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paper: l`esperienza di AVSI nel settore educativo
L’ESPERIENZA DI
AVSI1 NEL
SETTORE
EDUCATIVO
Sommario
ABSTRACT ....................................................................................................................................................................... 2
1. QUADRO GENERALE ............................................................................................................................................ 3
1.1 Il diritto all’educazione ........................................................................................................................................... 3
1.2 Erogatori di servizi educativi ed istruzione gratuita .............................................................................................. 4
2. INTERVENTI AVSI IN AMBITO EDUCATIVO ................................................................................................... 6
2.1 Educazione come “pieno sviluppo della persona” ................................................................................................. 6
2.2 Il metodo AVSI ........................................................................................................................................................ 6
2.3 Educazione di qualità.............................................................................................................................................. 7
3. ESPERIENZE E NUMERI ........................................................................................................................................ 8
4. RACCOMANDAZIONI .......................................................................................................................................... 11
5. CONCLUSIONI ...................................................................................................................................................... 12
6. BIBLIOGRAFIA ..................................................................................................................................................... 13
1
La Fondazione AVSI (www.avsi.org) è una organizzazione non governativa, ONLUS, nata nel 1972 e impegnata con oltre 100 progetti di
cooperazione allo sviluppo in 37 paesi del mondo di Africa, America Latina e Caraibi, Est Europa, Medio Oriente, Asia. AVSI opera nei settori socio‐
educativo, sviluppo urbano, sanità, lavoro, agricoltura, sicurezza alimentare e acqua, energia e ambiente, emergenza umanitaria e migrazioni;
raggiunge oltre 4.000.000 beneficiari diretti attraverso 1.400 persone che lavorano in queste attività, e una rete di circa 1.000 volontari in Italia,
coinvolta in attività di sensibilizzazione e fundraising a favore di AVSI che incontra in un anno circa 400.000 persone. Nel 2012, AVSI ha ricevuto
contributi per un importo complessivo di circa 28 milioni di euro metà da donatori istituzionali e metà da privati. La raccolta complessiva da parte
del network AVSI nel mondo ammonta a 44 milioni di euro. Tra i suoi principali donatori istituzionali figurano il Ministero degli Esteri Italiano,
l’Unione Europea, USAID, FAO, UNICEF e Banca Mondiale. Fondazione AVSI lavora con 700 partner locali, oltre che con donatori privati e pubblici,
come comuni, province, regioni, stato Italiano, Unione Europea, Cooperazioni bilaterali, organismi internazionali, Banche di sviluppo. AVSI è
promotrice di un network di oltre 60 organizzazioni, ovvero una rete informale di soggetti del privato sociale che in modo sistematico, collaborano
per la realizzazione di progetti e nella condivisione di esperienze e metodi.
L’esperienza di AVSI nel settore educativo
ABSTRACT
L’educazione è una delle priorità maggiori della comunità internazionale ed è considerata come un tema trasversale:
l’assistenza sanitaria, lo sviluppo sostenibile e il lavoro sono profondamente legati ad essa. Si tratta di uno dei diritti
fondamentali di ogni bambino e adulto, come esposto in numerose dichiarazioni internazionali. È sempre più condivisa
l’idea che l’educazione intesa solo come “istruzione scolastica” non sia più sufficiente. Al contrario, un approccio
maggiormente olistico è cruciale per affrontare la questione nella sua interezza. Ad esempio, alcune organizzazioni
internazionali hanno apportato delle modifiche al proprio lessico, spostandosi da “istruzione” (education) ad
“apprendimento” (learning) nella descrizione dei propri obiettivi. Data la grande quantità di sfide in ambito educativo, le
alleanze tra i diversi attori che compongono la società, pubblici e privati, sono necessarie per dare impulso
all’erogazione di servizi educativi grazie alla condivisione di saperi, capacità e risorse differenti. Dal punto di vista di
AVSI, la sfida maggiore è quella di definire l’idea di “educazione” in sé e, di conseguenza, il concetto di educazione di
qualità. L’educatore, la famiglia e la comunità sono tutti attori fondamentali nel percorso educativo del bambino, e il
ruolo di ciascuno deve essere compreso in modo corretto. Verranno forniti di seguito alcuni esempi e numeri
riguardanti il metodo e l’esperienza di AVSI nel campo dell’educazione, seguiti da raccomandazioni sulle politiche da
seguire.
2
Dopo un’ampia consultazione con gli uffici di AVSI presenti in tutto il mondo e alcuni partner, il Knowledge
Center di AVSI ha redatto il presente documento per dare un contribuito al dibattito internazionale sul tema
dell’educazione nei Paesi in via di sviluppo. Con il presente documento, la Fondazione AVSI si propone di
fornire commenti e raccomandazioni sul tema dell’educazione, condividendo ciò che abbiamo imparato sulle
modalità di miglioramento della qualità dell’educazione, di incremento della sostenibilità degli interventi e
di raggiungimento di risultati soddisfacenti in ambito educativo.
Luglio 2012.
Per qualsiasi commento o contributo, contattare: [email protected]
Knowledge Center
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L’esperienza di AVSI nel settore educativo
1. QUADRO GENERALE
1.1 Il diritto all’educazione
L’educazione è uno dei diritti fondamentali di ogni bambino e adulto, come esposto in numerose dichiarazioni
internazionali. L’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani2 recita: “Ogni individuo ha diritto
all’istruzione”, mettendo in evidenza che “L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità
umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la
comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi (…)”. La Convenzione sui Diritti
dell’Infanzia3, all’articolo 29, dichiara che “L'educazione del fanciullo deve favorire lo sviluppo della personalità del
fanciullo nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità.
Deve sviluppare nel fanciullo il rispetto nei confronti degli altri, dei diritti dell'uomo e della cultura propria e
altrui”.
Nel 2000, 147 capi di Stato e di Governo, e 189 Nazioni si sono prese l’impegno di dimezzare l’estrema
povertà entro il 2015. Hanno individuato otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio4 da raggiungere entro lo
stesso anno. Tali notevoli propositi sono ampiamente considerati come componenti essenziali dello sviluppo
sociale, economico e politico di ogni società.
Il secondo Obiettivo è quello di “Rendere universale l’istruzione primaria”; la comunità internazionale e i
singoli Paesi hanno speso e continuano a spendere energia e risorse per dare un contributo e quantificare i
progressi raggiunti in termini di accesso, iscrizione, continuità, parità dei sessi, qualità e uguaglianza
nell’educazione primaria.
Nonostante cioè, tale obiettivo probabilmente non verrà raggiunto: come riportato dalla Banca Mondiale
nella recente “Education Strategy 2020”, “il numero di bambini in età scolare che non vanno a scuola è
diminuito da 106 milioni nel 1999 a 68 milioni nel 2008. Anche nei Paesi più poveri, il tasso medio
d’iscrizione alle scuole primarie è cresciuto sino all’80 percento e i tassi di completamento del ciclo
scolastico sino al 60 percento5”. Tali cifre dimostrano che sono stati fatti molti passi in avanti. Tuttavia,
l’educazione non può essere limitata semplicemente all’”istruzione scolastica”. Vi si riconosce inoltre che
“L’obiettivo generale non è semplicemente l’istruzione scolastica (education), ma l’apprendimento
(learning)”. Di conseguenza, il nome della nuova strategia della Banca Mondiale è “Learning for All” e
adotta il cosiddetto “approccio inclusivo”: “Il termine ‘sistema educativo’ si riferisce generalmente alle
scuole pubbliche, alle università e ai programmi di formazione che forniscono servizi educativi. In questa
iniziativa, “il sistema educativo” comprende l’intera gamma di opportunità formative disponibili in un
Paese, erogate o finanziate dal settore pubblico o privato (tra cui organizzazioni religiose, non-profit e forprofit). Include programmi formali e non formali, più l’intero gruppo di beneficiari e partecipanti a tali
programmi – insegnanti, formatori, amministratori, impiegati, studenti e famiglie, e datori di lavoro.
Comprende poi le regole, le politiche e i meccanismi di responsabilità che tengono unito il sistema
educativo, così come le risorse e i meccanismi finanziari che lo sostengono”. Inoltre, la WB si prefigge di in
modo che “tutti i bambini e i giovani possano non solo andare a scuola, ma acquisire anche conoscenze e
2
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Assemblea Generale delle Nazioni Unite, New York, 10 dicembre 1948.
1989 Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, Adottata dall’Assemblea Generale con risoluzione 44/25, 20 novembre 1989.
4
http://www.un.org/millenniumgoals/
5
Learning for All. Investing in People’s knowledge and Skills to promote development, World Bank Group Education Strategy 2020,
Banca Mondiale, 2011. p.2. Si veda inoltre La crisi nascosta ‐ i conflitti armati e l’educazione. Rapporto di monitoraggio FSE su
“Un’Educazione per Tutti”, 2011. UNESCO.
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L’esperienza di AVSI nel settore educativo
abilità di cui necessitano per condurre una vita salutare e produttiva e assicurarsi un lavoro sicuro e
valido6”.
Questo passaggio nel dibattito internazionale sull’educazione verso un approccio maggiormente inclusivo e
olistico è in linea con quanto emerge dall’esperienza di AVSI. Il termine “olistico” può essere infatti
considerato centrale nel descrivere un’educazione ideale: “Il sistema educativo al giorno d’oggi deve essere
concepito in maniera olistica” e “L’istruzione è una condizione indispensabile per ridurre la povertà,
migliorare l’assistenza sanitaria e costruire una società più pacifica, equa e sostenibile7”.
L’esperienza di AVSI conferma la necessità di sviluppare ulteriormente tale concetto per poter
raggiungere un approccio più inclusivo all’educazione.
1.2 Erogatori di servizi educativi ed istruzione gratuita
Gli enti privati che forniscono servizi educativi senza scopo di lucro (ONG e scuole confessionali) sono parte
essenziale del’ambito educativo, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. La loro presenza costante e
l’esperienza sul campo si fondano sull’impegno di rispondere a un bisogno umano basilare. La capacità di
formare in determinati contesti riflette la loro flessibilità ad adattare i servizi ai destinatari: “Le normative
internazionali sui diritti umani richiedono la sostituzione dei requisiti precedenti affinché i bambini possano
ricevere qualsiasi tipo di formazione disponibile, adattando l’istruzione ai principali interessi di ciascun
individuo8”.
La comunità internazionale e i ministeri dell’istruzione dei vari Paesi riconoscono sempre più con grande
chiarezza il ruolo essenziale delle scuole private in risposta alle grandi e differenti esigenze dei bambini. Le
scuole private con una missione sociale presentano molti punti di forza e sono particolarmente adatte a
rispondere a situazioni complesse, difficili. Le caratteristiche comuni sono:
‐ Conoscenza delle risorse sociali, del contesto e delle tradizioni locali;
‐ Radici profonde, cioè costanza, sostenibilità e coinvolgimento a livello locale;
‐ Motivazione, ovvero maggiore resilienza.
Riconoscendo l’importanza delle Organizzazioni della Società Civile e delle loro attività nel settore
educativo, AVSI, in linea con la Dichiarazione di Dakar9, sostiene la loro forte partecipazione a tutti i livelli
in ambito decisionale per contribuire alla pianificazione, realizzazione, monitoraggio e valutazione dei
servizi educativi.
Ciò introduce un aspetto cruciale per la gestione dell’istruzione nei Paesi a basso reddito e nelle aree urbane
in via di sviluppo: come i Governi possono lavorare insieme agli enti di formazione privati per assicurare
l’accesso universale di tutti i bambini ad un’educazione di qualità. Il partenariato pubblico privato (PPP)
nel campo dell’educazione è il tema trattato in una recente pubblicazione della Banca Mondiale, intitolata
6
Ivi, p.5
Programma e budget 36C/5, Conferenza Generale dell’UNESCO, 2012‐2013.
8
Diritti Economici, Culturali e Sociali. Il diritto all'istruzione. Rapporto sottoposto dall’Interlocutore Speciale, Katarina Tomasevski, alla
Commissione delle Nazioni Unite sui Diritti Umani. 15 gennaio 2004. E/CN.4/2004/45.
9
Dichiarazione di Dakar. Forum Mondiale sull’Istruzione. Dakar, Senegal, 26‐28 aprile 2000. Articolo 54: “La società civile ha molta
esperienza e un ruolo significativo nell’identificare le barriere del progetto “Un’educazione per tutti”, sviluppando politiche e strategie per
rimuoverle. Una tale partecipazione, soprattutto a livello locale attraverso collaborazioni tra scuole e comunità, non dovrebbe essere
limitata soltanto al sostegno delle decisioni e al finanziamento dei programmi dello Stato. Al contrario, a ogni livello decisionale, i Governi
devono mettere in atto meccanismi per il dialogo che permettano ai cittadini e alle organizzazioni della società civile di contribuire alla
pianificazione, realizzazione, monitoraggio e valutazione dell’istruzione di base”.
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L’esperienza di AVSI nel settore educativo
“Emerging evidence on vouchers and faith-based providers in education10”. In questo rapporto, la Banca
Mondiale pone l’accento sul fatto che i PPP e il settore privato in sé sono decisivi per lo sviluppo dei sistemi
educativi nei Paesi a basso reddito così come in quelli in via di sviluppo.
• Per esempio, rispetto allo studio di caso sulla Sierra Leone11, il rapporto della Banca Mondiale
afferma che “Il ruolo delle scuole private sembra essere importante soprattutto in un contesto nel
quale, nonostante il chiaro impegno dei Governi e delle agenzie internazionali nel settore
dell’istruzione, l’accesso equo ed efficace si è dimostrato irraggiungibile a molti”. Inoltre, in questo
Paese oltre il 50% dei servizi educativi viene fornito da scuole private e confessionali12. Sulla
base dei dati raccolti, la Banca Mondiale osserva che gli studenti che frequentano le scuole
confessionali hanno una migliore preparazione rispetto a quelli delle scuole pubbliche: “Frequentare
una scuola confessionale aumenta il rendimento, con un impatto statisticamente notevole per
quanto riguarda le abilità di calcolo e marginalmente notevole per quanto riguarda la lettura
dell’inglese. Utilizzando i risultati delle nostre stime, è possibile prevedere un aumento del
rendimento nelle abilità di calcolo e nella lettura dell’inglese per un bambino trasferitosi da una
scuola non confessionale a una confessionale. Il rendimento nell’abilità di calcolo aumenta dal
39,2 percento al 46,6 percento. Per la lettura dell’inglese, l’incremento va dal 20,4 percento al 24,3
percento”.
I partenariati pubblici e privati possono rappresentare una strategia sostenibile ed espandibile per fornire
servizi a livello educativo in contesti fragili e vulnerabili. Attraverso l’integrazione del settore pubblico e di
quello privato, potrebbe essere possibile valutare le caratteristiche e le risorse di ognuno, compresa la
disponibilità di risorse umane ed economiche, la pianificazione di riforme legislative da parte del Governo e
le conoscenze in ambito educativo e dei contesti locali da parte degli enti di formazione privati. L’UNESCO
indica poi chiaramente che “Per poter dare nuovo slancio agli sforzi per la realizzazione di “Un’educazione
per tutti” è necessario rafforzare la “collaborazione con tutta una serie di soggetti (…), tra cui aziende
private e gruppi della società civile, così come le modalità di finanziamento innovative13”.
I Governi hanno a disposizione un’ampia gamma di opzioni per sostenere le collaborazioni in ambito
educativo: voucher, borse di studio, canoni e charter school.
• Un ottimo esempio di uso di voucher riguarda il Governo della Colombia che, attraverso il
“Programa de Cobertura de la Eduacación Secundaria”, ha lanciato un programma per distribuire
voucher alle famiglie povere e permettere in questo modo l’accesso alle scuole private, estendendo in
questo modo la fornitura privata di servizi pubblici. Nel 1996, il Governo ha stabilito che il voucher
poteva essere speso soltanto in scuole non-profit/confessionali. Tra i risultati, è interessante
evidenziare che il beneficio complessivo di tale programma è costituito da un sostanziale ritorno
economico in termini di conseguimento dei diplomi di scuola superiore in Colombia.
• Le charter school, presenti soprattutto negli Stati Uniti, vengono principalmente finanziate dal
settore pubblico (80%) e gestite privatamente da organizzazioni senza scopo di lucro, famiglie,
gruppi o società. Tali scuole si impegnano a mostrare risultati positivi al Governo così come agli
utenti. Da ciò risulta un alto livello di flessibilità e una risposta a esigenze differenti. Generalmente,
10
Emerging Evidence on vouchers and faith‐based Providers in Education. Case studies from Africa, Latin America and Asia, Felipe‐Barrera‐
Osorio, Harry Antony Patrinos and Quentin Wodon, editori, Banca Mondiale, 2009.
11
Emerging evidence…, p. 108.
12
“A causa di fattori storici (le scuole sono state istituite da missionari e di recente da gruppi musulmani) e di una debolezza di
stato dovuta ai conflitti civili, più della metà di tutti gli studenti frequenta oggi scuole confessionali.” Emerging evidence…, p. 101.
13
Programma e budget 36C/5, Conferenza Generale dell’UNESCO, 2012‐2013.
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sebbene la maggior parte delle charter school aiuti ragazzi in difficoltà, il rendimento è eccellente.
La flessibilità e il rendimento hanno permesso la loro diffusione in molti Stati, dove sono entrate a
far parte del sistema educativo pubblico.
2. INTERVENTI AVSI IN AMBITO EDUCATIVO
2.1 Educazione come “pieno sviluppo della persona”
Dal punto di vista di AVSI, la sfida più grande in campo educativo è quella di definire il concetto di
“educazione” in sé e, di conseguenza, il significato di educazione “di qualità”. Sulla base della definizione
di Josef Jungmann14, AVSI ritiene che “L’educazione è introduzione alla realtà totale” in cui la parola
“totale” significa sia “comprensiva di tutto” sia “che porta alla piena maturità.15” Partendo da questa visione,
le famiglie, le comunità, gli educatori, i Governi così come la comunità internazionale, hanno il dovere di
educare i bambini fondandosi sui diritti umani universalmente riconosciuti, ma anche perché è la condizione
essenziale affinché ciascuno cresca nella consapevolezza della propria dignità.
2.2 Il metodo AVSI
L’essere umano, inteso come singolo individuo con ogni sua abilità e necessità, è il nucleo di ogni sviluppo,
il che significa che la persona deve essere al centro degli interventi. A partire da questa idea, la metodologia
di AVSI nel campo dell’educazione prende in considerazione i seguenti elementi fondamentali:
•
•
•
16
La tradizione, intesa come “la struttura di valori e significati in cui un bambino nasce ”, è il punto
di partenza per qualsiasi processo educativo.
Il maestro (educatori, insegnanti e adulti importanti). Una proposta non si basa solo su regole e
supposizioni, ma passa anche attraverso un individuo che la vive personalmente.
La libertà del bambino. Ogni essere umano è unico e irripetibile, dotato di ragione attraverso cui
valuta con spirito critico ciò che riceve e lo trasforma.
Anche la famiglia di ciascun bambino ha un ruolo fondamentale. L’istruzione dei bambini coinvolge
necessariamente i genitori, le famiglie e le comunità, che hanno le principali responsabilità. La scuola, a
prescindere da chi fornisce il servizio, deve sostenere il ruolo essenziale dei genitori e della comunità.
L’esperienza di AVSI dimostra che, quando le famiglie vengono coinvolte e sono presenti, i bambini
partecipano maggiormente, apprendono di più e si sviluppano in modo più completo. Inoltre, se i bambini
e le loro famiglie acquisiscono consapevolezza della propria dignità, la qualità della vita comunitaria nella
sua interezza migliora.
In questo quadro, AVSI adotta un approccio “centrato sulla famiglia” che prevede innanzitutto la
necessaria comprensione della situazione in cui vive e dei bisogni del bambino, poiché l’ambiente domestico
e le caratteristiche dei genitori o tutori influiscono molto sul suo sviluppo. L’esperienza di AVSI dimostra in
molti aspetti “l’influsso della famiglia”. Ad esempio, uno degli obiettivi più importanti del progetto OVC17
di AVSI in Uganda, Rwanda, Kenya e Costa d’Avorio, è quello di sviluppare nelle famiglie e nelle comunità
un senso di responsabilità e la capacità di prendersi cura dei propri bambini sostenendo la loro crescita. La
14
Christus als Mittelpunkt religioser, Josef Jungmann Erziehung, Freiburg i.B. 1939, p.20. In Il rischio educativo, Luigi Giussani,
Società Editrice Internazionale, Torino, 1995. Edizione in inglese, The Crossroad Publishing Company, New York, 2001.
15
Il rischio educativo, Luigi Giussani, Società Editrice Internazionale, Torino, 1995. Edizione in inglese, The Crossroad Publishing
Company, New York, 2001: “Sviluppare fino in fondo tutte le strutture di un individuo e, allo stesso tempo, affermare ogni possibile
legame attivo che tali strutture hanno con la realtà”.
16
Il rischio educativo, ibidem.
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AVSI OVC Project. Final evaluation. AVSI e Fondazione per la Sussidiarietà. Stampato da Arti Grafiche Fiorin, Milano, settembre 2011.
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L’esperienza di AVSI nel settore educativo
verifica di questo progetto ha provato il forte legame tra le caratteristiche delle famiglie e il benessere dei
bambini. Lo stesso è stato notato nella valutazione del progetto per lo sviluppo urbano PATS18 in Brasile
(in cui AVSI collabora con il Ministero italiano degli Affari Esteri, la Banca Mondiale e lo stato di Bahia, in
Brasile) e nei risultati di un programma educativo realizzato nei distretti di Gulu e Kitgum nel nord
dell’Uganda.
Complessivamente, le metodologie di realizzazione di AVSI si concentrano sulla persona nella famiglia e nella
comunità, con la valutazione del retaggio personale (resilienza) e delle risorse della comunità, strutturando gli
interventi attraverso e con associazioni e istituzioni locali che contribuiscono alle relazioni e alle reti di
sostegno sociale.
2.3 Educazione di qualità
AVSI è in grado di dimostrare che realizzare un cambiamento attraverso l’educazione non è semplicemente una
questione di numero di iscrizioni e quantità di denaro destinata alle scuole. L’educazione di qualità,
nell’esperienza e nella visione di AVSI, non è nemmeno la somma automatica di molti aspetti quali
infrastrutture accettabili, libri e strumenti di apprendimento, e insegnanti con un titolo minimo. In altre parole, il
materiale e i contributi finanziari – misurati solo in termini di stanziamenti e voti ottenuti in matematica e
lingue – non sono gli unici fattori per un sistema educativo forte ed efficiente.
La qualità ha a che fare con l’esperienza di apprendimento di uno studente invitato a esplorare e conoscere
il mondo intorno a lui, a partire dal punto di riferimento solido di sé, dalla propria esperienza e tradizione,
accompagnato da un adulto coinvolto attivamente, a livello personale, nel processo di conoscenza motivato
da meraviglia e desiderio della verità e del significato.
La qualità dell’educazione può esistere in un ambiente in cui chi apprende viene introdotto alla scoperta di
sé, all’assoluto e unico valore dell’esistenza, al significato della realtà e anche alla capacità di usare la
propria libertà per agire e prendere decisioni. Soltanto tale ambiente educativo plasma “adulti responsabili”:
persone capaci di affrontare la realtà nella sua interezza e le sfide, non solo ripetendo schemi definiti, ma
anche esprimendo la propria autoconsapevolezza e agendo secondo totale responsabilità e creatività.
Il processo di apprendimento diventa un’esperienza affascinante che deriva dall’incontro tra il maestro e il
bambino; conoscenze adeguate, capacità e valori diventano mezzi per aiutare chi apprende nel processo di
scoperta e sviluppo del proprio potenziale. L’attenzione al bambino porta ad un’attenzione verso ogni aspetto
della realtà che può favorire l’esperienza educativa:
‐ Nel processo educativo, i genitori e gli insegnanti lavorano mano nella mano per un’educazione
coerente ed equilibrata;
‐ Quanto insegnato a scuola si riflette in programmi adeguati e in materiali e strumenti di apprendimento
creativi;
‐ Gli insegnanti utilizzano approcci educativi centrati sul bambino per facilitare l’apprendimento e
accrescere l’attenzione data a ogni bambino;
‐ Gli ambienti devono essere sani, sicuri e devono essere dotati di risorse e strutture adeguate alla
scoperta dell’amore per la bellezza e per l’ordine.
18
Analise de un programa de desenvolvimento urbano integrado, na perspectiva de seus baneficiários, através de uma abordagem
qualitativa. Ana Cecília de Sousa Bastos, Universidade Federal da Bahia, Istituto de Saúde Coletiva, 2003.
Plano de Desenvolvimento Social e Ambiental do Programa Ribeira Azul. Dell’Università di Trento, Italia, 2003. Dati dal Projeto de
Apoio Técnico e Social na Area do Ribeira Azul. AVSI, Cities Alliance, Banca Mondiale, Ministero Italiano degli Affari Esteri –
Direzione Generale Cooperazione Sviluppo, Governo di Bahia.
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L’esperienza di AVSI nel settore educativo
Di conseguenza, il concetto di “qualità” non può essere ridotto alla capacità degli educatori di insegnare con
le migliori o le ultime tecniche o strumenti, ma consiste più nella loro capacità di relazionarsi con i bambini e
coinvolgerli nella scoperta attiva della realtà. Allo stesso modo, la “qualità” non può essere ridotta ai risultati
dell’apprendimento quantificati attraverso esami e valutazioni, sebbene abbiano un ruolo certamente
importante nella stima della qualità di un ambiente educativo e dell’efficienza di un insegnante. Al contrario,
la valutazione della qualità di un ambiente educativo deve riflettere lo scopo del compito stesso.
Ciò che dimostra la qualità di un ambiente educativo comprende:
‐
Il fatto che tutti gli studenti percepiscano l’interesse da parte degli insegnanti e si sentano sicuri e
contenti di stare a scuola;
‐
Il fatto che i genitori credano nell’importanza del ruolo che rivestono nel percorso educativo dei figli e
sappiano di esserne all’altezza e si sentano coinvolti nella comunità educativa della scuola;
‐
Il fatto che gli insegnanti siano motivati dal valore intrinseco del loro ruolo in quanto educatori e
prendano sul serio tale compito, dimostrato nell’impegno responsabile dell’insegnamento (presenza e
preparazione in aula);
‐
Il fatto che ci sia uniformità nell’uso degli strumenti del sistema educativo e nelle proposte della
scuola: le pagelle, gli esami e i voti, le punizioni, le proposte extracurricolari, le vacanze e le festività
siano usate per il loro valore educativo, e non come mezzi di controllo o incentivo;
‐
Il fatto che i voti degli esami e i risultati dell’apprendimento riflettano un impegno nel rendimento di
tutti gli alunni, e il fatto che gli insegnanti e il personale rispondano ai particolari bisogni di
apprendimento degli studenti;
‐
Il fatto che gli studenti, soprattutto quelli più grandi, si impegnino nella vita della comunità scolastica e
dimostrino una maturità nei confronti dei problemi e delle sfide della vita.
Similmente, esiste un più grande riconoscimento del fatto che l’apprendimento non si debba fermare dopo il
completamento dell’istruzione primaria; le attività educative devono essere orientate all’interno di un
approccio di sistema, considerando il sistema educativo nella sua interezza. Data la complessità del mondo
attuale e il fatto che un’ampia fetta dei giovani e degli adulti a livello globale non abbia la possibilità di
acquisire le abilità basilari, garantire un’educazione permanente è un servizio che deve divenire priorità
fondamentale per i Governi e la comunità internazionale. L’educazione permanente può prendere la forma
di scuola non formale, formazione professionale e tecnica, così come di programmi di alfabetizzazione e
abilità di calcolo per adulti. In questo senso, la formazione professionale deve ricoprire un ruolo cruciale in
ogni sistema educativo. In particolare, il legame tra la formazione professionale e il mercato del lavoro
deve essere rafforzato. I PPP hanno estrema importanza nella promozione di tale obiettivo.
3. ESPERIENZE E NUMERI
Le attività di AVSI in ambito educativo comprendono l’educazione e lo sviluppo della prima infanzia,
l’educazione primaria e secondaria, l’educazione non formale, gli interventi di qualità educativa, il
rafforzamento delle organizzazioni della società civile, delle scuole e delle reti di solidarietà, e un’attenzione
particolare alle persone con disabilità.
Circa il 70% di tutti i progetti di AVSI a livello globale si concentrano sull’area dello sviluppo sociale e
dell’educazione.
Complessivamente, AVSI sostiene circa 90.000 bambini all’anno e alle loro famiglie attraverso progetti
educativi.
In altri settori, l’attenzione all’elemento educativo di AVSI è evidente; invece di fornire con un semplice
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L’esperienza di AVSI nel settore educativo
approccio caritatevole donazioni o servizi, AVSI dà importanza all’impegno dell’individuo e al personale
processo di apprendimento a partire dalle esperienze passate e dall’ambizione di fronte alla vita e al futuro.
a. Educazione rivolta alla prima infanzia
Gli interventi di AVSI nell’ambito dell’educazione rivolta alla prima infanzia si basano sull’idea che un
adeguato sviluppo fin dalla nascita consenta al bambino una crescita equilibrata, a livello sociale, fisico e in
termini di abitudini e capacità cognitive. Gli elementi importanti dell’educazione rivolta alla prima infanzia
sono l’accesso ai concetti di bellezza, ordine e igiene, l’interazione personale con gli adulti che si prendono
cura di loro, il movimento fisico e l’introduzione alla musica, al lessico e alle dinamiche di gruppo. Il ruolo
dei genitori e, in particolare, delle madri è fondamentale nei primi anni di vita e ciò viene presentato in modo
rilevante nei programmi di AVSI; i genitori ricevono una formazione pratica e traggono beneficio dal
sostegno dei gruppi familiari per promuovere la comprensione di una completa assistenza all’infanzia. AVSI
coinvolge 7.000 bambini nei progetti educativi rivolti alla prima infanzia.
Ad esempio, AVSI sostiene una rete di scuole materne in Brasile, con circa 4.000 bambini. In Ecuador, il
programma Prescolar en la Casa (Pelca) coinvolge 500 bambini in età prescolare e le loro famiglie. Inoltre, le
iniziative locali di sviluppo per la prima infanzia e le scuole materne godono del sostegno di AVSI e dei
partner locali in Argentina, Venezuela, Nigeria, Sierra Leone, Uganda, Kenya e Rwanda.
b. Educazione non formale
L’educazione non formale abbraccia tutti quegli interventi necessari allo sviluppo olistico del bambino e
dei ragazzi con un’età compresa tra i 6 e i 18 anni. Secondo il metodo di AVSI, l’educazione non formale
offre opportunità per la guida personale dei bambini e dei ragazzi, anche nel contesto familiare, e
un’attenzione complementare specifica al sostegno del loro percorso educativo formale.
Alcuni esempi sono il sostegno dopo-scuola (ad esempio in Uganda, Messico, Kenya), attività ricreative (ad
esempio in Albania, Ecuador, Costa d’Avorio), sport e attività di tipo artistico (ad esempio ad Haiti, Brasile,
Argentina). AVSI coinvolge ogni anno 20.000 ragazzi di diversi Paesi nei programmi di educazione non
formale.
c. Scuola
AVSI promuove la partecipazione alle lezioni e il rendimento dei bambini e dei ragazzi in modi diversi,
a seconda del contesto e delle opportunità. Il sostegno di AVSI può prendere la forma di finanziamenti agli
studenti o borse di studio, investimenti nelle infrastrutture e nel materiale, formazione e supporto agli
insegnanti e, infine, la gestione diretta delle scuole.
Nella Repubblica Democratica del Congo e ad Haiti, AVSI ha aiutato a ricostruire alcune strutture
scolastiche che offrono un servizio pubblico ai bambini e ai ragazzi, soprattutto nelle aree più povere. Si
stima che l’impatto dei progetti realizzati negli ultimi anni riguardi almeno 15.000 bambini e giovani. In
entrambi i Paesi, AVSI collabora nell’ambito della campagna “Back to school” (ritorno a scuola)
dell’UNICEF. Nell’Equatoria Orientale, nel Sudan del Sud, AVSI contribuisce alla direzione di un
programma sull’educazione dell’UNESCO; ciò è un importante riconoscimento dell’efficacia del metodo e
degli interventi di AVSI. AVSI sostiene alcune scuole formali primarie e secondarie, retribuendone gli
insegnanti e sostenendone la gestione (Kenya, Uganda, Sierra Leone, Paraguay, Nigeria). In queste scuole
sono coinvolti circa 5.000 bambini e ragazzi. In alcuni Paesi, dove non esiste ancora l’istruzione gratuita,
AVSI realizza un progetto di sostegno a distanza che consente ai bambini più poveri di pagare le rette
scolastiche. Tale progetto coinvolge almeno 5.000 bambini e ragazzi con un’età compresa tra i 7 e i 18
anni. Ad Haiti, in Costa d’Avorio, Uganda, Kenya e Rwanda, AVSI si occupa più nello specifico
dell’istruzione di bambini particolarmente vulnerabili (bambini orfani e vulnerabili, restavek, bambini di
strada, bambini che hanno dovuto abbandonare gli studi). In questo caso AVSI coinvolge circa 8.000
bambini. Nel Medio Oriente, AVSI sostiene molte scuole in Palestina, Giordania e Libano, aiutando i
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L’esperienza di AVSI nel settore educativo
bambini bisognosi nel proseguimento della carriera scolastica.
d. Formazione professionale e lavoro giovanile
La formazione professionale è in molti casi uno strumento necessario per coinvolgere i giovani nella realtà
del lavoro. La formazione professionale di AVSI è legata all’insegnamento di abilità tecniche con un
approccio olistico nei confronti dei partecipanti, che sono per lo più giovani. Il Brasile, l’Argentina, la
Romania, l’Uganda e il Kenya sono i principali Paesi dove AVSI e i suoi partner svolgono programmi di
formazione professionale per oltre 5.000 giovani l’anno.
Per esempio, in Kenya AVSI ha creato e gestisce l'Istituto di formazione professionale St. Kizito a Githurai,
zona periferica di Nairobi. Dal 1994, la scuola conferisce titoli professionali a 350 ragazze e ragazzi ogni
anno. Nel 2010, è stato aperto un secondo istituto professionale a Kibera, uno dei principali quartieri poveri
di Nairobi. In Brasile, AVSI ha acquisito una grande esperienza nel campo, coinvolgendo anche aziende
private attraverso programmi di responsabilità sociale d’impresa, come nella partnership AVSI-FIAT con il
progetto “Arvore da Vida” per l’istruzione e l’occupazione giovanile. In Giordania e in collaborazione con il
Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, AVSI ha fondato 11 centri per la formazione sulle tecnologie
comunicative e informatiche, soprattutto per giovani e adulti con disabilità fisiche.
e. Formazione per gli educatori
Tutti i progetti di AVSI comprendono attività regolari per la formazione e lo sviluppo professionale
degli insegnanti. Sul sito di AVSI (www.avsi.org) è disponibile in 5 lingue un manuale intitolato “Il rischio
educativo”, che viene usato principalmente durante le sessioni formative. Ad oggi è già stato utilizzato per
la formazione di oltre 18.000 educatori, insegnanti e assistenti sociali.
In Uganda è stato aperto il Centro Permanente per l'Educazione (PCE) di Kampala
(www.pceuganda.org), come centro di risorse locali che fornisce corsi di formazione permanente per
educatori e assistenti sociali nei settori dell’educazione e dell’assistenza sociale e sanitaria. Il PCE ha svolto
più di 400 corsi per circa 20.000 partecipanti dal 2002 al 2011 in Uganda, Kenya, Nigeria, Kazakhstan,
Rwanda, Burundi, Thailandia, Palestina, Sudan del Sud e Mozambico. Il feedback è molto positivo per
quanto riguarda l’impatto sul metodo d’insegnamento, la motivazione e l’ambiente di apprendimento. Di
conseguenza, si prevede che tali condizioni positive abbiano effetti molteplici, tra cui una diminuzione
dell’assenteismo e del ricambio di insegnanti, una riduzione dei tassi di abbandono degli studi, un
aumento delle iscrizioni e, infine, un apprendimento migliore. Un altro esempio di formazione per
educatori è stato realizzato negli ultimi anni in Brasile (Salvador Bahia, Belo Horizonte, Rio de Janeiro, San
Paulo, Brasilia, Manaus, Macapà) attraverso una piattaforma educativa a distanza, in collaborazione con oltre
20 partner locali e con il coinvolgimento di oltre 100 educatori provenienti dal settore dell’istruzione per
la prima infanzia.
Nel 2004 SHIS (http://www.shisalbania.org), partner di AVSI in Albania, ha creato un centro di formazione
per educatori chiamato “Kardinal Mikel Koliqi” in collaborazione con AVSI e l’ONG spagnola CESAL
(www.cesal.org). Nel novembre 2011, il centro è stato riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione albanese ed i
suoi corsi di formazione permettono agli insegnanti e agli educatori di ottenere un titolo migliore e di avere la
possibilità di crescere professionalmente.
f. Educazione in situazioni di emergenza
In situazioni di emergenza e di conflitto, i bambini necessitano innanzitutto di adulti che li guidino a
riscoprire il proprio valore intrinseco in quanto esseri umani, infondendo speranza e promuovendo lo
sviluppo e il desiderio per la pace. Di conseguenza, come dimostrano i progetti di AVSI in Rwanda,
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Uganda del nord19, Repubblica Democratica del Congo e Kenya (campi per rifugiati somali a Dadaab),
è il primo e principale livello di protezione. Il sostegno psicosociale deve essere parte integrante
dell’educazione formale e non formale se l’obiettivo generale è quello di fornire un’educazione di qualità
in situazioni di emergenza e migliorare la sostenibilità degli investimenti. In questo modo, la scuola può
diventare la prima vera risorsa di protezione per i bambini: non solo come luogo di rifugio, ma anche per
incontrare una persona (un adulto) che li veda per quello che sono, cioè per la loro irriducibile unicità e
dignità.
g. Educazione ambientale e sviluppo sostenibile
In molti casi, AVSI ha cominciato a svolgere attività di educazione ambientale nelle scuole che sostiene. Ad
esempio, in collaborazione con l’associazione italiana BRAMA, AVSI ha introdotto il progetto “Ri-scoprire
la natura” in alcune scuole dei territori palestinesi, con l’obiettivo di insegnare ai ragazzi e alle ragazze
quanto valgono attraverso la scoperta dell’ambiente in cui vivono e si sviluppano, e la relazione con esso. In
Uganda, AVSI sostiene le Junior Farmer Field School e le scuole di giardinaggio come mezzo educativo per
trasmettere il valore dell’agricoltura e la tradizione della tutela delle risorse naturali.
4. RACCOMANDAZIONI
a. Le iniziative basate sulla comunità sono una risorsa per lo sviluppo, ma la loro attuazione deve
essere sostenuta e promossa da politiche. I Governi e la comunità internazionale dovrebbero
sostenere ciò che già esiste, come gli interventi del settore privato in campo educativo. Attraverso
una serie di contributi – risorse economiche e umane, voucher, borse di studio, canoni, e soprattutto,
riforme a livello legislativo – sono chiamati a riconoscere e sostenere i servizi del settore privato
come mezzo per raggiungere gli obiettivi di accesso universale ai servizi basilari di alta qualità,
sviluppando i partenariati pubblici privati laddove possibile.
b. Il settore privato dovrebbe inoltre sostenere e incentivare il legame tra programmi di formazione
porfessionale e aziende. Le autorità pubbliche dovrebbero attuare riforme legislative per realizzare
iniziative di Responsabilità Sociale d’Impresa che abbiano come destinatari i giovani più vulnerabili.
Dato che senza lavoro non può esserci sviluppo vero, qualsiasi iniziativa e politica educativa
dovrebbe cercare soluzioni per introdurre i giovani sul mercato del lavoro.
c. Qualsiasi parte interessata e attore attivo nel promuovere l’istruzione in tutto il mondo, in particolare
le Organizzazioni della Società Civile, dovrebbero essere maggiormente coinvolte nei termini di
definizione e negli indicatori relativi alla qualità dell’istruzione. Ciò è essenziale per meglio
definire gli strumenti che possono descrivere nel migliore dei modi la situazione reale e, di
conseguenza, dare un’impronta alle politiche e agli interventi.
d. L’attenzione all’educazione rivolta alla prima infanzia dovrebbe essere parte integrante di ogni
politica educativa, e l’impegno diretto dei genitori in questo settore dovrebbe essere messo in
evidenza.
e. Per migliorare l’educazione di qualità, la formazione permanente degli educatori dovrebbe essere
rafforzata e ampliata in termini di opportunità, ambito di contenuti e rilevanza.
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Education in Emergencies as a Catalyst to Peace and Development: The Essential Role of a Community of Adults. Documento della
Conferenza internazionale sull’educazione e lo sviluppo del Centro Permanente per l'Educazione, Uganda. Settembre 2011.
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5. CONCLUSIONI
L’esperienza di AVSI indica che l’educazione non consiste semplicemente nel formare o impartire un
insegnamento, ma vuol dire far emergere da una persona il suo potenziale. Tale processo dinamico non
solo coinvolge colui che apprende, ma anche l’educatore, la famiglia e la comunità.
Tutti gli elementi esposti nel presente documento sono fondamentali per la creazione del cosiddetto “ambiente
favorevole” perché le organizzazioni della società civile, come AVSI, siano in grado di agire in modo efficace in
ogni contesto in cui operano.
AVSI ritiene che la presenza attiva di tali organizzazioni e gruppi sia cruciale per il raggiungimento della
singola persona che non è caratterizzata soltanto dai propri bisogni, ma principalmente dal suo valore in
quanto essere umano.
Le Organizzazioni della Società Civile possono essere considerate come “l’ultimo miglio”, il che significa
che sono quegli attori che, colmando la distanza tra le complesse infrastrutture sociali e l’individuo,
accrescono i livelli di sviluppo.
L’esperienza di AVSI dimostra che la prima e più importante base per lo sviluppo è una crescente
consapevolezza del proprio valore e dei propri desideri.
Le persone bisognose e quelle povere che ricevono un’educazione attraverso un approccio olistico e inclusivo
diventano un’essenziale risorsa per lo sviluppo che ha un impatto positivo non solo sulla comunità, ma anche
sul mondo intero.
Infine, AVSI riconosce come aspetto chiave di qualsiasi processo educativo il bisogno di cominciare dalla
realtà e la relazione tra l’educatore e i ragazzi. Il risultato di tale approccio può essere riassunto come segue:
“Soltanto in un processo che viene tracciato e monitorato con grande attenzione, senza ritardi o limiti
eccessivi, l’educatore si distaccherà gradualmente dall’alunno. Lo spronerà per ottenere impegno e giudizi
sempre più personali; dovrà introdurlo nella totalità del reale e dovrà trasmettergli un forte senso di
dipendenza dalla realtà, nonché il suo senso ultimo. Tocca ai giovani oggi continuare la ricerca senza
scetticismi, con la convinzione che ci sia positività in ogni cosa ed esista una spiegazione a tutto20”.
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Il rischio educativo, Luigi Giussani, Società Editrice Internazionale, Torino, 1995. Edizione in inglese, The Crossroad
Publishing Company, New York, 2001.
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6. BIBLIOGRAFIA
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LINK UTILI
http://www.unicef.org/
http://www.un.org/millenniumgoals/
http://www.worldbank.org/
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