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I Cannoni del Torrione di Forio

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I Cannoni del Torrione di Forio
I Cannoni del Torrione di Forio
di Vincenzo Belli
Nonostante le tante ricerche effettuate, pochissime sono le
informazioni sull’armamento dei manufatti del Dispositivo
difensivo isolano, limitate a qualche batteria ed alle sole torri
regie, oltre al solito Castello (1); qualche informazione indiretta si è potuta ricavare da due palle di cannone, una di ferro
ed una di pietra, ancora visibili in una aiuoletta del museo di
S. Restituta a Lacco Ameno.
Di una sola torre dei particolari foriani si sa che aveva un
armiero con archibugi (2).
Nelle ricerche è stato prezioso il contributo diretto ed indiretto fornitomi dal prof. Agostino Di Lustro, che nelle sue
pluridecennali indagini ha frequentato gli archivi isolani e
napoletani, e particolarmente quello notarile, sin dagli anni
nei quali esso aveva un accesso maggiore e migliore del presente. È da una sua trascrizione di un documento notarile
(3), di quasi un quarto di secolo fa, che ho potuto leggere e
trascrivere a mia volta, grazie alla Sua impagabile disponibilità, quanto è oggetto di questa appendice: da esso si traggono elementi, altrimenti sconosciuti, sulla parte principale
dell’armamento della massima torre foriana.
Come è noto, su questo armamento si hanno poche e generiche notizie, a partire da quelle fornite da Antonio Pirro
Stinca nella sua nota relazione del 1574, ed a quelle relative
all’uso improprio per feste religiose o ad informazioni su
alcune riparazioni alle ruote e cordami degli affusti: di tutte
sono state fornite notizie in altre parti del Dispositivo (4).
Documenti del 1734
In verità il documento in oggetto va affiancato da uno successivo, posteriore di poco più di due mesi [citato nella nota
3]2, che permette di mettere a fuoco quanto nel travagliato
1734 ha riguardato l’isola d’Ischia in materia di armamenti,
ovvero di assetto difensivo.
Come si comprenderà meglio nel seguito, la situazione
isolana non è, almeno inizialmente, chiarita che indiretta1) Questa opera esula dai confini del Dispositivo, per le scelte effettuate.
2) Di Lustro A. – Fonti archivistiche per la storia dell’isola d’Ischia, Lacco Ameno, La Rassegna d’Ischia n°4, pp. 49-54, nota 25.
3) Notai XVIII secolo – Notar G. Carlo Milone, Asna 28/34 ff. 4
r – 6 e ff.62r - 64r (di cui sono in debito col prof. A. Di Lustro).
4) Delizia I. - Ischia l’identità negata - Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1987:
- p. 154 (1654):… se hanno da accomodare le rote delli pezzi della
fortezza di detta Università, che stanno intra et si hanno da munire
di polve non essendocene in rotolo per difendersi detta Università
in caso di necessità, né per fare le solite salve…
- pagg. 167 e 168, nota 50: … L’Università di Forio (1592) stanzia
43 ducati per il bombardiere del Torrione, 30 ducati per la polvere
da sparo e 72 ducati di “provvisione per le guardie notturne della
città”… ed altra volta (1623) per “le rote delli pezzi della fortezza” e “per fare le caselle alle gente che fanno la guardia a turno
alle marine per li turchi”…
mente, attraverso due avvenimenti specifici che sono noti
per l’azione cautelativa dei cittadini foriani, intesa ad un improbabile recupero, in tempi non ipotizzabili, dei 4 cannoni
di bronzo del Torrione, in parte forse oggetto del debito iniziale di 700 ducati da essi contratto per la costruzione ed armamento del massimo manufatto difensivo del paese (5), e
per le documentate trattative della richiesta di resa dell’isola
da parte del conte di Clavico (6), ammiraglio di una squadra
navale spagnola. (7)
Un primo documento notarile
del gennaio 1734
Il primo documento è qui integralmente trascritto in nota
(8) e riguarda il trasferimento di 4 cannoni dal Torrione di
Forio ad opera dei rappresentanti del governo austriaco:
5) Belli V. - In margine alla manifestazione “torri in festa – torri
in luce”: nella storia e per la storia di Forio, Lacco Ameno, La
Rassegna d’Ischia, n, 4, pp. 15-24, giu. 2011.
6) Così vi si trova scritto, sulla base della pronuncia del nome spagnolo del titolo nobiliare di questo personaggio.
7) Il confronto con quanto dell’armamento della massima torre
foriana disse lo Stinca nella sua relazione del 1574, ed i quattro
cannoni di bronzo citati in questo atto notarile del 1734, pone il
problema dell’accertamento della variazione nel tempo del numero
e del tipo delle bocche da fuoco di questo manufatto.
8) ASNA Notai sec. XVIII - 28/34 Notar Giovan Carlo Milone
-- (g.c. prof. Agostino di Lustro).
Eodem die decimo quarto ms Januarij millesimo septingentesimo
trigesimo quarto, in Terra Forigii Ischie, et proprie in loco dicto
lo Torrione.
Costituti nella n.ra presenza i mag.i Dr Fisico Franco Antonio
Polito Prosindico, Paulo Pezzillo, Antonio Polito, e Francesco
Castaldo, Dep.ti della Uni.tà della terra di Forio, li quali intervengono nell’atto inf.ritto. per nome e parte di d.a Un.ità, e successori
in quella ...., e per ...utile, et espediente causa
Li quali in d.o nome hanno asserito in presenza nostra, come questa mattina 14 cor.te gennaro sono venuti in questa terra li magnifici tenente de granatieri dell’inclito Reg.o Bottandons de Schad.
Et tenente dell’Artiglieria del treno Italiano D. Aniello Mallaggi e
D. Dom.co Parisi tenente italiano nel Regio Castello d’Ischia, con
soldati tedeschi, et Italiani, al numero di quindeci, li quali hanno
esibito ad essi mag.ci Prosindaco, e Dep.ti un riverito ordine, seu
dispaccio dell’Ecc.mo Principe Maresciall Carafa continente il
trasporto di quattro pezzi di cannoni, seu sacri di bronzo posti nell
torrione di q.ta uni.tà ab immemorabile per difesa, et incursione de
Nemici della nostra Santa Fede, e del n.ro Monarca, co’in effetto
servirno nell’anno 1709 per discacciare le galere Nemiche che volevano fare sbarco in questa terra, doppo havere scorso il Golfo di
Napoli, e danneggiato un Palazzo della Riviera di Posilipo, e con
molti colpi di d.ti cannoni
Forno allontanati, et molte altre difesa fatte in altre occasioni contro i nemici del n.ro Monarca, e in particolare se ne avvalse d.a
Uni.tà per sollennizare le festività del Corpus D.ni, et altre feste dei
suoi Santi Patrone, e tutelari, et havendo essi mag.ci Prosindico,
e De.ti ricevuto ordine con ogni rispetto, e riguardo, come si conviene.....hanno consignato senza replica alcuna i predetti cannoni
di Bronzo con le loro cascie seu fusti alla Navatica parte habili a
servire, e parte ...cum ferramenti, e con tutte l’altre ordegne per
La Rassegna d’Ischia n. 2/2013
23
questo manoscritto è motivato, come anticipato, dall’azione
cautelativa dei foriani.
Dall’atto notarile appare che i notabili foriani conoscessero la destinazione immediata, ma non la definitiva, di quelle
bocche da fuoco (9), ma esprimessero comunque il loro desiderio di rientrarne in possesso nel futuro.
Un secondo documento del marzo 1734
Il secondo documento narra, come detto, delle trattative
per la resa agli spagnoli dell’isola (10), dopo la capitolazione
della sua massima opera difensiva.
servitio di d.ti cannoni, detti cannoni di numero quattro di peso di
cantara otto in c.a ciascheduno.
Ebenche da una parte I cittadini di d.a. Uni.tà stessero allegri, per
dimostrare la pronta obedienza all’ordini di S.M.C, e (Dio guardi,
dall’altra parte sono restati muesti, malinconici, e con le lagrime
all’occhi, in vedersi privi d’un tale aggiuto, o munitione
e se liberi il modo di podersi difendere d’ogni nemico attentato,
e domostrare la loro obligatione verso ...Invittissimo Imperatore
contro ogni suo Inimico.
Per tanto si protestano non una, due, o tre volte, ma quante volte
sarà necessario d’ogni attentato, et inconveniente potere accadere
contro la Corona Reale per manganza di altri cannoni, o per inabilitare ....., e noi cittadini alla difesa, che con essi potriano fare. Riservandosi espressamente in ogni futuro tempi di potere richiedere
la restitutione de medesimi. In esecutione della quale consegna essi
mag.ci tenenti hanno fatto calare d.ti cannoni con l’ordegne da
loro a questo oggetto portati da sopra d.to torrione et quelli imbarcati e trasportati nel regio Castello d’Ischia così per ord.e di d.o
Ecc.mo Principe Maresciallo.
De quibus omnibus sic per actis D.ti costituti d.o ne .statim reg.ti
nos quod publicum conficeremus actum nos ante....
....Judice Januario Tizzano.... Josepho ...Sorrentino, Rocco Carcaterra, Jo Petro de Spigna, Petro Paulo Vigliante, et D. Jacobo de
Meglio, omnibus d.a terra testibus
Dichiaramo noi sotti tenente del Regimento Prethenthorf e tenente
d’artiglieria del treno italiano, qualmente essendoci dal Regio Castello. D’I., ove ci trovami di comando, portati in quella terra di F.ij
d’ordine de. S.R. sig, Principe Maresciallo Carafa, comandante
dell’armi del Regno, per pigliarci quattro pezzi di cannoni di bronzo di lunghezza palmi nove, sistente nel torrione di questa terra
di Forio. Dalla Uni.tà della medesima ci sono stati consignati di
quattro pezzi di cannoni insieme con due cascie vecchie fatte alla
navatica senza calibro, pacificamente e con tutta loro sodisfatione
per esportarli in d.o Regio Castello d’I, ed a cautela di d.a Un.tà di
forio li 14. gennaro 1734.
A B da Schald tenente di granatieri dell’inclito Re.to di Bettendorf
D. Aniello Rossi Ufficiale d’Artiglieria (Trascritto da manoscritto
di A. d. L il 31 maggio 2012).
9) Nell’atto si legge per esportarli in d.o Regio Castello d’I
10) Resa del Castello d’Ischia 20 marzo 1734
Die vigesimo m.s Martis millesimo septingentesimo, trigesimo
quarto, in Civitae Ischiae et proprie in...sive Belloguardio Civitatis praedictae et ....G.S....D. Nicola Bellino Regio Judice eius de
Civitatis
A preghiera a noi fatta dal m.o D. Scipione Calosirto eletto della
Fidelissima Città d’I, essenzialmente si sono conferiti nello Belloguardio di d.o Castello, seu Città.
ove il medesimo mag.co eletto hebbe asserito in presenza n.ra,
come in questo punto, et in questo mattino sono venuti quattro ufficiali spagnoli con due fante dell’Armata veneta del re Cattolico
che sta cordonata nel golfo di Procida et hanno dimandato parlamentare col Castell.o D.Gio Batta Parisi, e datosi ostaggi l’ha esso
24 La Rassegna d’Ischia n. 2/2013
Quello che è interessante è che il Castello vi appare mancante di ogni capacità difensiva, privo di armamento e di
provviste per la sua guarnigione.
Entrambi i documenti sono stati stesi dal notaio foriano
Giovan Carlo Milone, a due mesi circa di distanza l’uno
dall’altro.
Per collegare fra loro questi due documenti, apparentemente indipendenti, occorre accennare alla situazione di
quei tempi, non solo per il territorio napoletano e le sue isole, ma per l’intero viceregno spagnolo.
Il periodo storico
Il periodo in cui si svolgono i fatti, e situazioni ad essi
connesse, va collocato pochi decenni prima della guerra di
successione austriaca (1740-1748), negli avvenimenti relativi alla guerra di successione spagnola (1700 – 1713), alla
castellano introdotti in d.o Belloguardio e ritiratisi in disparte trattarono la resa di detto Castello ed I. e domandava avantagiarsene,
et l’Ill. Marchese del Vasto che sentitosi da d.o eletto fece istanza
a d.ti ...officiali spagnoli, che trattandosi di resa della fortezza, e
Città doveva esso capitolare, e trattare il modo della resa, in nome
di d.a Città, non avendo lo d.o Ill.o Signore marchese del Vasto
autorità, prominenza, o giurisdizione alcuna, e quando ciò voleva
trattare prima d’ogni altro voleva l’osservanza de suoi Privilegij E
perchè la Fortezza sud.a si ritrovava nelle mani di d.o Castellano,
l’officiali molti aderivano sempre con esso Castellano si propose
a medesimi da esso eletto, et d’altri della Città che dessero tempo competente ad essa Città a potere sopra la richiesta deliberare
per essere una cosa di rilievo, ne si poteva imme.te risolvere, li
fu risposto da uno d’essi Officiali, che dal loro .....non havevano
quest’ordine ma volevano immediata la risulta, e che se si fussero
posti alla difesa haveriano ...la forza dell’armi et il rigore militare. Havendo però esso m.o Eletto mandata persona al Bordo della
nave Reale Comandante a supplicare l’Ecc.mo Sig. Conte di Clavigo generale di d.a armata, che forse ce l’haveria conceduto, ma
però lo rimanevano impossibile! E perchè d.o Castellano Parisi
asseriva mandare suo figlio tenente di d.o Castello con un’altro
...officiale Reformato appo d.o ...sig.e Gen.le ....in rispetto che
questi havessero trattato la resa ...in pegno di d.a Città, e suoi
Privilegij
Posto in questa necessità ha esso m.o Eletto deliberato mandare cum ...fuste unitamente con d.ti Officiali Spagnoli, e di d.ti due
Officiali di d.o Castellano, due persone della medesima Citta...ed
un’altra della terra di Forio per supp.re d.o Ecc. mo Sig. Al Conte
Generale a concedersi tempo a potersi risolvere; onde per questo
atto non intenda inmmodo alcuno pregiudicare alla fedeltà di d.a
Città, e solo venendo a ciò forzato dal conoscere l’inclinatione di
d.o Castellano, e per non havere nella fortezza nessuna provisione ne da bocca, ne da querra a potere fare piccola dimostrazione
di difesa essendo stata sguarnita, e spogliata dall’officiali che la
governavano...SMC e C e così s’è ...e si ...tante volte, quanto sarà
necessario a fine di mantenere intatta ed illibata la sua fedeltà
verso la prfata Maestà C.a e C, che se havesse la d.a Fortezza
ben munita procurrebbe mantenerla, e difenderla per la prefata
M.C. a costo del sangue suo, o di tutti li cittadini di d.a. Isola non
....l’inclinatione di detto castellano, De quibus omnibus sic per actis .... electus statim ...nos quod publicum conficeremus actum nos
autem...
...Judice .....Civitatis praedictae ....D. Nicolao Bellino, m.co Franco Antonio Corbera, m.o Franco Antonio Santamaria, m.o....Incarrica, m.o Antonio Corbera, Dr Fisico Franco Antonio Polito, Antonio Polito, et Joanne Malfitano, omnibus pro tantibus. (Trascritto
da manoscritto di A. di Lustro il 31 maggio 2012).
morte di Carlo II (* 6 novembre 1661 + 1º novembre 1700),
terminata nel 1713 nella pace di Utrecht: Napoli, e quanto
del Regno al di qua del faro, finiva sotto dominio austriaco,
e tale rimase fino al 1734, quando tornarono gli spagnoli con
Carlo III.
È proprio nel 1734, quando gli austriaci se ne andarono e
tornarono gli spagnoli, che nell’isola si muovono entrambi
i contendenti: i primi a Forio, ed i secondi ad Ischia, e più
precisamente al Castello.
Quali i motivi della rimozione
dei cannoni del Torrione?
La lettura dei due documenti che, anticipazioni necessarie
a parte, deve ritenersi eseguita prima di accingersi a questa,
pone diversi interrogativi ed impone una riflessione attenta: gli avvenimenti che li motivarono si susseguirono in un
breve arco di tempo, due soli mesi, in due luoghi distinti
dell’isola, e con attori diversi:
- 14 gennaio 1734, a Forio fra austriaci e foriani;
- 20 marzo 1734, al Castello, fra spagnoli ed isolani.
Quello che appare evidente è che questi ultimi, nell’opporre la resistenza che possono alla richiesta di resa da parte
degli spagnoli, e per tutelare il proprio onore, dichiarano:
...non havere nella fortezza [il Castello] nessuna provisione ne da bocca, ne da guerra a potere fare piccola dimostrazione di difesa essendo stata sguarnita, e spogliata
dall’officiali che la governavano... quindi, con buona pace
dei cittadini foriani e di quanto loro era stato detto, i loro
quattro sacri, con quanto di bocche da fuoco vi era al Castello, e come vedremo non solo, avevano preso per mano
austriaca una via ancora sconosciuta, ma non erano verosimilmente più nell’Isola (11): probabilmente al Castello vi fu
solo una loro sosta temporanea, per il tempo sufficiente al
trasferimento in terra ferma.
Sembra che gli austriaci, volgendo al peggio la loro situazione nel Regno, abbiano voluto fare una sorta di terra bruciata alle loro spalle, avendo spogliato e sguarnito non solo
il Castello ma anche Forio, e verosimilmente anche altre
opere difensive, ritardando un eventuale ripristino difensivo
di Ischia ad opera degli spagnoli (12).
11) Il trasferimento dei cannoni dal Torrione al Castello viene indicato in Mauro A. (Le fortificazioni nel Regno di Napoli, Napoli, Giannini Ed., pag. 563, 1998): ….Castello dell’Isola d’Ischia,
pagina nella quale si legge, rifacendosi a documenti provenienti
dall’archivio di Simancas : Alla fine del XVII secolo il castello d’Ischia di proprietà del marchese di Pescara, benché non fosse più
indispensabile per la difesa del porto, era ritenuto necessario per
la protezione della numerosa popolazione locale. Pertanto fu trasferita in questo castello l’artiglieria esistente a Forio d’Ischia.
(Spagna AGS, Estado, fasc. 6114). L’affermazione del Mauro riguarda in verità genericamente i cannoni di Forio, e non solo quelli
del Torrione, ed inoltre si parla della fine del XVII secolo e non
della prima metà del seguente. A questo riguardo, al fs. 6114 sono
associati documenti del 1706 ed altri dello stesso secolo, onde pare
probabile un errore dell’A. nell’indicare il secolo, o un provvedimento cui non si dette poi seguito.
12) Un appunto che può forse migliorare la conoscenza della situazione è indicato in una anteprima, in Google Books, di un libro
Mentre risultano ancora oscuri gli avvenimenti del 1709
dei quali si parla nel documento di cui alla nota 8, si trova
menzione negli Annali di L. A. Muratori sull’improvviso ricomparire degli spagnoli ad Ischia, leggendovi, mentre si
descrivono fatti d’arme del 1734 di iniziativa spagnola, sotto
la guida del Reale Infante D. Carlo:
L. A. Muratori (13): .... Da che sul fine di Febbraio si fu
messo alla testa di bella e poderosa Armata esso Reale Infante, tutti si mossero alla volta di Roma, e nel dì 15 [marzo]
passarono sopra un preparato Ponte il Tevere. Nello stesso
tempo per mare capitò a Civita vecchia la numerosa Flotta
di Spagna, ed otto Navi d’essa veleggiando oltre, nel dì 20
s’impossessarono delle Isole di Procida ed Ischia....
A questa fonte si riferisce il d’Ascia (14) scrivendo:
[ ... (Anno 1734). Si mosse a questa volta [il napoletano] da
Parma l’esercito spagnuolo, e la flotta toccava Civitavecchia lasciando Livorno: solo otto navi proseguivano la loro
rotta e nel dì 20 febbraio 1734 gettavano l’ancora innanzi le
isole di Procida e d’Ischia, e facendo uno sbarco le occupavano in nome dell’Infante D. Carlo (258)... (15)
Sulla posizione del conte Clavigo o Clavico ci fornisce
particolari il Colletta (16):
... Il conte Clavico, ammiraglio dell’armata spagnuola salpata dai porti di Longone e di Livorno, arrivò con mostra
potentissima di navi avanti alle isole di Procida e d’Ischia,
le quali si arresero; però che poco innanzi, per provvido
consiglio del governo, erano state quelle isole, impossibili
a difendere, sguarnite di presidii. Gli isolani, accolto lietamente il vincitore, giurarono fede all’Infante....
che è disponibile anche alla SNSP (Ascione I.: Lettere ai sovrani di
Spagna 1720-1734, Univ. di Napoli, 2001): … I castelli di Ischia e
Procida erano stati lasciati quasi senza difesa dagli Imperiali: da
Ischia infatti, ottanta soldati tedeschi e venti cannoni erano stati
fatti rientrare in tutta fretta a Napoli poco prima dell’inizio delle
ostilità, sicché sull’isola rimasero solo trenta soldati italiani praticamente disarmati al comando del tenente Domenico Pariso…,
tenente che è evidentemente il nostro Parisi D. Dom.co tenente
italiano nel Regio Castello dell’atto steso dal notaio Giovan Carlo
Milone (Questo notaio è presente all’ASNA in Archivi dei notai del
XVIII secolo, 1701-1748; nella scheda si precisa che è di Forio
d’Ischia e che La scheda è composta di 48 volumi, di cui il n. 48 è
un Indice generale dal 1701 al 1748 di tutti i contraenti e di tutti i
pubblici strumenti redatto dal figlio Emanuele Maria Milone. - Il
segno di tabellionato compare al volume 1, foglio 1.)
13) Muratori L. A.: Annali d’Italia dal principio dell’era volgare sino all’anno 1750, Napoli, nella stamperia di Giovanni Gravier, tomo XII dall’anno 1701 dell’era volgare fino all’anno 1750,
(1773), pp. 185-86. File pdf da google books.
14) D’Ascia G. - Storia dell’isola d’Ischia - Bologna, Analisi
Trend, sett. 1998, pag. 205.
15) Ma nella nota di Mauro (Le fortificazioni, op. cit.), ivi a p. 269,
nel rifarsi al Muratori (Annali, op. cit.) la pagina indicata è la 156 e
non la 186. Si deve inoltre notare che le navi spagnole si trovavano nelle acque di Procida che consentivano un ridosso migliore di
quello dell’isola vicina.
16) Colletta P. – Storia del Reame di Napoli (1834); ristampa: Torino, U.T.E.T. a cura di Anna Bravo, 1a ed. (1975). La pagina citata
è nel testo in formato .pdf da Google Books, la 27.
La Rassegna d’Ischia n. 2/2013
25
Esempio di mascolo in posizione per un piccolo pezzo di artigliera (bombardella) Dalla rete
e da www.icastelli.org (didascalie aggiunte)
si è così chiarita la posizione del conte, al comando di una squadra di sole 8
navi, e non potentissima, ma anche che
gli austriaci, rinunciando a difendere le
isole del Golfo, le avevano sguarnite:
non si sa quindi dove fossero destinati i
quattro sacri del Torrione.
È da presumersi, anche se mancano
ancora riscontri documentali, che anche
le altre opere fortificate dell’isola venissero spogliate del loro armamento principale (17): pertanto ogni altra bocca da
fuoco isolana, menzionata in epoca successiva dovrebbe ritenersi messa in opera dagli spagnoli, almeno fino al 1806,
mentre ciò non significa che altrettanto
debba essere stato fatto per il ripristino
delle opere difensive.
La precedente situazione generale
sotto governo austriaco, nel 1734, è ben
descritta nel passo seguente (18):
… Si trovava allora vicerè in Napoli il
conte Giulio Visconti, il quale avendo
avuto avviso di quanto l’inimico praticava, stimò attenuarne l’effetti…Già
poca speranza aveva, posciachè generalmente vedeva le popolazioni avverse,
ed inoltre difettava di denaro e di sol17) Non si conosce però cosa sia avvenuto di
preciso alle torri regie di Lacco ed a S. Angelo. Se per Lacco si sa che nel giugno 1785 si
sostituirono vecchi pezzi con nuovi, o i suoi
cannoni non erano stati asportati dagli austriaci, oppure erano stati già rimpiazzati una
prima volta, fra il 1734 ed il 1785; comunque nel 1789 l’intera isola aveva 36 cannoni.
18) Niscia A. - Storia civile e letteraria del
Regno di Napoli, Napoli, Stabilimento Tipografico di G. Nobile, vol. I, (1846), pag.
201. File pdf da google books.
26 La Rassegna d’Ischia n. 2/2013
dati, che non in numero sufficiente sulle
terre di Napoli albergavano. I tedeschi
pochi, i Napoletani in qualche maggior
numero, ma di fede per lui dubbia e vacillante. Ad onta di ciò egli con editto
bandì la guerra, e sotto la guida del
conte Traun, inviò parecchi reggimenti
a s. Germano, per vietare da quella parte l’entrata al nemico, provvide di nuove
munizioni Capua e Gaeta ….
lasciando ad una lettura diretta le altre
misure del vicerè e del Traun, pare di
poter avanzare l’ipotesi che le armi isolane possano essere così finite, via Napoli, a Capua o a Gaeta.
Una lettera dell’infante
Carlo e notizie di
altra provenienza
Fra le lettere (19) scritte dall’Infante nel suo progredire verso Napoli, in
quella datata 28 marzo 1734, - ossia ad
una settimana dall’atto del notaio Giovan Carlo Milone, che descrive la resa
del Castello e la consegna dell’isola agli
spagnoli -, la conquista di Ischia e Procida viene comunicata ai reali di Spagna
(pp. 362-364):
… Aquino, 28 mar. 1734
Mon tres cher Pere, & ma tres chere
Mere,
je me rejouyroy que vos M.M. continuoint a se bien porter, moy je me porte
bien graces a Dieu. Je ay reçu une lettre
19) Ascione I. – Lettere ai sovrani di spagna
1720 -1734, Napoli, Università di Napoli,
1° vol. Pp. 1637, (2001). BSNSP coll. Nf
Co1829
Falconete n. de Inventario 997: Esta pieza
del Museo del Ejército de Madrid procede de
la armeria del General Caballero de Rodas
(fotografia cedida y autorizada por el Museo
del Ejército Madrid . Fotógrafos: Esperanza
Montero / Pedro Cerceda).
Dal riferimento in epigrafe di questa immagine, un Falconetto con mascolo introdotto
nella braga, ma non inserito nella tromba e
quindi anche senza ritenuta o cuneo (n. identificativo 997); a destra una bocca minore
con la braga vuota.
de vos M.M. du 10 de ce mois. Pour ce
qui apartiont a ce que vos M.M. me disoint de gañer les instants, je asure vos
M.M. qu’on marche le plus qu’on peut.
On a deja pris les isles d’Ischia , & Prochita….
Le note che accompagnano questa
lettera consentono di aggiungere dettagli e cifre, non sempre in accordo con
quelle già riportate dalle fonti citate,
come si legge a pag. 364, nota 507: …
Già il 18 mar. la flotta spagnola comandata da Clavijo si avvicinò alla spiaggia
di Procida, dove sbarcò il giorno dopo
“senza intoppo veruno”. Il 19….i cittadini napoletani videro “bordeggiar
per la riviera della convicina villa di
Pausillipo a veduta di questa Capitale
le sette navi da guerra Spagnole”. Il 21
anche Ischia venne occupata e il tenente
Pariso fu costretto ad arrendersi con la
sua misera guarnigione (Senatore, pp.
48-49) (20) ….
20) Il riferimento, per ora non direttamente
consultato, è: Senatore G. – Giornale storico
di quanto avvenne ne’ due Reami di Napoli
Sempre dalla stessa fonte, pagina e nota, viene citata la
descrizione dei fatti da parte di Tiberio Carafa principe di
Chiusano: … Il naviglio spagnolo… consisteva in nove navi
da guerra e due Catalani Pinchi da corso, ed in settanta e
più navi da trasporto (21), che pur facendo rilevare che il
numero delle navi spagnole non è esattamente conosciuto,
spiega le tante apparentemente diverse valutazioni, compresa quel potentissima, non essendo evidente se si fosse riferito al complesso della flotta od alla sua sola componente
militare, o alla squadra che operò nelle acque di Procida ed
Ischia.
Accertato che il Pariso è il nostro Parisi, e che di lui si
apprende (22): … Parisi, Domenico, ten. Del 1° leggero,
poi cap. della 9° cp del 1° regg. Civico di Napoli (1806)…
restava incerto il vero cognome dell’ammiraglio della squadra spagnola, avendo trovato: Clavico, Clavigo, Clavijo,
Clavich; testi di lingua spagnola, francesi ed inglesi, sono
concordi nell’indicarlo come il conte di Clavijo (23), che era
a bordo del vascello da 70 cannoni El Prince; sembra che
anche La Princesa, anch’esso vascello di 70 cannoni, facesse parte della sua squadra; così come El Conquistador (24).
In “La clef du cabinet des princes de Europe”(Luxembourg,
André Chevalier, giu.1734. File pdf da google books), che
e Sicilia Nel 1734 e 1735, Napoli, Stamperia Blasiana, (1742). Bnn
L.P. Terza Sala 13.03. 17.
21) La fonte sarebbe: Carafa T. – Relazione della guerra in Italia
nel 1733-1734 (edita a cura di B. Maresca in Arch. stor. per le prov.
napolet., VII [1882], pp. 110-40, 293-328, 555-91, 685-712).
22) Ilari V. e al. – Storia militare del Regno Murattiano (18061815), invorio (no), widerholdt fréres, 3 vol., (2007).
23) Si tratta di D. Miguel de Sada y Antillón, conte di Clavijo
(*1676 + 9/6/1741).
24) Sia pur trattando di storia navale inglese, si hanno per il 1731
informazioni sulla presenza navale spagnola nel Mediterraneo (Histoire navale d’Angleterre depuis la conquête des Normands en
1066 jusqu’à la fin de l’année 1734, pag. 693, Lyon, Chez les frères
Duplain , Tomo III, 1751): …. b) Il devoit y avoir environ vingt
vaisseaux de ligne, dont huit étoient à Cadix, six autres en croisière
sur le Méditerranée, sous le commandement du Comte de Clavijo,
& reste devoit venir de la baie de Biscaye. J’ai vu une liste de ces
vaisseaux avec leur force; (je ne sçai si elle est bien fidelle) la voici:
VAISSEAUX
1 Le Saint-Jago
2 Le Saint -Philippe
3 Le Sainte-Isabelle
4 Le Saint-Etienne
5 La Reine
6 La Galice
7 Le nouveau Conquerant
8 La Galiote
9 L'Andalousie
10 Le Hercule
Can.
VAISSEAUX
Can.
80
12 Le Castille
64
84
80
44
70
70
64
84
84
60
11 La Therese
13 Le Volant
14 L'incendie
15 Le Sainte-Anne
16 Le Lion
17 Le Prince
18 La Princesse
19 Le Rubis
20 Le Sainte-André
64
54
70
70
70
70
70
60
64
Sebbene non vi sia la certezza, cosa del resto sottolineata anche
dall’A., per i vascelli n° 17 e 18, i dati possono essere assunti come
veri; dubbio è che Le nouveau Conquérant possa essere El Conquistador.
oltre tutto è testo del giugno 1734, e quindi racconta fatti appena avvenuti, si apprende qualche dettaglio in più su quanto avvenne nelle due isole partenopee, alla dritta del golfo:
[pp.420, 421 :… XI. L’Escadre Espagnole, que nous dimes le mois passé arrivée devant l’Isle de Prócida, fait déjà
route vers le dernier de ces Royaumes, si l’on peut ajouter
pleine foi à quelques avis venus de ces quartiers-là; on la dit
composée de neuf Vaisseaux de guerre & de 45 Navires de
transport: L’Amiral Clavijo qui en est Commandant, avoit
établi avant son départ des Magazins dans l’Isle de Procida,
& le Magistrat de celle d’Ischia lui avoit envoyé deux Députes pour se soumettre, & le priet de maintenir l’Isle dans ses
anciens privilèges.
XII. La Garnison Impériale qui étoit dans le Château d’Ischia avoit eu ordre du Viceroi de Naples de l’abandonner à
l’approche de L’Escadre Espagnole…
Sulla composizione della squadra del Conte, si apprende
qualche ulteriore informazione dal brano seguente (25)
escuadra de Clavijo. El C.N. Gabriel Pérez de Alderete
con la “Princesa” y “Conquistador” apresan a tres naves y
a una galera. El infante Carlos se proclama rey de Napoles.
(26)
Nessun contributo migliorativo ha portato la consultazione del 1° libro dell’epistolario di Bernardo Tanucci che
contiene una sola lettera scritta nel 1734, e che non riguarda
i fatti in esame.
Concludendo nuovamente sui 20 cannoni asportati dall’isola, si possono fare le seguenti ipotesi sulla loro provenienza:
- 4 sagri dal Torrione;
- 4 cannoni dal Fortino della Sciaveca;
- 12 cannoni fra Castello, Cornacchia (27) e Lacco.
Sembra così cominciare, negli anni finali di questo conflitto per la successione austriaca, il convincimento che le isole
del Golfo, almeno quelle alla sua dritta, fossero indifendibili, e che ci si dovesse ridurre ad una difesa del regno in poche
piazzeforti, concentrandovi le forze; fa in parte eccezione il
decennio francese, nel quale si moltiplicarono le opere costiere basate su batterie di pochi cannoni, rinforzate, quando
possibile, da lancioni e cannoniere.
Resta comunque documentata una più articolata difesa costiera a partire dagli avvenimenti nel Regno del 1742 e del
1792, sia pur per una difesa allargata degli ingressi marittimi
della dritta del Golfo finalizzata a quella della capitale, che
si era scoperta indifesa ed esposta ad ogni ricatto, imposto da
squadre navali avversarie.
Chiarita così la situazione generale, ed il collegamento fra
i due atti del notaio Milone, è possibile passare alla parte
25) Sito http://armadasiglo18.free.fr/armada18/batallas.htm.
26) È da sottolineare come il totale delle navi spagnole dettagliato
in questo brano sia 7.
27) Si presume che i tedeschi presidiassero la T. della Cornacchia,
essendo morto nei pressi un soldato tedesco (Castagna G.: Il Casale del Lacco 1630-1749, Lacco Ameno, La Rassegna d’Ischia,
anno V n. 2 e n. 3 del 1984): … “ San Montano: “uno caporale
tedesco annegato nella marina di S. Montano” (1734) “.
La Rassegna d’Ischia n. 2/2013
27
veramente interessante del primo dei due documenti, quello
che parla dei cannoni del Torrione.
Riflessioni e calcoli
L’interesse per l’atto notarile indicato in nota 9 è, a parte
quello per l’avvenimento in sé, dovuto al fatto che i foriani,
intendendo precisare l’oggetto del documento, i quattro cannoni, nella speranza di poterne rientrare in possesso, forniscono elementi quantitativi per individuarli con precisione.
Questi dati sono:
- N° dei pezzi: 4
- Materiale: bronzo
- Tipo: sagro
- Lunghezza: palmi 9,
cioè 2,37 m (1 palmo =
0,2633333670 m)
- Peso: cantare 8 ciascuno, cioè 712 kg circa (Il cantaro
napoletano, sin dal 1480, era composto di 100 rotoli ed era
equivalente a circa 89 chilogrammi).
- Affusto: due di tipo navale, mentre nulla di preciso è detto
per gli altri due.
Rimandando p.e. a Firrufino J. C. (Platica manual y breve
compendio de artilleria, La Vergne (TN), kessinger publishing
legacy reprint, 21 june 2010, stampa dell’originale del 12 settembre 1626, 80 pp. Anche file pdf in google books) e a Manucy A.
(Artillery throug the ages, Honolulu -Hawaii, University press of
the Pacific, 2001, ristampa dell’edizione del 1962. Anche file pdf
in google books, in sola lettura) per ogni approfondimento, si
ricorda che il sagro era una bocca da fuoco relativamente
corta, con calibro ponderale prevalentemente fra 6 ed 10 lb.
Se il sagro foriano fosse stato lungo 28 calibri geometrici,
il corrispondente calibro geometrico della bocca da fuoco
sarebbe risultato di 85 mm, cui corrisponde un calibro ponderale di 2,5 kg, quasi 8 libbre (1 lb napoletana = 0,321 kg).
Per quanto riguarda le dimensioni degli affusti alla navatica, per il calibro di 8 libbre può servire di orientamento la
tabella a p. 114 del Vocabolario di Marina in tre lingue di S.
Stratico (Milano, Stamperia Reale, Tomo I, 1813).
Un rapporto dimensionale interessante
Ora che si dispone delle dimensioni dei sagri del Torrione,
si può calcolare il rapporto fra le dimensioni della piazza e
quella della bocca da fuoco, elemento sul quale non si dispone di numerose indicazioni:
r = ∅piazza /LBF (∅piazza = diametro della piazza; LBF =
lunghezza della bocca da fuoco)
rifacendosi a quanto in merito esposto nel caso specifico, al
netto dello spazio manovra serventi, è:
LBF = 2,37 m
∅piazza = 10,6 m
quindi:
r = 10,6/2,37 = 4,5 circa
Tabellati rapporti r = 4-7, il valore del Torrione si pone
vicino al minimo, ossia massima richiesta offensiva, relativamente allo spazio disponibile.
Per rendersi conto della posizione dei sagri del Torrione
si consideri la tabella seguente:
Bocche da fuoco del XVI e XVII secolo
Nome
Peso Palla
[lb] *
Smeriglio
Falconetto
Mezzo Sagro
Sagro
1
3
8
12
Peso Palla
[[kg]
0,33
1
2,8
4
a (calibro)
[mm]
45
52
62
100
Peso Pezzo Gittata min. Gittata max
[kg
[m]
[m]
150
160-200
760
380
360
2800
1100
424
3200
1500
640
4600
* La libbra è, in questa tabella, assunta di 336 grammi
In particolare, in questa tabella il rapporto P/p fra peso
del pezzo e peso della palla è per il mezzo sagro pari a 393,
nei limiti validi per la categoria di 380-450.
Per i cannoni del Torrione, più prossimi ad un mezzo sagro che non ad un sagro, si ha: P/p = 712/2,5 = 284
valore inferiore al minimo tipico della categoria: i cannoni del manufatto foriano risultano quindi leggeri, e quindi,
per le corrispondenti gittate, con cariche che non attingono
i massimi, per non sollecitare troppo i pezzi, ci si dovrebbe
orientare sui valori minimi, comunque più che sufficienti per
battere le acque da Montrolio alla Preta u ‘npiso.
Nel 1788 fu inibito a far salve per feste sotto la penale di
duc. 3 di multa e mesi 6 di carcere, perché un artigliere di
detta torre nel far tali salve nella festa dell’Incoronata avuta
luogo – a 29 luglio 1787 - solennemente in Forio, ne restò
vittima….
Il sinistro del 1787
Visto che il Torrione fu privato nel 1734 dei suoi 4 sagri,
o mezzo sagri, di bronzo, e che il loro anche parziale ritorno
alla base si ritiene altamente improbabile, quale fu la bocca
da fuoco che produsse questo sinistro?
Pezzo logoro, o si è trattato di un uso improprio del pezzo di artiglieria?
Deve ancora farsi un’ultima considerazione, basata sul seguente brano di d’Ascia (28), relativo alla torre foriana: …. 28) D’Ascia G. - Storia dell’isola d’Ischia - Bologna, Analisi
Trend, sett. 1998, pag. 397.
28 La Rassegna d’Ischia n. 2/2013
4° Mascolo, oggidì il Cassetto che si apre e chiude nelle
canne a retrocarica. [il blocco di culatta. N.d.A.]
5° Mascolo, dicesi pur in senso di Mastio, e Maschio: ma
per fuggir equivoci non vorrei altra promiscuità.
Interessante è quanto è scritto al n° 3 di questa definizione, che consacra l’uso generalizzato dei mascoli antichi per
saluti e feste, ed anche l’apparire dei mortaietti, dai quali il
passo ai mortaretti è breve e motivato.
Questa precisazione consente di ipotizzare con maggior
credibilità che il sinistro del 1787 a Forio fosse prodotto
da un mascolo antico, forse uno dei pezzotti di ferro di cui
aveva parlato lo Stinca 213 anni prima, nel 1574.
Conclusioni
Operazione di issaggio di una bocca da fuoco su una torre: per
pezzi come un sagro e un mezzo sagro è ritenuto sufficiente il solo
verricello, senza accoppiarvi in serie un argano, come mostrato in
figura.
N.B. la differenza fra queti due dispositivi è che il verricello
ha l'asse di rotazione orizzontale, mentre l'argano lo ha verticale.
Chissà quali mezzi sono stati usti nel caso del Torrione portati in
situ dai militari austriaci?
Probabilmente si tratta del residuo mascolo o di uno dei
pezzotti di ferro lasciati nella torre dagli austriaci nel 1734,
ritenendo poco probabile, come detto, un non conosciuto riarmo del manufatto. (29)
Per completezza si riporta la voce mascolo da Guglielmotti A. (30)
Mascolo
Quel pezzo mobile delle antiche bombarde che portava la
carica della polvere, e si acconciava alla tromba per sparare. La tromba era tutt’aperta da un capo all’altro: il mascolo ben calibrato alle forme di essa tromba si incastrava
alla culatta con una chiavarda. Etimologia e voce nostrana. Il Mascolo dicevasi pur Camera, Coda, e Cannone: con
quest’ultimo nome crebbe di lunghezza, cacciò via la tromba, e ritenne il nome di Pezzo.
2° Il mascolo, parlando delle bombardelle, che avevano
d’un sol pezzo coda e tromba, entrava in un incastro tramendue, e vi si acconciava per due maniglie, e una chiavarda,
fino al punto dello sparo. E per ispeditezza maggiore, ad
ogni bombardella si tenevano di servigio parecchi mascoli.
3° I mascoli antichi, restati nelle fortezze, non servirono indi
in poi che a far spari economici di saluti e di feste: e tuttavia
se ne costruiscono de’ simili in piccolo, detti pur Mortaietti.
29) Per l’uso di far fuochi in occasione delle feste vedi Agostino
Di Lustro, Tronole, maschi e folgori al Borgo di Celsa, già citaro
in nota 31.
30) Guglielmotti A. - Vocabolario marino e militare, Roma, Voghera Carlo Tipografo delle LL. MM il Re e la Regina,(1899). File
pdf di google books.
Grazie alla trascrizione di due documenti notarili del 1734,
resa disponibile dal prof. Agostino Di Lustro, si è compiuto
un notevole passo avanti nella conoscenza dell’armamento
della massima torre foriana, per il quale si era rimasti, fino
ad oggi, alle generiche affermazioni dello Stinca del 1574.
Restano dubbi sulla destinazione finale di queste bocche
da fuoco, per la quale, salvo diverso riscontro, si rifiutano anche i tempi, entrambi provenienti dall’AGS, secondo
quanto riferito da A. Mauro (op. cit.)..
Date importanti dal 1707 al 1809
Nei 102 anni che vanno dal 1707 al 1809 si individuano
una quindicina di avvenimenti e orientamenti significativi,
importanti per la comprensione della composizione della difesa dell’isola, della sua evoluzione ed estensione:
- 1707: Martinitz vicerè austriaco e occupazione isola;
- 1709: azione cannoni Torrione e bombardamento di un palazzo a Napoli;
- 1734: fine viceregno austriaco;
- 14/01/1734: spostamento 4 sagri di bronzo dal Torrione;
- 20/3/1734: resa del Castello agli spagnoli, mancando provvigioni sia alimentari, sia militari (che fine hanno fatto i 4
sagri del Torrione?);
- 1742 : episodio navi inglesi a Napoli per guerra successione austriaca;
- 1759-62: rifazione delle torri regie e proposta per il Torrione;
- 1785: cannoni nell’isola, e sostituzione cannoni della Torre di Montevico;
- 7 luglio 1787: una bocca da fuoco del Torrione esplode
uccidendo il bombardiere;
- 1792: episodio navi francesi a Napoli per sostenere la richiesta del Mackau;
- 1797: situazione cannoni nel regno;
- 1808: distruzione Telegrafo del Collo dello Mpiso e scontro navale a Forio e S. Angelo;
- 1809: distruzione batterie isolane ad opera degli inglesi
di Stuart;
- proposta del cap. Colella per ridurre le artiglierie isolane al
solo Castello e due batterie a Lacco e Forio.
La Rassegna d’Ischia n. 2/2013
29
Persone nominate nei due documenti
ed altri personaggi
A titolo di promemoria, anche in vista di possibili integrazioni conoscitive, si elencano in ordine alfabetico tutte le
persone citate nei due documenti.
- Bellino Nicola Regio Judice eius de Civitatis, anche Nicolao Bellino
- Bettendorf: un reggimento di tal nome ha partecipato alla
battaglia di Blenheim il 13 agosto 1704 dalla parte dei franco-bavaresi [V. Blenheim – 13 agosto 1704: Il capolavoro
di Malborough]
- Bottandons de Schad Reg.o si annota che esisteva un
“Captain de Schad, in the Austrian service, who in the year
1740 navigated down the Danube, in the retinue of the ambassador to the Porte…”
- Calosirto D. Scipione (21 gennaio 1627: Nicola Patalano vende al convento annui ducati 5 per capitale di ducati
50 sopra un moggio e mezzo di terra sito a Forio, località
Cavallari Istrumento di vendita del not. Scipione Calosirto)
- Carafa Principe Maresciallo, al servizio dell’Austria, ebbe
in sottordine Eugenio di Savoia: è ricordato come maresciallo imperiale
- Carcaterra, Rocco:
D’Ascia (op. cit. p. 62): ... i primi parlamenti registrati
che leggiamo, portano la data del 1728 – Essi si tenevano nel magazzino di un tal Rocco Carcaterra sulla piazza
dell’abitato – Prima di tale epoca le conclusioni parlamentari si scrivevano in carte volanti, ed andarono disperse,
perchè non vi era archivio.
Fu nel 1734 che le riunioni parlamentari di Forio, cominciarono a tenersi in casa particolare – e la prima che
accolse i 40 parlamentari di Forio si fu quella di Giovanni
Pezzillo alla contrada Pezze.....
- Castaldo Francesco, Dep.to della Uni.tà della terra di
Forio,
- Clavigo o Clavico, Conte comandante ed ammiraglio
generale di d.a armata [spagnola] (V. Colletta op. cit. p.58);
si è chiarito che si tratta di Miguel de Sada y Antillón, conte
di Clavijo.
- Corbera m.o Antonio,
- Corbera, m.co Franco Antonio
- de Meglio D. Jacobo
- de Spigna Jo Petro,
- Incarrica m.o....,
- Malfitano Joanne,
- Mallaggio D. Aniello
- Marchese del Vasto: si tratta di Cesare D’Avalos
- Parisi D.Gio Batta
Parisi D. Dom.co tenente italiano nel Regio Castello e suo
padre. ([399] vol. 3°, p. 670:…Parisi, Domenico, ten. Del 1°
leggero, poi cap. della 9° cp del 1° regg. Civico di Napoli
(1806)…)
- Pezzillo Prosindico Paulo,
Il d’Ascia cita due sindaci di questo cognome: (op. cit.)
p. 208 per tal Nicola; p. 371, per Francesco.
- Polito Antonio,
30 La Rassegna d’Ischia n. 2/2013
- Polito Dr Fisico Franco Antonio
- Santamaria, m.o Franco Antonio
- Sorrentino Josepho ...,
- Tizzano Judice Januario....
- Vigliante Petro Paulo
L’uso dei fuochi nelle festività isolane
Un contributo interessante sulla parte sonora, a base di
polvere da sparo, delle manifestazioni religiose isolane è dovuto ad AdL, che raccoglie brani sia dall’ASNA (fondo Corporazioni religiose soppresse), sia da altri archivi religiosi
isolani (31).
Limitando almeno inizialmente il discorso a Forio, non
vi appaiono notizie sull’uso a questo scopo dell’artiglieria
del Torrione o di altro apprestamento difensivo; a proposito
di questi ultimi c’è da ricordare che essi dipendevano dal
governo centrale, mentre la massima torre foriana e la sua
gestione dipendevano dalla locale amministrazione.
La notevole documentazione resa disponibile da A. Di
Lustro giunge fin quasi alla fine del XVIII secolo, comprendendo anche l’anno 1787 nel quale avvenne il luttuoso
evento foriano, già ricordato.
Una possibile spiegazione dell’avvenimento del 1787 può
forse trovarsi in quanto scrisse il Collado (32) (XVI secolo):
…Venendo quindi à trattare del modo caricare i pezzi di
braga, si farà in questa maniera. Che pigli lo mascolo il
bombardiero, & se lo metta tra i ginocchi, stando lui in terra
assentato, & lo empirà di polvere, ma non tanto pieno, che
non si possa comodamente metter il coccone dentro, il quale
deve esser di legname dolce, & molto ben calcato dentro del
mascolo con un mazzo di legno, & fatto questo, quella parte
del coccone che di fuora del mascolo, si tagli appresso alla
bocca di esso, & volendo lui caricare il pezzo per la braga,
deve metter un boccone prima con la mano, & di poi si mette
la palla, & dopo la palla il mascolo; ma pereche al tempo
del sparare, il mascolo non salti fuora, bisogna metter dietro
di esso il mascolo un buon cugnolo di ferro, che stia ben
calcato, e fermo, il numero di questi mascoli debbono esser
trè almeno per pezzo; perciochè, mentre si spara l’uno, si
possa caricare un altro; Ma tu dei notare, che volendo dar
fuoco à questo pezzo, tu nō ti dei metter da quella banda che
cacciasti il cogno di dietro alla culatta di esso, perché spesse volte si è veduto saltar fuora quel cogno, & ammazzare, ò
stroppiare il Bombardiero….
Ovviamente, non avendo alcun elemento su quanto disponesse il Torrione a quei tempi, questa resta solo una ipotesi propositiva, accanto all’altra che per la vetustà dei pezzi,
uno di essi possa essersi crepato, esplodendo all’atto dello
sparo: in tal caso, una scheggia potrebbe aver ferito mortalmente l’artigliere.
31) Di Lustro A. – Tronole, maschi, folgori al Borgo di Celsa, Lacco Ameno, La Rassegna d’Ischia, n°3 pp. 16-18, (giu. 2010).
32) Collado L. – Prattica manuale dell’artiglieria, Milano, per Girolamo Bodoni e Pietromartire Locarni, (1606), pag. 145. File pdf
da google books.
Ipotesi sulla gestione della piazza del Torrione (Foto dalla rete e schizzi e foto dell'A.).
La piazza del Torrione
Pur avendo riferito ed illustrato con numerose immagini
quanto è visibile sulla piazza e dalla piazza del Torrione,
non si è riflettuto in passato sulla sua gestione, situazione
conoscitiva oggi peggiorata, anche alla luce della possibile
posizione dei suoi 4 sagri di bronzo, la cui acquisizione dimensionale ha consentito però alcune valutazioni.
La conoscenza dell’effettivo aspetto, geometria della merlatura, è affidata a pochi documenti iconografici, ed a recenti
fotografie che la documentano dopo gli interventi che datano
da pochi anni dopo il sisma del 1883 (interventi del Maltese), ai recenti del restauro dell’arch. Di Stefano. (33 e 34)
33) Di Stefano A. M. - Il restauro del Torrione di Forio d’Ischia,
in Atti del IV congresso internazionale Castelli e vita di castello testimonianze storiche e progetti ambientali, pp. 79…84, Napoli-Salerno, (24-27 ottobre 1985). Snsp nf.b 70 (45. (organizzato dall’Istituto italiano dei castelli, sezione Campania. - Napoli: A. Gallina,
stampa 1994. - (Castella ; 45)). Vedi anche Atti del IV congresso
internazionale castelli e vita di castello testimonianze storiche e
progetti ambientali, Napoli-Salerno 24-27 ottobre 1985) (organizzato dall’Istituto italiano dei Castelli, sezione Campania. - Napoli
- Castella 45)”, Napoli, A. Gallina s.a.s, (feb. 1994).
34) Salvo poche fotografie, nulla è detto sulla gestione difensiva
del manufatto, limitandosi a parlare di problematiche di restauro, e
della difficoltà di proteggere il tufo dall’azione corrosiva del salino
e del vento.
Gli elementi che consentono di riflettere sugli orientamenti dei progettisti e dei committenti di questa costruzione
sono:
- la garitta del soldato e sua posizione;
- il tambuccio di fuoriuscita sulla piazza, sua posizione;
- la polverista (35) ossia il deposito della polvere e dei giochi
d’arma;
-- la prima è disposta con orientamento visuale quasi esattamente ad occidente, – 110° -, guardando verso Punta S.
Francesco ed il Soccorso, e Montrolio;
-- il secondo, diametralmente opposto, è praticamente addossato alla merlatura, inibendo la possibile utilizzazione
per battere con le maggiori bocche da fuoco un settore di
circa 30° verso terra;
-- della polverista, si sa solo quanto ne dice l’ingegner Maglione nella sua relazione (V. nota 35): il fatto che essa fosse allo scoperto, senza indicarne la posizione e dimensioni,
complica il piano interpretativo; logico che avesse una porta,
il che, destinazione a parte, pone dei problemi dimensionali:
la piazza della torre appare densa di manufatti, ed il fatto
35) Si veda in proposito l’Appendice VV, o quanto di essa figura
nel sito www.ischiainsula.eu a cura del prof. Raffaele Castagna;
dice in proposito l’ingegnere che ispezionò il manufatto nel 1759:
…In detto piano superiore, e scoperto bisogna risarcire la Polverista interiormente con fabbrica e farvi la porta di legname di castagno a fortellezza con chiave e mascatura nuova….
La Rassegna d’Ischia n. 2/2013
31
polverista, già malandata nel 1759, sia stata eliminata dallo
scultore, a meno che non fosse già crollata prima.
La situazione attuale della piazza del Torrione, dopo gli
interventi di sicurezza statica, con alterazione dei pieni e dei
vuoti funzionali della merlatura, mal si presta ad un esame
migliore e più esauriente: allo scopo la fig. 3, presenta uno
schizzo generale, approssimato, che mostra la possibile collocazione delle 4 bocche da fuoco, in un’ipotetica uniforme
disposizione, tenuto conto dei due soli ostacoli noti.
A titolo orientativo, sulla base della geometria ipotizzata
in fig. 3, si ricavano i valori delle seguenti misure:
- detti: me,i e ie,i le misure del merlo e dell’intermerlo, con
i pedici e, i che indicano le posizioni esterna ed interna;
detti De,i i diametri esterno della merlatura, e quello interno,
coincidente con quello della piazza;
- essendo De = 15,5 m; Di = 10,6 m
si ricavano i seguenti valori:
Alcune dimensioni approssimate del Torrione, elaborando uno
schizzo, in particolare il diametro della piazza risulta i 10,6 m.
Forio
che la garitta del soldato fosse per buona parte incassata nella merlatura, non migliora di molto la situazione.
La prima riflessione che può farsi, piena di non immediati
contenuti, è che i settori di provenienza di inavvertita temuta
minaccia fossero quelli occidentali, mentre alla scoperta in
quelli settentrionali provvedesse la guardiola di Zale, e da
meridione analoga funzione compisse il dispositivo panzese.
Si deve presumere che i lavori che vi eseguì il Maltese abbiano alterato lo stato della piazza: non potendo eliminare
il tambuccio di uscita, perché la sua funzione rimane inalterata, e facendo altrettanto per la garitta, per non turbare
il già precario equilibrio della merlatura, è probabile che la
32 La Rassegna d’Ischia n. 2/2013
15,5
ie = π · ----------- = 0,90 m ; me = 1,80 m
54
10,6
ie = π · ----------- = 0,62 m ; mi = 1,24 m
54
valori dai quali si ricava:
ie/ii = 0,90/0,62 = 1,45 con una svasatura di 5°
me/mi = 1,80/1,24 = 1,45 con una svasatura ovviamente
doppia.
Vincenzo Belli
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