25 anni di AIAB: l`orizzonte del bio. E guardiamo oltre…
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25 anni di AIAB: l`orizzonte del bio. E guardiamo oltre…
dal campo alla tavola, salute e gusto 140-141 luglio/ottobre 2013 25 anni di AIAB: l’orizzonte del bio. E guardiamo oltre… Ristorazione collettiva: alimenti bio e criteri ambientali minimi Tecnico in Agricoltura Biologica: una necessaria figura professionale La difesa del vigneto biologico: l’unione fa la forza! Con la vendita diretta rapporti più equi nella filiera alimentare Gestione del suolo e concimazione nella melicultura bio Bioagricultura Anno XXII n. 140-141 Editore AIAB c/o CAE L.go Dino Frisullo snc 00153 Roma Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale D. L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1DCB-Roma Tassa riscossa Prezzo di copertina € 5,00 edizioni AIAB editoriale Festeggiamo i 25 anni di AIAB Cari lettori, con questo numero doppio presentiamo uno speciale per i 25 anni di AIAB. Un quarto di secolo per l’Associazione che ha contribuito più di tutte alla crescita del biologico in Italia è un traguardo importante che merita di essere festeggiato. Prima di presentare questo numero, permettetemi di condividere insieme a voi un commento sulla fine del negoziato europeo del trilogo (Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo) sulla riforma della PAC. Un disastro. “Molte parole e pochi fatti per una falsa riforma che non aiuta né l’agricoltura sostenibile, né l’ambiente, né l’economia” abbiamo commentato ufficialmente. Purtroppo è tutto vero ed è un peccato che si sia persa questa grande opportunità di avere un Commissario, aperto alle questioni del biologico, un settore molto più presente e preparato del passato per influenzare il negoziato, una rete di alleanze europee ed italiane solide e cooperanti, e l’opinione pubblica che in molti paesi - esclusa l’Italia - ha fatto sentire la sua voce. Ma tutto, complice la crisi e “il serrate le fila” delle forze conservatrici dell’agro-industria, ha lavorato per il mantenimento dello status quo con leggere opere di restyling ed ha avuto suc- 1 di Alessandro Triantafyllidis Presidente AIAB Federale cesso. Ci resta adesso di pretendere una buona politica nazionale e regionale sui PSR e tornare a fare politica per il bio, ma ne parleremo all’interno del dossier sui 25 anni. Questo dossier non vuole essere una celebrazione su ciò che è stato fatto e su come eravamo, ma vuole soprattutto evidenziare dove siamo arrivati e cosa ci aspetta per i prossimi 25 anni: nel campo delle priorità politiche anche oltre la stessa PAC, nell’evoluzione dei principi del biologico e di conseguenza del regolamento europeo, nella ricerca e nell’innovazione. Con questo numero si concludono le interviste ai presidenti di AIAB iniziate con l’intervista a Alfonso Mariano, e che abbiamo proseguito con i dialoghi con Franco Zecchinato, Vincenzo Vizioli e Andrea Ferrante. Vi segnaliamo, infine, il programma autunnale dei festeggiamenti per i 25 anni di AIAB che avranno un momento culmine nella festa in piazza in tutte le regioni con la Biodomenica, giunta ormai alla 14a edizione. Il mio cammino alla Presidenza di AIAB Federale si conclude qui, un caro saluto a tutti voi per questa esperienza intensa. Buon anniversario e 100 di questi anni. FOMET SPA: 40 anni di storia nel settore dei fertilizzanti speciali Da 40 anni FOMET SPA produce e commercializza fertilizzanti naturali e speciali per l’agricoltura professionale, un’attività svolta con metodi che prevedono ancora oggi il ritiro controllato di matrici organiche da letami (da stalle ed allevamenti con stabulazione su lettiera). Il tutto su una superficie complessiva di 75.000 m2. Questa impostazione ha permesso di sviluppare la proposta dei propri fertilizzanti non solo come puro e semplice apporto di unità nutrizionali, ma anche come un mezzo per incidere su aspetti fondamentali della fertilità del terreno. Negli anni il concetto è stato esteso all’utilizzo di matrici organiche nuove e diverse (anche di origine vegetale) ma con la medesima garanzia di sicurezza nei contenuti. Un punto fermo di FOMET spa nella realizzazione di nuovi formulati è quello di apportare al terreno anche attività biologica e componenti umiche per contrastare il declino produttivo dei terreni. «Nonostante la congiuntura economica non favorevole - precisa il Direttore di Stabilimento Dr. Matteo Casella - già dal 2011 abbiamo pianificato investimenti per 2,5 milioni di euro per l’ampliamento del magazzino. Inoltre, da qualche mese sono entrati in funzione due robot palletizzatori antropomorfi ad alta capacità, i primi di questo tipo in Italia all’interno di un impianto che produce e confeziona fertilizzanti». Secondo il Responsabile Tecnico-Commerciale Dr. Roberto Bonotto «il futuro della fertilizzazione in Italia è legato: alla possibilità di tracciare la garanzia di sicurezza di quanto proposto al consumo; alla professionalità del servizio reso al cliente che ne comporta la progressiva fidelizzazione; alla proposta di prodotti tecnici bene indirizzati alle colture. Quello dei concimi minerali è un settore ad alto rischio di forti oscillazioni dei prezzi sul mercato, mentre chi lavora materie prime organiche “pulite” ha più facilità di controllarne i costi e quindi anche i prezzi di vendita». Queste linee guida stanno dando ragione in Italia ma anche sui mercati esteri, dove l’azienda ha saputo trasmettere un messaggio di concimazione organica e organominerale innovativa e dinamica, incontrando il favore di numerose realtà produttive che hanno trovato in FOMET spa un partner flessibile e attento a soddisfare le specificità di ogni mercato. Il futuro dei prodotti di FOMET spa passa anche attraverso lo studio di nuove formulazioni che possano esplicare azioni di repellenza o contenimento nei confronti della “stanchezza del terreno”, di insetti e parassiti. FOMET spa da tempo amplia il proprio orizzonte senza però dimenticare il suo core-business: riuscire a stabilizzare la sostanza organica a base di letami, processo “semplice” a parole ma difficile nella realtà. Le altre novità le illustra il Responsabile Ambiente e Qualità, l’Ing. Evelin Pranovi: «Abbiamo ampliato ed ammodernato l’Unità di Laboratorio interna la cui funzione è predisporre analisi in continuo per il controllo qualità delle materie prime in entrata, dei semilavorati e dei prodotti finiti”. Inoltre sono stati avviati progetti di collaborazione con alcune Università ed Enti privati di ricerca agronomica per approfondire lo studio dell’azione dei concimi organici sul sistema suolo-pianta. Siamo certificati ISO 14001 per tenere sotto controllo l’impatto ambientale delle nostre attività e ISO 50001 per il monitoraggio e miglioramento dell’efficienza energetica dei nostri processi produttivi». FOMET spa, sin dalla sua fondazione, è stata sensibile alle esigenze tecniche della fertilizzazione in Agricoltura Biologica. Il processo produttivo e le caratteristiche delle matrici organiche utilizzate sono sempre risultati compatibili con i regolamenti e le disposizioni del BIO. È stato pertanto naturale che la Società diventasse uno dei primari attori in termini di proposte per la nutrizione di colture frutticole e orticole (in serra e pieno campo), vivaistiche del verde e della floricoltura, di settori altamente specializzati come i piccoli frutti. Per informazioni: Via Larga, 25 - 37050 San Pietro di Morubio (VR) Italia Tel. (+39) 045 6969004 Fax (+39) 045 6969012 www.fomet.it [email protected] sommario 4 Attualità 29 Ristorazione collettiva sostenibile: alimenti biologici e criteri ambientali minimi di Luca Colombo, Cristina Micheloni e Anna Ciaperoni di Manuela Benzoni e Paola Trionfi 6 8 Bio è giovane 30 Tre storie unite per dedicarsi alla terra Vocabolario: le parole chiave delle AIAB regionali di Brigida Stanziola a cura della redazione Mercato Bio 31 Con la vendita diretta rapporti più equi nella filiera alimentare di Alba Pietromarchi 10 33 a cura di Anna Ciaperoni Il medico e il contadino di Giacomo Toffol Mind the Cap: il biologico per un futuro sostenibile di Laura Lincesso 14 La valutazione non monetaristica della biodiversità di Tiziano Gomiero, Tommaso Zanetti, Maurizio G. Paoletti dal campo alla tavola, salute e gusto 140-141 luglio/ottobre 2013 25 anni di AIAB: l’orizzonte del Bio. E guardiamo oltre… 16 Ristorazione collettiva sostenibile: alimenti bio e criteri ambientali minimi di Corinna Carbone 37 BioScaffale a cura di Sabina Galandrini e Giuliana Sesto 38 Brevi dalle AIAB Regionali 39 Sapere per fare La difesa del vigneto biologico: l’unione fa la forza! 17 Primo piano Gestione del suolo e concimazione nella melicultura bio Bioagricultura Anno XXII n. 140-141 Editore AIAB c/o CAE L.go Dino Frisullo snc 00153 Roma Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale D. L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1DCB-Roma Tassa riscossa Prezzo di copertina € 5,00 Ana Mendieta. She got Love a cura di Giuliana Sesto La difesa del vigneto biologico: l’unione fa la forza! Con la vendita diretta rapporti più equi nella filiera alimentare 36 ArteBio XIV° BioDomenica per una PAC sostenibile di Laura Lincesso Tecnico in Agricoltura Biologica: una necessaria figura professionale Speciale 25 anni di AIAB edizioni AIAB Giubiliamo 18 20 dal campo alla tavola, salute e gusto 140-141 luglio/ottobre 2013 25 Stampata su carta ecologica Sappi-Tauro PEFC - FSC di Cristina Grandi di Markus Kelder er e Ewald Lardshn Eider I presidenti raccontano… 45 Dopo 25 anni uno sguardo al futuro Effetti della somministrazione di Rhodiola Rosea L. sul comportamento di bovini di razza Chianina di Alessandro Triantafyllidis di Susanna Lolli et al. BioDomenica, Primavera Bio e GODO: come promuovere il buon cibo biologico dell’agricoltura 47 Vademecum dell’impresa agricola Lavorare con la bellezza della natura a cura di Lorenzo Vinci Le azioni di promozione ed i servizi ai soci di Fabio Ferraldeschi 28 42 Gestione del suolo e concimazione nella melicoltura biologica di Cristina Grandi e Laura Lincesso 27 di S. E. Legler et al. 25 anni di coevoluzione con il bio di Sabina Galandrini 23 Agricoltura Sociale Ricomincio dal Bio La semina e il raccolto, il lvoro dopo la formazione Tecnico in Agricoltura Biologica: una nuova figura professionale Pesticidi e salute dei bambini 13 La voce di AIAB di Sabina Galandrini e Giuliana Sesto di Stefano Frisoli 12 Innovazione: ricerca, FIRAB e Agricoltura Sociale Gli interlocutori di AIAB 48 Aziende Informano La vetrina del Bio di Andrea Ferrante, Luca Colombo e E. Cuoco Bioagricultura Periodico bimestrale edito dall’AIAB Aut. del Trib. di Firenze n. 3920 del 18/01/1990 Sped. in Abb. Post. - 45% - Art. 2 Comma 20/B Legge 662/96 Filiale di Roma Direzione, Redazione Bioagricultura, c/o CAE L.go Dino Frisullo snc, 00153 Roma tel. +39 06 45437485 - fax +39 06 45437469 E-mail [email protected] Abbonamenti, Amministrazione AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica c/o CAE L.go Dino Frisullo snc, 00153 Roma tel. +39. 06. 45437485 - fax +39. 06. 45437469 E-mail [email protected] Siti www.aiab.it - www.cefab.net/Bacheca.htm Direttore responsabile Anna Ciaperoni [email protected] Direttore editoriale Cristina Micheloni [email protected] In redazione Sabina Galandrini, Giuliana Sesto Pubblicità Caterina Santori ([email protected]) inviare la pubblicità in formato .jpg o .pdf in cmyk, 300 dpi, a: [email protected] Hanno collaborato a questo numero Manuela Benzoni, T. Caffi, Corinna Carbone, Anna Ciaperoni, Luca Colombo, E. Cuoco, Fabio Ferraldeschi, Andrea Ferrante, Valentina Ferrante, Stefano Frisoli, Gianluca Furgieri, Sabina Galandrini, Annalisa Gallucci, M. Gatti, Marta Giannoni, Tiziano Gomiero, Cristina Grandi, Markus Kelder er e Ewald Lardshn Eider, S.E. Legler, Laura Lincesso, Susanna Lolli, Cristina Micheloni, Aldo Milea, Luciano Molteni, Livia Ortolani, Maurizio G. Paoletti, Antonio Paparo, Alba Pietromarchi V. Rossi, Giuliana Sesto, Brigida Stanziola, Giacomo Toffol, Alessandro Triantafyllidis, Paola Trionfi, Lorenzo Vinci, Michele Zannotti, Tommaso Zanetti. Foto Archivio AIAB, Giulia Colucci, Azienda Agricola Corbari, Tiziano Gomiero, ISMEA, ISPRA, S.E. Legler, Susanna Lolli, M.P. Diago Santamaria, G. Strauss, www.castellodirivoli.org, Michele Zannotti. Progetto grafico Studio Ruggieri Poggi www.ruggieripoggi.it Stampa Tipolitografia Spedim www.spedim.it Abbonamenti Italia: 6 numeri + gli speciali: € 25,00 Ogni numero: € 5,00 Arretrati fino a esaurimento: € 5,00 + € 1,64 spese spedizione Per abbonarsi versare l’importo sul Conto Banco Posta n. 16448334 (in caso di bonifico: ABI 7601 - CAB 03200) intestato a: AIAB, c/o CAE L.go Dino Frisullo snc, 00153 Roma Indicando nella causale: “Bioagricultura” e l’anno di abbonamento. Numeri mancanti per disservizi postali vengono inviati gratuitamente sino ad esaurimento. Tutti i testi sono soggetti a copyright: la loro pubblicazione e diffusione non puó avvenire senza specifica autorizzazione. Manoscritti e illustrazioni inviate non saranno restituiti. Questo numero è stato chiuso in redazione il 1 luglio 2013 attualità Ristorazione collettiva sostenibile: alimenti biologici e criteri ambientali minimi La ristorazione collettiva per il ruolo e le potenzialità che le sono riconosciuti, sia dal punto di vista nutrizionale/educativo che di sensibilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali, rientra a buon diritto tra quelle categorie merceologiche individuate dal Piano d’Azione Nazionale che ha definito per ciascuna di esse un set di criteri ambientali “minimi” da rispettare. Il Piano ha l’obiettivo di massimizzare la diffusione del Green Public Procurement, “Acquisti Verdi presso Pubbliche Amministrazioni” in modo da farne sviluppare in pieno la portata in termini di miglioramento ambientale, economico ed industriale di Manuela Benzoni e Paola Trionfi Negli ultimi decenni numerose emergenze alimentari hanno fatto crescere l’attenzione nei confronti della qualità e della sicurezza alimentare al punto che l’Unione Europea ha inserito la ristorazione collettiva all’interno del “Libro Verde sulla politica integrata dei prodotti”. Tale riforma promuove la somministrazione di cibi sani e di buona qualità che si traduce anche nel maggiore utilizzo di prodotti d’origine controllati, certificati e, dove possibile, biologici. Questa necessità è maggiore se la ristorazione collettiva è gestita da enti pubblici, fortemente incoraggiati dalla Comunità Europea ad acquistare prodotti e servizi “verdi”, a minore impatto ambientale con riferimento al GPP (Green Public Procurement, “Acquisti Pubblici Verdi”). È importante evidenziare che il Green Public Procurement è considerato dalle politiche europee stimolo per l’innovazione tecnologica e la competitività del sistema produttivo. Anche In Italia, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, accogliendo l’indicazione contenuta nella Comunicazione della Commissione europea “Politica integrata dei prodotti, sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale” (2003/302 CE), ha elaborato il “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione in Italia”. Il Piano ha l’obiettivo di massimizzare la diffusione del GPP presso gli enti pubblici in modo da farne sviluppare in pieno le potenzialità in termini di miglioramento ambientale, economico ed industriale. Il Piano d’Azione Nazionale individua delle categorie merceologiche e per ciascuna sono definiti un set di criteri ambientali “minimi” da rispettare. La ristorazione collettiva, intesa come servizio mensa e fornitura alimenti rientra a buon diritto fra queste categorie. Attraverso gare d’appalto, la Pubblica Amministrazione può promuovere e far applicare i CAM (Criteri Ambientali Minimi) insesrendoli nel capitolato delle gare d’appalto per il sevizio di gestione della ristorazione collettiva al quale le ditte, vincitrici dell’appalto devono rispondere alle ditte fornitrici del servizio numero 140-141 luglio/ottobre 2013 4 di ristorazione, che devono rispondere alle richieste del capitolato. In Gazzetta Ufficiale n. 220 del 21 settembre 2011 sono stati pubblicati, con DM del 25/07/2011, i Criteri Minimi Ambientali (CAM) relativi al “Servizio di ristorazione collettiva” e per la fornitura di “derrate alimentari”, che definiscono le seguenti fasi: a) produzione e distribuzione degli alimenti e delle bevande b) preparazione dei pasti c) confezionamento dei pasti d) somministrazione dei pasti e) gestione dei rifiuti da preparazione dei pasti e post consumo f) gestione dei locali, compreso servizi di pulizia, abbattimento dei rumori, approvvigionamento energetico. I criteri si suddividono in ambientali “di base o minimi” e “premianti”. Un appalto è “verde” se integra tutti i criteri “di base”. Le stazioni appaltanti sono comunque invitate ad utilizzare anche quelli “premianti” quando si aggiudica la gara d’appalto all’offerta economica- mente più vantaggiosa. Tale sistema consente di qualificare ulteriormente l’offerta attribuendo un punteggio tecnico a prestazioni ambientali e, ove possibile, sociali più elevate, tipiche di prodotti meno diffusi e talvolta più costosi, senza compromettere l’esito della gara. La situazione di alcune realtà del territorio veneziano, che gestiscono o appaltano a ditte terze il servizio di ristorazione, è stato analizzato nel corso di uno studio, finalizzato alla redazione di una tesi di specializzazione, volto a verificare se gli enti preposti abbiano messo in essere almeno in parte alcune delle potenzialità che il GPP offre per la salvaguardia del benessere sociale e ambientale. La scelta delle aziende è stata effettuata in modo da osservare realtà differenti in cui opera la ristorazione collettiva: mensa scolastica, mensa universitaria, mensa ospedaliera, mensa di una casa di riposo, mensa di due società municipalizzate. L’analisi dei capitolati d’appalto è stata eseguita utilizzando una tabella che considerava sia i criteri ambientali minimi che quelli premianti, attribuendo a ciascuno un punteggio diversificato. I capitolati sono stati analizzati considerando l’aspetto nutrizionale/qualitativo delle materie prime richieste (prodotti biologici, locali, di stagione ecc.) e valutando l’aspetto ambientale (raccolta differenziata, utilizzo di detersivi biodegradabili, utilizzo di bicchieri e stoviglie riutilizzabili ecc.) delle differenti fasi produttive. Il capitolato proposto da AMES (Azienda Multiservizi Economici e Sociali) per la gestione delle mense scolastiche rappresenta il fiore all’occhiello del Comune di Venezia seguito dal capitolato proposto dall’ESU (Azienda per i Diritti allo Studio Universitario). Nel rispetto delle leggi nazionali e regionali e delle tipologie di sog- getti cui è rivolto il servizio di ristorazione, in entrambi i capitolati è richiesto in maniera specifica l’origine biologica, la produzione locale e stagionale per la maggior parte degli alimenti. Non mancano riferimenti all’aspetto ambientale come l’incentivo alla raccolta differenziata. Non si può dire altrettanto dei capitolati degli ospedali e delle case di riposo. Infatti, a parte accenni al fatto che “i prodotti devono essere preferibilmente freschi e di qualità” e “devono essere utilizzati menù con prodotti stagionali”, non è riportato alcun criterio inerente la tipologia di produzione, ma vi è solo una richiesta di preferenza per i prodotti locali. Per quanto riguarda, infine, le due società municipalizzate, ACTV (azienda che si occupa di trasporti pubblici) e Veritas (azienda predisposta a servizi idrici integrati e di igiene urbana), nel capitolato della prima non viene riservato alcun punteggio per la qualità dei prodotti, mentre viene attribuito un solo punto in più all’utilizzo di prodotti a “km 0”; nella seconda, non esiste un capitolato d’appalto in quanto la gestione della mensa è affidata ad un’unica azienda direttamente tramite convenzione. Date le potenzialità della ristorazione collettiva dal punto di vista nutrizionale, educativo e di sensibilizzazione nei confronti delle tematiche ambientali e alla luce di quanto evidenziato, appare chiara l’opportunità che la gestione dei servizi di ristorazione e la programmazione dei consumi siano collegati allo sviluppo del territorio e all’economia locale. In ultimo è auspicabile che gli enti pubblici si impegnino in modo più deciso e siano in prima linea per un miglioramento del servizio di ristorazione ai fini della tutela del consumatore, dell’ambiente e dell’economia locale. 5 I numeri: (Dati FIPE 2010) 2,5 miliardi i pasti erogati ogni anno in mensa: scuola, ospedali, caserme militari, senza contare i ticket ristorante e le mense aziendali; 13.000 le imprese che lavorano nella ristorazione collettiva; valore del mercato nel 2008: 6,3 miliardi di euro di cui 2,7 in gestione diretta e 3,6 in appalto. attualità bio è giovane Tre storie unite per dedicarsi alla terra Appena fuori dal caos milanese, c’è una realtà aziendale che si sta silenziosamente rinnovando: è la Società Agricola Corbari di Luigi, Silvio e Daniele. Sono trentenni e da pochi mesi gestiscono cinque ettari di terreni coltivati con metodo biologico. A volerli alla guida della struttura, è stato Antonio Corbari, proprietario dell’azienda dal 1978 che oggi si occupa del vivaio e sostiene, quotidianamente, i tre ragazzi senza fargli mancare preziosi consigli di Brigida Stanziola Aiab Umbria L’azienda agricola Corbari ha una lunga storia alle spalle che inizia nel 1978, quando Antonio si trasferisce nel milanese, a Cernusco sul Naviglio e, insieme ai fratelli, acquista dei terreni per avviare un’attività imprenditoriale caratterizzata da una netta impronta “biologica”, che le viene riconosciuta, ufficialmente, soltanto nel 1987. Trent’anni di lavoro che, alla fine del 2012, chiedono nuova vita, generando così in Antonio Corbari l’idea di “passare il testimone” a tre giovani trentenni che hanno un forte desiderio di cambiamento. Tre vite che non si erano mai incrociate prima, tre storie unite dalla voglia di dedicarsi alla cura della terra e della propria esistenza. Tre ragazzi che hanno fatto della loro nuova attività un piccolo tassello della società in cui vorrebbero crescere. Luigi, Silvio e Daniele vengono da esperienze differenti che, con coraggio, hanno voluto rimettere in discussione, costituendo la Società Agricola Corbari: Luigi ha trentadue anni, aveva un’azienda biologica in provincia di Bergamo. Pionieri del metodo bio, i suoi familiari erano stati tra i primi ad ottenere la certificazione per la loro attività: anni di lavoro che gli hanno permesso di maturare le competenze che ora reinveste in questo nuovo impegno. Anche Silvio, trentun’anni, ha maturato esperienza nell’agricoltura biologica in Irlanda, ma ha deciso di tornare in Italia cogliendo al volo questa nuova opportunità. Daniele, invece, ha conosciuto Corbari Bio dopo aver perso il lavoro in libreria: si è rimesso in gioco in un ambito lavorativo completamente nuovo per lui, anche se era già sensibile ai temi del bio in quanto attivo nel mondo numero 140-141 luglio/ottobre 2013 6 dei GAS e del consumo critico. Il merito di Antonio è stato quello di assemblare competenze e personalità differenti, facendone un organico adeguato a recepire i suoi insegnamenti e ad ereditare la storia della sua attività. A 65 anni, con un passato di partecipazione assoluta allo sviluppo del bio regionale (dal 2000 al 2005 è stato anche presidente di AIAB Lombardia), di totale coinvolgimento nella gestione della sua azienda e stanco delle tante incombenze amministrative, oggi affianca i “suoi” ragazzi concentrandosi sulla parte vivaistica. Questo lavoro è prevalentemente indirizzato alle aziende biologiche del territorio lombardo: la produzione di piantine bio risponde ad almeno 30/40 aziende che si appoggiano in modo costante a Corbari, rapportandosi con l’azienda anche per la programmazione e, successivamente, la vendita dei prodotti. Molte di più sono, poi, le aziende, anche piccole, che attingono in modo sporadico al vivaio. I terreni dell’azienda agricola si trovano in una delle ormai rarissime zone rurali dell’hinterland milanese: cinque ettari di territorio coltivati a frutta e verdure. Si tratta di una realtà medio-piccola dedita alla produzione di ortaggi e piantine da orto. La frutta e la verdura sono indirizzate quasi esclusivamente alla vendita al dettaglio, mentre le piante da orto sono dirette prevalentemente ad aziende biologiche. L’azienda agraria rifornisce circa venticinque Gruppi di Acquisto e quasi altrettanti negozi, alimentari e ristoranti. Da parte loro la richiesta di nuove produzioni è costante: negli ultimi anni, ad esempio c’è stato il “boom” delle erbe spontanee che, sicuramente, in futuro verranno coltivate anche presso l’azienda agricola Corbari. Le famiglie che acquistano settimanalmente tramite i GAS sono circa quattrocento e sono distribuite tra il centro città e la zona nord come Monza e la Bassa Brianza. Una fetta della produzione – negli ultimi anni, soltanto basilico, zucchine e cetrioli – viene venduta anche all’ingrosso del biologico. I clienti ricevono ogni settimana il listino aggiornato con i prodotti disponibili, poi le consegne vengono fatte a domicilio oppure direttamente in azienda. La collaborazione tra realtà simili è fondamentale in un panorama destinato ad ampliarsi; la capillarità è uno degli obiettivi di miglioramento che la “nuova” Corbari Bio vuole perseguire: «Forse parlare di programmazione delle colture è ancora complicato – spiega Daniele – ma riuscire a creare una rete di piccole aziende, in grado di renderci indipen- denti dai grossisti, nel momento in cui si vuole diversificare la gamma di prodotti offerti, diventa una priorità soprattutto per la promozione della filiera corta: saremmo anche più competitivi visto che sui prezzi non graverebbero quelli del trasporto». Chiediamo a Daniele quali sono le sue prime impressioni in merito a questa nuova esperienza, fatta di lavoro nei campi e di rapporti con la gente: «Il fatto di aver ereditato un’attività già avviata ci ha dato il privilegio di poterci fare forza in un mercato già consolidato. Al tempo stesso, però, ha significato entrare in meccanismi – di produzione e di mercato – già ottimamente rodati e, quindi, difficilmente perfezionabili. Abbiamo notato, però, che la maggior parte dei clienti e delle società con cui lavoriamo, considerano molto positivamente il subentro nell’attività di una compagine così giovane, forse anche perché già esperta nel settore e, comunque, ancora fortemente tutelata dalla presenza di Antonio come prezioso consigliere. L’aspetto più positivo della nostra avventura è forse quello di proporsi anche agli occhi dei clienti come immagine simbolica di una parte dell’Italia giovane, sicuramente più fortunata di altre, capace però di accompagnare l’opportunità che gli si è data con una forte e seria vocazione alla professione, all’attenzione delle tradizioni, al rispetto e alla solidarietà in ambito lavorativo. Milano sta conoscendo negli ultimi anni un fortissimo interessamento per il mondo del biologico in generale, e per quello dell’alimentazione biologica in particolare. È la città delle mode e, in questo momento, una delle più diffuse è quella che richiama, all’interno di un contesto urbano sempre più soffocante, uno stile di 7 vita più sobrio ed eco-sostenibile. Dentro a questo filone, l’ambito alimentare gioca un ruolo di primissimo piano, spinto anche dai primi messaggi che ricalcano i temi centrali di Expo 2015 sul diritto all’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti». Anche Daniele, Silvio e Luigi nel loro piccolo stanno contribuendo alla diffusione di questi importanti messaggi in maniera seria e sempre con una bussola orientata verso un obiettivo preciso, economicamente sostenibile e professionalmente raggiungibile. Da Antonio hanno ereditato la vocazione ad una certa etica di lavoro, diventando loro stessi custodi di un’attenzione all’ambiente, ai prodotti e alle relazioni con chi produce e chi consuma, che fa del loro lavoro un valido esempio vita eco-sostenibile. Al di là di qualsiasi moda. attualità mercato bio Con la vendita diretta rapporti più equi nella filiera alimentare Se i dati Ismea Gfk-Eurisko indicano, anche per il 1° trimestre 2013, un calo della spesa del 2,3% su base annua sugli acquisti domestici dei prodotti alimentari, non è così per le vendite di prodotti bio che, invece, da diversi anni, crescono. Ciò significa che la crisi può essere anche un’occasione di cambiamento e chi è in grado di cogliere tale opportunità, non potrà che beneficiarne. Il bio sembra recepire questa nuova tendenza, anche con un sistema di distribuzione che vede in essere rapporti più equi nella filiera alimentare per una nuova relazione fra produttori e acquirenti di Alba Pietromarchi analista FIRAB Il mercato nei primi mesi del 2013 Nei primi quattro mesi del 2013 i prezzi alla produzione (il valore spettante agli agricoltori), sulla base dei dati Ismea, sono aumentati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte soprattutto di incrementi registrati per prodotti orto- frutticoli e oli di oliva (figura 1). Per quanto riguarda gli ortaggi, le prolungate piogge e l’abbassamento delle temperature hanno ritardato trapianti e semine; di conseguenza, le scarse produzioni e un buon andamento della domanda, soprattutto estera, hanno prodotto un aumento dei prezzi all’origine. Una dinamicità delle contrattazioni che ha beneficiato di un crescente interesse da parte del mercato, nel caso di cipolle e carote, o di una scarsa disponibilità di prodotto, per i pomodori. Unica eccezione, i carciofi quotati sulla piazza di Caltanissetta: in questo caso gli agricoltori bio hanno dovuto tener conto dell’aumento dell’offerta dei carciofi Figura 1 - I maggiori aumenti dei prezzi Figura 2 - Tendenze dei prezzi all’origine Figura 3 - Prezzi al consumo di pasta bio medi alla produzione per prodotti bio e convenzionali di varie marche e tipologie (var.% apr. 2013/apr. 2012, dati Ismea) (var.% apr. 2013/apr. 2012, dati Ismea) (€/conf. da 500 gr., da feb. ad apr. 2013, dati Ismea) Pomodori ciliegini bio 48,4 Finocchi bio 42,9 Cipolle bio 39,3 Carote bio 33,7 Olio d’oliva bio 27,6 Kiwi bio Limoni bio Fonte: ISMEA 23,7 12,4 Var. % prezzi all’origine biologici convenzionali Kiwi Arance Limoni Carote Cipolle Finocchi Patate Pomodori ciliegini Frumento duro Frumento tenero Uova Olio d’oliva* 23,7 24,6 12,4 33,7 39,3 42,9 8,2 48,4 9,1 21,9 10,7 27,6 21,8 18,8 14,1 60,7 70,1 49,6 41,6 36,8 4,6 11,4 -6,4 35,8 *prodotto sfuso, media per il biologico delle piazze di Toscana, Umbria, Sabina, Foggia, Andria, Brindisi, Taranto, Bisceglie, Militello; per il prodotto convenzionale, media nazionale. numero 140-141 luglio/ottobre 2013 8 Prezzo €/conf. 500 gr. 3,50 febbraio 2013 marzo 2013 aprile 2013 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 Marca leader Kamut Marca leader Marca follower 1 Marca follower 2 Fonte: Elaborazione Firab su dati ISMEA Marca follower 3 e del fatto che la loro produzione è sostanzialmente indirizzata all’industria di trasformazione, riducendo il prezzo all’origine. Per la frutta, il rialzo dei prezzi dei kiwi è dipeso da un calo delle quantità prodotte e da un discreto andamento della domanda sia interna (Grande Distribuzione GDO, mense e dettaglio specializzato) sia estera, principalmente dai mercati tedeschi, austriaci e scandinavi. Per gli agricoltori bio è un segnale positivo la buona dinamica dei prezzi all’origine, a fronte di un costante inasprimento dei costi degli input produttivi e di una produzione compromessa per le avverse condizioni atmosferiche dei mesi primaverili. Emerge nel confronto tra l’andamento dei prezzi all’origine di prodotti “bio” e quelli “non bio”, riportati in www.ismeaservizi.it che, ad aprile 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quelli biologici sembrano essere cresciuti di meno rispetto a quelli dei prodotti alimentari convenzionali, per gli orticoli e per gli oli di oliva; diversamente è accaduto l’opposto per frutta, uova, frumento duro e tenero (figura 2). Anche nella fase al consumo, per i principali prodotti venduti presso le più grandi catene della GDO si rileva una crescita dei prezzi rispetto allo scorso anno, ma a livelli più contenuti rispetto a ciò che si è registrato all’origine. Ad esempio, una bottiglia da 0,75 litri di olio extravergine d’oliva bio, sui banchi della GDO, è stata quotata a 8,02 euro nel mese di aprile 2013, con un lieve rialzo dell’1,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Per prodotti di base come pasta, si è Figura 4 - Alcuni aumenti/flessioni dei prezzi in vendita diretta (var.% apr. 2013/apr. 2012, dati Ismea) Prezzi medi mensili euro/kg Var. % apr’13/apr’12 Pomodori bio Sicilia 2,50 Kiwi bio Emilia Romagna 1,95 Limoni bio Campania 1,20 Riso bianco Volano (Arborio) bio Lombardia 3,33 Pecorino Romano Dop Lazio 10,00 Braciole di maiale bio Lombardia 11,87 Uova bio Lombardia, cadauno 0,29 56,3 62,5 26,3 29,6 -25,9 43,5 -9,4 osservato che il prezzo più alto appartiene, come era da attendersi, ad una marca leader, ovvero con la quota di mercato più elevata (figura 3); si registra, inoltre, per le altre marche, un allineamento dei prezzi verso il basso, dovuto alle politiche commerciali della GDO. In ogni caso, nei tre mesi del 2013, si registrano dei lievi aumenti per il prezzo della pasta bio di vari formati. Siamo un popolo del Mediterraneo e la nostra dieta è conosciuta nel mondo anche per la ricchezza di prodotti ortofrutticoli nei nostri piatti: la crescente diffusione della vendita diretta aziendale, dei mercatini bio, dei gruppi d’acquisto sono espressione dei bisogni di consumatori più consapevoli, che amano mangiare in modo genuino, sano e naturale, scegliendo prodotti biologici ad un prezzo onesto. Prodotti di qualità e freschi, ottenuti nel rispetto sia dell’ambiente sia delle persone con cui entrare in relazione diretta; ad oggi, sembra essere la strada da percorrere nella direzione del prezzo più equo, soprattutto per la mancanza di intermediazione che garantisce un miglior rapporto qualità/prezzo. Inoltre, la vendita diretta consiste in un maggiore scambio di informazioni tra agricoltore e consumatore: ciò ha significato, ad esempio, che, laddove il maltempo ha influito negativamente sui raccolti o si è subito un aumento dei costi produttivi, fattori che hanno spinto ad un rialzo i prezzi all’origine, l’agricoltore ha potuto far lievitare il prezzo di vendita diretta, proprio a fronte di un coinvolgimento del consumatore e di un rapporto fiduciario con questi (figura 4). Il prezzo giusto Sicuramente molti italiani si sono avvicinati al biologico per stare meglio, molti altri perché attenti alle produzioni sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che sociale, molti per il valore del fattore relazionale e consapevole del consumo. Secondo i dati dell’Osservatorio Sana, il 53,2% delle famiglie ha comprato almeno un prodotto bio nei mesi dello scorso anno, il 64% nei nuclei con figli sotto i 12 anni, il 71% li sceglie perché li considera più sicuri, mentre il 64,9% più buoni; molti altri consumatori riconoscono nel bio un metodo di agricoltura sana ed ecologica. Ma cosa acquistano gli italiani? Soprattutto frutta e verdura, latte, biscotti, pasta. Quasi la metà delle vendite avviene attraverso la grande distribuzione, cresciuta anche nel 2012, secondo i dati Ismea, soprattutto nei discount, dove il bio low cost è aumentato del 25,5%, ma stanno prendendo sempre più piede i canali di vendita alternativi, denotando come le scelte dei consumatori, in un periodo di crisi, siano sempre più indirizzate verso canali di acquisto che presentano un più equo processo di determinazione dei prezzi dei prodotti che vengono acquistati. È infatti il fattore prezzo ancora il limite all’espansione dei prodotti biologici. Ma è necessario anche che i cittadini-consumatori siano informati in modo trasparente in merito al processo di formazione dei prezzi dei prodotti agricoli, perché il consumo consapevole comprende anche questo aspetto oltre a quello importantissimo della conoscenza delle qualità e dell’origine degli alimenti. Questo è stato lo spirito con il quale – in ogni numero di BioAgricoltura – tentiamo di dare un valore reale a ciò che mangiamo, per accelerare il cambiamento culturale in atto rispetto al nostro rapporto con l’alimentazione. Il prezzo è giusto se è frutto di un processo di produzione che, riducendo l’impatto ambientale e rispettando le norme sui diritti dei lavoratori (aspetto di non poco conto, considerata la notevole presenza di lavoratori extra-comunitari in agricoltura), garantisca un reddito equo per l’agricoltore. Il prezzo giusto ed equo è quello ottenuto da un processo di produzione nel quale i costi ed i ricavi sono equamente ripartiti tra tutti i soggetti della filiera e nel quale si rispettano tutte le norme vigenti in materia di tutela ambientale, del lavoro e non gravi sulla collettività il costo implicito a modelli di produzione non più sostenibili. 9 attualità Tecnico in Agricoltura Biologica: una nuova figura professionale Il corso post diploma di Tecnico in Agricoltura Biologica rappresenta un deciso passo in avanti nell’offerta formativa nel mondo del biologico, partendo dall’idea di azienda agricola biologica come realtà “aperta”, profondamente connessa con l’ambiente e con il territorio di riferimento. Una nuova figura professionale che si affaccia al mondo del lavoro, forte di una preparazione altamente qualificata di Stefano Frisoli Aiab Lombardia Lo scorso giugno, con la prova scritta e con il colloquio con il Presidente di Commissione si è concluso il primo corso post diploma di Tecnico in Agricoltura Biologica (TAB) organizzato da AIAB Lombardia e da Fondazione Minoprio. Alice, Giacomo, Milos, Michele, Marco, Cristiano, Nicola, Simone, Mauro e Daniele hanno così terminato un percorso impegnativo strutturato su seicento ore di lezione. Il corso di Tecnico in Agricoltura Biologica rappresenta un deciso passo in avanti nell’offerta formativa nel mondo del biologico. Con questo corso si è aperta, di fatto, una nuova figura professionale certificata nella Regione Lombardia in un panorama di una complessiva assenza di formazione specifica. Progettare ed organizzare un corso di questo livello ha rappresentato una sfida importante per gli enti che hanno scommesso su questo percorso. AIAB Lombardia – il knowhow, per la selezione dei docenti, per il legame fortissimo con le realtà produttive e con il mondo del biologico – e Fon- dazione Minoprio – come ente di formazione accreditato e per la professionalità nel settore formativo che la pone come struttura di punta nel sistema scolastico lombardo per i corsi professionali - hanno costruito un’alleanza importante e strategica. Il corso è stato strutturato su quattro moduli: fornire consulenza tecnica sul processo produttivo biologico, gestione tecnica delle produzioni vegetali in azienda biologica, gestione tecnica delle produzioni animali in azienda biologica, gestione economica-amministrativa e commerciale di un’azienda agricola Bio e la certificazione. Alla conclusione dei moduli i ragazzi hanno iniziato un tirocinio di 240 ore nelle aziende di AIAB Lombardia, inserendosi in realtà produttive e organizzate, per concludere poi con la sessione di esami. La scelta di fondo, che ha caratterizzato tutta la proposta, è stata quella di legare in modo stringente la parte teorica con il mondo delle aziende agricole biologiche, numero 140-141 luglio/ottobre 2013 10 con i tecnici che le accompagnano e con le diverse filiere di commercializzazione dei prodotti. Questa opzione ha rappresentato un plus valore evidente che ha contrassegnato in modo qualitativamente deciso il corso. Poter respirare l’aria delle vere difficoltà del mondo della produzione, presentate direttamente da chi le vive e comprendere quali dinamiche portano un’azienda agricola a decidere quale filiera commerciale sia più opportuna per i propri prodotti, attraverso il confronto diretto con realtà economiche che operano sul mercato, ha consentito di concretizzare le molteplici informazioni delle varie materie. Un corso che ha centrato l’idea di azienda agricola biologica come realtà “aperta”, connessa profondamente con l’ambiente e con il territorio di riferimento. La scelta, quindi, è stata quella di intraprendere un cammino di conoscenza della materia attraverso uno sguardo olistico. Le ore di lezione in classe sono state alternate con visite sul campo nelle aziende agricole biologiche del circuito di AIAB Lombardia. Un ruolo decisivo è stato svolto dai docenti. Tutti sono stati selezionati sulla base delle loro qualità professionali specifiche. Nessuno di loro è un docente di professione, ma provengono tutti dal mondo della produzione. Produttori e tecnici di altissimo livello che, con la loro esperienza “sul campo”, hanno aiutato i corsisti a ragionare in termini di concretezza. Anche le materie del modulo amministrativo sono state presentate in modo tecnico, sempre con l’idea di un collegamento vero con le problematiche relative all’ambito aziendale: dalla gestione dei libri contabili alla difficile tematica del reperimento dei fondi. Il mercato ha avuto un ruolo importante. Sono state sottolineate i diversi approcci al mercato specifico dei prodotti biologici e le nuove forme di vendita dei prodotti: dall’aggregazione delle aziende agricole in piattaforme innovative al rapporto sempre più stretto con la differenziata aggregazione dei GAS o con i nascenti Distretti di Economia Solidale. L’idea di multifunzionalità, con le sue mille espressioni, ha rappresentato un momento importante della proposta formativa. Sono stati presentati i diversi ambiti: dall’agriturismo (nelle sue molte espressioni), alle fattorie didattiche e all’agricoltura sociale. Un’azienda aperta al suo territorio di riferimento perché profondamente inserita nel tessuto socio-ambientale. Dunque, un’agricoltura che si pone in un contesto di agro-ecosistema, ossia attenta alla biodiversità come fattore imprescindibile del processo produttivo e, proprio per questo, in dialogo con la realtà sociale del territorio. E un’azienda espressione della comunità rurale che segna un nuovo modello produttivo che, al contempo, diviene anche modello di coesione sociale e di welfare partecipato. Nel primo modulo, ampio spazio è stato dato alla normativa del biologico. In un processo di conversione aziendale il ruolo del tecnico accompagna l’impresa nel momento più delicato: il passaggio da convenzionale a biologico. Non si tratta solo di conoscere la normativa per poter intraprendere il cammino più consono, ma occorre poter interpretare al meglio la normativa stessa, alla luce delle esigenze specifiche e della nuova configurazione aziendale. La normativa vissuta non solo in termini vincolanti o pensata per impedire di potersi muovere, ma come volano per imprimere una svolta nella direzione dell’eticità della scelta che l’agricoltura biologica presuppone. Cuore del corso, i moduli relativi alla produzione vegetale e zootecnica. Incontrare un modo diverso di fare l’agricoltore e l’allevatore. Capire e “leggere” il contesto in cui si muove l’azienda. Avere il giusto approccio agronomico alle diverse problematiche colturali e fitosanitarie, la scelta varietale, le sementi, le razze, il benessere animale. Tutto ciò veicolato da professionisti che, da anni, sperimentano quotidianamente le soluzioni possibili. La ricchezza complessiva della proposta formativa credo rappresenti, oggi, un modello interessante e sicuramente replicabile. Credo altresì che sulla carenza di formazione specifica a tutti i livelli del mondo del biologico ci si debba interrogare tutti noi. Questo è un primo passo che va nella direzione di colmare questo gap. AIAB Lombardia, coordinandosi con AIAB Federale, ha iniziato un percorso che reputiamo fondamentale per la crescita del settore. In conclusione, ritengo siano doverosi i ringraziamenti. Pensare, progettare, organizzare e seguire un corso del genere 11 ha rappresentato una scommessa che alla fine del percorso possiamo ritenere vinta. Decisivo è stato il ruolo di Daniela Ponzini che ha seguito fin dall’idea iniziale tutto l’iter del corso. Credo doveroso ringraziare anche la Fondazione Minoprio nella persona di Giovanni Rossoni che, da subito, ha creduto nella realizzazione di questo progetto e ha contribuito alla sua riuscita finale. Oggi abbiamo dieci nuovi tecnici in agricoltura biologica che si stanno affacciando al mondo del lavoro carichi di speranze, sperimentando le difficoltà di costruirsi una professionalità, ma forti anche di una preparazione importante. Il nostro sguardo, dunque, si sposta già alla nuova edizione del corso che dovrebbe partire ad ottobre 2013. Sicuri di un accreditamento regionale già consolidato e con l’esperienza preziosa di questo primo anno di lavoro dal quale abbiamo ricevuto anche spunti interessanti per migliorare costantemente l’offerta. Per chi fosse interessato al nuovo corso, il riferimento è il seguente: [email protected]. attualità il medico e il contadino Pesticidi e salute dei bambini I pesticidi si ritrovano in un’alta percentuale delle acque sia superficiali che profonde del nostro territorio. Costituiscono, pertanto, un importante contaminante della nostra alimentazione. Data l’assodata relazione tra l’esposizione a queste sostanze e l’insorgenza di tumori e patologie del sistema nervoso, è quanto mai indispensabile eliminare questa contaminazione, passando definitivamente all’agricoltura biologica di Giacomo Toffol ISDE e Associazione Culturale Pediatri Nel 2010 sono state vendute in Italia 143.907 tonnellate di prodotti fitosanitari. Diverse delle sostanze utilizzate sono nocive per la salute, in modo particolare per i bambini, che sono esposti sia per via inalatoria e transcutanea, sia soprattutto tramite l’assunzione costante di piccole dosi con il cibo e l’acqua. I pesticidi, infatti, persistono molto a lungo nell’ambiente e si diffondono in vario modo nel suolo e nelle acque. Da qui entrano nella catena alimentare, si accumulano nei tessuti e nel sangue e vengono addirittura trasmessi alle generazioni successive durante la gravidanza e l’allattamento. Il recente Rapporto nazionale dei pesticidi nelle acque pubblicato dall’ISPRA riporta i risultati delle analisi effettuate nel biennio 2009-2010 e dimostra il livello di inquinamento delle acque del territorio italiano (Figura 1). I prelievi sono stati effettuati in 3.621 Figura 1 - ISPRA, Rapporto nazionale pesticidi nelle acque, dati 2009-2010, edizione 2013 punti di campionamento con la ricerca di 355 sostanze. Nelle acque superficiali sono stati trovati residui di pesticidi nel 55,1% dei siti, con concentrazioni superiori ai limiti di potabilità delle acque nel 34,4% dei casi. Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati il 28,2% dei punti, nel 12,3% dei casi con concentrazioni superiori ai limiti. Sono state trovate complessivamente 166 sostanze, in prevalenza erbicidi e relativi metaboliti, presenti in genere in miscele. Risalgono agli anni ‘80 le prime segnalazioni sul rischio per la salute umana dei pesticidi e, da allora, gli studi si sono concentrati prevalentemente sugli effetti a carico del sistema nervoso centrale, degli organi endocrini e sul rischio di neoplasie. Le conclusioni a cui una lunga serie di studi sono arrivati fanno ritenere molto probabile che l’esposizione a pesticidi di donne in gravidanza e di bambini numero 140-141 luglio/ottobre 2013 12 possa favorire l’insorgenza dei tumori dell’infanzia e, in particolare, che il periodo prenatale e i primi due o tre anni di vita possano rappresentare la fase di maggiore vulnerabilità. La stessa Accademia Americana di Pediatria, una delle società scientifiche pediatriche più autorevoli al mondo, ha affermato recentemente l’evidenza di un’associazione tra l’esposizione ai pesticidi nei primi anni di vita e l’insorgenza di tumori pediatrici, la diminuzione della funzioni cognitive e i problemi comportamentali dei bambini e come sia fondamentale tenerli, soprattutto i più piccoli, lontani dall’esposizione a queste sostanze. Questi risultati devono farci riflettere: l’unico modo per tutelare la nostra salute, tenendo conto che la fonte di esposizione maggiore è rappresentata dall’ingestione di sostanze alimentari contaminate, sarà il passaggio massivo alla coltivazione biologica. attualità MIND THE CAP: il biologico per un futuro sostenibile Al via la nuova campagna di informazione sulla recente riforma della Politica Agricola Comune europea: un progetto, coordinato da IFOAM EU, che coinvolge dieci Stati membri e che mira anche a sensibilizzare i giovani europei sulla PAC attraverso eventi e conferenze a scopo prevalentemente divulgativo. Coordinate da AIAB, le attività italiane contribuiranno alla divulgazione sulle nuove prospettive della Politica Agricola Comune attraverso video-interviste, brochure e poster didattici di Laura Lincesso L’attuale struttura della PAC è costituita da due “pilastri”: il primo intende sostenere direttamente il reddito degli agricoltori attraverso i pagamenti ad ettaro di terreno coltivato, il secondo, chiamato “sviluppo rurale”, ha l’obiettivo di indirizzare le produzioni agricole europee verso la qualità, la sostenibilità e l’innovazione. Nello sviluppo rurale si trovano interessanti misure di finanziamento per favorire l’adozione del metodo di produzione biologica o di interventi per il miglioramento della biodiversità e dell’ambiente agricolo. Un altro punto importante è il sostegno agli agricoltori nelle aree svantaggiate, dove è forte il rischio di abbandono delle campagne. Vista l’avanzata età media degli agricoltori europei (i 2/3 hanno più di 55 anni) si vuole favorire l’insediamento di giovani agricoltori con aiuti consistenti. Al fine di informare agricoltori e cittadini europei sulla nuova riforma, la Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea ha finanziato il progetto “MIND THE CAP – Il biologico per un futuro sostenibile”. Il progetto, coordinato da IFOAM EU, coinvolge dieci Stati membri e mira ad informare sulla PAC, evidenziando come questa possa diventare un’opportunità in momenti di crisi economica. MIND THE CAP prevede diversi strumenti, tra cui ORCAP e PICAP. Il primo è uno strumento web che fornirà informazioni riguardanti la PAC e l’agricoltura biologica a livello europeo con articoli di esperti sul tema. Il sito prevede anche un database interattivo con dati statistici aggiornati e relazioni nazionali sull’attuale situazione dell’agricoltura biologica in ventisette Paesi dell’UE. PICAP invece consiste in un concorso fotografico teso a sensibilizzare i giovani europei sull’impatto della PAC nel quotidiano. I ragazzi dovranno fornire una foto che evidenzi il legame tra la PAC e il ruolo degli agricoltori, la qualità, la produzione alimentare sostenibile e lo sviluppo rurale. Ci saranno, poi, eventi “city farm” per permettere ai cittadini e agli agricoltori di entrare in diretto con- 13 tatto e condividere le loro impressioni sulla nuova riforma Quattro importanti conferenze in Irlanda, Lituania, Belgio ed Italia saranno poi l’occasione per discutere delle opportunità dei programmi di sviluppo rurale ecosostenibili nei vari Stati membri. Le attività italiane coordinate da AIAB prevedono, invece, video-interviste agli agricoltori biologici sulla vecchia e nuova riforma agricola europea e altre in cui saranno presenti i contributi dei contadini italiani ed europei, sottotitolati in inglese. E ancora, brochure e poster didattici illustrati per spiegare ai più giovani il ruolo della PAC e l’importanza di sostenere il biologico al suo interno. Durante la XIV° edizione della Biodomenica, in molte piazze italiane saranno presenti stand informativi e workshop interattivi per illustrare la nuova riforma, mentre la conferenza conclusiva, a novembre, servirà per discutere l’impatto della PAC nei Piani di Sviluppo Regionali italiani ed avvicinare i giovani al lavoro in agricoltura biologica. attualità La valutazione non monetaristica della biodiversità Questo articolo riassume i risultati di due incontri (con metodologia focus group) con agricoltori biologici e convenzionali, in cui è stata discussa la percezione della biodiversità in termini non monetaristici. Entrambi i gruppi hanno dimostrato di essere consapevoli delle problematiche agro-ambientali che caratterizzano la biodiversità, correlati all’eccessiva intensificazione dell’agricoltura. Tra gli operatori del biologico è emersa una forte componente etico-filosofica verso la conservazione della biodiversità, ma anche gli operatori del convenzionale, si sono dimostrati interessati a conoscere meglio ed eventualmente ad adottare pratiche agricole a basso impatto ambientale nell’ambito di programmi di supporto alla conversione di Tiziano Gomiero*, Tommaso Zanetti, Maurizio G. Paoletti Laboratorio di Agroecologia ed Etnobiologia. Dipartimento di Biologia, Università di Padova (*) Presente indirizzo: Istituto di Scienza e Tecnologia Ambientale (ICTA), Universitat Autonoma de Barcelona, Bellaterra (Barcellona), Spagna. Le attività agricole giocano un ruolo fondamentale nella conservazione della biodiversità, dal livello delle singole specie agli habitat fino a condizionare la natura del paesaggio stesso. È quindi necessario sviluppare un’agricoltura in grado di produrre beni alimentari e no food, limitando al minimo l’impatto sulle risorse naturali, sull’ambiente e sulla biodiversità. Per far sì che tale percorso sia fruttuoso e fattibile, è fondamentale il coinvolgimento degli attori sociali tra cui, in primis, gli agricoltori. È altresì importante sviluppare strategie di gestione del territorio a scala di paesaggio, con percorsi di informazione Humus Elementi Terra-suolo, acqua, aria, fuoco Biodiversità Movimento Equilibrio VITA Sensibilità, curiosità aumento della percezione umana Gusto Complessità, armonia, serenità, bellezza Valorizzazione Cura e rispetto conservazione dell’ambiente Vita interiore. Sensazione di sentirsi vivi. Sensazioni, emozioni. Biodiversità come inizio e fine. Metodologia Il lavoro si è svolto mediante due focus group (FG) composti da 7-8 partecipanti, uno con agricoltori biologici e uno con agricoltori convenzionali. Agli incontri hanno partecipato alcuni rappresentanti delle aziende incluse nel progetto BIOBIO e altri agricoltori che hanno accettato il nostro invito. 14 Ricchezza, diversità Utilità per la vita e assistenza tecnica per permettere agli agricoltori di operare in maniera più rispettosa dell’ambiente e del territorio. Questo articolo riassume i risultati di due incontri con agricoltori biologici e convenzionali tenutisi presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, tra dicembre 2010 e gennaio 2011, in cui si è discusso della percezione della biodiversità in termini non monetari. Il lavoro rientra nell’ambito del progetto europeo Indicators for biodiversity in organic and low-input farming systems (BIOBIO Grant Agreement No. 227161). Si rimanda a Kelemen et al. Land Use Policy (2103) 35: 318-328, per ulteriori approfondimenti sui risultati di questa attività del progetto. numero 140-141 luglio/ottobre 2013 Vita selvatica animali e piante I FG hanno mirato alla valutazione della percezione della biodiversità nei due gruppi, attraverso la costruzione di una mappa concettuale del termine biodiversità, e mendiate un canovaccio di domande su cui i partecipanti sono stati invitati a discutere. Col consenso dei partecipanti la discussione è stata registrata, ed i contenuti trascritti ed analizzati mediante un software dedicato all’analisi del testo. Risultati I risultati dell’esercizio sulle Mappe Concettuali Nel FG degli agricoltori biologici la biodiversità è stata associata alla vita stessa (le due parole sono state usate come sinonimi), mediante l’idea di un “equilibrio dinamico”. Alcuni partecipanti hanno espresso una percezione della natura molto legata a una dimensione spirituale. Secondo i partecipanti, le azioni mirate alla conservazione della biodiversità sono correlate alla sensibilità e alla curiosità umana. Aumentando queste qualità si può accrescere la per- cezione emotiva e l’auto-consapevolezza dell’uomo stesso, e con questa agire in favore della conservazione della natura. Nel FG degli agricoltori convenzionali la biodiversità è stata messa in relazione alla vita e alla varietà di animali e piante, sia selvatici che domestici. Per i partecipanti, più la vita è andata evolvendosi, più spazio si è reso disponibile per l’inserimento di altre specie, aumentando così al tempo stesso sia il numero di specie che la complessità delle loro interazioni (un concetto piuttosto sofisticato). La biodiversità, inoltre, è stata posta direttamente in relazione con la sua utilità in agricoltura, e con la necessità di preservare l’ambiente e la vita (dell’uomo come delle altre specie). Analisi del discorso sull’interpretazione e percezione della biodiversità I concetti chiave emersi dal lavoro sono stati riassunti nella Tabella 1. In ambo i gruppi i partecipanti hanno convenuto che l’intensificazione dell’agricoltura, in particolare l’uso dell’agrochimica, rappresenta una minaccia per la conservazione della biodiversità. Gli agricoltori biologici sottolineno che le forze di mercato non aiutano gli agricoltori a conservare la biodiversità, e ravvisano una mancanza di consapevolezza del problema da parte dei consumatori e delle istituzioni. Sottolineano inoltre come l’etichetta “agricoltura biologica” non sia direttamente legata alla conservazione della biodiversità. L’impegno del singolo agricoltore è fondamentale. Per gli agricoltori convenzionali l’intensificazione dell’agricoltura, in particolare l’uso dell’agrochimica, rappresenta una minaccia per la conservazione della biodiversità, e concordano che sono necessarie azioni per limitare l’uso di tali prodotti, che loro stessi cercano di limitare al minimo indispensabile, ma che tuttavia ritengono necessari per tutalare la produzione e la loro attivitá economica. Conclusioni Entrambi i gruppi hanno indicato come prioritaria la conservazione della biodiversità e dell’ambiente. Sulle azioni per conservare la biodiversità i suggerimenti dei partecipanti sono stati: 1) bandire Vita ritorno alle origini Ricchezza Utilità per l’uomo e l’agricoltura Varietà, diversità della specie animali e vegetali e degli ambienti. Diversità delle colture Complessità Unicità U Biodiversità Colore verde erde Curiosità Meraviglia, fantasia, purezza, idea di infinito Rispetto per l’ambiente naturale e per la sua integrità, rispetto per gli esseri viventi/altre specie Tab. 1: Sintesi dei punti chiave emersi dall’incontro Questione Biodiversità percepita come… Gruppo Biologico Convenzionale … complessa relazione tra gli organismi viventi e il loro stesso evolvere nell’ambiente in un “equilibrio dinamico”. …la diversità di specie vegetali ed animali (sia selvatiche che domestiche), sia come la diversità degli ambienti/habitat. Scala cui viene meglio Paesaggio, specie di particolare apprezzata la biodiversità interesse-richiamo. Paesaggio, specie di particolare interesse-richiamo. Problematiche generali che e come affettano la biodiversità L’intensificazione dell’agricoltura per pressioni economiche e di mercato. Mancanza di sensibilità e consapevolezza da parte dei consumatori e della politica. L’intensificazione dell’agricoltura, in particolare l’uso dell’agrochimica, rappresenta una minaccia per la conservazione della biodiversità. Livello di consapevolezza sulle problematiche ambientali e sulla biodiversità Molto alto ed elaborato. Biodiversità in relazione alla complessità della natura. Forte componente etico-filosofica. Alto, ma poco elaborato. Presenza di una componente emotiva in relazione alle natura. Azioni concrete da attuare in favore della conservazione della biodiversità Bandire la chimica, preservare gli ambienti e il suolo, aumentare la consapevolezza nella società. Al momento, in questo processo, gli agricoltori devono contare prevalentemente su se stessi. Ridurre l’uso della chimica, limitare i trattamenti al necessario. Preservare gli ambienti naturali. Vi è interessead attivarsi se viene fornito il necessario supporto tecnico e alla gestione del rischio. Relazione degli agricoltori Impegno delle aziende biologiche col contesto sociale non adeguatamente valutato in cui l’azienda opera e premiato dalle istituzioni e dai consumatori. Supporto (tecnico e istituzionale) non adeguato alle necessità per intraprendere una agricoltura a basso impatto. Suggerimenti per future azioni di politica rurale Auspicabile intraprendere politiche di sostegno all’agricoltura per preservare l’ambiente e limitare l’uso della chimica. Auspicabile intraprendere politiche di sostegno all’agricoltura che premino chi adotta metodi di gestione a basso impatto. l’uso dei prodotti agrochimici, puntando alla riduzione anche dei prodotti ammessi in agricoltura biologica; 2) conservare le strutture ecologiche come siepi, boschetti, margini inerbiti; 3) preservare la salute del suolo; 4) sviluppare una maggiore consapevolezza in tal senso nei consumatori e nei cittadini, nelle istituzioni e nella politica. È da sottolineare l’interesse espresso dagli agricoltori convenzionali verso l’adozione di pratiche a basso impatto. In tal senso gli agricoltori lamentano la mancanza di informazioni, la scarsa disponibilità di assistenza tecnica e la mancanza di supporto a programmi di conversione da parte delle politiche rurali. 15 Dato l’importante ruolo svolto dall’agricoltura nella gestione del territorio, sia in maniera diretta (ad es. gestione del suolo, colture), che indiretta (ad es. effetti sulle strutture ecologiche del paesaggio, immissione di sostanze chimiche), è importante coinvolgere in maniera partecipativa gli agricoltori nell’analisi delle problematiche relative alla conservazione del territorio e della biodiversità. È auspicabile, infine, la ridefinizione del ruolo dell’agricoltura e del sistema agroalimentare nella società moderna, per bilanciare le necessità produttive con le altrettanto necessarie azioni di conservazione del suolo, dell’ambiente e della biodiversità. attualità XIV° BioDomenica per una PAC sostenibile Il prossimo 6 ottobre, nelle principali piazze italiane torna la BioDomenica, la giornata organizzata da AIAB, in collaborazione con la Coldiretti e Legambiente per far conoscere il meglio della produzione biologica, legata alle tradizioni del nostro territorio. Giunta alla sua XVI° edizione, come sempre, l’evento non sarà il classico mercatino, ma un luogo d’incontro tra mondo agricolo e consumatori di Laura Lincesso Aiab Federale Giunta alla quattordicesima edizione, la BioDomenica, giornata nazionale organizzata da AIAB, in collaborazione con Coldiretti e Legambiente, si svolgerà il prossimo 6 ottobre nelle piazze italiane per offrire il meglio della produzione biologica, legata alle tradizioni del nostro territorio. Anche quest’anno la giornata non sarà un classico mercatino domenicale, ma un luogo d’incontro tra il mondo agricolo e i consumatori all’insegna del “buon biologico italiano”. Le principali piazze italiane (Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Genova, Bologna, Padova, Perugia, Udine, Bari, Ancona) saranno lo scenario in cui gli agricoltori informeranno i cittadini sulla capacità del biologico di produrre cibo di qualità avendo, allo stesso tempo, cura dell’ambiente e delle sue risorse. Le piazze saranno luogo d’incontro e ospiteranno, dibattiti, mostre, convegni, workshop e degustazioni. Anche in questa edizione saranno presenti le “officine del bio”, momenti d’interazione con i produttori che permetteranno ai partecipanti di lavorare insieme nella lavora- zione e nella trasformazione di alimenti biologici. L’evento offrirà, infatti, ai visitatori la possibilità di comprendere le tecniche produttive e le pratiche a basso impatto utilizzate da questo tipo di agricoltura. La BioDomenica 2013 s’inserisce nell’ambito del progetto di AIAB e IFOAM UE, “MIND THE PAC – Il biologico per un futuro sostenibile”. La campagna, finanziata dalla Direzione generale Agricoltura della Commissione europea, ha l’obiettivo di informare i cittadini sulla Politica Agricola Comune e sul ruolo che ha nel garantire del cibo buono e di qualità grazie al supporto di pratiche agricole ecosostenibili come l’agricoltura biologica. Per questo, nelle piazze protagoniste della manifestazione saranno presenti degli stand con il materiale informativo sulla campagna, come la pubblicazione illustrata e la mostra didattica “Io Mangio Bio - Il biologico per una PAC sostenibile”. La manifestazione, che quest’anno sarà un’occasione per celebrare i venticinque anni di AIAB, vuole dare rilievo al valore sociale, economico e ambientale del numero 140-141 luglio/ottobre 2013 16 biologico che rappresenta un’importante opportunità nell’attuale periodo di crisi. Come da tradizione, alla manifestazione parteciperanno associazioni ambientaliste e di volontariato, produttori, consumatori, aziende agrituristiche, enti parco e quanti hanno contribuito a rendere l’agricoltura biologica, una realtà in crescita capace di attrarre ogni anno nuovi estimatori alla ricerca di scelte eque e di consumi “consapevoli”. Le scorse edizioni hanno visto il biologico protagonista in più di 100 piazze su tutto il territorio nazionale. In migliaia, tra agricoltori, allevatori ed esperti del settore, hanno incontrato i consumatori, raccontando le difficoltà e le soddisfazioni del loro lavoro e promuovendo stili di vita più corretti, partendo dalla tavola. Anche quest’anno AIAB, insieme ad agricoltori e allevatori, porterà ai consumatori il metodo più compatibile con il benessere naturale dell’uomo e del territorio: il biologico. E, se italiano, anche meglio! Per informazioni o per partecipare: www.biodomenica.it o scrivere a [email protected]