La colonia abbandonata che ospitò i bimbi ebrei «Una storia da
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La colonia abbandonata che ospitò i bimbi ebrei «Una storia da
L’ECO DI BERGAMO 30 DOMENICA 20 APRILE 2014 Provincia Maxi area di 29 mila metri in attività fino agli Anni ’80 Il sito di Sciesopoli si estende su una superficie di 29 mila metri quadrati. La colonia, inaugurata nel 1933, dopo aver accolto i bimbi ebrei, fu anche struttura di «assistenza climatica» fino agli anni ’80. [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ La colonia abbandonata che ospitò i bimbi ebrei «Una storia da salvare» Selvino, Sciesopoli nel ’45 accolse 800 ragazzi scampati alla Shoah Viaggio nelle camerate tra silenzio e degrado. «Recuperiamola» Così si presenta oggi la grande struttura sull’altopiano di Selvino Selvino LAURA ARNOLDI Varcare il cancello di Sciesopoli, la colonia che nel 1945-1948 ospitò 800 ragazzi ebrei, è come compiere un salto indietro nel tempo, un doppio salto perché sulla facciata c’è ora la scritta «O. P. Per l’assistenza climatica» che rimanda agli anni ’80, quando l’edificio ospitava ancora una colonia estiva. Se tornassimo a 70 anni fa, in una giornata di sole si potrebbero vedere giocare nel parco centinaia di bambini arrivati a Selvino per lenire le ferite fisiche e psicologiche dell’esperienza più terribile della loro vita, quella dei campi di concentramento nazisti. Questi piccoli erano infatti ebrei sopravvissuti alla Shoah; per tre anni trovarono rifugio sull’altopiano, accolti dalla straordinaria generosità dei selvinesi. Sciesopoli è chiusa da decenni, oggi possiamo entrare per concessione della proprietà – l’Immobiliare Schiavo di Vallo della Lucania – e grazie alla disponibilità del Comune di Selvino. A farci da guida lo storico Marco Cavallarin, promotore della petizione per salvare la memoria di Sciesopoli, il vicesindaco Angelo Bertocchi e l’assessore alla Cultura Sara Grigis. Tracce del passato Saliamo la scalinata con una certa emozione, il tono della voce si abbassa, quasi non si volesse violare il silenzio in cui è sprofondato il luogo da tanti anni. La facciata è imponente, in stile rarate, servite da bagni e zionalista, la grande docce, il refettorio, porta di ingresso è sol’infermeria e la cucivrastata da un terrazzo na: in un grande muccircolare. C’è chi assicuchio di abiti e stracci, ra che da lì Mussolini anche scarpe, lasciate arringò la folla venuta lì non si sa quando; per l’inaugurazione nella dispensa accandella colonia intitolata to alla cucina, ci sono a due eroi del tempo, dei viveri; sparsi qua e Tonoli e Melloni, i cui Marco Cavallarin là materassi, e alle pabusti troneggiavano alreti cartelloni che rila base della scalinata mandano ad attività («Vennero tolti dopo la scolastiche. Sul muro guerra, i bambini salivauna scritta fatta con no sui piedistalli per uno spray nero datata gioco, assumendo pose 14 luglio 1994: «Il tesogloriose» ricorda Cavalro è stato trovato dai larin). In realtà quel di14enni che hanno vinscorso non fu mai proto il gioco» e ancora nunciato, perché Musuno spettro colorato solini a Selvino non arSara Grigis dà il «Benvenuto nella rivò,malamemoriacolcasa fantasma. Non lettiva è capace di piegasperate di uscire vivi» re la realtà alla leggennella grande sala dove da. Superata la soglia nel ’45 si trovava una siamo in un atrio enorsplendida piscina come,luminoso.Ovunque perta, successivaframmenti di vetro: nel mente eliminata dalle tempo la struttura è stasuore che gestivano la ta «frequentata» da colonia; al piano sotpersonaggi in cerca di tostante c’era anche rifugio, anche da ragazAngelo Bertocchi una sala cinematograzini che probabilmente fica. si sfidavano lì dentro in prove di «Progettata dall’architetto Viecoraggio. «Negli anni successivi ti Volli di Milano, Sciesopoli fu alla chiusura della colonia, l’edifi- completata in pochi anni e inaucio è stato saccheggiato: hanno gurata nel giugno del 1933. Il comportato via di tutto, dai serramenti plesso all’epoca era all’avanguarai caloriferi di ghisa», ricorda Ber- dia: piscina con acqua calda, cinetocchi. ma, cucina modernissima; nella Quattro sono i piani che si pos- lavanderia c’è ancora una caldaia sono visitare stando attenti a dove che risale agli anni ’30» spiega Casi mettono i piedi. Enormi came- vallarin. A sinistra dell’entrata principale l’edificio si sviluppa con un’ala costituita da altre camerate. L’edifico è immenso, ma solo la visione dall’alto fotografata dal drone permette di rendersi conto della grandezza del sito che si estende su 29 mila metri quadrati. La targa sparita Nel 1983 è stata posta anche una lapide, in occasione della visita di un gruppo di sessantasei ebrei profughi nella Sciesopoli. A seguito di quel viaggio si promosse il gemellaggio tra il Comune di Selvino e il kibbutz Tze’elim, nel Neghev, dove molti dei «bambini di Selvino» si sono man mano stabiliti dal 1946. «Quella targa è sparita, non si sa quando. La cosa curiosa è che non si riesce nemmeno a capire dove fosse collocata» dice Cavallarin, che di questo luogo ormai conosce ogni angolo. Intorno alla grande colonia la vegetazione è cresciuta selvaggia, un tempo c’erano vialetti che attraversavano il parco e un campo da calcio ora solo intuibile. Quale sarà il futuro di questo posto? La proprietà vorrebbe vendere, ma chi può acquistare un luogo che necessita di interventi pesanti?«Conlapetizionelagente ha capito che è importante salvaguardare la struttura e la memoria della sua storia», dice Cavallarin. «Da sempre è stato un impegno garantire la tutela del luogo – sottolinea Bertocchi – tanto che la si è vincolata rispetto ai possibili usi. La petizione ci dà nuova energia per continuare la battaglia». 1 ©RIPRODUZIONE RISERVATA Mostra, targa ricordo e un lavoro degli studenti Buona Pasqua! IlComunediSelvinoèin prima linea per salvare Sciesopoli e ha da subito accolto la petizione promossadaMarcoCavallarincome un’occasione per riaccendere l’attenzione sulla ex colonia. Lo storico e l’amministrazione, in collaborazione con il Museo storico di Bergamo, propongono a maggiounaseriedieventidedicati ai «Bambini di Selvino» e alla storia della colonia montana con due mostre allestite nella sala congressi del Comune di Selvino. L’archivista Bernardino Pasi- nelli ha curato l’esposizione di «DocumentiematerialisuSciesopoli 1945-1948» tratti dall’archivio comunale di Selvino, mentre una storia di «Selvino 1945-1948» è raccontata attraverso i documenti dell’Associazione nazionale ex Deportati di Sesto San Giovanni (a cura di Marco Cavallarin e Giuseppe Valota). Inoltre per la durata della mostra, aperta dall’1 al 4 maggio (dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18), sarà possibile vedere il filmato di Miriam Bisk «Lola’s Diary. La fuga dei miei genitori dalla Polonia alla Palestina». Il 2 maggio alla presenza delle autorità si svolgerà nel cortile della colonia, una cerimonia con la posa di una targa a ricordo del gemellaggio tra il Comune di Selvino e il kibbutz Tze’elim avvenuto nel 1996; seguirà la performance artistica di Giovanni Rubino «Fare memoria»; presenti anche il Corpo musicale La Montanara e I Famei di Selvino. Nel pomeriggio a partire dalle 17,30 nella sala congressi del Comune di Selvino si terrà il convegno «I bambini di Selvino e gli altri ospiti delle Valli» con Silvana Agazzi (Museo storico di Bergamo), Carlo Spartaco Capogreco (presidente della Fondazione Ferramonti), Marco Cavallarin (promotore della petizione), Walter Mazzoleni (testimone), Elisabetta Ruffini (Isrec di Bergamo), Carlo Salvioni (Coordinamento antifascista Bergamo), Giuseppe Valota (Aned Sesto San Giovanni), Claudio Visentin (Museo storico di Bergamo). Verrà proiettato anche «Sciesopoli, un luogo della Memoria» con la regia di Enrico Grisanti. Infine ci sarà la consegna delle firme della petizione al sindaco di Selvino e alle autorità provinciali e regionali. Il 3 maggio saranno protagonisti gli studenti selvinesi che nella sala congressi del Comune di Selvino (alle 10) presenteranno il loro lavoro per Sciesopoli. Interverranno anche la scrittrice Aurora Cantini, l’assessore alla Cultura Sara Grigis, l’attrice Laura Morelli, responsabile del Progetto Scieso-Polis. 1 31 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 20 APRILE 2014 Sulla petizione 5.000 firme ma la Regione resta in silenzio L’ex colonia ormai non è più utilizzata: sorge in mezzo al verde ono 5.000 le firme di adesione alla petizione «Perché duri la memoria» lanciata dallo storico Marco Cavallarin per conservare la storia della colonia che ospitò 800 piccoli ebrei liberati dai campi di concentramento. Dalle autorità a cui Cavallarin si è rivolto ancora silenzio: «Nes- S suna risposta – dice Cavallarin –, nonostante le sollecitazioni, è venuta dalla VII Commissione (Cultura) della Regione, alla quale avevamochiestoinaudizionedicostituire un gruppo di lavoro che si occupasse della progettazione del futuro di Sciesopoli. E dire che l’assessore Cappellini aveva assicurato tutta l’attenzione possibile. Abbandono e devastazione hanno ferito profondamente Sciesopoli Dai fondi dei fascisti alle origini dei bambini Il passato scorre sul web Selvino Il grande complesso di Sciesopoli a Selvino, la colonia che ospitò 800 bambini ebrei, oggi in abbandono FOTOBERG Per scoprire la storia di Sciesopoli basta viaggiare nel sito www.sciesopoli.com, ricco di immagini, filmati e documenti. In poco più di un mese ha ricevuto oltre 2.300 visite per il 49% dall’Italia, il 37% dagli Usa, il 9% da Israele e il 5% da altri Paesi. È stato realizzato da Bernardino Pasinelli, archivista informatico, socio del Centro studi Archivio bergamasco, incaricato dal Comune di Selvino di riordinare i documenti che possono aggiungere qualche tassello alla vicenda della colonia. «Ho potuto avvicinarmi a Selvino grazie al lavoro nell’archivio parrocchiale compiuto in passato; dopo la scoperta della storia di Sciesopoli, ho continuato lo studio nell’archivio del Comune. Ci sono molti elementi interessanti sugli anni dopo il 1944, quando un incendio distrusse l’archivio. Degli anni Un particolare della lapide coi soci perpetui: tra loro, Benito Mussolini Nessuna risposta, nonostante le sollecitazioni, è venuta dal governatore di Regione Lombardia il quale si era impegnato a convocare urgentemente una conferenza dei servizi per affrontare la questione Sciesopoli». Intanto il presidente Giorgio Napolitano, in risposta alla lettera di Cavallarin, ha raccomandatoalgabinettodelmi- La struttura era all’avanguardia per l’allestimento e per le dotazioni successivi ci sono elenchi, carte di soggiorno, permessi, richieste e autorizzazioni, frutto del carteggio tra il Comune, il prefetto, la questura e i responsabili della colonia. In particolare la questura sorvegliava il flusso degli stranieri, compresi quelli della colonia ebraica sostenuta dal Cln di Milano e dagli Alleati. Abbiamo rintracciato un elenco di 300 bambini passati da Selvino, con la nazionalità e i campi di provenienza». Con il materiale che Pasinelli ha trovato verrà allestita una mostra, costituita da 18 pannelli, e presentata a maggio a Selvino. Tra i documenti esposti (già pubblicati nel sito) la lettera inviata dalla prefettura di Bergamo: «A quanto succedeva a Selvino tra il ’45 e il ’48 era interessata la prefettura, sollecitata dal ministero, forse preoccupata dal continuo movimento». Con una lettera del 19 gennaio 1947 il questore chiede al sindaco di Selvino «di inviare un elenco aggiornato di tutti i componenti della colonia ebraica precisando quali siano entrati in Italia con regolare visto di ingresso». «L’elemento storicamente importante – sottolinea Pasinelli – è la risposta, scritta su carta intestata in italiano ed ebraico. In un altro documento, segnato a matita, il Comune dice che la colonia ebraica fu aperta il 22 settembre del 1945. Il primo gruppo di una ventina di La proposta: un museo di storia che viva nell’attualità Sciesopoli, per una sorta di legge del contrappasso, divenne da colonia fascista a luogo dove i bambini ebrei ritornarono alla vita. Nel 1945 una delegazione composta da Raffaele Cantoni (presidente della Comunità ebraica di Milano), Moshe Ze’iri (membro della Kvutzat Schiller e della Compagnia ingegneri dell’Esercito britannico Solel Boneh) e Teddy Beeri (membro anch’egli della Solel Boneh) ottenne dal Comitato di liberazione di Milano la possibilità di utilizzare la struttura nella Bergamasca. I bambini furono accolti dalla generosa popolazione di Selvino con il sindaco Emilio Grigis, l’ex partigiano «Moca». ziato, scomparso nel 1976, si trasferì per continuare le proprie ricerche, al sindaco di Selvino. «No all’ennesimo memoriale» Il ruolo di Gorini Tra coloro che si attivarono in questo progetto Luigi Gorini, docente universitario di chimica pura a Pavia, che si rifiutò di prestare giuramento di fedeltà al fascismo a cui si oppose, entrando nella resistenza insieme alla moglie Annamaria Torriani. Il figlio Daniel ha scritto dagli Usa, dove il padre scien- «È importante – dice Gorini che Sciesopoli sia conservata e che la storia viva per i posteri come memoria di una generosa attività umana», proponendo la fondazione di un museo che viva però «nell’attualità, mentre mostra la storia», per non rischiare di «diventare un ennesimo memoriale dell’Olocausto». Si discute sul futuro di Sciesopoli nistero dei Beni culturali di prestare attenzione alla «difficile situazione in cui versa la colonia Sciesopoli nel comune di Selvino, importante luogo della Memoria, che rischia seriamente di andare perduto e dimenticato per sempre». È possibile aderire alla petizione scrivendo a [email protected]. Daniel Gorini evidenzia un paradosso nella storia di Sciesopoli: «L’esemplare buona volontà di salvare i bambini era sostanzialmente un progetto sionista. I sionisti che vi hanno partecipato erano persone buone e divennero amici dei miei genitori. Ma io deploro le politiche correnti dello Stato d’Israele, e ho radicali disaccordi con il Sionismo che ha dimostrato di essere un’ideologia esclusivista e razzista, contrari ai concetti di inclusione, uguaglianza e diversità culturale per i quali i miei genitori bimbi ebrei arrivati in Italia fu accolto tra giugno e settembre nella colonia di Piazzatorre, ma era una struttura troppo piccola e nemmeno riscaldata». La ricerca potrebbe proseguire consultando l’Archivio di Bergamo e l’Archivio di Milano dove si trovano documenti delle Organizzazioni del fascio milanesi, le prime a dare vita alla colonia negli anni ’20. «Allora c’era poco più che una baita, che serviva come base per escursioni e gare di sci di gruppi di fascisti milanesi. Nel giugno 1933 viene inaugurata la grande colonia con piscina e cinema, circondata dal parco in cui erano ospitati i piccoli balilla». «La costruzione – spiega Pasinelli – era finanziata da numerosi benefattori privati e pubblici (tra cui Benito Mussolini con cinquemila lire) per lire 2.580.000. Tra i maggiori offerenti, vi furono il Consorzio antitubercolare provinciale di Milano con 540 mila lire, poiché la colonia era anche un sanatorio, il gruppo rionale fascista “Antonio Sciesa” di Milano, che sottoscrisse 410 mila lire e gli “Amici di Sciesopoli” di Milano che offrirono 150 mila lire». Dal 1948 al 1985, Sciesopoli, diventata «Pio Istituto di Santa Corona», manterrà la vocazione all’accoglienza ospitando altri ragazzi, disabili, anziani e profughi del Vietnam nel 1980-1982. Ma questa è un’altra storia. 1 si sono sempre battuti». Piccole cose e buona volontà La storia di Selvino illustra che «è utile fare piccole cose con buona volontà», ma è un dovere pensare in modo critico. Per questo, secondo Gorini, se «Sciesopoli diventerà un museo il suo statuto dovrà richiamarsi esplicitamente alla universalità della sofferenza e della cura della stessa, senza preferenza di razza e religione. In questo senso il museo dovrebbe esporre apertamente le politiche attuali di apartheid dello Stato di Israele». Per Gorini, se si avrà il coraggio di fare questo «si costruirà un memoriale esemplare delle buone azioni compiute a Sciesopoli». 1