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Trattamento delle malattie dentali nel coniglio
Close window to return to IVIS in collaborazione con RICHIESTO ACCREDITAMENTO SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI organizzato da certificata ISO 9001:2000 INFORMATION SCIVAC Secretary Palazzo Trecchi, via Trecchi 20 Cremona Tel. (0039) 0372-403504 - Fax (0039) 0372-457091 [email protected] www.scivac.it Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Trattamento delle malattie dentali nel coniglio (compresi gli ascessi) Frances Harcourt-Brown BVSc, MRCVS, N. Yorkshire, UK Trattamento della malocclusione Anche se risulta utile in qualsiasi caso di affezione dentale, la radiologia del cranio non è obbligatoria nei conigli con malocclusione. Le anomalie della corona sono visibili mediante ispezione visiva. Il trattamento della malocclusione dipende dai denti coinvolti, dalla causa sottostante e dallo stadio della malattia. Indipendentemente dal metodo utilizzato, è impossibile ripristinare la forma e la posizione normali dei denti. Le opzioni terapeutiche sono rappresentate da: • Pareggio con tronchesine manuali. Spesso è sconsigliabile, ad esempio nei casi di malocclusione congenita o negli stadi iniziali della sindrome progressiva di odontopatia acquisita (PSADD), quando i denti sono ancora coperti di smalto. Se vengono tranciati questi denti vanno in pezzi, lasciando dei margini netti e con il rischio di esposizione della cavità pulpare. Negli stadi più avanzati della PSADD, quando i denti sono deboli, permanentemente deformati e privi o quasi di smalto, un impiego oculato delle tronchesine è accettabile. Questi strumenti possono anche venire utilizzati per la rimozione delle puntine dai premolari/molari senza asportare l’intera corona. • Fresatura dei denti. Questa procedura non fracassa i denti ed assicura un maggior controllo sulla forma finale. Tuttavia, esiste il rischio di danno iatrogeno dei tessuti molli circostanti. Anche se è accettabile fresare i singoli denti fino a livello della gengiva, la pratica di “riduzione coronale generalizzata”, cioè della rimozione delle corone di tutti i premolari/molari, è inutile e potenzialmente dannosa. Può esporre la dentina innervata e la cavità pulpare. Compromette la capacità del coniglio di mangiare alimenti fibrosi dopo l’intervento. • Asportazione di un dente. La rimozione degli incisivi è il trattamento d’elezione nel caso della loro malocclusione. L’estrazione dei premolari/molari è più difficile. È facile tirare fuori le corone allentate e spezzate dei premolari/molari alterati negli stadi avanzati della PSADD. L’estrazione dell’intero dente è più difficile. Un’indicazione comune è data dal trattamento degli ascessi quando il dente può essere rimosso attraverso la bocca o passando per la cavità ascessuale. L’estrazione del premolare/molare corrispondente non è necessaria, perché l’occlusione di questi denti non li contrappone esattamente l’uno all’altro. Se dovesse verificarsi un allungamento, il dente opposto può venire periodicamente accorciato. Gli strumenti utili per il trattamento dei problemi dentali sono rappresentati da apribocca e dilatatori di tasca guanciale, tronchesine a manico lungo per molari, raspe diamantate, dischi diamantati, una gamma di frese, leve, aghi ipodermici di grosso calibro, speciali pinze da estrazione e portaaghi adattati per afferrare le radici dei denti nelle cavità ascessuali. Per il trattamento di queste ultime è essenziale un cucchiaio di Volkmann. Trattamento degli ascessi Gli ascessi nei conigli sono notoriamente difficili da curare. Tendono ad avere una crescita lenta e ad essere relativamente non dolenti con una spessa capsula fibrosa. Il riassorbimento dell’acqua dal pus esita nella formazione di un denso materiale caseoso all’interno della cavità ascessuale. Qui gli antibiotici non sono in grado di penetrare a causa della cattiva vascolarizzazione. L’intervento di incisione e successiva irrigazione è raramente risolutivo e le recidive sono comuni. Si possono riscontrare tragitti fibrosi nei tessuti più profondi e la spessa parete della capsula dell’ascesso è così rigida che non collassa dopo l’intervento. I microrganismi residui portano al rinnovamento dell’infiammazione. La chiave di successo del trattamento degli ascessi è l’accurata diagnosi e l’eliminazione della causa scatenante, unita alla rimozione del tessuto necrotico e ad un’efficace terapia antibiotica locale. Le cause degli ascessi facciali sono rappresentate da: • ascessi periapicali associati alla sindrome di affezione dentale acquisita. • Ferite penetranti: dovute a lotte, oppure punture della mucosa boccale o delle labbra da parte delle corone troppo allungate • Reazione da corpo estraneo: ad es., pezzi di fieno o schegge di legno incuneati negli alveoli o nelle cavità nasali • Da cause iatrogene: ad es., per rimozione di un incisivo o pareggio di un dente, o in caso di formazione di ferite penetranti da fresatura di denti • Otite L’elenco delle possibili diagnosi differenziali (neoplasie, cisti, ecc...) è lo stesso delle altre specie animali. Sono essenziali la palpazione e l’approfondito esame del cavo orale per stabilire la forma e la posizione delle corone. La radiografia del cranio fornisce utili informazioni sulle radici dei denti. Gli esami ematologici sono raramente utili. I conigli con Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC ascessi mostrano raramente una leucocitosi ed una neutrofilia, anche se si può osservare uno spostamento a sinistra. Invece, si riscontrano segni aspecifici di malattia quali lieve anemia e linfopenia. Gli esami colturali e gli antibiogrammi identificano i batteri presenti e possono risultare utili per la scelta degli antibiotici. In coltura si possono isolare molti microrganismi aerobi ed anaerobi quali Pasteurella multocida, Staphylococcus aureus, Fusobacterium nucleatum, Pseudomonas o Proteus spp. Opzioni terapeutiche Non fare nulla: non è il trattamento d’elezione, ma non tutti i proprietari acconsentono ad una terapia completa. Una volta che un ascesso è stato aperto, è improbabile che guarisca e lascerà una fistola drenante, per cui talvolta è preferibile lasciarlo stare con la capsula integra. Molti conigli con ascessi mangiano bene e sembrano godersi la vita! Può risultare utile una terapia permanente con antibiotici o analgesici. Molto occasionalmente, gli ascessi si risolvono da soli. Terapia antibiotica: la scelta degli antibiotici nei conigli non è agevole come nelle altre specie animali. Quelli somministrati per via orale possono alterare l’equilibrio dei microrganismi nel ceco e portare ad una proliferazione di specie patogene quali Clostridium spp. ed allo sviluppo di enterotossiemia. Gli antibiotici indicati per l’osteomielite in altre specie animali, ed in particolare la clindamicina o la lincomicina, hanno buone probabilità di interferire con la flora intestinale nel coniglio. L’interferenza con la microflora del ceco è meno probabile con la penicillina, la cefalessina e l’amossicillina, che però devono essere somministrate per via paraenterale e non orale. In generale, gli antibiotici sicuri da somministrare per os come l’enrofloxacin, non sono efficaci per il trattamento delle infezioni purulente. I sulfamidici potenziati vengono inattivati dall’essudato e dai detriti. Rimozione chirurgica (abbinata a terapia antibiotica sistemica): si tratta del trattamento di elezione per un ascesso sottocutaneo che non sia adeso ad una struttura sottostante. È impossibile asportare completamente gli ascessi periapicali. Drenaggio chirurgico e terapia topica Il drenaggio chirurgico, associato alla terapia antibatterica topica, alla somministrazione sistemica di antibiotici ed alla rimozione di tutto il pus ed il tessuto necrotico è risolutivo, ma non sempre fattibile. La marsupializzazione della ferita consente la sua pulizia e l’applicazione dei trattamen- ti topici. È importante ricordare che le preparazioni da impiegare per questa via possono causare enterotossiemia. Le cavità ascessuali si possono aprire nella bocca o il coniglio può ingerire i preparati topici durante la toelettatura. La gentamicina è un antibiotico sicuro se ingerito. Il miele è un efficace rimedio topico. Promuove la formazione di un tessuto di granulazione sano e pulito, acidifica le ferite e stimola la guarigione. Il suo effetto igroscopico attira l’infezione fuori dai tessuti circostanti. È dotato di proprietà antibatteriche naturali che risultano efficaci contro una vasta gamma di microrganismi. Un modo alternativo per effettuare una terapia antibatterica topica è rappresentato dai grani di polimetilmetacrilato (PMMA) impregnati di antibiotico. Questi consentono di raggiungere elevate concentrazioni locali di principi antibatterici per lunghi periodi di tempo. I grani impregnati di gentamicina sono efficaci per circa un mese nelle ferite infette. Al loro posto si può utilizzare la doxiciclina in gel. Un vantaggio di questi metodi è che la cute sopra la cavità ascessuale viene suturata, per cui il coniglio può essere rimandato a casa senza bisogno di ulteriori trattamenti da parte del proprietario. Lo svantaggio dei grani è che possono agire da corpo estraneo una volta ceduto tutto l’antibiotico. Queste preparazioni sono efficaci soltanto se viene rimosso tutto il tessuto necrotico. TRATTAMENTO DEI CONIGLI CON PROBLEMI DENTALI La fibra è una parte importante della dieta del coniglio da compagnia. Promuove la motilità intestinale, ma gli animali con problemi dentali spesso trovano difficoltà a mangiare gli alimenti duri, per cui sovente è necessario trovare un’alternativa al fieno. Erba fresca, vegetali e piante sono più morbidi, anche se può essere necessario sminuzzarli o tagliarli a cubetti. I cibi pellettati o estrusi sono preferibili alle miscele di cereali. Possono venire ammorbiditi in modo che i conigli con gravi alterazioni dei denti riescano a mangiarli. Le integrazioni vitaminiche e minerali sono necessarie soltanto per gli animali che mangiano esclusivamente alimenti selezionati, come piselli, mais, mele o carote. Il fabbisogno di calcio nei conigli con denti che non si accrescono più è sostanzialmente ridotto. Se possibile, bisogna dare modo agli animali di svolgere un esercizio fisico quotidiano. Può essere utile offrire loro l’opportunità di crogiolarsi al sole durante l’estate. Ciò non solo consente di sintetizzare la vitamina D, ma arricchisce anche le loro vite e permette di accedere ad erba ed altre piante che garantiscono una dieta variabile ed un apporto aggiuntivo di fibra nella dieta. L’erba (ed il fieno) contengono livelli di calcio e fosforo ottimali per i conigli. Indirizzo per la corrispondenza: Frances Harcourt-Brown E-mail [email protected] This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee