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Le sciovie escono dall`Arpiet

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Le sciovie escono dall`Arpiet
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Anno XVII - E1,03
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB/CN
Iscrizione Trib. Cuneo -14/6/1989 n. 426
Edito dal C.S.I. Cuneo - Contiene I.P.
Direttore Responsabile: Fabrizio Pepino
Chiuso in redazione il 31 marzo 2009
Redazione
Autorivari
studio associato
Tel 0171/601962
Fax 0171/436301
[email protected]
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N°
Terremoto in Abruzzo
La solidarietà
delle industrie
della Granda
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Concorso
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Sonia Pellegrino a pag. 6
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Le luci
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del mercato
Servizio a pag. 10
Gilberto Manfrin a pag. 13
sezione turismo. impianti a fune
Beppe Malò a pag. 9
confindustria cuneo
Giunta candida
Le sciovie escono dall’Arpiet La
Nicoletta Miroglio
I gestori sono usciti dall’associazione regionale per protesta contro la Regione
“Il nostro non è un atteggiamento di rottura - spiega
Bruno Vallepiano, rappresentante della sottosezione
Impianti a fune all’interno
della sezione Turismo di
Confindusria Cuneo -, ma
la volontà di riunire tutti
i gestori della provincia di
Cuneo che si sentono discriminati, per fare lobbing e
ottenere quanto ci spetta,
superando una certa frammentarietà che talvolta ci
ha impedito di essere solidali nel difendere le ragioni
comuni. Lo scopo è aumentare il livello di attenzione
nei nostri confronti, considerando che l’industria della
neve nella Granda è quella
che conta il maggior numero
di dipendenti”.
Tutte le stazioni
sciistiche cuneesi
della Granda
si sono riunite
in “Cuneo neve”
per denunciare
la disparità
di trattamento
a favore della
Valle Susa nella
distribuzione
dei finanziamenti
pubblici regionali
Giovedì 14 maggio alle ore
XX, presso il Centro incontri della Provincia in corso
Dante 41 a Cuneo, l’assemblea dei soci di Confindustria
sarà chiamata ad eleggere
- in seduta privata - il suo
nuovo presidente. Lo scorso
21 aprile, la commissione di
designazione costituita dai tre
saggi Roberto Bosio, Attilio
Ferrero e Alberto Rinero,
ha indicato alla Giunta
come candidato alla presidenza Nicoletta Miroglio
(Miroglio), alla vice presidenza Marco Brandani (Maina).
In quell’occasione la Giunta
stessa ha attribuito all’attuale vice presidente reggente
Maurilio Verna la carica di
Past President, con diritto di
presenza in Consiglio diret-
L’assemblea
privata dei soci,
che eleggerà il
nuovo presidente,
è stata convocata
per il 14 maggio
tivo. Proprio la composizione del Consiglio direttivo
in questi giorni è allo studio
della costituenda squadra di
presidenza, che comunque
manterrà, come da Statuto,
la presenza del presidente della Piccola Industria,
Mauro Gola e del presidente del Gruppo Giovani
Imprenditori, Alessandro
Battaglia.
Servizio di Ilario Bruno a pag. 2
Arnaudo
trasporto pubblico
Le autolinee cuneesi L’industria in cerca
tra dubbi e speranze di segnali di ripresa
Dopo la protesta che aveva
portato le aziende di trasporto pubblico della Granda a
scendere in piazza il 2 aprile
scorso, dalla Provincia arrivano i primi segnali positivi sia
sulla prossima pubblicazione
del bando europeo che sul
saldo del debito pregresso.
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biomasse
Energia dall’acqua
Ilaria Blangetti a pag. 3
C’è attesa per
i contenuti del
bando europeo.
Trattativa in
corso sul debito
pregesso 2007
Se l’indagine previsionale della congiuntura del II°
trimestre 2009 conferma il
crollo di produzione, occupazione e ordini, qualche segnale positivo arriva dall’export.
Intanto Confindustria mette
in atto alcune misure per aiutare le aziende in difficoltà.
Servizi alle pag. 4 e 5
Confindustria
costituisce una
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Maggio 2009
GRANDAngolo
finanziamenti regionali. disparità di trattamento
Le sciovie della Granda
abbandonano l’Arpiet
di Ilario Bruno
Si chiamerà per ora “Cuneo
neve” il gruppo nel quale si
riconoscono tutti i gestori
degli impianti a fune della
provincia di Cuneo che
hanno abbandonato l’Arpiet (l’associazione regionale piemontese delle imprese
esercenti il trasporto a fune
in concessione) per confluire nella sezione Turismo di
Confindustria Cuneo.
La decisione è la conseguenza
di un braccio di ferro che
durava da almeno un anno,
tra i gestori stessi e la Regione
Piemonte, in relazione a
finanziamenti pubblici di cui
continua, nonostante le proteste e la recente legge sulla
sicurezza delle piste approvata
in da palazzo Lascaris, a usufruire quasi esclusivamente la
valle Susa, Sestrière in particolare.
“Abbiamo ritenuto inevitabile questo passo nei confronti dell’Arpiet - spiega Bruno
Vallepiano, che rappresenta
la sottosezione Impianti a
fune - perché non ci siamo
sentiti rappresentati nei confronti della Regione. C’è stata
e c’è una disparità di trattamento che non ha ragione
di esistere. Il nostro non è
un atteggiamento di rottura, ma la volontà di riunire
tutti i gestori della provincia di Cuneo che si sentono
discriminati, per fare lobbing
e ottenere quanto ci spetta,
superando una certa frammentarietà che talvolta ci ha
Le società
di impianti
a fune cuneesi
si raggruppano
in “Cuneo neve”
per protesta
contro la politica
della Regione che
favorisce i gestori
della Valle Susa
provazione della legge sulla
sicurezza delle piste, con la
previsione di uno stanziamento di risorse di cui avrebbero
potuto fruire tutte le stazioni
sciistiche, ma Sestrière continua a beneficiare di sostanziosi contributi (2,5 milioni
di euro, che minano i fragili
equilibri di mercato) in virtù
di una convenzione con la
regione Piemonte. “Peraltro
- spiega Pietro Blengini, sindaco di Frabosa Sottana - la
impedito di essere solidali nel
difendere le ragioni comuni”.
I gestori della Granda denunciano infatti, da tempo, l’atteggiamento della Regione
come causa di una concorrenza sleale che si verrebbe
a creare tra le diverse realtà.
Dopo le proteste formali dello
scorso anno, di cui si sono
fatti portavoce, in particolare, i vertici degli impianti
di Artesina e Limone, si era
arrivati, a fine anno, all’ap-
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protesta di alcuni imprenditori del settore, sollevata con
una lettera inviata sia alla
Regione, sia alla Provincia
di Cuneo e ai presidenti di
alcune Comunità Montane
non ha sortito alcun effetto:
nessuno ha risposto, né si è
premurato di fissare un incontro chiarificatore”.
Anche la Lift, società che
gestisce gli impianti di Limone
Piemonte, ritrova le ragioni
per rientrare in Confindustria
ma chiede prove concrete di
interesse verso il settore turistico, vero volano dell’economia locale. Oltre al rientro
di Limone, a Confindustria
Cuneo si sono associati e si
stanno associando le imprese
che fanno capo alle stazioni
più piccole. “Lo scopo - precisa ancora Vallepiano - è
aumentare il livello di attenzione nei nostri confronti,
considerando che l’industria
della neve nella Granda è
quella che conta il maggior
numero di dipendenti.”
Per queste ragioni il nuovo
gruppo ha deciso di incontrare anche i candidati alla
presidenza della Provincia di
Cuneo e i vertici della Camera
di Commercio, per insistere sulla necessità di investire
fortemente sulla voce turismo
che, direttamente e con il
suo indotto, contribuisce in
misura importante a sostenere
il reddito del territorio.
La decisione di costituirsi in associazione è stata
comunicata all’Arpiet, alla
presidente della Giunta
regionale ed all’assessore al
Turismo e all’Anef (l’Associazione Nazionale Esercenti
Funiviari) per richiedere un
rappresentante delle stazioni
cuneesi nel consiglio nazionale.
Le società che gestiscono gli
impianti di risalita che saranno rappresentate dalla sezione turismo di Confindustria
Cuneo sono: Artesina,
Cabinovie di Lurisia, Frabosa
Ski 2000, Impianti sciistici
di Pontechianale, Impianti
sciistici di Sampeyre, Lift,
Mondolè Ski, Prato Nevoso,
Pina Munè Paesana, Robur
Coop., Rucas Ski, Sciovie
del Viver Entracque, Valle
Stura Ski. Ora la nuova associazione intende partecipare
attivamente alla definizione
del regolamento della legge
regionale in materia di sicurezza delle piste, approvata
nel mese di gennaio.
Maggio 2009
primo piano
bando europeo. verso la pubblicazione
di Ilaria Blangetti
Cresce l’attesa
delle aziende di
trasporto cuneesi
per i contenuti
della nuova gara
della Provincia
Le autolinee tra
dubbi e speranze
trasporto
Cento milioni a base d’asta
per sei anni. è questo il
valore del tanto atteso
bando relativo al trasporto pubblico locale che avrà
il compito di garantire il
servizio a 10 milioni di passeggeri ogni anno. Il bando
sarà pubblicato entro la fine
di maggio e riguarderà i trasporti extraurbani di competenza provinciale e quelli
urbani dei Comuni di Alba,
Bra, Fossano, Mondovì
(compresa la funicolare),
Saluzzo e Savigliano.
Dopo il bando europeo
della primavera 2008, andato deserto a causa di importi
insufficienti e requisiti non
attualizzati, le 23 aziende
del Trasporto pubblico locale sperano ora nei contenuti
di questo nuovo bando, di
cui non si conosce ancora il
testo, ma che è stato oggetto di delibera di giunta il
15 aprile scorso. “Le condizioni del precedente bando
- ricorda Michele Marengo,
presidente della sezione
autolinee di Confindustria
Cuneo - erano inaccettabili: il prezzo al chilometro percorso era pari a 1,10
euro, appena 4 centesimi in
più rispetto al prezzo fissato
nel 2007”. La nuova gara si
assesterà, invece, a 1,40 per
i servizi minimi extraurbani di competenza provinciale, mentre sarà di 1,55
euro per i servizi urbani dei
Comuni facenti parte del
bando (eccezioni si registrano per alcuni servizi particolari e per la funicolare di
Mondovì).
Arriva, però, un’allerta sull’adattamento dei valori in
relazione all’inflazione: “Si
prevede una rivalutazione
annua - puntualizza Federica
Galleano, della saluzzese Ati
- con il 50% dell’inflazione
programmata dallo Stato
rispetto ai valori base 2008.
L’inflazione programmata è
già di gran lunga inferiore
a quella reale, se la rivalutazione comprende solo la
metà di quella programmata
rischiamo di avere valori
nuovamente non attualizzati. Speriamo che questo problema venga affrontato”.
Nella delibera di giunta è
comunque inserito un punto
che dovrebbe almeno in
LA PROTESTA. I mezzi delle autolinee della Granda hanno sfilato a Cuneo il 2 aprile
debito pregresso. verso l’accordo
Presto il saldo 2008
Trattativa sul 2007
Sembra essere vicina alla risoluzione della
questione che ha tenuto sul filo del rasoio
i gestori del trasporto pubblico locale per
mesi. Dopo manifestazioni, scioperi annunciati, incontri in Provincia a breve dovrebbe
esserci lo sblocco degli oltre 5 milioni di
euro che le ditte del trasporto pubblico
locale aspettano per le annualità 2007 e
2008, a fronte di un contratto scaduto il 31
dicembre 2006. La situazione aveva iniziato
a distendersi qualche settimana fa quando,
dopo mesi senza risposte, le aziende cuneesi
erano state ricevute in Provincia e avevano
ottenuto l’impegno ufficiale del presidente
Raffaele Costa.
“Siamo finalmente vicinissimi all’accordo
per quanto riguarda il 2008 - spiega Michele
Marengo, presidente della sezione autolinee
di Confindustria Cuneo - mentre stiamo
ancora trattando per il 2007. Presto, comunque, incasseremo il pregresso 2008, dando
respiro alle nostre aziende”.
La situazione, per le 23 aziende del trasporto pubblico locale, era diventata davvero
insostenibile. Momento non facile per le
autolinee che avevano esternato le loro difficoltà, sottolineando l’indebitamento con
le banche e la possibilità che, nel caso che
i soldi non fossero arrivati in breve tempo,
alcuni delle aziende del Tpl non sarebbero
riuscite a pagare gli stipendi ai dipendenti.
“Abbiamo avuto - commenta l’assessore
provinciale Ambrogio Invernizzi - un incontro in Provincia con i rappresentanti del
Trasporto pubblico locale e siamo riusciti
ad accordarci per l’anno 2008. Speriamo di
risolvere presto tutta la vicenda”.
i.b.
parte tranquillizzare i gestori del trasporto pubblico e
che riguarda l’inserimento
di un “meccanismo di rivalutazione automatica su base
annuale del corrispettivo
per vettura al chilometro,
in modo da poter superare la rivalutazione standard
garantita dalla Regione in
caso di forti scostamenti tra il tasso di inflazione
programmato ed il tasso di
inflazione reale”.
Un altro punto contestato
dalle aziende del Trasporto
pubblico locale è la mancata proroga del protocollo
d’intesa sull’acquisizione del
parco mezzi circolante da
parte del soggetto aggiudicatario nel caso sia diverso dagli attuali gestori. “Si
andrà a gara senza aver
nessun accordo - continua
Federica Galleano - con i
gestori dei mezzi”. “Per noi
questa mancanza - precisa
Marengo - può trasformarsi
in un enorme danno, proprio per questo avevamo
chiesto di essere tutelati,
ma dalla delibera di giunta
sembra ormai evidente che
nel bando non si parlerà di
cessione dei bus”.
“Siamo in un regime di
libera concorrenza, - ribatte
Ambrogio Invernizzi, assessore provinciale ai Trasporti
e alla mobilità - e questo
si sarebbe trasformato in
un vincolo all’entrata sul
mercato. Gli attuali gestori
sono tutelati dal fatto che
abbiamo inserito nel bando
ampi criteri di valutazione
qualitativa, pari al 70%”.
I dubbi da parte dei gestori del trasporto pubblico
rimangono perché la proroga del protocollo d’intesa avrebbe obbligato
l’eventuale subentrante ad
acquistare il parco mezzi in
circolazione evitando, così,
l’azzeramento del valore dei
beni strumentali in uso.
Nel corso di una riunione, lo
scorso 23 aprile, le Province
piemontesi e la Regione
hanno deciso, unitamente,
di pubblicare i bandi di gara
per l’affidamento del trasporto pubblico locale su
gomma. Alessandria, Asti,
Novara, Torino e, per l’appunto, Cuneo, provvederanno quindi entro la fine
del mese di maggio.
Maggio 2009
misura straordinaria
dentro la crisi
accesso al credito
Confindustria Cuneo Accordo con Banca
vara l’Unità di crisi Popolare di Novara
Muove i primi passi l’Unità di
crisi di Confindustria Cuneo,
la commissione interna temporanea presieduta dal presidente della Piccola industria,
Mauro Gola, incontratasi lo
scorso 28 aprile per vagliare ed attuare le azioni da
intraprendere per sostenere
la piccola impresa in questo
periodo di difficile congiuntura economica. “La nostra
volontà - spiega il presidente
Mauro Gola - è quella di
essere vicini all’impresa che
sta attraversando un periodo di crisi, capendo prima
qual è il suo problema e in
funzione di quello valutare
quali interventi adottare”.
Due le linee guida che porterà avanti l’Unità di crisi per
cercare di aiutare le imprese in difficoltà: “Una volta
contattata l’azienda e capito
il problema - spiega ancora il presidente Mauro Gola
- si cercherà di risolverlo
tramite un servizio di consulenza gestito direttamente
dall’associazione oppure tramite l’ausilio di società di
consulenza esterna, attivate
tramite lo sportello Credito,
che farà da tramite tra noi
Mauro Gola
Presieduta
da Mauro Gola,
cercherà di dare
un aiuto alle
imprese mettendo
a disposizione
un servizio
di consulenza
e la società coordinando gli
interventi; di fatto, il braccio
operativo dell’Unità di crisi”.
L’Unità di crisi si radunerà
ogni 15 giorni o su espressa
richiesta degli associati. Su
indicazione delle aziende,
verranno inoltre offerti servizi di check-up finanziario,
un’analisi approfondita di
dati di bilancio, dati fondamentali, situazione dell’indebitamento bancario, al fine
di impostare azioni migliorative e correttive della situazione finanziaria aziendale.
Il servizio potrà essere svolto
in collaborazione con importanti strutture esterne che,
tramite una convenzione,
potranno mettere a disposizione strumenti e personale.
“Nella riunione della prossima giunta - conclude Mauro
Gola - l’associazione metterà
a disposizione un budget economico affinché il servizio di
check-up costi il meno possibile alle aziende che ne
faranno richiesta”. L’Unità
di crisi è composta, oltre che
dal presidente Mauro Gola,
anche da Giorgio Meinardi,
imprenditore delegato dal
Consiglio direttivo, dal direttore di Confindustria Cuneo,
Francesco Villani e dal funzionario responsabile dell’ufficio Credito, Vincenzo
Bergadano.
Centocinquanta milioni di
euro per operazioni a breve
termine e altri venticinque
per favorire gli investimenti a medio termine delle
imprese associate. Sono
questi i termini principali
dell’accordo operativo che
Confindustria Cuneo - rappresentata dal vice presidente facente funzioni, Maurilio
Verna e dal presidente della
Piccola Industria, Mauro
Gola - ha stipulato con la
Banca Popolare di Novara,
per fronteggiare i pesanti
effetti della crisi economica sul tessuto industriale
cuneese. Un’iniziativa che
promette di favorire l’accesso al credito per quelle
imprese che hanno bisogno
di liquidità di breve e medio
periodo, permettendo loro
di tirare una boccata d’ossigeno.
In questa delicata congiuntura economica, l’accesso
al credito rappresenta una
risorsa vitale per le imprese: perciò, Confindustria
Cuneo non solo ha deciso
di rafforzare il proprio servizio “Credito e rapporti con
le banche”, per affiancare
L’istituto
di credito stanzia
175 milioni
per operazioni
a breve e medio
termine destinati
alle aziende
associate all’Uic
le aziende nella gestione di
ogni problematica creditizia,
ma anche di adoperarsi concretamente con iniziative
che possano essere rispondenti alle esigenze di liquidità delle aziende. L’intesa
tra l’associazione degli industriali e la Banca Popolare
di Novara prevede l’istituzione di un fondo di 150
milioni di euro (che scadrà
il 30 settembre 2009) utilizzabili per operazioni a breve
termine, come anticipi sbf,
anticipo fatture, import,
export, anticipo ordini,
sostegno alla liquidità aziendale con finanziamenti a 18
mesi meno un giorno. Ma
non è finita qui. Per gli
investimenti a medio termine le imprese associate a
Confindustria Cuneo avranno a disposizione un plafond
di 25 milioni di euro, per
operazioni di finanziamento di durata da 18 fino a
60 mesi, con garanzie da
valutare caso per caso con
la banca. Infine, l’istituto di
credito ha studiato particolari forme di finanziamento per intervenire a favore
delle aziende che investano
in ricerca e innovazione.
“Non possiamo che essere
soddisfatti sia dell’attenzione che la Banca Popolare
di Novara ha voluto prestare alle aziende che operano
nella nostra provincia, sia
per i termini dell’accordo ha affermato Verna -: abbiamo ottenuto la certezza che
i tempi di risposta da parte
dell’istituto di credito alle
domande di affidamento
non supereranno i quindici
giorni lavorativi. Ci pare un
grande valore aggiunto in un
momento così incerto, nel
quale le decisioni aziendali
devono essere prese sempre
più rapidamente”.
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Nell’era della comunicazione, ci siamo abituati ad usare
alcuni termini senza chiederci quale sia il significato
primitivo, originario, delle
parole che stiamo adoperando. Un esempio è rappresentato dal sostantivo crisi. Se
si va ad analizzare l’etimo
della parola crisi, si scopre
che il vocabolo greco da cui
deriva non ha un’accezione
negativa: krisis, infatti, significa cambiamento. Il discorso
comincia a farsi interessante
se passiamo a considerare il
termine, nella sua ritrovata
accezione, dal piano puramente semantico ad un livello superiore. Se alla domanda “come affrontare la crisi?”
sostituissimo il termine crisi
con la parola cambiamento,
la risposta al quesito apparirebbe meno ostica e preoccupante. È tutta questione di
punti di vista: sono in molti a
sostenere che un diverso approccio intellettuale al problema gioverebbe non solo
sul piano comunicativo. Oggi
più che mai, per affrontare
questa complessa congiuntura economica, è necessaria
una “rivoluzione culturale”:
gli operatori economici non
devono limitarsi al persegui-
mento del solo profitto, ma
all’interno di una più ampia
strategia d’impresa, devono
diventare “responsabili”.
Che cosa sia la responsabilità sociale d’impresa - o
Corporate Social Responsibility, abbreviato in Csr - è
stato chiarito nel corso di un
convegno dal titolo “Imprese
femminili: come coniugare
competitività & responsabilità sociale per vincere le
sfide della crisi”, organizzato
dal Comitato per l’Imprenditoria femminile della Camera di commercio di Cuneo in
collaborazione con la Fondazione Icsr di Milano, che si è
svolto in Camera di commercio lo scorso 31 marzo.
Con l’aiuto di Giovanna
Bottani, responsabile relazioni esterne e comunicazione della Fondazione Icsr,
è stato spiegato come la
responsabilità sociale d’impresa non sia riducibile ad
operazioni di beneficenza o
filantropia, ma faccia parte
di una visione strategica dell’azienda che, adottando un
comportamento socialmente
responsabile, cioè rispondendo alle aspettative economiche, ambientali, sociali di
tutti i portatori di interesse
(stakeholders) coglie anche
l’obiettivo di conseguire un
vantaggio competitivo nel
lungo periodo. Si tratta di un
concetto innovativo: per valutare l’operato di un’impresa
occorre fare riferimento non
solo agli aspetti economici,
ma anche a quelli di sostenibilità ambientale e sociale.
È necessario che le aziende
operino in equilibrio rispetto a tutte e tre le dimensioni: economica, ambientale,
sociale e siano consapevoli
delle connessioni esistenti
tra ambiti apparentemente diversi e lontani. Non si
tratta di un obbligo o di una
norma, ma di un’opportunità: prestare attenzione agli
aspetti sociali e ambientali
nelle operazioni che l’impresa compie può dare valore
aggiunto all’azienda stessa.
Una nuova visione, un diverso approccio al mercato
nato, è innegabile, per la
grande industria, ma valido
oggi - e forse di più - per la
piccola e media impresa:
come è stato evidenziato nel
corso dell’incontro camerale,
molte aziende svolgono attività di Csr in maniera inconsapevole senza conoscerne la
definizione ufficiale e senza
comunicare le iniziative intraprese.
Maggio 2009
dentro la crisi
previsioni. indagine congiunturale II° trimestre 2009
L’industria cerca segnali di ripresa
Dal sondaggio su 109 aziende intervistate, rispetto alla fine del 2008 sono confermati
i crolli di produzione, occupazione e nuovi ordini, mentre ripartono le esportazioni
Occupazione. Gli imprenditori ottimisti sono solo
l’1%: permane l’emergenza
legata alla ricerca di personale tecnico specializzato;
in particolare, le imprese
segnalano difficoltà nella
reperibilità di personale
altamente qualificato ai
livelli amministrativi. La
crisi dell’indicatore è ancor
più accentuata dall’aumento del numero dei disoccupati in Provincia: i dati Istat
segnalano un aumento del
tasso di disoccupazione dal
2,2% di fine 2007 al 3,2%
nei primi 9 mesi del 2008.
Produzione. Le previsioni
pessimistiche riguardano i
settori della meccanica, del
tessile ed abbigliamento,
della lavorazione dei metalliferi e carta-grafica. A conferma del crollo dell’indicatore, giungono anche i dati
di Unioncamere Piemonte
relativi all’ultimo trimestre
2008, che confermano la
brusca battuta d’arresto del
sistema produttivo cuneese;
infatti, nel periodo ottobredicembre 2008, la Granda
ha lasciato sul campo il
6,5%. “Il dato risulta ancora peggiore, considerando
che le previsioni su tale
indicatore, sono ormai in
calo a partire dall’ultimo
trimestre del 2007 - afferma il vice-presidente reggente di Confindustria
Cuneo, Maurilio Verna -.
Preoccupa anche l’indicatore occupazionale: fino allo
scorso trimestre le aziende
prevedevano una sostanziale tenuta, invece le previsioni dell’attuale rilevazione
sono molto pessimistiche. Il
rischio è che le aziende inizino soltanto ora ad avere
problemi di esubero di personale, in aggiunta al ricorso alla Cassa integrazione,
il cui utilizzo ha raggiunto
livelli elevatissimi”.
Nuovi ordini totali. Per il
secondo trimestre consecutivo, l’indicatore risulta
decisamente negativo. Si
salva solo l’industria del
legno, mentre tutti gli altri
principali settori manifatturieri manifestano valori
poco elevati. Il settore più
pessimistico è quello delle
lavorazioni di minerali non
metalliferi.
Nuovi ordini export. A
ridare fiato all’economia
provinciale ci pensano i
dati relativi ai nuovi ordini
export: le 109 aziende che
hanno contribuito all’indagine hanno segnalato in primis la ripresa degli ordinativi
export, che ha continuato a
mantenersi su livelli elevati,
anche nei mesi scorsi, in cui
la crisi economica era più
grave. La Granda ha contribuito nel 2008 per circa
il 16% all’export piemontese, seconda solo a Torino.
A livello nazionale l’export
cuneese rappresenta l’1,9%
del totale e rientra tra le
migliori 16 province italiane maggiormente vocate
all’esportazione.
Da segnalare infine come
il 13% delle aziende intervistate ricorreranno ancora
alla cassa integrazione nei
prossimi mesi, in aumento di due punti percentuali rispetto al trimestre
precedente. I dati positivi
provengono dalla stima al
ribasso dei costi delle materie prime e dalla speranza
che il costo del credito bancario si riduca nel prossimo
futuro, conseguentemente
alle riduzioni dei i tassi Bce,
avvenute negli ultimi mesi.
Nonostante un panorama
segnato ancora dalla presenza di fosche nubi all’orizzonte, le stime del centro
Studi di Confindustria risultano più rosee: “L’economia
- aggiunge il presidente
Maurilio Verna - trarrà
infatti beneficio dagli effetti
ritardati delle misure espansive monetarie (tassi di
interesse ai minimi storici,
iniezioni di liquidità) e di
bilancio (i Paesi comunitari hanno stanziato risorse
pari allo 0,9% del Prodotto
interno lordo nell’Unione
europea), degli incentivi selettivi ai consumi, dei
risparmi sulla bolletta energetica e alimentare, della
riduzione dell’inflazione e
della minor forza dell’euro. Il ripristino delle scorte
e la decompressione degli
investimenti e del commercio internazionale possono
generare un rimbalzo più
deciso di quello incorporato
nel nuovo scenario previsivo”.
Maurilio Verna
L’ANDAMENTO
Le previsioni trimestrali nel saldo
tra ottimisti e pessimisti
controtendenza
nel 2008 l’export della granda cresce dello 0,84%
È Il “made in Cuneo” resiste ai colpi della crisi. Dai dati diffusi
dal Centro Studi di Confindustria Cuneo è emerso, infatti, che
nell’anno appena trascorso l’export cuneese è aumentato
dello 0,84% rispetto al 2007. Con i suoi 6.096 milioni di euro la
provincia di Cuneo ha contribuito per il 16,12% all’export piemontese (in totale ammonta a 37.817 milioni di euro il valore
dei beni esportati dalla nostra regione), collocandosi in seconda posizione dopo Torino (49,86%) e prima di Novara (10,66%).
Dall’analisi dell’export risulta evidente la tradizionale vocazione cuneese nel comparto alimentare: anche nel 2008 è questo settore a registrare i valori più elevati. I dati Istat indicano
che il comparto alimenti e bevande, con un export di circa
1.600 milioni di euro, rappresenta oltre il 27% del totale provinciale, con un aumento del 5,61% rispetto al 2007. Il secondo
settore più vocato all’export in provincia risulta essere quello
dei mezzi di trasporto, che ha totalizzato vendite per quasi
922 milioni di euro, pari al 20,58% dell’export della Granda, in
crescita rispetto all’anno precedente del 5,58%. Il comparto
macchine e apparecchi meccanici detiene la terza posizione
con oltre 760 milioni di euro esportati, pari al 13% del totale
cuneese, in crescita rispetto al 2007 (+13%).
Con vendite all’estero pari a 536,5 milioni di euro, il 9,22% del
totale provinciale, il settore della gomma e delle materie plastiche detiene il quarto posto, con, però, esportazioni in calo
rispetto al 2007 (-11,7%). In quinta posizione si colloca il settore
metalli e prodotti in metallo che, con circa 348 milioni di euro
esportati (il 5,97% del dato complessivo), manifesta un aumento del 5,13% rispetto al 2007. Con una quota del 5,75% sul
totale dell’export cuneese, il settore pasta-carta ed editoria
nel 2007 risulta essere in sesta posizione, totalizzando vendite
all’estero pari a 334,5 milioni di euro, con un incremento dello
0,14% rispetto all’anno precedente. Precipita dalla quinta alla
settima posizione il settore tessile ed abbigliamento, che nel
2007 rappresentava oltre il 6% delle esportazioni cuneesi. Nel
2008 tale quota è scesa al 5,67%, registrando un calo delle
vendite all’estero pari al –15,4%, rispetto all’anno precedente.
Il risultato è sintomo della crisi congiunturale che ha colpito in
modo particolare tale comparto manifatturiero.
L’analisi dei partner commerciali della provincia di Cuneo
evidenzia come il naturale mercato di sbocco delle aziende
cuneesi sia l’Europa. La Francia risulta il principale destinatario
dell’export cuneese, con un fatturato di 1.375 milioni di euro (il
22,55% delle esportazioni provinciali) in costante crescita dal
2003 e con un incremento del 1,67% rispetto al 2007 (nel 2007
tale crescita era stata del 6,27%, rispetto al 2006).
In seconda posizione si colloca la Germania, verso la quale
sono state esportate merci per 1.035 milioni di euro, pari a
circa il 17% del totale e con una crescita del 3,6% rispetto
al 2007. Segue la Spagna, che convoglia il 7,97% dell’export
cuneese, pari a 485,7 milioni di euro, in calo del 3,77% rispetto
al 2007. Con 391 milioni di euro esportati risultano in calo,
rispetto al 2007, le vendite verso il Regno Unito (-7,7%), che
rappresentano il 6,41% delle vendite provinciali. A livello
comunitario, nell’ultimo anno si sono ridotti gli acquisti dei prodotti cuneesi da parte di Danimarca (-8,48%), Islanda (-38,5%),
Estonia (-7%), Lituania (-14,5%), Polonia (-3,13%), Repubblica
Ceca (-7,6%) ed Ungheria (-14,9%), mentre si è registrato un
consistente aumento dell’export verso Grecia (+14,1%), Portogallo (+19,2%), Norvegia (+11,2%), Lettonia (+22,4%), Slovacchia (+27,6%), Romania (+32,1%) e Bulgaria (+15%).
Le esportazioni verso i Paesi extra-Ue incidono per il 23,4% sul
totale provinciale, contro il 25,5% del 2006 ed il 22,4% del 2003.
L’export delle imprese cuneesi verso la Russia è aumentato
da 232 milioni di euro del 2007 a 180 milioni del 2008, evidenziando un decremento pari al -22,5%. Tuttavia la Russia rimane
il settimo partner estero della Provincia di Cuneo, ed il primo
tra i Paesi Extra-UE, con una quota del 2,95% sul totale delle
esportazioni della Granda. Al di fuori del continente europeo,
gli Stati Uniti si riconfermano il principale partner del cuneese
con 160 milioni di euro, pari al 2,62% del totale export provinciale, con un calo del -4,5% rispetto al 2007. In Asia una particolare attenzione va posta al mercato cinese che in questi
ultimi anni si sta affermando fortemente nelle economie locali
soprattutto dal punto di vista dei prodotti importati.
partners-cn.it
di Gilberto Manfrin
Crollo della produzione e
dell’occupazione e previsioni per il secondo trimestre
dell’anno decisamente pessimistiche. L’indagine congiunturale provinciale in
previsione del secondo trimestre del 2009 non lascia
spazio a dubbi: l’onda lunga
della crisi che sta colpendo
in modo generalizzato tutta
l’Italia, è arrivata anche in
provincia di Cuneo. Non
a caso il Fondo Monetario
Internazionale prevede una
forte caduta del Pil italiano,
pari al -4,4% quest’anno e,
più contenuta, al -0,4%, l’anno prossimo. Così la Granda,
oltre a registrare il crollo
della produzione e dell’occupazione (rispettivamente -33
e -22%), deve fare i conti
anche con il segno meno
relativo ai nuovi ordini totali (-21%), mentre torna positivo il dato relativo ai nuovi
ordini export (+1%).
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N U O V O R E PA RT O
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P E R S O N A L E Q U A L I F I C AT O
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Maggio 2009
calamità naturali
terremoto. solidarietà
di Sonia Pellegrino
Cuneo si riscopre terra di
grande solidarietà. Le tragiche immagini del sisma che
ha colpito l’Abruzzo, hanno
riportato alla mente dei
Cuneesi il dolore provato
nel 1994, quando l’alluvione
mise in ginocchio la provincia. Ci siamo riconosciuti nella composta sofferenza
degli Aquilani e nella loro
ferma volontà di rimboccarsi
le maniche e di ricominciare,
perciò, fin da subito, dalla
Granda la macchina degli
aiuti si è messa in moto.
Sono davvero tante le
segnalazioni giunte da parte
delle aziende associate a
Confindustria Cuneo, che
si sono mobilitate e hanno
contribuito fattivamente
a portare aiuto alla popolazione abruzzese. Molte le
iniziative che sono state
portate avanti nel momento del primo soccorso: la
Giesse di Castellinaldo ha
messo a disposizione una
copertura telonata di propria produzione, utile come
mensa, che è stata installata, grazie al personale dell’azienda e alla collaborazione con la Protezione civile
ed un’impresa edile locale,
nella frazione de L’Aquila
Sassa Scalo. All’interno della
struttura sono state distribuite dalla Protezione civile le
uova pasquali e le merendine che la Ferrero di Alba
ha inviato, già a partire dal
7 aprile, al fine di regalare
L’industria della Granda
si muove per l’Abruzzo
La copertura telonata messa a disposizione dei terremotati dalla Giesse di Castellinanldo
Dai mezzi alla
manodopera,
dalla produzione
al denaro: sono
tanti i modi
in cui le aziende
si sono attivate
per le popolazioni terremotate.
Eccone alcuni.
un sorriso ai bambini. Tra i
volontari partiti da Alba c’era
un gruppo di anziani Ferrero,
specializzati nella gestione
di cucine da campo. Anche
l’azienda Fonti di Vinadio
ha inviato diecimila litri di
acqua minerale in bottiglia,
mentre il Caseificio Valle
Stura di Demonte ha messo
a disposizione dei terremotati altrettanti litri di latte.
Non solo acqua e latte, alla
popolazione colpita dal sisma
tro Italia, per cui le aziende cuneesi hanno pensato
anche a riscaldare le tende
degli sfollati: la Munters di
Mondovì ha donato 30 generatori d’aria calda, così come
la Biemmedue di Cherasco,
che ha affidato alcune macchine alla Protezione civile.
Non sono, poi, mancate le
iniziative di solidarietà da
parte delle aziende dell’abbigliamento: per esempio, la
Trinitas di Boves ha fornito
è arrivato anche il vino delle
Langhe, grazie alla Prunotto
srl di Alba. Da segnalare, poi,
l’iniziativa della Monetti Spa
di Racconigi che ha inviato
a titolo gratuito 14.000 tovagliette monouso per i vassoi
utilizzati nelle mense allestite
per la distribuzione dei pasti.
Anche l’Arce spa di Dronero
non ha fatto mancare la propria solidarietà e ha inviato
materiale (tavolini, attrezzi
per l’agricoltura, barbecue,
posate, poltrone e cuscini)
a favore della popolazione terremotata. C’è anche
chi, come la Giletta spa di
Revello ha messo a disposizione gratuitamente all’Asm,
l’azienda municipalizzata del
Comune de L’Aquila, una
spazzatrice di grandi dimensioni per la pulizia delle strade urbane e extraurbane.
Con i suoi oltre 700 metri
d’altitudine, L’Aquila è una
delle città più fredde del cen-
capi di abbigliamento intimo
bimbo e bimba. Non solo alimenti e merci, c’è anche chi
ha deciso come i titolari e i
dipendenti della Golden-car
di Caramagna Piemonte di
devolvere il corrispettivo di
quattro ore di lavoro per la
causa abruzzese.
Non si contano, poi, le donazioni e le sottoscrizioni da parte
delle associate all’organizzazione degli industriali cuneesi, dei gruppi e delle sezioni
confindustriali. Il Gruppo
Giovani Imprenditori di
Confindustria ha donato in
favore della popolazione terremotata 1.000 euro: analoga cifra è stata devoluta sia
da parte del Club Rspp sia
dalla Normec di Castagnito.
Duemila sono gli euro che
la Fim, Fonderie industriali Mondovì, ha donato per
l’Abruzzo, mentre l’Abc servizi di Racconigi ha operato una donazione attraverso
Mediaset Friends.
Ricordiamo, infine, a tutti
coloro che volessero offrire
un contributo ai terremotati
che Confindustria Abruzzo
ha attivato un conto corrente bancario per la raccolta dei
fondi da destinare agli aiuti:
C/C intestato a Confindustria
Abruzzo - Località Campo
di Pile - 67100 L’Aquila IBAN IT 12 F 06040 40730
000000155768 - Cassa di
Risparmio della Provincia
de L’Aquila - filiale di
Rivisondoli. Causale: solidarietà terremoto L’Aquila.
alluvione. rilocalizzazione
Nessuna traccia dei
144 milioni spariti
di Ilario Bruno
Continua la battaglia di
Confindustria Cuneo per
ottenere risposte certe e possibilmente rapide in merito
alle risorse che dovrebbero
finanziare la ricollocazione
di aziende site in zone alluvionate. All’appello mancano 144 milioni di euro,
che lo Stato avrebbe dovuto
garantire finanziando l’apposito fondo attraverso i
proventi ricavati dal 50%
dell’imposta di bollo relativa agli invii degli estratti
conto bancari.
Un modo semplice e, si
può dire, automatico, per
garantire le risorse necessarie. Difficile pensare che
la burocrazia potesse infierire anche contro un sistema
così lineare. Eppure, ancora
oggi, oltre 200 imprese in
tutto il Piemonte (di queste
la maggior parte concentrate nel Cuneese) stanno
aspettando il contributo.
Sulla questione sono state
interessate la Provincia,
la Regione, i ministri
alle Finanze Tremonti e
allo Sviluppo economico
Scajola - peraltro avvicinato anche dal vice presidente
di Confindustria Maurilio
Verna durante il suo inter-
Le risorse
stanziate dallo
Stato per
le 200 aziende
del Piemonte
rimaste colpite
dagli eventi
alluvionali
non sono ancora
state ritrovate
vento a Cuneo, in occasione degli Stati Generali
della Granda - il sottosegretario alle Finanze Vegas.
Una lettera per spiegare la
situazione ormai insostenibile è stata recapitata anche
alla presidente nazionale di Confindustria Emma
Marcegaglia.
Dopo un incontro con i
parlamentari piemontesi si era anche sperato in
un intervento bipartisan in
Parlamento, ma un apposito
emendamento che avrebbe
risolto il problema è stato
respinto. La Regione, da
parte sua, si è impegnata
a snellire l’iter burocratico
dei procedimenti ed a riattivare i Comitati che hanno
i compito di esaminare le
pratiche, stanziando inoltre
5 milioni di euro per garantire liquidità per l’anno in
corso.
Le imprese interessate danno
lavoro a 8 mila dipendenti e
fatturano complessivamente
2 miliardi. Dal 2007 avevano attivato le procedure per
una ricollocazione, dando
per scontato l’intervento
dello Stato: a qualcuno è
andata bene, altre decine di
imprenditori sono in lista
d’attesa, rischiando di dover
far fronte a un’ingente esposizione nei confronti delle
banche, qualora abbiano già
realizzato le opere o a dover
rinunciare a lavorare in luoghi sicuri, se la decisione
di una ricollocazione resta
vincolata ad un intervento
statale ormai inspiegabilmente senza copertura.
Anche su un altro fronte
caldo - il pagamento alle
imprese edili delle opere
post alluvione - tutto tace.
Gli Enti locali sono al verde
e le imprese che hanno consegnato i lavori ne pagano
le spese.
Maggio 2009
intoppi burocratici
centraline idroelettriche. procedimenti sospesi
di P. Barale e C. Demaria
Sono saliti a 24 i procedimenti per le centraline idroelettriche sospesi a tempo indeterminato dalla Provincia di
Cuneo, con il blocco di una
produzione di 80 MegaWatt
e per una spesa complessiva
per gli impianti di oltre 80
milioni di euro.
Ci siamo impegnati in sede
europea a raggiungere entro
il 2020 il 20% di energia
pulita, della quale l’idroelettrico fa parte. Con il blocco
in atto sono state vanificate
le iniziative degli operatori
che sarebbero - se realizzate
nei tempi di legge - utilissime per contrastare la crisi
economica ed energetica,
alleggerire la dipendenza
dalle fonti non rinnovabili
e l’immissione di anidride
carbonica in atmosfera. Lo
Stato percepirebbe canoni
rilevanti, particolarmente
utili in vista delle spese per
la ricostruzione dell’area terremotata dell’Abruzzo.
La situazione - sotto il profilo
giuridico - è complessa, quasi
incredibile e presenta numerose illegittimità. La normativa europea, recepita nel
nostro ordinamento fin dal
2003, regolamenta in modo
dettagliato, chiaro e tassativo
le modalità, demandate alle
regioni, le quali delegano le
province, per l’esame delle
richieste. Entro 180 giorni
occorre istruire le pratiche
ed accoglierle o rigettarle
motivatamente. La Regione
Salgono a 24 i progetti
bloccati dalla Provincia
La sospensione
deriva da un
comportamento
contraddittorio
dell’Autorità
di Bacino del Po
e presenta molte
illegittimità a
livello normativo
sotto il profilo
giuridico
Piemonte ha regolamentato
il procedimento nel 2003,
senza coordinarlo con la successiva normativa europea,
sicchè sussiste una situazione
particolare, idonea già di per
sé di creare illegittimità sotto
il profilo operativo per le
Province delegate alla verifica delle istanze. Esse debbono procedere al giudizio
di compatibilità ambientale,
superato il quale subentra
la valutazione idraulica. Tra
progetti concorrenti per lo
stesso sito - la situazione è
frequente - si sceglie quello
costituente il miglior utilizzo
della risorsa idrica, nell’interesse generale di ottenere
una produzione rilevante.
La Regione e la Provincia
non possono regolamentare o tanto meno difficoltare
appalti. pubblici o privati
L’Ance rilancia la
procedura negoziata
di Gilberto Manfrin
Nel campo dell’edilizia
esite una trattativa ancora troppo poco applicata
dalle stazioni appaltanti: è
la trattativa privata o procedura negoziata, ossia la
modalità di affidamento
nella quale l’amministrazione pubblica aggiudicatrice consulta le imprese di
propria scelta e negozia con
una o più di esse i termini
del contratto.
Nell’ordinamento comunitario la trattativa privata,
o procedura negoziata, può
essere con o senza bando.
Si tratta di procedure eccezionali, che si pongono in
deroga al principio secondo
cui le amministrazioni aggiudicano appalti pubblici
mediante procedura aperta o mediante procedura
ristretta. Di qui l’obbligo,
nel caso di procedure negoziate, di riportare a verbale
le circostanze che giustificano il ricorso a queste
procedure.
L’amministrazione aggiudicatrice ha quindi l’obbligo
di redigere un verbale per
ogni appalto. Il verbale
deve contenere almeno
le seguenti informazioni:
nome e indirizzo dell’am-
ministrazione aggiudicatrice; oggetto e valore dell’appalto; candidati o offerenti
presi in considerazione con
i nomi e i motivi della scelta e gli eventuali candidati
o offerenti esclusi con nomi
e motivi dell’esclusione.
Ma perché tale procedura è
ancora poco applicata dalle
stazioni appaltanti?
Prova a spiegarne il motivo
il geometra Ivano Rosso,
della Cogibit di Scarnafigi:
“Ormai le amministrazioni
pubbliche, nell’assegnazione dei lavori, preferiscono
ricorrere alle aste pubbliche piuttosto che procedere tramite procedure
nogoziate - afferma Rosso
-. Il motivo è molto semplice: con le procedure negoziate c’è il rischio di non
contattare tutte le aziende
ammissibili ad un bando, di
dimenticarne qualcuna e di
ricorrere dunque in possibili ricorsi. Oggi, il 60-70%
delle amministrazioni procede dunque tramite aste
pubbliche - aggiunge Rosso
-. Sono prassi certamente
più trasparenti, ma c’è un
però: con la procedura negoziata le amministrazioni
decidono loro stesse quali
imprese contattatare, ed è
chiaro che affideranno i lavori a ditte di fiducia; con
le aste pubbliche questo
discorso non vale, perché
l’appalto può aggiudicarselo chiunque, con il rischio
però di non sapere come
sarà portato a termine il lavoro affidato”.
“Noi che abbiamo sempre
rispettato le normative aggiunge Filippo Monge,
presidente di Ance Cuneo
- vediamo la procedura
negoziata non come uno
strumento protezionistico,
ma come occasione di tutela dei nostri stakeholders,
nonchè un procedimento
utile per favorire il rilancio
delle varie economie locali. Il Consiglio direttivo di
Ance Cuneo è stato recentemente in Provincia, alla
presenza dell’assesore ai
Lavori pubblici Giovanni
Negro, a chiedere a gran
voce che la procedura negoziata torni ad essere canale preferenziale da parte
delle amministrazioni pubbliche nell’assegnazione dei
lavori. La speranza - conclude Monge - è che con la
prossima amministrazione
provinciale, la promessa di
applicazione sia veramente
mantenuta”.
o anche solo ritardare, con
propri criteri o indicazioni,
sia pure finalizzate a privilegiare Comunità montane o
Comuni, le realizzazioni progettate dai privati, tutelati
nella loro attività imprenditoriale dalla normativa europea. Si pretenderebbe infatti
di riservare - con legge regionale - il rilascio delle concessioni di derivazione agli enti
locali ove vengono collocate le centraline, indicando
i siti, limitando il numero e
la consistenza degli impianti, per attribuire agli enti la
gestione effettiva della risorsa idrica a fini energetici.
Le Province, secondo questa
impostazione, diventerebbero puri esecutori tecnici
delle istruttorie. La normativa europea non consente
nulla di tal genere, poiché la
libera concorrenza per le iniziative e l’esecuzione dei progetti garantisce gli operatori
e sono vietate le imposizioni
di corresponsioni di qualunque genere a vantaggio di
enti locali. Tutte le acque
sono di proprietà dello Stato
come rappresentante della
collettività.
La sospensione dei 24 procedimenti deriva da un comportamento quasi incredibile
dell’Autorità di Bacino del Po
di Parma, che aveva in qualche caso addirittura approvato i progetti. Nell’estate scorsa ha rivisto negativamente
sia quelli già approvati sia
quelli di nuova richiesta. Ciò
a seguito dei diversi compiti assegnati a tale Autorità
dalla intervenuta normativa
statale in materia ambientale. Si attende ora il parere
del ministro dell’Ambiente
sulla legittimità di tale linea.
Appare assurda la motivazione dell’Autorità di Bacino
di ritenere che le derivazioni per la captazione dell’acqua destinata alle centraline
non possano essere collocate
negli alvei dei torrenti, cioè
nell’unico posto dove l’acqua scorre. Pare incredibile
che questa tesi possa essere
sostenuta da tecnici idraulici
e funzionari, ritenuta ostativa dei rilasci anche in sede
regionale e provinciale e sia
necessario il parere del ministro per superare tale ostacolo.
Maggio 2009
dalla provincia
ospedale alba bra. rinnovo vertici fondazione
piano territoriale
Gli imprenditori confermano Approvazione
Elisa Miroglio e Dario Rolfo della Regione
di Beppe Malò
Sabato 18 aprile la Fondazione
Nuovo Ospedale Alba Bra
onlus ha provveduto al rinnovo dei propri vertici istituzionali. Elisa Miroglio è
stata confermata alla presidenza ed il braidese Dario
Rolfo vicepresidente vicario. I componenti del CdA
sono Maria Cristina Vignola
Ascheri, Emilio Barbero,
Pio Boffa, Roberta Ceretto,
Oscar Farinetti, Roberto
Fogliato, Sandra Lesina,
Dario Stroppiana, Stefania
Stroppiana, Serena Tosa e
Gian Carlo Veglio. Luciano
Scalise è stato nominato
Direttore della Fondazione,
Enzo Demaria è il nuovo
segretario dell’Assemblea dei
Partecipanti mentre Luigi
Carosso è stato chiamnato
alla presidenza del Comitato
Scientifico. Il nuovo Collegio
dei revisori risulta composto da Francesco Ardino,
Giovanni Bosticco e Carlo
Castellengo quali membri
effettivi e da Cesare Girello
e Uberto Sona in qualità
di membri supplenti. Tutte
le cariche resteranno valide
fino al 31 dicembre del 2011.
L’Assemblea dei Fondatori
è composta da Miroglio
La votazione del nuovo consiglio della fondazione il 18 aprile scorso
Spa, Ceretto Srl, Eataly srl
e Dario Stroppiana di Alba;
Fin.Bra Spa e Montello Spa
di Bra; Emilio Barbero di
Canale; Vincenzo Toppino
di Castellinaldo; Dimar
Spa di Cherasco, Ferruccio
Stroppiana di Grinzane
Cavour e dall’Associazione Santo Spirito e Aziende
Cortemiliesi di Cortemilia.
Fanno invece parte dell’Assemblea dei Partecipanti
Franco Barberis, Caraglio
Srl, Pio Cesare Srl, Enzo
Demaria, Egea Spa e Mollo
Spa di Alba; Maria Cristina
Vignola Ascheri, Baratti e
Milano Srl, Bra Servizi Spa,
Germanetti Srl, Olicar Spa
e Tesi Spa di Bra; Burdese
Spa, Life Srl, Italgelatine
SpA, Severino Gas Srl e
Simplast Snc per l’area del
Roero; Mtm Srl, Tosa Srl ed
Eugenio Rabino per l’area
delle Langhe. L’assemblea
ha inoltre deliberato di
accogliere Angelo Gaia
come socio ad honorem in
quanto titolare di un’iniziativa svolta a Verona nelle
giornate del Vinitaly che
ha portato nelle casse della
Fondazione un contributo di
25.200 euro. La Fondazione
si è dotata di uno strumento prezioso per svolgere la
sua mission a sostegno del
nuovo ospedale di Verduno:
si tratta del Comitato scientifico di cui faranno parte
personalità eminenti nel
campo sanitario, medico,
biologico, culturale e sociale:
Cesare Boffa (fisico, docente del Politecnico), Pier
Vincenzo Bondonio (docente di Scienza delle finanze),
Francesco Enrichens (coordinatore regionale 118),
Leonardo Falduto (docente di Economia aziendale),
Leonardo La Pietra (direttore sanitario dell’Istituto
Europeo di Oncologia di
Milano), Francesco Morabito
(direttore sanitario Asl Cn
2), Giorgio Palestro (preside facoltà di Medicina a
Torino), Francesco Profumo
(Rettore del Politecnico),
Piera Spotorno (Presidente
Ordine degli architetti),
Giovanni Vacca (docente
di fisiologia umana) e Gian
Carlo Veglio esperto in energie rinnovabili e membro del
CdA della Fondazione.
grandi opere. asti-cuneo e tenda bis
Arrivano i “fondi Crosetto”
(24,5 milioni) per l’autostrada
di Ilario Bruno
Archiviato il successo del
mese scorso con il via libera
per l’adozione, per il tratto
albese dell’Asti-Cuneo della procedura semplificata di
Via, con conseguente dimezzamento ad un anno del ritardo che sarebbe stato provocato dal ricorso alla strada
ordinaria, un’altra buona
notizia è nel frattempo giunta sul tavolo della provincia
di Cuneo e delle altre Istituzioni: l’autorizzazione all’utilizzo dei cosiddetti “Fondi
Crosetto”, circa 24 milioni e
mezzo di euro stanziati per far
fronte agli oneri della viabilità secondaria, di adduzione
alla nuova autostrada.
Con tali risorse (un contributo assegnato dal Cipe
e destinato al territorio
con decorrenza dal 2008 al
2022), di cui da tempo il territorio attendeva la possibilità di utilizzo, si provvederà
a realizzare le opere complementari all’Asti-Cuneo ed al
miglioramento della viabilità che sorgerà introno all’autostrada. L’autorizzazione è
sancita in un decreto a firma
congiunta dei ministeri delle
Infrastrutture e dei Trasporti
e dell’Economia e Finanze.
Gli interventi costituiranno
un volano per l’economia
locale e per la circolazione
stradale nell’area albese. Nel
dettaglio i fondi saranno destinati alla realizzazione della
variante all’abitato di Cherasco con un nuovo collegamento tra le provinciali 661
e 12 e il casello di Cherasco;
alla variante est all’abitato
di Alba con un nuovo ponte
sul fiume Tanaro, alla messa
in sicurezza delle strade provinciali 7 e 661 con lo scopo
di migliorare i collegamenti
dell’area albese e braidese
con i caselli di Alba Ovest e
Cherasco, alla realizzazione
della variante di Pollenzo.
Si attende intanto l’aggiudicazione dei lavori per la
realizzazione del Tenda bis.
Come noto il progetto è
stato approvato dall’Anas
e la gara pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale. Chi si
aggiudicherà l’appalto dovrà
redigere anche il progetto
esecutivo e poi partire con
i lavori, con inizio previsto
entro il 2010.
L’intervento prevede la costruzione di una nuova galleria, mentre l’attuale tunnel
verrà ampliato ed ammodernato. “Per completare l’ope-
LEVALDIGI
Botto presidente e Pepino Ad della geac
L’imprenditore fossanese Guido Botto, già presidente del
Gruppo Giovani dell’Unione industriale di Cuneo è il nuovo
presidente della Geac, la società di gestione dell’aeroporto
cuneese. Lo ha nominato l’assemblea degli azionisti lo scorso
29 aprile, designando l’uscente Gian Pietro Pepino amministratore delegato. Confermati in Consiglio Guido Bonino e Vittorio
Sabbatini. E Olimpica, nelle prossime settimane, giocherà una
partita importante, quella che riguarda la tanto attesa continuità territoriale. Se qualche compagnia dimostrerà interesse al
bando pubblicato sulla Gazzetta Ue, sarà possibile per Levaldigi
ripristinare, magari stavolta in maniera definitiva, il collegamento con Roma (con un contributo dello Stato per un milione)
integrato da fondi della Regione (150 mila euro). Da parte
sua il neo presidente, che era stato amministratore dello scalo
cuneese negli anni Novanta, esprime ottimismo: “L’obiettivo
che mi sono prefissato sarà aumentare il numero delle rotte e
dei voli. Il miglioramento dei dati di bilancio ci porta a credere
che nei prossimi anni arriverà il pareggio.” Intanto il 2008 si
chiude con una perdita inferiore rispetto al 2007 (1 milione e
340 mila euro contro un milione e 452 mila). Nello stesso anno il
traffico è aumentato del 41% rispetto al 2007 con quasi 79 mila
passeggeri. Negli ultimi mesi si constata una crescita costante
rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente.
ra - spiega il presidente della
Provincia Raffaele costa serviranno 7 anni: i primi 3
e mezzo per la nuova galleria
che sarà subito operativa, gli
altri per allargare quella esistente ed eliminare i due tornanti di accesso sul versante
francese. Al termine ci sa-
ranno due canne d’accesso,
una per ogni senso si marcia
con una carreggiata larga 6,5
metri con corsia d’emergenza”. Costo dell’opera 209
milioni di euro: a carico dell’Italia saranno 122 milioni,
metà garantiti dallo Stato
metà dall’Anas.
di Sonia Pellegrino
Importanti novità legislative nell’edilizia pubblica.
L’Amministrazione provinciale dovrà pronunciarsi su
tutti gli strumenti urbanistici
comunali, compresi i Piani
regolatori. La Giunta regionale ha, infatti, approvato il
Piano territoriale provinciale che rende obbligatoria la
verifica di compatibilità di
tutti gli strumenti urbanistici comunali (varianti strutturali specifiche e parziali,
varianti generali e nuovi
Piani regolatori), adottati
successivamente al 12 marzo
scorso, data in cui il provvedimento è diventato esecutivo. La Giunta provinciale sarà tenuta ad esprimersi
con delibera entro i termini
previsti dalla legge regionale per la presentazione delle
osservazioni (60 giorni dall’inizio della pubblicazione)
e comunque in tempo utile
per consentire al Comune
di tener conto del parere
nella predisposizione del
Piano regolatore da adottare.
Inoltre, il parere dovrà essere trasmesso per conoscenza
alla Regione.
Sulla legge che ha avuto un
complesso iter ed una gesta-
Ora la Provincia
si pronuncerà
su gli strumenti
urbanistici dei
Comuni, Piani
regolatori inclusi
zione durata anni, l’associazione dei costruttori edili
cuneesi esprime le proprie
perplessità.
“Prendiamo atto del provvedimento, che è al vaglio dei
nostri uffici - afferma il presidente dell’Ance di Cuneo,
Filippo Monge -. Tuttavia ci
lasciano alquanto perplessi
le metodologie di pianificazione adottate che, a nostro
avviso, sono quantomeno
non rispettose delle nuove
dinamiche e urgenze socioeconomiche e territoriali:
oggi la programmazione, non
solo in Europa ma anche
in realtà italiane più vicine alla nostra provincia, è
quanto più possibile condivisa, negoziata e discussa con
tutti gli attori del territorio e
non imposta, come in questo
caso, dall’alto”.
lavori in corso
NODI IN VAL BORMIDA E NEL BRAIDESE
La Giunta provinciale ha approvato in linea tecnica il progetto definitivo dei lavori sulla strada provinciale 439, nel tratto compreso tra il Comune di Prunetto e il confine regionale.
Gli interventi di adeguamento del tracciato stradale nel territorio di competenza del Comune di Mombasiglio comporteranno una spesa complessiva di 655 mila euro e rientrano
nel cosiddetto nodo 8 della valle Bormida. Analogo parere
favorevole è stato espresso anche per il progetto esecutivo
riguardante il nodo 2, nel tratto tra Bra e Sommariva Bosco.
I lavori prevedono la variante agli abitati di Sommariva
Bosco, Sanfrè e Bandito, la connessione alla tangenziale di
Bra e il successivo collegamento alla provinciale 7, tramite
sottopasso. Entrambi i cantieri fanno parte del Piano regionale di investimenti sulla rete stradale trasferita dallo Stato, o
Piano nodi con cui è previsto il finanziamento di interventi in
Granda per complessivi 169.914.320 euro, di cui 89.347.044
sulla rete stradale regionale e 80.567.276 per la viabilità
provinciale.
ROTONDA SULLA PROVINCIALE 29
Realizzazione dell’aiuola centrale e della pavimentazione in
calcestruzzo, allargamento della sede stradale, delimitazione di nuovi accessi, asfaltatura: sono, in sintesi, i lavori previsti
per la realizzazione di una rotonda in località Sant’Anna di
Monteu Roero, lungo la provinciale 29 nel tratto compreso
tra Canale e Monteu Roero. Il progetto esecutivo dei cantieri, approvato dalla Provincia, comporta una spesa complessiva di 120 mila euro.
PROGETTO DEFINITIVO PER LA FONDOVALLE
La Giunta provinciale si è espressa a favore del progetto
definitivo di intervento lungo la provinciale 164 di Fondovalle
Casotto. Redatto dalla Ripartizione tecnica – Servizio geologico, il piano dei lavori prevede la stabilizzazione dei versanti
a progressive viarie. I cantieri avranno un costo complessivo
pari a 125.763,44 euro.
ALTERNATIVA PER LA SALUZZO-BUSCA
Via libera ad un tracciato stradale alternativo per il tronco
Saluzzo-Busca. La soluzione sostituisce l’ipotesi contenuta nel
Piano territoriale provinciale, esecutivo a partire dal 12 marzo
scorso. Approvata dalla Giunta, l’infrastruttura deriva da uno
studio effettuato dai Comuni di Costigliole Saluzzo, Verzuolo
e Manta e assicura il collegamento interurbano tra i singoli
centri.
Maggio 2009
dalla provincia
dopo il vinitaly. punti di vista
indagine. fabbisogno formativo
Le luci e le ombre La meccanica cerca
del mercato del vino nuove professionalità
di Beppe Malò
Giunto alla 43° edizione, Vinitaly è diventato con gli anni
un importantissimo punto di
riferimento per tutti gli operatori del settore enologico.
L’edizione che si è conclusa
lo scorso 6 aprile è andata in
archivio con numeri record:
150.000 visitatori, 4.200 espositori da una trentina di Paesi, 91.000 mq d’esposizione,
2.400 giornalisti accreditati,
157.000 operatori professionali di cui oltre 45.000 di 110
nazioni estere. Tutto il settore, uno dei più importanti in
Italia per fatturato, numero di
aziende e di addetti, ha guardato alla manifestazione come
ad una cartina di tornasole
dal cui viraggio trarre indicazioni e auspici in questo momento di difficoltà. In questo
senso Vinitaly 2009 va letto
applicando la metafora del
bicchiere, mai come in questo
caso, pieno a metà. Il grande numero dei visitatori ha
confermato che l’attenzione e
l’interesse per il settore resta
alto: il vino conserva un forte
appeal nonostante i venti di
crisi. Se invece, da Verona, si
attendevano squilli di tromba
ad indicare che la crisi batteva in ritirata, allora la musica
non è stata - almeno in parte
- quella che si sarebbe voluta
ascoltare. Vinitaly non poteva
avere il potere di cancellare la
crisi generale ma segnali positivi per il futuro del vino sono
giunti dagli Usa, dal Nord
Europa, dai Paesi dell’Est ed
anche dall’Asia, tutti presenti
con osservatori e buyers. Per
capire come sono andate le
cose abbiamo chiesto lumi ad
alcuni dei produttori più interessanti della nostra zona.
Pio Boffa vede il nostro bicchiere decisamente mezzo
vuoto. “Certamente - spiega
- nessuno può dire che a Verona non abbiamo visto moltissimi visitatori. In questo
senso però la mia sensazione è
che la kermesse veronese stia
diventando sempre più una
manifestazione promozionale
Dietro il successo
della kermesse
ci sono i dubbi
degli imprenditori
vitivincoli
e che stia perdendo i connotati di un evento determinante
per il marketing aziendale. La
gente paga il biglietto, entra e
degusta i vini di cui è curiosa
o appassionata. Di qui a dire
che si siano gettate le basi
per sbocchi commerciali che
ci portino fuori dalla crisi attuale la strada è molto lunga.
Contatti, relazioni e premesse
interessanti se ne sono viste
poche. Attenzione: l’interesse
e l’immagine dei nostri prodotti è sempre molto positiva,
ma - dati alla mano - dalla
fine di gennaio ad oggi il mercato è debole e, almeno per
ora, non si avvertono segnali
in controtendenza.”
Contatti importanti, qualificati e seri in particolare con
Paesi Scandinavi, Cina e
addirittura Aruba per Anna
Abbona della Marchesi di Barolo. “Abbiamo registrato entusiasmo e nessuna richiesta
di abbassare prezzi o praticare
sconti: tutti segni che indicano che il mercato è sano. In
questo momento - aggiunge il
marito Ernesto Abbona, titolare della Marchesi di Barolo
- posso dire che al Vinitaly si
è vista davvero molta gente e
che il nostro staff di 9 persone
non ‘mollava mai’ dalle 8 alle
20 per tutti i giorni della rassegna. Vinitaly ha due aspetti
che vanno rivisti: la logistica
e la sempre maggiore sovrapposizione dei settori merceologici che certo giova agli organizzatori, ma penalizza chi
per 40 anni ha fatto la storia
della manifestazione”.
Bruno e Marcello Ceretto,
invece, al Vinitaly non ci
sono proprio andati. “Non si
tratta di essere snob inguaribili - puntualizzano - è che preferiamo avere un rapporto più
personale e curato con importatori e clienti. A Verona spazio e tempo sono contingentati e quindi non funzionali alle
nostre esigenze. Dai colleghi
abbiamo però avuto notizie in
chiaro scuro: tante persone,
ma non tutte determinate a
firmare contratti. Resta comunque una manifestazione
di grandissima valenza che
mette in moto grandi numeri
e dunque interessanti possibilità d’incontro tra le due fasi
del mercato”.
Affidiamo a Gianluigi Minetti, direttore di Fontanafredda,
la conclusione della nostra
recensione. Per l’azienda, recentemente tornata a parlare
piemontese con l’ingresso nel
capitale sociale di Oscar Farinetti, l’esperienza veronese
è stata decisamente positiva.
“A Verona - spiega - Fontanafredda ha presentato molte novità nei confronti delle
quali abbiamo riscontrato un
forte interesse e viva curiosità. Potremmo quasi parlare di
una ‘rivoluzione’ articolata in
più punti: il primo è la nostra
trasformazione in ‘Riserva
bionaturale’ costituita dai 122
ettari di superficie della tenuta, 84 coltivati a vigneto, 6 a
noccioleto, 2 a prato e orto,
13 a bosco, e i rimanenti occupati dagli edifici, dalle cantine storiche, dalla Villa Reale e dal parco. Nel vigneto si è
provveduto a eliminare diserbanti e concimi chimici per
ottenere il risultato di un’uva
a residuo zero. In cantina perseguiamo tre obiettivi: la riduzione dei lieviti industriali
utilizzati nelle fermentazioni,
il contenimento dell’impiego
dei solfiti nei vini finiti e l’utilizzo di un packaging integralmente riciclabile. Abbiamo
infine presentato tre ‘volumi
bollati’ per rispondere alla
necessità di bere meno e bere
meglio: tre nuovi formati da
mezzo litro, un litro e un litro
e mezzo che corrispondono
al consumo ‘a prova di etilometro’ per due, quattro o sei
persone”.
Lo scorso 24 aprile, presso
il Centro Afp di Dronero,
sono stati presentati i risultati dell’indagine, promossa da Provincia di Cuneo e
Regione Piemonte, sui fabbisogni professionali del settore
meccanico. Alla giornata era
presente, in rappresentanza
di Confindustria Cuneo, il
vice presidente della sezione Meccanica, Domenico
Annibale. Nell’ambito del
progetto Rif, rete indagine
fabbisogni, che mira a capire
quali sono le figure professionali necessarie al settore e a
formare le maestranze, sono
stati rielaborati 87 questionari compilati da altrettante aziende meccaniche della
provincia di Cuneo.
I dati evidenziano che nella
Granda c’è un notevole ricorso al contratto a tempo determinato rispetto al resto della
regione (16,6% di contratti a
tempo determinato, contro il
6% di Asti, il 3,4% di Biella,
il 3,6% di Novara, il 4,1% di
Torino, il 7,4% di Vercelli,
il 5,9% del Verbano Cusio
Ossola). Le figure tipiche
dell’area produzione registrano nel loro insieme un peso
pari al 51,6% del totale degli
Dai dati emerge
come il settore
nella Granda
abbia bisogno
di nuove figure
organici, quelle dell’area
R&S/tecnologie il 14,3%,
seguite dalle figure dell’amministrazione (8,7%), del
commerciale (8,3%), della
logistica/organizzazione della
produzione (7,9%). Rispetto
ai dati di media di tutti i settori indagati risultano avere
un maggior peso le figure
dell’area R&S/tecnologie,
soprattutto nelle imprese di
maggiori dimensioni.
Circa il ricorso a risorse
esterne le figure più esternalizzate sono quelle delle
manutenzioni, dell’ambiente
e sicurezza, dell’amministrazione. Rispetto alla previsione di assunzioni, si registrano
segnali più “preoccupati” da
parte delle aziende di minori
dimensioni: nel complesso
delle aziende intervistate i
trend di assunzioni più positivi riguardano le figure di
progettazione, quelle del
commerciale-marketing e di
installazione-montaggio.
Per le aziende campione le
figure per le quali si registrano le maggiori difficoltà
di reperimento sul mercato
locale si collocano nell’area
della R&S tecnologie, della
produzione e del commerciale.
A livello provinciale, nel
Cuneese risulta difficile
reperire progettisti di prodotto/impianto, tecnologi di
industrializzazione di prodotto/processo, progettisti meccanici, tecnici di produzione, costruttori su macchine
utensili, stampisti, aggiustatori, attrezzisti, montatori,
assemblatori, installatori,
saldatori e carpentieri.
Relativamente al livello di
istruzione ideale delle persone da inserire in organico il
titolo di studio maggiormente ricercato per il 73,9% si
concentra nella fascia che va
dalla qualifica professionale,
al diploma ed alla specializzazione post-diploma, mentre
la percentuale di indicazioni
relative all’obbligo scolastico è molto contenuta (6,7%
contro il 10,2% delle media
intersettoriale).
cciaa cuneo e ceipiemonte
presentato il nuovo progetto “piemonte incontract”
È stato presentato alla fine di aprile presso il salone d’onore della Camera di commercio di Cuneo il nuovo progetto “Piemonte InContract”, promosso dal sistema
camerale e gestito da Ceipiemonte, l’organismo regionale dedicato all’internazionalizzazione del territorio. Obiettivo del progetto è aprire nuovi sbocchi commerciali
all’estero per le imprese eccellenti del settore contract, specializzate nell’assicurare
forniture complete destinate a grandi utenti, tra cui operatori dei settori alberghiero,
aeroportuale, congressuale e della cantieristica navale, responsabili di edifici ricreativi, scolastici, ristorazione e ospedalieri.
Si tratta quindi di un comparto molto articolato, espresso in una molteplicità di ambiti,
dalla realizzazione di pavimenti, ai rivestimenti, ai serramenti, alla rubinetteria sanitaria, ai materiali elettrici e elettronici, ai mobili, all’arredo tessile, sino agli allestimenti,
ai complementi di arredo, alla domotica e alla sicurezza. Il progetto è triennale,
con durata dal 2009 al 2011 e nasce dalla convinzione che realizzare un’offerta
aggregata di imprese del contract sia la strada vincente per promuovere all’estero la capacità produttiva regionale, fatta di piccole e medie imprese che in molti
casi non avrebbero la possibilità di competere singolarmente. Attraverso Piemonte
InContract, le Camere di commercio piemontesi intendono selezionare un team di
circa 100 aziende, diversificate per provenienza territoriale e prodotto, per rispondere
alle commesse internazionali del settore.
È già ora di pensare all’estate,
e per i nostri figli ecco la soluzione ideale
Una vacanza studio è certamente il modo migliore per imparare una lingua, ma sono molti
i genitori che preferiscono non mandare ancora i propri figli all’estero. Per loro un’interessante
opportunità: un college inglese in Italia. Ad offrire questa occasione, ormai da molti anni, c’è
“New English in Italy”, struttura torinese che organizza vacanze studio per ragazzi da 6 a
14 anni, proponendo lezioni di inglese svolte da insegnanti madrelingua, alternate ad
attività sportive e ricreative. Il tutto a costi decisamente interessanti.
Animatori madrelingua e assistenti seguiranno i ragazzi nel tempo libero e
negli sport preferiti: equitazione, tennis, arrampicata, tiro con l’arco,
percorso avventura, calcio, pallavolo, basket, nuoto, vela, windsurf e
rafting. Nelle varie strutture è garantita la presenza di un medico.
Tre le località tra cui scegliere: per chi ama la montagna, Antey St. André
in Valle d’Aosta presso il “Villaggio La Gran Becca” e Pragelato in Piemonte, ospiti del “Villaggio Kinka”;
per gli amanti del mare Noli in Liguria nella Residenza Balneare del Real Collegio Carlo Alberto di
Moncalieri. Tutte le strutture sono riservate ai partecipanti e dotate di impianti sportivi.
E anche quest’anno, in seguito al successo ottenuto la scorsa estate, “New English in Italy” propone la
settimana “full immersion” riservata ai ragazzi dai 14 ai 18 anni nel centro di Pragelato dal 12 al 18 luglio.
In questa settimana, considerata la maggiore preparazione linguistica dei partecipanti, sia gli insegnanti che gli
animatori saranno madrelingua, in modo da favorire l’uso della lingua inglese in ogni momento della giornata.
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10
Maggio 2009
confindustria notizie
nuovo servizio. ufficio studi e mercati
bando pubblico
Confindustria e Ccia di Nizza Casa Betania
attivano lo ‘Sportello Francia’ si rifà il look
I confini, si sa, sono un’invenzione dell’uomo, una convenzione. Così, spesso accade che popolazioni che hanno affinità di
cultura e tradizioni e vivono in territori con le stesse caratteristiche morfologiche, si trovino in due Nazioni diverse. Questo
discorso è tanto più valido per la nostra provincia e il Sud della
Francia: da tempo immemorabile i popoli che vivono a cavallo
del confine superano la barriera della Alpi per scambiarsi i
prodotti. Data la vicinanza geografica, la Francia è da sempre il
bacino commerciale per eccellenza delle aziende della Granda
e l’importanza di questo mercato è alquanto accresciuta specie
nel periodo di profonda crisi mondiale che stiamo attraversando. Per favorire e incrementare gli scambi commerciali tra
l’Italia e la Francia, Confindustria Cuneo, in collaborazione
con la Camera di commercio italiana di Nizza, ha attivato
lo “Sportello Francia”, che è stato presentato lo scorso 23
aprile nella sede dell’organizzazione degli industriali cuneesi,
dove i rappresentanti della Camera di commercio italiana di
Nizza hanno incontrato le imprese della Granda interessate
a conoscere in maniera più approfondita il mercato francese.
Un importante momento di scambio e di confronto che agli
imprenditori di casa nostra è stato utile per avere ulteriori
nozioni sugli strumenti più adeguati per operare in Francia,
in materia legale e commerciale. Lo “Sportello Francia”,
seguito dall’ufficio Studi e Mercati di Confindustria Cuneo,
si propone di fornire consulenza gratuita a tutte le associate
che vogliono approfondire e consolidare rapporti economici
e commerciali con la Francia. Inoltre, intende supportare
le aziende cuneesi e francesi nella ricerca di partner, fornire
servizi di incontri imprenditoriali, informare adeguatamente
le aziende di opportunità d’affari, eventi e manifestazioni. A
contorno del servizio consulenziale, si svolgeranno attività e
iniziative di socializzazione che coinvolgeranno i due Paesi: il
primo evento in programma è la due giorni di golf del 30-31
maggio al Golf Club di Cuneo a Boves.
© Elena [email protected]
eleganza & design
Uno scorcio della facciata di Casa Betania in via Bersezio a Cuneo
Acquaform srl unisce eleganza &
design per garantirvi un prodotto
di qualità realizzato con i sistemi più
all’avanguardia nella costruzione delle
piscine, con particolare attenzione nella
cura di particolari e materiali.
Acquaform, grazie alla sua pluriennale
esperienza nel settore, realizza piscine
uniche e originali, adatte a qualsiasi
esigenza, offrendovi un servizio che va
dalla progettazione, all’installazione e
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Un intervento che combini
composizione architettonica,
tecnologie edilizie ed impianti di moderna concezione
con l’elevata qualità ed il
rispetto per l’ambiente, senza
dimenticare che si opera su
un edificio che ha un’importante valenza storica. Una
sfida stimolante attende gli
architetti e gli ingegneri
che parteciperanno al concorso di idee, bandito dall’Immobiliare Confindustria
Cuneo, per l’intervento di
ristrutturazione della Casa di
Betania, la nuova sede degli
industriali cuneesi.
“Nei loro elaborati i progettisti dovranno combinare
una molteplicità d’aspetti dichiara il presidente dell’Immobiliare Confindustria,
Giovanni Battista Mellano
-: essi non solo dovranno
porre particolare attenzione
all’uso di moderne tecnologie, ma anche al risparmio
energetico e al benessere di
chi lavora e fruisce dei locali.
Un aspetto da sottolineare è
la scelta dell’associazione di
aprire un bando pubblico:
avremmo potuto affidare il
recupero di riqualificazione
edilizia della nuova sede ad
una squadra di professionisti
di fiducia, invece, abbiamo
preferito bandire un concorso di idee. Ciò, a mio avviso,
è indice di trasparenza e di
apertura nei confronti dei
giovani architetti e ingegneri, che avranno modo così di
farsi conoscere”.
Attraverso l’uso di tecnologie d’avanguardia, secondo
quelli che sono i dettami del
bando, i progettisti dovranno adattare la struttura ad
uso ufficio, tenendo presente
quelle che sono le esigenze di Confindustria Cuneo.
Eccellenza dovrà essere la
parola d’ordine dell’intervento: sono richiesti, infatti,
elevati livelli di qualità non
solo architettonica e costruttiva ma anche funzionale,
non disgiunti da un elevato standard di salubrità e
confort ambientale interno.
La domanda energetica, poi,
dovrà essere soddisfatta con
la minima emissione dei gas
serra: a tale esigenza si dovrà
affiancare la massima riduzione nell’uso delle risorse
Concorso di idee
di Confindustria
aperto a architetti
e ingegneri
per il restauro
della nuova sede
naturali. Insomma, il recupero di un edificio storico dovrà
passare attraverso le più
moderne, efficienti e avanzate soluzioni architettoniche
e tecnologiche. I progetti in
concorso dovranno prevedere anche la costruzione di
posti auto interrati, su un
massimo di due piani, e di
alcuni parcheggi temporanei
in superficie. Anche l’area
verde dovrà essere oggetto di
recupero: essa, nelle intenzioni dell’associazione, dovrà
essere una zona piacevole
di sfogo e svago ma anche
un’area attrezzata dove
Confindustria potrà organizzare eventi all’aperto.
La partecipazione alla selezione è aperta agli architetti
e ingegneri iscritti ai rispettivi ordini professionali: i concorrenti potranno partecipare in gruppo o avvalersi di
collaboratori e consulenti in
forma associata. I candidati
avranno tempo fino al 22
maggio per presentare il proprio progetto. Un’apposita
commissione - composta dal
presidente dell’Immobiliare Confindustria Giovanni
Battista Mellano, dalla presidente dell’Ordine degli
Architetti, Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori
della Provincia di Cuneo,
Piera Spotorno e dal direttore di Confindustria Cuneo,
Francesco Villani - dopo
aver vagliato i lavori pervenuti, stilerà la graduatoria dei progetti di massima,
selezionando i primi progetti ritenuti meritevoli, che
saranno ammessi alla fase
successiva. Quindi, i tre candidati che avranno superato
questo primo stadio, dovranno stilare i progetti definitivi, che saranno nuovamente
giudicati dalla commissione.
I risultati dei lavori verranno
pubblicati sul sito internet di
Confindustria Cuneo.
Maggio 2009
confindustria notizie
business game. “managers 2009... on the web”
11
seminario. “quando il gioco si fa duro...”
Gioco per imparare Come convivere con
a gestire un’impresa la crisi economica
La crisi economica in corso non sembra
potersi risolvere nel giro di pochi mesi ed in
tal senso le prospettive dei massimi esperti
non sono rassicuranti. Il presente e l’incertezza del futuro sono gli aspetti meno evidenti
ma strettamente connessi alla profonda crisi
che stiamo vivendo. Imprese e imprenditori
possono dotarsi di strumenti utili a governare e finalizzare in modo costruttivo la realtà
negativa. Imparare infatti a gestire i periodi
difficili è l’atteggiamento più opportuno per
meglio affrontare la congiuntura attuale e
trovarsi pronti alla ripresa.
In quest’ottica, il Gruppo Giovani
Imprenditori Edili guidato da Elena
Lovera, unitamente al Gruppo Giovani di
Confindustria Cuneo guidato da Alessandro
Battaglia, in collaborazione con due massimi
esperti nel campo della formazione e dell’impresa, Maria Ludovica Lombardi Varvelli
e Riccardo Varvelli, organizzano martedì
19 maggio dalle ore 15 alle 17,30, presso
la sede di Confindustria Cuneo, “Quando
il gioco si fa duro...”, una seminario motivazionale per una riflessione sulla gestione
dei periodi difficili. All’incontro verranno
affrontate, tra le altre, le seguenti tematiche:
“Lavorare in una realtà negativa. Come
affrontare e gestire i momenti critici”; “Il
cruscotto dei 10 indicatori”; “Cambiamento
dei caratteri e dei comportamenti. Ansia e
stress”, “Il prezzo delle difficoltà”; “Esercitare
attenzione, vigilanza, coraggio”; “Ma soprattutto l’esempio!”.
Foto di gruppo con gli studenti che hanno partecipato all’edizione 2009 del business game
di Ilaria Blangetti
Imprenditori per gioco.
Venerdì 24 aprile, la sede
cuneese di Confindustria,
ha ospitato le premiazioni
del business game “Managers
2009… on the web”, pensato dal gruppo Giovani
Imprenditori per formare i
futuri industriali, appassionando i ragazzi delle scuole
alla gestione di un’azienda.
“Managers 2009” è un software studiato per simulare
le problematiche più comuni
che si affrontano nel gestire
una moderna impresa. Sei
squadre per sei differenti
consigli d’amministrazione,
in rappresentanza di altrettante imprese impegnate, in
un regime di concorrenza
perfetta, con costi di produzione, azioni commerciali, conduzione del magazzino e gestione delle risorse
finanziaria, insomma tutto
ciò che compete ai vertici di un’azienda. Obiettivo?
Aumentare il valore dell’impresa. La gara, com’è
intuibile dal nome del gioco,
avviene tutta per via telematica. La squadra composta dai ragazzi dell’istituto di
istruzione superiore “Guala”
di Bra, sono quelli che sono
riusciti meglio a combinare logica e ragionamento,
strappando il primo posto
all’istituto tecnico commerciale “Bonelli” di Cuneo. Per
i primi classificati, premiati
dal vice presidente Gruppo
Giovani Imprenditori, Pietro
Putetto, un assegno di 800
euro, per i secondi uno da
200 euro e cioccolatini offerti dalla ditta “Ferrero” per le
altre squadre in gara.
La premiazione è stata preceduta dall’intervento di
Piermario Lucchini dell’agenzia di ricerca e selezione del personale “L-gest”,
tra gli ideatori del software
“Managers 2009”, che ha
parlato di “Disorientamento
dopo gli studi”. Lucchini ha
spiegato ai ragazzi presenti,
con un intervento diretto e
divertente, le problematiche
che si incontrano durante la
ricerca del lavoro una volta
terminato il ciclo di studi,
affrontando i metodi di selezione, le modalità di stesura
di un curriculum e i problemi
la classifica
1° - Istituto di Istruzione
Superiore “Guala”
di Bra (Bruno Ellena,
Ilenia Fissore, Manuela
Magliano, Simone Di
Bilio, Cristina Olocco)
0N
2° - Istituto tecnico
commerciale “Bonelli”
di Cuneo (Davide Tuveri,
Lorenzo Cavallo, Nicolò
Mandrile, Gabriele
Cardone)
3° - Istituto tecnico
commerciale e per geometri “Einaudi” di Alba
(Francesca Dellavalle,
Claudio Cavagnero,
Veronica Calissano)
4° - Istituto di istruzione
superiore “Marconi/
Cravetta” di Savigliano
(Lorena Gili, Rosa Foti,
Stela Kapulani, Sara Mei)
5° - Istituto di istruzione
superiore “Virginio” di
Cuneo (Valter Bramardo,
Antonella Mauro, Marco
Racca, Marco Rinaudo)
0BTJEJSFMBY/P[[FEB4PHOP
6° - Istituto tecnico
industriale “Del Pozzo”
di Cuneo (Fabio
Silvestro, Luca Bertaina,
Alessandro Baudino,
Daniele Caraglio)
legati alle difficoltà del capire “ciò che ci piace”. Tramite
un’improbabile mappa del
futuro, Lucchini ha invitato
i ragazzi a prendere in esame
tutti i valori che compongono la vita, per scegliere, in
base ad una personalissima
scala, il lavoro che più ci
soddisferà.
L’istituto “Guala” e l’istituto “Bonelli”, partecipano,
in quanto primo e secondo
classificato, alla sfida finale
in programma il 13 maggio.
In gara altre tre squadre delle
province di Novara, Vercelli
e Prato per tentare di ottenere la “Managers Challenge
Cup 2009”, la coppa degli
imprenditori di domani.
felicitazioni
Da parte del Gruppo Giovani
Imprenditori, al suo presidente Alessandro Battaglia e alla
consorte Monica, novelli sposi
il 2 maggio 2009.
"HSJUVSJTNP3JTUPSBOUF4FSWJ[JP$PNQMFUP$FSJNPOJFBODIFBMMµBQFSUP
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12
Maggio 2009
ance cuneo
Gli edili interpellano
gli ordini professionali
Un momento dell’incontro tra i vertici di Ance e gli Ordini professionali
di Gilberto Manfrin
Uniti si può. I vertici di Ance
Cuneo e quelli dell’Ordine
professionale degli Architetti,
dei Geometri e degli
Ingegneri della Provincia di
Cuneo si sono dati appuntamento in Confindustria
nelle scorse settimane per
provare a stendere un documento d’intenti comune da
inviare alle amministrazioni comunali. All’incontro
erano presenti oltre al presidente della sezione Filippo
Monge, i due vice presidenti
Alberto Fantino e Marisa
Tomatis e il capo gruppo
del Comitato di settore edile,
Mario Giletta. Per gli ordini erano presenti i rispettivi
presidenti: per l’Ordine degli
Architetti, Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori
della Provincia, Piera
Spotorno; per il Collegio
dei Geometri e Geometri
Laureati di Cuneo, Giuseppe
Rinaudo e per l’Ordine degli
Ingegneri della Provincia,
Adriano Gerbotto.
Due, essenzialmente, le questioni al centro dell’incontro: la volontà di adottare
una linea comune nei rapporti con le amministrazioni
pubbliche e la richiesta di
una minor burocrazia nell’espletamento delle pratiche edilizie. “È importante
che noi per primi possiamo
trovare un punto d’incontro
sulle azioni da sviluppare e
sul modo di lavorare - afferma Alberto Fantino, vice
presidente di Ance Cuneo
-. Rileviamo ogni giorno la
necessità di fare progetti con
prezzi realistici e la cosa vale
anche per le amministrazioni pubbliche”. Fantino poi
puntualizza: “Non si può far
realizzare lavori che sul mercato costerebbero milioni
di euro a prezzi nettamente
più inferiori. Certo, oggi per
un’azienda o un professionista rinunciare ad un lavoro diventa quasi complicato considerando il difficile
periodo congiunturale, ma
è necessario darsi tutti una
regolata ed agire per il bene
della comunità. La nostra
vuole anche essere un’azione moralizzatrice rivolta alle
amministrazioni pubbliche
- prosegue Fantino -, che
non possono continuare a
comportarsi come vogliono.
Se i lavori non vengono realizzati ‘a regola d’arte’ - come
si dice in questi casi - poi se
ne pagano le conseguenze,
arrivando a rifare sempre le
stesse opere. Quanto accaduto in Abruzzo con alcune
costruzioni è l’emblema di
ciò che voglio dire: opere
recenti collassate come se
niente fosse. Per l’esperienza
che ho sul campo - prosegue Fantino - sono sempre
le amministrazioni che non
I costruttori
hanno incontrato
i rappresentanti
degli architetti,
dei geometri
e degli ingegneri
per parlare dei
problemi con le
amministrazioni
permettono lo svolgimento di lavori a regola d’arte.
Vorrà pur dire qualcosa”. Ma
l’attenzione dei presenti si è
spostata anche sul gravoso
carico burocratico cui devono far fronte le imprese edili
ogni qual volta devono ottenere le licenze per dare avvio
ai lavori: “Una situazione
annosa per la quale è arrivato il momento di risolvere
la questione - dice Fantino
-. Se esistono i Prg, è mai
possibile che tutti i professionisti e tutte le imprese
debbano sempre recarsi presso gli uffici Edilizia comunali
per ottenere lumi e delucidazioni per avviare i lavori”?
Per Fantino la soluzione è
una sola: “Anche qui serve
un’azione di concertazione
con gli ordini professionali:
chiederemo alle amministrazioni comunali delle ‘Sette
Sorelle’ (Cuneo, Alba, Bra,
Fossano, Savigliano, Saluzzo,
Mondovì) di poter costruire
senza dover sempre adempiere a quegli obblighi burocratici che non fanno altro che
dilatare nel tempo l’avvio dei
lavori. È necessario snellire la
prassi, perchè oggi per vedere
ultimata un’opera occorrono
troppi anni. L’Ance si farà
carico di fare precisa richiesta in tal senso: la speranza
- conclude Fantino - è che
anche gli ordini professionali
si aggiungano a noi”.
i corsi di formazione di MAGGIO
CORSO RSPP MODULO A 28 ORE
4/7//11/14 maggio, h. 9-13/14-18 – Confindustria Cuneo, corso Dante 51
Il corso è finalizzato alla preparazione dei Responsabili ed Addetti dei Servizi di Prevenzione e Protezione,
in possesso di un titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore. Il Modulo A è
propedeutico agli altri e la sua idoneità, una volta conseguita, resta valida per tutti i percorsi formativi
successivi, costituendo credito formativo permanente.
CORSO “FONDAMENTI DI MARKETING”
7/8 maggio, h. 9-13/14-18 – Confindustria Cuneo, corso Dante 51
Il corso è strutturato come introduzione per coloro che dovranno occuparsi di marketing, per manager
e quadri delle vendite e tutti i manager di funzioni che si occupano di creare valore verso il mercato. La
lezione svilupperà concetti di creazione del valore, strategia, ciclo del prodotto, analisi di concorrenza,
segmentazione del mercato, posizionamento e marketing relazionale.
CORSO SULLA NUOVA DISCIPLINA DEI TEMPI DI GUIDA E DI RIPOSO E SUL TACHIGRAFO DIGITALE
8 maggio, h. 9-13/14-18 – Confindustria Cuneo, corso Dante 51
Il corso è rivolto alle aziende che si occupano di trasporto e che necessitano di aggiornamenti per il tachigrafo digitale, con l’obiettivo di: mettere a conoscenza del Regolamento (Ce) 561/2006 entrato in vigore l’11
aprile 2007, che modifica e aggiorna le norme sui tempi di guida e di riposo dei conducenti, nonché delle
recenti normative in materia di controlli; far acquisire le competenze necessarie per l’utilizzo del tachigrafo
digitale; insegnare a gestire le carte tachigrafiche; far acquisire le competenze per la gestione dei dati.
CORSO “GESTIONE DEI LAVORI IN APPALTO”
8 e 22 maggio, h. 9-13/14-18 – Confindustria Alba, corso Nino Bixio 58/2
La lezione è rivolta ai responsabili e agli addetti al servizio di prevenzione e protezione, agli addetti ufficio
acquisti, agli addetti manutenzione e si pone come obiettivo quello di permettere di far riconoscere i
criteri generali della normativa vigente e applicare le disposizioni per la corretta scelta, organizzazione e
gestione degli appalti nell’ambito aziendale.
CORSO DI AGGIORNAMENTO DI PRONTO SOCCORSO AZIENDE GRUPPO A
14 maggio, h. 9-13/14-16 – Confindustria Alba, corso Nino Bixio 58/2
I corsi hanno la finalità di fornire le conoscenze e le capacità operative di base necessarie per l’attuazione degli
interventi di primo soccorso in caso di infortunio sul lavoro (art. 3, comma 3, d.m. 388/2003) e sono rivolti agli
operatori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso (designati ai sensi del D.Lgs. 81/2008 - d.m. 388/2003)
in aziende o unità produttive classificate nella tipologie di gruppo A ai sensi dell’art. 1 del d.m. 388/2003.
CORSO “TOTAL PRODUCTION MANAGEMENT”
14/15 maggio, h. 9-13/14-18 – Confindustria Cuneo, corso Dante 51
Il corso è indirizzato a responsabili di produzione, capi reparto, persone deputate alla progettazione ed
alla gestione della produzione e racchiude una sintesi delle metologie vincenti che hanno portato alcune
aziende italiane a livelli di eccellenza. Finalità del corso sarà quella di assicurare solidi fondamenti nella
gestione e nella progettazione di un’organizzazione produttiva.
CORSO “IL BILANCIO DELLE COMPETENZE”
15 maggio, h. 9-13/14-18 – Confindustria Cuneo, corso Dante 51
La giornata formativa è rivolta ai responsabili delle risorse umane, ai manager e ai dirigenti, con l’obiettivo
di introdurre i partecipanti alle procedure di analisi delle competenze dei professionisti operanti in ambito
aziendale. Saranno proposti strumenti di valutazione utilizzabili anche da coloro che non hanno una formazione psicologica e non sono abilitati all’utilizzo di test.
CORSO AVANZATO DI PRIVACY
21 maggio, h. 9-13/14-16 – Confindustria Cuneo, corso Dante 51
Il corso è rivolto ai responsabili privacy, agli imprenditori, agli incaricati del trattamento dei dati personali
con l’intento di consentire un’analisi approfondita dei recenti interventi del Garante sulla Privacy su: sistema di gestione sicurezza dell’informazione (SGSI); sicurezza dei dati e dei sistemi (D.Lgs. 196/03); principi
normativi di sicurezza previsti dal Codice (Disciplinare Tecnico - allegato B) Il segreto nelle comunicazioni;
privacy e lavoro; le verifiche ispettive, analisi dei processi; Provvedimento 13/07 - Linee guida del Garante
per posta elettronica ed Internet; Provvedimento Garante Prot. Dati Pers. 27/11/2008.
CORSO “LA FATTURAZIONE E LA CONSERVAZIONE ELETTRONICA DEI DOCUMENTI”
22 maggio, h. 10,30-13/14-17,30 – Confindustria Cuneo, corso Dante 51
Il corso, rivolto ai responsabili e addetti delle aree contabilità, fisco, amministrazione, It, di aziende di ogni
tipo e dimensione persegue l’obiettivo di informare e formare sullo status quo normativo ed operativo.
Questi gli argomenti che verranno trattati: fonti normative; interpretazioni dell’Amministrazione finanziaria;
terminologia tecnica, individuazione dei documenti che possono essere sottoposti al processo di conservazione; fatturazione elettronica; conservazione sostitutiva; compiti e ruolo del responsabile della conservazione; quadro sulle firme elettroniche per comprendere meglio gli eventuali servizi presi in outsourcing.
CORSO PREVENZIONE INCENDI RISCHIO MEDIO
25 maggio, h. 9-13/14-18 – Confindustria Cuneo, corso Dante 51
I corsi sono rivolti ai lavoratori incaricati di attuare le misure di prevenzione incendi in luoghi di lavoro
classificati a livello di rischio di incendio medio ed hanno la finalità di fornire ai partecipanti le conoscenze
di base per lo svolgimento dei compiti previsti a carico dei lavoratori addetti alla prevenzione incendi
(attività a rischio di incendio medio), attraverso l’erogazione dei contenuti previsti Artt. 21 e 22 del Dlgs.
81/08 e art. 7 del D.M. 10 marzo 1998.
CORSO BASE DI PRONTO SOCCORSO AZIENDE GRUPPO A
25/26 maggio, h. 9-13/14- 18– Confindustria Alba, corso Nino Bixio 58/2
I corsi hanno la finalità di fornire le conoscenze e le capacità operative di base necessarie per l’attuazione degli
interventi di primo soccorso in caso di infortunio sul lavoro (art. 3, comma 3, d.m. 388/2003) e sono rivolti agli
operatori incaricati di attuare le misure di pronto soccorso (designati ai sensi del D.Lgs. 81/2008 - d.m. 388/2003)
in aziende. o unità produttive classificate nella tipologie di gruppo A ai sensi dell’art. 1 del d.m. 388/2003.
detto & fatto
tardivo ha fotografato per l’ucid
la realtà economica della granda
Organizzato dalla sezione di Cuneo dell’Ucid, Unione
cristiana imprenditori dirigenti, il convegno, che si è
tenuto lo scorso 28 aprile, in Confindustria Cuneo ha
fotografato la realtà economica della Granda, in questo momento di oggettiva complessità. Con l’intervento dal titolo “l’economia cuneese: il coraggio di investire e la capacita’ di innovare”, il professor Giuseppe
Tardivo, ordinario di Economia e direzione delle imprese all’Università di Torino e coordinatore della Facoltà
di Economia di Cuneo, ha affrontato il tema sotto
due interessanti e stimolanti profili: il primo aspetto,
evidenziato dal professor Tardivo, è il coraggio delle
aziende “star” cuneesi di continuare ad investire; l’altra
prospettiva che è stata indagata è quella relativa alla
capacità di innovare e quindi proseguire sui percorsi
virtuosi di tenuta e sviluppo delle performance economiche della nostra provincia. Dopo aver analizzato
la congiuntura attuale, il professor Tardivo ha esposto
alcuni dati di sintesi che ben chiarificano l’andamento
dell’economia provinciale, analizzando quella che è la
specificità della provincia di Cuneo.
confindustria notizie
CORSO ADDETTI ALLA GUIDA DEI CARRELLI ELEVATORI
27 maggio, h. 9-13/14-18 – Confindustria Cuneo, corso Dante 51
I corsi hanno la finalità di fornire le conoscenze e le capacità operative di base per il corretto impiego dei
carrelli elevatori nel rispetto delle specifiche prescrizioni di sicurezza e sono rivolti agli addetti alla conduzione dei carrelli elevatori secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008). I partecipanti devono essere in
possesso della patente di guida (almeno tipo B).
CORSO PER PREPOSTI
28 maggio, h. 9-13/14-18 – Confindustria Cuneo, corso Dante 51
I corsi sono rivolti a tutti coloro che sovrintendono all’attività lavorativa e garantiscono l’attuazione delle
direttive ricevute (preposti) e perseguono le seguenti finalità: fornire ai preposti la necessaria formazione/
informazione in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro; fornire una conoscenza sui fattori di rischio
e sulla valutazione dei rischi; informare i preposti sulle proprie responsabilità in materia di igiene e sicurezza
sul lavoro; assolvere gli obblighi normativi previsti dal D.lgs. 81/08 (Testo Unico Sicurezza); fornire le basi in
tema di comunicazione e relazione con i collaboratori per gestire al meglio il proprio ruolo di “capo”.
CORSO DI FORMAZIONE “SET-UP REDUCTION”
29 maggio, h. 9-13/14-18 – Confindustria Cuneo, corso Dante 51
Il corso è destinato a responsabili di produzione, capi reparto, capi manutenzione, operatori e tecnologi
con il fine di ridurre le scorte intermedie e quindi il capitale circolante necessario al funzionamento dell’azienda. La lezione svilupperà concetti di riduzione del tempo di attrezzaggio.
Il professor Giuseppe Tardivo
Info: Ufficio Formazione Confindustria Cuneo (tel. 0171/455.532/425/424 - mail: [email protected])
Maggio 2009
confindustria notizie
13
consorzi. granda e mechanical export
Andata e ritorno da Cuneo a Mosca
Successo per la missione imprenditoriale in Russia organizzata da Confindustria, Ice,
Abi e ministero dello Sviluppo economico. Ampia partecipazione dell’industria cuneese.
di Gilberto Manfrin
Alla conquista della Russia.
Dal 5 al 9 aprile scorsi
Confindustria Cuneo ha
preso parte ad una missione imprenditoriale nella
Federazione Russa, organizzata da Confindustria
nazionale in collaborazione con l’Ice (Istituto per il
Commercio Estero) e l’Abi
(Associazione
Bancaria
Italiana), sotto l’egida del
Ministero dello Sviluppo
Economico. L’iniziativa ha
rappresentato la più grande
missione di sistema mai organizzata da Confindustria ed
ha coinvolto circa 500 aziende associate, provenienti da
tutta l’Italia. L’associazione
ha partecipato al meeting
con una delegazione composta dal vice-presidente
Amilcare Merlo, presidente
del consorzio Mechanical
Export Cuneo e da Andrea
Oitana, membro di giunta
di Confindustria Cuneo,
presidente del consorzio
Granda Export e membro del Comitato Tecnico
Affari internazionali di
Confindustria nazionale,
in rappresentanza di tutte
le imprese cuneesi associate. Un viaggio all’ombra del
Cremlino per rafforzare la
presenza del sistema industriale cuneese e presentare alle imprese il mercato
russo e le sue eccellenze,
con lo scopo di incrementare le vendite e promuovere
accordi di collaborazione.
Sotto questo punto di vista,
il piano di riforme economiche annunciato dal presidente russo Medvedev si
propone proprio di sostenere ulteriormente lo sviluppo
del Paese attraverso una sua
maggiore apertura al sistema
internazionale degli scambi e il progressivo rafforzamento del partenariato con
l’Unione Europea (già oggi
primo partner commerciale
russo). I tassi di crescita economica registrati negli ultimi anni infatti, hanno fatto
della Russia uno dei mercati
di maggiore interesse per le
strategie di internazionalizzazione delle imprese italiane. E Confindustria Cuneo
non ha voluto farsi scappare
l’occasione: “Le innovazioni
e le proposte tecnologiche
offerte ai potenziali partner
hanno testimoniato la vitalità e la capacità del tessuto
imprenditoriale ed industriale italiano di saper progredire nonostante la crisi
- ha sottolineato il vice-presidente Amilcare Merlo -.
Le grandi potenzialità che il
nostro Paese offre nel fare
impresa, di sviluppare i rapporti con altre grandi realtà come quella russa sono
state il filo conduttore della
missione. La presenza delle
massime autorità, come il
premier Putin, i vari ministri
del commercio estero e delle
diverse aree macroeconomi-
Il vice presidente di Confindustria Cuneo Amilcare Merlo e Nicolo Cometto e, a fianco, la sala in cui si è svolto il Forum Economico Italia-Russia
che, sono un chiaro segnale di apprezzamento che i
nostri partner russi hanno
voluto riserbare alla nostra
delegazione”. La missione si
è aperta a Mosca i giorni 6
e 7 aprile con l’organizzazione di un seminario tecnico
dedicato al quadro giuridico
e agli strumenti per operare
nel Paese: a questo ne sono
seguiti altri quattro settoriali, con incontri bilaterali.
Martedì 7 aprile, si è inoltre
tenuto il Forum Economico
Italia-Russia, a cui hanno
partecipato tra gli altri il
Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi, il Primo
Ministro della Federazione
Russa Vladimir Putin, nonché Claudio Scajola, Ministro
dello Sviluppo Economico
ed Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria.
commenti
imprenditori soddisfatti degli incontri con i buyers russi
La missione in Russia è entrata nel vivo con quattro tappe parallele in quattro differenti città russe, nelle
quali la delegazione imprenditoriale è stata suddivisa in funzione del settore di attività: Ekaterinburg
(per i settori Macchine utensili, Meccanica, Beni strumentali e dei metalli); San Pietroburgo (Beni di
consumo, Alta tecnologia, Logistica, Cantieristica navale); Krasnodar (Agroindustria, Macchine agricole, Materiali da costruzione); Novosibirsk (Macchinari per la lavorazione del legno, Bio e nano tecnologie, Beni di consumo). Oltre alla delegazione confindustriale cuneese guidata da Amilcare Merlo
ed Andrea Oitana, hanno partecipato anche le aziende Alpitour World di Cuneo, Boema di Neive,
Buzzi Unicem di Robilante, Cosmo di Busca, Fenice di Savigliano, Fonti di Vinadio di Vinadio e Monetti
di Racconigi. “Sono stati numerosi, durante la missione, gli incontri bilaterali e le visite ad insediamenti
produttivi, con dimostrazioni di notevole interesse da parte degli interlocutori russi - ha affermato il
presidente del Consorzio Granda Export, Andrea Oitana, della Monetti di Racconigi -. I risultati di
questi primi contatti si potranno cominciare a vedere nei prossimi mesi. Certo è che, se si riuscirà a
fare ‘sistema’ tra il mondo confindustriale, camerale ed i vari enti locali e regionali che operano per
lo sviluppo delle aziende cuneesi all’estero, le nostre imprese avranno sicuramente grandi opportunità
di crescita”. Positivi riscontri anche per Marco Bosio, direttore commerciale della Boema di Neive:
“Già conoscevamo il mercato russo e l’occasione è stata buona per poter incontrare i buyers russi e
rafforzare il rapporto di collaborazione con loro. Opportuna la suddivisione in base ai settori di appartenenza, perché ha dato modo alle aziende di meglio inserirsi nel contesto della missione”. Ha preso
parte al viaggio anche la Buzzi Unicem di Robilante: “Da tempo operiamo sul mercato russo - afferma
Sandro Buzzi, presidente del Gruppo Buzzi Unicem -. Abbiamo preso parte alle giornate introduttive
e agli incontri ‘B to B’ (business to business, ndr) che si proponevano di portare a contatto in modo
concreto i nostri operatori con quelli russi. Il mercato russo è per noi di fondamentale importanza”.
Maggio 2009
14
confindustria notizie
comitato piccola industria e consorzio granda in rete
Convegno sul divario digitale nella Granda
Appuntamento martedì 5 maggio dalle 16,30 alle 18,30 nel salone di Confindustria di Cuneo
di Silvia Marra
In provincia, il fenomeno
del divario digitale è particolarmente evidente, a causa
anche della sua particolare
configurazione morfologica e
geografica. La disponbilità di
infrastrutture a banda larga,
di tecnologie e di servizi ad
essa correlati, è ormai un
fattore strategico per sostenere e incrementare il livello
di competitività di tutto il
sistema economico provinciale. In virtù del suo ruolo di
rappresentanza del comparto industriale territoriale, il
Comitato Piccola Industria,
in collaborazione con il
Consorzio Granda in Rete di
Confindustria Cuneo, organizza per martedì 5 maggio
dalle 16,30 alle 18,30, presso
il Salone di Confindustria
Cuneo, un convegno sul
Digital Divide in provincia
di Cuneo. L’incontro, rivolto alle aziende associate,
alla Regione, alla Provincia,
ai sindaci, alle Comunità
Montane, alle associazioni
di categoria, al Consorzio
Granda in Rete, agli interessati, si pone come obiettivo quello di orientare un
focus sulla realtà industriale
riguardo al Digital Divide, in
prospettiva di eliminare su
tutto il territorio il problema,
presentando anche soluzioni
alternative per le zone ancora scoperte. Aprirà e chiuderà i lavori Mauro Gola, presidente del Comitato Piccola
Industria. Interverranno
Ambrogio Invernizzi, assessore provinciale ai Trasporti,
Fabio Ruggeri, responsabile Telecom per i rapporti
con le Istituzioni Locali (“Lo
scenario generale del Digital
Devide”); Roberto Moriondo,
responsabile Sistemi informativi ed Informatica della
Regione Piemonte (“Il piano
della Regione per il Digital
Devide”); Sergio Duretti,
direttore del Csp, struttura di
Innovazione e ricerca della
pubblica amministrazione
piemontese nel campo delle
tecnologie della Società dell’Informazione; Alessandro
Risso, dirigente Settore
Informatico Provincia di
Cuneo (“La situazione provinciale”); Fabrizio Nanni
responsabile
Telecom
Network NordOvest (“Le
infrastrutture provinciali di
Telecom”); Michele Ferraudo
del Consorzio Granda in
Rete; Luca Conterio, responsabile Telecom Top Clients
NordOvest (“I servizi di
Telecom”).
gestione del personale
incontro sul regime sanzionatorio
Mercoledì 6 maggio dalle ore 16,30 alle 18,30, presso
la sede di Confindustria Cuneo, si terrà “Il regime sanzonatorio e la gestione della criticità”, terzo appuntamento del “Ciclo di incontri per lo sviluppo delle
conoscenze base per la gestione del personale”,
organizzato dal Comitato Piccola Industria in collaborazione con la Sezione Terziario innovativo. A tenere l’incontro sarà l’avvocato Roberto Bausardo, che
analizzerà cinque punti fondamentali della gestione
dei contratti di lavoro e le diverse forme di retribuzione, ovvero: collaborazioni occasionali; associazione
in partecipazione; utilizzo di cooperative, appalti e
subappalti; aspetti formali, pratici e legali per interpretare al meglio il complesso insieme dei rapporti di
lavoro; analisi della giurisprudenza e casi pratici.
“aperitivi con il politecnico”/5
Manutenzione
intelligente
di componenti
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TORRE SAN GIORGIO (CN)
Il tema “La prognostica:
una nuova tecnica al servizio della manutenzione
intelligente di componenti
e sistemi”, sarà al centro dell’ultimo appuntamento della
rassegna “Aperitivi con il
Politecnico”, la serie di 5
incontri organizzati presso la
propria sede da Confindustria
Cuneo, in collaborazione
con il Politecnico di Torino.
Relatori della serata, che si
terrà il 19 maggio alle ore
18, presso la Confindustria
di Cuneo saranno Giovanni
Jacazio e Massimo Sorli.
La prognostica e gestione
dello stato di un componente o di un sistema, tipicamente indicate con l’acronimo Phm (Prognostics
and Health Management)
costituiscono una tecnica
emergente che sta progressivamente conducendo ad un
cambiamento del paradigma
in base al quale sistemi dinamici complessi, ma anche
i loro componenti, vengono progettati, controllati e
manutenuti. Rispetto alle
tecniche di semplice rilevamento di un guasto e del suo
isolamento, la prognostica si
pone l’obiettivo di identificare i sintomi precursori di
un guasto futuro e di valutare
la vita utile rimanente al
sistema prima che il guasto si
manifesti. Un’efficace prognostica consente quindi di
massimizzare la vita operativa di un sistema e di ridurre
al minimo i costi di manutenzione e quelli del ciclo di
vita del prodotto. Rispetto
alle costose procedure di
manutenzione programmata,
necessarie per garantire la
continuità operativa di un
sistema, la prognostica con-
Martedì 19
maggio ultimo
appuntamento
del ciclo ideato
da Confindustria
e Politecnico
sente quindi la creazione di
una manutenzione intelligente eliminando interventi
non necessari e consentendo di pianificare nel modo
ottimale quelli che devono
essere condotti in seguito
all’allerta che un determinato guasto si manifesterà dopo
un determinato periodo di
tempo.
L’interesse verso la prognostica, inizialmente confinato
ai settori dell’aerospazio e
della difesa, sta progressivamente allargandosi al settore industriale più vasto per
le potenzialità offerte nel
garantire la miglior gestione
della vita di un prodotto.
Un’efficace
prognostica
richiede l’integrazione di
competenze in molte discipline al fine di identificare
correttamente i precursori di
futuri guasti, ed in particolare necessita di capire come
individuare i sintomi di un
guasto, come trasferirli nel
campo di grandezze misurabili, come misurarli, come
distinguere una reale tendenza dalle normali variazioni delle caratteristiche operative in servizio per ridurre
al minimo i falsi allarmi ed
evitare guasti non riconosciuti, come costruire un
modello di previsione di vita
rimanente.
Maggio 2009
aziende e imprenditori
molino f.lli chiavazza
15
unifarma
Bartolomeo, una vita La grande farmacia
fatta di tante imprese di Silvio Bonelli
di Paolo Gerbaldo
Da azienda artigianale a
industria nazionale. è questa l’evoluzione del Molino
Chiavazza. Una realtà posta
a Casalgrasso che ha alle
spalle il lavoro e le intuizioni di Bartolomeo Chiavazza,
nato a Casalgrasso il 6 febbraio 1925 e scomparso il 3
aprile 2009.
Bartolomeo Chiavazza, fondatore insieme al fratello
Giuseppe del Molino F.lli
Chiavazza, costantemente
attento alle problematiche
del settore e all’evoluzione
del mercato, aveva lasciato,
da alcuni anni, la guida dell’azienda al figlio Luigi.
Nell’estate del 1943, il giovane Bartolomeo, precettato,
venne avviato al lavoro nella
Francia meridionale occupata dalle forze armate italiane
da dove fuggì in occasione del bombardamento del
porto di Tolone.
Nel dopoguerra Bartolomeo
Chiavazza incominciò a
lavorare come procacciatore
di affari ed entrò in contatto
anche con l’On. Mattei con
il quale concluse la vendita
in Piemonte di alcune aree
destinate ad ospitare le stazioni di servizio Supercortemaggiore. Furono questi gli
anni in cui ebbe inizio la sua
intensa avventura imprenditoriale.
Negli anni del boom economico, per la precisione nel
1955, i fratelli Chiavazza
(Andrea e Luigi), proprietari di una panetteria, presero in affitto il Molino di
Casalgrasso (capacità di produzione di 120 q.li al giorno) e ne affidano la gestione
a Bartolomeo e al fratello
Giuseppe, nato nel 1936. Si
trattava di un vecchio molino
a palmenti alimentato dalle
acque del canale Rio Freddo,
utilizzato per la macinazione
del frumento, della segale e la
battitura della canapa. Nello
stesso anno, Bartolomeo
sposò Giuseppina Bauducco
Bartolomeo Chiavazza
di Pancalieri che sarà al sua
fianco anche nella gestione dell’azienda. I figli di
Bartolomeo e Giuseppina
Chiavazza saranno Domenica
e Luigi. Nel 1959, i fratelli Chiavazza
acquistarono il molino e
avviarono la costruzione del
fabbricato adibito a silos e
magazzino. La potenzialità
del molino venne portata a
280 quintali al giorno che
salirà a 700 cinque anni
dopo per arrivare a 1.300
nel 1970.
Nel 1970 si ebbe la determinante svolta commerciale. Il
molino iniziò infatti a confezionare farina in pacchetti
per servire i primi supermercati della Lombardia. Una
sfida che presto darà i suoi
frutti. Nel 1977 l’impianto
di confezionamento raddoppiò, mentre all’inizio degli
anni Ottanta la potenzialità
di grano macinato saliva a
2.600 quintali al giorno. Nel
1988 saranno 4.000. All’inizio degli anni ’90
venne realizzato un moderno
fabbricato per la produzione
di pacchetti di farina destinati ai supermercati.
Oggi il Molino F.lli Chiavazza spa è una delle più significative aziende molitorie e
uno dei principali produttori
nazionali di farine, confezionate a marca privata e a
marchio proprio, destinate
al consumo finale e professionale. L’azienda può pro-
durre ogni giorno oltre 300
tonnellate di farina di grano
tenero e confezionare un’ampia gamma di prodotti. Bartolomeo Chiavazza è
stato una figura di imprenditore fortemente legato al
territorio che si è sempre
adoperato a sviluppare la
propria azienda e a favorire lo sviluppo in zona di
attività produttive. A metà
degli anni Ottanta acquisì a
Pancalieri un’area industriale di 60.000 mq riqualificandola e mettendola a disposizione di imprenditori locali,
dando così l’opportunità a
parecchie famiglie di trovare
un’occupazione in zona.
di Ilaria Blangetti
Silvio Bonelli, fondatore dell’Unifarma, è morto il 5 aprile,
all’età di 87 anni. Bonelli, nel
1948, è stato uno dei soci fondatori dell’Unifarma, azienda fossanese che è diventata,
nell’arco di sessant’anni, una
delle realtà della distribuzione
farmaceutica più importanti a
livello nazionale. Nato il 19
aprile del 1921 a Saluzzo, si
diploma ragioniere e vive ben
presto la triste esperienza della
guerra in Albania. Prigioniero
dei tedeschi, viene internato nel campo di concentramento di Witzendorf, liberato dagli americani torna in
Italia dove scopre il bisogno
Silvio Bonelli
di assicurare la fornitura di
quei pochi farmaci reperibili
nell’immediato dopoguerra.
Nasce così Unifarma, l’azien-
saega
La pesante eredità
di Ernesto Rapalino
di Beppe Malò
È stato grande il cordoglio che
la città ha vissuto per la scomparsa di Ernesto Rapalino. 70
anni, imprenditore, dal 1989
responsabile della Saega spa
di Alba, azienda del settore
edile per la produzione di sabbia, ghiaia e calcestruzzi. Era
una persona molto nota e stimata tanto per la sua attività
professionale, che nel 2008 gli
era valsa il conferimento della
Stella al merito del lavoro,
quanto per il sostegno appassionato messo a disposizione
di numerosi progetti sportivi
tra cui tra cui la Pallonistica
Albese, il Tiro a volo di
Alba, l’Albese Calcio e l’Alba
Volley. Ernesto Rapalino era
nato a Cissone, in alta Langa,
il 5 aprile 1938. Superate le
mille difficoltà degli anni che
videro la tragedia della guerra
e le difficoltà della ripresa economica, si trasferì a Monforte
Ernesto Rapalino
d’Alba negli anni Sessanta
con la famiglia iniziando il
suo percorso lavorativo nella
società Sam spa inizialmente
come autista sino a diventare responsabile della gestione
dell’impianto di produzione
di asfalto e della relativa logistica. Nel corso degli anni
ha formato parecchi giovani
grazie alla enorme esperienza maturata e messa a frutto
nel mondo del lavoro. Dal
1989, grazie alle sue capacità ed esperienza è divenuto
responsabile della Saega spa
di Alba oggi guidata dal figlio
Marco in qualità di amministratore delegato. “Come
figlio e successore in azienda
- sottolinea Marco Rapalino
ricordando la figura del padre
- non potrò fare altro che
far tesoro dei suoi consigli
e seguire l’esempio che ci
ha lasciato in questi anni di
lavoro vissuti insieme, ben
sapendo che il vuoto lasciato
sarà difficilmente colmabile:
per le sue innate qualità di
attitudine al lavoro e correttezza professionale, per l’esperienza e per l’attaccamento al
nostro patrimonio di valori.
Un ricordo indelebile, infine, sarà quello di un affettuosissimo nonno legato da
un profondissimo affetto alle
nipotine”.
da che vede la sua prima sede
in corso Emanuele Filiberto a
Fossano, per poi trasferirsi nel
’55 nella nuova sede, sempre
di corso Emanuele Filiberto,
e spostarsi, definitivamente,
nel ’73 in quella che è l’attuale collocazione, ossia via
Nazario Sauro. Silvio Bonelli
è stato per lungo tempo direttore generale di Unifarma e,
negli ultimi anni, dopo il pensionamento, era diventato
presidente onorario. Per questa sua dedizione al lavoro,
Bonelli, nominato Cavaliere
della Repubblica, è stato
insignito del premio della
Fedeltà al Lavoro e Progresso
Economico della Camera di
Commercio nel ’87 e nel ’98 è
diventato Maestro del Lavoro
dell’Unione Industriale in
occasione dei cinquant’anni
di attività imprenditoriale.
Oggi Unifarma garantisce
farmaci in tempo reale in
Piemonte, Liguria e Valle
D’Aosta: un giro di 6 mila
pacchi al giorno per permettere a tutte le farmacie un
rifornimento rapido e capillare, all’insegna dell’efficienza, anche nelle vallate e nei
luoghi più lontani dai centri cittadini. “La peculiarità
di Unifarma - dice Giorgio
Bonelli, uno dei due figli
di Silvio Bonelli ed attuale
amministratore delegato dell’azienda, - è quella di essere
nata con il connotato di essere al servizio dei farmacisti
e, al tempo stesso, proprietà
degli stessi”. Attualmente,
nell’edificio di via Nazario
Sauro, sono centralizzati gli
uffici dell’amministrazione e
commerciali ed il centro elaborazione dati. Nello stesso
complesso sono anche ubicate le Società del gruppo
Farmaline e Farmalease. Le
attività della sede sono ripartite in tre grandi aree che
complessivamente occupano
50 persone: area amministrativa, commerciale e centro
elaborazione dati, dipendente
da Farmaline Srl. MAGGIO MESE DELLE CROCIERE!
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Maggio 2009
16
tecnogranda
Continua la crescita
del parco tecnologico
Una società in crescita: raddoppiano i ricavi e pareggia,
per il secondo anno consecutivo, il bilancio. Un consuntivo positivo, quello di
Tecnogranda nell’anno passato, che è stato discusso e
approvato, lo scorso 23 aprile, nel corso dell’assemblea
dei soci del Parco scientifico tecnologico per l’AgroIndustria di Dronero. Nel
2008, dando corso alla nuova
mission aziendale, che ha
individuato nell’agro-industria una vocazione economica e culturale dei territori
del Cuneese, Tecnogranda
ha concluso con successo
la fase di riposizionamento,
intessendo la trama di un
sistema a rete che, attraverso
i laboratori della struttura e
la condivisione di competenze offerte da centri di ricerca, Università e Politecnico,
consente la diffusione di
conoscenze alle imprese
nel segno dell’innovazione.
Consulenze utili ad accedere alla finanza agevolata dei
bandi europei: tracciabilità
e rintracciabilità alimentare, nanotecnologie applicate
al confezionamento ed alla
sicurezza dei cibi, soluzioni
Bilancio chiuso
in pareggio per
il secondo anno
consecutivo.
Nel 2008 sono
stati eleborati
oltre 600 progetti
per la logistica e il trasporto,
energie rinnovabili e marketing sono alcuni dei settori in cui si è sviluppata la
collaborazione della società
con le aziende. Nell’arco del
2008 Tecnogranda ha fornito supporto nella presentazione di progetti finanziabili
a 30 aziende. Il trasferimento
tecnologico, soprattutto nei
confronti di operatori mediopiccoli, più esposti alle difficoltà di accesso all’innovazione, rimane l’obiettivo di
Tecnogranda anche per gli
anni a venire. Il 2008 è stato
contraddistinto anche dal
complesso lavoro necessario
per la presentazione della
candidatura di Tecnogranda
a soggetto gestore del Polo
regionale di innovazione per
l’Agroalimentare. Un iter
che ha dimostrato la forza
della domanda di innovazione scaturita dalle aziende.
Riunite in un’associazione
temporanea di scopo, oltre
240 imprese si sono servite
delle strutture e conoscenze
di Tecnogranda per elaborare oltre 600 progetti innovativi.
“L’importanza di questa
iniziativa, tuttora in corso
di completamento, è strategica e fondamentale per
lo sviluppo delle attività di
Tecnogranda - spiega il presidente della società Mauro
Chiotasso -. Ciascuna impresa aderente ha manifestato
mediamente l’interesse ad
avviare 2-3 progetti di innovazione: il quadro delle possibili attività di Tecnogranda
si allarga quindi in modo
sostanziale e consente di
operare sul mercato agro-alimentare ed agro-industriale
in modo non soltanto più
consistente, ma soprattutto
più consapevole e strategico,
scegliendo le linee di intervento che forniscono possibilità di ritorno sul territorio
più promettenti”.
barbero group
aziende e imprenditori
in breve
“Stella al merito del lavoro” per 11 dipendenti di aziende albesi
Sono 11 i dipendenti di cinque aziende cuneesi che, lo scorso 1° maggio, nel corso della
cerimonia che si è tenuta al Conservatorio Verdi di Torino, hanno ricevuto, anche grazie alla
segnalazione di Confindustria Cuneo, la “Stella al merito del Lavoro”. Ogni anno il Ministero del
Lavoro conferisce, nel giorno della festa del lavoro, le decorazioni ai dipendenti che si siano
particolarmente distinti per singolari meriti di condotta morale, perizia, laboriosità, anzianità di
servizio, innovazioni nel campo tecnico e produttivo. Tra gli ottanta premiati, hanno meritato
l’ambito riconoscimento i dipendenti della Ferrero spa di Alba: Renato Battaglio, Luigi Gallo,
Renato Giordano, Armando Manassero, Cesarina Sobrero e Giancarla Traversa; Giuseppe
Bornelli, dipendente della Società cooperativa Vitale Robaldo di Alba; Candida Margiaria,
dipendente della Barberis Aldo impresa costruzioni spa di Alba; Giancarlo Pascale e Giovanni
Franco Vezza, dipendenti della Miroglio spa di Alba; Pasquale Toppi, dipendente della Navello
spa di Monchiero.
sabato 16 maggio l’inaugurazione dell’ “acino ceretto”
La Cantina Monsordo Bernardina di Bruno e Marcello Ceretto svelerà ufficialmente il suo nuovo
volto sabato 16 maggio ospitando una giornata di studio dedicata ai temi del turismo, della
qualità dell’accoglienza e del rapporto tra il “terroir” e i vari aspetti della cultura materiale ad
esso collegati. La cantina, rinnovata nell’aspetto e nei contenuti offerti al visitatore, resterà
aperta per tutta la giornata mentre l’inaugurazione ufficiale avrà luogo alle ore 17. Sarà l’Acino
Ceretto, nuovo cuore della cantina, ad accogliere il sottosegretario con delega al Turismo
Michela Vittoria Brambilla, il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, il direttore generale dell’Enit
Eugenio Magnani e il presidente di “Relais&Chateaux” Eugenio Magnani che saranno relatori
sul tema della possibilità che il turismo può offrire allo sviluppo economico e occupazionale
del comprensorio albese. “Siamo convinti - spiega Roberta Ceretto - che occorra puntare
ad un prodotto turistico curato nei minimi dettagli. La zona può mettere in gioco risorse
uniche per quanto attiene all’enogastronomia, all’ambiente e ai contenuti storici e culturali.
Bisogna perfezionare gli aspetti dell’accoglienza, delle “coccole” che un certo tipo di target
turistico apprezza e si aspetta di trovare. Il nuovo aspetto e la nuova organizzazione della
Bernardina vanno esattamente in questa direzione e mi pare interessante che l’inaugurazione
sia l’occasione per riflettere ad alto livello sullle potenzialità del turismo come volano per
l’economia locale”.
Alberto bertone interviene alla facoltà di economia di torino
Giovedì 23 aprile, presso l’Aula Magna della facoltà di Economia di Torino, l’imprenditore
Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato delle Fonti di Vinadio spa, azienda produttrice del marchio leader nazionale Acqua Sant’Anna, è stato chiamato a spiegare ad oltre
250 studenti del quarto anno (il 1° anno della laurea specialistica in Economia e direzione delle
imprese) le ragioni di uno dei successi aziendali più eclatanti degli ultimi dieci anni. L’iniziativa
fa parte di un ciclo di incontri con gli imprenditori per avvicinare gli studenti al mondo dell’impresa organizzato dalla facoltà. Alberto Bertone ha raccontato agli studenti la case history
aziendale di Acqua Sant’Anna e la scalata in poco più di dieci anni del mercato delle acque
minerali: un’impresa cominciata dal nulla per un’azienda che oggi ha raggiunto un fatturato
di circa 170 milioni di euro. Proprio l’innovazione è una delle carte vincenti dell’azienda: sin
dall’inizio, Alberto Bertone ha puntato sull’investimento in tecnologia e innovazione, arrivando
ad avere linee di imbottigliamento tra le più grandi al mondo e uno stabilimento totalmente
automatizzato, dove operano robot e avveniristici veicoli a guida laser.
bilancio e numero dei soci in crescita per la bam di carrù
il tribunale di mondovì chiude la controversia “garessio”
Barbero Group s.r.l., holding del Gruppo Barbero controllante di Società Italiana
Grissini s.r.l., comunica che in data 22 aprile 2009 il Giudice delle Indagini Preliminari
del Tribunale di Mondovì ha pronunciato piena sentenza di proscioglimento perché
“il fatto non sussiste” in merito ad ogni reato, ipotizzato ma mai esistito, attribuito alla
Signora Franca Mantovani, già amministratore della suddetta società, in relazione
all’acquisizione nel 2003 dal Comune di Garessio dell’immobile incubatore industriale, ora sede di uno degli stabilimenti più all’avanguardia tecnologica del Gruppo.
Con l’avvenuto accertamento giudiziale, pur dopo anni, della verità dei fatti si è
così definitivamente posto fine alla controversia “Garessio” , controversia che ha
visto ingiustamente coinvolta una Società del Gruppo Barbero che aveva semplicemente aderito ad un progetto di insediamento industriale “in aree economicamente svantaggiate ” senza aver mai usufruito di alcun finanziamento pubblico
ne tantomeno di aiuti di Stato, insediandosi con uno stabilimento produttivo con la
conseguente creazione di 40 nuovi posti di lavoro.
Centodieci anni, ma non li dimostra. Anzi, stando ai risultati conseguiti nel corso del 2008 la
Banca Alpi Marittime di Carrù, dà l’immagine di una realtà quanto mai giovane e in buona
salute. Consolidata anche da un ottima crescita dei soci: passati fra il 31 marzo 2008 e il 31
marzo 2009, da 4.240 a 4.608, con un incremento di quasi il 10%. È quanto emerge dall’assemblea dei soci della stessa, svoltasi domenica 19 aprile a Carrù per l’approvazione del Bilancio
2008. Una assemblea – vi hanno partecipato 600 persone per un totale di 1.325 voti - che ha
provveduto anche al rinnovo dell’intero Consiglio di amministrazione, in scadenza, riconfermando sia il presidente Gianni Cappa che sette degli altri otto consiglieri già facenti parte
del Consiglio (Adriano Bottero, Clerico Fabrizio, Gian Piero Gasco, Pierluigi Gonella, Domenico
Massimino, Aldo Morra e Carlo Navello) con un solo nuovo ingresso, quello di Giovanni Bracco,
presidente della Cantina Clavesana. Nel 2008 il bilancio ha segnato un risultato operativo
lordo di 5 milioni di euro (+83 % sul 2007) che al netto delle imposte e degli accantonamenti ha
registrato un utile di 292 mila euro. La raccolta complessiva diretta è stata pari a 624 milioni di
euro con un aumento del 21,31% sull’anno precedente (514 milioni di euro); la raccolta diretta
più indiretta ha raggiunto un miliardo e 79 milioni di euro (+5%) mentre gli impieghi sono stati
pari a 452 milioni e 663 mila euro (+ 32,7% rispetto alla quota del 2007, di 341 milioni di euro).
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Maggio 2009
17
carbonteam
Studentessa brasiliana vince “Linea design”
L’azienda saluzzese di Pietro Putetto realizzerà il vassoio in fibra di carbonio di Betina Carnet
di Nicola La Fauci
La studentessa brasiliana del
Politecnico di Torino Betina
Carnet, coadiuvata da Karla
Roman, è la vincitrice del
concorso “Linea design”
indetto dalla Ygroup lo scorso
ottobre in collaborazione col
Gruppo Giovani Industriali di
Cuneo e con la Carbonteam
di Saluzzo, azienda specializzata nella lavorazione dei
materiali compositi che ha
prototipato l’elaborato. A
premiare la vincitrice lo scorso 4 aprile presso la Galleria
Porta Rose di Garessio,
erano presenti oltre al titolare della Carbonteam, Pietro
Putetto ed al presidente
della Ygroup, Giacomo Luigi
Gaiotti anche il consigliere
provinciale Gianni Barberis,
il presidente del Gruppo
Giovani Industriali di Cuneo
Alessandro Battaglia, l’architetto Daniela Bosia, il presidente del Consiglio comunale
di Mondovì Rocco Pulitanò
ed il noto designer Giorgetto
Giugiaro, che ha svolto il
ruolo di presidente della giuria del concorso, valutando
gli elaborati consegnati dagli
studenti di tutte le sedi del
Politecnico di Torino. Il concorso prevedeva lo studio e
l’elaborazione di un vassoio
in fibra di carbonio che soddisfacesse i criteri di funzionalità, originalità, estetica e
facilità di realizzazione. L’idea
vincente che ha consentito
alla Carnet di aggiudicarsi i
500 euro messi in palio dalla
Carbonteam, è stata quella
di studiare un vassoio-origami in carbonio impreziosito
successivamente con fili d’argento composti dai maestri
orafi di Valenza; al secondo
posto si è piazzato il giapponese Takahashi Yoshiomi
ed al terzo Serena Elisabetta
Ciliberti. “Il vassoio - spiega
Pietro Putetto - ha un’importante valenza strutturale:
anche se sottilissimo e leggero, la forma geometrica
unita alla colorazione nera
del carbonio in contrasto
con l’argento, lo rendono
davvero particolare. Ci complimentiamo con Betina e
Karla per la fantasia con cui
hanno saputo interpretare i
requisiti richiesti dal concorso, la fibra di carbonio è un
materiale difficile da trattare
e richiede una cura attenta e
dettagliata nelle varie fasi di
realizzazione e progettazione
zeta Bi internet
Concluso progetto
di sicurezza stradale
di Lorenzo Boratto
“Abbiamo deciso di realizzare un progetto sulla sicurezza
stradale con slogan e iniziative dei giovani, dedicati
e rivolti ai loro coetanei: si
tratta di un messaggio fondamentale nella provincia
di Cuneo. Inoltre, noi stessi
siamo stati toccati personalmente con la morte di alcuni amici sulle strade della
Granda. L’iniziativa ha preso
avvio a settembre, e solo in
un secondo momento abbiamo deciso di concludere con
delle prove pratiche, in piazza Galimberti, aperte a tutti”.
Spiega così Giorgio Proglio,
amministratore della Zeta Bi
Internet, azienda albese che
ha organizzato “La vita parte
in pole position”, un progetto per la sicurezza stradale
ideato con il portale internet
di informazione locale www.
grandain.com e riservato alle
scuole medie superiori della
Granda.
Oltre 250 studenti di 10
scuole di tutta la provincia
hanno presentato 76 diversi
progetti con messaggi postivi
sull’importanza di mettersi alla guida in condizioni
ottimali, mettendo al primo
posto l’incolumità propria e
degli altri. Sabato 4 aprile c’è
stata la premiazione al Centro
incontri dela Provincia a
Cuneo; poi, al pomeriggio,
in piazza Galimberti, sono
seguite “prove dinamiche”
con automobili sportive,
dimostrazioni di guida sicura riservate ai neopatentati, l’esposizione di mezzi di
soccorso e apparecchiature
a disposizione di polizia,
carabinieri, vigili urbani e
del fuoco, Croce rossa. Così
Da sinistra: Livio Oggero, Giuseppe Airaldi e Giorgio Proglio
“La vita parte
in pole position”
è stato ideato
da grandain.com
decine di cuneesi e curiosi si sono sottoposti gratuitamente a test di guida in
assoluta sicurezza, a fianco
di piloti professionisti della
Bmw Academy pronti a insegnare i segreti per affrontare
le manovre giuste per ben
comportarsi sulla strada.
Il direttore di Grandain,
Livio Oggero, aggiunge: “I
ragazzi hanno proposto filmati, slogan, video musicali sui rischi di mettersi al
volante dopo aver abusato
di alcol o droga, o in stato
di alterazione anche solo per
aver dormito troppo poco.
L’idea di giovani che lanciano messaggi responsabili ai
coetanei ha funzionato oltre
le nostre aspettative. ‘Pole
position’ significa partire in
testa nella gare come nella
vita, tenendo sempre la parte
‘pulita’ del percorso. Molto
partecipata anche la premiazione di inizio aprile: una
giornata all’insegna dell’educazione alla vita, anzitutto, il
bene più prezioso che abbiamo”.
A riprova dell’importanza del
progetto, “La vita parte in
pole position” aveva il patrocinio di Regione, Provincia
e Comune di Cuneo oltre
a Polizia Stradale, Vigili
del fuoco e Croce rossa.
Nella categoria “statica”
(cioè slogan e messaggi) i
primi presi sono andati a
Alessandro Galia e Simone
Ghio del Liceo Scientifico
“Peano” di Cuneo, Stefano
Perdichizzi e Federica Ponzio
del “Marconi Cravetta” di
Savigliano. Nella categoria
“dinamica” (usando le tecnologie di Internet e del computer) riconoscimenti sono
stati assegnati da una giuria a Giulia Dogliani, Linda
Taliano e Martina Trinchero
del Liceo artistico “Gallizio”
Alba, e premi anche a alla
IV B del “Bonelli” di Cuneo
e la IIIA del “Vallauri” di
Fossano.
cosa che, come abbiamo con
piacere constatato date le 34
pregevoli proposte pervenute,
in molti hanno capito; non
escludiamo perciò una futura
collaborazione tra la nostra
azienda ed il Politecnico, fucina di giovani talenti”. A conclusione della premiazione il
presidente Ygroup Gaiotti
ha ringraziato l’azienda, il
Politecnico e gli studenti che
hanno risposto positivamente
all’iniziativa, dichiarando che
con il concorso “Linea design”
si apre una nuova occasione,
un trampolino di lancio e di
lavoro per il Politecnico di
Mondovì e le aziende locali che possono così usufruire
di un bacino dal potenziale
creativo elevato come quello
offerto dai giovani studenti
universitari.
Betina Carnet (a destra) e Karla Roman con Pietro Putetto
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Maggio 2009
il personaggio. gianni arnaudo
di Fabrizio Pepino
L’arte fa impresa
con la creatività
Intervista a 360°
sulle reciproche
connessioni
tra la produzione
industriale
e quella artistica
bellezza
“L’arte fa impresa e la creatività è l’unica cosa che riusciremo ad esportare in Cina,
in India e nei mercati emergenti. Ci possono copiare
tutto, ma non avranno mai
la nostra creatività”. Gianni
Arnaudo, nato a Dronero, è
l’architetto cuneese in attività a più alto tasso di export.
Eppure, nonostante le sue
opere siano esposte permanentemente al parigino
Beaubourg, in una decina
di Musei nel mondo (dal
Moma al Vitra, al Museo
D’arte Moderna di Monaco,
di Berlino, di Sidney...) e
le sue idee siano realizzate
da Gufram e Frau (chi non
ha in mente le celebri poltrone “Capitello” e “Bocca”
dello Studio 65 ed il tavolo
“Dejeuner sur l’arbre” ), ha
il suo studio in Piazza Europa
a Cuneo.
Architetto Arnaudo, nel suo
progetto di riqualificazione
dell’area del Foro Boario
di Cuneo, da lei realizzato
con lo studio A.I di Torino,
a seguito di Concorso
Internazionale indetto dal
Ministero e dal Comune di
Cuneo, c’è anche un Museo
del design. Perché proprio a
Cuneo?
“Cuneo è il palmo di una
mano le cui dita sono le sue
vallate - parla tra l’onirico
ed il metaforico -, siamo in
un posto ideale, all’incrocio
tra il corridoio 5 ed il 24, al
centro dell’Europa. Qui c’è
una creatività da esaltare,
non da inventare! Quando
si restaura una chiesa poi
non si sa cosa fare e si mette
dentro un museo, che spesso serve solo ad imbalsamare una mancanza di idee.
Ma a Cuneo è tutta un’altra
storia. Qui i contenuti ci
sono! Basta pensare a realtà
industriali come la Merlo,
la Mondo, la Miroglio, la
Dromont o la Ferrero (per
citarne alcune): tutte industrie che hanno una immensa creatività, condizione e
causa del loro sviluppo e del
loro successo. Io penso ad
un museo del design come
un luogo di attività creativa
e di scambio, concepito per
confrontarsi e produrre altre
idee, come è successo nella
vicina Sant’Etienne grazie
ad un sindaco illuminato,
che in dieci anni ha creato
attorno ad una cittadina di
provincia un evento come la
Biennale Internazionale del
Design che è diventata centro propulsore della cultura
e dell’economia locale così
come è avvenuto a Graz o a
Zollverein-Essen o a Bilbao
se vogliamo citare alcuni
esempi più significativi”.
Bella idea, ma qualcuno
obietterà che, data la spesa
ingente, forse bisognerebbe
impiegare il denaro pubblico diversamente...
“Credo che il modo migliore per impiegare il denaro
pubblico sia quello di creare
strutture che a loro volta
creano nuovi posti di lavoro
chi è
Gianni Arnaudo, laureato al
Politecnico di Torino nel 1971,
inizia l’attività nello Studio 65.
Appartengono a quegli anni
le prime espressioni di architettura radicale e la collaborazione con Gufram per la presentazione dei Multipli: Capitello,
Bocca, Attica, Babilonia.
Contemporaneamente
si
occupa della realizzazione di
restauri significativi per concomitanti scoperte archeologiche e per l’attento lavoro filologico su diversi beni culturali
della Granda e del Piemonte.
Componente per più di un
decennio del Comitato
Tecnico Urbanistico della
Regione Piemonte, è docente
di Tecnologia Ambientale presso la II Facoltà di Architettura
del Politecnico di Torino. Con
la recente mostra BigBang al
Centre George Pompidou di
Parigi, Arnaudo è stato collocato fra le personalità più
significative in campo artistico
del XX secolo. Non a caso
le sue opere di design, e i
suoi progetti, fanno parte delle
collezioni permanenti di diversi
musei d’arte contemporanea,
come il Centre Pompidou di
Parigi, il Moma di New York, il
Vitra di Basilea e i musei d’arte moderna di Denver, Sidney
e Monaco. Le sue opere di
design sono realizzate da
Fontanarte, Poltrona Frau,
Gufram, Slide, Olivari, Lualdi.
L’UOMO DELLE IDEE
Dall’alto: l’architetto Gianni
Arnaudo, la copertina del suo
ultimo libro; il divano “Milo”
di Gufram; uno scorcio della
Dromont di Alba.
e danno la possibilità a splendide realtà industriali, come
ne abbiamo nella nostra
provincia, di farsi conoscere
ad un pubblico più ampio.
Troppo caro? Vedrete, saranno le aziende stesse a volerlo
finanziare. A Bilbao hanno
speso 50 milioni per inventare il Guggenheim, ma con i
400 milioni di ricavi dall’indotto (soprattutto turistico)
hanno costruito scuole, la
metropolitana e un auditorium. Oggi un grande museo
della creatività industriale e
artigianale è l’unico in grado
di comunicare con il mondo,
capace di creare opportunità
di impiego. Dall’idea di un
designer, infatti, si passa alla
realizzazione di un prototipo
e alla sua riproduzione seriale su scala industriale, che
porta il nome dell’ideatore
e di chi lo realizza a spasso
per il mondo: è la creatività,
l’opera dell’ingegno e delle
nostre straordinarie capa-
cità su cui possiamo ancora contare per conquistare
nuovi mercati. In Piemonte
ci sono circa 1.000 aziende
interessate al design, alcune
delle quali associate all’Adi
(Associazione per il disegno
industriale, ndr), di cui 200
sono in provincia di Cuneo.
Siamo nel posto giusto, solo
che siamo sempre stati abituati, anche per il nostro
carattere riservato, a non
mostrare del tutto le nostre
notevoli capacità,la nostra
intelligenza imprenditoriale,
senza pensare che potevamo diventare noi un polo di
attrazione capace di parlare
al mondo, di attirarne l’attenzione. Questo è uno dei
motivi per cui non temo la
crisi, ma credo si risolverà
grazie alla nostra capacità di
scommettere su quello che
siamo già capaci di fare”.
Dal design al cemento. Per
ogni azienda che ha saputo
fare del binomio arte-pro-
duzione un’arma vincente,
ce ne sono dieci che hanno
dato un contributo involontario a deturpare il paesaggio. Dostoevskij sosteneva
che la bellezza avrebbe salvato il mondo, ma come la
mettiamo con tutti i capannoni sparsi per la Granda?
“Bisogna sapersi adattare alle
circostanze e, oltre a prendere le misure per il futuro,
intervenire sull’esistente in
maniera intelligente. Non
è difficile e nemmeno così
caro; a volte basta semplicemente lavorare sull’involucro
e su possibili aree verdi, che
possano mimetizzare interventi a volte dissennati del
passato. La mia teoria, che
sto sviluppando attraverso un
progetto con i miei studenti
della Facoltà di Architettura,
è basata sull’idea che si possa
intervenire per gradi sulla
realtà esistente. Si vedono
in provincia, in Piemonte,
aggregati industriali molto
squallidi, che possono essere ricondizionati tramite il
verde e con poche spese,
sull’architettura, sul ‘guscio’
degli edifici in modo tale
da ‘smaterializzarli’, mimetizzarli all’interno di paesaggi alcune volte splendidi. A
volte il costo di questi interventi, che può essere molto
minore di quanto si pensi,
serve anche a conferire una
nuova ‘visibilità’ all’impresa; l’architettura diviene un
valore aggiunto di marketing
per pubblicizzare l’attività di
questa o quell’altra fabbrica, con un notevole ritorno di immagine. Per quanto
riguarda i nuovi interventi è
bene ricordare che fare un
edificio bello o brutto costa
esattamente lo stesso e ci
possono essere infinite strade
per creare o ripristinare edifici, dimostrando l’intelligenza
e la sensibilità dell’imprenditore rispetto al proprio territorio e al proprio futuro.
Questo come correttivo a
ciò che è stato fatto, e per
il futuro?
“Cambiare l’industria dal
di fuori significa cambiarla anche dal di dentro.
Nell’immaginario collettivo,
infatti, la fabbrica è sempre
stata intesa come un luogo di
sofferenza, in cui le alte mura
e i grandi cancelli servivano
a racchiudere la fatica del
lavoro degli operai. Questa,
lo sappiamo, è una visione distorta. Se noi cominciamo a costruire luoghi di
lavoro belli, vedasi nuovi
stabilimenti della Ferrari,
della Brembo, della Tod’s e
tantissimi altri, anche chi
lavora ne risentirà in modo
positivo. I casi cuneesi della
Dromont e di Terre da vino,
credo possano rappresentare uno dei tanti esempi di
concretizzazione di queste
teorie”.
Il suo ultimo lavoro bibliografico, “Le case del vino”,
porta alla luce accanto ai
capannoni prefabbricati da
inglobare - di cui sopra anche l’esistenza di un passato da preservare intatto
così com’era: le cascine.
“‘Le case del vino’, un
testo edito dall’Artistica di
Savigliano con l’introduzione di Carlo Petrini, è stato
una scommessa, che consiste
nell’applicare lo stesso metodo di Slow Food al territorio. Conoscerne il Dna è la
prima cosa da fare per non
deturparlo ogni volta che
si interviene, sia costruendo qualcosa di nuovo sia
ristrutturando l’esistente.
Il paesaggio della Langa, se
veramente vuole diventare
Patrimonio dell’Umanità
sotto l’egida dell’Unesco,
deve imparare a creare le
condizioni, con un’opportuna normativa per la propria
tutela e il proprio sviluppo. Vede, in questo libro
la vera novità è che oltre a
far capire in termini abbastanza semplici il linguaggio
architettonico dei contadini
delle Langhe, si è aggiunta
(finalmente) una proposta
di normativa concreta, che
non è un intervento imbalsamatorio o meramente
impositivo, ma l’indicazione
di come si può ristrutturare
in modo intelligente e senza
elevati costi, per salvare la
storia di chi prima di noi
ha posto le basi di quella
ricchezza, che adesso caratterizza un vastissimo territorio. A questo punto i sindaci
del Comuni delle Langhe,
del Roero, del Monferrato
sono posti di fronte ad un
metodo concreto di ‘salvaguardia attiva’ che si esprime
in forma propositiva. So che
potranno trovarsi a fare una
scelta, fra opportunità politica e vero amore della propria terra, nella convinzione
che il bello non solo, come
dice lei, salverà il mondo,
ma certamente aumenterà
il valore economico, turistico e culturale di tutta una
Regione”.
Maggio 2009
20
impresa e cultura
di Fabrizio Gardinali
futurismo
1909-2009. l’avanguardia cento anni dopo
Il 20 febbraio del 1909
Filippo Tommaso Marinetti
fa pubblicare sul popolarissimo quotidiano parigino
“Le Figarò” il “Manifesto del
Futurismo”. Organizzato in
undici “punti” più un’introduzione di tipo narrativo,
esalta come valori fondanti i concetti di “vitalismo”
e “dinamismo”, con toni
sovente esasperati e volutamente provocatori.
Si leggono affermazioni di
questo tenore: “Noi affermiamo che la magnificenza
del mondo si è arricchita
di una bellezza nuova: la
bellezza della velocità. Un
(sic) automobile da corsa col
suo cofano adorno di grossi
tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia,
è più bello della ‘Vittoria
di Samotracia’”. E ancora:
“Noi canteremo le grandi
folle agitate dal lavoro, dal
piacere o dalla sommossa.
Canteremo le maree multicolori o polifoniche delle
rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il
vibrante fervore notturno
degli arsenali e dei cantieri
incendiati da violente lune
elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che
fumano; le officine appese
alle nuvole pei contorti fili
dei loro fumi; i ponti simili a
ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti che
fiutano l’orizzonte, le locomotive dall’ampio petto, che
scalpitano sulle rotaie, come
enormi cavalli d’acciaio
imbrigliati di tubi, e il volo
scivolante degli aeroplani,
la cui elica garrisce al vento
come una bandiera e sembra
applaudire come una folla
entusiasta”.
Era nata la prima avanguardia in senso proprio, con un
programma, un progetto e
una profonda e intrinseca
serie di novità. Prima fra
tutte l’aver compreso che il
mondo, l’Europa e l’Italia,
erano profondamente mutati
e dietro la critica, avvolta dai
toni eccessivi, contro l’arte
La scienza
e l’industria
sono state la
principale fonte
d’ispirazione
del movimento
L’arte in nome
del progresso
tradizionale vi è la consapevolezza della necessità di trovare nuovi linguaggi e nuovi
stimoli che conducessero gli
operatori culturali a misurarsi, non che a compenetrarsi, con i cambiamenti che
erano avvenuti in campo
economico e sociale fra fine
‘800 e inizi ‘900 in tutto il
continente.
A titolo esemplificativo,
all’Esposizione Universale di
Parigi del 1889 viene presentata la Tour Eiffel. Oggi un
simbolo della capitale transalpina, ma all’epoca esempio
della capacità di utilizzare il
ferro nelle costruzioni edili.
Alta 324 metri, è formata da
18.038 pezzi di ferro forgiato, uniti da mezzo milione di
bulloni (in seguito sostituiti
da rivetti saldati).
Per venire all’Italia, dopo
l’Unità si ebbe un notevole
sviluppo economico; anche
se l’originario progetto di
Cavour e Destra storica era
alquanto scettico sulla possibilità di un processo di
industrializzazione nei settori pesante e di base. Si rite-
neva piuttosto possibile, e
anche perseguibile, uno sviluppo nel settore alimentare
e tessile; nelle migliori delle
ipotesi, in certi campi della
meccanica e della chimica.
Erano previsioni che vennero smentite dai fatti, ma
nel frattempo si avviò, nel
periodo 1861-1887, un programma di ammodernamento e potenziamento delle
infrastrutture assolutamente
imponente. Le strade nazionali passarono da 22.500 a
35.500 Km., gli uffici postali da 1.632 a 3.328, quelli
telegrafici da 335 a 1.565, e
le relative linee da 9.900 a
26.100 km. L’ampiezza della
rete ferroviaria quadruplicò
e alla fine degli anni ’80
dell’Ottocento tutte le maggiori città italiane erano raggiungibili su rotaia.
A inizio 1880 vi fu la prima
fase di sviluppo industriale, specie nel Settentrione,
e in particolare nelle aree
del cosiddetto “triangolo
industriale”. Era nei comparti più moderni: siderurgia, chimica, meccanica e,
in un secondo tempo, elettrico. Venne supportato da
un sistema creditizio ormai
maturo; in particolare Banco
di Roma, Credito italiano,
Banca commerciale si erano
impegnati fin da fine secolo a finanziare i settori più
avanzati e a maggior densità
di capitale delle attività produttive italiane, facendole
decollare.
è con l’età giolittiana che si
ebbe, sia pure nelle zone circoscritte a Milano, Torino e
Genova, il raggiungimento
di livelli europei di industrializzazione, con saggi di
incremento del prodotto
interno lordo fra i più elevati
a livello continentale e mondiale. Si ridusse, per la prima
volta, il ritardo dell’Italia dai
Paesi più sviluppati, sia in
termini di produzione sia di
reddito pro capite. Nacque
una “società industriale”
con conseguenze, almeno al
Nord, notevoli. Diminuì il
tasso di mortalità infantile
in modo drastico e altrettanto decisamente aumen-
in mostra
“energie sottili della materia” alla castiglia di saluzzo
La Castiglia, l’antico carcere di Saluzzo ora recuperato come spazio espositivo e per attività culturali, ha il
fascino un po’ inquietante di tutte quelle strutture dove
la manifestazione del potere si esprime attraverso il suo
volto severo di costrizione e giudizio.
L’ospitare arte figurativa e in particolare scultura, che
per sua intrinseca caratteristica e funzione è espansione
nello spazio, occupazione e modificazione dello stesso,
in un complesso destinato per secoli proprio all’opposto,
cioè alla limitazione dello spazio, ne accentua il contrasto e aumenta l’attrazione.
Tant’è che è stata scelta, in accordo col Comune di
Saluzzo, dall’IGAV, Istituto Garuzzo per le Arti Visive,
organizzazione no – profit nata nel 2005 con scopo la
valorizzazione e la conoscenza dell’arte contemporanea italiana, come tappa finale della mostra collettiva
di scultura “Energie Sottili della Materia”. Negli spazi dello
storico edificio fino al 10 maggio (orari: dal venerdì alla
domenica dalle 15 alle 19, il sabato fino alle 23) hanno
trovato collocazione le opere di 31 scultori italiani, selezionate da Marisa Vescovo e Alessandro Carrer.
Sono presenti lavori di alcuni maestri, come Gilberto Zorio,
Giulio Paolini, Pietro Consagra e Luigi Mainolfi, accanto a
giovani legati alle espressioni più recenti di avanguardia,
in un mix di estremo interesse e coinvolgente, che riesce
nel dichiarato intento dei curatori di fornire al visitatore
una sintesi, meglio uno sguardo, sull’insieme dell’arte
contemporanea nazionale degli ultimi decenni nei suoi
mutabili e variegati aspetti. Si pensi all’estrema espansione nella scelta dei materiali: dalla pietra ai polimeri, dal
legno alle plastiche, agli acciai. O a quella altrettanto
vasta degli strumenti espressivi, comprese installazioni,
video, “macchine” con supporti elettronici; tanto che,
a volte, la parola “scultura” pare limitativa a designare
questo panorama.
“Energie Sottili della Materia” giunge nell’antica città
del cuneese dopo un lungo percorso fuori dai confini, in
Estremo Oriente, per la precisione a Shanghai, Pechino,
Shenzhen e Seoul, in occasione dell’Anno dell’Italia in
Corea, avendo destato un buon interesse di pubblico e
attenzione da parte dei “media”.
“Per questa mostra abbiamo quindi messo in primo
piano le problematiche della materia”, ha scritto Marisa
Vescovo nella presentazione, in catalogo, dell’evento.
“E’ soprattutto la scultura che fa affluire nel suo alveo
l’insieme delle idee e delle figurazioni per salvare solo
quelle che possiedono una scintilla. In fondo un po’ tutti
gli artisti portano in scena il punto di vista alchemico, che
rappresenta l’evoluzione da uno stato dove predomina
la materia rispetto allo spirito: trasformare i metalli in oro
equivale a trasformare l’uomo in puro spirito”.
f.g
“Tremula” di Roberto Almagno (foto dal catalogo della mostra)
Maggio 2009
impresa e cultura
21
aeronautica & aeropittura
UOMINI E OPERE
Nella pagina a fianco: Umberto Boccioni (a sinistra) e Filippo Tommaso
Marinetti all’inaugurazione della mostra dei pittori futuristi alla Galerie
Bernheim-Jeune di Parigi il 5 febbraio 1912.
Sopra: Fortunato Depero, “Treno partorito dal sole” (1924)
A destra: un manifesto pubblicitario di un’auto di Antonio Chiribiri
tarono e mutarono i consumi individuali dell’intera
popolazione settentrionale,
avvicinandosi a quelli delle
società industriali avanzate.
In queste aree, fra il 1903 e
il 1911, le manifatture passarono dal 58,1% al 67,6%
del totale nazionale. Non fu
a costo zero: comportò una
frattura netta fra la struttura
produttiva del Nord e quella
del Mezzogiorno, dal quale,
fra 1900 e 1914, si allontanarono gran parte degli otto
milioni di emigranti italiani,
in cerca di fortuna specie
oltreoceano.
Di fronte a questo la gran
parte del mondo culturale
era rimasto come stupito,
spiazzato e per lo più non
lo aveva capito, sentendo-
sene estraneo, avulso. La
letteratura e l’arte, più in
generale, quella contro cui
il Futurismo si scaglia, si
era sentita emarginata dalla
nuova società borghese e dai
suoi valori. Aveva reagito in
modi opposti. Da un lato in
un ripiegamento su se stessa,
nel ripianto di tempi ed epoche perdute o nel sogno di
un mondo “piccolo”, “sano”,
fatto di affetti familiari, di
consuetudini immutabili. O
con un senso di distacco, di
superiorità e diversità, alla
ricerca di una eccezionalità
dell’artista rispetto al resto
della “gente”, del “popolo”,
che è sovente velleitaria o
eccessivamente raffinata e
preziosa.
Il movimento di Marinetti,
invece, proprio nel progresso industriale e scientifico
trae la sua motivazione. Ha
compreso che la scienza e le
sue applicazioni tecniche pratiche hanno cambiato le
esigenze e i modi di sentire
di tutti gli strati sociali e li
vuole interpretare. Calarsi
in essi per farli suoi.
Intuisce che sono necessarie
nuove motivazioni e che il
ruolo tradizionale dell’arte è andato in crisi con le
enormi trasformazioni degli
ultimi decenni. Non sempre
nella sua storia ci riuscì, anzi
alcuni suoi tentativi saranno
insuccessi, ma ebbe il merito
di provarci e lasciarne ampie
tracce. Nasce come movimento letterario, ma presto
diventerà onnicomprensivo,
“invadendo” tutti i campi:
pittura, cinema, scultura,
musica, teatro, fotografia,
fino alla moda e anche alla
“cucina futurista”. Ebbe una
risonanza enorme. E dopo
la mostra di pittura futurista alla Galleria Bernheim Jeune di Parigi e un “tour” in
diverse capitali europee nel
1912, ha il merito di riportare a livello internazionale la
produzione artistica italiana,
cosa non più accaduta dall’epoca barocca.
Anche il metodo utilizzato
da Marinetti, la pubblicazione sui giornali dei suoi
manifesti, l’uso di volantini e specie le famose “serate futuriste”, aperte a tutti
e dove tutti potevano, in
modo anche acceso e violento, esprimere il proprio
dissenso, rivelano la grande
e nuova abilità nell’uso di
strumenti per creare “eventi”, raggiungere tutti gli strati sociali e farsi conoscere.
Molte delle “invenzioni”
proclamate dal Futurismo
saranno poi applicate in vari
campi. Influenzeranno sia la
letteratura sia l’arte in genere, ma troveranno spazio pure
in settori diversi, come la grafica, la pubblicità, la cartellonistica e il design, andando
ben oltre il sia pur lungo
tempo, Marinetti muore nel
1944 e con lui il movimento,
della sua vita.
Chiribiri e le officine
appese alle nuvole
di Pierpaolo Bindolo
Nell’anno in cui si celebra il
centenario della nascita del
movimento futurista (19092009) numerose sono, in
tutto il mondo, le iniziative
dedicate all’avanguardia artistica.
Molte città hanno infatti predisposto un fitto calendario di
eventi per conoscere e riflettere sul movimento nato nel
febbraio del 1909 con la pubblicazione - sulle pagine del
giornale francese “Le Figaro”
- del manifesto ideato e scritto da Filippo Tommaso Marinetti. Molte mostre, convegni e seminari organizzati per
celebrare questa ricorrenza
hanno messo in evidenza il
legame tra futurismo e sviluppo della produzione industriale, avvenuta nei primi anni
del secolo scorso. Così durante la rassegna “Modena terra
di Motori” sono stati esposti,
accanto ad alcuni capolavori
di artisti futuristi, manifesti
pubblicitari ed auto quali la
Fiat Chiribiri e modelli di
Bugatti. Nel capoluogo lombardo invece lo scorso 8 aprile, nell’ambito del ciclo di
incontri “Tra Fin de Siècle
e Futurismo”, si è svolta una
conferenza dal titolo “Fabbriche e società a Milano: tra
documenti e fotografie”.
Per rimanere vicino a noi,
l’avanguardia guidata da
Marinetti è stata protagonista, nel mese di marzo, presso
il centro di interpretazione e
documentazione storica dell’Ecomuseo di Torino, dello
spettacolo-dibattito dal titolo
“Officine appese alle nuvole: fabbriche e futurismo”.
L’evento è stato organizzato
in collaborazione con l’associazione culturale Mano
d’Opera. Nella sala incontri
in via Milillo a Torino, attraverso la lettura di brani e la
proiezione di immagini, si è
tentato di tracciare la storia di due realtà strettamente intrecciate: quella della
nascente industria aeronautica e quella dell’areopittura
futurista. Infatti, uno degli
oggetti di culto particolarmente esaltato dai futuristi,
accanto all’automobile e al
treno, fu l’aeroplano, simbolo
del dinamismo, della leggerezza e della velocità tanto
ricercata e decantata.
All’Ecomuseo è stata raccontata e presentata la figura
e l’attività dell’inventore e
imprenditore Antonio Chiribiri che nel 1911, dopo due
anni di tentativi, riuscì a produrre e a far volare a Torino
il primo monoplano italiano
costruito completamente da
una medesima ditta: la Chiribiri & C. Il costruttore di
aerei torinesi impiegò tutte le
risorse finanziarie e le capacità
tecniche conseguite durante
l’apprendistato in varie officine del nord Italia, riuscendo
a realizzare con un gruppo
di meccanici piemontesi il
Torino celebra
l’inventore del
primo monoplano
italiano costruito
dalla stessa ditta
motore e il telaio del monoposto che egli stesso pilotò e
collaudò. La qualità dei suoi
prodotti, ricambi e accessori per aerei, realizzati nelle
officine di via Don Bosco, gli
fecero aggiudicare “su licenza”
importanti commesse. Con
questi introiti fece costruire,
sempre a Torino, una scuola
di pilotaggio, dalla quale uscirono eccellenti aviatori. Voli
dimostrativi con il Chiribiri 3
- un monoplano dotato di un
motore da 100HP con raffreddamento ad aria - vennero
effettuati nel 1912 in diverse
città della Penisola, fra cui
Cuneo. L’Italia fu la prima
nazione durante la guerra in
Libia ad impiegare, anche se
solamente come ricognizione,
l’aviazione in azioni belliche.
Negli anni successivi l’interesse del costruttore di aerei si
spostò verso la progettazione
e la produzione di automobili anche sportive. Nel 1923
Tazio Nuvolari, con l’auto da
corsa Chiribiri Tipo Monza
Spinto, vincerà numerose
corse e gran premi. Fino alla
vendita degli stabilimenti industriali alla Lancia nel
1927, molti saranno i modelli
di autovetture costruiti dalla
piccola casa torinese.
Figura eccentrica e geniale,
Chiribiri fu per gli artisti di
quegli anni un esempio di
modernità e coraggio. Ricordiamo che egli arrivò a Torino e lì iniziò la propria professione nel 1909, anno in
cui Marinetti presentava il
manifesto futurista. Secondo
le intenzioni del fondatore
del movimento d’avanguardia i poeti e i pittori futuristi avrebbero dovuto “amare
ciò che gli uomini” stavano
inventando “di più meraviglioso: la macchina. La macchina” ritenuta “nuovo corpo
vivo quasi umano che moltiplica il nostro”. Motori, ruote
dentate e pulegge avrebbero
prodotto a loro “volta infinite
conseguenze e modificazioni
nella sensibilità, nello spirito,
nella vita” di ogni uomo e
nella società.
La trasformazione dei mezzi
meccanici in nuovi oggetti del
desiderio è stato uno dei temi
affrontati durante il dibattito di Torino. Questa città e
il Piemonte nei primi anni
del secolo scorso sono stati
interessati da un progresso
tecnologico e manifatturiero
senza precedenti. Le costruzioni industriali, gli ingranaggi, le automobili, gli aerei
e gli operai rappresentarono
per i futuristi le “forme dinamiche” e ispiratrici delle loro
opere. Così come Chiribiri
realizzava motori a scoppio e
telai d’acciaio che potevano
viaggiare e volare, Balla, Boccioni, Depero e Sant’Elia con
i loro quadri, progetti e poesie
celebravano la velocità e le
conquiste del progresso.
I manufatti e gli oggetti prodotti nelle fabbriche e nelle
officine erano ritenuti opere
d’arte al pari degli affreschi
e delle statue dell’antichità.
è importante ricordare che il
futurismo è stato fin dalla sua
fondazione quell’esperienza
innovatrice che vide nel mito
della velocità e della macchina l’aspetto fondante della
vita moderna. Sicuramente la concezione di bellezza
di quella avanguardia portò
alcuni esponenti a violare
regole e consuetudini sociali e
ad estremizzare certe opinioni
e tendenze. La novità fu quella di dare un riconoscimento non solo economico ma
soprattutto culturale al lavoro
di tecnici, operai e imprenditori. L’immagine di un aereo
in movimento o di una fabbrica fumante procurava in
quegli artisti nuove sensazioni e tensioni da descrivere e
cantare.
Non è sicuramente un caso
che proprio sulle pagine di
un giornale letto e stampato in Piemonte, “La Gazzetta
del Popolo” di Torino, venne
pubblicato per la prima volta
nel 1929 il manifesto dell’Areopittura Futurista. Fra i
firmatari e gli ideatori di questa nuova tecnica espressiva
vi era anche il revellese Luigi
Colombo, in arte Fillia. I futuristi ritenevano che attraverso “le prospettive mutevoli”
di una visione dall’alto pittori
e scrittori avrebbero osservato “una realtà assolutamente
nuova”. Una realtà che nulla
aveva in comune con i tradizionali paesaggi costituiti
dalle “prospettive terrestri”.
Nelle sue varie sfaccettature
la passione per il volo in Piemonte non si è mai fermata,
anzi negli anni è continuato l’interesse per lo sviluppo
scientifico e manifatturiero del settore aeronautico. I
giochi dell’aria, i World Air
Games che si disputeranno
tra Torino, Avigliana e Mondovì dal 6 al 14 giugno 2009,
rappresentano nel centenario
del futurismo un riconoscimento a questa vocazione e
tradizione.
22
Maggio 2009
impresa e cultura
il libro/1
La veduta lunga di Padoa Schioppa
L’autorevole economista e tecnocrate italiano sostiene che la crisi affonda le sue radici
nel 15 agosto 1971, quando il presidente Nixon dichiarò l’inconvertibilità del dollaro
di Elio Ambrogio
Se qualcuno chiedesse chi,
in Italia, impersona meglio
la figura del “commis d’état”
o, per gli anglofili, quella del
“civil servant”, la risposta
sarebbe con tutta probabilità:
Tommaso Padoa-Schioppa.
Economista, una vita passata
in Banca d’Italia e alla Banca
centrale europea e, infine
ministro dell’economia nel
governo Prodi (2006-2008),
Tps, come viene chiamato dagli affezionati, è stato
sicuramente uno dei tecnocrati italiani più conosciuti
e stimati all’estero, e forse
più all’estero che in Italia.
Padoa-Schioppa è uomo di
alta levatura intellettuale e
morale e, soprattutto, è uomo
dalle vedute non provinciali,
né sotto il profilo geografico né sotto quello temporale. Ed è proprio questo suo
cosmopolitismo intellettuale
che gli fa guardare le vicende
economiche e politiche dall’alto di una consapevolezza
intellettuale molto spiccata
che può sedurre ma anche
sconcertare nello stesso
tempo. Già nel titolo (“La
veduta corta”, edizioni Il
Mulino, 2009) il suo ultimo
libro sintetizza questa ambiguità. Si tratta di una analisi
a tutto campo degli ultimi
drammatici eventi finanziari
ed economici condotta sotto
forma di conversazione con
Beda Romano, corrispondente da Francoforte per “Il
Sole 24 Ore”.
Nel novembre 2008, la regina Elisabetta d’Inghilterra,
in visita alla London School
of Economics, chiese: “Ma
perché nessuno se n’è accorto?”. E poi: “Se queste cose
erano tanto grosse, com’è
che tutti le hanno trascurate? è orribile…”
Tomaso Padoa Schioppa
Secondo “Tps”
i mutui subprime
concessi dalle
banche Usa a
clienti inaffidabili
sono stati solo
una causa
occasionale
percezione di tali squilibri.
Fin dagli anni Novanta,
un economista americano,
Hyman Minsky, aveva messo
in guardia contro gli eccessi
dell’indebitamento americano, tant’è che fu coniata l’espressione “Minsky
moment” per indicare il giorno in cui tale indebitamento
sarebbe esploso (o imploso).
Ma per Padoa-Schioppa la
crisi affonda le sue radici in
una data remota, quel 15
agosto 1971 in cui Richard
Nixon dichiarò l’inconvertibilità del dollaro, ponendo
fine al sistema di Bretton
Woods e all’era dei cambi
fissi. Da quel momento l’economia mondiale viene privata dell’ancoraggio dato dalla
stabilità dei cambi e i governi
rinunciano di fatto al coordinamento delle loro politiche
valutarie e monetarie.
Comincia a delinearsi, per
usare le parole di PadoaSchioppa, la prevalenza di
Hobbes su Kant, cioè la
prevalenza di una politica
basata sulla forza rispetto ad
una politica fondata sulla
concertazione internazionale
delle regole e finalizzata alla
cooperazione fra le nazioni.
In questo quadro si inseriscono poi due fatti, uno
intellettuale e uno reale. Il
primo è dato dall’ideologia
del potere autoregolante dell’economia, anche a livello
internazionale. La deregolamentazione dei sistemi economici iniziata con Reagan
e la Thatcher ha trovato
in anni più recenti altri
attori nel mondo finanziario e monetario, come Paul
Volcker e Alan Greenspan,
governatori della Federal
Reserve, i quali hanno fondamentalmente assecondato
quel liberismo finanziario
che ha poi generato il potere
incontrollato della speculazione finanziaria.
La “veduta corta” che ne è
derivata consiste essenzialmente nel prendere decisioni
di investimento a brevissimo
termine per lucrare nell’immediato, seguendo le indicazioni giornaliere dei mercati,
indicazioni spesso fondate
solo su tendenze momentanee e staccate da visioni più
profonde e razionali. “è un
fatto - scrive Padoa-Schioppa
-, che nella finanza la forza
del vero può essere temporaneamente
soverchiata
dall’inverarsi del falso, cioè
dell’opinione prevalente”.
Purtroppo, prima o poi, la
realtà prevale drammaticamente con tutto il peso dei
fatti, come nel 2007 e nel
Toamso Padoa
Schioppa,
La veduta corta,
Il Mulino, Bologna
2009, pp. 188,
euro 14.
Una semplicità che PadoaSchioppa paragona a quella
del bambino di Andersen
il quale vede e - unico fra
tutti - dice che il re è nudo.
“La veduta corta” tenta di
rispondere a questa semplice
domanda, spiegando le cause
e le prospettive del Grande
Crollo degli anni 2008-2009.
Tutto sembrerebbe partire, come ritiene l’opinione
comune, dai mutui “subprime” concessi dalle banche
americane ai clienti inaffidabili, ma l’autore definisce
questo fatto un “epifenomeno”, nel senso che esso è solo
una causa occasionale.
Quando, nel 1901, il brigante Musolino fu arrestato, dette la colpa della sua
cattura non ai molti delitti
che aveva commesso ma a
“nu filu”, un fil di ferro che
lo fece inciampare mentre
sfuggiva ai carabinieri attraverso i campi. Così gli economisti attribuiscono la crisi
finanziaria a un banale errore
creditizio, ignorando le cause
macroscopiche di uno squilibrio generale dell’economia
americana e delle relazioni
finanziarie globalizzate. Più
che a una bolla finanziaria,
le responsabilità vanno attribuite a una “bolla mentale”
che per anni ha falsato la
2008. Anche nella finanza,
come nell’economia reale,
esistono dei “fondamentali”
destinati a ricondurre tutti
dolorosamente alla ragione.
Il secondo fatto, che costituisce la causa più profonda e
più determinante del collasso dell’economia americana
e, indirettamente, di quella mondiale consiste nello
squilibrio strutturale del rapporto reddito-risparmio degli
Usa e nello squilibrio della
loro bilancia commerciale,
una situazione che PadoaSchioppa definisce “consumo
a credito”. Da venti-trent’anni l’America consuma troppo e non crea più risparmio:
il suo disavanzo commerciale
con l’estero ha raggiunto la
cifra straordinaria del 6% del
Pil e per consumare ha usato
il risparmio di altre nazioni. Al deficit nei conti con
l’estero si è poi aggiunto il
deficit del bilancio federale
(i “deficit gemelli”) che è
stato finanziato in parte consistente col risparmio della
Cina, Paese che ha consumi
interni molto limitati e quindi produce una grande quantità di risparmio. Un quadro
profondamente squilibrato e
di grande fragilità.
A questa situazione americana si contrappone quella
europea, meno drammatica.
Padoa-Schioppa non dimentica la sua esperienza di banchiere centrale europeo e
vede nell’euro la principale
causa di stabilità dell’Unione europea, ma non perde
occasione per stigmatizzare
l’incompiutezza della costruzione europea e per lamentare la mancanza di una vigilanza bancaria europea che
avrebbe attenuato ancor più
la crisi. Emerge dal complesso del volume una visione
indubbiamente ampia e articolata della realtà politica ed
economica internazionale,
una visione ben strutturata e
consapevole delle più attuali
analisi teoriche e pratiche.
Una visione che si potrebbe
definire pienamente “illuministica”. E questo non solo
per quel riferimento a Kant
e alla sua proposta di una
pace universale basata sul
diritto internazionale, sulla
rinuncia agli eccessi di sovranità, sul contenimento della
forza come strumento risolutivo delle controversie, ma
anche per un certo atteggiamento elitario, tecnocratico,
costruttivistico, che rende il
volume sicuramente arioso
dal punto di vista intellettuale ma anche, come si diceva
all’inizio, un po’ snobisticamente ideologico.
Tra le due idee di “market
failure” e di “policy failure”, Padoa-Schioppa tenta di
mantenere una certa equidistanza, ma accentua la prima
rispetto alla seconda: per un
tecnocrate innamorato di
Kant, il mercato lasciato a se
stesso non può che generare entropia economica e, se
non intervengono le “vedute
lunghe” della politica economica (o della politica “tout
court”), vedute che vanno
oltre i tempi e i confini degli
egoismi nazionali, non c’è
scampo alle crisi. Di tutte
queste vedute lunghe, PadoaSchioppa insiste su quella
europea e sulle sue virtù progressive e salvifiche, peraltro
ancora frustrate da una miope
impostazione intergovernativa. Visione alta e nobile,
profondamente razionale, ma
che talvolta pare proprio una
di quelle “bolle mentali” che
Tps condannava all’inizio del
libro.
colophon
Chiuso in redazione
il 4 maggio 2009
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Maggio 2009
impresa e cultura
il libro/2
di Paolo Gerbaldo
Tra la produzione editoriale sul fenomeno finanziario,
il saggio di Antonio Mutti,
docente di Sociologia economica e Sociologia dello
sviluppo e del mutamento all’Università di Pavia, è
uno dei pochi che affrontano
il problema ricorrendo agli
strumenti, ancora poco usati
in Italia, della sociologia dei
mercati finanziari, una branca
della sociologia economica.
Incertezza e asimmetria dell’informazione sono i cardini
attorno a cui ruota l’indagine
sociologica di Mutti fondata
su un retroterra teorico di
derivazione statunitense che
viene attentamente presentata nel primo capitolo. L’autore
sottolinea infatti che “le relazioni tra gli operatori finanziari e gli investitori formano
La crisi in chiave sociologica
Antonio Mutti mette in evidenza l’incertezza e l’asimmetria dell’informazione
Antonio Mutti,
Finanza sregolata? Le dimensioni
sociali dei mercati finanziari,
Il Mulino, Bologna
2008, pp. 110,
euro 11.
una rete reputazionale complessa in cui l’azione volta a
tenere sotto controllo l’insopprimibile incertezza sul futuro
chiama in causa dimensioni
non solo cognitive, ma anche
emotive” (p. 38).
Quella che viene interpretata
è quindi una storia di intrecci
tra sistema economico, globa-
lizzazione, opacità dei mercati finanziari, comportamenti
degli attori di questi mercati
che risultano tutti condizionati da aspetti decisivi di carattere sociale, come la fiducia,
la sfiducia, la reputazione e
la regolazione dei mercati.
Temi che si ritrovano nel
secondo e nel terzo capitolo
in cui emerge una matassa
aggrovigliata, non facile da
districare. Mutti si muove con
accortezza mettendo sotto la
lente, nel secondo capitolo, le
agenzie di revisione contabile
e di valutazione del credito
evidenziandone l’incapacità
statistica di prevedere le crisi
finanziarie, i cambiamenti economici e le crisi delle
grandi imprese. Il loro ruolo
risulta quindi non quello di
diffondere certezze perché “in
parte riducono le asimmetrie
informative, in parte trasformano le informazioni mancanti in suggerimenti rassicuranti, propagandando così,
grazie alla reputazione di cui
godono, fiducia e sfiducia” (p.
47). Il ruolo cruciale giocato
dalla fiducia, dalla sfiducia e
dalla reputazione nei mercati
finanziari è al centro del terzo
e ultimo capitolo che cerca di
illuminare i coni d’ombra di
questi meccanismi. L’autore
dedica ad essi un taglio più
marcatamente sociologico,
attento a cogliere gli aspetti emotivi e del mutamento,
con l’intento di instaurare
un dialogo costruttivo con la
teoria economica e la finanza
comportamentale. Il sistema
di certificazione e di valutazione ritorna, ancora una
volta, ad essere letto come
punto di snodo di tutto il
lavoro di indagine: “L’analisi
delle agenzie di revisione
contabile e di valutazione del
credito ha mostrato come si
sia prodotta progressivamente, nel mercato, un’egemonia
di tipo oligopolistico, dove le
23
agenzie capofila hanno finito
con l’indurre, sul resto delle
agenzie, isomorfismo valutativo nei criteri di valutazione.
Su questi sviluppi del mercato, accentuati dai processi di
deregolazione degli ultimi tre
decenni, si è innescato, poi, il
frequente riconoscimento da
parte delle autorità pubbliche
del ruolo di certificazione e di
regolazione del mercato svolto dalle agenzie capofila” (p.
88). Un lavoro che, complessivamente, guardando con
attenzione alla realizzazione
più piena che il processo di
globalizzazione abbia fino
ad oggi avuto, quello all’interno dei mercati finanziari,
segnala inoltre l’esigenza di
aprire nuove strade di ricerca
integrata facendo dialogare la
sociologia economica con la
teoria economica.
il libro/3
La scomparsa
del ceto medio
di Paolo Gerbaldo
In che modo l’attuale congiuntura economica ha modificato, e modifica, la vita
degli italiani e delle italiane?
è questa la risposta che cerca
di fornire Luigi Furini, giornalista di lunga esperienza,
qui alla sua terza prova dopo i
fortunati “Volevo solo vendere la pizza” (2007) e “Volevo
solo lavorare” (2008).
La forma de “L’Italia in bolletta” è quella giornalistica,
scorrevole e accattivante, gli
argomenti, però, sono decisamente attuali. Furini cerca
infatti di spiegare in che termini, e con che limiti, l’Italia, e soprattutto gli italiani,
stanno vivendo la progressiva perdita del ceto medio.
Il viaggio di Furini è basato
sull’osservazione concreta, si
allontana dalle teorie finanziarie per coglierne però le
ricadute, non certo piacevoli,
nella vita quotidiana. Attraverso storie ordinarie, egli
cerca di capire come molti
italiani siano precipitati nella
spirale che, dai mutui alle
speculazioni finanziarie e ai
titoli tossici, ha finito per
tosarne i risparmi. Agili capitoletti per raccogliere storie
di vita, a partire da quella sui
mutui, al termine dei quali
l’autore giunge a sintetiche
conclusioni che delineano
uno spaccato sociale di riferimento non privo di sorprese:
“Molti finiscono in mano agli
usurai perché incappano in
eventi straordinari: separazioni, divorzi, malattie, debiti
di gioco, acquisti di seconde case. Solo una volta su
dieci la crisi finanziaria di una
famiglia è dovuta al mutuocasa. Negli altri nove casi ci
sono debiti di tipo diverso.
Pare incredibile ma c’è chi si
è rovinato per acquistare vini
pregiati” (p. 22).
Il problema della spesa, la
funzione delle lotterie e dei
casinò, principalmente per
chi ha redditi bassi e spera in
una svolta decisiva, le carte di
MASCOTT 130 CV/150 CV
Euro 4, cc 3000, cambio 6 marce, climatizzatore, chiusura centralizzata, vetri elettrici,
sedile molleggiato.Ribaltabile tre lati con
sponde in lega.
Luigi Furini,
L’Italia in bolletta.
Risparmi in fumo,
debiti alle stelle
come si estingue
il ceto medio,
Garzanti, Milano
2009, pp. 194,
euro 11.
credito revolving, i bond argentini, i matrimoni a rate, le
obbligazioni, i fondi d’investimento, le agenzie di rating, il
ruolo delle banche. Sono solo
alcuni degli argomenti presenti nei ventiquattro capitoletti dal taglio tematico. I
temi, trattati a volte solo tangenzialmente, sono affrontati
basandosi sulle testimonianze
di amici e conoscenti dell’autore. Un variegato insieme
di esperienze che offre però
una valida lettura del tempo
presente: “Quando tutto va
bene, quando la Borsa sale,
quando il denaro gira, la
gente spesso non capisce di
essere stata fregata. Magari
non vede arrivare l’interesse promesso, però ha fiducia
e pensa di poter recuperare
l’anno successivo. Appena il
vento cambia direzione e il
momento volge al negativo,
allora i nodi vengono al pettine” (p. 152).
Il viaggio nell’Italia in bolletta, Furini lo conclude partendo dalle parole di Nouriel
Roubini, docente di Economia
e International Business alla
Stern School of Business,
New York University: “Era
una festa dove tutti erano
ubriachi e nessuno se l’è sentita di spegnere le luci”. Da
questa efficace definizione
della bolla speculativa globale, l’autore trae una semplice
quanto realistica conclusione:
“Io vorrei sapere quando le
riaccendono, ‘ste luci. Non
per fare grandi cose, ma per
tornare alla vita normale, al
lavoro, a qualche sera in pizzeria e a due settimane di
vacanze. Non alle Mauritius,
mi basterebbe la Liguria” (p.
183).
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Euro 4 versione eco, cc 2500, cambio,5 marce,
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