Comments
Transcript
ordine cronologico dei vescovi della diocesi di fano
ORDINE CRONOLOGICO DEI VESCOVI DELLA DIOCESI DI FANO Tolomeo È detto discepolo di San Pietro e martire (74 d.C.). Secondo il Cappelletti e l’Ughelli sembra che egli sia stato Vescovo anche in altre città (forse in Toscana). Eusebio L’esistenza di questo Vescovo è più frutto di leggenda che di verità storica. Anonimo Circa il 259 c - Il beato Giovanni di Nonantola, nella vita di San Paterniano, scritta nel secolo XII, conservata nell’Archivio capitolare di Fano, accenna ad un Vescovo predecessore del detto Santo, senza farne il nome. Paterniano (santo) 314-356 (?) - Si ritiene, come si è detto, che sia nato a Fano alla fine del III secolo, non si sa in quale età divenne cristiano. Fu il superiore dei monaci penitenti nell’Eremo nel luogo detto “Fanestre Egitto”, un luogo solitario, presso la riva del fiume Metauro, monaci che si dettero alla preghiera e ad una vita ascetica austera. Durante la persecuzione (303) di Diocleziano (284-305) alcuni cristiani subirono il martirio; i corpi di sei di loro sarebbero stati trasportati a Fossombrone e qui conservati e venerati. San Paterniano avrebbe convertito molti infedeli ed eretto chiese. Dopo l’editto di Costantino (313), sotto Papa Silvestro I (314-335), per desiderio unanime dei presbiteri e del popolo, il santo eremita sarebbe stato eletto Vescovo della città di Fano. Nonostante la sua riluttanza, Paterniano avrebbe accettato la volontà della Chiesa di Fano e lasciato il suo eremitaggio per andare a risiedere nella periferia della Città. Dopo aver vissuto una vita austera e santa, presentendo prossima la sua fine, “esortati i presbiteri e il popolo ad amare sempre più Dio e i fratelli, assorto nella preghiera, rese a Dio il suo spirito”. Il suo corpo fu sepolto fuori delle mura della Città, lungo la Via Flaminia, nel luogo detto “Vico delle Tane”, in seguito chiamato con il nome di San Paterniano. Il 10 luglio 1551 le reliquie del Santo furono trasportate in Città nella nuova basilica a lui dedicata. San Paterniano sarebbe stato Vescovo di Fano per più di quaranta anni. Anonimo 362 c - Risulta in tale data occupata la Sede vescovile, ma si ignora il nome del titolare, come quelli di altri predecessori di San Vitale. Vitale (santo) 499-501 Eletto Vescovo sotto Papa San Simmaco (498-514), 31 risulta presente a Roma al Sinodo indetto dallo stesso Papa nel 499, contro l’antipapa arcidiacono Lorenzo (498. 501-505). Pone la sua firma nelle decisioni del sinodo sottoscrivendosi “Vitalis Episcopus Fanestriensis” o secondo un altro codice, “Vitalis Episcopus Ecclesiae Fanensis subscripsi”. Eusebio (santo) 32 502-541- Eletto Vescovo sotto Papa S. Simmaco (498 - 514), successe a S. Vitale verso la fine del 501 e l’inizio del 502. Fu uno dei 125 vescovi intervenuti al Concilio Palmare a Roma, convocato dal re Teodorico (454c-526), nel 502, dopo che il partito contrario a Papa Simmaco aveva provocato tumulti, nel corso del quale Concilio 76 vescovi, tra cui S. Esusebio, respinsero le accuse contro il Pontefice e scomunicarono l’antipapa Lorenzo, emanando la fondamentale sentenza che “Summa Sedes a nemine judicatur” (La Suprema Sede non è giudicata da nessuno). Gli scismatici si opposero alle conclusioni di questo Concilio Palmare, cioè alla conclusione di riconoscere come legittimo successore di S. Pietro Papa Simmaco, non Lorenzo. Per risposta Papa S. Simmaco tenne un altro Concilio ove intervennero 208 vescovi tra cui S. Eusebio, che sottoscrisse gli atti firmandosi, al n 19, “Eusebius Episcopus Fanestrensis”. S. Eusebio fu presente anche nei sinodi romani indetti nel 503 e nel 504. Si dice, - ma non ci sono documenti veramente provanti -, che restaurasse chiese tra cui quella di S. Salvatore e quella di San Pietro in Episcopio, ove fissò la sua sede e presso di cui eresse una canonica o collegio di chierici viventi insieme (da cui ebbe origine il Capitolo della Cattedrale). Teodorico, re degli Ostrogoti (454c-526), con sede a Ravenna, costrinse nel 524 Papa Giovanni I (523-526) ad andare, con una legazione di quattro vescovi tra cui S. Eusebio ed alcuni nobili, a Costantinopoli dall’imperatore Giustino I (n.450 - m.527) a chiedere a quel pio imperatore di far ritornare alla loro setta i convertiti ariani e a restituire loro le Chiese tolte. L’imperatore Giustino I non esaudì questa richiesta di re Teodorico. Ritornata a Ravenna la legazione con esito negativo, Teodorico, insoddisfatto ed irritato, fece rinchiudere in carcere Papa Giovanni I e, forse, i quattro vescovi, membri della legazione. Papa Giovanni I morì nel 526 di stenti e di dolori. S. Eusebio e gli altri Vescovi furono liberati e restituiti alle loro sedi o dallo stesso Teodorico o dal suo successore, Teodato (m.536). S. Eusebio sarebbe morto il 18 Aprile 541, consumato dagli anni e dai dolori e dispiaceri dopo aver visto la distruzione di Fano nell’anno 539 per opera di Vitige, re degli Ostrogoti (536540). S. Eusebio è invocato come secondo protettore della città di Fano. Non si conoscono i nominativi degli immediati successori del Vescovo Eusebio. Leone I 589-595 (?) - Si ritiene eletto Vescovo tra il 589 e il 590 sotto Papa Pelagio II (579-590) o San Gregorio Magno (590-604). Al Vescovo Leone il Papa Gregorio Magno, per mezzo di una lettera, raccomanda la mitezza verso il prete Giovanni pentito e rientrato dallo scisma alla fedeltà alla Chiesa. Fortunato (santo) 596-620 (?) - Eletto Vescovo sotto Papa Gregorio Magno (590604), svolse il suo ministero pastorale teso a liberare il suo gregge da superstizioni ed eresie, che facilmente si diffondevano per le continue invasioni di soldati stranieri. Grande attenzione ebbe verso gli infermi e i poveri. In modo particolare il Vescovo Fortunato si adoperò con grande impegno e sacrificio per redimere persone, forse anche fanesi, cadute in potere dei Longobardi nella seconda loro irruzione (del 595), quando presero ai Greci l’Esarcato, tranne Ravenna, e tenute in cattività. Per poterle liberare dalla schiavitù adoperò ogni mezzo ed ogni risorsa, anche l’alienazione di vasi e suppellettili sacre della Cattedrale, dopo aver chiesto ed ottenuto l’autorizzazione da Papa S. Gregorio Magno. Eresse chiese e monasteri per religiose. S. Fortunato è invocato come terzo protettore della città di Fano. Orso (santo) 625-639 - Sarebbe stato eletto Vescovo sotto Papa Onorio I (625-638). Orso era già famoso in Città per le sue virtù e penitenze, benché vivesse in un eremo. La leggenda di S. Orso, nato a Fano, (ricordata nella Storia di Fano dell’Amiani e nell’opera “Le Chiese d’Italia” del Cappelletti), racconta che un contadino, lavorando con i buoi nel giorno dedicato alla festa di S. Orso (15 maggio), fu rimproverato da un amico e rispondendo a questo dicesse: “Se egli è un orso, io sono un cane!”. All’improvviso si aprì il terreno e nella fossa precipitarono il contadino e i buoi. L’Amiani assicura che la voragine si vedeva ancora ai tempi suoi ed era detta la Fossa di S. Orso. La denominazione esiste anche oggi per una zona di terreno vicino a Fano. S. Orso è invocato come quarto protettore della città di Fano. Scolastico o Pietro 649-653 - Secondo l’Ughelli (nella sua opera intitolata “Italia Sacra”) era già Vescovo di Fano nel 647 e presente al Concilio Lateranense, indetto da Papa Teodoro I (642-649), invece secondo l’Amiani e il Cappelletti fu eletto Vescovo sotto Papa Martino I (649-655) e presente al Concilio Lateranense del 649, 33 ove si sottoscrisse “Scholasticus Episcopus Sanctae Fanensis Ecclesiae”. Domenico 654-681 (?) - Nativo di Fano, sarebbe stato eletto Vescovo sotto Papa Martino I (649-655). Lo si trova a Roma durante il Sinodo Romano indetto da Papa Agatone (678-681) nel 680 contro i Monoteliti (sostenitori di una sola volontà in Gesù Cristo, quella divina). Fu uomo di santa vita e dedito all’istruzione religiosa del suo popolo. S’ignorano i nominativi dei titolari della Sede vescovile per quasi un quarantennio. Pietro I 718-743 (?) - E’ menzionato nel Codice Nonantolano e riportato dal Cappelletti. Ma non sono certe le date di elezione e di morte. Amato 743-748 - Eletto Vescovo sotto Papa S. Zaccaria (741-752). Fu presente al Concilio o sinodo romano indetto da Papa Zaccaria e ne sottoscrisse gli atti. Si presentò a Pesaro, supplice, a Rachis (744-749), re dei Longobardi, per chiedere la grazia di risparmiare dal saccheggio la sua città di Fano e l’ottenne. Mauro 749-769 (?) - Eletto Vescovo sotto Papa Zaccaria (741-752), fu presente a Roma al Concilio indetto da Papa Stefano II (752757). Non si hanno altre notizie di questo Vescovo. Sconfitto per la seconda volta Astolfo, re dei Longobardi, (749756) nel 754 da Pipino, il Breve, re dei Franchi (714-768), il Pontefice Stefano II (III) (752-757) riebbe l’Esarcato, Comacchio e la Pentapoli, tra cui Fano, terre che erano state tolte dai re longobardi. Non si conoscono i nominativi dei titolari della Sede vescovile per oltre un cinquantennio. Ariperto o Agriperto 826-851 - Eletto Vescovo sotto Papa Eugenio II (824-827) fu presente ad un concilio romano, indetto da questo Papa. Ornò la Cattedrale, ampliò la Canonica e consacrò varie chiese, tra cui quella di S. Maria a Mare, detta di S. Maria de Arzilla dal vicino fiume. Durante il suo episcopato passò a Fano Papa Gregorio IV (827-844) di ritorno dalla Francia. Giovanni I 34 851-877 - Sacerdote della Canonica Fanese, dotto e amato dai poveri, fu eletto Vescovo sotto Papa S. Leone IV (847-855). Fu presente a Roma ai Concili indetti da Papa Leone IV e dai Papi Niccolò I (858-867), Adriano II (867-872) e Giovanni VIII (872-882). Sotto di lui dimorarono in Fano il Papa Giovanni VIII e l’imperatore Ludovico II (825-875). In questo tempo il Papa sottoscrisse la bolla con i privilegi all’Abbazia di S. Martino, cioè di S. Paterniano, bolla indirizzata all’abate Lofredo. Marco 877-887 - Eletto Vescovo sotto Papa Giovanni VIII (872-882), fu presente ad un Concilio indetto a Ravenna da Papa Giovanni VIII nell’anno 877. Non si hanno altre notizie di questo Vescovo. Romano 887-898 (?) - Eletto Vescovo sotto Papa Stefano V (VI) (885891), divenuto consigliere di Carlo il Grosso (839-888), fu a Fermo nell’887 con il re Carlo e sottoscrisse un atto di donazione di beni del Vescovo Eodisio o Teodicio (879) di Fermo all’Eremo di S. Croce sul Chienti. Sottoscrisse pure le decisioni di un concilio o sinodo, tenuto a Ravenna e indetto nell’anno 898 da Papa Giovanni IX (898-900). A Fano il Vescovo Romano consacrò una Chiesa presso Porta Maggiore, distrutta poi nel 1524. Non si conoscono i nominativi dei titolari della Sede vescovile per oltre sessanta anni. Riccardo o Riscelardo 963-983 - Eletto Vescovo sotto Papa Giovanni XII (955 – 964), si ritiene, ma non è certo, che fosse presente a Roma ad un Concilio o sinodo tenuto nella Basilica di S. Pietro indetto da Ottone I (912 – 973), imperatore e re di Germania, per la deposizione di Papa Giovanni XII e l’elezione di Papa Leone VIII (963-965). Fu presente al Concilio di Ravenna, indetto da Papa Giovanni XIII (965-972) nell’anno 967. Gerardo 983-1010 (?) - E’ ricordato come Vescovo di Fano dal Cappelletti e prima di lui dal Fantuzzi (nei Documenti Ravennati, Tomo I, pag.212). Non sono certi l’anno dell’elezione e quello della morte. Rinaldo o Rainaldo I 1010c - (?) Si dice eletto Vescovo nella Canonica fanese da tutto il clero sotto Papa Sergio IV (1009-1012). Non si hanno altre notizie di questo Vescovo. Per questo periodo si hanno incertezze tra gli storici circa la successione dei vescovi nella sede di Fano. Alberto 1027-1036 - Eletto Vescovo sotto Papa Giovanni XIX (102435 1032), fu un Vescovo simoniaco. Di lui non si conoscono né l’origine né la patria né la famiglia. Contro di lui scrisse e si schierò S. Pier Damiani (1007-1072) che lo chiamò “Fanensem latronem” e chiese ai pontefici che lo deponessero. Sembra che sia stato deposto da Papa Benedetto IX (1032-1044). Secondo un’altra fonte sembra che sia stato cacciato dalla sede a viva forza dal popolo e che si sia rifugiato in Ancona. Ugo o Ugone 1036-1048 - Eletto Vescovo sotto Papa Benedetto IX (10321044). Non è certo se resse la Diocesi come Vescovo o come amministratore o vicario apostolico, anche per le varie contestazioni del deposto predecessore. Fu firmatario di un atto di riconciliazione tra il Vescovo di Perugia e i monaci di S. Pietro in Vincioli in Perugia. Arduino 1048-1085 - Eletto Vescovo sotto Papa Damaso II (1048-1048) intervenne a Roma al Concilio indetto da Papa S. Leone IX (1049-1054) nel 1050 e a quelli di Papa Niccolò II (1059-1061) nel 1059 contro i chierici simoniaci e incontinenti e di Papa Alessandro II (1061-1073) nel 1062. La presenza del Vescovo Arduino al concilio o sinodo di Papa Alessandro II (1061-1073) è ricordata in una bolla in favore di Benedetto, Vescovo di Fossombrone, contro Guglielmo, Vescovo di Senigallia, sulla pertinenza di Massa S. Giovanni in Sorbetulo, per la definizione dei confini delle due Diocesi. Arduino è degno di essere ricordato per aver richiamato e voluto la vita comune dei chierici nella sua canonica e a questo fine fece larghe donazioni di beni. Fu molto elogiato da S. Pier Damiani, che scrisse la famosa lettera “ Ad Clericos Fanenses”. Secondo l’Amiani morì nel 1090. Pietro II 1090-1135 - Eletto Vescovo dal clero della Canonica e consacrato in Roma da Papa Urbano II (1088-1099), fu presente al rinvenimento dei corpi dei santi Fortunato, Orso ed Eusebio nel 1113. Distrutta da un incendio la Cattedrale nella notte di Natale del 1124, ne iniziò la ricostruzione. Fu poi consacrata dal suo successore ed arricchita di preziose reliquie portate dalla Terra Santa da Ugolino e Baldovino del Cassero e dal loro padre Ugone. Il Vescovo Pietro morì nel novembre 1135. Rinaldo o Rainaldo II 1136-1165 - Eletto Vescovo sotto Papa Innocenzo II (11301143) sembra che fosse cittadino fanese. Ebbe l’onore di consacrare la Cattedrale ricostruita, dedicandola, secondo una fonte non del tutto attendibile, a Maria Assunta. Nel 1142 una grave pestilenza funestò la Città e il Vescovo Rinaldo aprì un ospedale presso la Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano. Nel 36 1159 consacrò la Chiesa di S. Pietro “Foris Portam” da lui edificata o, secondo altra fonte storica, dal Vescovo Arduino. Morì forse nel 1165. Carbo o Carbone 1165-1177 - Cittadino fanese, già monaco cassinese e abate del Monastero di S. Paterniano, eletto Vescovo sotto Papa Alessandro III (1159-1181), fu pastore zelante e assai benefico. Confermò le donazioni del Vescovo Arduino, ampliandole, ai Canonici. Fu presente al Concilio a Venezia nel 1177, indetto da Papa Alessandro III (1159-1181). Monaldo 1178-1214 - Cittadino e canonico fanese, eletto Vescovo sotto Papa Alessandro III (1159-1181), fu uomo dotto, prudente e caritatevole, secondo l’Amiani, ma, in verità altero e litigioso d’indole. Fu tra i firmatari al Concilio Lateranense, indetto nel 1179 da Papa Alessandro III. Nel 1198 fu presente alla consacrazione della Chiesa di S. Croce di Fonte Avellana e nel 1208 a quella della Cattedrale di Jesi. Fu nelle grazie dell’Imperatore Enrico VI, re di Puglia e Sicilia (1165-1197). Non fu sempre in armonia con Papa Innocenzo III (1198-1216). Ebbe forti contrasti con l’abate di S. Stefano in Palude, con difficoltà risolti per intervento diretto di Papa Innocenzo III. Riccardo 1214-1223 - Già vicario camaldolese dell’eremo di Arezzo, eletto Vescovo sotto Papa Innocenzo III (1198-1216), ottenne dal Marchese Aldobrandino I d’Este (1212-1215) molti beni e privilegi per la Città in data 16 marzo 1214, insieme ad immunità. Fece cospicue donazioni al suo clero. Ebbe forti contrasti con Alberghetto, podestà di Fano, che assediò il palazzo vescovile e proibì di portare viveri al Vescovo, chiuso nel suo palazzo. Papa Onorio III (1216-1227) scomunicò la Città. In questo periodo ci furono contrasti tra i cittadini di Fano e quelli di Fossombrone: la città di Fossombrone fu saccheggiata. Il Vescovo Riccardo ebbe un grave contrasto anche con l’abate di S. Paterniano: un legato pontificio mise pace. E’ tradizione che S. Francesco nel 1215 sia venuto a Fano ed abbia aperto un convento. Alberto II 1223-1240 - Fu eletto Vescovo della Diocesi di Fano sotto Papa Onorio III (1216-1227). Non si hanno altre notizie di questo Vescovo. Gregorio 1240-1245 (?) - Nativo di Faenza, domenicano, eletto Vescovo sotto Papa Gregorio IX (1227-1241), forse fondatore del convento di S. Domenico in Città. Ebbe fama di uomo molto dotto e di grande santità. Intervenne al concilio di Lione indetto da Papa Innocenzo IV (1243-1254). Morì nel 1245. 37 Adiuto 1245-1265 - Da canonico della Cattedrale fu nominato Vescovo della Diocesi e consacrato dal Vescovo di Senigallia per mandato di Papa Innocenzo IV (1243-1254), residente allora a Lione, città dove non poteva recarsi Adiuto per la sua povertà. Tre anni dopo è nominato, dal pontefice, Rettore della Marca. Uomo di grande prudenza e forte coraggio, ebbe anche altri importanti incarichi dalla S. Sede Apostolica: nel 1254 giudice a favore dei Canonici di Gubbio e, sotto Alessandro IV (12541261), delegato apostolico a Rimini per risolvere una vertenza tra il Comune e il suo podestà. Durante l’episcopato del Vescovo Adiuto ci furono due visite importanti nella città di Fano: la prima, il soggiorno in città di Papa Innocenzo IV che consacrò, in quella occasione, la Chiesa di S. Paterniano; la seconda, la presenza di San Bonaventura, generale dei Francescani, che iniziò la costruzione della Chiesa di S. Francesco. Il Vescovo Adiuto cercò di pacificare le due fazioni in lotta tra loro: i Guelfi, capitanati dalla famiglia Del Cassero, e i Ghibellini, capitanati dalla famiglia Da Carignano, senza ottenere un felice risultato. Morì nei primi mesi dell’anno 1265. Morando 1265-1276 - Nativo di Signa, monaco domenicano, eletto Vescovo di Cagli nel 1259 sotto Papa Alessandro IV (12541261) e da questa Sede trasferito a quella di Fano da Papa Clemente IV (1265-1268) nel 1265, fu personaggio illustre per dottrina e santità. Si impegnò a dirimere contese giuridiche sorte tra i vari monasteri della Città. Morì nel 1276. Fedemondo o Fedismondo 1276-1283 - Nativo di Fano, da canonico della Cattedrale eletto Vescovo della Diocesi, fu confermato da Papa Niccolò III (1277-1280) nel 1278. Dovette risolvere questioni pastorali sorte tra i parroci della Città e i francescani riguardo al mini stero della predicazione e al sacramento della penitenza: fu necessario l’intervento di Papa Martino IV (1281-1285) per diri mere la questione. Morì nel 1283. Borromeo o Romano 1283-1288 - Nativo di Fano, da proposto del Capitolo elevato alla dignità vescovile, poverissimo, non poté recarsi a Perugia per la consacrazione da parte del Papa Martino IV (1281-1285). Fu consacrato nel gennaio 1284 dal Cardinale Ordeone, Vescovo di Frascati, il quale si trovava in zona. Degni di memoria sono due atti di questo Vescovo: il primo, la consacrazione della Chiesa di S. Vittoria delle Fratte o Fratterosa dei Padri Minori Francescani dell’Osservanza; il secondo, l’approvazione della confraternita di uomini e donne, eretta dai Padri Eremitani nella Chiesa di S. Lucia. Morì a Fano nel 1288. 38 Francesco I 1289-1295 - Abate di S. Lorenzo in Campo, eletto Vescovo sotto Papa Niccolò IV (1288-1292), riuscì a pacificare le due fazioni in lite da tempo tra loro, quella guelfa con a capo la famiglia Del Cassero, e quella ghibellina con a capo la famiglia Da Carignano. Nel 1295 fu trasferito alla Diocesi di Senigallia. Berardo 1295-1305 - Benedettino cassinese, da vescovo d’Aquino, eletto e non consacrato, fu trasferito alla Diocesi di Fano, sotto Papa Celestino V (1294-1294), ma confermato nella nuova Diocesi e consacrato da Papa Bonifacio VIII (1294-1303), il 7 settembre 1296. Non si hanno documenti particolari sulla sua attività pastorale, tranne qualche contrasto con i Frati Minori Francescani circa l’applicazione, in Diocesi, di un privilegio concesso loro da Papa Alessandro IV (1254-1261). Morì a Fano nel 1305. Giacomo I 1305-1312 - Canonico della Cattedrale, eletto Vescovo sotto Papa Clemente V (1305-1314), fu consacrato da Federico, Vescovo di Rimini, non potendo egli per la sua povertà recarsi a Lione da Papa Clemente V. Morì a Fano nel 1312. Giacomo II 1312-1339 - Nativo di Fano da canonico della Cattedrale, fu eletto Vescovo sotto Papa Clemente V (1305-1314), sedente ad Avignone, e consacrato a Roma da Martino, Arcivescovo di Braga (Portogallo) insieme al vescovo Pietro di Cagli nel 1327. Per aver parteggiato per i Conti di Montefeltro, insieme con il Vescovo di Cagli, Pietro (1319-1327), nel 1322 fu dal Papa Giovanni XXII (1316-1334) sospeso, ma poi, giustificatosi e pentito, fu riabilitato e rimesso in Sede. Nel 1336 con altri Vescovi consacrò la Chiesa di S. Francesco dei Padri Minori nel 1335. Morì nel 1339. Pietro III 1340-1356 - Nativo di Pesaro da canonico della Cattedrale, fu eletto dal Capitolo e solo nel 1342 approvato da Papa Clemente VI (1342-1352) dalla sua sede d’Avignone. Uno dei suoi primi atti fu la solenne pubblicazione della scomunica rinnovata da Papa Clemente VI contro Ludovico il Bavaro, il 17 giugno 1343. Eresse la chiesa di Cerasa, dedicata a S. Lorenzo, nel 1346, quella di S. Rocco in Città nel 1348, abbattuta nel 1841 per la costruzione del nuovo teatro e quella di Scotaneto. Luca Mannelli 1358-1362 - Fiorentino, domenicano, di grande santità e dottrina, di sommo ingegno e meravigliosa memoria, famoso predicatore e dotto scrittore, fu alla Corte Pontificia in Avignone chiamato da Papa Clemente VI (1342-1352). Fu dallo stesso Papa, nel 1345, nominato Vescovo titolare di Tricone in Macedonia e nel 1348 nominato alla sede di Osimo, Diocesi in 39 cui non andò mai, perché rimase sempre alla Corte Pontificia d’Avignone. Da Papa Innocenzo VI (1352-1362) nel 1358 fu trasferito alla Sede di Fano. Lasciò la Diocesi di Fano e si trasferì a Firenze ove morì nel 1363. Fu sepolto nella chiesa di s. Maria Novella. Leone II 1362-1388 - Francescano, detto anche “ Leoncino” sia per la piccolezza di statura e sia per la profonda umiltà e santità, eletto Vescovo sotto Papa Urbano V (1362-1370) resse la Diocesi per oltre venticinque anni. Eresse e magnificamente ornò la Cappella del SS. Sacramento (oggi della Madonna Pellegrina) nel 1378 ed arricchì la Cattedrale di preziose suppellettili nel 1388. Pietro IV 1389-1394 – Nativo di Fano, agostiniano, consacrato Vescovo nel 1377 della Diocesi di Città Nuova dell’Istria sotto Papa Gregorio XI (1371-1378), trasferito nel 1380 sotto Papa Urbano VI (1378-1389) alla Diocesi di Massa e poi a quella di Fano nel 1389 sotto il medesimo Pontefice. Fu eccellente teologo e ottimo pastore. Giovanni II 1394-1407 - Domenicano, eletto Vescovo sotto Papa Bonifacio IX (1389-1404) fu pastore zelante e vigile padre della santità del suo clero. Morì nell’anno 1407. Antonio I David 1407-1417 (?) - Veneziano, fu eletto Vescovo sotto Papa Gregorio XII (1406-1415), dotto e pio. Consacrò la Chiesa di S. Cristoforo, detta di S. Agostino, nel 1409 e quella di S. Silvestro di Saltara nel 1410. Morì nell’anno 1417. Antonio Questo Antonio fu eletto vescovo di Fano (nel 1411) dall’antipapa Giovanni XXIII (Baldassarre Costa)di Napoli (14101415)deposto dal Concilio di Costanza (1413-1415), vivente ancora il vescovo omonimo Antonio. Non venne mai in Diocesi, morì nel 1413. La notizia è riportata dall’Ughelli (Italia Sacra, Tomo I, col. 667) Giovanni III Firmani 1417-1419 - Nativo da nobile famiglia fanese fu trasferito dalla sede di Fermo alla sede di Fano dal Papa Martino V (1417-1431), morì nel 1419. Non si hanno altre notizie di questo Vescovo. Giovanni IV De Bertoldi 1419-1445 - Agostiniano, nativo di Serravalle (Repubblica di S. Marino), laureato nell’Università di Pavia e di Bologna, lettore di teologia a Firenze e docente nel suo Ordine, che resse in Toscana e nelle Marche, eletto Vescovo nel 1410 sotto Papa Gregorio XII (1406-1415) alla Sede arcivescovile di Fermo, ove per poco tempo e poche volte vi dimorò, fu fuori sede spesso 40 per missioni pontificie da svolgere altrove. Partecipò al Concilio di Costanza (1414-1418). Fu trasferito a Fano nel 1419 sotto Papa Martino V (1417-1431). Si adoperò molto a beneficio della Città come ambasciatore presso vari governi. Nel 1431 in una sollevazione di popolo soffrì ingiurie e in un assalto la Cattedrale e il vescovado furono danneggiati. Fu scomunicata la Città da Papa Eugenio IV (1431-1447), scomunica che il Vescovo stesso, nella sua umiltà e capacità di perdono, chiese che fosse tolta. Seppe risolvere con carità, prudenza e pastorale servizio controversie con le varie famiglie religiose, con il clero e con i fedeli. Come letterato tradusse in latino e con commento la Divina Commedia di Dante, che espose all’assemblea conciliare a Costanza. Il vescovo Giovanni Bertoldi è considerato uno dei migliori Vescovi in ogni campo nella Diocesi di Fano. Morì in età longeva nel 1445. Giovanni V Enrico De Tonsis 1445-1482 - Nativo di Fano, francescano, già maestro di S. Teologia nel suo ordine, ottimo letterato, per istanza della Città e di Sigismondo Pandolfo Malatesta (1417 - 468) fu eletto Vescovo sotto Papa Eugenio IV (1431-1447) e consacrato nella Cattedrale dai vescovi di Jesi, Fossombrone e Cagli. Nonostante la sua santità di vita, in seguito a ricorsi dei suoi concittadini dovette, nel 1446, recarsi a Roma presso Papa Eugenio IV per difendersi dalle accuse mossegli dai suoi fedeli. Nel 1452 si recò a Venezia dal Doge per ristabilire l’alleanza tra la Repubblica Veneta e la città di Fano. Durante il suo vescovado vennero a predicare a Fano città e Diocesi, due famosi Padri Francescani: S. Giacomo della Marca e poi P. Marco da Montegallo, promotore dei Monti di Pietà. Egli fu molto pio e benefico nelle calamità che infierivano su Fano, durante i suo episcopato. Morì nel 1482. Domenico Antonio II 1482-1499 - Nativo di Pinerolo, francescano, fu eletto Vescovo sotto Papa Sisto IV (1471-1484), filosofo, teologo e predicatore eminente, più volte ministro provinciale nel suo Ordine. Fu sempre largo di elemosine verso i poveri, sempre attento alle necessità del suo clero che pregò di considerarlo più che Vescovo un fratello ed un amico. Restaurò ed abbellì la Cattedrale e l’Episcopio edificandone la parte anteriore e ornandola di un portico con colonnette sormontate da capitelli con il suo stemma (sbarra traversa con pinne). Morì nel 1499. Giovanni Battista Bertuccioli 1499-1518 - Nativo di Cesena, benedettino, eletto Vescovo il 3 settembre 1499 da Papa Alessandro VI (1492-1503), fu molto zelante e benefico, curò la disciplina ecclesiastica richiamando 41 il clero ad una maggiore santità di vita e i laici ad una maggiore fedeltà e serietà di impegno nella vita coniugale. Si attribuisce a lui la ricostruzione di quella parte dell’Episcopio che era presso la torre o campanile. Prese parte al Concilio Lateranense V (1512-1517) indetto da Papa Leone X (1513-1521). Morì nel 1518 e fu sepolto in cattedrale. Goro Gheri 1518-1528 - Nativo di Pistoia, dottore in Utroque Iure, protonotario apostolico, molto dotto e legato alla Casa Medici di Firenze, il 10 novembre 1518 fu eletto Vescovo sotto Papa Leone X (1513-1521), già nunzio in Svizzera e poi rettore di Piacenza e governatore di Bologna, città dove morì nel 1528. Non risedette quasi mai in Diocesi, che resse per mezzo di vicari. Portò a compimento la ricostruzione di quella parte del palazzo vescovile, lasciata incompiuta dal suo predecessore. Con un suo decreto obbligò i genitori a battezzare i neonati entro i primi otto giorni dalla nascita sotto pena di scomunica e multa pecuniaria. 1528-1530 La Diocesi nella vacatio fu governata, come amministratore apostolico dal Cardinale Ercole Gonzaga, Vescovo di Mantova, mentre Cosimo era ancora studente a Padova Cosimo Gheri 42 1530-1537 - Nativo di Pistoia, nipote del Vescovo Goro Gheri, suo predecessore, eletto Vescovo all’età di sedici anni da Papa Clemente VII (1523-1534), investito della sua Sede vescovile di Fano con bolla del 24 Giugno 1530. Cosimo non è stato mai ordinato sacerdote né consacrato Vescovo, ma rimase sempre Vescovo eletto. Mentre completava i suoi studi a Padova venne in Diocesi a Fano due volte: una nel 1533 e la seconda nel 1536 per assistere alle funzioni della Settimana Santa e celebrarvi la Pasqua; vi tornò poi e vi rimase per sempre il 31 Ottobre 1536. Durante la sua assenza, la Diocesi era governata da un Vicario. Fu, pur nella sua tenera età, un Vescovo degnissimo e attaccatissimo alla Diocesi. Riportò pace nella Città turbata da guerre e sollevazioni, istituendo opere benefiche, unificando le diverse istituzioni ospedaliere, istituendo un conservatorio e compiendo importanti lavori. Fu pio e di costumi esemplari e tutto fervore per la riforma cattolica. Fu in relazione con illustri letterati del tempo, quali il Bembo, il Della Casa, il Beccadelli, di cui fu molto amico e confidente, il Sadoleto, il Polo, e fu letterato egli stesso. Dopo lunga malattia e ben preparato spiritualmente alla morte, morì il 24 settembre 1537 all’età di 24 anni, un mese e 25 giorni. (Notizie e documentazioni sulla vita ed opere del Vescovo Cosimo Gheri si trovano nel volume II di Studia Picena a pagg. 153-208 a firma di Vittorio Bartoccetti). Pietro V Bertano 1537-1558 - Nativo di Nonantola (Modena), domenicano, già docente a Ferrara, Bologna e Venezia e ottimo predicatore, dottissimo, al servizio del Cardinale Ercole Gonzaga, chiamato a Roma da Papa Paolo III (1534-1549) per speciali incarichi, fu eletto Vescovo della Sede episcopale di Fano il 28 novembre 1537 da Papa Paolo III, ma venne alla sua residenza di Fano nel 1538. In questo anno fu a Pesaro per il funerale del Duca Francesco Maria I Della Rovere (1490-1538). Nel 1543 consacrò la Chiesa della Beata Vergine della Misericordia a Bargni. Fu ottimo pastore, pio, caritatevole. Da Papa Paolo III fu chiamato a far parte dei Padri Conciliari a Trento: era uno dei più quotati teologi del tempo e del Concilio, noto per il suo sapere e la sua prudenza. Fu ad Urbino nel 1547 a consolare il duca Guidobaldo II (1514-1574) per la morte della moglie Costanza da Varano e consigliere del Duca per le seconde nozze con Vittoria Farnese. Nel 1548 fu inviato da Papa Paolo III nunzio all’imperatore Carlo V (1500-1558). Da Papa Giulio III (1550-1555) fu creato Cardinale il 20 dicembre 1551 con il titolo dei SS. Pietro e Marcellino: da allora in poi fu chiamato “il Cardinale di Fano”. Il 30 ottobre 1552 fece il solenne ingresso a Fano da cardinale. Favorì diverse opere pubbliche e fece abbellimenti della Città, tra cui la costruzione della fontana nella Piazza Maggiore e la Chiesa in onore di S. Paterniano, ove furono trasferite le reliquie del Santo. (La Chiesa fu consacrata sette anni dopo dal fanese Vincenzo Negusanti, Vescovo di Arbe). Ritornato a Roma, vi pose stabile dimora. Il Bertano era ritenuto uno dei Cardinali più dotti del suo tempo. Scrisse diverse opere, tra cui un “De auctoritate Papae” contro Lutero e i Commentari sulla prima e seconda parte della Somma Teologica di S. Tommaso. Donò al Capitolo della Cattedrale il “Codice Nonantolano”. Mal fermo di salute morì l’8 Marzo 1558 nell’età di 57 anni. Ippolito Capilupo 1560-1567 - Già segretario e ministro a Roma del Cardinale Ercole Gonzaga di Mantova e di suo fratello Ferdinando, nobile mantovano, dotto, poeta ed elegante scrittore, fu scelto a Vescovo di Fano dal Cardinale Gonzaga nel 1560 ed approvato da Papa Pio IV (1559-1565), fu nominato dal Papa nunzio a Venezia nel 1561, ove dimorò per oltre tre anni, governando la Diocesi per mezzo di vicari. Ritornato in Diocesi nel 1565, vi rimase fino al 1567, anno in cui rinunziò al vescovado e si portò a Roma ove visse fino al 1580. Durante la nunziatura a Venezia partecipò alle sedute del Concilio di Trento. Come Vescovo curò molto la disciplina ed i costumi del clero. 43 Francesco II Rusticucci 1567-1587 - Nativo di Fano, da nobile famiglia, già Vescovo di Venosa, fu trasferito da Papa S. Pio V (1566-1572) alla Sede vescovile della sua Città. Intervenne al Sinodo di Ravenna (1567), indetto dal Cardinale Giulio o Giuliano Della Rovere (1533-1578), fratello del duca Guidobaldo II (1514-1574). Fondò ed aprì nel 1575 il Seminario secondo le prescrizioni del Concilio di Trento. Si mostrò, nel governo della sua Diocesi, severissimo difensore della disciplina ecclesiastica e religiosa e del buon costume del popolo. Per la severità oltre misura subì ricorsi ed accuse presso Papa Gregorio XIII (1572-1585). Giulio Ottinelli 1587-1603 - Nativo di Fermo, già Vescovo di Castro e poi nunzio pontificio presso il Duca di Savoia Carlo Emanuele I (15801630), nunziatura che mantenne per altri cinque anni dopo la nomina a Vescovo di Fano nel 21 ottobre 1587. L’ultima sua lettera da Torino, inviata al Capitolo di Fano, è datata 23 Agosto 1593. Celebrò il primo Sinodo Diocesano dopo il Concilio di Trento (1545-1563). Curò molto il neonato seminario. Introdusse in Città i Minimi di S. Francesco di Paola. Compì restauri, forse non ben studiati, della Cattedrale, che spogliò di preziose reliquie per arricchire la sua Fermo, reliquie che con difficoltà furono restituite dopo la sua morte. Sotto il suo vescovado, passò e si fermò in Città Papa Clemente VIII (15921605), nativo di Fano, diretto a Ferrara. L’Ottinelli morì il 25 febbraio del 1603 e fu sepolto in cattedrale. Tommaso Lapis 1603-1622 - Nativo di Firenze, di nobile famiglia, dopo aver già espletato molti incarichi al servizio della Santa Sede, fu eletto Vescovo di Fano il 20 aprile 1603 da Papa Clemente VIII (1592-1605) della Diocesi di Fano. Fu pio, colto, caritatevole, pastoralmente valido. Celebrò un sinodo diocesano. Consacrò la Chiesa di S. Maria della Carità, detta del Gonfalone, eresse il Monastero del Corpus Domini per le Monache Canonichesse di S. Agostino; affidò la Chiesa di S. Pietro in Valle alla Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri. Resse la Diocesi di Fano per 19 anni come buon pastore. In questo periodo, per incarico pontificio, fu qualche tempo, prima, nunzio in Polonia e poi in Spagna. Morì nel mese di giugno del 1622 e fu sepolto in cattedrale nella cappella del SS. Sacramento. Francesco III Boncompagni 1622-1626 - Nativo di Bologna, creato Cardinale, a 25 anni nel 1621, da Papa Gregorio XV (1621-1623) e dal medesimo Papa eletto Vescovo di Fano il 12 giugno 1622, nobile di nascita, 44 molto intelligente per natura, di vita angelica, di rara modestia e di spiccata carità per impegno e scelta di vita, molto generoso verso i poveri e i bisognosi, già legato pontificio di Perugia e dell’Umbria, rimase poco tempo in Diocesi, perché prima per qualche anno continuò la nunziatura di Perugia e dell’Umbria e poi nel 1626 fu da Papa Urbano VIII (1623-1644) trasferito alla Sede Arcivescovile di Napoli. Morì, a 47, anni il 9 dicembre 1641. Giulio Sacchetti 1626-1635 - Nativo di Roma, ma di famiglia oriunda da Firenze, laureato in Utroque Iure, da Papa Urbano VIII (16231644) nominato Vescovo di Gravina in Puglia nel 1623 e subito inviato nunzio in Spagna, dal medesimo Papa nel 1626 creato Cardinale col titolo di S. Susanna, fu eletto Vescovo di Fano il 19 maggio 1626. Entrò in Diocesi il 12 marzo 1627, ma il 16 aprile si portò a Ferrara come legato pontificio reggendo la Diocesi per mezzo di vicari. Tornato in Diocesi, in luglio 1631, consacrò l’8 settembre la Chiesa degli Eremiti Camaldolesi di Montegiove e il 19 ottobre quella del Monastero di S. Teresa e quella di S. Croce dell’Ospedale il 13 aprile 1633. Rinunziò alla Sede vescovile nel 1635, anno in cui fu nominato Legato Pontificio di Bologna. Nel 1652 passò al titolo cardinalizio di S. Maria in Trastevere, poi alla Sede vescovile di Frascati e nel 1655 al titolo di S. Sabina. Morì il 27 giugno 1663. Ettore Diotallevi 1635-1641 - Nativo di Rimini, già Vescovo di S. Agata dei Goti da 27 anni, trasferito a Fano sotto Papa Urbano VIII (16231644), entrò in Diocesi il 27 ottobre 1635. Fu forte sostenitore dei diritti del clero e benefico verso i poveri. Fece alcuni restauri nella Cattedrale, introdusse in Città i Gesuiti nel 1640. Fece le ricognizioni dei corpi di S. Fortunato, S. Orso, S. Eusebio collocandoli in Cattedrale. Morì il 30 aprile 1641 e fu sepolto in cattedrale. Alessandro Castracane 1641-1649 - Nativo di Fano, già vicario di Roma, poi nunzio a Torino presso i Savoia e a Lisbona in Portogallo presso Carlo II di Spagna (1665-1700), figlio di Filippo IV (1621-1665), già Vescovo di Castro, eletto da Papa Urbano VIII (1623-1644), fu trasferito alla Sede vescovile di Fano il 22 giugno 1643 dallo stesso Pontefice. Fu detto padre della patria per le grandi opere di beneficenza compiute, assai lodato per le doti di mente e di cuore e per la pratica delle virtù della giustizia, fortezza, prudenza e carità. Morì nel 1649 all’età di 66 anni. Fu sepolto in Cattedrale. 45 Giovanni Battista Alfieri 1649-1678 - Nativo di Ostra Vetere (Montalboddo allora), Diocesi di Senigallia, eletto vescovo di Fano il 6 dicembre 1649, da Papa Innocenzo X (1644-1655), soppresse i piccoli conventi e monasteri in Città, provvide di maggiori beni il Seminario, fece dei restauri nella Cattedrale. Tenne sinodi. Fu rigoroso e giustamente esigente con il clero, buon pastore per il popolo. Angelo Ranuzzi 1678-1688 - Nativo di Bologna, già inquisitore di Malta, poi nunzio pontificio a Torino prima e in Polonia dopo, sotto i Papi Clemente IX (1667-1679) e Clemente X (1670-1676), da Arcivescovo di Amiata (dal 1676) fu nominato il 9 maggio 1678 Vescovo di Fano da Papa Innocenzo XI (1676-1689). Pur rimanendo Vescovo di Fano, fu nominato dallo stesso Papa ed inviato nunzio straordinario a Parigi nel 1683 e nel 1686 creato cardinale e fu poi trasferito a Bologna, ammalatosi, morì il 27 settembre 1689, a Fano presso i Padri Filippini (come scrivono l‘Ughelli, il Cappelletti, il Gams, l’Eubel) mentre era in viaggio per Roma per il conclave. Fu sepolto, con pompa magna, in cattedrale. Taddeo Dal Verme 1688-1696 - Nativo di Piacenza, già impiegato in nunziatura a Vienna con Mons. Alberici, fu eletto Vescovo di Fano il 12 febbraio 1688 da Papa Innocenzo XI (1676-1689). Fu esemplare per la pietà, la modestia, la illibatezza di costumi, per la carità, la generosità verso i poveri e i carcerati, pastore amabile verso il suo clero. Nel 1692 tenne un sinodo diocesano, fece la visita pastorale della Diocesi. Nel 14 novembre 1695 fu creato Cardinale. Nel gennaio 1697 fu trasferito alla sede di Imola da Papa Innocenzo XII (1691-1700) e da Imola a quella di Ferrara da Papa Clemente XI (1700-1721), l’anno primo del suo pontificato. Morì nel 1717. Giovanni Battista Giberti 1696-1720 - Nativo di S. Ginesio, Diocesi di Camerino, già Vescovo di Cava dei Tirreni (NA) dal 1693 eletto sotto Papa Innocenzo XII (1691-1700), fu nominato il 19 marzo 1696 alla sede di Fano dallo stesso Pontefice. Ebbe all’inizio contrasti con il Capitolo della Cattedrale, poi ne fu benefattore. Fu munifico verso la Cattedrale con dono di preziosi damaschi e del trono, decorò il Palazzo Vescovile con la grandiosa scala. Tenne il sinodo nel 1702. Morì nel 1720 all’età di 83 anni. Alessandro Dolfi 1721-1733 - Nativo di Bologna da nobile famiglia, già avvocato, benefattore verso i poveri tanto da essere chiamato “Padre dei poveri”, già canonico della Metropolitana di Bologna, fu eletto alla Sede vescovile di Fano da Papa Innocenzo XIII (1721-1724). Fu famoso per dottrina, prudenza e fu grande giu- 46 rista. Consacrò la Chiesa di S. Cristina dei Padri Cappuccini nel 1723. Nel 1725 fu presente a Roma al Concilio Provinciale. Sedò discordie sorte tra il Comune e il clero. Morì nel 1733. Giacomo Beni 1733-1764 - Nativo di Gubbio, già proposto della Cattedrale eugubina, fu eletto il 19 agosto 1733 alla Sede vescovile di Fano da Papa Clemente XII (1730-1740). Primo suo impegno pastorale fu quello di ripulire la Città dai vizi, esortare il clero e i fedeli alla santità di vita, chiamando a predicare una missione P. Leonardo da Porto Maurizio. Tenne un sinodo diocesano nel 1740. Ottenne privilegi per il Capitolo della Cattedrale e fece cessare le discordie tra il Capitolo e il Magistrato civile. Riparò, a sue spese, gravi danni alla Cattedrale causati da un incendio. Fu sommamente caritatevole e generoso verso i poveri, che aiutò in ogni modo con i suoi beni. Giovanni Battista Orsi 1764-1774 - Nativo di Bologna, di nobile famiglia, grande cultore del diritto canonico e civile, fu eletto sotto Papa Clemente XIII (1758-1769). Fu molto zelante “per l’onore di Dio e per il bene dei fedeli”, molto rigido e severo nell’esigere l’osservanza delle leggi e, forse non conoscitore del detto “summum ius summa iniuria”, venne in contrasto con il Capitolo della Cattedrale tanto che, dopo diversi ricorsi alla S. Sede, non trovò approvata la sua linea di condotta. Soppressa la Compagnia di Gesù (28 giugno 1773), dovette applicarne in Diocesi i relativi decreti. Eresse la Chiesa Collegiata, la Plebania di S. Maria di Orciano nel 1766. Pellegrino Consalvi 1775-1787 - Nativo di Macerata, già canonico a Roma in S. Lorenzo in Damaso e poi uditore di nunziatura in Portogallo, fu eletto Vescovo di Fossombrone da Papa Clemente XIV (1769-1774) prima ancora del suo ritorno a Roma. Mentre il Consalvi era in viaggio di ritorno dal Portogallo, morì Papa Clemente XIV. Il successore Papa Pio VI (1775-1799) lo trasferì alla Sede vescovile di Fano il 13 Marzo 1775. Fu presule di costumi illibati, forte di animo, colto, oratore indefesso e generoso con i poveri. Visitò più volte la Diocesi. Tenne e pubblicò il Sinodo nel 1777. Consacrò la Chiesa Parrocchiale di Roncosambaccio nel 1786. Morì lungo la strada mentre andava a vedere un mosaico antico, scoperto in una proprietà della mensa vescovile nel 1787. 47 Antonio Gabriele Severoli 1787-1807 - Nativo di Faenza, di nobile famiglia, eletto Vescovo di Fano il 28 febbraio 1787 da Papa Pio VI (17751799), fu Vescovo durante la prima e la seconda occupazione francese, della Città pastore di profonda pietà e di grande generosità verso i poveri. Fu esiliato dai francesi a Castrocaro. Fu nominato da Papa Pio VII (1800-1823) nunzio a Vienna dal 1801 al 1808, anno in cui fu trasferito alla Sede vescovile di Viterbo. In sua assenza la Diocesi fu retta dal suo vicario generale mons. Francesco Maria Paolucci Mancinelli, elevato poi alla dignità vescovile. Francesco Maria Paolucci Mancinelli 1807-1815 - Nativo di Todi, fu nominato e consacrato Vescovo titolare di Tiberiade e vicario generale di Fano durante la nunziatura a Vienna del Vescovo Severoli e, trasferito questo a Viterbo nel 1808, fu nominato Vescovo della Sede di Fano sotto Papa Pio VII (1800-1823). Resse la Diocesi con pietà, zelo e fortezza in tempi difficili e turbolenti e, per difendere i diritti della Chiesa, soffrì il carcere e l’esilio sotto Napoleone dal 1809 al 1814. Fu Vescovo esemplare per santità di vita, per dottrina e per capacità di governo della Diocesi. Nicola Serrarcangeli 1817-1833 - Nativo di Camerino, eletto Vescovo sotto Papa Pio VII (1800-1833), fu pastore di profondo ingegno, di volontà tenace, fermo nelle decisioni prese, rigido nell’osservanza della disciplina ecclesiastica. Visitò più volte la Diocesi, riportò in vita il Seminario, introdusse per primo l’Istituto delle Maestre Pie Venerini, riaprì monasteri di monache, curò i beni della mensa vescovile, cui aggiunse una casa di campagna, dotò la Cattedrale di un nuovo organo e migliori suppellettili. Ebbe contrasti con il Capitolo per questioni economiche, che furono risolte con l’intervento della Congregazione del Concilio. Morì l’11 giugno 1833. Luigi Carsidoni 1833-1856 - Nativo di Camerino, di nobile famiglia, già Vescovo di Bagnorea, sotto Papa Gregorio XVI (1831-1846), fu trasferito alla Sede vescovile di Fano nel 1833 con ingresso solenne il primo novembre. Dotto, pio, mite, prudente, saggio, fu stimato, venerato e seguito dal clero e dai fedeli. Rinnovò in Cattedrale il fonte battesimale. Morì nel 1856. Filippo Vespasiani 1857-1877 - Nativo di Roma, laureato in Filosofia e Teologia, eletto Vescovo da Papa Pio IX (1846-1878), il 15 dicembre 1856 alla Sede di Fano, era stato più volte impegnato dal Pontefice in incarichi diplomatici vaticani, nel 1847 a Costantinopoli nell’ambasceria straordinaria presso il sultano Abdul Megid- Kan e nel 1856 all’ambasceria pontificia a Mosca 48 per l’incoronazione dell’Imperatore Alessandro II (18181881), entrò in Diocesi il 19 marzo 1857. Ebbe l’onore di ospitare in Fano Papa Pio IX il 29 maggio 1857, in visita in alcune province dello Stato Pontificio. Governò la Diocesi in tempi assai difficili. Fu strenuo difensore dei diritti della Chiesa. Subì l’onta del carcere e dell’esilio per aver richiamato al clero disposizioni della Sacra Penitenzieria Apostolica. Il 17 aprile 1862, giovedì santo, fu arrestato e portato in carcere a Pesaro. Pastore zelante fece sette volte la visita pastorale delle parrocchie della Diocesi. Seguì pastoralmente la vita dei Religiosi e delle Religiose della Diocesi. Difese ed aiutò le Scuole femminili tenute dalle Maestre Pie Venerini (S. Rosa). Curò molto il seminario. Sotto di lui fu fondata a Fano la Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli nel 1857. Prese parte al Concilio Vaticano I (1869-1870) a Roma, da cui tornò malaticcio e non riuscì a riprendersi in salute. Morì nella prima metà di ottobre del 1877, all’età di 65 anni compiuti. Camillo Santori 1878-1882 - Oriundo da Roma fu eletto Vescovo della Diocesi di Fano da Papa Leone XIII (1878-1903). Ebbe molto a cuore il Seminario diocesano, fece oculate riforme nel piano degli studi, valorizzò molto lo studio della Teologia Morale, e, per spronare il giovane clero allo studio, istituì un concorso semestrale con premi per i concorrenti. Fu un Vescovo attivo, pieno di zelo e molto attento alla formazione spirituale e pastorale del clero. Nel mese di aprile del 1882 fu chiamato a Roma da Papa Leone XIII che lo nominò suo uditore, e nello stesso tempo Arcivescovo titolare di Seleucia e, fino alla nomina di un nuovo Vescovo, Amministratore Apostolico della Diocesi di Fano. Morì nel 1886 a Roma. Camillo Ruggeri 1882-1896 - Nativo di Vergato (prov. di Bologna), fu trasferito dalla Sede di Bertinoro a quella di Fano da Papa Leone XIII (1878-1903) nell’ottobre 1882. Prese possesso della Diocesi per procura nella persona del Preposto del Capitolo della Cattedrale, la domenica 26 novembre, e fece il suo ingresso solenne il 17 dicembre. Alla nobiltà dei natali associava virtù, dottrina, prudenza e bontà di cuore. In precedenza da Papa Pio IX (1846-1878) era stato eletto delegato apostolico di Rieti e poi di Velletri e infine Vescovo di Bertinoro. Accanto al Seminario dei chierici istituì il cosiddetto “Seminario piccolo” per i chierici esterni e per accogliere i più poveri. 49 Vincenzo Franceschini 1896-1916 - Nativo di Grottammare (AP), già eletto Vescovo di Fossombrone sotto Papa Leone XIII (1878-1903) nel 1892, fu trasferito alla Sede di Fano dallo stesso Papa nel 1896. Fece il suo primo ingresso nella Chiesa Cattedrale il giorno 25 marzo 1897. Iniziò gli studi nel Seminario di Ripatransone e li completò nel Seminario Pio Romano addottorandosi in Sacra Scrittura e in Utroque Iure. Fu carissimo a Papa S. Pio X (1903-1914). Introdusse i Fratelli delle Scuole Cristiane a Fano aprendo il Collegio S. Arcangelo. Ottenne da Papa S. Pio X che il Seminario Regionale per le Marche (poi intitolato a Pio XI (1922-1939) fosse istituito a Fano. Promosse l’istruzione del clero, fondò nuove parrocchie, costruì a sue spese la Chiesa di S. Giuseppe al Porto (arch. G. Balducci). Fu uomo molto colto, di larghe vedute, di mente acuta e di grandissimo cuore. Amò tutti, ma soprattutto il suo clero, che difese dal modernismo. Fu amato da tutti. Durante il suo episcopato in Diocesi di Fano fu aperto l’importante Istituto per le Cieche e Sordomute (Zavarise). Morì il 29 marzo 1916. Giustino Sanchini 1917-1937 - Nativo di Cerreto (RN), Diocesi di Rimini, eletto sotto Papa Benedetto XV (1914-1922), il 05 giugno 1916, fu consacrato a Rimini il 14 ottobre 1916 e fece l’ingresso solenne in Diocesi di Fano l’11 febbraio 1917. Laureato in Filosofia e in Diritto, curò la costruzione di nuove Chiese, date le esigenze pastorali nuove per l’aumentata popolazione in alcune zone della Diocesi. Introdusse i sacerdoti di Don Orione nell’Orfanotrofio, fondato dal canonico Gentili. Fondò il “Bollettino Ufficiale della Diocesi”; fece più volte la visita pastorale delle parrocchie della Diocesi. Creò nuove parrocchie. Durante il suo episcopato, i Padri Camaldolesi di Toscana rivendicarono ed ottennero dal Comune l’antico e rinomato eremo di Monte Giove (Rogito, 15 aprile 1925, notaio Luigi Bartoccetti). Fu Amministratore Apostolico della Diocesi di Fossombrone dal 1927 al 1931. Molteplice fu la sua attività pastorale: Catechismo, Azione Cattolica, Missioni, Congressi Eucaristici, ecc... Intervenne al Concilio Plenario Piceno, tenuto a Loreto nel 1928. Morì, compianto da tutti, il 23 febbraio 1937, e fu sepolto nella Chiesa parrocchiale di S. Cristoforo. Durante il funerale fu eseguita musica scelta del maestro Don Gino Tonelli e i canti furono eseguiti dalla Schola Cantorum del Seminario Regionale. 50 Vincenzo Del Signore 1937-1966 - Nativo di Saltara (PU), eletto vescovo di Fano il 23 settembre 1937 sotto Papa Pio XI (1922-1939), già rettore del Pontificio Seminario Regionale e vicario capitolare. Fu consacrato nella Cattedrale di Fano il 26 ottobre e il 13 gennaio 1938 prese possesso canonico della Diocesi di Fano e l’11 febbraio fece l’ingresso solenne in Cattedrale. Dedicò tutto se stesso al servizio della sua Chiesa particolare, con zelo e carità apostolica verso il gregge a lui affidato, in modo particolare verso il clero e le vocazioni sacerdotali e religiose. Durante il periodo della seconda guerra mondiale dovette assistere impotente alla distruzione di chiese, campanili, case, e venire incontro alla povertà ed alle necessità di ogni genere del suo popolo secondo le sue possibilità. Durante la ritirata dei tedeschi , assunse la carica di podestà e cercò in tutti modi di evitare l’abbattimento dei campanili della città; ma il 27 agosto dell’ 44 furono abbattuti ben sei campanili. Il consiglio Comunale, il 3 settembre del 1955, gli conferì la cittadinanza onoraria per l’opera svolta in tempi tanto difficili e calamitosi.. Finita la guerra si adoperò per la ricostruzione materiale (chiese, campanili, case ecc..) e spirituale (conforto, aiuto, ecc..) della sua gente. Istituì l’Adorazione Eucaristica perpetua nella chiesa di S. Tommaso nel 1947. Partecipò alle sedute del Concilio Ecumenico Vaticano II (1963-1965). Fu padre e pastore umile, buono, ma zelante e di grande attività apostolica. Logorato dagli anni e dai mali fisici lasciò la responsabilità della Diocesi nel 1966. Morì il 13 marzo 1967. E’ sepolto nella Chiesa Cattedrale. Costanzo Micci 1966-1985 - Nativo di S. Michele al Fiume, frazione di Mondavio (PU), laureato in Teologia e in Utroque Iure, eletto Vescovo sotto Papa Giovanni XXIII (1958-1963), il 21 aprile 1959, alla sede titolare di Adriania e consacrato nella Cattedrale di Fano il 7 giugno 1959, fu inviato in aiuto a mons. Bernacchia, Vescovo delle Diocesi di Termoli e Larino (CB). Rimase a Larino dall’11 novembre 1960 al 15 agosto 1966, anno in cui fu nominato Amministratore Apostolico “sede plena” della Diocesi di Fano e titolare di Maiuca. Nel 1970 e 1971 fu Amministratore Apostolico di Senigallia. Nel 1 giugno 1973 fu nominato Vescovo di Fano e Fossombrone e Amministratore Apostolico “sede plena” delle Diocesi di Cagli e Pergola, di cui fu nominato Vescovo il 15 gennaio 1977. Fu presidente, in seno alla C.E.I., della Commissione per la Famiglia, impegnato nella lotta per la difesa della vita contro l’aborto. Istituì nella Diocesi di Fano nuove parrocchie, fece costruire nuove Chiese. Molto sollecito per il problema delle vocazioni al sacerdozio. Istituì tre seminari per le vocazioni adulte. 51 Molto impegnato pastoralmente, in cinque anni (1978-1983) visitò tutte le parrocchie delle quattro Diocesi unite. Mantenne contatti sia personali sia con ritiri spirituali sia epistolari con il suo clero. Durante il suo episcopato ebbe la fortuna di ospitare, per ben due volte, nella sua Diocesi Papa Giovanni Paolo II (1978-2005): la prima volta, nel 1982, a Fonte Avellana nel Monastero Camaldolese per ricordare i mille anni del monastero; la seconda volta, nel 1984 a Fano per incontrarsi con i pescatori come 2000 anni fa fece Gesù. Fu autore molto apprezzato di numerosi opuscoli e libri, che rivelano la sua vasta cultura. Forse la sua instancabile e continua attività pastorale ne piegò la resistenza fisica. Un grave infarto lo colpì il 28 febbraio 1985 e nello stesso anno il 28 Agosto, un ictus cerebrale lo portò alla morte. E’ sepolto nella Cattedrale di Fano. Mario Cecchini 1986-1998 - Nato a Piticchio, frazione di Arcevia (AN), il 25 gennaio 1933. Dopo gli studi nel Seminario di Senigallia, è stato ordinato sacerdote il 16 marzo 1958. Conseguita l’abilitazione magistrale ha insegnato ai ragazzi che fin dalle elementari si presentavano in Seminario. Licenziato in Sacra Liturgia, si è laureato in Pedagogia presso la Libera Università di Urbino il 24 giugno 1964; e in Giurisprudenza il 1° marzo 1976. Nel marzo del 1967 fu nominato Segretario dell’Opera Pia Mastai, in sostituzione di mons. Mencucci, vicario per la pastorale, il 10 Dicembre 1973, Vicario Generale il 2 Febbraio del 1981 e poi, con la rinuncia di mons. Papalini, nominato Parroco del Duomo di Senigallia il 20 marzo 1983. L’11 febbraio 1986 fu eletto Vescovo della Diocesi di Fano - Fossombrone - Cagli Pergola e il 16 marzo 1986 consacrato Vescovo nella Cattedrale di Senigallia da Sua Eminenza il Cardinale Bernardin Gantin. In data 8 Settembre 1998 rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola. Vittorio Tomassetti 1998 - Nato il 28 giugno 1930 a Staffolo (Ancona), ha vissuto il periodo della sua formazione al sacerdozio prima nel Seminario Vescovile della sua Diocesi di Osimo e poi nel Pontificio Seminario Regionale Marchigiano “Pio XI” in Fano. Conseguito il Baccellierato in Teologia, è stato ordinato sacerdote il 23 agosto 1953. Nel luglio del 1954 è stato chiamato dalla Santa Sede e inviato come Vice Rettore del Pontificio Seminario Regionale di Catanzaro. Nel settembre del 1959 fu trasferito, con lo stesso incarico, nel Pontificio Seminario Regionale Marchigiano “Pio XI” in Fano, dove assunse anche l’insegnamento di musica e canto gregoriano. Durante questo tempo di servizio nei due Seminari, si dedicò agli studi di Lettere Classiche presso le Università di Napoli e di Bologna. 52 Sul finire dell’anno 1965 gli furono affidati nel Pontificio Seminario di Fano compiti di supplenza nell’insegnamento di Storia della Chiesa e di Patrologia. Dopo undici anni di pastorale parrocchiale, in qualità di parroco della Cattedrale di Osimo, su proposta della Conferenza Episcopale Marchigiana, nell’ottobre del 1988 la Congregazione per l’Educazione Cattolica lo nominò Rettore del Pontificio Seminario Regionale Marchigiano “Pio XI” in Fano, ufficio che ricoprì fino a venerdì 8 maggio 1992, quando il Santo Padre rese ufficiale la sua nomina a Vescovo di Palestrina. Fu consacrato Vescovo da Sua Eminenza il Signor Cardinale Bernardin Gantin nella Cattedrale di Osimo il 28 giugno 1992. In data 5 aprile 1997, il Santo Padre, ha trasferito Mons. Vittorio Tomassetti dalla sede episcopale di Palestrina a quella di Fano-Fossombrone - Cagli - Pergola, nominandolo Vescovo Coadiutore. Succede per coadiutoria a S. Ecc.za Mons. Mario Cecchini in data 8 settembre 1998. 53 Epigrafe cinquecentesca posta a ricordo del giovane vescovo Cosimo Gheri. Murata sulla parete sottostante la tribuna dell'organo è alquanto danneggiata e ormai quasi illeggibile : COSIMO GERIO PISTOIENSI / FANI EPISCOPO ELECTO / MORIBUS PIETATE ET LIBERALIBUS DISCIPLINIS / ORNATISSIMO / SUMMO APUD OMNES BONOS / IN AMORE ET HONORE / QUI VIXIT ANNOS XXIV MENSES I DIES XXV / OBIIT VIII KAL. OCTOBRIS MDXXXXVII. Epigrafe che ricorda il vescovo Giulio Ottinelli. Già posta sopra l'occhio centrale della facciata, è ora collocata sulla parete sottostante la tribuna dell'organo: IULIUS OTINELLIUS / FIRMANUS EP[ISCOPU]S FA / NEN[SIS] / MDLXXXXI. Epigrafe posta nella cappella del Santissimo Sacramento a ricordo del vescovo Tommaso Lapis. Questo il testo latino della lunga iscrizione: D.O.M. / THOMAE LAPIO FLORENTINO EPISCOPO FANEN[ENSI] OB LITTERARUM / FIDEI ET INTEGRITATIS EXPERTAM PRAESTANTIAM / CLEMENTI VIII APPRIME CARO/ ET IN EIUS LEGATIONE POLONICA AD NEGOTIA ADHIBITO / EIUSDEM INTIMO CUBICULARIO / ROMAE PAUPERUM ET CONSIST[ORIALIS] AULAE ADVOCATO / AUDITORIS CAM[MERAE] AP[OSTO]LICAE AD CIVILIA L[OCUMTENE]NTI / ET PER TEMPUS VICE AUDITORI / AD HISPAN[UM] REGEM NUNCIO AP[OSTO] LICO DESIGNATO / ET IN ECCLESIA FAN[ENSI] ANNOS XIX MENSES DUOS / VIRTUTUM PROMOTORI EGENTIUM PATRI PASTORI OPTIMO / SEX[TUM] NON[AS] JUN[II] MDCXXII / ANNO AETATIS SUAE LXVI DIEM FUNCTO / HIERONIMUS ET FRATRES LAPII PATRUO AMANTISSIMO P.P. 54 Fastoso monumento funebre del vescovo Alessandro Catracane posto oggi su una parete della cappella del battistero, già sulla parete sinistra del transetto. Questo il testo della lunga epigrafe latina che sovrasta il sarcofago e ne ricorda l'importante carriera diplomatica: ALEXANDER CASTRACANUS EP[ISCOP]US FANENSIS / QUEM VITAE INTEGRIT[ATIS] ET MULTIPLEX LIBERALITAS HIC IACERE NO[N] SINIT / ROMAE DUM PROVICARIUS AGERET IUSTITIAE TENAX / AD DUCEM SABAUD[IAE] LEGAT[UM] PONTIF[ICIUM] INTER ARDUA NEGOT[IA] PRUDENT[IAE] CULTOR IN LUSITANIA AP[OSTO]LICUS NUNCIUS INVICTI ANIMI FORTITUD[INE] ILLUSTRIUM / CATHOLICAE ECCLESIAE PRESULUM EMULATOR / FANENSI ECCLES[IAE] PRAEPOSIT[US] PRAESERTIM OB EFFUSAM IN PAUPERES / CHARITATEM PATER PATRIAE MERITO DICTUS / MUNERIB[US] VIRTUTIB[US] PERFUNCTUS PRAECIPUIS NEMPE IUSTITIAE / PRUDENTIAE FORTITUDINIS CHARITATIS SUI DESIDERIUM RELIQUIT / OBIIT ANN[O] MDCIL AETAT[IS] SUAE LXVI / VINCENTIUS CASTRACANUS PRIMOGENITURAE DITATUS / AMANTISS[IMO] PATRUO DE AP[OSTO]LICA SEDE DE PATRIA DE SE TAM BENE / MERITO GRATI ANIMI MONUMENTUM P[OSUIT] A[NNO] DOM[INI] MDCLXII. 55 Stemma ed epigrafe funebre con sovrastante ritratto del vescovo Vincenzo Ghiberti posti nel pilastro dell'abside a cornu Evangelii. Questo il testo della lunghissima iscrizione latina: D.O.. / JOANES BAPTISTA GIBERTUS GENESINUS PATRIT[IUS] / ROMANUS / QUEM A PARENTUM GREMIO INFANTEM SEPTENNEM AULA ROMANA ABSTRAXIT / ET AB AULAE ILLECEBRIS AD SERIA ADVOCATUM / PHIL[OSOPHIAE] THEOL[OGIAE] AC U[TRIUSQUE] I[URIS] PALESTRA EXCEPIT / ET URBE PLAUDENTE HARUM OMNIUM FACULTATUM LAUREA / ANNUM PRIMUM SUPRA ATTINGENTEM DECORAVIT / SUBINDEQ[UE] TRANS TIBERIM BASILICAE CANONICUM / A JOANNE BAPTISTA CARD. PALOTTO AVUNCOLO SUO / EIUSDEMQUE BASILICAE TITULARI RENUNCIATUM / AD IN PRIMAM TUSCULANAE CATHEDRAL[IS] DIGNITATEM ASSUMPTUM / ET GERENTES ILLIUS VICE NEC NON FRANCISCI MARIAE BRANCATI / CAROLI ROSSETTI ET ALDERANI CYBO S[ANCTAE] R[OMANAE] ECL[ESIAE] CARDINALIUM / EIUSDEM SUCCESSORUM XX ANNIS TUSCULI UNIVERSI / IPSORUMQ[UE] AMPLISS[IMUM¯ EPISCOP[UM] ACCLAMATISSIME PERFUNCTUM / INNOCENTIUS XI CAVENTIBUS INFULIS ET DYNASTIA DONATIO / ALEX[ANDER] VIII GENERALI SUPREMAE INQUISIT[IONIS] ET REV[ERENDAE] FABRICAE S[ANCTI] PETRI DE URBE / MINISTERIO IN TOTO NEAP[OLITANO] REGNO ADIUNXIT UBI / DEMANDATAE SIBI PROVINCIAE PARTES IMPAVIDE IMPLENTEM / INNOC[ENTIUM] XII CONFECTUM IAM LABORIBUS AERUMNIS VEXATIONIBUS / IN TUENDIS S[ANCTAE] SEDIS AP[OSTOLICAE] IPSIUSQ[UE] FIDEI ORTHODOXAE IURIBUS / QUIETIS TANTUMMODO SECESSUM IN PRAEMIUM CAPISCENTEM / HUIC FANENSI ECCLESIAE SECUNDO NUBERE / COEGIT / IN SINU ITAQ[UE] DILECTISSIMAE SPONSAE SUAE OBDORMITURUS ET / A MUNIFICENTISSIMO RETRIBUTORE DEO QUI OPERARIOS SUOS / SUETA MERCEDE NON FRAUDAT / PRAEMIA IN AETERNUM DURATURA EXPECTATURUS / HIC TUMULUM SUUM ADHUC VIVENS DESIGNAVIT / ANNO DOMINI MDCCV / CANONICI ET CAPITULUM AMANTISSIMO PRAESULI / LACRIMIS DILUTO MARMORE / P[ONENDUM] C[URAVERE] AN[NO] DOM[INI] MDCCVI / VIXIT ANN[OS] LXXXIII MENSES VIII DIES VI / OBIIT DIE XXVI MENSIS NOV[EMBRIS] ANN[I] MDCCXX. Epigrafe a ricordo del vescovo Luigi Carsidoni posta sulla parete sottostante la tribuna dell'organo. Sulla stessa si legge: ALOISIUS DE COMITIBUS CARSIDONI CAMERS / EPISCPUS FANENSI / III NONAS XCENBRIS MDCCCLVI / OBIIT IN OSCULO DOMINI / ATQUE HAEIC REQUIESCIT IN PACE. Tomba del vescovo Vincenzo Franceschini posta all'interno della chiesa di S. Giuseppe al Porto fatta costruire dallo stesso vescovo fra il 1906 e il 1914. La chiesa di San Giuseppe al Porto fu voluta e fatta costruire dal vescovo di Fano Vincenzo Franceschini. Per la progettazione fu scelto l’architetto Giuseppe Balducci. La costruzione, iniziata nell’anno 1906, solo il 30 agosto 1930 fu consacrata e l’anno dopo arrivarono i padri Agostiniani che la gestiscono a tutto oggi. 57 Tomba del vescovo Giustino Sanchini posta all'interno della chiesa di S. Cristoforo fatta innalzare tra il 1928 e il 1930 dal suddetto vescovo La chiesa di San Cristoforo fu voluta e fatta costruire dal vescovo di Fano Giustino Sanchini. La progettazione fu affidata a Lamberto Adanti e realizzata dal capo mastro Collatino Camerini. La costruzione fu iniziata nell’anno 1928 e fu consacrata nel 1930; il primo parroco fu don Antonio Bacchiocchi. La chiesa è in stile neoromanico, ma con criteri di moderna praticità e funzionalità. 58 Cappella già dedicata all'Addolorata ristrutturata in occasione dell'ottavo centenario (1940) della basilica Cattedrale. Fu in quella occasione che l'occhio centrale venne sostituito dalle due finestre affiancate dotate di vetrate istoriate eseguite dal prof. Vittorio Menegoni. Nuovamente ristrutturata dopo il 1967, la cappella ospita oggi le tombe dei vescovi Vincenzo Del Signore e Costanzo Micci. 59 Arca tombale del vescovo Vincenzo Del Signore posta al centro dell'ex cappella dell'Addolorata. La cassa cementizia è decorata sul fronte dal frammento di un’antico pregevole altorilievo romanico detto di Baldovino citarista. Tomba del vescovo Costanzo Micci posta su un lato dell'ex cappella dell'Addolorata, sotto l'arcata murata di un antico contrafforte. Sovrasta sulla sinistra la tomba un pregevole frammento scultoreo romanico con pastori adoranti già utilizzato come ornamento della cattedra vescovile. 60 Immagine del cosiddetto “Trittico dei Protettori” posto sulla facciata dell'antico Palazzo del Podestà (oggi Teatro della Fortuna). La nicchia centrale (con la statuetta in pietra di S. Paterniano, la cattedra e il ricco tortiglione) risale ai primi anni del secolo XIV. Le due nicchie laterali (con le statuette in cotto di S. Fortunato e S. Eusebio) e la classica incorniciatura in pietra (opera dello scalpellino Giovanni Bosso) sono invece posteriori al 1525. 61 DIOCESI DI FOSSOMBRONE Brevi cenni storici Fossombrone, l’antico Forum Sempronii, sembra derivare il suo nome dal triumviro Caio Sempronio Gracco, che fu in questi luoghi nel 133 a.C. per l’applicazione della Legge Agraria. L’abitato romano, che sorgeva alquanto più ad oriente e precisamente dove oggi vi è la frazione di San Martino del Piano, fu ben presto Municipium. La città romana, essendo attraversata dalla via consolare Flaminia, conobbe nei secoli I e II d.C. un periodo di floridezza e di splendore, data la sua posizione geografica che la fece centro di commercio, come testimoniano i numerosi reperti archeologici. Durante la guerra greco-gotica (535-553) si svolsero importanti operazioni militari nei pressi di Forum Semproni che subì ripetute devastazioni dai Goti nel V secolo d.C. Dopo la vittoria del bizantino Narsete (a. 553, d.C.), Fossombrone passò sotto la giurisdizione dell’Esarca di Ravenna e, quindi, entrò a far parte della Pentapoli Annonaria con Urbino, Cagli, Gubbio e Jesi. Completamente distrutto dai Longobardi di Liutprando (712-744) nel corso dell’VIII secolo, fu ricostruito sul colle dominante la città attuale. Nel 999 dall’imperatore e re di Germania Ottone III (980-1002) fu donato al Pontefice Silvestro II (999-1003) e nei primi anni del 1200, sotto il pontificato di Innocenzo III (1198-1216), divenne feudo di Azzo VI d’Este (m. 1212), dal quale passò successivamente ai figli, primo, Aldobrandino,(morto avvelenato nel 1221) e, poi ad Azzo VII (m. 1264), al Vescovo Monaldo ( in feudo concesso per tre anni) e ai Malatesti di Rimini. Con Ferrantino e Pandolfo Malatesti iniziò a Fossombrone il dominio malatestiano che durò dal 1340 al 1445. Da Galeazzo Malatesti, signore di Pesaro, Fossombrone fu venduto per 13.000 fiorini d’oro a Federico di Montefeltro, duca di Urbino, nel 1445, e di Montefeltro passò nel 1508 ai Della Rovere, duchi di Urbino, e vi rimase fino al 1631, anno in cui con il Ducato di Urbino fu riunito agli Stati della Chiesa, Durante il dominio dei Montefeltro e dei Della Rovere, Fossombrone attraversò un periodo di particolare floridezza e di rinnovamento edilizio: sono di quel periodo tre corti ducali (alta, bassa e rossa), la facciata a bugnato fiorentino del palazzo vescovile ed importanti edifici privati. Fossombrone è stato il centro più importante della media valle del Metauro; nella sua lunga storia è stato sempre centro amministrativo ed economico per le popolazioni del territorio circostante: anche con le fiere e con i mercati, prima come municipio romano e poi come comune autonomo e quindi come importante centro malatestiano (1334-1445) e del ducato urbinate (1445-1631) Dal 1631 Fossombrone fece parte dello Stato Pontificio fino al 1861, anno in cui, come le atre città delle Marche, entrò a fare parte del Regno d’Italia (1861). La sua economia, oltre che sull’agricoltura fiorente, ha fatto perno su importanti attività artigianali, favorite anche dalla possibilità di utilizzo delle acque del fiume Metauro: vi ebbero grande sviluppo l’arte della lana (cardatura, filatura, tessitura e tintura), la lavorazione del cuoio, le cartiere ed infine la produzione della seta. Tutto ciò ha modellato il volto della Città e della comunità forsempronese: chiese, palazzi gentilizi, edifici civili e religiosi, le ricche raccolte museali (Parco Archeologico, Museo e Pinacoteca Vernerecci, Casa Museo e Quadreria Cesarini, di cui la città si è dotata). 63 L’annuncio del Vangelo di Cristo a Fossombrone sembra che si possa datare nel III secolo d.C. per opera di S. Feliciano di Foligno. I primi martiri della Chiesa forsempronese si hanno durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano (248305).Le ossa dei martiri Maurenzio, Fravita, Urbano, Vincenzo e Martiniano sono conservate nella Cattedrale e quelle dei martiri Aquilino, Gemino, Gelasio, Magno, Donato e Timoteo nella chiesa di S. Filippo. Se il martirologio geronimiano è attendibile, come sembra che lo sia, l’origine della Sede vescovile a Fossombrone risalirebbe alla fine del III o all’inizio del IV secolo e il primo Vescovo sarebbe stato il martire Timoteo. Non si è però nel campo della verità storica, ma della leggenda. Si sa invece con certezza che, alla fine del V secolo il Vescovo Innocenzo, partecipando a Roma ai sinodi indetti dal Pontefice S. Simmaco I (498-514), si firmò “Innocentius Episcopus Ecclesiae forosemproniensis” (501 e 502 d.C.). A partire dal Vescovo Innocenzo molti altri vescovi di Fossombrone nei millecinquecento anni di presenza della Sede vescovile hanno firmato presenze in Sinodi e Concili, hanno compiuto missioni straordinarie in nome di Sommi Pontefici, ma soprattutto hanno retto la Diocesi con profondità di dottrina, con santità di vita, con capacità di governo, sono stati animatori di un’illuminata pastorale in mezzo al clero ed ai fedeli; alcuni si sono resi celebri in campo letterario e scientifico, come si noterà nella loro cronotassi. Dal clero della Diocesi forsempronese furono scelti sacerdoti e consacrati vescovi per reggere altre Diocesi; da questo clero vennero santi parroci per la Diocesi. Di questa città furono i fratelli Ludovico e Raffaele Tenaglia, che insieme con Bartolomeo da Bascio, diedero vita alla nuova famiglia francescana dei Padri Cappuccini. A Fossombrone furono celebrati quattro capitoli generali di questi Padri e, precisamente, nel 1540, nel 1547, nel 1549 e nel 1565.Nel convento dei Padri Cappuccini di Fossombrone visse per lungo tempo, morì ed è venerato il Beato Benedetto Passionei (1560-1625), figlio della nobile famiglia Passionei di questa città, oriunda da Urbino, che ha dato alla Chiesa altri figli illustri tra cui Domenico (16821761), rappresentante della Santa Sede alla conferenza di Utrecht (1712), poi Nunzio Apostolico in Svizzera (1721-1730) e in Austria, a Vienna (1730-1738) e, infine, Cardinale e Segretario dei Brevi Pontifici (1738-1762); Benedetto (1719-1787), protonotario apostolico e canonico di San Pietro e infine segretario della Congregazione delle Acque, fu il munifico donatore della sua Biblioteca personale alla “Gioventù Studiosa della Città di Fossombrone”, (aperta al pubblico il 19 Aprile 1784). La città ha dato i natali a molti personaggi illustri nelle lettere, nelle arti e nelle scienze. Tra i tanti degni di memoria sono: Ottaviano Petrucci (1466-1539), l’inventore dei caratteri mobili per stampare la musica; Giacomo Pergamino (1531-1635), sacerdote e grande lessicologo (Il Memoriale della lingua italiana); Giovanni Francesco Guerrieri (1588?1657), pittore di fama e risonanza mondiale; Augusto Vernarecci (1847-1919), sacerdote e storico della città; Anselmo Bucci (1887-1955), pittore ed incisore. 64 Pianta prospettica di 'Forum Sempronii (vulgo Fossombrone)' inserita nel Theatrum Civitatum et admirandorum Italiae di Giovanni Jansonius Blaeu detto Blavius Jr., copia ristampata ad Amsterdam dal Mortier nel 1690. 65 Antico campanile e facciata della nuova Cattedrale di Fossombrone dedicata a S. Maurenzio e compagni. Già abbazia benedettina, la chiesa è stata interamente ricostruita tra il 1772 e il 1784 su disegno del noto architetto imolese Cosimo Morelli. Di stile neopalladiano la suddetta facciata è tripartita da alte paraste binate con parte centrale molto sviluppata. Foto d'archivio dell'antico Palazzo Vescovile con caratteristico paramento rinascimentale a bugnato (sec. XV). 66 Vasto interno a pianta basilicale (tre navate) della Cattedrale di Fossombrone. Gli altari marmorei furono eseguiti dagli scalpellini di S. Ippolito su disegno dell'architetto Andrea Vici. Nel pavimento della navata di destra è visibile una meridiana tracciata nel 1780 dal matematico Sempronio Pace. Degno di nota è un affresco raffigurante la "Madonna della Provvidenza", opera del sec. XIV di Guido Palmerucci (prima cappella a sinistra). Le altre cappelle hanno tele di Simone Cantarini, Giuseppe Concioli, Gianfrancesco Guerieri e Claudio Ridolfi. Le decorazioni della cosiddetta Cappella della Misericordia (la seconda sulla destra) furono realizzate nel 1849 su disegno del noto architetto modenese Luigi Poletti. Antico dossale scolpito in pietra arenaria delle Cesane dal fiorentino Domenico Rosselli nel 1480. Diviso in cinque nicchie con elegante semicatino a conchiglia è caratterizzato da altrettante figure (al centro la Madonna seduta con il Bambino, ai due lati i Santi Aldebrando, Pietro, Paolo e Biagio) e sottostante predella con caduta di Simon Mago, Miracoli di S. Aldebrando, Presepio, caduta di S. Paolo e Miracolo di S. Biagio. L'artistico complesso scultoreo, già sull'altare maggiore della vecchia Cattedrale, presenta tracce di policromia in oro e azzurro ed è oggi conservato all'interno della sagrestia dei canonici. 67 Sant’Aldebrando Protettore Aldebrando, forse della famiglia dei Faberi, nacque a Sorrivoli nei pressi di Cesena, circa il 1170. La storia non ci tramanda notizie del padre e della madre. Poco si sa anche della sua fanciullezza e giovinezza. E’ certo però che, ancora giovane, fu avviato agli studi grammaticali. Nel Monastero di S. Maria di Porto a Ravenna Aldebrando imparò le arti liberali, si dedicò allo studio della Teologia, del Diritto Canonico, discipline nelle quali, in seguito, si mostrò espertissimo. A Santa Maria di Porto Aldebrando, convinto della vanità delle cose terrene, si mise sotto la regola di un certo Pietro, detto il “peccatore”, regola fatta di preghiera, di studio, di penitenza, che Aldebrando visse alla perfezione, temprando e preparando il suo animo per un sacerdozio genuino e per un apostolato ardente. Un documento del 12 Giugno 1199 mostra Aldebrando già suddiacono e canonico portuense. Poco dopo, o alla fine del 1199 o nel 1200, fu ordinato sacerdote, forse all’età di 25 o 30 anni. Ben presto la sua personalità emerse e per santità di vita e per dottrina. Circa il 1220, i canonici di Rimini, trovandosi privi del Proposto, si rivolsero al Rettore dello Studio di Porto per avere una persona degna. I canonici portuensi, riunitisi in consiglio, proposero a capo del Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Rimini Aldebrando, il quale accettò l’incarico. A Rimini era già diffusa in più parti della città la setta dei Patarini, scesi da Milano, e la città era sotto il peso dell’interdetto pontificio sia per aver dato ricetto a tanti eretici sia per aver introdotto negli statuti ordinanze contrarie alla libertà ecclesiastica. Essendo per l’interdetto proibito celebrare e predicare nelle chiese, con coraggio e fermezza Aldebrando incominciò a predicare nelle piazze confutando gli errori e riconducendo eretici alla verità della fede. Aldebrando chiamò in aiuto il famoso francescano sant’Antonio da Padova: qui fu tenuta la straordinaria predica ai pesci, che in grande quantità si misero ad ascoltare Antonio. Aldebrando, non curante delle persecuzioni e delle minacce, anche con pericolo della vita, continuò a predicare fino all’anno 1230, anno in cui, morto il Vescovo Monaldo, il Capitolo e il popolo fossombronese lo richiesero come Vescovo della città e Diocesi di Fossombrone. Aldebrando, nella sua profonda umiltà, riconosciuta in quella proposta la volontà del Signore, si rese disponibile ad assumere quella grande responsabilità. La sua nomina a Vescovo fu confermata da Papa Gregorio IX (12271241). Aldebrando, alla sua venuta a Fossombrone, trovò squallore e rovine, essendo stata la città devastata e in gran parte distrutta dai Fanesi nel 1217-1218. Il nuovo Vescovo si accorse subito che, oltre la chiesa di pietra, c’era da ricostruire la chiesa delle anime: a questa soprattutto rivolse il suo ministero episcopale. Aldebrando fu uomo eminente: per la sua intelligenza profonda e aperta alla verità, per la volontà tenace, per il grande cuore, per la santità e austerità di vita, per la capacità di governo, per il grande amore alla giustizia, per la saggezza, per la prudenza e per l’equilibrio. Fu difensore della verità e si dimostrò tale sia impegnandosi con tutte le sue energie nella confutazione delle eresie diffuse nel riminese dai “Patarini” sia nella catechesi e nella predicazione che teneva ai fedeli della sua Diocesi. Aldebrando prese su di sé l’«opus» episcopale, di cui parla l’apostolo Paolo, e lo 68 portò a termine come soltanto un santo della sua statura poteva portarlo. Verso la metà del secolo XIII, dopo una vita di estenuanti fatiche e di penitenze, nella luce di autentici miracoli e tra il pianto dei fedeli, il Pastore buono rese l’anima a Dio, forse nel 1250. Il suo popolo lo venerò come santo: cessò così di essere semplicemente il Vescovo e cominciò ad essere il Protettore. La Città lo celebra come protettore, con rito solenne, ogni anno il primo di maggio. 69 Tela del veronese Claudio Ridolfi (1570-1644) raffigurante la “Madonna, S. Anna, S. Aldebrando e il panorama della Città di Fossombrone” (1629 ca.) attualmente collocata nella quarta cappella di destra della ricostruita Cattedrale forsempronense. 70 Esterno della chiesetta del sec. XVIII dedicata al vescovo forsempronese S. Aldebrando. È posta all'interno del recito dell'antica rocca malatestiano - feltresca i cui ruderi dominano la città dall'alto del colle della Cittadella. All’interno, sull parete di sinistra, si conservano affreschi riproducenti miracoli di S. Aldebrando come riportato nella foto seguente. 71 Affreschi superstiti che ornano all'interno una parete della chiesetta di S. Aldebrando. Commissionati dai Malatesti, gli affreschi furono eseguiti nella prima metà del sec. XV dal ferrarese Antonio Alberti e raffigurano quattro miracoli attribuiti al Santo (il miracolo della quaglia, quello delle ciliegie, quello dello storpio e quello della campana). 72