Ospedale, il Comune penserà a salvaguardarlo Consiglio unito
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Ospedale, il Comune penserà a salvaguardarlo Consiglio unito
6 Attualità CAMPOBASSO tidiano del Molise Il Quo Quotidiano 9 giugno 20 12 Marttedì 1 19 2012 Mar Passa l’odg del Pd. Il sindaco intraprenderà iniziative per la tutela del nosocomio Ospedale, il Comune penserà a salvaguardarlo Consiglio unito anche sulla modifica del patto di stabilità Palazzo San Gior gio è riuscito finalmente a portare a termine un consiglio comunale dopo settimane di stand-by. Ne è venuta fuori l’approvazione di un ordine del giorno sull’ospedale Cardarelli. Il Pd aveva sollevato la necessità di discutere sul nosocomio nel lontano mese di gennaio. Tale mozione, sotto richiesta del sindaco Di Bartolomeo, si è trasformata in un ordine del giorno che da oggi lo impegna ad intraprendere ogni iniziativa utile a tutelare, salvarguardare e rilanciando l’ospedale Cardarelli quale presidio fondamentale ed irrinunciabile del sistema sanitario regionale. Il capogruppo del Pd, Antonio Battista, si è mostrato più che soddisfatto per l’unione di animi mostrata in aula. Stessa convergenza dimostrata, nonostante qualche remora dell’opposizione, sull’altro ordine del giorno, stavolta a firma del primo cittadino in persona, in merito al Patto di S tabilità interno. Di Bartolomeo ha ribadito a pieni polmoni l’esigenza di rimodulazione del vincolo statale da parte del Gover no. “Sono diversi mesi – ha incalzato – che minaccio di sforare il patto proprio perché non si può continuare ad avere questo blocco che implica s oprattutto i l n on pagamento delle imprese che hanno portato a termi- ne lavori pubblici in questi anni”. Quella dello sforamento del vincolo,però, era solo una provocazione del sindaco che ben sapeva di non poterselo permettere. Infatti, ha sottolineato: “Io, a d ifferenza d i a ltri s indaci, non potrei fare una mossa del ge nere perché no n avrei la possibilità di rientrare entro l’anno”. Adesso, però, Di Bartolomeo potrà continuare a recarsi a Roma per chiedere di rivedere il patto di stabilità, ma non solo a nome proprio, bensì per conto di tutti gli amministratori comunali del capoluogo. In seduta consiliare, in compenso, sono state discusse anche altre mozioni. La più dibattuta è stata quella relativa al Piano sociale di zona, avanzata da Costruire Democrazia, per la quale Carlo Musenga e Marilina Niro si sono ampiamente dibattuti. “Basta con l’assistenzialismo che Diabete, donne sfavorite nel profilo di rischio Lo studio della specialista del Cardarelli, Maria Rosaria Cristofaro Sono oltre 1,5 milioni le donne con diabete in Italia. Rispetto agli uomini con la stessa malattia sono meno giovani, malate da piu’ tempo e piu’ obese. E’ quanto emerge dal primo rapporto sulle dif ferenze uomo-donna con diabete, presentato a Milano d al G ruppo d onna dell’Associazione m edici diabetologi (Amd) che ha quale coordinatrice la dottoressa Maria Rosaria Cristofaro, diabetologa della Unità Operativa Complessa di Endocrinologia e Diabetologia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso. Le donne edizione degli Annali di gepresentano un profilo di ri- nere è quello di tracciare un schio cardiovascolare peg- quadro ampio dell’assistengiore e r isultati piu’ sfavorevoli. Tanto c he i m edici ipotizzano una diversa risposta di genere ai farmaci e ai trattamenti, e differenze biologiche nello stesso sviluppo della malattia e delle sue complicanze. Lo studio ha coinvolto 236 Servizi di Diabetologia, oltre 1/3 di quelli attivi sul territorio nazionale e che seguono la popolazione diabetica. “L’obiettivo che ci siamo pr efisse nella La dottoressa compilazione della prima Maria Rosaria Cristafaro za, della prevenzione e delle cure er ogate ai pazienti uomo e donna, per capir e quali sono i bisogni comuni e quali invece quelli generespecifici - ha spiegato la dottoressa Maria Rosaria Cristofaro, coordinatrice del gruppo Amd - q uesta fotografia fornisce un’immagine reale del mondo del diabete: i dati esaminati riguar dano circa un sesto degli italiani che soffrono della malattia: le donne analizzate sono più di 188.000, oltre il 12% della popolazione femminile con diabete.” è la piaga della nostra Regione – hanno af fermato – Ci sono persone che vengono assistite da vent’anni e per lo più allo stesso modo”. “Bisogna – hanno espresso – ridare dignità ai cittadini nell’ottic a d i una cognugazione socio-sanitaria, impegnandosi in un’analisi attenta del terri- torio”. Il Consiglio comunale è stato poi aggiornato a mercoledì 20 giugno. Dopo alcuni artefizi di entrambe le parti politiche di Palazzo San Giorgio, la discussione sulla delibera delle farmacie comunali è, dunque, slittata nuovamente. NG tidiano del Molise Il Quo Quotidiano Mar 9 giugno 20 12 Marttedì 1 19 2012 Attualità CAMPOBASSO 7 Il paziente dal Cardarelli trasportato a Chieti. Siamo tornati ai viaggi della speranza fatti di corsa e nel cuore della notte Infarto, ma non nel fine settimana Ci portano a Isernia ma la rete del soccorso dovrebbe garantire il servizio 24 ore su 24 Veniamo ai fatti. Sabato podi Vittoria Todisco meriggio al Cardarelli sono stati Siamo tornati ai viaggi dell a spera nza che però ricoverati due pazienti sessanadesso si effettuano di corsa, nel cuore della notte, tenni uno dei quali bisognoso di con pazienti che rischiano la vita, e non solo loro. una coronografia. Vietato farsi Dopo la vicenda del campobassano che la sera venire l’infarto nel fine settimadel 31 maggio si è recato al Pronto Soccorso alcune na poiché dal venerdì pomerigore dopo aver avvertito i sintomi dell’infarto e per gio inizia il coprifuoco e certi il quale è stato necessario il trasferimento a Termoesami non si eseguono fino al li, siamo costretti ad occuparci ancora una volta di lunedì. Il paziente è stato coun problema che ormai si verifica quotidianamente munque sottoposto a terapia al reparto di Cardiologia del Cardarelli dove i pamedica, ma domenica sera le zienti che necessitano di angioplastica non sono tratcondizioni si sono aggravate tati sul posto ma sono costretti a raggiungere IserL‘ospedale Cardarelli ed è iniziata la via crucis per nia o Termoli quando tutto va bene. Ieri mattina capire dove lo si poteva portasono stati proprio i parenti di una persona infartuata a sollecitare la stampa invitandola a farsi portavoce di un disa- re. Parliamo di via crucis perché queste indagini richiedono gio che deve essere portato all’attenzione dell’opinione pub- ore ed ore di telefonate, scambi di informazioni e notizie, un blica (potenzialmente siamo tutti pazienti) inviata a prendere traffico che comunque i familiari dei pazienti percepiscono e posizione rispetto ad una gestione della sanità ormai non più vivono in modo drammatico. A Isernia il professo Versaci il sostenibile e fortemente penalizzante soprattutto per le perso- fine settimana non opera, alla Fondazione non si fanno urgenze, a Termoli il personale medico non era al completo; finalne cardiopatiche. mente si è trovata la disponibilità all’ospedale di Chieti. Via, dunque, lungo la Bifernina per un altro viaggio col batticuore, mettendo a rischio la vita del paziente ma anche quella degli operatori che di volta in volta lo accompagnano. Naturalmente a seguire l’ambulanza ci sono sempre i familiari anche loro sottoposti alla trasferta. Abbiamo chiesto al dottor Percopo perché mai l’ottimo professor Versaci non opera anche a Campobasso e candidamente (come dice il dottor Giorgio Berchicci ) ci ha detto che la sala del Cardarelli non è attrezzata e il personale non è sufficientemente qualificato. A chi tocca mettere a punto la sala e qualificare il personale? E va bene! Dobbiamo andare a Isernia per farci operare dal professor Versaci, ma che questa possibilità sia almeno garantita 24 ore su 24 e non solo fino al venerdì. Il secondo paziente, invece, ieri mattina alla notizia di dover essere trasferito ad Isernia si è ribellato e i familiari presenti hanno vivacemente protestato. Chiedeva di essere trasferito alla Fondazione. A quanto pare la Direzione Sanitaria non ha autorizzato il trasferimento e solo dopo due ore di trattative il paziente, che minacciava di fimare e uscire dal Cardarelli e farsi ricoverare dove voleva lui, è stato infine portato al Veneziale. Partite, prezzi, dosi: lo smercio di droga sui telefoni di Asrem, Ministero e Corte dei... Pagina 1 di 3 Cronache Politica Economia & Lavoro ARCHIVIO ARTICOLI OPERAZIONE 'GRIDO D'AIUTO' Partite, prezzi, dosi: lo smercio di droga sui telefoni di Asrem, Ministero e Corte dei conti Spacciatori e clienti trattavano la vendita di stupefacenti utilizzando anche i cellulari intestati a enti pubblici e istituzioni. E’ quanto emerge dagli atti dell’inchiesta che ha portato al blitz antidroga dei giorni scorsi a Campobasso. Ecco alcune delle telefonate intercettate tra minacce, linguaggi in codice e crisi di astinenza. A cura della Redazione di Campobasso Un uso spregiudicato di utenze telefoniche intestate a enti pubblici e istituzioni. Emerge anche questo dalle carte dell’inchiesta che nei giorni scorsi è sfociata nell’operazione antidroga «Grido d’aiuto», operazione che ha portato all’arresto di nove persone con il conseguente smantellamento di una rete di spaccio molto attiva a Campobasso. Negli atti della procura ci sono le trascrizioni di centinaia e centinaia di telefonate: spacciatori che chiamano i loro clienti o clienti che chiamano gli spacciatori per fissare incontri. Ebbene, alcune delle utenze telefoniche in questione non fanno capo a privati cittadini: c’è un telefono intercettato intestato al Ministero della Giustizia e altri due intestati all’Asrem, l’azienda sanitaria, fino ad arrivare ad un telefono intestato alla Corte di Conti. Uno dei numeri che compaiono più spesso è proprio quello del Ministero della Giustizia (dipartimento dell’amministrazione penitenziaria). E il cellulare usato da Massimo Spirito, l’agente carcerario in servizio a Larino finito agli arresti con l’accusa di essere uno spacciatore. Spirito dunque per tenere in piedi la sua attività illegale non usava un numero a lui intestato, ma quello intestato al Ministero. E proprio da quel numero sono partite chiamate dal contenuto eloquente. Ci sono poi le utenze intestate all’azienda sanitaria locale di via Petrella: una è usata evidentemente da un dipendente che è anche consumatore e chiama per acquistare droga, l’altra è intestata ad un dipendente, ma usata da suo figlio. Anche in questo caso molte le telefonate intercettate e finite negli atti dell’inchiesta. Infine il caso di un telefono intestato alla Corte dei Conti di Roma e in uso ad un 27enne che da quella utenza chiama lo spacciatore per ottenere un incontro e comprare eroina. Tra le tante conversazioni intercettate e trascritte dagli investigatori alcune hanno una rilevanza particolare e ben delineano l’attività degli spacciatori e il loro modus operandi. Come quando un anno fa, il 17 giugno 2011, due persone, Andrea e Roberto, parlano al telefono di una cena che però nasconde un linguaggio cifrato che porta alla droga. Roberto: senti un attimo. Questo ha fatto un po’ il coglione, no? Hai visto che dovevano essere dieci persone? E invece sono cinque. Mo’ l’unica cosa è che dovevano pagare la cena io..tu e lo chef. Che già mi aveva dato un anticipo…ha detto: faccio pure io perché….Mo’ la vogliamo pagare solo io e te questa? Andrea: eh…uhm…. Roberto: se mi potevi fare la cortesia di vedere…magari qualche persona a Isernia se te la potevi portare...che ne so. Così eravamo qualcuno in più, una ventina di perso Capito? Così sta contento pure lui. Andrea: vabbè …io cioè…ho capito fino ad un certo punto! Poi non ho capito, quello ha portato come l’altra volta, no? Roberto: eh! E io e te siamo a posto! E mò visto che che pure lo chef aveva…..contribuito no? Se ci potevi portare tu una ventina di persone? Andrea: ah, e dove lo prendo? Roberto: e che ne so. Sto chiedendo. Andrea: eh…lo so Roberto, ma se no….se sapevo…capito? Mo’ vedo domani, prima di partire. Roberto: eh, hai capito! Domani esci un po’, vedi tu. http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=10952 Partite, prezzi, dosi: lo smercio di droga sui telefoni di Asrem, Ministero e Corte dei... Pagina 2 di 3 Andrea: e mo’ digli… Roberto: poi gli dico, dico che non è cosa più…però cioè sta aspettando pure lui da tre, quattro giorni. Andrea: è, pure io sto aspettando! Roberto: e pure io! Infatti mi sono ingrippato perché poi alla fine …hai capito? Come l’altra volta…un po’ di meno! Mi sono ingrippato perché io alla fine gli ho anticipato settanta persone. Andrea: va bene ia’….. Roberto: quindi sono …eh…metà, io e te. Facciamo… Ciao. Andrea: eh….almeno cioè…come aveva detto…almeno a quindici l’ha fatta? No? Roberto: sì, sì, sì. Non mancano nelle intercettazioni anche le minacce, più o meno velate. La telefonata che segue è dell’11 giugno dello scorso anno. Parlano un ragazzo di Campobasso, Antonello, indagato per spaccio, che lavora in un locale del centro, e Rocco, un giovane di etnia rom. Secondo gli investigatori si discute di un debito legato all’acquisto di droga. Antonello: uhè Rocchino! Rocco: uagliò! Antonello: mo? Rocco: dove stai? Antonello: a lavorare. Rocco: a te non ti hanno mai aperto la testa secondo me. Come si deve! Antonello: perché? Rocco: mo’ passo. E’ cotta la carne? Antonello: no, e che cotta! Ancora sto pulendo. Sta chiuso! Rocco: è cotta o no? Antonello: eh, eh, sono chiuso ancora. Sono le quattro e mezza! Rocco: e vedi di fare qualche cosa stasera! Stasera vengo a fare bordello la’ dentro..eh! Antonello: e no….ia’…Rocco. Rocco: lascia perdere proprio. Mi servono 250 euro la’….che devo mettere l’assicurazione al mezzo! Antonello: allora mi senti a me! Io stasera come finisco di lavorare ci chiedo qualcosa a lui…domani mattina però non presto, subito dopo pranzo vieni qua al locale e vediamo che ho fatto..ia’ Rocco: non hai capito…io stanotte sono in giro! Fammi uno squillo. Antonello: stanotte? Rocco: chiamami e me li dai stanotte. Ci sono poi i clienti che insistono, perché in crisi di astinenza, e chiamano molte volte e per avere un incontro e comprare la droga. Ecco la telefonata tra Massimo, lo spacciatore, e Letizia, consumatrice di stupefacenti. Massimo: senti, qua ci dobbiamo sentire più tardi... Letizia: no…merda. Massimo: e sì perché…niente…niente. Hai capito…..più tardi ti chiamo io eh….non ci stanno problemi. Letizia: ma…cioè più tardi….stamattina? Massimo: e no, sempre nel pomeriggio, penso. Letizia: Madonna mia, io non so proprio come fare…..ma non puoi chiamare nemmeno al tuo amico? Massimo: eh…penso di no. Mi sa che è difficile. Mò ci provo a fare qualche chiamata e ti faccio sapere Letizia: Madonna mia, se riesci Massimo…fammi questo favore perché io sto proprio…..io ieri sera ti ho detto che potevo chiamare questa mattina e quindi io sono andata tranquilla. Massimo: e lo so…però…ia’ va bene, mo’ provo un po’ e ci sentiamo tra un po’. Letizia: Va bene, ti chiamo tra dieci minuti. (EL) (Pubblicato il 19/06/2012) http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/arti CITTÀ DEL MOLISE Martedì 19 giugno 2012 15 TERMOLI “IN SANITÀ NON PUÒ ESISTERE INCERTEZZA PERCHÈ IL FULCRO DEL SISTEMA È IL CITTADINO CON IL SUO BISOGNO DI SALUTE San Timoteo, Magnocavallo: «Scarseggia il personale» In una nota la segreteria provinciale della Fials attacca il direttore dell’Asrem T ERMOLI. Carenza di personale all’ospedale San Timoteo di Termoli: la segreteria provinciale della Fials interviene con una nota inviata sia al direttore dell’Asrem Percopo, nonché al direttore amministrativo e a quello sanitario; una denuncia che Mariacristina Magnocavallo sperimenta sulla carenza di personale sia ausiliario sia infermieristico per l’ambito territoriale bassomolisano. “Da un punto di vista programmatico – si legge nella nota - si continuano a vivere periodi di grandi incertezze, si ventilano accorpamenti per permettere al personale di usufrui- re dei giorni di ferie previsti dal Ccnl e la mancata ridistribuzione del personale provoca comportamenti incerti e contraddittori che si riversano sulla qualità assistenziale sia nei due stabilimenti ospedalieri sia sul territorio sia sulla casa circondariale. In sanità non può esistere incertezza in quanto il fulcro del sistema è “il cittadino” con il suo bisogno di salute, un bisogno che non può attendere ma che ha priorità assoluta. In molti reparti del presidio ospedaliero di Termoli e Larino la carenza di infermieri e di personale di supporto è un problema rilevante (ormai gli O.D.S. sono divenuti strumenti di programmazione) tanto che il saltare i riposi sottopone gli stessi a ulteriore stress psico-fisico. La situazione è aggravata dalla mancata sostituzione di personale assente per malattie prolungate, aspettative per gestazione e non meno importante trasferimenti in altri stabilimenti Ospedalieri della Regione. Pertanto, alla luce della situazione sopradescritta la Fials chiede alla Direzione Strategica Asrem di intervenire con soluzioni immediate e si riserva di intraprendere qualsiasi iniziativa volta alla tutela di tutti i lavoratori dell’ambito basso molisano”. MAR TEDI’ 1 9 GIUGNO 20 12 - ANNO XV - N. 1 68 MARTEDI’ 19 2012 168 VIA G. BER TA, 7 6 - 86 170 BERT 76 861 Iacovone: Di Sandro intervenga prima che sia troppo tardi Sanità, cittadini in campo per salvare l’Igea medica Nessuna novità sul fronte Igea Medica. Nei mesi scorsi si era parlato di possibili nuovi soci per rilanciare la struttura riabilitativa di via Acqua sulfurea. Ma nella realtà l e b occe r estano f erme. Il lavoro non manca all’Igea, ma piú di qualcuno teme che le lungaggini burocratiche (e la procedura fallimentare i n c orso a l t ribunale di Isernia) possa decretare la definiti va chiusura della struttura. Intanto si moltiplicano gli appelli sul web, da parte di pazienti, di La sede dell’Igea familiari e di tutti coloro che da Albino Iacovone: “Perché tengono a cuore le sorti del- nella nostra Regione, le cose l’Igea. Uno di questi arriva buone e utili devono fare sempre la stessa fine? È mai possibile che la Regione non possa trovare una soluzione affinché q uesta b enemerita struttura, nell’interesse dei pazienti e loro familiari e delle maestranze, venga conservata? A tutti i dipendenti vada la più sentita solidarietà, con la speranza che presto possano ritrovare tranquillità e serenità. In questo momento lasciare morire l’Igea è da irresponsabili. Chi ha avuto modo di vedere e sentire delle interviste su Rai3 ai pazienti si è reso conto del dramma e delle sofferenze che queste persone vivono nel dover abbandonare la struttura sanitaria. Chi ha cuore e sensibilità faccia qualcosa. Assessore Di Sandro – conclude l’ex sindaco di Castelverrino – muoviti. C’è poco da approfondire, chiama s ubito l a c uratela, i sindacati, gli stessi soci e risolvi il problema”. Martedì 19 giugno 2012 Convegno nazionale in Toscana con l’Aich locale Malattia di Huntington, il Neuromed a Campi Bisenzio POZZILLI. Esperti, studiosi e ricercatori si sono ritrovati Campi Bisenzio durante il weekend appena trascorso per fare il punto su ricerca e assistenza ai pazienti affetti dalla malattia di Huntington. L’incontro nazionale con le famiglie dei malati è stato promosso da Aich Toscana e Aich Neuromed. Il percorso, nonostante la ricerca abbia fatto grossi progressi, è ancora lungo per sconfiggere la malattia genetica ereditaria e degenerativa che il più delle volte, dopo un calvario lento e inesorabile, non lascia via d’uscita. Quello di Campi Bisenzio, in Toscana, è stato comunque un momento di incontro e confronto molto importante, che ogni anno si ripete per fare il punto della situazione, ma anche per mettere in rete esperienze e conoscenze. L’iniziativa di Aich Toscana e Aich Neuromed ha ricevuto il patrocinio del Comune di Firenze. Come ricordato dagli esperti, la malattia di Huntington colpisce il cervello e i muscoli e si trasmette da genitori a figli con una probabilità del 50 per cento; si manifesta tra i 40 e i 50 anni ed ha una durata compresa tra i 15 e i 25 anni. Fare prevenzione non è possibile, tuttavia si può sapere in anticipo, grazie a un test genetico, se una persona la svilupperà. Venafro Valle del Volturno 17 22 Termoli Basso Molise Martedì 19 giugno 2012 Percopo: 200mila euro per il pronto soccorso in spiaggia TERMOLI. A poche ore dall’articolo pubblicato ieri su Primo Piano Molise, l’Asrem ha voluto fugare i dubbi sull’organizzazione del sistema di assistenza medica turistica sulle spiagge della regione. Sarà allestito anche per quest'anno il servizio di assistenza ai villeggianti e pronto soccorso sul litorale molisano. Alcune postazioni fisse nei lidi di Termoli dove quest'anno, contrariamente alla scorsa estate, saranno in servizio solo medici, saranno supportate dall'attività del Pronto soccorso mobile assicurato dal 118 Molise. La decisione è del direttore generale dell'azienda sanitaria Angelo Percopo che, con apposita delibera 673, ha predisposto il servizio che partirà dal prossimo 1 luglio fino al 26 agosto nei comuni di Termoli, Campomarino, Petacciato e Montenero di Bisaccia dalle ore 9 alle 19 ed anche dalle 20 alle ore 8 di tutti i giorni feriali e festivi e dalle 8 del prefestivo alle 8 del giorno successivo al festivo esclusivamente nel Lido di Campomarino. L'Asrem per tale progetto ha previsto una spesa complessiva tra personale e costi dei locali di 200 mila euro. Petraroia scrive a prefetto e commissari TERMOLI. Ancora un intervento del consigliere regionale Petraroia sulla carenza di organico al San Timoteo, dopo quello della prima decade di maggio. L’esponente Pd ha scritto al sindaco Di Brino, ai commissari Rosato e Basso e al prefetto Trotta. “Vista la situazione emergenziale che si è determinata presso l’Ospedale San Timoteo di Termoli, già evidenziata nella nota allegata del 10 maggio 2012 a firma di 30 operatori sanitari, medici e infermieri, impegnati nella Medicina d’Urgenza e nel Servizio di Pronto Soccorso, sollecito un urgente riscontro dell’Ufficio del Commissario ad Acta, per rispetto dei firmatari e della comunità di Termoli. Proprio in data odierna sulla cronaca locale viene denunciata l’impossibilità di garantire i livelli essenziali di assistenza nello stesso Ospedale San Timoteo, con i connessi disagi per i cittadini e possibili rischi per i pazienti. Stigmatizzo l’insensibilità dell’Asrem e di vari interlocutori istituzionali che non hanno ritenuto di rispondere alla comunicazione in oggetto e men che meno hanno assunto provvedimenti tesi ad alleviare le difficoltà riferite alla carenza di organico nel periodo estivo, quando è notorio che la popolazione della fascia costiera e quindi l’utenza per il Pronto Soccorso del San Timoteo si moltiplica”. 6 ATTUALITÀ IL CASO Martedì 19 giugno 2012 TRA LE COORDINATRICI ANCHE LA DOTTORESSA CRISTOFARO DELL’OSPEDALE CARDARELLI Diabete, la differenza tra uomo e donna Divulgati i dati del primo rapporto presentato a Milano C AMPOBASSO. Sono oltre 1,5 milioni le donne con diabete in Italia. Rispetto agli uomini con la stessa malattia sono meno giovani, malate da piu’ tempo e piu’ obese. E’ quanto emerge dal primo rapporto sulle differenze uomo-donna con diabete, presentato a Milano dal Gruppo donna dell’Associazione medici diabetologi (Amd) che ha quale coordinatrice la dottoressa Mariarosaria Cristofaro, diabetologa della Unità Operativa Complessa di Endocrinologia e Diabetologia dell’ospedale A. Cardarelli di Campobasso. Le donne presentano un profilo di rischio cardiovascolare peggiore e risultati piu’ sfavorevoli. Tanto che i medici ipotizzano una diversa risposta di genere ai farmaci e ai trattamenti, e differenze biologiche nello stesso sviluppo della malattia e delle sue complicanze. Lo studio ha coinvolto 236 Servizi di Diabetologia, oltre 1/3 di quelli attivi sul territorio nazionale e che seguono la popolazione diabetica. “L’obiettivo che ci siamo prefisse nella compila- zione della prima edizione degli Annali di genere è quello di tracciare un quadro ampio dell’assistenza, della prevenzione e delle cure erogate ai pazienti uomo e donna, per capire quali sono i bisogni comuni e quali invece quelli genere-specifici ha spiegato la dottoressa Mariarosaria Cristofaro, coordinatrice del gruppo Amd - questa fotografia fornisce un’immagine reale del mondo del diabete: i dati esaminati riguardano circa 1 sesto degli italiani che soffrono della malattia: le donne analizzate sono più di 188.000, oltre il 12% della popolazione femminile con diabete.” Rispetto agli uomini, le connazionali con diabete sono meno giovani (il 30% delle donne contro il 20% degli uomini ha un’eta’ superiore a 75 anni) e in media hanno 68,4 anni contro i 65,7 degli uomini. Inoltre, le donne hanno in media il diabete da piu’ tempo: 11,1 anni contro 10 anni per gli uomini. Anche per quanto riguarda l’obesita’ la situazione femminile risulta sfavorevole: non solo l’indice di massa corporea (Bmi) medio e’ • didascalia foto superiore (30,2 contro 29,2 degli uomini), ma le donne gravemente obese sono quasi il doppio rispetto agli uomini: il 18,8% contro il 10,1%. Tra le persone con diabete, le donne che fumano sono meno degli uomini; precisamente e’ fumatore un uomo su 5, mentre tra le donne solo una su 10 ha questa abitudine, nonostante sia ormai nota la stretta correlazione tra fumo di sigaretta e rischio di complicanze microvascolari, soprattutto per chi soffre della malattia. Dallo studio, in particolare, emerge che non vi sono differenze significative per quel che riguarda il numero di persone con diabete che effettuano la misurazione, almeno una volta l’anno, dell’emoglobina glicosilata (HbA1c), il parametro che valuta se la malattia e’ sotto controllo: le percentuali sono estremamente elevate, superiori al 90%, sia per gli uomini sia per le donne. Lievi differenze tra i generi si riscontrano invece per quanto riguarda altri esami specifici, come il controllo del profilo lipidico (colesterolo e trigliceridi) e della pressione arteriosa, entrambi indicatori strettamente legati al rischio cardiovascolare. Le donne che effettuano almeno una volta l’anno questi esami sono un po’ meno rispetto agli uomini: 72,4% contro 74,1% per il controllo del profilo lipidico, e 78,4% contro 79,1% per la misurazione della pressione arteriosa. “Questi dati, pur se non drammatici, devono far riflettere so- il gentil sesso presenta un profilo di rischio peggiore e una diversa risposta ai trattamenti prattutto in relazione al fatto che una donna con diabete ha un rischio maggiore di infarto di 3-5 volte, e di malattie al cuore e disturbi della circolazione di 3 volte, rispetto a una donna non diabetica di pari eta’ e peso, mentre nell’uomo con diabete questi rischi aumentano ‘solo’ di 2 volte”, spiega Valeria Manicardi, consigliere del Gruppo donna Amd. Le donne hanno la peggio anche per quanto riguarda il grado complessivo di controllo della malattia: il 58%, rispetto al 54% degli uomini, non raggiunge un buon controllo metabolico. Cio’ vuol dire che l’HbA1c risulta superiore al 7%, valore stabilito dalle linee guida come obiettivo da raggiungere per prevenire le complicanze della malattia. Anche i valori del colesterolo e della pressione risultano piu’ elevati: il colesterolo Ldl e’ in media 112,5 mg/dl nelle donne contro 106,6 mg/dl nell’uomo; le donne con valori pressori superiori a 140/90 mmHg sono il 58,1%, contro il 56,1% degli uomini. “Soprattutto, le donne con valori di Ldl - fattore di rischio cardiovascolare di primaria importanza - inferiori a 100 mg/dl sono sistematicamente di meno (-7%) alla diagnosi e durante la malattia”, aggiunge Manicardi. Da cosa dipendono queste differenze? “Non possiamo di certo imputarle a una diversa cura e assistenza riservata alle donne”, afferma Maria Franca Mulas, consigliere del gruppo donna Amd. “Dalla nostra indagine emerge si’ qualche dato a sfavore delle donne, ma di entita’ contenuta, piu’ in relazione all’assiduita’ dei controlli che alla intensita’ dei trattamenti. Inoltre, un attento esame della cura del diabete con i farmaci, divisa per generi, ha rivelato che il tipo di trattamento farmacologico, le classi di farmaci usate, le terapie combinate, sono uguali per l’uomo e per la donna. Non si evi- denziano quindi diversita’ nella qualita’ della cura, ma nonostante questo la donna ottiene risultati peggiori”, prosegue. Per Titti Suraci, consigliere del Gruppo donna Amd, e’ possibile che la peggiore situazione delle donne con diabete possa dipendere “da una diversa risposta di genere ai farmaci e ai trattamenti. Possono inoltre esistere altre differenze biologiche nello stesso sviluppo della malattia e delle sue complicanze; tendiamo ad escludere, invece, che fattori come l’aderenza, e la persistenza in terapia, in pratica il prendere i farmaci con regolarita’ e nelle dosi indicate, abbiano un ruolo, in quanto le donne, e’ stato piu’ volte dimostrato, hanno in genere una migliore attenzione alla salute e alle cure prescritte”. “I risultati della ricerca – ha concluso la coordinatrice Amd Mariarosaria Cristofaro -offrono sicuramente molti spunti e aprono una nuova visione dell’assistenza: le differenze di genere emerse ci devono far riflettere sulla necessita’ di ‘personalizzare’ la cura, ad esempio intensificando il trattamento fino a ottenere i risultati desiderati per i maggiori fattori di rischio cardiovascolari, in particolare nelle donne.