1° Dall`autrice di Hunger Games SUZANNE COLLINS GREGOR La
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1° Dall`autrice di Hunger Games SUZANNE COLLINS GREGOR La
1° Dall’autrice di Hunger Games SUZANNE COLLINS GREGOR La profezia del tempo VERSATOMONDADORI I suoi amici hanno fatto di tutto per evitare che Gregor leggesse la Profezia del Tempo. Perché l’ultima rivelazione annuncia la morte del guerriero. E il guerriero è lui. Con un esercito di ratti in rapido avvicinamento e il tempo che scorre inesorabile, il ragazzino deve difendere Regalia dalla terribile minaccia e trovare il modo di riportare a casa la sua famiglia. Ma se non riuscirà a decifrare un antico codice che svela ogni mistero sarà tutto perduto. Gregor deve vincere la sua guerra per porre fine a tutte le guerre. Perché il destino del guerriero di Sopramondo e quello dell’intero Sottomondo sono legati in modo indissolubile. Il travolgente episodio conclusivo della saga. SUZANNE COLLINS Vive nel Connecticut con la famiglia e i due gatti selvatici. La sua saga più famosa Hunger Games, tradotta in 40 paesi, negli Stati Uniti ha raggiunto i 50 milioni di copie vendute. Della saga di GREGOR, Mondadori ha già pubblicato La prima profezia, La profezia del flagello, La profezia del sangue e La profezia del segreto. LA PROFEZIA DEL TEMPO QUANDO IL SANGUE DEL MOSTRO SARA’ VERSATO, QUANDO IL GUERRIERO VERRA’ ASSASSINATO, SE NON PRESTERETE ATTENZIONE AI RODENTI, VOI MARCIRETE MENTRE LORO, POTENTI, LA LEGGE DEI RATTI CON GRANDE PUNTIGLIO FARANNO DEL CODICE DELL’ARTIGLIO. 2° ADRIANO PANATTA LEI NON SA CHI ERAVAMO NOI Con la canagliesca partecipazione di Paolo VILLAGGIO MONDADORI “Era sempre così: che a un certo punto Paolo mi chiamava. Ovunque fossi, quando l’estate s’avvicinava, mi arrivava la sua telefonata, e c’era spesso da divertirsi. Ma una volta che fossi riuscito a prevedere quello che mi stava per proporre, neanche lontanamente, e questo era il bello di quel grande fantasista della vita che è Villaggio. C’era da divertirsi, sì, e anche un minimo di cui preoccuparsi. Ma quello che è successo nell’estate del 1982 supera ogni immaginazione e, ora che faccio mente locale su quel periodo, mi sembra quasi irreale che sia andata davvero così.” Sembra di leggere una storia fantozziana doc, con Paolo Villaggio nella parte del megadirettore galattico del tempo libero e Adriano Panatta in quella del grigio impiegato obbligato ad assecondarne le iniziative più assurde. La differenza in questo spumeggiante libro, è che è tutto vero, incredibile e molto divertente. Lei non sa chi eravamo noi è il racconto di un’amicizia profonda e sopra le righe fra due protagonisti degli anni Ottanta: il più grande tennista italiano di sempre e il più geniale artista comico di quel decennio. Adriano Panatta (Roma, 1950) è stato il miglior tennista italiano e grande protagonista del jet set anni Ottanta. Nel 2009 ha pubblicato la sua autobiografia dal titolo Più dritti che rovesci. Paolo Villaggio (Genova, 1932 ) è comico, attore, scrittore. I libri e i film di Fantozzi sono considerati pietre militari dell’umorismo mondiale. LE ESILARANTI AVVENTURE DI UNA STRANA COPPIA DI AMICI DEGLI ANNI OTTANTA Ogni volta che i due, Panatta e Villaggio, si sono fatti due scambi, Adriano gliel’ha chiesto: “TI PREGO, PAOLO, ME LO FAI?” “CHE COSA?” “IL CONGIUNTIVO FANTOZZIANO.” “ANCORA?” “TI PREGO, MI FA TROPPO RIDERE!” “OK: DAMMI IL LA.” “BENE: ALLORA, RAGIONIERE, CHE FA, BATTI?” “MA MI DA’ DEL TU?” “NO, NO, DICEVO, BATTI LEI?” “AH, CONGIUNTIVO, ASPETTI…” 3° MARCO MALVALDI IL TELEFONO SENZA FILI SELLERIO EDITORE PALERMO “ “Ora, Ampelio, secondo lei io mi metto a parlare del caso qui, al bar, di fronte a tutto il paese?”. “Come, tutto il paese? Ci siamo solo noi quattro”. “Appunto” confermò la commissaria”. Ma in realtà tra la giovane commissaria Alice Martelli e i quattro vecchietti del BarLume s’è creato un feeling operativo. Il pettegolezzo come sistema investigativo trova una riconosciuta efficacia. È successo che Vanessa Benedetti è scomparsa. Venuta da fuori, dalla lontana Umbria, gestisce col marito Gianfranco, da cui ha divorziato per motivi fiscali, uno zoppicante agriturismo. Un giorno ordina chili e chili di carne, ma i tedeschi suoi ospiti pranzano regolarmente al Bocacito, il ristorante di uno dei pensionati. Poi svanisce nel nulla. Questo basta ai vecchietti per saltare al thriller: Vanessa uccisa dal marito che si è liberato del corpo. Tutte farneticazioni di anziani perdigiorno? A moltiplicare le ipotesi 4° NANNI BALESTRINI VOGLIAMO TUTTO OSCAR MONDADORI “Allora prendiamoci noi tutta questa ricchezza allora prendiamoci tutto.” Pubblicato nel 1971 e fortemente ispirato ai fatti del cosiddetto “autunno caldo” di due anni prima. Vogliamo tutto è un romanzo insieme cronachistico ed esistenziale. Il protagonista, “l’operaio-massa” nella definizione dell’autore stesso, è un uomo del Meridione che si trasferisce, come tantissimi in quegli anni, al Nord. E’ in cerca occupazione e, dopo varie vicissitudini, viene assunto alla Fiat, una sorta di Terra promessa della classe operaia dove, si dice, c’è lavoro per tutti, ben pagato e sicuro. Si renderà conto, tuttavia, che la realtà è ben diversa dalle sue aspirazioni e illusioni, e prenderà parte alle lotte autonome plasmandosi una coscienza politica più consapevole e precisa. Romanzo a suo modo di formazione, sperimentale nel linguaggio ma dalla calibratissima struttura, Vogliamo tutto rimane il più riuscito testo letterario che abbia dato voce alle istanze del Sessantotto e dintorni. Nanni Balestrini (Milano 1935) agli inizi degli anni Sessanta partecipa alle avanguardie dei Novissimi e del Gruppo 63. Nel 1963 compone la prima poesia con un computer. Tra le sue opere ricordiamo il ciclo di versi della “signorina Richmond” e i romanzi ispirati alle lotte del Sessantotto e agli anni di piombo come Vogliamo tutto e Gli invisibili. Attivo in ogni ambito della cultura, ha partecipato delle riviste “il verri”, “Quindici”, “Alfabeta” e “Zoooom” e ha esposto suoi quadri in numerose gallerie in Italia e all’estero, compresa, nel 1963, la Biennale di Venezia e nel 2012 Documenta di Kassel. 5° CHARLOTTE BETTS IL GIARDINO DELLE SPEZIE SEGRETE Una storia d’amore può sopravvivere a un terribile segreto? ROMANZO NEWTON COMPTON EDITORI E’ il 1665 e nonostante Londra sia sconvolta dall’epidemia di peste, Susannah cresce serena dietro il bancone della farmacia del padre. Circondata da erbe e spezie, la ragazza si dedica all’antica arte di curare con le piante, cercando di inventare sempre nuove pozioni e misture. Cornelius, suo padre, oltre ad averle insegnato tutti i segreti delle piante medicinali, le ha trasmesso il piacere per le buone letture e la passione per la conoscenza. Il rapporto tra padre e figlia, per anni armonioso e intenso nonostante l’assenza della madre morta dando alla luce il fratellino di Susannah, finisce il giorno in cui Cornelius decide di risposarsi con la giovane e capricciosa Arabella. Susannah è disperata perché d’un tratto deve dividere le affezioni e l’affetto del padre con la matrigna che per di più è prepotente e presuntuosa, come i suoi tre figli. L’arrivo in città dell’affascinante Henry Savage, un ricco mercante, embra essere l’occasione per Susannah di emanciparsi da questa situazione e, dopo alcune titubanze, accetta la sua proposta di matrimonio. Ma Henry si rivela un uomo complesso e sfuggente, tormentato da un oscuro passato, i cui segreti a poco a poco iniziano ad affiorare. In una Londra in cui la peste continua a mietere vittime, riuscirà Susannah a curare il proprio cuore e mettere in pratica la conoscenza delle erbe per salvare la sua gente da una terribile calamità? Charlotte Betts Si è occupata di moda, arredamento e gestione immobiliare. Il giardino delle spezie segrete, suo romanzo d’esordio, ha vinto diversi premi ed è stato finalista al Choc Lit’s Historical Read. Il suo sito internet è: www.charlottebetts.com UNA STORIA EMOZIONANTE IN UNA LONDRA ASSEDIATA DALLA PESTE. UNA DONNA OSTINATA IN UN’ARTE MAGICA UN’INDIMENTICABILE STORIA PIENA DI MISTERO “Una gioia dei sensi. Con la stessa lingua sensuale del profumo di Patrick Suskind, Charlotte Betts dà vita a un romanzo che coinvolge e appassiona tutti gli amanti del genere, ambientato in uno dei periodi più conturbanti della storia di Londra. ” Magazine Holiday “Una grande storia d’amore in un’epoca di guerre, sofferenze e pregiudizi.“ Katherine Webb, autrice di L’eredità segreta “Romantico e coinvolgente. È uno di quei romanzi che vi farà viaggiare nel tempo.” Katie Florde, scrittrice del bestseller Sunday Times 6° ANDREA CAMILLERI DONNE RIZZOLI Donne fiere che non cedono a minacce nè a lusinghe, pronte ad affrontare il loro destino. Donne misteriose che compaiono e scompaiono nel volgere di un viaggio in nave. Donne soavi e inebrianti come la Sicilia. Donne scandalose, perché non hanno paura di prendere ciò che è loro, compresa la libertà. Semplicemente donne. Sono loro le protagoniste di questo libro unico, viste da un Andrea Camilleri in carne e ossa, prima di diventare lo scrittore più amato d’Italia. È il ragazzino timido che scopre il piacere di riaccompagnare a casa una compagna di classe, magari tenendola per mano. È il diciassettenne che di fronte al volto intenso e tenero di una diva del cinema scoppia in lacrime e decide di abbandonare la sua terra. È giovane che in piena notte corre ad Agrigento in bicicletta, sotto il diluvio, per raggiungere una statuaria bellezza tedesca ossessionata dall’igiene. È il marinaio improvvisato che, nell’estate del ’43, durante un bombardamento soccorre una bambina, e grazie al miracolo di un abbraccio riesce a dimenticare orrori e distruzione. È questo e tanto altro il Camilleri che in un solo colpo ci regala un’autobiografia d’amore e una raccolta di indimenticabili storie. Un intimo, giocoso catalogo che nelle donne che nel corso dei secoli gli uomini hanno di volta in volta amato e odiato. Un viaggio di scoperta della seduzione, del sesso e di quel formidabile, irrisolvibile enigma che è l’universo femminile. ANDREA CAMILLERI è nato a Porto Empedocle nel 1925 e vive a Roma. Dopo una lunga carriera come regista teatrale, tv, radio, e sceneggiatore, nel 1978 esordisce nella narrativa. Nel 1994 crea il commissario Montalbano, protagonista di molti romanzi e di una serie tv di successo. Tra i numerosi riconoscimenti, il Premio Campiello 2011 alla Carriera. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo e hanno venduto oltre 20 milioni di copie. “Angelica, Carmen, Helga, Inès, Nora, Xenia… Le ho amate tutte, per un’ora o per sempre. Alcune con grazia, altre con irruenza, altre ancora le ho solo immaginate. Senza di loro, non sarei stato io. ” 7° SVEVA CASATI MODIGNANI IL BACIO DI GIUDA MONDADORI Milano, la guerra è finita, la città liberata, ma la vita è segnata dalle ferite dei bombardamenti, la penuria di tutto, gli strascichi di odi e di regolamento di conti. È lo scenario che circonda la vita di Sveva ragazzina, protagonista di questo nuovo racconto autobiografico, dove piccoli fatti quotidiani assumono ai suoi occhi infantili grande importanza. Curiosa e anche un po’ ribelle, osserva le dinamiche del mondo adulto e ne percepisce le contraddizioni: convenzioni sociali, falsità, ipocrisie dai risvolti talvolta dolorosi. Al centro di un racconto molto personale e senza pudori è il rapporto sofferto con una madre severa e intransigente, che non esita a trattarla ingiustamente pur di salvaguardare la sua idea di perbenismo. Ma vi è anche l’affetto sconfinato per il padre, un uomo dolce e attento che non esita a proteggerla dalle piccole crudeltà della vita quotidiana. Dopo le prime pagine segnate dalle conseguenze della guerra appena finita, il racconto assume un registro ironico e leggero, che rispecchia la ritrovata serenità e la prospettiva di un benessere possibile. E nel progressivo allentarsi della tensione narrativa Sveva Casati Modignani conferma la sua capacità di affabulazione, riuscendo a cogliere gli aspetti teneri e grotteschi dell’esistenza. Il libro chiude con un’appendice firmata dal fratello Lucio, nato dieci anni prima di lei, che scrive dal suo punto di vista la vita di famiglia e in particolare la sorella, definita “la mia paladina”. SVEVA CASATI MODIGNANI è una delle firme più amate della narrativa contemporanea. I suoi libri sono tradotti in venti Paesi e hanno venduto oltre undici milioni di copie. Dopo Il diavolo e la rossumata (2012), Il bacio di Giuda è il suo secondo racconto autobiografico. L’autrice vive da sempre a Milano, nella casa in cui è nata e che apparteneva già a sua nonna, e dove si svolge la narrazione di questo libro. Visita il sito dedicato all’autrice wwwsvevacasatimodignani.it o collegati a facebook su “Sveva Casati Modignani pagina ufficiale”. 8° FRANCESCO GUCCINI LORIANO MACCHIAVELLI LA PIOGGIA FA SUL SERIIO Romanzo di frane e altri delitti MONDADORI A Casedisopra, nel cuore degli Appennini, l’estate è finita eppure in giro si vedono ancora dei forestieri. All’osteria di Benito, dove si ferma per un bicchiere chiunque passi in paese, il cameriere marocchino Amdì spesso serve da bere a due avventori singolari: un geologo impegnato a studiare il territorio e un architetto inglese innamorato del posto, Bill Holmes, che insieme alla bella nipote Betty sta conducendo una ricerca sulle costruzioni religiose – edicole votive, maestà, oratori di cui è ricca quella parte di Appennino. Nel frattempo, però, ha cominciato a piovere senza tregua, e l’acqua dà non poco filo da torcere all’ispettore della forestale Marco Gherardini, che in paese chiamano “Poiana”. La pioggia divora interi costoni della montagna portando con sé strade, alberi e forse anche uomini, come a punirli per l’incuria sempre maggiore cui abbandonano la loro terra. A parte ciò, in paese tutto sembra tranquillo. Fino a che, proprio il giorno prima di andarsene, il geologo non sparisce misteriosamente. E dopo la sua scomparsa una serie di aggressioni turba la vita di Casedisopra. A indagare ufficialmente sui troppi misteri che si nascondono tra i ruderi della Casa-fortezza del Capitano e l’edicola con l’affresco di una Madonna incinta, tra l’agriturismo gestito da una stravagante signora e il Sasso Nero che racchiude un segreto, è incaricato il giovane maresciallo dei carabinieri Barnaba. Ma molto presto Poiana dovrà intervenire in prima persona, sia pure non ufficialmente. E ad aiutarlo, con la ruvidezza montanara che gli è consueta ma anche con saggezza, sarà chi conosce il territorio e sa leggere con i segni con cui la montagna parla all’uomo: il mitico Adùmas. Ma anche i fratelli Seivadghi, Fonso e Doardo, il paese intero daranno, sia pure involontariamente, il loro contributo… Ancora una volta Guccini e Machiavelli sanno evocare per noi i sapori e le emozioni più intense delle loro montagne e ci conducono lungo i valichi appenninici, dal Quattrocento a oggi, fino a scoprire una verità sorprendente e più che mai attuale. Un romanzo forte come le radici di un albero secolare, appassionante come un inseguimento nel bosco, coraggioso come chi sa guardare negli occhi la verità. Francesco Guccini è il cantautore “mito” di più d’una generazione e uno degli originali della scena letteraria italiana. Esordisce nel 1989 con Crònichè e Pòpfonichè per pubblicare poi: Vacaud’un’cane del 1993, Racconti d’inverno 1993, con Giorgio Celli e Valerio Massimo Manfredi. La legge del bar e altre coniche 1996. Cittnòvablues (2003), icaro, (2008) e i due volumi del Dizionario delle cose perdute (2012 e 2014) che –così come il disco L’ultimo Thule con cui ha concluso la sua carriera musicale – hanno avuto uno straordinario successo di pubblico. 9° FILIPPO BOLOGNA I MORTI NON HANNO FRETTA ROMANZO Autunno in Versilia: mare in tempesta, spiagge deserte, donne irresistibili e boundage fatali. La prima indagine del commissario Santini. MONDADORI Fa freddo in Versilia, passata l’estate. Le ville sono deserte e gli stabilimenti chiusi. Da mesi i villeggianti hanno abbandonato spiagge e passeggiate a mare per lasciare il posto alla desolazione dell’autunno. La sera di una domenica di novembre, in cui sembra che nulla accada e nulla possa accadere, il commissario Dino Santini inforca la sua amatissima Bianchi Sprint acquamarina e si dirige versi il Guazzetto, la sua trattoria preferita. Pregusta già una cena a base di acciughe marinate e fritto misto. Rigorosamente davanti al posticipo di campionato, sperando di trovare in campo una “Fiorentina meno rinunciataria del solito”. Ma proprio quando l’arbitro fischia un insperato rigore per i viola, al tavolo compare il vicecommissario Diddio. Nei cantieri del porto hanno trovato una ragazza impiccata. Si tratta della giovane Marta Innocenzi, che aveva da poco rilevato l’indebitata azienda di famiglia. L’ennesimo suicidio di un imprenditore vittima della crisi? Il commissario non è per niente convinto. Al posto della corda è stato usato un nastro di seta. E il nodo con cui è stretto il cappio è sconosciuto a tutti i pescatori del luogo. Seguendo il suo intuito fatto di logica e scetticismo Santini si trova in ben presto dentro una strana indagine, in cui sono in molti ad aver potuto desiderare la fine di Marta. A cominciare dal padre della ragazza, il ruvido ingegnere Innocenzi, armato di un minaccioso molosso e in pessimi rapporti con la figlia. O l’ex marito di Marta, eccentrico professore esperto di bondage e stampe giapponesi. Senza dimenticare Berenice, bellissima e sfuggente ragazza dell’Est, che per Marta era più di un’amica, e per Santini rischia di essere meno di un’amante… Da uno dei migliori giovani scrittori italiani, un noir che è un puro piacere leggere, sospeso tra mistero e ironia e immerso nelle fascinose atmosfere della Versilia fuori stagione. Il debutto di un nuovo eroe, un commissario che gira in sella alla sua bici e vive ancora con l’anziana madre. Ma ha un fiuto infallibile per scoprire i colpevoli e la gamba giusta per acciuffarli. Filippo Bologna è nato a San Casciano dei Bagni (Siena) nel 1978. Il suo primo romanzo Come ho perso la guerra (Fandango 2009) inserito nella rosa dei finalisti al Premio Strega, vincitore del Premio Fiesole e del Bagutta Opera Prima, è stato un caso letterario, il secondo romanzo, I pappagalli, uscito per Fandango nel 2012 e per Pushkin Press in Gran Bretagna nel 2013 è stato inserito tra i “books of the year” del “Financial Times“. Scrive per il cinema e collabora con numerosi giornali e riviste, tra cui “IL”magazine del “Sole 24 ore” e “Nuovi Argomenti”. 10° MARC AUGE’ IL TEMPO SENZA ETA’ La vecchiaia non esiste Raffaello Cortina Editore Raggiunta l’età in cui succede che qualcuno sul metrò si alzi per cedergli il posto, Marc Augè scava nei propri ricordi personali per sviluppare una riflessione, acuta e delicata, sul tempo che passa. “Conosco la mia età, posso dichiararla, ma non ci credo”, scrive il grande antropologo per evidenziare la differenza tra il tempo e l’età. Perché sono gli altri a dire che siamo vecchi, a definirci secondo luoghi comuni, ma questa etichetta resta superficiale e lontana da quel che avvertiamo dentro di noi. Dunque, la vecchiaia non esiste. Certo, i corpi si logorano ma la soggettività resta, in qualche modo, fuori dal tempo ed è così che, come scrive Augè alla fine di questo libro luminoso, “tutti muoiono giovani”. Marc Augè, etnologo e scrittore, è stato presidente dell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales dal 1985 al 1995. Nelle nostre edizioni ha pubblicato tra gli altri Diario di un senza fissa dimora (2011). 11° NICOLA MAESTRI TI RIPORTO A CASA EPIKA I luoghi dell’Oltretorrente di Parma, durante gli anni Quaranta, respirano la determinazione e il coraggio di Livia, l’ostinata resistenza e l’ironia di Eleuterio. Nel racconto di questa tenera vicenda s’intrecciano gioia e dolore, amore e odio, libertà e prigionia, dolcezza e crudeltà, eroismo e viltà. Immagini nitide di una semplice quotidianità familiare contrapposte a scene struggenti di violenza perpetrata nei confronti di sette uomini liberi. Una storia d’amore e di sofferenza che unisce e separa due vite lasciando in eredità passione, ideali e dignità. “La città di Parma non vide mai nei secoli scempio così crudele dei suoi figli”. NICOLA MAESTRI Nicola Maestri nasce a Parma nel 1966. All’età di vent’anni si trasferisce a Sala Baganza sulle colline parmensi, paese dove tuttora vive. È un grande appassionato della montagna. Ama scrivere da sempre, è lì che si rifugia e trova l’equilibrio interiore. Gli piace condividere le sue narrazioni nel blog “Il berretto Rosso”. Custodisce ancora gelosamente le sue poesie raccolte negli anni. I temi della memoria sono parte integrante dei suoi racconti. È un inguaribile idealista. Sposato e padre di due meravigliosi figli: Giorgia ed Eugenio. Con “Ti riporto a casa” è alla sua prima pubblicazione. Ci hanno rubato i momenti di silenzio seduti sui gradini della chiesa, hanno rubato i nostri baci lenti e carezzevoli, hanno voluto incidere le nostre pelli e strapparci i sogni di una vita, ma non sono riusciti a spezzare il filo che ci ha sempre tenuto uniti: quello rosso della passione, dall’idea e dalla vita. “Tra il buio e la luce, tra la morte e la vita, tra la dittatura e la Libertà, ora ti riporto a casa”. 12° JUSTIN GO L’OSTINATO SCORRERE DEL TEMPO EINAUDI Una storia struggente e segreta da disseppellire, e un’eredita che rischia di svanire a ogni minuto che passa. Un ragazzo di venti anni sulle tracce della più bruciante, avventurosa storia d’amore che abbiate letto negli ultimi anni. Imogen Soames-Andersson e Ashley Waisingham si sono conosciuti a Londra nel 1916. Il loro tempo insieme è durato un battito d’ali, travolto dalla guerra e dalle convenzioni di un mondo al crepuscolo. I frammenti di questo amore, che ha resistito al distacco, sono sparsi ovunque nascosti fra l’Inghilterra e le pendici dell’Himalaya, Parigi, Berlino e la Svezia. Molti anni dopo uno studente americano li cerca per trovare il filo che lo lega a Imogen e Ashley, e all’immenso patrimonio custodito da uno studio legale in attesa che qualcuno dimostri di essere il legittimo erede. Per riuscirci a soltanto due mesi. “Un romanzo emozionante, splendido. Con una trama e una ambientazione storica congegnata in modo perfetto”. Financial Times BEST SELLER NEGLI STATI UNITI JUSTIN GO è nato a Los Angeles, ha studiato storia a Berkeley e letteratura allo University College di Londra. Ha vissuto a Tokyo, Stoccolma, Parigi. Nel 2008, a ventisette anni, ha lasciato il lavoro e si è trasferito a Berlino per scrivere il suo primo romanzo L’ostinato scorrere del tempo (The Steady Running of the Hour), ora tradotto in oltre venti lingue. Gentile Mr Campbell, Le scrivo in veste di esecutore testamentario di un lascito ancora in gran parte non assegnato. Stando ad alcune informazioni apprese di recente, ho motivo di credere nell’esistenza di un legame significativo tra Lei e il beneficiario del testamento. Non disponendo di un Suo recapito telefonico, questo studio legale ha inviato la presente al Suo domicilio postale, nella speranza che Lei possa contattarci con urgenza. Poiché attribuiamo la massima a un’adeguata risoluzione di questa vicenda, Le sarei molto grato se potesse mettersi in contatto al più presto per via telefonica, con chiamata a carico del destinatario al numero riportato sull’intestazione della lettera. Nel Suo stesso interesse La pregherei inoltre di mantenere il più stretto riserbo sulla questione finchè non avremo avuto modo di parlarci personalmente. Distinti saluti. J.F. Prichard A nome e per conto dello studio legale Twyning & Hooper Londra 13° GIULIO CASTELLI L’IMPERATORE GUERRIERO Il romanzo di Diocleziano il persecutore Il sovrano che rinunciò al potere ROMANZO NEWTON COMPTON EDITORI Chi era Diocle di Salona, l’uomo passato alla storia con il nome di Diocleziano? In questo libro – una sorta di romanzo autobiografico – si immagina che sia lo stesso imperatore romano a raccontare la sua appassionante vicenda. Dalle sue origini all’ascesa al trono, fino agli ultimi anni, pieni di amarezze e delusioni, che lo porteranno a una decisione estrema, un’eccezione nella tradizione romana: preferirà abdicare, ritirandosi a vita privata, ma aprendo così alle terribili faide che poi porteranno al potere l’ambizioso Costantino. Diocleziano, però, viene ricordato le drammatiche persecuzioni dei cristiani avvenute sotto il suo dominio. Eppure l’imperatore – razionale e “illuminato”, ma circondato da personaggi discutibili e inclini alla violenza – tenterà di fermare il bagno di sangue per le strade di Roma. Solo con l’arrivo di Costantino, poi, l’impero diventerà ufficialmente cristiano, tuttavia non sarà più il principato di un primo tra i pari: sarà la monarchia assoluta di un sovrano autoritario. GIULIO CASTELLI Narratore, saggista, e giornalista professionista, è studioso di Storia bardoantica e medievale. Con la Newton Compton ha pubblicato il romanzo dell’impero romano (Imperator, Gli ultimi fuochi dell’impero romano 476 A.D L’ultimo imperatore) e Il diario segreto di Marco Aurelio. Passioni e vendette, imprese e fallimenti di Diocle e Salona, passato alla storia come l’imperatore DIOCLEZIANO HANNO SCRITTO DEI SUOI LIBRI “Castelli ci mostra in dettaglio il distacco delle nostre radici.” IL VENERDI’ DI REPUBBLICA “Solida documentazione storica, agile libertà creativa, riesce a incuriosire e appassiona il lettore.” IL SOLE 24 ORE “Castelli miscela il rigore della ricostruzione storica con i sapori forti dell’avventura e della fiction.“ IL MESSAGGERO 14° LUCA RANDAZZO L’ESTATE DI GIACOMO La guerra e un partigiano di undici anni RIZZOLI SIAMO sui monti di Aune, il paese sopra Feltre bruciato dai tedeschi l’11 agosto del 1944, base di appoggio della brigata partigiana Gramsci. Giacomo, undici anni, è stato mandato in alpeggio a lavorare in una malga durante l’estate. Il suo padrone si chiama Bepi, un uomo rude che gli incute timore. E poi ci sono Sergio, sempre ingrugnito anche lui, e Alpina, la nipote di Bepi. È taciturna, Alpina è vestita da maschiaccio. L’estate di Giacomo comincia così, tra la nostalgia di casa, l’odore delle vacche e la fascinazione per i famosi partigiani, che circolano da quelle parti ma lui non ne ha ancora mai visto uno. Poi un giorno, insieme all’amica Rachele, trova in una casèra abbandonata un plico di volantini. È roba segreta, roba che scotta, lo capiscono subito, ma è anche la via di accesso a quel mondo di combattenti che tanto li affascina. E intanto, mentre le giornate trascorrono veloci tra il lavoro e l’avventura, qualcosa di inquietante e difficile da capire fino in fondo turba le notti di Giacomo, ponendo fine per sempre alla sua innocenza di bambino. In bilico tra realtà e finzione, un romanzo crudo che racconta la Liberazione e l’Italia ferita di quegli anni ma anche la fatica di conoscere gli adulti e le loro feroci contraddizioni. LUCA RANDAZZO nasce nella turbolenta Milano degli anni ’70 e vive un’infanzia tutto sommato spensierata nella natura trentina. Destinato a un sicuro fallimento come astrofisico, scopre l’amore per l’insegnamento e si getta con entusiasmo nella scuola elementare. Attivista sociale nella città di Pisa, completa la propria vita ritrovando un amore perduto e figli già pronti, che confeziona in una deliziosa famiglia. Scrive romanzi per ragazzi quando il tempo glielo consente, cioè durante le vacanze estive, al mare, in montagna o in viaggio con il suo amico furgone. Tra i suoi libri, Le città parallele e Il principe sultano. “Ho capito il mistero” annunciò Rachele. “Sentiamo” disse Giacomo “Le casère sono un punto di scambio. I partigiani ci lasciano i volantini e poi qualcuno li porta in paese.” “Quindi?” “Quindi basta solo scoprire chi è. Ti nomino esploratore capo della banda. Hai l’incarico di pattugliare il bosco ogni giorno alla ricerca delle spie del gigante Zambo che si mandano i messaggi nascosti nelle casère alte.” LA RESISTENZA ATTRAVERSO GLI OCCHI DI UN BAMBINO CHE SOGNA DI DIVENTARE PARTIGIANO. 15° JEAN CHRISTOPHE RUFIN IL COLLARE ROSSO “Perché vuole essere condannato?” Edizioni e/o In una cittadina francese nella torrida estate del 1919 un eroe di guerra viene incarcerato in una caserma. Fuori, nella piazza deserta, il suo vecchio cane abbaia notte e giorno. Non lontano da lì, in campagna, una giovane donna attende e spera. Il giudice incaricato dell’affare è un aristocratico i cui valori sono stati messi in crisi dalla guerra. Tre personaggi e un cane che è la chiave del dramma… Pieno di poesia e di vita, questo breve romanzo di una semplicità folgorante è anche un grande libro sulla fedeltà. Essere leali verso i propri amici, battersi per quelli che amiamo, è una qualità che condividiamo con i cani. Ma lo specifico dell’essere umano non è forse di andare oltre e di riconoscere il fratello in colui che ci combatte? Jean-Christophe Rufin è medico, viaggiatore e diplomatico: ha fondato Medici senza frontiere ed è stato ambasciatore in Senegal. Nel 2001 ha vinto il Premio Goncourt con il romanzo Rouge Brèsil. Nel 2013 le Edizioni E/O hanno pubblicato il romanzo L’uomo dei sogni. Il collare rosso è stato per settimane in testa alla classifica dei libri più venduti in Francia. Tre personaggi e un cane che è la chiave del dramma… Pieno di poesia e di vita, questo breve romanzo di una semplicità folgorante è anche un grande libro sulla fedeltà. Una storia avvincente, tenera e per certi versi spietata, ambientata nel periodo della Prima guerra mondiale e narrata con maestria dall’autore dell’Uomo dei sogni. 16° ANGELO NOBILE IL PREGIUDIZIO Natura, fonti e modalità di risoluzione Editrice LA SCUOLA La ricerca, soprattutto psicologica e sociologica, ha focalizzato prevalentemente il pregiudizio etnico razziale – drammaticamente presente in molte società a cominciare da quella americana – e più recentemente quello di genere o “sessista”. Il presente saggio, collocandosi in una prospettiva indisciplinare, intende dilatare questa prospettiva, dedicando debita attenzione a tutte le forme e varietà di pregiudizio, con i connessi meccanismi di etichettamento, di stigmatizzazione e di esclusione, col supporto di ricche esemplificazioni tratte dalla storia, dalla cronaca, dall’autobiografia, dalla biografia, dalla letteratura, dal cinema e dai fumetti. Il pregiudizio – quale atteggiamento mentale non verificato né criticamente vigile – nella sua verità dei suoi bersagli non si rivolge soltanto ed esclusivamente a esseri umani, ma può appuntarsi su una infinita varietà di soggetti e oggetti. Conoscere il pregiudizio è il primo passo per distanziarsene. Angelo Nobile insegna Letteratura per l’infanzia e l’adolescenza e Pedagogia della letteratura e della letteratura giovanile all’Università degli Studi di Parma. Presso l’Editrice La Scuola ha recentemente pubblicato Letteratura per l’infanzia e l’adolescenza (2011) con Daniele Giancane e Carlo Marinii. 17° PAOLO CACCIARI VIE DI FUGA MAROTTA & CAFIERO Crisi, beni comuni, lavoro, democrazia nella prospettiva della decrescita Non c’è alcuna luce alla fine del tunnel dentro cui si è infilata la nostra modernità. Ridicole sono le danze del Pil inscenate attorno al fuoco della crescita dai sacerdoti dello sviluppo – gli economisti di ogni ordine e scuola, liberisti o neokeynesiani. Qualcuno di loro – a dire il vero – esaurito e pentito di tanta cattiva coscienza dispensata a piene mani lo ammette. Non ci sarà nessuna “ripresa della domanda”, né interna, né esterna che possa farci tornare ai “gloriosi trenta anni” del dopoguerra. Quel “modello di civilizzazione” ha funzionato solo per una modesta parte dell’umanità, ma ha già raggiunto i suoi limiti della spoliazione e nell’avvelenamento della biosfera e ancor prima nella deprivazione dei mezzi di sussistenza, nell’asservimento e nella svalorizzazione del lavoro della maggior parte degli individui del genere umano. Per non finire seppelliti sotto le macerie del progetto capitalistico del progetto capitalistico di crescitasviluppo-progresso è possibile seguire le vie di fuga tracciate da gruppi e movimenti di donne e uomini che in ogni parte del mondo sperimentano forme di vita sociale alternative. Economie solidali e cooperanti, relazioni di auto-mutuo-aiuto, scambi non mercantili, lotta allo spreco e al consumo di suolo, intorno alla terra, all’autoproduzione, all’autogestione dei beni comunitari. Insomma, una colossale riconversione degli apparati produttivi e di consumo. Una rivoluzione delle teorie e delle politiche economiche volte a limitare il lavoro coartato e a distribuirlo equamente. Una grande intrapresa sociale e politica-democratica congiunta che chiamiamo di decrescita dalla dipendenza dal totalitarismo del sistema mondo capitalistico. Il capitale o la vita. 18° JEAN ECHENOZ ‘14 ADELPHI Quando il 1° agosto 1914, le campane suonano a martello annunciando la mobilitazione, nemmeno il mite, smarrito Anthime riesce a sottrarsi all’esultanza generale, alle discussioni febbrili, alle risate senza fine sovrastate da inni e fanfare. E poi –lo dice anche Charles con la consueta sicumera – è questione di quindici giorni al più, sarà una guerra lampo. Un ultimo, antinomico sguardo d’addio alla deliziosa Blanche – la giovane che ama ma che Charles ha ovviamente conquistato per primo – e, insieme a lui e agli inseparabili Padioleau, Bossis e Arcenel, eccolo partire da Nantes alla volta dell’ignoto. Ignoto che rimarrà tale per tutti i cinquecento giorni che passerà al fronte, perché per Anthime la guerra non può che essere un evento tenebroso e indecifrabile: anche quando si lancia curvo e goffo contro il nemico, preceduto dalla lama della baionetta che fora l’aria gelida, anche quando apprende della morte di Charles, abbattuto insieme al Farman F 37 sul quale compiva un volo di ricognizione, anche quando vede Bossis inchiodato a un puntello di galleria, anche quando si vomita addosso di paura e di disgusto – anche quando una scheggia di granata su di lui come per regolare una questione personale. D’ora innanzi, la sua vita minuscola sarà diversa, inaspettatamente, sorprendentemente diversa. Con una leggerezza e una concisione che già il titolo evoca come un temerario programma, Echenoz ci mostra la tragedia che ha nettamente diviso in due il secolo scorso ad altezza d’uomo, senza mai varcare l’orizzonte visivo di Anthime, lasciandosi guidare dal suo sguardo candido e attonito, e facendo così di lui l’emblema della sola qualità che consenta di attraversare indenni l’inaudita violenza della Storia: la sorridente, caparbia volontà di adattarsi. “Ti aggrappi al fucile, al coltello il cui metallo ossidato, reso opaco, scurito dai gas brilla appena sotto il chiarore gelido dei razzi illuminanti, nell’aria impestata dai cavalli decomposti, dalla putrefazione degli uomini uccisi , poi, passando a quelli che ancora si reggono a stento nel fango , dall’odore di piscio e di merda e di sudore del dilagante effluvio di rancido, di muffa, di vecchio, mentre in fondo sei all’aria aperta, al fronte. Invece no: l’odore di stantio te lo senti addosso e dentro, all’interno di te, dietro i reticolati di filo spinato dove sono uncinati cadaveri marcescenti e disarticolati che talora i genieri usano per fissare i fili del telefono – compito tutt’altro che facile, sicchè i genieri sudano di fatica e di paura, si tolgono il pastrano per lavorare con più agio, lo appendono a un braccio che sporgendo dal suolo scavato, funge da appendiabito”. 19° THOMAS PYNCHON LA CRESTA DELL’ONDA EINAUDI A cinquant’anni dal suo esordio Thomas Pynchon rimane la voce più lucida, ironica e illuminante del romanzo americano contemporaneo. Tra frodi e delitti, terrorismo e spionaggio informatico, l’encefalogramma allarmante del nuovo millennio. New York, 2001, nel breve intervallo tra il crollo delle società e l’11 settembre, Marine Tarnow, separata, due figli da crescere, ha una piccola agenzia di investigazioni a Manhattan, specializzata in frodi. Da quando le hanno tolto la licenza può permettersi di fare il mestiere come più le aggrada, girando con una Beretta, frequentando un mondo ai margini della legalità, dedicandosi a piccole operazioni di hacker aggio. Mentre indaga su una società specializzata in servizi di sicurezza informatici e sul suo direttore, uno stravagante miliardario che si è arricchito con la bolla speculativa di fine millennio, Maxine si imbatte in una serie di delitti e in una realtà sotterranea fatta di spacciatori che viaggiano su barche a motore in stile art dèco, nostalgici hitleriani, liberisti sfegatati, mafiosi russi, blogger, imprenditori. Un mondo che, come sempre nei romanzi di Pynchon, è tanto più vero e vicino a noi quanto più sembra solo il frutto della sua sfrenata e geniale fantasia. THOMAS PYNCHON (1937) è avvolto in un mistero pari solo a quello che ha circondato J.D. Salinger ed è considerato unanimemente il più grande narratore americane (e non) dal secondo dopoguerra a oggi. Einaudi Stile Libero ha già pubblicato la sua unica raccolta di racconti Un lento apprendistato, il suo secondo romanzo L’incanto del Lotto 49, e il suo ultimo, Vizio di forma, che per la prima volta in Italia ha raggiunto i vertici nelle classifiche dei best seller. “Leggendo La cresta dell’onda, lacerati dalla sua triste bellezza e dalla comicità irresistibile di tanti personaggi, si finisce per considerarlo il vero romanzo sull’11 settembre. Un libro necessario che la storia letteraria attendeva da tempo”. Slate “Un libro esemplare, affascinante e divertentissimo…” Jonathan Lethem, The New York Times Book Review