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I ballerini della Scala nel ricordo della grande maestra che li ha formati

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I ballerini della Scala nel ricordo della grande maestra che li ha formati
[DANZA]
DI GIUSI GALIMBERTI - FOTO DI SATOSHI SAÏKUSA PER FREDDY
LA BELLEZZA CON LE ALI
I ballerini della Scala nel ricordo della grande maestra
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Sotto: Il Corpo di ballo della
Scala. Nel riquadro: Annamaria
Prina, per trent’anni direttrice
della Scuola di ballo della Scala.
Nella foto grande: Mick Zeni e
Gilda Gelati, primi ballerini
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n grande fotografo giapponese e
la sua magia in bianco e nero.
Come sfondo, il luogo più affascinante che un appassionato di teatro possa visitare: i polverosi e labirintici Laboratori della Scala di Milano, nell’ex fabbrica
dell’Ansaldo, dove vengono costruite le
scenografie, creati e immagazzinati i costumi delle più importanti opere prodotte per
il mitico palco milanese. Infine, soprattutto, la leggerezza e l’eleganza di alcuni dei
migliori ballerini del mondo, gli artisti del
Corpo di ballo del Teatro alla Scala.
Gli ingredienti ci sono tutti: li ha messi insieme la
Freddy, azienda specializzata nell’abbigliamento per la
danza, per festeggiare con
una rassegna fotografica la
prestigiosa collaborazione
con il teatro milanese. Alcuni degli scatti
di quella mostra li avete sotto gli occhi. Per
commentarli abbiamo
chiamato una delle massime esperte di
danza: Annamaria Prina, pensionata d’eccezione, appena ritirata dopo trent’anni di direzione della Scuola di ballo della Scala.
Una vita dedicata alla danza, prima come
ballerina, poi come insegnante, infine come
direttrice di una delle più importanti accademie del mondo. Quasi tutti i ragazzi
che vedete in queste pagine hanno
studiato con lei. Come in un album dei ricordi
di scuola, ce li racconta com’erano da ragazzini e come li conosce adesso, ballerini ormai affermati.
Due di loro non sono in
queste foto, ma sono i primi che vuole menzionare: i
primi della classe, magari
non da bambini ma certo
oggi, nella vita professionale. «Alessandra Ferri ha studiato da noi sei anni», racconta della grandissima étoile milanese, 43 anni, sposata
con il fotografo Fabrizio Ferri e madre di
due bambine: «Non ha finito la Scuola della
Scala perché a 15 anni ha partecipato a
un’audizione per il Royal Ballett di Londra,
dove l’hanno immediatamente presa: era
molto preparata e aveva doti naturali rare.
Alessandra scelse di entrare alla scuola del
Royal Ballett perché allora chi studiava nell’accademia di Londra entrava di diritto nel
Corpo di ballo del teatro», continua Annamaria Prina. «Entrare in quello della Scala,
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che li ha formati
“
”
Mick Zeni ha una forte
personalità. Gilda Gelati
ha classe e stile
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allora, era più difficile. In realtà, lei volò ancora più in alto. Il suo talento fu notato dal
grande coreografo Mac Millan, che ne fece
una stella. Da ragazza era un “peperino”
ma il suo carattere si è stemperato con gli
anni. Quando se ne andò da Milano, per anni parlò male della Scuola di ballo della Scala. Poi, è tornata anche da me per scusarsi.
Ora è la prima ballerina étoile del teatro. Sta
meditando di smettere e secondo me è una
cosa intelligente: è all’apice della carriera, ha
una splendida famiglia e l’età giusta per lasciare. Non apprezzo chi balla oltre una certa età. La danza è giovane, è volo…».
È ancora giovane e vola alta un’altra étoile che lei conosce bene: Roberto Bolle…
«Me lo ricordo ragazzino. Arrivava da
Casale Monferrato, dalla provincia, ed en-
trò al secondo anno della scuola. Era timido
e aveva già una muscolatura potente, forse
anche troppo per un ballerino. I primi anni
faticò a stare lontano dalla famiglia, era fin
troppo riservato, comunicava poco. La
mamma lo ha seguito molto nei primi anni,
ma con il suo talento sarebbe arrivato comunque ai massimi livelli. L’unico suo punto debole, quello su cui abbiamo dovuto lavorare negli anni di scuola, è stata l’espressività. Del resto è sempre stato di una bellezza straordinaria e questo gli bastava. Oggi è
diventato anche intenso nelle interpretazioni. È maturato e oggi è uno dei pochi che ha
sempre il coraggio di dire ciò che pensa».
Riconosce i ragazzi di queste fotografie?
Ci può raccontare anche qualcosa di loro?
«Oh, eccoli i miei disgraziati. Scherzan-
«I miei disgraziati. Li chiamavo così, con tenerezza,
do li chiamavo così, con tenerezza, quando
erano ragazzini a scuola. A volte ci facevano impazzire. Qualcuno oggi mi dice di ricordare con affetto quei giorni. Mick Zeni,
per esempio, ha sempre avuto una grande
personalità. Scontroso, spesso contestatore. Finita la scuola ha cominciato a volermi
bene ed è diventato affettuoso. Nelle lezioni si pretendeva molto da loro, mi rendo
conto che in certi momenti per alcuni è stata dura. Oggi Mick ha ancora quel carattere
forte che lo ha reso personaggio e sulla scena lo fa brillare e diventare ancor più bello.
Nino (Antonino Sutera, ndr) da piccolo aveva gambe lunghe lunghe e saltava altissimo,
un’incredibile dote naturale. Dopo la scuola ha fatto progressi enormi, oggi è un uomo molto maturo. Forse anche perché è di-
quando erano ragazzini»
ventato papà giovanissimo, appena ventenne. Tra le prime allieve della mia direzione
c’è la prima ballerina Gilda Gelati, che è
sempre stata una ragazza deliziosa, carina,
educata. Come ballerina ha grande stile e
classe. Anche Chiara Borgia era disciplinata, sempre calma, un po’ riservata. Ah ecco
la Deborina (Deborah Gismondi, ndr): un
bel caratterino, molto volitiva e al tempo
stesso dolce e fragile. Lorella Ferraro è invece buffa, persino un po’ strampalata. Pian씮
Sopra: a sinistra, i ballerini in gruppo;
a destra, Deborah Gismondi.
Sotto: a sinistra, Mick Zeni; a destra,
Chiara Borgia (con i capelli neri)
e Lorella Ferraro. Nella foto grande,
la prima ballerina Marta Romagna
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ge, poi ride… Ancora oggi se c’è qualcuno
che nel Corpo di ballo sbaglia un passo
puoi essere quasi certo che è lei. Ed è comunque bellissima».
Qual è stata la sua allieva prediletta?
«Forse una delle mie preferite è stata
Marta Romagna, oggi prima ballerina. Ha
un carattere schietto, aperto, positivo. Ha
sempre amato studiare e non si è mai lamentata di nulla. Ed è anche una delle pochissime italiane ad avere il fisico perfetto per
una ballerina di danza classica».
Naturalmente nelle foto tutti i ragazzi sono vestiti con capi della Freddy, l’azienda
che ha ideato il set fotografico e che da
due stagioni collabora con il Teatro alla
Scala di Milano. «Siamo davvero orgogliosi di questo rapporto», spiega Luca Sordi,
responsabile dell’immagine e amministratore delegato dell’azienda. «Abbiamo un
contratto di quattro anni come fornitori ufficiali del Corpo di ballo e ci auguriamo di
continuare anche in futuro. Per i ballerini
abbiamo disegnato una divisa che però
non è uguale per tutti. Abbiamo presentato loro una gamma di prodotti dai colori facilmente combinabili e ciascun ragazzo ha
scelto i capi che preferiva. Come appendice della nostra linea Dance Academy, la
nostra principale per il settore danza, abbiamo proposto la nuova linea Freddy la Scala, che ha avuto un grande successo. Soprattutto nel nuovo dance store presso il Teatro alla Scala, la gente compra i nostri capi
come fossero un souvenir, un bel ricordo
del soggiorno a Milano».
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«Non apprezzo chi balla oltre una certa età. Per me
Sopra: a sinistra, Antonino Sutera
e Lorella Ferraro; a destra, Beatrice
Carbone e Andrea Volpintesta. Sotto:
a sinistra, Lara Montanaro, Massimo
Dalla Mora e Riccardo Massimi;
a destra, Mick Zeni e Gilda Gelati
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la danza è giovane, è volo»
In questa foto: Maurizio
Licitra (in volo)
e Andrea Volpintesta
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