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cannone senza rinculo tedesco da 75 lg

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cannone senza rinculo tedesco da 75 lg
CANNONE SENZA RINCULO TEDESCO DA 75 L.G.
arma per le truppe aviotrasportate ed impiegato per la prima
volta nel 1941 a Creta. Dopo
questa esperienza furono ap-
CANNONE SENZA RINCULO TEDESCO DA 75 mm.
L.G.
(Leichtes Geschuts – cannone leggero)
La seconda guerra mondiale vide l’affermarsi di armi dalle caratteristiche tecniche avanzatissime o di prototipi che
erano stati inventati prima del conflitto , ma che non avevano ancora trovato la loro giusta collocazione. Fra queste armi c’era il cannone senza rinculo che a livello di
sistema fu brevettato dall’inglese Davis nel 1910 ed ebbe
un limitatissimo impiego nella Grande guerra.
In seguito ci furono diversi tentativi per cercare di perfezionare il sistema di rinculo, ma solo i Tedeschi riuscirono a realizzare e dotare i propri reparti di un’arma con
queste caratteristiche.
Il pezzo poggiava su di un affusto leggero, trainabile su
ruote anche da una motocicletta, e poteva essere scomposto in quattro parti divenendo, così, paracadutabile.
Era noto che, per eliminare il rinculo, si dovessero lanciare pesi uguali in opposte direzioni a velocità identiche. Ne
conseguiva che si poteva sparare un contro proiettile pesante la metà di quello principale ad una velocità doppia,
o quadruplicare la velocità e ridurre il peso ad un quarto.
La Krupp ottenne il suo scopo praticando un foro
nell’otturatore ed inserendovi un “Venturi” ( un ugello
ristretto che permetteva il flusso dei gas posteriormente
all’arma). Il gas era fornito dalla carica di lancio, contenuta in una specie di bossolo di forma convenzionale, ma
con il fondello costruito in uno spesso materiale plastico.
Sistemando la granata nella canna, il bossolo veniva a
trovarsi nella camera di scoppio, si chiudeva la culatta
dietro di esso ed il “Venturi” veniva a trovarsi in corrispondenza del fondello. Un piccolo innesco era inserito in
quest’ultimo ed un meccanismo di sparo a percussione era
situato in un alloggiamento al centro del “venturi”. Quando il colpo era sparato, la pressione faceva partire il
proiettile dalla canna e rompeva il fondello di plastica.
Questo usciva attraverso il “Venturi” ed era seguito dal
getto di gas della carica di lancio. La forma del “Venturi”
faceva sì che il gas uscisse alla giusta velocità per ottenere la reazione desiderata al movimento in avanti della granata lungo la canna, pur facendo rimanere fermo il cannone. L’afflusso posteriore di gas era notevole tanto che la
zona di pericolo posteriore era intorno ai 100 metri, severe istruzioni venivano date ai serventi per evitare pesanti
danni fisici. Per i primi esemplari occorreva un quantitativo d’esplosivo di lancio cinque volte superiore di quello
necessario per un corrispondente pezzo convenzionale e
di questo un quinto serviva per la granata ed il resto per
attenuare il rinculo. Non essendoci il rinculo l’affusto era
leggerissimo, a doppia coda e con una gamba anteriore
che rendeva il sostegno un stabile treppiede.
Il cannone venne introdotto in servizio nel 1940 come
portate delle modifiche, fra cui la sostituzione delle ruote
a raggi con ruote piene a disco e fu rifatto l’otturatore in
modo più convenzionale. Il cannone venne successivamente distribuito anche alle truppe da montagna e vista la
sua grande versatilità, lo stato maggiore germanico ne
fece costruire anche una versione da 105 mm..
CARATTERISTICHE
Peso: 145 Kg.
Proiettili usati: Alto esplosivo e carica cava
Peso proiettili: 5,8 Kg.
Velocità iniziale: 365 m/sec.
Gittata massima: 6,6 Km.
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.A.B.
MACHINEPISTOLE MP 38/40 “SCHMEISSER”
All’inizio della seconda guerra mondiale l’esercito
tedesco era l’unico ad avere introdotto, in notevole
numero, le pistole mitragliatrici. L’MP 38 nacque sulla base delle richieste dell’ Heereswaffenamt (ufficio
degli armamenti) tedesco che richiedeva un’arma automatica compatta da utilizzare con i reparti corazzati
e paracadutati. La Erma iniziò la progettazione
dell’arma con i progettisti Berthold Geiger, Heinrich
Vollmer e Hugo Schmeisser . Il progetto si concretizzò nel 1938 con l’MP 38 che fu subito adottato
dall’esercito tedesco. L’arma era per quei tempi rivoluzionaria tanto da diventare il capostipite della seconda generazione delle pistole automatiche. La costruzione dell’arma era a dir poco innovativa, di basso
costo e di semplicità progettuale che le consentiva una
facile produzione con basso impiego di materiali. Il
gruppo impugnatura che conteneva il congegno di
scatto era in lega leggera con l’utilizzo di parti in materiale plastico, la culatta era semplicemente un tubo
d’acciaio fresato a cui veniva avvitata la canna. Il calcio era ripiegabile e rendeva l’arma molto funzionale
a seconda dell’utilizzo. Il funzionamento dello sparo
era tradizionale e consisteva in una chiusura labile
con inizio del ciclo di tiro a otturatore aperto. L’MP
38 era unicamente automatica ma la pressione sul grilletto e l’abilità del soldato consentivano facilmente
raffiche di due o tre colpi e per i più esperti il colpo
singolo. La versione successiva MP 40 era esteticamente analoga all’MP 38 e portava delle modifiche
dovute alla penuria dei materiali ed in particolare
l’impugnatura e scatola culatta in lamiera stampata.
Furono fatte nel corso degli anni diverse modifiche e
tra queste la versione con un doppio caricatore che
consentiva una capacità di fuoco di 64 colpi per contrastare la maggiore potenza di fuoco del PPSh-41 russo. La bontà dell’arma le consentì di sopravvivere dopo la seconda guerra mondiale in vari eserciti e fino
agli anni ’80 nell’esercito austriaco, norvegese ed israeliano (fino al 1956). Fu ampiamente utilizzata dalla
guerriglia in tutti i paesi e recentemente in Jugoslavia.
Quando fu distribuita all’esercito furono studiate delle
tattiche di impiego che prevedevano l’utilizzo di una
pistola mitragliatrice con due portatori che tiravano
una carretta con le munizioni. Evidentemente
l’esperienza della prima guerra mondiale non era stata
ancora totalmente superata in quanto questo tipo di
squadra era tipica nell’utilizzo delle mitragliatrici pesanti. Fu presto chiarito che l’arma doveva essere utilizzata a livello individuale e, pur mantenendo la squadra di tre persone, tutte furono dotate di pistola mitragliatrice.
Tra i difetti possiamo ricordare che la prima versione,
nel caso avesse preso un colpo cadendo, poteva arre-
trare la massa battente
dell’otturatore e far partire un colpo accidentale,
problema risolto con la
seconda versione che aveva un pulsante di blocco
dell’otturatore. Altro inconveniente era la gittata
che non superava i 100/150 metri essendo la munizione calibro 9 mm.
Parabellum che era usata
per le pistole e, quindi,
con una potenza limitata.
Partendo dalla riuscita formula dell’MP 38 molti paesi
“copiarono” il progetto e nacquero: in Italia
la PM Alberini (prodotta dalla Isotta Fraschini) e la
OG 44 (prodotta da Armaguerra); in Gran Bretagna lo
Sten; in USA la PM M3.
CARATTERISTICHE TECNICHE
Produttori: Haenel, Erma, Steyr e altri minori
Caricatore: 32 colpi
Alzo: regolabile 100/200 metri
Lunghezza totale: 856 mm. a calcio esteso; 625 mm. a
calcio ripiegato
Peso: 3,7 Kg.
Periodo fabbricazione: 1938 – 1945
Pezzi prodotti: oltre 1 milione
Calibro: 9 mm. Parabellum
Cadenza di tiro: 550 colpi al minuto
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M.A.B.
OPERAZIONE WESSER
OPERAZIONE WESSER - L’INVASIONE DELLA DANIMARCA E DELLA NORVEGIA
generale danese Pryor vorrebbe opporre resistenza, ma il re Cristiano X
che già il giorno precedente si era
rifiutato di firmare l’ordine di mobilitazione generale, lo ferma contenendo le perdite a
circa tredici danesi morti e venti tedeschi feriti. Per
tutto il conflitto i rapporti trai due paesi saranno ottimi, solo verso la fine inizierà la resistenza contro i
tedeschi.
L’occupazione della Norvegia viene studiata dal generale Nikolaus von Falkenhorst in cinque ore, così come richiesto da Hitler. Durante il processo di Norimberga il generale dichiarò che quando Hitler gli chiese
il piano di invasione non sapeva neppure che forma
avesse la Norvegia, tuttavia il piano piacque ad Hitler
perché era estremamente semplice e prevedeva
l’occupazione contemporanea di cinque grandi porti:
Oslo, Stavanger, Bergen, Trondheim e Narvik. Il piano definitivo prevedeva l’utilizzo di una divisione per
ogni porto ed un supplemento di altre due divisioni da
montagna. Quando l’operazione inizia la Norvegia
oppone solo una debole resistenza, a Narvik si svolge
uno scontro tra due vecchie corazzate norvegesi, la
Eisvold e la Norge, contro dieci cacciatorpediniere
tedesche. La Eisvold viene affondata con dei siluri e la
Norge pesantemente danneggiata. Alle otto del mattino Narvik è occupata da due battaglioni di soldati scesi dai cacciatorpediniere. Trondheim cade altrettanto
velocemente e solo il vicino aeroporto resiste per due giorni. A
Bergen le batterie portuali aprono
il fuoco contro l’incrociatore tedesco Konigsberg causando notevoli
danni, ma non riescono ad impedire lo sbarco delle truppe che occupano immediatamente la città. A
Bergen, del tutto inaspettato, giunge il primo aiuto inglese con 15
caccia bombardieri della marina
che affondano la Konigsber già
danneggiata. Agli inglesi piace
spesso fare da spettatore e lo dimostrano anche questa volta, in
quanto, al largo di Bergen staziona
una imponente formazione navale
inglese che facilmente potrebbe
avere ragione sulla formazione
tedesca, ma la flotta non interviene per paura delle
mine o di interventi delle Luftwaffe. L’eccesso di prudenza inglese e l’ardimento dei tedeschi che costellano tutta l’impresa in Norvegia si conclude con la vittoria dei più audaci. L’aereoporto di Sola viene occupato dai paracadutisti tedeschi permettendo alla luftwaffe di avere una base per bombardare le principali basi
navali in Inghilterra.
Prima della guerra la Germania importava dalla Svezia circa 11 milioni di tonnellate all’anno di materiale
ferroso, due terzi dell’intero consumo tedesco. Nei
mesi freddi quando il Baltico era impraticabile per il
ghiaccio, questo materiale veniva convogliato per ferrovia dalla Svezia al porto norvegese di Narvirk e da
qui trasportato via nave in Germania lungo le acque
territoriali norvegesi.
Una occupazione della Norvegia da parte delle truppe
alleate avrebbe messo i tedeschi in seria difficoltà. Nel
marzo del 1940 Hitler diramò le direttive per
l’occupazione della Danimarca e della Norvegia. Il
piano in codice venne definito “Esercitazione Wesser”.
Alle 5,20 del 9 aprile 1940, mezz’ora prima
dell’iniziodell’occupazione armata, i diplomatici tedeschi ad Oslo e Copenaghen presentarono ai rispettivi
governi l’ultimatum con cui si imponeva di accettare
senza condizioni la protezione del Reich. Il piano elaborato dai tedeschi prevedeva un’azione combinata
contemporanea per entrambi i paesi. La Danimarca
non oppose nessuna resistenza e l’occupazione fu del
tutto indolore. La Norvegia, nonostante buoni agganci
diplomatici con la Cancelleria tedesca, non si lasciò
facilmente sopraffare ed iniziò la difesa del proprio
territorio con tutte le sue forze.
L’occupazione della Danimarca avviene con un solo
battaglione di fanteria che, sbarcato da una nave entrata “tranquillamente” nel porto di Copenaghen dopo
aver attraccato sul molo principale, occupa il palazzo
del re ed il quartier generale dell’esercito. Soltanto il Segue pag. 20
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OPERAZIONE WESSER
A Kristiansad, le batterie costiere martellano le navi
tedesche e l’incrociatore Karlsruhe nel lasciare frettolosamente il porto viene affondato da un sommergibile
inglese. A Oslo la città cade rapidamente, ma ci vorranno due mesi prima di sopprimere totalmente la resistenza. La flotta da sbarco non riesce ad entrare nel
porto protetto da batterie da 280 mm. e dalle postazioni di siluri posizionate lungo il fiordo. L’incrociatore
pesante tedesco Blucher viene affondato con la perdita
di 1.600 uomini tra cui molti funzionari del nuovo governo e la corazzata tascabile Lutzof viene pesantemente danneggiata. Solo l’intervento delle truppe aero
trasportate permette l’occupazione della città.
L’occupazione fu complessivamente così rapida che la
popolazione guardava incuriosita i soldati vestiti di
grigio che dirigevano il traffico ai crocicchi.
La campagna fu portata avanti dall’esercito tedesco
con una incredibile esiguità di forze, circa 10.000 uomini e l’effetto sorpresa fu determinante per la vittoria. In Norvegia fu impiegato per la prima volta un
battaglione di paracadutisti ed il risultato fu sorprendente. La Luftwaffe impiegò 800 aeroplani da combattimento e 250 aerei da trasporto infliggendo pesanti
perdite al nemico tanto da indurlo, in alcune situazioni, alla resa. Gli alleati lasciarono completamente in
mano tedesca la Norvegia; solo il 14 aprile effettuarono uno sbarco a Narvik con circa 20.000 uomini. Con
grande fatica gli inglesi conquistarono la città il 27
maggio, ma la Francia stava per cadere ed il 7 giugno
i britannici abbandonarono i norvegesi al loro destino.
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PUNTA STILO E TARANTO
Dopo l’armistizio con la Francia, maturando
la decisione di Mussolini di attaccare sul fronte
libico, diventa preminente per la nostra marina il compito di proteggere i convogli verso l’Africa settentrionale. Dopo l’inizio delle ostilità i trasporti marittimi in
Pirenaica sono limitati all’invio di armi e munizioni a
Tobruk, per mezzo di sommergibili e cacciatorpediniere. Il 27 giugno 1940 uno di questi convogli viene
scoperto da unità britanniche che affondano il cacciatorpediniere Espero. L’8 luglio la flotta italiana in forze dopo aver scortato un convoglio di 5 piroscafi con
un carico di carri armati, autoblindo, carburante e mu-
mancanza di coordinamento fra l’aeronautica e
la marina italiana. I nostri aerei non solo non
erano in grado di seguire lo svolgimento tattico di un
combattimento navale per portare appoggio alle navi,
ma non distinguevano neppure le
unità italiane da
quelle avversarie e
bombardarono ripetutamente le nostre
nevi, nonostante i
ripetuti e disperati
tentativi messi in
atto dalle nostre
unità per farsi riconoscere.
L’Italia entrò in guerra senza aver addestrato i piloti
con manovre aereonavali ed al combattimento congiunto fra le due armi. Il comandante in capo delle
forze navali nel Mediterraneo scrisse, a proposito delle nostra aviazione: “Dopo aver sentito parlare della
Regia Aeronautica, mi aspettavo di dover passare la
maggior parte delle ore di luce respingendo forti attacchi di bombardieri; invece facemmo una curiosa esperienza. In realtà la squadra da battaglia non avvistò
nizioni, salpa da Bengasi per rientrare nella base di
Taranto. Avvistata dalla ricognizione aerea britannica,
che ne seguiva i movimenti fin dal viaggio di andata,
la nostra flotta subisce pesanti perdite da parte della
Mediterranea Fleet verso le ore 16.00 del 9 luglio, al
largo di punta Stilo in Calabria. Le forze in campo
sono, per l’Italia: 2 navi da battaglia, 15 incrociatori e
16 cacciatorpediniere, per gli inglesi: 1 portaerei, 3
navi da battaglia, 5 incrociatori e 16 cacciatorpediniere. Durante la battaglia la corazzata Giulio Cesare
venne colpita da un proiettile da 381 mm, sparato dalla Warspite, che attraversò il fumaiolo poppiero e andò ad esplodere sul ponte. Il proiettile, innescato dal- un solo apparecchio, quantunque si sia trascorsa la
l'impatto con il fumaiolo, esplose senza penetrare nel gran parte di un giorno a 100 miglia al largo della coponte, limitando i danni; le schegge causarono l'incen- sta libica, e questo è molto incoraggiante”.
dio di una riservetta per cannone antiaereo da 37 mm,
causandone l'esplosione. I locali macchine vennero
invasi dal fumo, costringendo l’equipaggio allo spegnimento di quattro delle otto caldaie. La velocità scese gradatamente a 18 nodi e la nave perse per circa 30
secondi l'energia elettrica costringendo la nave ad effettuare un giro completo. L’incrociatore Bolzano
ricevette tre colpi diretti, uno dei quali causò il temporaneo malfunzionamento del timone, ma riuscì a mantenere la rotta; un cacciatorpediniere fu affondato. Gli
inglesi non subirono affondamenti , ma solo il danneggiamento di un incrociatore e due cacciatorpediniere.
Questa battaglia evidenziò in modo drammatico la
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non sono mai stati dei grandi marinai! Dall’ottobre 1943 la Lutzow operò nel Baltico per appoggiare l’esercito di fronte
all’avanzata russa. Colpita presso Swinemunde da 3
grosse bombe d’aereo inglesi (Tallboy da 6 tonnellate
ciascuna), il 16 aprile 1945 si arenò e venne successivamente usata come batteria fissa, finchè il 4 maggio
fu fatta saltare in aria. Il relitto, catturato dai Russi
venne, tra il 1948 e il 1949, utilizzato come bersaglio
per l’artiglieria e demolito.
Della stessa classe di corazzate tascabili ricordiamo la
Admiral Graf Spee e la Admiral Scheer.
CORAZZATA TASCABILE DEUTSCHELAND
Fu
chiamata
“ t a sc a b i l e ”
p er
scherzo ed ironia,
perché aveva un dislocamento che era
solo la metà e forse
meno delle navi da
battaglia esistenti
presso le altre marine. In realtà la Germania era riuscita a costruire
un’unità più potente, grazie ai cannoni da 280 mm. di
tutte le navi da battaglia da 10.000 tonnellate delle
altre flotte e più veloce di qualsiasi altra corazzata esistente con i suoi 26 nodi di velocità massima. Unici
rivali temibili per una nave con queste caratteristiche e
superiori per armamento e velocità erano tre incrociatori da battaglia inglesi e tre nipponici (solo per
l’armamento). Il Deutschland nasceva dalle condizioni
del trattato di Versailles (1919) che imponeva limiti
alla flotta della perdente Germania nel campo delle
corazzate oltre che di tutti gli altri armamenti. La costruzione della nave iniziò il 5 febbraio del 1929 nei
cantieri Deutsche Werke di Kiel e venne varata il 19
maggio 1931 per essere ultimata il 1° aprile 1933. Il
peso era stato così contenuto grazie all’impiego di leghe leggere e della saldatura elettrica e l’autonomia
era eccezionale grazie all’utilizzo di motori diesel.
Divenne la nave ammiraglia della flotta dal 1933 al
1936 e partecipò al controllo delle acque spagnole tra
il 1936 ed il 1937. Durante questa missione fu colpita
da due bombe sganciate da aerei spagnoli senza subire
particolari danni. Nella sua prima missione di guerra
nel 1939 al comando del capitano di vascello Wenneker affondò due mercantili degli Alleati.
Al rientro dalla missione cambiò nome in Lutzow (a
Hitler non piaceva che una nave che portasse il nome
Deutscehald potesse essere affondata) e nell’aprile del
1940 combattè per l’occupazione della Norvegia.
Venne silurata dal sommergibile britannico Spearfish,
subendo l’asportazione di tutta la poppa e imbarcando
conseguentemente 1.300 tonnellate d’acqua; mentre
era in riparazione a Kiel fu colpita da una bomba
d’aereo. La vita della nave non fu mai facile: una volta
riparata iniziò ad attaccare i convogli nell’Atlantico e
fu nuovamente silurata il 13 giugno 1941. Fu ricoverata a Narvik, ma, mentre si preparava a riprendere il
mare per intercettare un convoglio, andò ad arenarsi e
tornò in cantiere. Al comando del capitano di vascello
Stange andò al nord e con l’incrociatore Hipper e sei
cacciatorpediniere attaccò un convoglio nel mare di
Barents: gli inglesi perdettero un caccia ed un dragamine ma salvarono l’intero convoglio, i tedeschi persero un caccia e l’Hipper fu danneggiato. I tedeschi
CARATTERISTICHE TECNICHE
Dislocamento: 10.000 tonnellate (ufficiale) standard
13.600 tonn.
Lunghezza: 186 metri
Larghezza: 21,65 metri
Immersione: da 5,80 metri a 7,34 metri
Apparato motore: 8 motori diesel MAN per 54.000
HP, due eliche
Autonomia: 19.000 miglia a 15 nodi, 9.000 miglia a
20 nodi
Combustibile: 3.500 tonnellate
Armamento: 6 cannoni da 280/54, 8 cannoni da 150/55, 6 cannoni AA da 88/45, 8 mitragliatrici AA da
37,10 mm, 26 mitragliatrici da 20 mm. e 8 tubi lanciasiluri da 533mm.
Aerei: 2 ricognitori Arado 96 e 1 catapulta
Equipaggio: 30 ufficiali, 921 marinai
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ne di caccia notturno equipaggiato con
scarichi protetti per smorzare le fiamme
e piccoli riflettori sub alari ed apparato
radio, ma non avendo nessuna strumentazione a bordo (radar) la caccia era veramente impossibile.
Durante la Battaglia d’Inghilterra il Duce, per contribuire alla vittoria finale, mandò anche una squadriglia
di Cr 42 che, ovviamente, avevano qualche difficoltà
contro gli Hurricane e gli Spitfire inglesi. Un Cr 42
atterrò durante i combattimenti per un guasto meccanico sulla costa inglese e lo si può oggi ammirare nel
museo della Royal Air Force a Londra nel settore riservato alla Battaglia d’Inghilterra, unitamente ad altre
glorie tedesche ed inglesi in perfette condizioni.
FIAT CR 42 “FALCO”: L’ULTIMO BIPLANO
Progettato da Celestino Rosatelli dopo la fortunata
esperienza del Fiat Cr 32 (uno degli aerei con caratteristiche acrobatiche fuori dal normale e protagonista
della guerra civile spagnola) il Falco non può definirsi
un suo successore diretto. Totalmente ridisegnato, dotato di un motore più potente e con delle linee più moderne, nacque in ritardo rispetto a quello che altri progettisti stavano sviluppando su aerei mono ala negli
anni trenta. Il primo volo del prototipo, guidato dal
comandante Valentino Cus, ebbe luogo a Torino il 23
maggio 1938 e subito la Regia Aeronautica ne ordinò
200 esemplari. Tra il 1938 ed il 1943 ne furono costruiti complessivamente 1.580 esemplari e la Fiat
continuò a produrre il biplano anche quando in Italia
si producevano i monoplani di nuova generazione. Il
Falco ebbe inizialmente un buon successo commerciale, venne venduto in Belgio, Ungheria e Svezia, senza
contare che verso la fine della guerra venne utilizzato
anche dalla Luftwaffe in Italia in missioni di appoggio
alle truppe.
Tra le varie versioni la più potente e, ovviamente,
quella costruita in pochi esemplari, fu quella dotata di
motore tedesco da 1.010 Hp che portava la velocità da
430 Km/h a 520 Km/h ad una quota di 10.600 metri.
I Cr 42 furono aeroplani retrogradi come i Gladiators
inglesi che pur rappresentando il Top della formula
del biplano arrivavano troppo in ritardo rispetto alle
evoluzioni degli aeroplani da caccia. Furono impiegati
dalla Regia Aeronautica su tutti i fronti con
l’eccezione della Russia ed operarono come caccia
bombardieri leggeri,
caccia di scorta ed aerei
d’assalto. Si fecero onore, anche grazie all’abilità dei
nostri piloti, in tutti i ruoli , ma quando si dovevano
confrontare con i monoplani il confronto era impossibile. In Grecia ed in Africa operarono con buoni successi nell’ambito delle versioni caccia bombardiere.
Operarono anche contro le navi tuffandosi in picchiata
e sperando nella fortuna. Fu tentata anche una versio-
CARATTERISTICHE TECNICHE
Apertura alare superiore : 9,70 metri
Apertura alare inferiore: 6,60 metri
Lunghezza: 8,30 metri
Motore: Fiat A.74 da 840 HP
Peso a vuoto: 1.660 Kg.
Armamento: 2 mitragliatrici Safat da 12,7 mm. + 2
bombe da 100 Kg.
Autonomia: 780 Km (1000 Km con serbatoi supplementari)
Velocità massima: 430 Km/h a 6.000 metri
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.A.B.
PORTFOLIO VAL BADIA 2007
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.A.B.
PORTFOLIO VAL BADIA 2007
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.A.B.
RADUNO DI DOLZAGO
In data 23 settembre scorso si è svolta la 2° edizione del ritrovo/raduno nel Comune di Dolzago in provincia di Lecco, in
concomitanza con la settimana dedicata allo sport e spettacolo. Al ritrovo si sono presentati, fra soci del Club Veicoli Militari Storici ed alcuni amici, circa 30 veicoli. Dopo le iscrizioni partenza per il giro tra strade asfaltate e sterrate in mezzo al bosco, prima sosta durante il tragitto dove il Comune di
Dolzago ha omaggiato tutti i proprietari dei veicoli partecipanti con una valigetta contenente prodotti offerti da ditte locali.
Giunti nel Comune di Colle Brianza ci è stato offerto dal Sindaco, al quale va il nostro ringraziamento, un ricco aperitivo,
al termine del quale ci siamo incolonnati alla volta di Dolzago
per il pranzo (sempre offerto dal Comune).
Nel pomeriggio è stato percorso un breve tratto di sterrato nei
boschi e, quindi, rientro in paese per i saluti.
Un ringraziamento speciale va dato all’Assessore Sig. Corti e
al Sindaco Sig. Panzeri per l’accoglienza che ci hanno riservato.
Ci dispiace e ne chiediamo ancora scusa per l’inconveniente
che si è presentato per la visita della sagra del Comune di
Consonno, dove eravamo attesi, ma dove, purtroppo, per problemi di traffico, non siamo potuti giungere.
Da parte delle Autorità Comunali ci è stato dato appuntamento al prossimo anno, al quale vedremo di non mancare.
DIEGO MOLTENI
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.A.B.
LA PROPOSTE DEL CVMS
IL NUOVO MUSEO: “LA MOTORIZZAZIONE MILITARE
Cari Soci,
il nostro Club sta progettando, insieme al Museo
dell’Adamello, un nuovo sito museale con tema “La
Motorizzazione Militare”. L’iniziativa, grazie agli accreditamenti che ha il Museo dell’Adamello, ci permetterà di poter realizzare, in tempi ragionevoli, un
sito di un migliaio di metri quadrati, con una pista di
prova per i veicoli. Ma soprattutto ci darà la possibilità
di poter contattare sia il nostro Esercito, che altri musei, per concordare la messa a disposizione, in comodato gratuito, di veicoli ruotati, cingolati ed artiglierie.
L’idea è di tenere funzionante il materiale e poterlo
utilizzare durante le manifestazioni oltre che nella pista
attigua al nuovo Museo. In questi anni abbiamo spesso
sentito la necessità da parte dei soci di poter
“parcheggiare” alcuni loro mezzi, in quanto il numero
e le dimensioni degli stessi non permettevano una facile e non costosa ubicazione.
L’occasione di poter avere una sede museale ci permette di valutare questa possibilità mettendo alcuni dei
nostri veicoli, magari i più ingombranti, nel Museo e
poterli ritirare con un preavviso ragionevole, indicativamente una settimana, senza nessuna spesa.
Il Museo avrà locazione nella Provincia di Varese e
verrà organizzato, nel suo piccolo, come i migliori mu-
sei di mezzi militari.
L’iniziativa parte dal nostro Club e sarebbe importante,
per la buona riuscita del progetto, la Vostra disponibilità ad esporre i veicoli che, come già accennato, potranno essere ritirati per le manifestazioni in qualsiasi
momento.
Per maggiori informazioni potete contattare la sede
del Club o Enrico Paggi 347 1590188
Il Consiglio Direttivo
GITA A ROMA E LATINA
Il Consiglio Direttivo del 3 ottobre 2007 ha deliberato di organizzare per i Soci del CVMS, su proposta del Consigliere Enrico Paggi, una gita a Roma e
Latina in pullman, con visita al Museo della Cecchignola ed a Piana delle Orme. Per questioni organizzative la gita viene programmata indicativamente
per i giorni 11,12 e 13 aprile 2008. I Soci interessati devono dare conferma alla sede del Club entro la
prima quindicina di gennaio 2008, unitamente ad
un anticipo di euro 200,00 a persona.
Il costo stimato dovrebbe aggirarsi intorno a euro
350,00/400,00 a persona, tutto compreso (viaggio
in pullman, pasti, pernottamenti ed ingresso nei
musei) per un minimo 35 adesioni.
Qualora le adesioni fossero inferiori la gita verrà
annullata.
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.A.B.
FIAT CR 42 “FALCO”
SCHWIMMWAGEN 166
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.A.B.
LAINATE 2007
DOLZAGO 2007
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.A.B.
CVMS E FAI
IL CVMS ACCOMPAGNA I SOCI DEL FAI A VISITARE LA LINEA CADORNA
Il nostro Club cresce ogni giorno di più e lo si vede
dalle tante iniziative interessanti e di immagine a cui
partecipano i nostri soci, grazie anche agli inviti ricevuti da Prefetture, Comuni e da prestigiose associazioni, come in questo caso il FAI (Fondo Ambiente Italiano). L’associazione che conserva numerose dimore
storiche sul territorio nazionale ci ha infatti invitati ad
accompagnare i propri iscritti (una cinquantina) alla
visita della linea Cadorna , dal nostro Club già rivalutata e pubblicizzata in occasione del raduno del 2 giugno scorso, dove ben 67 equipaggi avevano percorso
l’itinerario capitanati dall’ormai famoso curatore delle
fortificazioni Sandro Tasselli. La gita è iniziata alle
dieci di mattina con una festosa comitiva entusiasta
dall’idea di salire sulle nostre “vecchie signore”. I soliti e sempre disponibili soci avevano portato due Dodge
WC51, una Willys ed un Pinzgauer a tre assi e, dopo
qualche problema nella salita sui mezzi per i più anziani, la gita è iniziata. All’ora di pranzo il sindaco di
Marzio ha ringraziato il FAI ed il CVMS per aver aiutato a valorizzare la zona e la linea Cadorna, patrimonio da conservare e da far conoscere. Alle 18.00, con
un po’ di malincuore, gli amici del FAI e la responsabile provinciale ci hanno lasciati con l’augurio di poter
organizzare il prossimo anno una visita con i nostri
mezzi alle ville da loro gestite di tutta la provincia. Per
chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni
sul FAI: www.fondoambiente.it
LOMAZZO 2007
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
M.A.B.
2° RADUNO UNUCI VEICOLI MILITARI STORICI
CERCO, COMPRO, SCAMBIO
CERCO:
Gaz 69 AM
In coda alla manifestazione, domenica mattina
MBPRC
(5) 25/77 spalleggiabile
l’automezzo Fiat AR 59 del sottoscritto
ricevuto
Cercoha
antenna
radio per Willys
apparecchio
oppure
Jeep
M38telefonare
A1 allo 004191 6471188
l’onore di portare la bandiera [email protected]
e il gonfalone
Cerco telo
per AR VW
51—Angelo
Bosio, per contatti: [email protected]
Kübelwagen
del Comune di Palazzago, aprendo la sfilata
deinuovo
parteCompro carrello traino militare solo se con documentazione che ne consenta l’utilizzo in
.
cipanti e degli organizzatori alla gara in
divisa militare
strada - Marcello Bersani Cell. 3462444486 : [email protected]
per le strade del centro bergamasco, a Cerco
cui vanno
tutti idal 43 al 45 da restaurare anche in pessime condizioni. Cell 333 4795991, mail
Jeep Willys
nostri ringraziamenti per l’ospitalità [email protected],
il senso civico
gradite foto.
Ho appena
un autocarro tedesco della 2^ guerra mondiale che ha ancora i docudimostrato. Un ringraziamento particolare
agli recuperato
amici
tedeschi del '43. Luca 328-3048014 .
del CVMS (www.cvms.it) che hannomenti
partecipato
nuCerco una Jeep Willys mb (vera occasione), gradirei eventuali foto, mail [email protected]
merosi come sempre in queste occasioni.
cell.:338-8940152 ore pasti
VENDO:
ten. (r) Rodolfo Guarnieri
Bellissima
AR59
campagnola
ex militare
verde oliva, con documenti e targhe in regola, da poco
responsabile
Gruppo
veicoli
storicicolore
militari
restaurata,
gommata nuova, batterie nuove, raro modello diesel con documentazione fiat e del museo storico
Unuci Lombardia
della motorizzazione militare di Roma. 8.000 euro. Per informazioni 328-6815060;
www.unucilombardia.org
Moto carrelli da montagna Fresia mod. F18, targati, 4 ruote sterzanti , 4 X 4 ( Cesare 031933663);
Moto Guzzi 500 NF ex EI (Cesare 031933663);
Vendo modelli
4 pneumatici
usati, misura
6.00-16 con disegno NATO tedesco (MUNGA), 8 pneumatici nuovi di
Elenco
automezzi
partecipanti:
zecca, misura 6.00-16 con disegno ARTIGLIO PIRELLI. Andrea Uberti Tel. 3382397394
Moto Guzzi Super Alce (2)
Vendo carburatore AR 59, revisionato con modifica impianto gpl + dinamo anfibia come nuova.
Iveco
VM 90
Per contatti 3498400083 Pino Beatrice
Munga
Portataniche USA € 30,00; vetrofanie originali nuove per campagnola AR; Capotte in tela per jeep, copriparabCampagnola
AR
59 (2) per jeep MB o FORD, o Dodge; Telefonare a Luca 3406130436 o scrivere e-mail norbrezza e ricambi
e accessori
Campagnola
[email protected] AR 76 (2)
Camion
GMC (2)
Vendo Carrello
Militare Federico Ricciardi Tel. 3290727824, [email protected]
Ford
Gpw
Vendo
FORD M8 GREYHOUND 1944, vendo o cambio, molte parti mancanti, visibile in provincia di Roma.
Uaz 469LoBGaglio,+39 3358428541, [email protected].
Giuseppe
Vendo: M151A2 Mutt, restaurata, iscritta ASI, Diego Molteni 3400630710;
Vendo: M43B1 Ambulanza, restaurata e omologata ASI, Diego Molteni 3400630710;
Vendo: Parabrezza usato completo di vetri originali Autocarretta SPA CL 37. Giulio Stua 024075605
Vendo Notek nuovo mai usato, vernice color sabbia originale, completo di base di supporto, anello di tenuta con i
relativi bulloni di fissaggio al veicolo e impianto elettrico originale completo, al prezzo di euro 400,00. Telefonare a
Giulio Stua 3493721287
Vendo GMC ribaltabile airborne ( Scomponibile) da restaurare, GMC passo corto e GMC passo lungo ( telaio/
cabina) da restaurare con vari pezzi di ricambio. Paolo Baldissara 3486946603 - [email protected]
Vendo Fiat Campagnola Torpedo del 1980, ex esercito, verde scuro, immatricolata autocarro civile nel 1986. Motore 2000 cc benzina perfetto, revisionata, interni nuovi, panchette posteriori, luci di guerra, km 25000. Carrozzeria buona ma
da rivedere. euro 2500,00 trattabili. Per info [email protected]
Vendo N°2 mozzi anteriori per Jeep nuovissimi , per info [email protected] oppure 320 6733614.
PORTFOL IO VARESE2 GIUGNO2007
Vendo Autounion originale , non funzionante (pistoni bucati) 1000 cc, due tempi a miscela, tre cilindri, per pezzi di ricambio. Mario Battaglini, ore serali, Tel 0458400041, [email protected]
Vendo Super Miles 1940, restaurato e omologato ASI. Lorenzo Arrigoni : [email protected].
Segnalateci i Vostri annunci e noi li pubblicheremo. Da settembre 2007 gli annunci presenti sulla pagina del
Mercatino del sito, rimarranno in linea per tre mesi. Dopo di che saranno cancellati, salvo una vostra diversa
comunicazione per rimanere attivi. Altri annunci alla pagina mercatino su www.cvms.it .
NUMERI UTILI:
CLUB VEICOLI MILITARI STORICI
VIA RONCAIA 4 — 22070 OLTRONA DI SAN MAMETTE (CO)
SEDE TEL. 031891687 / 031933663 — FAX 0313530453
Sito www.cvms.it - e-mail: [email protected][email protected] - [email protected]
Presidente:
Cosimo Prototipo: 3355925974
Vice Presidente: Walter Secco: 3355949582;
Consiglieri:
Cesare Spinardi : 031933663; Diego Molteni: 0362230071; Enrico Paggi : 3471590188
Federico Dell’Orto: 3472338975; Giorgio Fanfani: 3381949005—03626255380
Commissari Club per ASI:
Auto: - Andrea Uberti: 3382397394;
- Giorgio Cavenaghi (Fiat Campagnola): 029370241
Moto: - Diego Molteni: 3400630710 / 0362230071
Segreteria:
Giorgio Fanfani: Tel. 3381949005
Fax 0313530453
Responsabile Svizzera: Michele Torriani: 0041916471188.
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MILITARI STORICI
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M.A.B.
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VAL BADIA 2007
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