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Pd e M5S “sparano” sui manager di Toti

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Pd e M5S “sparano” sui manager di Toti
22
MARTEDÌ
8 SETTEMBRE 2015
liguria
IL SECOLO XIX
LE OPPOSIZIONI CONTRO LA SCELTA DI BUCCI PER LIGURIA DIGITALE
Pd e M5S “sparano” sui manager di Toti
Rossetti: «Scelte incompatibili, interverrà l’Anticorruzione». Rixi: «Andiamo avanti come razzi»
EMANUELE ROSSI
RISCHIA di finire all’ Autorità
Anticorruzione il primo vero
scontro tra Giovanni Toti e
l’opposizione (per una volta
tutta unita). Scontro che si
consuma sulle nomine a due
delle più importanti società
sotto l’ombrello della Regione: Liguria Digitale, l’ex Datasiel (circa 400 dipendenti) e
Filse (60 dipendenti). Non sono enti di poco conto: la prima
è il braccio tecnologico della
Regione, che gestisce l’infrastruttura informatica delle
Asl, della Regione stessa, di
Arsel e di decine di altri enti
gravitanti nell’orbita regionale. La seconda è la finanziaria
della Regione, che in questi
anni è stata il centro del potereburlandianoperladistribuzione dei fondi, e la cabina di
regia delle principali operazioni societarie e finanziarie.
L’ACCUSA
«I criteri
di incompatibilità
per l’incarico sono
stati modificati
apposta»
Ora,suicriteriesuinomiperla
scelta dei manager Toti e l’assessore allo Sviluppo Edoardo
Rixi si giocano parecchio. Il Pd
eilM5Slosannoedenunciano
come la maggioranza abbia
modificato “ad hoc” i criteri di
selezione dei dirigenti e come
abbia voluto, secondo loro, far
passare le nomine sotto silenzio e con urgenza, sfruttando
la scadenza ravvicinata dell’
11 settembre.
Non solo: il Pd, Rete a sinistra e il M5S paventano il rischio di futuri ricorsi di imprese private e un intervento
dell’ Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone. Lo fanno in una conferenza
stampa convocata dopo la
commissione in cui si consuma lo scontro. Parlano Raffaella Paita e Alice Salvatore con
Pippo Rossetti e Gianni Pasto-
RISCHIO RICORSI
CONFLITTO D’INTERESSI
CAMBIO DI ROTTA
Liguria Digitale è
consorzio pubblico,
si può muovere
la Corte dei Conti
La maggioranza
non gli chiederà
neanche di lasciare
l’azienda privata
Vogliamo riformare
Liguria digitale e
abbiamo trovato
l’uomo giusto
SERGIO ROSSETTI
Pd
rino. Tutti contro la maggioranza. «Abbiamo sollevato il
tema dell’incompatibilità di
Bucci (Marco, il manager genovese della multinazionale
Carestream scelto da Toti per
Liguria Digitale ndr) e abbiamo visto che erano cambiati i
ALICE SALVATORE
M5S
criteridiincompatibilitànello
Statuto dell’ex Datasiel». Secondo la minoranza «è sparito
il paragrafo secondo cui non si
potevano dare incarichi a chi
avesse posizioni di vertice in
soggetti regolati o finanziati
dalla pubblica amministra-
EDOARDO RIXI
assessore allo Sviluppo economico
zione nei due anni precedenti.
Carestream ha contratti in essere per 13 milioni con le Asl
della Liguria». Nel corso della
commissione è stato chiesto
un parere tecnico agli uffici
regionali, secondo cui una Spa
(comeCarestream)nonèassi-
AL VERTICE
DI UN COLOSSO
DEL SETTORE
MARCO BUCCI, 55 anni,
genovese, manager della
multinazionale americana Carestream Health, è
l’uomo scelto dalla giunta Toti per avviare la rivoluzione di Liguria Digitale. Si insedierà il 15 settembre con l’incarico di
amministratore unico.
milabileaunasocietàcontrollata, ma sarebbe opportuno
che il manager in questione si
dimettesse prima di assumere il nuovo incarico. I consiglieri di Fi e Lega, però, hanno
rigettato questa richiesta. «L’
Autorità anticorruzione po-
MUTUO DA 20 MILIONI PER IL TAGLIO AI FONDI FSC
Progetti in ritardo, la Regione si indebita
NELLA grande cassa dei
fondi Fsc (una volta si chiamavano Fas) la liquidità comincia a scarseggiare e la
Regione allora fa un mutuo
da 20 milioni per portare
avanti quei progetti che
perderebbero il finanziamento alla fine dell’anno
perché troppo in ritardo.
Tutti ereditati dalla precedente giunta regionale, ma
confermati in gran parte
anche dalla attuale, tranne
quelli considerati troppo in
ritardo per evitare le sanzioni per i soldi non spesi.
Tra gli interventi “non
prorogabili” risultano ad
esempio la ristrutturazione dell’ Ospedale San Martino con 16 mln di euro , il
completamento dell’intervento di ristrutturazione
dell’ospedale di Cairo Montenotte con circa 500mila
euro, la nuova radioterapia
dell’ospedale San Paolo di
Savona con 6,7 mln di euro
già impegnati, il Polo universitario della Spezia, insieme al Distretto ligure
delle Tecnologie Marine
(DTLM) con circa 9,5 mln, la
passerella sul Nervia nell’estremo ponente ligure, il
completamento dei programmi di riqualificazione
urbana dei Comuni di Arcola, Albisola e Taggia (2,2
mln di euro) e il collegamento dei reflui nel dianese al depuratore di Imperia
(2,2 mln di euro). «Dopo la
progressiva riduzione da
parte del Governo dei finanziamenti degli ex fondi
FAS 2007-2013 – spiega
l’assessore Giampedrone –
che sono passati da una disponibilità iniziale di 342
milioni di euro agli attuali
207 mln e, a seguito di una
spesa fino ad oggi effettuata di 122 milioni , in un momento di grave riduzione
delle risorse a livello generale, non potevamo rischiare di perdere i finanziamenti. Con soli 207 milioni
di euro circa di risorse disponibili – continua Giampedrone – per evitare tagli
pesantissimi,
abbiamo
scelto di contrarre un mutuo per non distruggere
l’impianto complessivo del
programma, scegliendo di
darcontinuitàamministrativa a scelte precedenti»,
tra le quali ci sono anche 5
milioni per gli autobus di
Amt. Tutti i beneficiari delle risorse avranno comunque tempo fino al 15 ottobre per comunicare la tempistica di affidamento lavori o un’eventuale rinuncia.
«Saranno eliminati –
spiega ancora Giampedrone – tutti quei progetti per i
quali non è stato previsto
un cofinanziamento di almeno il 20% o non cantierabili entro il 31 dicembre
dell’anno in corso». Le forbici sono pronte.
E. ROS.
trebbeintervenireanched’ufficio o su nostra segnalazione,
laddove il contratto fosse poi
annullato allora la Corte dei
Conti si rivarrà sui consiglieri
che l’anno votato...», dice un
profetico Pippo Rossetti.
Ma la maggioranza e la
giunta di Toti non sembrano
intimiditi. Almeno a giudicare
dalle parole di Edoardo Rixi,
che è andato a scovare Bucci e
ora non vuole far crollare l’intera operazione: «Noi andiamo avanti come razzi. Siamo
certi delle nostre ragioni: Carestream non ha rapporti diretti con Datasiel negli ultimi
anni, non ci fermeranno con i
cavilli. Bucci è un manager di
livello internazionale che fa
una scelta difficile (prenderà
circa 36mila euro lordi) per
cambiare
profondamente
un’azienda che riteniamo
strategica per l’intero compartodell’informaticainLigu-
LA MAGGIORANZA
«Fare battaglia
sui cavilli non ha
senso: i cittadini
ci hanno chiesto
di cambiare rotta»
ria e per la sanità». E l’assessoreconfermalastradadellanomina d’urgenza da parte del
presidente Bruzzone: «Mi rifiuto di credere che tra gli ex
assessori del Pd non sapessero le scadenze delle nomine.
Fanno i finti tonti ora perché
volevano accordarsi sottobanco e piazzare uno dei loro,
come hanno sempre fatto.
Quindi andiamo avanti con i
tempi prestabiliti». Ma le opposizioni chiederanno comunque oggi di trattare la
pratica in Consiglio regionale.
EsuFilselabattaglianonsiannuncia meno infuocata. «Stiamo valutando i curricula, non
posso fare nomi in questa fase», si schermisce Rixi. «Ma di
certo non sarà un politico o un
parente di qualcuno».
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AL SAN MARTINO COINVOLTI UN CENTINAIO DI DIPENDENTI CHE ORA DEVONO RISARCIRE L’OSPEDALE
«Analisi, daremo la caccia
ai furbetti in tutte le Asl»
compiti, ma dovranno al più
presto relazionarmi sui controlli: dove li hanno fatti e
quali sono stati i risultati».
Non manca una tiratina
d’orecchie ai manager - non
fa nomi, non è nel suo stile
“ministeriale”, figlio dell’esperienza nella staff di Maroni al ministero dell’Interno. «Ricordo che rientra nelle
loro competenze».
Dopo lo scandalo sollevato da Nas e Corte dei Conti,
l’assessore Viale chiede verifiche a tappeto
GUIDO FILIPPI
«GIÀ NON ABBIAMO molte
risorse, ci manca ancora che
ci sia qualcuno che faccia il
furbo, perché alla fine sono
soldi in meno che entrano
nelle casse delle nostre Asl e
dei nostri ospedali». Un doppio fronte preoccupa l'assessore regionale alla Salute Sonia Viale che è subito intervenuta sullo scandalo del laboratorio
di
analisi
dell'ospedale San Martino Ist
dove la Corte dei Conti ha
chiesto 65 mila euro a 78 di-
pendentichenonhannofatto
pagare gli esami del sangue a
medici, dirigenti, parenti,
amici, amiche e raccomandate. Un’abitudine che si è trascinata per anni (l’indagine si
riferisce al 2008 e al 2009),
ma non è detto che sia stata
interrotta nel principale
ospedale ligure (sette milioni
di test all’anno) come negli
altri da Sarzana a Bordighera,
laboratoridelleAslcompresi.
Verifiche in tutta la Liguria
Non è un caso che ieri mattina l’assessore Viale abbia sol-
lecitato tutte le Asl liguri «ad
effettuare verifiche e controlli in tutti i laboratori di
analisi: è vero che i fatti contestati si riferiscono ad alcuni
anni fa ma voglio essere sicura che la situazione sia sotto
controllo e che la gestione dei
sistemi informatici interni di
fare esami gratis a colleghi,
parenti e amici. Su queste cose occorre rigore». Sottolinea
che è compito delle aziende
sanitarie, e non della Regione, controllare che non si verifichino comportamenti illeciti e scorretti. «È nei loro
IL RICHIAMO
Ho chiesto
un rapporto
sulla gestione
dei laboratori liguri
SONIA VIALE
assessore alla Salute
Tensione al San Martino
Nel frattempo, all’interno del
Laboratorio di analisi del Monobloccoilclimaèteso:ilprimario Michele Mussap è in
difficoltà e il personale ha
chiesto un incontro con la direzione sanitaria. L’allegro
andazzo è stato scoperto dai
carabinieri del Nas, che indagavano sulla truffa dei pap
test (26 mila esami sottobanco e in nero con un giro d’affaridioltreduemilionidieuro).
Il pubblico ministero della
la Corte dei Conti, Claudio
Mori, ha tirato le somme e
chiesto il risarcimento dei
danni a 78 persone del laboratorio centrale: medici, biologi, tecnici di laboratorio, infermieri, impiegati e persino
una suora: utilizzavano il codice interno “labin” per aggirare il pagamento del ticket.
C’è chi deve risarcire 100 euro per una manciata di test,
chi 500 e i più attivi nei favori
a colleghi e amici, arrivano a
2.000 euro. «Mediante un codice di comodo occultavano
la rendicontazione dei test,
provocando un danno all’ospedale». Alcuni dipendenti, per evitare altri problemi, hanno già comunicato
che sono pronti a saldare il
conto, altri si sono già rivolti a
un avvocato.
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