimenti nello spazio e nel tempo. 160 CONTENUTI LINGUISTICI • La frase interrogativa (intonazione). • Aggettivi possessivi. • Aggettivi possessivi e uso degli articoli determinativi con i nomi di parentela. • Pronomi relativi. • Arricchimento lessicale. Unità 6 - Raccontami L’orto ATTIVITà ESERCIZI • • • • Compiti comunicativi: • Ascolto accompagnato da comprensione del contenuto. • Lettura guidata dei dialoghi (attenzione alla pronuncia e all’intonazione). • Analisi del testo dal punto di vista lessicale e strutturale • Comprensione del contenuto dei testi (test vero/falso - test a risposta multipla) • Esercizi di interazione • Esercizi per verificare l’acquisizione di nuovo lessico (cloze, vero/falso, risposta multipla) • Esercizi di mediazione • Rispondere a domande aperte • Fornire informazioni. • • • • • • Ascolto. Lettura a voce alta ed espressiva. Estrapolazione di informazioni e di contenuti. Acquisizione di nuovo lessico. Comprensione del lessico. Comprensione del contenuto. Comparazione. Parlare di sé e del proprio Paese. Esercizi guidati in forma scritta. Produzione autonoma di brevi elaborati in forma scritta. Esercizi linguistici: • Esercizi sull’uso degli aggettivi possessivi • Esercizio sull’uso degli articoli determinativi con gli aggettivi possessivi in presenza di nomi di parentela • Esercizi sull’uso dei pronomi relativi. Verifica: • Svolgimento di un cloze su un testo riassuntivo dell’intera unità didattica, produrre un testo scritto che riporta il lessico presentato nell’unità didattica, scrivere un testo normativo. 161 Raccontami la tua terra il mio orto o il nostro orto? Traccia 16 Ascolta il testo dal cd e prova a rileggerlo ad alta voce facendo attenzione ad eventuali errori fonologici. Paolo - Siamo a marzo e nel mio orto ho seminato le carote e la lattuga. Ho creato anche un angolino di terra riparato, un luogo protetto, dove ho messo i semi di basilico, i pomodori e le melanzane. Amadou - In Senegal anch’io avevo l’orto, ma non era solo mio, tutta la famiglia lo curava: era di tutti. La nonna curava la semina, usava sempre la sua paletta col manico di legno, i bambini andavano a dare l’acqua a turno alle piantine, due volte al giorno. Ricordo che era necessario bagnare la terra perché il sole altrimenti faceva seccare le piante. Giovani e anziani facevano il loro lavoro.Tutte le case nel mio paese hanno l’orto vicino alla porta. Paolo - A Genova poche persone hanno un orto, io abito in periferia e sono fortunato, perché ho un piccolo pezzo di terra, un po’ lontano da casa. Mi diverto a coltivare la terra. Nell’orto passo volentieri il mio tempo libero e quando raccolgo gli ortaggi sono contento perché tutta la mia famiglia può mangiarli. Sai, i miei ortaggi appena raccolti hanno un sapore diverso, direi più buono dei prodotti comprati dal fruttivendolo o al mercato. Amadou - Hai ragione! Gli ortaggi appena raccolti hanno un sapore migliore. A me piaceva raccogliere i pomodori: che bontà mangiarli subito! Quando ero piccolo nell’orto della mia famiglia andavo ad innaffiare due volte al giorno. Ad agosto dovevo bagnare di più la terra anche tre o quattro volte. Potevo mangiare se volevo, ma non potevo giocare. Potevo giocare fuori dall’orto. Paolo - Cosa cresceva nel vostro orto? Amadou - Nel nostro orto crescevano: le carote, le melanzane, i pomodori, i peperoni, le cipolle, le patate e la zucca. Tutti lo curavano, perché quando serve qualcosa da mangiare si va nell’orto: tagli e... mangi subito. Anche un vicino, quando ha bisogno, può entrare nell’orto e prendere quello che serve. Nel mio paese si conoscono tutti: è un posto lontano da Dakar parecchi chilometri. Ricordo che gli uomini andavano a vendere al mercato in città i loro prodotti degli orti. Paolo - Ti farò assaggiare i miei pomodori quando saranno maturi. Penso a luglio di poterli raccogliere. Mi dirai se il gusto è uguale a quello dei tuoi pomodori del Senegal. Amadou - Grazie! Il prossimo mese, ad aprile, andrò a trovare i miei genitori in Senegal, starò via due settimane. Al mio ritorno porterò per te un po’ di zucchero di canna del Senegal, una vera bontà! Potrai assaggiarlo. Sono molte le canne che crescono vicino all’orto, ma ci vuole un lungo lavoro per fare lo zucchero. 162 Unità 6 - Raccontami L’orto Esercizio 1 - Comprensione del testo Dopo aver ascoltato il dialogo indica con una X la frase corretta come nell’esempio. I genitori di Amadou abitano a Dakar a Genova in un paese lontano da Dakar parecchi chilometri Amadou quando era bambino andava nell’orto a giocare a bagnare le piante a studiare Nel paese di Amadou tutta la famiglia cura l’orto solo gli uomini seminano solo i bambini raccolgono Paolo pensa che a luglio i pomodori saranno maturi le piante saranno secche seminerà il basilico Paolo abita in periferia la sua casa ha l’orto vicino alla porta ha un pezzo di terra un po’ lontano da casa ha l’orto sul terrazzo Esempio: Paolo semina l’orto a marzo a luglio a settembre Le carote, le melanzane, i pomodori, i peperoni, le cipolle, le patate e la zucca crescono nell’orto di Paolo crescono nell’orto della famiglia di Amadou crescono nella casa del vicino Gli ortaggi appena raccolti secondo Amadou hanno un sapore migliore hanno un sapore uguale ai prodotti comprati dal fruttivendolo non si possono mangiare Amadou al ritorno dal Senegal raccoglierà i pomodori porterà a Paolo un po’ di zucchero di canna seminerà le carote Nell’orto di Paolo c’è un angolino di terra riparato solo per il basilico una pista da gioco un angolino di terra riparato per il basilico, i pomodori e le melanzane Paolo coltiva l’orto durante il tempo libero solo nel mese di marzo perché è un contadino e vende i suoi ortaggi al mercato 163 Raccontami la tua terra Esercizio 2 - Comprensione del testo Dopo aver letto il testo rispondere con Vero o Falso o Non dato: è possibile una sola risposta. Segnare una X come nell’esempio. Amadou coltiva l’orto per passare il tempo. Vero Falso Non dato Nell’orto di Amadou tutta la famiglia lavora. Vero Falso Non dato Paolo ha creato nell’orto un angolino di terra riparato solo per le melanzane. Vero Falso Non dato La nonna di Amadou seminava nell’orto e i bambini bagnavano il terreno. Vero Falso Non dato Paolo ha seminato ad aprile le carote, la lattuga e la cicoria. Vero Falso Non dato 164 Esempio: Paolo abita in periferia a Genova Vero Falso Non dato Paolo è un meccanico. Vero Falso Non dato Amadou farà un viaggio ad aprile. Vero Falso Non dato Le canne da zucchero sono poche e crescono nell’orto. Vero Falso Non dato A Genova tutti gli abitanti hanno l’orto. Vero Falso Non dato Paolo e Amadou sono colleghi di lavoro. Vero Falso Non dato Unità 6 - Raccontami L’orto Esercizio 3 - Interazione Mettersi in coppia: uno fa la parte di Paolo e l’altro quella di Amadou. Ripetere il dialogo e arricchirlo con nomi di altri ortaggi. Scrivere poi i nomi degli altri ortaggi. ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Esercizio 4 - Mediazione Aggiungere all’elenco altri verbi italiani usati per descrivere l’orto e provare a tradurli nelle lingue parlate dagli studenti. Condividerli alla lavagna o su un tabellone. Verbi che riguardano l’orto Nella mia Lingua • Coltivare • _____________________________________ • Seminare • _____________________________________ • Raccogliere • _____________________________________ • Bagnare • _____________________________________ • _____________________________________ • _____________________________________ • _____________________________________ • _____________________________________ 165 Raccontami la tua terra Per saperne di più!* Gobba a ponente (ovest) = luna crescente Gobba a levante (est) = luna calante Fasi lunari e lavori in campagna LUNA CRESCENTE Luna nuova LUNA CALANTE Luna vecchia • • • • • • • • • • • • Semina di pomodori, peperoni, melanzane Semina di fiori in giardino Piantare siepi e arbusti Innestare piante da frutto Raccolta di zucchine, fagioli, piselli Raccolta di erbe medicinali Semina di basilico, prezzemolo, insalate Potare le siepi Potare gli olivi, la vite Potare piante da frutto Vendemmiare Imbottigliare il vino Cerca sul dizionario le parole imbottigliare, innestare, potare, vendemmiare e prova a tradurle nella tua lingua. ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ * A cura di Ilaria Ambrosini 166 Unità 6 - Raccontami L’orto esercizio 5 - comprensione del testo Rispondi alle seguenti domande • Che cosa puoi seminare con la luna nuova? ___________________________________________________________________________________ • Che cosa puoi seminare con la luna vecchia? ___________________________________________________________________________________ • Puoi potare con la luna nuova? ___________________________________________________________________________________ • E con la luna vecchia? ___________________________________________________________________________________ • Che cosa puoi piantare con la luna nuova? ___________________________________________________________________________________ • Quando puoi vendemmiare? ___________________________________________________________________________________ • Quando puoi imbottigliare il vino? ___________________________________________________________________________________ • Quando puoi raccogliere le zucchine, i fagioli e i piselli? ___________________________________________________________________________________ • Che cosa puoi raccogliere inoltre con la luna nuova? ___________________________________________________________________________________ 167 Raccontami la tua terra Esercizio 6 - Cloze Completare gli spazi vuoti, come nell’esempio, con le parole del testo che vengono date non in ordine. L’esercizio va fatto senza guardare il testo iniziale e il controllo con il testo iniziale a fronte va fatto alla fine dell’esercizio. nel mio orto • bagnare • qualcosa da mangiare • fuori dall’orto • nel mio paese • un lungo lavoro • raccolgo gli ortaggi • la mia famiglia • era di tutti i miei • innaffiare • Nel nostro orto • i pomodori • i miei genitori • legno • due volte al giorno • luglio • le cipolle • mercato. Paolo - Siamo a marzo e nel mio orto ho seminato le carote e la lattuga. Ho creato anche un angolino di terra riparato, un luogo protetto, dove ho messo i semi di basilico, i pomodori e le melanzane. Amadou - In Senegal anch’io avevo l’orto, ma non era solo mio, tutta la famiglia lo curava: __________________. La nonna curava la semina, usava sempre la sua paletta col manico di __________, i bambini andavano a dare l’acqua a turno alle piantine, ______________. Ricordo che era necessario bagnare la terra perché il sole altrimenti faceva seccare le piante. Giovani e anziani facevano il loro lavoro. Tutte le case ___________________ hanno l’orto vicino alla porta. Paolo - A Genova poche persone hanno un orto, io abito in periferia e sono fortunato, perché ho un piccolo pezzo di terra, un po’ lontano da casa. Mi diverto a coltivare la terra, nell’orto passo volentieri il mio tempo libero e quando __________________ sono contento perché tutta _____________ può mangiarli. Sai, i miei ortaggi appena raccolti hanno un sapore diverso, direi più buono dei prodotti comprati dal fruttivendolo o al mercato. Amadou - Hai ragione! Gli ortaggi appena raccolti hanno un sapore migliore. A me piaceva raccogliere i pomodori. Che bontà mangiarli subito! Quando ero piccolo 168 Unità 6 - Raccontami L’orto nell’orto della mia famiglia andavo ad _______________ due volte al giorno, ad agosto dovevo ________________ di più la terra anche tre o quattro volte. Potevo mangiare se volevo, ma non potevo giocare. Potevo giocare ____________________. Paolo - Cosa cresceva nel vostro orto? Amadou - ________________ crescevano: le carote, le melanzane, i pomodori, i peperoni, ___________, le patate e la zucca. Tutti lo curavano, perché quando serve ____________ si va nell’orto: tagli e ... mangi subito. Anche un vicino, quando ha bisogno, può entrare nell’orto e prendere quello che serve. Nel mio paese si conoscono tutti, è un posto lontano da Dakar parecchi chilometri, Ricordo che gli uomini andavano a vendere al _______________ in città i loro prodotti degli orti. Paolo - Ti farò assaggiare _________________ quando saranno maturi. Penso di poterli raccogliere a ________________. Mi dirai se il gusto è uguale a quello dei tuoi pomodori del Senegal. Amadou - Grazie! Il prossimo mese, ad aprile, andrò a trovare __________________ in Senegal, starò via due settimane, quando tornerò porterò per te un po’ di zucchero di canna del Senegal, una vera bontà! Potrai assaggiarlo, sono molte le canne che crescono vicino all’orto, ma ci vuole _____________________ per fare lo zucchero. 169 Raccontami la tua terra Aggettivi possessivi Rileggere con attenzione il dialogo tra Paolo e Amadou. Le parole sottolineate richiamano la nostra attenzione sugli aggettivi possessivi. maschile singolare maschile plurale femminile singolare femminile plurale IO MIO MIEI MIA MIE TU TUO TUOI TUA TUE LUI/LEI/LEI SUO SUOI SUA SUE NOI NOSTRO NOSTRI NOSTRA NOSTRE VOI VOSTRO VOSTRI VOSTRA VOSTRE LORO LORO LORO SUA LORO Il possessivo in italiano ha sempre l’articolo: • • • • • il mio amico il nostro orto le vostre case la sua paletta il loro paese Completa la tabella con gli articoli mancanti il i la le maschile singolare maschile plurale femminile singolare femminile plurale IO Il MIO I MIEI La MIA Le MIE TU Il TUO __TUOI La TUA Le TUE LUI/LEI/LEI Il SUO I SUOI __ SUA ___SUE NOI Il NOSTRO I NOSTRI __-NOSTRA __-NOSTRE VOI __VOSTRO __ VOSTRI ___VOSTRA __ VOSTRE LORO __LORO I LORO ___SUA Le LORO 170 Unità 6 - Raccontami L’orto Attenzione I possessivi con i nomi di parentela non sempre hanno l’articolo. Esempio: - Ti presento mia moglie - Oggi ho aiutato mia nonna Unità 7 pag. 199 Ma… 1.Quando il nome di parentela è al plurale è obbligatorio usare l’articolo prima del possessivo. - Le mie sorelle vivono in Senegal. 2. Anche con il possessivo loro è necessario usare l’articolo. - Paolo e Tiziana hanno due bambini, i loro figli amano la campagna. 3.L’articolo si usa prima del possessivo con i nomi di parentela alterati, come ad esempio, mammina, papino, fratellino, sorellina, nonnina ecc. - Devo aiutare il mio fratellino Mamadou a bagnare l’orto. - La mia sorellina ha giocato tutto il pomeriggio. 4.Con i termini che indicano un legame che non rientra ancora nei rapporti di parentela (es. fidanzato, compagno, ragazzo, fidanzata, compagna, ragazza) si usa l’articolo prima del possessivo. - Il mio fidanzato è simpatico. 5.L’articolo si usa prima di un nome di parentela preceduto da un aggettivo. - Il mio caro zio ha un grande orto. Lasciatevi guidare dall’uso e dalla buona consuetudine! 171 Raccontami la tua terra Esercizio 7 Completa con il possessivo e con l’articolo quando occorre. • Paolo ha festeggiato gli ottanta anni del nonno. ________ nonno è molto anziano. • Amadou è arrivato ieri in compagnia del fratello che vive in Senegal. Sono andata a passeggiare con ________ fratello. • La zia mi ha dato appuntamento per domani. Incontrerò _______ zia nel parco. • Mi avete telefonato per invitarmi a prendere un caffè con voi e __________ cugine. • Vogliono andare a visitare la mostra con ____________ nipoti. • Paolo ha comprato un anello per la ___________ fidanzata • ____________ madre prepara delle torte deliziose. Sono proprio contenta che sia _________ mamma! • Giovanni, per piacere chiama ________ sorella! È pronto in tavola! • Se volete, potete partecipare alla festa con __________ amici. • Sono stata a lungo all’Estero e aspettavo con ansia le lettere de ______________ cari genitori. • _____ amato fidanzato mi ha portato un bellissimo mazzo di rose. • ________ famiglia vive in Romania: tornerò a trovarli presto. • Amadou viene dal Senegal. _________ genitori non lo vedono da molto tempo. • Paolo ha incontrato un’amica di ______ sorella. 172 Unità 6 - Raccontami L’orto Esercizio 8 - Produzione di un testo Scrivere un breve testo usando le seguenti parole: pomodori • lattuga • basilico • orto • famiglia • casa • mercato ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 173 Raccontami la tua terra GLI ORTI DI SAVONA Traccia 17 Unità 4 pag. 107 Gli orti di Savona si scoprono all’improvviso, quando meno te l’aspetti. Dietro i resti di una vecchia fabbrica, ai bordi delle colline sul fiume Letimbro, tra un caseggiato e l’altro nelle zone di periferia, dove due secoli fa prosperavano gli alberi di chinotto. Spesso si arriva agli orti percorrendo stradine o sentieri stretti e in salita, tra muri a secco. è il regno delle creuze(1). Lo spazio dell’orto è ordinato e disordinato nello stesso tempo. A ogni stagione l’orto è in festa. Raggi di sole, pioggia e nebbia si inseriscono tra filari di viti e alberi da frutta, giocando con le zolle di terra. Il confine tra un orto e l’altro è segnato da siepi alte quanto basta per incuriosire i bambini. Nell’orto l’alto e il basso si alternano. In basso, la linea di fresche verdure: cavolfiori, bietole leggere, lattughe multicolori, carciofi dal cuore spinoso, spinaci ricchi di ferro, cardi. In alto, le piante dei piselli e dei fagioli. Come se non bastasse, ci sono verdure che stanno sottoterra: i tuberi delle patate e i finocchi che lasciano emergere simpatici ciuffetti. In mezzo, zucche di ogni tipo ti guardano con occhio curioso. Pomodori piccoli e profumati annunciano l’angolo delle spezie. Origano, salvia, basilico, prezzemolo crescono quasi in disparte. Erbette selvatiche, ranuncoli e pratoline si ritagliano spazi di vita e sembrano pacificamente convivere con le “primizie”, le verdure che l’ortolano segue con amore quasi paterno. Anche le erbe infestanti, come le piante spontanee, danno poco fastidio e vengono controllate dalla bravura dell’agricoltore che usa prodotti fitosanitari chimici solo in casi di estrema necessità. (1) La creuza è un termine ligure. Indica uno stretto viottolo. Glossario Emergere: venire fuori, dal basso verso l’alto. Erbe infestanti: erbe che crescono non desiderate ed invadono il terreno coltivato. Muri a secco: muri costruiti utilizzando solo pietre senza usare il cemento. 174 Primizie: frutta e verdura in anticipo rispetto alla normale maturazione. Prodotti fitosanitari: prodotti chimici usati per la cura delle piante. Zolle: pezzi compatti di terra. Unità 6 - Raccontami L’orto Esercizio 9 - Cloze Completare gli spazi vuoti, come nell’esempio, con le parole del testo che vengono date non in ordine. L’esercizio può essere fatto anche guardando il testo iniziale che è stato ridotto. Si scoprono, muri a secco, caseggiato, confine, Erbette selvatiche, periferia, carciofi, erbe infestanti, agricoltore, chinotto, sentieri, stagione, zolle, sottoterra, zucche, angolo. Esempio Gli orti di Savona _____________ all’improvviso. Gli orti di Savona si scoprono all’improvviso. Gli orti di Savona si scoprono all’improvviso, quando meno te l’aspetti. Dietro i resti di una vecchia fabbrica, ai bordi delle colline sul fiume Letimbro, tra un _________________ e l’altro nelle zone di __________________, dove due secoli fa prosperavano gli alberi di ________________. Spesso si arriva agli orti percorrendo stradine o ____________ stretti e in salita, tra ________________. è il regno delle creuze. Lo spazio dell’orto è ordinato e disordinato nello stesso tempo. A ogni ___________ l’orto è in festa. Raggi di sole, pioggia e nebbia si inseriscono tra filari di viti e alberi da frutta, giocando con le ______ di terra. Il ______________ tra un orto e l’altro è segnato da siepi alte quanto basta per incuriosire i bambini. Nell’orto l’alto e il basso si alternano. In basso, la linea di fresche verdure: cavolfiori, bietole leggere, lattughe multicolori, ________________ dal cuore spinoso, spinaci ricchi di ferro, cardi. In alto, le piante dei piselli e dei fagioli. Come se non bastasse, ci sono verdure che stanno ______________: i tuberi delle patate e i finocchi che lasciano emergere simpatici ciuffetti. In mezzo, ______________ di ogni tipo ti guardano con occhio curioso. Pomodori piccoli e profumati annunciano l’_____________ delle spezie. Origano, salvia, basilico, prezzemolo crescono quasi in disparte. __________ ___________, ranuncoli e pratoline si ritagliano spazi di vita e sembrano pacificamente convivere con le “primizie”, le verdure che l’ortolano segue con amore quasi paterno. Anche le ___________________, come le piante spontanee, danno poco fastidio e vengono controllate dalla bravura dell’___________________ che usa prodotti fitosanitari chimici solo in casi di estrema necessità. Esercizio 10 - Produzione di un testo e interazione Dopo aver letto il testo, descrivi un orto che ricordi, anche del tuo paese, usando alcune parole del testo e raccontalo ai compagni. 175 Raccontami la tua terra LA coLTIVAZIone deLL’oRTo Ascolta la lettura da parte dell’attore. Traccia 18 Oggi, chi coltiva l’orto in Liguria quasi sempre lo fa nei momenti di tempo libero e sa apprezzare l’umido della terra che ogni orto conserva, anche nel culmine dell’estate. Negli orti, gli ortaggi commestibili e le specie selvatiche e spontanee si mescolano in piena libertà. Ci sono zone soleggiate e zone che invece sono sempre in ombra. Nell’orto, oltre a togliere erbacce, a irrigare, a potare i vigneti, ci si riposa seduti su panche di fortuna, attorno a tavoli di pietra. Ogni contadino ricovera attrezzi e piante in casette di legno o di pietra, costruite con “mezzi di fortuna” o riutilizzando vecchi materiali, vicino a conigliere e a pollai. Se vuoi coltivare un orto devi sapere che si tratta di un’attività che ti occupa per tutto l’anno, come i ritmi delle stagioni: ora è il momento di potare, ora è il momento di concimare o di mettere a dimora le piante. In altri casi è bene spruzzare solfato di rame(1) sulle viti e proteggerle con paglia, in vista del gelo dell’inverno. Se vuoi proteggere le piante devi prepararti con estrema cura. Devi raccogliere canne che crescono in riva ai torrenti. Servono per far crescere molte piante dal fusto delicato (fagioli, piselli, pomodori). Poi devi rifornirti di fili di ginestra per legare le piantine di pomodoro e impedire che il vento e le intemperie le distruggano. Qualche contadino dice che anche le fasi lunari influenzano la coltivazione. Coltivare un orto richiede tanta energia. Ci vogliono anche immaginazione e creatività. L’orto non è infatti un luogo banale, un parente povero del giardino, è invece uno spazio vivo, popolato di tante creature che nascono e crescono in continuazione. Nell’orto c’è sempre qualcuno! (1) Il solfato di rame è un prodotto che si usa per eliminare i parassiti della vite. Glossario Commestibili: che si possono mangiare. Conigliere: casette per allevare i conigli. Creatività: capacità di immaginare e trovare modi nuovi per fare le cose. Culmine: il punto più alto, il momento più forte. Erbacce: Erbe infestanti, cfr. pag. 174. Influenzano: provocano un effetto. Intemperie: cattivo tempo. Mettere a dimora: portare le piantine dal semen- 176 zaio al terreno dove devono crescere. Mezzi di fortuna: mezzi che si trovano a disposizione al momento. Pollai: spazio per allevare polli. Potare: rimando unità olivo. Ricoverare: mettere al coperto per proteggere una pianta e gli attrezzi (N.B. la parola ricoverare ha altri significati per esempio ricoverare qualcuno in ospedale!). Unità 6 - Raccontami L’orto Esercizio 11 - Comprensione del testo Dopo aver ascoltato, guardato il glossario e riletto il testo, indica con una X la migliore risposta, come nell’esempio. Esempio: Umido bagnato odore sapore Culmine Punto più alto Termine Inizio Spruzzare Sciogliere Raccogliere Spargere Commestibili Che si mangiano Che si comprano Che si vendono Gelo Freddo Pioggia Temporale Erbacce Origano e menta Origano rosmarino e menta Erbe da buttare Intemperie Bel tempo Brutto tempo Tempo variabile Potare Legare Tagliare Seminare Influenzano Condizionano Che hanno la febbre Impediscono Mettere a dimora Gettare Tagliare Piantare Creatività Fantasia Impegno Lavoro 177 Raccontami la tua terra I pronomi relativi - Anche le erbe infestanti danno poco fastidio e vengono controllate dalla bravura dell’agricoltore. L’agricoltore usa i prodotti fitosanitari solo in caso di necessità. - Anche le erbe infestanti danno poco fastidio e vengono controllate dalla bravura dell’agricoltore che usa i prodotti fitosanitari solo in caso di necessità. - Devi raccogliere le canne. Le canne crescono in riva ai torrenti. - Devi raccogliere le canne che crescono in riva ai torrenti. Che è il pronome relativo, usato per sostituire un nome e collegare più frasi. Che è usato sia al posto del nome maschile (l’agricoltore) sia al posto del femminile (la canna), sia per il singolare (l’agricoltore) sia per il plurale (le canne). Che può essere usato come soggetto o come complemento oggetto. Quando il pronome relativo è preceduto da una preposizione (con, in, ecc.) è sostituito da cui (invariabile) o quale (che ha invece quattro forme: il quale, la quale, i quali, le quali). Quando si trova solo il pronome cui senza preposizione vuole intendersi come a cui. - Questo è il ragazzo con cui trascorrevo le mie vacanze estive al mare. - Queste sono le piante di cui ti ho parlato. - La persona cui mi riferisco è il direttore della scuola. 178 Unità 6 - Raccontami L’orto Esercizio 12 Sottolinea il pronome relativo che trovi in ogni frase, come nell’esempio. Esempio: La torta che mi hai preparato era squisita. 1.Il bar che preferisco è quello in cima alla via. 2.Ti ho parlato della ragazza con cui abitavo mentre studiavo all’università? 3.Sei tu che mi hai proposto di aiutarmi con i compiti? 4.Luisa era tanto affezionata a quel cane che le aveva salvato la vita. 5.Giorgio abitava un tempo proprio nella casa in cui ieri è avvenuto uno strano omicidio. Collega le frasi con un pronome relativo, come nell’esempio. Esempio: Ho venduto l’auto. L’auto era diventata troppo piccola. Ho venduto l’auto che era diventata troppo piccola. 1. Amadou ha fatto visita a un contadino. Il contadino si è rotto un piede. __________________________________________________________________________________ 2. Paolo è furibondo perché non trova il cellulare. Il cellulare era sul davanzale della finestra. __________________________________________________________________________________ 3. Ieri abbiamo fatto un esercizio in classe. L’esercizio era molto difficile. __________________________________________________________________________________ 4. Giovanna ha comprato un nuovo computer. Con il computer Giovanna scrive la storia della sua vita. __________________________________________________________________________________ 5. Vivo in una grande città. In quella città c’è un grande parco. __________________________________________________________________________________ 179 Raccontami la tua terra Completa le frasi scrivendo il pronome relativo adatto, come nell’esempio. Esempio: Judith è la donna con cui esce mio cugino. 1. Il kebab _________ vendono qui è il mio preferito. 2. Il divano su _________ siedi era di mia nonna. 3. Ti ho mai parlato della signora _________ mi ha restituito il portafoglio _________ avevo perso? 4. Domani ti racconterò il motivo per _________ oggi sono triste. 5. La località da _________ vengo si trova nell’Italia del Sud. Scrivi cinque frasi che contengono un pronome relativo 1. ________________________________________________________________________________ 2. ________________________________________________________________________________ 3. ________________________________________________________________________________ 4. ________________________________________________________________________________ 5. ________________________________________________________________________________ Leggi le frasi al tuo compagno di banco. 180 Unità 6 - Raccontami L’orto mA cHe cos’È IL cHInoTTo? Negli orti savonesi, spezie e aromi sono la delizia dei cinque sensi. Fanno ricordare tempi antichi a chi si rifugia nella pace dell’orto. E i chinotti di Savona? Qui la storia diventa intrigante; gli orti savonesi nascondono tesori d’Oriente. Ma che cos’è il chinotto? Ah, che domanda! Molti di noi pensano che il chinotto sia una bibita; ma se io vi chiedessi “Con che cosa è fatto il chinotto?” non sarebbe facile trovare una risposta. Io non lo sapevo, mio padre non lo sapeva e neppure mio nonno. L’ho scoperto solo leggendo l’etichetta di una bottiglia. Il chinotto è un agrume, come l’arancio e il limone. Ma non ha lo stesso sapore e, soprattutto, le stesse origini… Importato probabilmente dalla Cina, è un albero sempreverde che si è diffuso nel savonese intorno al Cinquecento; produce frutti di colore giallo-arancio, intensamente profumati e di sapore amarognolo. A Savona è presente sia lungo la costa sia nel primo entroterra, tra Varazze e Finale Ligure, in una zona tra i 200 e i 300 metri sul livello del mare. I frutti del chinotto vengono utilizzati per preparare una bevanda gassata e amarognola, per preparare canditi e marmellate. Alla fine del XIX secolo una fabbrica francese si trasferì a Savona e diede origine alla tradizione dei chinotti canditi che ancor oggi continua. In Italia il chinotto è diffuso anche in Calabria e in Sicilia. Glossario Aromi: profumi. Albero sempreverde: pianta che non perde le foglie in inverno. Canditi: frutta conservata in uno sciroppo di zucchero. 181 Raccontami la tua terra esercizio 13 - comprensione del testo Dopo aver letto il testo, indica con una X se la frase è vera o falsa, come nell’esempio: Esempio: Il chinotto è anche una bibita Vero Falso 1. Solo il nonno sapeva che cos’è il chinotto. Vero Falso 7. Con il chinotto si producono anche marmellate. Vero Falso 2. Il chinotto cresce solo sul mare. Vero Falso 8. Il chinotto perde le foglie d’inverno. Vero Falso 3. Il chinotto proviene dall’Asia. Vero Falso 9. Il chinotto cresce fino a 300 m di altitudine. Vero Falso 4. Il chinotto viene utilizzato al posto dello zucchero. Vero Falso 5. I suoi frutti sono simili alle arance. Vero Falso 6. La tradizione del chinotto arrivò a Savona con una fabbrica francese. Vero Falso 182 10. Il chinotto cresce solo in Liguria. Vero Falso Unità 6 - Raccontami L’orto Esercizio 14 A) Leggi insieme ai tuoi compagni le seguenti frasi, scritte da Italo Calvino(1) nel racconto <La strada di San Giovanni>: 1. “Alberi di fico sporgevano qua e là dalle fasce”. 2. “[…] una macchia di canne fitte e fruscianti, ed eravamo arrivati al torrente” . 3. “Sporgevano dalle ceste le trombe verdi degli zucchini, le pere […], i grappoli d’uva […], le spine verdi-viola dei carciofi, […], le patate, i pomodori, le bottiglie del latte e del vino, […] il tutto disposto in modo che le cose dure non ammaccassero le molli, e vi restasse il posto per il cespo d’origano o di maggiorana o di basilico”. 4. “La tavola dove si posava la frutta e la verdura e si riempivano le ceste […] era sotto il fico”. 5. “La vigna occupava la parte più bassa della campagna, con le piante da frutto tra i filari”. B) Abbina ogni frase ad almeno un colore Frase n.: __________ Frase n.: __________ Frase n.: __________ Frase n.: __________ Frase n.: __________ Frase n.: __________ Frase n.: __________ Frase n.: __________ 1. Scrittore di origini liguri, nato nel 1923 e morto nel 1985. Suo padre, Mario, era di Sanremo. Era esperto di agricoltura e di floricoltura. Cfr. Calvino, 2000. 183 Raccontami la tua terra esercizio 15 Creiamo il MERCATO INTERCULTURALE DELLE VERDURE I FASE • Portate a scuola le verdure che volete. • Mettetele su un tavolo. • Scrivete i nomi delle verdure su un cartellino. • Mettete il cartellino vicino all’ortaggio che avete portato. • Ognuno di voi dica il nome dell’ortaggio che ha portato nella propria lingua e in italiano. II FASE • Disegnate un tavolo vuoto. • gradualmente cominciate a riempirlo di verdure o di frutti che non sono europei ma provengono dall’America, dall’Africa e dall’Asia. • Indicate vicino al disegno di ogni verdura o frutto il relativo nome e l’area di provenienza. 184 Unità 6 - Raccontami L’orto Ecco le verdure e i frutti non europei: Capperi Zucche Barbabietole Limone Arance Pesca Mais Mandorle Melanzane Peperone Patata Pomodoro Carciofo Spinaci Fagioli Senape Zafferano Tabacco Caffè 185 Raccontami la tua terra lA ricettA Ricetta per preparare “O pescio in te l’orto” cioè fritti di fagiolini (di Bartolomeo Roberto Marenco) Il nome della ricetta fa riferimento all’uso di verdure al posto del pesce in una frittura croccante ed appetitosa, come se nel nostro orto fosse comparso un “nuovo pesciolino”… Noi ve la proponiamo con i fagiolini ma può essere eseguita con qualsiasi verdura del vostro orto. Ingredienti 500 gr di fagiolini nostrani teneri, olio extra vergine di oliva Dop Riviera Ligure; 100 gr farina 00, 100 gr; 2 uova intere; un bicchiere di acqua minerale frizzante e fredda; sale q.b. Preparazione Si lavano e si puliscono i fagiolini, togliendo le estremità e si lasciano interi. Si spolverano con un po’ di sale ponendoli in uno scolapasta per circa dieci minuti. Si sciacquano sotto l’acqua corrente e si asciugano con della carta da cucina o uno strofinaccio pulito. Nel frattempo si prepara una pastella con la farina, il sale, un tuorlo d’uovo e uno intero e l’acqua minerale. La si lascia riposare per un quarto d’ora. Nel frattempo si monta a neve l’albume rimasto e lo si incorpora delicatamente alla pastella dopo averla fatta riposare. Si immergono i fagiolini nella pastella e quindi si friggono in olio d’oliva bollente. La pastella avvolge i fagiolini e consente di formare una crosticina che dà l’impressione di un pesciolino. 186 Unità 6 - Raccontami L’orto Verifica 1 Completare gli spazi vuoti, come nell’esempio, con le parole del testo che vengono date non in ordine. L’esercizio può essere fatto anche guardando i due testi “La coltivazione dell’orto” e “Ma che cos’è il chinotto” alle pagine 176 e 181. Si scoprono • bevanda • erbacce • aromi • spruzzare • ritmi • mettere a dimora • gelo • sapere • paglia • vigneti • coltivare • pietra • agrume • “mezzi di fortuna” • Sicilia • canditi • conigliere • torrenti • etichetta • chinotto Esempio: Gli orti di Savona Gli orti di Savona si scoprono all’improvviso all’improvviso Nell’orto, oltre a togliere le ___________, a irrigare, a potare i ____________ ci si riposa seduti su panche di fortuna, attorno a tavoli di _________. Ogni contadino ricovera attrezzi e piante in casette di legno o di pietra, costruite con “____________________” o riutilizzando vecchi materiali, vicino a __________________________________ e a pollai. Se vuoi un orto devi _________ che si tratta di un’attività che ti occupa per tutto l’anno, come i _______ delle stagioni: ora è il momento di potare, ora è il momento di concimare o di _____________ a ________________ le piante. In altri casi è bene _____________ solfato di rame sulle viti e proteggerle con ___________, in vista del __________ dell’inverno. Se vuoi proteggere le piante devi prepararti con estrema cura. Devi raccogliere canne che crescono in riva ai _______. Servono per far crescere molte piante dal fusto delicato (fagioli, piselli, pomodori). Negli orti savonesi, spezie e ______ sono la delizia dei cinque sensi. Fanno ricordare tempi antichi a chi si rifugia nella pace dell’orto. E i chinotti di Savona? Ma che cos’è il _________________? L’ho scoperto solo leggendo l’______________________ di una bottiglia. Il chinotto è un _________________, come l’arancio e il limone. I frutti del chinotto vengono utilizzati per preparare una ______________ gassata e amarognola, per preparare _______________________ e marmellate In Italia il chinotto è diffuso anche in Calabria e in _________________. 187 Raccontami la tua terra Verifica 2 Usare le parole nuove che avete imparato e produrre un breve testo che parli di orti e di frutta e verdura. Verifica 3 Scrivi una ricetta del Tuo Paese di origine o della Terra dove ora vivi in cui vengano usati anche i prodotti dell’orto. La mia ricetta: ____________________________________________________________________ Per …. persone: ___________________________________________________________________ Ingredienti: _______________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Preparazione: _____________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 188 Unità 7 - Raccontami Il miele Unità 7 Raccontami Il miele Raccontami la tua terra SITUAZIONE COMUNICATIVA OBIETTIVI LINGUISTICO/ COMUNICATIVI CONTENUTI LINGUISTICI DOMINIO: • personale. • Capire le informazioni • Capire un testo regolativo (ricetta) • Trasmettere informazioni e istruzioni • Descrivere • Capire termini tecnici • Usare vocaboli specifici. • Uso dell’articolo determinativo e indeterminativo • Intonazione e pronuncia • Infinito • Imperativo • Pronomi • Uso degli aggettivi • Uso degli avverbi • Uso del sottocodice specifico dell’apicoltura • Arricchimento lessicale in genere. AMBITO: • privato e lavorativo. OGGETTI: • Strumenti e utensili relativi alla produzione del miele, prodotti alimentari derivati, cibi relativi a ricette prodotte con il miele. LUOGHI: • Europa centro meridionale, Italia, Entroterra ligure, Campagna e montagna. AVVENIMENTI: • informazioni su una cultura agricola e sul prodotto locale, sul lavoro dell’apicoltore, nozioni di storia della tradizione. AZIONI: • coltivare, allevare, raccogliere i prodotti, trasformare, utilizzare, conservare e preparare cibi. 190 Unità 7 - Raccontami Il miele ATTIVITà ESERCIZI • • • Compiti comunicativi: • Lettura guidata (attenzione alla pronuncia e al’intonazione) • Analisi del testo dal punto di vista lessicale e strutturale • Comprensione del contenuto dei testi (test vero/falso - test a risposta multipla) • Esercizi di interazione • Esercizi per verificare l’acquisizione di nuovo lessico (cloze e test di comprensione) • Rispondere a domande aperte • Fornire istruzioni. • • • • • • • • • • • • Ascolto Lettura a voce alta ed espressiva Miglioramento della pronuncia attraverso il canto Estrapolazione di informazioni e di contenuti Acquisizione di nuovo lessico Comprensione del lessico Comprensione del contenuto Mediazione Comparazione Identificazione di similitudini Discussione guidata Parlare di sé Esercizi guidati in forma scritta Produzione autonoma di brevi elaborati in forma scritta Produzione di un testo regolativo (ricetta) in forma scritta. Esercizi linguistici: • Esercizi di coniugazione dei verbi • Esercizi sull’uso dei verbi e dei pronomi Verifica finale: • Prova d’ascolto e comprensione attraverso domande e risposte vero o falso • Collegare informazioni e oggetti • Produzione di un testo regolativo (ricetta). 191 Raccontami la tua terra cHe cos’È IL mIeLe? “Il miele è come il sole del mattino, con tutta la grazia dell’estate e il fresco antico dell’autunno.” Traccia 19 (FEDERICO GARCíA LORCA, Il canto del miele) Il miele è un prodotto alimentare che le api (e pochi altri insetti a loro simili) producono dal nettare dei fiori o da un’altra sostanza zuccherina (melata) proveniente dalle piante. Le api trasformano il nettare, lo combinano con sostanze specifiche proprie, e lo lasciano maturare nei favi dell’alveare perché hanno la necessità di accumulare scorte di cibo. Il nettare è una sostanza zuccherina che i fiori producono: fiori diversi danno nettari diversi e da qui nasce la varietà del miele. Il miele è un alimento: può essere visto come una fonte di zuccheri e per questo è un cibo altamente energetico e dolcificante. Nella categoria dei dolcificanti è l’unico che non necessita di nessuna trasformazione per arrivare dalla natura alla nostra tavola. L’insieme delle celle a forma esagonale costituisce il favo. Glossario Api plur. di Ape:: l’ape è un insetto che ha corpo nero dorato, antenne corte, addome con aculeo che produce veleno nella femmina; vive in società e si alleva da età antichissima per il miele e per la cera che produce: • ape regina, l’unica femmina feconda dell’alveare; • ape operaia, femmina sterile che provvede alle necessità della regina e delle larve; • ape maschio, detta più comunemente fuco, ha la sola funzione di fecondare la regina, dopo di che muore o viene scacciata. 192 Nettare:: sostanza zuccherina secreta da speciali organi dei fiori. favi plur. di Favo:: insieme delle celle di cera, a forma esagonale, costruite dalle api per deporvi uova, miele e polline (cfr. immagine sopra). Alveare: nido naturale delle api o cassetta costruita dall’uomo per il loro allevamento. Zuccherina: che contiene zucchero. Unità 7 - Raccontami Il miele esercizio 1 - comprensione del testo Dopo avere ascoltato la lettura del testo, rispondi alle domande del test di comprensione. • Quali sostanze le api utilizzano per produrre il miele? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Che cos’è il nettare? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Perché le api producono il miele? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Perché esistono diversi tipi di miele? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Perché il miele è un cibo altamente energetico e dolcificante? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 193 Raccontami la tua terra BReVe sToRIA deL mIeLe Traccia 20 La parola miele è antichissima. Per millenni ha rappresentato l’unico alimento zuccherino concentrato disponibile. Le prime tracce di arnie costruite dall’uomo risalgono al VI millennio a.C. circa. Anche nell’antico Egitto il miele era apprezzato, e già 4000 anni fa gli apicoltori si spostavano lungo il Nilo per seguire con le proprie arnie la fioritura delle piante per produrre il miele. Gli Egizi usavano deporre accanto alle mummie grandi coppe colme di miele. Pensavano che il defunto avrebbe consumato il miele durante il viaggio nell’aldilà. Infatti, durante gli scavi nelle tombe dei faraoni, abbiamo ritrovato vasi di miele ermeticamente chiusi (e il cui contenuto si era perfettamente conservato). In alcuni geroglifici si leggono ricette a base di miele che erano impiegate sia nell’arte culinaria che in medicina. Infatti venivano usate per la cura dei disturbi digestivi e come unguenti per piaghe e ferite. Il miele era importantissimo anche per gli antichi Greci che lo consideravano un cibo per gli dei. Pitagora lo raccomandava come alimento per una vita lunga. Gli antichi Romani importavano grandi quantitativi di miele da Creta, da Cipro, dalla Spagna e da Malta. Quest’isola del Mediterraneo anzi sembra prendere il suo nome originale Meilat proprio dal miele. Il miele veniva utilizzato dai Romani come dolcificante, per la produzione di idromele, di birra, come conservante alimentare e per preparare salse agrodolci. Il miele ebbe un ruolo centrale nell’alimentazione degli uomini del Medioevo, ma, nei secoli successivi, non è più l’unico dolcificante. Questo accade soprattutto dopo l’introduzione dello zucchero che sostituisce il miele quando si incomincia a raffinarlo industrialmente. Recentemente il miele sta in parte ritornando di moda perché terapeutiche tutti riconoscono le sue virtù terapeutiche. Testo tratto e adattato dal sito http://it.www.wikipedia.org/wiki/Miele Glossario Arnie plur. di Arnia: cassetta destinata all’allevamento delle api. Apicoltori plur. di Apicoltore: cioè chi esercita l’apicoltura. Apicoltura: allevamento delle api. dolcificare: rendere dolce: dolcificare una bevanda. dolce: che ha il gradevole sapore proprio dello zucchero, del miele e sostanze simili. faraoni: i re dell’antico Egitto. Geroglifici: scrittura dell’antico Egitto. Idromele: bevanda alcolica di origine molto antica ottenuta dalla fermentazione del miele diluito nell’acqua. 194 Pitagora: era un filosofo, matematico e scienziato della Grecia antica (570 a.C. 495 a.C.). Virtù terapeutiche: proprietà di un alimento o di un elemento che può curare e guarire. Zucchero: sostanza dolce, bianca e cristallina, che si estrae dalla barbabietola o dalla canna da zucchero e serve a dolcificare cibi e bevande. Unità 7 - Raccontami Il miele Esercizio 2 - Comprensione del testo Dopo avere ascoltato la lettura del testo, rispondi alle seguenti domande • Quando furono costruite le prime arnie? ___________________________________________________________________________________ • Gli apicoltori nell’antico Egitto come seguivano la fioritura delle piante? ___________________________________________________________________________________ • Nell’antico Egitto come era utilizzato il miele? ___________________________________________________________________________________ • Cosa si legge nei geroglifici? ___________________________________________________________________________________ • Qual è il legame tra l’isola di Malta e la parola “miele”? ___________________________________________________________________________________ • Nella civiltà romana come veniva utilizzato il miele? ___________________________________________________________________________________ • Che cosa sostituisce il miele come dolcificante? ___________________________________________________________________________________ 195 Raccontami la tua terra La lavorazione del miele Dall’alveare al vasetto Le fasi di lavorazione del miele sono un insieme di procedimenti che l’apicoltore compie per ottenere il miele in forma commercializzabile. La lavorazione dell’uomo inizia dove finisce quella dell’ape ovvero alla fine delle fioriture, dopo che le api hanno immagazzinato il miele nei favi. pag. 212 Estrazione dei melari L’apicoltore con appositi strumenti asporta i melari. Stoccaggio dei melari I melari vengono portati in laboratorio, accatastati e controllati. Disopercolatura Il tappo di cera che chiude le celle viene asportato con un apposito coltello per permettere al miele di uscire. Smielatura I telaini vengono posti nello smielatore che, grazie alla centrifugazione, fa fuoriuscire il miele. Dallo smielatore il prodotto è convogliato nei maturatori. Filtraggio Il miele viene passato in filtri che raccolgono eventuali residui di impurità. Decantazione Durante la smielatura il miele ingloba aria, che, nella fase di decantazione, forma schiuma alla superficie. Schiumatura La schiuma viene eliminata. Invasettamento Il miele viene posto in vasetti con un’apposita macchina. Testi tratti e adattati da: http://it.wikipedia.org/wiki/Miele e “Okkio alla merenda”, Il miele pp.129-130, Associazione Provinciale Terranostra - Savona, 2011. 196 Unità 7 - Raccontami Il miele Glossario Melari plur. di Melario: la parte dell’arnia sopra il nido in cui le api depositano il miele. disopercolatura dal verbo disopercolare:: cioè togliere dalle celle di un favo le pellicole di cera (opercoli) per far uscire il miele. Smielatura dal verbo smielare: svuotare dal miele i favi dell’alveare. filtraggio dal verbo filtrare: far passare un liquido o un gas attraverso un filtro, colare, depurare, purificare, distillare. decantazione:: sedimentazione e conseguente separazione di un solido da un liquido o di due liquidi. esercizio 3 Ogni fase della lavorazione del miele corrisponde alla descrizione della seconda colonna. Collega con una freccia ciascuna fase alla rispettiva descrizione. Fase Descrizione Estrazione dei melari il tappo di cera che chiude le celle viene asportato con un apposito coltello per permettere al miele di uscire Stoccaggio dei melari la schiuma viene eliminata disopercolatura il miele viene passato in filtri che raccolgono eventuali residui di impurità Smielatura l’apicoltore con appositi strumenti asporta i melari filtraggio il miele viene posto in vasetti con un’apposita macchina decantazione i telaini vengono posti nello smielatore che, grazie alla centrifugazione, fa fuoriuscire il miele. Dallo smielatore il prodotto è convogliato nei maturatori Schiumatura durante la smielatura il miele ingloba aria, che, nella fase di decantazione, forma schiuma alla superficie Invasettamento i melari vengono portati in laboratorio, accatastati e controllati 197 Raccontami la tua terra Esercizio 4 - Produzione di un testo Guarda le immagini e descrivi cosa vedi: individua le fasi della lavorazione del miele. ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 198 Unità 7 - Raccontami Il miele L’uso dell’articolo determinativo e indeterminativo* ARTICOLI DETERMINATIVI SINGOLARE Maschile il ragazzo lo studente l’amico Femminile la ragazza l’amica PLURALE i ragazzi gli studenti gli amici le ragazze le amiche Come si usano gli articoli: il/i lo/gli l’/gli la/le l’/le davanti ai nomi che iniziano con una consonante davanti ai nomi che iniziano con: S seguita da una consonante, Z, GN o PS davanti ai nomi che iniziano con una vocale davanti ai nomi che iniziano con una consonante davanti ai nomi che iniziano con una vocale Gli articoli determinativi al plurale non vogliono l’apostrofo. ARTICOLI INDETERMINATIVI SINGOLARE Maschile un ragazzo uno studente un amico Femminile una ragazza un’amica PLURALE (dei ragazzi) (degli studenti) (degli amici) (delle ragazze) (delle amiche) Gli articoli indeterminativi non hanno il plurale, per questo al plurale si usano le forme del partitivo. * Scheda di Nunzia Guasco 199 Raccontami la tua terra Esercizio 5 Esercizio a): inserisci gli articoli determinativi e indeterminativi nelle seguenti due strofe del testo della canzone “Ci vuole un fiore” (Sergio Endrigo-Gianni Rodari, 1974) Le cose d’ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare... Per fare __ tavolo Per fare __ fiore ci vuole __ legno, ci vuole __ ramo, per fare __ legno per fare __ ramo ci vuole __ albero, ci vuole __ albero, per fare __ albero per fare __ albero ci vuole __ seme, ci vuole __ bosco, per fare __ seme per fare __ bosco ci vuole __ frutto, ci vuole __ monte, per fare __ frutto per fare __ monte ci vuole __ fiore, ci vuol __ terra, ci vuole __ fiore, per far __ terra ci vuole __ fiore: ci vuole __ fiore: per fare __ tavolo per fare tutto ci vuole __ fiore! ci vuole __ fiore! 200 Unità 7 - Raccontami Il miele Esercizio b) (intonazione, pronuncia): ascoltiamo e cantiamo la canzone in coro. Controlla se nel precedente esercizio hai usato gli stessi articoli del testo originale (puoi utilizzare la versione karaoke rielaborata con immagini all’indirizzo web: http://www.youtube.com/watch?v=sddptx6n9L8) Esercizio c): esprimi la tua creatività e rielabora una strofa della canzone “Ci vuole un fiore”. Partendo dalla parola “miele” inserisci negli spazi gli articoli e le parole che preferisci (ad esempio: ape, nettare, favo, cera, ....) Per fare il MIELE ci vuole __ .......................... per fare __ .......................... per fare __ .......................... ci vuole __ .........................., ci vuole __ .........................., ci vuole __ .........................., per fare __.......................... ci vuole __ ..........................: ci vuole __ .........................., per fare __ .......................... per fare __ .......................... ci vuole __ .........................., ci vuole un fiore! 201 Raccontami la tua terra Esercizio d): completa le seguenti regole sull’uso dell’articolo. 1) L’articolo indeterminativo maschile è: un davanti a ____________________________ uno davanti a ___________________________ 2) L’articolo indeterminativo femminile è: un’ davanti a ___________________________ una davanti a ___________________________ 3) L’articolo determinativo maschile singolare è: il davanti a _____________________________ lo davanti a ____________________________ l’ davanti a _____________________________ 202 4) L’articolo determinativo maschile plurale è: i davanti a ______________________________ gli davanti a ____________________________ 5) L’articolo determinativo femminile singolare è: la davanti a _____________________________ l’ davanti a _____________________________ 6) L’articolo determinativo femminile plurale è: le davanti a _____________________________ Unità 7 - Raccontami Il miele IL MIELE nel linguaggio della poesia, tra natura e... simboli Ascolta la lettura della poesia da parte dell’attore, poi rileggi il testo e sottolinea le parole che si riferiscono al “mondo naturale” (nettare, alveare, campi, fiori, favo, olivo) Traccia 21 Versi tratti da Il canto del miele (Federico García Lorca) L’alveare è una stella pura, pozzo d’ambra che alimenta il ritmo delle api. Seno dei campi tremulo d’aromi e di ronzii. (…) (Così il miele dell’uomo è la poesia che emana dal suo petto addolorato, da un favo con la cera del ricordo creato dall’ape nell’intimità). Il miele è come il sole del mattino, con tutta la grazia dell’estate e il fresco antico dell’autunno. è la foglia appassita ed è il frumento. Oh divino liquore dell’umiltà, sereno come un verso primitivo! Tu sei l’armonia incarnata, lo spirito geniale di liricità. In te dorme la malinconia, il segreto del bacio e del grido. García Lorca, 2010 Dolcissimo. Dolce. Questo è il tuo aggettivo. Dolce come il ventre di una donna. Dolce come gli occhi dei bimbi. Dolce come le ombre della notte. Dolce come una voce. O come un giglio. Per chi ha in sé la pena e la lira tu sei il sole che illumina il cammino. Equivali a tutte le bellezze, al colore, alla luce, ai suoni. (…) è la superiore anima dei fiori. Oh liquore che hai unito queste anime! Chi ti gusta non sa che inghiotte lo spirito d’oro di liricità. Granada, Novembre 1918 203 Raccontami la tua terra Esercizio 6 Spiega il significato di questi “paragoni”, come dall’esempio. Ricorda che si tratta di una poesia e quindi puoi essere “creativo”. Esempio: “L’alveare è una stella pura” = ...L’alveare è luminoso come una stella... “il miele dell’uomo è la poesia” ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ “il miele è come il sole del mattino” ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ “dolce come le ombre della notte” ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ “il miele è la superiore anima dei fiori” ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 204 Unità 7 - Raccontami Il miele Varietà di MIELi liguri In Liguria i mieli prodotti più comunemente sono il miele millefiori oltre agli unifloreali di acacia, castagno, erica, melata e tiglio. (La presentazione della seguente tabella dovrebbe essere accompagnata da una degustazione delle varietà di miele). Tipo Colore Sapore Odore Consistenza Proprietà Acacia colore chiaro, trasparente dolce e delicato, vanigliato tenue e floreale liquida non altera il sapore dei cibi con cui viene abbinato Castagno scuro, da ambrato a quasi nero intenso che tende all’amaro forte e pungente fluida, ma corposa ottimo ricostituente Erica arborea ambrato con tonalità arancioni intenso e persistente, d’anice caramellato pastosa diuretico e antireumatico Melata scuro, con tonalità dal rossastro all’ebano poco dolce, a volte leggermente salato vegetale vischiosa antibatterico e antisettico Millefiori dal chiaro all’ambrato forte e aromatico tenue e floreale dal fluido al corposo decongestionante delle vie respiratorie Tiglio dall’ambra giallognolo allo scuro rossastro balsamico, con leggero retrogusto profumo assai pronunciato, mentolato pastosa consigliato contro emicranie e nervosismo Fonte: Agriligurianet - Sito ufficiale della Regione Liguria per l’agricoltura www.agriligurianet.it 205 Raccontami la tua terra Glossario Diuretico: che concerne o favorisce la secrezione di urina (diuresi). Antireumatico: si dice di farmaco o altro mezzo che previene e cura le affezioni reumatiche. Reumatico: del reumatismo; che causa il reumatismo. Reumatismo: termine generico usato per indicare un complesso di affezioni dolorose che colpiscono le articolazioni, i muscoli, i tendini, le ossa. Antisettico: si dice di sostanza o trattamento che uccide i germi e previene le infezioni. Esercizio 7 - Comprensione del testo Dopo avere letto con attenzione la scheda, rispondi alle seguenti domande. Quale tipo di miele ha un colore ambrato con tonalità arancioni? ___________________________________________________________________________________ Quale tipo di miele ha un sapore dolce e delicato, vanigliato? ___________________________________________________________________________________ Quale tipo di miele ha un odore forte e pungente? ___________________________________________________________________________________ Quali tipi di miele hanno una consistenza pastosa? ___________________________________________________________________________________ Quale tipo di miele ha le proprietà di decongestionare le vie respiratorie? ___________________________________________________________________________________ 206 Unità 7 - Raccontami Il miele Esercizio 8 - Quale tipo di miele preferisci? Seguendo lo schema delle precedenti domande realizzate un’intervista. L’esercizio si può svolgere tra coppie di studenti. Quale tipo di miele ha un colore ....? ___________________________________________________________________________________ Quale tipo di miele ha un sapore ....? ___________________________________________________________________________________ Quale tipo di miele ha un odore ....? ___________________________________________________________________________________ Quale tipo di miele ha una consistenza ....? ___________________________________________________________________________________ Quale tipo di miele ha le proprietà ....? ___________________________________________________________________________________ Esercizio 9 - Ampliamento Possiamo ampliare la prospettiva degli esercizi precedenti considerando le oltre 50 varietà di miele presenti in Italia. Riproduci per ogni tipo di miele altrettante tabelle Per arricchire la precedente tabella possiamo trovare informazioni sul sito http://www.cittadelmiele.it/area_istituzionale_c.asp Avviamo l’esercizio considerando il miele di Agrumi.... Tipo Agrumi Colore Sapore Odore Consistenza Proprietà Energetico, sedativo e rilassante Regioni tipiche di produzione Sardegna, Sicilia, Calabria e Basilicata 207 Raccontami la tua terra il miele in cucina CON IL MIELE SI POSSONO PREPARARE GUSTOSE RICETTE: PROGETTIAMO UN MENU LEGGERO MA DELIZIOSO, USANDO IL MIELE Piatto Unico Risotto agli asparagi con miele di castagno Dolce Pere al vino rosso e miele di tiglio Caffè con Baci di Alassio Ricetta per preparare il Risotto agli asparagi condito con miele di castagno* Ingredienti per 4 persone 300 gr di riso Vialone Nano, 1/2 cipolla bianca tritata fine, 1 spicchio d’aglio schiacciato, 300 gr di asparagi, 700 ml di brodo vegetale, 60 gr di grana padano, olio extravergine d’oliva, sale e pepe, miele di castagno, semi di papavero Preparazione Pulire gli asparagi, privandoli della parte più dura del gambo, lavarli sotto acqua corrente e asciugarli tamponandoli con carta assorbente. In una padella fare soffriggere 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva con la cipolla, l’aglio e metà degli asparagi tagliati a pezzetti, con le punte intere. Lasciare insaporire, aggiungere il riso e farlo tostare. Bagnare con il brodo vegetale e iniziare la cottura, mescolando di tanto in tanto aggiustare di sale e pepe. Dopo 14 minuti, aggiungere le rimanenti punte di asparagi e i gambi a pezzetti. Continuare la cottura per altri 5 o 6 minuti, spegnere il fuoco e mantecare il risotto con un cucchiaio di olio e il grana padano grattugiato. Mentre cuoce il riso, in un pentolino porre 3 cucchiai di miele di castagno a scaldare. Quando inizia a sfrigolare nel pentolino, aggiungere 2 cucchiai di semi di papavero, mescolare e lasciare riposare a fuoco spento fino al momento di servire nel piatto. Servire il riso nei piatti da portata e irrorarlo con il miele caldo ai semi di papavero. Esercizio 10 Riscrivete il testo volgendo all’imperativo i verbi sottolineati. Esempio: Pulite gli asparagi... * Fonte: http://www.ilmieleincucina.it/ricette/primi 208 Unità 7 - Raccontami Il miele ORA VI DIAMO LA SECONDA RICETTA: DOVRETE TRASFORMARE I VERBI DALL’IMPERATIVO ALL’INFINITO Ricetta per preparare i Baci di Alassio* Ingredienti 750 gr di nocciole del Piemonte, 600 gr di zucchero, 150 gr di albume d’uovo, 75 gr di cacao amaro, 75 gr di miele, 200 gr di panna liquida, 200 gr di cioccolata amara per la copertura Preparazione Dopo aver tostato le nocciole, macinatele insieme allo zucchero. Montate quindi a neve l’album e unitevi delicatamente il macinato di nocciole e zucchero. Aggiungete pure il cacao ed il miele e mescolate bene il tutto otterrete così una pasta piuttosto morbida e spalmabile da mettere in un sacco a “poche” con cornetto rigato. Su una teglia foderata con carta da forno, colate dal sacco a “poche” delle roselline di pasta di circa 3-4 cm di diametro che infornerete. Fatele cuocere per una decina di minuti a 200°C. Prima di staccarle dalla carta di cottura lasciate ben raffreddare le roselline ottenute. Nel frattempo fate bollire la panna aggiungendovi il cioccolato fondente sciolto. Con una frusta battete bene il composto fino ad ottenere una crema ben amalgamata. Con questa attaccate a due a due le stelline di nocciola e cacao. Esercizio 11 Riscrivete il testo dei Baci di Alassio volgendo all’infinito i verbi sottolineati. Esempio: Macinare (le nocciole) insieme allo zucchero... * Ricetta classica della Pasticceria Balzola di Alassio tratta da Lingua, Torre, 1999: 175. La ricetta è stata scelta perché, oltre che per la bontà del prodotto finale costituisce un ricordo/simbolo per la curatrice. Infatti, il suo ultimo giorno di servizio, trovandosi ad Alassio la sua coetanea Maria le regalò questi deliziosi baci. 209 Raccontami la tua terra Esercizio 12 - Cloze Vi chiediamo di fare un esercizio di riempimento. Cercate fra gli ingredienti le parole mancanti. Ricetta per preparare le Pere al vino rosso e miele di tiglio* Ingredienti 500 ml vino rosso, 75 gr zucchero semolato, 2 cucchiai di miele di tiglio, 1 stecca di vaniglia tagliata a metà, 4 pere Completate gli spazi del testo seguente con gli ingredienti della ricetta. Alcune parole sono ripetute più volte. Preparazione Sbucciare le ____________, dividerle a metà e privarle del torsolo facendo attenzione a non staccare il picciolo. In una casseruola mettere il ____________, lo______________, il ____________ e la ____________ Portare a bollore a fuoco lento, unire le _______________ e chiudere con il coperchio e un foglio di carta oleata. Far sobbollire per 8 minuti finché infilzandole con uno stecchino, si sente che sono diventate tenere. Togliere le ____________ con un mestolo forato per scolarle bene e tenerle da parte. Riportare a bollore il liquido e continuare la cottura a fuoco molto delicato (senza perderlo di vista) per 15/20 minuti fino a che diventa denso e sciropposo e poi lasciare raffreddare. Togli la stecca di ____________ e trasferisci lo sciroppo di ________________ in una ciottolina. Servi le ____________ in una ciotola nappandole con lo sciroppo di _____________ e ____________. è un dessert raffinato e semplicissimo che si presta a diverse varianti per esempio per renderlo più invernale sarebbe carino aromatizzare il _________________ con cannella, fiori di garofano e scorza d’arancia... come il vin brulé. * http://www.ilmieleincucina.it/ricette/dolci/ricetta.asp?ricetta=Pere_al_vino_rosso_e_miele_di_Tiglio.html 210 Unità 7 - Raccontami Il miele Verifica 1 - Cloze Completa gli spazi del testo con le parole giuste scegliendo dal seguente elenco: alimentazione • favo • alveare • miele • nettare • polline Una parola è di troppo. Cercala! Alla fine dell’inverno nell’_______________ le scorte di cibo e il ______________ raccolto nella passata stagione stanno per finire. Le bottinatrici, le api più esperte dedite alla raccolta delle provviste, trovano sui primi rari fiorellini un po’ di polline e _____________________: il ________________ è la polverina che possiamo vedere all’interno dei fiori, il nettare è quel liquido dolce che i fiori producono all’interno del loro calice per attirare gli insetti: entrambi servono alle api per la propria ________________. 211 Raccontami la tua terra Verifica 2 - Lettura e comprensione del testo IL mIeLe e L’APIcoLTURA Ascolta il testo con attenzione, puoi anche guardare il testo scritto. Traccia 22 Con l’avanzare della primavera aumenta la temperatura dell’aria, i prati e gli alberi si coprono di fiori, sempre più nettare arriva nell’alveare. L’arnia si riempie di provviste, la regina depone un numero sempre crescente di uova e nascono un maggior numero di api. L’apicoltore sa che è giunto il momento di mettere sopra le sue arnie il “melario”, il magazzino dove le api porteranno le scorte di miele.Iniziano le fioriture importanti come la cicoria, l’acacia, il tiglio, il girasole, e poi in estate il castagno, il rododendro... Le api esploratrici, quando trovano tanti fiori, cioè una sorgente di nettare abbondante e buono, indicano alle loro compagne, per mezzo di una danza, dove andare a bottinare. Tutte le api si recheranno sugli stessi fiori ed il melario si riempirà di nettare dello stesso tipo, con le caratteristiche dei fiori visitati. Avremo così il classico miele monoflora: di acacia, di tiglio, di girasole, di castagno, di rododendro, di tarassaco... Questo nettare non è ancora il miele: è nelle cellette di cera, nel “favo”, che si completa la sua trasformazione in miele, grazie al lavoro delle giovani api, che ancora non sono in grado di volare sui fiori. Queste prendono il nettare portato dalle bottinatrici, vi aggiungono particolari sostanze da loro prodotte, gli enzimi, e lo immagazzinano nelle cellette; poi, muovendo le ali all’interno dell’alveare, creano una corrente d’aria che fa evaporare l’eccessiva umidità contenuta nel nettare che si trasforma finalmente in miele. II miele monoflora si ha solo se la stagione si mantiene buona per un lungo periodo e le fioriture durano a sufficienza affinché le api possano riempire il melario con il miele proveniente da un solo tipo di fiore. In alternativa l’apicoltore può spostare le api portandole in altre zone, seguendo le varie fioriture pratica così “il nomadismo”. Invece se, prima di riempire il melario, accade che ad una fioritura importante si sostituiscano altri tipi di fiori, le api visiteranno molte specie botaniche: questo miele avrà una varietà e ricchezza di odori, sapori, colori derivanti da tutti i differenti fiori visitati. Avremo così il miele millefiori. Una volta che i favi sono pieni ed il miele ha raggiunto il giusto grado di umidità, le api chiudono le cellette con un tappo di cera impermeabile: “l’opercolo”, ed il miele resta protetto ed incontaminato. A quel punto l’apicoltore preleva i melari e li porta in laboratorio per la smielatura. Questa si inizia togliendo gli opercoli di cera e introducendo i favi nello smielatore, una centrifuga che ruotando fa uscire il miele dalle cellette senza rovinare i favi di cera. Questi sono poi restituiti alle api che vi immagazzinano il successivo raccolto, risparmiando il lavoro di ricostruzione. II miele viene prelevato dallo smielatore, passato in un filtro per eliminare i pezzi di cera e lasciato decantare nei maturatori. Alla fine viene messo nei vasetti, pronto per il nostro consumo, senza subire alcuna lavorazione così come lo hanno fatto le api. 212 Unità 7 - Raccontami Il miele Ora rispondi alle seguenti domande, consultando anche il testo a pag. 212: In quale stagione dell’anno nell’alveare arriva sempre più nettare? ___________________________________________________________________________________ Che cos’è il melario? ___________________________________________________________________________________ Qual è la funzione della danza delle api esploratrici? ___________________________________________________________________________________ Qual è la caratteristica del miele monoflora? Fai un esempio. ___________________________________________________________________________________ Le giovani api con quale procedura trasformano il nettare in miele? ___________________________________________________________________________________ Qual è lo scopo dell’apicoltore che pratica “il nomadismo”? ___________________________________________________________________________________ Come si ottiene il miele millefiori? ___________________________________________________________________________________ Che cos’è “l’opercolo”? ___________________________________________________________________________________ Che cos’è lo smielatore e come funziona? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Perché il miele dopo essere stato prelevato dallo smielatore deve essere filtrato? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 213 Raccontami la tua terra Verifica 3 Scrivi una tua ricetta utilizzando il miele tipico del tuo paese. Nome della ricetta:_________________________________________________________________ È un primo piatto, un secondo piatto, un dolce? ___________________________________ Per …. persone: __________________________ Miele da utilizzare: _______________________________________________________________ Caratteristiche e proprietà del tipo di miele: ______________________________________ Ingredienti: ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Preparazione: ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Racconta brevemente in quali occasioni può essere proposta questa ricetta: ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 214 Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Unità 8 Raccontami Le ore e i giorni 215 Raccontami la tua terra SITUAZIONE COMUNICATIVA OBIETTIVI LINGUISTICO/ COMUNICATIVI CONTENUTI LINGUISTICI DOMINIO: • personale. • • • • • • • • • • • • AMBITO: • privato. OGGETTI: • Alimenti, bevande utensili cucina. Esprimere soddisfazione Esprimere felicità Esprimere emozioni Elencare azioni Descrivere aspetti psicologici • Ascoltare • Raccontare • Ricordare. Imperfetto Il passivo Aggettivi Nomi e diminutivi Pronomi Verbi Condizionale. Luoghi: • Stanze di una casa, Paesi liguri, spiaggia e entroterra, Genova, Vie genovesi, la Foce di notte. Avvenimenti: • Preparare un pranzo, festeggiare, ricordare l’infanzia, ricordare eventi attraverso il cibo. Azioni: • Preparare un piatto, mangiare, fare festa, andare alla spiaggia, giocare, ricordare. ATTIVITà ESERCIZI • • • • • • • • • Ascolto dei testi • Lettura guidata dei testi • comprensione del testo (glossario) • comprensione del testo (vero, falso, non dato) • comprensione del testo (risposte multiple) • rielaborazione del testo • costruzione di un testo personale • esercizi di struttura grammaticale Ascolto Parlato Lettura Scrittura di testi guidati Scrittura di testi liberi Interazione scritta Interazione orale Mediazione. 216 Verifiche: • interazione e scrittura Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Cari amici, questa è l’ultima Unità del libro. Vi vogliamo raccontare frammenti della nostra vita che corrispondono a particolari momenti della giornata, dell’anno e della storia della nostra terra. Vi parleremo di alcuni episodi, legati al tema del cibo e dell’amore per le tradizioni. Nel primo testo passeremo con Voi il momento in cui la città, in questo caso Genova, si sveglia alle prime ore del mattino con un buon odore, quello della focaccia. Saremo poi con le bambine Marta e Maria, di mattina, mentre aprono le loro uova di Pasqua. Pranzeremo poi insieme ad Alessandra e alla sua nonna Ida il giorno di Natale. Poi ci sposteremo a Bonassola mentre Roberto ci racconta di un’estate, di quando era giovane, insieme alla sua Silvia e di una buona minestra estiva. Torneremo poi a Genova con Cristina nella notte della festa dei Santi Pietro e Paolo per vedere i fuochi artificiali. Ma poi la notte passa e viene l’aurora. Siamo nel luogo che voi preferite perché quello che conta è la nascita di una bambina che si chiama appunto Aurora ed è simbolo di un nuovo mondo... Finiremo così il nostro viaggio, alla scoperta della nostra terra, della nostra vita, delle nostre tradizioni. Perché questo era l’obiettivo del libro: fare un tratto del sentiero della vita insieme e raccontarci storie, spiegarvi momenti della nostra memoria e parlare di cose buone e tenerci compagnia... Gli Autori 217 Raccontami la tua terra il profumo della focaccia Traccia 23 Sono le prime ore del mattino, quando la città riprende vita dopo la notte. L’odore della città al mattino è quello del caffè. È il profumo dei dolci che proviene dai bar e dai forni. Ma siamo a Genova. E questo significa che un aroma caldo e particolare avvolge le strade: è quello della focaccia. È una vera e propria tradizione. Tanto fa parte della tradizione locale che, quando milanesi e torinesi vengono al mare, prendono l’abitudine della focaccia. Ma che cos’è la focaccia? Non è un dolce, come il nome farebbe intendere. È una sottile pizza bianca (come erroneamente la chiamano i romani), è una schiacciata (come la chiamano i toscani)? No, non sono sinonimi e non chiamiamola con nomi diversi: è focaccia. Sottile, né secca, né morbida. Non alta come la fanno nelle riviere. Ma nemmeno quel velo leggero che tanti panettieri sfornano per far credere ai foresti che si tratta di quella vera... Dovrebbe essere un po’ unta, da lasciare le dita oleose! Lo ammetto è parecchio unta, sì e... salata, parecchio salata. Da doversi poi leccare le mani e prolungare il piacere. La mamma mi diceva che la focaccia metteva sete. E in parte è vero. Ora non sarei più capace di mangiarne 1 etto come allora, quando, rifasciata con molta cura per non ungere i quaderni, la portavamo a scuola. Ora mangio la striscia che servono nei bar e che non è mai più di mezz’etto. Noi la mangiamo ora insieme al caffè o al cappuccino, ma la vera tradizione genovese è quella di gustarla insieme ad un bicchiere di vino bianco. Quando non sono a Genova, sostituisco la focaccia con quello che trovo al bar: cornetto, brioche, pasta, croissant o la sfincia come si mangia in Sicilia... questo la dice lunga sulle enormi risorse delle varie culture presenti in Italia... Ma quello che trovo al posto della mia focaccia non mi soddisfa pienamente. Mi sembra che siano dei surrogati poco saporiti della mia amata striscia. Allora preferisco piuttosto, cercando nella memoria delle ore e dei giorni, la prima colazione della mia infanzia a base di latte e biscotti, o pane e marmellata. Ma si può mai svegliare una città con pane e marmellata? Forse potremmo svegliare i bambini piccoli... Ma ecco che, al primo soffio di vento, ritorna quel buon profumo e mi sembra di aspirare odore di focaccia comunque, insieme al vento che viene dal mare... Glossario Aroma: profumo. Comico: attore che interpreta parti scritte apposta per divertire il pubblico. Cornetto, brioche, pasta, croissant, sfincia: indicano nelle diverse regioni italiane dolci da forno che si consumano in genere al bar alla prima colazione (brioche e croissant sono parole francesi). 1 etto: (100 gr) mezz’etto (50 gr). Foresti: si dice in dialetto genovese di persone che non sono nate a Genova, anche se non sono straniere. La dice lunga: significa e spiega molto bene. Oleose: unte d’olio. A base di olio. Pizza bianca, schiacciata: tipi di pizze e focacce di 218 altre regioni. Rifasciare: avvolgere con del materiale, in questo caso della carta (per esempio i libri o un regalo). Quando non si usava la plastica, tutti i cibi un po’ unti andavamo rifasciati con molta cura. Riprende vita: in questo caso, significa si risveglia. Sfornano: fanno uscire dal forno, tirano fuori dal forno. Sinonimi: parole che hanno un significato uguale o molto simile. Striscia: termine colloquiale con il quale si definisce nei bar genovesi una fetta di focaccia che pesa al massimo 50 gr. Surrogati: cfr. Unità 2, pag. 60 (glossario). Tradizione: insieme degli usi che ci vengono dal passato. Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Ore 07.00 E così iniziano le prime ore della mia giornata, con il sapore del sale e l’odore del pane caldo e della mia focaccia... Lo sapete cosa dice il comico genovese Maurizio Crozza? Dice che se a Milano hai solo 1 euro, ti senti povero, ma, se a Genova hai 1 euro solo in tasca, ti compri 1 euro di focaccia, vai davanti al mare e ti senti come un re! Esercizio 1 - Comprensione del testo Rispondi alle seguenti domande scegliendo la risposta giusta fra VERO o FALSO o NON DATO La focaccia si mangia bevendo coca cola o una spremuta Vero Falso Non dato La tradizione genovese accompagna la focaccia a un bicchiere di vino bianco Vero Falso Non dato Esempio: La focaccia viene da Milano Vero Falso Non dato La focaccia unge le mani Vero Falso Non dato Se hai solo 1 euro e vivi a Milano ti puoi sentire come un re Vero Falso Non dato 219 Raccontami la tua terra Esercizio 2 - Comprensione e produzione scritta Ora rispondi alle seguenti domande aperte, scrivendo delle frasi: puoi guardare il testo. • Che cosa avviene al mattino? Quali profumi avvolgono le vie di Genova? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Quale tradizione seguono i milanesi e i torinesi quando vengono in Liguria? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Quali cibi di altre regioni assomigliano alla focaccia ma non sono la stessa cosa? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Quanta focaccia mangiava l’autrice da ragazzina e quanta invece ne mangia ora? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Spiega perché con 1 euro in tasca un genovese può sentirsi un re ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 220 Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Esercizio 3 - Cloze Completa il testo nelle parti mancanti. Puoi guardare il testo. Di mattino la ________ si sveglia dopo la notte. L’_________ al mattino è quello del caffè. È il ____________ dei dolci che proviene dai bar e dai _________. Ma a ______________ puoi sentire un aroma _____ e ___________che avvolge le strade: è quello della ________. È una vera e propria ___________. È un uso locale molto diffuso e, quando __________ e _________ vengono al _______, fanno _________ con la focaccia che ____ è un dolce ma una sottile striscia né _______, né __________ ma nemmeno troppo ___________ come la fanno nelle riviere. Non deve però essere troppo ______________ come la fanno tanti ____________ così i _________ credono che sia quella vera... Dovrebbe essere un po’ _______ e parecchio _______. La mamma di Cristina diceva infatti che la focaccia ______________. Noi la mangiamo ora insieme al ________ o al ________________, ma la vera ___________ genovese è quella di gustarla insieme ad un bicchiere di _____________. Cristina quando non è a ______________ sostituisce la focaccia con ___________ ma non le sembrano che poco ______________ surrogati della sua amata _______________. Allora piuttosto meglio fare colazione con _____________ come i bambini piccoli... Lo sapete cosa dice il _________ genovese Maurizio Crozza? Dice che se a Milano possiedi solo _______ ti senti _________, ma, se a Genova hai 1 euro solo in _______, ti compri ________ di focaccia e vai a sederti davanti _________________ e ti senti come ________! Esercizio 4 - Interazione Ora scrivi che cosa mangi in genere come prima colazione. Descrivi una tipica prima colazione al Tuo Paese. Scrivi i nomi dei cibi anche nella Tua lingua. Poi, con l’aiuto dell’insegnante, confrontali con quelli che hanno scritto i tuoi compagni. Scambiate delle opinioni sui tipi di cibo e sulle bevande che consumate all’inizio della giornata. ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 221 Raccontami la tua terra Le UoVA dI PAsQUA dI mARTA e mARIA ore 12.15 Leggi il testo con attenzione e poi esegui gli esercizi. Traccia 24 Ci regalavano le uova di cioccolato e non potevamo aprirle sino alla mattina di Pasqua! Eravamo due sorelline, bambine negli anni Cinquanta e avevamo parenti ed amici che per Pasqua si ricordavamo di noi con questo dono: le belle uova di cioccolato. Erano di tipo diverso: sfasciate e decorate con figurine e fiori di zucchero, oppure fasciate con una bella carta di metallo dorato oppure con carta colorata e un bel fiocco... Le uova portavano il ricordo di chi le aveva donate: erano esposte in un mobile che si chiamava la “cristalliera” perché conteneva bicchieri e cose fragili. Quando lo aprivamo per guardare le uova o per giocarci, si sentiva un forte odore di cioccolato che impregnava anche le tazzine da caffè che la mamma vi custodiva. C’erano le uova degli zii di via Malta, quelle dei cugini di via Ippolito D’Aste, dei colleghi di papà, della zia Rosalia: erano tutte doppie, regalate ad ognuna di noi due sorelline. Per questo, il numero complessivo delle uova era notevole. Quando rompevamo le uova, finalmente, nella mattinata della festa di Pasqua, al momento dell’estrazione della sorpresa, eravamo particolarmente emozionate: non avevamo infatti tutte le ghiottonerie ed i giocattoli che hanno ora i bambini. Mangiavamo la cioccolata solo in quell’occasione, infatti, e la mamma non permetteva che ne mangiassimo troppa nemmeno allora. E le sorprese ci sembravano bellissime anche se in realtà forse non lo erano per niente. Ma quella collanina e quel piccolo braccialetto con le perline venivano custoditi come tesori nelle scatolette vuote delle caramelle... Quelle scatolette di latta dipinte erano i nostri forzieri, quelli che contenevano il tesoro di Marta e Maria. Forse ora il cioccolato è addirittura migliore di quel cioccolato degli anni Cinquanta e forse ora le sorprese nelle uova più costose sono anche garantite in argento. Ma noi consideravamo quel cioccolato come il cibo della festa e quella collanina di false perle ci sembrava più bella di quella di Cenerentola la sera del ballo al castello! 222 Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Esercizio 5 - Cloze Riempi gli spazi vuoti con le parole mancanti. Puoi guardare il testo “Le uova di Pasqua di Marta e Maria”. Gli zii ci regalavano le ___________ di cioccolato e non potevamo aprirle sino alla mattina di _______________. Le uova erano di tipo ______________. Alcune erano decorate con ________________ e ______________ di ________________. Altre erano fasciate con una bella _________________ di _______________ dorato. Le uova erano esposte in un ________________ che si chiamava la “cristalliera” perché conteneva ________________ e ______________ fragili. Anche le tazzine da _____________ che stavano dentro al mobile _____________ di cioccolata! Il momento dell’estrazione della __________________ era particolarmente emozionante: non avevamo infatti tutte le ____________________ ed i _________________ che hanno ora i bambini. Mangiavamo la ____________________ solo in quell’occasione. E le sorprese ci sembravano ___________________ ma non credo fossero molto più ______________ di quelle contenute ora nelle ____________________________ di Pasqua. Ma quella _____________________ e quel piccolo braccialetto con le perline venivano custoditi come __________________ nelle scatolette vuote delle ______________. Quelle __________________ erano i nostri forzieri, quelli che contenevano il tesoro di Marta e Maria. Ora le sorprese sono forse più _____________ anche perché le fanno anche in ________________ ma quella collanina di false ________________ ci sembrava più bella di quella di Cenerentola la sera del __________ al castello! 223 Raccontami la tua terra Esercizio 6 - Comprensione del testo Rispondi alle seguenti domande scegliendo la risposta giusta fra VERO o FALSO o NON DATO Esempio: Le uova di cioccolato si regalano a Natale Vero Falso Non dato Le due bambine si chiamano Marta e Marina Vero Falso Non dato Gli zii compravano le uova in un negozio del centro storico Vero Falso Non dato Erano sorelle ed erano bambine negli anni Cinquanta Vero Falso Non dato Le bambine mangiavano la cioccolata tutti i giorni Vero Falso Non dato Le bambine potevano già aprire le uova molto prima di Pasqua Vero Falso Non dato Qualche volta ora le sorprese sono in argento Vero Falso Non dato Alcune uova erano decorate con figurine di zucchero Vero Falso Non dato Le bambine trovavano come sorpresa una collanina di perle vere Vero Falso Non dato 224 Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Il pranzo di natale di nonna ida Ore 15.00 Alessandra aspettava con ansia le feste di Natale e le belle tradizioni che accompagnano le feste. A Genova il pranzo di Natale della tradizione è particolarmente ricco. Un tempo la Vigilia di Natale, cioè il giorno prima, era un giorno di “magro”. Questo spiega l’eccesso di cibi che venivano portati in tavola. Oggi la tendenza è a mantenere le tradizioni ma... senza esagerare. La mattina di Natale, il 25 di Dicembre, Alessandra si alzava entusiasta per la giornata che avrebbe passato. Sapeva che, come ogni Natale, ci sarebbe stato lo scintillante pranzo a casa della nonna. La nonna era una donna autorevole e forte. Alessandra era nata in una famiglia di tipo matriarcale, la figura della nonna troneggiava su tutti. Nonna Ida, che di mestiere aveva diretto tre rosticcerie nel centro di Genova, organizzava quel pranzo nei minimi particolari. Già mesi prima metteva sottolio i funghi porcini trovati personalmente dal genero nei boschi di Torriglia, località di campagna dell’entroterra ligure che era frequentata dall’intero gruppo familiare. Il vero lavoro frenetico iniziava una settimana prima del grande pranzo. Le figlie di nonna Ida, due donne adulte e stimate nei loro rispettivi ambiti professionali, diventavano le sue fedeli aiutanti. Per tutto il tempo, per una settimana intera, tagliavano, sminuzzavano, bollivano, lavavano, pulivano, cucinavano, rilavavano sotto l’attento occhio della “padrona”. Loro in effetti arrivavano al giorno fatidico un po’ provate, ma, secondo Alessandra, ne valeva la pena. Mettere a tavola dalle 15 alle 20 persone non era in effetti impresa facile. C’era sempre qualche invitato nuovo: un diverso fidanzato o fidanzata, dei parenti mai visti, dei possibili futuri suoceri e questo naturalmente alimentava nuove conversazioni e pettegolezzi familiari. 225 Raccontami la tua terra L’attenzione di tutti girava comunque intorno al pranzo. Si iniziava con l’aperitivo servito in salotto: il vermouth era accompagnato da sottili sfoglie fritte, ripiene di formaggio ammorbidito dal calore... Erano deliziose. Poi si passava nella bella sala da pranzo della grande casa di corso Buenos Aires, via del centro di Genova, e si partiva con gli antipasti. Giravano tutti i sottoli preparati mesi prima: melanzane, cipolline, peperoni e funghi; poi non poteva mancare il cappon magro con la salsa verde, l’insalata russa, l’insalata di mare e i muscoli ripieni, secondo la ricetta delle “Cinque Terre”. Ma i piatti forti erano i primi: ravioli genovesi al “tocco” e i tradizionalissimi maccheroni di Natale. Alessandra aveva una certa passione per il suo papà che possedeva però un carattere un po’ difficile. Poiché nonna Ida inizialmente non l’aveva accolto a braccia aperte, lui non perdeva occasione, in questi pranzi, di creare qualche discussione accesa. Ma la nonna incassava: aveva compreso col tempo che era un ottimo compagno per sua figlia e un buon padre per le sue due nipoti, Floriana e Alessandra; e poi il pranzo non poteva andare male... I secondi erano succulenti e curati come il resto: cappone ripieno, che richiedeva una particolare maestria, orata al forno e il flan di spinaci con salsa di pomodoro che fino all’ultimo creava una certa ansia, per la paura che si potesse afflosciare. Tutte le portate erano accompagnate da ovazioni e commenti inneggianti la grande cuoca che si pavoneggiava con soddisfazione. Naturalmente, le figlie, che avevano lavorato come sguattere, passavano in secondo piano; anche se spossate dalla stanchezza, non erano comunque per niente offese anzi piuttosto ironicamente divertite. I dolci erano curati come il resto: torta “Carlini”, pandolce genovese e funghetti dolci secchi che venivano serviti con il caffè agli ulteriori ospiti che arrivavano nel pomeriggio. Il tutto era innaffiato da ottimi vini scelti personalmente dallo zio che, essendo l’unico figlio maschio, veniva considerato il più competente su qualsiasi argomento. Questi erano i pranzi di Natale di Alessandra. Dentro di lei hanno lasciato un segno profondo. Come in tutte le famiglie ci sono stati, col tempo, avvenimenti molto tristi. Questi pranzi a un certo punto non si sono più fatti. La nonna è morta a 88 anni e ha lasciato in eredità a tutti quel tripudio di vita che scaturiva nella preparazione dei suoi cibi e, naturalmente, le sue ricette. 226 Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Menu di Natale di nonna Ida Aperitivi Sfoglie fritte ripiene di formaggio stracchino (come la ricetta delle focaccine di Sant’Apollinare) Antipasti Cappon magro con salsa verde Insalata russa Muscoli ripieni (ricetta delle Cinque Terre) Primi Piatti Ravioli con il tocco Maccheroni di Natale Secondi Piatti Cappone ripieno Orata al forno Flan di verdure al sugo di pomodoro Dolci Torta “Carlini” Pandolce genovese Funghetti dolci secchi Ricetta per preparare i Ravioli alla genovese Ingredienti per la pasta: 400 gr di farina, 3 uova intere, sale. Ingredienti per il ripieno: 200 gr di bietole, 200 gr di borragine, 150 gr di carne magra di vitello, 100 gr di carne magra di maiale*, 50 gr di poppa (tettine) di vitello, 100 gr di cervella di vitello, 100 gr di animelle di vitello, 40 gr di burro, 2 uova intere e 2 tuorli, un pugno di mollica di pane bagnata nel brodo e strizzata, 2 cucchiai di parmigiano grattugiato, sale, pepe, un pizzico di noce moscata (facoltativo). Preparazione Preparare la pasta. Far rosolare nel burro la carne di maiale e di vitello. Tagliarla a pezzi, passarla al tritacarne e pestarla nel mortaio. * Si può sostituire con 100 gr di carne magra bovina 227 Raccontami la tua terra Sbollentare per qualche minuto in acqua le animelle e la cervella, spellarle e pestarle nel mortaio. Mettere la poltiglia così ottenuta in una scodella capiente. Lessare per 10 minuti circa in acqua le tettine, tagliarle, tritarle, pestarle a poltiglia e aggiungerle all’altra carne. Lessare in acqua le verdure, sgocciolarle, strizzarle e tritarle finemente. Unirle agli altri ingredienti nella scodella insieme alle uova intere, ai tuorli, alla mollica di pane, al parmigiano grattugiato, al sale, al pepe e alla noce moscata. Amalgamare il tutto formando un impasto omogeneo, da cui si ricaveranno tante polpettine grosse come nocciole. Preparare due sfoglie di pasta. Versare il ripieno nella tasca di tela o in un cono di carta con la punta tagliata e spremere delle pallottoline schiacciando con le dita. Disporre le pallottoline su tutta la superficie di una sfoglia, a 4-6 cm di distanza l’una dall’altra. Ricoprire la prima sfoglia con la seconda e schiacciare con le dita nei punti intermedi, dove non c’è ripieno, in modo da far aderire le due sfoglie. Con l’apposita rotella, ritagliare, seguendo questi vuoti, dei quadrati di 5-6 cm di lato. Lessare i ravioli in abbondante acqua salata, scolarli, versarli in un piatto da portata caldo e condirli. Ricetta per preparare i Muscoli ripieni delle “Cinque Terre” Ingredienti e dosi per quattro persone 1,5 kg di muscoli, 100 gr di formaggio grana grattugiato, 2 uova, mollica di un panino bagnata nel latte, ciuffo di prezzemolo, rametto di maggiorana, pomodori maturi da sugo. Realizzazione Lavare i muscoli, metterli in una pentola senz’acqua e farli aprire. Scegliere i più grossi e metterli a parte. I piccoli tritarli insieme al prezzemolo e alla maggiorana. Mettere il trito in una terrina aggiungendo le uova, il formaggio e la mollica di pane strizzata. Mescolare bene. Mettere i pomodori tritati in un tegame e salare. Prendere i muscoli e fra le valve di ognuno mettere il ripieno. Legarli con il filo e adagiarli nel sugo per farli insaporire per 10 minuti in forno. Togliere il filo prima di portarli in tavola. 228 Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Glossario e ampliamento per saperne di più Conosci i cibi del menù di Natale di nonna Ida? Dopo la lettura del testo elenca le parole che non conosci e cercane il significato sul vocabolario. Vi sono anche delle “frasi fatte”, elencane alcune. La parola “tocco” indica un sugo tipicamente genovese, cercala su internet per scoprire come si prepara questo sugo. Autorevole: che esprime autorità. Cappon magro: tipico piatto ligure a base di pesce e verdure e salsa verde. “Di magro”: cibi che non contengono carni, per esempio i ravioli fatti solo con verdura. La vigilia di Natale era considerata un giorno di “magro”. Eccesso: quantità esagerata. Entusiasta: molto contento. Fatidico: che rivela il fato, profetico. Flan: preparazione a base di uova da cuocersi in forno e che si può afflosciare (abbassare) quando si raffredda. Frenetico: molto agitato e veloce. Incassare: sopportare gli attacchi. Inneggiare: cantare inni e quindi lodare in modo molto deciso. Matriarcale: modello sociale e familiare con a capo una donna. Ovazioni: manifestazione collettiva di approvazione accompagnata da applausi e complimenti. Pavoneggiarsi: tenere atteggiamenti simili a quelli di un pavone, essendo contenta dei complimenti. Pettegolezzo: chiacchiera maliziosa. Rosticceria: negozio che cucina e vende specialità gastronomiche. Salsa verde: salsa a base di prezzemolo, con aglio, aceto, uova sode, acciughe e mollica. Sant’Apollinare: paesino in collina sopra Sori, nota località balneare ligure. Scaturire: venire fuori. Scintillante: che manda scintille. Sguattera: serva. Sminuzzare: tagliare a pezzi molto piccoli. Sottolio: conservazione di cibi nell’olio, dopo cottura. Per estensione, i sottoli: cibi sottolio (per esempio, funghi o carciofini). Spossata: stanca. Succulento: letteralmente ricco di sugo e quindi molto gustoso. Tocco: tipico sugo ligure a base di carne e pomodoro. Torriglia: paese in campagna dell’entroterra ligure. Torta Carlini: torta di un’antica pasticceria genovese a base di panna e pan di Spagna. Tripudio: antica danza gioiosa che in questo caso indica la gioia nel preparare i cibi. Troneggiare: essere seduti su un trono come un re o una regina, essere sopra tutti. Ulteriori: in questo caso vuole dire “altri”, cioè gli ospiti che sono venuti dopo. Valere la pena: essere conveniente. Vermouth: vino liquoroso che si serve come aperitivo. 229 Raccontami la tua terra Esercizio 7 - Comprensione del testo Dopo la lettura del testo con l’insegnante rispondere con VERO o FALSO o NON DATO Alessandra è una bambina? Vero Falso Non dato Il pranzo di Natale di nonna Ida è preparato solo da lei? Vero Falso Non dato Nonna Ida è una donna autorevole? Vero Falso Non dato Il lavoro per il pranzo di Natale iniziava il giorno prima del pranzo? Vero Falso Non dato Le persone che partecipavano al pranzo erano circa dieci? Vero Falso Non dato 230 Esempio: Alessandra aspettava con ansia le feste Vero Falso Non dato L’aperitivo veniva servito in sala da pranzo? Vero Falso Non dato Fra gli antipasti c’era anche il flan di spinaci? Vero Falso Non dato I ravioli erano conditi con il “tocco”? Vero Falso Non dato I pranzi di Natale hanno lasciato in Alessandra un segno profondo? Vero Falso Non dato Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Esercizio 8 - Comprensione del testo Completare le frasi; per ogni frase diamo tre possibilità di completamento, scegliere quella esatta. Esempio: A casa di Nonna Ida ci sarebbe stato il pranzo Scintillante Noioso Ricco La mattina di Natale Alessandra si alzava curiosa entusiasta triste Il pranzo era servito in cucina in salotto in sala da pranzo Nonna Ida era una donna forte e autorevole mite e remissiva serena e dolce Il Cappon magro era servito come antipasto come primo piatto come secondo piatto Si iniziava a preparare il pranzo il giorno prima tre giorni prima una settimana prima Le portate erano accolte con silenzio ovazioni critiche La casa di nonna Ida era nel centro di Genova in periferia in campagna 231 Raccontami la tua terra Il passivo Passivo: essere (venire) con il participio passato Forma attiva - L’intero gruppo familiare frequentava Torriglia Forma passiva - Torriglia era frequentata dall’intero gruppo familiare Forma attiva e passiva del verbo frequentare al tempo imperfetto (azione passata che si ripete nel tempo e tempo usato spesso nei racconti, soprattutto scritti) Io frequentavo Io ero frequentato Tu frequentavi Tu eri frequentato Lui/lei frequentava Lei/lui era frequentato Noi frequentavamo Noi eravamo frequentati Voi frequentavate Voi eravate frequentati Essi frequentavano Essi erano frequentati Esercizio 9 Completare le seguenti frasi con il verbo alla forma attiva e passiva al tempo imperfetto. Esempio: (accogliere) Nonna Ida non accoglieva a braccia aperte Carlo Carlo non era accolto a braccia aperte da nonna Ida • (servire) L’aperitivo _____________ da nonna Ida in salotto. Nonna Ida ______________ l’aperitivo in salotto. • (preparare) I sottoli ________________ da nonna Ida mesi prima. Nonna Ida ______________ i sottoli mesi prima. • (raccogliere) I funghi ________________ dal padre di Alessandra. • Il padre di Alessandra _____________ i funghi. • (scegliere) I vini ______________ dallo zio. 232 Lo zio ____________ i vini. Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni esercizio 10 - Tecnica narrativa Scegliere la risposta migliore fra quelle proposte. Chi racconta la storia? uno dei personaggi l’autore uno esterno alla storia La storia è raccontata in prima persona plurale in terza persona singolare in seconda persona singolare Il lettore vede la storia attraverso gli occhi del narratore attraverso gli occhi di nonna Ida attraverso gli occhi di un estraneo La storia è raccontata al tempo Passato prossimo Presente Passato imperfetto Il quaderno di nonna Ida 233 Raccontami la tua terra La dolcezza del ricordo Ore 17.00 Ascolta il testo con attenzione. Traccia 25 Mi chiamo Roberto e sono anziano... Un po’ di anni fa, andavo, con mia moglie Silvia, a Bonassola, un piccolo paese sul mare in provincia di La Spezia, in una casetta che mi prestavano alcuni amici... La nostra stanza e la sala da pranzo, dove avevamo portato i vecchi mobili di casa, che io avevo ridipinto in azzurro, si affacciavano su un carogio stretto e freschissimo in estate e riparato dal vento in inverno. Sul retro invece, dove c’era la cucina, la vista si apriva su orti e terrazze. Intorno la collina era tutta olivi. Più in alto, la montagna profumava di pini e il vento della sera portava l’odore della pineta verso le spiagge. Spiagge sassose e pulitissime. E pulito era il mare, dove stavamo “a mollo” per molte ore perché da giovani sembra di non avere mai freddo! La mattina presto, si andava al mercato a comprare frutta e verdura che i contadini dell’entroterra vendevano in piccoli banchi coloratissimi. Che aromi! Che differenza con i prodotti che vendevano in città! Portavamo la borsa con la spesa in cucina e poi, via ...al mare per una bella mattinata all’aria aperta con i nostri amici. Una cosa non compravamo mai al mercato: il basilico perché ne avevamo un grosso vaso rotondo, che mia moglie aveva portato da Genova e che tenevamo sul piccolo balcone. Lo bagnavo con cura e quello che la piantina produceva mi bastava per fare il pesto, in quel vecchio mortaio di marmo che la padrona di casa ci aveva lasciato: il nostro amato pesto, quello che aggiungevamo al minestrone e che lo profumava... Il basilico era quello genovese con foglie piccole. L’aglio lo comprava Silvia al mercato ed era di ottima qualità. Compravamo al mercato anche il Parmigiano e un ottimo pecorino. Così come i pinoli di Pisa. E l’olio era ovviamente extravergine di oliva e ligure. Ovviamente questa meravigliosa salsa di colore verde smeraldo la usavamo anche per condire la pasta. Ma, in quei giorni d’estate al mare, in genere, serviva per dare carattere al nostro minestrone. Un piatto splendido, credetemi. Non penso di averlo più mangiato così buono. Il pomeriggio, infatti, nel riposo della fresca casetta, era dedicato alla cucina: prima preparavamo tutta la verdura che veniva lavata, pulita, tagliata e messa a cuocere. Silvia e io andavamo a riposare e lasciavamo la pentola con la minestra che cuoceva sul fuoco bassissimo. Ci pareva che la giornata finisse in bellezza e bontà... Ma forse la bellezza e la bontà sono nel ricordo di quelle ore e di quei giorni? Nella calma e silenziosa ombra delle stanze dove le persiane verdi lasciavano entrare solo quella luce che serviva ad illuminare i miei mobili azzurri? Non ho più quei mobili, né ho più visto quelle stanze e Silvia e io non siamo più giovani, anche se, per fortuna stiamo bene... Ma quel sapore e quell’odore e la sensazione della pelle salata e del benessere provocato dalla frescura e dalla minestra sana e buona, dopo tanto sole e acqua di mare, sono ancora nel nostro ricordo. 234 Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Esercizio 11 - Produzione scritta Vai all’Unità Il Castagno e cerca la ricetta per preparare il pesto. Ora prova a riscriverla, senza guardare il testo ma tenendo conto delle indicazioni che ti fornisce Roberto... Pensa anche di non usare il frullatore ma di pestare gli ingredienti nel mortaio come facevano Silvia e Roberto. Unità 5 pag. 150 ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ Esercizio 12 - Produzione di un testo regolativo Cerca nell’Unità L’orto i nomi delle verdure e prova a comporre una tua ricetta di minestra di verdure. Unità 6 pag. 174 ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 235 Raccontami la tua terra LA NOTTE DEI FUOCHI DI SAN PIETRO Ore 00.00 Mezzanotte Ascolta la lettura del testo con attenzione, puoi anche guardare il testo sul libro. Traccia 26 La fiera di San Pietro esiste a Genova da molto tempo. Si svolgeva, quando io (che mi chiamo Cristina) ero bambina, in due giorni che coincidevano con le feste dei Santi Pietro e Paolo. C’erano tanti banchi che vendevano varie merci e anche una grande lotteria. La data del 29 giugno, la festa dei due santi, era anche vacanza a scuola: allora si andava a scuola sino alla fine del mese di giugno e gli esami di maturità iniziavano a luglio. Andavo a vedere i fuochi artificiali nella notte del 29 giugno, nel quartiere della Foce dove abitava la nonna dei miei cugini e dove non avevano ancora costruito la Fiera del Mare, né avevano ricoperto il Bisagno. C’era un doppio motivo di festa, oltre a vedere i fuochi d’artificio... Ora ve lo spiego: allora noi bambini non mangiavamo il gelato tutti i giorni e in tutte le stagioni come si può fare ora. Ma soprattutto andavamo a letto molto presto. Per me era quindi una grande e doppia festa poter stare alzata sino a tardi e mangiare la torta gelato, alla crema, nocciola e pistacchio con ciliegine candite, di un’antica gelateria genovese che si chiamava Balilla. Quei fuochi, quella notte ed il gusto di quel gelato li porto ancora nelle mie memorie. Era mezzanotte quando tornavamo a casa, a piedi, perché non avevamo la macchina. Mi ricordo che ero stanchissima e spesso mi dovevano prendere in braccio. E, dormendo, in braccio a mio padre, sognavo. I bei fuochi rossi, verdi, azzurri nella notte illuminavano il mio sogno. Nella bocca ancora il gusto di pistacchio e nocciola. Un’atmosfera di ingenuo e stanco abbandono di una bambina con il vestitino a quadretti azzurri. Una simile atmosfera l’ho rivissuta per un momento a Luxor in Egitto nel dicembre del 2004, quando vidi una bimba che poteva avere la mia età di allora, portata in braccio il venerdì sera (che è sera di festa in Egitto) dopo aver vissuto la sua giornata di festa. Una bambina a Luxor e me stessa a San Pietro: due bambine di fronte alle ore (la notte) e ai giorni (la festa). Due vite per una sola famiglia umana. 236 Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Esercizio 13 - Comprensione del testo Completa le frasi seguenti, scegliendo una delle tre risposte, senza guardare il testo. Esempio: La fiera di San Pietro esiste a Genova Da pochi anni Da molto tempo Dal Medioevo Il 29 giugno si festeggiano Santi Pietro e Paolo Santi Cosma e Damiano San Giovanni Battista La nonna abitava A Molassana Nel centro storico Alla Foce Cristina andava dalla nonna a vedere Il panorama Uno spettacolo musicale I fuochi di artificio Cristina era stanca e sognava I bei fuochi colorati Il mare La lotteria Il 29 giugno era Festa ma non era vacanza a scuola Vacanza a scuola Un giorno feriale Cristina sentiva ancora in bocca Il sapore dei dolci Il gusto di pistacchio e nocciola Il profumo di menta La famiglia di Cristina comprava per l’occasione Le paste alla crema Una torta gelato I cioccolatini La bambina di Luxor era stanca dopo la festa La sera di un venerdì La sera della domenica La sera di sabato Esercizio 14 - Produzione di un testo Ora prova a collegare le frasi che hai ottenuto nell’esercizio 13 e forma un testo continuo. ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 237 Raccontami la tua terra Esercizio 15 - Produzione di un testo (in terza persona) Dopo aver letto il brano “Il pranzo di Natale di nonna Ida” alle pagine 225-26, che ha scritto Alessandra in terza persona e il brano “La notte dei fuochi di San Pietro” di pagina 236, che ha scritto Cristina in prima persona, imita Alessandra e scrivi un racconto in terza persona al tempo imperfetto, che parli di un momento importante per te. Deve essere un episodio realmente accaduto e che riguardi le tradizioni del tuo paese. Riporta le tue emozioni e sensazioni e se vuoi parla anche del cibo. Esempio del brano di Cristina portato in terza persona: Cristina aveva dai 3 ai 6 anni anni e la nonna dei suoi cugini la invitava in casa sua per vedere i fuochi ___________________________________________________________________________________ artificiali di San Pietro. La sua casa era sul mare... ___________________________________________________________________________________ Ora continua l’esercizio con la TUA storia... ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ 238 Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni Esercizio 16 - Produzione e interazione Mangiare è un’attività carica di simboli e con il cibo si può anche esprimere che tipo di relazione si ha con il mondo e quali sono le nostre radici. Rispondi alle seguenti domande.... • Quali sono i tuoi cibi preferiti? ___________________________________________________________________________________ • Quali sono quelli che non ti piacciono? ___________________________________________________________________________________ • Quali sono i cibi che nella tua cultura sono “buoni”? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Quali sono i cibi che nella tua cultura non sono “buoni”? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Chi è la persona che ti prepara meglio i tuoi cibi preferiti? ___________________________________________________________________________________ • Quali cibi prepari tu personalmente? ___________________________________________________________________________________ • Quali sono, nella tua cultura e nella tua famiglia, i cibi che hanno un alto valore simbolico? (cibi preziosi, costosi, tradizionali, legati a una festa...) ___________________________________________________________________________________ • Quali sono i cibi che ti mancano maggiormente perché non riesci a trovarli in Italia? ___________________________________________________________________________________ 239 Raccontami la tua terra AURoRA Traccia 27 ore 03.00 Ascolta il testo letto da un attore guardando il testo scritto. Poi ascoltalo ancora senza guardare il testo scritto e rispondi alle domande di comprensione. È nata 2 giorni prima di Natale la piccola Aurora. È una bellissima bambina. I suoi genitori appartengono a due culture differenti: la mamma viene dal Centro America e il padre è italiano. Aurora è il simbolo di una nuova società. Una società multiculturale. La società che le persone intelligenti e di buon cuore desiderano: una società che crea ponti fra le persone e non innalza muri. Anche per noi che scriviamo questo libro può rappresentare un simbolo: noi vi raccontiamo la nostra terra per offrirvi quelle informazioni che consentono a una persona di entrare meglio nella cultura del paese in cui vive, se questo paese non è il suo... Aurora non ne avrà bisogno: vivrà nel rispetto di entrambe le culture. Quando è nata, ha ricevuto i tradizionali regali della nascita: bavaglini, scarpine, tutine, persino un cappottino di pelliccia rosa perché è nata a Natale, quando da noi è freddo. Le due famiglie si sono riunite per festeggiare e hanno formato una famiglia sola. Mi hanno invitato: intorno alla tavola della sala pranzo tutto richiamava il colore rosa e, dopo un piccolo rinfresco, ci hanno dato i confetti rosa e i finocchietti racchiusi nei sacchetti di tulle. Ad Aurora abbiamo dedicato il racconto della nostra terra Verifica - comprensione • Perché la famiglia di Aurora è multiculturale? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Che cosa riceve Aurora in regalo alla nascita? Che cosa si regala nel tuo paese ai bambini appena nati? ___________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________ • Che cosa significa essere un ponte fra culture? ___________________________________________________________________________________ 240