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Saturno contro - LABORATORIO DI RICERCA SOCIALE SUI MEDIA

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Saturno contro - LABORATORIO DI RICERCA SOCIALE SUI MEDIA
Università degli studi Milano Bicocca
Corso di laurea triennale in sociologia
Anno accademico 2006/2007
Tesina per i moduli “Culture di genere e società” e
“Media e differenze di genere”
“Saturno contro”
Sara Nocerino
Valentina Perron
1
Indice generale
INTRODUZIONE…………………………………………………………………………....3
INQUADRAMENTO TEORICO……………………………………………………………4
Le trasformazione delle relazioni…………………………………………………………4
Le trasformazioni dell'identità di genere………………………………………………….5
L'Omosessualità…………………………………………………………………………...7
Media e rappresentazioni………………………………………………………………...10
ANALISI……………………………………………………………………………………12
Il film………………………………………………………………………………………..12
L‟atmosfera del film……………………………………………………………………….. 12
Personaggi…………………………………………………………………………………..13
Le relazioni fondate sull‟amicizia…………………………………………………………..14
Identità rigide, identità fluide, orientamenti: Paolo e Sergio……………………………….15
Il rapporto con la famiglia di origine: il percorso del padre di Lorenzo…………………17
Le convivenze omosessuali……………………………………………………………...18
CONCLUSIONI…………………………………………………………………………….19
BIBLIOGRAFIA……………………………………………………………………………20
2
“Il problema non è accettare,
è condividere”
Sergio
INTRODUZIONE
Con questo lavoro ci proponiamo di analizzare un prodotto cinematografico dal punto di vista
delle tematiche di genere. In particolare, ci soffermeremo sulle trasformazioni relative alle
relazioni, sui cambiamenti che riguardano le identità e le rappresentazioni, soprattutto
mediatiche, del genere e sul tema dell‟omosessualità. A tal fine, analizzeremo alcune scene
particolarmente significative e la rappresentazione di alcuni personaggi, tramite i quali
cercheremo di far emergere alcune riflessioni sui temi indicati.
Abbiamo scelto un prodotto cinematografico perché il cinema è uno dei medium più
innovativi, che meglio rappresenta i mutamenti della società; ci permette quindi di mostrare le
nuove tendenze in tema di rappresentazioni sociali e mediatiche. La scelta è poi caduta sul
film “Saturno contro” per vari motivi: innanzitutto è un film uscito abbastanza recentemente
(febbraio 2007), che ha avuto un buon successo di pubblico e di critica; del quale, dunque, si è
parlato molto. Il regista Ferzan Ozpetek è uno dei pochi, in Italia (ma non è italiano), a
occuparsi di tematiche quasi tabù, quale appunto quella delle relazioni omosessuali, mettendo
molto di sé e della sua storia personale nei suoi racconti. “Se devo comprare del caffè e sullo
scaffale del negozio ne sono rimasti tre barattoli, o ne compro solo uno o li compro tutti e tre:
non voglio che uno resti lì da solo” afferma il regista; il bisogno degli altri, la paura della
solitudine, il valore del gruppo sono tematiche, come mostreremo, sempre presenti nel suo
lavoro.
Il film ci ha colpito, inoltre, per l‟attualità e il coraggio con cui ha affrontato, seppure in
maniera discreta, due temi “caldi” quali il riconoscimento delle coppie di fatto e l‟eutanasia,
argomenti che sono stati recentemente (e sono tuttora) al centro del dibattito pubblico.
3
INQUADRAMENTO TEORICO
Le trasformazione delle relazioni
Le trasformazioni che stanno interessando la famiglia, i rapporti di coppia, l‟amicizia, le
relazioni in generale possono essere ricondotte ad un più ampio processo di
individualizzazione delle relazioni sociali e di autodeterminazione individuale. Emergono
pratiche e stili di vita lontani dal modello della famiglia monogama, stili di vita che si basano
su scelte e gratificazioni del momento, reversibili, non vincolanti e lontani da forme di
dipendenza. Viene a delinearsi quella che Giddens chiama “relazione pura”: “una situazione
nella quale una relazione viene costituita in virtù dei vantaggi che ciascuna delle parti può
trarre dal rapporto continuativo con l‟altro. Una relazione pura si mantiene stabile fintanto che
entrambe le parti ritengono di trarre sufficienti benefici come per giustificarne la continuità"
(Giddens, 1995, p. 68). È un tipo di legame basato sulla parità sessuale e sentimentale, che sta
minando le forme di potere basate sul genere. Questi cambiamenti sono determinati dalle
trasformazioni dell‟intimità intesa come una forma di “negoziazione dei legami interpersonali
da parti di uguali“ (Giddens, 1995, p. 9), una simmetria tra i generi basata sulla parità
sessuale, sentimentale ed emozionale.
Oggigiorno la diffusione dell‟idea dell‟uguaglianza tra i sessi richiede l‟introduzione di
cambiamenti nel modo di definire, valutare e relazionarsi nei confronti dell‟altro. Se prima la
relazione con l‟altro, ad esempio il matrimonio, si configurava come un dato di fatto, una
sorta di impiego da svolgere in ogni caso con grande senso del dovere, ora il mondo delle
relazioni si configura come un mondo in cui la sessualità viene negoziata, alla cui base
troviamo “impegno” e “intimità” e la relazione in sé assume grande importanza. La
dimensione della relazione come “vincolo sentimentale stretto e continuativo con un altro
soggetto” (Giddens, 1995, p. 68), assume la stessa centralità sia nella popolazione
eterosessuale che in quella omosessuale anche se questa seconda popolazione, in questo caso
considerata pioniera, non avendo schemi predefiniti quali il matrimonio, ha preceduto la
prima nello sviluppo di relazioni fondate sulla parità. Affinché possa nascere una “storia”
occorre che, oltre all‟impegno e alla fiducia, i due partner diano qualcosa di se stessi l‟uno
all‟altro. Inoltre bisogna tener conto che questo tipo di relazione può concludersi in qualsiasi
momento; i partner imparano a impegnarsi sempre con riserve per non soffrire quando la
relazione si esaurisce.
4
Per quanto riguarda la fiducia che si sviluppa all‟interno dell‟intimità, “avere fiducia nell‟altro
è scommettere sulla sua capacità di agire con onestà” (Giddens, 1995, p. 151) e far nascere un
sentimento di esclusività. L‟importante diventa il fatto che si svelino all‟altro sentimenti e
azioni che normalmente si terrebbero al riparo dallo sguardo estraneo. Questo “dare” all‟altro
necessita una reciprocità e un equilibrio così che tengano conto dei diversi bisogni. A questo
proposito anche nelle relazioni di amicizia sono presenti aspettative di intimità come
presupposto della fiducia riposta nell„altro. L‟amicizia non è più una relazione strutturata
istituzionalmente che persegue obiettivi comuni ma nasce da una scelta che si fonda sulla
confidenza di sentimenti o esperienze, sulla veridicità; inoltre non è strettamente necessaria la
compresenza. Spesso i legami di amicizia possono sostituire quelle funzioni che prima
svolgeva la famiglia: ogni individuo può liberamente scegliere le persone sulle quali si può
“contare”. La parentela può configurarsi quindi come un‟estensione dell‟amicizia, che fa
dell‟amore l‟unico criterio di definizione.
Le trasformazioni dell'identità di genere
Il “Sex-gender system”, teorizzato nel 1975 da Gayle Rubin, mette per la prima volta in
risalto la distinzione tra sesso e genere, tra natura biologica e codificazione sociale della
differenza sessuale. Le differenze tra uomini e donne sono riconducibili a due dimensioni:
quella del “sesso” (differenze biologiche e fisiche) e quella del “genere” (differenze
socialmente costruite fra i due sessi). Per definire l‟essere donna o l‟essere uomo non è
sufficiente, quindi, l‟appartenenza sessuale (il genere non è biologicamente determinato). La
femminilità e la mascolinità sono costruite socialmente e vengono apprese attraverso un
processo in cui interagiscono diverse agenzie di socializzazione (tra cui la famiglia, il gruppo
dei pari, i mass media, etc…). Il genere, con il persistente rinforzo sociale e culturale, fa si
che le differenze tra i sessi risultino normali, ovvie, innate. Il genere cela, inoltre, una
gerarchia, un‟asimmetria, una differente distribuzione di potere.
È importante sottolineare quanto influisca in questo processo la componente relazionale: essa
muta costantemente nel tempo e nello spazio ed esprime l„organizzazione sociale del rapporto
tra i generi. Le relazioni di genere, infatti, così come le differenti forme di identità di genere
maschili e femminili, sono dinamiche e “culturalmente e storicamente” definite; sono, inoltre,
ricche e complesse. Il genere ha ordinato il mondo nella sfera della riproduzione e in quella
della produzione, determinando una divisione del lavoro rigida e polarizzata: da un lato, la
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figura dell‟ “angelo del focolare” esprime al meglio il ruolo che, tradizionalmente, una donna
avrebbe obbligatoriamente dovuto assumere: casalinga, moglie e madre; dall‟altro l‟uomo (il
breadwinner) che invece avrebbe dovuto innanzitutto realizzarsi professionalmente al fine di
percepire un reddito sufficiente, in seguito, a formare e mantenere la famiglia.
“Negli ultimi decenni le possibilità e le scelte personali si sono ampiamente diversificate
facendo emergere nuovi scenari” (Capecchi, 2007 p. 1); questi scenari sono conseguenti alle
maggiori possibilità e alla differenziazione delle scelte personali. Nella vita delle ragazze
assume, infatti, sempre più importanza il proseguimento degli studi; le giovani donne sentono
la necessità di una maggiore istruzione in vista di un lavoro gratificante e sono consapevoli
dei vantaggi che una preparazione culturale può comportare nel progetto di vita; il
matrimonio, diversamente, non è più l‟obiettivo primario e ad esso si sostituiscono diverse
forme di relazione e di convivenza.
Le donne hanno in un certo senso dato il via a questo processo di trasformazione uscendo dal
“privato” della propria casa e accostandosi al mondo “pubblico”, affermando se stesse e
facendo valere la propria autonomia.
Anche se permangono forti divisioni tra mondo maschile e femminile, queste stanno subendo
forti trasformazioni che hanno investito i corsi di vita e condizionato un loro riavvicinamento
sia in un senso più strutturale (posticipo età matrimonio; modalità di fare, intendere la
famiglia; maggiore livello istruzione), sia nei modi con cui i corsi di vita vengono pensati,
desiderati e perseguiti dai singoli soggetti.
Gli uomini davanti alle trasformazioni dell‟identità femminile, e di conseguenza di una
maggiore e più consistente visibilità e presenza femminile nella società, sembrano avere
reazioni differenziate: se alcuni accettano la sfida e le sollecitazioni, seppure con dubbi e
perplessità, altri le rifiutano e reagiscono con aggressività e paura o fanno emergere un
sentimento “omofobico” che non accetta le caratteristiche considerate femminili e che può
arrivare ad aggressioni fisiche, verbali o a molestie sessuali. Tuttavia “è comunque aumentato
il desiderio, da parte di molti uomini, di scoprire/riscoprire i termini e i valori della propria
specifica maschilità, un atto che sfida i condizionamenti imposti dal modello di virilità unico e
rigido” (Ruspini, 2003, p. 105). I modelli di mascolinità esistenti sono molteplici e hanno
caratteristiche che li differenziano dal modello tradizionale, che “associa la virilità al potere,
alla forza e all‟omofobia” (Ruspini, 2003, p. 105). Come afferma Sandro Bellassai,
concludendo il suo saggio “La mascolinità post-tradizionale”, in questi ultimi trent‟anni si è
infatti affermato un pluralismo di modelli maschili, disposti per la prima volta in un assetto
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molto meno gerarchico; inoltre, è gradualmente emersa l‟idea “della mascolinità in quanto
tratto specifico ed evidente dell‟identità personale e collettiva (degli uomini come genere)
(…). Per gli uomini è sempre più difficile autorappresentarsi normalmente come esseri umani
neutri” (Bellassai, 2005, p. 144).
L'Omosessualità
Uno dei temi centrali del racconto che analizzeremo è, come già detto, la relazione
omosessuale tra due dei protagonisti: Davide e Lorenzo. Per questo motivo, presentiamo un
inquadramento teorico della tematica. In particolare, ci concentreremo su due ambiti di
indagine della ricerca sociologica, particolarmente utili ai fini del nostro lavoro:
1) la costruzione dell'identità;
2) i comportamenti e i modelli di relazione.
Le direzioni di ricerca sopra menzionate sono basate su indagini dirette (a differenza degli
approcci indiretti sulle trasformazioni della famiglia e delle identità di genere, temi di cui
abbiamo già trattato). Per quanto riguarda le rappresentazioni collettive, invece, rimandiamo
al paragrafo sui media.
L'Identità
Nell'affrontare il tema dell'identità omosessuale, consideriamo innanzitutto le due antitetiche
prospettive teoriche a partire dalle quali l'omosessualità è stata considerata e studiata:
essenzialismo e costruzionismo. Come illustrano Barbagli e Colombo in “Omosessuali
moderni”, la prospettiva essenzialista “considera la sessualità come un fenomeno
esclusivamente individuale e ritiene l'omosessualità una caratteristica (...) riconducibile a
fattori biologici o psicologici”. L'orientamento sessuale risulta dunque “innato, resta fisso nel
corso della vita ed è universale” (Barbagli, Colombo, 2001, p. 11). Al contrario, il
costruzionismo considera l'orientamento sessuale come una costruzione sociale; di
conseguenza, in quanto tale, può essere appreso e plasmato nelle interazioni con gli altri
soggetti. L'essenzialismo, soprattutto nella sua forma più rigida, è sempre stato la concezione
dominante all'interno dell'opinione pubblica; tuttavia, affermano Barbagli e Colombo, esso
“ostacola la comprensione e della vita e del mondo degli omosessuali”, poiché non solo non
permette di capire i percorsi biografici e i processi di acquisizione dell'identità, ma ignora
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addirittura la trasformazioni socio-culturali in tema di relazioni e identità di genere e
sessualità.
Il costruzionismo è l'approccio di gran lunga più utilizzato dagli studiosi di scienze sociali. La
ricerca condotta da Barbagli e Colombo dimostra infatti l'importanza dei fattori sociali e
culturali sui comportamenti, sulle percezioni, ma anche sul processo di acquisizione di
un'identità omosessuale. Quest'ultimo può infatti essere ostacolato o favorito da diversi fattori,
quali la generazione di appartenenza, il titolo di studio, la formazione religiosa ricevuta. Un
dato interessante è la differenza nella definizione del proprio orientamento di uomini e donne,
che riguarda “anche il significato assegnato a queste definizioni” (Saraceno, 2003, p. 29).
Nella ricerca condotta a Torino da Chiara Saraceno e Alessandro Casiccia, gli uomini tendono
a fondare la definizione di sé sulla consapevolezza della generale direzione del proprio
desiderio; “Il proprio orientamento sessuale tende ad essere a essere rappresentato come
stabile e, se non esclusivo, con una chiara gerarchia tra omosessualità ed eterosessualità”
(Saraceno, 2003, p. 29). Questi soggetti hanno una visione dell'orientamento sessuale
piuttosto deterministica e fortemente polarizzata tra eterosessualità e omosessualità; viene di
conseguenza rifiutato l'orientamento bisessuale, che viene
rappresentata come frutto
dell'autoinganno e della mancata accettazione di sé. Per le donne, invece, l'importanza
attribuita alle relazioni concrete rende più instabile, a volte addirittura impossibile, la
definizione del proprio orientamento. La sessualità femminile risulta quindi più fluida,
“continuamente ridefinita in base al contesto sociale e culturale e alle concrete situazioni e
relazioni affettive in cui viene vissuta” (Saraceno, 2003, p. 32); una possibile spiegazione a
questo fenomeno è che l'identità femminile, più di quella maschile, viene costruita in termini
relazionali, mantenendosi quindi più flessibile e aperta. Tuttavia, le differenze nella
definizione di sé non si riscontrano solo in base all'appartenenza di genere: dalla ricerca
emergono differenze, rilevanti anche se di più complessa interpretazione, anche tra le diverse
classi di età; in generale, è possibile affermare che la propensione a una definizione univoca
del proprio orientamento è riscontrabile nelle fasce di età più mature (oltre i 44 anni).
Comportamenti e relazioni
Prendiamo qui in considerazione il contesto della famiglia d'origine e quello delle relazioni di
coppia.
Il contesto famigliare è fondamentale perché da qui hanno origine le scelte riguardanti la
strategia di visibilità (il coming out); inoltre, è il luogo principale di confronto con le reazioni
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che suscita la manifestazione del proprio orientamento sessuale. Riassumendo le
considerazioni di Saraceno in “Diversi da chi?”, i modi in cui si nasconde o si rende visibile la
propria sessualità ai famigliari e si ridefiniscono, di conseguenza, le relazioni familiari, sono
processi tanto importanti quanto complessi per il percorso di accettazione personale e sociale
dell'omosessualità. “Il momento della scoperta dell'omosessualità di un membro della
famiglia rappresenta solo l'inizio di un processo di riaggiustamento. Per tutti è infatti “l'avvio
di una lunga e complessa ridefinizione delle relazioni famigliari” (Saraceno, 2003, p. 80). Non
sempre questo processo rimane condizionato dalla prima reazione: non è detto che reazioni
anche fortemente negative debbano per forza portare a una rottura permanente della relazione:
accade spesso, invece, che esse si trasformino in forme di accettazione più o meno complete.
Tuttavia, il mutamento delle relazioni famigliari è molto complesso e variabile, difficilmente
interpretabile attraverso una sequenza di passaggi. Per la famiglia, il coming out di un proprio
membro rappresenta una sorta di doppia sfida: non si tratta infatti di affrontare solo i propri
pregiudizi, ma anche quelli di parenti, vicini di casa, della società in generale. Anche i
famigliari si trovano, quindi, nella condizione di affrontare un proprio coming out, in quanto
parenti di una persona omosessuale (Saraceno, 2003, p. 82)
Per quanto riguarda le relazioni di coppia, sia dalla ricerca di Barbagli e Colombo, sia da
quella condotta da Saraceno e Casiccia, emerge molto nettamente che la grandissima
maggioranza degli omosessuali italiani, sia uomini sia donne, cerca un rapporto di coppia
stabile, mentre solo una piccola minoranza preferisce avere partner occasionali; questo
risultato contraddice uno dei più forti pregiudizi sul tema, che associa l'omosessualità, in
particolare quella maschile, alla promiscuità sessuale. Non solo, ma la coppia stabile risulta
anche una realtà attuata: dai dati presentati da entrambe le ricerche (Barbagli, Colombo, 2001,
p. 202; Saraceno, 2003, p. 117) appare infatti che più della metà degli omosessuali
appartenenti al campione dichiara di avere una relazione stabile con una persona dello stesso
sesso. Per quanto riguarda la convivenza, le coppie omosessuali presentano caratteristiche
peculiari: “Nelle coppie gay e in quelle lesbiche, i rapporti tra partner si basano
sull'eguaglianza e sulla reciprocità” (Barbagli, Colombo, 2001, p. 266). In una famiglia in cui
non vi sono più differenze di genere, non è possibile seguire la tradizione: le coppie
omosessuali, a differenza di molte coppie eterosessuali, non hanno altra strada se non quella
della negoziazione, che ad esempio si traduce, nella vita quotidiana, in una maggiore
intercambiabilità e in una più equa distribuzione del lavoro domestico. “Si ritrovano quindi, in
modo molto più definito, alcune tendenze verso una maggiore simmetria e minore rigidità dei
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ruoli di genere che caratterizzano mutamenti più generali nei rapporti di coppia anche
eterosessuali.” (Saraceno, 2003, p. 134). Nonostante le coppie omosessuali presentino una
minore differenziazione al proprio interno e una maggiore interscambiabilità rispetto a quelle
eterosessuali, è possibile che i due mondi si stiano avvicinando. Tuttavia, “più che un
modello omogeneo, la coppia appare una forma di relazione da costruire anche come modello,
non potendo utilizzare quello eterosessuale, che peraltro è un cantiere di lavori in corso”
(Saraceno, 2003, p. 152).
Media e rappresentazioni
La questione è come i media riflettono i cambiamenti di genere, quindi quali modelli maschili
e femminili propongono e come tematizzano la pluralità degli orientamenti sessuali.
Nonostante i notevoli mutamenti che le identità di uomini e donne hanno attraversato in questi
ultimi anni, Grossi e Ruspini illustrano in “Ofelia e Parsifal: modelli e differenze di genere nel
mondo dei media” come i media riflettano tuttora la concezione tradizionale del genere,
attraverso un ampio uso di stereotipi. “Gli stereotipi di genere sono un insieme coerente e
abbastanza rigido di credenze, condivise e trasmesse socialmente, su quelle che sono o
dovrebbero essere le caratteristiche fisiche, psicologiche e le attività tipiche dei due sessi”
(Grossi, Ruspini, 2007, p. XXVI). Se la figura maschile è quindi, tradizionalmente,
caratterizzata da coraggio, rudezza, autonomia, aggressività, attrazione per il pericolo, la
figura femminile è di solito dipinta come remissiva, ingenua, affettuosa e fedele.
Fino agli anni Settanta i media rappresentano la donna per lo più come casalinga o come
donna oggetto, senza tener conto dei mutamenti di ruolo in atto. A partire dagli anni Ottanta,
invece, compaiono le prime immagini di “donna in carriera autoaffermativa sia in ambito
professionale, dove compete con gli uomini, sia in ambito amoroso, dove dimostra audacia e
sex appeal” (Capecchi, 2007, p. 6). Rispetto alla costruzione della donna moderna il dibattito
è centrato sull‟ambivalenza dei modelli femminili proposti, se da una parte “costituiscono il
tentativo di riflettere una realtà femminile in trasformazione”, dall‟altra “a un livello profondo
di significato riaffermano la relazione tradizionale gerarchica tra i sessi” (Capecchi, 2007, p.
18).
Per quanto riguarda gli uomini, se è vero che all‟interno dei prodotti mediatici i maschi sono
descritti come più aggressivi e attivi rispetto alle femmine, e se è vero che i personaggi
televisivi maschili tendono ad essere maggiormente rappresentati in situazioni lavorative
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rispetto alle donne, Federico Boni, nel saggio “Maschilità e media”, rileva un mutamento,
nell‟ultimo ventennio, nelle rappresentazioni sociali del genere maschile, caratterizzate da una
maggiore eguaglianza e orientamento alla condivisione, che si oppongono alle aspettative
stereotipate e tradizionali. Si possono riconoscere tre modelli dominanti: ”il new man
vagamente femminilizzato che si prende cura dei suoi cari e più legato alla dimensione
espressivo-emotiva che a quella razionale; il metrosessuale, il maschio particolarmente
preoccupato dell‟aspetto estetico e della cura del corpo (…); infine il new lad , la
riproposizione del modello maschile predominante prima della svolta espressiva” (Boni,
2007, p. 39). Grazie a questi modelli si è potuto constatare uno “svelamento”
sia dei
comportamenti nel retroscena della vita quotidiana degli uomini sia della corporeità maschile,
mostrando anche tipi di mascolinità minoritari e in precedenza tendenzialmente invisibili
(omosessuali).
Rispetto invece alla rappresentazione degli orientamenti sessuali non eterosessuali, persistono
ancora immagini stereotipate, basate perlopiù sulla presunta innaturalità dei comportamenti
omosessuali; gay e lesbiche sono spesso rappresentati come devianti, “.. eccessivamente
interessati al sesso, non in grado di prendersi cura dei bambini”. (Grossi, Ruspini, 2007, p.
XXIX). Il tema della pluralità degli orientamenti, tuttavia, è stato progressivamente posto al
centro dell‟attenzione dei media: l‟omosessualità ha quindi goduto di un‟inedita visibilità.
Questo non significa automaticamente che l'omosessualità sia più accettata (Baroni, 2007, p.
118) o che pregiudizi e discriminazioni stiano scomparendo, anche perché le immagini degli
omosessuale che provengono dai media spesso sono o fortemente trasgressive o, al contrario,
normalizzate e tendenzialmente “eterosessualizzate” (Alberio, 2007, p. 172). “Lo status
dell'omosessualità, visto nel rapporto tra visibilità mediatica e conflittualità sociale, si
presenta dunque come condizione delicata e complessa, proprio perché è in questi anni,
soprattutto, che si stanno decidendo le modalità del suo accesso alla sfera del rappresentabile”
(Baroni, 2007, p. 120). Non mancano, tuttavia, nella pubblicità come nei prodotti
cinematografici, modelli di “omosessualità affermata”, ovvero pienamente riconosciuta
socialmente (Alberio, 2007, p. 172).
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ANALISI
Il film
“Saturno contro” parla di “un gruppo di amici che si sceglie e si consiglia, si aiuta , si
bisticcia, si disgrega infine si contorce su se stesso seguendo le variegate inclinazioni dei
diversissimi componenti” (Ferzan Ozpetek).
La casa di Davide, affermato scrittore di fiabe, e del compagno Lorenzo, giovane
pubblicitario, è il luogo di incontro di un gruppo di amici, età dai trenta ai quaranta anni.
Troviamo Angelica e Antonio, lei psicologa, lui bancario, sposati da anni e con due bambini;
Neval, interprete dal turco, sposata con Roberto, un poliziotto; Roberta, giovane collega di
Lorenzo, con il vizio della droga e la passione per l‟astrologia; Sergio, ex di Davide,
cinquantenne che vive di una piccola rendita lasciata dalla madre; Paolo, nuovo arrivato,
dall'orientamento sessuale incerto, specializzando in medicina e con la passione per la
scrittura. Tutto scorre regolarmente, finché, durante una cena, Lorenzo viene colto da un
malore che non lascia speranze. Sconvolto l'equilibrio affettivo del gruppo, gli amici si
stringono e vegliano su Lorenzo sulla panchina di un corridoio d'ospedale, affrontando
insieme il dolore, la paura, l'impotenza di essere “solo” gli amici.
L’atmosfera del film
Il film si apre con l‟immagine della casa di Davide e Lorenzo, uno spazio insieme simbolico e
concreto, che farà da sfondo a gran parte del film: costituisce infatti un angolo personale che
divide esterno/interno. L‟interno della casa, infatti, per i personaggi rappresenta l‟intimità con
il gruppo, con gli amici; mentre l‟esterno è “estraneità”. Questo schema viene riproposto dai
personaggi anche in altri luoghi come la villa sulla scogliera, la panchina in ospedale o la
serra con le composizioni floreali e tutto ciò grazie anche alle riprese che mette in primo
piano la vita del gruppo e sullo sfondo la società. Il film è accompagnato da una colonna
sonora (alcuni brani sono stati scritti appositamente per il film) che ne mette in rilievo a tratti
l‟atmosfera di festa e di convivio tra amici, altre volte i momenti di estraniazione dal gruppo e
di solitudine voluta.
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I personaggi
Se nel film l‟importanza del gruppo è centrale, è interessante anche
analizzare come i diversi personaggi sono rappresentati nella loro
individualità. Fra le figure femminili, quella di Angelica rappresenta
una moglie perfetta e fedele, madre generosa, forse un po‟ ingenua,
colei che tiene in piedi la famiglia, che si occupa dei bambini e del
marito. Ma è anche una donna realizzata nel lavoro, una psicologa che ha avuto successo con
una cura contro il fumo e che sta per pubblicare un libro. Roberta è una figura molto
particolare: giovane e bella collega di Lorenzo, con qualità naturali e professionali ma con un
bassissima autostima e qualche problema con la droga. Non ha legami sentimentali stabili ma
sembrano bastarle gli amici. E' la figura del gruppo che viene rappesentata come più
trasgressiva e anticonformista. Ironica, spigolosa, ma anche generosa e accogliente: questa è
Neval, la “traduttrice dal turco”. Senza remore né peli sulla lingua, difende da tutto e da tutti
le persone a cui vuole bene.
Come si può notare, i personaggi femminili sono piuttosto distanti
dall'immagine stereotipata della donna presente a volte sui media: le
donne che abbiamo presentato non sono certo “angeli del focolare”, ma
neanche donne-oggetto, desiderate dallo sguardo maschile (in questo
film in realtà sono più gli uomini ad essere oggetti del desiderio); sono
anzi figure complesse, che vengono rappresentate in più scene anche in
ambiti lavorativi e non solo domestici.
Tra le figure maschili possiamo individuare come particolarmente significativa quella di
Antonio, caratterizzata dall‟insicurezza, dalla confusione e da un certo atteggiamento
infantile: non si sente pienamente realizzato né sul piano lavorativo, né su quello
sentimentale. Antonio ha infatti intrapreso una relazione extra-coniugale, ma non riesce a
staccarsi dalla sicurezza e dalla protezione di ciò che ha finora costruito. Non riesce nemmeno
a separarsi dalla novità, dalla nuova relazione. È una figura molto fragile e, sotto alcuni
aspetti, anche un po' vigliacca: incapace di mentire, decide di raccontare alla moglie del
tradimento, ma, forse, soprattutto per il bisogno di scaricare su di lei una qualsiasi decisione.
Anche per quanto riguarda le figure maschili, dunque, non siamo in presenza di stereotipi, ma
di personaggi complessi che, a differenza dell'immagine classica dell'uomo forte e sicuro di
sé, presentano molte fragilità e non nascondono paure e sentimenti.
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Le relazioni fondate sull’amicizia
“E‟ questo il bello dell‟amicizia: capire le esigenze dell‟altro ed esaudirle ancor prima che ci
vengano chieste” (Sergio). È quello che Giddens chiama “relazione pura” : nei rapporti di
amicizia, come in quelli amorosi, le persone “si aspettano spesso segnali di intimità o delle
informazioni in esclusiva” (Giddens, p. 152); il dare, quindi, qualcosa di sé all‟altro, aprirsi
all‟altro e quindi far capire e comprendere è importante per gettare le basi della fiducia nel
rapporto. In tutto questo gioca un ruolo fondamentale lo scelta dell‟altro: i protagonisti di
“Saturno contro”, scegliendosi e condividendo parte della loro vita, hanno formato una
“famiglia” , che non è fondata su legami di sangue ma sull‟amicizia e su una profonda
solidarietà. In questa famiglia i protagonisti ricercano una certa stabilità, quella che non hanno
trovato altrove. La figura di Lorenzo è quella che più esplicitamente esprime questa necessità
di normalità: a causa del suo orientamento sessuale e del rapporto conflittuale con il padre,
Lorenzo ha infatti abbandonato la sua famiglia d‟origine ma ha trovato in Davide e nei suoi
amici un punto di riferimento. “ Ecco ci sono momenti come questi in cui riesco a sentirmi
felice. Non so bene perché, ma vedere Davide insieme ai nostri amici mi fa sentire al sicuro,so
cosa dicono e cosa pensano e anche se sono sempre le stesse cose mi va bene così, non voglio
sorprese novità colpi di scena, voglio che tutto rimanga come adesso, per sempre, anche se so
che per sempre non esiste” (Lorenzo). Nella figura di Lorenzo vi è una continua ricerca della
tranquillità, ma anche della perfezione ("Oggi voglio che tutto sia perfetto") che lo spinge a
organizzare anche la vita degli altri, ama coinvolgerli e cerca di tenerli uniti a tutti i costi.
Questo forse è dovuto anche alla consapevolezza che “per sempre non esiste” e che, quindi,
anche
la
relazione
istauratasi
nel
gruppo
“può
concludersi
(…)
in
qualsiasi
14
momento”(Giddens, p. 150). Il comportamento di Lorenzo non è interessato, ma dà grande
importanza alle relazioni in sé, si sente responsabile della felicità dell'altro.
Il senso di protezione dei componenti del gruppo
porta i personaggi ad avere particolari atteggiamenti:
Neval, ad esempio, affrontando l‟amante di Antonio
afferma: “ quando voglio bene a qualcuno voglio
sapere tutto di lei”, come se il non sapere, una cosa
non detta o tenuta nascosta, possa incrinare il gruppo
stesso, come se fosse venuto meno l‟impegno come
forma di garanzia della relazione stessa (Giddens, 1995, p. 150).
Identità rigide, identità fluide, orientamenti: Paolo e Sergio
- Anche lei è così? (...) gay?
- Gay io? No.... io sono frocio
- Ah ecco... ma non è la stessa cosa?
- Sì, ma io sono all'antica
(dialogo tra Minni e Sergio)
- Oddio, un bisex! Un colpo di scena dopo l'altro!
- No, no, niente categorie, per favore, non mi piacciono le etichette.
Se una persona mi piace, non è che bado a chi è o che fa.
Dipende da quello che ti suscita, no? Da quello che senti, dall'emozione.
- Hai detto che scrivi favole, vero?
(dialogo tra Sergio e Paolo)
Un aspetto interessante per la nostra analisi è l'autodefinizione di due dei protagonisti, Paolo e
Sergio. Nella storia non sono tra i personaggi ai quali è dato più rilievo, tuttavia è interessante
non solo la loro caratterizzazione, ma anche l'interazione tra i due. Paolo, probabilmente il più
giovane del gruppo (si sta specializzando in medicina) è il perfetto rappresentante di quello
che Colombo e Barbagli chiamano “fluidità erotica”: il suo orientamento sessuale è instabile,
ha infatti avuto relazioni sia con uomini sia con donne, e non per “mettersi alla prova”, ma per
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vera attrazione e sentimento. La centralità che Paolo attribuisce alle relazioni e alle emozioni
che sono in grado di suscitargli, gli rende impossibile definire il proprio orientamento: rifiuta
quindi con decisione l'etichetta “bisex” affibbiatagli ironicamente da Sergio, affermando
chiaramente di non voler essere incasellato in alcuna categoria.
Opposta è la posizione di Sergio, che sembra non avere alcun dubbio sul proprio orientamento
sessuale. Se interpellato sulla questione, non esita a definirsi “frocio”, usando
provocatoriamente uno dei termini più spregiativi per indicare l'omosessualità. Non c'è spazio
per l'incertezza, bando alle vie di mezzo, anche lessicali. La forte distanza tra i due personaggi
nella percezione e definizione di sé, forse più forte di quel che sarebbe tra un eterosessuale e
un omosessuale entrambi certi del proprio orientamento, è probabilmente anche di natura
generazionale: dalla ricerca condotta da Saraceno e Casiccia, emerge infatti una differenza tra
la generazione più matura, più propensa a una definizione univoca, e la generazione più
giovane, tendenzialmente più “fluida”. Proprio perché non ammette incertezze, né altre vie
all'alternativa etero/omo, Sergio fin dall'inizio mostra per Paolo un certo disprezzo,
propinandogli battute sarcastiche del genere: “Già non distingui un uomo da una donna.. sei
della banda 'ndo cojo cojo”; il riferimento all'hobby di Paolo per la scrittura di favole, poi, è
un chiaro riferimento al presunto autoinganno, rappresentato secondo Sergio dalla
bisessualità, dietro al quale si nasconde chi non ha ancora accettato la propria condizione
omosessuale. E' un pensiero realmente presente nella mentalità di alcuni omosessuali,
specialmente in uomini maturi: “La bisessualità introduce elementi di incertezza che (..) sono
spesso considerati incompatibili con la ricerca di un equilibrio” (Saraceno, 2003, p. 31).
Tuttavia, nel finale, a rendere più ambiguo ed enigmatico il rapporto tra i due, e meno severo
l'atteggiamento di Sergio, si insinua nello spettatore il dubbio che quest'ultimo sia attratto dal
ragazzo, e che il sarcasmo manifestato sia un approccio seduttivo più che un duro giudizio
sulla bisessualità.
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Il rapporto con la famiglia di origine: il percorso del padre di Lorenzo
- Non sono qui per fare un inventario…. Vorrei solo capire.
- Non c’è molto da capire
(Dialogo tra il padre di Lorenzo e Davide)
Uno dei temi del film è il rapporto, raccontato indirettamente, tra Lorenzo e suo padre.
Vedovo e ormai anziano, la figura del padre di Lorenzo all‟interno della storia è quella di un
uomo in grande difficoltà emotiva: all‟improvviso, infatti, non solo deve affrontare la malattia
e la morte del figlio, ma si trova costretto a confrontarsi con l‟omosessualità, mai accettata, di
Lorenzo.
L‟incontro tra il gruppo e il padre di Lorenzo, accompagnato da Minni, la seconda moglie,
avviene nel corridoio dell‟ospedale dove Lorenzo è ricoverato. La rigidità e l‟apparente
freddezza dell‟uomo, oltre al fatto che non conosce nessuno degli amici di Lorenzo, fanno
subito intuire l‟esistenza di una tensione irrisolta tra padre e figlio. L‟ipotesi viene confermata
attraverso il dialogo tra Minni e Sergio: “E’ stato Lorenzo ad andarsene.. certo l’atmosfera in
casa era diventata pesante.. lui non voleva un figlio così” . Emerge quindi il rifiuto del padre
per un figlio “diverso”, che ha palesemente deluso le aspettative del genitore.
Tuttavia, la porta non è completamente chiusa: l‟uomo chiede a Davide di vedere la casa, la
stanza del figlio, inizia una sorta di interrogatorio sulla divisione dei beni, sembra più
interessato alla proprietà della casa che alla vita di chi vi abita. In realtà, come lui stesso
dichiara, sta solo tentando di capire “cosa sono” Davide e Lorenzo. L‟uomo, dal momento in
cui Lorenzo è uscito di casa, non sa nulla della sua vita, deve quindi imparare, in pochi giorni,
chi è davvero suo figlio. Entrando nella casa dei due ragazzi, il padre entra nel loro mondo,
che deve definire e interpretare adattando le proprie categorie a un contesto per lui nuovo e
familiare allo stesso tempo, quello di una coppia che convive, condividendo cose e sentimenti:
solo, si tratta di due uomini. E‟ l‟inizio di un percorso cognitivo ed affettivo, che porterà il
padre non solo ad accettare, ma a condividere: condividere con Davide le decisioni che
riguardano Lorenzo e la sua sepoltura, ma soprattutto condividere il dolore comune per la
morte del figlio/compagno. Alla fine, il padre di Lorenzo avrà per Davide parole di conforto e,
soprattutto, gli parlerà da vedovo a vedovo. Se è troppo tardi per riappacificarsi con Lorenzo,
il saluto tra Davide e il padre rappresenta una conciliazione simbolica tra padre e figlio,
attraverso la persona che ha condiviso la propria vita con lui.
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La convivenza omosessuale: Davide e Lorenzo
“L' unione delle coppie gay e lesbiche viene ricordata e
rafforzata anche dalle innumerevoli operazioni relative
all'acquisto, alla preparazione e al consumo del cibo (...)
E' nella pianificazione e nella realizzazione di queste
attività (...) che ciascuno dà prova di sensibilità ai gusti e
alle esigenze dell'altro e rinsalda il legame di coppia. E' durante i pasti (...) che i due partner
provano il senso di una comune appartenenza. E' quando invitano gli amici a cena, cucinano,
scelgono i vini, addobbano la tavola, che riescono a presentarsi all'esterno come una vera
famiglia in una vera casa”
(Barbagli, Colombo, 2001, p.206)
Ozpetek riproduce alla perfezione gli elementi riportati nel brano di Barbagli Colombo.
Proprio la cucina della casa di Davide e Lorenzo diventa il palcoscenico principale sul quale
vengono raccontati i rapporti d'amore e d'amicizia dell'intero gruppo di amici. Per quanto
riguarda la rappresentazione della coppia omosessuale, la scelta del regista è quella di mettere
in scena la normalità, la quotidianità della vita di coppia. Quando attraverso gli occhi di
Paolo, il nuovo arrivato, entriamo per la prima volta nella casa dei due uomini, non troviamo
il mondo trasgressivo e colorato che caratterizza alcuni film che affrontano il tema
dell'omosessualità (ad esempio "Le fate ignoranti", dello stesso Ozpetek), ma una dimensione
famigliare, a tratti di tranquilla armonia, a tratti vivace e allegra, ma che non ha nulla di
trasgressivo o carnevalesco.
Nella scene successive, attraverso le vicende dei protagonisti, prosegue la narrazione di una
vita di coppia dai ritmi regolari, quasi "borghesi": la colazione, la spesa al supermercato, il
lavoro, l'addormentarsi davanti al televisore la sera, l'intimità privata e mai esibita. Siamo
sicuramente molto lontani dall'immagine stereotipata dell'omosessuale, dal "deviante" o dalla
macchietta ridicolizzata; semmai, l'immagine dell'omosessualità è fin troppo "normalizzata".
Il rapporto di coppia è descritto come basato soprattutto
sulla complicità e sul profondo e sincero affetto tra i due
uomini, che emergono nella tenerezza dei piccoli gesti, nel
prendersi cura l'uno dell'altro, nella condivisione di oggetti
materiali come di emozioni e sentimenti.
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CONCLUSIONI
Tirando le fila del discorso, riflettiamo sui significati emersi dall‟analisi del film, tenendo
presente anche i riferimenti teorici da noi presi in considerazione nella prima parte del nostro
lavoro. Abbiamo mostrato come “Saturno contro” mostri una certa sensibilità nella
rappresentazione dei generi e degli orientamenti non eterosessuali. Ci sembra evidente la
volontà di Ozpetek di proporre modelli non stereotipati, ma personaggi complessi e costruiti
con cura, a volte contraddittori, che non rimangono uguali a se stessi durante la narrazione,
ma affrontano un percorso che li cambia, così come cambia la loro visione della realtà
(significativa in questo senso è la figura del padre di Lorenzo).
E‟ da notare che omosessualità e bisessualità sono attribuite esclusivamente a personaggi
maschili: “Saturno contro” è un film che esplora soprattutto l‟identità e il desiderio maschile,
pur decostruendo l‟idea tradizionale di mascolinità e proponendo come modelli maschili
uomini nuovi: non esclusivamente eterosessuali, dotati di sensibilità, capaci di vivere ed
esprimere fino in fondo le proprie emozioni. Questi nuovi modelli i maschili, uniti alla
rappresentazione non deviante dell‟omosessualità, sono a nostro parere il contributo più
importante del film all‟innovazione delle rappresentazioni mediatiche.
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