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I sentieri che nella vita ho attraversato
Relazione sullo scambio in Ungheria tra il liceo “T. Lucrezio Caro” di Cittadella (Padova) e il liceo “Deak” di Pecs, Ungheria. 5/12. 10.2013 Cittadella, 23.10.2013 I sentieri che nella vita ho attraversato Anche questo scambio di inizio ottobre, come quelli che lo hanno preceduto e ai quali ho partecipato, ha la sua origine e la sua ragione di esistere riposte in quella che io in latino chiamerei fides, cioè fiducia e sentimento di stima che lega me alla mia amica e collega Beverley Littlewood, coordinatrice per gli scambi esteri del nostro liceo. Erano due anni che desideravo che la classe di cui sono stata coordinatrice partecipasse ad uno scambio culturale. I criteri di selezione e scelta hanno destinato questa classe ad uno scambio con il liceo “Deak” di Pecs, nella regione transdanubiana dell'Ungheria, l'antica Pannonia. Anche se dall'inizio dell'anno scolastico 2013/2014 non sono più l'insegnante di questa classe, e tanto meno la coordinatrice, ho continuato a lavorare allo scambio, a tenere vivi e accesi i rapporti con le colleghe ungheresi, a lavorare sul programma che, di giorno in giorno, di ora in ora, prendeva forma e consistenza grazie ad una tenace voglia di superare ogni difficoltà e ogni problema. Sui sentieri impervi che ho attraversato nella mia vita mi si sono affiancate spesso figure importantissime, che mi hanno sostenuta nell'affrontare le difficoltà e le paure. Anche questa volta, di fronte alle mie esitazioni e ai miei momenti di tristezza e abbattimento, ho incontrato il sostegno della mia amica Beverley, che ha creduto in me e si è fidata della mia energica fantasia nel riorganizzare lo scambio, anche se i colleghi ungheresi denunciavano una situazione critica a livello economico ed erano propensi a rimandare tutto a tempi migliori. Per un attimo ho temuto che lo scambio in Ungheria sfumasse e venisse meno per me l'ultima occasione di trascorrere del tempo con la mia amata ex IIas, attuale IIIas, discorrere con loro di letteratura, giocare ai richiami poetici e filosofici sulla vita, come eravamo solite fare a lezione. Ma la fiducia che Beverley mi ha dimostrata mi ha spinta a reinventare davvero lo scambio, a riproporlo alla collega ungherese, la bravissima professoressa e mia carissima amica Beata Csanadi che, solerte e paziente, sera dopo sera, comunicando con me via skype e via email, ha tessuto sapientemente una splendida tela, che aveva come trama un incontro tra il liceo “T. Lucrezio Caro” di Cittadella e il liceo “Deak” di Pecs, e il cui ordito si è manifestato come un ricamo di raffinati colori, di liete figure di ragazzi che si incontrano, di porcellane raffinatissime che si stagliano sul cielo limpidissimo d'Ungheria, di violini zigani e sorrisi intensi di sincerità e amicizia, di quei sorrisi che qui, appena fuori dalle mura di Cittadella, spesso vengono a mancare e ci rendono assetati di affetto, anche se non ne siamo sempre consapevoli o non lo vogliamo ammettere. E' in momenti come questi, quando sento venir meno quel legame umano, quel dialogo fraterno che dovrebbe davvero regolare i rapporti tra tutti noi, che avverto che si potrebbe avverare la profezia di Pavese ...scenderemo nel gorgo muti... Uno scambio culturale, specie con i Paesi dell'Europa dell'Est, ha il dono di svelare una realtà che si basa ancora su questi legami, che fa del dialogo fraterno una conditio sine qua non alcuna attività didattica, perfino la più raffinata ed elaborata, avrebbe senso di esistere. Con lo scambio culturale con il liceo “Deak” di Pecs, che si è svolto dal 5 ottobre al 12 ottobre 2013, abbiamo ricevuto tantissimo in termini di accoglienza affettuosa, sorrisi, abbracci e danze sfrenate e appassionate, e abbiamo dato tanto in termini di energia creativa, allegria e canti vivaci e pieni di vita. Dall'una e dall'altra parte poi sono giunti a tutti, e tutti ne abbiamo avvertiti gli effetti benefici, degli splendidi stimoli culturali. Io ho anche incontrato una nuova amica, la mia collega Fiorella Fior, che si è dimostrata capacissima di adattarsi alle diverse e varie situazioni in cui ci siamo ritrovate visitando i licei di Pecs. Ho ammirato la sua energia, la sua abilità (o competenza?!!) a non abbattersi, ma anzi a sfoderare in ogni situazione una formidabile fiducia in se stessa e nelle proprie capacità, quella che spesso manca a me, non perché non abbia fiducia in me stessa, ma perché vivo con sentimento e fantasia ogni cosa, ogni evento, e mi perdo nelle sfumature tristi e a volte insostenibilmente pesanti dell'esistenza. Il percorso da Cittadella a Pecs in pullman è stato il primo passo verso quell'intesa meravigliosa che si è creata non solo tra noi due insegnanti, ma anche tra le insegnanti e le allieve che, allegre e pimpanti come sempre, hanno sfoderato un vastissimo repertorio di canti e canzonette che hanno reso lieta e meno pesante la giornata di viaggio, perché il canto, come diceva Ovidio nei Tristia, “rende l'uomo più forte a sostenere quale che sia la sua croce”. Anche la serietà e la preparazione dell'autista del pullmannn ci ha permesso di non perderci nelle strade dai nomi assolutamente incomprensibili della grande e bellissima città di Pecs, e ci ha condotto a termine corsa, nel cortile del liceo “Deak”, sito in via “Oz”, che in ungherese significa “via dei caprioli”, dove ci attendevano gli amici ungheresi e, sicuramente, anche i caprioli, nascosti dietro gli alberi di quella magnifica area verde, foresta urbana, che circonda il plesso scolastico. La settimana dello scambio si è svolta principalmente al liceo “Deak” di Pecs, con attività di lezione, lavori manuali, rappresentazioni teatrali, e giochi in comune. Abbiamo condiviso i pasti alla mensa della scuola, abbiamo dato un piccolo contributo alle lezioni di lingua italiana, abbiamo incontrato tanti nuovi amici, abbiamo stretto la mano all'affascinante Dirigente del liceo, come se la stringessimo ad un amico o a un parente, siamo stati sempre accompagnati da una dolcissima e preparatissima collega ungherese dal nome regale e medievale di Kinga Vago, abbiamo seguito le lezioni di spagnolo della bellissima professoressa Dora Vasas, abbiamo goduto di uno splendido momento di relax alle terme di Solany e abbiamo vissuto una giornata rinascimentale al castello di Bikal. Tutti i giorni siamo stati seguiti e diretti dalla regista dello scambio, l'infaticabile Beata Csanadi, che ha diretto ogni operazione con grande serietà e professionalità e ha regalato a me e Fiorella una magnifica passeggiata domenicale tra gli splendidi vigneti e le cantine nei dintorni di Pecs. Durante queste bellissime giornate le ragazze hanno avuto modo di conoscere una realtà abbastanza differente da quella da cui provengono, hanno saputo apprezzare quello che manca loro, ma anche quello che hanno e che manca agli ungheresi, hanno saputo dare tanto nel momento in cui si sono accorte che stavano davvero ricevendo tanto, hanno amato intensamente tutti e tutto come è loro graziosa abitudine fare, entusiasmandosi per ogni cosa che possa, anche solo per una frazione di secondo, accendere in loro la voglia di vivere. Ho riconosciuto la mia classe e ho rivisto nel loro modo di fare il solco tracciato da due anni trascorsi assieme a dialogare sul mondo e sulla vita in genere, attraverso le parole dei poeti e degli scrittori che abbiamo imparato ad amare, e ho sentito fortissima la mancanza delle altre sei compagne rimaste a casa per vari motivi, e perché la vita dispensa gioie e dolori in egual misura ad ognuno, ma spesso in tempi e con modalità diversi. Csanam/grazie di cuore e coralmente all'amica Beata Csanadi, per tutti Bea, alla sua forza di volontà e al suo lavoro preziosissimo, che ci ha consentito di attuare lo scambio, grazie all'amica Dora e all'amica Kinga, alla collega e amica professoressa Fiorella Fior, alle ragazze della IIIas, quelle che sono venute e quelle che sono rimaste a casa, grazie alla coordinatrice degli scambi esteri, amica e collega professoressa Beverley Littlewood e grazie soprattutto alla professoressa Fiorenza Marconato, che è la Dirigente del nostro liceo e che ancora una volta si è fidata di noi e ci ha permesso di attuare anche questo scambio, verso il quale ha dimostrato una degna attenzione, chiedendo nostre notizie durante il viaggio. E' bello sapere di essere pensati durante la nostra assenza da scuola, mentre siamo impegnati in servizio per la scuola. Alle allieve della IIIas e a tutti i miei allievi ed ex allievi di questo liceo, che mi fanno sentire un albero forte quando loro ne diventano i fiori e i frutti profumati, voglio dedicare i primi versi della splendida poesia di Sandor Petofi, il giovane poeta ungherese dell'800, morto combattendo valorosamente per la sua patria, che vide probabilmente nell'incontro con l'altro, in questo caso la donna amata, non un annientamento, ma una totale simbiosi e trasformazione grazie al potere dell'Amore infinito e rigenerante, che è dentro ognuno di noi. Fa leszek, ha fanak vagy viraga... Sarò un albero se tu sarai i suoi fiori, sarò un fiore se tu sarai la brina sarò la brina se tu sarai il raggio di sole che la scioglierà.(...) Sara Elisabetta Minuto