Palloni ecosostenibili - Coperture e Pavimentazioni per Impianti
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Palloni ecosostenibili - Coperture e Pavimentazioni per Impianti
AREA TEST LA RACCHETTA DELL’ANNO sport business I NOSTRI TEST racchette scarpE CORDE IMPIANTISTICA il tecnico risponde PRO SHOP listini Palloni ecosostenibili di Enzo Anderloni foto PANUNZIO Sono quelli di Classe A realizzati da Prima, giovane impresa di Gallarate, guidata da Monica De Maria, una manager che conosce tutti i segreti tecnici dei suoi prodotti e lavora per innovare. Così le sue particolari doppie membrane, sviluppate e testate nell’inverno russo, fanno risparmiare più del 50% dell’energia necessaria a sostenere e riscaldare la struttura Q uando le chiedi di spiegarti la particolarità delle sue coperture pressostatiche “Classe A” non fa tanti giri di parole in marketinghese. Prende una matita “zerocinque”, un foglio di carta e comincia a disegnarti i dettagli tecnici della realizzazione dei teli. Le saldature della membrana semplice; la forma a salsicciotti, che ricorda un materassino da spiaggia, della doppia membrana tradizionale; il pallone nel pallone, senza punti di contatto tra le due membrane, del suo Classe A”. Ti parla di ponti termici, di coefficiente K. Ti spiega che 86 l’intercapedine continua del Classe A è di 40 centimetri, che i canali del doppia membrana semplice offrono un isolamento al massimo di 10 centimetri. Monica De Maria è una di quelle donne che ha saputo far decollare la sua impresa in un settore tradizionalmente maschile, perché di questioni tecniche costruttive di solito sono gli uomini che amano riempirsi la bocca. Una manager che le pari opportunità le ha colte e messe a frutto prima ancora di chiamarle tali. Prima, appunto. E’ il nome della società di cui è amministratore unico, un’impresa protagonista del mondo dell’impiantistica sportiva con forte vocazione tennistica. - Come ha cominciato? “Da sola, nel 2001, dieci anni fa. Dopo un’esperienza di 15 anni nel settore, avevo deciso di mettermi in proprio. Commercializzavo pavimentazioni sportive in generale e coperture pressostatiche. Ho iniziato con piccoli lavori in zona, qualche campo in erba sintetica. Il primo pallone pressostatico su un campo da tennis l’ho installato a Faenza. Poi nel 2004 ho coinvolto mio padre che lavorava in un’altra azienda del settore, l’ho convinto a diventare mio socio occupandosi della parte tecnica. Dallo stesso anno mi sono affidata all’esperienza trentennale del mio socio Adalberto Valvassora, con il quale a tutt’oggi seguo la parte commerciale. Così Prima è diventata una s.r.l. e abbiamo cominciato a crescere, realizzando anche strutture in legno lamellare, impianti più grandi e avviando i primi contatti con l’estero”. - Oggi offrite pacchetti completi: campi e coperture. Ma la vostra specialità qual è? “Di sicuro le coperture. Quando realizziamo progetti completi, di solito dei palazzetti, ci chiedono anche di occuparci della superficie di gioco. Ma il nostro fatturato è per il 95% legato alle coperture”. - Quale tipologia vi viene maggiormente richiesta? “Il mercato è molto variabile. ampia che va dalla copertura base, la più semplice ed economica, a quella d’avanguardia, il Classe A. Possiamo così rivolgerci a una clientela molto più ampia rispetto a quella che può essere interessata al legno lamellare che, anche nelle soluzioni più essenziali, parte da un prezzo base doppio rispetto al “pallone” e richiede una serie di procedure e permessi più articolata”. - Prima è solo rivenditore o anche produttore? “Per quanto riguarda il legno A sinistra, Monica De Maria, amministratore unico di Prima. Sopra, una copertura pressostatica “Classe A”. A destra, una copertura in legno lamellare con “Ecokit” C’era stata per anni una crescita del legno lamellare e poi nel 2010 ha rallentato. Dopo il terremoto de L’Aquila e la promulgazione di una serie di nuove normative c’è stato un nuovo boom del pressostatico. Quest’anno la tendenza sembrerebbe riallinearsi. Il pressostatico è sempre molto richiesto e noi abbiamo una gamma di proposte molto lamellare e le superfici di gioco siamo rivenditori. Nel settore del pressostatico il prodotto è nostro, studiato da noi”. - Sul vostro fatturato il tennis che quota costituisce? “Ben più della metà”. - Quanto costa oggi coprire un campo da tennis? “Il prodotto base, telo a singola membrana, con un generatore normale costa circa 35mila L’OSSERVATORIO euro. A questa cifra si possono aggiungere tanti accessori che migliorano le prestazioni. Fino ad arrivare alla soluzione “top”, il nostro Classe A. L’abbiamo studiato e testato per due anni sul mercato russo, dove fa molto, molto freddo e le coperture non sono mai singole: coprono almeno 5 campi. Questi palloni formato maxi una volta avevano bisogno di un milione e mezzo di kilocalorie. Adesso vengono riscaldati con 800.000. Nei Paesi feddi i palloni pressostatici vengono tenuti attivi tutto l’anno. Li abbiamo testati anche d’estate, potendo così valutare l’isolamento termico con il caldo. Un ‘pallone’ a singola membrana in una giornata di sole con 28 gradi all’esterno, ne fa ritrovare all’interno almeno 10 in più. Nel nostro “Classe A” con 28 gradi all’esterno se ne hanno all’interno 5 in meno. Questo significa che il giocatore di tennis che nelle mezze sta- gioni (aprile/settembre) non avrebbe mai voluto giocare dentro un pallone, obbligando il gestore a smontarlo prima e dunque a perdere le ore nelle giornate di pioggia, con il “Classe A” sfrutta il campo coperto anche per difendersi dal sole che picchia nelle ore del mezzogiorno, perché all’interno c’è un effetto “cantina”, una piacevole frescura. Dal punto di vista dei costi si passa dai 35 mila euro della di Pierpaolo Renella Anta, capitolo quarto Dopo la quotazione alla borsa di Hong Kong, nel luglio 2007,che ha dato ulteriore impulso ai progetti di crescita; dopo il balzo al 9,1% della quota mercato in Cina a fine 2009; dopo la progressiva espansione nel segmento “alto di gamma”, dove i margini sono tradizionalmente più elevati, beneficiando dello sviluppo del ceto medio nel Paese; a fine 2010 il fatturato dell’azienda cinese Anta ha toccato i 7,4 miliardi di yuan (1,1 miliardi di dollari). Se poi Jelena Jankovic, principale testimonial del marchio, riuscisse a riaccendere il motore tanto meglio, visto il livello di popolarità raggiunto dal tennis femminile in Cina, dove la recente finale degli Open d’Australia (giocata da Li Na) è stata vista da 60 milioni di telespettatori. l Una Mc Academy robotizzata - Se Nick Bollettieri è un “manager della vita” dei suoi allievi, il John McEnroe mentore del talento in erba ha il fascino del grande atleta di livello mondiale. E’ difficile pensare che un tale campione, nella veste di fondatore e guida della tennis academy più “attenzionata” dell’anno (quella di Randall Island, vedi articolo di Fabio Della Vida sul numero di Marzo) possa anche solo lontanamente somigliare a un golem inanimato o a un groviglio di interessi aziendali vestito in giacca e cravatta. Siamo convinti sia un manager coraggioso, probo, creativo... e attento alle esigenze dei ragazzi. Il motivo principale dell’insuccesso di un’accademia è legato all’errore capitale di adottare un sistema di training robotico e preconfezionato che riflette la monotonia da catena di montaggio. La academy di Super Mac ci piace pensarla diversamente: come creatività in movimento. l Riattivare la circolazione di Reebok - Perché “abbiamo obiettivi molto, ma molto ambiziosi e siamo all’inizio di una svolta”. Per il presidente Uli Becker, il target fondamentale del 2011 sarà quello di sbloccare la redditività del marchio di proprietà Adidas per riallinearla con quella della casa madre. Sulla scia del boom di vendite dei nuovi modelli di calzature tonificanti (EasyTone e ZigTech), nel 2010 il margine lordo è migliorato di 4 punti percentuali, salendo al 35,9% rispetto al 47,8% del gruppo Adidas. In aprile una terza generazione di sneakers, le RealFlex, è stata lanciata sul mercato americano e ora Reebok vuol replicare con l’abbigliamento il successo avuto con le calzature. Resta sullo sfondo il rischio di saturazione in questa nuova categoria di prodotti, che potrebbe determinare un calo dei prezzi, ma ormai la svolta è avviata. Reebok è un marchio di sport e lifestyle, con il suo punto di forza nella linea fitness. Un marchio che va forte nelle palestre. singola membrana a quasi 50mila, sempre parlando di un campo singolo. Ma siamo al top: membrana “Classe A”, generatore a condensazione di ultima generazione. Possiamo parlare di un vero pacchetto a risparmio energetico”. - Quanto si risparmia? “A Milano, riscaldando come oggi fa un circolo medio, dando cioè i 17/18 gradi all’interno, la differenza di costo si ammortizza in una stagione e mezza. Considerando che con il Classe A si risparmia almeno il 50% di energia, la scelta spesso è di coprire più di un campo. Abbiamo fatto un lavoro di verifica proprio a Milano e ci siamo accorti che il consumo di 7 campi coperti Classe A era inferiore a quello di 4 campi coperti con membrana singola. Il circolo ha deciso di coprirli tutti: un pallone quadruplo e uno triplo”. - Quante coperture pressostatiche realizzate in un anno? “Un centinaio, un mercato stabile. Al Centro Sud si comincia a sentire l’esigenza di coprire. Nelle ultime stagioni le giornate di pioggia sono molto aumentate e senza campi coperti un certo tipo di attività non si potrebbe più fare. Lo scorso anno abbiamo realizzato 7 coperture a Roma città. In queste regioni però d’inverno le temperature non scendono quasi mai sotto lo zero e la richiesta è quindi di coperture semplici con un generatore piccolo, sufficiente solo a sostenere la pressostruttura senza il riscal- damento. Al Nord aumenta invece l’interesse verso il risparmio energetico che possiamo proporre sia con il legno lamellare sia con il pressostatico con caratteristiche di risparmio certificabili. Con il legno lamellare possiamo offrire un sistema che noi chiamiamo “Ecokit” e che permette di abbassare i costi di gestione del 50% ma dà anche un valore aggiunto alla struttura perché elimina il problema della condensa. Sotto una struttura del genere si può anche realizzare un campo da basket in parquet”. - Ci sono obiettivi su cui siete particolarmente concentrati? “Siamo molto attenti ai rifacimenti di impianti già esistenti nei club, che magari hanno 30 anni e non sono più a norma. Proponiamo adeguamenti strutturali alle normative vigenti. E soprattutto lavoriamo per far capire la valenza di prodotti alternativi come il “Classe A” e l’”Ecokit”, perché sempre più persone si rendano conto che il risparmio energetico è fondamentale”. 87