...

Ospedale, il Comune penserà a salvaguardarlo Consiglio unito

by user

on
Category: Documents
11

views

Report

Comments

Transcript

Ospedale, il Comune penserà a salvaguardarlo Consiglio unito
6
Attualità
CAMPOBASSO
tidiano del Molise
Il Quo
Quotidiano
9 giugno 20
12
Marttedì 1
19
2012
Mar
Passa l’odg del Pd. Il sindaco intraprenderà iniziative per la tutela del nosocomio
Ospedale, il Comune
penserà a salvaguardarlo
Consiglio unito anche sulla modifica del patto di stabilità
Palazzo San Gior gio è
riuscito finalmente a portare a termine un consiglio
comunale dopo settimane
di stand-by. Ne è venuta
fuori l’approvazione di un
ordine del giorno sull’ospedale Cardarelli. Il Pd aveva
sollevato la necessità di discutere sul nosocomio nel
lontano mese di gennaio.
Tale mozione, sotto richiesta del sindaco Di Bartolomeo, si è trasformata in un
ordine del giorno che da
oggi lo impegna ad intraprendere ogni iniziativa utile a tutelare, salvarguardare e rilanciando l’ospedale
Cardarelli quale presidio
fondamentale ed irrinunciabile del sistema sanitario
regionale. Il capogruppo
del Pd, Antonio Battista, si
è mostrato più che soddisfatto per l’unione di animi
mostrata in aula. Stessa
convergenza dimostrata,
nonostante qualche remora
dell’opposizione, sull’altro
ordine del giorno, stavolta
a firma del primo cittadino
in persona, in merito al Patto di S tabilità interno. Di
Bartolomeo ha ribadito a
pieni polmoni l’esigenza di
rimodulazione del vincolo
statale da parte del Gover no. “Sono diversi mesi – ha
incalzato – che minaccio di
sforare il patto proprio perché non si può continuare
ad avere questo blocco che
implica s oprattutto i l n on
pagamento delle imprese
che hanno portato a termi-
ne lavori pubblici in questi
anni”. Quella dello sforamento del vincolo,però, era
solo una provocazione del
sindaco che ben sapeva di
non poterselo permettere.
Infatti, ha sottolineato: “Io,
a d ifferenza d i a ltri s indaci, non potrei fare una mossa del ge nere perché no n
avrei la possibilità di rientrare entro l’anno”. Adesso,
però, Di Bartolomeo potrà
continuare a recarsi a Roma
per chiedere di rivedere il
patto di stabilità, ma non
solo a nome proprio, bensì
per conto di tutti gli amministratori comunali del capoluogo. In seduta consiliare, in compenso, sono state
discusse anche altre mozioni. La più dibattuta è stata
quella relativa al Piano sociale di zona, avanzata da
Costruire Democrazia, per
la quale Carlo Musenga e
Marilina Niro si sono ampiamente dibattuti. “Basta
con l’assistenzialismo che
Diabete, donne sfavorite nel profilo di rischio
Lo studio della specialista del Cardarelli, Maria Rosaria Cristofaro
Sono oltre 1,5 milioni le
donne con diabete in Italia.
Rispetto agli uomini con la
stessa malattia sono meno
giovani, malate da piu’ tempo e piu’ obese. E’ quanto
emerge dal primo rapporto
sulle dif ferenze uomo-donna con diabete, presentato a
Milano d al G ruppo d onna
dell’Associazione m edici
diabetologi (Amd) che ha
quale coordinatrice la dottoressa Maria Rosaria Cristofaro, diabetologa della Unità Operativa Complessa di
Endocrinologia e Diabetologia dell’ospedale Cardarelli
di Campobasso. Le donne edizione degli Annali di gepresentano un profilo di ri- nere è quello di tracciare un
schio cardiovascolare peg- quadro ampio dell’assistengiore e r isultati piu’ sfavorevoli. Tanto c he i m edici
ipotizzano una diversa risposta di genere ai farmaci e ai
trattamenti, e differenze biologiche nello stesso sviluppo della malattia e delle sue
complicanze. Lo studio ha
coinvolto 236 Servizi di Diabetologia, oltre 1/3 di quelli
attivi sul territorio nazionale e che seguono la popolazione diabetica. “L’obiettivo
che ci siamo pr efisse nella
La dottoressa
compilazione della prima
Maria Rosaria Cristafaro
za, della prevenzione e delle
cure er ogate ai pazienti
uomo e donna, per capir e
quali sono i bisogni comuni
e quali invece quelli generespecifici - ha spiegato la
dottoressa Maria Rosaria
Cristofaro, coordinatrice del
gruppo Amd - q uesta fotografia fornisce un’immagine
reale del mondo del diabete: i dati esaminati riguar dano circa un sesto degli italiani che soffrono della malattia: le donne analizzate
sono più di 188.000, oltre il
12% della popolazione femminile con diabete.”
è la piaga della nostra Regione – hanno af fermato –
Ci sono persone che vengono assistite da vent’anni e
per lo più allo stesso
modo”. “Bisogna – hanno
espresso – ridare dignità ai
cittadini nell’ottic a d i una
cognugazione socio-sanitaria, impegnandosi in
un’analisi attenta del terri-
torio”. Il Consiglio comunale è stato poi aggiornato
a mercoledì 20 giugno.
Dopo alcuni artefizi di entrambe le parti politiche di
Palazzo San Giorgio, la discussione sulla delibera
delle farmacie comunali è,
dunque, slittata nuovamente.
NG
tidiano del Molise
Il Quo
Quotidiano
Mar
9 giugno 20
12
Marttedì 1
19
2012
Attualità
CAMPOBASSO
7
Il paziente dal Cardarelli trasportato a Chieti. Siamo tornati ai viaggi della speranza fatti di corsa e nel cuore della notte
Infarto, ma non nel fine settimana
Ci portano a Isernia ma la rete del soccorso dovrebbe garantire il servizio 24 ore su 24
Veniamo ai fatti. Sabato podi Vittoria Todisco
meriggio al Cardarelli sono stati
Siamo tornati ai viaggi dell a spera nza che però
ricoverati due pazienti sessanadesso si effettuano di corsa, nel cuore della notte,
tenni uno dei quali bisognoso di
con pazienti che rischiano la vita, e non solo loro.
una coronografia. Vietato farsi
Dopo la vicenda del campobassano che la sera
venire l’infarto nel fine settimadel 31 maggio si è recato al Pronto Soccorso alcune
na poiché dal venerdì pomerigore dopo aver avvertito i sintomi dell’infarto e per
gio inizia il coprifuoco e certi
il quale è stato necessario il trasferimento a Termoesami non si eseguono fino al
li, siamo costretti ad occuparci ancora una volta di
lunedì. Il paziente è stato coun problema che ormai si verifica quotidianamente
munque sottoposto a terapia
al reparto di Cardiologia del Cardarelli dove i pamedica, ma domenica sera le
zienti che necessitano di angioplastica non sono tratcondizioni si sono aggravate
tati sul posto ma sono costretti a raggiungere IserL‘ospedale Cardarelli
ed è iniziata la via crucis per
nia o Termoli quando tutto va bene. Ieri mattina
capire dove lo si poteva portasono stati proprio i parenti di una persona infartuata
a sollecitare la stampa invitandola a farsi portavoce di un disa- re. Parliamo di via crucis perché queste indagini richiedono
gio che deve essere portato all’attenzione dell’opinione pub- ore ed ore di telefonate, scambi di informazioni e notizie, un
blica (potenzialmente siamo tutti pazienti) inviata a prendere traffico che comunque i familiari dei pazienti percepiscono e
posizione rispetto ad una gestione della sanità ormai non più vivono in modo drammatico. A Isernia il professo Versaci il
sostenibile e fortemente penalizzante soprattutto per le perso- fine settimana non opera, alla Fondazione non si fanno urgenze, a Termoli il personale medico non era al completo; finalne cardiopatiche.
mente si è trovata la disponibilità all’ospedale di Chieti. Via,
dunque, lungo la Bifernina per un altro viaggio col batticuore,
mettendo a rischio la vita del paziente ma anche quella degli
operatori che di volta in volta lo accompagnano. Naturalmente
a seguire l’ambulanza ci sono sempre i familiari anche loro
sottoposti alla trasferta. Abbiamo chiesto al dottor Percopo
perché mai l’ottimo professor Versaci non opera anche a Campobasso e candidamente (come dice il dottor Giorgio Berchicci ) ci ha detto che la sala del Cardarelli non è attrezzata e il
personale non è sufficientemente qualificato. A chi tocca mettere a punto la sala e qualificare il personale? E va bene! Dobbiamo andare a Isernia per farci operare dal professor Versaci,
ma che questa possibilità sia almeno garantita 24 ore su 24 e
non solo fino al venerdì. Il secondo paziente, invece, ieri mattina alla notizia di dover essere trasferito ad Isernia si è ribellato e i familiari presenti hanno vivacemente protestato. Chiedeva di essere trasferito alla Fondazione. A quanto pare la Direzione Sanitaria non ha autorizzato il trasferimento e solo dopo
due ore di trattative il paziente, che minacciava di fimare e
uscire dal Cardarelli e farsi ricoverare dove voleva lui, è stato
infine portato al Veneziale.
Partite, prezzi, dosi: lo smercio di droga sui telefoni di Asrem, Ministero e Corte dei... Pagina 1 di 3
Cronache
Politica
Economia & Lavoro
ARCHIVIO ARTICOLI
OPERAZIONE 'GRIDO D'AIUTO'
Partite, prezzi, dosi: lo smercio di droga
sui telefoni di Asrem, Ministero e Corte dei
conti
Spacciatori e clienti trattavano la vendita di stupefacenti utilizzando anche i cellulari
intestati a enti pubblici e istituzioni. E’ quanto emerge dagli atti dell’inchiesta che ha
portato al blitz antidroga dei giorni scorsi a Campobasso. Ecco alcune delle telefonate
intercettate tra minacce, linguaggi in codice e crisi di astinenza.
A cura della Redazione di Campobasso
Un
uso
spregiudicato
di
utenze
telefoniche intestate a enti pubblici e
istituzioni. Emerge anche questo dalle carte
dell’inchiesta che nei giorni scorsi è sfociata
nell’operazione
antidroga
«Grido
d’aiuto», operazione che ha portato
all’arresto di nove persone con il
conseguente smantellamento di una rete di
spaccio molto attiva a Campobasso.
Negli atti della procura ci sono le
trascrizioni di centinaia e centinaia di
telefonate: spacciatori che chiamano i loro clienti o clienti che chiamano gli spacciatori
per fissare incontri. Ebbene, alcune delle utenze telefoniche in questione non fanno capo a
privati cittadini: c’è un telefono intercettato intestato al Ministero della Giustizia e
altri due intestati all’Asrem, l’azienda sanitaria, fino ad arrivare ad un telefono
intestato alla Corte di Conti.
Uno dei numeri che compaiono più spesso è proprio quello del Ministero della Giustizia
(dipartimento dell’amministrazione penitenziaria). E il cellulare usato da Massimo
Spirito, l’agente carcerario in servizio a Larino finito agli arresti con l’accusa di essere uno
spacciatore. Spirito dunque per tenere in piedi la sua attività illegale non usava un
numero a lui intestato, ma quello intestato al Ministero. E proprio da quel numero sono
partite chiamate dal contenuto eloquente.
Ci sono poi le utenze intestate all’azienda sanitaria locale di via Petrella: una è usata
evidentemente da un dipendente che è anche consumatore e chiama per acquistare
droga, l’altra è intestata ad un dipendente, ma usata da suo figlio. Anche in questo caso
molte le telefonate intercettate e finite negli atti dell’inchiesta. Infine il caso di un telefono
intestato alla Corte dei Conti di Roma e in uso ad un 27enne che da quella utenza
chiama lo spacciatore per ottenere un incontro e comprare eroina.
Tra le tante conversazioni intercettate e trascritte dagli investigatori alcune hanno una
rilevanza particolare e ben delineano l’attività degli spacciatori e il loro modus operandi.
Come quando un anno fa, il 17 giugno 2011, due persone, Andrea e Roberto, parlano al
telefono di una cena che però nasconde un linguaggio cifrato che porta alla droga.
Roberto: senti un attimo. Questo ha fatto un po’ il coglione, no? Hai visto che dovevano
essere dieci persone? E invece sono cinque. Mo’ l’unica cosa è che dovevano pagare la
cena io..tu e lo chef. Che già mi aveva dato un anticipo…ha detto: faccio pure io
perché….Mo’ la vogliamo pagare solo io e te questa?
Andrea: eh…uhm….
Roberto: se mi potevi fare la cortesia di vedere…magari qualche persona a Isernia se te
la potevi portare...che ne so. Così eravamo qualcuno in più, una ventina di perso
Capito? Così sta contento pure lui.
Andrea: vabbè …io cioè…ho capito fino ad un certo punto! Poi non ho capito, quello ha
portato come l’altra volta, no?
Roberto: eh! E io e te siamo a posto! E mò visto che che pure lo chef aveva…..contribuito
no? Se ci potevi portare tu una ventina di persone?
Andrea: ah, e dove lo prendo?
Roberto: e che ne so. Sto chiedendo.
Andrea: eh…lo so Roberto, ma se no….se sapevo…capito? Mo’ vedo domani, prima di
partire.
Roberto: eh, hai capito! Domani esci un po’, vedi tu.
http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=10952
Partite, prezzi, dosi: lo smercio di droga sui telefoni di Asrem, Ministero e Corte dei... Pagina 2 di 3
Andrea: e mo’ digli…
Roberto: poi gli dico, dico che non è cosa più…però cioè sta aspettando pure lui da tre,
quattro giorni.
Andrea: è, pure io sto aspettando!
Roberto: e pure io! Infatti mi sono ingrippato perché poi alla fine …hai capito? Come
l’altra volta…un po’ di meno! Mi sono ingrippato perché io alla fine gli ho anticipato
settanta persone.
Andrea: va bene ia’…..
Roberto: quindi sono …eh…metà, io e te. Facciamo… Ciao.
Andrea: eh….almeno cioè…come aveva detto…almeno a quindici l’ha fatta? No?
Roberto: sì, sì, sì.
Non mancano nelle intercettazioni anche le minacce, più o meno velate. La telefonata
che segue è dell’11 giugno dello scorso anno. Parlano un ragazzo di Campobasso,
Antonello, indagato per spaccio, che lavora in un locale del centro, e Rocco, un giovane di
etnia rom. Secondo gli investigatori si discute di un debito legato all’acquisto di
droga.
Antonello: uhè Rocchino!
Rocco: uagliò!
Antonello: mo?
Rocco: dove stai?
Antonello: a lavorare.
Rocco: a te non ti hanno mai aperto la testa secondo
me. Come si deve!
Antonello: perché?
Rocco: mo’ passo. E’ cotta la carne?
Antonello: no, e che cotta! Ancora sto pulendo. Sta
chiuso!
Rocco: è cotta o no?
Antonello: eh, eh, sono chiuso ancora. Sono le quattro
e mezza!
Rocco: e vedi di fare qualche cosa stasera! Stasera vengo a fare bordello la’ dentro..eh!
Antonello: e no….ia’…Rocco.
Rocco: lascia perdere proprio. Mi servono 250 euro la’….che devo mettere l’assicurazione
al mezzo!
Antonello: allora mi senti a me! Io stasera come finisco di lavorare ci chiedo qualcosa a
lui…domani mattina però non presto, subito dopo pranzo vieni qua al locale e vediamo
che ho fatto..ia’
Rocco: non hai capito…io stanotte sono in giro! Fammi uno squillo.
Antonello: stanotte?
Rocco: chiamami e me li dai stanotte.
Ci sono poi i clienti che insistono, perché in crisi di astinenza, e chiamano molte volte e
per avere un incontro e comprare la droga. Ecco la telefonata tra Massimo, lo spacciatore,
e Letizia, consumatrice di stupefacenti.
Massimo: senti, qua ci dobbiamo sentire più tardi...
Letizia: no…merda.
Massimo: e sì perché…niente…niente. Hai capito…..più tardi ti chiamo io eh….non ci
stanno problemi.
Letizia: ma…cioè più tardi….stamattina?
Massimo: e no, sempre nel pomeriggio, penso.
Letizia: Madonna mia, io non so proprio come fare…..ma non puoi chiamare nemmeno al
tuo amico?
Massimo: eh…penso di no. Mi sa che è difficile. Mò ci provo a fare qualche chiamata e ti
faccio sapere
Letizia: Madonna mia, se riesci Massimo…fammi questo favore perché io sto proprio…..io
ieri sera ti ho detto che potevo chiamare questa mattina e quindi io sono andata
tranquilla.
Massimo: e lo so…però…ia’ va bene, mo’ provo un po’ e ci sentiamo tra un po’.
Letizia: Va bene, ti chiamo tra dieci minuti.
(EL)
(Pubblicato il 19/06/2012)
http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/arti
CITTÀ DEL MOLISE
Martedì 19 giugno 2012
15
TERMOLI
“IN SANITÀ NON PUÒ ESISTERE INCERTEZZA PERCHÈ IL FULCRO DEL SISTEMA È IL CITTADINO CON IL SUO BISOGNO DI SALUTE
San Timoteo, Magnocavallo: «Scarseggia il personale»
In una nota la segreteria provinciale della Fials attacca il direttore dell’Asrem
T
ERMOLI. Carenza di personale all’ospedale San
Timoteo di Termoli: la segreteria
provinciale della Fials interviene
con una nota inviata sia al direttore dell’Asrem Percopo, nonché
al direttore amministrativo e a
quello sanitario; una denuncia
che Mariacristina Magnocavallo
sperimenta sulla carenza di personale sia ausiliario sia infermieristico per l’ambito territoriale
bassomolisano. “Da un punto di
vista programmatico – si legge
nella nota - si continuano a vivere periodi di grandi incertezze, si
ventilano accorpamenti per permettere al personale di usufrui-
re dei giorni di ferie previsti dal
Ccnl e la mancata ridistribuzione
del personale provoca comportamenti incerti e contraddittori che
si riversano sulla qualità assistenziale sia nei due stabilimenti
ospedalieri sia sul territorio sia
sulla casa circondariale. In sanità non può esistere incertezza in
quanto il fulcro del sistema è “il
cittadino” con il suo bisogno di
salute, un bisogno che non può
attendere ma che ha priorità assoluta. In molti reparti del presidio ospedaliero di Termoli e Larino la carenza di infermieri e di
personale di supporto è un problema rilevante (ormai gli O.D.S.
sono divenuti strumenti di programmazione) tanto che il saltare i riposi sottopone gli stessi
a ulteriore stress psico-fisico. La
situazione è aggravata dalla mancata sostituzione di personale
assente per malattie prolungate,
aspettative per gestazione e non
meno importante trasferimenti
in altri stabilimenti Ospedalieri
della Regione. Pertanto, alla luce
della situazione sopradescritta la
Fials chiede alla Direzione Strategica Asrem di intervenire con soluzioni immediate e si riserva di
intraprendere qualsiasi iniziativa
volta alla tutela di tutti i lavoratori dell’ambito basso molisano”.
MAR
TEDI’ 1
9 GIUGNO 20
12 - ANNO XV - N. 1
68
MARTEDI’
19
2012
168
VIA G. BER
TA, 7
6 - 86
170
BERT
76
861
Iacovone: Di Sandro intervenga prima che sia troppo tardi
Sanità, cittadini in campo
per salvare l’Igea medica
Nessuna novità sul fronte
Igea Medica. Nei mesi scorsi si era parlato di possibili
nuovi soci per rilanciare la
struttura riabilitativa di via
Acqua sulfurea. Ma nella
realtà l e b occe r estano f erme. Il lavoro non manca all’Igea, ma piú di qualcuno
teme che le lungaggini burocratiche (e la procedura
fallimentare i n c orso a l t ribunale di Isernia) possa decretare la definiti va chiusura della struttura. Intanto si
moltiplicano gli appelli sul
web, da parte di pazienti, di
La sede dell’Igea
familiari e di tutti coloro che da Albino Iacovone: “Perché
tengono a cuore le sorti del- nella nostra Regione, le cose
l’Igea. Uno di questi arriva buone e utili devono fare
sempre la stessa fine? È mai
possibile che la Regione non
possa trovare una soluzione
affinché q uesta b enemerita
struttura, nell’interesse dei
pazienti e loro familiari e
delle maestranze, venga conservata? A tutti i dipendenti
vada la più sentita solidarietà, con la speranza che presto possano ritrovare tranquillità e serenità. In questo
momento lasciare morire
l’Igea è da irresponsabili.
Chi ha avuto modo di vedere e sentire delle interviste su
Rai3 ai pazienti si è reso conto del dramma e delle sofferenze che queste persone vivono nel dover abbandonare la struttura sanitaria. Chi
ha cuore e sensibilità faccia
qualcosa. Assessore Di Sandro – conclude l’ex sindaco
di Castelverrino – muoviti.
C’è poco da approfondire,
chiama s ubito l a c uratela, i
sindacati, gli stessi soci e risolvi il problema”.
Martedì 19 giugno 2012
Convegno nazionale in Toscana con l’Aich locale
Malattia di Huntington,
il Neuromed a Campi Bisenzio
POZZILLI. Esperti, studiosi e ricercatori si
sono ritrovati Campi Bisenzio durante il
weekend appena trascorso per fare il punto
su ricerca e assistenza ai pazienti affetti dalla malattia di Huntington. L’incontro nazionale con le famiglie dei malati è stato promosso da Aich Toscana e Aich Neuromed. Il
percorso, nonostante la ricerca abbia fatto
grossi progressi, è ancora lungo per sconfiggere la malattia genetica ereditaria e degenerativa che il più delle volte, dopo un calvario lento e inesorabile, non lascia via d’uscita. Quello di Campi Bisenzio, in Toscana, è
stato comunque un momento di incontro e
confronto molto importante, che ogni anno
si ripete per fare il punto della situazione,
ma anche per mettere in rete esperienze e
conoscenze. L’iniziativa di Aich Toscana e
Aich Neuromed ha ricevuto il patrocinio del
Comune di Firenze. Come ricordato dagli
esperti, la malattia di Huntington colpisce il
cervello e i muscoli e si trasmette da genitori a figli con una probabilità del 50 per cento; si manifesta tra i 40 e i 50 anni ed ha una
durata compresa tra i 15 e i 25 anni. Fare
prevenzione non è possibile, tuttavia si può
sapere in anticipo, grazie a un test genetico,
se una persona la svilupperà.
Venafro Valle del Volturno 17
22 Termoli Basso Molise
Martedì 19 giugno 2012
Percopo: 200mila
euro per il pronto
soccorso in spiaggia
TERMOLI. A poche ore
dall’articolo pubblicato ieri
su Primo Piano Molise,
l’Asrem ha voluto fugare i
dubbi sull’organizzazione
del sistema di assistenza
medica turistica sulle
spiagge della regione. Sarà
allestito anche per quest'anno il servizio di assistenza ai villeggianti e
pronto soccorso sul litorale
molisano. Alcune postazioni fisse nei lidi di Termoli
dove quest'anno, contrariamente alla scorsa estate,
saranno in servizio solo
medici, saranno supportate
dall'attività del Pronto soccorso mobile assicurato dal
118 Molise. La decisione è
del direttore generale dell'azienda sanitaria Angelo
Percopo che, con apposita
delibera 673, ha
predisposto il servizio che
partirà dal prossimo 1 luglio fino al 26 agosto nei
comuni di Termoli, Campomarino, Petacciato e
Montenero di Bisaccia dalle ore 9 alle 19 ed anche
dalle 20 alle ore 8 di tutti i
giorni feriali e festivi e dalle 8 del prefestivo alle 8 del
giorno successivo al festivo esclusivamente nel Lido
di Campomarino. L'Asrem
per tale progetto ha previsto una spesa complessiva
tra personale e costi dei locali di 200 mila euro.
Petraroia scrive a prefetto e commissari
TERMOLI. Ancora un intervento del
consigliere regionale Petraroia sulla carenza di organico al San Timoteo, dopo
quello della prima decade di maggio.
L’esponente Pd ha scritto al sindaco Di
Brino, ai commissari Rosato e Basso e al
prefetto Trotta. “Vista la situazione emergenziale che si è determinata presso
l’Ospedale San Timoteo di Termoli, già
evidenziata nella nota allegata del 10 maggio 2012 a firma di 30 operatori sanitari,
medici e infermieri, impegnati nella Medicina d’Urgenza e nel Servizio di Pronto
Soccorso, sollecito un urgente riscontro
dell’Ufficio del Commissario ad Acta, per
rispetto dei firmatari e della comunità di
Termoli.
Proprio in data odierna sulla cronaca locale viene denunciata l’impossibilità di garantire i livelli essenziali di assistenza nello stesso Ospedale San Timoteo, con i
connessi disagi per i cittadini e possibili
rischi per i pazienti.
Stigmatizzo l’insensibilità dell’Asrem e di
vari interlocutori istituzionali che non
hanno ritenuto di rispondere alla comunicazione in oggetto e men che meno hanno
assunto provvedimenti tesi ad alleviare le
difficoltà riferite alla carenza di organico
nel periodo estivo, quando è notorio che la
popolazione della fascia costiera e quindi
l’utenza per il Pronto Soccorso del San Timoteo si moltiplica”.
6
ATTUALITÀ
IL CASO
Martedì 19 giugno 2012
TRA LE COORDINATRICI ANCHE LA DOTTORESSA CRISTOFARO DELL’OSPEDALE CARDARELLI
Diabete, la differenza tra uomo e donna
Divulgati i dati del primo rapporto presentato a Milano
C
AMPOBASSO.
Sono oltre 1,5
milioni le donne con diabete in Italia.
Rispetto agli uomini con
la stessa malattia sono
meno giovani, malate da
piu’ tempo e piu’ obese.
E’ quanto emerge dal
primo rapporto sulle differenze uomo-donna con
diabete, presentato a Milano dal Gruppo donna
dell’Associazione medici
diabetologi (Amd) che
ha quale coordinatrice la
dottoressa Mariarosaria
Cristofaro, diabetologa
della Unità Operativa
Complessa di Endocrinologia e Diabetologia
dell’ospedale A. Cardarelli di Campobasso.
Le donne presentano
un profilo di rischio cardiovascolare peggiore e
risultati piu’ sfavorevoli.
Tanto che i medici ipotizzano una diversa risposta di genere ai farmaci e
ai trattamenti, e differenze biologiche nello stesso
sviluppo della malattia e
delle sue complicanze.
Lo studio ha coinvolto 236 Servizi di Diabetologia, oltre 1/3 di
quelli attivi sul territorio
nazionale e che seguono
la popolazione diabetica.
“L’obiettivo che ci siamo
prefisse nella compila-
zione della prima edizione degli Annali di genere
è quello di tracciare un
quadro ampio dell’assistenza, della prevenzione
e delle cure erogate ai pazienti uomo e donna, per
capire quali sono i bisogni comuni e quali invece
quelli genere-specifici ha spiegato la dottoressa
Mariarosaria Cristofaro,
coordinatrice del gruppo
Amd - questa fotografia fornisce un’immagine reale del mondo del
diabete: i dati esaminati
riguardano circa 1 sesto
degli italiani che soffrono della malattia: le donne analizzate sono più di
188.000, oltre il 12% della popolazione femminile
con diabete.”
Rispetto agli uomini,
le connazionali con diabete sono meno giovani
(il 30% delle donne contro il 20% degli uomini
ha un’eta’ superiore a 75
anni) e in media hanno
68,4 anni contro i 65,7
degli uomini. Inoltre, le
donne hanno in media
il diabete da piu’ tempo:
11,1 anni contro 10 anni
per gli uomini. Anche per
quanto riguarda l’obesita’
la situazione femminile
risulta sfavorevole: non
solo l’indice di massa
corporea (Bmi) medio e’
• didascalia foto
superiore (30,2 contro
29,2 degli uomini), ma le
donne gravemente obese sono quasi il doppio
rispetto agli uomini: il
18,8% contro il 10,1%.
Tra le persone con
diabete, le donne che fumano sono meno degli
uomini;
precisamente
e’ fumatore un uomo su
5, mentre tra le donne
solo una su 10 ha questa
abitudine,
nonostante
sia ormai nota la stretta
correlazione tra fumo di
sigaretta e rischio di complicanze microvascolari,
soprattutto per chi soffre
della malattia.
Dallo studio, in particolare, emerge che non vi
sono differenze significative per quel che riguarda
il numero di persone con
diabete che effettuano la
misurazione, almeno una
volta l’anno, dell’emoglobina glicosilata (HbA1c),
il parametro che valuta
se la malattia e’ sotto controllo: le percentuali sono
estremamente elevate,
superiori al 90%, sia per
gli uomini sia per le donne.
Lievi differenze tra i
generi si riscontrano invece per quanto riguarda
altri esami specifici, come
il controllo del profilo lipidico (colesterolo e trigliceridi) e della pressione arteriosa, entrambi
indicatori strettamente
legati al rischio cardiovascolare.
Le donne che effettuano almeno una volta
l’anno questi esami sono
un po’ meno rispetto agli
uomini: 72,4% contro
74,1% per il controllo del
profilo lipidico, e 78,4%
contro 79,1% per la misurazione della pressione
arteriosa. “Questi dati,
pur se non drammatici,
devono far riflettere so-
il gentil sesso
presenta
un profilo
di rischio
peggiore
e una diversa
risposta
ai trattamenti
prattutto in relazione al
fatto che una donna con
diabete ha un rischio
maggiore di infarto di 3-5
volte, e di malattie al cuore e disturbi della circolazione di 3 volte, rispetto a
una donna non diabetica
di pari eta’ e peso, mentre nell’uomo con diabete
questi rischi aumentano
‘solo’ di 2 volte”, spiega
Valeria Manicardi, consigliere del Gruppo donna
Amd. Le donne hanno la
peggio anche per quanto
riguarda il grado complessivo di controllo della
malattia: il 58%, rispetto
al 54% degli uomini, non
raggiunge un buon controllo metabolico. Cio’
vuol dire che l’HbA1c
risulta superiore al 7%,
valore stabilito dalle linee
guida come obiettivo da
raggiungere per prevenire le complicanze della
malattia. Anche i valori
del colesterolo e della
pressione risultano piu’
elevati: il colesterolo Ldl
e’ in media 112,5 mg/dl
nelle donne contro 106,6
mg/dl nell’uomo; le donne con valori pressori superiori a 140/90 mmHg
sono il 58,1%, contro il
56,1% degli uomini. “Soprattutto, le donne con
valori di Ldl - fattore di
rischio cardiovascolare
di primaria importanza
- inferiori a 100 mg/dl
sono sistematicamente di
meno (-7%) alla diagnosi
e durante la malattia”, aggiunge Manicardi.
Da cosa dipendono
queste differenze? “Non
possiamo di certo imputarle a una diversa cura e
assistenza riservata alle
donne”, afferma Maria
Franca Mulas, consigliere
del gruppo donna Amd.
“Dalla nostra indagine
emerge si’ qualche dato
a sfavore delle donne, ma
di entita’ contenuta, piu’
in relazione all’assiduita’
dei controlli che alla intensita’ dei trattamenti.
Inoltre, un attento esame
della cura del diabete con
i farmaci, divisa per generi, ha rivelato che il tipo
di trattamento farmacologico, le classi di farmaci
usate, le terapie combinate, sono uguali per l’uomo
e per la donna. Non si evi-
denziano quindi diversita’ nella qualita’ della
cura, ma nonostante questo la donna ottiene risultati peggiori”, prosegue.
Per Titti Suraci, consigliere del Gruppo donna
Amd, e’ possibile che la
peggiore situazione delle
donne con diabete possa
dipendere “da una diversa risposta di genere ai
farmaci e ai trattamenti.
Possono inoltre esistere
altre differenze biologiche nello stesso sviluppo
della malattia e delle sue
complicanze; tendiamo
ad escludere, invece, che
fattori come l’aderenza,
e la persistenza in terapia, in pratica il prendere
i farmaci con regolarita’
e nelle dosi indicate, abbiano un ruolo, in quanto le donne, e’ stato piu’
volte dimostrato, hanno
in genere una migliore attenzione alla salute e alle
cure prescritte”.
“I risultati della ricerca – ha concluso la coordinatrice Amd Mariarosaria Cristofaro -offrono
sicuramente molti spunti
e aprono una nuova visione dell’assistenza: le differenze di genere emerse
ci devono far riflettere
sulla necessita’ di ‘personalizzare’ la cura, ad
esempio intensificando il
trattamento fino a ottenere i risultati desiderati
per i maggiori fattori di
rischio cardiovascolari, in
particolare nelle donne.
Fly UP