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Monte Cucco

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Monte Cucco
ARCHI’S COMUNICAZIONE
Parco del
manuali PER la PRaTiCa SOSTEniBilE
DEllE aTTiViTÀ SPORTiVE
nEi PaRCHi naTuRali DEll’umBRia
Monte Cucco
Assessorato alle Politiche Agricole
e Agro-Alimentari e alle Aree Protette
Coordinamento
Servizio Sistemi Naturalistici e Zootecnica
Sezione Aree protette progettazione integrata
Testi
Mauro Magrini
Studio Naturalistico OIKOS
Disegni
Lorenzo Starnini
1. Parco del Monte Subasio
Cartografie
Regione Umbria
2. Parco del Monte Cucco
Progetto grafico e impaginazione
Archi’s Comunicazione, Perugia
4. Parco Fluviale del Tevere
3. Parco di Colfiorito
5. STINA
Sistema Territoriale di Interesse
Naturalistico Ambientale
Stampa
Grafiche Millefiorini, Norcia (Pg)
6. Parco del Lago Trasimeno
In copertina:
Picchio muraiolo (L. Starnini)
7. Parco Fluviale del Nera
8. Parco Nazionale dei Monti Sibillini
versante umbro
2
Parco del
Monte Cucco
© 2014 Regione Umbria
Tutti i diritti riservati
www.parchiattivi.it
www.regione.umbria.it
manuali PER LA PRATICA SOSTENIBILE
DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE
NEI PARCHI NATURALI DELL’UMBRIA
2
Parco del
Monte Cucco
Premessa
La Legge quadro nazionale sulle
Se alcune attività risultano chiaramente e
fondamentali per l’istituzione e la gestione
come ad esempio una gara di fuoristrada,
Aree Protette (394/1991) detta principi
delle aree naturali protette, al fine di garantire
e di promuovere, in forma coordinata,
la conservazione e la valorizzazione del
patrimonio naturale del Paese.
Le finalità dichiarate della legge sono,
fra le altre, la conservazione di specie
animali e vegetali, di biotopi e di equilibri
ecologici, come anche la promozione di
attività di educazione, di formazione
e di ricerca scientifica e di attività
sempre incompatibili in un parco naturale,
ve ne sono altre che sembrano sostenibili,
ma che tali non sono sempre, ovunque
o comunque.
Un classico esempio è l’arrampicata di
pareti rocciose che, se praticata nei pressi
dei nidi di rapaci in periodo riproduttivo,
può provocare il fallimento della
nidificazione per il disturbo arrecato dalla
semplice presenza dei rocciatori.
ricreative compatibili. Queste ultime si
Sono queste le premesse che hanno
compromettono in alcuna misura i beni
ecomanuali, semplici guide per la pratica
possono definire come quelle che non
ambientali del territorio in cui sono svolte.
La Legge Regionale dell’Umbria n. 9 del
3 marzo 1995 Tutela dell’ambiente e nuove
norme in materia di Aree naturali protette
ribadisce questi concetti e all’Art. 4,
comma 2, recita: La Regione istituisce Aree
naturali protette al fine di conservare, difendere
e ripristinare il paesaggio e l’ambiente, di
assicurare il corretto uso del territorio per scopi
ricreativi, culturali, sociali, didattici e scientifici
e per la qualificazione e valorizzazione delle
risorse e dell’economia locale.
2
indotto la Regione Umbria a pubblicare gli
sostenibile di attività sportive nelle aree
protette. Essi, innanzitutto, evidenziano
l’esistenza di elementi di elevato pregio e
di particolare fragilità, come la fioritura di
rare specie erbacee o la nidificazione di un
rapace vulnerabile.
Poi, di conseguenza, invitano i praticanti
a esercitare le proprie passioni secondo
regole ben precise, alcune già stabilite da
regolamenti vigenti, in ogni caso fondate
su evidenze scientifiche, sempre finalizzate
a evitare ogni possibile interferenza con
l’ambiente naturale.
Parchi e Rete
Natura 2000
in Umbria
Dalla Legge quadro sulle Aree Protette
(394/1991) sono derivate, in Umbria,
l’istituzione del Parco Nazionale dei Monti
Sibillini (1993) e quella di sei parchi regionali
attraverso la Legge Regionale 9/1995. Quasi
18.000 ettari del Parco Nazionale dei Monti
Sibillini ricadono in territorio umbro, mentre
i restanti 52.000 circa nelle Marche.
I sei parchi regionali umbri istituiti nel 1995
sono: Parco del Monte Cucco (10.480 ettari),
Parco del Lago Trasimeno (13.200 ettari),
Parco del Monte Subasio (7.196 ettari),
Parco di Colfiorito (338 ettari), Parco Fluviale
del Tevere (7.925 ettari) e Parco Fluviale del
Nera (2.460 ettari).
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Ph: M. Biancarelli
Nel 2000 è stato poi istituito il Sistema
Territoriale di Interesse Naturalistico e
Ambientale (STINA), esteso 44.270 ettari
di cui 4.649 ricadenti in tre vere e proprie aree
protette: il Bosco dell’Elmo-Melonta (1.268
ettari), la Selva di Meana (3.255 ettari) e il parco
vulcanologico di San Venanzo (126 ettari).
Natura 2000 è una rete di aree individuate
nel territorio dell’Unione Europea per la
conservazione della biodiversità. È stata istituita
con la Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat)
che, fra l’altro, individua i più rari e minacciati
habitat e specie di flora e fauna selvatiche
d’Europa; per gli Uccelli era già vigente un’altra
specifica direttiva, la 79/409/CEE (Direttiva
Uccelli), oggi sostituita dalla 2009/147/CE.
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Parchi e Rete
Natura 2000
in Umbria
Ai sensi di questi provvedimenti sono stati
individuati in Umbria 102 siti che in totale
occupano più del 14% del territorio regionale e
costituiscono il contributo dell’Umbria alla Rete
Natura 2000. Per ciascuno di essi sono entrati
in vigore specifici piani di gestione; già con il
recepimento della Direttiva Habitat attraverso il
D. P. R. n. 357 del 1997, ogni progetto o piano
ricadente in essi deve essere attentamente
esaminato, attraverso la Valutazione di incidenza
ambientale, per scongiurare ogni effetto
negativo sugli elementi di maggior pregio
ambientale.
Molti siti Natura 2000 ricadono nel territorio
delle aree protette. Il Parco del Monte Cucco
comprende sei ZSC: Gola del Corno di Catria,
Valle delle Prigioni, Valle del Rio Freddo,
Monte Cucco, Le Gorghe e Fosso Vetorno.
Nel loro insieme, questi ambiti presentano un
ampio campionario dei più preziosi elementi
biotici dell’Appennino Centrale calcareo: dalla
vegetazione ripariale dei torrenti alle faggete
e alle praterie montane ricche di orchidee, dal
gambero di fiume ai rapaci rupicoli.
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Parco del
Monte Cucco
Il Parco del Monte Cucco si estende per circa
10.480 ettari tra la S.S. 3 Flaminia, da Fossato
di Vico fin oltre il valico di Scheggia, e il confine
umbro-marchigiano. Ricade nei comuni
di Scheggia e Pascelupo, Costacciaro, Sigillo
e Fossato di Vico. La dorsale calcarea, allungata
da nord-ovest a sud-est, culmina nei 1566 metri
di quota di Monte Cucco, incisa a nord dalla
valle del Sentino.
Eremo di
S. Girolamo,
nella ZSC Valle
del Rio Freddo
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Ph: M. magrini
Le aree sommitali della dorsale calcarea sono
per lo più arrotondate, raccordate bruscamente
a versanti molto ripidi con frequenti formazioni
rocciose affioranti.
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Ph: Regione umbria
Parco del
Monte Cucco
La roccia più antica di tutta la dorsale è il
Calcare massiccio, formatasi nel Lias inferioremedio, ovvero circa 200 milioni di anni fa.
Imponenti affioramenti di Calcare Massiccio,
che costituisce il nucleo dell’anticlinale,
si trovano nella Gola del Corno del Catria,
solcata e scavata dal Torrente Sentino, e sul
versante orientale di Monte Cucco, dove si apre
l’omonima grotta.
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Costa
del Corno
del Catria
Faggeta
Ph: Regione umbria
Ph: M. Biancarelli
L’area di Monte Cucco è una piega anticlinale
originata da imponenti fenomeni tettonici,
con la formazione di tantissime faglie che
portarono alla luce le stratificazioni sedimentarie
marine della cosiddetta Successione UmbroMarchigiana: dalle formazioni giurassiche
calcaree (come il Calcare Massiccio e la
Corniola), a quelle cretaciche calcareo marnose
e calcaree (Maiolica, Marne a Fucoidi e Scaglia
Bianca), a quelle paleo-oligoceniche marnose
e marnoso calcaree (Scaglia Rossa, Scaglia
Variegata e Scaglia Cinerea).
Ph: M. magrini
Le forme carsiche superficiali sono piuttosto
rare; tra esse spiccano il Pian delle Macinare
con il suo inghiottitoio e la dolina della
Pantanella. Sono invece abbondanti grotte
e pozzi, anche di notevole estensione e
profondità: la Grotta di Monte Cucco penetra
per quasi 1000 metri nelle viscere del Calcare
massiccio. Il sistema carsico sotterraneo porta
le acque a sfociare nelle fasce pedemontane
del rilievo, originando numerose e importanti
sorgenti.
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Ph: M. magrini
Bosco
delle Cese
Ph: M. Biancarelli
Pieghe della
Scaglia Rossa
presso il Ponte
a Botte
Ph: M. magrini
La spaccatura
delle Lecce,
nella ZSC
Le Gorghe
La fascia pedemontana della dorsale di Monte
Cucco, a ridosso della Flaminia, è occupata
da seminativi e prati, talvolta abbandonati e
colonizzati da vegetazione spontanea pioniera,
con pruni, ginestre e ginepri. Altre modeste
zone agricole sono localizzate presso Ponte
Calcara, Campitello, Isola Fossara, Coldipeccio
e Pascelupo. Lungo il Torrente Sentino e
il Fosso Vetorno si sviluppano formazioni
arbustive e arboree a prevalenza di salici.
Val di Ranco
Ph: M. magrini
La vegetazione
La fascia sovrastante, sempre appartenente
al piano collinare, mostra estesi boschi di
caducifoglie submontane in cui prevalgono
roverella, carpino nero e orniello. Di notevole
interesse sono i piccoli nuclei di leccio, per
lo più arbustivi, sviluppati sulle formazioni
rupestri.
Costacciaro, la sua campagna
e le alte colline verso Gubbio nel 1985
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Ph: M. magrini
Ph: C. Gambaro
Pian di Monte
e Monte
Lo Spicchio
La vegetazione
Nella valle di Rio Freddo si rinvengono
peculiari formazioni di alloro che crescono su
piccoli terrazzi dei dirupati versanti calcarei;
di notevole rilevanza naturalistica è anche un
bosco di acero napoletano presente lungo un
fosso affluente dello stesso torrente.
Un secondo tipo di faggeta è sviluppato tra
gli 800 e 1200 m di quota, caratterizzato da
abbondante presenza di tasso, di agrifoglio e
di alcune specie proprie del sottostante piano
collinare quali carpino nero, cerro e acero
napoletano.
In alcune zone, il passaggio tra i boschi del
piano collinare e di quello montano è segnato
dalla presenza di formazioni legnose dominate
da sorbo montano, maggiociondolo alpino
e ramno alpino. La vegetazione del piano
montano si caratterizza in particolare per lo
sviluppo di estese faggete. Un primo tipo di
questi boschi occupa le quote superiori ai
1200 metri, con strato arboreo costituito quasi
esclusivamente dal faggio.
Prati, prati-pascolo e praterie secondarie (create
dall’uomo), occupano le sommità di molti rilievi
del parco. Queste formazioni erbacee di grande
interesse conservazionistico sono diversificate
in più tipi: da quelle aride con copertura
discontinua ai densi prati pingui.
Pian delle
Macinare
Primula
orecchia
d’orso
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Ph: M. magrini
Sulle praterie montane crescono numerose
specie di orchidee spontanee, tra cui Orchis
papilionacea; altri elementi floristici di notevole
interesse sono la primula orecchia d’orso, che
fiorisce tra le balze rocciose del versante est
di Monte Cucco, la fritillaria montana e alcune
sassifraghe.
Ph: M. Biancarelli
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Ph: M. magrini
La vegetazione
La fauna
Il “valore aggiunto” del popolamento a
vertebrati di Monte Cucco, rispetto a tante altre
parti dell’Appennino Umbro, è dato da tutte
quelle specie che dipendono dalla presenza
diffusa, abbondante e articolata di ambienti
rocciosi, dal sottosuolo alla cima dei rilievi.
Il geotritone italiano, ad esempio, è un anfibio
endemico dell’Appennino centro-settentrionale,
abitatore di grotte, cunicoli e zone con
affioramenti e detriti, in Umbria rilevato sulla
dorsale di Monte Cucco e in pochissime altre
località del Perugino e della Valnerina.
Picchio
muraiolo
Miniottero
di Schreiber
Gracchio
corallino
Le tante cavità naturali del parco sono anche
la casa di specie di pipistrelli rare e minacciate,
come il vespertilio di Natterer e il miniottero
di Schreiber.
Fritillaria
montana
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Ph: M. magrini
Il merlo acquaiolo costruisce il suo nido nelle
nicchie delle sponde rocciose dei torrenti, uno
o due metri sopra il pelo dell’acqua, mentre le
rondini montane lo pongono più in alto, di solito
sotto un tetto delle pareti calcaree.
Fanello
La taccola, il gheppio, il falco pellegrino e,
appena fuori parco, l’aquila reale, sfruttano
soprattutto le formazioni rocciose “a mezza
costa”; ancora più in alto, a riprodursi nelle
fenditure o in cavità profonde, sono il picchio
muraiolo e il gracchio corallino, un corvide
in declino in gran parte d’Europa, un tempo
più diffuso e abbondante anche nel Parco del
Cucco.
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Geotritone
italiano
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La fauna
I boschi del parco, e in particolare le estese
fustaie di faggio con alberi maturi e senescenti,
sono popolati sia da tante specie di uccelli
comuni, che da alcune altrove scarse
o addirittura assenti, come il ciuffolotto, il luì
verde e la rarissima balia dal collare, della
quale, comunque, necessitano ancora prove
di nidificazione. Rapaci forestali accertati sono
lo sparviero e il più potente e raro astore.
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Astore
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Ph: M. Biancarelli
Picchio
rosso
maggiore
Ph: M. Biancarelli
Più in alto dei boschi, o inframezzate ad essi,
sono le praterie montane a impreziosire la
fauna del parco, ora aride e interrotte da
rocce, ora dense e compatte. Tante delle 100
specie di uccelli nidificanti nell’area protetta
dipendono da esse per un motivo o per l’altro.
Molti passeriformi vi si riproducono e vi si
alimentano: ben distribuiti sono tottavilla,
allodola, calandro, prispolone, codirossone,
culbianco, fanello e zigolo muciatto, più
localizzati zigolo giallo e ortolano. Quasi
incredibile, per la persecuzione subita in
passato, appare la permanenza, sulle praterie
dirupate del Cucco e del Catria, di due o tre
coppie di coturnice appenninica.
Molti rapaci diurni utilizzano le distese
erbacee della dorsale per cacciare o come
“via” preferenziale di migrazione; tra essi gli
immancabili gheppio e poiana, l’aquila reale,
il falco pecchiaiolo, il biancone, il falco di palude
e il grillaio.
Altri animali degni di nota presenti nel parco
sono il “mitico” gambero di fiume, gli autoctoni
trota fario, vairone, rovella e barbo tiberino
che abitano il Torrente Sentino, la salamandra
pezzata, la salamandrina dagli occhiali e la
rana appenninica. Tra i carnivori sono presenti
il lupo, ricomparso spontaneamente nei primi
anni ’80, e probabilmente il gatto selvatico.
Cinghiali e caprioli abitano ormai tutto
il territorio del Cucco.
Ph: M. magrini
Escursione
in grotta
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Ph: T. Innocenzi
Cinghiali in una radura tra le faggete
della Valle delle Prigioni
Il Parco Regionale di Monte Cucco è teatro
di tante attività sportive e ricreative praticate
diffusamente. Un’estesa e capillare rete di
sentieri facilita l’escursionismo, a piedi,
in mountain bike e a cavallo; un tracciato
di Nordic Walking è stato recentemente
individuato. Lo sci da fondo si pratica
soprattutto a Pian delle Macinare.
L’arrampicata si svolge su numerose pareti
rocciose in tutta l’area protetta e la forra di Rio
Freddo è famosa tra gli amanti del torrentismo.
Gli appassionati di volo libero (deltaplano e
parapendio) utilizzano punti di decollo situati
sulle praterie sommitali della dorsale.
Oltre ciò, la Grotta di Monte Cucco e altre
cavità della dorsale sono interessate da attività
speleologiche, sia per scopi di ricerca che
turistici.
Per queste e qualsiasi altra pratica sportiva
o ricreativa, è indispensabile innanzitutto
acquisire le dovute informazioni circa
l’esistenza di regolamenti vigenti nell’area
protetta, anche rivolgendosi direttamente
all’ente gestore, attualmente la Comunità
Montana Alta Umbria.
Escursionismo,
mountain bike,
equiturismo
Anello della Fragolosa Schema Percorso Nordic Walking
Classificazione: Facile
Tempo medio di percorrenza: 3 h
Data rilievo: 24/11/2012
Data ultimo aggiornamento: 24/11/2012
Lunghezza approssimata: 9 Km
Dislivello max: 193 m
Geo Walker: Dr. Franco Manni
Contesto geografico:
Parco del Monte Cucco
Partenza, Arrivo:
Parcheggio Pian delle Macinare
Latitudine: 43.376 N
Longitudine: 12.742 E
Altitudine: 1.151 m
Km 0,436
Km 0,735
Km 0,1
Km 2,385
Km 0,102
Km 0,626
Ph: Comune di Costacciaro
Attività sportive
e conservazione
Km 2,385
Km 3,5
Km 3,5
Km 0,195
Km 0,325
Km 0,493
Km 0,328
IDEAL - Erba/Terra battuta - Molto facile
MID SILENT - Erba/terra battuta con irreg. - Facile/Agevole
MID IRREGULAR - Erba/Terra battuta con irreg. - Media/Non conf.
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ROAD SURFACE - Asfalto o cemento
SAND - Brecciato fine/Sabbia fine - Facile
GRAVEL - Pietra fine - Agevole
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ep
fin
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izi
o
pe
rc
or
so
Legenda
STONY - Pietra media - Non confortevole
ROCKY - Pietra grossa/Fondo roccioso - Difficoltoso
IRREGULAR - Molto irreg. - Molto difficoltoso
1. utilizzare tracciati esistenti e prestabiliti,
come indicati nella cartografia ufficiale
dell’area protetta;
2. soprattutto in mountain bike, evitare
di uscire dai tracciati esistenti;
3. evitare, in mountain bike, di procedere
a velocità elevata;
4. porre particolare attenzione a non
danneggiare il fondo dei tracciati e i
manufatti, storici o recenti, presenti lungo
essi, come briglie o scalini in pietra di
antiche mulattiere;
5. evitare di gridare, parlare ad alta voce,
produrre forti rumori, attenendosi,
in generale, a ogni regola di civile
comportamento.
Rispettare quanto proposto consentirà, ad
esempio, che molte zone siano disponibili
per l’uso indisturbato da parte della fauna
selvatica, che il cotico erboso e le fioriture
di prati e pascoli, spesso qualificati come
habitat d’interesse comunitario, non vengano
danneggiati, che si conservino manufatti di
grande valore storico e paesaggistico, che non
si creino interferenze spiacevoli tra le pratiche
di un’attività sportiva e l’altra.
Arrampicata
Ph: freeimages.com
Le varie forme di escursionismo, a piedi, in
bicicletta e a cavallo, sono per lo più praticate
lungo tracciati esistenti, dalle sterrate ai
sentieri, e con le dovute eccezioni non sono
note produrre particolari effetti sulle biocenosi.
Le prime garanzie per la tutela dei caratteri
ambientali dovrebbero derivare da una rete di
itinerari non esageratamente sviluppata e da un
numero di praticanti comunque commisurato
alle esigenze di conservazione. Oltre ciò,
è comunque possibile individuare alcune
importanti regole di comportamento come le
seguenti:
Falchi
pellegrini
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Il falco pellegrino, specie d’interesse
comunitario secondo la Direttiva Habitat, vive
in Umbria con circa 40 coppie distribuite per
lo più nei rilievi appenninici; almeno sei di esse
nidificano sulle pareti rocciose del Parco del
Monte Cucco.
La specie inizia la riproduzione a febbraio; tra
fine maggio e primi di giugno i giovani lasciano
il nido, ma continuano a frequentare la zona
per settimane. Se la parete è frequentata da
rocciatori all’inizio del periodo riproduttivo,
i falchi pellegrini possono desistere dal
nidificare; se la presenza umana si verifica
durante l’incubazione, gli adulti possono
interrompere la cova esponendo le uova alla
predazione da parte di corvidi o causandone
il loro raffreddamento e conseguente morte
degli embrioni. Episodi del genere sono stati
registrati ovunque nel mondo, e non di rado
anche in Umbria. Accorgersi della presenza
di una coppia nidificante è piuttosto semplice
già avvicinandosi alla parete rocciosa: si
osservano i rapaci che si posano, s’involano,
si allontanano per poi tornare, o che
addirittura, con uova o pulcini nel nido, gridano
insistentemente volando a ridosso della parete,
picchiano veloci e risalgono, si allontanano di
qualche decina di metri ma subito ritornano
e continuano, frenetici, ad allarmare senza
sosta. Una scena del genere fu osservata dagli
ornitologi proprio a Monte Cucco il 20 maggio
2005: due falchi pellegrini manifestarono
vanamente per più di due ore il palese disturbo
arrecato dai rocciatori che scalavano la parete
utilizzata dai rapaci per nidificare.
49
Adulto
e giovani
di Falco
pellegrino
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Ph: M. Biancarelli
Le pareti rocciose sono il sito di nidificazione,
quasi sempre obbligato, di alcune specie di
uccelli, per tale motivo definite rupicole, per lo
più rare e minacciate. Di esse, nel parco e negli
immediati dintorni, è accertata la presenza di
aquila reale, gheppio, falco pellegrino, rondine
montana, passero solitario, picchio muraiolo,
taccola e gracchio corallino.
Per garantire a falchi, aquile e altre specie
sensibili la dovuta tutela, in molte parti d’Italia
e di tutto il mondo, sono stati emanati appositi
regolamenti dell’attività di arrampicata. Così
ha fatto, ad esempio, la Giunta della Comunità
Montana dei Monti Martani, Serano e Subasio,
che con atto n. 92 del 17 maggio 2010, ha
vietato, nel Parco del Monte Subasio, l’accesso
alle vie di arrampicata situate a meno di
200 metri dai siti di nidificazione del falco
pellegrino, o di altre specie protette, dal 1°
febbraio al 30 giugno di ogni anno. In attesa
che simili atti, dovuti per legge, siano adottati
anche nel Parco del Monte Cucco, si esortano
i praticanti dell’arrampicata a comprendere
l’importanza di evitare interferenze con la
biologia riproduttiva delle rare specie rupicole,
e di conseguenza ad attenersi alle seguenti
indicazioni:
Volo libero
Ph: L. Fugnanesi _ voli bipo
1. nel periodo 1° febbraio - 30 giugno
utilizzare solo pareti rocciose certamente
non abitate dal falco pellegrino o da altri
rapaci;
2. avvicinarsi alle pareti rocciose cercando
di osservare, già da lontano, l’eventuale
presenza di rapaci, posati o in volo:
in tal caso allontanarsi e desistere
dall’arrampicata;
3. se, in procinto di iniziare un’arrampicata
o durante essa, si osserva la presenza
di rapaci, che magari allarmano con
grida e/o voli ravvicinati, interrompere
l’arrampicata e allontanarsi più in fretta
possibile;
4. non utilizzare materiali o sostanze che
possano deturpare, sporcandole, le
superfici rocciose;
5. non danneggiare la vegetazione delle
pareti rocciose;
6. evitare di gridare, parlare ad alta voce,
produrre forti rumori, attenendosi,
in generale, a ogni regola di civile
comportamento.
Aquila reale
e poiane
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Anche le praterie montane del Parco di Monte
Cucco sono il territorio di caccia essenziale
di molte specie di rapaci diurni: del gheppio
che cattura senza sosta cavallette, della poiana
e del falco pecchiaiolo, attratti anch’essi dagli
insetti ma anche da rettili o piccoli roditori,
dell’aquila reale che cerca di scovare, con
ripetuti e pazienti passaggi, la sua preda più
ambita, la lepre. Tra bosco e prateria cacciano
anche sparviero e astore, e nei periodi di
migrazione compaiono nell’area nibbi bruni,
albanelle minori, falchi di palude, falchi cuculi
e grillai, tutti attratti dalle grandi distese
erbacee ricche di alimento.
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Ph: L. Fugnanesi _ voli bipo
Le stesse praterie della dorsale del Cucco
sono utilizzate dai praticanti del volo libero;
la loro presenza in certi luoghi e periodi, può
causare disturbo alle attività vitali dei rapaci
che popolano il parco. Innanzitutto i predatori
possono essere inibiti nella ricerca del cibo,
quando, come noto ed evidente, si allontanano
dalle zone in cui compaiono deltaplani
e parapendii. Piccoli rapaci come il gheppio
si mostrano talvolta tolleranti, rimanendo
a cacciare in zona, ma già le comuni poiane
sono osservate allontanarsi in cerca di ambiti
più tranquilli. Il fatto che spesso uno o più
rapaci volino insistentemente insieme a
deltaplani o parapendii, magari sfruttando le
stesse correnti ascensionali, non deve trarre in
inganno. I rapaci non fanno altro che adattare
alla situazione un loro tipico comportamento,
chiamato mobbing, finalizzato a controllare e
possibilmente allontanare dal proprio territorio
gli intrusi temuti o non tollerati (possibili
predatori o competitori). Così fanno i gheppi
e le cornacchie verso le poiane, e queste ultime
verso le aquile reali, e via dicendo, in tante
combinazioni, casi, intensità e modi diversi.
Questo comportamento, che a volte sfocia in
veri e propri attacchi con profonde picchiate, è
ben conosciuto, osservato anche nei confronti
di alianti e paracadute da parte dell’aquila reale
e di altri rapaci. Se insomma un’aquila reale o
un nibbio bruno s’impegnano a volare insieme
ai deltaplani, non lo fanno per piacere, ma
per controllare quelli che interpretano come
potenziali minacce o competitori. In ogni
caso, così facendo, i rapaci si distolgono dalle
proprie vitali occupazioni; soprattutto in periodo
riproduttivo ciò può essere particolarmente
dannoso, come nei casi documentati di
coppie di aquila reale che, dopo aver fallito la
nidificazione per più anni, hanno abbandonato
definitivamente il loro territorio.
Torrentismo
1. concentrare l’attività di volo libero nel
minor numero possibile di giorni, magari
nei prefestivi e festivi, evitandola
o limitandola al minimo negli altri giorni
della settimana;
2. utilizzare il minor numero possibile
di punti di decollo;
3. evitare di sorvolare a bassa quota le zone
con affioramenti rocciosi, possibili siti
di nidificazione di rapaci rupicoli;
4. evitare di stazionare in zone dove
si osserva assidua presenza di rapaci
diurni in caccia;
5. in caso di affiancamento da parte di rapaci
diurni, spostarsi in volo in altre zone.
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Ph: C. Bertolini _ ORIENTERING
L’art. 15 della Legge Regionale 3/1995 stabilisce
che il sorvolo dei velivoli sportivi o da turismo,
il paracadutismo, l’uso del parapendio e del
deltaplano sono interdetti nella zona A “Riserva
integrale” (assente nel Parco del Monte Cucco).
Nelle altre zone dell’Area naturale protetta
devono essere regolamentati per esigenza
di tutela e valorizzazione ambientale e di
compatibilità con l’esercizio di altre attività.
In attesa che sia emanato un preciso
regolamento per il volo libero nel territorio del
parco, si esortano i praticanti ad attenersi alle
seguenti indicazioni:
Torrentismo
in Val di Ranco
Salamandrina
dagli occhiali
e sue uova
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63
64
Nei piccoli corsi d’acqua, nei torrenti e anche
in certi tratti dei fiumi appenninici, vivono e si
riproducono specie di anfibi rare e di notevole
interesse conservazionistico. Nel territorio del
Parco del Monte Cucco è ad esempio accertata
la presenza della salamandrina dagli occhiali,
della rana appenninica e della rana agile.
Queste specie si riproducono in primavera,
deponendo, in zone con acque più ferme, le
fragili uova da cui si svilupperanno i girini o le
altre forme larvali.
Negli stessi ambienti, al Cucco principalmente
nella forra del Rio Freddo, è praticato il
torrentismo, che per ovvie ragioni può mettere
a repentaglio la presenza di questi anfibi
e la loro riproduzione. Pertanto, in attesa
dell’adozione di idonei regolamenti, s’invitano
i praticanti a seguire le seguenti indicazioni,
finalizzate a minimizzare l’impatto sui
popolamenti animali di pregio:
1. evitare di praticare il torrentismo
nel periodo febbraio-giugno;
2. in ogni caso prestare attenzione a non
calpestare uova, girini, larve o adulti
di anfibi, soprattutto nelle zone con
acque più basse e calme e lungo le fasce
adiacenti alle sponde;
3. non manomettere ammassi di rami,
fronde e foglie presenti nelle acque
o presso le sponde, né muschi o altra
vegetazione sviluppata lungo i corsi
d’acqua;
4. non spostare massi o tronchi caduti
in acqua.
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66
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Ph: m. berardi
Ph: M. magrini
Rana appenninica
Infine...
Altre indicazioni particolari sul comportamento
da adottare in un’area protetta, e più in generale
in qualsiasi ambiente frequentato, sono le
seguenti:
1. non raccogliere né asportare esemplari
di minerali, fossili, specie vegetali e animali,
se non quelli espressamente autorizzati
da leggi e regolamenti;
2. tenere sempre i cani al guinzaglio e in ogni
caso impedire loro di inseguire animali
selvatici;
3. non “salvare” piccoli di capriolo o altri
ungulati perché ritenuti abbandonati: il loro
comportamento antipredatorio è proprio
quello di restare accovacciati, fermi
e silenziosi nell’erba o tra i cespugli,
in attesa del ritorno del genitore.
Il rispetto delle norme vigenti e delle
raccomandazioni indicate consentirà che
le attività sportive praticate nel Parco
Regionale di Monte Cucco risultino
realmente sostenibili, con effetti negativi
nulli o estremante ridotti su specie e
ambienti delicati, la cui conservazione è
lo scopo primario dell’istituzione dell’area
protetta. Ciò dovrebbe costituire un motivo
di soddisfazione in più per gli appassionati
che frequentano e utilizzano un territorio di
particolare importanza ambientale.
Gli escursionisti e gli altri praticanti di attività
sportive e ricreative che utilizzano il territorio
delle aree protette, possono costituire
un’importantissima fonte di informazioni
sull’ambiente naturale e il suo stato di
conservazione. Essi hanno, infatti, frequenti
occasioni di rilevare presenze floristiche e
faunistiche particolari e interessanti, come
anche fenomeni di degrado o inquinamento.
La documentazione di questi “eventi” e la loro
segnalazione alla Regione e all’ente gestore
del parco consentirebbero di integrare le
conoscenze utili a fini scientifici e gestionali.
È per questo motivo che s’invitano i
frequentatori dei parchi a inviare sintetiche
segnalazioni di quanto osservato, possibilmente
corredate di riprese fotografiche, indicando
semplicemente osservatore, data, località e
quanto altro ritenuto d’interesse.
La Regione Umbria e il Parco del Monte
Cucco, i prati e le orchidee, il falco pellegrino
e il geotritone... ringraziano per la sensibilità
e la collaborazione.
Si ringraziano per la collaborazione
Leonello Artegiani, Luigi Armentano,
Silvia Carletti, Carla Gambaro,
Cristiano Spilinga, Francesco Velatta.
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Ph: L. Fugnanesi _ voli bipo
71
notes
notes
ARCHI’S COMUNICAZIONE
Parco del
manuali PER la PRaTiCa SOSTEniBilE
DEllE aTTiViTÀ SPORTiVE
nEi PaRCHi naTuRali DEll’umBRia
Monte Cucco
Assessorato alle Politiche Agricole
e Agro-Alimentari e alle Aree Protette
Coordinamento
Servizio Sistemi Naturalistici e Zootecnica
Sezione Aree protette progettazione integrata
Testi
Mauro Magrini
Studio Naturalistico OIKOS
Disegni
Lorenzo Starnini
1. Parco del Monte Subasio
Cartografie
Regione Umbria
2. Parco del Monte Cucco
Progetto grafico e impaginazione
Archi’s Comunicazione, Perugia
4. Parco Fluviale del Tevere
3. Parco di Colfiorito
5. STINA
Sistema Territoriale di Interesse
Naturalistico Ambientale
Stampa
Grafiche Millefiorini, Norcia (Pg)
6. Parco del Lago Trasimeno
In copertina:
Picchio muraiolo (L. Starnini)
7. Parco Fluviale del Nera
8. Parco Nazionale dei Monti Sibillini
versante umbro
2
Parco del
Monte Cucco
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www.parchiattivi.it
www.regione.umbria.it
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