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L’industria dolciaria dei prodotti da forno La filiera del fumento tenero coinvolge la produzione della granella e la sua commercializzazione, la produzione delle farine e quella dei prodotti da forno e del pane sfuso artigianale. La filiera del frumento tenero coinvolge 123.599 imprese agricole che destinano a tale coltivazione poco più di 500 mila di ettari (Istat 2010). L’offerta nazionale del frumento tenero, fermo restando le strutturali oscillazioni produttive annuali, si è attestata nella media dell’ultimo quinquennio attorno ai 3 milioni di tonnellate di granella corrispondente a una produzione a prezzi di base pari a circa 612 milioni di euro (il 1,3% della Ppb complessiva agricola). Le imprese di prima trasformazione (molini a frumento duro e frumento tenero) ammontano a 375 nel 2011 (di cui 259 lavorano esclusivamente frumento tenero) e coinvolgono 4.600 addetti. La produzione nazionale di farine di frumento tenero è pari a circa 3,9 milioni di tonnellate e il fatturato complessivo dell’industria molitoria è di 3,5 miliardi di euro, cioè il 2,8% circa del fatturato totale dell’industria alimentare. L’industria dolciaria dei prodotti da forno è caratterizzata da una elevata variabilità produttiva, che va dai sostituti del pane, ai prodotti lievitati da ricorrenza, alla biscotteria. Nel 2011 in Italia si sono prodotti 1,1 milioni di tonnellate di prodotti da forno per un valore pari a 4,8 miliardi di euro, corrispondente al 3,8% del fatturato nazionale dell’industria alimentare. Nel medio periodo si è registrata una crescita della produzione nazionale, sostenuta sia dall’aumento delle esportazioni sia dall’aumento del consumo interno. A tal proposito, si è evidenziata una progressione del consumo medio annuo pro-capite che ha sfiorato i 16 kg nel 2011 contro 14 kg del 2002. 1 2 Il ruolo dell’industria dei 3 Struttura e evoluzione prodotti da forno nella dell’offerta dell’industria filiera del frumento dei prodotti da forno pag. 2 pag. 6 Struttura ed evoluzione della domanda di materia prima dell’industria dei prodotti da forno pag. 5 1 1. Il ruolo dell’industria dei prodotti da forno nella filiera del frumento tenero 1.1. La filiera del frumento tenero La filiera del frumento tenero coinvolge 123.599 imprese agricole che destinano a tale coltivazione poco più di 540 mila di ettari (Istat 2010). L’offerta nazionale del frumento tenero, fermo restando le strutturali oscillazioni produttive annuali, si è attestata nella media dell’ultimo quinquennio attorno ai 3 milioni di tonnellate di granella corrispondente a una produzione a prezzi di base pari a circa 690 milioni di euro (il 1,4% della Ppb complessiva agricola). Le imprese di prima trasformazione (molini a frumento duro e frumento tenero) ammontano a 358 nel 2013; di questi, 233 lavorano esclusivamente frumento tenero. La produzione nazionale di farine di frumento tenero è pari a circa 4 milioni di tonnellate nel 2014 e il fatturato complessivo dell’industria molitoria – relativamente alla produzione di tutti i segmenti produttivi derivanti dalla lavorazione del frumento tenero, frumento duro e dei sottoprodotti - è di 3,8 miliardi di euro, cioè il 2,9% circa del fatturato totale dell’industria alimentare. L’industria dolciaria, con particolare riferimento al comparto dei prodotti da forno che rappresentano circa il 57% in volume e 38% in valore della intera produzione dolciaria, è stata caratterizzata nel 2014 da una offerta di poco superiore a 1,1 milioni di tonnellate per un valore pari a circa 5 miliardi di euro (il 3,8% del fatturato totale dell’industria alimentare italiana). La filiera del frumento può essere sintetizzata in quattro segmenti: Produzione e commercializzazione della granella. E’ costituito dai produttori di frumento e dalle loro diverse forme di aggregazione (consorzi agrari, cooperative e associazioni di produttori) che sostengono la base produttiva ed effettuano una prima commercializzazione del prodotto agricolo di base. A questi si aggiungono i commercianti privati, che possono essere dotati di proprie strutture di stoccaggio oppure agire da meri intermediari tra l’impresa agricola e l’industria, e le società di commercio che operano presso i porti navali e che svolgono attività di trading. Si tratta, in quest’ultimo caso, di un limitato numero d'imprese di grandi dimensioni, spesso facenti parte di gruppi multinazionali (Cargill, Louis Dreyfus, Conagra, ecc.), che operano prevalentemente sui mercati extracomunitari. Il settore della prima trasformazione. E’ costituito dal settore molitorio che provvede alla trasformazione della granella di frumento in sfarinati. Da tale processo se ne ricava come sottoprodotto, la crusca, che è destinata essenzialmente all’alimentazione animale. Anche a questo livello è presente un canale d'importazione della materia prima che viene direttamente gestito dalle unità produttive di maggiore dimensione che assorbono, prevalentemente dai paesi comunitari, circa il 60% dell’import totale nazionale. L’Italia esporta limitati quantitativi di sfarinati di frumento che trovano collocamento soprattutto sui mercati comunitari. Il settore della seconda trasformazione. E’ costituito dai comparti dell’industria pastaria, dolciaria e della panificazione (industriale e artigianale). La prima assorbe la quasi totalità della semola di frumento duro mentre gli altri due assorbono prevalentemente farine di frumento tenero. Il settore dell’industria dolciaria dei prodotti da forno colloca una parte rilevante della propria produzione (circa il 37%) sui mercati esteri, sia direttamente sia attraverso una rete di grossisti e intermediari. Relativamente alla produzione di pane, che tuttavia non è oggetto di analisi del presente lavoro, è da evidenziare che il tessuto produttivo è caratterizzato da una fitta rete di laboratori artigianali che effettuano vendita diretta e in alcuni casi si configurano come fornitori di pane fresco per la Gdo. Distribuzione e commercializzazione. Così come per tutte le tipologie produttive dell’industria dolciaria, anche per i prodotti da forno avviene in larga parte attraverso la Grande Distribuzione Organizzata e, spesso, viene gestita in maniera diretta dai grandi gruppi industriali anche attraverso produzioni con marchio del distributore. 2 Dicembre 2015 Fig. 1 – I principali attori della filiera del frumento Aziende agricole Import granella Export granella Commercianti / centri privati di raccolta Prima trasformazione Cooperative Industria Molitoria Associazioni di produttori Export sfarinati Consorzi agrari Seconda trasformazione Industria pastaria Panificazione artigianale ed industriale Industria dolciaria Export di pasta e prodotti panett./biscott. Consumo nazionale di pasta, pane e prodotti dolciari Fonte: ISMEA 1.2. I flussi di prodotto lungo la filiera del frumento tenero Le disponibilità nazionali di frumento sono fortemente influenzate dall’andamento dell’offerta interna che presenta forti variazioni da un anno all’altro. A prescindere da tale andamento, per soddisfare la domanda dell’industria di prima e seconda trasformazione è necessario ricorrere all’utilizzo di considerevoli quantitativi di materia prima estera, che rappresentano in media il 60% della disponibilità complessiva di frumento tenero. I flussi quantitativi dell’intera filiera del frumento possono essere sintetizzati nei seguenti punti: la commercializzazione del frumento tenero viene effettuata per circa il 50% dai consorzi agraricooperative-Op che vendono interamente il prodotto all’industria molitoria. Un ruolo rilevante lo detengono i commercianti privati che veicolano circa il 35% dell’offerta nazionale, quasi totalmente indirizzata verso i molini e solo in misura residua destinata all’export. Il conferimento diretto della granella da parte delle aziende agricole verso l’industria molitoria è limitato a circa il 15% del totale; le importazioni seguono essenzialmente due canali. L’industria molitoria assorbe direttamente circa il 60% dei quantitativi importati provenienti quasi esclusivamente dai paesi comunitari. Il rimanente 40% è importato dai commercianti privati/società di commercio che effettuano approvvigionamenti diretti dai paesi extracomunitari; 3 Dicembre 2015 una quota pari a circa il 10% può variare da anno ad anno in ragione della disponibilità di materia prima, è costituita dalle scorte necessarie ai molini per garantirne il fisiologico funzionamento degli impianti; una quota, che in media può essere individuata nel 15% della disponibilità nazionale, è utilizzata nella composizione dei mangimi, con particolare riferimento alla granella di scarso profilo qualitativo. Fig. 2 – I flussi di prodotto nella filiera del frumento tenero nel 2014 Granella di frumento tenero: 3,1 mln t di f. tenero 35% 40% Import: 4,7 mln t 50% Commercianti privati 3 mln t Industria mangimistica 1,1 mln t fr. tenero Consorzi agrari/Coop/OP 1,6 mln t 15% 95% Industria molitoria 7,8 mln t di cui stock circa il 10% 60% 1% Export granella Produzione di sfarinati Distrib uzione moderna/dettaglio tradizionale 2% Farine 4,0 mln t export farine import prodotti da forno 0,30 mln t Consumo apparente nazionale di prodotti da forno industriali 961 mila t Produzione nazionale di prodotti da forno industriali 1,1 mln t Panificazione artigianale Produzione nazionale circa 3 mln t export prodotti da forno 0,46 mln t Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat, Italmopa, Aidepi, Assalzoo la destinazione della farina di frumento tenero è totalmente indirizzata verso l’industria dolciaria dei prodotti da forno e panifici artigianali; la produzione industriale di prodotti da forno supera il milione di tonnellate per un valore della produzione pari a circa 5 miliardi di euro nel 2014. Circa il 40% dell’offerta nazionale viene collocata sui mercati esteri all’interno dei quali prevalgono i paesi della Ue (70%). 4 Dicembre 2015 2. Struttura ed evoluzione della domanda di materia prima dell’industria dei prodotti da forno La filiera del frumento tenero è caratterizzata da una strutturale dicotomia esistente tra la fase agricola caratterizzata da un’offerta fortemente polverizzata, da un incostante livello quantitativo e qualitativo - e quella della prima e seconda trasformazione industriale che risulta essere più concentrata in termini sia territoriali sia produttivi e necessita di un costante approvvigionamento di granella, sia in termini quantitativi sia qualitativi. Infatti, la produzione nazionale di granella di frumento tenero è oscillata nell’arco degli ultimi anni da un massimo di 3,7 milioni di tonnellate nel 2008 ad un minimo di 2,9 nel biennio 2009-10; l’andamento produttivo evidenzia complessivamente una tendenza flessiva proceduta ad un ritmo medio annuo dell’1,5% dal 2008 al 2014. Nel medio periodo sono risultate in lieve flessione anche le importazioni di materia prima necessarie a soddisfare la domanda delle industrie a valle della filiera. La produzione nazionale di farina, invece, evidenzia un lieve incremento annuo tra il 2008 e il 2014 (+0,6%) attestandosi a 4 milioni di tonnellate nel 2014. L’offerta nazionale dei prodotti da forno rimane stabilmente al di sopra di 1 milione di tonnellate, in aumento nel medio periodo (+0,8% annuo) in ragione della progressione registrata soprattutto dall’export, oltre che dal consumo interno. Tab. 1 – Evoluzione di produzioni, export e import nella filiera del frumento tenero (000 t) 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 tvma % 08-14 Granella di frumento tenero - prod nazionale 3.758 2.944 2.937 2.856 3.509 3.369 3.123 -1,5 - import1 3.867 4.369 4.816 5.115 3.898 3.578 4.203 -1,1 1 117 -3.749 7.508 45 -4.325 7.268 63 -4.753 7.690 71 -5.044 7.900 55 -3.843 7.352 41 -3.537 6.905 39 -4.164 7.287 -19,9 -0,7 -1,1 - export - saldo - consumo apparente interno Farina di frumento tenero - prod nazionale 3.860 3.800 3.798 3.888 4.027 4.008 4.026 0,6 - import 2 9 12 12 10 29 25 18 19,6 2 56 48 3.812 51 40 3.760 61 49 3.749 72 62 3.826 81 52 3.975 98 73 3.935 110 91 3.935 3,3 0,7 0,6 1.080 1.085 1.116 1.107 1.105 1.120 1.123 0,8 200 360 160 920 187 359 173 912 230 389 159 957 234 407 173 934 246 423 177 928 269 441 171 949 295 457 162 961 7,1 4,6 1,2 0,7 - export - saldo - consumo apparente interno Prodotti da forno - prod nazionale 3 - import - export3 - saldo - consumo apparente Codici NC8: 1) 100199; 2) 11010015; 3) 1905. Fonte: Elaborazione ISMEA su dati Aidepi, Italmopa,Istat 5 Dicembre 2015 3. Struttura e evoluzione dell’offerta dell’industria dei prodotti da forno 3.1. Evoluzione della produzione nazionale dei prodotti da forno La produzione nazionale di prodotti da forno è rappresentata per circa il 50% in volume e il 40% in valore dalla “biscotteria”; all’interno di questo segmento produttivo prevalgono le “frolle e altri biscotti” con il 28% in volume e il 19% in valore della produzione totale, seguono a distanza le “fette biscottate”. Di rilievo anche la produzione del segmenti produttivi dei “monodose da forno”, che esprimono il 18% in volume e 20%, e dei “lievitati da ricorrenza” con l’10% in volume e il 16% in valore. Tab. 2 – Ripartizione della produzione dei prodotti da forno per tipologia di prodotto (000 t) Sostituti del pane, di cui: - craker da pasto - craker da pasto integrali - biscotti salati Biscotteria, di cui: - fette biscottate - wafer non ricoperti - biscotti da pasticceria unitipo - biscotti da pasticceria assortita - amaretti - biscotti secchi - frolle e altri biscotti - biscotti all'uovo Lievitati di ricorrenza, di cui: Ricorrenza natalizia - panettone tradizionale - panettone senza canditi - panettone speciale - pandoro tradizionale - pandoro speciale - altri lievitati natalizi Ricorrenza pasquale - colomb a tradizionale - colomb a senza canditi - colomb a speciale - altri lievitati pasquali Monodose da forno Pluridose da forno Totale prodotti a temperatura ambiente Brioche e simili a temperatura controllata Torte conservate a temperatura controllata Totale prodotti a temperatura controllata Totale prodotti da forno Var.% Quota 2013 2014 13/14 2014 tonnellate 105.400 105.070 -0,3 9% 75.000 75.000 0,0 7% 17.000 18.100 6,5 2% 13.400 11.970 -10,7 1% 576.600 573.481 -0,5 51% 93.800 92.299 -1,6 8% 34.600 32.316 -6,6 3% 57.000 56.316 -1,2 5% 2.900 2.567 -11,5 0% 4.900 4.851 -1,0 0% 51.000 48.960 -4,0 4% 310.000 313.100 1,0 28% 22.400 23.072 3,0 2% 113.950 114.250 0,3 10% 85.100 86.200 1,3 8% 33.500 34.200 2,1 3% 7.300 7.350 0,7 1% 1,9 5200 5300 0% 29.900 30.500 2,0 3% 4.100 3.950 -3,7 0% 5.100 4.900 -3,9 0% 28.850 28.050 -2,8 2% 16.900 16.400 -3,0 1% 5.100 5.000 -2,0 0% 4.700 4.400 -6,4 0% 2.150 2.250 4,7 0% 205.000 205.500 0,2 18% 24.500 24.200 -1,2 2% 1.025.450 1.022.501 -0,3 91% 84.700 89.950 6,2 8% 10.200 10.360 1,6 1% 94.900 100.310 5,7 9% 1.120.350 1.122.811 0,2 100% Var.% Quota 2013 2014 13/14 2014 mnl euro 330,5 326,8 -1,1 6% 203,3 203,3 0,0 4% 56,8 60,5 6,5 1% 70,5 63,0 -10,6 1% -0,7 2.093,2 2.079,3 41% 263,6 259,4 -1,6 5% 167,1 156,1 -6,6 3% 356,8 352,5 -1,2 7% -11,5 20,9 18,5 0% 28,1 27,8 -1,1 1% 144,3 138,6 -4,0 3% 967,2 976,9 1,0 19% 3,0 145,2 149,5 3% 779,1 782,3 0,4 16% 589,8 597,3 1,3 12% 216,7 221,7 2,3 4% 47,2 47,7 1,1 1% 2,0 39,2 40,0 1% 2,2 196,4 200,8 4% -3,2 31,2 30,2 1% -3,7 59,1 56,9 1% -2,3 189,3 185,0 4% -2,7 102,1 99,3 2% -1,6 30,8 30,3 1% -6,2 33,7 31,6 1% 4,8 22,7 23,8 0% 0,4 1.012,7 1.017,2 20% -1,0 145,0 143,6 3% 4.360,5 4.349,2 -0,3 86% 526,8 559,5 6,2 11% 1,5 131,2 133,2 3% 658,0 692,7 5,3 14% 5.018,5 5.041,9 0,5 100% Fonte: elaborazioni ISMEA su dati Aidepi La dinamica nel medio periodo evidenzia una crescita della produzione complessiva del comparto dei prodotti da forno proceduta tra il 2002 e il 2014 ad un tasso medio annuo pari all’1,3%. 6 Dicembre 2015 Fig. 3 – Evoluzione della produzione dei prodotti da forno in Italia (000 t) 1.150 1.125 1.100 1.075 1.050 1.025 1.000 975 950 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: elaborazione ISMEA su dati Aidepi 3.2. Evoluzione dell’export/import e dei consumi dei prodotti da forno Gli scambi con l’estero dei prodotti da forno sono strutturalmente in attivo. Il surplus commerciale ammonta nella media degli ultimi anni a circa 168 mila di tonnellate per un valore superiore a 700 milioni di euro. Il valore dell’export dei prodotti da forno, inoltre, rappresenta poco meno del 5% del valore dell’export nazionale dei prodotti alimentari. La dinamica di medio periodo ha evidenziato una progressione del valore delle esportazioni proceduta a un tasso medio annuo dal 2008 al 2014 pari all’8% circa, mentre sul fronte dei volumi esportati l’incremento medio annuo è stato del 4,6%. Meno della metà della produzione nazionale è destinata ai mercati esteri come dimostrato dal valore della propensione all’export stabilmente al di sotto del 50% ma in crescita tendenziale negli ultimi anni. E’ da evidenziare anche un aumento tendenziale delle importazioni dei prodotti da forno proceduto ad un tasso medio annuo del 7% circa. Tab. 3 – Gli indicatori del commercio con l’estero dei prodotti da forno 2009 4.501 1.115 482 632 1.085 359 187 2010 4.687 1.236 543 693 1.116 389 230 2011 4.775 1.325 579 746 1.107 407 234 2012 4.908 1.443 617 826 1.105 423 246 2013 5.019 1.514 686 828 1.120 441 269 2014 5.042 1.571 702 869 1.123 457 295 tvma % 08-14 2,6 8,1 5,9 10,2 0,8 4,6 7,1 Produzione nazionale Esportazioni Importazioni Saldo commerciale Produzione nazionale Esportazioni Importazioni (mln €) (mln €) (mln €) (mln €) (000 t) (000 t) (000 t) 2008 4.500 1.092 541 551 1.080 360 200 Saldo commerciale Consumo apparente Consumo pro-capite (000 t) (000 t) ( kg) 160 920 15,5 173 912 15,3 159 957 16,1 173 934 15,7 177 928 15,6 171 949 15,9 162 961 16,1 1,2 0,7 0,6 Tasso di autoapprovvigionamento 1 (%) 117,4 118,9 116,6 118,5 119,1 118,0 116,8 0,1 Propensione all'export 2 (%) 33,3 33,1 34,8 36,8 38,3 39,3 40,7 3,8 Propensione all'import 3 (%) 21,7 20,5 24,0 25,1 26,5 28,4 30,7 6,3 (%) 28,6 31,6 25,7 26,9 26,5 24,1 21,5 -4,1 Saldo normalizzato 4 1 = produzione/consumo; 2 = export/produzione; 3 = import/consumo; 4 = (exp-imp)/(exp+imp). Codice NC8: 1905 Prodotti della panetteria, della pasticceria o della biscotteria, anche con aggiunta di cacao; ostie, capsule vuote dei tipi utilizzati per medicamenti, ostie per sigilli, paste in sfoglie essiccate di farina, di amido o di fecola e prodotti simili. Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat, Aidepi La medesima dinamica espansiva di lungo periodo riguardante sia la produzione interna che l’import è da ricondurre anche all’aumento del consumo nazionale dei prodotti da forno che evidenzia una progressione 7 Dicembre 2015 tra il 2002 e il 2014, proceduta ad un tasso medio annuo pari all’1,6%. Nel dettaglio, il consumo medio procapite ha superato i 16 kg nel 2014 contro 14 kg del 2002. Fig. 4 – Evoluzione del consumo dei prodotti da forno in Italia 1.000 16,5 900 16,0 800 15,5 15,0 600 14,5 500 (kg) (000 t) 700 14,0 400 300 13,5 200 13,0 100 12,5 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Consumo apparente nazionale Esportazione importazioni consumo pro-capite (asse dx) Fonte: elaborazione ISMEA su dati Istat, Aidepi Questo lavoro è stato realizzato nell’ambito del Piano di settore Cerealicolo finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Ismea - Area Mercati Responsabile di redazione: Giovanna Maria Ferrari Redazione a cura di: Cosimo Montanaro e Luca Ceccarelli e-mail: [email protected] 8 Dicembre 2015