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29 Marzo 2009 (f.f.) questo monte è circondato da cime più

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29 Marzo 2009 (f.f.) questo monte è circondato da cime più
29 Marzo 2009
(f.f.) questo monte è circondato da cime più conosciute che lo dominano per imponenza per cui,
forse, è un po’ trascurato dagli amanti delle Apuane. Invece merita un’escursione per i panorami
che si godono dalla vetta e per i luoghi lo circondano: da Campanìce agli alpeggi del Puntato ed
alla vicina torbiera di Fociomboli ricca di piante rare.
MONTE FREDDONE
Figura 1: il monte visto da Col di Favilla, in primo piano l’abitato del
Puntato.
Il monte Freddone1, conosciuto in passato
come monte Lievora2, è una impervia ed
isolata piramide, piuttosto irregolare, a tre
facce con cima bifida che raggiunge i 1479
metri nella vetta principale che si trova a
sud.
La salita in vetta per la cresta sud-est è
semplice ed il panorama molto bello ed è
possibile percorrere un anello abbinando ad
essa la cresta est-nord-est.
Il Freddone è completamente compreso nel
comune di Stazzema e si affaccia sulla valle
della Tùrrite Secca con il suo versante
settentrionale, mentre a sud la sua cresta
meridionale va ad innestarsi con la cresta
settentrionale del monte Corchia da cui è
separato dal valico di Fociomboli.
Ad est il monte domina l’alpeggio del Puntato con i suoi antichi insediamenti, mentre ad ovest c’è
una conca boschiva chiusa dal monte dei Ronchi che si trova alla base del monte Altissimo.
La prima ascensione documentata è alla fine del 1800 da parte di alpinisti liguri, ma sicuramente il
monte era già stato scalato da pastori locali. Il 2 gennaio 1910 Antonio Frisoni e Mario Ferro della
sezione ligure del Cai eseguirono la prima ascesa invernale3 seguendo la cresta est.
VERSANTI DEL MONTE
Cresta sud e sud-est
È il percorso più semplice per la vetta, è segnato ed inizia presso una marginetta, restaurata di
recente, che si trova pochi metri sotto Fociomboli lungo il sentiero 11 per il Puntato. Si sale a
sinistra e si segue il fianco orientale del monte inizialmente a mezza costa, poi si entra nel bosco e si
1
Il monte è circondato da due Canali: Canale Freddone e Canale delle Fredde che ci ricordano che la zona è tra le più
fredde delle Apuane. La neve ed il ghiaccio permangono a lungo con le loro insidie.
2
Anche Tievola. I locali lo chiamavano monte Paglino.
3
A proposito cfr. Giorgio GIANNELLI, Uomini sulle Apuane, Galleria Pegaso Editore, Forte dei Marmi, 1999 a pag.
92.
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superano un paio di tratti piuttosto ripidi, ma semplici, e si arriva ad una sella dalla quale, seguendo
i pendii sommitali, si perviene in vetta. In inverno con neve e ghiaccio il percorso è piuttosto
difficoltoso.
Parete Sud-ovest
È un itinerario adatto ai rocciatori ed inizia da Campanìce
Cresta Ovest
Anche questo è un itinerario per i rocciatori che inizia dal paese di Campanìce.
Versante Nord
Si sale deviando dal sentiero 128 per tratti di
bosco e poi per una cresta, anche questo non
è adatto agli escursionisti per le sue
difficoltà.
Cresta Est-nord-est
Anche questo percorso si stacca dal 128
dopo circa un paio di chilometri dall’inizio
del sentiero presso la strada del Cipollaio. La
cresta deve essere seguita fino alla vetta, non
ci sono segni, ma il percorso è ben evidente.
La salita non è difficile, ma è faticosa per la
pendenza e consigliata ad escursionisti
esperti. È preferibile evitare le linee di
pendenza
massima
mantenendosi
preferibilmente sul versante sinistro della
cresta che è più dolce.
Figura 2: il versante Nord visto dal sentiero che da Capanne di
Careggine porta al Colle delle Capanne.
LA VETTA
Il pianoro sommitale è abbastanza ampio e
la vetta è indicata da una piccola croce.
Nonostante la modesta altezza il panorama è
molto bello sulle montagne circostanti in
particolare le Apuane Centrali ed il Monte
Sumbra, interessante anche la vista sulla
valle della Tùrrite e sul lago di Isola Santa.
Ben visibili il Sella, il Macina, il Fiocca,
l’Altissimo, la Pania della Croce con il Pizzo
delle Saette ed il vicino Monte Corchia.
Sullo sfondo da una parte l’Appennino e
dall’altra la costa.
ANELLO E TRAVERSATA
Figura 3: il pianoro sommitale, sullo sfondo il Sumbra.
È possibile effettuare un percorso ad anello
intorno al monte e, volendo, salire alla vetta con una bella traversata per le creste Est e Sud. Sono
itinerari da fare nella buona stagione evitando l’insidioso ghiaccio4 delle Apuane.
4
A proposito può essere utile la lettura di: Marco MARANDO, I gesti della montagna, i gesti dell’uomo. Come
avvicinarsi alle Alpi Apuane, in sicurezza. Bandecchi & Vivaldi Editori, Pontedera, 2008. 280 pagine. Dopo una beve
introduzione l’autore intervista 19 esperti affrontando il tema del corretto modo di affrontare le escursioni sulle Alpi
Apuane
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•
Traversata: si segue il sentiero 128 che parte presso la galleria del Cipollaio. Provenendo
dall’alta Versilia l’inizio del sentiero si trova a circa 1,5 km dall’uscita dopo una casa sulla
sinistra con un piccolo parcheggio. Proprio di fronte parte il 128 che, per circa un paio di
chilometri, segue il boscoso versante nord del monte fino a scavalcare la cresta est/nord-est
che deve essere seguita fino alla vetta. Non ci sono segni, ma il percorso è ben evidente, la
salita non è difficile, ma è faticosa per la pendenza. Si cerca di evitare le linee di pendenza
massima e di mantenersi preferibilmente sul versante sinistro della cresta che è più dolce.
Arrivati alla vetta la discesa segue il sentiero ben segnato, ma non numerato, che porta a
Fociomboli per la cresta sud. Da Fociomboli si prosegue per il sentiero 129 che inizia, cento
metri più in basso, presso una maestà ed attraversa il paese abbandonato di Campanìce
dotato di bella chiesa ristrutturata. Poi, passando per il bosco, raggiunge la strada asfaltata, a
breve distanza dall’imbocco del precedente sentiero, presso il Ponte Merletti.
•
Anello: il percorso ricalca il precedente senza salire per le creste ed in vetta. Si percorre il
sentiero 128 fino all’abitato del Puntato dove poi si segue il sentiero 11 che sale a
Fociomboli. Da qua si segue il percorso precedente fino al Ponte Merletti.
MINIERE
In tutta l’alta Versilia sono presenti piccole
miniere sfruttate forse dagli etruschi e
sicuramente dai romani. I minerali fornivano
principalmente rame, ferro, mercurio,
argento e bario. Tutte queste attività sono da
tempo
abbandonate
essendo
ormai
antieconomiche.
Gli appassionati hanno oggi a disposizione
interessanti
itinerari
di
archeologia
mineraria, in particolare dall’agosto 2008 è
possibile visitare la Miniera di mercurio e di
Cinabro di Levigliani.
Figura 4: versante sud/sud-ovest dal sentiero da Passo di Croce.
Anche nella zona del monte Freddone furono aperte delle miniere per estrarre minerali di rame e di
ferro, sia pure in piccole quantità.
Di questo ha scritto anche Targioni Tozzetti 5 e di seguito riportiamo le sue osservazioni 6 relative ad
un viaggio effettuato nel 1743 nello stazzemese integrato con osservazioni successive.
Miniere di rame di Lievora.
Nell’alto di queste Alpi [alpi di Terrinca NdR], in una loro propaggine detta Monte di Lievora, fu
aperta nel 1752 una miniera di rame dai signori Suardi di Lucca, sotto la direzione del Sig.
Domenico Formisani; ed in tale occasione essi Signori mi favorirono diverse mostre, e notizie,
delle quali ho risoluto farne parte al Pubblico.
Il Monte adunque di Lievora, in un’estremità del Capitanato di Pietrasanta, Comunità di Terrinca,
è di circonferenza intorno a cinque miglia, alto circ’a braccia 1500, e dal luogo dove fu fatta
l’escavazione, fino al Canale in cui scola una sua faccia, braccia 340. Dalla parte verso
mezzogiorno attacca in alto col Monte Corchia, il quale si estende in giro, e va unendosi al monte
5
Giovanni TARGIONI TOZZETTI (Firenze 1712-Firenze 1783) fu medico e naturalista toscano.
Giovanni TARGIONI TOZZETTI, Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana per osservare le
produzioni naturali e gli antichi monumenti di esse. Edizione seconda con copiose giunte, Tipografia Granducale per
Gaetano Cambiagi, Firenze, 1773. Tomo VI, pag 229-230. La prima edizione dell’opera è del 1751-54 in sei tomi, la
seconda del 1768-79 in dodici tomi.
6
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Pania, che è in faccia al monte di Lievora, dalla parte verso Levante. La pendice che guarda
mezzogiorno, e partecipa di Levante, dove fu fatta l’escavazione, è per la maggior parte nuda, ma
in certi luoghi ha pochi e radi Faggi; l’opposta poi è assai più ripida, e tutta senz’alberi, ivi circ’a
cinquantanni fa, da alcuni pastori erano stati trovati diversi Nocchi Minerali piccoli, e mezzani, ed
alcuni grossi per sino quanto un Uovo, o poco più, di color’azzurro o verde, o misti di verde e
pochissimo azzurro i quali furono considerati sì da’ detti pastori, che da altri a’ quali gli fecero
vedere, per semplice materia di colore. Anzi è fama che dopo il Sig. Rettore di Terrinca [Lorenzo
Giannelli NdR], Sua Eccellenza il Sig. Senator Marchese Carlo Ginori ne facesse ricercare,
credendo che potessero riuscire a proposito per colorare le sue Porcellane. I Sigg. Suardi e
Formisani coll’indizio di tali Noccioli minerali, che riconobbero contenere la metà e più di Rame
del loro peso, e per le osservazioni fatte di certe tinture verdi, che apparivano in diverse pendici
del Monte, e particolarmente da quella verso occidente, altresì dell’asprezza del Monte, dei suoi
sassi rotti, della qualità delle Terre, dei lustri superficiali, della mancanza d’Erbe in molte parti (a
riserva del Timo, e di poche altre seccaginose) e delle acque che dal Monte scaturivano, e
lasciavano qualche sedimento verde viscoso ne’ loro Letti (uno de’ quali cammina verso Ponente,
uno verso settentrione, ed uno verso mezzogiorno) e di diversi pezzi di buone Marchesite sciolte ed
isolate, e di altre in poca terra attaccate, in due fossati laterali a sinistra e a destra della pendice
dove appariva il detto Minerale, risolsero tentarne la scoperta mediante un’escavazione. Questa fu
principiata nel dì 15 giugno 1752.
C’è da aggiungere che in realtà lo scavo era stato iniziato già nel 1702 dal Rettore Lorenzo
Giannelli e continuato da Carlo Ginori nel 1712. L’attività dei signori Suardi e Formisani ebbe
sicuramente fortuna per un certo periodo.
I LUOGHI CIRCOSTANTI
Campanìce
Paesino abbandonato nel comune di
Stazzema a 1053 metri di quota lungo il
sentiero 129 alle falde del monte Freddone.
Il toponimo significa “campo seminato a
panico”. Esso è formato da gruppi di
casolari: Pian di Mela, Lanzino e Togno che
ruotano attorno alla chiesa. Il borgo nacque
come alpeggio di Terrinca lungo un’antica
via di transumanza. La località è ricca di
legname utilizzato per produrre carbone e di
pascoli e fu sede nel secolo XIX di modeste
Figura 5: la cresta sud vista dalla marmifera che scende dal RetroCorchia, poco prima di Fociomboli.
escavazioni di marmo. La chiesa, dedicata a
San Giovanni Battista, risale all’inizio del 1700, il campanile fu aggiunto in un secondo momento.
Essa fu restaurata nel 1998. Il sentiero passa davanti alla chiesa ed è circondato da siepi di bosso ed
è pure lastricato, le vecchie case sono ormai ridotte a ruderi. Davanti alla chiesa arriva anche il
sentiero 10 dal passo dei Fordazzani.
Canale del Freddone
Nasce dalle pendici meridionali del Monte dei Ronchi e per buona parte del percorso è costeggiato
dalla carrozzabile del Cipollaio. Confluisce a Tre Fiumi nella Tùrrite Secca. Lo stesso nome è dato
all’orrida valle scavata dal torrente.
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Canale delle Fredde
È un affluente della Tùrrite Secca che va ad alimentare il lago artificiale di Isola Santa, esso origina
dal monte Corchia. Lo stesso nome è naturalmente usato per la valle da esso formata in cui passa il
sentiero 11 da Fociomboli al Puntato. All’inizio, subito sotto Fociomboli, una faggetta una volta
cedua per la produzione del carbone, nella parte finale passa anche una marmifera che prosegue poi
per Colle di Favilla.
Fociomboli
Valico tra la quota 1461 metri del monte Corchia ed il monte Freddone. Si trova a 1270 metri e
corrisponde alla testata del Canale delle Fredde. Esso è attraversato dalla mulattiera che congiunge
il Passo di Croce con il Puntato e il Col di Favilla, che corrisponde al sentiero 11. Da qua passa poi
il sentiero 129 che unisce Mosceta alla strada del Cipollaio (ponte dei Merletti), passando per
Campanìce. Parte di questo sentiero segue una marmifera per le dismesse cave del retro-Corchia.
La zona di Fociomboli è importante dal punto di vista botanico specialmente per il vicino Padule o
Torbiera di Fociomboli, ricco di rare orchidee.
Padule di Fociomboli
Detto anche Torbiera di Fociomboli. È una vasta conca acquitrinosa di circa un ettaro ai piedi del
versante settentrionale del Monte Corchia. È circondata dal bosco ed è percorsa da ruscelli che
scendono dal monte, il fondo della conca è impermeabile. Il padule è un laghetto di origine glaciale
ricco di rare specie botaniche per lo più neutrofile o basofile poiché le acque calcaree che
alimentano la torbiera neutralizzano l’acidità della stessa. È di grande interesse botanico e
meriterebbe sicuramente una tutela maggiore.
Passo di Croce
Si trova a quota 1160m. È un ripiano erboso che dai Torrioni del Corchia cala verso il passo dei
Fordazzani, da esso si gode una splendida vista sulle Apuane settentrionali: Sagro, Tambura ed
Sella e, in primo piano su quelle centrali: Altissimo, Macina, Fiocca, Sumbra, e Freddone, inoltre la
visuale comprende tutta la costa dalla Spezia fino alla Versilia ed alle isole nelle belle giornate. A
livello della maestà, alla fine della strada asfaltata, una palina indica il sentiero 10 per il passo dei
Fordazzani da cui il bivio per il 141 per le Cervaiole ed il 10 per Campanìce. Oltre la maestà c’è un
monumento marmoreo del 2000 dedicato agli ideatori della strada per Fociomboli. Questi erano due
frati professori di Terrinca, Cesare Coppedè e Gustavo Cocci, il primo si interessò del tratto fino al
Passo, il secondo di quello per Fociomboli. La strada in questione si biforca subito: a destra
(segnavia 11) continua per Fociomboli, a sinistra la strada, chiusa da una sbarra, sale per la cava dei
Tavolini del monte Corchia, in alternativa sulla destra della sbarra sale un sentiero segnato di rosso,
ma non numerato, che porta ad un pannello verde sulla via di cava dei Tavolini.
Ponte Merletti
Si trova a 809 metri sulla strada asfaltata del Cipollaio, in direzione Tre Fiumi dopo l’uscita dalla
galleria.
Il ponte scavalca un torrente che confluisce nel vicino Canale del Freddone. Qua parte il sentiero
129 per Campanìce con la deviazione per il 10 più avanti. Il sentiero nella parte iniziale è una antica
via di cava. La zona è molto orrida, dominata dal Monte dei Ronchi, e sono presenti antichi
tentativi di cave.
Puntato
Si trova alla base del versante settentrionale del Corchia e consiste in una conca prativa tra i 1000
ed i 1100 metri di quota a cui arrivano i sentieri 11 da Fociomboli ed il 128 da Tre Fiumi per il
Rifugio Del Freo. La conca è circondata dal Corchia, dal Freddone e dalla Pania della Croce con il
ben evidente Pizzo delle Saette. Il Puntato era un alpeggio per i pastori della comunità di Terrinca
ed esistono in zona vecchi casolari ed anche una chiesetta che sono stati ristrutturati. Alcuni casolari
sono adibiti all’accoglienza di escursionisti e gitanti con posti letto e cucine: la Baita “Il Robbio”
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che è una piccola azienda agricola, la Baita “Ciampi” ed il Rifugio “La Quiete”. La chiesa è
dedicata alla SS Trinità e risale al 1679, vicino c’era una maestà più antica fatta edificare per sua
devozione da Francesco Bacchelli con icona marmorea dedicata alla Madonna del Rosario col
Bambino e S. Giovani Battista. Dopo lo smantellamento della maestà l’icona fu murata sul muro
della chiesa e rubata nel 1973.
SENTIERI
Sentiero 11
Passo di Croce (1160m) innesto sentiero 10
per Passo dei Fordazzani e Campanìce –
innesto 129 per Campanice e Ponte Merletti
- Fociomboli (1260m) innesto 129 per
Mosceta – innesto sentiero non numerato per
il Freddone - Puntato (1170m) innesto 128
per Tre Fiumi – innesto 128 per Mosceta Col di Favilla (938m) innesto 9 per Isola
Santa e Mosceta sviluppo circa 3 km. Fino a
Fociomboli è una strada in parte asfaltata e
poi sterrata alla base del Corchia. Poi scende
al Puntato da cui, passando per il bosco,
porta a Col di Favilla.
Sentiero 128
Figura 6: l’inizio del sentiero sulla cresta sud del Freddone, sullo
sfondo il monte Corchia.
Strada del Cipollaio (ca 800m) - Puntato (987m) raccordo 11 - Foce di Mosceta (1170m). Costeggia
il versante nord del Freddone passando per il bosco per uscire ai prati dal Puntato da cui, sempre per
il bosco, arriva a Mosceta.
Sentiero 129
Ponte Merletti (ca 800m) – Campanìce (1050m) innesto sentiero 10 – innesto sentiero 11 con tratto
comune - Passo Fociomboli (1260m) - Retro Corchia - Rifugio del Freo (1180m) - Foce di Mosceta
(1170m). Unisce la carrozzabile del Cipollaio con la zona del Puntato e quella di Mosceta
sviluppandosi per lo più nel bosco.
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