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Anthony Giddens - Dimensione sociale e integrazione europea

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Anthony Giddens - Dimensione sociale e integrazione europea
Anthony GIDDENS
L`Europa nell`età globale
- Il modello sociale -
Anthony Giddens (1938 - )
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

Grew up in a lower middle-class family in East London
Worked as:
- professor in Cambridge;
- director of London School of Economics (1997-2003);
- adviser of Tony Blair;
- currently serves as Emeritus Professor at London
School of Economics;
- has been given a life peerage in 2004, turning in Baron
Giddens of Southgate;
- author of over 34 books (1971-2009)
The Social Model



The European social model (ESM) has
become a fundamental part of what Europe
stands for;
It is still a contested notion, though hard to
pin down: "not solely European, not wholly
social and not a model";
"not solely European": for example Australia
and Canada have more advanced social
institutions than Portugal, Greece or the
Eastern European countries;



“not wholly social”, because it depends upon
economic prosperity and redistribution;
“not even a model”, because of the
differences between European countries;
ESM is an unitary concept, but a mixture of
values, accomplishments and aspirations,
varying in form and degree of realization
among European states;
Giddens' version:



a developed and interventionist state,
funded on relatively high levels of taxation;
a robust welfare system, which provides
effective social protection to some
considerable degree for all citizens, but
especially for those most in need;
the limitation, or containment, of economic
and other forms of inequality;
Values behind ESM:






Sharing both risk and opportunity;
Social solidarity and cohesion;
Protecting those most vulnerable;
Encouraging consultation rather than
confrontation in industry;
Providing a rich framework of social and
economic;
Citizenship rights;
*
Strappi e tensioni




Il Mse é attualmente in grave difficoltà;
Lo Stato sociale non offre più la stabilità e
la sicurezza come aveva fatto? 30 anni fa;
Gli anni 60 e 70 sono considerati come „l
´età dell´oro“: la crescita economica era
sostenuta, la disoccupazione bassa etc.
Visto in quest´ottica il Mse ha subito l
´attacco della globalizzazione, entrando in
un processo di progressivo indebolimento;
Strappi e tensioni


Il mondo è mutato considerevolmente dai
tempi dell´èta dell´oro : l´11 settembre ha
cambiato quasi completamente la natura dell
´Unione Europea, dando luogo a problemi di
identità che rimangono irrisolti;
Il tramonto del keynesismo in Occidente e il
crollo del comunismo sovietico sono stati
determinati dalle stesse tendenze: una
globalizzazione accelerata, l´ascesa di un
sistema informatico mondiale, la contrazione
dell´industria;
Strappi e tensioni



La realtà è piú complessa: per la Spagna, il Portogallo
e la Grecia l´età dell´oro non c´è mai stata, perchè
le prestazioni dello Stato sociale erano limitate e
inaudeguate;
Ma di oro nell´etá dell´oro ce n´era ben poco anche
per quelle nazioni con avanzati sistemi di welfare;
Era l´era in cui dominavano la produzioni in serie, le
gerarchie burocratiche, solo poche donne riuscivano a
fare carriera, la gamma di servizi offerti dal sistema
sanitario era molto meno ampia di quella a
disposizione oggi;
Strappi e tensione





Nel 2003-2004 il commercio mondiale è cresciuto a
un ritmo doppio rispetto alla produzione globale
Il commercio transnazionale nel campo dei servizi sta
compiendo rapidi progressi, con l´India come paese
guida
La concorrenza da parte delle economie dei paesi in
via di sviluppo non è più concentrata soltanto sui
prodotti a basso costo
La Cina e l´India hanno realizzato investimenti su
larga scala in tecnologia, in particolare nel settore
delle Ict
La complessità dei servizi delocalizzabili sta
aumentando rapidamente






Il modello sociale dipende dalla prosperità
economica complessiva a cui dovrebbe
contribuire;
La performance economica dell`UE negli
ultimi vent´anni ha fatto sorgere angosce
ricorrenti;
L´Unione è in ritardo rispetto agli Stati Uniti;
L´Europa un tempo era la punta di diamante
del cambiamento socioeconomico;
Oggi l´UE rischia di essere lasciata indietro
dalla storia;
Il progresso realizzato con il consolidamento
del mercato unico e l´introduzione dell´euro
non sono serviti a rigenerare l´economia;
Strappi e tensioni


Alcuni commentatori tendono a sminuire le
difficoltà economiche con cui deve fare i
conti l´Europa e confrontano l´UE con gli
Stati Uniti
Conclusioni: I problemi di disuguaglianza e
di coesione sono aumentati, sia nell´UE nel
suo insieme sia all´interno degli Stati
membri.
Globalizzazione



Per analizzare le pressioni che stanno
mettendo a dura prova i sistemi di welfare
sarebbe un errore concentrare la propria
attenzione solo sulla globalizzazione;
Alcuni dei problemi di fondo con cui devono
fare i conti i sistemi di welfare europei
nascono da un cambiamento strutturale
endogeno;
Sono transformazioni direttamente connesse
alla globalizzazione, ma non è l´unico fattore
causale;
Globalizzazione


La forte contrazione del numero di persone
impiegate nell´industria, nei paesi dell
´Unione, è stata influenzata dal
trasferimento delle industrie nel Terzo
Mondo, e pertanto dalla globalizzazione
economica;
La ragione principale non è questa, ma è: l
´impatto del cambiamento tecnologico, che
in molti settori ha ridotto la necessità di
mandopera umana;
Globalizzazione

La globalizzazione è un fenomeno che deve
essere adeguatamente compreso: spesso
viene visto unicamente come un processo
economico, ma la globalizzazione è un
insieme di processi che agiscono in un senso
e nell´altro. La competitività sui mercati
globali è un elemento essenziale per il futuro
dell´Europa e anche per la sopravvivenza
del modello sociale
Globalizzazione

L´ascesa dell´India, della Cina e di
altri paesi meno sviluppati dimostra
irrevocabilmente che la globalizzazione
non è semplicemente un mezzo per
consentire all´Occidente di dominare il
resto del mondo
*
LA CLASSIFICAZIONE DI
GØSTA ESPING-ANDERSEN
1) tipo NORDICO:
- alti livelli di tassazione
- ampie opportunità di impiego
- Svezia, Finlandia, Danimarca
2) tipo CONSERVATORE o CORPORATIVO:
- contributi prelevati dagli stipendi
- Germania, Francia, Italia
3) tipo LIBERALE o ANGLOSASSONE:
- base imponibile bassa
- importante ricorso a politiche
- Regno Unito, Irlanda
DUE ALTRI TIPI AD
AGGIUNGERE
tipo MEDITERRANEO
una base imponibile bassa
Spagna, dello Portogallo e della Grecia
tipo POSTCOMUNISTA
- sviluppo verso uno stato sociale sul modello
occidentale
Il “TRILEMMA” DELL'ECONOMIA
DEI SERVIZI

Un concetto secondo quale sarebbe
impossibile avere nello stesso tempo

- bilanci in pareggio
- bassi livelli di disuguaglianza
economica
- alti tassi di occupazione


ILLUSTRAZIONE :
tipo NORDICO :
 - gran quantità di impieghi nel settore pubblico, quindi un alto
tasso di occupazione;
 - bilancio in passivo;
 MA: una tassazione elevata
tipo CONSERVATORE o CORPORATIVO :
 - bassa disuguaglianza
 - controllo della spesa pubblica
 MA: incapacità di creare posti di lavoro e quindi una
disoccupazione elevata.
tipo LIBERALE o ANGLOSASSONE :
 - creazione di numerosi posti di lavoro nel settore privato
 - un bilancio controllato
 MA: alti livelli di povertà.
IL MODELLO MIGLIORE ?
Paesi scandinavi
Francia/Germania/Italia
2,9%
1,6%
Produtti 2,4%
vità anni
90
0,5%
Occupaz 71%
ione
2000
62%
Bilancio
Grossi deficit
Crescita
90>200
0
Pareggio o in attivo
COME SPIEGARE QUESTO
SUCCESSO ?

Diversi fattori possono spiegare questa
differenza, e soprattutto i modelli di
investimento sociale seguiti dagli Stati
nordici.

Investimento massivo in :

TECNOLOGIA
ISTRUZIONE
RICERCA E SVILUPPO


LA FLESSICUREZZA






Questi successi sono stati possibili grazie a una
ristrutturazione del mercato del lavoro: la
"flessicurezza", nata in Svezia, ma adottata anche
in Danimarca e Finlandia.
priorità al lavoro
promozione di politiche a favore delle famiglie
decentralizzazione dell'istruzione e della sanità
investimento sociale nei bambini e nel
miglioramento della posizione delle donne
riforme del sistema pensionistico
FRA GLI ALTRI :
L'Irlanda, il Regno Unito, l'Olanda e la Spagna
hanno anche registrato risultati
soddisfacenti negli ultimi quindici anni.
 Elementi comuni :
 un generale orientamento alle riforme;
 elevato livello di investimenti strutturali;
 liberalizzazione del mercato del lavoro;
LA SOLUZIONE ?


individuare le politiche che sono
applicabili altrove;
accettare il cambiamento e le riforme;
*
Strategia di Lisbona 

L’ambiziosa « Strategia di Lisbona » dovrebbe
proiettare l’Europa a divenire per il 2010 l’area più
competitiva del mondo in termini di economia della
conoscenza.
Scopo generale : « Diventare l’economia -basata
sulla conoscenza- più dinamica e competitiva del
mondo, capace di una crescita economica
sostenibile, con un incremento quantitativo e
qualitativo dell’occupazione e un aumento della
coesione sociale e del rispetto per l’ambiente »
Il modo di azione favorito è « Il metodo di
coordinamento aperto » o « Open Method of
Coordination » (OMC)





Il metodo si muove su quattro fasi :
I primi ministri (PM) si accordano sugli obbietivi
da raggiungere ;
Gli obiettivi vengono tradotti in traguardi
specifici da raggiungere a livello nazionale e
regionale ;
I PM si accordano su benchmarks e indicatori
per misurare e paragonare la best practice
all’interno dell’UE e nel mondo ;
Si valutano i progressi di ciascuno rispetto ai
propri obiettivi e di ciascun paese rispetto agli
altri;



I risultati sono molto inferiori alle
aspettative, tuttavia dei progressi sono stati fatti;
L’allargamento ad Est rende ancora meno realistici
gli obiettivi di Lisbona;
Rendendosi conto che molti degli obiettivi inclusi
nella proposta originale non sarebbero stati
raggiunti nel 2010, il presidente della commissione
Barroso ha presentato una proposta per una
nuova Strategia di Lisbona, in cui gli obiettivi
vengono ridotti e ridimensionati;
Numerosi autori hanno anche prodotto dei
rapporti critici tra cui due molto importanti :

Wim Kok (primo ministro olandese tra il 1994 e il 2002) afferma
«Non è un traguardo impossibile raggiungere gli obiettivi dell’Agenda
di Lisbona entro il 2010 ». Tuttavia, fa una critica piuttosto generale o
strutturale della strategia di Lisbona.

André Sapir (economista belga) pubblica un rapporto molto accurato
che definisce un’agenda per il cambiamento in sei punti :
1/ Rendere il mercato unico più dinamico ;
2/ Rafforzare gli investimenti in conoscenza o nella ricerca e lo
sviluppo ;
3/Migliorare la struttura macroeconomica per l’Unione economica e
monetaria (Uem);
4/ Ridisegnare le politiche di convergenza e ristrutturazione ;
5/ Rendere più efficaci il processo decisionale e la normativa,
rafforzando il ricorso al metodo di coordinamento aperto ;
6/ Demandare agli Stati nazionali il finanziamento delle attività
agricole, liberando risorse del bilancio comunitario.






Revisioni della strategia di
Lisbona


Giddens parla del Consiglio europeo
del Marzo 2005 che ha fatto una
revisione di « metà percorso » e che è
in linea con le raccomandazioni del
Rapport Kok.
Infatti, la Commissione ha enunciato
nuove linee guida pero l’accordo sul
bilancio concluso nel dicembre 2005 in
practica non ha tenuto conto di
nessuna di queste raccomandazioni
Due punti di vista sul futuro
dell’Europa 

L’approcia dell’Agenda di Lisbona
sottolinea che l’innovazione e le riforme, in
buona parte al livello nazionale, sono
essenziali.
L’altro approcio punta alle deficienze
della politica macroeconomica e della
Banca Centrale Europea. Le politiche
keynesiane possono, secondo questa tesi,
ancora funzionare in ambito europeo come
per esempio un’Europa di « grandi opere »
o ancora l’idea di un salario minimo
europeo.

L’autore conclude questa parte in un
maniera molto moderata : « le due
posizioni (livello micro - livello macro)
sono incompatibili ma è possibile
spostare l’attenzione della politica
macroeconomica verso la creazione di
condizioni all’interno delle singole
nazioni che favoriscono la produttività
e la crescita. »
*
Alcuni proposti per migliorare
il MSE



Alcune implicazioni, ossia un`espozizione di alcune
proposte per migliorare il MSE, che derivano
dall`analisi fatte prima, riguardo a quei paesi
virtuosi, meno virtuosi o non virtuosi:
1) MS efficace = mettere la crescita e
l`occupazione al primo posto;
2) Un argomento della sinistra: basso livello di
tassazione; o, almeno, dice Giddens, non ci sara’ un
rapporto diretto fra il livello di tassazione in
percentuale del Pil e la crescita economica, o la
creazione dei posti di lavoro;
Alcune proposte per
migliorare il MSE




3) Flessibilità nel mercato del lavoro: volere e
potere cambiare il lavoro;
4) Prestare attenzione all`economia della
“conoscenza” e dei servizi = creazione, diffusione,
trasformazione, trasferimento e utilizzo della
conoscenza in ogni sua forma;
5) Prestare attenzione anche agli investimenti
nell’ istruzione;
6) Ridurre la diuguaglianza, promuovendo
attraverso il MSE i valori dell`uguaglianza e
dell`inclusività e riversare investimenti
nell`instruzione primaria;
Alcune proposte per
migliorare il MSE


7) La riforma delle pensioni – convincere i giovani
a mettere più soldi da parte (risparmiare), e
convincere anche le persone anziane a rimanere
più a lungo al lavoro;
8) Riforma dello Stato e dei servizi pubblici, cioè
la decentralizzazione e diversificazione (?)
La seconda serie di implicazioni :





deriva da tali esigenze che nemenno i paesi
virtuosi non sono riusciti ad acquisire:
1) Ridurre la sottoccupazione;
2) Assicurare un maggior numero di persone
posti di lavoro validi (flessicurezza);
3) Buona gestione dell’immigrazione e delle
minoranze etniche;
4) Portare avanti la giustizia sociale nell'Agenda di
Lisbona;
La seconda serie di implicazioni :


5) Introdure anche nell`Agenda di Lisbona il
concetto di welfare positivo – e fornire
importanza anche alla
6) Diversita culturale, che dev`essere portata al
centro del dibattito sullo Stato sociale;
*
Conclusion: The Best of All
Worlds?




Can Europe afford it's social model? -> Can Europe
afford not to have its social model?
Inequality could cause big problems: for example
USA has best universities but also the highest
illiteracy rate among the industrial countries;
One of Europe's main problems is how to
coordinate its diverse attributes without
undermining them.
Pro-Europeans should be ambitious for the EU, but
ambition must be tempered with sobriety. [--]
Europe can be a major force in the world, but it is
very unlikely ever again going to be the major force
in it.
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