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Tribù around the world

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Tribù around the world
P
rimo piano//top stories Mondomarine Tribù
Tribù e il giro del mondo
C’è chi acquista uno yacht pensando a
una crociera d’estate, chi per farne la sua
seconda residenza in luoghi accoglienti
in qualsiasi periodo dell’anno e chi decide
di farsene progettare e costruire uno per
realizzare il sogno di molti, il giro del
mondo
Tribù around
the world
Some people buy a yacht thinking about
a Summer cruise, others make it their
second home in welcoming places at any
time of the year and others decide to
have one designed and built to realize the
dream of many to go around the world
u
TRIBÙ, L’EXPLORER DI MONDOMARINE
CHE HA AL SUO ATTIVO BEN TRE GIRI DEL
MONDO, è uno yacht molto particolare che rappresenta la sintesi perfetta della filosofia del cantiere savonese, che proprio in questo 2015 festeggia i 100 anni del Cantiere Campanella nel
quale opera e dove ha in costruzione un nuovo
Explorer molto particolare per i contenuti tecnici:
l’M40 progettato da Hydrotec.
L’armatore di Tribù, l’imprenditore Luciano Benetton, era partito proprio dal desiderio di avere una barca fuori dal comune, che fosse in grado di navigare nelle zone più remote del pianeta
in totale autonomia e sicurezza. Dunque, come
si conviene per yacht di questo tipo, la scelta è
andata su un dislocante puro in acciaio, ma con
caratteristiche che lo avvicinano più a una nave
commerciale che a uno yacht come siamo soliti
intenderlo. Tanto per cominciare la sovrastruttura molto avanzata, con finestrature verticali di dimensioni contenute come devono essere quelle
delle navi che prevedono di incontrare mari molto formati, poi, il ponte di comando con le finestrature inclinate verso prora, un dritto di prua
imponente e una finitura dello scafo che esclude la stuccatura per eliminare ogni traccia della
trama delle lamiere. Non ultimo il fumaiolo in stile
tipicamente navale e un traliccio per le antenne
che sormonta la plancia.
Perché vogliamo raccontare oggi dell’impresa di
Tribù? Perché dopo 9.000 ore di moto, 90.000
miglia percorse tra il 2007 e il 2013 in un giro
del mondo che qui proviamo a sintetizzare per
immagini, la nave ha appena lasciato il cantiere
Mondomarine dopo un refit. Le attività di ripristino
di tutte le sue funzioni tecniche, dopo quanto ha
fatto sinora, hanno interessato in modo particolare i motori e gli impianti principali. Inoltre sul ponte scoperto superiore è stata installata una jacuzzi
e vari prendisole. Altre modifiche hanno interes-
sato alcuni oblò sulle murate, in origine piccoli e
di forma circolare in stile molto “navy”, oggi di dimensioni maggiori e di forma rettangolare. è stata sistemata la verniciatura esterna e un nuovo sistema di movimentazione del portellone poppiero.
Oggi questa nave, che fu nel 2007 la prima a ottenere la certificazione RINA Gren Class per il basso impatto ambientale ottenuto grazie a impianti
moderni e attenzioni specifiche, è nuovamente in
mare pronta per nuove avventure.
Tribù ha già una storia che sarebbe tutta da raccontare, come ci ha detto uno dei primi ufficiali, poi divenuto comandante, Carmine di Clerico:
«Con tutte le avventure che abbiamo vissuto con
gli altri membri dell’equipaggio di Tribù, potremmo scrivere un libro».
Quante miglia avete percorso?
Dal 2007 al 2013 Tribù ha eseguito un giro del
mondo percorrendo quasi 90.000 miglia, corrispondenti a quasi 4 volte la lunghezza dell’equatore terrestre.
Dal punto di vista tecnico cosa ci può dire?
Grazie ai bassi consumi, l’autonomia stimata
senza effettuare un rifornimento è di 11 giorni,
sufficienti a garantire una traversata Atlantica e
del Pacifico in tutta sicurezza. Ha un’ottima stabilità, questo permette di navigare a tutte le andature in totale comfort e sicurezza. Questa caratteristica deriva anche dalla presenza delle
pinne stabilizzatrici NAIAD di grandi dimensioni
di cui è dotata. In plancia avevamo a disposizione una strumentazione completa e ottimamente progettata, adeguata ai viaggi che abbiamo
compiuto e anche per navigare in zone pericolose come abbiamo fatto noi, aree circondate da
reef e bassi fondali. Lo scafo soffre un po’ con il
mare di prua quando le onde superano i 4 metri,
questo come conseguenza del dritto di prora arrotondato, dalle forme piene, ma grazie a piccole
riduzioni di velocità e piccole variazioni di rotta si
by Angelo Colombo
50.50m
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BARCHE Settembre 2015//September 2015
Settembre 2015//September 2015 BARCHE
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rimo piano//top stories Mondomarine Tribù
immagine quando ringraziano e sorridono, i loro
riducono le sollecitazioni e il suo assetto è perfetsorrisi erano davvero unici.
tamente gestibile.
Immagino sia stato tutto emozionante e oggi un riCi racconti qualche circostanza particolare
cordo prezioso. In altre parti del mondo invece?
che avete vissuto durante questo affascinanUn’altra avventura divertente, di quelle che si conte viaggio sugli oceani.
servano nella memoria con un sorriso, ci è capiMentre eravamo nelle isole Fiji, dove ancora
tata in Alaska, paese ricco di flora e fauna dove ci
oggi esistono delle forti tradizioni locali alle quasono solitamente dei maestosi orsi. Con il tender
li i turisti partecipano con entusiasmo, abbiaaccompagnai un collega dell’equipaggio a
mo vissuto un’esperienza davvero emozionanfare un giro, perché aveva promesso
te. Per visitare una delle splendide isole
Dopo novanta
alla moglie che le avrebbe mandell’arcipelago, solitamente abitate
mila miglia nautiche
da piccole comunità, è necessario la nave è stata sottoposta dato una foto di uno dei famosi
a un refitting nei cantieri
orsi dell’Alaska. Abbiamo camchiedere il permesso al capo del
Campanella di Mondomarine
minato per ore in cerca di un
villaggio, il quale, dopo una breve
a Savona.
cerimonia di accoglienza, rilascia After 90,000 nautical miles the esemplare per poterlo fotograship has undergone a refit
fare, ma dopo miglia e miglia
il suo verbale nulla osta per proin the Campanella yards of
percorse
in quel posto davvero
cedere. Ero insieme ad altri due
Mondomarine in Savona.
fantastico l’unico orso che abmembri dell’equipaggio e ci recambiamo avvistato era un animale strimo dal capo del villaggio vestiti con
minzito e con il pelo chiazzato, insomma
un gonnellino tradizionale chiamato Sulu,
non certo quello che ci aspettavamo di incontrapresso la sua abitazione dove ci fece sedere per
re. Alla fine lo abbiamo fotografato lo stesso e la
terra ed ebbe inizio la cerimonia. Questo momoglie del mio compagno di avventure si è dovumento era scandito dal battere delle mani e dal
ta accontentare, ma la circostanza in sé fu molto
ripetere le frasi che il capo villaggio esclamava
divertente, perché aver fatto tutto quello per fotoin lingua locale. Al termine, ci hanno offerto cibo
grafare un orso che sembrava venuto fuori da uno
a base di pesce e in ultimo del the con i biscotzoo ci fece sorridere molto.
ti fatti dagli abitanti. Tutto questo ci divertì molImmagino ci siano tante altre avventure che
to anche in seguito, perché ripensandoci ci siaavete vissuto nel corso delle 90.000 miglia che
mo confessati il timore che ognuno di noi aveva
Tribù ha affrontato sui mari di tutto il mondo.
nell’andare in casa del capo del villaggio vestiTante, alcune divertenti altre meno, ma sono tutti solo con un gonnellino tipico del posto, senti ricordi che ognuno di noi custodisce nella sua
za sapere in cosa consistesse la cerimonia. Non
memoria come un’esperienza unica, sarebbe
avevamo idea di cosa sarebbe accaduto di lì a
bello raccoglierle tutte, perché non credo siano
poco, ma quando poi tutto ha avuto inizio ci siamolti gli equipaggi che hanno avuto la fortuna di
mo tutti scoperti felici ed emozionati di essere lì,
fare un giro del mondo simile.
dove abbiamo trascorso delle ore indimenticaUn’avventura straordinaria che si è conclusa felibili grazie all’accoglienza e la gentilezza di tutcemente anche grazie alle qualità della nave, che
ti gli abitanti di quel piccolo villaggio in mezzo
non ha mai registrato un problema tecnico serio
all’oceano. In questa occasione abbiamo portache le impedisse di procedere lungo la sua rotta.
to dei doni ai bambini e ho ancora viva la loro
Nella pagina di
apertura, Tribù in
Australia. A fianco,
ad Auckland in Nuova
Zelanda. Nella pagina
a lato, in Polinesia.
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BARCHE Settembre 2015//September 2015
On the opening page,
Tribù in Australia. At
the side, in Auckland,
New Zealand. On
the opposite page, in
Polynesia.
Settembre 2015//September 2015 BARCHE
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P
rimo piano//top stories Mondomarine Tribù
A sinistra, Tribù nelle
acquee dell’Alaska.
Nalla pagina a lato,
in alto, in navigazione
nel canale di Beagle in
Cile; in basso la suite
armatoriale all’epoca
del varo. Nella pagina
finale, in alto a Los
Angeles, sotto a New
York.
On the left, Tribù in
the Alaskan sea.
On the opposite
page, above, under
navigation in the
Canal Beagle in Chile;
below, the owner suite
at the time of launch.
On the last page,
above in Los Angeles,
below in New York.
u
TRIBÙ, THE MONDOMARINE EXPLORER
WHICH HAS TO ITS CREDIT THREE WORLD
TOURS, is a very particular yacht able to represent the perfect synthesis of the philosophy of
the Savona yard, which in 2015 celebrates 100
years of Campanella Shipyard; the site in which it
operates and where it is building a new explorer
featured with very particular technical contents:
the M40 Explorer designed by Hydrotec. The
owner of Tribù, the entrepreneur Luciano Benetton, set out with the desire for a boat out of the
ordinary, able to navigate in the most remote areas of the planet in total autonomy and safety. So,
as you would expect for a yacht of this type, the
choice fell on a pure steel displacement craft, but
with features that bring it closer to a commercial
ship than a yacht. To begin with, there is a highly
advanced superstructure, with compact vertical
windows, as to be expected of ships that may
have to face high seas, then a bridge with prow
tilted windows, an imposing stempost and a hull
finished to hide all traces of plate seaming. Not
least is the typically styled funnel and an antenna tower that crowns the bridge. But why are we
talking about the Tribù today? Well, after 9,000
hours of navigation, 90,000 miles of distance
9.000
ore di moto//hours
sailing
90.000
miglia percorse
//miles traveled
100 BARCHE Settembre 2015//September 2015
Giorni di autonomia
//days of range
11
travelled from 2007 to 2013 around the world,
which here we try to summarize in images, the
ship has just left the Mondomarine yard after a
refit, particularly regarding the engines and main
technical elements. Also, on the upper deck, a
jacuzzi and several sunbathing areas were realized. Some side portholes, originally small and
circular, in a very much navy style, have been replaced with others of a rectangular shape. The
exterior painting has been restored and a new
system for handling the stern hatch installed. This
ship, which in 2007 was the first to be certified
RINA Green Class for its low environmental impact thanks to its modern equipment and specific attention to detail, is today once again at sea
and ready for new adventures. Tribù has a story to be told, as confirmed by one of the original officers, who later became captain, Carmine
Clerico: «With all the adventures we had with the
other crew members of the Tribù, we could easily
write a book».
Mr Di Clerico, we know you are one of the crew
members who has intensely experienced life
onboard Tribù. How many miles did you travel?
From 2007 to 2013 Tribù sailed around the world
for 90,000 miles representing almost 4 times the
length of the Earth’s equator.
Can you tell us something about the ship
from a technical point of view?
Thanks to low power consumption, the estimated
range without making a stop is 11 days, enough to ensure a safe crossing of the Atlantic or
Pacific. It has excellent stability, allowing you to
navigate at all speeds in complete comfort and
safety. This also comes from the large NAIAD
stabilizers. On the bridge we had a complete set
of well-designed instrumentation, perfectly adapted to the trips we made and also for navigating dangerous areas, just as we did, areas surrounded by reefs and shallows. The craft suffers
a bit when head-on waves get up to 4 metres,
as a consequence of the full and rounded stempost, but easing off speed and making small alterations of course reduces the strain and makes
its perfectly manageable.
Tell us an anecdote from this fascinating
journey across the oceans.
While we were at the islands of Fiji, where even
today there are strong local traditions, which
tourists participate in with enthusiasm, we had
a really amazing experience. In order to visit
one of the beautiful islands of the archipelago,
Settembre 2015//September 2015 BARCHE
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rimo piano//top stories Mondomarine Tribù
SCHEDA TECNICA
// PERFORMANCES AND DETAILS
MONDO MARINE S.P.A.
Lungomare Matteotti 6,
17100 Savona
tel. +39 019828516
www.mondomarine@
mondomarine.it
www.mondomarine.it
Lunghezza f.t. m 50,50 m
• larghezza massima m
9,80 • stazza lorda 783
tons. • pescaggio m 3,00
• motorizzazione 2xDeutz
• riserva carburante litri
100.000 • consumo alla
velocità di crociera di
12,5 nodi 350/litri ora •
generatori 2xDeutz più 1 di
emergenza Northern Light.
LOA 50.50 m • Max beam
9.80m • gross tonnage
783 tons. • draft 3.00 •
engines 2xDeutz • fuel
tank capacity 100,000 l
• at the cuising speed of
12.5 knots it burns 350
L/h • generators 2xDeutz
plus the emergency one
Northern Light.
102 BARCHE Settembre 2015//September 2015
usually inhabited by small local communities,
you have to first ask permission from the village chief, who, after a brief welcoming ceremony, gives you a verbal authorization to proceed.
I was with two other members of the crew and
we went, dressed in a traditional kind of kilt or
skirt called a Sulu, to see the village chief at his
home, where we sat down on the ground and
began the ceremony. The event was accompanied by the clapping of hands and the repeating
of phrases that the village chief exclaimed in the
local language. After this, they offered us seafood fare and finally tea with biscuits made by
the inhabitants of the village. We found all this
rather amusing, even much later on, because,
thinking back on it, we confessed to each other
the fear that gripped us when entering the house of the chief of the village dressed only in a kilt
typical of the place, knowing absolutely nothing
about what was in store for us during the ceremony. We had no idea what would happen, but,
when it all began, we were all happy and excited to be there and we spent several truly unforgettable hours in the hospitality and kindness
of all the inhabitants of that small village in the
middle of the ocean. On that occasion, we had
also brought some gifts for the children of the
village and still today I can vividly see the image
of the children thanking us and smiling in their
really unique way.
How about from another part of the world?
We had another amusing adventure, the kind
that you remember with a broad smile, in Alaska, a country rich in flora and fauna and where there are some really majestic bears to be
seen. I accompanied a fellow crew member
for a spin in the tender because he had promised his wife that he would send her a photo of
one of these famous bears of Alaska. We landed and walked for hours in search of a specimen to take a picture of, but, after miles and
miles across that truly fantastic landscape, the
only bear we spotted was a meagre creature with mottled fur, certainly not what we had
expected to find. In the end, we photographed
its anyway, and the wife of my companion had
to content herself with that. It was hilarious because we’d made such an effort to photograph a rather ordinary bear that could easily have
come from a zoo.
I imagine there are many other adventures
you experienced during those 90,000 miles
that Tribù sailed the seas of the world.
Many, some more amusing than others, but all
memories that each of us holds dear as unique
experiences. It would be nice to collect them all
together, because I dare say that not many crews
have had the luck to circle the world like that.
An extraordinary adventure which ended happily thanks to the qualities of the ship, which never had such a serious technical problem which
could prevent it from proceeding on its route. B
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