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cannone senza rinculo tedesco da 75 lg
CANNONE SENZA RINCULO TEDESCO DA 75 L.G. arma per le truppe aviotrasportate ed impiegato per la prima volta nel 1941 a Creta. Dopo questa esperienza furono ap- CANNONE SENZA RINCULO TEDESCO DA 75 mm. L.G. (Leichtes Geschuts – cannone leggero) La seconda guerra mondiale vide l’affermarsi di armi dalle caratteristiche tecniche avanzatissime o di prototipi che erano stati inventati prima del conflitto , ma che non avevano ancora trovato la loro giusta collocazione. Fra queste armi c’era il cannone senza rinculo che a livello di sistema fu brevettato dall’inglese Davis nel 1910 ed ebbe un limitatissimo impiego nella Grande guerra. In seguito ci furono diversi tentativi per cercare di perfezionare il sistema di rinculo, ma solo i Tedeschi riuscirono a realizzare e dotare i propri reparti di un’arma con queste caratteristiche. Il pezzo poggiava su di un affusto leggero, trainabile su ruote anche da una motocicletta, e poteva essere scomposto in quattro parti divenendo, così, paracadutabile. Era noto che, per eliminare il rinculo, si dovessero lanciare pesi uguali in opposte direzioni a velocità identiche. Ne conseguiva che si poteva sparare un contro proiettile pesante la metà di quello principale ad una velocità doppia, o quadruplicare la velocità e ridurre il peso ad un quarto. La Krupp ottenne il suo scopo praticando un foro nell’otturatore ed inserendovi un “Venturi” ( un ugello ristretto che permetteva il flusso dei gas posteriormente all’arma). Il gas era fornito dalla carica di lancio, contenuta in una specie di bossolo di forma convenzionale, ma con il fondello costruito in uno spesso materiale plastico. Sistemando la granata nella canna, il bossolo veniva a trovarsi nella camera di scoppio, si chiudeva la culatta dietro di esso ed il “Venturi” veniva a trovarsi in corrispondenza del fondello. Un piccolo innesco era inserito in quest’ultimo ed un meccanismo di sparo a percussione era situato in un alloggiamento al centro del “venturi”. Quando il colpo era sparato, la pressione faceva partire il proiettile dalla canna e rompeva il fondello di plastica. Questo usciva attraverso il “Venturi” ed era seguito dal getto di gas della carica di lancio. La forma del “Venturi” faceva sì che il gas uscisse alla giusta velocità per ottenere la reazione desiderata al movimento in avanti della granata lungo la canna, pur facendo rimanere fermo il cannone. L’afflusso posteriore di gas era notevole tanto che la zona di pericolo posteriore era intorno ai 100 metri, severe istruzioni venivano date ai serventi per evitare pesanti danni fisici. Per i primi esemplari occorreva un quantitativo d’esplosivo di lancio cinque volte superiore di quello necessario per un corrispondente pezzo convenzionale e di questo un quinto serviva per la granata ed il resto per attenuare il rinculo. Non essendoci il rinculo l’affusto era leggerissimo, a doppia coda e con una gamba anteriore che rendeva il sostegno un stabile treppiede. Il cannone venne introdotto in servizio nel 1940 come portate delle modifiche, fra cui la sostituzione delle ruote a raggi con ruote piene a disco e fu rifatto l’otturatore in modo più convenzionale. Il cannone venne successivamente distribuito anche alle truppe da montagna e vista la sua grande versatilità, lo stato maggiore germanico ne fece costruire anche una versione da 105 mm.. CARATTERISTICHE Peso: 145 Kg. Proiettili usati: Alto esplosivo e carica cava Peso proiettili: 5,8 Kg. Velocità iniziale: 365 m/sec. Gittata massima: 6,6 Km. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. MACHINEPISTOLE MP 38/40 “SCHMEISSER” All’inizio della seconda guerra mondiale l’esercito tedesco era l’unico ad avere introdotto, in notevole numero, le pistole mitragliatrici. L’MP 38 nacque sulla base delle richieste dell’ Heereswaffenamt (ufficio degli armamenti) tedesco che richiedeva un’arma automatica compatta da utilizzare con i reparti corazzati e paracadutati. La Erma iniziò la progettazione dell’arma con i progettisti Berthold Geiger, Heinrich Vollmer e Hugo Schmeisser . Il progetto si concretizzò nel 1938 con l’MP 38 che fu subito adottato dall’esercito tedesco. L’arma era per quei tempi rivoluzionaria tanto da diventare il capostipite della seconda generazione delle pistole automatiche. La costruzione dell’arma era a dir poco innovativa, di basso costo e di semplicità progettuale che le consentiva una facile produzione con basso impiego di materiali. Il gruppo impugnatura che conteneva il congegno di scatto era in lega leggera con l’utilizzo di parti in materiale plastico, la culatta era semplicemente un tubo d’acciaio fresato a cui veniva avvitata la canna. Il calcio era ripiegabile e rendeva l’arma molto funzionale a seconda dell’utilizzo. Il funzionamento dello sparo era tradizionale e consisteva in una chiusura labile con inizio del ciclo di tiro a otturatore aperto. L’MP 38 era unicamente automatica ma la pressione sul grilletto e l’abilità del soldato consentivano facilmente raffiche di due o tre colpi e per i più esperti il colpo singolo. La versione successiva MP 40 era esteticamente analoga all’MP 38 e portava delle modifiche dovute alla penuria dei materiali ed in particolare l’impugnatura e scatola culatta in lamiera stampata. Furono fatte nel corso degli anni diverse modifiche e tra queste la versione con un doppio caricatore che consentiva una capacità di fuoco di 64 colpi per contrastare la maggiore potenza di fuoco del PPSh-41 russo. La bontà dell’arma le consentì di sopravvivere dopo la seconda guerra mondiale in vari eserciti e fino agli anni ’80 nell’esercito austriaco, norvegese ed israeliano (fino al 1956). Fu ampiamente utilizzata dalla guerriglia in tutti i paesi e recentemente in Jugoslavia. Quando fu distribuita all’esercito furono studiate delle tattiche di impiego che prevedevano l’utilizzo di una pistola mitragliatrice con due portatori che tiravano una carretta con le munizioni. Evidentemente l’esperienza della prima guerra mondiale non era stata ancora totalmente superata in quanto questo tipo di squadra era tipica nell’utilizzo delle mitragliatrici pesanti. Fu presto chiarito che l’arma doveva essere utilizzata a livello individuale e, pur mantenendo la squadra di tre persone, tutte furono dotate di pistola mitragliatrice. Tra i difetti possiamo ricordare che la prima versione, nel caso avesse preso un colpo cadendo, poteva arre- trare la massa battente dell’otturatore e far partire un colpo accidentale, problema risolto con la seconda versione che aveva un pulsante di blocco dell’otturatore. Altro inconveniente era la gittata che non superava i 100/150 metri essendo la munizione calibro 9 mm. Parabellum che era usata per le pistole e, quindi, con una potenza limitata. Partendo dalla riuscita formula dell’MP 38 molti paesi “copiarono” il progetto e nacquero: in Italia la PM Alberini (prodotta dalla Isotta Fraschini) e la OG 44 (prodotta da Armaguerra); in Gran Bretagna lo Sten; in USA la PM M3. CARATTERISTICHE TECNICHE Produttori: Haenel, Erma, Steyr e altri minori Caricatore: 32 colpi Alzo: regolabile 100/200 metri Lunghezza totale: 856 mm. a calcio esteso; 625 mm. a calcio ripiegato Peso: 3,7 Kg. Periodo fabbricazione: 1938 – 1945 Pezzi prodotti: oltre 1 milione Calibro: 9 mm. Parabellum Cadenza di tiro: 550 colpi al minuto CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. OPERAZIONE WESSER OPERAZIONE WESSER - L’INVASIONE DELLA DANIMARCA E DELLA NORVEGIA generale danese Pryor vorrebbe opporre resistenza, ma il re Cristiano X che già il giorno precedente si era rifiutato di firmare l’ordine di mobilitazione generale, lo ferma contenendo le perdite a circa tredici danesi morti e venti tedeschi feriti. Per tutto il conflitto i rapporti trai due paesi saranno ottimi, solo verso la fine inizierà la resistenza contro i tedeschi. L’occupazione della Norvegia viene studiata dal generale Nikolaus von Falkenhorst in cinque ore, così come richiesto da Hitler. Durante il processo di Norimberga il generale dichiarò che quando Hitler gli chiese il piano di invasione non sapeva neppure che forma avesse la Norvegia, tuttavia il piano piacque ad Hitler perché era estremamente semplice e prevedeva l’occupazione contemporanea di cinque grandi porti: Oslo, Stavanger, Bergen, Trondheim e Narvik. Il piano definitivo prevedeva l’utilizzo di una divisione per ogni porto ed un supplemento di altre due divisioni da montagna. Quando l’operazione inizia la Norvegia oppone solo una debole resistenza, a Narvik si svolge uno scontro tra due vecchie corazzate norvegesi, la Eisvold e la Norge, contro dieci cacciatorpediniere tedesche. La Eisvold viene affondata con dei siluri e la Norge pesantemente danneggiata. Alle otto del mattino Narvik è occupata da due battaglioni di soldati scesi dai cacciatorpediniere. Trondheim cade altrettanto velocemente e solo il vicino aeroporto resiste per due giorni. A Bergen le batterie portuali aprono il fuoco contro l’incrociatore tedesco Konigsberg causando notevoli danni, ma non riescono ad impedire lo sbarco delle truppe che occupano immediatamente la città. A Bergen, del tutto inaspettato, giunge il primo aiuto inglese con 15 caccia bombardieri della marina che affondano la Konigsber già danneggiata. Agli inglesi piace spesso fare da spettatore e lo dimostrano anche questa volta, in quanto, al largo di Bergen staziona una imponente formazione navale inglese che facilmente potrebbe avere ragione sulla formazione tedesca, ma la flotta non interviene per paura delle mine o di interventi delle Luftwaffe. L’eccesso di prudenza inglese e l’ardimento dei tedeschi che costellano tutta l’impresa in Norvegia si conclude con la vittoria dei più audaci. L’aereoporto di Sola viene occupato dai paracadutisti tedeschi permettendo alla luftwaffe di avere una base per bombardare le principali basi navali in Inghilterra. Prima della guerra la Germania importava dalla Svezia circa 11 milioni di tonnellate all’anno di materiale ferroso, due terzi dell’intero consumo tedesco. Nei mesi freddi quando il Baltico era impraticabile per il ghiaccio, questo materiale veniva convogliato per ferrovia dalla Svezia al porto norvegese di Narvirk e da qui trasportato via nave in Germania lungo le acque territoriali norvegesi. Una occupazione della Norvegia da parte delle truppe alleate avrebbe messo i tedeschi in seria difficoltà. Nel marzo del 1940 Hitler diramò le direttive per l’occupazione della Danimarca e della Norvegia. Il piano in codice venne definito “Esercitazione Wesser”. Alle 5,20 del 9 aprile 1940, mezz’ora prima dell’iniziodell’occupazione armata, i diplomatici tedeschi ad Oslo e Copenaghen presentarono ai rispettivi governi l’ultimatum con cui si imponeva di accettare senza condizioni la protezione del Reich. Il piano elaborato dai tedeschi prevedeva un’azione combinata contemporanea per entrambi i paesi. La Danimarca non oppose nessuna resistenza e l’occupazione fu del tutto indolore. La Norvegia, nonostante buoni agganci diplomatici con la Cancelleria tedesca, non si lasciò facilmente sopraffare ed iniziò la difesa del proprio territorio con tutte le sue forze. L’occupazione della Danimarca avviene con un solo battaglione di fanteria che, sbarcato da una nave entrata “tranquillamente” nel porto di Copenaghen dopo aver attraccato sul molo principale, occupa il palazzo del re ed il quartier generale dell’esercito. Soltanto il Segue pag. 20 CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. OPERAZIONE WESSER A Kristiansad, le batterie costiere martellano le navi tedesche e l’incrociatore Karlsruhe nel lasciare frettolosamente il porto viene affondato da un sommergibile inglese. A Oslo la città cade rapidamente, ma ci vorranno due mesi prima di sopprimere totalmente la resistenza. La flotta da sbarco non riesce ad entrare nel porto protetto da batterie da 280 mm. e dalle postazioni di siluri posizionate lungo il fiordo. L’incrociatore pesante tedesco Blucher viene affondato con la perdita di 1.600 uomini tra cui molti funzionari del nuovo governo e la corazzata tascabile Lutzof viene pesantemente danneggiata. Solo l’intervento delle truppe aero trasportate permette l’occupazione della città. L’occupazione fu complessivamente così rapida che la popolazione guardava incuriosita i soldati vestiti di grigio che dirigevano il traffico ai crocicchi. La campagna fu portata avanti dall’esercito tedesco con una incredibile esiguità di forze, circa 10.000 uomini e l’effetto sorpresa fu determinante per la vittoria. In Norvegia fu impiegato per la prima volta un battaglione di paracadutisti ed il risultato fu sorprendente. La Luftwaffe impiegò 800 aeroplani da combattimento e 250 aerei da trasporto infliggendo pesanti perdite al nemico tanto da indurlo, in alcune situazioni, alla resa. Gli alleati lasciarono completamente in mano tedesca la Norvegia; solo il 14 aprile effettuarono uno sbarco a Narvik con circa 20.000 uomini. Con grande fatica gli inglesi conquistarono la città il 27 maggio, ma la Francia stava per cadere ed il 7 giugno i britannici abbandonarono i norvegesi al loro destino. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. PUNTA STILO E TARANTO Dopo l’armistizio con la Francia, maturando la decisione di Mussolini di attaccare sul fronte libico, diventa preminente per la nostra marina il compito di proteggere i convogli verso l’Africa settentrionale. Dopo l’inizio delle ostilità i trasporti marittimi in Pirenaica sono limitati all’invio di armi e munizioni a Tobruk, per mezzo di sommergibili e cacciatorpediniere. Il 27 giugno 1940 uno di questi convogli viene scoperto da unità britanniche che affondano il cacciatorpediniere Espero. L’8 luglio la flotta italiana in forze dopo aver scortato un convoglio di 5 piroscafi con un carico di carri armati, autoblindo, carburante e mu- mancanza di coordinamento fra l’aeronautica e la marina italiana. I nostri aerei non solo non erano in grado di seguire lo svolgimento tattico di un combattimento navale per portare appoggio alle navi, ma non distinguevano neppure le unità italiane da quelle avversarie e bombardarono ripetutamente le nostre nevi, nonostante i ripetuti e disperati tentativi messi in atto dalle nostre unità per farsi riconoscere. L’Italia entrò in guerra senza aver addestrato i piloti con manovre aereonavali ed al combattimento congiunto fra le due armi. Il comandante in capo delle forze navali nel Mediterraneo scrisse, a proposito delle nostra aviazione: “Dopo aver sentito parlare della Regia Aeronautica, mi aspettavo di dover passare la maggior parte delle ore di luce respingendo forti attacchi di bombardieri; invece facemmo una curiosa esperienza. In realtà la squadra da battaglia non avvistò nizioni, salpa da Bengasi per rientrare nella base di Taranto. Avvistata dalla ricognizione aerea britannica, che ne seguiva i movimenti fin dal viaggio di andata, la nostra flotta subisce pesanti perdite da parte della Mediterranea Fleet verso le ore 16.00 del 9 luglio, al largo di punta Stilo in Calabria. Le forze in campo sono, per l’Italia: 2 navi da battaglia, 15 incrociatori e 16 cacciatorpediniere, per gli inglesi: 1 portaerei, 3 navi da battaglia, 5 incrociatori e 16 cacciatorpediniere. Durante la battaglia la corazzata Giulio Cesare venne colpita da un proiettile da 381 mm, sparato dalla Warspite, che attraversò il fumaiolo poppiero e andò ad esplodere sul ponte. Il proiettile, innescato dal- un solo apparecchio, quantunque si sia trascorsa la l'impatto con il fumaiolo, esplose senza penetrare nel gran parte di un giorno a 100 miglia al largo della coponte, limitando i danni; le schegge causarono l'incen- sta libica, e questo è molto incoraggiante”. dio di una riservetta per cannone antiaereo da 37 mm, causandone l'esplosione. I locali macchine vennero invasi dal fumo, costringendo l’equipaggio allo spegnimento di quattro delle otto caldaie. La velocità scese gradatamente a 18 nodi e la nave perse per circa 30 secondi l'energia elettrica costringendo la nave ad effettuare un giro completo. L’incrociatore Bolzano ricevette tre colpi diretti, uno dei quali causò il temporaneo malfunzionamento del timone, ma riuscì a mantenere la rotta; un cacciatorpediniere fu affondato. Gli inglesi non subirono affondamenti , ma solo il danneggiamento di un incrociatore e due cacciatorpediniere. Questa battaglia evidenziò in modo drammatico la CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. non sono mai stati dei grandi marinai! Dall’ottobre 1943 la Lutzow operò nel Baltico per appoggiare l’esercito di fronte all’avanzata russa. Colpita presso Swinemunde da 3 grosse bombe d’aereo inglesi (Tallboy da 6 tonnellate ciascuna), il 16 aprile 1945 si arenò e venne successivamente usata come batteria fissa, finchè il 4 maggio fu fatta saltare in aria. Il relitto, catturato dai Russi venne, tra il 1948 e il 1949, utilizzato come bersaglio per l’artiglieria e demolito. Della stessa classe di corazzate tascabili ricordiamo la Admiral Graf Spee e la Admiral Scheer. CORAZZATA TASCABILE DEUTSCHELAND Fu chiamata “ t a sc a b i l e ” p er scherzo ed ironia, perché aveva un dislocamento che era solo la metà e forse meno delle navi da battaglia esistenti presso le altre marine. In realtà la Germania era riuscita a costruire un’unità più potente, grazie ai cannoni da 280 mm. di tutte le navi da battaglia da 10.000 tonnellate delle altre flotte e più veloce di qualsiasi altra corazzata esistente con i suoi 26 nodi di velocità massima. Unici rivali temibili per una nave con queste caratteristiche e superiori per armamento e velocità erano tre incrociatori da battaglia inglesi e tre nipponici (solo per l’armamento). Il Deutschland nasceva dalle condizioni del trattato di Versailles (1919) che imponeva limiti alla flotta della perdente Germania nel campo delle corazzate oltre che di tutti gli altri armamenti. La costruzione della nave iniziò il 5 febbraio del 1929 nei cantieri Deutsche Werke di Kiel e venne varata il 19 maggio 1931 per essere ultimata il 1° aprile 1933. Il peso era stato così contenuto grazie all’impiego di leghe leggere e della saldatura elettrica e l’autonomia era eccezionale grazie all’utilizzo di motori diesel. Divenne la nave ammiraglia della flotta dal 1933 al 1936 e partecipò al controllo delle acque spagnole tra il 1936 ed il 1937. Durante questa missione fu colpita da due bombe sganciate da aerei spagnoli senza subire particolari danni. Nella sua prima missione di guerra nel 1939 al comando del capitano di vascello Wenneker affondò due mercantili degli Alleati. Al rientro dalla missione cambiò nome in Lutzow (a Hitler non piaceva che una nave che portasse il nome Deutscehald potesse essere affondata) e nell’aprile del 1940 combattè per l’occupazione della Norvegia. Venne silurata dal sommergibile britannico Spearfish, subendo l’asportazione di tutta la poppa e imbarcando conseguentemente 1.300 tonnellate d’acqua; mentre era in riparazione a Kiel fu colpita da una bomba d’aereo. La vita della nave non fu mai facile: una volta riparata iniziò ad attaccare i convogli nell’Atlantico e fu nuovamente silurata il 13 giugno 1941. Fu ricoverata a Narvik, ma, mentre si preparava a riprendere il mare per intercettare un convoglio, andò ad arenarsi e tornò in cantiere. Al comando del capitano di vascello Stange andò al nord e con l’incrociatore Hipper e sei cacciatorpediniere attaccò un convoglio nel mare di Barents: gli inglesi perdettero un caccia ed un dragamine ma salvarono l’intero convoglio, i tedeschi persero un caccia e l’Hipper fu danneggiato. I tedeschi CARATTERISTICHE TECNICHE Dislocamento: 10.000 tonnellate (ufficiale) standard 13.600 tonn. Lunghezza: 186 metri Larghezza: 21,65 metri Immersione: da 5,80 metri a 7,34 metri Apparato motore: 8 motori diesel MAN per 54.000 HP, due eliche Autonomia: 19.000 miglia a 15 nodi, 9.000 miglia a 20 nodi Combustibile: 3.500 tonnellate Armamento: 6 cannoni da 280/54, 8 cannoni da 150/55, 6 cannoni AA da 88/45, 8 mitragliatrici AA da 37,10 mm, 26 mitragliatrici da 20 mm. e 8 tubi lanciasiluri da 533mm. Aerei: 2 ricognitori Arado 96 e 1 catapulta Equipaggio: 30 ufficiali, 921 marinai CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. ne di caccia notturno equipaggiato con scarichi protetti per smorzare le fiamme e piccoli riflettori sub alari ed apparato radio, ma non avendo nessuna strumentazione a bordo (radar) la caccia era veramente impossibile. Durante la Battaglia d’Inghilterra il Duce, per contribuire alla vittoria finale, mandò anche una squadriglia di Cr 42 che, ovviamente, avevano qualche difficoltà contro gli Hurricane e gli Spitfire inglesi. Un Cr 42 atterrò durante i combattimenti per un guasto meccanico sulla costa inglese e lo si può oggi ammirare nel museo della Royal Air Force a Londra nel settore riservato alla Battaglia d’Inghilterra, unitamente ad altre glorie tedesche ed inglesi in perfette condizioni. FIAT CR 42 “FALCO”: L’ULTIMO BIPLANO Progettato da Celestino Rosatelli dopo la fortunata esperienza del Fiat Cr 32 (uno degli aerei con caratteristiche acrobatiche fuori dal normale e protagonista della guerra civile spagnola) il Falco non può definirsi un suo successore diretto. Totalmente ridisegnato, dotato di un motore più potente e con delle linee più moderne, nacque in ritardo rispetto a quello che altri progettisti stavano sviluppando su aerei mono ala negli anni trenta. Il primo volo del prototipo, guidato dal comandante Valentino Cus, ebbe luogo a Torino il 23 maggio 1938 e subito la Regia Aeronautica ne ordinò 200 esemplari. Tra il 1938 ed il 1943 ne furono costruiti complessivamente 1.580 esemplari e la Fiat continuò a produrre il biplano anche quando in Italia si producevano i monoplani di nuova generazione. Il Falco ebbe inizialmente un buon successo commerciale, venne venduto in Belgio, Ungheria e Svezia, senza contare che verso la fine della guerra venne utilizzato anche dalla Luftwaffe in Italia in missioni di appoggio alle truppe. Tra le varie versioni la più potente e, ovviamente, quella costruita in pochi esemplari, fu quella dotata di motore tedesco da 1.010 Hp che portava la velocità da 430 Km/h a 520 Km/h ad una quota di 10.600 metri. I Cr 42 furono aeroplani retrogradi come i Gladiators inglesi che pur rappresentando il Top della formula del biplano arrivavano troppo in ritardo rispetto alle evoluzioni degli aeroplani da caccia. Furono impiegati dalla Regia Aeronautica su tutti i fronti con l’eccezione della Russia ed operarono come caccia bombardieri leggeri, caccia di scorta ed aerei d’assalto. Si fecero onore, anche grazie all’abilità dei nostri piloti, in tutti i ruoli , ma quando si dovevano confrontare con i monoplani il confronto era impossibile. In Grecia ed in Africa operarono con buoni successi nell’ambito delle versioni caccia bombardiere. Operarono anche contro le navi tuffandosi in picchiata e sperando nella fortuna. Fu tentata anche una versio- CARATTERISTICHE TECNICHE Apertura alare superiore : 9,70 metri Apertura alare inferiore: 6,60 metri Lunghezza: 8,30 metri Motore: Fiat A.74 da 840 HP Peso a vuoto: 1.660 Kg. Armamento: 2 mitragliatrici Safat da 12,7 mm. + 2 bombe da 100 Kg. Autonomia: 780 Km (1000 Km con serbatoi supplementari) Velocità massima: 430 Km/h a 6.000 metri CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. PORTFOLIO VAL BADIA 2007 CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. PORTFOLIO VAL BADIA 2007 CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. RADUNO DI DOLZAGO In data 23 settembre scorso si è svolta la 2° edizione del ritrovo/raduno nel Comune di Dolzago in provincia di Lecco, in concomitanza con la settimana dedicata allo sport e spettacolo. Al ritrovo si sono presentati, fra soci del Club Veicoli Militari Storici ed alcuni amici, circa 30 veicoli. Dopo le iscrizioni partenza per il giro tra strade asfaltate e sterrate in mezzo al bosco, prima sosta durante il tragitto dove il Comune di Dolzago ha omaggiato tutti i proprietari dei veicoli partecipanti con una valigetta contenente prodotti offerti da ditte locali. Giunti nel Comune di Colle Brianza ci è stato offerto dal Sindaco, al quale va il nostro ringraziamento, un ricco aperitivo, al termine del quale ci siamo incolonnati alla volta di Dolzago per il pranzo (sempre offerto dal Comune). Nel pomeriggio è stato percorso un breve tratto di sterrato nei boschi e, quindi, rientro in paese per i saluti. Un ringraziamento speciale va dato all’Assessore Sig. Corti e al Sindaco Sig. Panzeri per l’accoglienza che ci hanno riservato. Ci dispiace e ne chiediamo ancora scusa per l’inconveniente che si è presentato per la visita della sagra del Comune di Consonno, dove eravamo attesi, ma dove, purtroppo, per problemi di traffico, non siamo potuti giungere. Da parte delle Autorità Comunali ci è stato dato appuntamento al prossimo anno, al quale vedremo di non mancare. DIEGO MOLTENI CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. LA PROPOSTE DEL CVMS IL NUOVO MUSEO: “LA MOTORIZZAZIONE MILITARE Cari Soci, il nostro Club sta progettando, insieme al Museo dell’Adamello, un nuovo sito museale con tema “La Motorizzazione Militare”. L’iniziativa, grazie agli accreditamenti che ha il Museo dell’Adamello, ci permetterà di poter realizzare, in tempi ragionevoli, un sito di un migliaio di metri quadrati, con una pista di prova per i veicoli. Ma soprattutto ci darà la possibilità di poter contattare sia il nostro Esercito, che altri musei, per concordare la messa a disposizione, in comodato gratuito, di veicoli ruotati, cingolati ed artiglierie. L’idea è di tenere funzionante il materiale e poterlo utilizzare durante le manifestazioni oltre che nella pista attigua al nuovo Museo. In questi anni abbiamo spesso sentito la necessità da parte dei soci di poter “parcheggiare” alcuni loro mezzi, in quanto il numero e le dimensioni degli stessi non permettevano una facile e non costosa ubicazione. L’occasione di poter avere una sede museale ci permette di valutare questa possibilità mettendo alcuni dei nostri veicoli, magari i più ingombranti, nel Museo e poterli ritirare con un preavviso ragionevole, indicativamente una settimana, senza nessuna spesa. Il Museo avrà locazione nella Provincia di Varese e verrà organizzato, nel suo piccolo, come i migliori mu- sei di mezzi militari. L’iniziativa parte dal nostro Club e sarebbe importante, per la buona riuscita del progetto, la Vostra disponibilità ad esporre i veicoli che, come già accennato, potranno essere ritirati per le manifestazioni in qualsiasi momento. Per maggiori informazioni potete contattare la sede del Club o Enrico Paggi 347 1590188 Il Consiglio Direttivo GITA A ROMA E LATINA Il Consiglio Direttivo del 3 ottobre 2007 ha deliberato di organizzare per i Soci del CVMS, su proposta del Consigliere Enrico Paggi, una gita a Roma e Latina in pullman, con visita al Museo della Cecchignola ed a Piana delle Orme. Per questioni organizzative la gita viene programmata indicativamente per i giorni 11,12 e 13 aprile 2008. I Soci interessati devono dare conferma alla sede del Club entro la prima quindicina di gennaio 2008, unitamente ad un anticipo di euro 200,00 a persona. Il costo stimato dovrebbe aggirarsi intorno a euro 350,00/400,00 a persona, tutto compreso (viaggio in pullman, pasti, pernottamenti ed ingresso nei musei) per un minimo 35 adesioni. Qualora le adesioni fossero inferiori la gita verrà annullata. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. FIAT CR 42 “FALCO” SCHWIMMWAGEN 166 CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. LAINATE 2007 DOLZAGO 2007 CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. CVMS E FAI IL CVMS ACCOMPAGNA I SOCI DEL FAI A VISITARE LA LINEA CADORNA Il nostro Club cresce ogni giorno di più e lo si vede dalle tante iniziative interessanti e di immagine a cui partecipano i nostri soci, grazie anche agli inviti ricevuti da Prefetture, Comuni e da prestigiose associazioni, come in questo caso il FAI (Fondo Ambiente Italiano). L’associazione che conserva numerose dimore storiche sul territorio nazionale ci ha infatti invitati ad accompagnare i propri iscritti (una cinquantina) alla visita della linea Cadorna , dal nostro Club già rivalutata e pubblicizzata in occasione del raduno del 2 giugno scorso, dove ben 67 equipaggi avevano percorso l’itinerario capitanati dall’ormai famoso curatore delle fortificazioni Sandro Tasselli. La gita è iniziata alle dieci di mattina con una festosa comitiva entusiasta dall’idea di salire sulle nostre “vecchie signore”. I soliti e sempre disponibili soci avevano portato due Dodge WC51, una Willys ed un Pinzgauer a tre assi e, dopo qualche problema nella salita sui mezzi per i più anziani, la gita è iniziata. All’ora di pranzo il sindaco di Marzio ha ringraziato il FAI ed il CVMS per aver aiutato a valorizzare la zona e la linea Cadorna, patrimonio da conservare e da far conoscere. Alle 18.00, con un po’ di malincuore, gli amici del FAI e la responsabile provinciale ci hanno lasciati con l’augurio di poter organizzare il prossimo anno una visita con i nostri mezzi alle ville da loro gestite di tutta la provincia. Per chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni sul FAI: www.fondoambiente.it LOMAZZO 2007 CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. 2° RADUNO UNUCI VEICOLI MILITARI STORICI CERCO, COMPRO, SCAMBIO CERCO: Gaz 69 AM In coda alla manifestazione, domenica mattina MBPRC (5) 25/77 spalleggiabile l’automezzo Fiat AR 59 del sottoscritto ricevuto Cercoha antenna radio per Willys apparecchio oppure Jeep M38telefonare A1 allo 004191 6471188 l’onore di portare la bandiera [email protected] e il gonfalone Cerco telo per AR VW 51—Angelo Bosio, per contatti: [email protected] Kübelwagen del Comune di Palazzago, aprendo la sfilata deinuovo parteCompro carrello traino militare solo se con documentazione che ne consenta l’utilizzo in . cipanti e degli organizzatori alla gara in divisa militare strada - Marcello Bersani Cell. 3462444486 : [email protected] per le strade del centro bergamasco, a Cerco cui vanno tutti idal 43 al 45 da restaurare anche in pessime condizioni. Cell 333 4795991, mail Jeep Willys nostri ringraziamenti per l’ospitalità [email protected], il senso civico gradite foto. Ho appena un autocarro tedesco della 2^ guerra mondiale che ha ancora i docudimostrato. Un ringraziamento particolare agli recuperato amici tedeschi del '43. Luca 328-3048014 . del CVMS (www.cvms.it) che hannomenti partecipato nuCerco una Jeep Willys mb (vera occasione), gradirei eventuali foto, mail [email protected] merosi come sempre in queste occasioni. cell.:338-8940152 ore pasti VENDO: ten. (r) Rodolfo Guarnieri Bellissima AR59 campagnola ex militare verde oliva, con documenti e targhe in regola, da poco responsabile Gruppo veicoli storicicolore militari restaurata, gommata nuova, batterie nuove, raro modello diesel con documentazione fiat e del museo storico Unuci Lombardia della motorizzazione militare di Roma. 8.000 euro. Per informazioni 328-6815060; www.unucilombardia.org Moto carrelli da montagna Fresia mod. 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NUMERI UTILI: CLUB VEICOLI MILITARI STORICI VIA RONCAIA 4 — 22070 OLTRONA DI SAN MAMETTE (CO) SEDE TEL. 031891687 / 031933663 — FAX 0313530453 Sito www.cvms.it - e-mail: [email protected]—[email protected] - [email protected] Presidente: Cosimo Prototipo: 3355925974 Vice Presidente: Walter Secco: 3355949582; Consiglieri: Cesare Spinardi : 031933663; Diego Molteni: 0362230071; Enrico Paggi : 3471590188 Federico Dell’Orto: 3472338975; Giorgio Fanfani: 3381949005—03626255380 Commissari Club per ASI: Auto: - Andrea Uberti: 3382397394; - Giorgio Cavenaghi (Fiat Campagnola): 029370241 Moto: - Diego Molteni: 3400630710 / 0362230071 Segreteria: Giorgio Fanfani: Tel. 3381949005 Fax 0313530453 Responsabile Svizzera: Michele Torriani: 0041916471188. CLUB CLUB VEICOLI VEICOLI MILITARI MILITARI STORICI STORICI M.A.B. M.A.B. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI M.A.B. CLUB VEICOLI MILITARI STORICI VAL BADIA 2007