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VI ESPIANTO DI ORGANI E DI TESSUTI
VI MODULO VI ESPIANTO DI ORGANI E DI TESSUTI Raccomandazioni sull’argomento L’espianto e la conservazione degli organi per il trapianto Versione 1.2 / Agosto 2014 © Copyright Swisstransplant / CNDO All rights reserved. No parts of the Swiss Donation Pathway or associated materials may be reproduced, transmitted or transcr ibed without prior written permission from Swisstransplant / CNDO. www.swisstransplant.org VI CONTENUTI PAGINA A PREFAZIONE 3A B RIEPILOGO 4 1. OBIETTIVI 4 2. PPRINCIPIO 4 3. CONTROLLO DELLA QUALITÀ 4 C L’ESPIANTO DI ORGANI E DI TESSUTI 5 1. TERAPIA INTENSIVA 5 2. COORDINAMENTO DELL’ESPIANTO 5 3. PROCEDURA IN SALA OPERATORIA 7 4. FASE SUCCESSIVA ALL’ESPIANTO 12 D AUTORI 13 1. GRUPPO DI LAVORO 13 2. GRUPPO DI ESPERTI 13 E RIFERIMENTI 14 F CAMBIAMENTI 15 2 VI A PREFAZIONE Le direttive e le raccomandazioni della Swiss Donation Pathway sono state concepite come programma di qualità, basato su standard nazionali, per il processo di donazione e sono considerate parte di uno strumento di formazione per le persone coinvolte nel processo di donazione, allo scopo di soddisfare i requisiti della legge federale sui trapianti entrata in vigore il 1° luglio 2007. Il programma è stato promosso dalla Fondazione Svizzera per il Dono d’Organi (FSOD), che nel 2009 è stato integrato nel programma del Comité National du Don d’Organes (CNDO). “Espianto di organi e di tessuti” è un modulo della Swiss Donation Pathway, che si basa sulla Critical Pathway per la donazione di organi successiva alla morte cerebrale. I moduli sono: I. II. III. IV. V. VI. VII. VIII. IX. X. Identificazione e segnalazione del donatore Presa a carico del donatore adulto di organi: cure intensive Presa a carico del donatore adulto di organi: anestesia Presa a carico del donatore pediatrico Accompagnamento dei familiari e comunicazione Espianto di organi e di tessuti Comunicazione all’interno del team Coordinamento del processo di donazione Requisiti standard minimi L’organizzazione dei trasporti La Swiss Donation Pathway è un progetto comune della Società Svizzera di Medicina Intensiva (SGI-SSMI) e di CNDO/Swisstransplant. Le raccomandazioni sono state elaborate da un gruppo di esperti della Società Svizzera di Medicina Intensiva. Nel presente documento è stata utilizzata solo la forma maschile ai fini di una migliore leggibilità. La forma femminile è sottintesa. 3 VI B RIEPILOGO 1 OBIETTIVI Espiantare, preparare e conservare gli organi per il trapianto. 2 PRINCIPIO Sostituzione rapida del sangue a circolazione negli organi con una soluzione di perfusione fredda che li porta a uno stato di metabolismo minimo, consentendo l’espianto, il trasporto e la preparazione al trapianto. 3 CONTROLLO DELLA QUALITÀ Occorre effettuare regolarmente un controllo della qualità dei metodi di espianto e di trasporto al fine di garantire l’integrità degli organi e dei tessuti nonché di mantenere la temperatura di conservazione durante l’espianto e il trasporto. 4 VI C L’ESPIANTO DI ORGANI E DI TESSUTI 1 TERAPIA INTENSIVA Riconoscimento e segnalazione del donatore, conformemente al modulo I della Swiss Donation Pathway Accertamento della morte nel contesto del trapianto di organi. Direttive medico-etiche dell’ASSM e istruzioni regionali/locali che ne derivano Accompagnamento dei familiari e richiesta di donazione degli organi conformemente al modulo V della Swiss Donation Pathway Raccomandazioni per la presa a carico del donatore nei reparti di medicina intensiva (donatore a cuore battente) conformemente al modulo II e IV della Swiss Donation Pathway. Presa a carico del trasferimento del donatore verso e fuori dalla sala operatoria 22 COORDINAMENTO DELL’ESPIANTO DISPONIBILITÀ DELL’OSPEDALE PER L’ESPIANTO (CONDIZIONI PRELIMINARI INTERNE) Occorre chiarire se l’espianto di organi può essere effettuato sul posto o se il donatore deve essere trasportato in un centro trapianti. Se il donatore non può essere trasportato oppure se i familiari rifiutano il trasferimento in un altro centro, occorre chiedersi se le condizioni consentono l’espianto sul posto. L’ospedale del donatore può effettuare l’espianto in funzione delle urgenze e del personale abilitato presente sul posto. Il personale dell’ospedale del donatore può, previo reciproco accordo, essere coadiuvato dal team medico-chirurgico del centro trapianti. DISPONIBILITÀ DEI TEAM CHE SI OCCUPANO DELL’ESPIANTO (ACCOGLIENZA DEI TEAM ESTERNI E PRESENTAZIONE DEL TEAM LOCALE) Composizione del personale richiesto per l’espianto di organi: Sala operatoria: personale di sala operatoria Anestesia: medici e personale sanitario Team chirurgici che si occupano dell’espianto (team cardiaco, polmonare e viscerale) Coordinatore con formazione specifica per il prelievo di organi (di seguito denominato coordinatore di dono) Può succedere che uno dei tre team che si occupa dell’espianto (cuore, polmone o organi addominali) sia in ritardo per diverse ragioni (distanza, mezzi di trasporto, condizioni meteorologiche). È un fatto da tenere in considerazione per la pianificazione dell’intervento, nella misura in cui lo stato del donatore lo permetta. L’espianto può essere ritardato per lasciare al potenziale ricevente di organi il tempo necessario per recarsi al centro trapianti. Questo lasso di tempo non dovrebbe comunque superare le quattro ore (in via eccezionale cinque ore). Fattori determinanti per l’espianto di organi e di tessuti: Il rispetto della volontà del donatore relativamente agli organi da prelevare (tutti gli organi/solo alcuni organi) Lo stato del donatore e la qualità degli organi e dei tessuti L’ordine cronologico degli espianti (cuore, polmoni, intestino, fegato, pancreas e reni; l’espianto dei tessuti segue in un secondo momento) 5 VI Ogni team che si occupa dell’espianto è responsabile del materiale: Strumenti chirurgici, materiale specifico e farmaci Soluzioni specifiche per la conservazione di ciascun organo Ghiaccio sterile: in quantità sufficiente per ogni organo prelevato Materiale d’imballaggio I team (esterni) che si occupano dell’espianto sono accolti dal coordinatore di dono – che conosce bene i luoghi (spogliatoio, sala operatoria) – e presentati ai team chirurgici e a tutte le altre persone direttamente coinvolte nell’espianto di organi. DURATA DI CONSERVAZIONE DEGLI ORGANI L’elemento decisivo per la durata di conservazione e la funzionalità degli organi è il tempo di ischemia fredda. Si tratta del tempo che intercorre tra il clampaggio dell’aorta del donatore (cross clamp time) e il momento di riperfusione degli organi trapiantati nel ricevente, conformemente alla definizione utilizzata nel sistema di attribuzione degli organi in Svizzera (Swiss Organ Allocation System, SOAS). Il necroreport deve contenere l’ora del clampaggio dell’aorta e l’ora nella quale i diversi organi sono stati espiantati. A titolo indicativo, riportiamo qui di seguito i tempi massimi ammessi tra il clampaggio dell’aorta nel donatore e la riperfusione nel ricevente (correntemente definiti ischemia fredda) per i diversi organi. Organi Durata massima tollerata comprensiva dell’impianto Cuore 4 (– 6) ore Polmoni 6 (– 8) ore Isole di Langerhans 8 ore Fegato, intestino tenue 8 – 12 ore Pancreas 8 (– 18) ore Reni 24 (– 36) ore I tempi di ischemia fredda devono essere ridotti al minimo, perché da essi dipende la funzionalità degli organi dopo il trapianto. Tempi di trasporto dei team che si occupano dell’espianto (a titolo indicativo) Organi Cuore, polmoni Fegato, isole di Langerhans, intestino tenue, pancreas Reni Tempi/modalità di trasporto dei team che si occupano dell’espianto 2 ore; elicottero/aereo/vettura d’emergenza 3 ore; elicottero/aereo/vettura d’emergenza/taxi Taxi/vettura d’emergenza A seconda dell’ubicazione del centro in cui avviene l’espianto, viene scelto il mezzo di trasporto più rapido, soprattutto per cuore e polmoni. Per quanto riguarda i reni, dal momento che è necessario il risultato dei test di compatibilità linfocitaria tra il donatore e i potenziali riceventi (cross match), gli organi possono essere trasportati in taxi o con una vettura d’emergenza. I tempi di ischemia fredda dovrebbero essere comunque limitati al minimo. 6 VI 3 PROCEDURA IN SALA OPERATORIA RACCOMANDAZIONI Rigorosa osservanza delle regole di asepsi Disponibilità della sala operatoria per una durata di 4–8 ore dall’arrivo del donatore; la durata dipende dal numero e dalla natura degli organi da prelevare. Se il donatore è stabile, l’espianto di organi può essere rimandato se sono necessari interventi chirurgici oppure ostetrici più urgenti. È necessario informare anticipatamente i team coinvolti per chiarire se l’occupazione della sala operatoria disturberà il programma ottimale e se possono essere messe a disposizione risorse supplementari (ad esempio un coordinatore trapianti o personale di sala operatoria) da parte del centro trapianti. PRASSI OPERATORIA E TEAM CHE SI OCCUPA DELL’ESPIANTO Ordine d’intervento dei team chirurgici: Team addominale Team cardiaco Team toracico Team addominale In linea di massima, il team addominale esegue subito la sternolaparotomia con Ispezione del torace, del mediastino e dell’addome. A livello addominale: Ispezione e palpazione scrupolosa del fegato, del pancreas e dei reni nonché degli altri organi per individuare eventuali anomalie o patologie che costituirebbero una controindicazione all’espianto di uno o di tutti gli organi: Controindicazione assoluta a qualunque espianto: scoperta di un tumore maligno intraaddominale A livello toracico: Controindicazione assoluta a qualunque espianto: tumore maligno intratoracico Il chirurgo addominale libera quindi le arterie iliache, l’aorta, la vena cava per preparare l’inserimento delle cannule di perfusione nell’arteria iliaca comune. L‘aorta è sezionata a livello dello iato diaframmatico per preparare il clampaggio. Si passa quindi all’ispezione dell’ilo epatico e della vascolarizzazione arteriosa del fegato (attenzione: arterie epatiche atipiche o accessorie) e alla separazione distale del canale coledoco. Se è previsto l’espianto del pancreas, viene aperta la retrocavità degli epiploon. Alternativa è possibile anche applicare la tecnica “no touch”, che consiste nel procedere alla preparazione delle organi solo dopo la loro perfusione (si veda qui di seguito). La cannula aortica è collegata alla soluzione di perfusione addominale fredda e sospesa a uno stativo per infusione (eventualmente con manicotto a pressione). Nel caso non sia previsto il prelievo del pancreas e/o intestino una cannula di perfusione supplementare può essere introdotta nella v. mesenterica inferiore/superiore. È inoltre collegata alla soluzione di perfusione addominale fredda, che è fissata su uno stativo a un metro sopra il paziente senza manicotto a pressione. Verificare bene che le cannule o i tubi non contengano bolle d’aria. Per evitare la formazione di trombosi a livello delle cannule, al donatore viene somministrata eparina (300 UI/kg per) minimo 2 minuti prima che le cannule siano introdotte nei vasi. 7 VI In seguito: introduzione della cannula aortica all’altezza della biforcazione iliaca o nell’arteria iliaca comune destra, mentre l’arteria iliaca comune sinistra è clampata (per includere eventuali arterie polari inferiori renali nella perfusione). L‘installazione di una cannula d’aspirazione del sangue venoso della vena cava è facoltativa. Se il donatore è instabile, la cannula aortica è introdotta senza altra preparazione immediatamente dopo la laparotomia e le soluzioni di conservazione sono preparate contemporaneamente per garantire una perfusione rapida in caso di arresto cardiocircolatorio. Il chirurgo addominale lascia quindi il campo al cardiochirurgo. Team cardiochirurgico La sternotomia in linea di massima è già stata eseguita, così come l’apertura del pericardio. Ispezione del cuore e, a seconda della condizione: decisione dell’asportazione per un trapianto cardiaco o delle sole valvole. Preparazione dei vasi (vena cava inferiore, vena cava superiore, arteria polmonare, aorta ascendente) e incannulazione dell’aorta ascendente per la perfusione con la soluzione cardioplegica. Team toracico In caso di espianto dei polmoni, procedere all’apertura delle due cavità pleuriche per l’ispezione e la palpazione dei polmoni. In base ai risultati viene presa la decisione definitiva dell’espianto polmonare. L’incannulazione dell’arteria polmonare è quindi eseguita 30–40 cm al di sopra del cuore, per somministrare la soluzione pneumoplegica (ad esempio Perfadex). Tutti i team che si occupano dell’espianto Quando tutti i team sono pronti (organi preparati), il cardiochirurgo clampa l’aorta discendente; questa operazione segna l’inizio dell’ischemia fredda (cross clamp time). Lo pneumochirurgo inietta del Prostin (1 fiala diluita in 9 ml di NaCl 0,9%) nell’arteria polmonare. Si procede quindi al clampaggio della vena cava superiore, seguito dal clampaggio dell’aorta discendente. Nel momento in cui il cardiochirurgo clampa l’aorta ascendente, il chirurgo addominale clampa l’aorta addominale subito sotto il diaframma e comincia il lavaggio degli organi addominali. Il sangue defluisce tramite l’incisione praticata dal cardiochirurgo a livello della porzione intratoracica della vena cava superiore e inferiore subepatica e, se necessario, con un’altra incisione della vena cava inferiore a monte della congiunzione delle vene iliache, e viene progressivamente sostituito dalla soluzione fredda. Perfusione dalla cannula aortica (pressione alta: a seconda del centro con o senza sacco sotto pressione) e dalla cannula della vena porta (pressione bassa). I team chirurgici verificano la continuità del flusso delle soluzioni di perfusione per gli organi, il ritorno venoso e le modifiche del colore degli organi. La perfusione del cuore viene fermata dopo la somministrazione di 1–2 litri di soluzione cardioplegica, quella del polmone dopo la somministrazione di 2,8 litri di soluzione pneumoplegica (se necessario, può essere somministrato 1 litro di soluzione pneumoplegica supplementare). La vena porta è lavata con 1–2 litri di soluzione di conservazione e l’aorta con 4–8 litri. Queste cifre variano in base all’altezza e al peso del donatore e al numero degli organi asportati. Quando gli organi sono stati perfusi e raffreddati, il team cardiaco asporta il cuore. I polmoni sono ventilati fino all’espianto. Segue immediatamente il turno del team polmonare. I polmoni sono parzialmente insufflati con il 50% di O2. La trachea è clampata con una pinza di Kocher. In seguito il chirurgo addominale asporta gli organi addominali. Se viene utilizzata la tecnica “no touch”, l’organo viene preparato solo a questo punto. In condizioni particolari, dipendenti dalle esigenze individuali del ricevente, il cuore da trapiantare ha bisogno della biforcazione dell’arteria polmonare e/o della vena cava in8 VI feriore intera. La procedura deve essere assolutamente discussa tra i tre team prima dell’inizio dell’espianto per evitare lesioni agli organi o l’espianto di strutture anatomiche inappropriate. PROCEDURA DI ESPIANTO DEL PANCREAS PER LE ISOLE DI LANGERHANS Per la preparazione delle isole di Langerhans, l’espianto del pancreas deve essere eseguito subito dopo quello del fegato. Per ottenere una qualità ottimale delle isole, è indispensabile raffreddare rapidamente e completamente il pancreas a circa 4°C. A tal fine si procede all’apertura della retrocavità degli epiploon subito dopo il clampaggio dell’aorta e la mobilizzazione preliminare della milza. Poi si raffredda il pancreas con 3–4 litri di acqua ghiacciata e lo si circonda di ghiaccio tritato. Durante l’espianto del fegato occorre assolutamente controllare che il pancreas rimanga totalmente immerso nel ghiaccio tritato; se non fosse così, aggiungere ghiaccio per garantirne l’immersione totale. Subito dopo l’espianto, il pancreas deve essere correttamente imballato (si veda capitolo 3.4) e trasportato in un laboratorio abilitato alla preparazione delle isole di Langerhans. Il tempo massimo di ischemia fredda non deve superare le otto ore. La tecnica dell’espianto e il raffreddamento corretto delle isole di Langerhans prelevate sono decisivi per garantirne la qualità. Un raffreddamento non corretto (ischemia calda) ha effetti devastanti sul rendimento e la funzionalità delle isole di Langerhans. ORDINE CRONOLOGICO DELL’ESPIANTO DI ORGANI E TESSUTI Espianto di organi Cuore Polmoni Intestini (prelevati raramente) Fegato Pancreas Reni Vasi iliaci arteriosi e venosi per l’impianto del fegato e del pancreas (preparati separatamente) Milza: per il laboratorio d’immunologia dei rispettivi centri trapianti Chiusura della stereotomia e della laparotomia secondo il metodo Everett monostrato, sutura cutanea con graffette. Medicazione delle ferite. Espianto di tessuti Gli espianti di tessuti possono essere realizzati fino a 24 ore dopo l’arresto cardiocircolatorio. In vista di un trapianto di cornee, il chirurgo oftalmologo interviene dopo l’espianto degli organi, nella sala operatoria, nella camera mortuaria e nel reparto di medicina legale o di anatomia patologica. Dopo l’espianto oculare, sostituisce i globi oculari con le protesi e chiude le palpebre con colla acrilica o suture intradermiche. CONSERVAZIONE DEGLI ORGANI (STANDARD DEFINITI DAL GRUPPO DI LAVORO “PACKING AND TRANSPORTATION” DI SWISSTRANSPLANT) Per preservare la funzionalità degli organi, questi ultimi vengono collocati in una prima borsa riempita di soluzione per la conservazione fredda (senza ghiaccio né aria), controllando che siano completamente immersi nella soluzione. Questa borsa è quindi infilata in una seconda contenente una soluzione fisiologica (NaCl 0,9%), un quarto di ghiaccio trtato, senza aria. Il tutto è quindi collocato in una scatola rigida e sterile (in plastica o metallo) oppure, in mancanza di questa, la doppia borsa può essere infilata in una terza borsa, priva di aria e di liquido. Il tutto viene quindi collocato in una ghiacciaia riempita per tre quarti di ghiaccio tritato non sterile. 9 VI Evitare assolutamente qualsiasi contatto diretto tra gli organi e il ghiaccio per il trasporto. Materiale e documenti per il trasporto di organi non accompagnati: Materiale per il test: 2 provette di sangue ACD, 1 o 2 provetta(e) di sangue completo, 1 piccolo segmento di milza Solo per fegato e pancreas: vasi iliaci (venosi e arteriosi) Necroreport compilato Documento di trasporto (Swisstransplant) Ogni team che si occupa dell’espianto è responsabile del corretto imballaggio degli organi che espianta e del loro trasporto verso l’ospedale del ricevente. Il coordinatore trapianti è, in collaborazione con i team che si occupano dell’espianto, responsabile di identificare l’organo conformemente alle regole di Swisstransplant e di fornire i documenti necessari (tessera del gruppo sanguigno e necroreport). Per gli organi spediti senza essere accompagnati dal team che si è occupato ell’espianto (senza accompagnamento), il coordinatore di dono, in collaborazione con il team che si occupa dell’espianto, dell’imballaggio e dell’identificazione dell’organo. TEMPI NECESSARI ALLA PREPARAZIONE, ALLA PERFUSIONE E ALL’ESPIANTO DEGLI ORGANI A seconda del numero di organi da prelevare, occorre considerare 4–8 ore per realizzare l’operazione di espianto. Questa indicazione di tempo non ha alcun carattere vincolante e dipende dalla fisionomia del donatore (obesità, operazioni precedenti) e dall’esperienza in materia del team chirurgico. Preparazione e perfusione Misura Tempo necessario Installazione nella sala operatoria 30 min. Laparotomia e stereotomia 30 min. Incannulazione e perfusione 30 min. Espianto degli organi Torace Addome Organi Tempo necessario Cuore 15-30 min. Polmoni 30-45 min. Fegato (non suddiviso) 60-180 min. Fegato suddiviso oltre 180 min. Pancreas 90-120 min. Reni 30-60 min. Espianto dei tessuti Tessuti Tempo necessario Cornee 30 min. Ossicini 60 min. 10 VI MATERIALE PER LA PREPARAZIONE, L’ESPIANTO, LA SPEDIZIONE E LA TIPIZZAZIONE Materiale Il personale di sala operatoria e gli aiuti delle sale operatorie preparano le sale, in base al materiale per l’espianto fornito da ogni team: le ghiacciaie per il trasporto, le soluzioni di conservazione, il ghiaccio sterile e i contenitori degli organi. Per l’espianto multiorgano sono necessari 8–10 litri di soluzione per perfusione, anch’essi forniti dai team che si occupano dell’espianto. Strumenti Il personale di sala operatoria e gli aiuti delle sale operatorie preparano i divaricatori e gli strumenti per la laparotomia standard, la sternotomia (con la relativa sega) e gli strumenti vascolari. Gli strumenti chirurgici speciali (ad esempio pinze, apparecchi di sutura con graffe, cannule, set di perfusione, sacchetti e contenitori degli organi) devono essere portati dai team che si occupano dell’espianto. Soluzioni specifiche di conservazione Le soluzioni di perfusione iperosmolari specifiche a ogni organo devono essere fornite in una ghiacciaia dai team che si occupano dell’espianto. Le soluzioni utilizzate sono diverse a seconda del centro trapianti. Non esiste una soluzione universale adatta a tutti gli organi. Organi Soluzioni di perfusione Cuore 4l Soluzione cardioplegica (St. Thomas e lidocaina; anche soluzione Celsior in base al team e all’espianto) Polmoni 4l Soluzione Perfadex Fegato, pancreas, reni 10l IGL-1 Necroreport, materiale per la tipizzazione Per ognuno degli organi prelevati viene compilato un necroreport che li accompagna; una copia è archiviata presso il coordinatore di dono. Riassumendo, occorre controllare i seguenti punti: Ogni organo addominale e toracico deve essere identificato con l’etichetta una volta imballato (tipo di organo, numero ST e gruppo sanguigno) Ogni organo che esce dalla sala operatoria deve essere accompagnato dal necroreport specifico all’organo (una copia deve rimanere presso il coordina mento trapianti insieme a una copia della tessera del gruppo sanguigno) Su tutte le provette di sangue che accompagnano gli organi (se non sono già state inviate per il test di compatibilità futura) deve essere apposto il numero del donatore di Swisstransplant (numero ST) Ogni organo addominale asportato deve essere accompagnato da un segmento di milza per il laboratorio di istocompatibilità 4 FASE SUCCESSIVA ALL’ESPIANTO RESTITUZIONE DELLA SALMA Durante l’espianto, il corpo del donatore deve essere trattato con dignità e rispetto da tutti i membri dei team presenti. Dopo l’espianto, tutte le cannule e tutti i cateteri vengono rimossi e i punti in cui erano stati inseriti vengono suturati con una medicazione. Il corpo viene lavato, identificato e ricoperto con un camice o un lenzuolo, restituendogli la sua identità. La salma è quindi trasferita nella camera mortuaria o, in base alle dispo11 VI nibilità dell’ospedale, in un luogo appositamente previsto, e riconsegnata ai familiari in modo che i riti funebri possano svolgersi normalmente. Se sul donatore è prevista un’autopsia medico-legale dopo l’espianto, le cannule, i cateteri e il tubo endotracheale non devono essere rimossi. ACCOMPAGNAMENTO DEI FAMILIARI DOPO LA DONAZIONE Sostegno ai familiari da parte del team di coordinamento, che lascia le sue coordinate ai familiari del donatore e rimane a loro disposizione. Cartella clinica Foglio di anestesia Rapporto operatorio Cartella clinica Registro informatico Risultati sierologici Risultati istologici iscrizione degli organi e dei tessuti prelevati dell’ora del clampaggio aortico (cross clamp time) dei nomi dei medici coinvolti internamente (senza interventi di esterni) il rapporto operatorio non deve essere redatto perché i necroreport sono ufficialmente considerati rapporti operatori l'ispezione e la palpazione delle cavità e l'esclusione di eventuali controindicazioni assolute per la rimozione di organi / tessuti I devono essere documentati completare, allegare il foglio di anestesia, compilarlo e renderla al reparto di medicina intensiva. SOAS, completare Trasmissione al medico responsabile dell’espianto di tessuti. Trasmissione a Swisstransplant Trasmissione a Swisstransplant La Nazionale di Allocazione inoltra i risultati direttamente ai centri di trapianto colpite continuano e questo dipende in SOAS al dossier donatore elettronico. 12 VI D AUTORI 1 Prof. dott. med. Thierry Berney Nadine DE Carpentry Marie Christine Goascoz Prof. dott. med. Christoph Haberthür Dott. Igor Langer PD dott. med. Maurice Matter Diane Moretti Monika Perruchoud Nathalie Pilon Dott. John Robert Dott. Piergiorgo Tozz 2 GRUPPO DI LAVORO GRUPPO DI ESPERTI Petra Bischoff PD dott. med. Jens Brockmann Prof. dott. med. Leo Buhler Prof. dott. med. Philipp Dutkowski PD dott. med. Inci Ilhan Sandra Kugelmeier Prof. dott. med. Roger Lehmann PD dott. med. Pietro Majno Ulrike Müller-Arndt Dott. med. Wolfgang Nagel Werner Naumer Dott. med. Heinz Rieder Dott. med. Stefan w. Schmid Prof. dott. med. Christian Seiler Paul Urech PD dott. med. Markus Wilhelm 13 VI E RIFERIMENTI Identificazione e segnalazione del donatore, Swiss Donation Pathway, modulo I Accertamento della morte nel contesto del trapianto di organi, direttive medico-etiche dell’ASSM Swiss Donation Pathway, modulo II e V Trasferimento del donatore verso e fuori dalla sala operatoria, Procedura HUG-CHUV Tecniche chirurgiche dell’espianto multiorgano dell’EMC. Lechaux D, Dupont-Bierre É, Karam G, Corbineau H, Gefährte P, Noury D, Boudjema K. Technique du prélèvement multi-organe. EMC (Elsevier SAS, Paris). Techniques chirurgicales – Tractus digestif, 40–090, Techniques chirurgicales – Thorax, 42–747, Techniques chirurgicales – Chirurgie vasculaire, 43–300. 2005 Procedure operatorie uniformi per l’isolamento delle isole pancreatiche umane, Ginevra, CMU POS 20.0002–0 Lakey JR et al. Effect of core pancreas temperature during cadaveric procurement on human islet isolation and functional viability. Transplantation 2002; 73(7):1106–10 14 VI F CAMBIAMENTI Data Agosto 2014 Aprile 2014 Giugno 2006 Versione 1.2 1.1 1.0 Cambiamenti Conservazione degli organi Layout, solusione di conservazione Versione originale 15