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Le malattie della pelle
MALATTIE DELLA PELLE La pelle è l'organo più esteso del nostro corpo, e nel contempo il più esposto all'azione dei fattori ambientali. Le malattie della pelle, benché generalmente non comportino un serio pericolo per l'organismo, possono in alcuni casi risultare molto visibili e possono avere, sull'individuo ammalato, conseguenze rilevanti anche a livello psicologico. Le malattie infettive Possono essere provocate da tre diversi agenti patogeni: batteri virus funghi Le malattie infettive virali Virus responsabili di malattie infettive della pelle sono gli herpesvirus, a struttura icosaedrica con DNA a doppia elica e avvolti da una capsula lipoproteinica. A questa famiglia appartengono: l'Herpes simplex, e l’Herpes zoster (lo stesso che causa la varicella) e i citomegalovirus (che colpiscono le ghiandole salivari e il rene provocando mononucleosi infettiva. Il Papillomavirus è responsabile delle verruche. L'Herpes simplex È una dermatite vescicolare dovuta a un virus (Herpes homini, HSV) che vive nell'uomo allo stato latente e si presenta in concomitanza di malattie infettive febbrili ma spesso senza un motivo apparente; è comunque considerato un segno di diminuzione delle difese organiche. Si manifesta con eruzione di vescichette sulla cute (in greco herpes significa "eruzione"), lesioni vescicolari riguardanti le cellule epiteliali della mucosa della bocca, labbra (herpes labialis) o volto; può interessare anche l'apparato genitale (herpes genitalis) e provocare in determinati casi encefalite e meningite. I trattamenti dell'herpes, in particolare le sostanze antivirus e il vaccino antierpetico, sono stati migliorati in modo da ottenere in alcuni casi anche guarigioni complete. L'Herpes zoster Il virus varicella-zoster, " shingles" per gli anglosassoni, Fuoco di Sant'Antonio nell'antica tradizione italiana, è agente patogeno sia di questa affezione che della varicella. Quando il virus colpisce bambini o adulti con cui non è mai entrato in contatto, la manifestazione primaria è la varicella e il quadro clinico è in genere caratterizzato da un'eruzione cutanea vescicolare. Persone invece che hanno avuto la varicella, con anticorpi specifici circolanti, possono ospitare il virus, per molti anni in forma quiescente, nei gangli sensitivi dei nervi spinali e cranici ove era giunto durante la fase acuta della varicella, viaggiando lungo i nervi a partire dalle zone di cute coinvolte. L'herpes zoster, è quindi la forma riattivata della malattia in cui a seguito di una reazione infiammatoria nelle cellule dei gangli nervosi, il virus viaggia a ritroso verso la cute lungo le fibre nervose, provocando infine su di essa una necrosi infiammatoria. Diversi sono i fattori che possono contribuire al passaggio dalla fase di latenza a quella della riattivazione: lo stress, l'età, i traumi, neoplasie o condizioni di immunodeficienza. L'herpes zoster colpisce frequentemente bambini affetti da leucemia o altre affezioni che comportano un immunodepressione. La sintomatologia inizia sotto forma di chiazze eritematose, più o meno grandi, disposte lungo il decorso di un nervo, sulle quali compaiono dopo qualche giorno, sotto forma di grappoli, vescicole a contenuto limpido, più o meno torbido o addirittura emorragico; le lesioni assumono a volte carattere necrotico. Spesso compaiono dolori e parestesie consistenti in formicolii, bruciori, sensazioni di puntura. In 2-4 settimane si giunge alla risoluzione clinica. Le cicatrici più o meno evidenti residuano a seconda dell'entità del danno subito dal derma in rapporto alla diffusione del processo. L'uso degli antivirali, se iniziato entro le prime 48 ore dalla comparsa del rush cutaneo può accorciare la durata. Da evitare l'aspirina. La zona colpita dall'eruzione Pagina 1 di 8 cutanea deve essere coperta e asciutta. Bagni tiepidi sono consentiti e la parte va lavata con saponi delicati, senza strofinare, con attenzione a non rompere le vescicole. Preparati topici a base di mentolato possono servire a controllare il prurito. Il Papillomavirus Si tratta di infezioni virali che si presentano come delle escrescenze carnose, dure di natura benigna. Queste lesioni epidermiche sono molto frequenti e generalmente insorgono in giovane età. Sono causate dall’attacco di un virus e si manifestano sia sulla pelle che sulla mucosa. La famiglia dei virus a cui appartengono le verruche é quella dei PAPOVA-VIRUS, in particolare il virus delle verruche é il Papilloma Virus Umano (identificato con HPV: Human Papilloma Virus) che attacca esclusivamente la razza umana. Recentemente, le nuove tecniche di virologia hanno dimostrato che si tratta di virus molteplici. Alcuni di essi sono associati a una delle diverse forme cliniche di verruca: HPV1 alle verruche palmoplantari, verruche che si sviluppano al palmo delle mani e alla pianta dei piedi (dove per effetto della continua compressione raggiungono livelli profondi. HPV2 alle verruche volgari, quelle che comunemente vengono chiamate "porri". Sono dei comuni e benigni tumori cutanei che si localizzano sul dorso delle mani e soprattutto intorno alle unghie. HPV3 alle verruche piane, escrescenze rotondeggianti o poligonali, piuttosto piccole che colpiscono soggetti di giovane e giovanissima età sul volto, il collo, il dorso e le superfici flessorie dell’avambraccio e della gamba. HPV6, 8, 11, 16, 18 alle verruche genitali o condilomi.Inizialmente si manifestano come piccole papule di colorito roseo, che aumentano piu’ o meno rapidamente di numero e volume fondendosi in masse a "cavolfiore" o a "cresta di gallo". I condilomi si localizzano in qualsiasi zona dei genitali maschili o femminili. Gli HPV16 e 18 sembrano, dopo molte ricerche, i virus effettivamente coinvolti nella nascita di forme tumorali pelviche. Le donne in cui albergano per lungo tempo i tipi "16" e "18" sembrano essere quelle più a rischio per lo sviluppo di un carcinoma del collo dell'utero fra i 30 e i 40 anni. La trasmissione dell’infezione da Papillomavirus si verifica per lo più per via diretta, cioè toccando le verruche altrui, ma perché si verifichi il contagio la pelle deve essere abrasa, altrimenti il virus non entra. Oppure il contagio si può verificare attraverso le squame della verruca che cadono in zone umide, ad esempio piscine, saune o su un asciugamano, sebbene sia stato dimostrato che questo virus sopravvive poco all’esterno. L’altra possibilità di contagio, riguarda le verruche genitali, rientra nelle malattie sessualmente trasmesse, ed avviene per contatto venereo generando i cosiddetti condilomi o creste di gallo. E’ dimostrato che sia l’insorgenza che il decorso dell’infezione appaiono in stretto rapporto con lo stato immunitario del soggetto. Quindi i fattori principali dell’infezione sono due, virulenza del virus e scarse difese immunitarie. Ci sono persone che sono protette nei confronti di questo tipo di virus, HPV, ci sono altre persone il cui sistema immunitario é fragile e favorisce l’insorgere dell’infezione. Ad esempio é facile che il virus attacchi i bambini che soffrono di "dermatite atopica" o persone affette da AIDS. Le malattie infettive batteriche Le infezioni causate da agenti batterici sulla cute sono indicate col nome di piodermiti. La cute è estremamente resistente alla colonizzazione da parte di germi patogeni per fattori immunologici, grado di umidità dello strato corneo e presenza di una flora saprofitica residente. La flora residente comprendente lieviti (es. Candida Albicans) e batteri sia aerobi (Stafilococchi, micrococchi) che anaerobi (Propionibacterium acnes) può divenire patogena in conseguenza di una caduta delle difese immunitarie del paziente o per un aumento della carica batterica oltre una soglia fisiologica. In questa sede affronteremo li quadro clinico determinato dai germi aerobi cocchi. Pagina 2 di 8 IMPETIGINE Dermatite altamente contagiosa; comincia più spesso intorno al naso e alla bocca, ma anche dovunque la pelle abbia subito una lesione (un taglio, un graffio, una puntura di insetto), con piccole papule rosse che si trasformano rapidamente in vescicole contenenti un liquido prima trasparente, poi torbido. Le vescicole si rompono lasciando delle piccole ulcere (cioè delle piccole ferite che non tendono a guarire). Queste spesso vengono ricoperte da croste giallo-marroni, molli, da cui può talvolta fuoriescire del pus. Le lesioni tendono ad estendersi e a moltiplicarsi, anche a distanza. Ne conosciamo due varianti cliniche: bollosa, streptococcica, caratterizzata da flittene (arrossamento della cute con bolle) anche di notevoli dimensioni non bollosa, stafilococcica, più frequente e caratterizzata da fragili vescicole che, rompendosi, provocano una secrezione sierosa che si rapprende in caratteristiche croste giallastre. La terapia è, naturalmente antibiotica. Se adeguatamente trattata, la pelle ritorna normale nel giro di una settimana (anche se la cute può rimanere di un altro colore per alcuni mesi). Il rischio di cicatrici è tuttavia scarso ERISIPELA Consiste in una infezione sottocutanea che causa una dermatite, a volte bollosa, difficile da eradicare, spesso recidivante, contrassegnata da episodi febbrili con brividi, arrossamento della cute, intenso e vivo dolore della zona interessata con comparsa di una chiazza eritemato-edematosa con caratteristico bordo "a scalino". La cute colpita, prevalentemente del volto ed degli arti inferiori, si presenta liscia e tesa, calda e dolente, talora con aree purpuriche, bolle, necrosi parziale. L’agente patogeno è lo Streptococco beta-emolitico A, microrganismo che causa malattie quali la tonsillite, la faringite e la scarlattina, che possono a volte condurre a complicazioni come la febbre reumatica acuta e la glomerulonefrite post-streptococcica. Questa infezione aggrava la stasi linfatica rendendo ancora più intensi il gonfiore e i sintomi. Le malattie infettive micotiche Funghi microscopici possono infettare i tessuti superficiali quali cute, peli, unghie. La trasmissione avviene per contatto diretto cutaneo con persone malate o animali e indirettamente tramite biancheria, indumenti, strumenti professionali. Uno degli agenti infettivi più comuni è un lievito: Candida albicans. Tale microrganismo di solito fa parte della flora batterica intestinale, cutanea e vaginale, ma può divenire patogeno in situazioni di stress, calo delle difese immunitarie, scarsa igiene, traumi muco-cutanei, alterazioni della flora batterica ecc… I quadri clinici principali sono localizzati al cavo orale (Glossite e Stomatite), ai genitali (Vulvovaginite), alle pieghe e alle strutture ungueali. Altra manifestazione clinica frequente è quella caratterizzata da un fungo Tinea che può infettare i peli della barba, il cuoio capelluto con conseguente infiammazione, desquamazione e perdita dei capelli nell'area interessata, le regioni scoperte della faccia, braccia e gambe con lesioni circolari rossastre, secche, squamose e pruriginose, l'inguine, gli spazi interdigitali dei piedi e delle mani con formazione di piccole vescicole associata a prurito, le unghie con perdita di colore, ispessimento e sfaldatura. Pagina 3 di 8 L’acne Particolarmente frequente nei giovani nel periodo della pubertà. Le manifestazioni dell'acne sono provocate dall'ostruzione dei follicoli piliferi da parte del sebo prodotto in eccesso dalle ghiandole sebacee che si aprono nel follicolo. Tale ostruzione è seguita spesso dall'infiammazione del follicolo, aggravata dall'azione di batteri che in queste condizioni si moltiplicano rapidamente. La responsabilità dell'eccesso di sebo è almeno in parte da imputarsi agli ormoni maschili (androgeni), la cui produzione aumenta nella fase puberale sia nei maschi che nelle femmine. Sull'origine dell'acne ci sono molte convinzioni sbagliate, come quella che essa sia da attribuirsi a una errata alimentazione o allo stress (sebbene quest'ultimo possa influenzarne le manifestazioni, agendo sulla produzione di ormoni androgeni da parte delle ghiandole surrenali) o ancora che lavaggi continui e approfonditi della pelle possano migliorare la situazione (in alcuni casi anzi, sgrassando eccessivamente la pelle, stimolerebbero l'ulteriore produzione di sebo; pertanto è consigliabile lavare la pelle non più di 2 volte al giorno con acqua ed eventualmente con un sapone a leggera azione disinfettante). La terapia fa ricorso all'uso di ormoni con attività antiandrogena (nelle femmine), all'uso locale di alcuni tarmaci derivati dalla vitamina A e di creme contenenti antibiotici. Le malattie infiammatorie Un'infiammazione della pelle, caratterizzata per lo più da arrossamento e prurito, che comporta a volte la comparsa di vescicole, viene indicata spesso con il generico termine di eczema (sinonimo di dermatite). Esistono vari tipi di eczema ma tre sono i più frequenti: l’eczema da contatto, l’eczema atopico, la dermatite seborroica. Eczema da contatto. E’ questa una reazione della pelle a sostanze irritanti o ad altre capaci di provocare una vera e propria reazione allergica. Mentre per la prima (reattività ad irritanti come detersivi, detergenti) basta anche un solo contatto cutaneo perché sorga l’eczema, per la seconda (reattività di tipo allergico) occorrono 6-10 giorni perché compaiano i sintomi di solito dopo un secondo, terzo contatto con la sostanza allergizzante, ponendo quindi in questo caso difficoltà al medico per l’individuazione della causa scatenante. Fra le sostanze che più comunemente danno origine a dermatiti da contatto sono metalli fra cui il nichel (spesso presente nella bigiotteria e in oggetti di metallo di uso comune), componenti di detersivi e cosmetici, alcuni tarmaci. Profumi, farmaci ecc. possono inoltre risultare fotosensibilizzanti, cioè provocare un'eruzione cutanea qualora ci si esponga alla luce solare dopo il loro utilizzo. Eczema atopico. E’ una infiammazione superficiale della pelle, cronica e molto pruriginosa spesso correlata ad una storia familiare o personale di malattie allergiche come rinite, asma. Non si conosce la causa di questa dermatite, ma talvolta può essere scatenata da sostanze respirate o da alimenti. La dermatite esordisce a volte già nei primi mesi di vita con un rossore al viso, al cuoio capelluto, nelle zone coperte dai pannolini, oppure in età adolescenziale o adulta, dove l’eczema diviene più localizzato e cronico (dietro le ginocchia, collo, polsi, palpebre, dita delle mani). La terapia controlla più che guarire l’eczema atopico e comporta, oltre all’esclusione delle sostanze alimentari o no, assunzione di farmaci antistaminici per il prurito, pomate cortisoniche. Dermatite seborroica. Caratterizzata dall’assenza di vescicole, ma da un rossore con squame piccole, secche o untuose, diffuso al volto, al cuoio capelluto, a volte dietro i padiglioni auricolari e sullo sterno, con prurito d’intensità variabile, l’eczema seborroico compare o peggiora in autunno - inverno. La terapia si basa su shampoo, lozioni, creme, con sostanze come zinco, selenio, sulfuro, catrame. II termine eritema, spesso usato per descrivere le manifestazioni patologiche della cute, è generico e indica semplicemente un arrossamento. Pagina 4 di 8 Traumi e ustioni I traumi ai quali la pelle può andare soggetta possono essere di entità variabile: punture di insetti, contusioni. ferite, ustioni. In caso di ferite, mentre la fuoriuscita del sangue dai vasi lesi viene immediatamente bloccata dalla coagulazione sanguigna, il ripristino della continuità dello strato epiteliale viene garantito dall'attività proliferativa delle cellule dello strato basale, Le ustioni si distinguono abitualmente in ustioni di primo grado (quando è interessata solo l'epidermide), e secondo grado (quando è interessate almeno parzialmente, anche il derma ) e di terzo grado (quando tutto le spessore della pelle viene distrutto queste ustioni richiedono un intervento immediato e spesso anche un trapianto di pelle per evitare la formazione di cicatrici che possono risultare invalidanti). Molto importante tuttavia, nel determinare le conseguenze generali di ustioni gravi, è l'estensione dell'area interessata. Le ustioni più estese e profonde determinano la perdita di grandi quantità e liquidi, che vanno immediatamente reintegrati; la mancanza di protezione provocata dal venir meno della pelle ustionata espone notevolmente l'organismo alle infezioni, cosa che rende necessaria la somministrazione di antibiotici. I raggi solari e i tumori della pelle I raggi UV costituiscono complessivamente circa l'8% della radiazione solare, il 75% dei quali è UV-A, il 19% è UV-B ed il 6% è UV-C. Gli UV agiscono danneggiando DNA e proteine: gli UVA hanno un effetto minimo, gli UV-B significativo, mentre gli UV-C sono i più distruttivi. Questi ultimi però vengono filtrati dallo strato di ozono. Gli effetti di queste radiazioni sono a carico della pelle, degli occhi, dell’apparato respiratorio, del sistema immunitario. Gli effetti sulla pelle sono di diverso livello e grado. Anzitutto gli ultravioletti solari producono un invecchiamento precoce della pelle, con secchezza e rughe e sono i maggiori responsabili delle più comuni manifestazioni dell’intervento del sole sulla pelle: l'eritema e l'abbronzatura. L'eritema, arrossamento dovuto alla liberazione di sostanze endogene attive sulla circolazione sanguigna, compare poche ore dopo l'esposizione al sole e provoca un forte prurito; può o regredire o trasformarsi in una vera e propria scottatura. L'abbronzatura avviene in due tempi: c'è quella immediata, indotta dai raggi UVA e provocata dalla dispersione della melanina già esistente, e quella ritardata, indotta dagli UVB e dovuta alla formazione di nuova melanina: è questa la vera "tintarella", persistente nel tempo. L'abbronzatura va comunque considerata per quello che è, ovvero una reazione di difesa dell'organismo: la melanina prodotta dai melanociti viene trasferita alle cellule dell'epidermide in via di maturazione, di cui va a ricoprire, come un cappuccio protettivo, il nucleo, per proteggere il DNA dall'effetto dannoso dei raggi UV. L’espressione più grave degli UV è sicuramente il cancro della pelle: il non-melanoma che attacca i cheratinociti (componenti cellulari predominanti dell'epidermide), e il melanoma cutaneo che agisce sui melanociti. I tumori della pelle di tipo non-melanoma possono a loro volta essere distinti fra carcinoma delle cellule basali e delle cellule squamose. Il melanoma è comunque il tipo più grave, e porta alla morte del 25% delle persone che ne sono affette. A partire dagli anni ’80 si è registrato un aumento dei cancri alla pelle, anche se la certezza che tale effetto sia dovuto ai raggi UV-B è stata appurata solo per i carcinomi. I tumori della pelle a carico delle cellule basali sono molto comuni fra le persone di pelle chiara che si espongono ai raggi del Sole in modo eccessivo. Questi tumori crescono molto lentamente, non danno problemi di tipo cosmetico, e non danno metastasi in altri organi del corpo, mentre questo è ciò che accade per i melanomi. I cancri delle cellule squamose non sono comuni, crescono velocemente e Pagina 5 di 8 possono dare metastasi. Persone di pelle scura sono più resistenti al cancro indotto da radiazione solare, e le popolazioni negre sono essenzialmente immuni, in quando il pigmento melanina delle loro cellule cromofore all’interno della pelle assorbe i raggi UV e protegge le cellule vive sottostanti. Fattore predisponente nei confronti dell'insorgenza del melanoma maligno è considerata anche la presenza sulla pelle di nei atipici. Zone a pigmentazione anomala (le cosiddette "voglie", i comuni nei, più correttamente detti nevi, le lentiggini) possono essere presenti sulla pelle fin dalla nascita: alcune di esse regrediscono spontaneamente con l'età, altre possono venire asportate chirurgicamente per motivi estetici. I nei sono di norma piccole macchie cutanee brune di 2-5 mm di diametro, a contorno regolare, ma ne esistono anche di atipici, più grandi e con contorni e pigmentazione irregolari: in corrispondenza di uno di tali nei può svilupparsi il melanoma, anche se in realtà questo tumore può insorgere in qualsiasi parte dell'epidermide. Visto che il melanoma dà frequentemente metastasi è quindi molto importante una sua diagnosi precoce, che va effettuata sottoponendosi a controlli regolari da parte del dermatologo. Si può ricorrere anche ad un autoesame della pelle, secondo l’ABCDE del melanoma. A) B) C) D) E) ASIMMETRIA BORDI COLORE DIAMETRO EVOLUZIONE la metà del neo non corrisponde all’altra metà i margini del neo sono irregolari e frastagliati non è uniforme e presenta sfumature diverse generalmente maggiore di 6 mm rapido cambiamento delle dimensioni. Per proteggere la pelle si possono utilizzare appositi prodotti dotati di un fattore di protezione, la cui presenza è di norma indicata dalla sigla SPF (Solar Protection Factor) seguita da un numero. Quest'ultimo esprime il tempo necessario a produrre un eritema rispetto al tempo occorrente per una pelle non protetta: utilizzando una crema solare a SPF 15 ci si può in altri termini esporre al sole per un tempo fino a 15 volte superiore a quello che provocherebbe eritema senza alcuna protezione. Ultimamente però sono state avanzate alcune controindicazioni all'uso di tali prodotti: evidenze sperimentali fanno ritenere che se ne debba fare un uso moderato. La protezione dai raggi UV si può pertanto attuare con una limitata e graduale esposizione al sole. Non tutti siamo esposti allo stesso modo ai possibili danni provocati dai raggi UV del sole: a proteggersi maggiormente devono essere le persone con pelle e capelli chiari, la cui epidermide produce minori quantità di melanina. Occorre inoltre evitare di esporsi nelle ore centrali della giornata, in cui il sole è alto in cielo. Altro effetto da non trascurare è quello degli UV a carico della vista. Il cristallino dell’occhio è una lente composta essenzialmente da proteine, la cui denaturazione impedisce una corretta visione (cataratta) e può portare a cecità. Questa patologia è all’origine di metà della cecità nel mondo, ma può essere risolta per via chirurgica. Le proteine del cristallino, ricche di triptofano, vengono degradate dai radicali liberi (molecole che hanno acquistato un elettrone e pertanto particolarmente reattive) generati dagli UV-B: tale correlazione è stata accertata tramite studi condotti su pescatori esposti alla luce solare diretta e riflessa dalla superficie del mare. Si è altresì appurato che l’uso di cappelli e occhiali di protezione è sufficiente per diminuire notevolmente l’insorgenza di questa patologia. L’ingestione di antiossidanti naturali come il -carotene, la vitamina C (acido ascorbico) e la vitamina E (tocoferoli) facilita la rimozione dei radicali. Altri disturbi di tipo oftalmico sono la fotocheratite o cecità della neve, che praticamente consiste in un’ustione solare della cornea dovuta all’esposizione agli UV-B. Un altro effetto dell'esposizione ai raggi UV è l'abbassamento delle difese immunitarie locali (che può ad esempio essere causa della riattivazione di una infezione da Herpesvirus) . Il sistema immunitario è di due tipi: il sistema immunitario umorale che produce anticorpi circolanti (immunoglobuline) che attaccano e Pagina 6 di 8 eliminano molecole estranee, gli antigeni, e il sistema immunitario cellulare che “riconosce” le cellule cancerose o parassite, e le distrugge. Mentre il sistema umorale non subisce gli effetti degli UV, il sistema cellulare - costituito prevalentemente dai linfociti-T (o “cellule T”) - viene notevolmente soppresso dalla luce solare in individui normali. Di conseguenza, oltre che innescare il processo che porta alla comparsa di tumori maligni della pelle, i raggi ultravioletti distruggono il sistema immunitario che di per sé riconoscerebbe e eliminerebbe le cellule patogene. Cellule tumorali trasferite in un animale sano verrebbero normalmente distrutte, ma se l’animale è stato prima esposto agli UV-B, esse si sviluppano e proliferano. Il meccanismo tramite cui i raggi ultravioletti distruggono il sistema immunitario cellulare è ancora oggetto di studio, anche se sembra che abbiano effetto soprattutto sui linfociti, macrofagi e cellule del Langerhans prodotti nel midollo spinale, e che temporaneamente si trovano nella pelle. Oltre che sviluppare patologie di tipo tumorale sulla pelle, la diminuzione delle difese immunitarie coinvolge anche il resto del corpo che è così reso più esposto a infezioni. Le malattie autoimmuni Alcune malattie della pelle hanno alla base reazioni cosiddette autoimmuni, in cui cioè il sistema immunitario riconosce come "estranee" alcune molecole proprie dell'organismo, ed elabora contro di esse una risposta distruttiva. Gli effetti sono estremamente dannosi e tali da alterare in modo critico strutture e funzioni normali dell'organismo. Tra queste la vitiligine che è una patologia sfigurante la pelle causata dalla selettiva distruzione dei melanociti. Si manifesta con la comparsa di chiazze più o meno estese di pelle depigmentata: la pelle colpita diviene fra l'altro particolarmente sensibile alle radiazioni solari. I melanociti sono infatti completamente assenti nelle lesioni ormai consolidate della vitiligine mentre risultano solo danneggiati quelli ai margini delle lesioni in via di formazione. È quindi la vitiligine una patologia che, curata all’inizio, può riportare i melanociti alla loro funzione fisiologica. Dal momento che la causa della vitiligine è a tutt’oggi sconosciuta le ipotesi che vengono formulate per la sua eziologia sono: IPOTESI 1: Che la vitiligine sia una malattia autoimmune. Esiste al riguardo moltissima letteratura attestante la presenza e l’azione di autoanticorpi rivolti contro il melanocita, la tirosina (precursore della melanina), l'enzima tirosinasi etc. specialmente nelle forme molto avanzate di vitiligine. IPOTESI 2: Che la vitiligine si formi per l'autodistruzione dei melanociti causata dai prodotti tossici che si formano, in particolari condizioni, in queste cellule. IPOTESI 3: Che la vitiligine derivi dalla disfunzione di un tratto terminale del sistema nervoso periferico. Sia cioè di origine neurale. I melanociti sono cellule morfologicamente simili alle cellule neuronali del sistema nervoso. Ciò è dovuto al fatto che ambedue queste cellule derivano dal medesimo foglietto embrionale, anche se poi sono andate incontro ad una specializzazione diversa nel corso del processo evolutivo. Sulla membrana dei melanociti esistono pertanto gli stessi recettori che si trovano sulla membrana delle cellule nervose e che bloccano i mediatori dell'impulso nervoso, soltanto che nei melanociti questi recettori non sono in attività. I melanociti sono posti sulla membrana basale che è una membrana a permeabilità selettiva. Subito al disotto della membrana giunge la microglia del sistema nervoso. È possibile che a causa di uno stress nervoso in soggetti predisposti la membrana basale perda la sua selettività, in modo momentaneo o definitivo, in alcuni punti della pelle. Passano allora attraverso di essa mediatori della conduzione nervosa che non devono normalmente passare e che vanno a bloccare i recettori posti sulla membrana dei melanociti. Questi vengono così spinti a ricoprire un ruolo che non è più il loro ruolo fisiologico ma quello di una cellula nervosa. S’instaura così nei melanociti uno squilibrio biochimico-enzimatico che porta ad un decremento ed ad un successivo danneggiamento di molti enzimi cellulari. Pagina 7 di 8 Attualmente si privilegia l’ipotesi che la vitiligine sia il risultato dell’azione di tutte e tre queste cause che in tempi diversi contribuiscono al formarsi ed al mantenersi della patologia. La psoriasi è una patologia cutanea non infettiva, di tipo cronico, con momenti di riacutizzazione ed altrettanti di remissione, caratterizzata da placche secche, raramente pruriginose, ben circoscritte, di varia forma e grandezza (da pochi millimetri a svariati centimetri), con squame della pelle bianco - argentee facilmente scollabili sotto cui c’è rossore intenso. Le placche, in genere, compaiono in modo simmetrico ai gomiti e sulle ginocchia (localizzazione più frequente) nella parte lombare e sacrale della schiena, sul cuoio capelluto, sui bordi delle unghie, sui palmi delle mani, sulle piante dei piedi. Nella sede delle lesioni i medici hanno individuato un aumento del numero delle cellule nello strato basale dell’epidermide con una velocità di migrazione verso la superficie di 4-5 giorni anziché i normali 28. La malattie colpisce indifferentemente donne e uomini; può insorgere a qualsiasi età ma più frequentemente tra i 10 ed i 30 anni; peggiora in autunno, è stazionaria in inverno, tende a riacutizzarsi in primavera e migliora in estate (anche senza esporsi al sole); può avere (rare) complicazioni articolari (ginocchia anche - caviglie); ha una familiarità nel senso che in un terzo circa delle persone ammalate vi sono uno o entrambi i genitori ammalati; non se ne conoscono le cause, pur avendo individuato alcuni fattori scatenanti soprattutto le riacutizzazioni. Reazione autoimmune nei confronti di alcuni componenti dello strato basale dell'epidermide Traumi diretti cutanei nelle sedi di localizzazione della psoriasi Traumi psichici o eventi emotivi stressanti sono stati considerati importanti nel condizionare la storia della malattia Farmaci antinfiammatori , cortisonici, antimalarici ed alcuni usati per disturbi cardiaci o della pressione del sangue e per alcune forme depressive Abusi di alcool, fumo e una dieta particolarmente ricca di proteine della carne Pagina 8 di 8